DI BOCCA IN BOCCA
Herpes n° 4
Marzo/Aprile 2010
Anno XIII
Indice
Pag.
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Angel and the white tiger
HPS DI BOCCA IN BOCCA
Redazione
3
Editoriale
3
Gabriella Dorio, atleta
4
Libera Informazione
5
Alziamo la Voce!
6
La Rubrica del Cinema
7
Esperienze
8
La Giustizia
10
Responsabilità,
11
Translescions
11
Hipse dixit
12
La Rubrica della Musica
13
Cristina Mottin, scrittrice
14
Lo Scaffale
15
L’appunto
15
Giochi
16
di Daniele Trentin
2
V ast
L’Editoriale del Direttore
di Francesca Barco
IV bl
Italia
Sta morendo pure Lei.
Direttore:
Vicedirettore:
Impaginazione:
Redazione:
Disegnatori:
Special guests:
Francesca Barco
IV bl
Filippo Campagnolo
III bs
Francesca Barco
IV bl
Noemi Bellò
Gloria Bordignon
Sara Bourahla
Allegra Cerantola
Maria Diandra Cristache
Laura Gubiolo
Martino Guidolin
Claudia Husdup
Rebecca Luisetto
Elisabetta Mezzalira
Stefania Neglia
Giulia Pagan
Irene Pellanda
Giulia Pellizzer
Andrea Pianezzola
Matteo Scalco
Luca Strapazzon
Giulia Zanin
I bca
V bs
IV dso
I aca
I bca
I aca
V ast
IV cs
I bca
V bst
I aca
I bl
I al
V bs
V bs
I bl
IV aca
IV bs
Giacomo Bertollo
Silvia Sabatti
Daniele Trentin
IV dl
V bst
V ast
Boris Contarin
Tiziano Canello
Gilberto Canesso
Foto di copertina:
Andrea Basso (ITIS Fermi)
Italia è un individuo. Italia è un io vivente. Le sue
cellule hanno tanti nomi, anche il tuo. Ognuna di esse
è un io e pensa unicamente per se’. Per questo motivo,
Italia sta morendo. Le sue cellule occupate a farsi gli
affari loro la sostentano appena. Italia appartiene a
chi la fa vivere, è una res pubblica, una cosa pubblica,
di tutti. Qualche cellula l’ha sempre ricordato, molte
altre no e hanno smesso d’informarsi sul suo stato di
salute, non hanno più votato, non hanno neanche fatto
disobbedienza civile se qualche sinapsi proveniente dal
cervello non garbava loro.
Tu ed io siamo corpuscoli nucleati che non portano a
termine il loro compito di cittadini di un corpo umano,
agiamo dimenticando deliberatamente che la libertà è
un dovere oltre che un diritto. Se siamo libere cellule, è
perché ci meritiamo di esserlo, ma dobbiamo meritarlo
giorno per giorno, non solo una volta per tutta la vita.
Eppure predichiamo che sono le altre a sbagliare,
quelle al cervello che governano, oppure le mani che
manipolano, i piedi che pestano. Noi, che siamo le
cellule del cuore, siamo solo interessati ad andare
contro le sinapsi che ci regolano. E non contro quelle
sbagliate come la censura della libera informazione, le
leggi ad personam, le riforme elettorali o scolastiche
che di democratico o scolastico hanno poco o nulla.
Sarebbe troppo difficile cambiare quelle, noi andiamo
contro quelle giuste: non rubare, non uccidere, non
testimoniare il falso, … regole che dovrebbero essere
scritte, prima che nella Costituzione, dentro di noi.
È di moda fare i bastian contrari, ma non conta, non
conta superare il limite di velocità sperando che
nessuno ci becchi, non conta fumare tanta erba per
svarionarsi. Anzi, oltre a non contare per rianimare
l’individuo Italia, le facciamo pure del male mettendo
in pericolo la nostra vita. Ciò che conta però non
lo facciamo. Non ci informiamo, non votiamo, non
paghiamo le tasse (un giorno ne avremo bisogno, con
quella cosa chiamata pensione), non esigiamo riforme
giuste e leggi elettorali democratiche. Non attuiamo la
legalità contro la criminalità organizzata, non facciamo
lotta alle mafie. Sono solo le altre cellule a sbagliare?
Se ognuno facesse il proprio dovere, Italia sarebbe viva
e vitale.
Se Italia muore, non andare al suo funerale. Non serve
piangere su cose che potevi ma non hai voluto fare.
IV al
I aca
V ast
3
HPS DI BOCCA IN BOCCA
L’intervista
di Rebecca Luisetto
I bca
e di Matteo Scalco
Gabriella Dorio, atleta per caso
La campionessa si racconta a Herpes.
V
entisei anni fa l’Italia
dell’atletica femminile vinse
la sua ultima medaglia d’oro ai
Giochi Olimpici, grazie all’impresa
di Gabriella Dorio, atleta nata a
Veggiano (PD), che trionfò a Los
Angeles nei 1500 m. Autrice di una
carriera straordinaria, ha conquistato
anche un bronzo europeo, un
oro indoor, sempre a livello
continentale, e 17 titoli nazionali.
Sono ancora validi i suoi record
italiani con l’1.57.66 negli 800 m
e il 3.58.65 sui 1500 m. Nei giorni
scorsi, Gabriella ci ha gentilmente
rilasciato una breve intervista.
_Che differenza c’è, secondo lei,
nel diventare una campionessa
olimpica oggi rispetto a ieri?
Non c’è differenza: di certo si
devono avere doti naturali, ma
soprattutto costanza e perseveranza.
_Con quale mentalità si affronta
una finale olimpica, dove si
rientra tra le favorite?
Fa tutto parte del lavoro fatto prima:
molte volte si ha la coscienza di
essere tra le favorite, però questo
non deve influenzare negativamente
sulla propria gara, anzi deve dare
carica ed energia per affrontarla al
meglio.
_Lei, prima della vittoria, ha
conseguito nell’edizione stessa
di Los Angeles 1984 (800 m) e
di Mosca nel 1980 (1500 m), due
quarti posti. Al giorno d’oggi si
parlerebbe di “maledizione”, ma
quant’era la delusione e la voglia
di rivincita?
Sono stati due quarti posti diversi:
a Mosca ero felicissima per la
medaglia di legno, perché avevo
realizzato il nuovo record italiano
e avevo dato il massimo. A Los
Angeles, invece, ero arrabbiata con
me stessa e ho perfino pianto, cosa
che non faccio molto spesso, perché
avevo compiuto un errore tattico,
che non si deve mai fare all’interno
di un’Olimpiade. Non avrei vinto,
ma sarei potuta arrivare seconda,
anche se questo mi ha dato la forza
di vincere la medaglia d’oro nei
1500 m.
HPS DI BOCCA IN BOCCA
_Come si è avvicinata,
inizialmente, all’atletica?
Ho iniziato per caso, con la scuola,
partecipando ad una campestre in
terza media: eravamo solo in 2,
però il mio professore ci ha fatto
comunque fare quel cross. Poi
ho continuato con i Giochi della
Gioventù, che sono come quelli
studenteschi di oggi, ho vinto a
Roma e non ho più smesso, perché
mi divertivo.
_Quando ha iniziato la sua
carriera, avrebbe mai pensato di
diventare campionessa olimpica?
No, ma quando ho vinto a Roma ho
detto ai miei compagni che volevo
vincere un’Olimpiade e tutti mi
hanno preso in giro.
_Com’era il suo rapporto con la
scuola? Era difficile combinare la
sua passione per l’atletica con lo
studio?
Avevo un bel rapporto con la scuola
e non era difficile combinare le due
cose. Con una buona organizzazione
riuscivo a correre, studiare e,
perfino, lavorare. Quindi i ragazzi
che dicono di non riuscire a fare
sport, perché devono studiare,
cercano solo una scusa per non
faticare. Per me, inoltre, era una
bella sfida combinare le due cose e
mi faceva sentire realizzata.
_Cos’è e cos’è stata l’atletica per
lei?
L’atletica è stata per me la cosa
più bella che mi sia successa. Ho
avuto la fortuna di vincere tanto,
ho viaggiato, ho conosciuto molta
gente e ho imparato a essere sicura
di me stessa, perché ero molto
timida.
-Parlando di attualità, secondo
lei le scuole si comportano
correttamente aiutando i giovani
talenti che emergono nelle varie
discipline?
La scuola dovrebbe fare di più,
soprattutto oggi che gli adolescenti
si muovono poco. Inoltre, gli
studenti che vincono sono soltanto
penalizzati e non riconosciuti come
I bl
dovrebbero.
_La sua è l’ultima medaglia d’oro
olimpica conquistata dall’atletica
femminile e negli ultimi anni la
squadra italiana è entrata in crisi
a tal punto di non conquistare
nessuna medaglia nei recenti
campionati mondiali di Osaka
2009. Secondo lei si sta lavorando
bene con i giovani in previsione
futura?
Mah, si può fare di meglio, e
comunque in atletica è più difficile
prendere medaglie, a differenza
degli altri sport, perché è universale
e ci sono molti avversari. Per
vincere bisogna dedicare anima
e corpo e di certo bisognerebbe
seguire di più gli atleti nella
scuola, in famiglia, nella società
e via dicendo. L’atleta, sempre e
comunque, cercherà di migliorarsi,
perché è nella sua mentalità.
-Qual è la sua opinione sul
doping?
È come rubare ed è il peggior modo
per vincere, perché non si rispetta
l’avversario, lo sport e se stessi.
L’atletica serve a dimostrare a se
stesso e non agli altri ciò che si sa
fare. Ci si deve divertire.
_Gli ultimi eventi internazionali
hanno lanciato fenomeni del
calibro di Usain Bolt. Questi atleti
che infrangono record su record
sono un bene o un male per
l’atletica?
Sicuramente è un bene e, comunque,
è uno spettacolo vedere Bolt. Io l’ho
visto gareggiare quando aveva 15
anni: era fortissimo e si poteva già
prevedere quello che avrebbe fatto.
In seguito alle vittorie, in Jamaica,
l’atletica è diventata lo sport
nazionale.
_Per concludere, che consiglio
darebbe ai ragazzi che vorrebbero
intraprendere una carriera nel
difficile campo dell’atletica?
Voglio dire solo che io ho passato
gli anni più belli della mia vita: si
gira il mondo, si conoscono molte
persone, ci si diverte e si conosce il
rispetto per le regole.
Un grande grazie a Gabriella per
la sua disponibilità e gentilezza nel
rilasciare questa intervista.
Libera Informazione
di Giulia Zanin
La Libertà di stampa
IV bs
La Libertà sancita dalla nostra Costituzione non è sempre rispettata.
T
utti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola,
lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad
autorizzazioni o censure. (…) La legge può stabilire, con norme di carattere generale,
che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le
pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon
costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le
violazioni. (Costituzione della Repubblica Italiana, Articolo 21). La libertà di stampa è
un diritto fondamentale del nostro Paese e di molti altri: deve perciò essere garantito e
tutelato. L’Italia è uno Stato dove la democrazia è consolidata, dove il popolo è sovrano
e dove possiamo essere liberi ed informati!
Ma è proprio così?
Se pensiamo che ogni giorno arrivano circa 3000 accadimenti notiziari alle agenzie di
stampa, ma solo il 9% può essere contenuto nei quotidiani e solo 1% nei telegiornali,
capiamo che direttori, giornalisti ed editori scelgono di togliere dall’informazione il
90% delle notizie!
Il nostro giornalino non ha pretese di schierarsi verso nessuna corrente politica, perché
questo non è il nostro fine. Ma è comunque giusto, in qualità di cittadini, porsi delle
domande riguardo ai nostri diritti: non possiamo permetterci, per esempio, di dare per
scontato di essere liberi se prima non ci guardiamo attorno per capire se è veramente
così! Ad ogni modo la domanda che voglio proporvi è: siamo davvero convinti di essere
“liberamente” informati dai mezzi di comunicazione ?
Non voglio fare commenti perché è giusto che ognuno abbia il proprio pensiero, ma
ritengo opportuno informarvi, infatti, solo se siamo informati possiamo crearci una
nostra idea e possiamo difenderla e solo così possiamo davvero definirci uomini e donne
libere.
Nel sito Freedomhouse.org (un’organizzazione non-profit e indipendente fondata
negli Stati Uniti nel 1941 per la difesa della democrazia e la libertà nel mondo) si può
trovare un punto di vista diverso, ossia come viene vista dall’estero la nostra libertà
di stampa. “NEW YORK - L’Italia è l’unico Paese europeo ad essere retrocesso
nell’ultimo anno dalla categoria dei «Paesi con stampa libera» a quella dei Paesi dove
la libertà di stampa è «parziale». (…) Un declino che dimostra come anche democrazie
consolidate e con media tradizionalmente aperti non sono immuni da restrizioni alla
libertà. ” Probabilmente molti di voi diranno che queste cose le sanno già, ma allora
perché non ci ribelliamo? Perché viviamo passivamente questa situazione pensando
che non ci riguarda? Siamo codardi! Sappiamo solo lamentarci di “quelli” che sono al
potere, ma quando è il momento di fare qualcosa molti si tirano indietro! Prendendo
in considerazione un altro sito ossia il “Reporter sens frontière” (un’organizzazione
internazionale che ha come obiettivo la difesa della libertà di stampa,www.rsf.
fr ha pubblicato la classifica mondiale annuale della libertà di stampa “ (…) e non
sono mancate le sorprese. Innanzitutto va rilevato che, pluralismo e libertà nella
diffusione delle notizie non sono una prerogativa dei paesi più ricchi e sviluppati.
Presentando il rapporto, il presidente di Rsf, Jean-François Julliard, non ha celato la
sua preoccupazione per quanto riguarda la situazione europea, dove diversi paesi, come
Francia (43esima), Italia (49esima), Slovacchia (46esima), mostrano un progressivo
restringersi degli spazi per la libertà di stampa. «Inquietante constatare come, anno
dopo anno, importanti democrazie europee come Francia, Italia, Slovacchia perdano
progressivamente posizioni. L’Europa dovrebbe essere d’esempio sul fronte delle
libertà pubbliche. Come possiamo denunciare le varie violazioni nel mondo se non
siamo irreprensibili noi stessi in prima persona?».” Già, pretendiamo di creare la
pace, l’uguaglianza, e la democrazia nei Paesi asiatici ed africani quando siamo noi i
primi ad avere questi stessi problemi! Non possiamo pensare che non sia un problema
nostro! Perché abbiamo tutto il diritto di essere informati e quindi liberi. Ma se proprio
noi tacciamo e non facciamo nulla per difendere i nostri diritti allora non possiamo
più nemmeno lamentarci! Basta accettare le informazioni che altri hanno scelto di
comunicarci! Essere informati ci da la possibilità di cercarci una strada nostra, che
nessuno ci propone o ci porge in un piatto d’argento, ma che possiamo avere solo se la
costruiamo.
5
HPS DI BOCCA IN BOCCA
Alziamo la Voce!
di Boris Contarin
IV al
Questo articolo vi sembrerà fazioso e maleducato. L’intenzione dell’autore era e resta la provocazione, non l’offesa. Siamo contro la
censura che è stata imposta sempre più ai media (compresa la televisione di Stato, negli ultimi tempi), una censura che va contro i dettami
della nostra Costituzione (vedi pag. 5). Non intendiamo offendere nessuno e tantomeno colorarci di una qualche bandiera politica. Siamo
stanchi della situazione, vogliamo dire le cose come stanno, anche con toni forti, se serve. Buona lettura.
Francesca Barco
Fine delle Trasmissioni
Come le persone non dicono quello che non possono dire.
Q
uella sera avevo appena finito di vedere “¡Viva
Zapatero!”, noleggiato alla Biblioteca; dare in prestito
dvd non autorizzati è illegale, ma forse loro non lo sanno. La
povera Sabina Guzzanti nel documentario si lamentava della
soppressione del suo programma satirico subito dopo la prima
puntata, perché ritenuto offensivo verso i politici (riassumibili
nel Cavaliere Berlusconi). Censurare senza vero motivo ad
esempio trasmissioni satiriche è illegale, ma forse loro non
lo sanno. L’odierno comportamento del riassunto dei politici
italiani (il Cavalier Berlusconi) è comparabile al progressivo
accentramento e monopolio dei media su Benito Mussolini
nell’era fascista. Il fatto di aver appena paragonato Berlusconi
a Mussolini è di certo offensivo, ma il punto è che io posso
farlo. L’individuo tutelato dal diritto inalienabile di parola è
libero di dire qualunque cosa. Io ora in questo articolo posso
benissimo scrivere: il Papa è gay; i negri vanno sottomessi;
i froci vanno bruciati; i politici non servono a un caspio; gli
HPS DI BOCCA IN BOCCA
omosessuali sono una razza superiore. Ah, forse invece non
posso: sono in Italia. Un esempio per tutti è l’intervento su
RAI 2 di Aldo Busi: spero si capisca che il motivo per cui lo
scrittore è stato radiato dalle reti RAI non fosse perché avesse
inneggiato all’omofobia clericale, o per aver scoraggiato
l’adozione, ma fondamentalmente per aver pronunciato una
tutto sommato modesta critica al riassunto dei politici italiani
(il Cavalier Berlusconi). Non sembra strano il fatto che nella
satira italiana il Presidente del Consiglio sia praticamente
assente? Se ogni battuta su di lui è la causa immediata di una
querela per diffamazione a risarcimento milionario da parte del
PdL non è strano, è logico. Ma forse tutto sommato , in questo
momento io posso dire tutto ciò che voglio nonostante la mia
cittadinanza italiana: dato il relativamente scarso pubblico di
questo giornale, e data la mia minore età che implica la mia
incapacità di intendere e di volere, io posso dire ciò che voglio.
Detto, Fatto: il Papa è gay.
6
La Rubrica del Cinema
di Gloria Bordignon
V bs
Notte di Donna
L’Oscar alla realtà
E
bbene anche marzo sta passando con i suoi
sbalzi di tempo e di temperatura, speriamo che
la tanto attesa primavera non ci faccia scherzi come
l’inverno… ma tra le tante cose che il terzo mese
dell’anno ci lascia, non possiamo non ricordare una
data: il sette marzo 2010!
Nel Kodak Theatre a Los Angel, dopo 82 anni dalla
prima edizione, gli Academy Awards assegnano per la
prima volta la statuetta di miglior regia ad una donna:
Kathryn Bigelow per il suo “The Hurt Locker”. Ce
ne è voluto di tempo prima che il premio più ambito
nella carriera cinematografica fosse vinto dal gentil
sesso, ma che trionfo, alla vigilia dell’otto marzo,
festa della donna.
Noi piccole e graziose fanciulle ci prendiamo la
rivincita sul mondo cinematografico, grandi attrici e
grandi donne sempre in scena. Ci voleva una storia di
guerra e di coraggio, di adrenalina e di corpi dilaniati:
una pellicola su una squadra di artificieri americani
in Iraq, perché una donna vincesse finalmente l’Oscar
per la miglior regia e il miglior film, trascinandosi
dietro per giunta altre quattro statuette, e non solo
minori: miglior sceneggiatura originale (scritta
dall’attuale compagno di miss Bigelow, il reporter
Mark Boal), miglior montaggio, miglior montaggio
sonoro e miglior suono.
Il premio assegnato a questa pellicola ci dimostra
come il cinema si stia trasformando e stupendo,
perché noi italiani avevamo scommesso poco su
“The Hurt Locker”, basti pensare al “magro” incasso
ottenuto (appena 132.000 euro) in confronto a
“Bastardi senza gloria” di Quentin Tarantino e di
“Avatar” di James Cameron certi di conquistare la
statuetta. Ma questo ci dimostra come si preferisce
la produzione di nicchia e al posto del botteghino.
Merito del cinema è quello di poter mettere in
scena nel modo più vario le fantasie di registi e
sceneggiatori, portando così sulle pellicole storie
straordinarie e fantastiche, ma ricordiamo che è uno
strumento che ci porta anche alla scoperta di piccole
storie nel mondo e a realtà talvolta sconvolgenti.
Gli Oscar riescono a lasciarci a bocca aperta e aiutano
la nostra memoria a ricordare i film che passano alla
storia, grazie allora di averci dato due forti ricordi:
la vittoria di un film che regala grandi emozioni
mostrandoci crudamente un’altra faccia della guerra e
la vittoria del mondo femminile.
A lato, la Bigelow con Barbra Streisand, che le ha consegnato l’Oscar.
7
HPS DI BOCCA IN BOCCA
Esperienze
di Claudia Husdup
IV cs
Colori etici per un Paese legale
Cinque giorni per cominciare un Cammino di Legalità contro tutte le mafie.
C
inque giorni densi di colori,
profumi e sapori di una terra
ricca di bellezze e contraddizioni.
Cinque giorni di parole, di incontri,
di visite ai luoghi storici. Cinque
giorni trascorsi intensamente da
giovani drogati di cultura. Cinque
giorni saturi di occhi e sguardi di
persone che hanno, hanno avuto e
continueranno ad avere un obiettivo
comune da raggiungere: debellare
il fenomeno mafioso. Questo è
stato un viaggio di formazione
etica, non una comune gita,
formalmente chiamato “educare alla
legalità, percorsi di cittadinanza”
e organizzato dal Ministero
dell’Istruzione in collaborazione
con l’ufficio scolastico provinciale
di Vicenza.
A questa quarta edizione
dell’iniziativa hanno partecipato
oltre alle cinque studentesse del
nostro liceo, studenti del Canova,
del Boscardin, del Da Schio, del
Quadri, del Lioy, del Farina, del
liceo Zanella, del Pasini e Tron di
Schio, accomunati dalla curiosità
di scoprire nuove cose sul fronte
della legalità, a contatto diretto e
tangibile con la realtà palermitana e
dei dintorni.
«I ragazzi hanno ascoltato
testimonianze importanti, hanno
parlato con i giornalisti che si
occupano quotidianamente delle
piaghe che affliggono questa terra,
hanno insomma toccato con mano
una realtà che finora conoscevano
soltanto indirettamente» spiega
Franco Venturella, dirigente
dell’Ufficio scolastico provinciale.
I quarantacinque privilegiati,
tra ragazzi, professori, presidi
e operatori sociali sono stati i
protagonisti di esperienze uniche,
iniziate subito dopo aver messo
piede sull’isola, appena fuori
dall’aeroporto con una sosta
in autostrada nel luogo dove,
diciott’anni orsono, avvenne
l’assassinio del giudice Falcone
e della sua scorta. Sono seguiti
incontri come quello con Rita
Borsellino, la sorella dell’eroe di
stato Paolo Borsellino, ucciso nella
strage di via d’Amelio. E proprio
HPS DI BOCCA IN BOCCA
sotto l’albero di via d’Amelio in
memoria dell’assassino di Paolo e
la scorta, i ragazzi hanno incontrato
Rita, e dopo aver cantato la celebre
canzone di Fabrizio Moro “Pensa”,
hanno ascoltato le sue parole, parole
ricche di speranza e fiducia nei
confronti dei giovani.
I ragazzi sono stati poi a
Brancaccio, alla parrocchia di
Don Pino Puglisi, il parroco
che lottò con tutte le sue forze
per migliorare la vita nel suo
quartiere dove l’illegalità era
ed è tuttora diffusa. Padre Pino
Puglisi aveva tre progetti: creare
un centro polivalente sportivo, un
poliambulatorio e infine una scuola,
che a Brancaccio non c’era. Infatti,
la scuola è l’arma migliore per
combattere l’illegalità e formare
delle coscienze pulite riscoprendo
dei valori morali fondamentali. Solo
educando il progresso sarà possibile
e realizzabile. Padre Puglisi, come
molti altri che contro la mafia hanno
combattuto la loro battaglia, è stato
ammazzato la sera del proprio
compleanno.
Altro personaggio ucciso dal
mostro, la mafia, è stato Peppino
Impastato. I ragazzi sono stati a
Cinisi, città natale dell’eroe, poeta e
artista, a visitare la sua casa museo
e hanno avuto l’opportunità di
parlare con il fratello di Peppino,
Giovanni. Fondamentale nella lotta
all’illegalità è, infatti, la memoria;
senza di essa fatti sarà impossibile
costruire un futuro migliore. E’
un po’ come un albero: senza le
sue radici esso non può crescere
e tanto meno produrre dei frutti.
Altro fattore d’importanza primaria
è l’educazione. “La mafia è un
problema culturale, se lo si vuole
sconfiggere bisogna fare leva
sulla cultura e percepire il vero
concetto di legalità, praticando
anche la disubbidienza civile se
lo si ritiene giusto!”, questo sono
le parole di Giovanni Impastato.
Questa educazione alla legalità
dovrebbe anche sviluppare delle
coscienze critiche e consapevoli
che contrastano l’atteggiamento
passivo e acritico di cui i giovani
8
d’oggi sono accusati. Molti
giovani mostrano indifferenza e
superficialità nei confronti di questo
tema. Eppure la legalità e la lotta
contro la mafia sono delle premesse
culturali indispensabili.
Altra importante tappa del percorso
intrapreso è stato l’incontro con
Pino Maniaci, direttore della
televisione comunitaria Telejato,
emittente a conduzione familiare
caratterizzata dalla sua opera di
informazione orientata alle notizie
relative alla criminalità organizzata,
sovente con toni di denuncia in
un bacino d’utenza caratterizzato
storicamente dalla forte presenza
mafiosa. “Per sconfiggere il
fenomeno mafioso non bisogna
avere peli sulla lingua!” dice Pino,
ed è proprio questa sua convinzione,
questa filosofia di vita ad averlo
sottoposto alle pericolose mire della
criminalità organizzata: ora è sotto
tutela da parte dei carabinieri.
I giovani sono stati poi ospiti
del Questore. Dr. Alessandro
Marangoni e hanno ricevuto un
grande messaggio di speranza.
“Oggi nel 2010 a Palermo c’è
una forte presa di coscienza, cosa
che non c’era nel vicino 2004.
Oggi la società civile dice ‘basta’
e le conseguenze si vedono: dal
giugno del 2007 non vi sono più
stati omicidi causati dal fenomeno
mafioso”. Certo la Sicilia è una terra
di forti contraddizioni ossimoriche:
la mafia è ancora in evoluzione, sta
lavorando in modo forte, nonostante
abbia subito delle pesanti sconfitte
e sebbene i principali boss mafiosi
siano stati incarcerati. Cosa
Nostra è allo sbando ed è forse
per questo motivo che è ancor più
pericolosa. È per questo che c’è
bisogno d’informazione costante
sul fenomeno e di forza e coraggio
per contrastarlo: la mafia non è un
problema circoscritto alla Sicilia,
la mafia è un problema di tutti noi,
d’altronde gestisce l’8% del PIL
(che in questo caso è decisamente
un prodotto INTERNO). Il braccio
armato della mafia è al sud, al
centro la mafia sta nel potere
politico e al nord si manifesta nella
finanza. E alla politica tremano le
gambe quando si parla di mafia:
“Quelli che ammazzano sono gli
esecutori degli ordini dei veri
mafiosi, parlamentari e banchieri”.
Per questa affermazione e per
le numerose analisi e inchieste
inerenti alla mafia Giuseppe Fava,
giornalista, fu assassinato nell’84.
A questo proposito i ragazzi
hanno partecipato alla mostra
“Il giornalismo che non muore”,
per fare memoria dell’importante
contributo dato dai tanti, troppi
giornalisti caduti sotto i tremendi
colpi della mafia, allestita dagli
studenti delle scuole terminate,
presso i locali della scuola media
“Tisia d’Imera”. All’incontro hanno
presenziato Franco Nicastro e lo
scrittore e giornalista Luciano
Mirone. Alte importanti tappe
nell’itinerario sono state la visita a
Piana degli Albanesi per visitare i
luoghi dell’eccidio di Portella della
Ginestra, dove poi hanno pranzato
presso l’agriturismo sorto sui beni
confiscati ai boss, gestito dalle
cooperative di LiberaTerra.
Questi ragazzi si sono messi in
gioco, hanno scoperto una realtà
a loro estranea oppure conosciuta
9
solo a livello meramente teorico.
E ora, fortemente animati da
spirito d’iniziativa, vogliono
fare qualcosa, fare da testimoni
ai loro compagni di quello che
hanno visto, ascoltato, sentito,
conosciuto. Loro hanno questo
progetto e ci credono: vogliono
demolire i muri dell’ignoranza e
dell’indifferenza e disseminare
ciò che hanno raccolto in quei
cinque giorni perchè la mafia è un
fenomeno umano e come tale può
essere debellato. Per questo serve
una nuova mentalità, l’eliminazione
del pregiudizio e anni d’impegno
da parte di istituzioni coraggiose
e serie. Sono ottimisti e per loro
Speranza è una parola chiave. La
speranza, dice Pablo Neruda, ha due
figli: lo sdegno e il coraggio. Lo
sdegno per le cose che ci sono e il
coraggio per cambiarle. La speranza
è indispensabile per intraprendere
questo viaggio. Deve assolutamente
esserci nella valigia di ciascuna di
noi. E coraggio, molto coraggio di
URLARE parole di protesta perchè
le idee di tutti quelli a cui la bocca
è stata cucita con lo spago della
morte camminano sulle nostre
gambe. Protesta all’illegalità perchè
“la mafia uccide, il silenzio pure!
D’altronde “a che serve essere vivi
se non si ha il coraggio di lottare?”.
A sinistra Peppino Impastato, sopra
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Le
loro idee camminano sulle nostre gambe.
HPS DI BOCCA IN BOCCA
Attualità
di Martino Guidolin
V ast
Giustizia riformata o da riformulare?
Uno sguardo al ddl sulla giustizia che tanto ha fatto parlare di se’
R
iforma della Giustizia 2009:
un decreto legislativo che ha
decisamente scosso l’opinione
pubblica. Perché? Cosa prevede la
riforma?
Essa consiste sostanzialmente
nell’accelerazione dei processi
e può essere divisa in tre punti.
Primo: ormai troppi processi
in Italia durano da un’infinità
di tempo, quindi si è deciso di
imporre un limite di tempo. Due
anni in primo grado, due anni per
l’appello, due anni per la Corte
di Cassazione, per un totale di sei
anni.
Secondo: questo limite vale per
qualsiasi processo, esclusi il reato
di mafia, delinquenza abituale e
delinquenza professionale; può
essere applicato anche a processi
in corso durante l’entrata in
vigore della legge purché sia fatta
richiesta entro due mesi da tale
data.
Terzo: la prescrizione, ovvero
quando un processo cade perché
è stato protratto troppo a lungo.
Essa viene applicata al termine del
tempo prestabilito; però questo
vale anche per i processi di primo
grado attualmente in corso.
Ora, passando dalla legislatura
alla fisica, è vero che accorciando
un percorso ci vorrà meno tempo
per portarlo a termine, però
qui si sta parlando di justitia,
da jus, “diritto, ragione”… e
un ragionamento vuole il suo
tempo. Piuttosto, è la velocità
quella che bisogna aumentare:
di fatto, la Magistratura italiana
si trova in gran difficoltà a causa
della disorganizzazione e della
mancanza di mezzi. Certo, la
riforma prevede anche una
Stripssssss
HPS DI BOCCA IN BOCCA
maggiore disponibilità di risorse
per questo importante ramo della
nostra società, ma effettivamente
servirà a farlo funzionare meglio?
L’abbreviazione del rito
giudiziario potrebbe anche
rivelarsi adatto per accorciare la
durata di un processo, però questo
comporterebbe la prescrizione di
alcuni di essi, come ad esempio il
cosiddetto “Processo Mills”… Se
la giustizia è lenta, a nulla serve
stringerle i tempi se poi finito il
tempo cade l’intero processo!
Sarebbe più sensato riorganizzare
più efficientemente il sistema
giudiziario affinché la burocrazia e
l’apparato statale svolgano meglio
il loro compito; d’altronde, in un
paese come il nostro più che un
processo breve serve una giustizia
rapida.
di Silvia Sabatti
10
V bst
Responsabilità
di Giulia Pagan
Competenze sociali e civiche
I bl
Quale è il ruolo della scuola oggi?
L
a globalizzazione continua a porre l’Unione Europea di fronte a nuove sfide e ciascun cittadino dovrà così disporre di un’ampia
gamma di competenze chiave per adattarsi in modo flessibile a un mondo in rapido mutamento. L’istruzione, in particolare, è il
mezzo attraverso il quale noi futuri cittadini possiamo apprendere e fare nostre tali competenze, indispensabili per la realizzazione
e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva e il futuro inserimento nel mondo del lavoro. L’Unione Europea ha pertanto delineato
otto competenze chiave:
comunicazione nella madrelingua;
comunicazione nelle lingue straniere;
competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia;
competenza digitale;
imparare a imparare;
competenze sociali e civiche;
spirito di iniziativa e imprenditorialità;
consapevolezza ed espressione culturale.
Vorrei soffermarmi sul punto 6 che, al di là delle diverse denominazioni assunte (educazione civica, cultura costituzionale,
educazione alla convivenza civile), sottolinea l’esigenza che la Scuola non si occupi solo dell’istruzione, ma anche dell’educazione
dei futuri cittadini, offrendo loro valori, competenze ed esperienze significative. Si tratta quindi dei valori che possiamo sia
apprendere dai libri, ma soprattutto dalle nostre esperienze personali. Questa esigenza è maggiormente sentita nel mondo d’oggi
dove moltissime persone vivono ancora il razzismo, l’emarginazione e la discriminazione sulla loro pelle. Ma come mai persistono
ancora questi problemi? Nella Costituzione Italiana, la NOSTRA Costituzione, sono presenti vari articoli che, in modi diversi,
trattano tutti su come un qualsiasi individuo abbia il diritto di sentirsi libero (cito tra questi l’Art. 3: “Tutti i cittadini hanno pari
dignità sociale e sono uguali di fronte alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche,
di condizioni personali e sociali….”). Questo ci porta a riflettere sull’importanza che ha la scuola nel farci conoscere e vivere tali
principi poiché e’ proprio in questo luogo che noi impariamo a vivere, a ragionare e vedere le situazioni sotto più punti di vista.
Concludo quindi con un insegnamento che credo debba divenire il nostro motivo di speranza e fonte di forza: «Sii il cambiamento
che vuoi vedere avvenire nel mondo» Mahatma Gandhi.
Tranlescions
➼
➼
➼
➼
➼
➼
di Gilberto Canesso
V ast
IL CARATTERE AULICO E SUBLIME DEL DIALETTO VENETO
Alla mattina, quando vengo a scuola, ho molto sonno. L’ideale sarebbe un buon caffè.
DE MATINA CO’ VEGNO SCOEA GO UN SONO CHE ME RABALTO
INDRIOSCHENA. A GHE VORÌA ‘NA GRASPETA!
Ridammi il mio portafoglio per piacere o sarò costretto a prendere seri provvedimenti al
riguardo.
RIDAME EL ME TACUIN O TE VERDO FA UN CAPUSSO!
Sono piuttosto affamato. Ci vorrebbe una merendina ipocalorica per reintegrarmi.
A GO NA FAME CHE ME SBREGO. A GHE VORÌA ‘NA BEA FETA DE MUSETO CO
A POENTA!
Ti vedo alquanto stanco. Coraggio, dai, manca poco alla fine della lezione.
A TE VEDO STUFO! ‘NDEMO VANTI TOSO, CHE MI ALA TO ETÁ SALTAVO I
FOSSI PAR LONGO!
11
HPS DI BOCCA IN BOCCA
Cenni storici
di Giacomo Bertollo
IV dl
Hipse dixit
uarise: Dai ragazzi, seguitemi!
G
Studenti: (come Fabri Fibra) tutti quanti seguitemi
seguitemi....
Dalla Stella: Ci sono stati tre grandi momenti bui
nella storia dell’umanità, dove Dio si è addormentato:
medioevo ellenico, medioevo precarolingio e oggi con
voi: la catalessi!
Parlando degli artisti bevitori di assenzio.
Bonotto: Ah... no xèra mia come desso che te fè el
festin e te te capoti via...!!
Dalla Stella: TU! Come ti chiami?
Stud: Frigo..
Dalla Stella: Brrrrr!
Dopo un compito.
Bonotto: Vardè tosi, no ste sognarve... doman no corego
niente, ansi, l’unica cosa che corego xè el cafè!
Stud: I Pipinidi sono stati nominati “Re fannulloni”...
Dalla Stella: Si nominati.. erano al Grande Fratello!
L’alunno entra in classe super vestito perché è arrivato
in moto con la pioggia
Tessarolo: Bene ora faremo una strip interroghescion:
ad ogni risposta giusta potrai toglierti un indumento!
Giancotti: Gheto finìo Eleonora de far casin?
Eleonora: NO!!
Giancotti: Compiti per casa: NON leggete la poesia!
Tessarolo: Modello che bello sarebbe, vogliamoci bene,
we are the world.
Cortese M. R.: Tenetevi liberi lunedì 8 marzo al
pomeriggio che andiamo in gita!
Stud: Ahdddio, speriamo di essere a casa ora di sera che
c’è la finale del Grande Fratello!!
Cardellicchio: Sono stato tante volte in Francia ma non
ho mai imparato il francese.
Stud: Guardi, capita. Noi facciamo matematica da una
vita e non l’abbiamo mai imparata.
Bonotto: Ma Giada, non ti piace Cézanne? chi ti piace?
Giada: Mi piaceva Renoir.....
Bonotto: Bè te credo, l’è el pi feice, chealtri i xè copa
tuti!!!
Rodeghiero: He wonder...
Stud: Stevie Wonder!
Rodeghiero: Stevie Wonder... I just called (la classe, in
coro) to say I love you!
Rodeghiero: Ok. Come distruggere l’attenzione in
classe!
De Marchi: La Magna Charta Libertatum, conceduta da
Carlo Magno...
De Marchi: Ricordate che demos vuol dire “cosa
pubblica del popolo”...
HPS DI BOCCA IN BOCCA
Invia il tuo Ipse dixit a [email protected]!
12
La Rubrica della Musica
di Elisabetta Mezzalira
V bst
Alan Meiins e i Pandora a Casse
Usciti da poco i loro demo, ascoltiamo cos’hanno da dirci
N
alcune incomprensioni, Allday e Azot (Dietro le linee) e la nostra
gang! Ci hanno sempre incoraggiati.
on capita tutti di stampare un demo. Abbiamo chiesto com’è a
chi ce l’ha fatta.
_Avete rimpianti a riguardo della vostra esperienza?
Rimpiangete di non aver fatto qualcosa di importante?
A. M. : No nessun rimpianto, non dico che lo rifarei perché sono
sicuro che lo rifarò molto presto. Per quanto riguarda la cosa
importante penso di averla già fatta nel mio piccolo. Ho unito la
passione per la musica con le conoscenze acquisite con quello che
studio sia a scuola sia nella vita privata; divulgare il pensiero è
l’obbiettivo e l’hip hop ne fa da mezzo.
S. : Non ho rimpianti, penso che abbiamo fatto la cosa giusta.
_Nome, Cognome Classe/Scuola?
A. M. : Giovanni De Caneva, 5bst
S. : Edoardo Battistel, 5bst
C. G. : Giovanni Busnardo, Liceo Da Ponte
_Nome d’arte?
A. M. : Alan Meiins
S. : Scotch
C. G. : Chewin Gum
_Da dove nasce lo stimolo per scrivere i vostri testi?
A. M. : I miei ideali cozzano spesso contro la corrente comune
del pensiero e tutti questi punti di attrito, questa diversa posizione
presa, sono un’ottima sorgente di temi per i miei testi
S. : Nasce da quello che ci succede accanto, da piccole cose, da ciò
che non accettiamo, da ciò che ci piace, dai contrasti tra queste due
cose, un’infinità di cose e col tempo gli stimoli si raddoppieranno.
C. G. : Dagli impatti col mondo esterno, ma è comunque qualcosa
di intrinseco alla persona il voler scrivere per comunicare qualcosa.
Tanti non lo vorrebbero fare, o comunque non con la musica.
_Come si chiamano le vostre demo? Quando sono uscite?
A. M.: Nemici Pubblici Mixtape è uscito il 23 Gennaio 2010
S. : La demo s’intitola “Sorridi Fratello”: è stata pubblicata il 12
ottobre 2009 su myspace (www.myspace.com/pandoraacasse).
Tutto il denaro verrà devoluto a Emergency.
_Perché avete voluto incidere su disco la vostra musica?
A. M. : La musica è un’arte che deve portare dei messaggi chiari.
Molte canzoni non dicono niente di fatto ed è ciò che tendo ad
evitare.
S. : Per quello che mi riguarda la musica è messaggio e tenerla per
se stessi nega la mia stessa idea di musica.
C. G. : Sul disco perché risultava più concreto in un certo
senso, restava qualcosa. Ma decisamente speravamo di più nel
freedownload.
_Cosa vi ha dato la forza per andare avanti sempre e
comunque?
S.: La forza proviene un po’ da me stesso un po’ da quello che mi
succede attorno, da delle immagini che mi sono rimaste in testa, dei
momenti particolari, alcuni comportamenti, ma in particolar modo
la certezza di non essere da solo e per questo ringrazio ancora
Chewin Gum, te l’ho detto tante volte ma sei veramente un fratello,
le critiche, i momenti migliori e quelli peggiori che spesso mi
hanno motivato di più.
C. G. : La voglia di fare, di cambiare, di non stare zitti. E devo un
grazie particolare a Edo, da lui ho imparato molto, veramente.
_Da quanto avete questa passione per l’Hip Hop?
A. M. : Dal 2006/2007, giù di li…
S. : Più o meno nel 2006 ho capito bene la mentalità Hip-Hop e
devo questo a chi lo rappresenta già prima di me a Bassano e alla
mia voglia di apprendere, che loro sono riusciti a farmi accrescere
e ad apprezzare.
C. G. : Dall’estate 2006 credo. Me l’hanno fatto conoscere Edo e
un certo Luca Pegoraro, fratello n°1! Massimo rispetto!
_Questa esperienza vi ha fatto crescere?
A. M. : Questa esperienza mi ha aiutato moltissimo, a crescere,
a maturare e ad allargare i miei orizzonti sia in campo musicale
che culturale. Ho scoperto molte cose riguardante la musica e la
sua storia che prima non sapevo e che ora ritengo necessarie per
definirsi all’interno di un genere musicale.
S. : Ritengo di essere cresciuto di più ascoltando canzoni, leggendo
testi, scambiando idee e vivendo. La demo mi ha aiutato solo a
migliorare dal punto di vista musicale, non a livello di personale.
Ma la gran parte degli accorgimenti li ho compresi con l’ascolto
constante, la critica, l’autocritica ma soprattutto con il tempo
continuando ad applicarmi e mettendo a confronto i due momenti.
C. G. : Decisamente si. È stato uno sviluppo delle idee, le abbiamo
portate avanti e la demo rispecchia ideali molto semplici ma allo
stesso tempo molto chiari.
A sinistra Nemici
Pubblici, Alan Meiins,
in basso a destra Sorridi
Fratello, Pandora a
Casse.
_Chi vi ha aiutato e vi è stato vicino?
A. M. : I Pandora a Casse per primi dato che abbiamo iniziato
questo percorso insieme, Able e Link, Colomba, tutte le persone
che mi hanno supportato, criticando la mia musica in modo
costruttivo, e via via tutti gli amici e i conoscenti che mi hanno
dato un loro parere su quello che faccio.
S. : Principalmente Chewing Gum, grazie frà, poi gli amici e
sempre i “vecchi” dell’Hip-Hop a Bassano in particolar modo
Dietro le linee, Azot One e Allday (http://www.myspace.com/
dietrolelineeclick consiglio l’ascolto, merita), e i restanti della mia
crew: Block Buster (http://www.myspace.com/dirtyjappokids, kidz
can’t die frà stai andando benissimo sto dalla tua parte, http://www.
myspace.com/ablebdg http://www.myspace.com/alanmeiins )
C. G. : La nostra crew in primis, anche se spesso ci sono state
13
HPS DI BOCCA IN BOCCA
L’intervista
di Noemi Bellò
I bca
Cristina Mottin, stella del Brocchi
Intervista alla scrittrice di “La stella dell’Opéra”
Q
uesto articolo è per tutti coloro che amano la
scrittura e che si sforzano di buttar giù qualche
riga ogni tanto (e non solo per i temi d’italiano…);
per coloro che, fantasticando sul grande sogno di
diventare scrittori/scrittrici, terminano sempre con
un lungo sospiro e gli occhi scintillanti e speranzosi
rivolti all’insù; e soprattutto per coloro che non perdono
la speranza di vedere la propria passione letteraria
diventare qualcosa in più, per esempio, fammici
pensare… un libro? Questa intervista è la prova che
quello che piace di più, sebbene sia un’impresa ardua,
con impegno, costanza e dedizione, alla fine porta
grandi soddisfazioni, risultati e, una cosa scontata ma
fondamentale, felicità.
Intervista a Cristina Mottin, prima superiore liceo
classico, scrittrice emergente che ha appena pubblicato
il suo primo (speriamo non ultimo!) romanzo, dal titolo
“La stella dell’Opéra”, Edizioni Clanto, e che è stato
presentato sabato 20 marzo 2010 al Teatro Parrocchiale
di Marchesane a Bassano del Grappa.
addirittura in Chiocciola! Loro però non sanno ancora
di essere stati “chiamati in causa”. Sono persone con
cui non ho molta confidenza quindi mi piace solo
immaginare che in qualche modo somiglino ai miei
personaggi e inoltre il fatto di conoscerli poco aumenta
l’aura di mistero che ho creato intorno a loro: è come se
fossero sempre irraggiungibili ai miei occhi.
_Quando e come è iniziata la tua passione per la
danza e per la scrittura? Sono state due passioni
intrecciate?
Se non ci fosse stata la danza non avrei scritto il libro!
È una passione che è sempre stata dentro di me, proprio
come la scrittura, e chi mi conosce lo sa bene. Il fatto
di aver scritto proprio la storia di una ballerina è stato
divertente perché ero informata su molti argomenti.
_Hai avuto dei momenti di crisi e i famosi “blocchi
dello scrittore”?
Ovvio! Mi capitava persino di stare davanti al computer
per ore e non riuscivo a scrivere neanche una frase. Mi
veniva una tale rabbia!
_Ci sveli la trama del libro? È stato un lavoro
premeditato o hai scritto tutto man mano?
Io non faccio mai niente di premeditato, quando
mi veniva in mente una frase o un avvenimento,
lo scrivevo così come capitava e dopo lo rileggevo
interamente, correggendolo. In quanto alla trama…
beh, la storia è quella di una ragazza di sedici anni
che sogna di diventare una grande ballerina, purtroppo
però viene ostacolata dalla malattia che già da tempo la
perseguita e la porta più volte sull’orlo della follia…
_Come hai fatto a far combaciare la scuola, gli
impegni, come lo sport, e la stesura del libro?
Io sono del parere che se si vuole una cosa si trova il
modo per farla. Il più delle volte dovevo consegnare il
lavoro che avevo svolto entro un tempo molto limitato
che mi portava a dividere in due parti la giornata: lo
studio e la stesura del racconto, quindi mi trovavo
costretta a rinunciare a qualcosa.
_Qual è stata la spinta che ti ha portato a scrivere
questo libro?
La cosa che mi ha ispirata è stato l’incontro avvenuto,
quasi due anni fa, con una ragazza malata di anoressia.
Aveva la mia stessa età e condividevamo gli stessi
interessi e quando le ho parlato per la prima volta sono
rimasta talmente coinvolta da volerne sapere di più,
non solo sull’anoressia ma su tutte le altre malattie che
purtroppo non sono rare tra i giovani di oggi. Il racconto
infatti è incentrato proprio sulla bulimia.
_Cosa hai in mente di realizzare in futuro? Ti
concentrerai solo sullo studio o è in programmazione
un altro libro?
Vedremo, scrivere mi piace molto ma è comunque un
impegno serio che una volta cominciato bisogna portare
a termine. Penso che per il momento scriverò solo
per passione, poi se fra qualche anno mi verrà voglia
rivivere questa esperienza, ne pubblicherò un altro.
Cristina è stata per un po’ di tempo redattrice di
Herpes, complimentissimi da tutti noi e un grosso in
bocca al lupo!
_E i personaggi? Nel crearli ti sei basata su persone
reali o sono frutto della tua fantasia?
Tutti i personaggi sono persone reali calate nella storia
del libro (la loro vita non centra con i fatti narrati),
che conosco e frequento: la protagonista “si trova”
HPS DI BOCCA IN BOCCA
14
Lo Scaffale di Herpes consiglia...
di Tiziano Canello
I aca
Se questo è un Uomo
Considerate se questo è un uomo (...) Che muore per un sì o per un no.
P
rimo Levi nasce il 31 luglio 1919 a Torino come un
uomo libero, nel 1937 si laurea in chimica. Aveva
ventiquattro anni quando fu catturato dai fascisti alla fine
del 1943. Era un partigiano ebreo e per questo fu deportato
ad Auschwitz, dove per la scarsità di manodopera erano
sospese le normali uccisioni e si era inoltre deciso di
allungare la vita media dei prigionieri. Grazie a questo e alla
sua laurea Levi fu uno dei 20 individui sopravissuti tra i 650
ebrei che con lui erano arrivati al campo. Scrive molti libri
di successo e tra questi “Se questo è un uomo” pubblicato
nel 1947 e successivamente edito da Einaudi nel 1956.
“Se questo è un uomo” è solo uno dei tanti libri sui campi di
sterminio nazisti, ma questo, forse perché è scritto attraverso
gli occhi di un testimone, non di una vittima, forse perché
è ricco di terribili ricordi o forse perché fa piangere e più di
tutti fa pensare è per me un capolavoro…
“Nulla è più nostro (…) Ci toglierebbero anche il nome: e
se vorremo conservarlo dovremo trovare in noi la forza di
farlo”
È questa una delle prime frasi del libro, dopo che Primo
Levi fa il suo ingresso ad Auschwitz III. Il romanzo descrive
sostanzialmente il periodo di prigionia dell’autore, un
periodo fra due gelidi inverni.
Levi si trova all’interno di un mondo nuovo, un mondo
grigio e meccanico, con delle regole precise e insensate,
un meccanismo tenuto insieme dalla forza dell’odio e del
terrore, un mondo tanto terribile da sembrare incarnare tutti
i peggiori incubi, l’autore si trova di fronte al sistema del
Lager. Il Lager è un campo attraverso il quale, tramite stenti,
impensabili condizioni igieniche, follia e maltrattamenti,
morali e non, si raggiunge a poco a poco l’annientamento
dell’uomo, impedendo a questo di provare pietà, amore o
ribellione. Il Lager non chiede di sopravvivere ma è con
questo tentativo forse assurdo e lontano che gli uomini
ridotti a larve si potranno definire tali.
Dopo non troppo tempo Levi comprende il funzionamento
del Lager, sa come sopravvivere, senza farsi derubare ma
possibilmente rubando, sostenendosi con gli altri, cercando
amici e trovandoli, persino qui, persino negli incubi. Primo
Levi si salverà grazie anche a fortuiti eventi e circostanze
come egli stesso scrive. Levi si è salvato e la prima cosa che
ha voluto fare era comunicare, comunicare la sua sofferenza
e quella di molti altri, comunicare come tutti sentivano il
tremendo bisogno di fare.
“Se questo è un uomo” pretende dal lettore una totale
immedesimazione, il suo scopo è quello di farci provare
almeno in parte le atroci sofferenze o di capirle e rinnovare
in noi il ricordo. Ma nessuno di noi potrà mai capire com’è
vivere dieci giorni tra lo sterco, tra striscianti cadaveri, tra
malati in un mondo che non sembra il nostro ma che eppure
è così vicino a tutti noi. E’ per questo che secondo me, ciò
a cui mira Primo Levi non è farci sapere, perché sapere
significherebbe aver visto, dietro il filo spinato la morte, lo
sdegno, aver sentito il proprio animo dissolversi insieme alla
propria carne. E lo scopo non è nemmeno “comprendere”
e quindi giustificare, il nostro compito dopo aver letto “se
questo è un uomo” é ricordare. Ricordate di cosa l’uomo è
capace d’infliggere all’uomo e che, se inferno significa far
soffrire, pensare di punire o distruggere un uomo, ricordare
che l’inferno è stato creato dall’uomo.
L’appunto
P
er la prima volta dopo 14 anni
di giornalini degli Studenti, la
preside ha presenziato a una riunione
di Redazione. Per un’ora, dalle 13.30
alle 14.30, si è parlato di fumo,
cittadinanza, problemi della scuola.
La speranza è di mantenere questo
rapporto e farlo germogliare, perché
il dialogo tra le varie parti deve
essere sempre aperto. Ancora una
volta grazie alla prof.ssa Lazzarotto
che ci ha dedicato il suo tempo.
la Redazione
15
HPS DI BOCCA IN BOCCA
Giochi
ORIZZONTALI. 1. Filosofo inglese dell’”Homo homini lupus”.
13. La Elia televisiva (iniz.). 14. Ornate rappresentando fatti
leggendari o storici. 15. Affiorati ancora a galla. 17. Editor web
collegato alla fondazione Mozilla. 19. Resi mansueti, miti. 21. Il
numero totale degli arti della dea Kalì. 22. Prima e terza in amare. 23.
Indica un’identità fittizia. 24. Seguace di un movimento giovanile
con look vistoso. 25. Unità di misura adimensionale del traffico
telefonico 27. Automobil Club Italia. 29. A te. 30. Cattivissima. 31.
Fiume della Savoia. 33. Risata demoniaca. 35. Iniziali di Regolo.
36. Metallo prezioso. 37. Iniziali di Gable. 38. Prefisso che indica
bambino, fanciullo. 41. Iniziali di Orsini. 42. La Louise a cui
Flaubert scrisse lettere d’amore. 43. Congiunzione latina spesso
accompagnata dal congiuntivo. 44. Momento angolare di una
particella elementare. 46. Iniziali dell’attore Rubini. 47. Filosofo
greco della scuola cinica nato a Gadara. 49. Filosofo greco allievo
di Aristotele fine scrittore di teoria musicale. 52. Storico e filosofo
greco autore di una “Storia dei Giudei” andata perduta. 54. Filosofo
e dossogrofo greco autore della “Raccolta di dottrine”. 55. Open
Architecture Network. 56. Negazione.
VERTICALI. 1. Pianta erbacea perenne delle Composite con fiori
gialli. 2. Città dello Schleswig-Holstein. 3. Recita a gesti. 4. Che ha
un significato proprio, autonomo. 5. Corsa di persone nude attuata
per protesta. 6. Rudolf Franz Ferdinand gerarca nazista e Nina
attrice. 7. Mammifero africano con corpo tozzo e muso lunghissimo.
8. Mezza bile. 9. Si usa come comando a scialuppe perché si portino
sotto bordo. 10. Congiunzione telegrafica. 11. La parte più bassa e
interna della nave. 12. Organizzazione di Stati. 16. Riferito a un
complesso freudiano. 18. Farmaco per maschi. 20. Arto pennuto.
26. In mezzo ai mariti. 28. Parte dell’esoscheletro dei crostacei. 32.
Filosofo greco peripateico di Faselide avversatore della ricerca del
piacere. 34. A forma di globo. 39. Località della Nigeria. 40. Stella
della costellazione del Cigno. 41. Lo erano i moschettieri di Dumas.
42. Comune piemontese di una bevanda analcolica. 43. Ultima
Online. 45. Il regno di Jorian personaggio di Lyon Sprague De
Camp. 46. Si dice a sette e mezzo. 48. Attrazione per i personaggi
dei videogiochi detta in slang. 50. Search Engine Optimization. 51.
E va bene! 52. Seconda e terza in dea. 53. Pari in arena
È difficile, lo sappiamo. Buon divertimento!
Grazie al Comitato Genitori per aver finanziato l’acquistro della carta su cui
è stato stampato questo numero del Giornalino degli Studenti.
HPS DI BOCCA IN BOCCA
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HERMES 2009-10.04 - Liceo Ginnasio Statale Brocchi