2^ SIMULAZIONE del 13/05/2010 CLASSE 5^ Ela Alunno _________________ ESERCIZIO COORDINAMENTO DELLA PROTEZIONE Nel rispetto del D. M. 37/2008 ex 46/90 e CEI 64/8 Con riferimento allo schema a blocchi determina le protezioni che garantiscano: 1) sezionamento (ossia continuità rame) – 2) protezione contatti diretti (ossia contatti con lati attivi es. cortocircuiti) – 3) protezione dai contatti indiretti ( ossia contatti con masse che normalmente non sono in tensione es. differenziale) – 4) protezione termica (ossia sovracorrenti non derivanti non necessariamente da cause elettriche)- SPD (ossia sovratensioni (sia di natura interna es. inserzione di carichi induttivi grossi o sovratensioni di natura esterna es. fulminazione diretta o indiretta delle linee elettriche / elettroniche) FATTE LE OPPORTUNE SCELTE IL CANDIDATO COMPLETI I DATI DEL PROSPETTO SEGUENTE LEGGI_ Gruppo misura ENEL(dati che si richiedono o concordano con l’ente) Vn= (x )400/( )230 V In= ___ A - Potere d’interruzione (10) KA Potenza contrattuale ? ( ) 6KW - ( ) 10 KW - ( ) 15 KW ( ) 20 KW ( ) 25 KW AVANQUADRO /Protezione generale linea Interruttore Magneto termico __x ___ A curva “__” P. I. ____KA Differenziale I∆n= ___ mA tipo “___” ( ) Selettivo ( ) ritardo tempo __ s Linea di alimentazione Lunghezza 50 m Posa del cavo interrato in tubazione PVC doppia camera Ф = 120 mm Cavo tipo N1VV-K o FG7OR (__G__)mm2 Ib1= ___A PT= ___ KW NOTA: ll candidato completi o evidenzi le risposte in sospeso del presente prospetto, nel seguente modo: Es. (X) MTD 2x25 curva “C” (in rosso sono indicate le risposte da completare) QUADRO D’ARRIVO ( ) metallo va collegato a terra richiede Diff. a monte ( ) PVC ossia doppio isolamento (non va collegato a terra) non necessita differenziale a monte se non esistono masse tra Quadro generale e quadro arrivo Protezione generale ( ) sezionatore per manutenzioni tipo 0/1 ( ) con blocco porta ( ) MT non serve perché a monte della linea nell’avanquadro metto già una protezione anche MT Si può con sufficiente approssimazione ritenere un Coefficiente di contemporaneità dei carichi pari a Kc = 0,9 (stabilire su base ipotesi di lavoro) Carico derivato RIFASARE IL SISTEMA a cos φ 0,9 Dati della baatteria di rifasameento: Vn= ____/________ V; f = _______ Hz Qc = _______ KVAR Collegamento batterie ( ) Stella /( ) triangolo N° stadi consigliati _____ da ____ KVAR DESCRIVI COME INTEGRA IL SIATEMA CON UNA “ FONTE D’ENERGIA ( ) GRUPPO Statico ( ) Gruppo dinamico o elettrogeno ( ) PANNELLO FOTOVOLTTAICO 1) motore ( ) trifase (X) monofase P = 4 KW; Q = 3 KW cos φ= ___ Ib1= ___A Linea derivata tipo __________ __ (_ G__) Protezione ( ) MT _x __ A curva ___ P. I. ___ kA ( ) MTD _x __ A curva ___ P. I. ___ kA I ∆n= ___ mA tipo “___” ( ) Selettivo ( ) ritardo tempo __ s 2) Linea luce P max= 1.5 KW Ib2= ___A Linea derivata tipo __________ __ (_ G__) Protezione ( ) MT _x __ A curva ___ P. I. ___ kA ( ) MTD _x __ A curva ___ P. I. ___ kA I ∆n= ___ mA tipo “___” ( ) Selettivo ( ) ritardo tempo __ s 3) linea prese 2X10A+T Linea derivata tipo __________ __ (_ G__) Protezione ( ) MT _x __ A curva ___ P. I. ___ kA ( ) MTD _x __ A curva ___ P. I. ___ kA I ∆n= ___ mA tipo “___” ( ) Selettivo ( ) ritardo tempo __ s 4) il MAT deve sollevare un peso da 1060 Kg che si sposat a v =1,25 m/s alimentato a triangolo 380 V e 50 Hz, in condizioni nominali. Dati di targa del MAT sono anche s% 3,5; cosφn = 0,82 rendimento nominale n= 0,85 numero di coppie polari p = 3 Ricorda che altri dati che possono essere utili come riferimenti: Icc = 9 In; Io= 28% In; cosφn = 0,8 ; cosφ0 = 0,15; V1cc = 30% V1n (ricorda che 1 Kg = 9,81 N). Calcolare anche la velocità MAT in condizioni nominali n= ___ g/min V1cc= _____ V; P1n = ____ KW e la P ferro + P rame = _____ W Io = ___ A; Avviamento con Inverter (descrivi il funzionamento e perché lo usi) Per questo motore ipotizza un avviamento ed arresto con finecorsa sia in logica cablata che PLC Verifica 2 somministrazione della 2^ prova esami di maturità pag. 1 di pag. 14 2^ SIMULAZIONE del 13/05/2010 CLASSE 5^ Ela Alunno _________________ Soluzione ricavo le caratteristiche del carico 1 ossia del motore ipotizzato monofase quindi con V = 230 V , il cos φ lo ricavo dalla potenza attiva e reattiva e quindi ricavo la Ib1 = P / (Vn* cos φ) = 4000/(230* calcolo cos φ) cos φ per ricavarlo devo passare dalla formula inversa ossia ricavo φ = artg (Q/P) = tg-13/4 = tg-10,75 = 36°8” pertanto φ = 36°8” quindi cos 36°8”= 0,8 quindi posso calcolare la Ib1 = P / (Vn* cos φ) = 4000/(230* 0,8) = 21,74 A Allo stesso modo ricavo la corrente della linea luce ipotizzandolo a cos φ = 1 Ib1 = P / (Vn* cos φ) = 1500 / (230* 1) = 6,52 A Per la presa non serve perché è già nota la presa da 10 A quindi Ib3 = 10 A a cui corrisponde una P3= 230*10 = 2,3 KW A questo punto ricordiamo che i cavi N07V-K posa normale con sufficiente margine di sicurezza può vale (o anche per N1VV-K) mm2 1,5 2,5 6 10 16 IZ circa 17,5 PVC – 23 EPR 24 PVC – 31 EPR 41 PVC – 54 EPR 47 PVC – 55 EPR 61 PVC – 72 EPR IN protezione 10 A 16 o 20 A 25 o 32 A 40 50 A questi dati è meglio ricavarli però con le tabelle a disposizione es. sul sito della scuola quindi si può scegliere 1) motore ( ) trifase (X) monofase P1 = 4 KW; Q1 = 3 KW cos φ= 0,8 Ib1= 21,74A Linea derivata tipo NO7V-K (3 G6 mm2) (andava bene anche un 4 mm2 vedi tavola) Protezione MTD In1= 2 x 25 A curva “D” P. I. 4500 kA I∆n= 30 mA tipo “AC” ( ) Selettivo ( ) ritardo tempo __ s 2) Linea luce P max= 1.5 KW Ib2= 6,5A Linea derivata NO7V-K 3 (1 G1,5 mm2) Protezione MTD In2 =2x 10 A curva “C” P. I. 4500 kA; I∆n= 30 mA tipo “AC” ( ) Selettivo ( ) ritardo tempo _ s 3) linea prese 2X10A+T Linea derivata tipo NO7V-K 3 (1 G1,5 mm2) Protezione MTD In3 2x 10 A curva “C” P. I. 4500 KA I∆n= 30 mA tipo “AC” ( ) Selettivo ( ) ritardo tempo __ s 4) CARICO MAT (NOTA per questo ora svolgiamo solo la sezione relativa al coordinamento) Prima cosa da fare è calcolarsi la coppia motrice necessaria per tirare sopra il peso da 500 Kg che trasformati in N sono F =1060 Kg => 1060 x 9,81 =10398.6 N. Sapendo che il carico si deve muovere con velocità di traslazione di 1,25 m/s necessita di una potenza meccanica Pm = F x v = 10.398,6 x 1,25= 12998,25 W ≈ 13 KW possiamo applicare in prima battuta il n= 0,85 pertanto si ricava con la formula inversa n= Pn/ P1n ricaviamo così P1n = Pn / ŋn = 13/0,85 = 15,29 KW (in seguito sarà chiamata P4) da cui si ricava come formula inversa Ib4 = P1n / (√3 V1n* cos φ) = 15290/(√3 * 400* 0,8) = 27,62 A Verifica 2 somministrazione della 2^ prova esami di maturità pag. 2 di pag. 14 2^ SIMULAZIONE del 13/05/2010 CLASSE 5^ Ela Alunno _________________ Considerando gli spunti del motore si sceglie una protezione magneto termica differenziale MTD In4 = 3 x 32 A curva “D”; P. I. 4500 kA; I∆n = 30 mA - tipo “AC” Pertanto la linea derivata potrà essere una Linea derivata sarà del tipo multipolare N1VV-K (4 G6mm2) (fase /fase / fase/ terra) Come generale del quadro utilizziamo Protezione generale si sceglie un Sezionatore per manutenzioni tipo 0/1 con blocco porta. (NOTA: il MT non serve perché a monte della linea nell’avanquadro mettiamo già una protezione anche MTD come vedremo dopo) Nell’ipotesi che tutti i carichi assorbono la Ib, le protezioni non intervengono ma dobbiamo ricordare che queste protezioni non intervengono anche se ci sono dei sovraccarichi fino alla In della protezione perché sappiamo, che la protezione MT interviene per una I > In quindi con certezza in presenza anche di lievi sovraccarichi, in effetti, la vera Ib da considerare per il carico, è proprio quella della In della protezione MTD. Il quadro sarà di tipo metallico (favorisce lo scambio termico) ma a monte mettiamo una protezione differenziale (MTD nell’avanquadro). Se l’avanquadro e in Doppio isolamento (es. resine) e la linea di derivazione è priva di possibili masse ossia con condutture riconducibili all’ipotesi di doppio isolamento, il generale dell’avanquadro può essere MT e il quadro generale in resina anche lui. A QUESTO PUNTO RIFASIAMO IL SISTEMA E COORDINIAMO LA RELATIVA PROTEZIONE Per rifasare il sistema consideriamo solo la parte trifase ed e i tre carichi monofasi li consideriamo come un carico trifase squilibrato a stella con la fase più caricata e squilibrata quella del motore monofase 1 che ha P = 4 KW e Q = 3 KW con un cos φ che si è ricavato dalla relazione artg (Q/P) = tg-13/4 = tg-10,75 = 36°8” pertanto φ = 36°8” quindi cos 36°8”= 0,8 Mentre per il carico trifase MAT sappiamo che P1n = 15,29 KW Pertanto applicando Boucherot Prif. = P1+ P1n= 4+15,29 = 19,25 KW per trovare tagφrif = Qrif. / Prif. Dove Qrif. = Q1+ Q1n si deve ricavare ora Q1n = P1n tagφ1n ; dave φ1n = arcos φ1n = arcos 0,8 = 36,87 ; si ha tang φ1n = 0,75 Mentre tang φenel = 0,4843 sapendo che cos 0,9 corrisponde ad un angolo di circa 25 ° (Nota approssimazione per difetto che mette a maggior sicurezza il cos 0,9) Qc = Prif. (tagφrif – tagφenel) = 19,25 (tng 36,86 – tang25°)= 19,25(0,75-0,4843) = 5 KVAR Naturalmente questo rifasatore assorbirà una corrente capacitiva a cosφ = 1 pari a Iq = Qc /(√3*Vn)= 5.000/(√3*400)= 7,2 A che comunque andrà sommate anche alla I totale che entra nel quadro generale. La protezione del rifasatore sarà del tipo almeno a 3 stadi 1KVAR + 2 da 2 KVAR MTD In4 = 3 x 20 A curva “C”; P. I. 4500 KA; I∆n = 30 mA - tipo “AC” Ricorda che altri dati che possono essere utili come riferimenti: Icc = 9 In; Io= 28% In; cosφn = 0,8 ; cosφ0 = 0,15; V1cc = 30% V1n Sapendo che P1n = 15,29 KW possiamo ora calcolare anche ; V1cc=230*0,3= 69V; Io= 0,28*27,62=7,74 A; dal bilancio energetico si ricava che Inoltre possiamo calcolare la Pmecc+ Pferro + Prame = P1n –Pm=15,29-13= 2,29 W n0 = 60*f/p = 3000/3 = 1000 g/min poiché s % = 3,5 % ossia s = 0,035 ricaviamo nr=n0(1-s) = 1000(1-0.035) = 965 g/min Verifica 2 somministrazione della 2^ prova esami di maturità pag. 3 di pag. 14 2^ SIMULAZIONE del 13/05/2010 CLASSE 5^ Ela Alunno _________________ CALCOLO CORRENTE DI LINEA E RELATIVA CORRENTE DEL SEZIONATORE quindi inseriamo un sezionatore InQG = 4x ? A perché come vedremo dopo dovrà essere superiore al generale dell’impianto perché si ricorda che il sezionatore non può in alcun modo limitare la corrente ma subire quella che gli lascia passare IL MTD a monte quindi bisogna prima scegliere la protezione MTD generale dell’avanquadro. In realtà in questo caso i 3 carichi monofase è opportuno ripartirli sulle tre fasi (una per fase) di modo tale che la fase: (1) ha Ib1= In1+ In4 +Iq = 25+10+7 = 42 A -- (2) ha Ib2= In2+ In4+Iq = 10+10 +7= 27 A – (3) ha Ib3= In3+ In4 +Iq = 10+10+7 = 27 A pertanto come Ib va considerata la fase più caricata ossia 35 A quindi IbT= 42 A a cui fa riferimento una Potenza Totale PT PT =√3 Vn I cosφ = 1,73*400*35*0,9 = 26.157 W naturalmente a questo va applicato il coefficiente di contemporaneità Kc = 0,9. Si ricorda che questo coefficiente Kc , deve essere frutto di un’analisi della gestione dei carichi, fatta o dal COMMITTENTE o da ALTRO TECNICO che conosce le problematiche della gestione nel tempo dei carich (rientrano quindi tra le soluzioni progettuali o ipotesi di lavoro per il coordinamento degli impiantii. Il Kc = 1 solo se esiste la possibilità che tutti i carichi lavorano contemporaneamente. Quindi la potenza totale che sarà preso a base del rapporto CONTRATTUALE con l’ente fornitore (es. ENEL) vale: PTC = PT * 0,8= 26.157*0,9= 23.541 W = 23,54 KW pertanto dovendo essere PTC< Pc Potenza Contrattuale sarà 25 KW Calcoliamo ora la linea di alimentazione del quadro. Calcolo ora la corrente che posso sfrtuttare dalla fornitura completa dalla PC con la formula inversa IbT = PC / (√3 V1n* cos φ) = 2500/(√3 * 400* 0,9) = 40,1 A Utilizzeremo quindi con riferimento alla tabella (e per posa interrata)un cavo N1VV-K 3G16 mm2 che ha una Iz= 61 A (cavo isolato e guaina in PVC). Dovendo soddisfare la disequazione IBT<IN<IZ utilizzeremo un Interruttore Magneto Termico Differenziale con Corrente Nominale I N = 50 A con curva C e Potere interruzione 10 KA; I∆N = 300 mA tipo AC (per garantire selettività con differenziali a valle da 30 mA come volevasi dimostrare 40,1<50<61 Verifica 2 somministrazione della 2^ prova esami di maturità pag. 4 di pag. 14 2^ SIMULAZIONE del 13/05/2010 CLASSE 5^ Ela Alunno _________________ PROGETTISTA Antonio Ing di Palo A.Ing. di Palo Iscritto Ordine Ing. Prov. Monza B.za N° XXX – I -YY Verifica 2 somministrazione della 2^ prova esami di maturità pag. 5 di pag. 14 2^ SIMULAZIONE del 13/05/2010 CLASSE 5^ Ela Alunno _________________ --------------------------------------------- FINE ESERCIZIO ------------------------------------------------PER REALIZZARE GLI SCHEMI DEI QUADRI DI POTENZA UTILIZZARE I SEGUENTI SIMBOLI Fig. 10.12 - Segni grafici di interruttori automatici magnetotermici e differenziali DI SEGUITO RIPORTIAMO UNA SERIE DI NOTIZIE UTILI SIA DAL PUNTO DI VISTA CULTURALE PER LA VERIFICA E SIA PER RICHIAMARE CONCETTI DEGLI ANNI PRECEDENTI Principali grandezze e caratteristiche elettriche degli Interruttori Automatici Le grandezze nominali degli interruttori automatici sono descritte nelle Norme CEI 23-3 (Norme per interruttori per uso domestico), CEI 23-18 (Norme per interruttori differenziali per usi domestici e similari e per interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per usi domestici e similari) ed EN-60947-2 (Norme per interruttori ad uso industriale). Di seguito verranno descritte le principali grandezze nominali relative agli interruttori per uso domestico e similare e di tipo industriale. - Dati di targa di un interruttore conforme alle Norme EN-60947-2 1) Corrente nominale 2) Attitudine al sezionamento 3) Indicazione della posizione di aperto-chiuso 4) Nome del costruttore o marchio di fabbrica 5) Indicazione del tipo e del numero di serie 6) Conformità alla Norma CEI EN 60947-2 7) Categoria di utilizzazione/: A per interruttori senza ritardo di intervento intenzionale, B per interruttori selettivi (con ritardo di intervento intenzionale solitamente regolabile) 8) Tensioni di impiego nominali Ue 9) Valori della frequenza nominale e limiti dell’eventuale funzionamento in corrente continua 10) Poteri di interruzione nominali di servizio Ics 11) Poteri di interruzione nominali estremi Icu 12) Ui tensione nominale di isolamento – Uimp tensione nominale di tenuta ad impulso - Ta temperatura di riferimento 13) Icw Corrente nominale di breve durata ammissibile Zone tempo / corrente degli interruttori automatici B,C,D, secondo le Norme CEI 23-3 5s Ig entro 5 s serve per il calcolo della Rt Rt< 50/Ig5 s Verifica 2 somministrazione della 2^ prova esami di maturità pag. 6 di pag. 14 Simbolo del MT 2^ SIMULAZIONE del 13/05/2010 CLASSE 5^ Ela Alunno _________________ INFORMAZIONI SUL DIFFERENZIALE In condizioni normali, quando la differenza fra la corrente entrante e quella uscente è uguale a zero, il flusso magnetico nel toroide è nullo mentre in caso di guasto a massa, quando la differenza fra le due correnti (chiamata corrente differenziale) non è più uguale a zero, si crea un flusso nel circuito magnetico del toroide Al manifestarsi di un guasto d'isolamento, ad esempio fase-terra, il flusso risultante non è più nullo ed induce, su di un appropriato avvolgimento secondario, una forza elettromotrice in grado di provocare, tramite l'intervento del relè differenziale, l'apertura dell'interruttore (fig. 2). Fig. 1 – Caratteristiche costruttive e funzionamento dell'interruttore differenziale fig. 2 tipi di etichette di un differenziale Interruttore differenziale : L'interruttore differenziale è un dispositivo di protezione che determina l'interruzione automatica dell'alimentazione qualora rilevi il passaggio di una corrente verso terra superiore ad una data soglia. La soglia prende il nome di corrente differenziale nominale di intervento e viene indicata con Idn ; valori tipici di Idn sono : 10mA , 30mA , 100mA , 300mA e 500mA. Esiste poi un parametro , detto corrente differenziale nominale di NON intervento e indicato con Idno , al di sotto del quale è garantita la continuità dell'alimentazione. Solitamente Idno è pari alla metà di Idn e il coordinamento della Idn e della Idno di diversi interruttori differenziali collegati in serie è utilizzato per la selettività fra gli stessi , che garantisce la continuità di servizio in rami del circuito non interessati dal guasto. Illustriamo il funzionamento del differenziale per il caso di un interruttore bipolare (carico monofase), che è costituito , in ultima analisi , da un toroide , tre bobine e uno sganciatore , a sua volta costituito da un relé di sgancio e da un meccanismo di apertura : a ciascun conduttore che va verso il carico è collegata in serie una bobina ed entrambe le bobine sono avvolte su uno stesso toroide ; vi è poi una terza bobina collegata al relé di sgancio : finché le correnti sui due conduttori del carico sono identiche i campi magnetici generati sono uguali e contrari e il flusso magnetico circolante nel toroide è nullo. Quando vi è una differenza fra le due correnti , sul toroide ( detto anche trasformatore toroidale ) circola un flusso magnetico , che a sua volta induce una forza elettromotrice sulla bobina del relé , che comanda lo sganciamento dell'interruttore. Gli interruttori differenziali possono essere classificati in base a diversi criteri : 1) focalizzando l'attenzione sulla forma d'onda delle correnti differenziali rilevabili distinguiamo fra: 1a) interruttori differenziali di tipo AC , se sono in grado di rilevare solo correnti differenziali verso terra sinusoidali 1b) interruttori differenziali di tipo A , se sono in grado di rilevare anche correnti differenziali verso terra pulsanti unidirezionali 1c) interruttori differenziali di tipo B , se sono in grado di rilevare anche correnti differenziali verso terra continue. La scelta fra interruttori di classe AC , A , B va effettuata dal progettista dell'impianto elettrico in base alle correnti di dispersione che si prevedono per l'utenza da proteggere. Se il carico prevede la Verifica 2 somministrazione della 2^ prova esami di maturità pag. 7 di pag. 14 2^ SIMULAZIONE del 13/05/2010 CLASSE 5^ Ela Alunno _________________ presenza di circuiti elettronici che fanno uso di raddrizzatori , chopper , inverter, la corrente di guasto può essere non sinusoidale ( o sinusoidale ad una frequenza diversa dai 50-60Hz per cui sono predisposti molti degli interruttori AC commerciali ) ed è bene ricorrere ad interruttori di classe A o , meglio ancora , di classe B. 2) focalizzando l'attenzione sul valore della soglia di corrente , distinguiamo fra: 2a) interruttori differenziali ad alta sensibilità , se la corrente differenziale nominale di intervento è inferiore a 30mA 2b) interruttori differenziali a bassa sensibilità , se la Idn è superiore a 30mA Gli interruttori a bassa sensibilità , per prevenire opportunamente i rischi da contatti indiretti , debbono essere opportunamente coordinati con l'impianto di terra ( deve essere soddisfatta la relazione Rt*Idn<=50 nei sistemi TT e Zs*Idn<=Uo nei sistemi T-N ) , mentre gli interruttori ad alta sensibilità funzionano correttamente anche con resistenze di terra relativamente alte. Se si prende ad esempio una Idn=10mA , anche con tempi di interruzione di 2 secondi ci si trova nella zona n.2 fra quelle specificate dalla norma CEI 64-8 per la pericolosità della corrente alternata a 50Hz. La zona 2 non presenta effetti fisiologici pericolosi per l'uomo , in quanto sotto la soglia di tetanizzazione. 3) focalizzando l'attenzione sulla selettività degli interruttori differenziali , distinguiamo fra: 3a) interruttori differenziali di tipo generale , che intervengono in tempi relativamente rapidi perché la corrente di guasto e il tempo di intervento determinino punti (t,I) che si trovano nelle zone meno pericolose di quelle stabilite dalla CEI 64-8 3b) interruttori differenziali selettivi , che intervengono entro un tempo di ritardo fisso , per essere collegati a monte di altri differenziali del tipo 3a) ed assicurare la continuità di servizio delle parti di impianto non interessate dal guasto ( selettività ) 3c) interruttori differenziali ritardati , in cui invece il tempo di ritardo è regolabile , sempre per assicurare la selettività. Questo genere di interruttori può essere utilizato solo in ambito industriale , perché la regolazione deve essere eseguita da persone esperte (PES) . MA COSA È IL CORTO CIRCUITO Se il valore dell‟impedenza di un circuito scende al di sotto del valore di pieno carico, il sistema assorbe una corrente che è tanto maggiore quanto minore è il valore dell‟impedenza Z. Al limite per Z che tende a zero il valore della corrente assorbita tende all‟infinito. Questo non si verifica mai perché il valore dell‟impedenza a monte del guasto, per quanto piccolo possa essere, non è mai nullo. Dopo un periodo transitorio, dipendente dai parametri dell‟impianto, il fenomeno assume carattere permanente. La corrente di corto circuito è quindi composta da due termini: uno sinusoidale e simmetrico all‟asse dei tempi e uno unidirezionale transitorio, con andamento esponenziale e che si estingue dopo un certo tempo, dovuto alla presenza dell‟induttanza del circuito. La componente unidirezionale rende la corrente di corto circuito asimmetrica durante il periodo transitorio per diventare praticamente simmetrica dopo tale periodo. Fig. 12.6 – Andamento reale della corrente di corto circuito Verifica 2 somministrazione della 2^ prova esami di maturità pag. 8 di pag. 14 2^ SIMULAZIONE del 13/05/2010 CLASSE 5^ Ela Alunno _________________ Fig. 12.7 – Andamento convenzionale della corrente di corto circuito L‟intensità della corrente di corto circuito, considerando trascurabile l‟impedenza di contatto del punto di guasto (generalmente lo scopo consiste nel determinare il valore più elevato della corrente di corto circuito e quindi si può considerare la situazione più gravosa), dipende dai seguenti fattori : 1. Dalla potenza in kVA, a parità della tensione di corto circuito del trasformatore di cabina che alimenta l‟impianto (Tensione di corto circuito Ucc - Tensione che applicata al primario del trasformatore, con i morsetti del secondario chiusi in corto circuito, fa circolare nel secondario la corrente nominale - nei trasformatori MT/BT è dell‟ordine del 5% - 6% della tensione nominale), nel senso che maggiore è la potenza del trasformatore maggiore è la corrente; 2. Dai modi in cui si verifica il C.C. ; tra fase e fase, tra fase e neutro, tra fase e terra, fra tre fasi. Il corto circuito trifase è il più pericoloso anche se si verifica raramente non dipendendo normalmente da cause accidentali ma da manovre errate da parte del personale che gestisce gli impianti ; 3. Dall‟impedenza del tratto di linea posto fra trasformatore e punto di guasto (direttamente proporzionale alla lunghezza ed inversamente proporzionale alla sezione). Generalizzando il valore della corrente di corto circuito può essere calcolato mediante la seguente relazione: I valori più elevati di corrente di corto circuito si hanno vicino ai morsetti di bassa tensione del trasformatore; allontanandosi dal trasformatore le correnti di corto circuito diminuiscono notevolmente per assumere valori molto bassi al termine delle linee lunghe. La determinazione per via analitica delle correnti presunte di corto circuito è piuttosto laboriosa, ma in pratica si possono ottenere risultati accettabili con l‟ausilio di tabelle o meglio con programmi sviluppati al calcolatore. In ogni caso volendo determinare la corrente di cortocircuito presunta in un punto dell‟impianto bisogna innanzi tutto calcolare le resistenze e le reattanze nei vari punti dell‟impianto (tab. 12.7) ed infine calcolare la corrente di corto circuito (corrente di corto circuito trifase presunta) con la nota formula: Verifica 2 somministrazione della 2^ prova esami di maturità pag. 9 di pag. 14 2^ SIMULAZIONE del 13/05/2010 CLASSE 5^ Ela Alunno _________________ INTERRUTTORE TERMICO. L'interruttore termico (in gergo definito anche termica) è un dispositivo elettrotecnico in grado di interrompere un circuito in caso di sovracorrente da sovraccarico, ma deve essere accompagnato dal fusibile per la protezione dai cortocircuiti quando non è parte integrante di un interruttore magneto termico. Costruzione [modifica] (CASO SOLO TERMICA) La termica è un dispositivo che interviene solo per quanto riguarda il sovraccarico. Come si nota dal nome, all'interno di un interruttore termico è presente una sezioni che rileva questo fenomeno. In genere il sovraccarico non è dovuto ad un guasto elettrico direttamente ma esterno (es. un ostacolo meccanico alla rotazione del motore). Questo vuole dire che non deve intervenire immediatamente la protezione ma aspettare in funzione invesa alla corrente (curva a tempo inversa più alta è la corrente prima deve intervenire. 1 Protezione del sovraccarico [modifica] Questo problema si verifica quando l'intensità di corrente supera un valore prefissato a causa per esempio di troppi carichi accesi contemporaneamente. Il limite di corrente è determinato da limiti costruttivi dell'impianto e in particolare dalla capacità dei fili conduttori di smaltire il calore prodotto per effetto Joule. La rilevazione avviene per mezzo di una "resistenza elettrica" costituita da una lamina bimetallica. A causa della differenza nella dilatazione termica di due metalli accoppiati (vincolati o tramite incollaggio o grappette mtalliche), la lamina si piega fino a provocare lo scatto dell'interruttore. Il tempo di intervento non è istantaneo ma dipende, con funzione caratteristica dei diversi modelli di termiche, dall'inverso dell'entità del superamento del valore di soglia. Alcuni apparecchi più moderni impiegano sistemi elettronici. Esistono in commercio dispositivi con valori limite prefissati da pochi a centinaia di Ampere ed altri in cui il valore è regolabile dall'installatore Verifica 2 somministrazione della 2^ prova esami di maturità pag. 10 di pag. 14 2^ SIMULAZIONE del 13/05/2010 CLASSE 5^ Ela Alunno _________________ FUSIBILI Generalità Il fusibile è un dispositivo di protezione contro i sovraccarichi e i corto circuiti. E‟ caratterizzato da una estrema semplicità costruttiva, da costi piuttosto contenuti e dal fatto di possedere un elevato potere d‟interruzione. Accanto a questi lati positivi ne presenta anche alcuni negativi : quando interviene non assicura la contemporanea interruzione di tutte le fasi del circuito, i tempi di ripristino sono relativamente lunghi, non esistono dimensioni unificate. Le Norme CEI distinguono i fusibili per la bassa tensione (<1000V) in fusibili per uso da parte di persone addestrate (applicazioni industriali con correnti nominali superiori ai 100 A) e fusibili per uso da parte di persone non addestrate (applicazioni domestiche e similari) che però possono essere usati anche in applicazioni industriali. Criteri costruttivi Normalmente la componente fusibile è racchiusa in contenitori isolanti muniti, alle estremità, di contatti (l‟insieme di questi elementi viene comunemente chiamata "cartuccia" e costituisce la parte da sostituire dopo l‟intervento della protezione) per il collegamento con il supporto che verrà poi inserito, mediante morsetti, al circuito da proteggere. L‟elemento fusibile, di materiale conduttore, può essere di forma e materiale differente a seconda dell‟utilizzo. Possono essere ad esempio in argento puro (materiale con un‟ottima conducibilità elettrica e termica e caratterizzato da un alto punto di fusione) e possono avere sezioni variabili per realizzare differenti condizioni di riscaldamento e quindi di fusione (si ottiene così la protezione sia contro i sovraccarichi di piccola e media intensità e di lunga durata, sia contro le correnti di corto circuito di elevata intensità e di breve durata). Frequente è l‟utilizzo di riempitivi della cartuccia ottenuti con sabbia a base di quarzo posta entro involucro isolante del fusibile che può essere in ceramica, porcellana o vetro ecc.. In alcune soluzioni costruttive l‟intervento del fusibile può essere segnalato da dispositivi indicatori e può, tramite l‟intervento di un percussore (meccanicamente o elettricamente tramite un contatto) agire sul funzionamento di altri apparecchi (ad esempio potrebbe aprire un interruttore, accendere una lampada spia, ecc..). Il percussore è un dispositivo meccanico, interno alla cartuccia, che in genere utilizza, in fase d‟intervento dell‟elemento fusibile, l‟energia accumulata in una molla precompressa. Principio di funzionamento Il fusibile può intervenire a causa di un sovraccarico o a causa di un corto circuito. In presenza di sovraccarichi i tempi di intervento del fusibile devono essere inversamente proporzionali alla corrente stessa. Viene, infatti, sfruttata la buona conducibilità termica dell‟elemento fusibile che si riscalda in modo uniforme (per intervenire essi devono, infatti, immagazzinare una certa quantità di energia termica, necessaria per il riscaldamento dell‟elemento fusibile e per la sua successiva fusione ed evaporazione), anche nei punti a sezione più piccola, e interviene in tempi compresi tra i secondi e le ore. Il riscaldamento è in parte rallentato anche dalla presenza del materiale di riempimento che trasferisce all‟ambiente il calore sviluppato per effetto Joule. In presenza di correnti di corto circuito che devono essere interrotte in tempi brevi, la temperatura sale più rapidamente nelle zone a sezione ristretta (essendo più elevata la resistenza elettrica e minore la capacità termica rispetto alle altre parti dell‟elemento fusibile) e in questo caso il materiale riempitivo non è in grado di trasferire all‟esterno il calore prodotto. Nei punti a sezione più piccola la temperatura di fusione viene raggiunta in tempi molto brevi e si hanno così dei punti deboli in cui avvengono le più fusioni con formazione di diversi archi, in serie tra loro, che facilitano l‟interruzione della corrente. L‟estinzione dell‟arco viene inoltre agevolata dall‟azione di raffreddamento del materiale riempitivo nel quale, assorbendo calore, si hanno formazioni vetrose e sviluppo di gas con conseguente aumento della resistenza elettrica che determina Verifica 2 somministrazione della 2^ prova esami di maturità pag. 11 di pag. 14 2^ SIMULAZIONE del 13/05/2010 CLASSE 5^ Ela Alunno _________________ prima la diminuzione e poi l‟annullamento della corrente elettrica. In questa fase la corrente si discosta notevolmente dall‟andamento presunto e il valore di picco non viene raggiunto. Il fusibile dimostra di possedere una notevole azione limitatrice sulla corrente di corto circuito. Grandezze nominali Tensione nominale Un - è il massimo valore della tensione a cui può essere sottoposto il fusibile. I valori normalizzati sono : a) per uso domestico : 230, 400, 500 V (in generale il tipo gG b) per uso industriale : 230, 300, 500, 600 V (in genere tipo gG o del tipo aM (per avviamento motore che è simile al gG solo che nella parte iniziale delle bassi correnti la curva della I (in funzione del tempo) è “INDEBBOLITA” per ovviare alla corrente di spunto dei carichi come l‟avviamento di MAT o gruppi di lampade fluorescenti o altro carico con alimentatore) Corrente nominale In - è la corrente che il fusibile può sopportare senza fondere e senza che si verifichino riscaldamenti anormali. I valori normalizzati dei fusibili per impiego da parte di personale addestrato e non addestrato sono 2,4,6,8,10,12,16,20,25,32,40,50,63,80 e 100 A mentre i valori normalizzati dei fusibili per l‟impiego da parte del solo personale addestrato sono 125,160,200,250,315,400,500,630,800,1000 e 1500 A. Corrente convenzionale di non fusione Inf - è il valore massimo di corrente che il fusibile è in grado di sopportare per un determinato tempo senza fondere. Corrente convenzionale di fusione If - è il minimo valore di corrente che provoca la fusione dell‟elemento entro un determinato intervallo di tempo (per i fusibili aM non sono indicati i valori di Inf e If, è invece specificata la caratteristica tempo_corrente di sovraccarico). POTERE D’INTERRUZIONE IN GENERE è ALTO. INCONVENIENTE È CHE SI DEVE DISPORRE SEMPRE DEL FUSIBILE GEMELLO E MAI SIMILARE PERCHÉ QUESTA SOSTITUZIONE (IN GENERE MAI È PIÙ DEFINITIVO DEL PROVVISORIO) PUÒ ESSERE CAUSA DI GRAVE FONTE DI RISCHIO DAL PUNTO DELLA SICUREZZA DELL’IMPIANTO. Corrente nominale In Tempo convenzionale (A) (h) Correnti convenzionali Inf If Valori allo studio Valori allo studio Tab. 10.1a - Correnti convenzionali di fusione If non fusione Inf dei fusibili gG e gM Verifica 2 somministrazione della 2^ prova esami di maturità pag. 12 di pag. 14 2^ SIMULAZIONE del 13/05/2010 CLASSE 5^ Ela Alunno _________________ Potere d’interruzione - valore massimo di corrente che il fusibile è in grado di interrompere in condizioni specificate. Tipo impianto Tensione nominale (V) Potere di interruzione minimo (kA) Domestico Industriale Tab. 10.1.b - Valori minimi ammessi per il potere di interruzione Potenza dissipata dalla cartuccia - potenza dissipabile dalla cartuccia alla corrente nominale. Caratteristiche tempo corrente - in relazione alla caratteristica d‟intervento (fig. 10.3) i fusibili vengono classificati in : a) per uso generale (gG) che sono in grado di interrompere tutte le correnti fra il valore minimo che provoca la fusione dell‟elemento e il potere d‟interruzione nominale ; b) protezione di circuiti di alimentazione di motori che sono in grado di interrompere tutte le correnti fra il valore minimo che provoca la fusione dell‟elemento e il potere d‟interruzione nominale ; c) fusibili per uso combinato (aM), detti anche di „accompagnamento motori‟, che sono in grado di interrompere le correnti comprese tra un particolare valore di sovracorrente e quella relativa al potere di interruzione nominale. Le correnti inferiori devono essere interrotte mediante un ulteriore dispositivo come ad esempio una combinazione contattore - relè termico. Questo tipo di fusibili viene impiegato quando sono in gioco elevate correnti di spunto. Per questo tipo di fusibili le caratteristiche di intervento sono definite normalmente come multipli della corrente nominale in funzione del rapporto I/In. La caratteristica è individuabile dai valori k 0=1,5, k1=4, k2=6,3. Il fusibile può intervenire all'interno della coppia di valori tempo corrente compresi nella zona definita dalle curve di prearco e di funzionamento. A volte i costruttori forniscono la sola curva di funzionamento senza quella di prearco (fig.10.3). Importante, per un corretto uso dei fusibili, è conoscere costruttori la temperatura alla quale sono riferite le caratteristiche di intervento. Normalmente ci si riferisce alla temperatura ambiente di 20°C (caratteristiche normalizzate), per temperature diverse i tempi di intervento cambiano ed è quindi necessario determinare i nuovi tempi di intervento che si vengono a stabilire. Verifica 2 somministrazione della 2^ prova esami di maturità pag. 13 di pag. 14 2^ SIMULAZIONE del 13/05/2010 CLASSE 5^ Ela Alunno _________________ Caratteristica di prearco - intervallo di tempo che intercorre tra l'inizio di una sovracorrente e l'istante in cui l'elemento fusibile fonde con formazione dell'arco. Caratteristica di funzionamento - intervallo di tempo che intercorre tra l'inizio di una sovracorrente e l'istante in cui questa è interrotta (tempo di prearco più tempo di arco). Fig. 10.3a - Caratteristica di intervento di un fusibile gG Fig. 10.3b - Caratteristica di intervento di un fusibile aM Energia specifica (impulso Termico) - rappresenta il massimo valore di energia passante durante il tempo di intervento del 2 fusibile le tabelle 10.1c e10.1d riportano i valori di I t previsti dalle norme rispettivamente per i fusibili aM e gG. Tensione nominale Un (V) 2 2 I t massimo (A s) Tab. 10.1c - Cartucce aM. Valori massimi di energia passante per temp i non superiori a 0,01 s Verifica 2 somministrazione della 2^ prova esami di maturità pag. 14 di pag. 14