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architettura
“E’ necessario fare cantare
il punto di appoggio”
....
...
..
Foto di Nelson Kon
Auguste Perret
I progetti brasiliani .
dello studio MMBB .
ridisegnano .
il rapporto tra città .
e paesaggio
legando la lezione .
del razionalismo .
europeo .
a una sensibilità .
per i luoghi .
di Carlo Pozzi
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Nuovi paesaggi tropicali
la cosiddetta fast life e la comparti
mentazione del nostro quotidiano si riflettono
anche sul rapporto tra uomo e paesaggio
L
come una risposta miesiana per non contaminare il rapporto
tra paesaggio e architettura, lasciandoli dialogare in modo
autonomo con delicati contatti.
Lavorare all’inizio della professione di architetto con Paulo
Mendez da Rocha significa ricevere lezioni sul campo di
geometria asciutta e di cemento armato a vista da un
continuatore del moderno in chiave tropicale, rigoroso e
lontano dai virtuosismi scultorei e sensuali di Niemeyer,
architetto anti-star per antonomasia, che ho visto svolgere
con totale semplicità il ruolo di tutor (a settant’anni!) nel
seminario di Montevideo di dieci anni fa in cui proponeva un
nuovo rapporto della città con il paesaggio attraverso il
ridisegno della baia portuale con chiari e precisi segni di
geometrie elementari.
Come Mendez, Milton prosegue la grande lezione del
Razionalismo attingendo senza mitizzazioni sia da Le
Corbusier (il béton brût de La Tourette) che da Mies van der
Rohe (la fluidità dello spazio interno e lo sguardo pieno
verso la vallata dello Spielberg di casa Tugendhat).
La ricerca sul campo dello studio MMBB si applica al rapporto
determinante tra architettura e paesaggio, tramite un uso
’architettura contemporanea ha ricevuto i suoi più
importanti stimoli a modificarsi, a lasciare una
straniante internazionalità modernista, buona per
tutti i climi e tutte le latitudini, a partire da un diverso
rapporto con il paesaggio, come indicato dall’insegnamento
degli artisti che si sono sporcati le mani con la terra,
personaggi come Christo o Robert Smithson, protagonisti
della cosiddetta land-art.
Già Le Corbusier, a contatto con il Punjab, mette a reagire le
sue architetture plasmate nel cemento armato con un clima,
delle abitudini, delle fedi totalmente altre rispetto alla
pretesa centralità europea: il progetto per Chandigarh si
costruirà a partire dalla redazione di una grille climatique che
determinerà la giacitura degli edifici, la decisiva presenza e
gli orientamenti dei brise-soleil, molteplici sistemi di
areazione naturale.
Bio-architettura ante-litteram o semplicemente architettura,
come già negli insegnamenti di Vitruvio o di Leon Battista
Alberti.
Qualcosa del genere sarebbe accaduto dall’altro lato del
mondo in America Latina, in quel Brasile che dopo la visita di
Corbu vede nascere un’architettura indubbiamente moderna
ma profondamente radicata in un contesto paesaggistico
tropicale.
Invece di una presentazione “storica” del lavoro dei maestri
fondatori dell’architettura brasiliana (ma si parla di storie
recenti e talvolta contemporanee grazie alla longevità di
Oscar Niemeyer e al prestigio rivestito dal premio Pritzker – il
cosiddetto Nobel dell’Architettura – conferito a Paulo
Mendez da Rocha qualche anno fa), si vuole presentare il
lavoro di giovani progettisti attualmente operanti,
riconoscendone le appartenenze culturali.
Per un’intera giovane generazione, studiare nella facoltà
paulista progettata da Vilanova Artigas significa “sentire”
questa presenza forte; la sua architettura e il rapporto di
questa con la politica propongono una decisa linea di
ricerca, riassumibile in uno slogan: “È necessario fare cantare
il punto di appoggio” (Auguste Perret).
Questo imperativo è rintracciabile tra i temi fondativi delle
architetture di Milton Braga (studio MMBB), soprattutto nelle
case unifamiliari: la questione strutturale è interpretata
Medellin:
107 street, uno
dei viali
principali del
quartiere
di Santo
Domingo Savio,
con
il capolinea
del metrocable
mirato della struttura dell’edificio, mirando a effetti di
sospensione di prismi residenziali nel paesaggio e per il
paesaggio, a far “cantare il punto di appoggio”: una ricerca
perseguita da altri giovani latino americani, come Klotz e
Aravena.
Sono semplici case unifamiliari in cui Braga sperimenta
soluzioni strutturali per far librare l’edificio sul terreno, con
un giusto contrappunto di sottili serramenti e grandi
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superfici vetrate, con l’accostamento accurato di elementi
minori e di materiali diversi (Souto de Moura nelle case di
Alcanena e di Bom-Jesus).
Nella residenza della fazenda S. Rita l’architettura è esplorata
attraverso due muri di pietra e una piattaforma, lavorando su
tipologie molto allungate (che ricordano di nuovo Souto ma
anche il primo Libera); la residenza Mariante ad Aldeia nella
Serra è riducibile a due solai cassettonati e quattro pilastri
(Mendez, Lina Bo Bardi del Masp); villa Romana a Ribeirão Preto
è una scatola sospesa fatta da pareti di cemento o di vetro.
La ricerca prosegue nella scuola con una tesi di dottorato sul
ruolo delle infrastrutture nelle trasformazioni urbane: tema che
immediatamente riporta alla memoria gli interessanti esiti della
ricerca INFRA sul rapporto tra architettura, paesaggio e
insediamenti, svolta pochi anni fa con il coordinamento di dieci
facoltà di architettura italiane.
Milton utilizza nella stesura della tesi una forma di “trattatismo”
che fa pensare ai Quattro Libri del Palladio ma anche a Vers une
architecture di Le Corbusier: contamina e intreccia - in Brasile
tutto è mixturado (mescolato) - la ricerca applicata alle aree
metropolitane di San Paolo, Parigi, Chicago, Bogotà (metrò
TransMilenio) con suoi progetti che vanno dalla passerella
coperta del progetto per Coimbra alla grande scala urbana della
nuova sistemazione del Barrio Nuovo in Agua Branca presso il
rio Tiête a San Paolo (una sorta di Città Proibita perimetrata da
un grande bacino d’acqua che è un quadrato perfetto.
Ancora la secca geometria ordinatrice “alla Mendez” che taglia
il nodo gordiano di ingarbugliamenti infrastrutturali, in
direzione di un ridisegno paesaggistico alla scala
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nuovi appetiti, numero 1
la cosiddetta fast life
e la
compartimentazione
del nostro quotidiano
si riflettono
anche sul rapporto
tra uomo e paesaggio
metropolitana; poi ancora progetti con Mendez per alcuni
terminal autobus e dei soli MMBB per il Garage Trianon.
Le analisi messe in campo muovono da L’Architettura della
Città di Aldo Rossi attraversando tutto il percorso che porta
da Le Corbusier a Rem Koolhaas, via Virilio (mappa TGV
dell’Europa deformata) e Augé: sono accompagnate da
fotografie critiche da viaggiatore alla Chatwin e non da
turista distratto e modaiolo.
Il paesaggio diventa così grande protagonista di un progetto
di architettura che non concede grandi rinunce, ma lo
fronteggia senza invasioni, con disciplina e artisticità.
Piuttosto che cedere alle lusinghe delle sirene dalle forme
sensuali delle architetture di Niemeyer, l’architettura latinoamericana più recente incrocia l’eredità del razionalismo
europeo, delle architetture che hanno costruito nel ‘900 il
centro di città come San Paolo e Montevideo, con suggestioni
dovute a una nuova cultura dei luoghi, a un’interpretazione
del paesaggio, al giustapporsi dei materiali, all’uso di
tecniche contemporanee.
Il risultato non è un altro sradicato “International Style” o
per converso un Regionalismo critico (Frampton), ma una
nuova modernità attenta ai siti che finalmente ha messo
radici in una terra fertile e giovane e che si appresta a dare
ancor di più buoni frutti, dall’identità connotata da
molteplici culture popolari in cerca di riscatto, a malapena
sintetizzabili nella Pedagogia Popolare di Paulo Freire,
nella Teologia della Liberazione di Dom Helder Camara e
Leonardo Boff, nel Tropicalismo musicale di Caetano Veloso
aa
e Gilberto Gil. G
Medellin: vista
panoramica
del quartiere
periferico
di Santo
Domingo Savio;
chi è | Carlo Pozzi
Carlo Pozzi, architetto, insegna Progettazione Architettonica
presso la facoltà di Architettura di Pescara, Università di
Chieti. È autore di diversi libri, tra cui Paride Pozzi architetto.
La coerenza del mestiere (1921-1970), Dedalo 1985; Caro
manuale. Pedagogie dell’architettura, Sala 1999; Ibridazioni
Architettura/Natura, Meltemi 2003.
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