COLLINE
NOVARESI
IL NOSTRO
TERRITORIO
Circa 300 milioni di anni fa, quando
sulla Terra esisteva un solo continente
chiamato Pangea, un vulcano è
esploso eruttando un'immensa quantità
di materiale e sprigionando un'energia
pari a 250 bombe atomiche.
TRA 60 E 30 MILIONI DI ANNI FA
QUANDO LE TERRE EMERSE COMINCIARONO A
MUOVERSI CON GRANDI SCONVOLGIMENTI IL
CONTINENTE AFRICANO SI STACCO' DAL
CONTINENTE AMERICANO E SPINSE VERSO
NORD L'EUROPA. PIAN PIANO SI FORMO' IL MAR
MEDITERRANEO, LA DEPRESSIONE SI
PROSCIUGO‘, POI GLI STESSI PROCESSI CHE
HANNO FORMATO LE ALPI, HANNO SOLLEVATO
E RUOTATO LA PARTE DI CROSTA TERRESTRE
IN CUI SI TROVAVA IL VULCANO
ESPLOSO, METTENDONE IN EVIDENZA IL
SISTEMA DI ALIMENTAZIONE (CALDERA), FINO A
CIRCA 30 KM DI PROFONDITÀ.
SI FORMO’ COSI’ L’AREA DEL
SUPERVULCANO
• Si tratta di un caso unico al mondo!
• E' possibile vederlo in un'area che
comprende Valsesia e Valsessera,
fino a lambire il lago Maggiore.
• Per promuoverne la peculiarità
geologica, nel 2011 si è costituita
l'Associazione geoturistica
"SUPERVULCANO VALSESIA".
• Da settembre 2013 l'area del
Supervulcano fa parte del Sesia-Val
Grande Geopark riconosciuto
dall'UNESCO.
Il nostro territorio vanta quindi
una storia molto antica.
Le sue origini si perdono
nella notte dei tempi.
I primi insediamenti umani in loco
risalgono a circa 6000 anni fa.
Sono stati rinvenuti sulle colline:
un fondo di capanna di un artigiano
della selce, macine, punte di lancia,
fusarole del neolitico, …
Nel periodo precedente la
romanità abbiamo avuto la
dominazione di popoli di
origine nordica discendenti
della popolazione di
Atlantide (Jutland e bassa
Scandinavia), abili
costruttori, cui si
attribuiscono i siti di:
Carnac, nella Bretagna francese
E Stonehenge in Gran Bretagna
Siamo nel 4000 a.C. questi popoli
iniziano a migrare e colonizzano
diversi territori: Grecia, Anatolia,
Egitto, Palestina, causando una
mescolanza delle razze. Tra il 900 e
l’800 a.C. arrivano anche in Italia e
nel 600 a.C. alcune tribù celtiche si
stabiliscono nelle aree attorno a
Mediolanum, entrano in contatto con
gli Etruschi, con i quali instaurano i
primi scambi commerciali:
ceramiche, olio e vino.
GIULIO CESARE TESTIMONIA CHE NEL
PANTHEON GALLICO ERANO
PRESENTI:
LUG (MERCURIO) INVENTORE DELLE
ARTI, DIO DEI VIAGGI E DEI
COMMERCI (di cui si trova
testimonianza a Ghemme e si conserva
il toponimo di un’area sulla collina)
BELANU (APOLLO) DIO GUARITORE.
TOUTATIS (MARTE) DIO DELLA
GUERRA.
TARANIS (GIOVE) DIO DEL TUONO
BELISAMA (MINERVA) INIZIATRICE
DELLE ARTI.
Dopo qualche secolo arrivano i
romani, che colonizzano gli Agamini,
Pagus di derivazione celtica; il sito
prese così il nome «Pagus Agaminus»;
si estendeva dalla Sesia fino a Varallo
Pombia come testimoniano alcune
lapidi e toponimi. Il Pagus si civilizza
sempre più e diventa un centro
importante (in zona secondo solo a
Novaria) noto per la produzione di
vino e ceramiche, centro di scambio
di vari prodotti: olio, ceramiche,
attrezzi ed armi.
L’alto medioevo vede citazioni
importanti:
-Wiberto, frat. di Arduino d’Ivrea
-Ottone IV con diploma imperiale
-Federico Barbarossa
-Abate di Cluny
GLI INSEDIAMENTI UMANI
DELL'ANTICHITA' NEL TERRITORIO
SONO LEGATI ANCHE ALLA
COLTIVAZIONE DELLA VITE, IN
PARTICOLARE DEL NEBBIOLO E DELLA
VESPOLINA.
PLINIO (NAT. HIST. XIV, 34) CITA L'UVA
SPINEA O SPIONIA, DENOMINAZIONE
LATINA DEL NEBBIOLO CHE DERIVA
VEROSIMILMENTE DAL NOME DELLA
CITTA' ETRUSCA DI SPINA-SPIUNA;
MA I ROMANI LA RIFERISCONO ALLO
SPINUS (PRUNO SELVATICO) DA CUI IL
NOME DI SPANNA IN ZONA
MA ANCHE VIRGILIO E STRABONE
CITANO QUESTO VINO E COLUMELLA,
SCRITTORE ROMANO DEL I SECOLO
D.C., AUTORE DEL PIÙ COMPLETO
TRATTATO SULL’AGRICOLTURA
DELL’ANTICHITÀ, IL DE RE RUSTICA,
DEFINIVA IL VITIGNO NEBBIOLO COME
“GRAPPOLI DI UVA NERA CHE DANNO
VINO DA LOCALITÀ FREDDE” DAL
SAPORE DI PECE, INTENDENDO FORSE
CON LOCALITÀ FREDDE PROPRIO LE
ATTUALI ZONE DI PRODUZIONE
NOTORIAMENTE CARATTERIZZATE DA
CLIMI PIUTTOSTO RIGIDI.
Nell’anno 1467 Galeazzo Maria
Sforza, Duca di Milano soggiornò per
un mese intero nel Castello di
Ghemme per firmare la famosa
«Pace di Ghemme» con i Savoia
NEL '400 IL VINO DI MAGGIOR
CONSUMO ALLA CORTE DUCALE DI
MILANO CON I VISCONTI E CON GLI
SFORZA ERA QUELLO DELLE
COLLINE NOVARESI
(80 % DEL CONSUMO DI CORTE PER
CIRCA 600 BRENTE, DI CUI CIRCA
300 DI VINUM VISPULINÆ OSSIA DI
VESPOLINA). IL CANEVARO DI
CORTE ORDINAVA IL VINO CHE PER
VIE D’ACQUA ARRIVAVA A MILANO
NEL '700 NELL' '800 E NEL '900 I
PRODUTTORI DI GHEMME HANNO
RICEVUTO MOLTI RICONOSCIMENTI PER
LA QUALITA' DELLA LORO PRODUZIONE A
LIVELLO NAZIONALE EUROPEO E
MONDIALE. E' STATO APPREZZATO DAI
PADRI DELL'UNITA' D'ITALIA
E DALLE MASCHERE
GIANDUIA E MENEGHINO.
APPREZZATO E CITATO ANCHE DA
SCRITTORI ED IGIENISTI: A. FOGAZZARO,
P. MANTEGAZZA, M. SOLDATI,
L. VERONELLI E MOLTI ALTRI.
MA PERCHE' LE COLLINE NOVARESI?
PERCHE' GHEMME?
PER LA PRODUZIONE DI OTTIMI VINI E'
IMPORTANTE LA POSIZIONE TERRITORIALE
MA ANCHE IL TERRENO
AL TERMINE DELL'ULTIMA
GLACIAZIONE, NEL PLEISTOCENE
(WRUM, 80 – 100.000 ANNI DA OGGI), SI
FORMARONO LE COLLINE NOVARESI
MEDIANTE IL CONSEGUENTE
DEPOSITO FLUVIO-ALLUVIONALE.
CREANDO IL SUBSTRATO, NEL NOSTRO
CASO FORMATO DA SASSI PROVENIENTI
DAL LONTANO PERIODO GLACIALE,
SFALDATISI NEL CORSO DI MILLENNI
ED ORA ALIMENTO PER LA VITE
IN ETA' ROMANA LA COLTIVAZIONE
AVVENIVA IN ALBERATA CON
TRALCI LUNGHISSIMI (TECNICA
DELL'ARBUSTUM GALLICO).
OGGIGIORNO L’IMPIANTO E’ A
FILARI SULLE NOSTRE COLLINE
LA VITE A PRIMAVERA
GERMOGLIA
SI FORMA IL GRAPPOLO
FIORISCE
DOPO LA FIORITURA E
L'IPOLLINAZIONE SI FORMANO GLI
ACINI CHE INGRANDISCONO
PER ARRIVARE
ALL’INVAIATURA
E ALLA MATURAZIONE
POI SI VENDEMMIA
SI PRODUCE IL VINO
E LO SI INVECCHIA
LA VESPOLINA
Uva tipica (autoctona) del Piemonte, in
particolare delle Colline Novaresi, dove
si conosce anche col nome di Ughetta,
esisteva già prima della fillossera ma
con una storia un po’ incerta.
Normalmente è vinificata in purezza o
in assemblaggio con l’Uva rara e la
Croatina. Qualcuno le attribuisce la
maternità sul Nebbiolo.
Si dice che il nome sia dovuto al
gradimento del succo da parte delle
vespe stante la maturazione precoce
COLLINE NOVARESI D.O.C. VESPOLINA
* MINIMO 85% VESPOLINA
MASSIMO 15% ALTRE UVE (NEBBIOLO,
UVA RARA, BARBERA, CROATINA)
* GRADAZIONE ALCOLICA
MINIMA 10,5%VOL
* COLORE ROSSO RUBINO
CON RIFLESSI VIOLACEI
* PROFUMI SPEZIATI E FLOREALI CON
PREVALENZA DEL PEPE, DELLA
VIOLA DEL LAMPONE,
DI FRUTTI A BACCA ROSSA
COLLINE NOVARESI D.O.C. NEBBIOLO
O SPANNA (ANCHE IN VERSIONE ROSATO O NOVELLO)
* MINIMO 85% NEBBIOLO
* MASSIMO 15% ALTRI VINI (NORMALMENTE
VESPOLINA E UVA RARA)
* SI PRODUCE NEI 25 COMUNI DELLE COLLINE
NOVARESI GRADAZIONE ALCOLICA
MINIMA 11%VOL
• COLORE ROSSO PIU’ O MENO
INTENSO, TALVOLTA ROSATO
• PROFUMI FLOREALI (VIOLA),
ERBACEO, FRUTTI
A BACCA ROSSA (LAMPONE)
GHEMME D.O.C.G.
NEBBIOLO 85-100%
ALTRE UVE A BACCA ROSSA (VESPOLINA, UVA RARA,
CROATINA, BARBERA MAX 15%)
GRADAZIONE ALCOLICA MINIMA 12% VOL
COLORE ROSSO RUBINO TENDENTE AL GRANATO, CON
L'INVECCHIAMENTO TENDENTE ALL'ARANCIATO
PROFUMI COMPLESSI: TABACCO, LAMPONE,
CIOCCOLATO, VANIGLIA, GOUDRON, FRUTTI MATURI
INVECCHIAMENTO 3 ANNI
4 ANNI PER IL RISERVA
DI CUI 1 IN BOTTIGLIA
FINE
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
Scarica

GHEMME città del vino