A caccia di neutrini Vedere la Scienza – Festival Spazio Oberdan 26 Marzo – 1 Aprile 2007 Milano Lino Miramonti Università degli Studi di Milano Istituto Nazionale di Fisica Nucleare L’ ”invenzione” del neutrino Alla fine degli anni ‘20 del secolo scorso si era notato che durante una determinata trasformazione radioattiva, che avveniva con emissione di elettroni (decadimento β), una parte dell’energia in gioco scompariva. Non conservazione dell’energia e del momento Nel 1930, il fisico austriaco Wolfgang Pauli, per risolvere questo problema, ipotizzò l’esistenza di una particella che avrebbe dovuto essere emessa insieme all’elettrone: questa nuova particella avrebbe contenuto l’energia mancante al pareggio del bilancio. La nuova particella avrebbe dovuto possedere proprietà estreme come quella di non avere massa (o quasi), di non interagire con la materia ordinaria (o quasi) e di essere elettricamente neutra. La prima teoria del decadimento beta fu quella di Enrico Fermi nel 1933 Lino Miramonti - Università degli Studi di Milano e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Osservazione del neutrino da parte di Cowan e Reines (1956) La scoperta del neutrino avvenne più di 20 anni dopo la sua nascita 'teorica‘ posizionando un rivelatore nelle vicinanze di un reattore nucleare reazione inversa del decadimento beta Lino Miramonti - Università degli Studi di Milano e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Il Modello Standard I neutrini, contrariamente ai leptoni carichi e i quarks sono soggetti alla sola interazione debole. Per questo motivo la probabilità che i neutrini interagiscono con la materia è così bassa che occorrono “spessori” di centinaia di anni luce di acqua per fermarli. Lino Miramonti - Università degli Studi di Milano e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare L’oscillazione dei neutrini Ad ogni leptone carico è associato un neutrino: Un neutrino di un dato “sapore” interagendo con la materia produrrà il corrispondente leptone carico. I neutrini sono soggetti al fenomeno delle oscillazioni, cioè possiedono la proprietà di cambiare la propria natura e passare da un sapore all'altro: (per esempio e -> oppure -> ). La probabilità di un neutrino di oscillare dipende dalla sua energia e dalla distanza percorsa. Affinché l'oscillazione possa avvenire occorre che i neutrini abbiano una massa diversa da zero Lino Miramonti - Università degli Studi di Milano e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Da dove arrivano i neutrini? I neutrini sono “creati” nei processi in cui sono coinvolte le interazioni nucleari deboli: Neutrini Solari. Una grande quantità di neutrini elettronici viene prodotta all'interno delle stelle e quindi anche dalla “nostra” stella: il Sole. I neutrini vengono emessi nel nucleo del Sole durante le reazioni di fusione termonucleare responsabili della produzione dell'energia, e fuoriescono giungendo fino a noi. Sulla terra arrivano 60 miliardi di neutrini al cm2 al secondo. Geoneutrini. Neutrini e antineutrini sono emessi dalla radioattività naturale presente nella crosta e nel mantello terrestre. Neutrini Atmosferici. Quando i raggi cosmici penetrano nell'atmosfera, collidono con gli atomi e innescano delle reazioni durante le quali vengono prodotte molte particelle secondarie tra cui neutrini e antineutrini. Neutrini da Supernovae. Le supernovae emettono una enorme quantità di energia sotto forma di luce, materia, e soprattutto neutrini. Neutrini Fossili. Si ritiene che pochi istanti dopo la nascita dell‘Universo (Big-Bang) siano stati prodotti un enorme numero di neutrini e antineutrini di ogni sapore, che sono sopravvissuti fino ad oggi (circa 300 per cm3). Lino Miramonti - Università degli Studi di Milano e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ……….neutrini prodotti dall’uomo Neutrini da acceleratori di particelle. Facendo collidere i protoni accelerati da un acceleratore di particelle si riescono a produrre neutrini e/o antineutrini di diversi sapori Neutrini da reattori nucleari. Durante le reazioni di fissione nucleare che avvengono all'interno di un reattore nucleare per la produzione di energia vengono prodotti antineutrini elettronici. Lino Miramonti - Università degli Studi di Milano e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Astronomia neutrinica Grazie alla loro piccolissima interazione con la materia, la rivelazione dei neutrini permette di studiare la parte interna dei corpi celesti. (Ad esempio la rivelazione dei neutrini solari ha permesso di “fotografare” il cuore del sole convalidando i modelli di funzionamento delle stelle). Inoltre, il fatto che i neutrino non hanno una carica elettrica, non sono deviati dal campo magnetico terrestre e galattico, permettendo in questo modo di identificare la provenienza (direzionalità) della sorgente che li hanno emessi. Nascita dell’astronomia neutrinica Lino Miramonti - Università degli Studi di Milano e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare “radiografia” del sole Astronomia neutrinica Il prezzo che si deve pagare per poter studiare i neutrini è l’enorme massa di interazione degli apparati di rivelazione. Inoltre il flebile segnale indotto da queste particelle obbliga i fisici a porre i rivelatori al riparo dalla radiazione cosmica. Enormi apparati sperimentali, dell’ordine delle centinaia o migliaia di tonnellate sono collocati in laboratori sotterranei sovrastati da qualche migliaio di metri di roccia. Lino Miramonti - Università degli Studi di Milano e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Telescopi a neutrini Per studiare neutrini di altissima energia occorrono masse di rivelazione ancora più importanti. In questo caso si sfrutta l’interazione dei neutrini in grossi volumi di acqua o di ghiaccio creando un reticolo tridimensionale di sensori in grado di ricostruire le tracce dei neutrini. Il tutto deve essere posizionato in profondità al riparo dalla luce solare Lino Miramonti - Università degli Studi di Milano e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Il fascio dal CERN al Gran Sasso ll progetto CNGS consiste nell’invio di un fascio di neutrini muonici dal CERN di Ginevra ai Laboratori del Gran Sasso che si trovano a 730 km di distanza. Al CERN i neutrini vengono prodotti facendo collidere contro un bersaglio un fascio di protoni opportunamente accelerati. In questo modo si producono particelle chiamate pioni e kaoni che decadendo generando neutrini muonici. Ai LNGS, l’esperimento OPERA ed ICARUS riveleranno i neutrini dopo pochi millisecondi dalla loro creazione. OPERA rivelerà in modo diretto l’apparizione del leptone tau creato dai neutrini tauonici che si sono “trasformati” durante il percorso a partire dai neutroni muonici. Lino Miramonti - Università degli Studi di Milano e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare conclusione ► ► ► ► ► Sono passati ¾ di secolo da quando i neutrini sono stati ipotizzati per “salvare” alcuni principi fondamentali della fisica Si è dovuto attendere ¼ di secolo per rivelarli sperimentalmente Solo dopo ½ secolo dalla loro “invenzione” si sono rivelati i neutrini emessi dal sole Oggi sappiamo che ne esistono di tre tipi e che si trasformano da un tipo all’altro. Malgrado gli enormi sforzi il neutrino non ha ancora svelato tutte le sue proprietà …….. sappiamo che deve avere una massa ma non è ancora stata misurata così come non ne conosciamo la sua natura (potrebbe coincidere con la propria antiparticella)…. ……… la caccia continua Lino Miramonti - Università degli Studi di Milano e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare