Quando Dio creò Adamo ed Eva, li pose nello splendido giardino dell’Eden perché lo coltivassero e potessero riprodursi in un ambiente sereno e nella Presenza stessa del loro Creatore. Non v’era, allora, nessuna separazione tra l’uomo e Dio. Il Signore non diede ai nostri progenitori nessun’altra proibizione se non quella che non dovevano mangiare il frutto dell’albero “della conoscenza del bene e del male” Perché il Signore diede questa proibizione? Per due motivi molto validi: 1. Perché Dio ha sempre desiderato che le Sue creature Gli ubbidiscano per amore, con un atto preciso della loro volontà; quindi è necessario uno strumento per provarlo. 2. Perché quella prova chiesta era assolutamente alla portata dell’uomo fino a che avesse conservato fede nel suo Creatore e, quindi, il desiderio di ubbidire e di essere sottomesso a Dio Ma, purtroppo, l’uomo disubbidì e questo suo peccato ne provocò la morte spirituale. Egli, cioè, fu allontanato da Dio ed un baratro si aprì tra l’uomo e il suo Creatore. Un baratro profondo e incolmabile che lasciò l’uomo in una profonda solitudine interiore. Ogni suo sforzo personale per tornare a Dio sembrava inutile perché degli angeli chiudevano l’accesso al cielo affinché non mangiasse più il frutto dell’albero della vita che prima, invece, poteva mangiare. Nella sua lontananza da Dio era sempre più travolto dal peccato che ora lo dominava sempre più e che, come un fiume in piena, lo trascinava violentemente sempre più nel baratro. L’uomo ha cercato, nel corso dei secoli, di inventarsi mille sistemi per raggiungere l’altra riva, quasi a costruirsi una scala per colmare il baratro. Ma tutti questi sistemi (magia, religione, buone opere, …) sono risultati vani e la scala, che egli di volta in volta si è costruita, è risultata sempre insufficiente. L’uomo, ormai, si trovava nella stessa situazione di chi, caduto nelle sabbie mobili, non ha più alcuna possibilità di salvezza se non arriva un “salvatore” che, poggiando i piedi sulla roccia stabile, lo trae fuori dalla melma. Ma, come se non bastasse, l’uomo è assolutamente inconsapevole del suo imminente e gravissimo pericolo di morte, talché, come ai tempi di Noè, continua a mangiare, a bere, a sposarsi, a comprare, a vendere,… senza minimamente porre attenzione ai suoi profondi bisogni spirituali. Il nostro comportamento è simile a quello delle rane. Le rane sono animali “a sangue freddo”. Esse hanno una temperatura del corpo uguale a quella dell’ambiente circostante. Questa caratteristica è, per esse, un grande vantaggio, ma anche un grande pericolo. Infatti, se una rana è messa in una bacinella d’acqua che ha la stessa temperatura del suo ambiente ordinario e la temperatura dell’acqua è aumentata lentamente, la rana rimarrà in acqua finché non morirà per sovraesposizione al calore. La rana, semplicemente, non registra il pericolo. Tuttavia, se la rana è messa direttamente dal suo ambiente ordinario in acqua calda, percepirà il pericolo e salterà via immediatamente. (vedi videoclip su Youtube) Ma Dio, che ci ama di un amore infinito, era ben consapevole, nella Sua onniscienza,: - della nostra totale incapacità di non soggiacere al despotismo del peccato - della nostra assoluta incoscienza del pericolo mortale che incombeva su ognuno di noi Sicché decise di attuare il Suo eterno piano d’amore per colmare il baratro che ci separava da Lui e “costruire” un “ponte spirituale” tra l’uomo e Dio che potesse consentirne il ricongiungimento. Quando giunse “la pienezza dei tempi” Iddio inviò Gesù sulla terra perché potesse colmare quel baratro. Perché Dio inviò il Suo amatissimo ed Unico Figlio per salvare l’uomo peccatore? - Non avrebbe potuto utilizzare tutti quegli uomini pii ed obbedienti che nel corso dei secoli Lo avevano servito con amore? - Non avrebbe potuto inviare degli angeli che Lo servono in cielo con assoluta prontezza e fedeltà? No, non era e non sarebbe stato mai possibile!! Sapete perché? … Provi ciascuno a dare la risposta per proprio conto. Una risposta sarà, comunque, disponibile nell’ultima diapositiva. Cosa fece Gesù? - Lasciò la gloria del cielo che Gli spettava per natura - Prese un corpo umano simile a quell’uomo decaduto dell’uomo peccatore - Visse una vita assolutamente santa e totalmente consacrata al Padre - Poi offrì la Sua vita immacolata al Padre quale offerta per pagare il prezzo del peccato di tutti coloro che avrebbero accettato il Suo sacrificio. Sia ben chiaro che Gesù non era affatto sottoposto alla morte perché Egli non ha mai peccato e, poiché: “Il salario del peccato è la morte”, Egli non aveva nessun debito personale da pagare che avesse potuto farlo soggiacere alla morte. Gesù ebbe in ogni istante del Suo supplizio l’assoluto controllo della situazione! Egli avrebbe potuto lasciare la croce in qualsiasi momento, se solo lo avesse voluto. Invece volle andare fino in fondo alla Sua offerta talché, con piena consapevolezza, poté pronunciare le Sue ultime, gloriose, benedette parole: “È COMPIUTO!”. Aveva ormai compiuta la Sua Opera perfetta, eterna per cui “RESE LO SPIRITO!”. (Il soggetto di questa frase è sempre Gesù. Nessuno gli ritirò lo Spirito, fu Gesù che lo rimise nelle mani del Padre) Possa dai nostri cuori sgorgare incessante la lode che prorompe nei cieli: “Degno è l’Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la lode” (Apoc. 5:12) Dio, nel Suo infinito amore, aveva preso l’iniziativa e realizzato quel ponte di salvezza progettato fin dall’eternità. Gesù si era offerto e la Sua offerta era stata accettata dal Padre il Quale, infatti, Lo risuscitò dai morti e Lo pose a sedere alla Sua destra dove intercede ancora per ognuno dei Suoi eletti. Oggi nessuno è ineluttabilmente destinato a sprofondare nell’abisso del peccato e della morte perché il baratro tra l’uomo e Dio è stato colmato. Oggi, chiunque lo voglia, può aggrapparsi a quella stabile e perfetta ancora di salvezza che è Gesù, il “Ponte spirituale” tra l’uomo e Dio Ma nelle vie di Dio non esiste nulla di automatico. Dio è libertà e ci ha creati liberi, e tali vuole che restiamo in ogni nostro comportamento. Egli non impone, ma propone e promette la forza di adempiere ciò che ci siamo proposti. Perciò il Signore, donandoci la Bibbia, ci spiega attraverso di essa il Suo meraviglioso piano di salvezza, poi chiede a ciascuno di noi di accettarlo, lasciandoci, però, anche la piena libertà di rifiutarlo. Saremo noi tanto sciocchi ed irresponsabili da rifiutare una simile, gloriosa, straordinaria opportunità di riconciliarci col nostro Dio e godere l’eternità con Lui? Risposta alla domanda: Perché Dio non si è servito di uomini o di angeli per salvarci dal peccato? Perché un essere vivente potesse salvare l’umanità dal peccato doveva rispondere a 3 requisiti fondamentali: 1. Non aver mai, assolutamente mai, commesso peccato. 2. Avere una natura tale che il suo sacrificio, ancorché valido, potesse essere applicato a T U T T A l’umanità 3. Avere la stessa natura dell’uomo che doveva salvare Un qualsiasi uomo avrebbe adempiuto solo il requisito 3, ma non l’1 e neppure il 2 Un angelo avrebbe posseduto il requisito 1 ma non il 2 e il 3