Edizione
Convegno internazionale
La Qualità
dell’integrazione
scolastica e sociale
RIMINI, 13-14-15 NOVEMBRE 2015
«L’evento più atteso per fare il punto su educazione, inclusione e disabilità»
PROGRAMMA
DI SALA
Informazioni
Registrazione
partecipanti
All’atto della registrazione verranno consegnati il kit congressuale e il badge personale
che dovrà accompagnare sempre il partecipante, in quanto attestante la regolare iscrizione al Convegno.
Struttura
del Convegno
Il Convegno si articola in 3 sessioni plenarie, che si terranno venerdì 13 e sabato 14
novembre dalle 9.00 alle 13.00 e domenica 15 novembre dalle 8.30 alle 13.00, mentre
il venerdì e il sabato pomeriggio i partecipanti potranno scegliere tra vari workshop di
approfondimento, della durata di 2 ore ciascuno (ad eccezione della Tavola Rotonda che
si terrà sabato 14 novembre dalle 14.30 alle 19.00).
Buoni pasto
Già dalla mattina di venerdì 13 novembre sarà possibile acquistare i buoni pasto per le 3
giornate, che consentiranno di evitare le code nelle pause pranzo e che potranno essere
utilizzati presso la zona ristoro.
Attestati
Nella mattinata di domenica, presso la segreteria del Convegno, sarà possibile ritirare gli
attestati di partecipazione.
Servizio Navetta
Sono previste delle navette gratuite dagli alberghi della zona mare al Palacongressi e,
viceversa, negli orari di apertura e chiusura delle 3 giornate di Convegno.
Social network
Racconta e condividi il tuo Convegno su Facebook, Twitter, Instagram e Pinterest usando
l’hashtag #qualitàintegrazione
Accreditamenti
Ministero della Salute: sono stati riconosciuti 5 crediti ECM per le professioni di logopedista, terapista occupazionale,
psicologo, psicoterapeuta, educatore professionale, tecnico della riabilitazione psichiatrica, fisioterapista, terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva e medico con le seguenti discipline: ginecologia e ostetricia, medicina fisica
e riabilitazione, medicina generale (medico di famiglia), neonatologia, neurologia, neuropsichiatria infantile, pediatria,
psichiatria, psicoterapia.
Ordine degli Assistenti Sociali: sono stati richiesti i crediti formativi per gli Assistenti Sociali.
Firme
Chi ha fatto richiesta dei crediti dovrà porre la firma di presenza ogni giorno a inizio e fine lavori presso il banco «Firme ECM e Assistenti Sociali» nell’atrio del Palacongressi.
Esame
Chi avrà posto tutte le firme potrà sostenere l’esame per
ottenere i crediti ECM domenica 15 novembre tra le ore
11.00 e le ore 14.00 nella Sala dell’Arco. L’esame durerà
15 minuti.
Per tutta la durata del Convegno sarà possibile consultare e acquistare i prodotti delle
Edizioni Erickson direttamente presso il nuovo spazio vendita, appositamente allestito
nell’area di fronte alla Sala Plenaria, dove sarà disponibile del personale competente a
fornire informazioni e consigli utili sulla nostra produzione editoriale.
Ai partecipanti è riservato lo sconto del 15% su tutti i nostri libri, i software
(CD-ROM e KIT), i materiali speciali e gli strumenti; sui nuovi abbonamenti alle
Riviste Erickson verrà applicato uno sconto del 50%.
Ricordiamo che nel rispetto della legge Levi 128/2011, che disciplina i prezzi dei prodotti
editoriali, non sarà possibile applicare sconti superiori a quelli indicati.
Nonostante tutto
crediamo che una scuola
diversa sia possibile,
non solo necessaria.
In queste dieci edizioni del Convegno non abbiamo dato la voce soltanto ai
relatori, illustri e meno noti, ma abbiamo semplicemente sentito le migliaia
di voci di insegnanti, educatori, psicologi, neuropsichiatri, pedagogisti, assistenti sociali che hanno condiviso questo cammino. Abbiamo sentito la
loro vicinanza, il loro riconoscersi e ritrovarsi insieme in un’idea, un valore.
Ci siamo sentiti vicini in un’energia che si rinnova ogni due anni e con questa
decima edizione saranno più di 25.000 le persone con cui abbiamo condiviso
questa esperienza.
Cosa ci piacerebbe vedere nei prossimi venti anni?
Il percorso verso una scuola inclusiva che dovrà essere fatta da un sempre maggiore
numero di insegnanti e non solo, con una didattica innovativa, plurale, flessibile,
porosa, accogliente, morbida…
Il percorso verso una scuola inclusiva che deve intrecciarsi con analoghi percorsi
di altri Paesi del mondo. Abbiamo molto da insegnare e molto da imparare.
Il percorso verso una scuola inclusiva che deve espandersi verso una società
inclusiva, nel lavoro, nel tempo libero, nelle relazioni, nell’essere adulti e persone
pienamente partecipi e realizzate.
Il percorso verso una scuola inclusiva che deve vivere di alleanze, di sinergie, di
forze tese a uno scopo comune, pur nelle relative differenze.
Ecco il punto di partenza di questa decima edizione del Convegno, avvio di altri
venti anni di cammino.
Plenaria
PIANO TERRA, SALA DELLA PIAZZA
VENERDÌ 13 NOVEMBRE DALLE 9.00 ALLE 13.00
Introduce e presiede la sessione
Sofia Cramerotti (Ricerca e Sviluppo, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento)
La scuola inclusiva: differenze, equità e competenze
Dario Ianes (Libera Università di Bolzano e co-fondatore Edizioni Centro Studi
Erickson, Trento)
Precoci, eccitati e disorientati. La diseducazione sessuale dei nativi digitali e la caotica confusione educativa degli adulti
Alberto Pellai (Università degli Studi di Milano)
L’educazione al tempo delle migrazioni
Zygmunt Bauman (Il sociologo più famoso al mondo, inventore della modernità
liquida) e Riccardo Mazzeo (Editor e saggista, Trento)
Questione di metodo
Maria Montessori (Pedagogista, educatrice e medico)
L’approccio cognitivo-comportamentale ben temperato nella gestione
della classe
Fabio Celi (Università di Parma e ASL Massa Carrara)
Il bambino e l’adolescente con disturbi del comportamento: dai pregiudizi alle evidenze scientifiche
Stefano Vicari (Primario UOC Neuropsichiatria Infantile, Ospedale Pediatrico
Bambino Gesù, Roma)
L’ora di lezione
Massimo Recalcati (Università di Pavia e Losanna)
I cortocircuiti delle emozioni
Daniela Lucangeli (Università di Padova)
2
Workshop
Nei pomeriggi di venerdì e sabato ogni partecipante avrà la possibilità di frequentare quattro workshop di due ore ciascuno (dalle 14.30 alle 16.30 e dalle
17.00 alle 19.00). Nella giornata di sabato, il workshop 43 (Tavola Rotonda –
Iperspecializzazione dell’insegnante di sostegno. Una buona via per la Qualità
dell’integrazione?) si terrà dalle 14.30 alle 19.00.
Aree tematiche
AUT
Autismo
ICT
Nuove tecnologie
per la didattica
BES
Bisogni
Educativi Speciali
LOG
Logopedia
DIDA
Didattica
PM
Psicomotricità
DIS
Disabilità
PSI/E
Psicologia
e educazione
DSA
Disturbi Specifici
dell’Apprendimento
Evento speciale fuori programma!
Sabato 14 novembre, dalle 19.30 alle 20.30, Sala della Piazza
Andrea Canevaro e Dario Ianes raccontano il loro “Orizzonte inclusione”: vent’anni di idee
e temi in un’intervista doppia per riflettere sul cammino dell’inclusione.
Perché come sostengono i due fondatori del Convegno «Il percorso verso una scuola
inclusiva deve espandersi verso una società inclusiva, nel lavoro, nel tempo libero, nelle
relazioni, nell’essere adulti e persone pienamente
partecipi e realizzate. La sfida dell’inclusione non
si gioca solo nel campetto della scuola anche se
è un campetto che a tratti ci sembra immenso e
accidentato oltre misura… Il percorso verso una
scuola inclusiva deve vivere di alleanze, di sinergie, di forze tese a uno scopo comune, pur nelle
relative differenze».
Con un sorpresa finale per chi ci ha accompagnato in tutti questi anni di Convegni Erickson!
Al termine dell’evento Andrea Canevaro e Dario
Ianes firmeranno la copia di “Orizzonte inclusione”.
3
Workshop
Venerdi
VENERDÌ 13 NOVEMBRE
DALLE 14.30 ALLE 16.30
BES
1
PIANO TERRA
SALA DEL CASTELLO 2
Valorizzare le differenze: proposte
metodologiche per una classe inclusiva
Heidrun Demo (Libera Università di Bolzano)
Che gli alunni di una classe non imparino tutti allo stesso modo
è ormai un fatto assodato. Una didattica davvero efficace sa
quindi progettare e realizzare degli ambienti di apprendimento
complessi che tengono conto di queste differenze individuali.
In questo workshop saranno presentati alcuni approcci che
contribuiscono alla realizzazione di questa idea di didattica
inclusiva nella scuola primaria, come per esempio l’approccio autobiografico, il metodo Montessori, la didattica aperta,
la didattica delle intelligenze multiple e l’apprendimento cooperativo. Oltre a una loro introduzione di carattere generale,
verrà presentata e discussa la progettazione concreta di una
«giornata-tipo» che integri le diverse metodologie.
Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria.
Approfondimenti bibliografici
Demo H. (2015), Didattica delle differenze, Trento, Erickson.
AA.VV. (2015), BES a scuola, Trento, Erickson.
Rivista DdA -Difficoltà di Apprendimento
DIS
2
PRIMO PIANO
SALA DEL PONTE 1
Dall’autonomia all’indipendenza: costruire
il distacco da famiglie e operatori. Percorsi
educativi per giovani con sindrome di Down
Daniele Castignani e Francesca Fanelli (Associazione Italiana
Persone Down)
Il workshop propone il racconto e l’analisi delle metodologie
educative che hanno animato, per oltre otto anni, il progetto
«I Circoli» attivo presso l’Associazione Italiana Persone Down
Sezione di Roma. Nel corso del tempo, a partire dalle proposte
concrete delle persone con sindrome di Down, si è lavorato
per costituire gruppi che potessero progressivamente fare a
meno della figura dell’educatore nelle attività di tempo libero,
nei viaggi e nell’utilizzo di un appartamento messo a loro completa disposizione.
Attraverso le storie delle persone coinvolte e degli obiettivi che
hanno raggiunto, emergeranno gli strumenti e le metodologie
sviluppate dallo staff per permettere ai partecipanti di vivere un
percorso di socialità pieno, appagante e permeato di reale autonomia.
4
Destinatari principali: educatori, psicologi, insegnanti di sostegno, volontari che operano nel settore della disabilità cognitiva.
Approfondimenti bibliografici
Contardi A. e Castignani D. – AIPD (2009), Da soli in città senza
mamma e papà, Trento, Erickson.
Berarducci M. et all (2012), Fare spese senza sorprese, Trento,
Erickson.
Contardi A. e Castignani D. – AIPD (2008), Coltelli e fornelli,
Trento, Erickson.
Contardi A. e Berarducci M. (2015), Musica, film e pizzeria: divertirsi in compagnia, Trento, Erickson.
Berarducci M. e Cadelano F. –AIPD (2011), Valigia e biglietto,
un viaggio perfetto, Trento, Erickson.
Contardi A. e Berarducci M. (2013), Amicizia, amore, sesso:
parliamone adesso, Trento, Erickson.
DIDA
3
PIANO TERRA
SALA DEL TEMPIO 1
Grammatica a piccoli passi
Monica Colli (Pedagogista, scrittrice, formatrice e presidente dell’Associazione di promozione sociale Proxxima, Milano),
Rossana Colli (Pedagogista, scrittrice e formatrice), Luigi Orfeo
(Attore, regista e musicista) e Antonio Villella (Clown, attore, regista, formatore e organizzatore)
«Grammatica a piccoli passi» è uno spettacolo-laboratorio giocoso per i primi anni della scuola primaria (seconda e terza in
particolare ma anche quarta se ci sono molti bambini stranieri
o con disturbi di apprendimento) che racconta dell’arrivo degli uditori (il pubblico presente) nel paese della professoressa
Grammatica, una maestra un po’ rigida che esige l’ordine e
la stretta osservanza delle regole da lei stabilite. Utilizzando il
linguaggio in prosa e in versi e la musica per personificare le
diverse parti del discorso, due attori professionisti – l’articolo
LA (l’attore-clown Antonio Villella del Crab Teatro) e l’articolo
LO (l’attore-musicista Luigi Orfeo dei Fools) – , la maestra Sole
(Monica Colli) e la prof.ssa Grammatica (Rossana Colli) si rivolgeranno al pubblico in sala come a un’unica grande orchestra
portandolo, attraverso delle attività da fare con tutto il corpo, a
stringere amicizia con verbi, aggettivi, nomi e regole ortografiche di base.
Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria, educatori,
insegnanti di sostegno, logopedisti.
Approfondimenti bibliografici
Colli R., Colli M. e Di Corato A. (2014), Nel paese di Grammatica, Trento, Erickson.
Colli R., Colli M. e Di Corato A. (2015), Nel paese di Grammatica, CD-ROM, Trento, Erickson.
Colli M., Mauri G. e Saviem (2011), Grammatica primitiva 1,
CD-ROM, Trento, Erickson.
Colli M., Mauri G. e Saviem (2011), Grammatica primitiva vol 1,
Trento, Erickson.
Colli M., Mauri G. e Saviem (2012), Grammatica primitiva 2,
CD-ROM, Trento, Erickson
Colli M., Mauri G. e Saviem (2012), Grammatica primitiva vol.
2, Trento, Erickson
Workshop
Venerdi
DIDA
4
PIANO TERRA
SALA DELLA PIAZZA
Co-teaching: indicazioni metodologiche e
operative di compresenza inclusiva efficace
Sofia Cramerotti (Ricerca e Sviluppo, Edizioni Centro Studi
Erickson, Trento) e Dario Ianes (Libera Università di Bolzano e
co-fondatore Edizioni Centro Studi Erickson, Trento)
Il workshop intende presentare alcune ipotesi di lavoro in
compresenza secondo l’ottica inclusiva. Sì partirà da alcune
riflessioni sul valore della collaborazione e co-progettazione tra
insegnanti, come aspetti fondanti per impostare poi un’azione
efficace di compresenza. A seguire, anche attraverso la presentazione dei vari modelli di compresenza, verranno illustrate
operativamente le modalità attuative in classe, evidenziandone
benefici, punti di forza e criticità. Non verrà inoltre trascurato
anche un approfondimento degli aspetti della compresenza in
ottica inclusiva, evidenziando il ruolo che l’insegnante di sostegno può svolgere come funzione di supporto a tutta la classe,
in una prospettiva di reale co-docenza con il collega curricolare.
Destinatari principali: insegnanti curricolari e di sostegno di
ogni ordine e grado di scuola.
Approfondimenti bibliografici
Ianes D. e Cramerotti S. (2015), Compresenza didattica inclusiva, Trento, Erickson.
Demo H. (2015), Didattica delle differenze, Trento, Erickson.
Ianes D. e Cramerotti S. (a cura di) (2013), Alunni con BES –
bisogni educativi speciali, Trento, Erickson.
PSI/E
5
PRIMO PIANO
SALA DEL PONTE 2
Disturbi della nutrizione e
dell’alimentazione in età evolutiva. Quando
è utile agire e con quale intervento
Valentina Massignani (ITC - Istituto di Terapia Cognitiva e Comportamentale, Padova) e Susanna Pizzo (ITC - Istituto di Terapia
Cognitiva e Comportamentale, Padova e Istituto Miller, Genova)
Ad oggi si osserva sempre più spesso lo spostamento dell’insorgenza della patologia alimentare a fasi precoci dell’età evolutiva. Le basi per lo sviluppo di un adeguato comportamento
alimentare si costruiscono nei primi momenti di vita dell’individuo e l’ambiente, costituito primariamente dai genitori e successivamente dai coetanei, dagli insegnanti e dalla società,
gioca un ruolo molto importante.
Obiettivo del workshop è quello di esporre i fattori che influiscono sullo sviluppo di problemi legati alla sfera nutrizionale e fornire ai partecipanti gli strumenti per distinguere i comportamenti
alimentari normali da quelli problematici grazie all’osservazione
di specifici indicatori di rischio sia in ambiente domestico sia in
quello scolastico. Inoltre, verranno fornite indicazioni specifiche
per insegnanti e altri operatori scolastici riguardo alle modalità
da adottare con il bambino quando presenta difficoltà con il
cibo.
Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado, educatori, psicologi.
Approfondimenti bibliografici
Pizzo S. e Massignani V. (2014), Disturbi della nutrizione e
dell’alimentazione in età evolutiva, Trento, Erickson.
Bryant-Waugh R. e Lask B. (2000), Disturbi alimentari, Trento,
Erickson.
BES
6
PRIMO PIANO
SALA DEL FARO
Didattica dell’inglese per bambini con
Bisogni Linguistici Specifici
Michele Daloiso (Gruppo di Ricerca DEAL, Università Ca’ Foscari, Venezia)
Nella classe d’inglese tutti i bambini portano con sé «bisogni
linguistici» più o meno coscienti (scoprire l’esistenza di lingue
diverse, esprimersi in un’altra lingua, imparare parole nuove,
ecc.). Molti alunni con BES non riescono a trovare risposta a
questi bisogni per via di una difficoltà di funzionamento nell’area
del linguaggio, della comunicazione e dell’apprendimento. In
queste situazioni, ai bisogni linguistici generali, condivisi con
tutti i compagni, si aggiungono bisogni specifici, dipendenti cioè da una particolare difficoltà nell’apprendimento di una
lingua.
In questo workshop si proporranno indicazioni metodologiche
per sostenere gli alunni con bisogni specifici, lavorando su alcuni «mattoncini» in genere trascurati nella didattica tradizionale.
A questo scopo si presenteranno in anteprima alcuni materiali
tratti da Inclusive English (a cura di M. Daloiso, in uscita per
Oxford University Press).
Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria.
Approfondimenti bibliografici
Brugnone M. e Fonti M. (2011), English for everyone – STEP
ONE, Trento, Erickson.
Brugnone M. e Fonti M. (2012), English for everyone- STEP
TWO, Trento, Erickson.
Scala E. (2015), Simple English N.E., Trento, Erickson.
Scala E. (2015), Simple English N.E., CD-ROM, Trento,
Erickson.
LOG
7
PRIMO PIANO
SALA DELLO SQUERO
Il Disturbo di Linguaggio Socio-Pragmatico
Comunicativo
Luigi Marotta (Logopedista, Dipartimento di Neuroscienze,
IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma) e Giovanni
Valeri (Neuropsichiatra Infantile, Dipartimento di Neuroscienze,
IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma)
Il linguaggio è strumento di una più complessa abilità: la comunicazione, linguistica o meno, che rappresenta una base
5
Workshop
Venerdi
imprescindibile nello sviluppo delle capacità di interazione, di
pianificazione e di progettazione di comportamenti verso l’autonomia, e svolge un ruolo fondamentale per la qualità della
vita nelle relazioni sociali e affettive e come veicolo di cultura e
storia. Questa concezione viene appoggiata anche dal DSM5, che, individuate le sottocategorie Disturbo del Linguaggio,
Disturbo fonetico-fonologico, Disturbo della fluenza, Disturbo
Socio-Pragmatico Comunicativo e Disturbo della Comunicazione non altrimenti specificato, le colloca all’interno, e non a
latere, della macrocategoria dei Disturbi della Comunicazione.
Tali disturbi inoltre possono esprimersi in maniera isolata o in
comorbidità con altri, quali i disturbi d’ansia, di umore, di attenzione-iperattività, di apprendimento, ecc.
In questo workshop, dopo aver fatto luce sulle nuove categorie
diagnostiche, saranno presentati specifici protocolli di valutazione per la diagnosi differenziale, area spesso critica in particolare per i disturbi socio-pragmatici. Saranno, infine, descritti,
alla luce delle Linee Guida Internazionali, gli interventi efficaci e
adeguati a ciascun disturbo.
Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria, educatori, psicologi.
Approfondimenti bibliografici
Ferraboschi L., Taddei S., Sacchella A., Benvenuti C. e Contena B. (2015), Aiutiamoli a imparare – Scuola dell’infanzia, Trento, Erickson.
Ferraboschi L., Taddei S., Sacchella A., Benvenuti C. e Contena B. (2014), Aiutiamoli a imparare – Scuola primaria, Trento,
Erickson.
DIDA
9
PRIMO PIANO
SALA DEL PARCO
Sviluppare i prerequisiti matematici
Adriana Molin (Università di Padova) e Silvana Poli (Università
di Padova)
Destinatari principali: medici, psicologi, logopedisti.
Approfondimenti bibliografici
Marotta L. e Caselli M.C. (2014), I disturbi del linguaggio, Trento, Erickson.
Valeri G. e Marotta L. (2014), I disturbi della comunicazione,
Trento, Erickson.
Marotta L. e Varvara P. (a cura di) (2013), Funzioni esecutive nei
DSA, Trento, Erickson.
PSI/E
8
PRIMO PIANO
SALA DEL PORTO
Aiutiamoli a imparare: a scuola con le
neuroscienze
Carlo Benvenuti (UONPIA AO Desenzano, Brescia), Bastianina
Contena (Psicologa, dottore di ricerca in Psicologia e Neuroscienze), Luciana Ferraboschi (Dirigente scolastico, Istituto
Comprensivo di Manerbio, Brescia), Alessandro Sacchella (Insegnante di scuola primaria, Brescia) e Stefano Taddei (Università di Firenze)
Secondo la teoria neuropsicologica PASS (direttamente riconducibile agli studi di Lurija), il funzionamento cognitivo risulta
dall’attività dei quattro processi PASS (Pianificazione, Attenzione, Simultaneità e Successione) che consentono al soggetto
di elaborare le informazioni che giungono al suo sistema cognitivo.
Muovendo da tale teoria sono stati costruiti materiali e percorsi
finalizzati al potenziamento cognitivo degli alunni frequentanti la
scuola dell’infanzia e primaria.
Il workshop si propone di presentare i fondamenti teorici e alcuni esempi di esperienze strutturate secondo il modello della
didattica per padronanze, avvalendosi di uno sguardo neuropsicologico in grado di accompagnare l’agire dell’insegnante
nella quotidiana pratica educativa. Si presenteranno materiali e
strumenti che gli insegnanti possono direttamente trasferire nel
lavoro d’aula per promuovere i processi o prevenire le fragilità
cognitive.
6
Numerosi studi sullo sviluppo della cognizione numerica evidenziano che l’età dei 5-6 anni è fondamentale nell’apprendimento delle competenze matematiche. È fondamentale perché
è l’età in cui si perfezionano le abilità di conteggio che fanno
da ponte tra competenze innate — condivise con il mondo animale — e conoscenza numerica e calcolo appresi a scuola. Il
conteggio funziona secondo principi di conoscenza e modalità
d’uso (corrispondenza biunivoca, ordine stabile e cardinalità,
astrazione e irrilevanza dell’ordine di
conta) che guidano il bambino a dare significato ai numeri e
a implementare le prime strategie di calcolo. Tali esperienze
danno un’impronta di competenza che rimarrà nel percorso
scolastico.
L’età dei 5-6 anni, quindi, è un periodo così fertile da un punto
di vista evolutivo da rendere opportuno, se non necessario, un
contesto di apprendimento che tenga conto di come il bambino
sviluppa le proprie potenzialità in ambito pre-matematico. A sostegno della rilevanza delle prime acquisizioni e dell’opportunità
di un potenziamento che si avvalga di un modello evolutivo, vi
sono studi sulle difficoltà/disturbi di apprendimento che segnalano la fatica di molti bambini in ambito matematico.
Durante il workshop saranno presentati strumenti di osservazione e materiali di intervento volti a sviluppare i prerequisiti
matematici.
Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia e del
primo ciclo della scuola primaria.
Approfondimenti bibliografici
Poli S., Molin A. e Lucangeli D. (2014), I numeri e lo spazio,
Trento, Erickson.
Poli S., Molin A. e Lucangeli D. (2014), I numeri e lo spazio con
la LIM, CD-ROM, Trento, Erickson.
Poli S., Molin A., Granata P. e Lucangeli D. (2015), La foresta
delle farfalle blu. Pronti per la scuola con i CUCCIOLI, Trento,
Erickson.
Poli S., Molin A., Granata P. e Lucangeli D. (2015), La valle
dei fiori giganti. Pronti per la scuola primaria con i CUCCIOLI,
Trento, Erickson.
Lucangeli D. et al. (2003), L’intelligenza numerica - vol. 1, Trento, Erickson.
Workshop
Venerdi
PM
10
PRIMO PIANO
SALA DEI BASTIONI
«Maestra guardami...» L’educazione
psicomotoria alla scuola dell’infanzia
e primaria
Giuseppe Nicolodi (Psicologo, terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva, psicomotricista e formatore)
Durante il workshop si presenterà un modello di psicomotricità
che restituisce al movimento del bambino la sua naturale valenza emozionale, compensando l’attuale valenza funzionalista e
cognitivista che lo vorrebbe rinchiudere in un’ottica produttiva
di apprendimenti o risultati. Il bambino usa il suo corpo in modo
«gratuito», alla prevalente ricerca del piacere di sentirsi, di essere. La richiesta è esplicita: «Maestra guardami... che tramite
il tuo sguardo compartecipe alla mia emozione possa integrare
quanto il mio corpo è bello, competente, quanto io sono...».
E l’adulto come risponderà a questa richiesta? La restituzione, da parte dell’adulto, dell’emozione alla base del vissuto del
bambino costituirà la principale valenza preventiva della psicomotricità nei confronti del disagio infantile attuale, costituito da
prevalente fragilità psicologico-emotiva, e restituirà all’adulto le
competenze educative di prevenzione del «disagio educativo»
(il disagio dell’adulto di fronte al disagio del bambino).
Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria, tutti i professionisti impegnati nel campo dell’educazione
e della cura dell’infanzia e che utilizzano il gioco come strumento d’incontro con l’infanzia.
Approfondimenti bibliografici
Nicolodi G. (2015), L’educazione psicomotoria nell’infanzia,
Trento, Erickson.
Cartacci F. (2013), Movimento e gioco al nido, Trento, Erickson.
Ambrosini C., Pellegatta S. (2012), Il gioco nello sviluppo e nella
terapia psicomotoria, Trento, Erickson.
Szanto-Feder A. (2014), L’osservazione del movimento nel
bambino, Trento, Erickson.
DIDA
11
PIANO TERRA
SALA DELL’ARCO
Così leggere è più facile! Strategie operative
per adattare e semplificare libri di testo e di
narrativa
Carlo Scataglini (Insegnante di sostegno, L’Aquila)
Cosa è meglio fare quando un testo disciplinare o narrativo risulta troppo difficile per uno o più alunni della classe? Quando
anche gli alunni più capaci appaiono demotivati e disinteressati
di fronte alla lettura? Si abbandona subito l’attività e se ne cerca una alternativa? No, non crediamo sia questa la soluzione
migliore! È necessario piuttosto utilizzare strategie che permettano a tutti di sentirsi coinvolti e di leggere e comprendere con
successo i testi comuni.
Durante il workshop saranno presentate alcune strategie operative che, attraverso la semplificazione, la facilitazione e l’a-
dattamento collaborativo e cooperativo dei testi, favoriscono
l’inclusione di tutti nelle attività comuni, permettendo altresì di
riscoprire il piacere della lettura autonoma di un testo disciplinare, di un racconto e, perché no?, dei classici della letteratura,
come ad esempio Pinocchio e Il piccolo principe.
Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado, genitori.
Approfondimenti bibliografici
Scataglini C. (2015), Pinocchio – Classici facili, Trento, Erickson.
Scataglini C. (2015), Il Piccolo Principe – Classici facili, Trento
Erickson.
Scataglini C. (2014), Riassunti facili, Trento, Erickson.
ICT
12
PRIMO PIANO
SALA DELL’OROLOGIO
Insegnanti connessi per una Rete
consapevole
Alberto Ardizzone (Istituto Comprensivo di Merate, Lecco),
Elisabetta Nanni (Iprase Trentino) e Elena Pezzi (Liceo «Laura
Bassi», Bologna)
Perché gli insegnanti si ritrovano in Rete? Come sottolinea
Etienne Wenger (1991), si condivide lo spazio delle Community
per «provare a fare meglio» interagendo con gli altri. Partendo
dal presupposto che la collaborazione tra docenti migliora la
pratica professionale, il continuo ritrovarsi quotidianamente per
confrontarsi, per ricercare insieme informazioni e materiali non
può che aiutare sia il singolo – in un’ottica di Lifelong learning
– sia la crescita di quel Capitale Sociale indispensabile in ogni
scuola. Uno spazio virtuale apparentemente «astratto e non
tangibile» riesce in poco tempo a delinearsi come un ambiente
ben distinto, in cui «ritrovarsi» per condividere un’attività o un
progetto. È il caso del progetto europeo Etwinning, presentato
da Elena Pezzi, ambasciatrice regionale dell’Emilia Romagna,
in cui classi e docenti interagiscono con colleghi stranieri, o
dell’esperienza collaborativa della costruzione di siti scolastici
accessibili, raccontata da Alberto Ardizzone, dirigente scolastico della Lombardia.
Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado.
Approfondimenti bibliografici
Lave J. e Wenger E. (2006), L’apprendimento situato, Trento,
Erickson.
PSI/E
13
PRIMO PIANO
SALA DELL’ANFITEATRO 1
La negoziazione educativa
Giuliana Franchini (Psicologa e psicoterapeuta a orientamento
sistemico-analitico) e Giuseppe Maiolo (Psicoanalista di formazione junghiana, giornalista e scrittore)
Educare oggi è un’attività sempre più complessa e delicata che
richiede attenzione e impegno, inventiva e creatività.
7
Workshop
Venerdi
È necessario, infatti, che gli educatori di oggi (genitori e insegnanti), molto più di un tempo afflitti da dubbi e insicurezze,
sappiano trovare in modo autonomo risposte non preconfezionate cercando di coniugare diversi linguaggi espressivi,
conoscenze teoriche e competenze pratiche con nuovi mezzi
comunicativi.
Uno strumento decisamente utile al processo educativo con le
nuove generazioni è la negoziazione, ovvero l’arte di raggiungere insieme compromessi validi e trovare soluzioni condivise.
Il che non significa rinunciare alla funzione normativa dell’adulto di riferimento, quanto piuttosto valorizzare la mediazione e
l’intesa, la capacità di attendere e il desiderio, il confronto e lo
sforzo per raggiungere un punto di incontro. Attività che sono
funzionali alla crescita e al processo di individuazione del bambino e dell’adolescente.
Contemporaneamente un’adeguata attività negoziale è utile sia
all’educatore che al minore per superare i conflitti senza né vincitori né vinti, come usava dire Gordon.
Praticare le tecniche negoziali in ambito educativo e usare le
strategie della contrattazione significa prima di tutto conoscerle
e saperle gestire. Poi vuol dire riuscire a so-stare nel conflitto
senza temerlo e aver fiducia nell’intesa possibile e nella trattativa come abilità che non compromettono l’autorità dell’educatore, ma al contrario ne sottolineano l’autorevolezza.
Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, educatori, genitori, psicologi,
pedagogisti.
Approfondimenti bibliografici
Maiolo G. e Franchini G. (2015), L’arte di negoziare con i figli,
Trento, Erickson.
PSI/E
14
PIANO TERRA
SALA DEL TEMPIO 2
Identità di genere. Lavorare con gli
adolescenti per vincere gli stereotipi e
conquistare il vero sé
Alberto Pellai (Università degli Studi di Milano) e Barbara Tamborini (Psicopedagogista e scrittrice, Milano)
Quali sono i rischi e quali le opportunità che incontra l’educatore, esperto di prevenzione, nel lavorare con gli adolescenti
sull’identità di genere? Che cosa imparano i ragazzi rispetto
all’essere uomo e le ragazze rispetto all’essere donna nel mondo in cui vivono?
Nella società liquida, il mercato ha occupato il posto che un
tempo apparteneva all’educatore. Il maschile e il femminile
sono concetti sempre più declinati secondo regole e modelli imposti dalle strategie di marketing delle multinazionali, che
invitano le ragazze a diventare sexy per apparire popolari e di
successo e i ragazzi a mostrarsi anaffettivi e virili per corrispondere al mito dell’uomo che non deve chiedere mai.
Il tema del corpo, delle relazioni tra i sessi, della comunicazione
emotiva, delle life skills per i nativi digitali sono tutti argomenti
da considerare quando si promuovono interventi preventivi su
questo tema. Come proporli agli adolescenti? Quali strumenti
usare? Quali approcci appaiono più efficaci? Quale adulto risulta più credibile e competente? Utilizzando i materiali contenuti
nei loro libri per preadolescenti e adolescenti, i due conduttori
8
del workshop proporranno pensieri, modelli e consigli pratici
per aiutare i ragazzi e le ragazze nella conquista di un’identità
di genere centrata sui propri bisogni interiori e non sulle regole
imposte dal mercato.
Destinatari principali: genitori, insegnanti di scuola secondaria di primo e secondo grado, pedagogisti, psicologi.
Approfondimenti bibliografici
Pellai A. (2015), Così sei fatto tu – 10-12 anni, Trento, Erickson.
Pellai A. e Tamborini B. (2013), Lasciatemi crescere in pace,
Trento, Erickson.
DIDA
15
PIANO TERRA
SALA DEL CASTELLO 1
Prove INVALSI: un’occasione per ripensare
la didattica
Monica Bertacco (Insegnante di scuola primaria, formatrice
e autrice di testi scolastici), Francesca Furlan (Insegnante di
scuola primaria, formatrice e autrice di testi scolastici), Patrizia
Tasco (Insegnante di scuola primaria, formatrice e autrice di testi
scolastici) e Edi Zanchetta (Insegnante di scuola primaria, formatrice e autrice di testi scolastici)
Dai Nuovi Programmi per la scuola elementare del 1985 fino alle
Indicazioni del 2012 si è riconosciuta la centralità del pensiero
del bambino come punto di partenza e ragione della programmazione e dell’azione didattica. Lo stesso attuale concetto di
competenza si innesta in un’ottica di valorizzazione e arricchimento delle esperienze degli alunni riconoscendo alla scuola il
ruolo, non delegabile, di regia del processo di razionalizzazione
del quotidiano e di maturazione della soglia di sviluppo prossimale.
È all’interno di una cultura della complessità che la scuola trova
la sua peculiarità nella cura della co-costruzione di relazioni e
nessi tra le informazioni, gli eventi, i dati, verso la promozione
del pensiero razionale quale capacità di discutere, negoziare,
condividere soluzioni di problemi complessi che ammettono interpretazioni non univoche.
In questo quadro le prove INVALSI, per loro natura centrate
sull’osservazione delle competenze, possono costituire uno
stimolo per avviare nelle scuole processi di autovalutazione ai
fini di ripensare i curricoli di italiano e matematica, per dare un
supporto alla programmazione delle attività e all’intervento sulle
difficoltà di apprendimento degli alunni.
Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria.
Approfondimenti bibliografici
Zanchetta E., Furlan F. e Fedrigo D. (2015), INVALSI per tutti
– Italiano classe seconda, Trento, Erickson.
Tasco P., De Somma C. e Bertacco M. (2015), INVALSI per tutti
– Matematica classe seconda, Trento, Erickson.
Guasti L. (a cura di) (2012), Prepararsi alle prove OCSE- Pisa,
Trento, Erickson.
Workshop
Venerdi
DIDA
16
PRIMO PIANO
SALA DELL’ARENGO
La classe capovolta e senza zaino
Maurizio Maglioni (ITIS «Enrico Fermi», Roma) e Marco Orsi
(Dirigente scolastico)
La classe capovolta e la scuola senza zaino hanno in comune
la stessa passione montessoriana per la classe laboratorio: «La
cultura si deve lasciar prendere attraverso l’attività, con l’aiuto
di materiali che permettano al bambino di acquistarla da solo».
La classe capovolta è maggiormente orientata alla scuola secondaria e sfrutta la grande disponibilità del web per consentire
di apprendere i contenuti a casa tramite videolezioni seguite
secondo tempi e modi adeguati ad ogni alunno. Questo spostamento permette di liberare il tempo in classe per svolgere
compiti autentici, una vera didattica personalizzata e un effettivo apprendimento cooperativo.
La scuola senza zaino ha l’ambizione di ridisegnare completamente l’ambiente di apprendimento, intrecciando in modo
virtuoso la dimensione hardware (spazi, arredi, comunicazione
visuale, strumenti didattici) e software (metodi, strategie, progettazione, gestione, valutazione). Il tutto rendendo pratici tre
valori: la responsabilità, la comunità, l’ospitalità attraverso la
promozione della comunità professionale, il cooperative learning, la pluralità degli strumenti didattici, l’aula divisa in aree, la
gestione partecipata della classe e della scuola, e la differenziazione dell’insegnamento. La scuola senza zaino è diffusa in
195 scuole italiane.
Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado.
Approfondimenti bibliografici
Maglioni M. e Biscaro F. (2014), La classe capovolta, Trento,
Erickson.
Orsi M. (2006), A scuola senza zaino, Trento, Erickson.
BES
17
PRIMO PIANO
SALA DELL’ANFITEATRO 2
DSA
Il presente workshop mira a presentare le principali caratteristiche degli alunni oppositivi, riflettendo sui comportamenti che
quotidianamente provocano l’insegnante, creando difficoltà
nella gestione della classe. Nel corso dell’incontro verranno
mostrare strategie di contenimento e riduzione di tali comportamenti finalizzate a promuovere il benessere sia dell’alunno
che del docente. Tra le tecniche illustrate particolare attenzione
verrà dedicata a rinforzi, gratificazioni e modalità di promozione
di contesti relazionali positivi.
Destinatari principali: insegnanti e educatori di comunità per
minori.
PRIMO PIANO
SALA DELLA MARINA
Didattica per la discalculia e le difficoltà di
apprendimento della matematica. Proposte
operative dalla scuola primaria alla scuola
secondaria di primo grado
Carla Bertolli (Istituto Comprensivo di Maserà di Padova)
La discalculia e le difficoltà di apprendimento della matematica
richiedono una didattica inclusiva, che permetta la partecipazione di ogni studente alla costruzione delle conoscenze.
Durante il workshop sarà approfondita la metodologia «dal problema alla regola» per la matematica e la geometria, che offre
agli studenti in grave difficoltà o con Disturbo Specifico dell’Apprendimento della matematica l’occasione di progredire attraverso un percorso esperienziale in cui si privilegia la componente visiva rispetto a quella verbale, senza presentare regole ma
costruendole a partire da situazioni semplici preordinate a uno
specifico percorso e obiettivo di apprendimento. Un percorso
che va sostenuto e seguito con accorgimenti particolari e in cui
la creatività è l’elemento principale.
Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado, psicologi, educatori e trainer interessati
all’abilitazione/potenziamento dell’intelligenza numerica in studenti discalculici o con difficoltà di apprendimento in matematica.
Approfondimenti bibliografici
Bertolli C., Poli S. e Lucangeli D. (2014), L’intelligenza geometrica, Trento, Erickson.
Poli S., Bertolli C. e Lucangeli D. (2012), Pronti per la matematica della scuola secondaria, Trento, Erickson.
Butterworth B.e Yeo D. (2011), Didattica per la discalculia,
Trento, Erickson.
Molin A., Poli S., Tressoldi P.E. e Lucangeli D. (2009), Discalculia trainer, Libro + CD-ROM, Trento, Erickson.
Lucangeli D. et al. (2003-2010), L’intelligenza numerica - voll.
1-4, Trento, Erickson.
Rivista Difficoltà in matematica (in allegato a DdA – Difficoltà di
Apprendimento), Trento, Erickson.
Strategie di intervento per bambini
oppositivo provocatori
Gianluca Daffi (Università Cattolica del Sacro Cuore e NPI Spedali Civili di Brescia)
18
PSI/E
19
PRIMO PIANO
SALA DELLA VECCHIA PESCHERIA
Promuovere la creatività nello sviluppo
atipico: una risorsa per l’integrazione
Alessandro Antonietti (Università Cattolica del Sacro Cuore,
Milano)
La ricerca riguardo alle diverse forme di sviluppo atipico è prevalentemente focalizzata sui deficit che ne derivano, trascurando gli aspetti di eccellenza che talvolta le contraddistinguono.
Tra questi vi è la creatività, che appare essere particolarmente
pronunciata, per esempio, nell’autismo, nella sordità, nella dislessia, nell’ADHD. La creatività è anche una propensione che
caratterizza gli studenti «gifted» (iperdotati). Per tutti questi stu9
Workshop
Venerdi
denti «atipici» la creatività quindi si segnala come una potenzialità su cui si può far leva per motivare e facilitare l’apprendimento. Ma anche per gli studenti che non vivono particolari
problemi la creatività è una capacità da coltivare perché curiosità, flessibilità, assunzione del rischio, innovatività sono tratti
importanti per integrarsi in un mondo dinamico.
Nel workshop verranno presentate alcune attività didattiche,
tecniche e strumenti che si possono impiegare per incentivare
in bambini e ragazzi il pensiero divergente e il piacere per la
scoperta, la rielaborazione e l’espressione personale.
Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, riabilitatori, educatori, psicologi.
Approfondimenti bibliografici
Pizzingrilli P., Valenti C., Cerioli L. e Antonietti A. (2015), Sviluppare il pensiero flessibile, Trento, Erickson.
Antonietti A. e Molteni S. (2014), Educare al pensiero creativo,
Trento, Erickson.
BES
20 SALA DEL BORGO
PRIMO PIANO
Quali competenze per gli insegnanti
specializzati nel sostegno?
Luigi d’Alonzo (Direttore CeDiSMa – Centro studi e ricerche sulla disabilità e marginalità, Università Cattolica del Sacro Cuore,
Milano), Lucia de Anna (Università di Roma «Foro Italico»), Annalisa Morganti (Ricercatrice di Didattica e Pedagogia Speciale, Università degli Studi di Perugia), Marisa Pavone (Docente,
Università di Torino) e Tamara Zappaterra (Università di Firenze)
Le competenze che vengono richieste a un insegnante preparato sono sempre più complesse e ampie. Le difficoltà presenti
comunemente al giorno d’oggi negli allievi sono di una tale portata che necessariamente occorre prevedere per la formazione
dei docenti molti anni di preparazione e studio. Inoltre è indispensabile una formazione continua che possa essere impostata periodicamente lungo tutto l’arco dell’esperienza lavorativa a scuola. La situazione personale degli allievi appare di anno
in anno sempre più problematica; raramente troviamo nelle
nostre classi ragazzi tranquilli, sereni, capaci di avere un atteggiamento positivo nei confronti dell’offerta formativa, motivati
all’impegno scolastico e pieni di interesse per l’apprendimento.
I comportamenti a scuola evidenziano, infatti, un cambiamento
in negativo.
La scuola riveste nella società moderna un ruolo di straordinaria importanza, poiché in essa prendono forma i destini e si
gettano le basi per preparare alla vita sociale e professionale
giovani che per lunghi anni sono chiamato a solcarne i percorsi. Ci sono, però, persone che trovano nella scuola ulteriori
prospettive e opportunità di crescita umana e sociale: è il caso
dei soggetti con disabilità per i quali la scuola rappresenta un
luogo educativo eccezionalmente importante, soprattutto se
viene loro concesso di frequentare il tempo scolastico insieme
a chi non ha deficit, integrati in un contesto formativo valorizzante. A scuola i disabili imparano a diventare più uomini ed è a
scuola che acquisiscono le abilità per potersi inserire nel mondo. Lo scorrere della vita impone assai velocemente il dovere
di compiere scelte che incideranno profondamente sulla vita
10
dell’allievo con disabilità. La scuola e i suoi insegnanti possono
e devono aiutare l’allievo con deficit a trovare un proprio cammino nel mondo. Le persone con disabilità hanno bisogno di
trovare attorno a loro professionisti dell’educazione competenti
in grado di aiutarle a raggiungere i possibili traguardi all’interno
di un progetto di vita che deve mirare allo sviluppo della qualità
personale, ma che non può assolutamente prescindere da un
contesto relazionale comunitario condiviso, generalmente, dalla
maggioranza della popolazione di cui si è parte. Per operare
bene occorre però competenza, una competenza pedagogicospeciale che sia sempre più diffusa.
Infatti le esperienze di questi anni ci dicono che, se desideriamo
salvaguardare l’inclusione degli allievi con disabilità all’interno
della scuola italiana, è necessario preparare professionalmente
molto bene gli insegnanti curricolari e quelli di sostegno. Se ci
riferiamo, poi, alle competenze che deve mettere in atto l’insegnante specializzato, ci troviamo di fronte a un problema che
oramai merita di essere finalmente definito in modo rigoroso.
Destinatari principali: dirigenti scolastici, insegnanti di ogni
ordine e grado di scuola
Approfondimenti bibliografici
Ianes D., Demo H. e Zambotti F. (2011), Gli insegnanti e l’integrazione, Trento, Erickson.
Piazza V. (1996, 2009), L’insegnante di sostegno, Trento,
Erickson.
Ianes D. (2015), L’evoluzione dell’insegnante di sostegno –
Nuova edizione, Trento, Erickson.
DIDA
21
PRIMO PIANO
SALA DEL LAVATOIO
Scrivere testi in 9 mosse
Lerida Cisotto (Dipartimento FISPPA, Università di Padova) e
Gilberto Ferraro (Università di Padova)
Il workshop proporrà un metodo innovativo e completo per accompagnare docenti e alunni di scuola primaria e secondaria di
primo grado nell’insegnamento e nell’apprendimento dei processi di scrittura, con proposte operative e flessibili, adattabili a
qualsiasi contesto didattico.
Facendo riferimento agli studi di matrice cognitivista, sociocostruttivista e sulla motivazione allo scrivere, si forniranno indicazioni metodologiche per allestire contesti laboratoriali centrati
sulle diverse tipologie di testo: narrativo, espositivo, argomentativo. Inoltre, verranno presentate attività, metacognitive e per
l’autoregolazione, che i docenti potranno proporre agli alunni
per renderli via via più autonomi nell’impiego di strategie funzionali ai processi di scrittura.
Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado.
Approfondimenti bibliografici
Cisotto L., Gruppo RDL (2015), Scrivere testi in 9 mosse, Trento, Erickson.
Ardissino E. (a cura di) (2014), Imparare a scrivere testi, Trento,
Erickson.
Workshop
Venerdì
 
BES
PRIMO PIANO
SALA BREAKOUT 4
Sessione A – Buone Prassi
di integrazione scolastica e sociale
Presiede la sessione: Angela Cattoni (Edizioni Centro Studi
Erickson, Trento)
Gestione della classe con BES e BEN: un metodo per la programmazione
M. T. Serafini e F. Fornili (GISCEL – SLI)
Calibriamoci: strumento alternativo al libro di testo per la
classe prima della scuola secondaria di primo grado, disciplina spagnolo
G. Mauri (Docente di scuola primaria) e M. d’Aversa (Docente di
scuola secondaria di primo grado)
L’arte per l’integrazione a scuola: dalle discipline artistiche
all’arte educativa
F. Audino (Università degli Studi di Roma Tor Vergata)
Vulnerabilità condivise. Un’esperienza residenziale rivolta
ad insegnanti, operatori e ragazzi con disabilità in cui vengono messi in causa i ruoli reciproci
R. Passoni, F. Lorenzoni e M. Pollano (Casa-Laboratorio di Cenci, Terni)
«VIVA TERRA». Bio-diversità inclusiva, sperimentazione di
agricoltura sociale, progetto di formazione, orientamento
lavorativo e borsa lavoro per studenti e giovani con bisogni
educativi speciali
R. Tardi e P. Buonocore (IPSIA «Federigo Enriques» di Portici,
Napoli)
La Philosophy for Children come comunità inclusiva per
parlare di differenza
G. Ruzzante e M. Santi (Università degli Studi di Padova)
VENERDÌ 13 NOVEMBRE
DALLE 17.00 ALLE 19.00
22 SALA DEL LAVATOIO
niche d’intervento. La prospettiva attuale con le migliori garanzie di efficacia ed efficienza delle procedure è quella cognitivocomportamentale.
II workshop, attraverso la presentazione di studi di caso ed
esemplificazioni pratiche, mostrerà alcune di queste metodiche, con particolare attenzione alla loro descrizione operativa,
quali l’adattamento del Programma F.E.A.R. alle persone con
disturbi dello spettro autistico o la desensibilizzazione sistematica combinata con il rilassamento muscolare progressivo,
e infine tecniche per l’apprendimento dei concetti polari, quali il
metodo della differenza minima e l’uso di tecnologie assistive.
Destinatari principali: psicoterapeuti, neuropsichiatri, psicologi, educatori.
Approfondimenti bibliografici
Ricci C., Romeo A., Bellifemine D., Carradori G., Magaudda
C. (2014), Il manuale ABA-VB – Applied Behavior Analysis and
Verbal Behavior, Trento, Erickson.
Rivista Autismo e disturbi dello sviluppo, Trento, Erickson.
DIS
23 SALA DEI BASTIONI
PRIMO PIANO
Le disabilità sensoriali e la prospettiva
percettiva
Maria Cristina Caselli (Dirigente di Ricerca, Istituto di Scienze
e Tecnologie della Cognizione del CNR, Roma), Loretta Secchi
(Curatrice del Museo Tattile Anteros dell’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e docente a contratto presso l’Università degli
Studi di Bologna) e Stefan von Prondzinski (Psicopedagogista)
Il workshop mira a spostare l’attenzione dal deficit verso una
nuova interpretazione della disabilità sensoriale che, secondo
l’ICF, riguarda una complessa interrelazione tra il funzionamento globale della persona e i fattori contestuali, includendo i facilitatori e le barriere. In questa interrelazione la percezione di sé,
del contesto fisco, sociale e culturale e delle proprie esperienze
vissute assume un ruolo cruciale. Comprendere la percezione
della persona con disabilità sensoriale è la base per la costruzione dei percorsi educativi, abilitativi e riabilitativi mirati.
Il workshop illustrerà, con esempi concreti e con particolare
riferimento all’ipovisone e alla cecità, come potenziare nella
persona con disabilità sensoriale l’interpretazione e la comprensione della realtà concreta e astratta e come rafforzare le
sue interazioni nei diversi contesti sociali, culturali e di apprendimento, facilitando una vita più autonoma e autodeterminante.
PRIMO PIANO
Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di
scuola, educatori, psicologi, operatori riabilitativi.
Tecniche cognitivo-comportamentali di
intervento nell’autismo
Approfondimenti bibliografici
AA.VV. (2015), Disabilità sensoriale a scuola, Trento, Erickson.
Bonfigliuoli C. e Pinelli M. (2010), Disabilità visiva: Teoria e pratica nell’educazione per alunni non vedenti e ipovedenti, Trento,
Erickson.
Benedan S. e Faretta E. (2006), Pluridisabilità e vita quotidiana,
Trento, Erickson.
AUT
Eleonora Mattei (Walden Technology), Carlo Ricci (Istituto Walden di Roma e Bari) e Alberta Romeo (Università La Sapienza e
Istituto Walden, Roma)
La multidimensionalità dello spettro autistico impone spesso
all’operatore di ricorrere a un vasto patrimonio di metodi e tec-
11
Workshop
Venerdi
DIDA
24 SALA DEL PONTE 2
PRIMO PIANO
Metodi e opportunità che stimolano il
coinvolgimento emotivo. Nuovi linguaggi
nella comunicazione della scienza al MUSE,
Museo delle Scienze di Trento
Samuela Caliari (Responsabile Area Programmi MUSE) e Katia
Danieli (Responsabile formazione MUSE)
Il buon insegnamento è per un quarto preparazione e per un
quarto teatro. Le parole di Galileo Galilei per spiegare lo stretto
rapporto tra il palcoscenico e la teoria scientifica. La drammaturgia che amplifica la ricerca come conoscenza e sperimentazione. A ben vedere la costruzione del sapere, il come e il
perché delle cose, non adotta la formula o la definizione, ma
usa come strumento privilegiato la storia e la narrazione. È attraverso le storie attorno a un oggetto che vengono a generarsi le connessioni, le relazioni di causa ed effetto. Sono le
storie che alimentano la curiosità dell’età evolutiva e non solo di
quella. Si ricordano più facilmente le storie, non le formule o le
definizioni. Non è un principio esclusivo, naturalmente. C’è l’interazione diretta con gli oggetti, la manipolazione. Ma non c’è
dubbio che sarebbe ben limitato il nostro sapere se esso fosse
interamente confinato negli angusti spazi della sperimentazione diretta con l’oggetto. Tutto ciò che è immateriale, inevitabilmente, sfuggirebbe. Insomma, spiegare e raccontare, questo
è il punto. Così, come il bello della scienza è l’infinita rete delle
sue connessioni, così, il bello dell’interpretazione e dell’azione educativa è l’infinito mondo di raccontare queste storie. È
su queste basi e riflessioni che si inseriscono tutte le proposte
educative del MUSE.
Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di
scuola, educatori.
DIDA
25 SALA DELL’ANFITEATRO 2
PRIMO PIANO
Didattica laboratoriale per competenze:
proposte operative per l’insegnamentoapprendimento dell’italiano e della
matematica
Giuseppina Gentili (Insegnante, coordinatrice gruppi IMAS Intelligenze multiple a scuola, formatrice Edizioni Centro Studi
Erickson)
Nella situazione attuale, troppo spesso si verifica che le conoscenze e le abilità apprese a scuola rimangano inerti, ovvero
che gli studenti non siano in grado di utilizzarle in altri contesti;
in altre parole gli apprendimenti scolastici non si trasformano e
non concorrono a produrre competenze. Occorre quindi ripensare la scuola, riflettere sulla necessità di spostare l’attenzione
didattica dall’insegnamento dei contenuti ai processi cognitivi
che si attivano, progettare percorsi attraverso i quali si forniscono agli studenti gli strumenti, si creano le condizioni e le opportunità perché ognuno di loro possa effettivamente diventare
sempre più competente. Una didattica di questo tipo non può
12
prescindere da un approccio di tipo laboratoriale, metodologia
che riconosce e valorizza il ruolo attivo dell’allievo impegnato in
processi di problem solving e attivazione di un proprio pensiero
critico e riflessivo.
Per dimostrare come si possa utilizzare, con positivi riscontri
negli apprendimenti e nella motivazione degli studenti, la didattica laboratoriale come prassi consueta nel curricolo disciplinare, nel workshop si illustreranno proposte operative e percorsi
didattici per competenze, già sperimentati e documentati nei
testi della serie Il laboratorio di…
Destinatari principali: educatori, insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria, psicologi, assistenti educativi.
Approfondimenti bibliografici
Gentili G. (2014), Il laboratorio di… italiano 1, Trento, Erickson.
Gentili G. (2015), Il laboratorio di… italiano 2, Trento, Erickson.
Gentili G. (2014), Il laboratorio di… matematica 1, Trento,
Erickson.
Gentili G. (2015), Il laboratorio di… matematica 2, Trento,
Erickson.
DIDA
26 SALA DEL TEMPIO 2
PIANO TERRA
Potenziare competenze geometriche. La
metodologia «dal problema alla regola»
applicata alla geometria
Carla Bertolli (Istituto Comprensivo di Maserà di Padova) e Silvana Poli (Università di Padova)
Durante il workshop sarà presentato il programma Potenziare competenze geometriche, che offre un percorso semplice,
integrato e completo per facilitare l’apprendimento della geometria nella scuola primaria e secondaria di primo grado. Tale
programma segue le indicazioni ministeriali relative alla geometria, coprendo la tipica programmazione curricolare, e utilizza la
metodologia «dal problema alla regola» applicata alla geometria
piana, solida, analitica e ai principali teoremi.
La costruzione dei concetti avviene gradualmente, passo dopo
passo, a partire da situazioni note allo studente; durante il percorso di apprendimento, lo studente mette in opera un procedimento ragionato da cui emergono i contenuti importanti
per la soluzione a partire dalle conoscenze che fanno già parte
del suo bagaglio esperienziale. La formalizzazione di una regola
avviene solo alla fine del percorso conoscitivo, che privilegia la
modalità visiva (presentazione dei concetti per immagini) piuttosto che attraverso le classiche definizioni verbali.
Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado.
Approfondimenti bibliografici
Bertolli C., Poli S. e Lucangeli D. (2014), L’intelligenza geometrica, Trento, Erickson.
Poli S., Bertolli C. e Lucangeli D. (2014), Potenziare competenze geometriche vol. 1, Trento, Erickson.
Poli S., Bertolli C. e Lucangeli D. (2012), Pronti per la matematica della scuola secondaria, Trento, Erickson.
Workshop
Venerdì
LOG
27 SALA DEL FARO
PRIMO PIANO
Le funzioni esecutive nei Disturbi Specifici
di Linguaggio
Lavinia De Peppo (Psicologa, Dipartimento di Neuroscienze,
IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma) e Luigi Marotta (Logopedista, Dipartimento di Neuroscienze, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma)
Il DSM-5 non utilizza più la definizione di Disturbo Specifico di
Linguaggio: da dove nasce questo cambiamento? Il Disturbo
Specifico di Linguaggio (DSL) era fino ad oggi riferito a bambini
con difficoltà diverse nella comprensione, produzione e uso del
linguaggio, in uno o in più domini linguistici (fonologia, semantica, sintassi e pragmatica) con un’evoluzione nel tempo che
variava in rapporto alla severità e alla persistenza del disturbo
linguistico. All’interno di questa popolazione, tuttavia, l’eterogeneità dei profili era molto elevata. Sebbene il DSL fosse caratterizzato prevalentemente dal deficit linguistico, sono stati spesso
riportati in letteratura deficit cognitivi di natura extraverbale e
socio-cognitiva (Bishop, 1992; Craig, 1995, Leonard, 2009;
Lum et al., 2010; Henry et al., 2012). Le ipotesi a sostegno
della sola natura linguistica del disturbo non sembravano sufficienti a spiegare l’ampio range di deficit individuati, pertanto è
venuta così a mancare la «specificità» linguistica del disturbo.
Ipotesi alternative a quelle esclusivamente linguistiche si sono
così proposte di verificare nei DSL la presenza di deficit cognitivi più generali nelle abilità di processing, che renderebbero
conto delle varie difficoltà incontrate, in particolare in quelle che
sono definite funzioni esecutive. Recenti studi hanno, infatti,
evidenziato un ruolo significativo di deficit della memoria di lavoro fonologica e visuo-spaziale, di alterazioni della flessibilità
cognitiva, di impairment della pianificazione verbale e non, e di
deficit della risposta inibitoria (Bavin et al., 2005; Marton 2007;
Montgomery et al., 2010; Henry et al., 2012). La presenza di
queste alterazioni, che a volte si configurano come veri e propri
deficit, non può non essere considerata nella programmazione
del trattamento dei DSL. Quindi, ai fini di una migliore comprensione della natura del disturbo e di un intervento davvero
efficace, in aggiunta alla tradizionale valutazione fonologicolinguistica, appare necessario uno specifico assessment delle
principali funzioni esecutive.
Destinatari principali: medici, psicologi, logopedisti.
Approfondimenti bibliografici
Marotta L. e Varvara P. (a cura di) (2013), Funzioni esecutive nei
DSA, Trento, Erickson.
Marotta L. e Caselli M.C. (2014), I disturbi del linguaggio, Trento, Erickson.
Valeri G. e Marotta L. (2014), I disturbi della comunicazione,
Trento, Erickson.
BES
28 SALA DELL’ANFITEATRO 1
PRIMO PIANO
L’inclusione nella valutazione
Eva Pigliapoco (Docente presso la scuola primaria Cittadella di
Modena, autrice Edizioni Centro Studi Erickson) e Ivan Sciape-
coni (Docente presso la scuola primaria Cittadella di Modena,
autore Edizioni Centro Studi Erickson)
L’attenzione verso i bambini con Bisogni Educativi Speciali e
la didattica per competenze portano necessariamente a rivedere le pratiche della valutazione. Per rendere inclusivo anche
il momento della verifica, occorre diversificare le proposte con
gli opportuni accorgimenti di facilitazione e semplificazione. Sul
versante delle competenze, inoltre, i docenti sono chiamati ad
aggiungere alle verifiche dei tradizionali contenuti e delle abilità,
anche i compiti di realtà. Per gestire al meglio questi strumenti
senza rinunciare alla funzione formativa e proattiva della valutazione, serve una visione d’insieme, un fondato apparato teorico,
ma anche materiali specifici e buone pratiche già sperimentate.
Conseguentemente, in questo workshop saranno presentate
verifiche personalizzate su contenuti e abilità e compiti di realtà
intra- e inter-disciplinari.
Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria.
Approfondimenti bibliografici
Sciapeconi I. e Pigliapoco E. (2015), Verifiche personalizzate –
classe prima, Trento, Erickson.
Sciapeconi I. e Pigliapoco E. (2015), Verifiche personalizzate –
classe seconda, Trento, Erickson.
DIDA
29 SALA DEL CASTELLO 1
PIANO TERRA
La Didattica delle emozioni® come fattore
di prevenzione e di promozione del
benessere a scuola
Ulisse Mariani (Psicologo e psicoterapeuta, ASL di Viterbo) e
Rosanna Schiralli (Psicologa e psicoterapeuta, Associazione
Emotional Training Center, Viterbo)
La Didattica delle emozioni® consiste in un progetto di prevenzione primaria, efficace e precoce, finalizzato alla promozione
e alla costruzione del benessere a scuola, inscritto nel quadro
teorico più generale dell’Educazione Emotiva.
Durante il workshop si approfondirà questo nuovo format di
intervento educativo che offre l’opportunità ai docenti di implementare negli alunni, dalla scuola dell’infanzia fino alla scuola
secondaria di secondo grado, i più efficaci fattori di protezione,
riducendo al contempo i fattori di rischio, il disagio e il disadattamento e in particolare le patologie da dipendenza.
È un format efficace in quanto testato sperimentalmente su un
vasto campione di soggetti attraverso una rigorosa metodologia scientifica. Si tratta di una serie di procedure, tecniche
e strategie, validate e testate scientificamente, finalizzate ad
aiutare gli alunni a individuare, gestire e modulare nel modo più
opportuno le emozioni e il proprio mondo interno.
Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di
scuola, educatori, psicologi.
Approfondimenti bibliografici
Mariani U. e Schiralli R. (2012), Intelligenza emotiva a scuola,
Trento, Erickson.
Ianes D. (a cura di) (2013), Le migliori proposte operative su…
Emozioni, Trento, Erickson.
13
Workshop
Venerdi
DSA
30 SALA DEL TEMPIO 1
PIANO TERRA
Dalla valutazione alla riabilitazione: percorsi
virtuosi nei disturbi di scrittura
Susi Cazzaniga (Centro Studi Forepsy, Consorzio Universitario
Humanitas, Roma) e Rosanna Ferrara (LabDA - Laboratorio per
i Disturbi d’Apprendimento, Università di Padova)
È possibile individuare tre forme fondamentali di difficoltà/disturbo di scrittura, associate alle tre componenti fondamentali
dello scrivere: grafismo, competenza ortografica, espressione
scritta. Esse sono tutte previste nei manuali diagnostici internazionali, anche se con collocazione variabile. Anche nella pratica
clinica, il disturbo di scrittura ha un’espressività complessa e
ricca di sfaccettature: sia nella fase diagnostica, sia in quella
riabilitativa, occorre avere ben chiaro il percorso da compiere,
gli obiettivi da raggiungere a breve, medio e lungo termine, e i
materiali necessari.
Nel workshop si proporrà uno schema d’azione che prende
spunto da alcuni casi clinici, paradigmatici delle difficoltà che
caratterizzano il processo di scrittura. Lo spazio alla discussione con i partecipanti permetterà di scambiare esperienze e
condividere buone prassi.
Destinatari principali: psicologi, neuropsichiatri infantili, logopedisti, psicopedagogisti, neuro psicomotricisti, professionisti
che operano nel campo dei disturbi evolutivi.
Approfondimenti bibliografici
Cornoldi C. e Cazzaniga S. (2015), Studi di caso. Disturbi di
scrittura, Trento, Erickson.
Cazzaniga S., Re A.M., Cornoldi C., Poli S. e Tressoldi P.E.
(2005), Dislessia e trattamento sublessicale, Trento, Erickson.
Cazzaniga S., Re A.M., Cornoldi C., Poli S. e Tressoldi P.E.
(2007), Dislessia e trattamento sublessicale, CD-ROM, Trento,
Erickson.
DIDA
31
PIANO TERRA
SALA DEL CASTELLO 2
Proposte operative per attività di gruppo
in classe: l’apprendimento cooperativo in
pratica
Anna La Prova (Psicoterapeuta, Formatrice Edizioni Centro Studi Erickson, Trento e Fondatrice Centro Studi Forepsy,
Roma)
Il workshop ha l’obiettivo di coinvolgere i partecipanti nello sperimentare alcune attività di apprendimento cooperativo, attraverso una modalità pratica e interattiva. La prospettiva di fondo
dell’apprendimento cooperativo è rivista alla luce della teoria
delle Intelligenze Multiple di Gardner: ne deriva un approccio
didattico inclusivo che permette di rispondere ai diversi Bisogni
Educativi Speciali che esistono nella classe.
La finalità principale è quella di offrire una prospettiva di insegnamento in cui il docente, piuttosto che predisporre percorsi
individuali diversi, abbia a disposizione metodologie diversifica-
14
te e inclusive, che permettano di coinvolgere e incontrare tutti i
BES, contemporaneamente e in modo semplice.
La nuova normativa sui BES sollecita, infatti, i consigli di classe a individuare e rispondere in modo specifico agli allievi con
Bisogni Educativi Speciali. Di fronte a tale richiesta, la difficoltà
che molti insegnanti denunciano è il fatto di trovarsi a dover implementare strategie di personalizzazione in classi sempre più
numerose e con strumenti a disposizione spesso carenti. La
metodologia dell’apprendimento cooperativo si delinea come
particolarmente adatta per rispondere, in modo semplice e immediato, al bisogno di «raggiungere» quante più individualità
possibili. Attraverso il gruppo dei pari, infatti, non solo è possibile avviare percorsi didattici inclusivi, ma si possono anche
«compensare» alcuni deficit specifici, pure in assenza di misure
e tecnologie compensative.
Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di
scuola, educatori.
Approfondimenti bibliografici
La Prova A. (2015), Apprendimento cooperativo in pratica,
Trento, Erickson.
Johnson D.W., Johnson R.T. e Holubec E.J. (2015), Apprendimento cooperativo in classe NUOVA EDIZIONE, Trento,
Erickson.
Topping K. (2014), Tutoring – NUOVA EDIZIONE, Trento,
Erickson.
BES
32 SALA DEL PORTO
PRIMO PIANO
L’autovalutazione della qualità inclusiva
nella scuola e nella didattica
Heidrun Demo (Libera Università di Bolzano), Annalisa Morganti (Ricercatrice di Didattica e Pedagogia Speciale, Università degli Studi di Perugia) e Roberto Medeghini (Pedagogista,
Componente GRIDS - Gruppo di Ricerca Inclusione Disability
Studies Italy, Università Roma Tre)
L’importanza dell’autovalutazione della qualità inclusiva nella
scuola e nella classe richiede conoscenze e competenze teoriche e metodologiche che permettano di rilevare e comprendere in quale misura i processi educativi e organizzativi possono
essere definiti inclusivi e quali scelte si possono assumere per
rimuovere gli ostacoli a tali processi.
Il workshop vuole offrire un contributo teorico e operativo, con
particolare attenzione alla didattica, proponendo:
– la prospettiva dei Disability Studies e Disability Studies Italy in
Education con la conseguente lettura dell’inclusione;
– strumenti coerenti con la prospettiva indicata: l’INDEX per
l’inclusione e il SADI (Strumento di Autovalutazione della Didattica Inclusiva nella classe) con aree e indicatori in grado
di orientare riflessioni e scelte d’area finalizzate all’azione di
cambiamento e di sviluppo inclusivo.
Durante il workshop verranno inoltre presentati i primi risultati di
applicazioni operative all’interno delle scuole.
Destinatari principali: dirigenti scolastici, insegnanti di ogni
ordine e grado di scuola, psicologi, educatori.
Workshop
Venerdì
Approfondimenti bibliografici
Medeghini R., Vadalà G., Fornasa W. e Nuzzo A. (2013), Inclusione sociale e disabilità: Linee guida per l’autovalutazione della
capacità inclusiva dei servizi, Trento, Erickson.
Demo H. (2015), Didattica delle differenze, Trento, Erickson.
Medeghini R., D’Alessio S., Marra A., Vadalà G. e Valtellina E.
(2013), Disability Studies, Trento, Erickson.
Medeghini R. (2015), Norma e normalità nei disability studies,
Trento, Erickson.
PSI/E
33 SALA DELL’ARENGO
PRIMO PIANO
Tutto troppo presto. L’educazione sessuale
dei nativi digitali
Alberto Pellai (Università degli Studi di Milano) e Barbara Tamborini (Psicopedagogista e scrittrice, Milano)
Il workshop proporrà ai partecipanti un’analisi approfondita del
contesto sociale e culturale nel quale preadolescenti e adolescenti (10-16 anni) costruiscono la loro idea di sessualità, con
particolare attenzione alle nuove tecnologie. Verrà esplorata la
correlazione tra l’esigenza del mercato di aumentare i consumi,
specie nei giovanissimi, e la crescita esponenziale nei media
di messaggi vicini al mondo della pornografia e orientati a promuovere una sessualizzazione precoce delle bambine. Verranno inoltre discussi comportamenti come il sexting e l’adescamento online.
I partecipanti ricaveranno suggestioni e suggerimenti per sentirsi in primo luogo depositari della responsabilità educativa
nel porre limiti e nel governare il flusso di stimoli nel quale gli
adolescenti sono immersi, con indicazioni e suggerimenti per
l’intervento educativo.
Destinatari principali: genitori, insegnanti di scuola secondaria di primo e secondo grado, pedagogisti, psicologi.
Approfondimenti bibliografici
Pellai A. (2014), Così sei nato tu – 4-7 anni, Trento, Erickson.
Pellai A. (2014), Così sei nato tu – 7-10 anni, Trento, Erickson.
Pellai A. (2015), Così sei fatto tu – 5-9 anni, Trento, Erickson.
Pellai A. (2015), Così sei fatto tu – 10-12 anni, Trento, Erickson.
Pellai A. e Calaba B. (2009), Col cavolo la cicogna!, Trento,
Erickson.
DIDA
34 SALA DELL’ARCO
PIANO TERRA
Curricolo naturale e curricolo scolastico.
Requisiti di apprendimento e indicatori di
difficoltà nel primo biennio della scuola
primaria
Marzia Bizzaro (ISISS Don Milani Tradate, AIAS Busto Arsizio)
e Lorenzo Caligaris (IC «Sorelle Agazzi», Struttura Semplice di
Psicopatologia dell’età evolutiva, Ospedale Niguarda, Milano)
L’alfabetizzazione affonda le sue radici negli anni che precedono l’ingresso dei bambini alla scuola primaria, nel periodo in
cui hanno l’opportunità di costruire e sperimentare una serie di
conoscenze ed esperienze nell’ambito della loro vita familiare e
sociale. Tale periodo, che viene identificato anche con l’espressione alfabetizzazione emergente (Clay, 1966; Ferreiro, 2003),
rappresenta le basi di quel curricolo naturale (Mercadante,
2010) al quale dovrà fare riferimento la scuola nel «richiamare,
esplorare, problematizzare» (Indicazioni Nazionali, 2012) le conoscenze pregresse dei bambini al fine di assicurarsi dell’effettiva presenza e disponibilità degli indicatori o requisiti necessari
per l’apprendimento della lettura, della scrittura e delle abilità
aritmetiche.
Scopo del workshop è quello di presentare esemplificazioni e
proposte operative rivolte ai bambini delle prime classi di scuola
primaria, in modo da riflettere sui processi sottostanti le diverse
attività e individuare precocemente quelle fragilità di apprendimento che potrebbero compromettere l’evoluzione tipica
dell’esperienza scolastica.
Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia e
scuola primaria, educatori, logopedisti.
Approfondimenti bibliografici
Mei S. e Vegini S. (2015), Pronti per la scuola primaria, Trento,
Erickson.
Mei S. e Vegini S. (2015), Pronti per la scuola primaria, CDROM, Trento, Erickson.
Brignola M., Perrotta E. e Tigoli M.C. (2012), Sviluppare i prerequisiti per la scuola primaria, Trento, Erickson.
Brignola M., Perrotta E. e Tigoli M.C. (2012), Sviluppare i prerequisiti per la scuola primaria, CD-ROM, Trento, Erickson.
Brignola M., Perrotta E. e Tigoli M.C. (2014), Sviluppare i prerequisiti per la scuola primaria – Vol. 2, Trento, Erickson.
Brignola M., Perrotta E. e Tigoli M.C. (2014), Sviluppare i prerequisiti per la scuola primaria 2, CD-ROM, Trento, Erickson.
Terreni A., Tretti M.L., Corcella P.R., Cornoldi C. e Tressoldi P.E.
(2011), IPDA – NUOVA EDIZIONE, Trento, Erickson.
Terreni A., Tretti M.L., Corcella P.R., (2002), Materiali IPDA per la
prevenzione delle difficoltà di apprendimento, Trento, Erickson.
PSI/E
35 SALA DEL BORGO
PRIMO PIANO
Sviluppare le capacità di autocorrezione per
monitorare il proprio apprendimento
Desirée Rossi (Insegnante e collaboratrice Edizioni Centro Studi
Erickson, Trento)
La «rivoluzione» operata dalle teorie costruttiviste al concetto
di apprendimento, che da modello trasmissivo passa a porre al centro l’attività autonoma di colui che apprende come
costruttore della propria conoscenza, fatica a trovare riscontri
applicativi nella didattica capaci di consentire una partecipazione diretta del soggetto che impara. Il cambiamento coinvolge anche la concezione dell’errore e della sua rilevazione,
concepito ora come strumento per costruire e organizzare la
propria conoscenza. L’intento del workshop è quello di mettere in luce le potenzialità dell’autocorrezione come strumento
per comprendere in modo significativo, monitorare e gestire il
proprio processo di apprendimento, tenendo presente le impli15
Workshop
Venerdi
cazioni che questa metodologia può avere sulla motivazione,
sull’autoefficacia e sull’autostima. Operativamente verranno
mostrati contesti di applicazione dove l’esperienza dell’errore
diventa un normale momento di costruzione e consolidamento
delle competenze.
Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, educatori.
Approfondimenti bibliografici
AA.VV. (2015), Tablotto, Trento, Erickson.
DIDA
36 SALA DELLA PIAZZA
PIANO TERRA
Strumenti e strategie per insegnare a
pianificare, organizzare e gestire il tempo
Gianluca Daffi (Università Cattolica del Sacro Cuore e NPI Spedali Civili di Brescia)
Ogni insegnante avrà avuto modo di sperimentare, durante la
propria carriera, gli innegabili benefici che derivano dall’operare
con i propri alunni seguendo attività precedentemente organizzate e pianificate. I bambini sono in grado di focalizzare al meglio la loro attenzione in un ambiente strutturato, caratterizzato
da routine, regole condivise e comprensibili, modelli di lavoro
noti e abituali.
Il presente workshop illustra l’applicazione del metodo START
in classe: strumenti e strategie per organizzare lo Spazio, il
Tempo, le Attività, tenendo sempre in considerazione l’importanza dei processi di Revisione e la Trasferibilità delle competenze sviluppate.
Destinatari principali: insegnanti e educatori di comunità per
minori.
Approfondimenti bibliografici
Prandolini C. e Daffi G. (2015), Organizzare la classe con il metodo START, Trento, Erickson.
Daffi G. (2014), DIARIO START, Avventura nello spazio, Trento,
Erickson.
Daffi G. (2015), DIARIO START – Avventura in fondo al mare,
Trento, Erickson.
BES
37 SALA DELLA MARINA
PRIMO PIANO
Proposte di ausili «fai da te» per la didattica
personalizzata
Laura Borghero (Amministrazione Provinciale di Vicenza), Ilaria
Cervellin (Formatrice, insegnante di sostegno scuola primaria IC
Camisano, Vicenza), Flavio Fogarolo (Formatore, collaboratore Edizioni Centro Studi Erickson), Claudia Munaro (Referente
disabilità, Ufficio Scolastico Territoriale VIII di Vicenza), Arianna
Sorgato (Insegnante di sostegno scuola dell’infanzia IC Piovene
16
Rocchette, Vicenza) e Marialuisa Tonietto (Insegnante di sostegno scuola secondaria di primo grado IC Romano d’Ezzelino,
Vicenza)
Nella scuola dell’inclusione la costruzione di materiali didattici
su misura, sia con funzione abilitativa che compensativa, riveste sempre un ruolo fondamentale. Nel workshop verrà presentata una serie di proposte operative, molto concrete, riferite
soprattutto ai bisogni di alunni con disabilità grave (riconducibili
alle attività dello Sportello Provinciale Autismo di Vicenza) e con
minorazione visiva (collegate, in questo caso, al servizio di supporto della Provincia di Vicenza).
Le attività presentate offrono suggerimenti e indicazioni da
adattare e interpretare in base alla situazione reale, ai bisogni
e al progetto educativo. Di fronte a un problema educativo o
didattico, la prima cosa da fare è convincersi che una soluzione esiste e che quindi va ricercata per avvicinarsi al traguardo,
anche se a piccoli passi, con obiettivi spesso molto modesti,
apparentemente insignificanti, ma mai inutili.
Destinatari principali: insegnanti di sostegno e curricolari,
educatori.
Approfondimenti bibliografici
Gencarelli N. (2012), Ausili fai da te, Trento, Erickson.
PSI/E
38 SALA DELL’OROLOGIO
PRIMO PIANO
La violenza invisibile. Come riconoscerla e
intervenire
Giuliana Franchini (Psicologa e psicoterapeuta a orientamento sistemico-analitico) e Giuseppe Maiolo (Psicoanalista di formazione junghiana, giornalista e scrittore)
La violenza sui minori è un fenomeno che rimane ancora sommerso. E questo riguarda non solo la forma più aberrante, cioè
l’abuso sessuale, ma anche la violenza fisica in generale e più
ancora quella psicologica. Di questa forma di abuso, ovvero
della violenza offensiva delle parole e dei gesti, delle minacce
ma anche delle svalutazioni persistenti o della trascuratezza, si
sa generalmente poco. Ciò accade perché molti di questi comportamenti sono di per sé difficili da rilevare ma anche perché
le nostre individuali difese ci fanno spesso rimuovere il male e
la sofferenza o ci impediscono di vedere che anche nei nostri
piccoli gesti quotidiani si può nascondere la violenza.
Il workshop vuole affrontare la violenza nascosta nelle pieghe
del quotidiano e mettere in evidenza la necessità che hanno
gli operatori con funzioni educative di sviluppare un’attenzione
particolare per questo tipo di abuso. Si tratta di conoscere gli
indicatori specifici, ma anche riflettere sui propri atteggiamenti
personali e professionali che potrebbero essere portatori di violenza psicologica.
Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di
scuola, psicologi, educatori professionali, genitori.
Approfondimenti bibliografici
Franchini G. e Maiolo G. (2005), Attenti al lupo cattivo, Trento,
Erickson.
Workshop
Venerdì
Maiolo G., Franchini G. e Schneider K. (2007), Giù le mani!,
Trento, Erickson.
Vicari A. e Monicchi L. (2015), Tutelandia, Trento, Erickson.
DIS
39 SALA DEL PONTE 1
PRIMO PIANO
#lafragilitàchefacrescere
Sindrome dell’X fragile come mediatore
dell’incontro scuola-famiglia verso una
co-evoluzione inclusiva
Alessia Brunetti (Vicepresidente Associazione Italiana Sindrome
X Fragile Onlus), Elisabetta Ghedin (Ricercatrice, Dipartimento FISPPA, Università di Padova), Rinalda Montani (Docente a
contratto, Dipartimento FISPPA, Università di Padova) e Simone
Visentin (Ricercatore, Dipartimento FISPPA, Università di Padova)
Scopo del workshop è quello di condividere esperienze di accompagnamento per genitori e insegnanti avviate e realizzate
nei territori del Veneto e del Lazio. Un progetto/percorso educativo autentico si genera a partire dal principio di partnership
comunitaria tra educatori, genitori, associazioni e persone con
sindrome dell’X fragile. Dentro a questa prospettiva di co-partecipazione, il focus principale è la qualità dell’insegnamento/
apprendimento e il clima relazionale dentro e attorno la scuola,
dall’infanzia fino alla secondaria di secondo grado. Grazie alla
creazione di reti di prossimità inclusive, capaci di mediare le fragilità e di sostenere le forze di ciascuno, è possibile valorizzare il
talento di tutti gli attori in gioco, accrescendo il senso di autoefficacia, il grado di gratificazione personale, e contribuendo così
a promuovere progetti di vita realmente fiorenti.
Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di
scuola, genitori, educatori, psicologi.
Approfondimenti bibliografici
Brunetti A. (2015), Giorno dopo giorno, Trento, Erickson.
AA. VV. (2014), Disabilità intellettiva a scuola, Trento, Erickson.
Baldi P.L. (2014), Sviluppare il pensiero nella disabilità intellettiva, Trento, Erickson.
PSI/E
40 SALA DELLO SQUERO
PRIMO PIANO
Alleanze e criticità nell’educazione, in tempi
di «crisi». Il ruolo della famiglia e della
scuola
Lorenza Beltrami (Mamma), Roberta Caldin (Università di Bologna), Laura Corazza (Università di Bologna), Daniele Epifani
(Papà), Valeria Friso (Università di Bologna) e Mirko Giorgi (Regista di «Vincersi», documentario audio descritto)
Il presente workshop evidenzia l’importanza della creazione di
reti con il territorio, portando esempi concreti e testimonianze
privilegiate, rivolte all’inclusione sociale delle persone con disabilità.
A fronte del moltiplicarsi delle opportunità e della diffusione dei
mezzi tecnologici che permettono una partecipazione più ampia da parte di tutti alla vita sociale, appare evidente il rischio di
disperdere le energie nell’orientarsi. Trasformare queste criticità
in opportunità significa tessere reti di relazioni che partono da
un riscoperto ruolo della famiglia e della scuola.
In questo workshop si presenteranno alcune iniziative condotte
negli ultimi anni a Bologna:
– un gruppo di genitori di bambini/ragazzi con disabilità visiva,
dal quale è generato un vademecum utile ai genitori di un
bambino/ragazzo cieco o ipovedente;
– un lavoro di audiodescrizione del documentario «Vincersi» in
collaborazione con il Media Education e-learning LAboratorio, gli attori, il regista e l’audiodescrittore.
Destinatari principali: genitori, insegnanti e educatori che ogni
giorno si impegnano per fare rete e garantire una sempre più
piena partecipazione alle persone con disabilità.
Approfondimenti bibliografici
Caldin R. (a cura di) (2006), Percorsi educativi nella disabilità
visiva, Trento, Erickson.
Venuti P. (2010), L’intervento in rete per i Bisogni Educativi
Speciali. Il raccordo tra lavoro clinico, scuola e famiglia, Trento,
Erickson.
BES
41
PRIMO PIANO
SALA DEL PARCO
La Buona Scuola è la scuola dell’inclusione.
Il ruolo della Pedagogia Speciale
Fabio Bocci (Università Roma Tre), Roberta Caldin (Università
di Bologna), Lucio Cottini (Università di Udine), Pasquale Moliterni (Università di Roma «Foro Italico») e Marina Santi (Università di Padova)
Il documento La Buona Scuola, il cui iter ha condotto alla L.
107/2015, oltre ad aver suscitato un acceso dibattito su diverse questioni (da quelle inerenti il merito a quelle sul ruolo del
Dirigente scolastico) si è fatto anche interprete di una precisa
idea di inclusione sulla quale, evidentemente, non si è posta
la dovuta attenzione. Altrettanto evidentemente, però, è chiaro che tale interpretazione non è neutra e ha/avrà significative
ricadute sul piano operativo per quel che concerne l’interpretazione del bisogno speciale e della natura delle difficoltà, così
come per quel che riguarda le funzioni dell’insegnante (e la sua
formazione, iniziale e in servizio), la didattica, la partecipazione
effettiva di tutti. In sintesi, richiamando le dimensioni dell’Index,
ha/avrà una ricaduta sulle culture, sulle politiche e sulle pratiche
che caratterizzano il nostro sistema formativo.
Scopo del workshop, che vede la partecipazione di illustri studiosi della SIPeS, è dunque quello di sviscerare tali questioni
e di sottoporle ad analisi critica e confronto nell’ottica di un
dibattito che vede la Pedagogia Speciale consapevole del fondamentale ruolo che è chiamata ad assolvere nell’attualità di
un processo trasformativo cruciale, dai risvolti epistemologici,
culturali, scientifici e politici.
Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di
scuola.
17
Workshop
Venerdi
Approfondimenti bibliografici
Ianes D. e Cramerotti S. (a cura di) (2013), Alunni con BES –
bisogni educativi speciali, Trento, Erickson.
Ianes D. e Canevaro A. (a cura di) (2015), Buone prassi di integrazione e inclusione scolastica – NUOVA EDIZIONE, Trento,
Erickson.
Ianes D. (2005), Bisogni Educativi Speciali e inclusione. Valutare
le reali necessità e attivare tutte le risorse, Trento, Erickson.
Ianes D. e Macchia V. (2008), Didattica per i Bisogni Educativi
Speciali, Trento, Erickson.
AA.VV. (2015), BES a scuola, Trento, Erickson.
Vianello R. e Di Nuovo S. (a cura di) (2015), Quale scuola inclusiva in Italia?, Trento, Erickson.
BES
42
PRIMO PIANO
SALA DELLA VECCHIA PESCHERIA
Esperienze e pratiche di integrazione e
inclusione in Brasile, Francia, Spagna e
Italia
Claudio Roberto Baptista (Università Federal do Rio Grande do
Sul, Brasile), Alessio Covelli (Università di Roma «Foro Italico»),
Lucia de Anna (Università di Roma «Foro Italico») e Marta Sánchez Utgé (Università di Roma «Foro Italico»).
L’integrazione e l’inclusione possono assumere diversi significati e interpretazioni in funzione del contesto sociale, economico, culturale, politico, legislativo di riferimento. La prospettiva
internazionale si rivela un valore aggiunto per aprire un dibattito
sull’analisi degli interventi educativi, le risorse, le figure e i ruoli,
sulla collaborazione, ecc., che permettono di attuare i processi
di integrazione e inclusione. Si affronteranno anche temi legati
alla formazione degli insegnanti curricolari e specializzati in relazione alle esperienze dei diversi Paesi per evidenziare i punti
forti e le criticità in termini di competenze e bisogni formativi che
emergono dall’esperienza professionale.
Il workshop intende rappresentare un punto di incontro tra
teoria e prassi attraverso un dialogo che sarà stimolato dalle
esperienze descritte dai relatori, i quali condurranno il dibattito
focalizzando l’attenzione su aspetti che favoriscono la realizzazione dei processi di integrazione e inclusione scolastica nei
diversi Paesi. Il dibattito si arricchirà degli interventi dei partecipanti anche per dare luogo a un momento di riflessione e di
confronto sui fattori che possono divenire indicatori per valutare
la qualità delle buone prassi nel loro complesso.
Destinatari principali: dirigenti scolastici, insegnanti di ogni
ordine e grado di scuola, psicologi, educatori.
18
 
BES
PRIMO PIANO
BREAKOUT 4
Sessione B – Buone Prassi
di integrazione scolastica e sociale
Presiede la sessione: Angela Cattoni (Edizioni Centro Studi
Erickson, Trento)
Azione di sistema in Valle d’Aosta: Comunità di pratica di
docenti per l’insegnamento/apprendimento inclusivo con
una didattica aumentata dalle TIC
C. Romiti (Sovraintendenza agli Studi della Valle d’Aosta - Ufficio
Supporto all’Autonomia Scolastica)
«Il Paese che sono io»: una prassi itinerante
A. Peiretti, M. Battisti e F. Serra (Fondazione Paideia, Torino)
Promozione dell’integrazione sociale e sviluppo dell’empowerment del minore e dell’adulto in neuroriabilitazione attraverso azioni di auto-mutuo aiuto
G. T. Pontiggia, A. Giacovazzo, V. Occhinegro, L. Prospero e I.
Gallicchio (ASL di Bari)
Team sportivo scolastico Spiders. Un progetto d’inclusione per conoscere la disabilità intellettiva attraverso lo sport
unificato
R. Cuniglio, O. Ratti, M. Agnoletti, C. Pampaloni e V. Pecoraro
(Istituto Magistrale Statale «Giovanni da San Giovanni» di San
Giovanni Valdarno, Arezzo)
Si vive di rapporti, si cresce con le interazioni. La cultura e il
mito come elementi di inclusione e convivenza civile
A. Improta, I. Colonna, M. C. Raiola (IC 1 «Don Bosco - Melloni» di Portici, Napoli), L. Zuntini (Dipartimento di ricerca del Museo Roca, Argentina), H. Cardoso, C. N. Rassullo Gianelli e I.
I. Mansione (Istituto di Formazione Docente n° 1 di Avellaneda,
Argentina)
Si vive di rapporti, si cresce con le interazioni. La cultura e il
mito come elementi di inclusione e convivenza civile
A. Improta, I. Colonna, M. C. Raiola (IC 1° «Don Bosco - Melloni» di Portici, Napoli), L. Zuntini (Dipartimento di ricerca del Museo Roca, Argentina), H. Cardoso, C. N. Rassullo Gianelli e I.
I. Mansione (Istituto di Formazione Docente n° 1 di Avellaneda,
Argentina)
Plenaria
PIANO TERRA, SALA DELLA PIAZZA
SABATO 14 NOVEMBRE DALLE 9.00 ALLE 13.00
Introduce e presiede la sessione
Lucio Cottini (Presidente SIPeS, Università di Udine)
Mario Barbuto (Presidente Nazionale UICI e IRIFOR) e Roberta Caldin (Università di Bologna) consegnano le borse di studio in memoria di Francesco Gatto
a Melissa Tondi, Antonella Semerano e Giuseppe Lucio Santamaria
L’esperienza dei bambini seguiti dai servizi sociali e il ruolo del Portavoce
Valentina Calcaterra (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano)
Liberi di apprendere con il metodo analogico
Camillo Bortolato (Ideatore del metodo analogico intuitivo e insegnante di
scuola primaria, Treviso)
Una scuola che include: formare gli insegnanti per integrare gli alunni con
disturbi dello spettro autistico
Paola Venuti (Università di Trento)
Dislessia. Conoscerla e viverla
Giacomo Cutrera (Vicepresidente AID)
BES: dal riconoscimento dei bisogni all’individuazione dei profili psicologici sottostanti
Cesare Cornoldi (Università di Padova)
Il vero e il falso in educazione: sbagliando si impara solo a sbagliare
Burrhus Skinner (Harvard University)
Bambini oppositivi e molto provocatori
Gianluca Daffi (Università Cattolica del Sacro Cuore e NPI Spedali Civili di Brescia)
Basta un click? Personalizzare e includere con la didattica digitale
Francesco Zambotti (Responsabile Sezione Scuola, Ricerca e Sviluppo, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento)
L’educazione: logos + caos
Vito Mancuso (Teologo e scrittore)
Il monitoraggio dell’applicazione della Convenzione ONU sui diritti delle
persone con disabilità
Roberta Caldin (Università di Bologna) e Carlo Francescutti (Coordinatore del CTS
dell’Osservatorio Nazionale delle persone con disabilità, Ministero del Lavoro)
19
Workshop
Sabato
SABATO 14 NOVEMBRE
DALLE 14.30 ALLE 19.00
BES
43 SALA DELLA PIAZZA
PIANO TERRA
Tavola Rotonda: Iperspecializzazione
dell’insegnante di sostegno. Una buona via
per la Qualità dell’integrazione?
Coordina:
Luigi Guerra (Università di Bologna)
Intervengono:
Daniela Boscolo (Insegnante istituto tecnico)
Alessandra Cenerini (Presidente ADI)
Evelina Chiocca (Presidente CIIS)
Lucio Cottini (Presidente SIPeS)
Gianfranco de Robertis (ANFFAS nazionale)
Giuseppe Desideri (Presidente AIMC)
Vincenzo Falabella (Presidente FISH)
Paolo Fasce (Insegnante di matematica, specializzato per il sostegno)
Giulia Giani (Insegnante di lettere e latino, specializzata per il
sostegno)
Dario Ianes (Libera Università di Bolzano e co-fondatore Edizioni
Centro Studi Erickson, Trento)
Paolino Marotta (Presidente ANDIS)
Salvatore Nocera (Osservatorio scolastico AIPD)
È stato invitato l’On. Davide Faraone, Sottosegretario di Stato
del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Scopo principale di questa Tavola Rotonda è quello di dare
spazio – anche attraverso opinioni e voci contrastanti tra loro
– al dibattito inerente le recenti proposte riguardanti le norme
per migliorare la qualità dell’inclusione scolastica degli alunni
con disabilità e con altri Bisogni Educativi Speciali. Tali proposte sottolineano alcuni aspetti sostenuti con fermezza in questi
ultimi anni da tutti coloro che hanno a cuore la qualità dell’inclusione scolastica: guardare nella prospettiva del Progetto di vita,
riflettere sull’evoluzione della diagnosi funzionale, aumento dei
crediti universitari nella formazione iniziale dei docenti di scuola
secondaria, formazione continua in servizio, livelli essenziali delle prestazioni scolastiche per l’integrazione, indicatori di qualità,
e molti altri aspetti degni di un’attenta riflessione.
Altri aspetti fanno invece emergere punti di vista e interpretazioni
contrastanti, come la scelta di una formazione e di ruoli separati
per i futuri docenti specializzati. Questo porterebbe, per alcuni,
a incoraggiare il meccanismo di delega dei docenti curriculari a
quelli per il sostegno; per altri, invece, sarebbe il modo più funzionale per rafforzare le competenze sia degli insegnanti curriculari
che di quelli specializzati per il sostegno. Questo e altri temi «caldi» saranno al centro di un acceso dibattito tra alcuni dei maggiori esperti di inclusione e rappresentanti delle varie associazioni
nazionali del settore, con lo scopo di avviare un confronto a più
voci e riflettere anche su possibili proposte alternative.
Destinatari principali: insegnanti curricolari e di sostegno di
ogni ordine e grado di scuola, dirigenti scolastici.
20
SABATO 14 NOVEMBRE
DALLE 14.30 ALLE 16.30
PSI/E
44 SALA DEL BORGO
PRIMO PIANO
Uno zaino di emozioni. Una proposta di
educazione affettiva e sessuale per la
scuola primaria e secondaria di primo
grado
Caterina Di Chio (Psicologa, insegnante di scuola primaria e
Tutor coordinatore presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze
dell’Educazione dell’Università di Torino)
Educare oggi alla sessualità significa accettare la sfida di stare accanto ai nostri bambini e ragazzi, dialogando con loro di
emozioni e sentimenti in modo aperto e costruttivo.
In un mondo in cui è facile e veloce avere accesso a contenuti
sulla sessualità spesso difficili da comprendere, i giovani hanno
bisogno, oltre che di informazioni, di dare senso e significato
alle esperienze affettive.
Necessitano di risposte chiare e trasparenti, adeguate all’età,
e ancor più di storie capaci di incantare e appassionare, di suscitare domande, far riflettere e discutere. Storie che generano
emozioni, recuperando la dimensione affettiva di una sessualità
che rischia di esserne sprovvista: l’emozione di una madre che
nutre il suo piccolo, l’abbraccio delle persone a cui si è legati, la
sensazione di potersi affidare, la storia di due innamorati, l’avventura dell’essere genitori.
Il workshop propone una riflessione sull’educazione sessuale
secondo il modello interattivo-narrativo, per condividere pensieri e fare cultura su un tema complesso quanto spesso trascurato.
Destinatari principali: psicologi, insegnanti di scuola primaria
e secondaria di primo grado, educatori, genitori.
Approfondimenti bibliografici
Di Chio C. (2013), Laboratorio di educazione sessuale e affettiva, Trento, Erickson.
Middleman A.B, Gruenwald Pfeifer K. (2010), Gioco da ragazze,
Trento, Erickson.
Middleman A.B, Gruenwald Pfeifer K. (2010), Gioco da ragazzi,
Trento, Erickson.
Veglia F. e Pellegrini R. (2003), C’era una volta la prima volta,
Trento, Erickson.
Veglia F. (2004-2005), Manuale di educazione sessuale, voll. 1
e 2, Trento, Erickson.
Workshop
Sabato
PM
45 SALA DELLO SQUERO
PRIMO PIANO
La psicomotricità come prassi di inclusione
dalla scuola dell’infanzia alla scuola
primaria
Barbara Chiri (ANUPI Educazione), Luisa Formenti (Vicepresidente ANUPI Educazione), Monica Gori (Pedagogista, Comune
di Bologna) e Alessandra Masetti (Insegnante di scuola dell’infanzia, Bologna)
Quali sono le specificità dell’approccio psicomotorio nei diversi
momenti dello sviluppo? Quali le modalità per valorizzare le diversità dei bambini e sostenerne opportunamente la crescita?
Quali gli aspetti che rendono importante la specificità e la continuità dell’approccio psicomotorio, sostenendo nei bambini lo
sviluppo della capacità di azione e di espressione personale, il
valore del gioco e la sicurezza dei legami?
In questo workshop viene presentata un’esperienza ormai ventennale che, integrandosi all’interno delle realtà scolastiche,
favorisce e sostiene i processi di inclusione e sostiene il lavoro
degli insegnanti.
Destinatari principali: genitori, insegnanti, pedagogisti, psicologi, educatori, TNPEE, dirigenti scolastici, pediatri.
Approfondimenti bibliografici
Formenti L. (a cura di) (2006), Psicomotricità. Educazione e prevenzione, Trento, Erickson.
Formenti L. (2009), Psicomotricità a scuola, Trento, Erickson.
BES
46 SALA DELLA MARINA
PRIMO PIANO
Bisogni Educativi Speciali: dalla ricerca
scientifica alla realizzazione di strumenti a
supporto della scuola
Carmen Belacchi (Università di Urbino «Carlo Bo»), Sofia Cramerotti (Ricerca e Sviluppo, Edizioni Centro Studi Erickson,
Trento), Roberto Dainese (Università di Bologna), Stefano
Franceschi (Psicologo, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento
e Responsabile del Centro di Neuropsicologia Clinica dello Sviluppo CentralMente, Ascoli Piceno), Silvia Larentis (Progettista
e editor, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento), Daniela Tonelli
(Coordinatrice Settore BES, Dipartimento della conoscenza Servizio istruzione della Provincia autonoma di Trento) e Massimo Turrini (Psicologo, Ricerca e Sviluppo, Edizioni Centro Studi
Erickson, Trento)
In questo workshop verranno presentati alcuni progetti di ricerca che hanno portato alla realizzazione di strumenti e servizi,
anche digitali, a supporto della scuola. In particolare verranno
illustrati alcuni servizi utili agli insegnanti nella fase di rilevazione
dei Bisogni Educativi Speciali, nel momento della programmazione educativa individualizzata e di stesura degli obiettivi educativo-didattici e, infine, nel pianificare le attività e gli interventi
più adatti per il lavoro con l’alunno in difficoltà.
Più nello specifico, il workshop illustrerà l’utilizzo di questionari
osservativi per la rilevazione dei BES a scuola e di Profili di funzionamento dell’alunno, anche nell’ottica di creare degli strumenti che agevolino il lavoro condiviso e il confronto tra figure
di riferimento educativo e sanitario. Anche per la fase specifica
di progettazione degli obiettivi e individuazione di attività e interventi verranno illustrati strumenti e piattaforme web che guidano gli insegnanti e il consiglio di classe nella stesura del PDP
per gli alunni con DSA e del PEI per gli alunni con disabilità. Non
mancheranno inoltre esempi di come passare poi, nel concreto, a un lavoro individualizzato e personalizzato con l’alunno in
difficoltà all’interno della classe.
Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di
scuola, psicologi, educatori, pedagogisti.
Approfondimenti bibliografici
Cornoldi C., Giofrè D., Belacchi C. (2015), INDICATORI BES e
problemi di adattamento, Trento, Erickson.
Fogarolo F. (2014), Costruire il Piano Didattico Personalizzato,
Trento, Erickson.
Ianes D. e Cramerotti S. (2009), Il Piano educativo individualizzato – Progetto di vita – voll. 1-3, Trento, Erickson.
Ianes D. e Cramerotti S. (a cura di) (2011), Usare L’ICF nella
scuola, Trento, Erickson.
BES
47 SALA DEL TEMPIO 2
PIANO TERRA
Il lavoro con il bambino ADHD a scuola:
strategie psicoeducative e didattiche
Silvia Berni (Istituto Comprensivo «Pergine 1», Pergine Valsugana, Trento) e Giorgia Sanna (Formatrice, Edizioni Centro Studi
Erickson, Trento)
Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD) è un disturbo di cui ci si deve occupare con sempre più impegno nelle
scuole, dato che tra gli alunni con Bisogni Educativi Speciali
è sempre più frequente che si evidenzino problemi legati alla
difficoltà di autocontrollo.
Attualmente l’impegno della scuola non è più solo quello di conoscere il disturbo, che rappresenta comunque un prerequisito
indispensabile, ma anche sapere cosa fare in classe dal punto
di vista educativo e didattico.
La proposta operativa che si intende fare si indirizza verso un
lavoro per obiettivi specifici, capace di guidare alla scelta dei
comportamenti sui quali si vuole lavorare, e che consenta di verificare i cambiamenti e miglioramenti del percorso. Il workshop
prevede una parte introduttiva sulle linee guida utili da seguire
per un intervento concreto, basato sulla scelta di obiettivi target
su cui lavorare integrando aspetti comportamentali e didattici
e la presentazione di alcune buone prassi di applicazione di
lavoro in contesto classe.
Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di
scuola.
Approfondimenti bibliografici
AA.VV. (2013), ADHD a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti – LE GUIDE ERICKSON, Trento, Erickson.
21
Workshop
Sabato
Ianes D., Marzocchi G.M. e Sanna G. (a cura di) (2009), Facciamo il punto su… l’iperattività, Trento, Erickson.
Shapiro L. (2015), ADHD: il mio libro di esercizi, Trento, Erickson.
Quinn P.O. e Stern J.M. (a cura di) (2014), 50 giochi e attività
per ragazzi con ADHD, Trento, Erickson
DIS
48 SALA DEL FARO
PRIMO PIANO
Immaginabili risorse: quando i servizi
generano valore sociale nel proprio
contesto, l’inclusione diventa possibile.
Esperienze concrete e indicazioni
metodologiche
Maurizio Colleoni (Psicologo, formatore e referente scientifico di
«Immaginabili risorse») e Mauro Tommasini (Direttore cooperativa sociale «La Rete», Trento)
Il workshop è dedicato a esplorare una logica di lavoro, in atto
in numerose realtà del nostro Paese, che risulta essere particolarmente efficace nel rendere concreti i diritti di cittadinanza
delle persone adulte con disabilità psicofisica e le loro possibilità di inclusione sociale.
È una logica basata sulla capacità dei servizi e dei presidi attivi
in questa area di generare valore sociale all’interno del proprio
contesto di territorio.
Cosa significa generare valore sociale? Significa adoperarsi per
incrementare la qualità della vita della propria comunità locale,
occupandosi di tematiche come ad esempio: convivere, nutrirsi, educare bambini e adolescenti, prendersi cura delle persone
anziane, produrre cultura, e così via. Tutte le realtà che hanno
operato in questa maniera hanno avviato scambi e collaborazioni efficaci con soggetti diversi attorno alle prassi psicopedagogica rivolte alla disabilità, incrementando le proprie capacità di azione e hanno visto crescere in misura considerevole e
inaspettata le possibilità di sviluppo di prassi inclusive. Hanno
inoltre aperto cantieri progettuali originali e creativi che hanno
contribuito a rivitalizzare l’operato quotidiano dei servizi e ad
arricchire l’ambito di esercizio della professionalità dei propri
operatori.
È una strada percorribile da tutte le realtà che si occupano di
disabilità: enti pubblici, cooperative sociali, associazioni, fondazioni, ecc.
Attorno a questa linea di orientamento si è attivata una rete di
soggetti che ha scelto di chiamarsi «Immaginabili risorse», che
ha già realizzato un primo meeting nazionale del 2014 e ne
realizzerà un altro nel 2016.
All’interno dello workshop verranno presentate diverse sperimentazioni nate all’interno della rete e verrà offerto un quadro
di riferimenti scientifici e metodologici a supporto di questa modalità di agire.
Destinatari principali: genitori, psicologi, educatori, assistenti
sociali, operatori, responsabili e consulenti di servizi per la disabilità.
22
DIDA
49 SALA DELL’ANFITEATRO 1
PRIMO PIANO
Oltre i curricoli con il metodo analogico
Camillo Bortolato (Ideatore del metodo analogico intuitivo e insegnante di scuola primaria, Treviso)
La sensazione degli insegnanti che usano il metodo analogico
è di assistere a un progressivo alleggerimento del programma. Grazie agli strumenti i bambini bruciano nei primi giorni
le tappe della programmazione perché hanno l’entusiasmo di
voler conoscere tutto. Succede perché il metodo analogico è lo
sguardo dall’alto. È la visione generale data «in anteprima», che
permette poi di scendere nella foresta per approfondire ogni
aspetto senza pericolo di smarrirsi.
Così già in classe prima è possibile spaziare negli argomenti
che seguiranno negli anni, sia in matematica, sia in tutte le altre
materie.
I bambini dall’alto volgono lo sguardo dove vogliono, scivolando oltre i confini dei curricoli. Si divertono a superare le tappe
programmate. Avviene cioè un fenomeno di accelerazione che
mette alla prova gli insegnanti stessi che si trovano ad essere
non più «guide curricolari sul sentiero», ma «compagni di volo»
dei bambini.
Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria.
Approfondimenti bibliografici
Bortolato C. (2014), La via del Metodo Analogico, Trento,
Erickson.
Bortolato C. (2015), Primi voli in lettura, Trento, Erickson.
Bortolato C. (2011), La linea del 20 – NUOVA EDIZIONE, Trento, Erickson.
Bortolato C. (2012-2015), I compiti vanno in vacanza 1-4, Trento, Erickson.
Bortolato C. (2013), Imparare le tabelline con il metodo analogico (strumento allegato) – Nuova edizione, Trento, Erickson.
Bortolato C. (2009), Analisi grammaticale e logica al volo, Trento, Erickson.
DIDA
50 SALA DELL’ARCO
PRIMO TERRA
Uso delle carte da gioco per promuovere
competenze matematiche
Ilaria Cervellin (Formatrice, insegnante di sostegno scuola primaria I.C. Camisano, Vicenza), Lorena Finato (Formatrice, insegnante di matematica scuola secondaria di primo grado IC
Longare, Vicenza) e Flavio Fogarolo (Formatore, collaboratore
Edizioni Centro Studi Erickson)
Le carte da gioco rappresentano da generazioni una palestra di
apprendimenti, e non solo in ambito matematico: sostengono il
calcolo a mente, lo sviluppo di strategie, la stima di probabilità,
ecc.
L’uso didattico di questo strumento, in un ambito quindi di insegnamento/apprendimento strutturato e intenzionale, è alla base
del lavoro che verrà presentato nel workshop, proponendo atti-
Workshop
Sabato
vità consone ai bisogni di tutti gli allievi ma valorizzando sempre
il contesto di gioco.
Verranno presentati alcuni esempi di attività di questo tipo, sia
tradizionali che elaborate e sperimentate appositamente, finalizzate all’apprendimento della matematica. I giochi sono graduati in base agli obiettivi e ai processi cognitivi da prevedere o
da sostenere, dal semplice riconoscimento di quantità, di simboli e di valori, alla numerazione, al calcolo, alle strategie. I processi attivati e gli obiettivi previsti sono ovviamente legati all’età
e alle competenze individuali e le carte da gioco ben si prestano
per organizzare attività adeguate, inclusive e stimolanti per tutti,
ma è fondamentale sceglierle in modo corretto.
Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di
scuola.
Approfondimenti bibliografici
Fogarolo F., Cervellin I. e Finato L. (2015), Matematica con le
carte da gioco, Trento, Erickson.
Fogarolo F. (2015), Giocadomino – Tabelline, Trento, Erickson.
Fogarolo F. (2015), Giocadomino – Frazioni e numeri decimali,
Trento, Erickson.
Fogarolo F. (2015), Giocadomino – Operazioni entro il 100,
Trento, Erickson.
DIDA
51
PIANO TERRA
SALA DEL TEMPIO 1
Potenziare le competenze aritmetiche
e di calcolo
Enrica Mariani e Manuela Pieretti (ASL Roma C)
Può succedere che atipie e rallentamenti maturativi caratterizzino il percorso evolutivo di molti bambini, non necessariamente
portatori di un disturbo, ma con una minore efficienza in talune
abilità o nei processi che le sostengono. In queste situazioni è
raccomandato che vengano proposte attività di potenziamento, attuate sull’intero gruppo classe, piuttosto che sul singolo.
È importante che anche l’insegnante conosca lo sviluppo neuropsicologico delle competenze aritmetiche, che verrà approfondito durante il workshop, affinché possa calibrare e proporre
attività mirate per potenziare aree specifiche di apprendimento
dei numeri e dei calcoli a seconda delle necessità e del percorso didattico.
Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado, logopedisti, psicologi.
Approfondimenti bibliografici
Caciolo C., Mariani E., Pieretti M. e Biancardi A. (2015), Percorsi di riabilitazione – Numeri e calcoli, Trento, Erickson.
Biancardi A., Mariani E. e Pieretti M. (a cura di) (2013), Intervento logopedico nei DSA – la discalculia, Trento, Erickson.
Mariani E., Pieretti M., Biancardi A. e Vari A. (2008), Numeri in
gioco, Libro + gioco, Trento, Erickson.
Butterworth B. (2011), Numeri e calcolo, Trento, Erickson.
PSI/E
52 SALA DEL LAVATOIO
PRIMO PIANO
Costruire progetti contro la dispersione
scolastica
Salvatore Pirozzi (Dottore in Politiche del Territorio, maestro di
strada, Napoli), Marco Rossi-Doria (Già Sottosegretario di Stato
al Ministero dell’Istruzione, Assessore alle Politiche del lavoro e
della formazione professionale, Politiche educative, scolastiche e
giovanili e Politiche di sviluppo nelle periferie, Comune di Roma) e
Silvia Tabarelli (Insegnante di scuola primaria, Trento)
Nell’ultimo decennio numerosi studi e ricerche in campo sociologico, psicologico e pedagogico hanno messo a fuoco la
natura sistemica della dispersione scolastica descritta come
l’esito negativo dell’interazione fra circostanze individuali e familiari, così come fra caratteristiche della scuola e dell’ambiente
socio-culturale ed economico da cui provengono gli studenti.
Tuttavia dentro e fuori dalla scuola sta maturando l’idea che per
affrontare la dispersione tutto questo non basti. Due sono gli
aspetti su cui si concentra il dibattito.
Il primo riguarda il metodo. La valutazione della capacità di
adattamento degli studenti alle attività scolastiche prende in
considerazione separatamente gli aspetti del funzionamento
cognitivo, dell’emotività, dell’identità, dell’adattamento sociale, delle relazioni famigliari, e altri fattori ancora. Attraverso gli
strumenti di valutazione (test, interviste, questionari, checklist
di osservazione, ecc.) si ottiene, generalmente, il profilo dello
studente che mette in evidenza quali sono gli aspetti critici che
lo espongono al rischio di insuccesso e di abbandono scolastico. Poiché il modello esplicativo che viene usato in questa
operazione di valutazione è di tipo clinico-psicopedagogico,
con i risultati si vuole spigare quale sia il «peso causale» di ciascuna delle componenti in gioco. Conseguentemente, sul piano dell’azione, si interviene agendo sulle diverse componenti
per neutralizzarne gli effetti negativi previsti. Le proposte delle
scuole, più o meno in collaborazione con soggetti esterni, sono
corsi di recupero, percorsi di orientamento o ri-orientamento,
lo sportello di consulenza psicologica, attività pomeridiane per
l’aiuto nei compiti a casa, e altro ancora. Il problema è che, in
questo modo, la dimensione personale profonda dello studente
«disperso» o «a rischio», quella che ha a che fare con i suoi
copioni esistenziali, rimane sullo sfondo, un implicito difficile
da esplicitare. Ed è effettivamente difficile. Da qui la seconda
questione in gioco: per evitare il rischio di «spersonalizzazione
delle procedure», insito nella valutazione basata sulla «norma»,
a chi è impegnato nelle azioni di contrasto alla dispersione viene richiesto, come precondizione, di entrare in una dimensione
riflessiva che sappia porre in termini complessi il rapporto tra
agire, sapere, non sapere e imparare. Questo non significa disconoscere i contributi che la ricerca ci offre, piuttosto si tratta di ridisegnare l’orizzonte entro cui collocarli. Le coordinate
culturali che ci possono orientare entro questo orizzonte sono
la consapevolezza della propria povertà conoscitiva; l’assunzione dell’incertezza e del rischio di fallimento; il saper stare
in una relazione che si basa sul riconoscimento dell’altro nella
sua dignità di interlocutore, a prescindere dalla sua misurabilità; la ricerca di una dimensione comunicativa che lavora per la
capability for voice.
Destinatari principali: insegnanti, dirigenti scolastici, policy
makers, pedagogisti, psicologi, educatori.
23
Workshop
Sabato
Approfondimenti bibliografici
Mancini G. e Gabrielli G. (1998), TVD/Test di valutazione del
disagio e della dispersione scolastica, Trento, Erickson.
Cornoldi C., De Beni R., Zamperlin C. e Meneghetti C. (2005),
amos 8-15 – Abilità e motivazione allo studio: Prove di valutazione per ragazzi dagli 8 ai 15 anni, Trento, Erickson.
De Beni R., Moè A., Cornoldi C., Meneghetti C., Fabris M.,
Zamperlin C. e De Min Tona G. (2014), AMOS-Nuova edizione,
Trento, Erickson.
PSI/E
53 SALA DEI BASTIONI
PRIMO PIANO
Embodied Cognitive Science. La cognizione
corporea tra formazione professionale e
didattica inclusiva per competenze
Paola Damiani (Università degli Studi di Torino ) e Filippo Gomez Paloma (Università degli Studi di Salerno)
Il presente workshop intende presentare l’Embodied Cognitive Science (ECS), un nuovo paradigma scientifico in grado di
offrire spunti concettuali e operativi per fronteggiare in modo
più adeguato ed efficace la complessità dei processi formativi.
L’ECS rappresenta, infatti, un solido costrutto frutto di contributi interdisciplinari che, secondo una visione multiprospettica, ha
come «punto di partenza teorico non una mente che lavora su
problemi astratti, ma un corpo che richiede una mente per farlo
funzionare» (M. Wilson, 2002).
La «nuova» didattica dell’inclusione, una didattica in grado di
sostenere la complessità delle classi attuali e di valorizzare le
differenze del funzionamento educativo e apprenditivo di tutti gli studenti, può essere fondata su alcuni principi cardine
dell’ECS, offrendo nuove opportunità di professionalizzazione
per i docenti.
Il workshop intende trattare quelle aree di competenze professionali, lasciate tradizionalmente scoperte nei percorsi formativi
(iniziali e in itinere) degli insegnanti, che parallelamente costituiscono aspetti-chiave e, al contempo, requisiti essenziali delle
competenze trasversali che compongono il curricolo formativo
degli studenti. Tali aree si riferiscono al ruolo del corpo, delle
emozioni e delle dimensioni relazionali che contribuiscono a
determinare atteggiamenti, opinioni e comportamenti alla base
del «saper essere» persona competente, prima ancora di esercitare la professione di insegnante.
Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di
scuola, tutti i professionisti che si trovano a gestire la complessità dei processi di insegnamento-apprendimento del lavoro
d’aula e della formazione nel panorama scolastico e universitario attuale.
Approfondimenti bibliografici
Gomez Paloma F., Damiani P. (201d), Cognizione corporea, competenze integrate e formazione dei docenti, Trento,
Erickson.
Gomez Paloma F., Ianes D. (a cura di) (2014), Dall’educazione
fisica e sportiva alle prassi inclusive, Trento, Erickson.
24
PSI/E
54 SALA DEL PARCO
PRIMO PIANO
L’Educazione Razionale Emotiva
Mario Di Pietro (Istituto di Terapia Cognitiva e Comportamentale, Padova)
Durante il workshop si approfondirà l’Educazione Razionale
Emotiva (ERE), un intervento psicoeducativo che ha origini nella
Terapia Razionale Emotiva Comportamentale. L’ERE è una metodica fortemente ancorata alla ricerca e alla sperimentazione
ed è quindi molto vicina alle procedure evidence based. Il suo
scopo non è tanto quello di favorire nel bambino la conoscenza
delle emozioni, quanto piuttosto di fargli acquisire la capacità
di gestirle attraverso l’applicazione di tecniche ben specifiche
di ristrutturazione cognitiva. Questo è ciò che differenzia l’ERE
da altre procedure di educazione emotiva. Capire le emozioni
significa essere consapevoli del rapporto tra mente ed emozioni, in altre parole conoscere ciò che, dentro la nostra testa,
determina l’insorgenza e il mantenimento di una certa emozione. L’assunto di base dell’ERE è che non sono solo gli eventi
esterni a determinare le nostre emozioni, ma soprattutto la rappresentazione mentale che di essi noi ci facciamo. Educatori e
insegnanti possono quindi agire sul cuore del bambino agendo
sulla sua mente, e tutto questo diventa possibile attraverso
l’applicazione di giochi e attività appositamente strutturati.
Destinatari principali: psicologi, educatori, insegnanti di scuola primaria e secondaria.
Approfondimenti bibliografici
Di Pietro M. (2015), L’educazione razionale-emotiva – NUOVA
EDIZIONE, Trento, Erickson.
Di Pietro M. (2015), La terapia razionale emotiva comportamentale, Trento, Erickson.
Di Pietro M. (2015), L’ABC delle mie emozioni 4-7, Libro + CDROM, Trento, Erickson.
Di Pietro M. (2015), L’ABC delle mie emozioni 4-7, CD-ROM,
Trento, Erickson.
Di Pietro M. (2014), L’ABC delle mie emozioni 8-13 – NUOVA
EDIZIONE, Trento, Erickson.
Di Pietro M. (2015), L’ABC delle mie emozioni 8-13, CD-ROM,
Trento, Erickson.
LOG
55 SALA DEL CASTELLO 2
PIANO TERRA
Difficoltà ortografiche e uso strategico dei
dettati
Monja Tait (Psicologa e formatrice, Edizioni Centro Studi
Erickson, Trento) e Graziella Tarter (Logopedista, Trento)
Nella scuola sono presenti molti bambini con difficoltà ortografiche, derivanti a volte da disturbi specifici di apprendimento,
più spesso da difficoltà generalizzate o mancanza di esercizio.
Inoltre sono molti anche i bambini stranieri per i quali l’apprendimento della corretta ortografia rappresenta spesso un ostacolo. All’interno delle metodiche didattiche il dettato si utilizza
normalmente per verificare gli apprendimenti. L’obiettivo del
Workshop
Sabato
workshop è quello di offrire una nuova prospettiva di uso dello
strumento didattico del dettato quale mezzo finalizzato e specifico per l’apprendimento ortografico, che conduca il bambino,
step-by-step, alla correttezza in scrittura.
Si parlerà di strumenti che è possibile costruire in classe per
veicolare l’apprendimento nella maniera più efficace, come il
dettato a prevenzione d’errore corredato dalle indicazioni per
la corretta gestione in classe e con il singolo. Saranno presentati anche strumenti per la valutazione del livello globale degli
alunni e di quello raggiunto dal singolo attraverso dei dettati di
verifica, e utili schede per l’alunno utilizzabili come esercizio in
classe o a casa.
Verranno poi illustrate le principali linee guida per il recupero
mirato delle specifiche difficoltà ortografiche.
Destinatari: insegnanti di scuola primaria, logopedisti, psicologi.
Approfondimenti bibliografici
Tarter G. e Tait M. (2015), Nuovi dettati – classi prima e seconda, Trento, Erickson
Tarter G. e Tait M. (2015), Nuovi dettati – classe terza, Trento,
Erickson
Tarter G. e Tait M. (2015), Nuovi dettati – classi quarta e quinta,
Trento, Erickson
Tarter G. e Tait M. (2013), Il libro dei dettati, Trento, Erickson.
DSA
56 SALA DEL PORTO
PRIMO PIANO
La prevenzione delle difficoltà grafo-motorie
nella scuola dell’infanzia
Marina Gortana (Ricercatrice nel campo dell’evoluzione grafica
infantile)
Il workshop tratterà l’importante tema della prevenzione della
disgrafia nella scuola d’infanzia in quanto la capacità di scrittura necessita di abilità fino-motorie che devono essere acquisite e consolidate prima della frequenza alla scuola primaria:
scrivere in modo illeggibile, infatti, compromette il rendimento
scolastico, lo studio e l’autostima, perchè una scrittura lenta
e impacciata è stressante e talvolta dolorosa. Si esaminerà il
percorso grafico, dallo scarabocchio alla scrittura spontanea, in
modo creativo e giocoso. Si descriveranno percorsi e strategie,
in una modalità operativa e rispettosa delle potenzialità del singolo bambino, evitando schede operative preconfezionate che
spesso vengono utilizzate in modo acritico e demotivante. Si
rifletterà sul ruolo della manualità nello sviluppo e nell’equilibrio
psico-fisico del bambino, depauperato di esperienze naturali e
basilari preferendo esporlo a strumenti tecnologici poveri e privi
di modalità socializzanti.
Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia e del
primo ciclo della scuola primaria.
Approfondimenti bibliografici
AA. VV. (2014), Le difficoltà grafo-motorie nella scrittura, Trento,
Erickson.
Corti E. (2013), Giochi e attività di pregrafismo, Trento, Erickson.
PSI/E
57 SALA DEL PONTE 1
PRIMO PIANO
Welfare di Prossimità. Cantieri di
emancipazione sociale in divenire
Francesco Messia (Servizio Studenti Disabili, Università di Bologna ) e Chiara Venturelli (Dottoranda presso l’Università di
Bologna)
Il workshop vuole essere un’occasione di sintesi finale di un
percorso di ragionamenti e cantieri sviluppatosi negli ultimi due
anni sul territorio nazionale riguardo al tema Welfare di Prossimità. Gli attori del progetto ricoprono ruoli diversi in diversi
contesti nell’ambito del lavoro socio-sanitario.
Nella pubblicazione che viene presentata in questo workshop
prevale l’esperienza con persone disabili, dalla scuola all’inclusione lavorativa, in un’ottica che vuole andare oltre la specificità
del tema disabilità, cercando soluzioni praticabili di fronte a un
welfare che non esisterà più nelle forme che abbiamo conosciuto per non lasciare indietro nessuno. Nel corso del workshop si cercherà di confrontarsi su esperienze esistenti e/o
da sperimentare in altri ambiti e territori, senza la pretesa di
giungere a un pacchetto di soluzioni, ma con l’idea di attivare
contaminazioni di prassi e di far emergere realtà di prossimità
già esistenti, ma non pubblicizzate.
Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di
scuola, amministratori locali, dirigenti di servizi, operatori del
terzo settore, imprenditori.
Approfondimenti bibliografici
Messia F. e Venturelli C. (a cura di) (2015), Il welfare di prossimità, Trento, Erickson.
PSI/E
58 SALA DELL’OROLOGIO
PRIMO PIANO
L’advocacy con i minori seguiti dai servizi
sociali. L’esperienza dei bambini e il ruolo
del Portavoce
Valentina Calcaterra (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano) e Paola Turroni (Operatore di Advocacy)
Gli insegnanti a scuola si relazionano con bambini e ragazzi le
cui situazioni, in alcuni casi, sono seguite dagli operatori dei servizi sociali a fronte di difficoltà familiari di vario genere e gravità.
Non è inusuale avere in aula minori che sono stati allontanati
dal proprio contesto familiare e collocati in affido presso un’altra
famiglia o in comunità di accoglienza. Diverse ricerche condotte
a livello internazionale hanno rilevato una significativa correlazione tra le difficoltà vissute dai minori in famiglia e il successo
scolastico. I bambini e i ragazzi che vivono tali situazioni in molti
casi sono consapevoli delle difficoltà che affrontano e di ciò che
potrebbe aiutarli a stare meglio, e potrebbero dunque fornire
nel merito preziose indicazioni agli adulti. Tuttavia non sempre
sono in grado di parlare apertamente proprio con gli adulti che
dovrebbero ascoltarli, perché timorosi delle conseguenze delle
loro dichiarazioni o inconsapevoli delle opportunità. Ascoltare i
minori è un dovere degli adulti sancito dalla Convenzione ONU
25
Workshop
Sabato
sui Diritti dell’Infanzia e il lavoro del Portavoce è finalizzato ad
aiutarli a parlare con gli adulti responsabili del loro benessere.
Nel workshop si presenteranno le prime esperienze di lavoro
del Portavoce professionale con bambini e ragazzi seguiti dai
servizi sociali, anche in ambito scolastico.
Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, educatori impegnati nelle attività di sostengo relazionale a scuola, psicologi, assistenti sociali, operatori di cooperative o associazioni impegnate nell’ambito
scolastico.
Approfondimenti bibliografici
Calcaterra V. (2014), Il portavoce del minore, Trento, Erickson.
BES
59 SALA DEL CASTELLO 1
PIANO TERRA
7 punti chiave per la didattica inclusiva: libri
di testo e metodologie efficaci in classe
Silvia Moretti (Responsabile Coordinamento culturale - Area
Didattico-educativa, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento) e
Francesco Zambotti (Responsabile Sezione Scuola, Ricerca e
Sviluppo, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento)
Come fare in modo che il libro di testo utilizzato in classe possa
essere punto di partenza per una didattica inclusiva, volta a incentivare l’apprendimento e la partecipazione di tutti, a maggior
ragione degli alunni che presentano Bisogni Educativi Speciali?
Attivando e potenziando 7 punti chiave, 7 dimensioni didattiche
che fanno riferimento a metodologie efficaci, che inneschino
processi inclusivi in classe: valorizzare il ruolo dei compagni di
classe; adattare i materiali e le modalità di fare lezione per facilitare l’accesso e l’elaborazione; utilizzare mappe, schemi e aiuti
visivi; potenziare i processi cognitivi; sviluppare metacognizione
e metodo di studio; porre attenzione agli aspetti emotivo-motivazionali; garantire valutazione, verifica e feedback adeguati.
In tal modo – partendo dalla conoscenza delle dinamiche del
gruppo classe e dalle differenze individuali che lo compongono – è possibile accogliere e valorizzare le esigenze di bambini
con potenzialità diverse, creando un «punto di contatto» con la
necessità di personalizzazione/individualizzazione e facilitando
gli apprendimenti di tutti.
Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di
scuola.
Approfondimenti bibliografici
AA.VV. (2015), BES a scuola, Trento, Erickson.
Ianes D. e Cramerotti S. (a cura di) (2013), Alunni con BES –
bisogni educativi speciali, Trento, Erickson.
Pontalti B. e Zambotti F. (2014), PRIME MAPPE, Trento,
Erickson.
26
DSA
60 SALA DELL’ANFITEATRO 2
PRIMO PIANO
Dislessia: attività metacognitive per la
scuola primaria
Federica Brembati e Roberta Donini (AbilMente, Studio Associato di Psicologia e Pedagogia, Cassano d’Adda, Milano)
La ricerca ha dimostrato che gli alunni con dislessia manifestano svariati deficit legati alla metacognizione: alcuni presentano
limiti di riflessione sui processi, altri difficoltà di controllo dell’attività cognitiva, altri ancora scarse conoscenze e un inefficace
uso di strategie specifiche volte a gestire le singole competenze. È importante quindi dare un’impostazione metacognitiva alla didattica al fine di valorizzare le capacità di pensare
e apprendere del bambino e di sostenere la sua motivazione
all’apprendimento e all’autorealizzazione. Adottando un approccio metacognitivo, infatti, non ci si limita a trasmettere delle
nozioni nuove o diverse, ma si insegna all’intero gruppo classe,
e in particolare all’alunno dislessico, come fare a imparare delle
nuove nozioni o delle nuove conoscenze, in maniera più strategica e funzionale.
Durante il workshop si offriranno spunti di riflessione sul tema
e si proporranno attività operative per la scuola primaria che
mirano ad aiutare il bambino con dislessia nell’apprendimento
e ad aumentare il suo benessere emotivo.
Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria.
Approfondimenti bibliografici
Grenci R. (2013), Capire la mia dislessia, Trento, Erickson.
Molin A., Poli S. e Friso G. (2011), Migliorare le abilità di lettura
in 15 unità, Trento, Erickson.
PSI/E
61
PRIMO PIANO
SALA DELL’ARENGO
Bullismo e mondo digitale: viaggio emotivo
e cognitivo nella realtà del cyberbullying
Serena Valorzi (Psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, Trento)
Siamo partiti dal bullo a scuola, accompagnato da due gregari
mingherlini che spintona, umilia e ruba soldi e merendine per
arrivare ora a una declinazione ben più aggressiva del bullismo
che si veicola in rete.
Il cyberbullying si nutre di non-cultura di internet e dei social
network, di inconsapevolezza delle dinamiche relazionali, di
sguardo di parte, poco lucido, di emozioni vivaci, di triangoli
drammatici contenuti nel nostro stesso linguaggio che identifica vittime, persecutori e salvatori e mette in scacco la nostra
capacità di validare emozioni senza esserne travolti, di trovare
soluzioni relazionali a un fenomeno che lascia profonde e, spesso, indelebili ferite, anche in età adulta.
Così, questo workshop si propone come viaggio sia teorico che
esperienziale (con analisi di casi reali) nella realtà del cyberbullying, in cui osservare, comprendere e fare i conti con le nostre
emozioni e convinzioni, alla scoperta dell’impatto delle tecnologie di informazione e comunicazione, delle differenze tra cultura
Workshop
Sabato
dell’offesa e strategie di offesa sistematica e delle possibilità di
prevenzione attraverso il potenziamento di empatia e assertività.
Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di
scuola, educatori, psicologi.
Approfondimenti bibliografici
Facci M., Valorzi S. e Berti M. (2013), Generazione Cloud, Trento, Erickson.
DIS
62 SALA DEL PONTE 2
PRIMO PIANO
Il valore della disabilità. La ricerca-azione come opportunità
di crescita del sistema scolastico
M. Rosci, P. Ruggiero, L. d’Agosta e M. Scarabotti (Sysform Associazione Culturale, Roma)
UST – Torino e territorio: politiche per una cultura dell’inclusione. Esempi di buone pratiche
A. Capra, S. Coccolo e A. Catania (USR – Ufficio V Ambito Territoriale, Ufficio Inclusione, Torino)
«La Butega di Tabec». La coscienza di un luogo come bussola educativa e di comunità
A. Mengozzi (IC San Biagio, Ravenna)
La fatica di studiare
P. Badiali (ISI Cavazzi, Modena)
Le animazioni del Calamaio. 30 anni
di incontri con la diversità per favorire
l’inclusione scolastica
Claudio Imprudente (Presidente onorario Centro Documentazione Handicap, Bologna ) e gli animatori del Progetto Calamaio
Da sempre gli animatori del Progetto Calamaio sostengono che
ciò che può produrre un cambiamento culturale sono l’incontro
e la relazione che, attraverso la conoscenza di ciò che è diverso, riduce i pregiudizi e le paure che da essi derivano.
Durante il workshop i partecipanti potranno assistere a una
delle animazioni che in 30 anni di lavoro il gruppo Calamaio
ha portato in migliaia di scuole. Successivamente, prendendo
spunto da ciò che l’animazione ha suscitato nei partecipanti,
sarà attivata una riflessione condivisa sugli elementi che permettono una reale inclusione scolastica.
Destinatari: insegnanti di ogni ordine e grado di scuola, educatori, operatori, psicologi.
Approfondimenti bibliografici
Imprudente C. (2003), Una vita imprudente, Trento, Erickson.
PRIMO PIANO
BES
SALA DELLA VECCHIA PESCHERIA
Sessione C (workshop 63) – Buone Prassi
di integrazione scolastica e sociale
Presiede la sessione: Angela Cattoni (Edizioni Centro Studi
Erickson, Trento)
Interventi psicoeducativi nella disabilità adulta grave
M. Coppa, M. Babini, L. Pozzi, F. Cangini, F. Masotti e A. Piva
(Consorzio Selenia, Ravenna)
S.O.L.E. IN SOMMA. Un ambiente di apprendimento digitale
made in Italy
M. Pagani e M. Locatelli (Comune di Somma Lombardo, Varese)
Museo accessibile. Progetti inclusivi al Museo Marino Marini
di Firenze
C. Bucci e C. Lachi (Museo Marino Marini, Firenze)
SABATO 14 NOVEMBRE
DALLE 17.00 ALLE 19.00
DIDA
64 SALA DEL BORGO
PRIMO PIANO
La didattica in classe per studenti ad
altissimo potenziale intellettivo
Federica Mormando (Psichiatra, psicoterapeuta, Presidente di
Eurotalent Italia, vicepresidente di Eurotalent, OING con statuto
rappresentativo presso il Consiglio d’Europa)
I bambini ad altissimo potenziale intellettivo hanno capacità
percettive, intellettive e una sensibilità non comuni: un mix ancora poco definibile di intuizione, abilità e peculiarità.
Mentre gli altri bambini faticano per comprendere il valore dei
numeri, loro eseguono operazioni aritmetiche e risolvono problemi che nessuno gli ha proposto, ma che vedono spontaneamente nella vita quotidiana. Oppure, mentre i loro compagni
di classe iniziano a leggere le prime frasi, loro divorano già interi
volumi di centinaia di pagine.
Partendo da alcune caratteristiche proprie alla maggioranza dei
bambini ad altissimo potenziale intellettivo, durante il workshop
si approfondiranno le modalità di formazione e insegnamento
più opportune per loro, sia dal punto di vista strettamente didattico, sia da quello del comportamento.
Si descriveranno inoltre, in linea teorica e soprattutto con
esempi concreti, esperienze di insegnamento a questi allievi,
sia individuale sia in classe. Ci sarà un accenno alla prima infanzia, con esempi di bambini ad altissimo potenziale intellettivo
di 3-5 anni, e si descriveranno esperienze (ripetibili) con alunni
della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado.
Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, educatori.
27
Workshop
Sabato
Approfondimenti bibliografici
Mormando F. (2011), I bambini ad altissimo potenziale intellettivo, Trento, Erickson.
PM
65 SALA DELLO SQUERO
PRIMO PIANO
La psicomotricità nella scuola primaria.
Il corpo e lo sviluppo delle attività
simboliche e narrative
Anton Maria Chiossone (Presidente Nazionale ANUPI Educazione), Aurelia Enrica Lusetti (ANUPI Educazione) e Silvia Reghitto (ANUPI Educazione)
La psicomotricità può offrire al bambino l’opportunità di «radicarsi» nel piacere del corpo e del gioco, aprendosi più facilmente alle attività simboliche e narrative. Dall’osservazione e
dall’analisi delle produzioni verbali, grafiche e autobiografiche
dei bambini coinvolti in progetti longitudinali d’intervento psicomotorio si evidenzia come la psicomotricità faciliti il passaggio dall’azione alla rappresentazione, favorisca lo sviluppo
cognitivo e la consapevolezza di sé, apra alla comunicazione
e condivisione, alimenti il piacere della scrittura autobiografica.
Destinatari principali: genitori, insegnanti, pedagogisti, psicologi, educatori, TNPEE, dirigenti scolastici, pediatri.
Approfondimenti bibliografici
Colina D. (2015), 150 giochi in movimento, Trento, Erickson.
Riccio V. (2011), Laboratorio delle attività motorie, Trento,
Erickson.
Poggia C. e Giannelli P. (2006), Motricità consapevole con i
bambini, Trento, Erickson.
ICT
66 SALA DELLA MARINA
PRIMO PIANO
I social network nell’educazione
Maria Ranieri (Università degli Studi di Firenze)
Nella storia recente delle tecnologie digitali uno dei fenomeni
più significativi è stato quello della nascita dei cosiddetti social
media e, in particolare, dei social network. L’ampia diffusione
di queste tecnologie sta sollevando nuovi interrogativi anche
sul versante educativo. Trattandosi di artefatti che mediano le
relazioni sociali e l’accesso alle informazioni, il loro impiego ha
un impatto sulla vita socio-relazionale delle persone e sulle modalità di fruizione e produzione della conoscenza. Il problema
può essere affrontato distinguendo tre dimensioni rilevanti: l’educazione ai social network, l’apprendimento e la formazione
con i social network.
Durante il workshop si approfondiranno queste tre tematiche,
con un’attenzione sia agli aspetti teorici sia a quelli applicativi,
nell’ottica di fornire ai partecipanti le coordinate metodologiche
e operative utili per orientarsi nei nuovi scenari delineati dai social network.
28
Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di
scuola, policy makers, pedagogisti, educatori.
Approfondimenti bibliografici
Ranieri M. e Manca S. (2013), I social network nell’educazione,
Trento, Erickson.
Calvani A., Fini A. e Ranieri M. (2010), La competenza digitale
nella scuola, Trento, Erickson.
BES
67 SALA DEL FARO
PRIMO PIANO
Disprassia evolutiva, disturbo della
coordinazione motoria e processi
di apprendimento
Marisa Bono (Pedagogista e psicologa, Associazione AIDEE)
e Carlo Muzio (Neuropsichiatra Infantile, Associazione AIDEE e
Università di Pavia)
La definizione del termine «disprassia» in età evolutiva permane
controversa: negli ultimi anni nella clinica troviamo frequentemente casi di bambini con «disprassia» e/o con caratteristiche
attribuibili a «disturbi evolutivi della funzione motoria» (ICD10)
che in letteratura sono spesso definiti «disturbi della coordinazione motoria» (DSM-5).
Nel workshop si definiranno le caratteristiche di questi disturbi
e le loro manifestazioni al fine di cogliere la natura delle difficoltà
prassiche nel corso dello sviluppo e fornire indicazioni per svilupparne le abilità carenti.
Verranno illustrate le modalità di valutazione dei disturbi dell’organizzazione prassica e delle funzioni motorie considerando la
correlazione evolutiva tra sviluppo motorio, linguaggio e processi cognitivi (circuito azione-percezione-cognizione).
Nella seconda parte saranno presentate le difficoltà scolastiche dei bambini disprassici attraverso filmati e dimostrazioni dei
materiali didattici necessari per compensare le difficoltà esecutive e visuo-spaziali.
Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria, educatori, psicomotricisti, TNPP e clinici dell’età evolutiva.
Approfondimenti bibliografici
Mariani E., Marotta L. e Pieretti M. (a cura di) (2009), Presa in
carico e intervento nei disturbi dello sviluppo, Trento, Erickson.
Kurz L.A. (2006), Disturbi della coordinazione motoria, Trento,
Erickson.
DIS
68 SALA DEL PONTE 1
PRIMO PIANO
Le pluridisabilità in condizione di particolare
gravità: presentazione di studi di caso
Patrizia Ceccarani (Lega del Filo d’Oro Onlus, Osimo, Ancona), Mauro Mario Coppa (Lega del Filo d’Oro Onlus, Osimo,
Ancona), Nicoletta Marconi (Lega del Filo d’Oro Onlus, Osimo,
Ancona), Carlo Ricci (Istituto Walden di Roma e Bari) e Catia
Sartini (Lega del Filo d’Oro Onlus, Osimo, Ancona)
Workshop
Sabato
Sono ormai cinquant’anni che la Lega del Filo d’Oro offre i
propri servizi alle persone con disabilità plurime in situazioni di
particolare gravità. L’alta specificità permetterà alla Lega di dedicare questi cinquant’anni di attività ad accrescere le proprie
competenze, accumulare gradi di esperienza unici nel nostro
Paese e divenire un Centro di eccellenza per l’educazione e la
riabilitazione delle persone con disabilità multiple e pluriminorazioni sensoriali. Il costrutto di «specificità» non riguarda solo
l’utenza del Centro di Riabilitazione, ma si estende allo sviluppo
di un modello d’intervento che fin dalle sue origini ha la proprietà di configurarsi come un approccio integrato nel senso biopsico-educativo-sociale. La presa in carico della persona con
disabilità è globale. Durante il workshop un’accurata selezione
di studi di caso illustrerà ai partecipanti i principi applicativi e
fornirà spunti di riflessione e indicazioni pratiche per arricchire
il patrimonio di idee per chi, quotidianamente, si occupa di migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità e delle
loro famiglie.
Destinatari principali: genitori, insegnanti di sostegno, neuropsichiatri infantili, psicologi, logopedisti, terapisti della riabilitazione, terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva,
educatori professionali.
Approfondimenti bibliografici
Benedan S. e Faretta E. (2006), Pluridisabilità e vita quotidiana,
Trento, Erickson.
Benedan S. e Faretta E. (2008), Pluridisabilità e vita scolastica,
Trento, Erickson.
DIDA
69 SALA DELL’ANFITEATRO 1
PRIMO PIANO
Leggere al volo con il metodo analogico
Camillo Bortolato (Ideatore del metodo analogico intuitivo e insegnante di scuola primaria, Treviso)
«Leggere in un giorno e scrivere in un anno» è la rivoluzione
del metodo analogico che sostituisce il binomio equivoco della
letto-scrittura. Le due competenze infatti procedono con tempi
e modalità opposte. La lettura richiede intuizione e rapidità e
può essere alla portata anche di bambini della scuola dell’infanzia. Diversamente la scrittura richiede disciplina studio e
lentezza ed è il vero programma di crescita umana della classe
prima della scuola primaria. Viene così riabilitata una dicotomia
epistemologica e di contenuto, speculare a quella tra calcolo
mentale e calcolo scritto.
Durante il workshop verranno presentati gli strumenti di questo
cambiamento: un abbecedario e un libricino scritto in caratteri
speciali, da leggere immediatamente.
Imparare a leggere il primo giorno desterà lo stupore di ogni
bambino e rappresenterà una possibilità di liberazione per i
bambini dislessici, persi nell’infinita foresta della didattica.
Così voleva Pinocchio che, recandosi a scuola con il suo abbecedario sottobraccio, diceva: «Oggi imparo a leggere e dopodomani a far di conto».
Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria.
Approfondimenti bibliografici
Bortolato C. (2015), Primi voli in lettura, Trento, Erickson.
Bortolato C. (2015), Primi voli in lettura – Abecedario murale,
Trento, Erickson.
Bortolato C. (2013), Primi voli, Trento, Erickson.
Bortolato C. (2015), Primi voli, CD-ROM, Trento, Erickson.
Bortolato C. (2014), La via del Metodo Analogico, Trento,
Erickson.
Bortolato C. (2010), Concentrazione e serenità con le cornicette e i mandala, Trento, Erickson.
Bortolato C. (2011), La linea del 20 – NUOVA EDIZIONE, Trento, Erickson.
BES
70 SALA DELL’ARENGO
PRIMO PIANO
Prodotti multimediali autocostruiti
per l’inclusione
Gianfranco Campagna (Istituto Comprensivo Gramsci di Venezia Campalto) e Flavio Fogarolo (Formatore, collaboratore Edizioni Centro Studi Erickson)
Tra le competenze dell’insegnante di sostegno c’è senza dubbio anche la capacità di usare in modo esperto e consapevole
le nuove tecnologie didattiche, piegandole alle esigenze degli
alunni con esigenze educative particolari per favorire, con la
classe, un contesto di apprendimento strutturalmente inclusivo.
Il workshop affronta in particolare il tema dei prodotti multimediali autocostruiti quale campo privilegiato di sperimentazione
e creatività didattica, fornendo indicazioni operative e suggerendo sistemi autore semplici ma efficaci, spesso gratuiti, che
consentono all’insegnante di implementare percorsi didattici di
qualità in tempi ragionevoli.
Alcune riflessioni sono state sviluppate in occasione dei corsi
di specializzazione per il sostegno che prevedono proprio, a
conclusione delle attività formative sulle TIC, la realizzazione di
«un prodotto multimediale finalizzato alla didattica speciale con
l’uso delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione
(TIC)».
Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di
scuola.
Approfondimenti bibliografici
Fogarolo F., Campagna G. (2015), Costruire materiali didattici
multimediali, Trento, Erickson.
AUT
71
PRIMO PIANO
SALA DEL LAVATOIO
Educare all’affettività per una sessualità
consapevole nei disturbi dello spettro
autistico
Paolo Cornaglia Ferraris (Medico pediatra, direttore della collana Erickson «Io sento diverso». Editorialista La Repubblica L’Espresso, Genova), Giorgio Gazzolo (Medico, collaboratore
di giornali e riviste), Davide Moscone (Presidente Associazione
Spazio Asperger Onlus, Roma ) e David Vagni (Vicepresidente
Associazione Spazio Asperger Onlus, Roma)
29
Workshop
Sabato
Bambini e ragazzi Asperger sono segnalati dai genitori come
incapaci di esprimere e comunicare la propria affettività, oppure
di avere grandi difficoltà a gestirla. Misurare il comportamento affettivo per quantificare le difficoltà riferite è un problema
aperto della ricerca scientifica attuale. Uno studio pubblicato
nel 2014 (Sofronoff K., Lee J., Sheffield J., Attwood T., The
construction and evaluation of three measures of affectionate
behaviour for children with Asperger’s syndrome) ha utilizzato
focus group formati da genitori ed esperti, da cui sono derivate proposte per tre tipi di questionari, sviluppati tenendo conto della letteratura scientifica disponibile: AOQ - Affection for
Others Questionnaire, AYQ - Affection for You Questionnaire e
GAQ - General Affection Questionnaire. Le misure sono state
completate da 131 genitori di bambini con diagnosi certa di
Asperger.
I risultati dicono che molti bambini Asperger hanno difficoltà a
gestire relazioni affettive che impattano sulle loro attività quotidiane e sulle relazioni con gli altri.
Durante il workshop si affronterà il tema degli interventi psicoeducativi utilizzati per aiutare i giovani nella scoperta dell’affettività. Dopo aver provato a rispondere ai tre questionari, i partecipanti ascolteranno dalla voce adulta di una persona Asperger
il racconto di esperienze di vita significative. Dibattito e conclusioni permetteranno di capire limiti e potenzialità dei protocolli
in uso e prospettive di ulteriori sviluppi.
Destinatari principali: insegnanti di scuola secondaria di primo e secondo grado.
Approfondimenti bibliografici
Andrich S., Turrini M. (2015), SOS esame terza media, Trento,
Erickson.
Friso G., Amadio V., Paiano A., Russo M.R., Cornoldi C. (2011),
Studio efficace per ragazzi con DSA, Trento, Erickson.
Prandolini C. e Daffi G. (2015), Organizzare la classe con il metodo START, Trento, Erickson.
PSI/E
73 SALA DELL’ARCO
PIANO TERRA
Competizione? No, collaborazione! Come
educatori e insegnanti possono rispondere,
insieme, alla complessità del sistema
scuola
Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, educatori, operatori sociali,
psicologi, terapeuti.
Matteo Calliari (Educatore Scolastico, Società Cooperativa Sociale Progetto 92, Trento) e Eleonora Pedron (Educatrice Scolastica, Società Cooperativa Sociale Progetto 92, Trento)
Approfondimenti bibliografici
Reynolds K.E. (2014), Sessualità e autismo, Trento, Erickson.
Wrobel M. (2013), Laboratorio autonomia nell’autismo, Trento,
Erickson.
Lawson W. (2005), Sesso e sessualità nei disturbi autistici,
Trento, Erickson.
Il mondo scolastico attuale è lo specchio di una società caratterizzata da crescente complessità. Fenomeni importanti si
intrecciano in un processo apparentemente caotico e disorientante: la crescente multiculturalità, la pervasività dei nuovi
media quali strumenti di trasformazione del tradizionale modo
di stare in relazione, il delicato momento economico nazionale,
la marginalità che sembra investire valori e riferimenti «tradizionali». Tutto questo ha come diretta conseguenza la messa in
discussione di soluzioni standardizzate, di protocolli educativi e
didattici universalmente validi, e porta in primo piano l’esigenza
di rivolgere l’attenzione al singolo individuo, al suo contesto di
vita, alle sue aspettative, potenzialità e bisogni.
Così nella scuola, accanto all’insegnante, storico protagonista
dell’azione educativa istituzionale, iniziamo a trovare l’educatore, caratterizzato da una professionalità fondata sul «sapere,
saper essere e saper fare».
L’incontro tra queste due figure può rappresentare una risposta
efficace alla gestione della complessità della scuola? Concretamente quali sono le buone prassi di integrazione tra le competenze dell’uno e dell’altro? Quali gli interventi realizzabili?
L’intento di questo workshop è quello di proporre una chiave di
lettura in questo senso e di cercare insieme possibili risposte a
questi interrogativi.
DSA
72 SALA DEL TEMPIO 1
PIANO TERRA
Abilità di studio per ragazzi con Disturbi
Specifici dell’Apprendimento alla scuola
secondaria
Silvia Andrich (Psicologa dell’età evolutiva e formatrice Edizioni
Centro Studi Erickson, Trento) e Massimo Turrini (Psicologo, Ricerca e Sviluppo, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento)
Per tutti i ragazzini, approdare alla scuola secondaria significa
veder crescere il carico di lavoro; le materie aumentano e gli
apprendimenti si fanno più astratti e meno strumentali. Sommato a tutto questo, si deve considerare l’impatto sociale: i
professori al posto dei maestri, nuovi compagni, nuovi spazi,
l’adolescenza che si fa largo tra i banchi, ecc. Un ragazzo con
DSA, oltre a incontrare queste stesse difficoltà, porta con sé le
sue fragilità. È bene quindi attrezzarsi con un metodo di studio forte che permetta fin da subito di orientarsi nella nuova
dimensione-scuola.
Da una felice esperienza, più volte replicata, gli autori del libro
SOS Esame di terza media offrono degli spunti per gestire tutto
ciò che può essere utile per uno studio efficace con ragazzi
con Disturbo Specifico dell’Apprendimento: dalla gestione dello
30
spazio, alla gestione del tempo, alla modalità di studio più proficua passando dalla lettura veloce alla schematizzazione, non
tralasciando gli aspetti emotivi.
Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di
scuola, educatori.
Workshop
Sabato
BES
74 SALA DEL TEMPIO 2
PIANO TERRA
Nessuno è escluso. Il Metodo Feuerstein e
le metodologie attive in risposta ai Bisogni
Educativi Speciali
Maria Luisa Boninelli (Formatrice ICSEM - International Center for Studies on Educational Methodologies) e Chiara Chicco
(Mediation ARRCA e ICSEM, Torino)
Insegnare significa produrre migliori risultati nell’apprendimento
per tutti gli alunni.
A prescindere dalle situazioni di disabilità o disturbo vere e
proprie, le difficoltà di apprendimento sono una componente
strutturale del nostro sistema di istruzione. Qualsiasi efficace
strategia d’insegnamento deve partire dalla conoscenza delle
modalità di funzionamento dei singoli allievi, in modo da conoscerne e contenerne le difficoltà da un lato, e valorizzarne le
potenzialità dall’altro.
Per assicurare il successo formativo anche a quegli alunni
con funzionamenti problematici è quindi necessario «aguzzare
l’ingegno», attrezzarsi con risorse, metodi e strumenti per la
personalizzazione e l’individualizzazione dell’apprendimento in
modo da non lasciare indietro nessuno.
In tutto questo processo è fondamentale il compito del docente
nel favorire lo sviluppo delle abilità sociali, rivestendo un ruolo
di mediatore e facilitatore per il potenziamento delle abilità cognitive di tutti.
Saper riflettere sui processi cognitivi, riconoscere le proprie
strategie e valutarne gli esiti, saper scegliere le strade migliori
crea le condizioni per un’emancipazione dell’alunno con BES
dalla dipendenza dell’adulto e in buona parte anche dalle limitazioni imposte dal disturbo o dalla difficoltà.
L’autonomia giova a tutti gli alunni, e ancor più a coloro che
manifestano difficoltà. In questo percorso, è importante che
l’insegnante sappia analizzare gli stili di apprendimento dell’alunno, la sua motivazione, gli interessi, le attitudini e li sappia
mettere in relazione con le caratteristiche dei contenuti disciplinari, per armonizzare al massimo queste due dimensioni.
In questo modo, egli potrà più facilmente percepire la propria
autoefficacia, affrontando con successo tanto i compiti che gli
sono congeniali quanto i contenuti di apprendimento nei modi
a lui più consoni.
Lo scopo del workshop è di presentare la progettazione didattica orientata all’inclusione attraverso studi di caso ed esempi
pratici di adozione di strategie e metodologie favorenti l’apprendimento, lo sviluppo metacognitivo, il miglioramento relazionale
e comunicativo attraverso il Metodo Feuerstein e le metodologie attive.
Destinatari principali: educatori e insegnanti di scuola primaria e secondaria.
Approfondimenti bibliografici
Feuerstein R., Feuerstein R.S., Falik L.H. e Rand Y. (2013),
LPAD: Learning Propensity Assessment Device, Trento,
Erickson.
Feuerstein R., Feuerstein R.S., Falik L. e Rand Y. (2008), Il Programma di Arricchimento Strumentale di Feuerstein, Trento,
Erickson.
Minuto M. e Ravizza R. (2008), Migliorare i processi di apprendimento, Trento, Erickson.
LOG
75 SALA DEL CASTELLO 2
PIANO TERRA
Attività riabilitative per la comprensione
del testo
Helga Marino (Psicologa e psicoterapeuta, Cles, Trento) e Graziella Tarter (Logopedista, Trento)
Per un intervento riabilitativo competente per le difficoltà di
comprensione del testo non è sufficiente una evidenza del
disturbo a livello scolastico: il soggetto deve essere valutato
secondo un percorso che conduca alla conoscenza delle funzioni diverse ma interdipendenti che sostengono il processo. È
anche necessario che siano note le basi teoriche del processo
cognitivo, le prospettive di studio e le ricerche che hanno condotto a riconoscere le evidenze più documentate rispetto alla
efficacia degli interventi riabilitativi.
Tutto questo richiede conoscenze diverse e interprofessionali
che in questo workshop verranno sviluppate attraverso la presentazione di flow chart di tipo diagnostico e decisionale per
individuare e sostenere la specificità dell’intervento. Saranno
presentati utili materiali che affrontano i diversi aspetti funzionali
implicati e che possono condurre con gradualità alla risoluzione
delle difficoltà di comprensione del testo scritto.
Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado, logopedisti, psicologi.
Approfondimenti bibliografici
Tarter G., Marino H. e Tait M. (2015), Percorsi clinici di logopedia – La comprensione del testo, Trento, Erickson.
Gaggioli c. (2015), Comprensione e produzione del testo per
alunni con DSA, Trento, Erickson.
DIDA
76 SALA DEL PONTE 2
PRIMO PIANO
Radio Magica: come usare la radio
per imparare, divertirsi e includere
Sabrina D’Orsi (Università Ca’ Foscari, Venezia), Maria Grazia
Lamparelli (Psicologa e Psicoterapeuta, Cooperativa Sociale
Onlus Hattiva Lab, Udine) e Elena Rocco (Radio Magica)
In molti paesi la web radio è utilizzata in classe come ambiente
di apprendimento per stimolare tutti i canali sensoriali oggi pesantemente dominati dal visivo. La web radio è uno strumento
didattico flessibile, utilizzabile per ascoltare oppure per la produzione radiofonica. Entrambi gli approcci fanno leva su metodologie quali l’apprendimento cooperativo, il gioco di ruolo, il
problem solving e mirano a offrire un contesto di apprendimento inclusivo, innovativo, divertente e, al tempo stesso, capace
di stimolare competenze creative, cognitive e linguistiche, valorizzando gli aspetti più sottili come l’autostima.
Nella prima parte del workshop si approfondiranno i fondamenti
dell’attenzione uditiva, verranno presentati i due approcci (radio
come ascolto e produzione) e saranno proposti esempi concreti di utilizzo della web radio diversificati in base all’età e ai
Bisogni Educativi Speciali. Nella seconda parte del workshop
si illustreranno i contenuti free su Radio Magica e i tutorial sui
31
Workshop
Sabato
software di registrazione e montaggio e sulle piattaforme di
pubblicazione dei contenuti audio per usare la radio in classe;
verranno inoltre proposti esercizi pratici di base per la creazione
di contenuti audio mono e multitraccia con l’uso del software
free Audacity e di piattaforme di condivisione come Spreaker.
Destinatari principali: insegnanti di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, educatori e insegnanti di
sostegno.
PSI/E
77 SALA DEL PARCO
PRIMO PIANO
La fiducia per crescere e apprendere
Cristina Ambrogetti (Insegnante, Istituto Comprensivo Statale
n.1 Intercomunale Ravenna-Cervia), Andrea Dalle Crode (Psicologo, psicoterapeuta e musicoterapeuta) e Ornella Dulcini
(Pedagogista, CDE Cesena)
La fiducia: c’è chi l’accorda, chi la riceve, chi la corrisponde, chi
la merita e chi ne ha bisogno. L’atto di accordare fiducia può
trasformarsi da momento isolato a fattore generativo di legami
che, grazie a influenze virtuose, diventano connessioni e reti
all’interno del gruppo classe.
Il workshop sarà focalizzato sull’individuazione e sull’impiego
di una pluralità di strumenti mediatori utili nelle classi di scuola
primaria a elevato tasso di eterogeneità per facilitare una progettualità capace di affrontare le emergenze senza perdere di
vista un orizzonte di strategia: la «risoluzione del problema del
singolo» può diventare coevoluzione e risorsa per tutti. Ciò presuppone la collaborazione fra diverse professionalità e ruoli sociali. Sarà rivolta una particolare attenzione alla pratica consapevole della cittadinanza attiva, conquista preziosa per la vita,
in riferimento anche alle Indicazioni nazionali per il curricolo. Il
workshop si concluderà con un’esercitazione pratica che consisterà nell’illustrazione di una metodologia di intervento con il
«mediatore musica».
Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria, dirigenti
scolastici, educatori.
Approfondimenti bibliografici
Ambrogetti C. (2015), Fiducia e educazione, Trento, Erickson.
PSI/E
78 SALA DELL’OROLOGIO
PRIMO PIANO
Scuola e tutela dei minori: buone pratiche
e relazioni per il benessere di bambini e
ragazzi
Francesca Corradini (Assistente Sociale, Università Cattolica
del Sacro Cuore, Milano) e Letizia Rossi (Assistente Sociale,
Servizio Socio-Educativo Assistenziale, Comune di Modena)
A molti insegnanti capita di chiedersi se una situazione problematica rilevata in classe sia da segnalare ai Servizi sociali.
Può trattarsi di un bambino che arriva a scuola con dei lividi o
sempre sporco, o di un ragazzo che frequenta una compagnia
32
legata alla droga, o di un minore che frequenta saltuariamente
o che spesso si presenta in aula emotivamente scosso. Cosa
fare in questi casi? Quali sono gli indicatori che devono destare
preoccupazione? È bene segnalare la situazione ai Servizi sociali? Cosa può accadere dopo?
All’interno del workshop si affronterà il delicato tema delle relazioni tra famiglie, scuola e Servizi sociali quando si presentano
agli insegnanti situazioni problematiche che possono far pensare a condizioni di rischio o pregiudizio per i minori. Attraverso
la discussione di alcune situazioni esemplificative e a partire da
indicazioni di buone prassi consolidate, verranno illustrati alcuni
percorsi e strumenti che possono sostenere gli insegnanti nella
lettura dei comportamenti problematici di bambini e ragazzi e
agevolare la comunicazione tra i diversi attori coinvolti, allo scopo di garantire la tutela dei minori.
Si prenderà in considerazione, in particolare, quali sono i principali indicatori di rischio e i segnali di protezione rispetto al benessere di bambini e ragazzi, quali sono i principali percorsi di
aiuto che si possono costruire in collaborazione con le famiglie,
in quali situazioni è opportuno segnalare una situazione ai Servizi sociali e con quali modalità, in quali situazioni è obbligatorio
segnalare all’Autorità Giudiziaria e quali sono i possibili scenari
che si potrebbero aprire in seguito alle differenti segnalazioni.
Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di
scuola, operatori sociali coinvolti a vario titolo nel mondo della
scuola.
Approfondimenti bibliografici
Raineri M.L. (2014), Linee guida e procedure di servizio sociale
– SECONDA EDIZIONE, Trento, Erickson.
DIDA
79 SALA DEL CASTELLO 1
PIANO TERRA
Artefatti intelligenti per approcciare numeri
naturali e frazioni
Anna Baccaglini-Frank (Dipartimento di Matematica, Università
di Firenze) e Maria Giuseppina Bartolini Bussi (Università di
Modena e Reggio Emilia)
La collana Artefatti Intelligenti propone guide didattiche all’uso
di particolari artefatti che favoriscono lo sviluppo di solide basi
in matematica nello studente, fin dai primi anni della scuola primaria.
Durante il workshop verranno proposte attività riguardanti l’approccio al numero nella scuola primaria. In particolare, il focus
sarà sui numeri naturali e sulle frazioni. A partire da attività
concrete verranno avanzate riflessioni che fanno riferimento a
diversi modelli psicologici, neuroscientifici e didattici, tra cui la
mediazione semiotica. Studi recenti suggeriscono che tali attività consentono di prevenire l’insorgere di difficoltà d’apprendimento in molti studenti, che non stimolati adeguatamente
possono addirittura risultare falsi positivi rispetto a diagnosi di
discalculia. Particolare attenzione verrà posta sull’approccio
alle frazioni.
Destinatari principali: insegnanti di scuola primaria, educatori
speciali, clinici.
Workshop
Sabato
Approfondimenti bibliografici
Bartolini Bussi M.G., Ramploud A., Baccaglini – Frank A.
(2013), Aritmetica in pratica, Trento, Erickson.
Maffia A. e Baccaglini-Frank A. (2014), Imparare con il Tubò
Pitagorico, Trento, Erickson.
Maschietto M. e Savioli K. (2014), Numeri in movimento, Trento,
Erickson
DSA
80 SALA DEL PORTO
PRIMO PIANO
Difficoltà di apprendimento
nell’adolescenza. Profili e procedure di
valutazione. Le prove MT-16-19 e il test
AMOS
Mariangela Candela (Psicologa, Padova) e Gianna Friso (Università di Padova)
La ricerca sull’evoluzione a lungo termine delle difficoltà e/o disturbi di apprendimento nell’adolescenza si è fatta nel tempo
sempre più forte. Infatti è aumentata la sensibilità alla valutazione nella scuola secondaria di secondo grado e di conseguenza
la necessità di strumenti standardizzati adatti a questa fascia
di età.
Diversi studi hanno infatti dimostrato come i DSA non scompaiano nel tempo e che il substrato neurologico e un certo grado
di difficoltà permangono fino all’adolescenza e anche all’età
adulta, soprattutto per la dislessia. A tal proposito alcune ricerche dimostrano che il profilo neuropsicologico riscontrato
nei bambini si conserva in adolescenza e in età adulta: persistono problemi di elaborazione e decodifica fonologica (Lami
et al., 2008; Shaywitz et al., 1999), scarsa velocità nella lettura
di parole e non parole e difficoltà nello spelling (Hanley, 1997;
Hatcher, Snowling e Griffiths, 2002; Shaywitz et al., 1999).
La persistenza di tali difficoltà ha poi riscontri importanti anche
negli aspetti più emotivi della vita di un adolescente e risulta
ancora più permeante quando gli strascichi dei DSA entrano
in interazione con le problematiche tipiche dell’adolescenza.
Mugnaini e colleghi (2009) hanno riscontrato un’associazione
positiva tra le difficoltà di lettura e un maggior rischio di insorgenza di sintomi internalizzanti, come ritiro sociale e sintomi
depressivi e ansiosi.
Considerando tutto ciò si è fatta sempre più forte la necessità
di ideare e standardizzare test adeguati e validi. A tal proposito
sono stati realizzati strumenti adatti alla valutazione sia delle
abilità di letto-scrittura sia degli aspetti emotivo-metacognitivi
degli adolescenti.
In particolare il workshop si articolerà in tre fasi che riguarderanno la presentazione delle problematiche cognitive e motivazionali in adolescenza, la struttura e l’applicazione degli strumenti
MT-16-19 e AMOS e l’analisi di alcuni casi esemplificativi.
Cornoldi C., De Beni R., Zamperlin C. e Meneghetti C. (2005),
amos 8-15 – Abilità e motivazione allo studio: Prove di valutazione per ragazzi dagli 8 ai 15 anni, Trento, Erickson.
PSI/E
81
PRIMO PIANO
SALA DELL’ANFITEATRO 2
La figura dell’Homework Tutor
Federica Brembati e Roberta Donini (AbilMente, Studio Associato di Psicologia e Pedagogia, Cassano d’Adda, Milano)
Sarà che «non ci sono più le mezze stagioni» e che «si stava meglio quando si stava peggio», ma le nuove generazioni
fanno fatica a svolgere i compiti da soli. Quando, poi, ci sono
difficoltà importanti, il supporto a casa è quasi istituzionalizzato. Di fatto, molto spesso i genitori sono esasperati da anni di
ripetizioni ritenute inefficaci o da pomeriggi dedicati ai compiti,
senza riuscire a cogliere la minima evoluzione nel figlio. Diventa
quindi fondamentale avere ben chiare le variabili coinvolte in
un progetto di sostegno pomeridiano. La prima è sicuramente
considerare chi fornisce aiuto al ragazzo: un genitore, un parente o amico stretto o una persona estranea al nucleo familiare,
in quanto, ovviamente, il livello di coinvolgimento emotivo e la
modalità di supporto fornita sono differenti.
Durante il workshop ci si soffermerà sulle situazioni nelle quali i
compiti sono gestiti da una persona esterna: l’Homework Tutor,
una figura professionale che opera nel campo dell’educazione
e del sostegno principalmente domiciliare a soggetti con fragilità nell’apprendimento e possibile rischio di abbandono scolastico e/o difficoltà di integrazione sociale. Si approfondiranno
in particolare le funzioni dell’Homework Tutor, fornendo indicazioni operative e strumenti per la costruzione di un progetto di
studio personalizzato per ogni studente, che consenta non solo
di affrontare il lavoro a casa più serenamente ma anche di farne
un’ulteriore occasione di apprendimento.
Destinatari principali: psicologi, educatori, insegnanti di scuola primaria e secondaria.
Approfondimenti bibliografici
Brembati F. e Donini R. (2013), DSA e compiti a casa, Trento,
Erickson.
Daffi G. e Prandolini M.C. (2013), ADHD e compiti a casa, Trento, Erickson.
ICT
82 SALA DEI BASTIONI
PRIMO PIANO
La robotica educativa per le disabilità
cognitive
Destinatari principali: insegnanti di scuola secondaria, psicologi, logopedisti, neuropsichiatri infantili.
Emanuele Micheli (Scuola di Robotica)
Approfondimenti bibliografici
Cornoldi C. e Candela M. (2015), Prove di lettura e scrittura MT
- 16-19, Trento, Erickson.
De Beni R., Moè A., Cornoldi C., Meneghetti C., Fabris M.,
Zamperlin C. e De Min Tona G. (2014), AMOS-Nuova edizione,
Trento, Erickson.
La robotica educativa è usata come strumento didattico e di
potenziamento dell’apprendimento da parte di centinaia di insegnanti di scuole di ogni ordine e grado in tutta Italia.
I processi di ideazione, progettazione, assemblaggio e programmazione mettono in gioco le diverse intelligenze della classe che dovranno imparare a collaborare insieme, a riconoscer33
Workshop
Sabato
si, ad aiutarsi facendo emergere le proprie capacità sia sociali/
relazionali che legate all’apprendimento stesso.
In questi anni Scuola di Robotica ha partecipato a numerosi
progetti nazionali ed europei per comprendere come la robotica
educativa possa essere uno strumento in grado di far emergere nel gruppo classe comportamenti inclusivi e potenziamenti
dell’apprendimento.
La progettazione stessa di piccoli robot (ad esempio, Lego
Wedo) consente agli studenti (con disabilità e non) di collaborare insieme per il raggiungimento di un obiettivo comune. La
collaborazione in lavori di gruppo estremamente motivanti consente agli insegnanti di lavorare sull’inclusione e sull’interazione
di studenti con disabilità cognitive.
Questa fase iniziale è seguita da fasi altrettanto importanti dal
punto di vista didattico:
l’assemblaggio dei robot stessi consente di migliorare la motricità fine dei bambini senza introdurre esercizi noiosi, esasperanti e fini a se stessi;
la programmazione consente di potenziare aspetti logici, matematici e di linguaggio;
la realizzazione di distinte tecniche e testi narrativi sull’oggetto
costruito consente di introdurre le basi della narrazione e dei
registri narrativi;
l’uso e la progettazione del robot consentono il rafforzamento
di concetti di matematica, fisica, geografia, scienze, ecc.
L’ingaggio che questi oggetti hanno sugli studenti non si esaurisce nel semplice «effetto Wow» iniziale dovuto alla novità ma si
rinnova a ogni nuovo progetto e a ogni fase del lavoro.
L’errore, il mancato funzionamento da parte del robot non viene
vissuto da qualsiasi studente come un insuccesso cristallizzato
ma come incentivo a migliorare, ad apprendere a cambiare.
In questi anni di coordinamento di centinaia di docenti, Scuola
di Robotica ha potuto apprezzare che non esiste una didattica
speciale per i più deboli ma una didattica pensata per tutti e per
ciascuno, che aiuta i più fragili e potenzia i migliori.
In questo workshop, dopo una prima fase di inquadramento
teorico e metodologico, verranno affrontati reali casi studio e
utilizzati strumenti robotici quali Lego WeDo, Nao, Dash&Dot,
Scratch, ScracthJr, ByorJr.
Destinatari principali: insegnanti di ogni ordine e grado di
scuola, educatori.
Approfondimenti bibliografici
Menegatti E., Moro M., Sella F., Perona M., Lucangeli D. (2011),
Imparare con la robotica, Trento, Erickson.
34
PRIMO PIANO
BES SALA DELLA VECCHIA PESCHERIA
Sessione D (workshop 83) – Buone Prassi
di integrazione scolastica e sociale
Presiede la sessione: Angela Cattoni (Edizioni Centro Studi
Erickson, Trento)
Ambiente inclusivo e Qualità della vita. Il modello di progettazione SIQOL
V. Pennazio e A. Traverso (Dipartimento DISFOR, Università di
Genova)
Gioco anch’io, spazio gioco. Garantire il diritto al gioco ad
ogni bambino
M. G. Massara, Z. Licia, S. Benato, M. Bargaglia e R. Fornara
(Associazione di Promozione Sociale Gazza Ladra, Novara)
Un viaggio tra la scoperta del proprio corpo e la ricerca della
bellezza: il laboratorio «Ma come ti trucchi?!» per persone
con disabilità
M. Tarlazzi (Make your smile up, Pavia)
Personalizzare e co-progettare paradigma dell’inclusione:
una esperienza di alleanza tra istituzioni e società
F. Palmas e M. Espa (ABC-Associazione Bambini Cerebrolesi,
Cagliari)
La cultura prende posto. Progetto integrato con il territorio
per riaccendere il desiderio dell’incontro
A. M. Taroni, G. Zama e R. Paltrinieri (Leone Nano, Ravenna)
Il «Diplomado para docentes de apoyo a la inclusión»: un
laboratorio di esperienze pedagogico-didattiche per l’inclusione scolastica
A. Taddei e L. Guerra (Dipartimento di Scienze dell’Educazione
«Giovanni Maria Bertin», Università di Bologna)
Plenaria
PIANO TERRA, SALA DELLA PIAZZA
DOMENICA 15 NOVEMBRE DALLE 8.30 ALLE 13.00
Introduce e presiede la sessione
Agostino Miele (Dirigente scolastico)
Problematiche riguardanti la diagnosi della discalculia emerse nella
sperimentazione di un metodo didattico innovativo per il calcolo mentale
Presentazione della Ricerca scientifica di Giampaolo Chiappini e Giacomo Cozzani (Istituto per le Tecnologie Didattiche del CNR)
Verso l’inclusione con percorsi personalizzati e co-progettati
Marco Espa (Presidente nazionale ABC – Associazione Bambini Cerebrolesi)
Chi sono i «bravi» insegnanti?
Antonio Calvani (Università di Firenze)
L’islamismo spiegato ai nostri studenti
Edgar Morin (Uno dei più grandi filosofi del Novecento, lo scopritore della complessità) e Riccardo Mazzeo (Editor e saggista, Trento)
Litigare con metodo
Daniele Novara (Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei
conflitti, Piacenza)
Discorso interiorizzato e zona di sviluppo prossimale: per una teoria
dell’apprendimento
Lev Vygotskij (Fondatore della scuola storico-culturale)
Cervelli che contano: conoscere e migliorare il «senso del numero»
Giorgio Vallortigara (Direttore CIMeC, Università di Trento)
La fatica di diventare grandi
Gustavo Pietropolli Charmet (Responsabile Consultorio Adolescenti Minotauro
di Milano)
Le sfide dell’altruismo
Andrea Canevaro (Università di Bologna) e Annamaria Canonico (Educatrice e
mamma)
Lettura della Mozione finale del Convegno e consegna ai Rappresentanti delle
istituzioni
35
Workshop
RELATORI IMPOSSIBILI
BASTA STRESS!
A questo Convegno non potevano mancare i “personaggi” Burrhus Skinner, Maria Montessori e Lev Vygotskij - che hanno
fatto la storia della psicologia, contribuendo a costruire le basi
scientifiche delle pedagogia italiana e delle scienze dell’educazione.
Abbiamo scelto di presentarli nelle sessioni plenarie del Convegno, come “relatori impossibili”, perché siamo convinti che
il loro pensiero non tramonti e che abbiano ancora diritto di
parola.
La scelta non è stata casuale e ciascuno di voi potrà trovare
diverse motivazioni. Del resto, molti di noi hanno studiato le loro
teorie, i loro metodi e ne sono stati influenzati.
In un certo senso questi “personaggi”, e non semplici uomini
portatori di idee, sono e saranno sempre con noi e tra di voi.
Laboratorio di rilassamento con musica e visualizzazioni
Ecco qualche anticipazione di quello che diranno…
«I miei bambini sanno giocare senza giocattoli. Molti pedagogisti del nostro Paese mi odiano ancora. E si vede dai fatti.
L’Italia è il paese dove le scuole col metodo Montessori sono
poco meno di cento. Nel mondo esistono migliaia di scuole
Montessori di ogni grado. E da quelle scuole escono i geni: Bill
Gates è mio. E mio è l’inventore di Facebook. E sono quel che
sono mio malgrado».
Maria Montessori
«Ho scritto romanzi, suonavo il sassofono, amavo la musica…
ma non mi avete fatto venire qua per un pezzo di jazz ma perché sono “quello”: il comportamentista radicale, l’ateo, l’anaffettivo, l’algido sperimentatore senza cuore... Parole, parole
che ciascuno intende e ripete a suo modo. Mentalismo, banale
inutile, fantasioso, dannoso mentalismo».
Burrhus Skinner
«In ospedale tutti mi credevano in pericolo di morte. Mi è stato
concesso di vivere per poter criticare tutti i dogmi: lo scientismo, il pavlovismo con la sua teoria dei riflessi condizionati, il
mentalismo ma anche il materialismo meccanicistico del marxismo volgare, l’organicismo, il neurologismo e lo spiritualismo.
Ma voi non mi avete invitato qui per questo. Volete sapere ciò
che già sapete di me. Come i bambini che amano sentir ripetere sempre la stessa fiaba, con le stesse parole di sempre. Già,
la zona di sviluppo prossimale».
Lev Vygotskij
Maria Montessori è interpretata da Elena Pistillo
Burrhus Skinner è interpretato da Giovanni Lamia
Lev Vygotskij è interpretato da Vincenzo Basile
E infine il personaggio misterioso è interpretato da Massimo
Pastore
Testi a cura di Vito Piazza
Con la regia di Giacomo Maria Bonagiuso e Vito Piazza
36
Quante volte ti capita di pensare che il tempo non basti mai, di sentirti sopraffatto dalle cose da fare,
di desiderare che le ore passino meno in fretta?
Stress e ansia sembrano ormai compagni stabili della nostra vita, dimensioni da cui spesso risulta difficile uscire. Se
gestite adeguatamente, queste sensazioni possono darci la
giusta carica e mettere un po’ di «sale nella vita». Ma quando lo stress è troppo, si trasforma in un disagio che, protratto nel tempo, genera instabilità emotiva, alterazioni dell’umore e veri e propri disturbi psicosomatici. Come difendersi?
Vi proponiamo un laboratorio, sempre attivo durante le giornate di Convegno, per imparare a gestire stress
e ansia, un percorso di rilassamento basato sull’utilizzo
di musica estremamente efficace per risolvere i problemi legati a situazioni quotidiane e lavorative difficili, scarsa autostima, disturbi psicosomatici, attacchi di panico.
Gli esercizi si basano sul metodo ReAT (RelaxAudioTraining), ideato da Giuseppe Maiolo, che nasce proprio con
l’intento di descrivere il fenomeno stress, per suggerire i rimedi possibili e riconoscere eventuali campanelli d’allarme.
Tramite l’ascolto e la visualizzazione, il partecipante potrà sottoporsi a un training, di rapida e facile esecuzione, che prevede lo
svolgimento di quattro esercizi, ognuno dei quali contiene una
visualizzazione guidata finalizzata a stimolare l’elaborazione di
immagini in stato di riposo e accompagnata da una musica di
sottofondo originale. Ciascun esercizio, infine, si conclude con
un brano di Mozart, particolarmente efficace per il suo effetto
distensivo.
Presentazione del Laboratorio di rilassamento:
Venerdì 13 novembre alle ore 13.30
Giuseppe Maiolo (Psicoanalista di formazione junghiana, giornalista e scrittore)
Durante le giornate di Convegno: ogni 25 minuti
Luogo: Laboratorio rilassamento
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MUSE...
Curioso di natura
A Trento vi aspetta il Museo delle Scienze
progettato da Renzo Piano
Sei piani dedicati alla scienza e alla natura, ai temi del nostro presente e del futuro
prossimo: exhibit multimediali, giochi interattivi, sperimentazioni che trasformeranno
la visita in un’avvincente esplorazione.
Oltre duecento sono le proposte educative del museo e delle sue sedi diffuse
sul territorio trentino: tutte le info su www.muse.it/it/impara.
MUSE - Museo delle Scienze
Corso del Lavoro e della Scienza, 3
38122 Trento.
www.muse.it
Piano terra
Sala del TEMPIO 1
Sala del CASTELLO 1
Sala del TEMPIO 2
Sala del CASTELLO 2
Sala
della PIAZZA
WC
WC
SM
SM
WC
WC
Zona
RISTORO
S
Laboratorio
rilassamento
WC
SM
Accredito
e ECM/AS
A
A
S
Sala dell’ARCO
Zona RISTORO
Ufficio RELATORI
e STAMPA
Segreteria
NUOVI ISCRITTI
INGRESSO
A
Primo piano
Sala della VECCHIA PESCHERIA
Sala del PONTE 2
Sala del FARO
Sala del PONTE 1
Sala della MARINA
Sala del PARCO
Sala del BORGO
WC
A
SM
SM
WC
Sala
dell’OROLOGIO
Sala dello SQUERO
WC
WC
SM
Sala dei BASTIONI
Sala deI LAVATOIO
Sala del BREAKOUT 4
Sala del BREAKOUT 5
Sala dell’ANFITEATRO 2
Sala dell’ANFITEATRO 1
WC
A
A
WC
Sala
del PORTO
Sala
dell’ARENGO
1° CONVEGNO
INTERNAZIONALE
SONO
ADULTO!
Rimini, 4 e 5 marzo 2016
DISABILITÀ
diritto alla scelta e
progetto di vita
www.sonoadulto.it
#sonoadulto
R
im
13 e 1 ini
4 mag
gio
2016
CONVEGNO
INTERNAZIONALE
Pratiche e innovazioni
in tutela dei minori
www.convegnominori.it
DIT
I
DIT
I
ECM
ECM
E-mail: [email protected]
E-mail: [email protected]
www.formazione.erickson.it
www.formazione.erickson.it
CRE
Via del Pioppeto 24 - 38121 Trento
Tel. 0461 950747 - Fax 0461 956733
[email protected]
CRE
www.erickson.it
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La Qualità - Centro di Documentazione per l`Integrazione