Edizione Convegno internazionale La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale RIMINI, 13-14-15 NOVEMBRE 2015 «L’evento più atteso per fare il punto su educazione, inclusione e disabilità» PROGRAMMA DI SALA Informazioni Registrazione partecipanti All’atto della registrazione verranno consegnati il kit congressuale e il badge personale che dovrà accompagnare sempre il partecipante, in quanto attestante la regolare iscrizione al Convegno. Struttura del Convegno Il Convegno si articola in 3 sessioni plenarie, che si terranno venerdì 13 e sabato 14 novembre dalle 9.00 alle 13.00 e domenica 15 novembre dalle 8.30 alle 13.00, mentre il venerdì e il sabato pomeriggio i partecipanti potranno scegliere tra vari workshop di approfondimento, della durata di 2 ore ciascuno (ad eccezione della Tavola Rotonda che si terrà sabato 14 novembre dalle 14.30 alle 19.00). Buoni pasto Già dalla mattina di venerdì 13 novembre sarà possibile acquistare i buoni pasto per le 3 giornate, che consentiranno di evitare le code nelle pause pranzo e che potranno essere utilizzati presso la zona ristoro. Attestati Nella mattinata di domenica, presso la segreteria del Convegno, sarà possibile ritirare gli attestati di partecipazione. Servizio Navetta Sono previste delle navette gratuite dagli alberghi della zona mare al Palacongressi e, viceversa, negli orari di apertura e chiusura delle 3 giornate di Convegno. Social network Racconta e condividi il tuo Convegno su Facebook, Twitter, Instagram e Pinterest usando l’hashtag #qualitàintegrazione Accreditamenti Ministero della Salute: sono stati riconosciuti 5 crediti ECM per le professioni di logopedista, terapista occupazionale, psicologo, psicoterapeuta, educatore professionale, tecnico della riabilitazione psichiatrica, fisioterapista, terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva e medico con le seguenti discipline: ginecologia e ostetricia, medicina fisica e riabilitazione, medicina generale (medico di famiglia), neonatologia, neurologia, neuropsichiatria infantile, pediatria, psichiatria, psicoterapia. Ordine degli Assistenti Sociali: sono stati richiesti i crediti formativi per gli Assistenti Sociali. Firme Chi ha fatto richiesta dei crediti dovrà porre la firma di presenza ogni giorno a inizio e fine lavori presso il banco «Firme ECM e Assistenti Sociali» nell’atrio del Palacongressi. Esame Chi avrà posto tutte le firme potrà sostenere l’esame per ottenere i crediti ECM domenica 15 novembre tra le ore 11.00 e le ore 14.00 nella Sala dell’Arco. L’esame durerà 15 minuti. Per tutta la durata del Convegno sarà possibile consultare e acquistare i prodotti delle Edizioni Erickson direttamente presso il nuovo spazio vendita, appositamente allestito nell’area di fronte alla Sala Plenaria, dove sarà disponibile del personale competente a fornire informazioni e consigli utili sulla nostra produzione editoriale. Ai partecipanti è riservato lo sconto del 15% su tutti i nostri libri, i software (CD-ROM e KIT), i materiali speciali e gli strumenti; sui nuovi abbonamenti alle Riviste Erickson verrà applicato uno sconto del 50%. Ricordiamo che nel rispetto della legge Levi 128/2011, che disciplina i prezzi dei prodotti editoriali, non sarà possibile applicare sconti superiori a quelli indicati. Nonostante tutto crediamo che una scuola diversa sia possibile, non solo necessaria. In queste dieci edizioni del Convegno non abbiamo dato la voce soltanto ai relatori, illustri e meno noti, ma abbiamo semplicemente sentito le migliaia di voci di insegnanti, educatori, psicologi, neuropsichiatri, pedagogisti, assistenti sociali che hanno condiviso questo cammino. Abbiamo sentito la loro vicinanza, il loro riconoscersi e ritrovarsi insieme in un’idea, un valore. Ci siamo sentiti vicini in un’energia che si rinnova ogni due anni e con questa decima edizione saranno più di 25.000 le persone con cui abbiamo condiviso questa esperienza. Cosa ci piacerebbe vedere nei prossimi venti anni? Il percorso verso una scuola inclusiva che dovrà essere fatta da un sempre maggiore numero di insegnanti e non solo, con una didattica innovativa, plurale, flessibile, porosa, accogliente, morbida… Il percorso verso una scuola inclusiva che deve intrecciarsi con analoghi percorsi di altri Paesi del mondo. Abbiamo molto da insegnare e molto da imparare. Il percorso verso una scuola inclusiva che deve espandersi verso una società inclusiva, nel lavoro, nel tempo libero, nelle relazioni, nell’essere adulti e persone pienamente partecipi e realizzate. Il percorso verso una scuola inclusiva che deve vivere di alleanze, di sinergie, di forze tese a uno scopo comune, pur nelle relative differenze. Ecco il punto di partenza di questa decima edizione del Convegno, avvio di altri venti anni di cammino. Plenaria PIANO TERRA, SALA DELLA PIAZZA VENERDÌ 13 NOVEMBRE DALLE 9.00 ALLE 13.00 Introduce e presiede la sessione Sofia Cramerotti (Ricerca e Sviluppo, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento) La scuola inclusiva: differenze, equità e competenze Dario Ianes (Libera Università di Bolzano e co-fondatore Edizioni Centro Studi Erickson, Trento) Precoci, eccitati e disorientati. La diseducazione sessuale dei nativi digitali e la caotica confusione educativa degli adulti Alberto Pellai (Università degli Studi di Milano) L’educazione al tempo delle migrazioni Zygmunt Bauman (Il sociologo più famoso al mondo, inventore della modernità liquida) e Riccardo Mazzeo (Editor e saggista, Trento) Questione di metodo Maria Montessori (Pedagogista, educatrice e medico) L’approccio cognitivo-comportamentale ben temperato nella gestione della classe Fabio Celi (Università di Parma e ASL Massa Carrara) Il bambino e l’adolescente con disturbi del comportamento: dai pregiudizi alle evidenze scientifiche Stefano Vicari (Primario UOC Neuropsichiatria Infantile, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma) L’ora di lezione Massimo Recalcati (Università di Pavia e Losanna) I cortocircuiti delle emozioni Daniela Lucangeli (Università di Padova) 2 Workshop Nei pomeriggi di venerdì e sabato ogni partecipante avrà la possibilità di frequentare quattro workshop di due ore ciascuno (dalle 14.30 alle 16.30 e dalle 17.00 alle 19.00). Nella giornata di sabato, il workshop 43 (Tavola Rotonda – Iperspecializzazione dell’insegnante di sostegno. Una buona via per la Qualità dell’integrazione?) si terrà dalle 14.30 alle 19.00. Aree tematiche AUT Autismo ICT Nuove tecnologie per la didattica BES Bisogni Educativi Speciali LOG Logopedia DIDA Didattica PM Psicomotricità DIS Disabilità PSI/E Psicologia e educazione DSA Disturbi Specifici dell’Apprendimento Evento speciale fuori programma! Sabato 14 novembre, dalle 19.30 alle 20.30, Sala della Piazza Andrea Canevaro e Dario Ianes raccontano il loro “Orizzonte inclusione”: vent’anni di idee e temi in un’intervista doppia per riflettere sul cammino dell’inclusione. Perché come sostengono i due fondatori del Convegno «Il percorso verso una scuola inclusiva deve espandersi verso una società inclusiva, nel lavoro, nel tempo libero, nelle relazioni, nell’essere adulti e persone pienamente partecipi e realizzate. La sfida dell’inclusione non si gioca solo nel campetto della scuola anche se è un campetto che a tratti ci sembra immenso e accidentato oltre misura… Il percorso verso una scuola inclusiva deve vivere di alleanze, di sinergie, di forze tese a uno scopo comune, pur nelle relative differenze». Con un sorpresa finale per chi ci ha accompagnato in tutti questi anni di Convegni Erickson! Al termine dell’evento Andrea Canevaro e Dario Ianes firmeranno la copia di “Orizzonte inclusione”. 3 Workshop Venerdi VENERDÌ 13 NOVEMBRE DALLE 14.30 ALLE 16.30 BES 1 PIANO TERRA SALA DEL CASTELLO 2 Valorizzare le differenze: proposte metodologiche per una classe inclusiva Heidrun Demo (Libera Università di Bolzano) Che gli alunni di una classe non imparino tutti allo stesso modo è ormai un fatto assodato. Una didattica davvero efficace sa quindi progettare e realizzare degli ambienti di apprendimento complessi che tengono conto di queste differenze individuali. In questo workshop saranno presentati alcuni approcci che contribuiscono alla realizzazione di questa idea di didattica inclusiva nella scuola primaria, come per esempio l’approccio autobiografico, il metodo Montessori, la didattica aperta, la didattica delle intelligenze multiple e l’apprendimento cooperativo. Oltre a una loro introduzione di carattere generale, verrà presentata e discussa la progettazione concreta di una «giornata-tipo» che integri le diverse metodologie. Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria. Approfondimenti bibliografici Demo H. (2015), Didattica delle differenze, Trento, Erickson. AA.VV. (2015), BES a scuola, Trento, Erickson. Rivista DdA -Difficoltà di Apprendimento DIS 2 PRIMO PIANO SALA DEL PONTE 1 Dall’autonomia all’indipendenza: costruire il distacco da famiglie e operatori. Percorsi educativi per giovani con sindrome di Down Daniele Castignani e Francesca Fanelli (Associazione Italiana Persone Down) Il workshop propone il racconto e l’analisi delle metodologie educative che hanno animato, per oltre otto anni, il progetto «I Circoli» attivo presso l’Associazione Italiana Persone Down Sezione di Roma. Nel corso del tempo, a partire dalle proposte concrete delle persone con sindrome di Down, si è lavorato per costituire gruppi che potessero progressivamente fare a meno della figura dell’educatore nelle attività di tempo libero, nei viaggi e nell’utilizzo di un appartamento messo a loro completa disposizione. Attraverso le storie delle persone coinvolte e degli obiettivi che hanno raggiunto, emergeranno gli strumenti e le metodologie sviluppate dallo staff per permettere ai partecipanti di vivere un percorso di socialità pieno, appagante e permeato di reale autonomia. 4 Destinatari principali: educatori, psicologi, insegnanti di sostegno, volontari che operano nel settore della disabilità cognitiva. Approfondimenti bibliografici Contardi A. e Castignani D. – AIPD (2009), Da soli in città senza mamma e papà, Trento, Erickson. Berarducci M. et all (2012), Fare spese senza sorprese, Trento, Erickson. Contardi A. e Castignani D. – AIPD (2008), Coltelli e fornelli, Trento, Erickson. Contardi A. e Berarducci M. (2015), Musica, film e pizzeria: divertirsi in compagnia, Trento, Erickson. Berarducci M. e Cadelano F. –AIPD (2011), Valigia e biglietto, un viaggio perfetto, Trento, Erickson. Contardi A. e Berarducci M. (2013), Amicizia, amore, sesso: parliamone adesso, Trento, Erickson. DIDA 3 PIANO TERRA SALA DEL TEMPIO 1 Grammatica a piccoli passi Monica Colli (Pedagogista, scrittrice, formatrice e presidente dell’Associazione di promozione sociale Proxxima, Milano), Rossana Colli (Pedagogista, scrittrice e formatrice), Luigi Orfeo (Attore, regista e musicista) e Antonio Villella (Clown, attore, regista, formatore e organizzatore) «Grammatica a piccoli passi» è uno spettacolo-laboratorio giocoso per i primi anni della scuola primaria (seconda e terza in particolare ma anche quarta se ci sono molti bambini stranieri o con disturbi di apprendimento) che racconta dell’arrivo degli uditori (il pubblico presente) nel paese della professoressa Grammatica, una maestra un po’ rigida che esige l’ordine e la stretta osservanza delle regole da lei stabilite. Utilizzando il linguaggio in prosa e in versi e la musica per personificare le diverse parti del discorso, due attori professionisti – l’articolo LA (l’attore-clown Antonio Villella del Crab Teatro) e l’articolo LO (l’attore-musicista Luigi Orfeo dei Fools) – , la maestra Sole (Monica Colli) e la prof.ssa Grammatica (Rossana Colli) si rivolgeranno al pubblico in sala come a un’unica grande orchestra portandolo, attraverso delle attività da fare con tutto il corpo, a stringere amicizia con verbi, aggettivi, nomi e regole ortografiche di base. Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria, educatori, insegnanti di sostegno, logopedisti. Approfondimenti bibliografici Colli R., Colli M. e Di Corato A. (2014), Nel paese di Grammatica, Trento, Erickson. Colli R., Colli M. e Di Corato A. (2015), Nel paese di Grammatica, CD-ROM, Trento, Erickson. Colli M., Mauri G. e Saviem (2011), Grammatica primitiva 1, CD-ROM, Trento, Erickson. Colli M., Mauri G. e Saviem (2011), Grammatica primitiva vol 1, Trento, Erickson. Colli M., Mauri G. e Saviem (2012), Grammatica primitiva 2, CD-ROM, Trento, Erickson Colli M., Mauri G. e Saviem (2012), Grammatica primitiva vol. 2, Trento, Erickson Workshop Venerdi DIDA 4 PIANO TERRA SALA DELLA PIAZZA Co-teaching: indicazioni metodologiche e operative di compresenza inclusiva efficace Sofia Cramerotti (Ricerca e Sviluppo, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento) e Dario Ianes (Libera Università di Bolzano e co-fondatore Edizioni Centro Studi Erickson, Trento) Il workshop intende presentare alcune ipotesi di lavoro in compresenza secondo l’ottica inclusiva. Sì partirà da alcune riflessioni sul valore della collaborazione e co-progettazione tra insegnanti, come aspetti fondanti per impostare poi un’azione efficace di compresenza. A seguire, anche attraverso la presentazione dei vari modelli di compresenza, verranno illustrate operativamente le modalità attuative in classe, evidenziandone benefici, punti di forza e criticità. Non verrà inoltre trascurato anche un approfondimento degli aspetti della compresenza in ottica inclusiva, evidenziando il ruolo che l’insegnante di sostegno può svolgere come funzione di supporto a tutta la classe, in una prospettiva di reale co-docenza con il collega curricolare. Destinatari principali: insegnanti curricolari e di sostegno di ogni ordine e grado di scuola. Approfondimenti bibliografici Ianes D. e Cramerotti S. (2015), Compresenza didattica inclusiva, Trento, Erickson. Demo H. (2015), Didattica delle differenze, Trento, Erickson. Ianes D. e Cramerotti S. (a cura di) (2013), Alunni con BES – bisogni educativi speciali, Trento, Erickson. PSI/E 5 PRIMO PIANO SALA DEL PONTE 2 Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione in età evolutiva. Quando è utile agire e con quale intervento Valentina Massignani (ITC - Istituto di Terapia Cognitiva e Comportamentale, Padova) e Susanna Pizzo (ITC - Istituto di Terapia Cognitiva e Comportamentale, Padova e Istituto Miller, Genova) Ad oggi si osserva sempre più spesso lo spostamento dell’insorgenza della patologia alimentare a fasi precoci dell’età evolutiva. Le basi per lo sviluppo di un adeguato comportamento alimentare si costruiscono nei primi momenti di vita dell’individuo e l’ambiente, costituito primariamente dai genitori e successivamente dai coetanei, dagli insegnanti e dalla società, gioca un ruolo molto importante. Obiettivo del workshop è quello di esporre i fattori che influiscono sullo sviluppo di problemi legati alla sfera nutrizionale e fornire ai partecipanti gli strumenti per distinguere i comportamenti alimentari normali da quelli problematici grazie all’osservazione di specifici indicatori di rischio sia in ambiente domestico sia in quello scolastico. Inoltre, verranno fornite indicazioni specifiche per insegnanti e altri operatori scolastici riguardo alle modalità da adottare con il bambino quando presenta difficoltà con il cibo. Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado, educatori, psicologi. Approfondimenti bibliografici Pizzo S. e Massignani V. (2014), Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione in età evolutiva, Trento, Erickson. Bryant-Waugh R. e Lask B. (2000), Disturbi alimentari, Trento, Erickson. BES 6 PRIMO PIANO SALA DEL FARO Didattica dell’inglese per bambini con Bisogni Linguistici Specifici Michele Daloiso (Gruppo di Ricerca DEAL, Università Ca’ Foscari, Venezia) Nella classe d’inglese tutti i bambini portano con sé «bisogni linguistici» più o meno coscienti (scoprire l’esistenza di lingue diverse, esprimersi in un’altra lingua, imparare parole nuove, ecc.). Molti alunni con BES non riescono a trovare risposta a questi bisogni per via di una difficoltà di funzionamento nell’area del linguaggio, della comunicazione e dell’apprendimento. In queste situazioni, ai bisogni linguistici generali, condivisi con tutti i compagni, si aggiungono bisogni specifici, dipendenti cioè da una particolare difficoltà nell’apprendimento di una lingua. In questo workshop si proporranno indicazioni metodologiche per sostenere gli alunni con bisogni specifici, lavorando su alcuni «mattoncini» in genere trascurati nella didattica tradizionale. A questo scopo si presenteranno in anteprima alcuni materiali tratti da Inclusive English (a cura di M. Daloiso, in uscita per Oxford University Press). Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria. Approfondimenti bibliografici Brugnone M. e Fonti M. (2011), English for everyone – STEP ONE, Trento, Erickson. Brugnone M. e Fonti M. (2012), English for everyone- STEP TWO, Trento, Erickson. Scala E. (2015), Simple English N.E., Trento, Erickson. Scala E. (2015), Simple English N.E., CD-ROM, Trento, Erickson. LOG 7 PRIMO PIANO SALA DELLO SQUERO Il Disturbo di Linguaggio Socio-Pragmatico Comunicativo Luigi Marotta (Logopedista, Dipartimento di Neuroscienze, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma) e Giovanni Valeri (Neuropsichiatra Infantile, Dipartimento di Neuroscienze, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma) Il linguaggio è strumento di una più complessa abilità: la comunicazione, linguistica o meno, che rappresenta una base 5 Workshop Venerdi imprescindibile nello sviluppo delle capacità di interazione, di pianificazione e di progettazione di comportamenti verso l’autonomia, e svolge un ruolo fondamentale per la qualità della vita nelle relazioni sociali e affettive e come veicolo di cultura e storia. Questa concezione viene appoggiata anche dal DSM5, che, individuate le sottocategorie Disturbo del Linguaggio, Disturbo fonetico-fonologico, Disturbo della fluenza, Disturbo Socio-Pragmatico Comunicativo e Disturbo della Comunicazione non altrimenti specificato, le colloca all’interno, e non a latere, della macrocategoria dei Disturbi della Comunicazione. Tali disturbi inoltre possono esprimersi in maniera isolata o in comorbidità con altri, quali i disturbi d’ansia, di umore, di attenzione-iperattività, di apprendimento, ecc. In questo workshop, dopo aver fatto luce sulle nuove categorie diagnostiche, saranno presentati specifici protocolli di valutazione per la diagnosi differenziale, area spesso critica in particolare per i disturbi socio-pragmatici. Saranno, infine, descritti, alla luce delle Linee Guida Internazionali, gli interventi efficaci e adeguati a ciascun disturbo. Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria, educatori, psicologi. Approfondimenti bibliografici Ferraboschi L., Taddei S., Sacchella A., Benvenuti C. e Contena B. (2015), Aiutiamoli a imparare – Scuola dell’infanzia, Trento, Erickson. Ferraboschi L., Taddei S., Sacchella A., Benvenuti C. e Contena B. (2014), Aiutiamoli a imparare – Scuola primaria, Trento, Erickson. DIDA 9 PRIMO PIANO SALA DEL PARCO Sviluppare i prerequisiti matematici Adriana Molin (Università di Padova) e Silvana Poli (Università di Padova) Destinatari principali: medici, psicologi, logopedisti. Approfondimenti bibliografici Marotta L. e Caselli M.C. (2014), I disturbi del linguaggio, Trento, Erickson. Valeri G. e Marotta L. (2014), I disturbi della comunicazione, Trento, Erickson. Marotta L. e Varvara P. (a cura di) (2013), Funzioni esecutive nei DSA, Trento, Erickson. PSI/E 8 PRIMO PIANO SALA DEL PORTO Aiutiamoli a imparare: a scuola con le neuroscienze Carlo Benvenuti (UONPIA AO Desenzano, Brescia), Bastianina Contena (Psicologa, dottore di ricerca in Psicologia e Neuroscienze), Luciana Ferraboschi (Dirigente scolastico, Istituto Comprensivo di Manerbio, Brescia), Alessandro Sacchella (Insegnante di scuola primaria, Brescia) e Stefano Taddei (Università di Firenze) Secondo la teoria neuropsicologica PASS (direttamente riconducibile agli studi di Lurija), il funzionamento cognitivo risulta dall’attività dei quattro processi PASS (Pianificazione, Attenzione, Simultaneità e Successione) che consentono al soggetto di elaborare le informazioni che giungono al suo sistema cognitivo. Muovendo da tale teoria sono stati costruiti materiali e percorsi finalizzati al potenziamento cognitivo degli alunni frequentanti la scuola dell’infanzia e primaria. Il workshop si propone di presentare i fondamenti teorici e alcuni esempi di esperienze strutturate secondo il modello della didattica per padronanze, avvalendosi di uno sguardo neuropsicologico in grado di accompagnare l’agire dell’insegnante nella quotidiana pratica educativa. Si presenteranno materiali e strumenti che gli insegnanti possono direttamente trasferire nel lavoro d’aula per promuovere i processi o prevenire le fragilità cognitive. 6 Numerosi studi sullo sviluppo della cognizione numerica evidenziano che l’età dei 5-6 anni è fondamentale nell’apprendimento delle competenze matematiche. È fondamentale perché è l’età in cui si perfezionano le abilità di conteggio che fanno da ponte tra competenze innate — condivise con il mondo animale — e conoscenza numerica e calcolo appresi a scuola. Il conteggio funziona secondo principi di conoscenza e modalità d’uso (corrispondenza biunivoca, ordine stabile e cardinalità, astrazione e irrilevanza dell’ordine di conta) che guidano il bambino a dare significato ai numeri e a implementare le prime strategie di calcolo. Tali esperienze danno un’impronta di competenza che rimarrà nel percorso scolastico. L’età dei 5-6 anni, quindi, è un periodo così fertile da un punto di vista evolutivo da rendere opportuno, se non necessario, un contesto di apprendimento che tenga conto di come il bambino sviluppa le proprie potenzialità in ambito pre-matematico. A sostegno della rilevanza delle prime acquisizioni e dell’opportunità di un potenziamento che si avvalga di un modello evolutivo, vi sono studi sulle difficoltà/disturbi di apprendimento che segnalano la fatica di molti bambini in ambito matematico. Durante il workshop saranno presentati strumenti di osservazione e materiali di intervento volti a sviluppare i prerequisiti matematici. Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia e del primo ciclo della scuola primaria. Approfondimenti bibliografici Poli S., Molin A. e Lucangeli D. (2014), I numeri e lo spazio, Trento, Erickson. Poli S., Molin A. e Lucangeli D. (2014), I numeri e lo spazio con la LIM, CD-ROM, Trento, Erickson. Poli S., Molin A., Granata P. e Lucangeli D. (2015), La foresta delle farfalle blu. Pronti per la scuola con i CUCCIOLI, Trento, Erickson. Poli S., Molin A., Granata P. e Lucangeli D. (2015), La valle dei fiori giganti. Pronti per la scuola primaria con i CUCCIOLI, Trento, Erickson. Lucangeli D. et al. (2003), L’intelligenza numerica - vol. 1, Trento, Erickson. Workshop Venerdi PM 10 PRIMO PIANO SALA DEI BASTIONI «Maestra guardami...» L’educazione psicomotoria alla scuola dell’infanzia e primaria Giuseppe Nicolodi (Psicologo, terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva, psicomotricista e formatore) Durante il workshop si presenterà un modello di psicomotricità che restituisce al movimento del bambino la sua naturale valenza emozionale, compensando l’attuale valenza funzionalista e cognitivista che lo vorrebbe rinchiudere in un’ottica produttiva di apprendimenti o risultati. Il bambino usa il suo corpo in modo «gratuito», alla prevalente ricerca del piacere di sentirsi, di essere. La richiesta è esplicita: «Maestra guardami... che tramite il tuo sguardo compartecipe alla mia emozione possa integrare quanto il mio corpo è bello, competente, quanto io sono...». E l’adulto come risponderà a questa richiesta? La restituzione, da parte dell’adulto, dell’emozione alla base del vissuto del bambino costituirà la principale valenza preventiva della psicomotricità nei confronti del disagio infantile attuale, costituito da prevalente fragilità psicologico-emotiva, e restituirà all’adulto le competenze educative di prevenzione del «disagio educativo» (il disagio dell’adulto di fronte al disagio del bambino). Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria, tutti i professionisti impegnati nel campo dell’educazione e della cura dell’infanzia e che utilizzano il gioco come strumento d’incontro con l’infanzia. Approfondimenti bibliografici Nicolodi G. (2015), L’educazione psicomotoria nell’infanzia, Trento, Erickson. Cartacci F. (2013), Movimento e gioco al nido, Trento, Erickson. Ambrosini C., Pellegatta S. (2012), Il gioco nello sviluppo e nella terapia psicomotoria, Trento, Erickson. Szanto-Feder A. (2014), L’osservazione del movimento nel bambino, Trento, Erickson. DIDA 11 PIANO TERRA SALA DELL’ARCO Così leggere è più facile! Strategie operative per adattare e semplificare libri di testo e di narrativa Carlo Scataglini (Insegnante di sostegno, L’Aquila) Cosa è meglio fare quando un testo disciplinare o narrativo risulta troppo difficile per uno o più alunni della classe? Quando anche gli alunni più capaci appaiono demotivati e disinteressati di fronte alla lettura? Si abbandona subito l’attività e se ne cerca una alternativa? No, non crediamo sia questa la soluzione migliore! È necessario piuttosto utilizzare strategie che permettano a tutti di sentirsi coinvolti e di leggere e comprendere con successo i testi comuni. Durante il workshop saranno presentate alcune strategie operative che, attraverso la semplificazione, la facilitazione e l’a- dattamento collaborativo e cooperativo dei testi, favoriscono l’inclusione di tutti nelle attività comuni, permettendo altresì di riscoprire il piacere della lettura autonoma di un testo disciplinare, di un racconto e, perché no?, dei classici della letteratura, come ad esempio Pinocchio e Il piccolo principe. Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado, genitori. Approfondimenti bibliografici Scataglini C. (2015), Pinocchio – Classici facili, Trento, Erickson. Scataglini C. (2015), Il Piccolo Principe – Classici facili, Trento Erickson. Scataglini C. (2014), Riassunti facili, Trento, Erickson. ICT 12 PRIMO PIANO SALA DELL’OROLOGIO Insegnanti connessi per una Rete consapevole Alberto Ardizzone (Istituto Comprensivo di Merate, Lecco), Elisabetta Nanni (Iprase Trentino) e Elena Pezzi (Liceo «Laura Bassi», Bologna) Perché gli insegnanti si ritrovano in Rete? Come sottolinea Etienne Wenger (1991), si condivide lo spazio delle Community per «provare a fare meglio» interagendo con gli altri. Partendo dal presupposto che la collaborazione tra docenti migliora la pratica professionale, il continuo ritrovarsi quotidianamente per confrontarsi, per ricercare insieme informazioni e materiali non può che aiutare sia il singolo – in un’ottica di Lifelong learning – sia la crescita di quel Capitale Sociale indispensabile in ogni scuola. Uno spazio virtuale apparentemente «astratto e non tangibile» riesce in poco tempo a delinearsi come un ambiente ben distinto, in cui «ritrovarsi» per condividere un’attività o un progetto. È il caso del progetto europeo Etwinning, presentato da Elena Pezzi, ambasciatrice regionale dell’Emilia Romagna, in cui classi e docenti interagiscono con colleghi stranieri, o dell’esperienza collaborativa della costruzione di siti scolastici accessibili, raccontata da Alberto Ardizzone, dirigente scolastico della Lombardia. Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado. Approfondimenti bibliografici Lave J. e Wenger E. (2006), L’apprendimento situato, Trento, Erickson. PSI/E 13 PRIMO PIANO SALA DELL’ANFITEATRO 1 La negoziazione educativa Giuliana Franchini (Psicologa e psicoterapeuta a orientamento sistemico-analitico) e Giuseppe Maiolo (Psicoanalista di formazione junghiana, giornalista e scrittore) Educare oggi è un’attività sempre più complessa e delicata che richiede attenzione e impegno, inventiva e creatività. 7 Workshop Venerdi È necessario, infatti, che gli educatori di oggi (genitori e insegnanti), molto più di un tempo afflitti da dubbi e insicurezze, sappiano trovare in modo autonomo risposte non preconfezionate cercando di coniugare diversi linguaggi espressivi, conoscenze teoriche e competenze pratiche con nuovi mezzi comunicativi. Uno strumento decisamente utile al processo educativo con le nuove generazioni è la negoziazione, ovvero l’arte di raggiungere insieme compromessi validi e trovare soluzioni condivise. Il che non significa rinunciare alla funzione normativa dell’adulto di riferimento, quanto piuttosto valorizzare la mediazione e l’intesa, la capacità di attendere e il desiderio, il confronto e lo sforzo per raggiungere un punto di incontro. Attività che sono funzionali alla crescita e al processo di individuazione del bambino e dell’adolescente. Contemporaneamente un’adeguata attività negoziale è utile sia all’educatore che al minore per superare i conflitti senza né vincitori né vinti, come usava dire Gordon. Praticare le tecniche negoziali in ambito educativo e usare le strategie della contrattazione significa prima di tutto conoscerle e saperle gestire. Poi vuol dire riuscire a so-stare nel conflitto senza temerlo e aver fiducia nell’intesa possibile e nella trattativa come abilità che non compromettono l’autorità dell’educatore, ma al contrario ne sottolineano l’autorevolezza. Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, educatori, genitori, psicologi, pedagogisti. Approfondimenti bibliografici Maiolo G. e Franchini G. (2015), L’arte di negoziare con i figli, Trento, Erickson. PSI/E 14 PIANO TERRA SALA DEL TEMPIO 2 Identità di genere. Lavorare con gli adolescenti per vincere gli stereotipi e conquistare il vero sé Alberto Pellai (Università degli Studi di Milano) e Barbara Tamborini (Psicopedagogista e scrittrice, Milano) Quali sono i rischi e quali le opportunità che incontra l’educatore, esperto di prevenzione, nel lavorare con gli adolescenti sull’identità di genere? Che cosa imparano i ragazzi rispetto all’essere uomo e le ragazze rispetto all’essere donna nel mondo in cui vivono? Nella società liquida, il mercato ha occupato il posto che un tempo apparteneva all’educatore. Il maschile e il femminile sono concetti sempre più declinati secondo regole e modelli imposti dalle strategie di marketing delle multinazionali, che invitano le ragazze a diventare sexy per apparire popolari e di successo e i ragazzi a mostrarsi anaffettivi e virili per corrispondere al mito dell’uomo che non deve chiedere mai. Il tema del corpo, delle relazioni tra i sessi, della comunicazione emotiva, delle life skills per i nativi digitali sono tutti argomenti da considerare quando si promuovono interventi preventivi su questo tema. Come proporli agli adolescenti? Quali strumenti usare? Quali approcci appaiono più efficaci? Quale adulto risulta più credibile e competente? Utilizzando i materiali contenuti nei loro libri per preadolescenti e adolescenti, i due conduttori 8 del workshop proporranno pensieri, modelli e consigli pratici per aiutare i ragazzi e le ragazze nella conquista di un’identità di genere centrata sui propri bisogni interiori e non sulle regole imposte dal mercato. Destinatari principali: genitori, insegnanti di scuola secondaria di primo e secondo grado, pedagogisti, psicologi. Approfondimenti bibliografici Pellai A. (2015), Così sei fatto tu – 10-12 anni, Trento, Erickson. Pellai A. e Tamborini B. (2013), Lasciatemi crescere in pace, Trento, Erickson. DIDA 15 PIANO TERRA SALA DEL CASTELLO 1 Prove INVALSI: un’occasione per ripensare la didattica Monica Bertacco (Insegnante di scuola primaria, formatrice e autrice di testi scolastici), Francesca Furlan (Insegnante di scuola primaria, formatrice e autrice di testi scolastici), Patrizia Tasco (Insegnante di scuola primaria, formatrice e autrice di testi scolastici) e Edi Zanchetta (Insegnante di scuola primaria, formatrice e autrice di testi scolastici) Dai Nuovi Programmi per la scuola elementare del 1985 fino alle Indicazioni del 2012 si è riconosciuta la centralità del pensiero del bambino come punto di partenza e ragione della programmazione e dell’azione didattica. Lo stesso attuale concetto di competenza si innesta in un’ottica di valorizzazione e arricchimento delle esperienze degli alunni riconoscendo alla scuola il ruolo, non delegabile, di regia del processo di razionalizzazione del quotidiano e di maturazione della soglia di sviluppo prossimale. È all’interno di una cultura della complessità che la scuola trova la sua peculiarità nella cura della co-costruzione di relazioni e nessi tra le informazioni, gli eventi, i dati, verso la promozione del pensiero razionale quale capacità di discutere, negoziare, condividere soluzioni di problemi complessi che ammettono interpretazioni non univoche. In questo quadro le prove INVALSI, per loro natura centrate sull’osservazione delle competenze, possono costituire uno stimolo per avviare nelle scuole processi di autovalutazione ai fini di ripensare i curricoli di italiano e matematica, per dare un supporto alla programmazione delle attività e all’intervento sulle difficoltà di apprendimento degli alunni. Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria. Approfondimenti bibliografici Zanchetta E., Furlan F. e Fedrigo D. (2015), INVALSI per tutti – Italiano classe seconda, Trento, Erickson. Tasco P., De Somma C. e Bertacco M. (2015), INVALSI per tutti – Matematica classe seconda, Trento, Erickson. Guasti L. (a cura di) (2012), Prepararsi alle prove OCSE- Pisa, Trento, Erickson. Workshop Venerdi DIDA 16 PRIMO PIANO SALA DELL’ARENGO La classe capovolta e senza zaino Maurizio Maglioni (ITIS «Enrico Fermi», Roma) e Marco Orsi (Dirigente scolastico) La classe capovolta e la scuola senza zaino hanno in comune la stessa passione montessoriana per la classe laboratorio: «La cultura si deve lasciar prendere attraverso l’attività, con l’aiuto di materiali che permettano al bambino di acquistarla da solo». La classe capovolta è maggiormente orientata alla scuola secondaria e sfrutta la grande disponibilità del web per consentire di apprendere i contenuti a casa tramite videolezioni seguite secondo tempi e modi adeguati ad ogni alunno. Questo spostamento permette di liberare il tempo in classe per svolgere compiti autentici, una vera didattica personalizzata e un effettivo apprendimento cooperativo. La scuola senza zaino ha l’ambizione di ridisegnare completamente l’ambiente di apprendimento, intrecciando in modo virtuoso la dimensione hardware (spazi, arredi, comunicazione visuale, strumenti didattici) e software (metodi, strategie, progettazione, gestione, valutazione). Il tutto rendendo pratici tre valori: la responsabilità, la comunità, l’ospitalità attraverso la promozione della comunità professionale, il cooperative learning, la pluralità degli strumenti didattici, l’aula divisa in aree, la gestione partecipata della classe e della scuola, e la differenziazione dell’insegnamento. La scuola senza zaino è diffusa in 195 scuole italiane. Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado. Approfondimenti bibliografici Maglioni M. e Biscaro F. (2014), La classe capovolta, Trento, Erickson. Orsi M. (2006), A scuola senza zaino, Trento, Erickson. BES 17 PRIMO PIANO SALA DELL’ANFITEATRO 2 DSA Il presente workshop mira a presentare le principali caratteristiche degli alunni oppositivi, riflettendo sui comportamenti che quotidianamente provocano l’insegnante, creando difficoltà nella gestione della classe. Nel corso dell’incontro verranno mostrare strategie di contenimento e riduzione di tali comportamenti finalizzate a promuovere il benessere sia dell’alunno che del docente. Tra le tecniche illustrate particolare attenzione verrà dedicata a rinforzi, gratificazioni e modalità di promozione di contesti relazionali positivi. Destinatari principali: insegnanti e educatori di comunità per minori. PRIMO PIANO SALA DELLA MARINA Didattica per la discalculia e le difficoltà di apprendimento della matematica. Proposte operative dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo grado Carla Bertolli (Istituto Comprensivo di Maserà di Padova) La discalculia e le difficoltà di apprendimento della matematica richiedono una didattica inclusiva, che permetta la partecipazione di ogni studente alla costruzione delle conoscenze. Durante il workshop sarà approfondita la metodologia «dal problema alla regola» per la matematica e la geometria, che offre agli studenti in grave difficoltà o con Disturbo Specifico dell’Apprendimento della matematica l’occasione di progredire attraverso un percorso esperienziale in cui si privilegia la componente visiva rispetto a quella verbale, senza presentare regole ma costruendole a partire da situazioni semplici preordinate a uno specifico percorso e obiettivo di apprendimento. Un percorso che va sostenuto e seguito con accorgimenti particolari e in cui la creatività è l’elemento principale. Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado, psicologi, educatori e trainer interessati all’abilitazione/potenziamento dell’intelligenza numerica in studenti discalculici o con difficoltà di apprendimento in matematica. Approfondimenti bibliografici Bertolli C., Poli S. e Lucangeli D. (2014), L’intelligenza geometrica, Trento, Erickson. Poli S., Bertolli C. e Lucangeli D. (2012), Pronti per la matematica della scuola secondaria, Trento, Erickson. Butterworth B.e Yeo D. (2011), Didattica per la discalculia, Trento, Erickson. Molin A., Poli S., Tressoldi P.E. e Lucangeli D. (2009), Discalculia trainer, Libro + CD-ROM, Trento, Erickson. Lucangeli D. et al. (2003-2010), L’intelligenza numerica - voll. 1-4, Trento, Erickson. Rivista Difficoltà in matematica (in allegato a DdA – Difficoltà di Apprendimento), Trento, Erickson. Strategie di intervento per bambini oppositivo provocatori Gianluca Daffi (Università Cattolica del Sacro Cuore e NPI Spedali Civili di Brescia) 18 PSI/E 19 PRIMO PIANO SALA DELLA VECCHIA PESCHERIA Promuovere la creatività nello sviluppo atipico: una risorsa per l’integrazione Alessandro Antonietti (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano) La ricerca riguardo alle diverse forme di sviluppo atipico è prevalentemente focalizzata sui deficit che ne derivano, trascurando gli aspetti di eccellenza che talvolta le contraddistinguono. Tra questi vi è la creatività, che appare essere particolarmente pronunciata, per esempio, nell’autismo, nella sordità, nella dislessia, nell’ADHD. La creatività è anche una propensione che caratterizza gli studenti «gifted» (iperdotati). Per tutti questi stu9 Workshop Venerdi denti «atipici» la creatività quindi si segnala come una potenzialità su cui si può far leva per motivare e facilitare l’apprendimento. Ma anche per gli studenti che non vivono particolari problemi la creatività è una capacità da coltivare perché curiosità, flessibilità, assunzione del rischio, innovatività sono tratti importanti per integrarsi in un mondo dinamico. Nel workshop verranno presentate alcune attività didattiche, tecniche e strumenti che si possono impiegare per incentivare in bambini e ragazzi il pensiero divergente e il piacere per la scoperta, la rielaborazione e l’espressione personale. Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, riabilitatori, educatori, psicologi. Approfondimenti bibliografici Pizzingrilli P., Valenti C., Cerioli L. e Antonietti A. (2015), Sviluppare il pensiero flessibile, Trento, Erickson. Antonietti A. e Molteni S. (2014), Educare al pensiero creativo, Trento, Erickson. BES 20 SALA DEL BORGO PRIMO PIANO Quali competenze per gli insegnanti specializzati nel sostegno? Luigi d’Alonzo (Direttore CeDiSMa – Centro studi e ricerche sulla disabilità e marginalità, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano), Lucia de Anna (Università di Roma «Foro Italico»), Annalisa Morganti (Ricercatrice di Didattica e Pedagogia Speciale, Università degli Studi di Perugia), Marisa Pavone (Docente, Università di Torino) e Tamara Zappaterra (Università di Firenze) Le competenze che vengono richieste a un insegnante preparato sono sempre più complesse e ampie. Le difficoltà presenti comunemente al giorno d’oggi negli allievi sono di una tale portata che necessariamente occorre prevedere per la formazione dei docenti molti anni di preparazione e studio. Inoltre è indispensabile una formazione continua che possa essere impostata periodicamente lungo tutto l’arco dell’esperienza lavorativa a scuola. La situazione personale degli allievi appare di anno in anno sempre più problematica; raramente troviamo nelle nostre classi ragazzi tranquilli, sereni, capaci di avere un atteggiamento positivo nei confronti dell’offerta formativa, motivati all’impegno scolastico e pieni di interesse per l’apprendimento. I comportamenti a scuola evidenziano, infatti, un cambiamento in negativo. La scuola riveste nella società moderna un ruolo di straordinaria importanza, poiché in essa prendono forma i destini e si gettano le basi per preparare alla vita sociale e professionale giovani che per lunghi anni sono chiamato a solcarne i percorsi. Ci sono, però, persone che trovano nella scuola ulteriori prospettive e opportunità di crescita umana e sociale: è il caso dei soggetti con disabilità per i quali la scuola rappresenta un luogo educativo eccezionalmente importante, soprattutto se viene loro concesso di frequentare il tempo scolastico insieme a chi non ha deficit, integrati in un contesto formativo valorizzante. A scuola i disabili imparano a diventare più uomini ed è a scuola che acquisiscono le abilità per potersi inserire nel mondo. Lo scorrere della vita impone assai velocemente il dovere di compiere scelte che incideranno profondamente sulla vita 10 dell’allievo con disabilità. La scuola e i suoi insegnanti possono e devono aiutare l’allievo con deficit a trovare un proprio cammino nel mondo. Le persone con disabilità hanno bisogno di trovare attorno a loro professionisti dell’educazione competenti in grado di aiutarle a raggiungere i possibili traguardi all’interno di un progetto di vita che deve mirare allo sviluppo della qualità personale, ma che non può assolutamente prescindere da un contesto relazionale comunitario condiviso, generalmente, dalla maggioranza della popolazione di cui si è parte. Per operare bene occorre però competenza, una competenza pedagogicospeciale che sia sempre più diffusa. Infatti le esperienze di questi anni ci dicono che, se desideriamo salvaguardare l’inclusione degli allievi con disabilità all’interno della scuola italiana, è necessario preparare professionalmente molto bene gli insegnanti curricolari e quelli di sostegno. Se ci riferiamo, poi, alle competenze che deve mettere in atto l’insegnante specializzato, ci troviamo di fronte a un problema che oramai merita di essere finalmente definito in modo rigoroso. Destinatari principali: dirigenti scolastici, insegnanti di ogni ordine e grado di scuola Approfondimenti bibliografici Ianes D., Demo H. e Zambotti F. (2011), Gli insegnanti e l’integrazione, Trento, Erickson. Piazza V. (1996, 2009), L’insegnante di sostegno, Trento, Erickson. Ianes D. (2015), L’evoluzione dell’insegnante di sostegno – Nuova edizione, Trento, Erickson. DIDA 21 PRIMO PIANO SALA DEL LAVATOIO Scrivere testi in 9 mosse Lerida Cisotto (Dipartimento FISPPA, Università di Padova) e Gilberto Ferraro (Università di Padova) Il workshop proporrà un metodo innovativo e completo per accompagnare docenti e alunni di scuola primaria e secondaria di primo grado nell’insegnamento e nell’apprendimento dei processi di scrittura, con proposte operative e flessibili, adattabili a qualsiasi contesto didattico. Facendo riferimento agli studi di matrice cognitivista, sociocostruttivista e sulla motivazione allo scrivere, si forniranno indicazioni metodologiche per allestire contesti laboratoriali centrati sulle diverse tipologie di testo: narrativo, espositivo, argomentativo. Inoltre, verranno presentate attività, metacognitive e per l’autoregolazione, che i docenti potranno proporre agli alunni per renderli via via più autonomi nell’impiego di strategie funzionali ai processi di scrittura. Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado. Approfondimenti bibliografici Cisotto L., Gruppo RDL (2015), Scrivere testi in 9 mosse, Trento, Erickson. Ardissino E. (a cura di) (2014), Imparare a scrivere testi, Trento, Erickson. Workshop Venerdì BES PRIMO PIANO SALA BREAKOUT 4 Sessione A – Buone Prassi di integrazione scolastica e sociale Presiede la sessione: Angela Cattoni (Edizioni Centro Studi Erickson, Trento) Gestione della classe con BES e BEN: un metodo per la programmazione M. T. Serafini e F. Fornili (GISCEL – SLI) Calibriamoci: strumento alternativo al libro di testo per la classe prima della scuola secondaria di primo grado, disciplina spagnolo G. Mauri (Docente di scuola primaria) e M. d’Aversa (Docente di scuola secondaria di primo grado) L’arte per l’integrazione a scuola: dalle discipline artistiche all’arte educativa F. Audino (Università degli Studi di Roma Tor Vergata) Vulnerabilità condivise. Un’esperienza residenziale rivolta ad insegnanti, operatori e ragazzi con disabilità in cui vengono messi in causa i ruoli reciproci R. Passoni, F. Lorenzoni e M. Pollano (Casa-Laboratorio di Cenci, Terni) «VIVA TERRA». Bio-diversità inclusiva, sperimentazione di agricoltura sociale, progetto di formazione, orientamento lavorativo e borsa lavoro per studenti e giovani con bisogni educativi speciali R. Tardi e P. Buonocore (IPSIA «Federigo Enriques» di Portici, Napoli) La Philosophy for Children come comunità inclusiva per parlare di differenza G. Ruzzante e M. Santi (Università degli Studi di Padova) VENERDÌ 13 NOVEMBRE DALLE 17.00 ALLE 19.00 22 SALA DEL LAVATOIO niche d’intervento. La prospettiva attuale con le migliori garanzie di efficacia ed efficienza delle procedure è quella cognitivocomportamentale. II workshop, attraverso la presentazione di studi di caso ed esemplificazioni pratiche, mostrerà alcune di queste metodiche, con particolare attenzione alla loro descrizione operativa, quali l’adattamento del Programma F.E.A.R. alle persone con disturbi dello spettro autistico o la desensibilizzazione sistematica combinata con il rilassamento muscolare progressivo, e infine tecniche per l’apprendimento dei concetti polari, quali il metodo della differenza minima e l’uso di tecnologie assistive. Destinatari principali: psicoterapeuti, neuropsichiatri, psicologi, educatori. Approfondimenti bibliografici Ricci C., Romeo A., Bellifemine D., Carradori G., Magaudda C. (2014), Il manuale ABA-VB – Applied Behavior Analysis and Verbal Behavior, Trento, Erickson. Rivista Autismo e disturbi dello sviluppo, Trento, Erickson. DIS 23 SALA DEI BASTIONI PRIMO PIANO Le disabilità sensoriali e la prospettiva percettiva Maria Cristina Caselli (Dirigente di Ricerca, Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR, Roma), Loretta Secchi (Curatrice del Museo Tattile Anteros dell’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e docente a contratto presso l’Università degli Studi di Bologna) e Stefan von Prondzinski (Psicopedagogista) Il workshop mira a spostare l’attenzione dal deficit verso una nuova interpretazione della disabilità sensoriale che, secondo l’ICF, riguarda una complessa interrelazione tra il funzionamento globale della persona e i fattori contestuali, includendo i facilitatori e le barriere. In questa interrelazione la percezione di sé, del contesto fisco, sociale e culturale e delle proprie esperienze vissute assume un ruolo cruciale. Comprendere la percezione della persona con disabilità sensoriale è la base per la costruzione dei percorsi educativi, abilitativi e riabilitativi mirati. Il workshop illustrerà, con esempi concreti e con particolare riferimento all’ipovisone e alla cecità, come potenziare nella persona con disabilità sensoriale l’interpretazione e la comprensione della realtà concreta e astratta e come rafforzare le sue interazioni nei diversi contesti sociali, culturali e di apprendimento, facilitando una vita più autonoma e autodeterminante. PRIMO PIANO Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di scuola, educatori, psicologi, operatori riabilitativi. Tecniche cognitivo-comportamentali di intervento nell’autismo Approfondimenti bibliografici AA.VV. (2015), Disabilità sensoriale a scuola, Trento, Erickson. Bonfigliuoli C. e Pinelli M. (2010), Disabilità visiva: Teoria e pratica nell’educazione per alunni non vedenti e ipovedenti, Trento, Erickson. Benedan S. e Faretta E. (2006), Pluridisabilità e vita quotidiana, Trento, Erickson. AUT Eleonora Mattei (Walden Technology), Carlo Ricci (Istituto Walden di Roma e Bari) e Alberta Romeo (Università La Sapienza e Istituto Walden, Roma) La multidimensionalità dello spettro autistico impone spesso all’operatore di ricorrere a un vasto patrimonio di metodi e tec- 11 Workshop Venerdi DIDA 24 SALA DEL PONTE 2 PRIMO PIANO Metodi e opportunità che stimolano il coinvolgimento emotivo. Nuovi linguaggi nella comunicazione della scienza al MUSE, Museo delle Scienze di Trento Samuela Caliari (Responsabile Area Programmi MUSE) e Katia Danieli (Responsabile formazione MUSE) Il buon insegnamento è per un quarto preparazione e per un quarto teatro. Le parole di Galileo Galilei per spiegare lo stretto rapporto tra il palcoscenico e la teoria scientifica. La drammaturgia che amplifica la ricerca come conoscenza e sperimentazione. A ben vedere la costruzione del sapere, il come e il perché delle cose, non adotta la formula o la definizione, ma usa come strumento privilegiato la storia e la narrazione. È attraverso le storie attorno a un oggetto che vengono a generarsi le connessioni, le relazioni di causa ed effetto. Sono le storie che alimentano la curiosità dell’età evolutiva e non solo di quella. Si ricordano più facilmente le storie, non le formule o le definizioni. Non è un principio esclusivo, naturalmente. C’è l’interazione diretta con gli oggetti, la manipolazione. Ma non c’è dubbio che sarebbe ben limitato il nostro sapere se esso fosse interamente confinato negli angusti spazi della sperimentazione diretta con l’oggetto. Tutto ciò che è immateriale, inevitabilmente, sfuggirebbe. Insomma, spiegare e raccontare, questo è il punto. Così, come il bello della scienza è l’infinita rete delle sue connessioni, così, il bello dell’interpretazione e dell’azione educativa è l’infinito mondo di raccontare queste storie. È su queste basi e riflessioni che si inseriscono tutte le proposte educative del MUSE. Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di scuola, educatori. DIDA 25 SALA DELL’ANFITEATRO 2 PRIMO PIANO Didattica laboratoriale per competenze: proposte operative per l’insegnamentoapprendimento dell’italiano e della matematica Giuseppina Gentili (Insegnante, coordinatrice gruppi IMAS Intelligenze multiple a scuola, formatrice Edizioni Centro Studi Erickson) Nella situazione attuale, troppo spesso si verifica che le conoscenze e le abilità apprese a scuola rimangano inerti, ovvero che gli studenti non siano in grado di utilizzarle in altri contesti; in altre parole gli apprendimenti scolastici non si trasformano e non concorrono a produrre competenze. Occorre quindi ripensare la scuola, riflettere sulla necessità di spostare l’attenzione didattica dall’insegnamento dei contenuti ai processi cognitivi che si attivano, progettare percorsi attraverso i quali si forniscono agli studenti gli strumenti, si creano le condizioni e le opportunità perché ognuno di loro possa effettivamente diventare sempre più competente. Una didattica di questo tipo non può 12 prescindere da un approccio di tipo laboratoriale, metodologia che riconosce e valorizza il ruolo attivo dell’allievo impegnato in processi di problem solving e attivazione di un proprio pensiero critico e riflessivo. Per dimostrare come si possa utilizzare, con positivi riscontri negli apprendimenti e nella motivazione degli studenti, la didattica laboratoriale come prassi consueta nel curricolo disciplinare, nel workshop si illustreranno proposte operative e percorsi didattici per competenze, già sperimentati e documentati nei testi della serie Il laboratorio di… Destinatari principali: educatori, insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria, psicologi, assistenti educativi. Approfondimenti bibliografici Gentili G. (2014), Il laboratorio di… italiano 1, Trento, Erickson. Gentili G. (2015), Il laboratorio di… italiano 2, Trento, Erickson. Gentili G. (2014), Il laboratorio di… matematica 1, Trento, Erickson. Gentili G. (2015), Il laboratorio di… matematica 2, Trento, Erickson. DIDA 26 SALA DEL TEMPIO 2 PIANO TERRA Potenziare competenze geometriche. La metodologia «dal problema alla regola» applicata alla geometria Carla Bertolli (Istituto Comprensivo di Maserà di Padova) e Silvana Poli (Università di Padova) Durante il workshop sarà presentato il programma Potenziare competenze geometriche, che offre un percorso semplice, integrato e completo per facilitare l’apprendimento della geometria nella scuola primaria e secondaria di primo grado. Tale programma segue le indicazioni ministeriali relative alla geometria, coprendo la tipica programmazione curricolare, e utilizza la metodologia «dal problema alla regola» applicata alla geometria piana, solida, analitica e ai principali teoremi. La costruzione dei concetti avviene gradualmente, passo dopo passo, a partire da situazioni note allo studente; durante il percorso di apprendimento, lo studente mette in opera un procedimento ragionato da cui emergono i contenuti importanti per la soluzione a partire dalle conoscenze che fanno già parte del suo bagaglio esperienziale. La formalizzazione di una regola avviene solo alla fine del percorso conoscitivo, che privilegia la modalità visiva (presentazione dei concetti per immagini) piuttosto che attraverso le classiche definizioni verbali. Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado. Approfondimenti bibliografici Bertolli C., Poli S. e Lucangeli D. (2014), L’intelligenza geometrica, Trento, Erickson. Poli S., Bertolli C. e Lucangeli D. (2014), Potenziare competenze geometriche vol. 1, Trento, Erickson. Poli S., Bertolli C. e Lucangeli D. (2012), Pronti per la matematica della scuola secondaria, Trento, Erickson. Workshop Venerdì LOG 27 SALA DEL FARO PRIMO PIANO Le funzioni esecutive nei Disturbi Specifici di Linguaggio Lavinia De Peppo (Psicologa, Dipartimento di Neuroscienze, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma) e Luigi Marotta (Logopedista, Dipartimento di Neuroscienze, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma) Il DSM-5 non utilizza più la definizione di Disturbo Specifico di Linguaggio: da dove nasce questo cambiamento? Il Disturbo Specifico di Linguaggio (DSL) era fino ad oggi riferito a bambini con difficoltà diverse nella comprensione, produzione e uso del linguaggio, in uno o in più domini linguistici (fonologia, semantica, sintassi e pragmatica) con un’evoluzione nel tempo che variava in rapporto alla severità e alla persistenza del disturbo linguistico. All’interno di questa popolazione, tuttavia, l’eterogeneità dei profili era molto elevata. Sebbene il DSL fosse caratterizzato prevalentemente dal deficit linguistico, sono stati spesso riportati in letteratura deficit cognitivi di natura extraverbale e socio-cognitiva (Bishop, 1992; Craig, 1995, Leonard, 2009; Lum et al., 2010; Henry et al., 2012). Le ipotesi a sostegno della sola natura linguistica del disturbo non sembravano sufficienti a spiegare l’ampio range di deficit individuati, pertanto è venuta così a mancare la «specificità» linguistica del disturbo. Ipotesi alternative a quelle esclusivamente linguistiche si sono così proposte di verificare nei DSL la presenza di deficit cognitivi più generali nelle abilità di processing, che renderebbero conto delle varie difficoltà incontrate, in particolare in quelle che sono definite funzioni esecutive. Recenti studi hanno, infatti, evidenziato un ruolo significativo di deficit della memoria di lavoro fonologica e visuo-spaziale, di alterazioni della flessibilità cognitiva, di impairment della pianificazione verbale e non, e di deficit della risposta inibitoria (Bavin et al., 2005; Marton 2007; Montgomery et al., 2010; Henry et al., 2012). La presenza di queste alterazioni, che a volte si configurano come veri e propri deficit, non può non essere considerata nella programmazione del trattamento dei DSL. Quindi, ai fini di una migliore comprensione della natura del disturbo e di un intervento davvero efficace, in aggiunta alla tradizionale valutazione fonologicolinguistica, appare necessario uno specifico assessment delle principali funzioni esecutive. Destinatari principali: medici, psicologi, logopedisti. Approfondimenti bibliografici Marotta L. e Varvara P. (a cura di) (2013), Funzioni esecutive nei DSA, Trento, Erickson. Marotta L. e Caselli M.C. (2014), I disturbi del linguaggio, Trento, Erickson. Valeri G. e Marotta L. (2014), I disturbi della comunicazione, Trento, Erickson. BES 28 SALA DELL’ANFITEATRO 1 PRIMO PIANO L’inclusione nella valutazione Eva Pigliapoco (Docente presso la scuola primaria Cittadella di Modena, autrice Edizioni Centro Studi Erickson) e Ivan Sciape- coni (Docente presso la scuola primaria Cittadella di Modena, autore Edizioni Centro Studi Erickson) L’attenzione verso i bambini con Bisogni Educativi Speciali e la didattica per competenze portano necessariamente a rivedere le pratiche della valutazione. Per rendere inclusivo anche il momento della verifica, occorre diversificare le proposte con gli opportuni accorgimenti di facilitazione e semplificazione. Sul versante delle competenze, inoltre, i docenti sono chiamati ad aggiungere alle verifiche dei tradizionali contenuti e delle abilità, anche i compiti di realtà. Per gestire al meglio questi strumenti senza rinunciare alla funzione formativa e proattiva della valutazione, serve una visione d’insieme, un fondato apparato teorico, ma anche materiali specifici e buone pratiche già sperimentate. Conseguentemente, in questo workshop saranno presentate verifiche personalizzate su contenuti e abilità e compiti di realtà intra- e inter-disciplinari. Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria. Approfondimenti bibliografici Sciapeconi I. e Pigliapoco E. (2015), Verifiche personalizzate – classe prima, Trento, Erickson. Sciapeconi I. e Pigliapoco E. (2015), Verifiche personalizzate – classe seconda, Trento, Erickson. DIDA 29 SALA DEL CASTELLO 1 PIANO TERRA La Didattica delle emozioni® come fattore di prevenzione e di promozione del benessere a scuola Ulisse Mariani (Psicologo e psicoterapeuta, ASL di Viterbo) e Rosanna Schiralli (Psicologa e psicoterapeuta, Associazione Emotional Training Center, Viterbo) La Didattica delle emozioni® consiste in un progetto di prevenzione primaria, efficace e precoce, finalizzato alla promozione e alla costruzione del benessere a scuola, inscritto nel quadro teorico più generale dell’Educazione Emotiva. Durante il workshop si approfondirà questo nuovo format di intervento educativo che offre l’opportunità ai docenti di implementare negli alunni, dalla scuola dell’infanzia fino alla scuola secondaria di secondo grado, i più efficaci fattori di protezione, riducendo al contempo i fattori di rischio, il disagio e il disadattamento e in particolare le patologie da dipendenza. È un format efficace in quanto testato sperimentalmente su un vasto campione di soggetti attraverso una rigorosa metodologia scientifica. Si tratta di una serie di procedure, tecniche e strategie, validate e testate scientificamente, finalizzate ad aiutare gli alunni a individuare, gestire e modulare nel modo più opportuno le emozioni e il proprio mondo interno. Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di scuola, educatori, psicologi. Approfondimenti bibliografici Mariani U. e Schiralli R. (2012), Intelligenza emotiva a scuola, Trento, Erickson. Ianes D. (a cura di) (2013), Le migliori proposte operative su… Emozioni, Trento, Erickson. 13 Workshop Venerdi DSA 30 SALA DEL TEMPIO 1 PIANO TERRA Dalla valutazione alla riabilitazione: percorsi virtuosi nei disturbi di scrittura Susi Cazzaniga (Centro Studi Forepsy, Consorzio Universitario Humanitas, Roma) e Rosanna Ferrara (LabDA - Laboratorio per i Disturbi d’Apprendimento, Università di Padova) È possibile individuare tre forme fondamentali di difficoltà/disturbo di scrittura, associate alle tre componenti fondamentali dello scrivere: grafismo, competenza ortografica, espressione scritta. Esse sono tutte previste nei manuali diagnostici internazionali, anche se con collocazione variabile. Anche nella pratica clinica, il disturbo di scrittura ha un’espressività complessa e ricca di sfaccettature: sia nella fase diagnostica, sia in quella riabilitativa, occorre avere ben chiaro il percorso da compiere, gli obiettivi da raggiungere a breve, medio e lungo termine, e i materiali necessari. Nel workshop si proporrà uno schema d’azione che prende spunto da alcuni casi clinici, paradigmatici delle difficoltà che caratterizzano il processo di scrittura. Lo spazio alla discussione con i partecipanti permetterà di scambiare esperienze e condividere buone prassi. Destinatari principali: psicologi, neuropsichiatri infantili, logopedisti, psicopedagogisti, neuro psicomotricisti, professionisti che operano nel campo dei disturbi evolutivi. Approfondimenti bibliografici Cornoldi C. e Cazzaniga S. (2015), Studi di caso. Disturbi di scrittura, Trento, Erickson. Cazzaniga S., Re A.M., Cornoldi C., Poli S. e Tressoldi P.E. (2005), Dislessia e trattamento sublessicale, Trento, Erickson. Cazzaniga S., Re A.M., Cornoldi C., Poli S. e Tressoldi P.E. (2007), Dislessia e trattamento sublessicale, CD-ROM, Trento, Erickson. DIDA 31 PIANO TERRA SALA DEL CASTELLO 2 Proposte operative per attività di gruppo in classe: l’apprendimento cooperativo in pratica Anna La Prova (Psicoterapeuta, Formatrice Edizioni Centro Studi Erickson, Trento e Fondatrice Centro Studi Forepsy, Roma) Il workshop ha l’obiettivo di coinvolgere i partecipanti nello sperimentare alcune attività di apprendimento cooperativo, attraverso una modalità pratica e interattiva. La prospettiva di fondo dell’apprendimento cooperativo è rivista alla luce della teoria delle Intelligenze Multiple di Gardner: ne deriva un approccio didattico inclusivo che permette di rispondere ai diversi Bisogni Educativi Speciali che esistono nella classe. La finalità principale è quella di offrire una prospettiva di insegnamento in cui il docente, piuttosto che predisporre percorsi individuali diversi, abbia a disposizione metodologie diversifica- 14 te e inclusive, che permettano di coinvolgere e incontrare tutti i BES, contemporaneamente e in modo semplice. La nuova normativa sui BES sollecita, infatti, i consigli di classe a individuare e rispondere in modo specifico agli allievi con Bisogni Educativi Speciali. Di fronte a tale richiesta, la difficoltà che molti insegnanti denunciano è il fatto di trovarsi a dover implementare strategie di personalizzazione in classi sempre più numerose e con strumenti a disposizione spesso carenti. La metodologia dell’apprendimento cooperativo si delinea come particolarmente adatta per rispondere, in modo semplice e immediato, al bisogno di «raggiungere» quante più individualità possibili. Attraverso il gruppo dei pari, infatti, non solo è possibile avviare percorsi didattici inclusivi, ma si possono anche «compensare» alcuni deficit specifici, pure in assenza di misure e tecnologie compensative. Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di scuola, educatori. Approfondimenti bibliografici La Prova A. (2015), Apprendimento cooperativo in pratica, Trento, Erickson. Johnson D.W., Johnson R.T. e Holubec E.J. (2015), Apprendimento cooperativo in classe NUOVA EDIZIONE, Trento, Erickson. Topping K. (2014), Tutoring – NUOVA EDIZIONE, Trento, Erickson. BES 32 SALA DEL PORTO PRIMO PIANO L’autovalutazione della qualità inclusiva nella scuola e nella didattica Heidrun Demo (Libera Università di Bolzano), Annalisa Morganti (Ricercatrice di Didattica e Pedagogia Speciale, Università degli Studi di Perugia) e Roberto Medeghini (Pedagogista, Componente GRIDS - Gruppo di Ricerca Inclusione Disability Studies Italy, Università Roma Tre) L’importanza dell’autovalutazione della qualità inclusiva nella scuola e nella classe richiede conoscenze e competenze teoriche e metodologiche che permettano di rilevare e comprendere in quale misura i processi educativi e organizzativi possono essere definiti inclusivi e quali scelte si possono assumere per rimuovere gli ostacoli a tali processi. Il workshop vuole offrire un contributo teorico e operativo, con particolare attenzione alla didattica, proponendo: – la prospettiva dei Disability Studies e Disability Studies Italy in Education con la conseguente lettura dell’inclusione; – strumenti coerenti con la prospettiva indicata: l’INDEX per l’inclusione e il SADI (Strumento di Autovalutazione della Didattica Inclusiva nella classe) con aree e indicatori in grado di orientare riflessioni e scelte d’area finalizzate all’azione di cambiamento e di sviluppo inclusivo. Durante il workshop verranno inoltre presentati i primi risultati di applicazioni operative all’interno delle scuole. Destinatari principali: dirigenti scolastici, insegnanti di ogni ordine e grado di scuola, psicologi, educatori. Workshop Venerdì Approfondimenti bibliografici Medeghini R., Vadalà G., Fornasa W. e Nuzzo A. (2013), Inclusione sociale e disabilità: Linee guida per l’autovalutazione della capacità inclusiva dei servizi, Trento, Erickson. Demo H. (2015), Didattica delle differenze, Trento, Erickson. Medeghini R., D’Alessio S., Marra A., Vadalà G. e Valtellina E. (2013), Disability Studies, Trento, Erickson. Medeghini R. (2015), Norma e normalità nei disability studies, Trento, Erickson. PSI/E 33 SALA DELL’ARENGO PRIMO PIANO Tutto troppo presto. L’educazione sessuale dei nativi digitali Alberto Pellai (Università degli Studi di Milano) e Barbara Tamborini (Psicopedagogista e scrittrice, Milano) Il workshop proporrà ai partecipanti un’analisi approfondita del contesto sociale e culturale nel quale preadolescenti e adolescenti (10-16 anni) costruiscono la loro idea di sessualità, con particolare attenzione alle nuove tecnologie. Verrà esplorata la correlazione tra l’esigenza del mercato di aumentare i consumi, specie nei giovanissimi, e la crescita esponenziale nei media di messaggi vicini al mondo della pornografia e orientati a promuovere una sessualizzazione precoce delle bambine. Verranno inoltre discussi comportamenti come il sexting e l’adescamento online. I partecipanti ricaveranno suggestioni e suggerimenti per sentirsi in primo luogo depositari della responsabilità educativa nel porre limiti e nel governare il flusso di stimoli nel quale gli adolescenti sono immersi, con indicazioni e suggerimenti per l’intervento educativo. Destinatari principali: genitori, insegnanti di scuola secondaria di primo e secondo grado, pedagogisti, psicologi. Approfondimenti bibliografici Pellai A. (2014), Così sei nato tu – 4-7 anni, Trento, Erickson. Pellai A. (2014), Così sei nato tu – 7-10 anni, Trento, Erickson. Pellai A. (2015), Così sei fatto tu – 5-9 anni, Trento, Erickson. Pellai A. (2015), Così sei fatto tu – 10-12 anni, Trento, Erickson. Pellai A. e Calaba B. (2009), Col cavolo la cicogna!, Trento, Erickson. DIDA 34 SALA DELL’ARCO PIANO TERRA Curricolo naturale e curricolo scolastico. Requisiti di apprendimento e indicatori di difficoltà nel primo biennio della scuola primaria Marzia Bizzaro (ISISS Don Milani Tradate, AIAS Busto Arsizio) e Lorenzo Caligaris (IC «Sorelle Agazzi», Struttura Semplice di Psicopatologia dell’età evolutiva, Ospedale Niguarda, Milano) L’alfabetizzazione affonda le sue radici negli anni che precedono l’ingresso dei bambini alla scuola primaria, nel periodo in cui hanno l’opportunità di costruire e sperimentare una serie di conoscenze ed esperienze nell’ambito della loro vita familiare e sociale. Tale periodo, che viene identificato anche con l’espressione alfabetizzazione emergente (Clay, 1966; Ferreiro, 2003), rappresenta le basi di quel curricolo naturale (Mercadante, 2010) al quale dovrà fare riferimento la scuola nel «richiamare, esplorare, problematizzare» (Indicazioni Nazionali, 2012) le conoscenze pregresse dei bambini al fine di assicurarsi dell’effettiva presenza e disponibilità degli indicatori o requisiti necessari per l’apprendimento della lettura, della scrittura e delle abilità aritmetiche. Scopo del workshop è quello di presentare esemplificazioni e proposte operative rivolte ai bambini delle prime classi di scuola primaria, in modo da riflettere sui processi sottostanti le diverse attività e individuare precocemente quelle fragilità di apprendimento che potrebbero compromettere l’evoluzione tipica dell’esperienza scolastica. Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia e scuola primaria, educatori, logopedisti. Approfondimenti bibliografici Mei S. e Vegini S. (2015), Pronti per la scuola primaria, Trento, Erickson. Mei S. e Vegini S. (2015), Pronti per la scuola primaria, CDROM, Trento, Erickson. Brignola M., Perrotta E. e Tigoli M.C. (2012), Sviluppare i prerequisiti per la scuola primaria, Trento, Erickson. Brignola M., Perrotta E. e Tigoli M.C. (2012), Sviluppare i prerequisiti per la scuola primaria, CD-ROM, Trento, Erickson. Brignola M., Perrotta E. e Tigoli M.C. (2014), Sviluppare i prerequisiti per la scuola primaria – Vol. 2, Trento, Erickson. Brignola M., Perrotta E. e Tigoli M.C. (2014), Sviluppare i prerequisiti per la scuola primaria 2, CD-ROM, Trento, Erickson. Terreni A., Tretti M.L., Corcella P.R., Cornoldi C. e Tressoldi P.E. (2011), IPDA – NUOVA EDIZIONE, Trento, Erickson. Terreni A., Tretti M.L., Corcella P.R., (2002), Materiali IPDA per la prevenzione delle difficoltà di apprendimento, Trento, Erickson. PSI/E 35 SALA DEL BORGO PRIMO PIANO Sviluppare le capacità di autocorrezione per monitorare il proprio apprendimento Desirée Rossi (Insegnante e collaboratrice Edizioni Centro Studi Erickson, Trento) La «rivoluzione» operata dalle teorie costruttiviste al concetto di apprendimento, che da modello trasmissivo passa a porre al centro l’attività autonoma di colui che apprende come costruttore della propria conoscenza, fatica a trovare riscontri applicativi nella didattica capaci di consentire una partecipazione diretta del soggetto che impara. Il cambiamento coinvolge anche la concezione dell’errore e della sua rilevazione, concepito ora come strumento per costruire e organizzare la propria conoscenza. L’intento del workshop è quello di mettere in luce le potenzialità dell’autocorrezione come strumento per comprendere in modo significativo, monitorare e gestire il proprio processo di apprendimento, tenendo presente le impli15 Workshop Venerdi cazioni che questa metodologia può avere sulla motivazione, sull’autoefficacia e sull’autostima. Operativamente verranno mostrati contesti di applicazione dove l’esperienza dell’errore diventa un normale momento di costruzione e consolidamento delle competenze. Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, educatori. Approfondimenti bibliografici AA.VV. (2015), Tablotto, Trento, Erickson. DIDA 36 SALA DELLA PIAZZA PIANO TERRA Strumenti e strategie per insegnare a pianificare, organizzare e gestire il tempo Gianluca Daffi (Università Cattolica del Sacro Cuore e NPI Spedali Civili di Brescia) Ogni insegnante avrà avuto modo di sperimentare, durante la propria carriera, gli innegabili benefici che derivano dall’operare con i propri alunni seguendo attività precedentemente organizzate e pianificate. I bambini sono in grado di focalizzare al meglio la loro attenzione in un ambiente strutturato, caratterizzato da routine, regole condivise e comprensibili, modelli di lavoro noti e abituali. Il presente workshop illustra l’applicazione del metodo START in classe: strumenti e strategie per organizzare lo Spazio, il Tempo, le Attività, tenendo sempre in considerazione l’importanza dei processi di Revisione e la Trasferibilità delle competenze sviluppate. Destinatari principali: insegnanti e educatori di comunità per minori. Approfondimenti bibliografici Prandolini C. e Daffi G. (2015), Organizzare la classe con il metodo START, Trento, Erickson. Daffi G. (2014), DIARIO START, Avventura nello spazio, Trento, Erickson. Daffi G. (2015), DIARIO START – Avventura in fondo al mare, Trento, Erickson. BES 37 SALA DELLA MARINA PRIMO PIANO Proposte di ausili «fai da te» per la didattica personalizzata Laura Borghero (Amministrazione Provinciale di Vicenza), Ilaria Cervellin (Formatrice, insegnante di sostegno scuola primaria IC Camisano, Vicenza), Flavio Fogarolo (Formatore, collaboratore Edizioni Centro Studi Erickson), Claudia Munaro (Referente disabilità, Ufficio Scolastico Territoriale VIII di Vicenza), Arianna Sorgato (Insegnante di sostegno scuola dell’infanzia IC Piovene 16 Rocchette, Vicenza) e Marialuisa Tonietto (Insegnante di sostegno scuola secondaria di primo grado IC Romano d’Ezzelino, Vicenza) Nella scuola dell’inclusione la costruzione di materiali didattici su misura, sia con funzione abilitativa che compensativa, riveste sempre un ruolo fondamentale. Nel workshop verrà presentata una serie di proposte operative, molto concrete, riferite soprattutto ai bisogni di alunni con disabilità grave (riconducibili alle attività dello Sportello Provinciale Autismo di Vicenza) e con minorazione visiva (collegate, in questo caso, al servizio di supporto della Provincia di Vicenza). Le attività presentate offrono suggerimenti e indicazioni da adattare e interpretare in base alla situazione reale, ai bisogni e al progetto educativo. Di fronte a un problema educativo o didattico, la prima cosa da fare è convincersi che una soluzione esiste e che quindi va ricercata per avvicinarsi al traguardo, anche se a piccoli passi, con obiettivi spesso molto modesti, apparentemente insignificanti, ma mai inutili. Destinatari principali: insegnanti di sostegno e curricolari, educatori. Approfondimenti bibliografici Gencarelli N. (2012), Ausili fai da te, Trento, Erickson. PSI/E 38 SALA DELL’OROLOGIO PRIMO PIANO La violenza invisibile. Come riconoscerla e intervenire Giuliana Franchini (Psicologa e psicoterapeuta a orientamento sistemico-analitico) e Giuseppe Maiolo (Psicoanalista di formazione junghiana, giornalista e scrittore) La violenza sui minori è un fenomeno che rimane ancora sommerso. E questo riguarda non solo la forma più aberrante, cioè l’abuso sessuale, ma anche la violenza fisica in generale e più ancora quella psicologica. Di questa forma di abuso, ovvero della violenza offensiva delle parole e dei gesti, delle minacce ma anche delle svalutazioni persistenti o della trascuratezza, si sa generalmente poco. Ciò accade perché molti di questi comportamenti sono di per sé difficili da rilevare ma anche perché le nostre individuali difese ci fanno spesso rimuovere il male e la sofferenza o ci impediscono di vedere che anche nei nostri piccoli gesti quotidiani si può nascondere la violenza. Il workshop vuole affrontare la violenza nascosta nelle pieghe del quotidiano e mettere in evidenza la necessità che hanno gli operatori con funzioni educative di sviluppare un’attenzione particolare per questo tipo di abuso. Si tratta di conoscere gli indicatori specifici, ma anche riflettere sui propri atteggiamenti personali e professionali che potrebbero essere portatori di violenza psicologica. Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di scuola, psicologi, educatori professionali, genitori. Approfondimenti bibliografici Franchini G. e Maiolo G. (2005), Attenti al lupo cattivo, Trento, Erickson. Workshop Venerdì Maiolo G., Franchini G. e Schneider K. (2007), Giù le mani!, Trento, Erickson. Vicari A. e Monicchi L. (2015), Tutelandia, Trento, Erickson. DIS 39 SALA DEL PONTE 1 PRIMO PIANO #lafragilitàchefacrescere Sindrome dell’X fragile come mediatore dell’incontro scuola-famiglia verso una co-evoluzione inclusiva Alessia Brunetti (Vicepresidente Associazione Italiana Sindrome X Fragile Onlus), Elisabetta Ghedin (Ricercatrice, Dipartimento FISPPA, Università di Padova), Rinalda Montani (Docente a contratto, Dipartimento FISPPA, Università di Padova) e Simone Visentin (Ricercatore, Dipartimento FISPPA, Università di Padova) Scopo del workshop è quello di condividere esperienze di accompagnamento per genitori e insegnanti avviate e realizzate nei territori del Veneto e del Lazio. Un progetto/percorso educativo autentico si genera a partire dal principio di partnership comunitaria tra educatori, genitori, associazioni e persone con sindrome dell’X fragile. Dentro a questa prospettiva di co-partecipazione, il focus principale è la qualità dell’insegnamento/ apprendimento e il clima relazionale dentro e attorno la scuola, dall’infanzia fino alla secondaria di secondo grado. Grazie alla creazione di reti di prossimità inclusive, capaci di mediare le fragilità e di sostenere le forze di ciascuno, è possibile valorizzare il talento di tutti gli attori in gioco, accrescendo il senso di autoefficacia, il grado di gratificazione personale, e contribuendo così a promuovere progetti di vita realmente fiorenti. Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di scuola, genitori, educatori, psicologi. Approfondimenti bibliografici Brunetti A. (2015), Giorno dopo giorno, Trento, Erickson. AA. VV. (2014), Disabilità intellettiva a scuola, Trento, Erickson. Baldi P.L. (2014), Sviluppare il pensiero nella disabilità intellettiva, Trento, Erickson. PSI/E 40 SALA DELLO SQUERO PRIMO PIANO Alleanze e criticità nell’educazione, in tempi di «crisi». Il ruolo della famiglia e della scuola Lorenza Beltrami (Mamma), Roberta Caldin (Università di Bologna), Laura Corazza (Università di Bologna), Daniele Epifani (Papà), Valeria Friso (Università di Bologna) e Mirko Giorgi (Regista di «Vincersi», documentario audio descritto) Il presente workshop evidenzia l’importanza della creazione di reti con il territorio, portando esempi concreti e testimonianze privilegiate, rivolte all’inclusione sociale delle persone con disabilità. A fronte del moltiplicarsi delle opportunità e della diffusione dei mezzi tecnologici che permettono una partecipazione più ampia da parte di tutti alla vita sociale, appare evidente il rischio di disperdere le energie nell’orientarsi. Trasformare queste criticità in opportunità significa tessere reti di relazioni che partono da un riscoperto ruolo della famiglia e della scuola. In questo workshop si presenteranno alcune iniziative condotte negli ultimi anni a Bologna: – un gruppo di genitori di bambini/ragazzi con disabilità visiva, dal quale è generato un vademecum utile ai genitori di un bambino/ragazzo cieco o ipovedente; – un lavoro di audiodescrizione del documentario «Vincersi» in collaborazione con il Media Education e-learning LAboratorio, gli attori, il regista e l’audiodescrittore. Destinatari principali: genitori, insegnanti e educatori che ogni giorno si impegnano per fare rete e garantire una sempre più piena partecipazione alle persone con disabilità. Approfondimenti bibliografici Caldin R. (a cura di) (2006), Percorsi educativi nella disabilità visiva, Trento, Erickson. Venuti P. (2010), L’intervento in rete per i Bisogni Educativi Speciali. Il raccordo tra lavoro clinico, scuola e famiglia, Trento, Erickson. BES 41 PRIMO PIANO SALA DEL PARCO La Buona Scuola è la scuola dell’inclusione. Il ruolo della Pedagogia Speciale Fabio Bocci (Università Roma Tre), Roberta Caldin (Università di Bologna), Lucio Cottini (Università di Udine), Pasquale Moliterni (Università di Roma «Foro Italico») e Marina Santi (Università di Padova) Il documento La Buona Scuola, il cui iter ha condotto alla L. 107/2015, oltre ad aver suscitato un acceso dibattito su diverse questioni (da quelle inerenti il merito a quelle sul ruolo del Dirigente scolastico) si è fatto anche interprete di una precisa idea di inclusione sulla quale, evidentemente, non si è posta la dovuta attenzione. Altrettanto evidentemente, però, è chiaro che tale interpretazione non è neutra e ha/avrà significative ricadute sul piano operativo per quel che concerne l’interpretazione del bisogno speciale e della natura delle difficoltà, così come per quel che riguarda le funzioni dell’insegnante (e la sua formazione, iniziale e in servizio), la didattica, la partecipazione effettiva di tutti. In sintesi, richiamando le dimensioni dell’Index, ha/avrà una ricaduta sulle culture, sulle politiche e sulle pratiche che caratterizzano il nostro sistema formativo. Scopo del workshop, che vede la partecipazione di illustri studiosi della SIPeS, è dunque quello di sviscerare tali questioni e di sottoporle ad analisi critica e confronto nell’ottica di un dibattito che vede la Pedagogia Speciale consapevole del fondamentale ruolo che è chiamata ad assolvere nell’attualità di un processo trasformativo cruciale, dai risvolti epistemologici, culturali, scientifici e politici. Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di scuola. 17 Workshop Venerdi Approfondimenti bibliografici Ianes D. e Cramerotti S. (a cura di) (2013), Alunni con BES – bisogni educativi speciali, Trento, Erickson. Ianes D. e Canevaro A. (a cura di) (2015), Buone prassi di integrazione e inclusione scolastica – NUOVA EDIZIONE, Trento, Erickson. Ianes D. (2005), Bisogni Educativi Speciali e inclusione. Valutare le reali necessità e attivare tutte le risorse, Trento, Erickson. Ianes D. e Macchia V. (2008), Didattica per i Bisogni Educativi Speciali, Trento, Erickson. AA.VV. (2015), BES a scuola, Trento, Erickson. Vianello R. e Di Nuovo S. (a cura di) (2015), Quale scuola inclusiva in Italia?, Trento, Erickson. BES 42 PRIMO PIANO SALA DELLA VECCHIA PESCHERIA Esperienze e pratiche di integrazione e inclusione in Brasile, Francia, Spagna e Italia Claudio Roberto Baptista (Università Federal do Rio Grande do Sul, Brasile), Alessio Covelli (Università di Roma «Foro Italico»), Lucia de Anna (Università di Roma «Foro Italico») e Marta Sánchez Utgé (Università di Roma «Foro Italico»). L’integrazione e l’inclusione possono assumere diversi significati e interpretazioni in funzione del contesto sociale, economico, culturale, politico, legislativo di riferimento. La prospettiva internazionale si rivela un valore aggiunto per aprire un dibattito sull’analisi degli interventi educativi, le risorse, le figure e i ruoli, sulla collaborazione, ecc., che permettono di attuare i processi di integrazione e inclusione. Si affronteranno anche temi legati alla formazione degli insegnanti curricolari e specializzati in relazione alle esperienze dei diversi Paesi per evidenziare i punti forti e le criticità in termini di competenze e bisogni formativi che emergono dall’esperienza professionale. Il workshop intende rappresentare un punto di incontro tra teoria e prassi attraverso un dialogo che sarà stimolato dalle esperienze descritte dai relatori, i quali condurranno il dibattito focalizzando l’attenzione su aspetti che favoriscono la realizzazione dei processi di integrazione e inclusione scolastica nei diversi Paesi. Il dibattito si arricchirà degli interventi dei partecipanti anche per dare luogo a un momento di riflessione e di confronto sui fattori che possono divenire indicatori per valutare la qualità delle buone prassi nel loro complesso. Destinatari principali: dirigenti scolastici, insegnanti di ogni ordine e grado di scuola, psicologi, educatori. 18 BES PRIMO PIANO BREAKOUT 4 Sessione B – Buone Prassi di integrazione scolastica e sociale Presiede la sessione: Angela Cattoni (Edizioni Centro Studi Erickson, Trento) Azione di sistema in Valle d’Aosta: Comunità di pratica di docenti per l’insegnamento/apprendimento inclusivo con una didattica aumentata dalle TIC C. Romiti (Sovraintendenza agli Studi della Valle d’Aosta - Ufficio Supporto all’Autonomia Scolastica) «Il Paese che sono io»: una prassi itinerante A. Peiretti, M. Battisti e F. Serra (Fondazione Paideia, Torino) Promozione dell’integrazione sociale e sviluppo dell’empowerment del minore e dell’adulto in neuroriabilitazione attraverso azioni di auto-mutuo aiuto G. T. Pontiggia, A. Giacovazzo, V. Occhinegro, L. Prospero e I. Gallicchio (ASL di Bari) Team sportivo scolastico Spiders. Un progetto d’inclusione per conoscere la disabilità intellettiva attraverso lo sport unificato R. Cuniglio, O. Ratti, M. Agnoletti, C. Pampaloni e V. Pecoraro (Istituto Magistrale Statale «Giovanni da San Giovanni» di San Giovanni Valdarno, Arezzo) Si vive di rapporti, si cresce con le interazioni. La cultura e il mito come elementi di inclusione e convivenza civile A. Improta, I. Colonna, M. C. Raiola (IC 1 «Don Bosco - Melloni» di Portici, Napoli), L. Zuntini (Dipartimento di ricerca del Museo Roca, Argentina), H. Cardoso, C. N. Rassullo Gianelli e I. I. Mansione (Istituto di Formazione Docente n° 1 di Avellaneda, Argentina) Si vive di rapporti, si cresce con le interazioni. La cultura e il mito come elementi di inclusione e convivenza civile A. Improta, I. Colonna, M. C. Raiola (IC 1° «Don Bosco - Melloni» di Portici, Napoli), L. Zuntini (Dipartimento di ricerca del Museo Roca, Argentina), H. Cardoso, C. N. Rassullo Gianelli e I. I. Mansione (Istituto di Formazione Docente n° 1 di Avellaneda, Argentina) Plenaria PIANO TERRA, SALA DELLA PIAZZA SABATO 14 NOVEMBRE DALLE 9.00 ALLE 13.00 Introduce e presiede la sessione Lucio Cottini (Presidente SIPeS, Università di Udine) Mario Barbuto (Presidente Nazionale UICI e IRIFOR) e Roberta Caldin (Università di Bologna) consegnano le borse di studio in memoria di Francesco Gatto a Melissa Tondi, Antonella Semerano e Giuseppe Lucio Santamaria L’esperienza dei bambini seguiti dai servizi sociali e il ruolo del Portavoce Valentina Calcaterra (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano) Liberi di apprendere con il metodo analogico Camillo Bortolato (Ideatore del metodo analogico intuitivo e insegnante di scuola primaria, Treviso) Una scuola che include: formare gli insegnanti per integrare gli alunni con disturbi dello spettro autistico Paola Venuti (Università di Trento) Dislessia. Conoscerla e viverla Giacomo Cutrera (Vicepresidente AID) BES: dal riconoscimento dei bisogni all’individuazione dei profili psicologici sottostanti Cesare Cornoldi (Università di Padova) Il vero e il falso in educazione: sbagliando si impara solo a sbagliare Burrhus Skinner (Harvard University) Bambini oppositivi e molto provocatori Gianluca Daffi (Università Cattolica del Sacro Cuore e NPI Spedali Civili di Brescia) Basta un click? Personalizzare e includere con la didattica digitale Francesco Zambotti (Responsabile Sezione Scuola, Ricerca e Sviluppo, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento) L’educazione: logos + caos Vito Mancuso (Teologo e scrittore) Il monitoraggio dell’applicazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità Roberta Caldin (Università di Bologna) e Carlo Francescutti (Coordinatore del CTS dell’Osservatorio Nazionale delle persone con disabilità, Ministero del Lavoro) 19 Workshop Sabato SABATO 14 NOVEMBRE DALLE 14.30 ALLE 19.00 BES 43 SALA DELLA PIAZZA PIANO TERRA Tavola Rotonda: Iperspecializzazione dell’insegnante di sostegno. Una buona via per la Qualità dell’integrazione? Coordina: Luigi Guerra (Università di Bologna) Intervengono: Daniela Boscolo (Insegnante istituto tecnico) Alessandra Cenerini (Presidente ADI) Evelina Chiocca (Presidente CIIS) Lucio Cottini (Presidente SIPeS) Gianfranco de Robertis (ANFFAS nazionale) Giuseppe Desideri (Presidente AIMC) Vincenzo Falabella (Presidente FISH) Paolo Fasce (Insegnante di matematica, specializzato per il sostegno) Giulia Giani (Insegnante di lettere e latino, specializzata per il sostegno) Dario Ianes (Libera Università di Bolzano e co-fondatore Edizioni Centro Studi Erickson, Trento) Paolino Marotta (Presidente ANDIS) Salvatore Nocera (Osservatorio scolastico AIPD) È stato invitato l’On. Davide Faraone, Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scopo principale di questa Tavola Rotonda è quello di dare spazio – anche attraverso opinioni e voci contrastanti tra loro – al dibattito inerente le recenti proposte riguardanti le norme per migliorare la qualità dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con altri Bisogni Educativi Speciali. Tali proposte sottolineano alcuni aspetti sostenuti con fermezza in questi ultimi anni da tutti coloro che hanno a cuore la qualità dell’inclusione scolastica: guardare nella prospettiva del Progetto di vita, riflettere sull’evoluzione della diagnosi funzionale, aumento dei crediti universitari nella formazione iniziale dei docenti di scuola secondaria, formazione continua in servizio, livelli essenziali delle prestazioni scolastiche per l’integrazione, indicatori di qualità, e molti altri aspetti degni di un’attenta riflessione. Altri aspetti fanno invece emergere punti di vista e interpretazioni contrastanti, come la scelta di una formazione e di ruoli separati per i futuri docenti specializzati. Questo porterebbe, per alcuni, a incoraggiare il meccanismo di delega dei docenti curriculari a quelli per il sostegno; per altri, invece, sarebbe il modo più funzionale per rafforzare le competenze sia degli insegnanti curriculari che di quelli specializzati per il sostegno. Questo e altri temi «caldi» saranno al centro di un acceso dibattito tra alcuni dei maggiori esperti di inclusione e rappresentanti delle varie associazioni nazionali del settore, con lo scopo di avviare un confronto a più voci e riflettere anche su possibili proposte alternative. Destinatari principali: insegnanti curricolari e di sostegno di ogni ordine e grado di scuola, dirigenti scolastici. 20 SABATO 14 NOVEMBRE DALLE 14.30 ALLE 16.30 PSI/E 44 SALA DEL BORGO PRIMO PIANO Uno zaino di emozioni. Una proposta di educazione affettiva e sessuale per la scuola primaria e secondaria di primo grado Caterina Di Chio (Psicologa, insegnante di scuola primaria e Tutor coordinatore presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino) Educare oggi alla sessualità significa accettare la sfida di stare accanto ai nostri bambini e ragazzi, dialogando con loro di emozioni e sentimenti in modo aperto e costruttivo. In un mondo in cui è facile e veloce avere accesso a contenuti sulla sessualità spesso difficili da comprendere, i giovani hanno bisogno, oltre che di informazioni, di dare senso e significato alle esperienze affettive. Necessitano di risposte chiare e trasparenti, adeguate all’età, e ancor più di storie capaci di incantare e appassionare, di suscitare domande, far riflettere e discutere. Storie che generano emozioni, recuperando la dimensione affettiva di una sessualità che rischia di esserne sprovvista: l’emozione di una madre che nutre il suo piccolo, l’abbraccio delle persone a cui si è legati, la sensazione di potersi affidare, la storia di due innamorati, l’avventura dell’essere genitori. Il workshop propone una riflessione sull’educazione sessuale secondo il modello interattivo-narrativo, per condividere pensieri e fare cultura su un tema complesso quanto spesso trascurato. Destinatari principali: psicologi, insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado, educatori, genitori. Approfondimenti bibliografici Di Chio C. (2013), Laboratorio di educazione sessuale e affettiva, Trento, Erickson. Middleman A.B, Gruenwald Pfeifer K. (2010), Gioco da ragazze, Trento, Erickson. Middleman A.B, Gruenwald Pfeifer K. (2010), Gioco da ragazzi, Trento, Erickson. Veglia F. e Pellegrini R. (2003), C’era una volta la prima volta, Trento, Erickson. Veglia F. (2004-2005), Manuale di educazione sessuale, voll. 1 e 2, Trento, Erickson. Workshop Sabato PM 45 SALA DELLO SQUERO PRIMO PIANO La psicomotricità come prassi di inclusione dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria Barbara Chiri (ANUPI Educazione), Luisa Formenti (Vicepresidente ANUPI Educazione), Monica Gori (Pedagogista, Comune di Bologna) e Alessandra Masetti (Insegnante di scuola dell’infanzia, Bologna) Quali sono le specificità dell’approccio psicomotorio nei diversi momenti dello sviluppo? Quali le modalità per valorizzare le diversità dei bambini e sostenerne opportunamente la crescita? Quali gli aspetti che rendono importante la specificità e la continuità dell’approccio psicomotorio, sostenendo nei bambini lo sviluppo della capacità di azione e di espressione personale, il valore del gioco e la sicurezza dei legami? In questo workshop viene presentata un’esperienza ormai ventennale che, integrandosi all’interno delle realtà scolastiche, favorisce e sostiene i processi di inclusione e sostiene il lavoro degli insegnanti. Destinatari principali: genitori, insegnanti, pedagogisti, psicologi, educatori, TNPEE, dirigenti scolastici, pediatri. Approfondimenti bibliografici Formenti L. (a cura di) (2006), Psicomotricità. Educazione e prevenzione, Trento, Erickson. Formenti L. (2009), Psicomotricità a scuola, Trento, Erickson. BES 46 SALA DELLA MARINA PRIMO PIANO Bisogni Educativi Speciali: dalla ricerca scientifica alla realizzazione di strumenti a supporto della scuola Carmen Belacchi (Università di Urbino «Carlo Bo»), Sofia Cramerotti (Ricerca e Sviluppo, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento), Roberto Dainese (Università di Bologna), Stefano Franceschi (Psicologo, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento e Responsabile del Centro di Neuropsicologia Clinica dello Sviluppo CentralMente, Ascoli Piceno), Silvia Larentis (Progettista e editor, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento), Daniela Tonelli (Coordinatrice Settore BES, Dipartimento della conoscenza Servizio istruzione della Provincia autonoma di Trento) e Massimo Turrini (Psicologo, Ricerca e Sviluppo, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento) In questo workshop verranno presentati alcuni progetti di ricerca che hanno portato alla realizzazione di strumenti e servizi, anche digitali, a supporto della scuola. In particolare verranno illustrati alcuni servizi utili agli insegnanti nella fase di rilevazione dei Bisogni Educativi Speciali, nel momento della programmazione educativa individualizzata e di stesura degli obiettivi educativo-didattici e, infine, nel pianificare le attività e gli interventi più adatti per il lavoro con l’alunno in difficoltà. Più nello specifico, il workshop illustrerà l’utilizzo di questionari osservativi per la rilevazione dei BES a scuola e di Profili di funzionamento dell’alunno, anche nell’ottica di creare degli strumenti che agevolino il lavoro condiviso e il confronto tra figure di riferimento educativo e sanitario. Anche per la fase specifica di progettazione degli obiettivi e individuazione di attività e interventi verranno illustrati strumenti e piattaforme web che guidano gli insegnanti e il consiglio di classe nella stesura del PDP per gli alunni con DSA e del PEI per gli alunni con disabilità. Non mancheranno inoltre esempi di come passare poi, nel concreto, a un lavoro individualizzato e personalizzato con l’alunno in difficoltà all’interno della classe. Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di scuola, psicologi, educatori, pedagogisti. Approfondimenti bibliografici Cornoldi C., Giofrè D., Belacchi C. (2015), INDICATORI BES e problemi di adattamento, Trento, Erickson. Fogarolo F. (2014), Costruire il Piano Didattico Personalizzato, Trento, Erickson. Ianes D. e Cramerotti S. (2009), Il Piano educativo individualizzato – Progetto di vita – voll. 1-3, Trento, Erickson. Ianes D. e Cramerotti S. (a cura di) (2011), Usare L’ICF nella scuola, Trento, Erickson. BES 47 SALA DEL TEMPIO 2 PIANO TERRA Il lavoro con il bambino ADHD a scuola: strategie psicoeducative e didattiche Silvia Berni (Istituto Comprensivo «Pergine 1», Pergine Valsugana, Trento) e Giorgia Sanna (Formatrice, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento) Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD) è un disturbo di cui ci si deve occupare con sempre più impegno nelle scuole, dato che tra gli alunni con Bisogni Educativi Speciali è sempre più frequente che si evidenzino problemi legati alla difficoltà di autocontrollo. Attualmente l’impegno della scuola non è più solo quello di conoscere il disturbo, che rappresenta comunque un prerequisito indispensabile, ma anche sapere cosa fare in classe dal punto di vista educativo e didattico. La proposta operativa che si intende fare si indirizza verso un lavoro per obiettivi specifici, capace di guidare alla scelta dei comportamenti sui quali si vuole lavorare, e che consenta di verificare i cambiamenti e miglioramenti del percorso. Il workshop prevede una parte introduttiva sulle linee guida utili da seguire per un intervento concreto, basato sulla scelta di obiettivi target su cui lavorare integrando aspetti comportamentali e didattici e la presentazione di alcune buone prassi di applicazione di lavoro in contesto classe. Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di scuola. Approfondimenti bibliografici AA.VV. (2013), ADHD a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti – LE GUIDE ERICKSON, Trento, Erickson. 21 Workshop Sabato Ianes D., Marzocchi G.M. e Sanna G. (a cura di) (2009), Facciamo il punto su… l’iperattività, Trento, Erickson. Shapiro L. (2015), ADHD: il mio libro di esercizi, Trento, Erickson. Quinn P.O. e Stern J.M. (a cura di) (2014), 50 giochi e attività per ragazzi con ADHD, Trento, Erickson DIS 48 SALA DEL FARO PRIMO PIANO Immaginabili risorse: quando i servizi generano valore sociale nel proprio contesto, l’inclusione diventa possibile. Esperienze concrete e indicazioni metodologiche Maurizio Colleoni (Psicologo, formatore e referente scientifico di «Immaginabili risorse») e Mauro Tommasini (Direttore cooperativa sociale «La Rete», Trento) Il workshop è dedicato a esplorare una logica di lavoro, in atto in numerose realtà del nostro Paese, che risulta essere particolarmente efficace nel rendere concreti i diritti di cittadinanza delle persone adulte con disabilità psicofisica e le loro possibilità di inclusione sociale. È una logica basata sulla capacità dei servizi e dei presidi attivi in questa area di generare valore sociale all’interno del proprio contesto di territorio. Cosa significa generare valore sociale? Significa adoperarsi per incrementare la qualità della vita della propria comunità locale, occupandosi di tematiche come ad esempio: convivere, nutrirsi, educare bambini e adolescenti, prendersi cura delle persone anziane, produrre cultura, e così via. Tutte le realtà che hanno operato in questa maniera hanno avviato scambi e collaborazioni efficaci con soggetti diversi attorno alle prassi psicopedagogica rivolte alla disabilità, incrementando le proprie capacità di azione e hanno visto crescere in misura considerevole e inaspettata le possibilità di sviluppo di prassi inclusive. Hanno inoltre aperto cantieri progettuali originali e creativi che hanno contribuito a rivitalizzare l’operato quotidiano dei servizi e ad arricchire l’ambito di esercizio della professionalità dei propri operatori. È una strada percorribile da tutte le realtà che si occupano di disabilità: enti pubblici, cooperative sociali, associazioni, fondazioni, ecc. Attorno a questa linea di orientamento si è attivata una rete di soggetti che ha scelto di chiamarsi «Immaginabili risorse», che ha già realizzato un primo meeting nazionale del 2014 e ne realizzerà un altro nel 2016. All’interno dello workshop verranno presentate diverse sperimentazioni nate all’interno della rete e verrà offerto un quadro di riferimenti scientifici e metodologici a supporto di questa modalità di agire. Destinatari principali: genitori, psicologi, educatori, assistenti sociali, operatori, responsabili e consulenti di servizi per la disabilità. 22 DIDA 49 SALA DELL’ANFITEATRO 1 PRIMO PIANO Oltre i curricoli con il metodo analogico Camillo Bortolato (Ideatore del metodo analogico intuitivo e insegnante di scuola primaria, Treviso) La sensazione degli insegnanti che usano il metodo analogico è di assistere a un progressivo alleggerimento del programma. Grazie agli strumenti i bambini bruciano nei primi giorni le tappe della programmazione perché hanno l’entusiasmo di voler conoscere tutto. Succede perché il metodo analogico è lo sguardo dall’alto. È la visione generale data «in anteprima», che permette poi di scendere nella foresta per approfondire ogni aspetto senza pericolo di smarrirsi. Così già in classe prima è possibile spaziare negli argomenti che seguiranno negli anni, sia in matematica, sia in tutte le altre materie. I bambini dall’alto volgono lo sguardo dove vogliono, scivolando oltre i confini dei curricoli. Si divertono a superare le tappe programmate. Avviene cioè un fenomeno di accelerazione che mette alla prova gli insegnanti stessi che si trovano ad essere non più «guide curricolari sul sentiero», ma «compagni di volo» dei bambini. Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria. Approfondimenti bibliografici Bortolato C. (2014), La via del Metodo Analogico, Trento, Erickson. Bortolato C. (2015), Primi voli in lettura, Trento, Erickson. Bortolato C. (2011), La linea del 20 – NUOVA EDIZIONE, Trento, Erickson. Bortolato C. (2012-2015), I compiti vanno in vacanza 1-4, Trento, Erickson. Bortolato C. (2013), Imparare le tabelline con il metodo analogico (strumento allegato) – Nuova edizione, Trento, Erickson. Bortolato C. (2009), Analisi grammaticale e logica al volo, Trento, Erickson. DIDA 50 SALA DELL’ARCO PRIMO TERRA Uso delle carte da gioco per promuovere competenze matematiche Ilaria Cervellin (Formatrice, insegnante di sostegno scuola primaria I.C. Camisano, Vicenza), Lorena Finato (Formatrice, insegnante di matematica scuola secondaria di primo grado IC Longare, Vicenza) e Flavio Fogarolo (Formatore, collaboratore Edizioni Centro Studi Erickson) Le carte da gioco rappresentano da generazioni una palestra di apprendimenti, e non solo in ambito matematico: sostengono il calcolo a mente, lo sviluppo di strategie, la stima di probabilità, ecc. L’uso didattico di questo strumento, in un ambito quindi di insegnamento/apprendimento strutturato e intenzionale, è alla base del lavoro che verrà presentato nel workshop, proponendo atti- Workshop Sabato vità consone ai bisogni di tutti gli allievi ma valorizzando sempre il contesto di gioco. Verranno presentati alcuni esempi di attività di questo tipo, sia tradizionali che elaborate e sperimentate appositamente, finalizzate all’apprendimento della matematica. I giochi sono graduati in base agli obiettivi e ai processi cognitivi da prevedere o da sostenere, dal semplice riconoscimento di quantità, di simboli e di valori, alla numerazione, al calcolo, alle strategie. I processi attivati e gli obiettivi previsti sono ovviamente legati all’età e alle competenze individuali e le carte da gioco ben si prestano per organizzare attività adeguate, inclusive e stimolanti per tutti, ma è fondamentale sceglierle in modo corretto. Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di scuola. Approfondimenti bibliografici Fogarolo F., Cervellin I. e Finato L. (2015), Matematica con le carte da gioco, Trento, Erickson. Fogarolo F. (2015), Giocadomino – Tabelline, Trento, Erickson. Fogarolo F. (2015), Giocadomino – Frazioni e numeri decimali, Trento, Erickson. Fogarolo F. (2015), Giocadomino – Operazioni entro il 100, Trento, Erickson. DIDA 51 PIANO TERRA SALA DEL TEMPIO 1 Potenziare le competenze aritmetiche e di calcolo Enrica Mariani e Manuela Pieretti (ASL Roma C) Può succedere che atipie e rallentamenti maturativi caratterizzino il percorso evolutivo di molti bambini, non necessariamente portatori di un disturbo, ma con una minore efficienza in talune abilità o nei processi che le sostengono. In queste situazioni è raccomandato che vengano proposte attività di potenziamento, attuate sull’intero gruppo classe, piuttosto che sul singolo. È importante che anche l’insegnante conosca lo sviluppo neuropsicologico delle competenze aritmetiche, che verrà approfondito durante il workshop, affinché possa calibrare e proporre attività mirate per potenziare aree specifiche di apprendimento dei numeri e dei calcoli a seconda delle necessità e del percorso didattico. Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado, logopedisti, psicologi. Approfondimenti bibliografici Caciolo C., Mariani E., Pieretti M. e Biancardi A. (2015), Percorsi di riabilitazione – Numeri e calcoli, Trento, Erickson. Biancardi A., Mariani E. e Pieretti M. (a cura di) (2013), Intervento logopedico nei DSA – la discalculia, Trento, Erickson. Mariani E., Pieretti M., Biancardi A. e Vari A. (2008), Numeri in gioco, Libro + gioco, Trento, Erickson. Butterworth B. (2011), Numeri e calcolo, Trento, Erickson. PSI/E 52 SALA DEL LAVATOIO PRIMO PIANO Costruire progetti contro la dispersione scolastica Salvatore Pirozzi (Dottore in Politiche del Territorio, maestro di strada, Napoli), Marco Rossi-Doria (Già Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione, Assessore alle Politiche del lavoro e della formazione professionale, Politiche educative, scolastiche e giovanili e Politiche di sviluppo nelle periferie, Comune di Roma) e Silvia Tabarelli (Insegnante di scuola primaria, Trento) Nell’ultimo decennio numerosi studi e ricerche in campo sociologico, psicologico e pedagogico hanno messo a fuoco la natura sistemica della dispersione scolastica descritta come l’esito negativo dell’interazione fra circostanze individuali e familiari, così come fra caratteristiche della scuola e dell’ambiente socio-culturale ed economico da cui provengono gli studenti. Tuttavia dentro e fuori dalla scuola sta maturando l’idea che per affrontare la dispersione tutto questo non basti. Due sono gli aspetti su cui si concentra il dibattito. Il primo riguarda il metodo. La valutazione della capacità di adattamento degli studenti alle attività scolastiche prende in considerazione separatamente gli aspetti del funzionamento cognitivo, dell’emotività, dell’identità, dell’adattamento sociale, delle relazioni famigliari, e altri fattori ancora. Attraverso gli strumenti di valutazione (test, interviste, questionari, checklist di osservazione, ecc.) si ottiene, generalmente, il profilo dello studente che mette in evidenza quali sono gli aspetti critici che lo espongono al rischio di insuccesso e di abbandono scolastico. Poiché il modello esplicativo che viene usato in questa operazione di valutazione è di tipo clinico-psicopedagogico, con i risultati si vuole spigare quale sia il «peso causale» di ciascuna delle componenti in gioco. Conseguentemente, sul piano dell’azione, si interviene agendo sulle diverse componenti per neutralizzarne gli effetti negativi previsti. Le proposte delle scuole, più o meno in collaborazione con soggetti esterni, sono corsi di recupero, percorsi di orientamento o ri-orientamento, lo sportello di consulenza psicologica, attività pomeridiane per l’aiuto nei compiti a casa, e altro ancora. Il problema è che, in questo modo, la dimensione personale profonda dello studente «disperso» o «a rischio», quella che ha a che fare con i suoi copioni esistenziali, rimane sullo sfondo, un implicito difficile da esplicitare. Ed è effettivamente difficile. Da qui la seconda questione in gioco: per evitare il rischio di «spersonalizzazione delle procedure», insito nella valutazione basata sulla «norma», a chi è impegnato nelle azioni di contrasto alla dispersione viene richiesto, come precondizione, di entrare in una dimensione riflessiva che sappia porre in termini complessi il rapporto tra agire, sapere, non sapere e imparare. Questo non significa disconoscere i contributi che la ricerca ci offre, piuttosto si tratta di ridisegnare l’orizzonte entro cui collocarli. Le coordinate culturali che ci possono orientare entro questo orizzonte sono la consapevolezza della propria povertà conoscitiva; l’assunzione dell’incertezza e del rischio di fallimento; il saper stare in una relazione che si basa sul riconoscimento dell’altro nella sua dignità di interlocutore, a prescindere dalla sua misurabilità; la ricerca di una dimensione comunicativa che lavora per la capability for voice. Destinatari principali: insegnanti, dirigenti scolastici, policy makers, pedagogisti, psicologi, educatori. 23 Workshop Sabato Approfondimenti bibliografici Mancini G. e Gabrielli G. (1998), TVD/Test di valutazione del disagio e della dispersione scolastica, Trento, Erickson. Cornoldi C., De Beni R., Zamperlin C. e Meneghetti C. (2005), amos 8-15 – Abilità e motivazione allo studio: Prove di valutazione per ragazzi dagli 8 ai 15 anni, Trento, Erickson. De Beni R., Moè A., Cornoldi C., Meneghetti C., Fabris M., Zamperlin C. e De Min Tona G. (2014), AMOS-Nuova edizione, Trento, Erickson. PSI/E 53 SALA DEI BASTIONI PRIMO PIANO Embodied Cognitive Science. La cognizione corporea tra formazione professionale e didattica inclusiva per competenze Paola Damiani (Università degli Studi di Torino ) e Filippo Gomez Paloma (Università degli Studi di Salerno) Il presente workshop intende presentare l’Embodied Cognitive Science (ECS), un nuovo paradigma scientifico in grado di offrire spunti concettuali e operativi per fronteggiare in modo più adeguato ed efficace la complessità dei processi formativi. L’ECS rappresenta, infatti, un solido costrutto frutto di contributi interdisciplinari che, secondo una visione multiprospettica, ha come «punto di partenza teorico non una mente che lavora su problemi astratti, ma un corpo che richiede una mente per farlo funzionare» (M. Wilson, 2002). La «nuova» didattica dell’inclusione, una didattica in grado di sostenere la complessità delle classi attuali e di valorizzare le differenze del funzionamento educativo e apprenditivo di tutti gli studenti, può essere fondata su alcuni principi cardine dell’ECS, offrendo nuove opportunità di professionalizzazione per i docenti. Il workshop intende trattare quelle aree di competenze professionali, lasciate tradizionalmente scoperte nei percorsi formativi (iniziali e in itinere) degli insegnanti, che parallelamente costituiscono aspetti-chiave e, al contempo, requisiti essenziali delle competenze trasversali che compongono il curricolo formativo degli studenti. Tali aree si riferiscono al ruolo del corpo, delle emozioni e delle dimensioni relazionali che contribuiscono a determinare atteggiamenti, opinioni e comportamenti alla base del «saper essere» persona competente, prima ancora di esercitare la professione di insegnante. Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di scuola, tutti i professionisti che si trovano a gestire la complessità dei processi di insegnamento-apprendimento del lavoro d’aula e della formazione nel panorama scolastico e universitario attuale. Approfondimenti bibliografici Gomez Paloma F., Damiani P. (201d), Cognizione corporea, competenze integrate e formazione dei docenti, Trento, Erickson. Gomez Paloma F., Ianes D. (a cura di) (2014), Dall’educazione fisica e sportiva alle prassi inclusive, Trento, Erickson. 24 PSI/E 54 SALA DEL PARCO PRIMO PIANO L’Educazione Razionale Emotiva Mario Di Pietro (Istituto di Terapia Cognitiva e Comportamentale, Padova) Durante il workshop si approfondirà l’Educazione Razionale Emotiva (ERE), un intervento psicoeducativo che ha origini nella Terapia Razionale Emotiva Comportamentale. L’ERE è una metodica fortemente ancorata alla ricerca e alla sperimentazione ed è quindi molto vicina alle procedure evidence based. Il suo scopo non è tanto quello di favorire nel bambino la conoscenza delle emozioni, quanto piuttosto di fargli acquisire la capacità di gestirle attraverso l’applicazione di tecniche ben specifiche di ristrutturazione cognitiva. Questo è ciò che differenzia l’ERE da altre procedure di educazione emotiva. Capire le emozioni significa essere consapevoli del rapporto tra mente ed emozioni, in altre parole conoscere ciò che, dentro la nostra testa, determina l’insorgenza e il mantenimento di una certa emozione. L’assunto di base dell’ERE è che non sono solo gli eventi esterni a determinare le nostre emozioni, ma soprattutto la rappresentazione mentale che di essi noi ci facciamo. Educatori e insegnanti possono quindi agire sul cuore del bambino agendo sulla sua mente, e tutto questo diventa possibile attraverso l’applicazione di giochi e attività appositamente strutturati. Destinatari principali: psicologi, educatori, insegnanti di scuola primaria e secondaria. Approfondimenti bibliografici Di Pietro M. (2015), L’educazione razionale-emotiva – NUOVA EDIZIONE, Trento, Erickson. Di Pietro M. (2015), La terapia razionale emotiva comportamentale, Trento, Erickson. Di Pietro M. (2015), L’ABC delle mie emozioni 4-7, Libro + CDROM, Trento, Erickson. Di Pietro M. (2015), L’ABC delle mie emozioni 4-7, CD-ROM, Trento, Erickson. Di Pietro M. (2014), L’ABC delle mie emozioni 8-13 – NUOVA EDIZIONE, Trento, Erickson. Di Pietro M. (2015), L’ABC delle mie emozioni 8-13, CD-ROM, Trento, Erickson. LOG 55 SALA DEL CASTELLO 2 PIANO TERRA Difficoltà ortografiche e uso strategico dei dettati Monja Tait (Psicologa e formatrice, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento) e Graziella Tarter (Logopedista, Trento) Nella scuola sono presenti molti bambini con difficoltà ortografiche, derivanti a volte da disturbi specifici di apprendimento, più spesso da difficoltà generalizzate o mancanza di esercizio. Inoltre sono molti anche i bambini stranieri per i quali l’apprendimento della corretta ortografia rappresenta spesso un ostacolo. All’interno delle metodiche didattiche il dettato si utilizza normalmente per verificare gli apprendimenti. L’obiettivo del Workshop Sabato workshop è quello di offrire una nuova prospettiva di uso dello strumento didattico del dettato quale mezzo finalizzato e specifico per l’apprendimento ortografico, che conduca il bambino, step-by-step, alla correttezza in scrittura. Si parlerà di strumenti che è possibile costruire in classe per veicolare l’apprendimento nella maniera più efficace, come il dettato a prevenzione d’errore corredato dalle indicazioni per la corretta gestione in classe e con il singolo. Saranno presentati anche strumenti per la valutazione del livello globale degli alunni e di quello raggiunto dal singolo attraverso dei dettati di verifica, e utili schede per l’alunno utilizzabili come esercizio in classe o a casa. Verranno poi illustrate le principali linee guida per il recupero mirato delle specifiche difficoltà ortografiche. Destinatari: insegnanti di scuola primaria, logopedisti, psicologi. Approfondimenti bibliografici Tarter G. e Tait M. (2015), Nuovi dettati – classi prima e seconda, Trento, Erickson Tarter G. e Tait M. (2015), Nuovi dettati – classe terza, Trento, Erickson Tarter G. e Tait M. (2015), Nuovi dettati – classi quarta e quinta, Trento, Erickson Tarter G. e Tait M. (2013), Il libro dei dettati, Trento, Erickson. DSA 56 SALA DEL PORTO PRIMO PIANO La prevenzione delle difficoltà grafo-motorie nella scuola dell’infanzia Marina Gortana (Ricercatrice nel campo dell’evoluzione grafica infantile) Il workshop tratterà l’importante tema della prevenzione della disgrafia nella scuola d’infanzia in quanto la capacità di scrittura necessita di abilità fino-motorie che devono essere acquisite e consolidate prima della frequenza alla scuola primaria: scrivere in modo illeggibile, infatti, compromette il rendimento scolastico, lo studio e l’autostima, perchè una scrittura lenta e impacciata è stressante e talvolta dolorosa. Si esaminerà il percorso grafico, dallo scarabocchio alla scrittura spontanea, in modo creativo e giocoso. Si descriveranno percorsi e strategie, in una modalità operativa e rispettosa delle potenzialità del singolo bambino, evitando schede operative preconfezionate che spesso vengono utilizzate in modo acritico e demotivante. Si rifletterà sul ruolo della manualità nello sviluppo e nell’equilibrio psico-fisico del bambino, depauperato di esperienze naturali e basilari preferendo esporlo a strumenti tecnologici poveri e privi di modalità socializzanti. Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia e del primo ciclo della scuola primaria. Approfondimenti bibliografici AA. VV. (2014), Le difficoltà grafo-motorie nella scrittura, Trento, Erickson. Corti E. (2013), Giochi e attività di pregrafismo, Trento, Erickson. PSI/E 57 SALA DEL PONTE 1 PRIMO PIANO Welfare di Prossimità. Cantieri di emancipazione sociale in divenire Francesco Messia (Servizio Studenti Disabili, Università di Bologna ) e Chiara Venturelli (Dottoranda presso l’Università di Bologna) Il workshop vuole essere un’occasione di sintesi finale di un percorso di ragionamenti e cantieri sviluppatosi negli ultimi due anni sul territorio nazionale riguardo al tema Welfare di Prossimità. Gli attori del progetto ricoprono ruoli diversi in diversi contesti nell’ambito del lavoro socio-sanitario. Nella pubblicazione che viene presentata in questo workshop prevale l’esperienza con persone disabili, dalla scuola all’inclusione lavorativa, in un’ottica che vuole andare oltre la specificità del tema disabilità, cercando soluzioni praticabili di fronte a un welfare che non esisterà più nelle forme che abbiamo conosciuto per non lasciare indietro nessuno. Nel corso del workshop si cercherà di confrontarsi su esperienze esistenti e/o da sperimentare in altri ambiti e territori, senza la pretesa di giungere a un pacchetto di soluzioni, ma con l’idea di attivare contaminazioni di prassi e di far emergere realtà di prossimità già esistenti, ma non pubblicizzate. Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di scuola, amministratori locali, dirigenti di servizi, operatori del terzo settore, imprenditori. Approfondimenti bibliografici Messia F. e Venturelli C. (a cura di) (2015), Il welfare di prossimità, Trento, Erickson. PSI/E 58 SALA DELL’OROLOGIO PRIMO PIANO L’advocacy con i minori seguiti dai servizi sociali. L’esperienza dei bambini e il ruolo del Portavoce Valentina Calcaterra (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano) e Paola Turroni (Operatore di Advocacy) Gli insegnanti a scuola si relazionano con bambini e ragazzi le cui situazioni, in alcuni casi, sono seguite dagli operatori dei servizi sociali a fronte di difficoltà familiari di vario genere e gravità. Non è inusuale avere in aula minori che sono stati allontanati dal proprio contesto familiare e collocati in affido presso un’altra famiglia o in comunità di accoglienza. Diverse ricerche condotte a livello internazionale hanno rilevato una significativa correlazione tra le difficoltà vissute dai minori in famiglia e il successo scolastico. I bambini e i ragazzi che vivono tali situazioni in molti casi sono consapevoli delle difficoltà che affrontano e di ciò che potrebbe aiutarli a stare meglio, e potrebbero dunque fornire nel merito preziose indicazioni agli adulti. Tuttavia non sempre sono in grado di parlare apertamente proprio con gli adulti che dovrebbero ascoltarli, perché timorosi delle conseguenze delle loro dichiarazioni o inconsapevoli delle opportunità. Ascoltare i minori è un dovere degli adulti sancito dalla Convenzione ONU 25 Workshop Sabato sui Diritti dell’Infanzia e il lavoro del Portavoce è finalizzato ad aiutarli a parlare con gli adulti responsabili del loro benessere. Nel workshop si presenteranno le prime esperienze di lavoro del Portavoce professionale con bambini e ragazzi seguiti dai servizi sociali, anche in ambito scolastico. Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, educatori impegnati nelle attività di sostengo relazionale a scuola, psicologi, assistenti sociali, operatori di cooperative o associazioni impegnate nell’ambito scolastico. Approfondimenti bibliografici Calcaterra V. (2014), Il portavoce del minore, Trento, Erickson. BES 59 SALA DEL CASTELLO 1 PIANO TERRA 7 punti chiave per la didattica inclusiva: libri di testo e metodologie efficaci in classe Silvia Moretti (Responsabile Coordinamento culturale - Area Didattico-educativa, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento) e Francesco Zambotti (Responsabile Sezione Scuola, Ricerca e Sviluppo, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento) Come fare in modo che il libro di testo utilizzato in classe possa essere punto di partenza per una didattica inclusiva, volta a incentivare l’apprendimento e la partecipazione di tutti, a maggior ragione degli alunni che presentano Bisogni Educativi Speciali? Attivando e potenziando 7 punti chiave, 7 dimensioni didattiche che fanno riferimento a metodologie efficaci, che inneschino processi inclusivi in classe: valorizzare il ruolo dei compagni di classe; adattare i materiali e le modalità di fare lezione per facilitare l’accesso e l’elaborazione; utilizzare mappe, schemi e aiuti visivi; potenziare i processi cognitivi; sviluppare metacognizione e metodo di studio; porre attenzione agli aspetti emotivo-motivazionali; garantire valutazione, verifica e feedback adeguati. In tal modo – partendo dalla conoscenza delle dinamiche del gruppo classe e dalle differenze individuali che lo compongono – è possibile accogliere e valorizzare le esigenze di bambini con potenzialità diverse, creando un «punto di contatto» con la necessità di personalizzazione/individualizzazione e facilitando gli apprendimenti di tutti. Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di scuola. Approfondimenti bibliografici AA.VV. (2015), BES a scuola, Trento, Erickson. Ianes D. e Cramerotti S. (a cura di) (2013), Alunni con BES – bisogni educativi speciali, Trento, Erickson. Pontalti B. e Zambotti F. (2014), PRIME MAPPE, Trento, Erickson. 26 DSA 60 SALA DELL’ANFITEATRO 2 PRIMO PIANO Dislessia: attività metacognitive per la scuola primaria Federica Brembati e Roberta Donini (AbilMente, Studio Associato di Psicologia e Pedagogia, Cassano d’Adda, Milano) La ricerca ha dimostrato che gli alunni con dislessia manifestano svariati deficit legati alla metacognizione: alcuni presentano limiti di riflessione sui processi, altri difficoltà di controllo dell’attività cognitiva, altri ancora scarse conoscenze e un inefficace uso di strategie specifiche volte a gestire le singole competenze. È importante quindi dare un’impostazione metacognitiva alla didattica al fine di valorizzare le capacità di pensare e apprendere del bambino e di sostenere la sua motivazione all’apprendimento e all’autorealizzazione. Adottando un approccio metacognitivo, infatti, non ci si limita a trasmettere delle nozioni nuove o diverse, ma si insegna all’intero gruppo classe, e in particolare all’alunno dislessico, come fare a imparare delle nuove nozioni o delle nuove conoscenze, in maniera più strategica e funzionale. Durante il workshop si offriranno spunti di riflessione sul tema e si proporranno attività operative per la scuola primaria che mirano ad aiutare il bambino con dislessia nell’apprendimento e ad aumentare il suo benessere emotivo. Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria. Approfondimenti bibliografici Grenci R. (2013), Capire la mia dislessia, Trento, Erickson. Molin A., Poli S. e Friso G. (2011), Migliorare le abilità di lettura in 15 unità, Trento, Erickson. PSI/E 61 PRIMO PIANO SALA DELL’ARENGO Bullismo e mondo digitale: viaggio emotivo e cognitivo nella realtà del cyberbullying Serena Valorzi (Psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, Trento) Siamo partiti dal bullo a scuola, accompagnato da due gregari mingherlini che spintona, umilia e ruba soldi e merendine per arrivare ora a una declinazione ben più aggressiva del bullismo che si veicola in rete. Il cyberbullying si nutre di non-cultura di internet e dei social network, di inconsapevolezza delle dinamiche relazionali, di sguardo di parte, poco lucido, di emozioni vivaci, di triangoli drammatici contenuti nel nostro stesso linguaggio che identifica vittime, persecutori e salvatori e mette in scacco la nostra capacità di validare emozioni senza esserne travolti, di trovare soluzioni relazionali a un fenomeno che lascia profonde e, spesso, indelebili ferite, anche in età adulta. Così, questo workshop si propone come viaggio sia teorico che esperienziale (con analisi di casi reali) nella realtà del cyberbullying, in cui osservare, comprendere e fare i conti con le nostre emozioni e convinzioni, alla scoperta dell’impatto delle tecnologie di informazione e comunicazione, delle differenze tra cultura Workshop Sabato dell’offesa e strategie di offesa sistematica e delle possibilità di prevenzione attraverso il potenziamento di empatia e assertività. Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di scuola, educatori, psicologi. Approfondimenti bibliografici Facci M., Valorzi S. e Berti M. (2013), Generazione Cloud, Trento, Erickson. DIS 62 SALA DEL PONTE 2 PRIMO PIANO Il valore della disabilità. La ricerca-azione come opportunità di crescita del sistema scolastico M. Rosci, P. Ruggiero, L. d’Agosta e M. Scarabotti (Sysform Associazione Culturale, Roma) UST – Torino e territorio: politiche per una cultura dell’inclusione. Esempi di buone pratiche A. Capra, S. Coccolo e A. Catania (USR – Ufficio V Ambito Territoriale, Ufficio Inclusione, Torino) «La Butega di Tabec». La coscienza di un luogo come bussola educativa e di comunità A. Mengozzi (IC San Biagio, Ravenna) La fatica di studiare P. Badiali (ISI Cavazzi, Modena) Le animazioni del Calamaio. 30 anni di incontri con la diversità per favorire l’inclusione scolastica Claudio Imprudente (Presidente onorario Centro Documentazione Handicap, Bologna ) e gli animatori del Progetto Calamaio Da sempre gli animatori del Progetto Calamaio sostengono che ciò che può produrre un cambiamento culturale sono l’incontro e la relazione che, attraverso la conoscenza di ciò che è diverso, riduce i pregiudizi e le paure che da essi derivano. Durante il workshop i partecipanti potranno assistere a una delle animazioni che in 30 anni di lavoro il gruppo Calamaio ha portato in migliaia di scuole. Successivamente, prendendo spunto da ciò che l’animazione ha suscitato nei partecipanti, sarà attivata una riflessione condivisa sugli elementi che permettono una reale inclusione scolastica. Destinatari: insegnanti di ogni ordine e grado di scuola, educatori, operatori, psicologi. Approfondimenti bibliografici Imprudente C. (2003), Una vita imprudente, Trento, Erickson. PRIMO PIANO BES SALA DELLA VECCHIA PESCHERIA Sessione C (workshop 63) – Buone Prassi di integrazione scolastica e sociale Presiede la sessione: Angela Cattoni (Edizioni Centro Studi Erickson, Trento) Interventi psicoeducativi nella disabilità adulta grave M. Coppa, M. Babini, L. Pozzi, F. Cangini, F. Masotti e A. Piva (Consorzio Selenia, Ravenna) S.O.L.E. IN SOMMA. Un ambiente di apprendimento digitale made in Italy M. Pagani e M. Locatelli (Comune di Somma Lombardo, Varese) Museo accessibile. Progetti inclusivi al Museo Marino Marini di Firenze C. Bucci e C. Lachi (Museo Marino Marini, Firenze) SABATO 14 NOVEMBRE DALLE 17.00 ALLE 19.00 DIDA 64 SALA DEL BORGO PRIMO PIANO La didattica in classe per studenti ad altissimo potenziale intellettivo Federica Mormando (Psichiatra, psicoterapeuta, Presidente di Eurotalent Italia, vicepresidente di Eurotalent, OING con statuto rappresentativo presso il Consiglio d’Europa) I bambini ad altissimo potenziale intellettivo hanno capacità percettive, intellettive e una sensibilità non comuni: un mix ancora poco definibile di intuizione, abilità e peculiarità. Mentre gli altri bambini faticano per comprendere il valore dei numeri, loro eseguono operazioni aritmetiche e risolvono problemi che nessuno gli ha proposto, ma che vedono spontaneamente nella vita quotidiana. Oppure, mentre i loro compagni di classe iniziano a leggere le prime frasi, loro divorano già interi volumi di centinaia di pagine. Partendo da alcune caratteristiche proprie alla maggioranza dei bambini ad altissimo potenziale intellettivo, durante il workshop si approfondiranno le modalità di formazione e insegnamento più opportune per loro, sia dal punto di vista strettamente didattico, sia da quello del comportamento. Si descriveranno inoltre, in linea teorica e soprattutto con esempi concreti, esperienze di insegnamento a questi allievi, sia individuale sia in classe. Ci sarà un accenno alla prima infanzia, con esempi di bambini ad altissimo potenziale intellettivo di 3-5 anni, e si descriveranno esperienze (ripetibili) con alunni della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado. Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, educatori. 27 Workshop Sabato Approfondimenti bibliografici Mormando F. (2011), I bambini ad altissimo potenziale intellettivo, Trento, Erickson. PM 65 SALA DELLO SQUERO PRIMO PIANO La psicomotricità nella scuola primaria. Il corpo e lo sviluppo delle attività simboliche e narrative Anton Maria Chiossone (Presidente Nazionale ANUPI Educazione), Aurelia Enrica Lusetti (ANUPI Educazione) e Silvia Reghitto (ANUPI Educazione) La psicomotricità può offrire al bambino l’opportunità di «radicarsi» nel piacere del corpo e del gioco, aprendosi più facilmente alle attività simboliche e narrative. Dall’osservazione e dall’analisi delle produzioni verbali, grafiche e autobiografiche dei bambini coinvolti in progetti longitudinali d’intervento psicomotorio si evidenzia come la psicomotricità faciliti il passaggio dall’azione alla rappresentazione, favorisca lo sviluppo cognitivo e la consapevolezza di sé, apra alla comunicazione e condivisione, alimenti il piacere della scrittura autobiografica. Destinatari principali: genitori, insegnanti, pedagogisti, psicologi, educatori, TNPEE, dirigenti scolastici, pediatri. Approfondimenti bibliografici Colina D. (2015), 150 giochi in movimento, Trento, Erickson. Riccio V. (2011), Laboratorio delle attività motorie, Trento, Erickson. Poggia C. e Giannelli P. (2006), Motricità consapevole con i bambini, Trento, Erickson. ICT 66 SALA DELLA MARINA PRIMO PIANO I social network nell’educazione Maria Ranieri (Università degli Studi di Firenze) Nella storia recente delle tecnologie digitali uno dei fenomeni più significativi è stato quello della nascita dei cosiddetti social media e, in particolare, dei social network. L’ampia diffusione di queste tecnologie sta sollevando nuovi interrogativi anche sul versante educativo. Trattandosi di artefatti che mediano le relazioni sociali e l’accesso alle informazioni, il loro impiego ha un impatto sulla vita socio-relazionale delle persone e sulle modalità di fruizione e produzione della conoscenza. Il problema può essere affrontato distinguendo tre dimensioni rilevanti: l’educazione ai social network, l’apprendimento e la formazione con i social network. Durante il workshop si approfondiranno queste tre tematiche, con un’attenzione sia agli aspetti teorici sia a quelli applicativi, nell’ottica di fornire ai partecipanti le coordinate metodologiche e operative utili per orientarsi nei nuovi scenari delineati dai social network. 28 Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di scuola, policy makers, pedagogisti, educatori. Approfondimenti bibliografici Ranieri M. e Manca S. (2013), I social network nell’educazione, Trento, Erickson. Calvani A., Fini A. e Ranieri M. (2010), La competenza digitale nella scuola, Trento, Erickson. BES 67 SALA DEL FARO PRIMO PIANO Disprassia evolutiva, disturbo della coordinazione motoria e processi di apprendimento Marisa Bono (Pedagogista e psicologa, Associazione AIDEE) e Carlo Muzio (Neuropsichiatra Infantile, Associazione AIDEE e Università di Pavia) La definizione del termine «disprassia» in età evolutiva permane controversa: negli ultimi anni nella clinica troviamo frequentemente casi di bambini con «disprassia» e/o con caratteristiche attribuibili a «disturbi evolutivi della funzione motoria» (ICD10) che in letteratura sono spesso definiti «disturbi della coordinazione motoria» (DSM-5). Nel workshop si definiranno le caratteristiche di questi disturbi e le loro manifestazioni al fine di cogliere la natura delle difficoltà prassiche nel corso dello sviluppo e fornire indicazioni per svilupparne le abilità carenti. Verranno illustrate le modalità di valutazione dei disturbi dell’organizzazione prassica e delle funzioni motorie considerando la correlazione evolutiva tra sviluppo motorio, linguaggio e processi cognitivi (circuito azione-percezione-cognizione). Nella seconda parte saranno presentate le difficoltà scolastiche dei bambini disprassici attraverso filmati e dimostrazioni dei materiali didattici necessari per compensare le difficoltà esecutive e visuo-spaziali. Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria, educatori, psicomotricisti, TNPP e clinici dell’età evolutiva. Approfondimenti bibliografici Mariani E., Marotta L. e Pieretti M. (a cura di) (2009), Presa in carico e intervento nei disturbi dello sviluppo, Trento, Erickson. Kurz L.A. (2006), Disturbi della coordinazione motoria, Trento, Erickson. DIS 68 SALA DEL PONTE 1 PRIMO PIANO Le pluridisabilità in condizione di particolare gravità: presentazione di studi di caso Patrizia Ceccarani (Lega del Filo d’Oro Onlus, Osimo, Ancona), Mauro Mario Coppa (Lega del Filo d’Oro Onlus, Osimo, Ancona), Nicoletta Marconi (Lega del Filo d’Oro Onlus, Osimo, Ancona), Carlo Ricci (Istituto Walden di Roma e Bari) e Catia Sartini (Lega del Filo d’Oro Onlus, Osimo, Ancona) Workshop Sabato Sono ormai cinquant’anni che la Lega del Filo d’Oro offre i propri servizi alle persone con disabilità plurime in situazioni di particolare gravità. L’alta specificità permetterà alla Lega di dedicare questi cinquant’anni di attività ad accrescere le proprie competenze, accumulare gradi di esperienza unici nel nostro Paese e divenire un Centro di eccellenza per l’educazione e la riabilitazione delle persone con disabilità multiple e pluriminorazioni sensoriali. Il costrutto di «specificità» non riguarda solo l’utenza del Centro di Riabilitazione, ma si estende allo sviluppo di un modello d’intervento che fin dalle sue origini ha la proprietà di configurarsi come un approccio integrato nel senso biopsico-educativo-sociale. La presa in carico della persona con disabilità è globale. Durante il workshop un’accurata selezione di studi di caso illustrerà ai partecipanti i principi applicativi e fornirà spunti di riflessione e indicazioni pratiche per arricchire il patrimonio di idee per chi, quotidianamente, si occupa di migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Destinatari principali: genitori, insegnanti di sostegno, neuropsichiatri infantili, psicologi, logopedisti, terapisti della riabilitazione, terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, educatori professionali. Approfondimenti bibliografici Benedan S. e Faretta E. (2006), Pluridisabilità e vita quotidiana, Trento, Erickson. Benedan S. e Faretta E. (2008), Pluridisabilità e vita scolastica, Trento, Erickson. DIDA 69 SALA DELL’ANFITEATRO 1 PRIMO PIANO Leggere al volo con il metodo analogico Camillo Bortolato (Ideatore del metodo analogico intuitivo e insegnante di scuola primaria, Treviso) «Leggere in un giorno e scrivere in un anno» è la rivoluzione del metodo analogico che sostituisce il binomio equivoco della letto-scrittura. Le due competenze infatti procedono con tempi e modalità opposte. La lettura richiede intuizione e rapidità e può essere alla portata anche di bambini della scuola dell’infanzia. Diversamente la scrittura richiede disciplina studio e lentezza ed è il vero programma di crescita umana della classe prima della scuola primaria. Viene così riabilitata una dicotomia epistemologica e di contenuto, speculare a quella tra calcolo mentale e calcolo scritto. Durante il workshop verranno presentati gli strumenti di questo cambiamento: un abbecedario e un libricino scritto in caratteri speciali, da leggere immediatamente. Imparare a leggere il primo giorno desterà lo stupore di ogni bambino e rappresenterà una possibilità di liberazione per i bambini dislessici, persi nell’infinita foresta della didattica. Così voleva Pinocchio che, recandosi a scuola con il suo abbecedario sottobraccio, diceva: «Oggi imparo a leggere e dopodomani a far di conto». Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria. Approfondimenti bibliografici Bortolato C. (2015), Primi voli in lettura, Trento, Erickson. Bortolato C. (2015), Primi voli in lettura – Abecedario murale, Trento, Erickson. Bortolato C. (2013), Primi voli, Trento, Erickson. Bortolato C. (2015), Primi voli, CD-ROM, Trento, Erickson. Bortolato C. (2014), La via del Metodo Analogico, Trento, Erickson. Bortolato C. (2010), Concentrazione e serenità con le cornicette e i mandala, Trento, Erickson. Bortolato C. (2011), La linea del 20 – NUOVA EDIZIONE, Trento, Erickson. BES 70 SALA DELL’ARENGO PRIMO PIANO Prodotti multimediali autocostruiti per l’inclusione Gianfranco Campagna (Istituto Comprensivo Gramsci di Venezia Campalto) e Flavio Fogarolo (Formatore, collaboratore Edizioni Centro Studi Erickson) Tra le competenze dell’insegnante di sostegno c’è senza dubbio anche la capacità di usare in modo esperto e consapevole le nuove tecnologie didattiche, piegandole alle esigenze degli alunni con esigenze educative particolari per favorire, con la classe, un contesto di apprendimento strutturalmente inclusivo. Il workshop affronta in particolare il tema dei prodotti multimediali autocostruiti quale campo privilegiato di sperimentazione e creatività didattica, fornendo indicazioni operative e suggerendo sistemi autore semplici ma efficaci, spesso gratuiti, che consentono all’insegnante di implementare percorsi didattici di qualità in tempi ragionevoli. Alcune riflessioni sono state sviluppate in occasione dei corsi di specializzazione per il sostegno che prevedono proprio, a conclusione delle attività formative sulle TIC, la realizzazione di «un prodotto multimediale finalizzato alla didattica speciale con l’uso delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione (TIC)». Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di scuola. Approfondimenti bibliografici Fogarolo F., Campagna G. (2015), Costruire materiali didattici multimediali, Trento, Erickson. AUT 71 PRIMO PIANO SALA DEL LAVATOIO Educare all’affettività per una sessualità consapevole nei disturbi dello spettro autistico Paolo Cornaglia Ferraris (Medico pediatra, direttore della collana Erickson «Io sento diverso». Editorialista La Repubblica L’Espresso, Genova), Giorgio Gazzolo (Medico, collaboratore di giornali e riviste), Davide Moscone (Presidente Associazione Spazio Asperger Onlus, Roma ) e David Vagni (Vicepresidente Associazione Spazio Asperger Onlus, Roma) 29 Workshop Sabato Bambini e ragazzi Asperger sono segnalati dai genitori come incapaci di esprimere e comunicare la propria affettività, oppure di avere grandi difficoltà a gestirla. Misurare il comportamento affettivo per quantificare le difficoltà riferite è un problema aperto della ricerca scientifica attuale. Uno studio pubblicato nel 2014 (Sofronoff K., Lee J., Sheffield J., Attwood T., The construction and evaluation of three measures of affectionate behaviour for children with Asperger’s syndrome) ha utilizzato focus group formati da genitori ed esperti, da cui sono derivate proposte per tre tipi di questionari, sviluppati tenendo conto della letteratura scientifica disponibile: AOQ - Affection for Others Questionnaire, AYQ - Affection for You Questionnaire e GAQ - General Affection Questionnaire. Le misure sono state completate da 131 genitori di bambini con diagnosi certa di Asperger. I risultati dicono che molti bambini Asperger hanno difficoltà a gestire relazioni affettive che impattano sulle loro attività quotidiane e sulle relazioni con gli altri. Durante il workshop si affronterà il tema degli interventi psicoeducativi utilizzati per aiutare i giovani nella scoperta dell’affettività. Dopo aver provato a rispondere ai tre questionari, i partecipanti ascolteranno dalla voce adulta di una persona Asperger il racconto di esperienze di vita significative. Dibattito e conclusioni permetteranno di capire limiti e potenzialità dei protocolli in uso e prospettive di ulteriori sviluppi. Destinatari principali: insegnanti di scuola secondaria di primo e secondo grado. Approfondimenti bibliografici Andrich S., Turrini M. (2015), SOS esame terza media, Trento, Erickson. Friso G., Amadio V., Paiano A., Russo M.R., Cornoldi C. (2011), Studio efficace per ragazzi con DSA, Trento, Erickson. Prandolini C. e Daffi G. (2015), Organizzare la classe con il metodo START, Trento, Erickson. PSI/E 73 SALA DELL’ARCO PIANO TERRA Competizione? No, collaborazione! Come educatori e insegnanti possono rispondere, insieme, alla complessità del sistema scuola Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, educatori, operatori sociali, psicologi, terapeuti. Matteo Calliari (Educatore Scolastico, Società Cooperativa Sociale Progetto 92, Trento) e Eleonora Pedron (Educatrice Scolastica, Società Cooperativa Sociale Progetto 92, Trento) Approfondimenti bibliografici Reynolds K.E. (2014), Sessualità e autismo, Trento, Erickson. Wrobel M. (2013), Laboratorio autonomia nell’autismo, Trento, Erickson. Lawson W. (2005), Sesso e sessualità nei disturbi autistici, Trento, Erickson. Il mondo scolastico attuale è lo specchio di una società caratterizzata da crescente complessità. Fenomeni importanti si intrecciano in un processo apparentemente caotico e disorientante: la crescente multiculturalità, la pervasività dei nuovi media quali strumenti di trasformazione del tradizionale modo di stare in relazione, il delicato momento economico nazionale, la marginalità che sembra investire valori e riferimenti «tradizionali». Tutto questo ha come diretta conseguenza la messa in discussione di soluzioni standardizzate, di protocolli educativi e didattici universalmente validi, e porta in primo piano l’esigenza di rivolgere l’attenzione al singolo individuo, al suo contesto di vita, alle sue aspettative, potenzialità e bisogni. Così nella scuola, accanto all’insegnante, storico protagonista dell’azione educativa istituzionale, iniziamo a trovare l’educatore, caratterizzato da una professionalità fondata sul «sapere, saper essere e saper fare». L’incontro tra queste due figure può rappresentare una risposta efficace alla gestione della complessità della scuola? Concretamente quali sono le buone prassi di integrazione tra le competenze dell’uno e dell’altro? Quali gli interventi realizzabili? L’intento di questo workshop è quello di proporre una chiave di lettura in questo senso e di cercare insieme possibili risposte a questi interrogativi. DSA 72 SALA DEL TEMPIO 1 PIANO TERRA Abilità di studio per ragazzi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento alla scuola secondaria Silvia Andrich (Psicologa dell’età evolutiva e formatrice Edizioni Centro Studi Erickson, Trento) e Massimo Turrini (Psicologo, Ricerca e Sviluppo, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento) Per tutti i ragazzini, approdare alla scuola secondaria significa veder crescere il carico di lavoro; le materie aumentano e gli apprendimenti si fanno più astratti e meno strumentali. Sommato a tutto questo, si deve considerare l’impatto sociale: i professori al posto dei maestri, nuovi compagni, nuovi spazi, l’adolescenza che si fa largo tra i banchi, ecc. Un ragazzo con DSA, oltre a incontrare queste stesse difficoltà, porta con sé le sue fragilità. È bene quindi attrezzarsi con un metodo di studio forte che permetta fin da subito di orientarsi nella nuova dimensione-scuola. Da una felice esperienza, più volte replicata, gli autori del libro SOS Esame di terza media offrono degli spunti per gestire tutto ciò che può essere utile per uno studio efficace con ragazzi con Disturbo Specifico dell’Apprendimento: dalla gestione dello 30 spazio, alla gestione del tempo, alla modalità di studio più proficua passando dalla lettura veloce alla schematizzazione, non tralasciando gli aspetti emotivi. Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di scuola, educatori. Workshop Sabato BES 74 SALA DEL TEMPIO 2 PIANO TERRA Nessuno è escluso. Il Metodo Feuerstein e le metodologie attive in risposta ai Bisogni Educativi Speciali Maria Luisa Boninelli (Formatrice ICSEM - International Center for Studies on Educational Methodologies) e Chiara Chicco (Mediation ARRCA e ICSEM, Torino) Insegnare significa produrre migliori risultati nell’apprendimento per tutti gli alunni. A prescindere dalle situazioni di disabilità o disturbo vere e proprie, le difficoltà di apprendimento sono una componente strutturale del nostro sistema di istruzione. Qualsiasi efficace strategia d’insegnamento deve partire dalla conoscenza delle modalità di funzionamento dei singoli allievi, in modo da conoscerne e contenerne le difficoltà da un lato, e valorizzarne le potenzialità dall’altro. Per assicurare il successo formativo anche a quegli alunni con funzionamenti problematici è quindi necessario «aguzzare l’ingegno», attrezzarsi con risorse, metodi e strumenti per la personalizzazione e l’individualizzazione dell’apprendimento in modo da non lasciare indietro nessuno. In tutto questo processo è fondamentale il compito del docente nel favorire lo sviluppo delle abilità sociali, rivestendo un ruolo di mediatore e facilitatore per il potenziamento delle abilità cognitive di tutti. Saper riflettere sui processi cognitivi, riconoscere le proprie strategie e valutarne gli esiti, saper scegliere le strade migliori crea le condizioni per un’emancipazione dell’alunno con BES dalla dipendenza dell’adulto e in buona parte anche dalle limitazioni imposte dal disturbo o dalla difficoltà. L’autonomia giova a tutti gli alunni, e ancor più a coloro che manifestano difficoltà. In questo percorso, è importante che l’insegnante sappia analizzare gli stili di apprendimento dell’alunno, la sua motivazione, gli interessi, le attitudini e li sappia mettere in relazione con le caratteristiche dei contenuti disciplinari, per armonizzare al massimo queste due dimensioni. In questo modo, egli potrà più facilmente percepire la propria autoefficacia, affrontando con successo tanto i compiti che gli sono congeniali quanto i contenuti di apprendimento nei modi a lui più consoni. Lo scopo del workshop è di presentare la progettazione didattica orientata all’inclusione attraverso studi di caso ed esempi pratici di adozione di strategie e metodologie favorenti l’apprendimento, lo sviluppo metacognitivo, il miglioramento relazionale e comunicativo attraverso il Metodo Feuerstein e le metodologie attive. Destinatari principali: educatori e insegnanti di scuola primaria e secondaria. Approfondimenti bibliografici Feuerstein R., Feuerstein R.S., Falik L.H. e Rand Y. (2013), LPAD: Learning Propensity Assessment Device, Trento, Erickson. Feuerstein R., Feuerstein R.S., Falik L. e Rand Y. (2008), Il Programma di Arricchimento Strumentale di Feuerstein, Trento, Erickson. Minuto M. e Ravizza R. (2008), Migliorare i processi di apprendimento, Trento, Erickson. LOG 75 SALA DEL CASTELLO 2 PIANO TERRA Attività riabilitative per la comprensione del testo Helga Marino (Psicologa e psicoterapeuta, Cles, Trento) e Graziella Tarter (Logopedista, Trento) Per un intervento riabilitativo competente per le difficoltà di comprensione del testo non è sufficiente una evidenza del disturbo a livello scolastico: il soggetto deve essere valutato secondo un percorso che conduca alla conoscenza delle funzioni diverse ma interdipendenti che sostengono il processo. È anche necessario che siano note le basi teoriche del processo cognitivo, le prospettive di studio e le ricerche che hanno condotto a riconoscere le evidenze più documentate rispetto alla efficacia degli interventi riabilitativi. Tutto questo richiede conoscenze diverse e interprofessionali che in questo workshop verranno sviluppate attraverso la presentazione di flow chart di tipo diagnostico e decisionale per individuare e sostenere la specificità dell’intervento. Saranno presentati utili materiali che affrontano i diversi aspetti funzionali implicati e che possono condurre con gradualità alla risoluzione delle difficoltà di comprensione del testo scritto. Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado, logopedisti, psicologi. Approfondimenti bibliografici Tarter G., Marino H. e Tait M. (2015), Percorsi clinici di logopedia – La comprensione del testo, Trento, Erickson. Gaggioli c. (2015), Comprensione e produzione del testo per alunni con DSA, Trento, Erickson. DIDA 76 SALA DEL PONTE 2 PRIMO PIANO Radio Magica: come usare la radio per imparare, divertirsi e includere Sabrina D’Orsi (Università Ca’ Foscari, Venezia), Maria Grazia Lamparelli (Psicologa e Psicoterapeuta, Cooperativa Sociale Onlus Hattiva Lab, Udine) e Elena Rocco (Radio Magica) In molti paesi la web radio è utilizzata in classe come ambiente di apprendimento per stimolare tutti i canali sensoriali oggi pesantemente dominati dal visivo. La web radio è uno strumento didattico flessibile, utilizzabile per ascoltare oppure per la produzione radiofonica. Entrambi gli approcci fanno leva su metodologie quali l’apprendimento cooperativo, il gioco di ruolo, il problem solving e mirano a offrire un contesto di apprendimento inclusivo, innovativo, divertente e, al tempo stesso, capace di stimolare competenze creative, cognitive e linguistiche, valorizzando gli aspetti più sottili come l’autostima. Nella prima parte del workshop si approfondiranno i fondamenti dell’attenzione uditiva, verranno presentati i due approcci (radio come ascolto e produzione) e saranno proposti esempi concreti di utilizzo della web radio diversificati in base all’età e ai Bisogni Educativi Speciali. Nella seconda parte del workshop si illustreranno i contenuti free su Radio Magica e i tutorial sui 31 Workshop Sabato software di registrazione e montaggio e sulle piattaforme di pubblicazione dei contenuti audio per usare la radio in classe; verranno inoltre proposti esercizi pratici di base per la creazione di contenuti audio mono e multitraccia con l’uso del software free Audacity e di piattaforme di condivisione come Spreaker. Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, educatori e insegnanti di sostegno. PSI/E 77 SALA DEL PARCO PRIMO PIANO La fiducia per crescere e apprendere Cristina Ambrogetti (Insegnante, Istituto Comprensivo Statale n.1 Intercomunale Ravenna-Cervia), Andrea Dalle Crode (Psicologo, psicoterapeuta e musicoterapeuta) e Ornella Dulcini (Pedagogista, CDE Cesena) La fiducia: c’è chi l’accorda, chi la riceve, chi la corrisponde, chi la merita e chi ne ha bisogno. L’atto di accordare fiducia può trasformarsi da momento isolato a fattore generativo di legami che, grazie a influenze virtuose, diventano connessioni e reti all’interno del gruppo classe. Il workshop sarà focalizzato sull’individuazione e sull’impiego di una pluralità di strumenti mediatori utili nelle classi di scuola primaria a elevato tasso di eterogeneità per facilitare una progettualità capace di affrontare le emergenze senza perdere di vista un orizzonte di strategia: la «risoluzione del problema del singolo» può diventare coevoluzione e risorsa per tutti. Ciò presuppone la collaborazione fra diverse professionalità e ruoli sociali. Sarà rivolta una particolare attenzione alla pratica consapevole della cittadinanza attiva, conquista preziosa per la vita, in riferimento anche alle Indicazioni nazionali per il curricolo. Il workshop si concluderà con un’esercitazione pratica che consisterà nell’illustrazione di una metodologia di intervento con il «mediatore musica». Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria, dirigenti scolastici, educatori. Approfondimenti bibliografici Ambrogetti C. (2015), Fiducia e educazione, Trento, Erickson. PSI/E 78 SALA DELL’OROLOGIO PRIMO PIANO Scuola e tutela dei minori: buone pratiche e relazioni per il benessere di bambini e ragazzi Francesca Corradini (Assistente Sociale, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano) e Letizia Rossi (Assistente Sociale, Servizio Socio-Educativo Assistenziale, Comune di Modena) A molti insegnanti capita di chiedersi se una situazione problematica rilevata in classe sia da segnalare ai Servizi sociali. Può trattarsi di un bambino che arriva a scuola con dei lividi o sempre sporco, o di un ragazzo che frequenta una compagnia 32 legata alla droga, o di un minore che frequenta saltuariamente o che spesso si presenta in aula emotivamente scosso. Cosa fare in questi casi? Quali sono gli indicatori che devono destare preoccupazione? È bene segnalare la situazione ai Servizi sociali? Cosa può accadere dopo? All’interno del workshop si affronterà il delicato tema delle relazioni tra famiglie, scuola e Servizi sociali quando si presentano agli insegnanti situazioni problematiche che possono far pensare a condizioni di rischio o pregiudizio per i minori. Attraverso la discussione di alcune situazioni esemplificative e a partire da indicazioni di buone prassi consolidate, verranno illustrati alcuni percorsi e strumenti che possono sostenere gli insegnanti nella lettura dei comportamenti problematici di bambini e ragazzi e agevolare la comunicazione tra i diversi attori coinvolti, allo scopo di garantire la tutela dei minori. Si prenderà in considerazione, in particolare, quali sono i principali indicatori di rischio e i segnali di protezione rispetto al benessere di bambini e ragazzi, quali sono i principali percorsi di aiuto che si possono costruire in collaborazione con le famiglie, in quali situazioni è opportuno segnalare una situazione ai Servizi sociali e con quali modalità, in quali situazioni è obbligatorio segnalare all’Autorità Giudiziaria e quali sono i possibili scenari che si potrebbero aprire in seguito alle differenti segnalazioni. Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di scuola, operatori sociali coinvolti a vario titolo nel mondo della scuola. Approfondimenti bibliografici Raineri M.L. (2014), Linee guida e procedure di servizio sociale – SECONDA EDIZIONE, Trento, Erickson. DIDA 79 SALA DEL CASTELLO 1 PIANO TERRA Artefatti intelligenti per approcciare numeri naturali e frazioni Anna Baccaglini-Frank (Dipartimento di Matematica, Università di Firenze) e Maria Giuseppina Bartolini Bussi (Università di Modena e Reggio Emilia) La collana Artefatti Intelligenti propone guide didattiche all’uso di particolari artefatti che favoriscono lo sviluppo di solide basi in matematica nello studente, fin dai primi anni della scuola primaria. Durante il workshop verranno proposte attività riguardanti l’approccio al numero nella scuola primaria. In particolare, il focus sarà sui numeri naturali e sulle frazioni. A partire da attività concrete verranno avanzate riflessioni che fanno riferimento a diversi modelli psicologici, neuroscientifici e didattici, tra cui la mediazione semiotica. Studi recenti suggeriscono che tali attività consentono di prevenire l’insorgere di difficoltà d’apprendimento in molti studenti, che non stimolati adeguatamente possono addirittura risultare falsi positivi rispetto a diagnosi di discalculia. Particolare attenzione verrà posta sull’approccio alle frazioni. Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria, educatori speciali, clinici. Workshop Sabato Approfondimenti bibliografici Bartolini Bussi M.G., Ramploud A., Baccaglini – Frank A. (2013), Aritmetica in pratica, Trento, Erickson. Maffia A. e Baccaglini-Frank A. (2014), Imparare con il Tubò Pitagorico, Trento, Erickson. Maschietto M. e Savioli K. (2014), Numeri in movimento, Trento, Erickson DSA 80 SALA DEL PORTO PRIMO PIANO Difficoltà di apprendimento nell’adolescenza. Profili e procedure di valutazione. Le prove MT-16-19 e il test AMOS Mariangela Candela (Psicologa, Padova) e Gianna Friso (Università di Padova) La ricerca sull’evoluzione a lungo termine delle difficoltà e/o disturbi di apprendimento nell’adolescenza si è fatta nel tempo sempre più forte. Infatti è aumentata la sensibilità alla valutazione nella scuola secondaria di secondo grado e di conseguenza la necessità di strumenti standardizzati adatti a questa fascia di età. Diversi studi hanno infatti dimostrato come i DSA non scompaiano nel tempo e che il substrato neurologico e un certo grado di difficoltà permangono fino all’adolescenza e anche all’età adulta, soprattutto per la dislessia. A tal proposito alcune ricerche dimostrano che il profilo neuropsicologico riscontrato nei bambini si conserva in adolescenza e in età adulta: persistono problemi di elaborazione e decodifica fonologica (Lami et al., 2008; Shaywitz et al., 1999), scarsa velocità nella lettura di parole e non parole e difficoltà nello spelling (Hanley, 1997; Hatcher, Snowling e Griffiths, 2002; Shaywitz et al., 1999). La persistenza di tali difficoltà ha poi riscontri importanti anche negli aspetti più emotivi della vita di un adolescente e risulta ancora più permeante quando gli strascichi dei DSA entrano in interazione con le problematiche tipiche dell’adolescenza. Mugnaini e colleghi (2009) hanno riscontrato un’associazione positiva tra le difficoltà di lettura e un maggior rischio di insorgenza di sintomi internalizzanti, come ritiro sociale e sintomi depressivi e ansiosi. Considerando tutto ciò si è fatta sempre più forte la necessità di ideare e standardizzare test adeguati e validi. A tal proposito sono stati realizzati strumenti adatti alla valutazione sia delle abilità di letto-scrittura sia degli aspetti emotivo-metacognitivi degli adolescenti. In particolare il workshop si articolerà in tre fasi che riguarderanno la presentazione delle problematiche cognitive e motivazionali in adolescenza, la struttura e l’applicazione degli strumenti MT-16-19 e AMOS e l’analisi di alcuni casi esemplificativi. Cornoldi C., De Beni R., Zamperlin C. e Meneghetti C. (2005), amos 8-15 – Abilità e motivazione allo studio: Prove di valutazione per ragazzi dagli 8 ai 15 anni, Trento, Erickson. PSI/E 81 PRIMO PIANO SALA DELL’ANFITEATRO 2 La figura dell’Homework Tutor Federica Brembati e Roberta Donini (AbilMente, Studio Associato di Psicologia e Pedagogia, Cassano d’Adda, Milano) Sarà che «non ci sono più le mezze stagioni» e che «si stava meglio quando si stava peggio», ma le nuove generazioni fanno fatica a svolgere i compiti da soli. Quando, poi, ci sono difficoltà importanti, il supporto a casa è quasi istituzionalizzato. Di fatto, molto spesso i genitori sono esasperati da anni di ripetizioni ritenute inefficaci o da pomeriggi dedicati ai compiti, senza riuscire a cogliere la minima evoluzione nel figlio. Diventa quindi fondamentale avere ben chiare le variabili coinvolte in un progetto di sostegno pomeridiano. La prima è sicuramente considerare chi fornisce aiuto al ragazzo: un genitore, un parente o amico stretto o una persona estranea al nucleo familiare, in quanto, ovviamente, il livello di coinvolgimento emotivo e la modalità di supporto fornita sono differenti. Durante il workshop ci si soffermerà sulle situazioni nelle quali i compiti sono gestiti da una persona esterna: l’Homework Tutor, una figura professionale che opera nel campo dell’educazione e del sostegno principalmente domiciliare a soggetti con fragilità nell’apprendimento e possibile rischio di abbandono scolastico e/o difficoltà di integrazione sociale. Si approfondiranno in particolare le funzioni dell’Homework Tutor, fornendo indicazioni operative e strumenti per la costruzione di un progetto di studio personalizzato per ogni studente, che consenta non solo di affrontare il lavoro a casa più serenamente ma anche di farne un’ulteriore occasione di apprendimento. Destinatari principali: psicologi, educatori, insegnanti di scuola primaria e secondaria. Approfondimenti bibliografici Brembati F. e Donini R. (2013), DSA e compiti a casa, Trento, Erickson. Daffi G. e Prandolini M.C. (2013), ADHD e compiti a casa, Trento, Erickson. ICT 82 SALA DEI BASTIONI PRIMO PIANO La robotica educativa per le disabilità cognitive Destinatari principali: insegnanti di scuola secondaria, psicologi, logopedisti, neuropsichiatri infantili. Emanuele Micheli (Scuola di Robotica) Approfondimenti bibliografici Cornoldi C. e Candela M. (2015), Prove di lettura e scrittura MT - 16-19, Trento, Erickson. De Beni R., Moè A., Cornoldi C., Meneghetti C., Fabris M., Zamperlin C. e De Min Tona G. (2014), AMOS-Nuova edizione, Trento, Erickson. La robotica educativa è usata come strumento didattico e di potenziamento dell’apprendimento da parte di centinaia di insegnanti di scuole di ogni ordine e grado in tutta Italia. I processi di ideazione, progettazione, assemblaggio e programmazione mettono in gioco le diverse intelligenze della classe che dovranno imparare a collaborare insieme, a riconoscer33 Workshop Sabato si, ad aiutarsi facendo emergere le proprie capacità sia sociali/ relazionali che legate all’apprendimento stesso. In questi anni Scuola di Robotica ha partecipato a numerosi progetti nazionali ed europei per comprendere come la robotica educativa possa essere uno strumento in grado di far emergere nel gruppo classe comportamenti inclusivi e potenziamenti dell’apprendimento. La progettazione stessa di piccoli robot (ad esempio, Lego Wedo) consente agli studenti (con disabilità e non) di collaborare insieme per il raggiungimento di un obiettivo comune. La collaborazione in lavori di gruppo estremamente motivanti consente agli insegnanti di lavorare sull’inclusione e sull’interazione di studenti con disabilità cognitive. Questa fase iniziale è seguita da fasi altrettanto importanti dal punto di vista didattico: l’assemblaggio dei robot stessi consente di migliorare la motricità fine dei bambini senza introdurre esercizi noiosi, esasperanti e fini a se stessi; la programmazione consente di potenziare aspetti logici, matematici e di linguaggio; la realizzazione di distinte tecniche e testi narrativi sull’oggetto costruito consente di introdurre le basi della narrazione e dei registri narrativi; l’uso e la progettazione del robot consentono il rafforzamento di concetti di matematica, fisica, geografia, scienze, ecc. L’ingaggio che questi oggetti hanno sugli studenti non si esaurisce nel semplice «effetto Wow» iniziale dovuto alla novità ma si rinnova a ogni nuovo progetto e a ogni fase del lavoro. L’errore, il mancato funzionamento da parte del robot non viene vissuto da qualsiasi studente come un insuccesso cristallizzato ma come incentivo a migliorare, ad apprendere a cambiare. In questi anni di coordinamento di centinaia di docenti, Scuola di Robotica ha potuto apprezzare che non esiste una didattica speciale per i più deboli ma una didattica pensata per tutti e per ciascuno, che aiuta i più fragili e potenzia i migliori. In questo workshop, dopo una prima fase di inquadramento teorico e metodologico, verranno affrontati reali casi studio e utilizzati strumenti robotici quali Lego WeDo, Nao, Dash&Dot, Scratch, ScracthJr, ByorJr. Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di scuola, educatori. Approfondimenti bibliografici Menegatti E., Moro M., Sella F., Perona M., Lucangeli D. (2011), Imparare con la robotica, Trento, Erickson. 34 PRIMO PIANO BES SALA DELLA VECCHIA PESCHERIA Sessione D (workshop 83) – Buone Prassi di integrazione scolastica e sociale Presiede la sessione: Angela Cattoni (Edizioni Centro Studi Erickson, Trento) Ambiente inclusivo e Qualità della vita. Il modello di progettazione SIQOL V. Pennazio e A. Traverso (Dipartimento DISFOR, Università di Genova) Gioco anch’io, spazio gioco. Garantire il diritto al gioco ad ogni bambino M. G. Massara, Z. Licia, S. Benato, M. Bargaglia e R. Fornara (Associazione di Promozione Sociale Gazza Ladra, Novara) Un viaggio tra la scoperta del proprio corpo e la ricerca della bellezza: il laboratorio «Ma come ti trucchi?!» per persone con disabilità M. Tarlazzi (Make your smile up, Pavia) Personalizzare e co-progettare paradigma dell’inclusione: una esperienza di alleanza tra istituzioni e società F. Palmas e M. Espa (ABC-Associazione Bambini Cerebrolesi, Cagliari) La cultura prende posto. Progetto integrato con il territorio per riaccendere il desiderio dell’incontro A. M. Taroni, G. Zama e R. Paltrinieri (Leone Nano, Ravenna) Il «Diplomado para docentes de apoyo a la inclusión»: un laboratorio di esperienze pedagogico-didattiche per l’inclusione scolastica A. Taddei e L. Guerra (Dipartimento di Scienze dell’Educazione «Giovanni Maria Bertin», Università di Bologna) Plenaria PIANO TERRA, SALA DELLA PIAZZA DOMENICA 15 NOVEMBRE DALLE 8.30 ALLE 13.00 Introduce e presiede la sessione Agostino Miele (Dirigente scolastico) Problematiche riguardanti la diagnosi della discalculia emerse nella sperimentazione di un metodo didattico innovativo per il calcolo mentale Presentazione della Ricerca scientifica di Giampaolo Chiappini e Giacomo Cozzani (Istituto per le Tecnologie Didattiche del CNR) Verso l’inclusione con percorsi personalizzati e co-progettati Marco Espa (Presidente nazionale ABC – Associazione Bambini Cerebrolesi) Chi sono i «bravi» insegnanti? Antonio Calvani (Università di Firenze) L’islamismo spiegato ai nostri studenti Edgar Morin (Uno dei più grandi filosofi del Novecento, lo scopritore della complessità) e Riccardo Mazzeo (Editor e saggista, Trento) Litigare con metodo Daniele Novara (Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, Piacenza) Discorso interiorizzato e zona di sviluppo prossimale: per una teoria dell’apprendimento Lev Vygotskij (Fondatore della scuola storico-culturale) Cervelli che contano: conoscere e migliorare il «senso del numero» Giorgio Vallortigara (Direttore CIMeC, Università di Trento) La fatica di diventare grandi Gustavo Pietropolli Charmet (Responsabile Consultorio Adolescenti Minotauro di Milano) Le sfide dell’altruismo Andrea Canevaro (Università di Bologna) e Annamaria Canonico (Educatrice e mamma) Lettura della Mozione finale del Convegno e consegna ai Rappresentanti delle istituzioni 35 Workshop RELATORI IMPOSSIBILI BASTA STRESS! A questo Convegno non potevano mancare i “personaggi” Burrhus Skinner, Maria Montessori e Lev Vygotskij - che hanno fatto la storia della psicologia, contribuendo a costruire le basi scientifiche delle pedagogia italiana e delle scienze dell’educazione. Abbiamo scelto di presentarli nelle sessioni plenarie del Convegno, come “relatori impossibili”, perché siamo convinti che il loro pensiero non tramonti e che abbiano ancora diritto di parola. La scelta non è stata casuale e ciascuno di voi potrà trovare diverse motivazioni. Del resto, molti di noi hanno studiato le loro teorie, i loro metodi e ne sono stati influenzati. In un certo senso questi “personaggi”, e non semplici uomini portatori di idee, sono e saranno sempre con noi e tra di voi. Laboratorio di rilassamento con musica e visualizzazioni Ecco qualche anticipazione di quello che diranno… «I miei bambini sanno giocare senza giocattoli. Molti pedagogisti del nostro Paese mi odiano ancora. E si vede dai fatti. L’Italia è il paese dove le scuole col metodo Montessori sono poco meno di cento. Nel mondo esistono migliaia di scuole Montessori di ogni grado. E da quelle scuole escono i geni: Bill Gates è mio. E mio è l’inventore di Facebook. E sono quel che sono mio malgrado». Maria Montessori «Ho scritto romanzi, suonavo il sassofono, amavo la musica… ma non mi avete fatto venire qua per un pezzo di jazz ma perché sono “quello”: il comportamentista radicale, l’ateo, l’anaffettivo, l’algido sperimentatore senza cuore... Parole, parole che ciascuno intende e ripete a suo modo. Mentalismo, banale inutile, fantasioso, dannoso mentalismo». Burrhus Skinner «In ospedale tutti mi credevano in pericolo di morte. Mi è stato concesso di vivere per poter criticare tutti i dogmi: lo scientismo, il pavlovismo con la sua teoria dei riflessi condizionati, il mentalismo ma anche il materialismo meccanicistico del marxismo volgare, l’organicismo, il neurologismo e lo spiritualismo. Ma voi non mi avete invitato qui per questo. Volete sapere ciò che già sapete di me. Come i bambini che amano sentir ripetere sempre la stessa fiaba, con le stesse parole di sempre. Già, la zona di sviluppo prossimale». Lev Vygotskij Maria Montessori è interpretata da Elena Pistillo Burrhus Skinner è interpretato da Giovanni Lamia Lev Vygotskij è interpretato da Vincenzo Basile E infine il personaggio misterioso è interpretato da Massimo Pastore Testi a cura di Vito Piazza Con la regia di Giacomo Maria Bonagiuso e Vito Piazza 36 Quante volte ti capita di pensare che il tempo non basti mai, di sentirti sopraffatto dalle cose da fare, di desiderare che le ore passino meno in fretta? Stress e ansia sembrano ormai compagni stabili della nostra vita, dimensioni da cui spesso risulta difficile uscire. Se gestite adeguatamente, queste sensazioni possono darci la giusta carica e mettere un po’ di «sale nella vita». Ma quando lo stress è troppo, si trasforma in un disagio che, protratto nel tempo, genera instabilità emotiva, alterazioni dell’umore e veri e propri disturbi psicosomatici. Come difendersi? Vi proponiamo un laboratorio, sempre attivo durante le giornate di Convegno, per imparare a gestire stress e ansia, un percorso di rilassamento basato sull’utilizzo di musica estremamente efficace per risolvere i problemi legati a situazioni quotidiane e lavorative difficili, scarsa autostima, disturbi psicosomatici, attacchi di panico. Gli esercizi si basano sul metodo ReAT (RelaxAudioTraining), ideato da Giuseppe Maiolo, che nasce proprio con l’intento di descrivere il fenomeno stress, per suggerire i rimedi possibili e riconoscere eventuali campanelli d’allarme. Tramite l’ascolto e la visualizzazione, il partecipante potrà sottoporsi a un training, di rapida e facile esecuzione, che prevede lo svolgimento di quattro esercizi, ognuno dei quali contiene una visualizzazione guidata finalizzata a stimolare l’elaborazione di immagini in stato di riposo e accompagnata da una musica di sottofondo originale. Ciascun esercizio, infine, si conclude con un brano di Mozart, particolarmente efficace per il suo effetto distensivo. Presentazione del Laboratorio di rilassamento: Venerdì 13 novembre alle ore 13.30 Giuseppe Maiolo (Psicoanalista di formazione junghiana, giornalista e scrittore) Durante le giornate di Convegno: ogni 25 minuti Luogo: Laboratorio rilassamento 䤀氀 猀漀最渀漀 搀椀 䌀愀洀瀀甀匀琀漀爀攀 爀椀甀猀挀椀爀攀 愀搀 漀昀昀爀椀爀攀 愀氀氀攀 猀挀甀漀氀攀 瀀爀椀洀愀爀椀攀 椀琀愀氀椀愀渀攀 椀 瀀爀漀搀漀琀琀椀 攀搀甀挀愀琀椀瘀椀 攀 氀攀 琀攀挀渀漀氀漀最椀攀 搀椀搀愀琀琀椀挀栀攀 瀀椀豈 椀渀渀漀瘀愀琀椀瘀攀Ⰰ 洀椀爀愀琀攀 愀渀挀栀攀 愀氀氀ᤠ椀渀琀攀最爀愀稀椀漀渀攀 攀 愀氀氀攀 搀椀昀ǻ挀漀氀琀 搀椀 愀瀀瀀爀攀渀搀椀洀攀渀琀漀⸀ 䤀渀 漀氀琀爀攀 瘀攀渀琀ᤠ愀渀渀椀 愀戀戀椀愀洀漀 瀀漀爀琀愀琀漀 椀渀 䤀琀愀氀椀愀 瀀爀漀搀漀琀琀椀 愀氀氀ᤠ愀瘀愀渀最甀愀爀搀椀愀 挀漀洀攀 䰀䤀䴀Ⰰ 琀愀戀氀攀琀Ⰰ 瘀椀搀攀漀瀀爀漀椀攀琀琀漀爀椀 椀渀琀攀爀愀琀琀椀瘀椀Ⰰ 爀漀戀漀琀 瀀攀爀 椀渀猀攀最渀愀爀攀 椀氀 挀漀搀椀渀最 愀渀挀栀攀 愀椀 瀀椀豈 瀀椀挀挀漀氀椀 攀 猀琀爀甀洀攀渀琀椀 搀椀搀愀琀琀椀挀椀 渀漀渀 挀漀渀瘀攀渀稀椀漀渀愀氀椀⸀ 䄀渀挀栀攀 焀甀攀猀琀ᤠ愀渀渀漀 猀椀愀洀漀 瀀爀漀渀琀椀 愀 挀漀渀琀椀渀甀愀爀攀 焀甀攀猀琀ᤠ愀瘀瘀攀渀琀甀爀愀 挀漀渀 嘀漀椀⸀ 倀攀爀挀栀 挀爀攀搀椀愀洀漀 椀渀 甀渀愀 猀挀甀漀氀愀 洀椀最氀椀漀爀攀Ⰰ 愀琀琀攀渀琀愀 愀氀 洀漀渀搀漀 挀栀攀 挀愀洀戀椀愀⸀ 嘀椀愀 嘀椀氀氀愀最最椀漀 䔀甀爀漀瀀愀Ⰰ ㌀ ㌀㘀 㘀 䈀愀猀猀愀渀漀 搀攀氀 䜀爀愀瀀瀀愀 ⠀嘀䤀⤀ ⴀ 䤀琀愀氀椀愀 吀攀氀⸀ 㐀㈀㐀⸀㔀 㐀㘀㔀 ⴀ 椀渀昀漀䀀挀愀洀瀀甀猀琀漀爀攀⸀椀琀 眀眀眀⸀挀愀洀瀀甀猀琀漀爀攀⸀椀琀 匀攀最甀椀挀椀 猀甀 MUSE... Curioso di natura A Trento vi aspetta il Museo delle Scienze progettato da Renzo Piano Sei piani dedicati alla scienza e alla natura, ai temi del nostro presente e del futuro prossimo: exhibit multimediali, giochi interattivi, sperimentazioni che trasformeranno la visita in un’avvincente esplorazione. Oltre duecento sono le proposte educative del museo e delle sue sedi diffuse sul territorio trentino: tutte le info su www.muse.it/it/impara. MUSE - Museo delle Scienze Corso del Lavoro e della Scienza, 3 38122 Trento. www.muse.it Piano terra Sala del TEMPIO 1 Sala del CASTELLO 1 Sala del TEMPIO 2 Sala del CASTELLO 2 Sala della PIAZZA WC WC SM SM WC WC Zona RISTORO S Laboratorio rilassamento WC SM Accredito e ECM/AS A A S Sala dell’ARCO Zona RISTORO Ufficio RELATORI e STAMPA Segreteria NUOVI ISCRITTI INGRESSO A Primo piano Sala della VECCHIA PESCHERIA Sala del PONTE 2 Sala del FARO Sala del PONTE 1 Sala della MARINA Sala del PARCO Sala del BORGO WC A SM SM WC Sala dell’OROLOGIO Sala dello SQUERO WC WC SM Sala dei BASTIONI Sala deI LAVATOIO Sala del BREAKOUT 4 Sala del BREAKOUT 5 Sala dell’ANFITEATRO 2 Sala dell’ANFITEATRO 1 WC A A WC Sala del PORTO Sala dell’ARENGO 1° CONVEGNO INTERNAZIONALE SONO ADULTO! Rimini, 4 e 5 marzo 2016 DISABILITÀ diritto alla scelta e progetto di vita www.sonoadulto.it #sonoadulto R im 13 e 1 ini 4 mag gio 2016 CONVEGNO INTERNAZIONALE Pratiche e innovazioni in tutela dei minori www.convegnominori.it DIT I DIT I ECM ECM E-mail: [email protected] E-mail: [email protected] www.formazione.erickson.it www.formazione.erickson.it CRE Via del Pioppeto 24 - 38121 Trento Tel. 0461 950747 - Fax 0461 956733 [email protected] CRE www.erickson.it