n°4 2009 EDITORIALE: Finalmente una sede. AREA MEDICA: Troppo vivaci?; Il follow-up post dimissione. CORSI DI FORMAZIONE: “Crescere insieme”: un’alleanza terapeutica. TESTIMONIANZE: La storia di Riccardo; Anch’io sono nata pretermine; Edoardo; Raffaella. DA GENITORE A GENITORE: Gruppo di accoglienza a Vicenza. CONVEGNI: Prendetevi cura di noi. DISABILITÀ: Si può fare di più? WEB: Il nuovo sito. FOTO: Festa per i Pulcini. EDITORIALE Il Presidente Elisabetta Ruzzon Credere nel futuro Il 2009 si preannuncia come un anno di profonde evoluzioni. PROGETTI Finalmente una sede Più di duecento metri quadri messi a nostra disposizione grazie all’intervento del Sindaco di Albignasego Massimiliano Barison. Quando improvvisamente sono nati i nostri figli prematuri, gli stati d’ansia, l’impossibilità di accudirli e proteggerli, la nostra impotenza per la loro sofferenza, ci hanno fatto vivere l’esperienza più forte della nostra vita. Un mese, due, tre, alle volte anche quattro o più di degenza ospedaliera dei nostri piccoli pulcini, hanno di colpo reso il futuro incerto, nebuloso e tutta la vita ha iniziato a girare intorno alle quotidiane visite ai nostri figli nei reparti di terapia intensiva neonatale. Nessun progetto, nessuna aspettativa, perfino la “paura di sperare” che un giorno nostro figlio avrebbe potuto andare a scuola, solo un susseguirsi di ore, alle volte piene di gioia per i miglioramenti, alle volte piene di sconforto per i peggioramenti dei nostri bambini. Poi finalmente una seconda “nascita” cioè la dimissione, il momento più felice per ogni genitore di un bambino ricoverato fin dai primi istanti di vita. Solo in quel momento mettiamo fuori dalla porta il fiocco rosa o azzurro, solo in quel momento possiamo credere in un futuro, ma non siamo più come prima, questa esperienza ha cambiato il nostro modo di vedere la vita, i rapporti con i nostri familiari, con le altre persone. Da quel momento inizia una nuova vita con percorsi completamente diversi da quelli che avevamo immaginato nei primi mesi di gravidanza, percorsi alle volte semplici, alle volte molto difficili, che mettono alla prova anche le persone più forti. I dubbi, le angosce, le incertezze sullo sviluppo dei nostri figli, il ricordo delle loro grandi sofferenze, ci rendono alle volte molto fragili, incapaci di valutare quali possano essere i sostegni migliori per loro, le formule educative ottimali, i percorsi di crescita più adeguati. L’Associazione Pulcino, con la forza e l’entusiasmo dei genitori che hanno vissuto tutte queste tappe, vuole affiancarsi ad ogni “famiglia prematura” per poterla sostenere ed accompagnare, confortare ed aiutare. Ora lo potrà fare con maggiore impegno perché il 2009 si preannuncia come un anno di profonde evoluzioni, un anno ricco di novità. Progetti che sentivamo nel cuore da molto tempo si stanno finalmente concretizzando, probabilmente è vero: bisogna realmente crederci, e con grande impegno e caparbietà noi abbiamo creduto di poter raggiungere questi obiettivi. La sede dell’Associazione Pulcino è la prima tappa di un cammino lungo e impegnativo ma se i nostri associati, le istituzioni pubbliche, le aziende, gli enti, crederanno nei nostri progetti, potranno sostenerci e finanziarci con fiducia. Aiutateci a proseguire nel nostro cammino donando denaro, ma anche tempo e disponibilità per dar vita a quel futuro che ci è stato negato quando improvvisamente sono nati i nostri piccoli. RINGRAZIAMENTI E’ con grande entusiasmo che iniziamo questo 2009 che vedrà come prima tappa l’inaugurazione della sede dell’Associazione Pulcino all’interno di un contesto di un importante centro commerciale come l’Ipercity di Albignasego (PD). L’ubicazione nell’ immediata porta Sud di Padova alla confluenza delle tanzenziali Est e Ovest e l’ampissimo parcheggio, favoriscono tutte le attività e gli incontri. Più di duecento metri quadri messi a nostra disposizione grazie all’intervento del Sindaco di Albignasego Massimiliano Barison a cui va tutta la nostra riconoscenza. Questa grande occasione ci permette di sperare che i nostri nuovi progetti vedano una concreta realizzazione e sulla scia di questa nuova opportunità abbiamo formulato il progetto Grazie Con il progetto “Un nido per crescere” vogliamo dare vita ad un nuovo centro sperimentale specifico sulla prematurità, in grado di fornire servizi integrati, coordinati, qualificati e finalizzati al corretto sviluppo dei bambini nati prematuri e al benessere delle loro famiglie. Lo scopo è di sostenere, aggregare, condurre, accompagnare i genitori e i bambini nel percorso di crescita ma anche formare, aggiornare e supportare gli operatori sociali, sanitari e scolastici ai fini di un corretto approccio con la “famiglia prematura”. Per avviare questo progetto, oltre alla sede, abbiamo bisogno soprattutto del vostro aiuto per creare insieme a voi un centro unico nel suo genere che vedrà nel Veneto un punto di eccellenza di pari passo con l’eccellenza della neonatologia Veneta che si contraddistingue dal resto della nazione. “Un nido per crescere”. Per la sua attuazione servono aiuti concreti, donazioni, raccolta fondi ed invitiamo tutti a partecipare a questo ambizioso progetto. Da tempo pensavamo che un centro di aggregazione e di servizi potesse agevolare quelle che noi chiamiamo “famiglie pretermine”, proprio perchè nel corso degli anni ci siamo resi conto di quante poche informazioni ci fossero intorno alla sfera delle nascite premature e di quanto le famiglie non possano usufruire di servizi specifici. “Un nido per crescere” è appoggiato dal Reparto di Patologia Neonatale del Dipartimento di Pediatria di Padova, dal Reparto di Terapia Intensiva Neonatale di Camposampiero, dal Reparto di Patologia Neonatale di Vicenza, dal Coordinamento Nazionale Vivere Onlus, dall’Associazione Genitorialità. L’Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia di Padova ha finanziato la realizzazione di questo numero del “Il Pulcino” P U L C I N Redazione: Responsabile di redazione Elisabetta Ruzzon Direttore Scientifico Prof. Lino Chiandetti Hanno collaborato L’Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Padova, Massimo Giorgetti e la Presidente dell’Associazione Pulcino Elisabetta Ruzzon Quando l’Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Padova, Massimo Giorgetti, ha gentilmente partecipato alla nostra Festa dei Pulcini di settembre, nel suo discorso di saluto ci ha felicemente stupito, annunciandoci che avrebbe finanziato la realizzazione di questo numero del “Il Pulcino”. E così è avvenuto. Se voi ora potete leggere questa pubblicazione è per due ragioni: siamo stati stimolati dalla sua offerta e quindi ci siamo messi subito al lavoro per scrivere articoli, chiedere testimonianze, coinvolgere medici ed infermieri e perché, come promesso, la stampa e la spedizione è stata finanziata dalla Provincia di Padova. Grazie ancora. Roberta Bevilaqua Accoto Prof. P. A. Battistella Avv. Martina Bruscagnin Dott.ssa G. Carli Elena e Boris Ileana Pupa Filippi Luciana Pellizzato Dott. L. Rigon Dott.ssa I. Robbiani Luciana Pellizzato Francesca Tadiello Silvia Toffano Una mamma e un papà Dott.ssa S. Zanato Prof. C. Zorzi Un particolare ringraziamento a Fulvio Serasin di RRS, che ci ha donato l’art direction e il progetto grafico di questa pubblicazione. n°4 2009 O Dott.ssa S. Zanato, Prof. P. A. Battistella Servizio di Neuropsichiatria Infantile Università degli Studi di Padova AREA MEDICA Sindrome di iperattività e deficit di attenzione (ADHD) e prematurità La sindrome da iperattività/ deficit di attenzione (ADHD: Attention Deficit/Hyperactivity Disorder o DDAI: Disturbo da Deficit di Attenzione / Iperattività) è un disturbo dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente, che, se non adeguatamente trattato, può protrarsi con caratteristiche differenti anche nell’età adulta. Il disturbo si manifesta principalmente con iperattività, impulsività, incapacità a concentrarsi ed inoltre, attraverso una possibile costellazione sintomatologica di difficoltà scolastiche, difficoltà delle relazioni sociali, disturbi comportamentali, disturbi dell’umore. La classificazione del disturbo deriva dalla descrizione diagnostica del DSM-IV, che richiede il criterio della pervasività: i sintomi si devono manifestare in almeno 2 ambiti (casa, scuola, ecc.), compromettendo il funzionamento scolastico e sociale del bambino. L’esordio dei sintomi deve risalire a prima dei 7 anni di età e la durata degli stessi non deve essere inferiore ai 6 mesi. Esistono 3 sottotipi differenti di ADHD: uno prevalentemente disattentivo, uno prevalentemente iperattivoimpulsivo e uno di tipo combinato. I bambini con disturbo prevalentemente disattentivo presentano un’evidente difficoltà a rimanere attenti o a lavorare su uno stesso compito per un periodo di tempo sufficientemente prolungato, passano da un’attività ad un’altra senza averne completata alcuna, non riescono a seguire le indicazioni fornite, si fanno distrarre facilmente, sono disorganizzati. Il sottotipo prevalentemente iperattivo-impulsivo presenta difficoltà di inibizione dei comportamenti inappropriati. Questi bambini parlano eccessivamente, spesso con tono di voce elevato, e frequentemente interrompono il discorso altrui; manifestano inoltre un’attività motoria intensa, quasi spinti da un “motore” sempre acceso, con difficoltà a rimanere fermi o seduti, incapaci di attendere il proprio turno. In generale, i bambini con ADHD evidenziano adeguate risorse cognitive ed affettive, ma non sono sufficientemente orientati nel compito e faticano a pianificare l’esecuzione delle attività loro assegnate. I dati epidemiologici in letteratura risultano estremamente variabili per i differenti strumenti ed approcci metodologici utilizzati; si stima che la prevalenza dell’ADHD in Italia oscilli fra 1-7%. Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività è maggiormente presente fra i maschi, con un rapporto maschifemmine pari a 4:1. Viene riferita una certa familiarità nei parenti di primo grado (tra il 50 e il 90% dei fratelli monozigoti). Nel 1999 presso il reparto di Neonatologia del Dipartimento di Pediatria dell’Università di Padova, in collaborazione con la Facoltà di Psicologia patavina, è stato condotto uno studio valutando 40 soggetti prematuri (25% nati prima della 28° s.g., 75% dopo la 28°s.g.), ricoverati fra il 1994 e il 1995, con peso inferiore o uguale a 1500 grammi, confrontati con un gruppo di controllo di bambini nati a termine, senza complicazioni alla nascita, di pari età al momento della valutazione. Lo studio ha dimostrato una maggiore incidenza di ADHD nel gruppo dei prematuri (15%), rispetto al gruppo di controllo (7.5%), con maggiore prevalenza del sottotipo iperattivo/impulsivo. I meccanismi alla base del disturbo sono complessi, comprendendo fattori genetici, biologici, neuropsicologici e socioambientali. Sulla base di evidenze genetiche e neuroradiologiche si può parlare di un disturbo neurobiologico della corteccia prefrontale e dei nuclei della base, che si manifesta come alterazione dell’elaborazione delle risposte agli stimoli ambientali, per un difetto evolutivo nei circuiti cerebrali che stanno alla base dell’inibizione e dell’autocontrollo. Come si è osservato nella nostra casistica, questo disturbo così frequente nella popolazione pediatrica si può riscontrare con maggiore prevalenza nei soggetti nati prematuri o con basso peso alla nascita. Secondo la letteratura, i piccoli nati fra la 34° e la 36° settimana gestazionale e quelli nati a termine, ma con peso fra 1500 e 2500 g, hanno un rischio doppio, rispetto alla popolazione pediatrica di controllo, di sviluppare ADHD prevalentemente di tipo iperattivo. Nei bimbi nati prima delle 34 settimane il rischio aumenta fino a 3 volte rispetto a quello della popolazione di controllo ed anche nel campione dei prematuri viene conservata la prevalenza nel sesso maschile. Le cause dell’associazione fra ADHD e prematurità risiedono probabilmente nella vulnerabilità di sviluppo del sistema nervoso immaturo del prematuro, che può andare incontro ad eventi di ipossia e ipotensione con danni cerebrali focali a livello dei nuclei della base e conseguente disregolazione del numero dei recettori dopaminergici. La maggiore incidenza nel sesso maschile può trovare una spiegazione nei tempi più lenti di maturazione del sistema dopaminergico, più esposto, quindi, nel maschio a noxae patogene. L’ADHD non va infine considerato un disturbo esclusivamente a carico del singolo individuo, ma va preso in carico come problema evolutivo che coinvolge il complesso sistema bambino-ambiente sia in senso etiopatogenetico che terapeutico. Per tale motivo, prima di avviare un progetto terapeutico, sarà necessario valutare il bambino attraverso un’accurata anamnesi familiare, fisiologica e patologica; seguirà un’attenta osservazione clinica e la somministrazione di materiale testistico standardizzato. Successivamente al processo diagnostico verrà avviata una terapia psicocomportamentale per il bambino, e verranno coinvolti anche i genitori e la scuola. Nei casi in cui questi approcci risultassero inefficaci o insufficienti, sarà possibile fare ricorso a terapie farmacologiche, che da pochi mesi sono state autorizzate anche nel nostro Paese; queste potranno essere prescritte solo presso i Centri di Riferimento selezionati e previo inserimento di dati individuali all’interno di un apposito Registro Nazionale, gestito e protetto dall’Istituto Superiore di Sanità. Il sistema descritto, integrato nella rete dei Servizi del Territorio, garantirà il monitoraggio e la sicurezza d’uso del farmaco, evitandone inoltre una prescrizione impropria. Risorse: AIDAI (Associazione Italiana Disturbi Attenzione e Iperattività) www.aidai.org AIFA (Associazione Italiana Famiglie ADHD) www.aifa.it www.iss.it/adhd www.webmd.com/add-adhd Letture consigliate: “Bambini disattenti e iperattivi” G.M. Marzocchi, il Mulino 2003 “Il bambino con deficit di attenzione/iperattività – diagnosi psicologica e formazione dei genitori” C.Vio, G.M. Marzocchi, F.Offredi, Erickson 1999 “Figli irrequieti – come migliorarne il comportamento” R.A. Burkley, C.M. Bentos, Armando Ed. 2007 PROGETTI AREA MEDICA Un reparto “giovane” per “giovani” pulcini Broncodisplasia Una delle complicanze più frequenti e più temute della nascita pretermine è la broncodisplasia polmonare. Questa patologia non è ancora conosciuta per quanto riguarda la sua patogenesi, anche se un ruolo importante è rivestito dall’ossigenoterapia e dalla ventilazione meccanica cui una larga parte dei piccoli pretermine sono sottoposti alla nascita. Il Reparto di Patologia Neonatale di Padova è da tempo impegnato in un lavoro di ricerca sulla broncodisplasia. In particolare, un gruppo di lavoro coordinato dalla dott.ssa Zaramella, sta studiando il possibile ruolo delle cellule staminali derivate dal liquido amniotico, nella riparazione del danno polmonare tipico della broncodisplasia. Già negli anni precedenti l’Associazione Pulcino aveva finanziato un periodo di approfondimento a Toronto, nel Canada, di due ricercatori per l’apprendimento di tecniche di laboratorio; in seguito, dopo varie altre tappe importanti per la sperimentazione, il Pulcino aveva contribuito nella ricerca con l’acquisto di cellule staminali somministrate a ratti con broncodisplasia indotta sperimentalmente per la verifica della localizzazione e differenziazione delle cellule staminali nel polmone. I risultati preliminari sono stati Prof. C. Zorzi, Dott. L. Rigon oggetto di comunicazioni a Congressi Internazionali e di pubblicazioni scientifiche, ma ancora la ricerca non è completata e Pulcino intende proseguire con il suo supporto, finanziando il lavoro di un ricercatore che effettuerà le analisi di differenziazioni di cellule staminali da liquido amniotico, in polmoni di ratto broncodisplasico. Partecipa alla raccolta fondi, anche grazie al tuo aiuto la ricerca potrà proseguire! C/C postale 10325314. Bonifico bancario in Banca Etica IT96 F050 1812 1010 0000 0505550. L’Unità Operativa Autonoma di Pediatria dell’Ospedale Civile di Camposampiero fin dagli anni ’70 si è dotata di un reparto dedicato alla patologia neonatale e dal 1999 dispone di 4 posti letto di Terapia Intensiva Neonatale. Il primario del Reparto è il Prof. Carlo Zorzi, pediatra con alle spalle una lunga esperienza di neonatologo presso l’Università di Padova: nel suo curriculum scientifico vi sono numerosi studi sui problemi neurologici neonatali e sulla qualità di vita dei neonati che escono dalle terapie intensive. Nel corso degli anni sotto la sua direzione si è creato un team medico-infermieristico giovane ed entusiasta, particolarmente dedicato alla Terapia Intensiva Neonatale (TIN); attualmente nella TIN vengono ricoverati nati prematuri anche di età gestazionale estremamente bassa e nati a termine con patologie complesse con dati di sopravvivenza ed esito in linea con gli alti standard della sanità veneta. Una buona parte dei pazienti proviene dal bacino dell’Alta Padovana ed in particolare dall’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia di Camposampiero attualmente diretta dal dott. Italo De Meo, reparto con una fama consolidata nella gestione delle gravidanze a rischio. Lo scarso numero di posti letto di Terapia Intensiva Neonatale del Veneto e la loro distribuzione hanno reso peraltro la nostra TIN, dopo quelle di Verona, Padova e Treviso, una delle principali mete di arrivo del Neonato Critico trasferito direttamente dal Servizio di Trasporto Neonatale o trasferito in utero in gravidanze a rischio da altre Unità Operative di Ostetricia non dotate di letti di Terapia Intensiva Neonatale: attualmente la metà circa dei neonati ricoverati nella TIN di Camposampiero non risiede nell’Alta Padovana. Tale dato si è rafforzato con la costituzione del Dipartimento Materno Infantile dell’Alta Padovana (Camposampiero-Cittadella) diretto dal Prof. Carlo Zorzi, costituito da due unità operative di Ostetricia e Ginecologia e da due Unità Operative di Pediatria e Patologia Neonatale. Con la nomina del nuovo Direttore dell’U. O. di Pediatria di Cittadella dott. ssa Giovanna Policicchio si sono creati i presupposti di un lavoro sinattivo tra le due pediatrie soprattutto in ambito neonatale. Il programma prevede il continuo interscambio dei medici delle due Unità Operative di Pediatria per creare uniformità e condivisione dell’azione medica ed una crescita operativo-culturale in entrambe le strutture. Anche in ambito infermieristico neonatologico è in atto un impiego del personale della neonatologia di Cittadella in Patologia Neonatale e Terapia Intensiva di Camposampiero per aumentare le capacità di intervento e la conoscenza delle patologie neonatali complesse. Tutto questo ha consentito un sostanziale migliore utilizzo dei letti di Terapia Intensiva e Subintensiva Neonatale in entrambi gli ospedali con prospettive di incremento delle nostre attività dedicate ai neonati ammalati. I ricoveri totali in Terapia Intensiva Neonatale nel 2006 sono stati 114, di cui 49 con peso alla nascita inferiore ai 1.500 grammi e 19 con peso alla nascita inferiore ai 1.000 gr. I numeri relativi al 2007 e al 2008 sono in tendenziale incremento. Il punto di forza della TIN di Camposampiero, accanto al costante aggiornamento scientifico, è la tensione verso una sempre maggiore umanizzazione delle cure. Già da molti anni è possibile la pratica del marsupio anche per L’Unità Operativa Autonoma di Pediatria dell’Ospedale Civile di Camposampiero. bimbi inferiore a 1 Kilo di peso, nella convinzione della sua fondamentale importanza per rinforzare la relazione genitorefiglio. Presso la TIN è attiva da molti anni la Banca del Latte Materno che consente di alimentare fin dai primi giorni di vita nati prematuri con latte di donna e, non appena la madre ha la montata lattea, con latte materno esclusivo. I vantaggi medici di tale approccio sono scientificamente noti. Quotidianamente sotto i nostri occhi ci sono invece i vantaggi “umani”: la soddisfazione e l’orgoglio negli occhi delle mamme quando pressoché tutti i giorni portano il latte per il loro bambino, la gratificazione di poter proseguire anche con l’allattamento al seno non appena il piccolo ne abbia la possibilità. Per garantire il più possibile il contatto genitori-figlio si è scelto di mantenere una apertura globale sul cosiddetto “orario di visita”, consigliando i genitori sugli orari più idonei. Libretto informativo che viene consegnato ai genitori. www.pediatriacsp.it AREA MEDICA Dott.ssa G. Carli dell’Unità Operativa Autonoma di Pediatria dell’Ospedale Civile di Camposampiero. Il follow-up post dimissione Serve un lavoro multidisciplinare, in cui le varie figure professionali, collaborano insieme ognuno con le proprie competenze. Ulteriore cardine dell’assistenza neonatale è il proseguimento delle cure anche dopo la dimissione dalla Terapia Intensiva. Da alcuni anni è infatti attivo a Camposampiero l’ambulatorio di follow-up dei bambini prematuri. Il servizio è svolto da neonatologi in collaborazione con alcuni colleghi del Servizio della Neuropsichiatria Infantile: la neuropsichiatra e il fisioterapista. Da alcuni mesi, inoltre, lo stesso ambulatorio di follow-up è attivo anche a Cittadella con le stesse modalità e finalità. Dopo lunghe settimane trascorse in Patologia Neonatale durante le quali si sono condivisi con il personale medico-infermieristico e gli altri genitori timori, speranze, gioie, a volte delusioni e dolori, il piccolo prematuro e la sua famiglia sono finalmente pronti a far ritorno a casa. le loro famiglie mediante una presa in carico globale, per limitare il più possibile disagi ed eventuali problemi che derivano da una nascita prematura. Serve per questo un lavoro multidisciplinare, in cui le varie figure professionali, compreso il pediatra di famiglia, collaborano offrendo ognuno le proprie competenze. Per crescere professionalmente, noi neonatologi che ci occupiamo del follow-up, così come la neuropsichiatra infantile e il fisioterapista, abbiamo seguito alcuni corsi sullo sviluppo neuro-comportamentale del bambino prematuro presso il Centro Brazelton di Firenze. Spesso la stessa dimissione, così attesa dai genitori, è motivo di ansia per le piccole dimensioni del bambino, le difficoltà nella gestione quotidiana e i dubbi sul futuro sviluppo del piccolo. Rivedendo le famiglie a circa 1 mese dalla dimissione, ci si accorge di quanto bisogno abbiano di essere accompagnate e rafforzate nei primi passi, di quanti dubbi insorgano sul futuro dei propri figli perché magari non sembrano sorridere come fanno gli altri bambini di 4-5 mesi o perché sono molto più piccoli dei coetanei. La prima visita dopo la dimissione è finalizzata a rafforzare le competenze genitoriali, facendo sentire ai genitori di non essere soli e a dar loro i primi consigli su come tenere, maneggiare e stimolare i loro piccoli, in modo da favorirne un corretto sviluppo neurocomportamentale. Nei mesi successivi, a cadenza trimestrale prima, semestrale poi, l’attenzione si focalizza soprattutto sulla crescita ponderale, l’alimentazione, i tempi dello svezzamento, si rafforzano i consigli posturali, le modalità di stimolazione e di gioco. I controlli dei 3-6 mesi, in particolare, sono importanti per cogliere precocemente eventuali segnali che indichino la necessità di una valutazione più approfondita dello sviluppo psico-motorio del bambino con eventuale necessità di presa in carico da parte dei servizi del territorio. Il nostro lavoro infatti mira a far crescere i nostri piccoli pazienti e Non ultima finalità del followup è quella di aiutare noi neonatologi a valutare nel tempo i frutti del nostro lavoro, rafforzando la convinzione della validità di alcune strategie terapeutico-comportamentali e mettendone in discussione altre. Questo è uno stimolo a non fermarsi nella convinzione che quello che facciamo è buono, ma a mettersi sempre in discussione, per offrire il meglio ai piccoli e alle loro famiglie. TESTIMONIANZA Elena e Boris Il nostro primo pensiero al mattino era per lui e per lui anche il nostro ultimo pensiero alla sera. La storia di Riccardo Riccardo è nato pretermine a 26 settimane. La gravidanza era proceduta regolarmente fino a quando la natura ha voluto così, non ci sono state avvisaglie, è venuto al mondo. Avere un figlio prematuro è una cosa di cui si sente sempre parlare, certo che viverla in prima persona è un evento sconvolgente. Alla nascita Riccardo pesava 819 gr. Le sue condizioni erano quelle tipiche di un bambino di quella età gestazionale, ci hanno spiegato da subito i medici di Camposampiero, clinica nella quale è venuto al mondo. Da quel momento le ansie e la speranza hanno alimentato le nostre giornate. La mattina il primo pensiero era a lui e la sera l’ultimo, il momento della visita al nostro bambino rappresentava il fulcro intorno al quale era costruita la nostra giornata. Le prime due settimane sono state le più dure, Riccardo aveva frequenti apnee, ma nonostante ciò i medici avevano sempre parole di ottimismo ed erano proiettati al futuro, parlavano di Riccardino come di un bambino che sicuramente ce l’avrebbe fatta, illustrandoci con chiare parole l’iter che avremmo dovuto percorrere. Quando noi ci sconfortavamo, dottori ed infermiere ci venivano in soccorso con parole di conforto, ci spiegavano per filo e per segno quelli che sarebbero stati gli avvenimenti futuri, quello che sarebbe potuto accadere e, nel qual caso, come affrontarlo. E le loro parole di conforto erano per noi come l’acqua per chi ha sete, ci ridavano fiducia e speranza. Dopo due settimane abbiamo cominciato con la marsupioterapia, la prima volta che abbiamo tenuto in braccio il nostro piccolo è stata la cosa più emozionante che abbiamo vissuto, avere tra le braccia questo esserino così piccolo, ma così pieno di vita, era per noi un esempio di forza e tenacia, è stata una prova in più che il nostro piccolo ce l’avrebbe fatta. Lui stava combattendo la sua battaglia e stava vincendo, noi dovevamo lottare contro l’ansia e lo sconforto per lui. La sensazione più brutta che abbiamo provato era l’impotenza, la nostra impossibilità di fare nulla se non pregare e sperare che tutto procedesse nel migliore dei modi, dovevamo affidarci ai dottori che avevano in cura il nostro piccolo grande uomo e così è stato. Comunicavamo con loro continuamente, ci rivolgevamo a loro per risolvere qualsiasi dubbio e ascoltare le loro parole, la disponibilità che ci hanno dimostrato e la pazienza con cui ci hanno ascoltato ci hanno dato la forza per passare quei due lunghi, interminabili mesi. In questa situazione si ha tanto bisogno di parlare, di sentirsi rassicurati, di comunicare le proprie ansie, di dar sfogo alle emozioni per stare meglio. Le infermiere che hanno accudito il nostro bambino sono state per lui delle zie, noi genitori andando via eravamo tranquilli nel sapere che il nostro piccolo era nelle loro mani perché vedevamo l’amore con cui queste persone facevano il loro lavoro e che quindi riversavano anche sulla nostra creatura. E poi finalmente, tra alti e bassi, i due mesi sono passati, dopo tre settimane a casa Riccardo pesava 2850 gr: abbiamo tolto l’ossigeno ed è cresciuto bene. E’ bravo, è forte e ci dà coraggio, il nostro piccolo grande uomo è per noi esempio di vita. CORSI DI FORMAZIONE Dott.ssa Isabella Robbiani Presidente Associazione Genitorialità CORSI DI FORMAZIONE “Crescere Insieme”: un’alleanza terapeutica La finalità del corso di formazione è quella di creare una sinergia attiva tra operatori sanitari e genitori dei bambini ricoverati. L’Associazione Pulcino è orgogliosa di essere stata ideatrice e promotrice del progetto “Crescere insieme” accolto con entusiasmo dal Dipartimento Materno infantile dell’Alta Padovana. Proprio grazie alle nostre presenze all’interno dei reparti di Neonatologia e alle sollecitazioni degli operatori sanitari, abbiamo maturato la consapevolezza che l’interscambio di esperienze, in un contesto formativo adeguato, tra gli operatori della TIN ed i genitori, stimola nuove conoscenze ed un reciproco arricchimento a livello personale e professionale. Il progetto “Crescere insieme” prevede dei percorsi formativi per operatori sanitari dell’area perinatale, finalizzati alla gestione dei rapporti tra genitori di neonati ricoverati e gli operatori sanitari dell’area perinatale. La finalità del progetto è quella di creare una sinergia attiva, una sorta di “alleanza terapeutica”, tra operatori sanitari e genitori dei bambini ricoverati (o ex ricoverati) e favorire le condizioni ideali per una degenza qualitativa e basata sulla reciproca fiducia, gettando le fondamenta di un futuro meno traumatico sia per il bambino che per la famiglia. Lo smarrimento di un genitore che vede il proprio figlio “attaccato ad una macchina” crea dei pesanti sensi di colpa che possono alle volte creare conflitto con i neonatologi e gli infermieri. Il riappropriarsi in minima parte del ruolo di mamma e di papà ristabilisce un equilibrio, una collocazione, un contatto assolutamente indispensabile con in queste dinamiche può essere fondamentale nell’accompagnare un padre e una madre nell’acquisizione delle competenze genitoriali; nel porre le basi, il più possibili solide, di una relazione che poi crescerà negli anni e potrebbe dover superare molte difficoltà e paure. Affidarsi al buon senso, allo spirito di empatia che è connaturato alla maggior parte di noi è la strategia che molti di noi operatori sanitari adottano nel relazionarsi con il nucleo familiare prematuro. All’interno del Dipartimento Materno infantile dell’Alta Padovana, dove molta attenzione viene posta alla qualità della medicina perinatale, si è però recentemente riflettuto sul fatto che questa spontaneità non sempre è sufficiente per fare del nostro lavoro, un “lavoro buono”. Ed è per questo che l’occasione che ci è stata data, tramite il contatto con l’Associazione Pulcino e l’Associazione Genitorialità, di “fare formazione” anche nel campo della relazione, ha incontrato pienamente un bisogno che andava emergendo sempre più forte nel nostro Reparto. il proprio figlio. L’esperienza di un ricovero in terapia intensiva alla nascita è indelebile soprattutto a livello subconscio. La consapevolezza sia da parte degli operatori sanitari che da parte dei genitori delle ripercussioni nella crescita del bambino può mitigare le eventuali problematiche e accompagnare e favorire il suo sviluppo psico-emotivo. I corsi di formazione sono tenuti da Associazione Genitorialità che ci sta affiancando in tanti nostri progetti. Elisabetta Ruzzon Associazione Pulcino. Lavorare in una TIN (terapia intensiva neonatale) obbliga noi operatori sanitari, medici o infermiere, ad un costante confronto con realtà familiari e personali spesso molto difficili. Si incontrano madri e padri il cui naturale percorso del “diventare genitori” viene bruscamente interrotto dal parto prematuro; si incontrano genitori che vivono con dolore, con senso di colpa, con disorientamento, il fatto di essere catapultati dentro l’ambiente della Rianimazione Neonatale, sconosciuto alla maggior parte delle persone. Ci si trova a dover sostituire l’idea, sognata, di un figlio sano, perfetto, con la realtà di un piccolo esserino fragile, che vincola a ragionare in termini di incertezza, di disabilità se non anche di sopravvivenza. Il ruolo dell’operatore sanitario Sentiamo il bisogno di provare a superare il tecnicismo medico dietro il quale talvolta ci si rifugia nell’incontro con il genitore, e di provare, con gli stimoli e gli input formativi adeguati, a creare una relazione che sia parte vitale della terapia che noi garantiamo ai nostri piccoli bambini. Dott. Luca Rigon Neonatologo del Reparto di Patologia Neonatale di Camposampiero. Genitorialità sostegno ai genitori con figli ricoverati in ospedale. Cari Genitori dell’Associazione Pulcino, sono oramai molti anni che noi di Associazione Genitorialità abbiamo il piacere e l’onore di collaborare con Voi per la realizzazione di importanti obiettivi e progetti comuni. Approfitto di questo spazio che ci è stato offerto, per presentarci, in particolare a chi non ha ancora avuto modo di conoscerci meglio. L’Associazione “Genitorialità” è stata fondata nel 2004 da psicologi, psicoterapeuti, psicopedagogisti, educatori professionali con il fine di promuovere il tema della genitorialità nella cultura sociale e in particolare nel settore dei servizi alla persona. E’ un’associazione culturale nata dalla volontà dei professionisti che hanno frequentato il Master Universitario di II livello in “Genitorialità: interventi preventivi, diagnostici e psicoterapeutici” diretto dalla Prof. Fava Vizziello, al fine di creare una rete di promozione sociale. Finalità principale é la sensibilizzazione alla tematica della genitorialità come intervento a favore della salute e del benessere della famiglia. Poter collaborare, dunque, con un’associazione composta da genitori come la Vostra ha rappresentato per noi, fin dall’inizio, una grande opportunità di crescita che ci ha visto impegnati, come primo passo, nel contribuire a creare e formare un gruppo di ascolto e di Ricordo ancora con emozione quella formazione “Il nido dei Pulcini” che durò un anno, in cui abbiamo condiviso con le mamme che partecipavano un percorso fatto di emozioni, di speranze, ma anche di dubbi e di qualche lacrima. Da quella esperienza nacque un gruppo, consolidato dalla conoscenza reciproca e dalla condivisione del comune scopo di essere di sostegno ai genitori in reparto, che ancora oggi opera nel reparto di Neonatologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova. La stessa formazione è stata ripetuta qualche mese fa a Vicenza, con un altro gruppo di mutuo aiuto che si prefigge di diventare punto di riferimento per la Neonatologia dell’ospedale di Vicenza. Uno dei progetti più importanti, da cui è nata una convenzione fra le due associazioni, è stato “Grandi Passi per Piccoli Pulcini”, che ritengo sinceramente sia stata una delle esperienze più belle e formative per l’Associazione Genitorialità, ma anche per me come persona e come madre. Si è trattato di una ricercaazione che ha avuto la finalità di sostenere il bambino e la sua famiglia nelle prime e delicate tappe di separazioneindividuazione, come nel caso dell’inserimento al nido o alla scuola d’infanzia. L’obiettivo finale del progetto è stato quello di creare delle linee guida condivise da genitori ed educatori per favorire l’inserimento e la gestione in un contesto scolastico dei bambini nati pretermine. Per poter realizzare questo progetto, che è durato più di un anno, abbiamo dovuto unire davvero le forze, ed è stato possibile grazie anche al cofinanziamento del Centro Servizi Volontariato della Provincia di Padova, al sostegno del reparto di Patologia Neonatale L’Associazione “Genitorialità” è stata fondata da psicologi, psicoterapeuti, psicopedagogisti, educatori professionali con il fine di promuovere il tema della genitorialità. www.genitorialita.it dell’Azienda Ospedaliera di Padova, alla collaborazione dei Servizi Educativi del Comune di Padova e dei Servizi Sociali del Comune di Maserà (Pd). Attualmente stiamo continuando nell’analisi dei bisogni dei genitori con figli prematuri, grazie al lavoro di tesi svolto da Rossella Fanelli e da Elena Zambonin, al fine di determinare come poter meglio rispondere a tali bisogni dopo il ricovero. Proprio in questi mesi, infine, stiamo svolgendo il progetto “Crescere Insieme”, rivolto agli operatori sanitari (pediatri, ginecologi, infermieri, ostetriche) della Neonatologia dell’Ospedale di Camposampiero e di Cittadella. Obiettivo finale è quello di aumentare nei partecipanti la consapevolezza degli aspetti emotivi della prematurità e fornire gli strumenti per far fronte al fenomeno. Referente per l’Associazione Genitorialità è Elena Arpi, psicologa e infermiera neonatale con la quale e grazie alla quale, collaboriamo da così tanto tempo con Pulcino, responsabile della formazione è Maria Vittoria Maroni, psicopedagogista e ricercatrice. Entrambe stanno svolgendo un lavoro eccelso nella formazione proposta agli operatori ottenendo grandi consensi dagli stessi. Ringraziamo per questo anche i genitori che si stanno prestando a offrire la propria testimonianza, Stefania Faggian, Michela e Loris Zoddi. Ringraziamo tutti, tutti i genitori, con cui siamo entrati in contatto in questi anni, con l’augurio di coinvolgere anche chi ancora non conosciamo. Un grazie particolare, concedetecelo, a Elisabetta Ruzzon che continua a dimostrare la sua fiducia per il lavoro che ci impegniamo a svolgere sempre con passione, determinazione e amore. GRANDI PASSI PER PICCOLI PULCINI Elisabetta Ruzzon TESTIMONIANZA Anch’io sono nata pretermine Il cammino continua Un vivissimo ringraziamento va a tutte le persone che. con il loro sostegno, le loro donazioni, la loro partecipazione, le loro testimonianze, il loro volontariato, il loro cuore, ci hanno aiutato nella realizzazione del progetto. Il progetto “Grandi Passi per Piccoli Pulcini” avviato nel 2006, ci ha visti impegnati per ben due anni e, con grande soddisfazione, possiamo dire che non si è concluso, ma che anzi, è in continua evoluzione. Da una prima embrionale idea, nata dalle nostre esigenze di mamme che devono inserire i figli all’asilo nido e alla scuola materna, sì è concretizzato un progetto complesso ed articolato. Grazie alla conduzione dell’Associazione Genitorialità, e al cofinanziamento del CSV Centro Servizi per il Volontariato, questo percorso ha coinvolto insegnanti, educatrici, genitori, pedagogiste, psicologhe e neonatologi, al fine di sostenere il bambino nato pretermine e la sua famiglia nel momento del primo vero distacco dal nucleo familiare. In seguito ad una prima fase esplorativa sul tema dei bisogni e delle aspettative sia dei genitori che delle insegnanti, esplicitata attraverso dei focus group, sono stati definiti i temi dei corsi di formazione che hanno visto la partecipazione di 40 tra insegnanti ed educatrici e 40 genitori di bambini nati prematuri. Lo sviluppo del progetto è stato entusiasmante poiché si è costituito un gruppo di lavoro multidisciplinare che ha creato le sinergie necessarie a dare una risposta reale ai nostri propositi e ha dato vita ad un’esperienza di formazione innovativa dai Sono educatrice in un nido e spero che questa nuova consapevolezza mi aiuti a svolgere meglio il mio lavoro con i bambini nati pretermine, la cui storia merita di essere conosciuta e rispettata. risultati concreti e positivi per tutti i partecipanti. Il progetto “Grandi Passi per Piccoli Pulcini” è stato accolto con grande interesse anche dal personale sanitario che si occupa di prematurità poiché per la prima volta nel Veneto, ma anche a livello nazionale, è stata realizzata un’iniziativa che prevede un intervento su larga scala a sostegno dello sviluppo del bambino nato pretermine e della sua famiglia analizzando aree di disagio non patologico. Il risultato di questi percorsi informativi, formativi ed esperienziali, non poteva rimanere ristretto nell’ambito di chi l’ha vissuto in prima persona. Abbiamo creduto doveroso divulgarlo attraverso la pubblicazione di un libro che definisce le “Linee Guida per l’inserimento dei bambini nati pretermine al nido e alla scuola d’infanzia”. Il libro è stato presentato nell’aprile del 2008 ad un seminario a cui hanno partecipato, oltre ai protagonisti dei corsi, tutti i genitori associati, medici, infermiere, fisioterapisti, logopedisti, molti responsabili dei servizi socio-sanitari. Sono intervenute rappresentanze politiche-istituzionali che hanno preso a cuore le problematiche delle nostre “famiglie premature”. Abbiamo tenuto il seminario nella splendida sala polivalente della Corte Benedettina Da Zara, gentilmente messa a disposizione Luciana Pellizzato dal Comune di Maserà di Padova nella figura di Stefano Volpin, l’allora Assessore ai Servizi Sociali, che ha perorato la nostra causa sostenendoci ed agevolandoci. Il seminario ha illustrato le varie tappe della realizzazione del progetto riscuotendo notevole interesse da parte di tutti i partecipanti. Il libro “Linee Guida” per l’inserimento dei bambini nati pretermine al nido e alla scuola d’infanzia” è stato presentato anche al Convegno del Coordinamento Nazionale Vivere a Catania e le 100 copie messe a disposizione si sono esaurite già nella prima mattinata. Abbiamo distribuito alcune copie anche alle Associazioni Europee presenti al Meeting Europeo della Fondazione EFCNI: www.efcni.org. Il libro in formato PDF è scaricabile sul nostri sito internet www. associazionepulcino.it. I tanti consensi e l’entusiasmo dimostrato da tutte le persone che ruotano intorno alla sfera della nascita prematura ci stanno stimolando a proseguire in questo percorso affinché i piccoli passi quotidiani possano diventare sempre di più Grandi Passi verso una crescita serena. Sono Luciana e sono nata alla 31ma settimana di gestazione. Ora ho quasi 32 anni e devo dire che mi ha molto colpito leggere il libro “Linee Guida per l’inserimento dei bambini nati pretermine al nido e scuola d’infanzia” del progetto dell’Associazione Pulcino “Grandi Passi per piccoli Pulcini”. Non mi ricordo pressoché nulla dei miei primi mesi di vita. So che sono stata nell’incubatrice e questo mi ha procurato una cicatrice sulla mano sinistra. Non è stato facile proseguire nella lettura del libro, ho dovuto razionare gli argomenti ed i capitoli perché una grande emozione mi impediva di continuare, ma a poco a poco leggendo, ho preso consapevolezza del perché l’aspetto emotivo fosse così forte e mi sono resa conto di portare dentro di me i segni di quell’esperienza: il senso di vulnerabilità e fragilità, l’estrema sensibilità… caratteristiche che a volte mi pesano in quanto mi portano, spesso, a ingigantire le difficoltà della vita. Onestamente, non avrei mai pensato che questi fattori fossero correlati al fatto di essere stata in una culla termica. Forse deriva anche da questo la tenacia e la perseveranza con cui affronto i problemi … d’altronde, se ce l’ho fatta allora, così piccola, credo di potercela fare anche adesso. Da qualche anno sono educatrice di nido e ho lavorato anche in una scuola d’infanzia. Ho sempre ingenuamente pensato che dopo alcuni anni di vita, non importasse più essere nati a termine o meno! Ora spero che questa nuova consapevolezza mi aiuti a svolgere meglio il mio lavoro con i bambini, la cui storia merita di essere conosciuta e rispettata. Grazie all’Associazione Pulcino, per aver portato alla luce questo tema così delicato e importante. Francesca Tadiello e Ileana Pupa Filippi DA GENITORE A GENITORE Martina Bruscagnin socia del Pulcino e Presidente del Coordinamento Nazionale Vivere Onlus CONVEGNI Gruppo di accoglienza anche a Vicenza L’obiettivo che ci siamo posti è quello di ascoltare e di condividere il vissuto, le ansie, i timori ma anche le gioie. Prendetevi cura di noi I genitori di Vivere ed i neonatologi della S.I.N. vogliono favorire ed ampliare il reciproco scambio di esperienza. Lo scorso 4 ottobre un nuovo gruppo di ascolto di genitori ha iniziato il suo cammino presso il reparto di Patologia Neonatale dell’ospedale S. Bortolo di Vicenza. Come per il Reparto di Patologia Neonatale di Padova, anche a Vicenza il gruppo di ascolto é formato da genitori che hanno vissuto l’esperienza della prematurità e che più di qualunque altra persona sono in grado di comprendere i momenti che vivono i genitori dentro questi reparti. L’obiettivo che ci siamo posti è sicuramente quello di ascoltare e di condividere il vissuto, le ansie, i timori, ma anche le gioie, di tutte le mamme e i papà che vedono nascere troppo presto il loro bambino che per un periodo di tempo resta ricoverato in ospedale. sì che il genitore diventi parte integrante del team medico - infermieristico, coinvolgendolo, sostenendolo ed aiutandolo a sviluppare quelle tecniche necessarie all’accudimento del piccolo durante la sua ospedalizzazione. Quindi il fatto di sostenere la famiglia in questo tipo di percorso migliora il tipo di assistenza che fino ad ora è sempre stata offerta in TIN. In realtà la CARE del bambino ha già preso piede in varie neonatologie italiane e noi come Associazione Pulcino diffondiamo e sosteniamo questo tipo di percorso dato che ha già dato risultati positivi sia a breve che a lungo termine. La nostra presenza nelle patologie del Veneto, oltre a fornire un appoggio emotivo, vuole essere uno strumento per creare una rete di comunicazione tra i reparti al fine di ottimizzare i mezzi di informazione e confronto. Il Coordinamento Nazionale delle Associazioni per la Neonatologia Vivere Onlus, di cui il Pulcino è socio fondatore, continua il suo cammino di espansione. Oggi può contare su 15 associazioni iscritte, dislocate nelle varie regioni d’Italia, ma il numero sta crescendo perché nuove associazioni si stanno formando e altre stanno aderendo. Già in occasione del Primo Convegno dell’aprile del 2007 a Roma, l’associazionismo di genitori di bambini nati prematuri stava allargando le sue vedute. In quella occasione, per la prima volta in Italia, abbiamo realizzato un convegno, dal titolo estremamente incisivo: “Prendetevi cura di noi”. I relatori erano neonatologi, psicologi, psicoterapeuti, genitori, infermiere, fisioterapisti, consulenti sull’allattamento materno, in un continuo interscambio di esperienze, di dati e di informazioni che ha creato momenti di grande partecipazione emotiva per tutti. Per poter raggiungere al meglio tale obiettivo, da maggio a settembre abbiamo partecipato ad un corso di formazione chiamato “Il nido dei Pulcini” Il corso, condotto dalle psicologhe dell’Associazione Genitorialità, ha affrontato varie tematiche, da cosa vuol dire “sostenere” una persona a come “ascoltare” o a quanto sia importante creare un vero rapporto di empatia con chi ci sta di fronte. Abbiamo così dovuto rispolverare i nostri ricordi e metterci di nuovo in discussione e non sempre è stato facile, ma proprio grazie a questo percorso abbiamo formato un gruppo coeso e solidale che ci ha fatto passare da un’esperienza individuale ad un’esperienza collettiva e condivisa, permettendoci di superare i traumi vissuti con i nostri figli. La nostra speranza é che proprio attraverso il nostro gruppo di ascolto, riusciamo a supportare, ad ascoltare, ad alleviare, almeno in parte, le ansie dei genitori che vorranno renderci partecipi della loro storia personale. Andrea, Maria, Elisa T., Elisa P. Francesca, Antonella, Lucia, Luca e Ileana sono i volenterosi genitori che hanno gettato le basi per la formazione del gruppo di accoglienza. Solitamente la nostra presenza in reparto ha cadenze settimanali, venerdì o sabato pomeriggio, e siamo sempre in due proprio per condividere anche fra di noi i nostri incontri con i genitori. Vorremmo cogliere l’occasione per ringraziare tutti coloro che, come noi, credono ad un gruppo di mutuo-aiuto all’interno di un reparto così speciale come quello della Patologia Neonatale. Un particolare e doveroso ringraziamento va all’Associazione Ladies’ Circle di Vicenza che, attraverso la sua donazione, ha permesso che questo progetto potesse diventare realtà. Non per ultimo, siamo sempre pronti ad accogliere nuovi genitori che, come noi, sperano di aiutare con semplici parole e semplici gesti altri mamme e papà, genitori di piccoli pulcini. Per informazioni: Ileana 348 7001760. Come volontari del Pulcino sviluppiamo inoltre molti altri temi; il benessere del piccolo e della sua famiglia rimangono comunque il perno del nostro interesse intorno al quale ruotano tutte le nostre scelte. Siamo promotori di idee innovative e per noi meravigliose che riguardano la cura del bambino come ad esempio il metodo NIDCAP che studia il modo migliore per contenere lo stress del bambino e la riduzione del dolore. Il contatto con la mamma ed il coinvolgimento della famiglia diventano fondamentali per la CARE del prematuro anche quando le funzioni vitali non sono ancora completamente stabilizzate. L’obiettivo è far Elisa Tiso all’ingresso della Neonatologia di Vicenza Ileana Pupa Filippi con il marito e le figlie Beatrice e Maddalena L’obiettivo era favorire ed ampliare il dialogo e il reciproco scambio di esperienze tra gli operatori dei reparti di neonatologia ed i genitori dei bambini nati pretermine, al fine di migliorare la qualità dell’approccio e dell’assistenza alla “famiglia pretermine” nel suo insieme, attraverso un lavoro multidisciplinare. I genitori di Vivere ed i neonatologi della SIN, Società Italiana di Neonatologia, sono convinti che un’efficace integrazione tra le componenti professionali dell’area neonatologia e le esperienze ed 14 giugno 2007 Prendetevi cura di noiRoma, Auditorium Via Rieti primo convegno nazionale del coordinamento delle associazioni per la neonatologia approccio multidisciplinare al neonato a rischio e alla sua famiglia voluto da: vivere onlus coordinamento nazionale delle associazioni per la neonatologia in collaborazione con la società italiana di neonatologia Presidente del corso: Prof. Claudio Fabris Vivere onlus Coordinamento Nazionale delle Associazioni per la Neonatologia Sede presso la Divisione di Neonatologia del Policlinico di Modena T. 059.330102 Banca Etica ABI 05018 CAB 12101 CIN C n°cc 515151 www.vivereonlus.com Round Table Cair Italia il supporto dei genitori, possano garantire, anche attraverso adeguati percorsi assistenziali nel territorio, concreti risultati sulla qualità di crescita e di sviluppo dei bambini prematuri. Il primo convegno ha riscosso una notevole risonanza sia presso il personale dei vari reparti di terapia intensiva, che presso i genitori provenienti da tutta Italia, tanto che la sala congressi dell’Auditorium Rieti di Roma, a stento ha contenuto tutti i partecipanti. Il Prof. Claudio Fabris Presidente della SIN In particolar modo per noi genitori è stato entusiasmante poter constatare l’attenzione dedicata finalmente agli aspetti psicologici della cura al neonato pretermine e l’avvenuto riconoscimento del ruolo fondamentale ed insostituibile dei genitori nella crescita emotiva del bambino, elemento questo determinante per la riduzione della permanenza in reparto. Proprio in quell’occasione Laura Basile, presidente di ABC Associazione Bambini in Crescita di Catania, sollecitava l’attenzione dei temi discussi anche nei confronti del Sud dell’Italia. Grazie all’impegno di questa associazione, il 25 ottobre 2008 si è svolto proprio a Catania il secondo Convegno di Vivere Onlus col titolo “Prendetevi cura di noi 2” a significare la continuità delle tematiche già argomentate nel primo convegno. I relatori si sono alternati con temi che spaziavano dalla prevenzione delle gravidanze a rischio, allo stress per il piccolo neonato dovuto ai rumori, al dolore e ai campi magnetici. Tutte le relazioni sono presenti nel nuovo sito del Coordinamento Vivere: www.vivereonlus.com Martina Bruscagnin Presidente di VIVERE al convegno di Roma e grande merito va soprattutto all’associazionismo delle famiglie che hanno saputo sollecitare e stimolare le istituzioni pubbliche nell’avviare l’aggiornamento dei servizi territoriali. In particolar modo l’attenzione per la riabilitazione infantile stava lentamente evolvendosi e alcuni lungimiranti centri riabilitativi hanno permesso che si potessero assistere ed aiutare bambini in età molto precoce al fine non solo di valorizzarne le potenzialità, monitorarne lo stato di salute, accompagnarli nelle tappe evolutive e nell’inserimento scolastico, ma anche prevenirne e risolverne disabilità che in età adulta si sarebbero rivelate irreversibili. Oggi questi centri sono convenzionati e vantano personale qualificato, ma purtroppo subiscono la politica dei numeri, delle priorità, dei tagli al personale, degli sprechi, tutti elementi che concorrono ad un arretramento e ad una presa in carico, anche sotto il profilo finanziario, di totale responsabilità del genitore. Accade infatti che di quel servizio che era stato pensato, costruito e avviato su misura del bambino disabile e della sua famiglia, vicino alla realtà domestica e scolastica in cui vive, si stia perdendo traccia e rimanga esclusivamente l’indispensabile, ovvero i trattamenti riabilitativi ritenuti più importanti, visite di controllo dello stato di salute per la valutazione degli interventi medico-chirurgici e altri figli, terapie, scuola, vita lavorativa, necessità personali, possibilità economiche e trovare il giusto equilibrio con i sensi di colpa che ti accompagnano sempre per quello che è giusto per il bene del bambino. In tutto questo intreccio la famiglia, è spesso insoddisfatta delle risposte dei servizi territoriali. Questo accade perché ci si sente trattati come incapaci di capire e valutare obiettivamente il proprio figlio perché emotivamente troppo coinvolti, ma questo dato di fatto non implica necessariamente che questa capacità non si possa, imparare, far emergere o maturare nei genitori. Quando conosciamo il metodo, le finalità, l’applicazione, le possibilità, i rischi e i limiti di ogni percorso riabilitativo, quando lo proviamo a fianco dei terapisti e lo verifichiamo nella quotidianità, quando ogni dubbio viene accolto, quando il bambino viene costantemente valutato in considerazione dei suoi obiettivi specifici, possiamo sentirci meno disorientati, ansiosi e arrabbiati. Certamente tutto quello che ci è accaduto ci ha provato e ci prova su tutti i fronti, ma quando abbiamo chiaro il quadro della situazione possiamo avere altrettanto chiaro cosa possiamo o non possiamo fare e di cosa abbiamo bisogno. Ogni genitore, sulla base del proprio naturale istinto di protezione, impara a valutare cosa può andar bene e di cos’altro potrebbe aver bisogno il proprio figlio, ma alle volte non sa concrete su possibilità e limiti, cerca di valutare continuamente se il bambino sta bene, se gli obiettivi vengono raggiunti, se il percorso riabilitativo è adeguato, individua nuove necessità, nuovi bisogni, si perde, fa il punto della situazione e si ritrova. Un giorno una fisioterapista valutando nostro figlio, ci ha consigliato di provare un metodo che si rivolge a bambini affetti da paralisi cerebrale. La Conductive Education, letteralmente Educazione Conduttiva, è un processo educativo, non una cura o una terapia. Prevede una collaborazione tra il Conduttore, inteso come colui che trasmette, e i bambini, per creare le condizioni migliori per l’apprendimento. È un sistema autonomo, integrato di insegnamento che è stato sviluppato per gruppi di bambini con disordini motori. Stimola l’apprendimento e lo sviluppo delle abilità di movimento, di linguaggio e mentali simultaneamente, e non separatamente o consecutivamente; è basato sulla teoria che i bambini con disabilità motorie possano sviluppare capacità e apprendere nella stessa maniera dei loro pari. La Conductive Education non è una cura miracolosa. Necessita di un notevole sforzo concentrato in un lasso di tempo che “abilita“ i partecipanti a raggiungere gli obiettivi stabiliti; cerca i modi in cui i bambini possano sviluppare movimenti mirati. Non è facile coordinare tutto: famiglia, altri figli, terapie, scuola, vita lavorativa, necessità personali, possibilità economiche e trovare il giusto equilibrio con i sensi di colpa che ti accompagnano sempre per quello che è giusto per il bene del bambino. Siamo genitori di un bambino con pluridisabilità e in questi anni abbiamo dovuto esplorare realtà per noi assolutamente sconosciute. Abbiamo imparato tante cose e tante ne avremo da imparare, ma crediamo sia importante condividere con gli altri genitori il bagaglio di esperienze fin qui fatte da noi. Al trauma della nascita pretermine di nostro figlio, si sono aggiunte complicazioni varie che hanno compromesso lo sviluppo neurologico a danno della fase di deambulazione. Dopo le fasi concitate per la sopravvivenza di nostro figlio vissute in Terapia Intensiva Neonatale e la grande riconoscenza per i neonatologi, ci siamo ritrovati a dover percorrere la lunga e intricata strada della riabilitazione. Le nostre conoscenze erano scarsissime e le informazioni, a nostro parere, non erano, e non sono, sufficienti ad accompagnare dei genitori impreparati, apprensivi e traumatizzati come noi. Abbiamo potuto constatare che in questi ultimi anni i servizi sociali hanno enormemente sviluppato i servizi per la disabilità per le prescrizioni degli ausili strettamente utili. E’ ovvio che i giudizi sono soggettivi, che molto dipende dal grado e dalla tipologia della disabilità, che esistono professionisti altamente specializzati e dediti con amore e passione al loro lavoro e altri meno, che ci sono famiglie con diverse necessità. Non è facile coordinare tutto: famiglia, come e dove metterlo in pratica. Il genitore ascolta e confronta ad ogni visita specialistica valutazioni e osservazioni più o meno appropriate, trova spiegazioni a comportamenti o atteggiamenti che a volte sono difficili da interpretare e ricondurre a situazioni cliniche note, conosce altre famiglie con altri percorsi, scambia esperienze e porta opinioni personali Nostro figlio, con moderate difficoltà motorie agli arti superiori ed inferiori, ha impiegato due anni a imparare a chiamare per fare pipi, per lui abbiamo provato svariati atteggiamenti, tecniche, abbiamo preparato sorprese e premi, acquistato 5 modelli di vasini, lavato tantissime mutandine e pantaloni, pavimenti e lenzuola, ma alla fine c’è riuscito e finalmente possiamo DISABILITÁ dedicare l’attenzione al come aiutarlo a fare un po’ da solo. Se avesse potuto arrivare da solo al bagno, sarebbe stato tutto diverso perché avrebbe potuto essere come noi, come i suoi fratelli che non vengono accompagnati e aiutati, e così abbiamo deciso di lasciarlo da solo con la porta chiusa dopo averlo accomodato in modo che non cadesse: questa è stata la molla per la sua autostima. È molto più facile tirargli giù i pantaloni, le mutandine, sederlo sul vasino o sul water, abbiamo imparato invece che mettendo in pratica alcune indicazioni e faticando un pochino ogni giorno possiamo permettergli di imparare a tirarsi giù i pantaloni, con poco aiuto a sedersi, con poco aiuto a tenersi il pisellino da solo, a pulirsi, a rialzarsi e rivestirsi. Mi sono commossa la prima volta che una bambina di cinque anni, sempre imboccata per una grave ipotonia, dopo quindici giorni di educazione all’uso del cucchiaio e del bicchiere li ha portati alla bocca quasi da sola. Con tre settimane di trainig all’uso del vasino, dopo i primi giorni di pianti e paure per questa nuova posizione, proprio l’ultimo giorno ci ha regalato una “meravigliosa pipi”. Siamo stupiti e sempre riconoscenti ai conduttori ogni volta che vediamo insegnare a bambini di quattro anni con triparesi, come fare a togliersi le scarpe, i calzini, le magliette i pantaloni, ogni volta che gli insegnano a lavarsi le mani, ad asciugarle. Ci sembrava impossibile, ma abbiamo scoperto che non era così complicato, che avevamo solo bisogno che ci facessero vedere il metodo e provare, perché nella testa di una mamma e di un papà a volte ci sono talmente tanti compiti, pensieri, riflessioni, valutazioni, che non c’è più spazio per pensare alle cose più pratiche di cui i figli hanno bisogno e le soluzioni dei problemi più banali vengono trascurate. Così li imbocchiamo, altrimenti si sporcano, li vestiamo perché è tardi, li prendiamo in braccio TESTIMONIANZA Roberta Bevilacqua Accoto Quel giorno mi stavo preparando per andare al lavoro, come tutti i giorni. La forza del metodo Conductive Education sta nel lavoro di gruppo, nella lentezza, nell’intenzione ritmata, nel canto, nel continuo allenamento, nell’intensità dell’impiego, nelle attrezzature semplici e nella ripetizione. perché ci mettono troppo a camminare, li mettiamo in passeggino o in carrozzina perché a casa per terra fa freddo, li laviamo, cambiamo loro il pannolino come ai bambini piccoli. L’educazione conduttiva offre al bambino l’occasione di riconoscere le sue abilità con la soddisfazione di essere riuscito a svolgere il compito, l’esercizio, la mansione richiesta, cambiando la sua partecipazione passiva a partecipazione attiva. Ho visto mio figlio provare il piacere del successo personale, rafforzare le sue competenze sociali e l’autostima, acquisire fiducia in se stesso. Sono tanti accorgimenti, atteggiamenti, buone abitudini, esercizi, posture, filosofie che i conduttori insegnano ai bambini, ma anche ai loro familiari e, se non praticate tutti i giorni, rischiano di essere perse e dimenticate perché purtroppo siamo sempre troppo di fretta. L’educazione conduttiva insegna ai genitori come organizzarsi praticamente nei compiti giornalieri, trovando il giusto equilibrio di volta in volta, insegna come occuparsi del proprio bambino e come valutarlo nel miglior modo possibile. Quando saranno adolescenti potranno essere felici nel riuscire magari a mangiare quasi da soli ma questo avviene solo se lo avranno provato ad ogni pranzo, ad ogni cena, in ogni occasione, fin da piccoli ogni giorno. Apprezziamo e stimiamo tutti i professionisti che riescono, nella ripetitività lavorativa, a ricordare il valore e l’importanza di tutto questo ai genitori e stimiamo ancora di più i genitori che sono riusciti, con innumerevoli difficoltà, a mantenere e ad organizzare queste fondamentali quotidianità. La forza del metodo sta nel lavoro di gruppo, nella lentezza, nell’intenzione ritmata, nel canto, nel continuo allenamento, nell’intensità dell’impiego, nelle attrezzature semplici e nella ripetizione delle buone abitudini. Tutto questo costa tantissimo sotto tutti gli aspetti: fisicamente perché è difficile affiancare per un’ora i figli negli esercizi a tappeto, mentalmente perché non ci si deve scoraggiare o innervosire se la collaborazione è scarsa o nulla, spiritualmente perché la serenità e la fiducia si trasmettono, economicamente perché non è un metodo convenzionato. Per maggiori informazioni Michela: 345 4520357 [email protected] www.cerchiodelleabilità.org Edoardo Edoardo è nato il 10 dicembre del 2004, in anticipo di più di quattro mesi in confronto alla data prevista, che era agli inizi di aprile dell’anno dopo. In pratica è nato alla 23esima settimana di gestazione. Quel giorno mi stavo preparando per andare al lavoro, come tutti i giorni. Improvvisamente ho sentito delle fitte all’inguine, all’inizio leggere, poi pian piano sono aumentate di intensità e frequenza diventando quello che poi, ho scoperto solo dopo in ospedale, erano in realtà contrazioni da inizio travaglio. La cosa mi ha molto sorpreso, anche perché solo 3 giorni prima avevo fatto un controllo generale e il medico non aveva riscontrato nulla di strano. In ospedale, invece, mi hanno diagnosticato il distacco della placenta, hanno cercato di fare il possibile nel tentativo di bloccare almeno le contrazioni e per quanto più tempo possibile di tenere Edoardo al “calduccio” nella mia pancia. Questo tentativo è durato solo alcune ore, il ricovero è avvenuto circa alle 10.00 del mattino, ed Edoardo è nato dopo la mezzanotte della sua 23esima settimana e 1 giorno. Le prospettive di vita erano scarsissime, bassissime le possibilità che non avesse problemi fisici e neurologici causati dalla forte prematurità, tenendo anche conto che alla nascita pesava solo 520 grammi. Sono riuscita a vederlo solo per pochi istanti dalla nascita, prima che lo portassero d’urgenza nel reparto di terapia intensiva della Patologia Neonatale dell’ospedale di Padova. I primi giorni sono stati confusi e pieni di paure e di ansia, i medici non assicuravano che sarebbe sopravvissuto ai primi 10 giorni, poi non escludevano un’intera lista di probabili complicazioni: emorragie cerebrali che avrebbero potuto portare, in vari modi, a differenti handicap. Quindi il primo periodo è stato di snervante attesa nella speranza che non accadesse nulla di quello che mi era stato illustrato dai medici. Nessuno aveva tenuto conto della “caparbietà” del piccoletto nell’incubatrice che, sin dai primi giorni, si è dimostrato propenso a sottoporsi alle terapie e anche intenzionato a rispondere bene alle stesse! Sembrava andasse tutto bene, ma dopo quasi tre mesi di ricovero e a pochi giorni dalle dimissioni, i medici mi hanno informato di una complicazione rilevata già qualche giorno prima e anche abbastanza grave. Non era ancora molto chiara la gravità della patologia: un principio di retinopatia. Sono intervenuti ovviamente tempestivamente con due interventi chirurgici di crioterapia cercando di tamponare l’evolversi della malattia, sperando di bloccarne il decorso. Purtroppo le cose sono peggiorate e la crioterapia non era più sufficiente, l’ospedale ha contattato un altro ospedale, quello di Negrar, in cui il primario del reparto oculistico, la Dott. ssa Pertile, era sicuramente la persona più indicata per affrontare quello che ormai avrebbe portato mio figlio alla cecità: una retinopatia di V grado, il grado più alto della scala di classificazione della patologia. Quando mi hanno detto che mio figlio non avrebbe mai potuto recuperare la vista, non ho subito messo a fuoco l’implicazione di queste parole, pensavo a tante cose, tutte insieme, confuse…. portarlo all’estero (anche se non sapevo esattamente NUOVO SITO dove), consigliare un altro tipo di intervento (che non avevo idea neppure di quale potesse essere), insomma tante e tante soluzioni pur di non accettare, mentalizzare quella che era la realtà di fondo: mio figlio non avrebbe mai visto niente di tutto il mondo che lo circondava. L’inizio è stato terribile, non sapevo cosa pensare, come farmene una ragione, mi sembrava impossibile che non si potesse fare nulla, che non ci fosse nessuna soluzione con tutte quelle che pensavo fossero le tecnologie moderne in grado di risolvere qualunque problema. In seguito ha subito vari interventi ma sapevamo già che nulla avrebbe cambiato quella che era la diagnosi di fondo. Cominciava così la parte che in realtà, mi faceva più paura: “ e adesso….che faccio?” Non sapevo cosa fare, come relazionarmi con mio figlio nel modo più giusto e utile per lui, come interagire? Mi sentivo inadeguata e impotente di fronte a una realtà a me del tutto sconosciuta. L’ospedale di Padova mi ha indirizzata al Centro Robert Hollman, un centro riabilitativo per deficit visivi. Frequentando il centro ho cominciato anche a capire mio figlio, mi è stato spiegato il modo completamente diverso di crescere e di imparare che avrebbe avuto in confronto a un bimbo vedente. Abbiamo dovuto cominciare a crescere insieme, in un certo senso: cominciare a imparare a muoversi, a identificare oggetti e suoni diversi fra loro, a orientarsi nello spazio riconoscendo suoni e rumori, a provare a ripetere suoni tenendo conto che lui non vede il labiale delle persone che lo circondano. In pratica, momento dopo momento, fase dopo fase, è stato seguito scrupolosamente, con attenzione e mettendo al centro i suoi normali ritmi di crescita, che sono, apparentemente, più lenti di un bimbo vedente, ma necessari e graduali per lui. Per fortuna, l’Hollman ha seguito anche noi genitori! Psicologi e operatrici ci hanno aiutato in tutti i modi e sempre in ogni nostro dubbio e lacuna, abbiamo potuto chiedere tutto ciò che non capivamo o non sapevamo e soprattutto ci hanno dato preziosi consigli sul modo migliore per crescere Edoardo e per crescere “con” Edoardo. Un filo conduttore ha unito l’Ospedale di Padova a quello di Negrar fino al centro Hollman: il personale che ho incontrato durante questa singolare esperienza: infermiere gentilissime, disponibili, empatiche, chiare nel dare suggerimenti e spiegazioni… insomma…”chiedete e vi sarà detto” se vogliamo metterla così. In tutta questa mia esperienza ci sono risvolti brutti e risvolti belli, non ho potuto provare tutte quelle sensazioni di una gravidanza felice (perché era così che me la immaginavo dopo averla tanto attesa), la paura profonda di affrontarne un’altra, anche se sarebbe stato, in passato, il mio desiderio. Ora che è ancora piccolo, Edoardo è seguito e protetto da me, ma faccio fatica a immaginarmelo a trent’anni e mi preoccupa, a volte mi angoscia, l’idea di lui che, quando io non ci sarò più, dovrà affrontare il mondo da solo, ma un mondo che non ha mai visto e che non si sa cosa possa riservare. Mi chiedo se potrà crearsi una famiglia, avere un lavoro che lo gratifichi e non uno che, magari, al contrario, lo svilisca. Mi chiedo, insomma, se potrà essere felice oppure no. www.associazionepulcino.it Però, quando sto con Edoardo che ride, salta, non si ferma un attimo, ha voglia di giocare, di camminare, di andare sull’altalena, di saltare sul letto fino allo sfinimento… mi rendo conto che lui, a modo suo, con i suoi mezzi, comunque è in grado di essere felice. Per tenervi sempre aggiornati sulle nostre ultime novità abbiamo realizzato il nostro nuovo sito. Ne andiamo molto orgogliosi perché è stato ideato da un noto creativo pubblicitario, che si è reso disponibile per tutte le nostre esigenze, dedicandoci veramente molto tempo a titolo gratuito. A lui va la nostra profonda gratitudine. Forse tutti i miei ragionamenti sono fatti seguendo il mio flusso di pensieri, quelli da mamma che sempre e comunque si preoccupa del figlio. Penso che dovrò imparare a vivere di più come lui e non solo per lui, perché forse solo così sarò in grado di capirlo fino in fondo. E poi, in piscina è un delfino, quindi da grande farà sicuramente l’atleta, o il musicista o l’insegnante o lo scienziato, insomma… queste cose semplici semplici… da mamma. Per tenervi sempre aggiornati sulle nostre ultime novità abbiamo realizzato il nostro nuovo sito. E’ stato poi realizzato con grande professionalità dalla Diginess di Padova ( www.diginess.com ) che ha contribuito a portarlo ai massimi livelli. Un particolare ringraziamento va a Lorenzo Bumbalo che con il suo generoso coinvolgimento e partecipazione ha permesso una realizzazione appropriata ed emozionante. Bocaetto di Selvazzano Dentro, a chi pensa a noi anche attraverso le nostre bomboniere per battesimi, comunioni, matrimoni. Grazie anche al CSV Centro Servizi per il Volontariato di Padova. Un riconoscimento a tutti i donatori del 5 per mille che credono in noi e ci hanno dato la possibilità di iniziare nuovi progetti. Grazie ai rappresentanti di istituzioni pubbliche che vogliono partecipare alla realizzazione dei nostri progetti. Una profonda riconoscenza alle mamme del gruppo di ascolto “Da genitore a genitore” di Padova che con dedizione e costanza sono presenti una volta alla settimana in reparto. Grazie a tutti voi che partecipate e sostenete l’Associazione Pulcino da tutto il Consiglio Direttivo: Barbara Riondato, Daniela Cestaro, Elisa Zarantonello, Ileana Pupa, Martina Bruscagnin, Mauro Marcato, Silvia Toffano, Stefania Faggian, Susanna Marcato. Mandateci le vostre testimonianze e le foto dei vostri bambini, suggeriteci argomenti e chiedeteci informazioni, partecipate al blog con i vostri commenti, vi aspettiamo. RINGRAZIAMENTI Grazie a chi ci sostiene Un grazie con tutto il cuore a tutti i nostri sostenitori e benefattori che con le loro donazioni ci hanno permesso e ci permetteranno, di portare avanti il nostro impegno verso i bambini nati prematuri e i loro genitori. Grazie ai genitori associati, ai parenti, amici, simpatizzanti che con le loro quote associative ci sostengono; grazie ai divertentissimi “Geniattori in Teatro” di Maserà di Padova, alle gentili socie all’Associazione Ladies’ Circle di Vicenza, ai velisti del Circolo Velico di Punta S. Giuliano, all’Associazione Culturale Blu Tower di Tribano (PD), Amici del Alcune componenti del Consiglio Direttivo alla festa dei Pulcini PARTECIPAZIONE 7 SETTEMBRE 2008 Le bomboniere utili Sul nostro sito troverete le foto delle bomboniere e Silvia sarà felicissima di darvi tutte le informazioni: 347 2900490 8`festa per i Pulcini Grazie ai nostri ospiti Anastasia e Maurizio De Lucchi e a tutti i volontari che hanno partecipato alla meravigliosa realizzazione della festa. E’ molto coinvolgente e gratificante partecipare ai vostri momenti di gioia con le nostre bomboniere. Grazie di cuore per aver pensato ai nostri piccoli Pulcini ed averli resi protagonisti del gentile dono dei battesimi dei vostri piccoli, nelle comunioni o cresime e anche nei vostri matrimoni. Grazie a tutti Mi sposerò il prossimo 30 ottobre 2009 e mi piacerebbe devolvere i soldi destinati alle bomboniere alla vostra associazione Ciao Silvia, volevo avere informazioni sulle vostre “Bomboniere Utili” Sono la ragazza di 28 anni mi chiamo Raffaella, sono nata all’ospedale Niguarda di Milano il 17 giugno 1980 ... e sono nata di 25 settimane, un fagottino di 7 hg. per 30 cm. Eravamo in due, la mia gemella non ce l’ha fatta, ma io sono qui, dopo le amorevoli cure di dottori, infermieri, 4 mesi di incubatrice sono una vita intera, ma soprattutto grazie all’amore dei miei genitori. L’unico residuo permanente della mia nascita è la retinopatia in entrambi gli occhi, ma fortunatamente ci vedo (sono un pò talpa ma le lenti a contatto fanno miracoli). Insomma, decisamente “qualcuno” deve aver guardato giù quel giorno ed era destino che io portassi la gioia nella vita dei miei genitori. Mi sposerò il prossimo 30 ottobre 2009 e mi piacerebbe devolvere i soldi destinati alle bomboniere alla vostra associazione, appunto perché mi sento profondamente coinvolta. Non so ancora se fare il sacchettino di confetti con la pergamena o la bomboniera vera e propria, ma tanto manca ancora tanto tempo! Quando vuoi scrivimi. ...ecco due righe anche da parte della mia mamma. Anche noi siamo certi che lassù qualcuno ha illuminato il tuo cammino. Abbiamo lottato tutti ed ognuno di noi in prima linea. Per me e il papà fu un periodo di sofferenza, pianti, disperazione, speranze, interrogativi, ricerche ma soprattutto di grande amore per quel piccolo girino che si stava trasformando in ranocchio. Avevamo poche speranze, una spada di Damocle ti pendeva sempre sulla testa, un grosso dubbio ...forse il tuo cervello non si era sviluppato, avresti potuto sopravvivere (perché questa è stata la tua forza) ma in che modo. Ma a noi non importava nulla avremmo accettato qualsiasi cosa, perché dal momento in cui sei nata ti abbiamo disperatamente amata ed ancora oggi quel filo non si è mai spezzato e mai si spezzerà perché è di acciaio. Ho ringraziato Dio perché mi ha tolto una figlia ma me ne ha lasciata un’altra, perché ti ha tolto un occhio ma ha lasciato l’altro e perché mi ha fatto provare quelle emozioni che non potrai mai capire, accarezzare il tuo musetto peloso quando eri nell’incubatrice. Grazie a te sono riuscita a superare il dolore di aver perso una bimba. Ogni volta che mi permettevano di accarezzarti ero percorsa di brividi e piangevo di felicità. Papà al di là della vetrata mi guardava invidioso e piangeva con me. Eri un brutto anatroccolo, ma per noi uno splendido cigno. Ti voglio bene. La tua mamma. 1_ Prof. Lino Chiandetti direttore di Patologia Neonatale di Padova, Elisabetta Ruzzon presidente Pulcino, Massimo Giorgetti assessore della provincia di Padova, Martina Bruscagnin presidente del coordinamento nazionale Vivere. 2_ Da sinistra: Massimiliano Barison sindaco di Albignasego, Prof. Giorgio Perilongo primario di Pediatria di Padova. 3_ Le preziose Barbara, Michela e Sara. 4_ Dott. Daniele Trevisanuto neonatologo con Mauro Marcato vicepresidente Pulcino. 5_ Alessandro Bellini con l’infermiera Antonella Allegro. 6_ Flavio Frasson consigliere della Regione Veneto. PER DONARE Abbiamo bisogno della tua donazione per finanziare il nostro nuovo progetto. Partecipa anche tu alla realizzazione del progetto: “Un nido per crescere”. PER ISCRIVERSI Sostienici anche tu con la tua iscrizione, più siamo e più forza abbiamo. Sarai socio per tutto il 2009 con 25 euro... PER RICONOSCERSI ...ed in più con 10 euro potrai avere la nostra originale maglietta. Con un bonifico bancario: Banca Etica IT96F0501812101000000505550 Con bollettino postale: c/c postale 10325314 Intestato ad Associazione Pulcino Con carte di credito on line sul nostro sito: www.associazionepulcino.it Con la destinazione del 5 per mille: inserendo il codice fiscale del Pulcino 02700810282 e mettendo la firma nella tua dichiarazione dei redditi: Il sottoscritto/a ______________________________________ ______________________________________ Residente a ______________________________________ ________________Prov._____CAP________ Via ________________________________n°____ Telefono fisso e cellulare ______________________________________ e-mail ________________________________ Disegnata in eslusiva per noi dalle graphic designer Silvia Compagno e Cinzia Carraro. 1.In qualità di genitore di______________ ______________________________________ ricoverato/a presso ______________________________________ dal/al_________________________________ 2.In qualità di sostenitore / simpatizzante CHIEDE Di aderire all’Associazione Pulcino per l’anno___________versando la quota di P U L C I N O euro _________________________________ Con...tanti: Ogni forma di sostegno è gradita: partecipando in maniera diretta all’opera di volontariato, realizzando materiali, partecipando attivamente ad iniziative, mettendo a disposizione luoghi, mezzi e strumenti e qualsiasi altro tipo di “supporto professionale” che ci aiuti ad evitare spese di gestione, donando mezzi, strumentazioni e quanto sia direttamente necessario all’associazione. Con: c/c postale Bonifico bancario Carte di Credito in contanti Ai sensi e per gli effetti della legge 675/96 e del D. Lgs. n° 196/2003 art 24 l’Associazione Pulcino vi informa che i dati personali contenuti in questa scheda non verranno diffusi, comunicati o pubblicati all’esterno e saranno utilizzati dall’associazione Pulcino esclusivamente per fini associativi quali invio di comunicazioni o pubblicazioni. In qualunque momento potrete avere accesso a tali dati, aggiornarli, modificarli e cancellarli esercitando tutte le facoltà di cui all’art. 13 della legge 675/96 e D. Lgs. n° 196/2003 scrivendo all’Associazione Pulcino. Data Firma________________________________ Inviare via fax allo 0498218085 o [email protected] Associazione delle Famiglie dei Bambini Nati Pretermine e a Termine Ricoverati in una Unità di Terapia Intensiva Neonatale del Veneto Associazione di Volontariato Onlus Presso Sezione di Patologia Neonatale del Dipartimento di Pediatria dell’Ospedale di Padova Via Giustiniani, 3 - 35128 Padova Tel. 049/8869371 3454520410 Sede operativa Via Verga, 1 Albignasego (PD) presso il centro commerciale Ipercity www.associazionepulcino.it [email protected]