L’EDUCAZIONE EMOTIVA:
RIFERIMENTI TEORICI
•
LA CRESCITA E LO SVILUPPO DELLA MENTE E DELLA
PERSONALITA’ SONO POSSIBILI SOLO ALL’INTERNO DI UNA
RELAZIONE.
•
Mediante l’esplorazione psicoanalitica della relazione neonatale tra madre
e bambino si è potuto osservare e scoprire che è solo all’interno di una
relazione tra menti che si realizza la crescita della personalità. IL
PROCESSO EDUCATIVO E’ UN’INTERAZIONE TRA MENTI CHE SI
INFLUENZANO RECIPROCAMENTE.. Ritornando alla relazione madre –
bambino, come prototipo delle successive relazioni comprese quelle
educative, possiamo osservare che la buona madre è quella che è capace
di contenere l’angoscia del bambino, di fungergli da supporto mentale nel
momento in cui cresce, diventa modello di relazione ed aiuta il bambino ad
entrare in contatto con le proprie emozioni. La mediazione materna serve
dunque a modulare il rapporto tra il bambino ed il mondo esterno così come
l’attività educativa e formativa deve svolgere una funzione simile, ovvero
deve costituire uno spazio fisico e mentale in cui l’allievo si può muovere
per esprimere la sua ansia ed elaborarla attraverso l’operazione di
contenimento che farà il docente.
•
LA RELAZIONE CON GLI STUDENTI NON E’ DUNQUE SOLO UN FATTO
COGNITIVO, INTELLETTUALISTICO, MA E’ SEMPRE ANCHE UN FATTO
EMOZIONALE .
•
LA CAPACITA’ DI PENSARE DIPENDE ALLORA DAL SENTIRE E DAL
CAPIRE QUELLO CHE CI ACCADE DENTRO: NOI POSSIAMO PENSARE
SOLO SE SIAMO IN CONTATTO CON LE NOSTRE EMOZIONI E’ SOLO
LO SVILUPPO DELL’AFFETTIVITA’ E DELL’EMOTIVITA’, LA CAPACITA’ DI
CONTENERLE ED ELABORARLE CHE CI PERMETTE DI PENSARE E DI
APPRENDERE.
 da “LA DISPONIBILITA’ AD APPRENDERE” di Blandino e Granieri
editore Raffaello Cortina ( teorici di riferimento Winnicott,, Klein, Bion )
……..I SENTIMENTI SONO LA CHIAVE DEL SUCCESSO
SCOLASTICO:
SE IGNORATI O NASCOSTI POSSONO PREGIUDICARE IL
PROCESSO DI FORMAZIONE; INVECE SE RICONOSCIUTI
COME REALI E CREATA LA CONDIZIONE DI UNA
ESPRESSIONE ADEGUATA, QUESTI SENTIMENTI SPIANANO
LA STRADA VERSO UN APPRENDIMENTO EFFETTIVO.
•
Un modo per aiutare i bambini ad affrontare lo stress è comprendere il ruolo
delle emozioni.
Rudolf Steiner ha definito gli anni dai sette ai quattordici come il “cuore
dell’infanzia” perché la vita emotiva predomina sulla mente………
Per dare una solida base alla futura vita emotiva, i bambini di questa fascia
di età hanno bisogno di sperimentare i contrasti emotivi , felicità e tristezza,
speranza e paura, gelosia e compassione……
L’apprendimento effettivo non può aver luogo in assenza di emozioni
insieme positive e negative.
Ignorare le emozioni non soltanto è imprudente ma
impossibile: negare la loro vita emotiva vuol dire privarli della
fonte di energia vitale per l’apprendimento……..I bambini
devono poter esprimere liberamente gioia, rabbia mentre
imparano, cosicchè la vitalità rinchiusa in queste emozioni
possa trasformarsi in attività intellettive associate al
miglioramento del successo scolastico. E’ necessario che la
spontanea manifestazione delle emozioni venga riconosciuta
in tutti i suoi colori , forme.....
Lo psichiatra William Gray propone un modello della mente
secondo cui “le idee sono radicate in codici emotivi” che egli
chiama “toni emotivi” i quali sono impressi in processi
neuropsicologici e servono da veicoli per i ricordare,
associare ed esprimere idee razionali. In altre parole, se
consideriamo la vita dei bambini è più probabile che essi
imparino dal modo in cui qualcosa viene loro insegnato che
da ciò che si insegna o dal contenuto specifico del curricolo.
tratto da “A MODO LORO” di Thomas Armstrong
INTELLIGENZE PERSONALI
INTERPERSONALI E
INTRAPERSONALI
•
Gardenr individua due polarità di tale tipo di intelligenze, uno interno o
intrapsichico e uno esterno o interpersonale. …..Il primo sviluppa gli aspetti
interni dell’individuo; la capacità centrale qui all’opera è l’accesso alla
propria vita affettiva, alle proprie emozioni. La capacità di discriminare
instantaneamente fra questi sentimenti, di classificarli, di prenderli nelle
maglie di codici simbolici, di attingere ad essi come mezzo per capire e
guidare il proprio comportamento ……..la capacità di esprimere la propria
interiorità sia con le parole, sia utilizzando altri mezzi espressivi quali il
disegno, il movimento……
•
L’altro tipo di intelligenza personale, è rivolto all’esterno, verso gli altri
individui, alla capacità di distinguere i loro stati d’animo, temperamenti,
intenzioni…..é sapersi comportare in modo da mantenere la relazione con
l’altro.
 dalla rivista BAMBINI febbraio 1997 articolo “INCONTRI CON HOWARD
GARDENR”
METODOLOGIA
(insegnante facilitatore e mediatore dei processi di conoscenza )
MAPPA INDICATORI DI QUALITÀ
SENTIRE E PENSARE INSIEME
Insegnante facilitatore mediatore dei processi di conoscenza - lavoro in
team
Centralità e protagonismo dell’allievo
CURA DEL CLIMA RELAZIONALE
Occuparsi dei problemi percepiti rilevanti dai bambini
Promozione di processi meta – cognitivi
Rapporto organico e continuo con il territorio
Famiglia – enti locali – continuità tra scuole
Integrazione, trasversalità della metodologia adottata(dialogo)tra i campi di
esperienza e gli Ambiti disciplinari
Flessibilità del percorso di lavoro
Monitoraggio e valutazione
Organizzazione partecipata, flessibile e orientata all’acquisizione
di abilità emotive/relazionali
• PER NOI INSEGNARE EDUCAZIONE
EMOTIVA SIGNIFICA……..
• Conoscere se stessi e gli altri
• Sviluppare le risorse personali
• Insegnare abilità sociali
• Imparare a socializzare
• Lavorare in gruppo
• Meta riflessione
• Essere motivato ad apprendere
PERCORSI DIDATTICI
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Laboratorio di psicomotricità
Laboratorio teatrale – le fiabe
Danza creativa
Giochi emotivi
Fantasie guidate
Philosophy for children
DANZA CREATIVA
• La danza fa parte della vita sociale e ludica del bambino e il suo
utilizzo nella scuola mette uno speciale accento sullo sviluppo delle
potenzialità espressive e comunicative del movimento come parte
integrante di un processo educativo globale che lavora sull’unità
corpo-mente.
• La danza creativa ruota attorno ad un centro che non è il linguaggio
ma la personalità del bambino.
• Per uno sviluppo globale della personalità è necessario un
approccio che consideri interrelati i vari piani affettivo-emotivosensoriale-logico.
• Il corpo è il primo strumento del conoscere del relazionarsi del
conoscere e la danza permette al bambino di esplorare,
sperimentarsi, esprimersi e comunicare.
• Le emozioni animano il movimento del bambino e attraverso la
danza si impara a conoscerle, gestirle, e incanalarle in un gioco
creativo
• La danza creativa permette al bambino di mettere in atto processi di
ricerca - azione rispetto ai temi proposti, sperimenta un modo nuovo
di muoversi, senza condizioni o limitazioni in un clima di libertà
privo di giudizio rispetto al suo movimento e al suo “sentire”con
conseguente sviluppo della sua creatività, immaginazione e
individualità.
• La danza creativa favorisce inoltre un clima affettivo relazionale
positivo attraverso la conoscenza di sé, l’accettazione delle proprie
emozioni e pulsioni, comprese quelle negative. Le tensioni possono
essere scaricate, incanalate e riutilizzate a fini creativi.
• Conoscere il linguaggio del proprio corpo aiuterà i bambini a
conoscere i compagni e ad accettarli favorendo il processo di
socializzazione e integrazione.
OBIETTIVI
• Prendere coscienza del proprio corpo nella sua globalità
in relazione al tempo, allo spazio, agli altri.
• Conoscere meglio il proprio corpo come sede di sensazioni ed
emozioni.
• Saper riconoscere le emozioni sia quelle positive che negative.
• Comunicare attraverso il corpo
• Acquisire autostima e fiducia in sé
• Stabilire rapporti interpersonali basati sul rispetto della persona
riconoscendo la diversità come valore
• Migliorare le abilità comunicative,di ascolto, negoziazione
• Stimolare un approccio creativo nei confronti delle situazioni
proposte.
• Attuare l’autoregolazione all’interno del gruppo
• Armonizzare il proprio movimento con la proposta musicale
• Abbandonare gli stereotipi per sperimentare nuove forme di
movimento
• Essere capaci di elaborare i propri gesti e movimenti in autonomia,
arricchendoli con l’esperienza dell’altro.
• Struttura degli incontri
•
Presentazione dei partecipanti
• Presentazione dell’argomento
• Fase dell’esplorazione
• Dare forma all’esperienza
• Conclusione finale
• TEMI PER ESPLORARE IL MOVIMENTO
PARTI DEL CORPO
FORME
QUALITA’ DELLA FORZA
QUALITA’ DELL’ENERGIA
DIREZIONE E TEMPO
USO DEI MUSCOLI
SPAZIO
RESPIRO
BATTITI DEL CUORE
• Metodologia
• Insegnante facilitatore e mediatore dei processi di conoscenza,
problem solving.
•
Lavorare con il problem solving significa favorire la motivazione, la
comprensione profonda, la concretezza. Abitua a ragionare,
ipotizzare trovare più soluzioni usare capacità trasversali ma
soprattutto educare alla creatività.
L’applicazione del problem solving alla danza creativa permette di
rivoluzionare la logica dell’adulto conduttore e del bambino
esecutore.
• Indicatori di qualità:
-
Alunno protagonista
Organizzazione partecipata
Flessibilità del percorso in base alle esigenze del gruppo
Cura del clima relazionale
Osservazione e valutazione in itinere
FANTASIE GUIDATE
(apprendere la fantasia)
• La tecniche di fantasia guidata possono essere usate con
alunni di diverse età con tutti i gradi di abilità e in tutti gli ambiti
del curricolo. L’utilizzo della fantasia in ambito emozionale o in
quello dell’apprendimento aiuta a sviluppare una personalità
completa e integrata ,accresce la capacità empatica e premette
di superare eventuali blocchi nella comunicazione.
• I metodi tradizionali di insegnamento tendono a privilegiare il
pensiero logico, razionale e lineare, trascurando quelle
modalità di apprendimento più centrate sulla creatività degli
alunni.
• Il percorso ha l’obiettivo di:
• sperimentare e apprendere principi e metodi per l’utilizzo della
fantasia e della creatività nelle situazioni di insegnamentoapprendimento;
• ritrovare il piacere di apprendere attraverso il gioco, la fantasia
e la creatività
PREMESSA TEORICA
• Tale metodologia, vuole sfruttare e potenziare le capacità
immaginative degli alunni.
• Il giocare con la fantasia, permette:
• lo sviluppo di abilità di ascolto, attenzione e sintesi
• l’abitudine e la capacità di utilizzare tecniche di rilassamento per
ridurre lo stress
• la creazione di un clima cooperativo ed amichevole
• di accrescere l’autostima
• lo sviluppo di abilità verbali: la capacità di esprimere in modo chiaro
aspetti dell’esperienza personale e di interpretare questa esperienza
in modo significativo e la capacità di dare risposte verbali a
domande imprevedibili
• l’aumento del pensiero creativo e divergente
• la crescita dell’autoconsapevolezza.
• Incremento della creatività e delle abilità artistiche
• Acquisizione di un più ampio repertorio di stili narrativi,lessico più
ampio
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Il vantaggio che la fantasia presenta rispetto ai processi di apprendimento
più razionali, è che la sua efficacia non dipende dagli stadi normali di
sviluppo intellettivo. La complessità dell’esperienza di fantasia si svilupperà
di pari passo con la maturazione emozionale oltre che intellettiva. L’utilizzo
della fantasia in ambito emozionale o in quello dell’apprendimento, può
fornire i mezzi per esplorare e sviluppare le possibilità di ottenere una
personalità complessa ed integrata.
Lavorare con la fantasia, permette agli alunni di scoprire e condividere
metafore significative e importanti. Vi è un mondo di esperienze accessibili
a tutti e nel quale l’immaginazione non ha limiti, che l’alunno è libero di
esplorare.
MODALITA’ DI SVOLGIMENTO
Ogni alunno si corica sulla propria coperta e viene invitato dall’adulto a
rilassarsi chiudendo gli occhi, ascoltando musica tranquilla………..
L’insegnante legge uno script di fantasia guidata
Gli alunni sono invitati a fantasticare sul racconto
I bambini si risvegliano e a turno possono riferire verbalmente la loro
esperienza, le loro emozioni……
Rielaborazione verbale e disegno.
Da APPRENDERE LA FANTASIA di Eric Hall – Carol Hall e Alison Leech
Ed. Erickson
PHILOSOPHY FOR CHILDREN
di Matthew Lipman
Creazione di:
•
clima di dialogo socratico nel cui contesto i bambini stessi individuano e
approfondiscono i problemi che avvertono come più vicini alle proprie
esperienze. La discussione in gruppo consente di superare il punto di vista
individuale, di guardare ai problemi da più prospettive
•
pre – conoscenze e pre – abilità che consentano ad ogni soggetto la
progressiva e sempre più complessa interpretazione di vari aspetti della
realtà che ci circonda
•
dedicare particolare attenzione agli aspetti meta – cognitivi e meta –
affettivi: cioè riflettere sul modo di apprendere e di comportarsi.
ATTIVITA’
•
Lettura e rielaborazione di favole per divertire, per prevenire, educare e
curare. Storie di orsetti, scimmiette, castorini…..che permettano al b. di
identificarsi con un personaggio di fantasia, e quindi di conoscere, capire e
scoprire dei modi alternativi di vedere le cose e risolvere i problemi. I
protagonisti delle favole hanno inizialmente un pensiero, un problema, un
comportamento negativo o un’emozione disturbata. Durante lo svolgimento
della storia vengono aiutati a cambiare idea e a mettere in atto emozioni e
comportamenti alternativi, in vista di nuove soluzioni.
•
•
Attraverso le favole quindi il bambino impara a pensare, ad agire
diversamente e a stare meglio a livello emotivo.
Cambiare pensiero, vedere le cose diversamente si rivela utile infatti per
evitare o mitigare o cambiare emozioni negative come rabbia, ansia…….in
quanto IL NOSTRO MODO DI PENSARE HA UNA PRIMARIA INFLUENZA
SUL NOSTRO MODO DI SENTIRE E DI COMPORTARCI.
•
“Non c’è niente di buono o di cattivo, ma sono i nostri pensieri che lo
rendono tale”
da Shakespeare, Hamlet,II,ii
Bibliografia ”Insegnare filosofia” di E. Ruffaldi ed. La Nuova Italia 1999
“Con la testa fra le nuvole” di R. Verità ed. Erikson
L’OSSERVAZIONE A SCUOLA
•
Partendo dalle teorie di Ester Bick l’osservazione diretta e partecipe è il metodo da
privilegiare per osservare nel gruppo le dinamiche comunicative. Si parte dal
presupposto che ogni bambino e ogni insegnante sono portatori di un universo di bisogni
propri da soddisfare; che l’insegnante si rapporta con tutto se stesso alla realtà globale
del bambino e del gruppo classe e tale incontro avviene in uno spazio - tempo
determinato che è lo spazio – tempo scolastico, cioè all’interno di una istituzione che ha
le sue leggi, i suoi bisogni……L’osservazione non può prescindere dal tener conto del
bambino, del gruppo, dell’insegnante, dell’istituzione e dei bisogni di ciascuno. Più
dunque di una osservazione di ciascun elemento, è proficuo puntare l’attenzione sulla
relazione tra le diverse componenti come momento dinamico dell’incontro.
•
STRUMENTI UTILIZZATI PER L’OSSERVAZIONE:
•
INSEGNANTE/AMICO CRITICO
•
QUADERNO DELLE OSSERVAZIONI
•
QUADERNO DELLE VERBALIZZAZIONI
•
DISCUSSIONI NEL GRUPPO DI LAVORO COME MOMENTI DI RICERC-AZIONE
LABORATORIO DI PSICOMOTRICITA’
( metodo Acouturier )
Obiettivo generale
Sviluppo contemporaneo e correlato delle capacità motorie,
affettive e cognitive del bambino, attraverso il percorso:
comunicazione – creatività - conoscenza.
Area del piacere senso-motorio Attività motorie spontanee finalizzate a esperienze di piacere
senso-motorio attraverso stimolazioni di tipo labirintico-vestibolari.
Si caratterizzano per l'effetto di piacere che provoca nel bambino.
Sono esperienze di:

rotolamento, trascinamento, dondolio, caduta, salto
Obiettivo dell'area: permettere e favorire l'esperienza di piacere senso-motorio
come veicolo di apertura alla comunicazione.
Area del gioco simbolico Attività di investimento simbolico su

materiale educatore altri bambini
Si caratterizzano per il legame (di forma, colore, dimensioni ecc.) esistente tra oggetto simbolizzato e
oggetto simbolizzante e sono attività favorite alla presenza di materiale non strutturato.
Obiettivo dell'area: sviluppare e dare spazio all'attività simbolica
dei bambini come veicolo di espressione creativa
della realtà interiore.
Area del distanziamento affettivo
Attività di presa di distanza come:
 rappresentazioni plastiche
 rappresentazioni sonore con l'utilizzo di materiali
strutturati come costruzioni, lavagne, tamburi.
- In questo tipo di attività le cose e le persone riacquistano
le loro caratteristiche fisiche e di ruolo o funzione
(l'educatore non è più padre, madre, arbitro, vigile, ma
se stesso e il legno è tale e non serpente o spada).
- Obiettivo dell'area: aprire al bambino la strada del
distanziamento affettivo dagli oggetti e dagli
avvenimenti, condizione per l'accesso alla conoscenza
CONDIZIONI OPERATIVE
Ruolo dell'educatore



creatore dell'area attraverso l'accordo empatico col bambino.
partner simbolico attraverso il proprio movimento e le
proprie posture.
riferimento di Legge attraverso l'uso delle regole.
Utilizzo delle regole
Oltre alle regole iniziali relative alla salvaguardia personale
e alle condizioni ambientali (non ci si fa male;
non si sale sulla scala... sui caloriferi...)
l'introduzione di altre «regole» avviene mediante l'uso del materiale
e del movimento ed è coerente con gli scopi del gioco
e con l'attività del bambino.
Modalità di verifica
 Registrazione scritta delle sedute con annotazione sia di ciò che si è osservato che di ciò che si è
sentito emozionalmente durante l'attività.

Confronto con gli altri educatori coinvolti nel lavoro.
LE FIABE
•
Italo Calvino definisce la fiaba come “una forza di realtà che interamente
esplode in fantasia”: è in grado quindi di parlare un linguaggio totale e
permette ai bambini di documentare, formulare ed esprimere le loro
interpretazioni del mondo nei diversi canali conoscitivi che riescono a
gestire. Apparentemente “inutile” secondo Gianni Rodari la fiaba conserva
un suo preciso valore di utilità nell’esercizio della fantasia, facoltà capace di
penetrare direttamente al “cuore” del reale e di abbattere le barriere
convenzionali della comunicazione. E’ lecito dedicarsi anche al semplice
piacere del racconto-ascolto di una fiaba sottraendosi per un attimo al ritmo
“produzione-consumo” che sempre più caratterizza la nostra società e, di
conseguenza, la nostra scuola. Sollecita, inoltre, la creatività, capacità tipica
dell’infanzia che ha le sue regole, la sua struttura, la sua grammatica.
Rodari ci insegna che si può “giocare” con le fiabe attraverso la costruzione
di un ambiente fantastico, ma non per questo meno reale di ciò che ci
circonda, parlando un linguaggio umoristico, creando personaggi ed eventi
sempre diversi, modificando e, talvolta, stravolgendo la fiaba tradizionale e
lasciando sempre “aperto” il finale di ogni racconto a molteplici soluzioni.
Riprendendo uno slogan di Rodari bisogna dare “tutti gli usi della parola a
tutti, non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo”
•
Altro aspetto importante della fiaba è la sua funzione catartica intesa come
ristrutturazione dei sentimenti, dei comportamenti e delle emozioni. Il
bambino soddisfa così il bisogno di liberarsi dalle ansie e dai conflitti
affrontando le paure spesso vissute nelle vicende dei protagonisti e filtrate
in modo rassicurante da chi le racconta.
•
La fiaba è in grado di aprire una finestra sul mondo delle emozioni da
suscitare,conoscere e vivere anche attraverso “la rappresentazione
drammatica”, da non confondere con le forme teatrali adultistiche e
precostituite, come certe “recite” di fine anno in cui i bambini pronunciano
meccanicamente battute imparate a memoria secondo un copione che
intende annullare eventuali momenti di spontaneità. Il laboratorio teatrale
come espressione corporea e ricerca insieme ai compagni della relazione
più “giusta” è esperienza carica di potenzialità e valenze educative, in grado
di parlare un linguaggio che abbraccia globalmente ogni aspetto
dell’individuo
•
Bruno Bettelheim raccomanda una rivalutazione delle fiabe.
L’ atemporalità delle fiabe, il loro situarsi nel “paese delle fate”, in una
dimensione trasfigurata dove pericoli spaventosi minacciano l’eroe ma le
difficoltà vengono superate, dove il male viene punito e la virtù riceve la sua
ricompensa è uno dei loro massimi pregi. I personaggi che si muovono in
questi scenari fantastici, sono figure archetipiche che incarnano le
contraddittorie tendenze del bambino, i membri della sua cerchia familiare
nei loro opposti aspetti, gli adulti del ”mondo esterno”. Le situazioni delle
fiabe, nel rispecchiare la visione magica e “animistica” che il bambino ha
delle cose, i suoi stupori, i suoi terrori, i suoi desideri impossibili,
esorcizzano incubi sepolti nell’inconscio, placano inquietudini, aiutano a
superare insicurezze e crisi esistenziali, ad accettare responsabilità, e
mettono il bambino di fronte alle reali difficoltà dell’esistenza con un
linguaggio non realistico, che è l’unico da lui pienamente recepibile a livello
profondo.
Il laboratorio teatrale è stato pensato per rispondere ai bisogni di:
• giocare
• immaginare
• scoprire e inventare nuovi linguaggi
• gestire stati conflittuali o ansiosi
Ogni fiaba deve dare al bambino la possibilità di esprimere se stesso attraverso:
-
espressione corporea:
movimenti liberi o preordinati, improvvisazione di gruppo con testo o senza
testo, con musica o senza musica.
espressione verbale:
analisi dei personaggi, del ruolo che hanno nella storia e delle loro emozioni.
espressione grafica-pittorica:
rappresentazione grafica libera o guidata (dipingiamo la nostra paura, il mago
triste, un nuovo finale per la storia, diamo un colore alle emozioni…
GIOCHI EMOTIVI
• I giochi proposti in questa sessione, vogliono stimolare i bambini a
una maggiore consapevolezza di sé, delle proprie sensazioni fisiche
come di quelle emotive, e del rapporto stretto che esiste tra di loro.
Si tratta di canalizzare energie,sensazioni sia
“positive”(gioia,affetto…) che “negative” (paura, tristezza
aggressività…) in ambito in cui possano essere liberamente
sperimentate e riferite agli altri. Questi giochi partono dal vissuto
corporeo per giungere ad una maggiore consapevolezza di sé e
dell’altro in tutte le sue componenti affettive ed emotive. Sono
importanti per sperimentare fiducia nell’altro, imparare a collaborare
e a canalizzare l’aggressività che in questo modo perde il suo
carattere distruttivo. E’ importante, al termine di ogni incontro,
verbalizzare l’esperienza effettuata, dare spazio a ciascuno per
parlare delle proprie emozioni, paure, sentimenti e ampliare il
proprio linguaggio emotivo.
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Presentazione INVECE IL CENTO CE