Centro Ufologico Nazionale 9° Convegno di Ufologia Città di Tarquinia UFO – Il fattore contatto Alieni, Intelligence ed Esopolitica (Tarquinia, 12 maggio 2007) Bombe atomiche italiane nel 1938? di Mauro Panzera Coordinatore Regionale CUN Puglia Bombe atomiche italiane nel 1938? Nell’agosto del 2005, chi scrive ha reperito, nell’Emeroteca della Biblioteca Comunale “P. Acclavio” di Taranto, due articoli pubblicati sul quotidiano pugliese “La Gazzetta del Mezzogiorno” nell’agosto del 1945. Bombe atomiche italiane nel 1938? Il primo pezzo, uscito sul n.229 del 17 agosto 1945, riporta le dichiarazioni di un lettore del giornale fiorentino “Nazione del Popolo”, che recita testualmente : “Ritengo che per causale combinazione lo scoppio di due microscopiche bombe atomiche sia avvenuto in Italia nel 1938 nell’Istituto sperimentale di Sanità pubblica in Roma, attrezzato con generatori ad un milione e 200 mila volt, e tutta una completa apparecchiatura per il bombardamento degli atomi e ….(segue) Bombe atomiche italiane nel 1938? ….quindi per la preparazione di sostanze radioattive artificiali. Ricordo che nella sezione fisiologica un valente scienziato sperimentava sull’assimilazione e il ricambio fisiologico di un particolare elemento radioattivo mediante bombardamento con neutroni….(segue) Bombe atomiche italiane nel 1938? ….Nel corso di questa ricerca si ebbe improvvisamente una formidabile esplosione ed un lampo accecante del palloncino di cui veniva fatta la dissoluzione. Credendo trattarsi di un errore di tecnica si ripetè con ogni accuratezza il procedimento : accadde un nuovo incidente con intensità terribile e le conseguenze furono gravissime per lo stesso sperimentatore che ne uscì terribilmente minorato…. (segue) Bombe atomiche italiane nel 1938? ….Particolarmente pauroso per l’intensità fu il rombo dell’esplosione. Il fenomeno era assolutamente imprevedibile. Inoltre si trattava di quantità infinitesimale di materiale radioattivo. Il responso dell’inchiesta giudiziaria – a quanto mi risulta condotto non da fisici – fu quello di incidente di laboratorio per cause indefinibili….(segue) Bombe atomiche italiane nel 1938? ….Si trattava evidentemente dell’incidentale realizzazione di una bomba atomica di microscopico formato. Se il fatto fosse avvenuto in una nazione scientificamente meglio organizzata della nostra, non sarebbe caduto nel vuoto perché avrebbe stimolato indagini sulle cause fondamentali e sul meccanismo della reazione atomica esplosiva”. Foto dell’articolo del 17-08-45 Foto ingrandita dell’articolo del 1708-45 Bombe atomiche italiane nel 1938? Il secondo pezzo, pubblicato sul n.231 del 19-08-45 de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, riportava integralmente : “Alcuni giornali hanno riportato una lettera pubblicata dalla Nazione del Popolo di Firenze nella quale si accenna alla possibilità che le due esplosioni avvenute nell’Istituto Superiore di Sanità nel 1938 siano dovute a cause identiche a quelle delle bombe atomiche….(segue) Bombe atomiche italiane nel 1938? ….Da parte del predetto istituto viene fatta all’Ansa la seguente precisazione in merito alle cause che determinarono l’esplosione che provocò il ferimento di uno dei ricercatori dell’Istituto :…. (segue) Bombe atomiche italiane nel 1938? Si effettuava la distribuzione di una sostanza organica per mezzo di acido perclorico, operazione non scevra di pericoli e che può dare luogo ad incidenti. Nella sostanza organica era tuttavia contenuto del radio fosforo. Ma tale elemento, anche se fosse stato presente in tale quantità, non avrebbe mai potuto dar luogo a reazioni che generassero una benchè minima esplosione dovuta ad energia atomica…. (segue) Bombe atomiche italiane nel 1938? ….Esso emette infatti solo raggi beta piuttosto di scarsa energia. L’incidente fu considerato così ovvio che non vi fu alcuna inchiesta giudiziaria – come invece è affermato nella suddetta lettera – essendo ben definite le cause che avevano prodotto l’esplosione”. Foto dell’articolo del 19-08-45 Bombe atomiche italiane nel 1938? Si suggeriscono i seguenti spunti di riflessione che, sia pur per ora parzialmente a livello ipotetico e/o indiziario, possono tuttavia fungere da base di partenza per l’avvio di uno studio storiografico-scientifico approfondito sull’argomento in questione (che ovviamente non è di pertinenza di questa sede) : Bombe atomiche italiane nel 1938? 1) brevi considerazioni descrittive sui temi trattati nei due articoli 2) contributi scientifici ed operativi dell’Italia nel periodo di riferimento e riferiti sia alla tematica degli “X-files” fascisti che allo “stato dell’arte”in Germania 3) impatto provocato in Italia dallo scoppio delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki. Bombe atomiche italiane nel 1938? - Per quanto riguarda lo spunto di riflessione n.1) possiamo trarre le seguenti tre osservazioni dall’esame dei due articoli : i due ordigni sarebbero stati di piccole dimensioni avrebbero avuto delle conseguenze imprevedibili ( secondo il primo articolo) e rischiose (ai sensi del secondo pezzo). Si sarebbe trattato di qualcosa (presumibilmente, una normale reazione chimica) di differente dalle bombe atomiche “sporche”, le quali si configurano come ordigni esplosivi convenzionali rivestiti da un guscio di materiale radioattivo che nell’esplosione viene diffuso nell’ambiente Bombe atomiche italiane nel 1938? il trattamento di materiale radioattivo sarebbe stato effettuato mediante il bombardamento con neutroni, ma secondo la smentita il tutto si sarebbe ridotto all’utilizzo di radio fosforo contenuto in una sostanza organica distribuita per mezzo di acido perclorico, fatto che avrebbe comportato la semplice emissione di raggi beta di scarsa energia (segue) Bombe atomiche italiane nel 1938? La terza osservazione sullo spunto di riflessione n1) è la seguente : - l’autore del primo articolo pare non aver risparmiato una vena di ironia e di polemica contro un’insufficiente organizzazione scientifica nel nostro Paese in quegli anni ; una ulteriore conferma di ciò potrebbe essere vista nell’aver accentuato l’importanza che il responso dell’inchiesta giudiziaria , secondo il medesimo autore, non avrebbe visto il coinvolgimento di fisici. Bombe atomiche italiane nel 1938? A fine degli Anni Trenta era stata scoperta la“fissione nucleare” ad opera di O.Hahn e F.Strassmann ; per “fissione” si intende il bombardamento di un atomo di uranio al fine di ottenere nuclei di atomi più leggeri , oltre che una maggiore liberazione sia di energia che di neutroni. Bombe atomiche italiane nel 1938? Dall’esame del contenuto del primo articolo (quello del 17 agosto) dobbiamo evincere l’assenza di elementi quanti-qualitativi sufficientemente probanti per avere un quadro preciso dei fatti. Infatti, non conosciamo : la data precisa dell’esperimento dati precisi sulle persone coinvolte il tipo di elemento radioattivo bombardato cosa l’autore del primo articolo intendesse per “dissoluzione del palloncino” le modalità di conduzione dell’esperimento la quantità di energia liberata. Questi argomenti inducono a ritenere assolutamente prematuro un discorso impostato sul concetto di “bombe atomiche”.Inoltre, l’uso improprio o sibillino di certi termini sembrerebbe suggerire che l’autore potesse non essere uno scienziato. Bombe atomiche italiane nel 1938? L’esame del secondo articolo (quello del 19 agosto) ci porta a formulare le seguenti osservazioni : 1) l’acido perclorico (utilizzato secondo l’autore del pezzo) è un “acido fortissimo” (uno dei più forti in natura) che può esplodere con estrema facilità , se combinato con metalli ossidabili (ad esempio ferro o cromo) o fatto reagire con altre sostanze ; è pertanto ragionevole pensare che ad esplodere sia stato un composto dell’acido perclorico, non il materiale radioattivo e/o il radio fosforo. Bombe atomiche italiane nel 1938? Considerando che un esperimento come quello di cui trattasi si sarebbe dovuto necessariamente svolgere in un laboratorio attrezzato con scienziati e tecnici qualificati, è inoltre difficile immaginare professionisti del genere causare ben due incidenti (come affermato nel primo articolo) per un uso improprio dell’acido perclorico. Infatti, i perclorati di metalli ossidabili sono esplosivi per riscaldamento o per semplice urto (come la nitroglicerina). Bombe atomiche italiane nel 1938? 2) per quanto riguarda la presenza del radio fosforo all’interno della sostanza organica che sarebbe stata distribuita per mezzo di acido perclorico, si evidenzia che il radio fosforo, sia pur utilizzato in biochimica, sembra configurarsi in un collegamento ideale con i raggi beta (ugualmente citati nel secondo articolo ma non nel primo) ; non sembra inopportuno evidenziare la discrasia tra i due testi riguardo alla presenza dei raggi beta. L’uso del fosforo radioattivo (definito “radiofosforo) sembra giustificare la presenza del “lampo accecante” di cui si parla nel primo articolo. Bombe atomiche italiane nel 1938? Passiamo ora allo spunto di riflessione n.2). Grazie agli studi di R.Pinotti ed A.Lissoni del CUN, sappiamo – in una lettera di Lino Scaglioni al “Nuovo Cittadino” del 5 aprile 1950 – dell’esistenza di contatti fra Hitler e Mussolini relativamente alla costruzione di “dischi volanti italiani” ed all’invio in Italia di una commissione di scienziati tedeschi per favorire il “passaggio delle consegne” alla Germania. Bombe atomiche italiane nel 1938? Alcuni italiani, poi, avrebbero contribuito alla distruzione del Centro per la produzione dell’acqua pesante per la bomba atomica, in Norvegia A Sinigo, presso Merano, vi sarebbe stata la principale fabbrica di acqua pesante italiana, assurta agli onori del Reich dopo il danneggiamento degli impianti norvegesi. Bombe atomiche italiane nel 1938? Non dimentichiamo che, secondo il giornalista italiano Luigi Romersa (deceduto qualche settimana fa), a Peenemunde (la sede logistica delle “armi segrete” naziste V1 e V2 nel Baltico) operava un battaglione di nebbiogeni italiani che, avendo scelto di aderire alla R.S.I. dopo l’8 settembre 1943 e di rimanere in Germania, era responsabile dell’occultamento delle installazioni missilistiche tedesche in caso di attacco aereo. Bombe atomiche italiane nel 1938? Luigi Romersa aveva dichiarato, com’è noto, di aver assistito allo scoppio di due bombe atomiche tedesche nell’isola baltica di Rugen (nel 1944) ed in Turingia (nel marzo 1945). Si sarebbe trattato dell’azione deflagrante di due bombe atomiche accecanti. Bombe atomiche italiane nel 1938? Secondo Joseph P.Farrell (lo studioso che ha ipotizzato la costruzione della prima bomba atomica all’uranio da parte della Germania nazista), il primo aereo a reazione del mondo – costruito nelle famose Officine Caproni - avrebbe coperto il tragitto Milano-Roma nel luglio 1941. Bombe atomiche italiane nel 1938? Farrell ha ricordato che l’Italia durante la guerra effettuò dei voli molto rischiosi verso il Giappone (si pensi a quello organizzato da un Savoia Marchetti S 75 GA nel 1942 , con lo scopo apparente di dotare l’Ambasciata italiana a Tokyo di copie dei nuovi codici cifrati). A questo punto è legittimo porsi la domanda se vi fossero altri scopi. Bombe atomiche italiane nel 1938? Passiamo ora allo spunto di riflessione n.3) relativamente all’eco prodotto in Italia dallo scoppio delle due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki nell’agosto 1945, al fine di meglio valutare il clima storico-politicoculturale che ha visto la pubblicazione dei due articoli reperiti presso l’Emeroteca tarantina. Bombe atomiche italiane nel 1938? - Le tragedie nucleari di Hiroshima (6 agosto 1945) e Nagasaki (9 agosto 1945) destarono in Italia scalpore : - per l’anomalia dovuta al fatto che effetti così devastanti fossero dovuti al lancio di un solo ordigno (si pensi alla ripetitività dei bombardamenti alleati su Tokyo, Dresda ed il Nord Italia) - per aver causato la fine della guerra Bombe atomiche italiane nel 1938? - La tesi di laurea “La minaccia nucleare i movimenti per la pace – da Hiroshima al manifesto Russell-Einstein (1945-1956) ” di Denis Vidale, per il Corso di laurea in Storia della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cà Foscari di Venezia, a.a. 1998/99, ci aiuta ad inquadrare meglio il contesto storico riferito ai due articoli reperiti nell’Emeroteca tarantina . Bombe atomiche italiane nel 1938? - - - Considerazioni esposte nella tesi di laurea (v. scheda precedente) : mancata maturazione nell’Italia del 1945 di una coscienza ecologico-pacifista mirata a condannare la barbarie dell’evento in sé indifferenza di alcuni ambienti verso le vicende di un contesto geografico troppo lontano disagio della stampa italiana dell’epoca (riduzione del numero dei giornalisti e diminuzione dello spazio dedicato alla cronaca estera) (segue) Bombe atomiche italiane nel 1938? tendenza di parte della stampa italiana a vedere perfino aspetti positivi nell’evento , sia pur evidenziando la mostruosità dell’evento (“L’Unità” e “L’Osservatore Romano”) il quotidiano socialista “Avanti” elogia, non senza una punta di nazionalismo, il ruolo degli italiani (Fermi e il suo staff) che hanno contribuito alla realizzazione della bomba atomica (segue) Bombe atomiche italiane nel 1938? il quotidiano “Corriere Lombardo” loda l’operato di alcuni esperti italiani (tra cui l’Ing. C.O. di Milano) che avrebbero coadiuvato gli esponenti della Resistenza norvegese nella distruzione delle scorte di acqua pesante, impedendo la realizzazione di una bomba atomica tedesca (lo studio di Vidale non ha potuto confermare la veridicità di questa notizia). Bombe atomiche italiane nel 1938? - - Ulteriori considerazioni : pare che ad aver influito nella decisione di Fermi di lasciare l’Italia nel 1938, oltre che il timore per le sorti della moglie ebrea, vi sia stata anche la conferma per lo scienziato di non poter ulteriormente disporre dei mezzi finanziari per l’avvio di una nuova fase di ricerca, oltre alla prospettiva di ben maggiori risorse negli USA (non dimentichiamo il riferimento dell’articolo del 17-08-45 de “La Gazzetta del Mezzogiorno” alla cattiva organizzazione scientifica italiana nel 1938). proprio nel periodo preso in esame si verificava inoltre la misteriosa scomparsa di Ettore Majorana, che aveva dato un così notevole contributo – nell’ambito dello staff di Fermi – allo studio sulle forze che assicurano stabilità al nucleo atomico. Bombe atomiche italiane nel 1938? L’operato dell’autore del primo articolo potrebbe anche essere visto in un clima di esaltazione dell’orgoglio nazionale (di cui vi sarebbe un’ulteriore traccia nelle pagine dell’”Avanti”) nel quadro desolante offerto dall’Italia in quei mesi (crisi dell’identità nazionale, aria da guerra civile, povertà, “epurazioni” antifasciste, difficoltà nelle comunicazioni, carenza di generi alimentari, presenza di eserciti stranieri sul suolo italiano, perdita delle Colonie). Bombe atromiche italiane nel 1938? Si ringrazia per l’aiuto offerto e per l’indispensabile consulenza a livello scientifico il Collaboratore del CUN Puglia Marco Lezzi, di Lecce. Si ringrazia l’Emeroteca della Biblioteca Comunale “P.Acclavio” di Taranto per avermi consentito di fotografare i due articoli. BIBLIOGRAFIA - - - - “Mussolini e gli UFO – Gli X-Files del Nazifascismo” di Roberto Pinotti ed Alfredo Lissoni, ed.Idea Libri S.r.l. a. 2001 http://www.cronologia.it/storia/a1938z.ht m “Hitler e l’atomica, un disegno riapre il giallo” di Paolo Valentino, sul “Corriere della Sera” del 04-06-05 “La Gazzetta del Mezzogiorno” n.229 del 17-08-45 “La Gazzetta del Mezzogiorno” n.231 del 19-08-45 BIBLIOGRAFIA - - http://www.presentepassato.it/Dossier/90 0barbaro/hiroshima_it0_introduzione.htm “La minaccia nucleare e i movimenti per la pace – da Hiroshima al manifesto RussellEinstein (1945-1956)” di Denis Vidale, per il Corso di laurea in Storia della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cà Foscari di Venezia, a.a. 1998/99 (v. http://www.studiperlapace.it/documentazi one/vidale.htm ) http://www.iss.it/iss3/chis/cont.php?id=1 6&lang=1&tipo=16&area=3 BIBLIOGRAFIA - - - http://brunelleschi.imss.fi.it/nobel/inob.as p?c=703839&xsl=1 “Bombe atomiche italiane nel 1938?” di Mauro Panzera, v. “UFO Notiziario” n.59, ottobre/novembre 2005 “La bomba atomica di Hitler” di Joseph P.Farrell, ed. Profondo Rosso, 2005 “Le armi segrete di Hitler” di Luigi Romersa, ed.Mursia, a.2005 “Enrico Fermi – Il genio obbediente” di Giuseppe Bruzzaniti, ed. Einaudi, a. 2007. BIBLIOGRAFIA www.phys.uniroma1.it it.wikipedia.org/wiki/Otto_Hahn it.wikipedia.org Enciclopedia Encarta 2006 Enciclopedia Universale Curcio. “Chimica Inorganica” di Ivano Bertini e Fabrizio Mani, Edizioni CEDAM – Padova 1988.