detourfilmfestival.com DETOUR FESTIVAL DEL CINEMA DI VIAGGIO 2A EDIZIONE 15/20 OTTOBRE 2013 PADOVA detourfilmfestival.com DETOUR FESTIVAL DEL CINEMA DI VIAGGIO 2A EDIZIONE 15/20 OTTOBRE 2013 PADOVA Detour. Festival del Cinema di Viaggio Seconda edizione Detour. Travel Film Festival Second edition Presidente President Francesco Bonsembiante Direttore organizzativo Executive Director Silvia Ferri de Lazara Direttore artistico Artistic Director Marco Segato Ufficio organizzativo Executive Office Chiara De Cristan Consulente per la selezione Selection Consultant Tomaso Scarsi Consulente per “Viaggio in Italia” “Journey to Italy” Consultant Marco Bertozzi Ufficio direzione artistica Artistic Director’s Office Susanna Boetto Lucia Candelpergher Responsabile proiezioni Screenings Coordinator Marco Trevisan Web e Social media Web & Social media Martino Galliolo Ospitalità Accomodation Susanna Boetto Chiara De Cristan Editing catalogo Catalogue editing Lucia Candelpergher Traduzioni catalogo Catalogue translations Bla Blah Language Network Sottotitoli Subtitles Napis Proiezioni Screenings L’image Ufficio stampa Press Office Studio ESSECI Progetto grafico Graphic design Paolo Fontana/Signaletic Videosigla Intro videoclip Paolo Fontana Andrea Marson Ringraziamenti Thanks to Alessandro Agostinelli, Marina Bastianello, Roberto Bettella, Silvio Bizzotto, Elisabetta Borgato, Chiara Borile, Simona Boselli, Guido Bosticco, Paola Camera, Sergio Campagnolo, Vito Cappellari, Carlo Cavedon, Andrea Cazzola, Elisa Chiorino, Andrea Colasio, Giancarlo Corò, Giovanni Costa, Annarita Deceglie, Antonio Di Meo, Simone Falso, Stefano Faravelli, Alberto Fassina, Giacomo Ferigioni, Dario Ficchì, Antonio Finotti, Daniele Formaggio, Alessandro Gandolfi, Roberto Giordani, Laura Lerro, Amedeo Levorato, Elisa Maero, Sabina Manna, Tino Mantarro, Giorgio Marchetto, Antonio Martini, Federica Pacifici, Farah Polato, Francesca Ponzecchi, Luca Proto, Silvia Ranieri, Massimiliano Righetti, Ivo Rossi, Jacopo Rodeghiero, Gabriele Ronco, Alessandro Russello, Roberto Saro, Daniela Schaube, Silvestro Serra, Giorgio Tinazzi, Micol Toniato, Luca Trivellato, Alessandra Veronese, Marco Viario, Claudio Visentin Ringraziamo tutti i volontari che hanno contribuito alla buona riuscita del festival. We thank all volunteers who have contributed to the success of the festival. Un progetto Main Partner Main Sponsor Sponsor e Partner di progetto Con il patrocinio di FONDAZIONE PER L’ARTE CONTEMPORANEA E LA CULTURA Con il contributo di Provincia di Padova Media Partner In collaborazione con Partner tecnici Consiglio di Quartiere 4 Padova Sviluppo web Webmaster Simone Nalato Premi Awards Matthew Broussard Paolo Fontana 5"7&3/"%&-10350 Una produzione 3 Camminare in lungo e in largo e camminando contare i miei passi , è un’abitudine che mi ha salvato. Vitaliano Trevisan, I quindicimila passi, Einaudi, Torino 2002 Walking far and wide, high and low, and counting my steps while walking; this habit has saved me. Vitaliano Trevisan, I quindicimila passi (Fifteen thousand steps), Einaudi, Turin 2002 Ero partito per fuggire dal mondo, e invece ho finito per trovare un mondo. Paolo Rumiz, La leggenda dei monti naviganti, Feltrinelli, Milano, 2007 I had left to run from the world, I ended up finding a world instead. Paolo Rumiz, La leggenda dei monti naviganti (The legend of the sailing mountains), Feltrinelli, Milan, 2007 Nello studio I festival del cinema edito da Johan&Levi nel 2012 e condotto dallo IULM di Milano leggo: “Quello che fa un territorio (e comunica) è importante tanto quanto la sua natura economico-culturale, la storia, la vocazione produttiva, la forma sociale… E un territorio può fare molte cose: investimenti di lungo periodo o permanenti in infrastrutture e opere e attività culturali puntuali articolate in eventi, manifestazioni, festival.” In questo periodo contingente sono poche le persone, istituzioni e/o privati, che sottoscriverebbero quanto detto e pertanto già ringrazio chi continua a supportarci e, per rassicurarlo sul proprio investimento, riporto ancora uno dei risultati dello studio suddetto: “Per ogni euro investito in un festival, grande o piccolo che sia, si produce mediamente ricchezza per oltre 2,5 euro”. Ogni festival del cinema, infatti, è un evento che produce risorse complesse e crea un pubblico/target di alta qualità fidelizzato e motivato. In I festival del cinema (Cinema Festivals), a study conducted by IULM Milan and published by Johan&Levi in 2012, I read: “What a territory does (and communicates) is as important as its economic and cultural nature, its history, vocation of production, social form… And a territory can do many things: invest, on the long period or permanently, in infrastructures and punctual cultural activities, such as events, performances, festivals.” In this contingent period, the people, institutions or individuals who would endorse the above statements are very few; for this reason I want to thank those who keep on supporting us and, in order to reassure them over their investment, I’d like to quote the study once again: “for every euro one has invested in a festival, be it big or small, a 2,5 euros worth richness is produced.” Each cinema festival is indeed an event, which produces complex resources and creates, retains and motivates high quality audience/target. Seguendo questi ragionamenti, abbiamo cercato di trasformare il festival da “evento” a “sistema” contaminando il territorio e lavorando su tutto l’anno. Abbiamo costruito il format Lezioni di viaggio, appuntamenti mensili con viaggiatori che ci hanno portato a conoscere esperienze umane e geografiche che narrano il piacere dell’avventura della vita. Abbiamo inoltre chiuso tante nuove partnership, che sono sfociate in altrettanti workshop e incontri, come quella con Parallelo Zero, con la Scuola del Viaggio e con il Touring Club Italiano. Abbiamo poi lavorato sui social con il progetto artistico dei premi del festival che saranno costruiti con oggetti–souvenirs dei viaggi del pubblico e messo in campo tanti eventi collaterali sparsi in città che coinvolgono librerie, agenzie di viaggio e spazi d’arte. Il viaggio centrale rimane sempre però nelle nostre sale, quest’anno con i meravigliosi personaggi di Wes Anderson al limite del surreale, disadattati cronici, ricchi di umorismo nero ma dannatamente adorabili, con i film del concorso che offriranno opere prime e anteprime nazionali, con la nuova sezione di “Viaggio in Italia” e con gli eventi speciali come la proiezione del docufiction di Michael Gondry. Avete da scegliere, buon viaggio! Silvia Ferri de Lazara Direttore Organizzativo With this in mind, we have decided to transform this edition of the festival, from “event” to “system” by contaminating the territory and working all year round. We have built the format Lezioni di viaggio (Travel lessons), monthly appointments with travellers who introduced us to human and geographic accounts of pleasures of the adventure of life. We have established new partnerships, which led to as many workshops and meetings: Parallelo Zero Scuola del Viaggio and Touring Club Italiano. We have worked on social networks with the Art project for the Festival Awards, which will be developed around the audience’s travel objects–souvenirs, and organised several collateral events scattered around town in bookshops, travel agencies and art galleries. The main journey still remains in the movie theatres, accompanied this year by Wes Anderson’s marvellous characters, misfits filled with surreal black humour, but awfully adorable; by the films in competition, among which are debut works and National previews; by the new section of “Viaggio in Italia” ( Journey to Italy) and the special events such as the screening of Michael Gondry’s docufiction. You choose. Have a nice journey! Silvia Ferri de Lazara Executive Director 5 Luca Trivellato Amministratore Delegato Trivellato Spa La Cassa di Risparmio del Veneto e Intesa Sanpaolo attraverso Superflash hanno accettato con entusiasmo di sostenere questa seconda edizione del Festival Internazionale del Cinema di Viaggio. In questo momento è fondamentale porre attenzione a tutti i processi che possono contribuire a trovare e far crescere forme di produzione, di servizi e di consumo in grado di valorizzare il patrimonio di conoscenze, competenze ed entusiasmo di molti giovani una parte dei quali è relegata ai margini della vita economica e sociale da una crisi che non ha precedenti. È oggi più che mai evidente il nesso intrinseco tra cultura e crescita economica. Non si tratta di generica promozione della cultura bensì di individuare quelle espressioni che meglio sanno interpretare i disagi, le speranze e i progetti di tutti. Padova presenta una tradizione nel campo della cultura cinematografica di tutto rilievo. A Padova, nel 1934, è stata discussa la prima tesi di laurea di argomento cinematografico presentata in un’Università italiana (relatore lo storico dell’arte Giuseppe Fiocco, candidato Francesco Pasinetti). A Padova sono nate importanti iniziative nel campo dell’associazionismo studentesco come il Centro Universitario Cinematografico e Cinemauno, i cui protagonisti, da Mario Carraro a Carlo Mazzacurati, intervengono nel documentario che Marco Segato ha dedicato alla mitica figura di Piero Tortolina (L’uomo che amava il cinema). Dall’Università di Padova provengono numerosi docenti di discipline cinematografiche che si sono affermati con una produzione storiografica e critica di sicuro prestigio internazionale e che sono andati formando una nuova generazione di esperti del settore. Un festival può costituire un’occasione per valorizzare competenze, risorse umane e potenzialità presenti nella regione, tanto più se è contestuale allo sviluppo d’iniziative nel campo della produzione, della distribuzione e dei servizi, come sta accadendo appunto in Veneto. Dove si fanno sempre più concrete le possibilità di attirare in loco produzioni nazionali e internazionali e di favorire lo sviluppo e l’affermazione di un’imprenditorialità locale, superando in tal modo la centralizzazione della produzione cinematografica e audiovisiva. Siamo di fronte a una situazione effervescente e in movimento, grazie alle iniziative legislative e promozionali nazionali e regionali, ma anche a un’attività imprenditoriale che sta acquistando una fisionomia sempre più precisa, sia di valorizzando risorse locali, sia intessendo rapporti con il sistema produttivo e distributivo internazionale: basti citare il caso esemplare di Io sono Li di Andrea Segre. Cassa di Risparmio del Veneto, inserita nel network internazionale del Gruppo Intesa Sanpaolo, è in grado di offrire alle imprese, alle famiglie e Istituzioni servizi, collegamenti, competenze indispensabili per operare nel mercato globale pur restando saldamente ancorata alla sua storia e al suo territorio. In sintonia con la Fondazione Cariparo. La valorizzazione della cultura, nelle sue molteplici forme, vede il gruppo Intesa Sanpaolo impegnato nel sostegno di numerose iniziative e progetti finalizzati allo sviluppo di nuove idee, con un’attenzione speciale al mondo giovanile. Il progetto Superflash nasce proprio per dialogare con i giovani attraverso spazi innovativi, fisici e virtuali, nei quali favorire l’ascolto e la realizzazione delle loro progettualità. A bet turned into commitment. Giovanni Costa Presidente della Cassa di Risparmio del Veneto Una scommessa che si è fatta impegno. Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate. Scoprite. Mark Twain Cos’è il Detour? Un “Festival Internazionale del cinema di viaggio”, è ovvio. Cosa rappresenta per il gruppo Trivellato? Una passione autentica, una scommessa vera e un impegno mantenuto. Il Detour è giunto appena alla sua seconda edizione, ma è un progetto a cui ci dedichiamo con passione autentica, perché ha nel suo codice genetico qualcosa di profondo che lo lega al carattere della nostra impresa. Chi meglio del cinema può raccontare e far rivivere a ognuno di noi le mille dimensioni di quell’esperienza straordinaria che è, per ogni individuo, il viaggio? Il gruppo Trivellato vende auto, ma il movimento è un atto di libertà, di scoperta, di conoscenza, di evasione. Valori ed esperienze che non sono in vendita e ci piacciono proprio per questo. All’inizio, due anni fa, il Detour è stato anche una scommessa vera. Perché in tempi di crisi economica, purtroppo, si assiste più spesso alla fine dei progetti culturali, anche quando sono di valore, piuttosto che a nuovi inizi. Non è mai scontato che l’incontro tra impresa e cultura dia frutti e lo è ancor meno in questi tempi. Grazie all’intelligenza di fondazione march, con il Detour questo è stato possibile. Il 2012 è stato l’anno del debutto, la prima tappa del nostro viaggio. Quest’anno il festival ha già tracciato una nuova e interessante rotta, che percorre a ritmi spediti, grazie ai nuovi progetti che accompagnano il festival, dai workshop al ciclo delle Lezioni di viaggio. La scommessa era vera. Ma il suo frutto è stato altrettanto concreto. Ed è così, con il passaggio dall’esordio alla seconda edizione, che la scommessa è diventata un impegno mantenuto. Anche quest’anno infatti il gruppo Trivellato è main partner del Detour, un progetto che ha deciso di accompagnare e sostenere in modo non occasionale. Il motivo di continuare questo viaggio non sapremmo spiegarlo meglio di quanto ha fatto Mark Twain. Ecco perché l’invito che vi facciamo è il suo. “Esplorate, sognate, scoprite”. Buon Detour a tutti! Twenty years from now you will be more disappointed by the things that you didn’t do than by the ones you did do. So throw off the bowlines. Sail away from the safe harbor. Catch the trade winds in your sails. Explore. Dream. Discover. Mark Twain What is Detour? Obviously an “International Travel Film Festival”. What is it for Trivellato group? Authentic passion, a real bet and commitment we kept. Detour has just arrived to its second edition, and we’ve dedicated to this project with authentic passion, because something within its genetic code profoundly connects it to our core business. Who better than cinema can tell and make us all relive the thousand dimensions of the most wonderful experience anyone may come across, the journey? Trivellato group may only sell cars, but movement means freedom, discovery, knowledge, evasion. Values and experiences which are not on sale and which we love for this very reason. At the beginning, two years ago, Detour was a real bet. In times of economic crisis, unfortunately, we more often witness the end of cultural projects, even valuable ones, rather than new starts. One can never take for granted that the meeting between business and culture give results and even less these days. Thanks to the intelligence of fondazione march, Detour made it possible. 2012 was the year of the debut, the first stage of our journey. This year’s festival has already traced an interesting new course, one which speeds through the new projects that complement the festival, as the workshops and the cycle of Travel Lessons. The bet was real. But so is the gain. It was in the passage from first to second edition that the bet became kept commitment. Again this year Trivellato group is main partner in Detour, project we decided to accompany and support in a non-occasional way. The reason we decided to continue this journey we couldn’t explain better than Mark Twain. It’s his words we invite you to follow. “Explore, dream, discover”. Happy Detour to all! Luca Trivellato CEO Trivellato Spa Cassa di Risparmio del Veneto and Intesa Sanpaolo through Superflash have enthusiastically accepted to support this second edition of Detour. Travel Film Festival. Today it is fundamental to focus on all processes that may contribute in finding and developing forms of production/service and consume capable of appreciating the heritage of knowledge, competence and enthusiasm of many young people who are consigned in to the fringes of economical and social life by this unprecedented crisis. The intrinsic connection between culture and economic growth is nowadays more evident than ever. It is not a matter of generic promotion of culture, but rather of identifying those expressions that best can interpret the discomfort, hopes and projects of all. Padua has a significant tradition in the field of cinematographic culture. The first dissertation to be treating cinema in Italian University was discussed in Padua, in 1934 (supervisor was Art Historian Giuseppe Fiocco, examinee Francesco Pasinetti). Many important student initiatives were born in Padua, such as the Centro Universitario Cinematografico and Cinemauno, whose protagonists, from Mario Carraro to Carlo Mazzacurati, intervene in the documentary Marco Segato has dedicated to the mythical figure of Piero Tortolina (L’uomo che amava il cinema – The man who loved cinema). Several professors in Cinema Disciplines who teach and have taught in Padua have made their critique and historiographical production renowned on International grounds, and have set up a new generation of field experts. A festival may set an occasion to highlight a territory’s competence, human resources and potentials, more so if it accompanies actions in the field of production, distribution and services, as it happens in Veneto – where more and more solid become the possibilities of attracting National and International productions and favouring development and establishment of local enterprises, thus overcoming the centralization of the audio-visual and cinema production. We are facing a sparkling and progressing situation, thanks to Regione Veneto’s legislative and promotional initiatives, but also thanks to entrepreneurs who are acquiring precise features and becoming capable of moving local resources and interweave relationships with the production-distribution system: one for all Io sono Li by Andrea Segre. Cassa di Risparmio del Veneto, part of the International network of Gruppo Intesa Sanpaolo, is fit to offer institutions, families and business fundamental connections and competence to operate in the global market while still anchoring to its history and location. Together with Fondazione Cariparo, Gruppo Intesa Sanpaolo commits in the appreciation of culture in its multiple forms, supporting several projects aimed at the development of new ideas, with a special focus on youth. Superflash was born in order to dialogue with the young via innovative spaces, both real and virtual, in which they can be listened and accomplish their own projects. Giovanni Costa President Cassa di Risparmio del Veneto 7 Una sinfonia di paesaggi e storie, di luoghi e personaggi, di terre vicine e mondi sconosciuti. Questo è Detour, un festival di cinema che si confronta con il tema del viaggio, della mobilità, dell’errare, con lo spaesamento, la fuga, la migrazione. Un festival che mette in scena viaggi di scoperta e di formazione, di disperazione e sofferenza ma anche di speranza e rinascita. Mai come oggi il concetto ampio del viaggiare ha bisogno di essere costantemente ridefinito. La situazione economica e sociale crea nuove migrazioni, le tecnologie rendono anche i luoghi più lontani perfettamente accessibili, i mezzi accorciano distanze e tempi. Ma le suggestioni che il viaggio porta con sé nell’immaginario collettivo e cinematografico rimangono ancora molto forti: il partire, l’andare, offrono l’occasione per mettere in discussione lo status quo, per affrontare l’imprevisto, in attesa di una deviazione, un detour appunto. I film in Concorso in questa seconda edizione del festival sono accomunati dall’idea del viaggio come scoperta di sé e dell’altro, come occasione imprevista di riflessione, di confronto: tra padre e figli (in Tanta Agua e in Ruta de la luna), tra fratelli (Welcome to Argentina), tra amici (Mobile Home). Ci sono certo storie drammatiche, dove il viaggio è forzato, come il sequestro della nave da parte dei pirati somali in A Hijacking, l’immigrazione clandestina in Poor Folk, la perdita del padre in The Forgotten Kingdom e quella di un figlio in Rendez-vous à Kiruna. Ma ci sono soprattutto i viaggi voluti e agognati, affrontati con i toni ora leggeri, ora drammatici della commedia: c’è chi parte per una vacanza con i genitori, chi per il matrimonio di un cugino, chi per un viaggio avventuroso da troppo tempo sognato, chi per sfidare se stesso, come l’adolescente in carrozzina di Little World o per portare i libri nei villaggi sperduti delle Ande peruviane in Libri e nuvole. Su undici film in Concorso quattro sono in anteprima italiana e sei le opere prime. Questo per far conoscere al pubblico giovani autori e spingerlo a confrontarsi con i nuovi modi di fare cinema: più vicino alla realtà, con budget ridotti ma con idee forti e originali. Novità di quest’anno è “Viaggio in Italia”, una sezione pensata per ospitare alcuni tra i film e gli autori più interessanti della nostra cinematografia e allo stesso tempo offrire uno sguardo in movimento sull’Italia di ieri e di oggi. A unire i film scelti, tematicamente distanti tra loro, è la forma documentario che ad oggi rappresenta una delle istanze più vitali del nostro cinema. Sarà Viaggio in Italia, capolavoro di Roberto di Rossellini, nella versione restaurata dalla Cineteca di Bologna a tenere a battesimo la sezione. L’omaggio all’autore è dedicato a Wes Anderson, uno dei registi contemporanei più amati dalla critica e dal pubblico, un cineasta visionario che in pochi anni ha realizzato opere meravigliose e personali. Un’occasione davvero unica per poter vedere sul grande schermo tutti i suoi film. Per la seconda volta Detour racconterà storie di viaggi, di scoperte, di esperienze. I percorsi saranno diversi e spesso distanti tra loro, a volte lineari, altre volte accidentati, ma uniti dal desiderio di esplorarne i confini, per realizzare una sorta di catalogo personale dell’immaginario che il cinema ha costruito e continua a costruire intorno all’esperienza straordinaria che ogni viaggio porta con sé. Marco Segato Direttore artistico A symphony of landscapes, stories, places and characters, near lands and unknown worlds: this is Detour. A film festival that tackles the theme of the journey: mobility, wandering, uncanniness, fleeing, migration. A festival that shows journeys of discovery and education, suffering and despair, but also hope and rebirth. Today more than ever, the overall concept of travel needs to be constantly redefined. The economic and social situation has created new migrations, technologies have made the farthest places perfectly accessible and means of transport have shortened distance and time. Nevertheless, the power of suggestion travelling carries within, in the collective imaginary and in films, still remains strong: leaving, going, are occasions to question the status quo, to face the unforeseen, waiting for a diversion, of a detour indeed. The films in competition for this second edition of the festival share the idea of the journey as a time for discovering oneself and others, a moment of reflection, confrontation: between father and children (in Tanta Agua and in Ruta de la luna), brothers (Welcome to Argentina), friends (Mobile Home). There are many dramatic stories, in which travelling is not by choice, as in the ship captured by pirates in A Hijacking, clandestine immigration in Poor Folk, the death of the father in The Forgotten Kingdom and of a son in Rendezvous in Kiruna. But there are especially longed for, craved journeys, rendered through the bittersweet tones of comedy: some leave for a holiday with their parents, some for a cousin’s wedding; others set off on an adventure trip they long dreamt for, or to challenge themselves, like the wheelchair-bound teenager in Little World; still others to take books to the isolated villages on the Peruvian Andes in Books and Clouds. Out of eleven films in competition, four are an Italian Premiere and six are debut films. This is meant to introduce our audience to young authors and to new ways of doing cinema: closer to reality, with reduced budgets but strong original ideas. This year’s novelty is “Viaggio in Italia” ( Journey to Italy), section expressly thought to host some of the most interesting films and authors in our film industry and at the same time offer a moving perspective on Italy, yesterday and today. Common characteristic of these thematically distant films is the documentary form, which today represents one of the liveliest parts of our cinema. Roberto Rossellini’s masterpiece, Viaggio in Italia (Journey to Italy), restored by the Cineteca di Bologna, will open the section. Homage to the Author is dedicated to Wes Anderson, contemporary director acclaimed by critics and audiences alike, visionary filmmaker who in just few years has made marvellous personal works. A unique occasion to see all of his films on the big screen. For the second time, Detour will tell stories of travel, discovery, understanding. Paths will be different and distant, at times linear, other times rugged, yet always led by the idea of exploring borders and creating a sort of personal catalogue of the imagery that cinema has built and continues to build around the extraordinary experience every journey holds within. Marco Segato Artistic Director 9 PREMI E GIURIA AWARDS AND JURY Il Concorso Internazionale di Detour. Festival del Cinema di viaggio presenta in questa seconda edizione una selezione di 11 film, lungometraggi di finzione e documentari, collegati al tema del viaggio nelle sue diverse declinazioni, senza limiti di forma e di genere. Saranno assegnati un Premio per il Miglior Film alla migliore opera nella sezione del Concorso Internazionale e un Premio Speciale della Giuria per il film del Concorso internazionale che meglio interpreta l’idea del viaggio. Inoltre, durante il festival gli spettatori saranno invitati a votare i film del Concorso e ad assegnare un Premio del pubblico. In continuità con l’iniziativa Padova incontra il cinema, promossa dal Comune di Padova durante la prima edizione di Detour nel 2012, anche quest’anno viene assegnato un premio a una figura importante della scena cinematografica padovana e italiana, che con il suo lavoro contribuisce a valorizzare il talento e la passione per il cinema della nostra città. La Giuria di Detour 2013 è composta da Giuseppe Piccioni (Presidente di Giuria), Anita Caprioli, Paolo Cottignola, Efraim Medina Reyes, Alessandro Rossetto. The International Competition within this second edition of Detour. Travel Film Festival presents a selection of 11 films, fiction full-length feature films and documentaries, connected to the theme of the journey by any of its possible declensions, with no limits in form and genre. A prize will be awarded to the Best Film in the International Competition section, and the Special Jury Award to the film that best interprets the idea of the journey. Moreover, during the Festival, audience will be invited to vote and confer an Audience Award. In continuity with the initiative Padova meets cinema, promoted by Comune di Padova within Detour’s first edition in 2012, this year, once again, a special award will be granted to an important protagonist of the Italian and Paduan scene, whom with his work has contributed to the growth of our city’s talent and passion for cinema. The Jury for Detour 2013 is composed by Giuseppe Piccioni (President), Anita Caprioli, Paolo Cottignola, Efraim Medina Reyes, Alessandro Rossetto. Giuseppe Piccioni, regista, sceneggiatore e produttore tra i più interessanti del panorama cinematografico italiano, debutta nel 1987 con il suo primo lungometraggio, Il grande Blek, che ottiene un Nastro d’Argento e viene presentato con successo alla Selezione Ufficiale del Festival di Berlino. Con Chiedi la luna, nel 1991, vince la Grolla d’Oro per la miglior regia, mentre la protagonista Margherita Buy viene premiata con il Sacher d’Oro. Seguono Condannato a nozze (1992) e Cuori al verde (1995), commedia agrodolce su tre quarantenni in crisi. Nel 1999 realizza Fuori dal mondo: il film ha un notevole successo di pubblico e critica e vince 5 David di Donatello, tra cui quello per il miglior film. Nel 2001 partecipa alla Mostra del Cinema di Venezia con Luce dei miei occhi, che vale la Coppa Volpi per entrambi i protagonisti, Luigi Lo Cascio e Sandra Ceccarelli. Seguono La vita che vorrei (2004), Giulia non esce la sera (2009) e Il rosso e il blu (2012) con Riccardo Scamarcio e Margherita Buy. Giuseppe Piccioni, director, screenwriter and producer among the most interesting in the Italian scene, debuted in 1987 with his first feature film, Il grande Blek, which obtained the Nastro d’Argento and was successfully presented at the Official Selection of the Berlinale. With Chiedi la luna, in 1991, he was awarded the Grolla d’Oro for Best Director, and the protagonist Margherita Buy won the Sacher d’Oro. Condannato a nozze (1992) was followed by Cuori al verde (1995), bittersweet comedy about three forty-year-olds in crisis. In 1999 he shot Fuori dal mondo: this film was acclaimed by critics and audiences alike and won him 5 David di Donatello, among which was Best Film. In 2001 he participated in the Venice Film Festival with Luce dei miei occhi; both its protagonists, Luigi Lo Cascio and Sandra Ceccarelli, were awarded the Coppa Volpi. La vita che vorrei (2004), Giulia non esce la sera (2009) and Il rosso e il blu (2012) with Riccardo Scamarcio and Margherita Buy, are his latest films. Anita Caprioli è tra le più apprezzate attrici del cinema italiano degli ultimi anni; ha recitato in numerosi film, tra cui: La prima neve di Andrea Segre (2013); Immaturi e Immaturi - Il viaggio di Paolo Genovese (2011 e 2012); Corpo celeste di Alice Rohrwacher (2011), per cui è stata nominata ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento come Migliore Attrice non Protagonista; Si può fare di Giulio Manfredonia, I demoni di San Pietroburgo di Giuliano Montaldo (2008); Non pensarci di Gianni Zanasi (2007); Manuale d’amore di Giovanni Veronesi (2005); Ma che colpa abbiamo noi di Carlo Verdone (2003); Santa Maradona di Marco Ponti, Vajont di Renzo Martinelli (2001); Denti di Gabriele Salvatores (2000); Tutti giù per terra di Davide Ferrario (1997). Paolo Cottignola ha firmato il montaggio di molti importanti film italiani degli ultimi vent’anni. Ha collaborato con diversi registi e in particolare con Ermanno Olmi e Carlo Mazzacurati. Nel 2002 ha ricevuto il David di Donatello come Miglior Montatore per Il mestiere delle armi di Olmi, riconoscimento a cui sarà candidato nuovamente per La giusta distanza di Mazzacurati nel 2008. Tra i numerosi titoli della sua filmografia si ricordano: La leggenda del santo bevitore (1988), Il mestiere delle armi (2001), Cantando dietro i paraventi (2003), Centochiodi (2007), Terra madre (documentario, 2009), Il villaggio di cartone (2011) di Olmi; L’estate di Davide (1998), la serie dei tre Ritratti dedicati a Mario Rigoni Stern, Andrea Zanzotto e Luigi Meneghello (1999-2002), La lingua del Santo (2000), L’amore ritrovato (2004), La giusta distanza (2007), La Passione (2010), Sei Venezia (documentario, 2010) e Medici con l’Africa (documentario, 2012) di Mazzacurati. Paolo Cottignola has signed the editing of many important Italian films in the last twenty years. He has collaborated with many directors and in particular with Ermanno Olmi and Carlo Mazzacurati. In 2002 he received David di Donatello Award as Best Editing for The Profession of Arms by Olmi, and he was nominated for the same award with La giusta distanza di Mazzacurati again in 2008. Among the several titles in his filmography are: The legend of the Holy Drinker (1988), The Profession of Arms (2001), Singing Behind Screens (2003), One Hundred Nails (2007), Terra madre (documentary, 2009), The Cardboard Village (2011) by Olmi; David’s Summer (1998), the series Ritratti dedicated to Mario Rigoni Stern, Andrea Zanzotto and Luigi Meneghello (1999-2002), Holy Tongue (2000), An Italian Romance (2004), The Right Distance (2007), The Passion (2010), Sei Venezia (documentary, 2010) and Medici con l’Africa (documentary, 2012) by Mazzacurati. Efraim Medina Reyes è nato nel 1967 a Cartagena e vive tra la Colombia e l’Italia. Ha esordito nel 1988 con il libro Seis informes a cui ha fatto seguito nel 1995 la raccolta di racconti Cinema Albero (Fusi Orari) con cui ha vinto il prestigioso Premio Nacional de literatura. Con Feltrinelli ha pubblicato C’era una volta l’amore ma ho dovuto ammazzarlo (2002), Tecniche di masturbazione tra Batman e Robin (2004), La sessualità della Pantera Rosa (2006), Quello che ancora non sai del Pesce Ghiaccio (2013). Ha diretto il film Esercizio dell’anima, scrive per il teatro, collabora con la rivista Internazionale ed è uno dei membri della 7 Torpes Band. Efraim Medina Reyes was born in Cartagena in 1967 and now lives in Colombia and Italy. He debuted in 1988 with the book Seis informes, followed by the award-winning short novels Cinema Albero (Fusi Orari) in 1995 (Premio Nacional de literatura). C’era una volta l’amore ma ho dovuto ammazzarlo (2002), Tecniche di masturbazione tra Batman e Robin (2004), La sessualità della Pantera Rosa (2006), Quello che ancora non sai del Pesce Ghiaccio (2013) were published by Feltrinelli. He has directed the film Esercizio dell’anima, he writes for the theatre, he collaborates with the magazine “Internazionale” and is a member of 7 Torpes Band. Alessandro Rossetto ha studiato cinema e antropologia a Bologna e Parigi. È autore cinematografico, regista e direttore della fotografia-operatore alla macchina. Nel 1997 ha diretto il suo primo film documentario, Il Fuoco di Napoli, cui seguono Bibione Bye Bye One (1999), Chiusura (2002), Feltrinelli (2006), Raul (2007, uno dei capitoli de L’Orchestra di Piazza Vittorio: I diari del ritorno), tutti distribuiti a livello internazionale e presentati in alcuni tra i maggiori festival del mondo. Nel 2010 il New York Documentary Film Festival gli ha dedicato una retrospettiva. Il suo primo lungometraggio di finzione Piccola Patria (2013) è stato presentato nella sezione Orizzonti alla 70a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Alessandro Rossetto has studied Cinema and Anthropology in Bologna and Paris. He is a film-maker, director and director of photography and camera operator. In 1997 he directed his first documentary film Il Fuoco di Napoli, which was then followed by Bibione Bye Bye One (1999), Chiusura (2002), Feltrinelli (2006), Raul (2007, one of the chapters of L’Orchestra di Piazza Vittorio: I diari del ritorno), all Internationally distributed and presented at some of the world’s biggest film festivals. In 2010 the New York Documentary Film Festival dedicated a retrospective to his work. His first feature film Small Homeland (2013) has been presented in 70. Venice Film Festival - Orizzonti. Anita Caprioli is one of the most highly-regarded actresses on the panorama of Italian cinema in the past few years; she has acted in numerous films, including: First Snowfall by Andrea Segre (2013); Immaturi and Immaturi - Il viaggio by Paolo Genovese (2011 and 2012); Corpo celeste by Alice Rohrwacher (2011), which earned her a nomination for the David di Donatello Awards and the Nastri d’Argento for Best Supporting Actress; We Can Do That by Giulio Manfredonia, The Demons of St. Petersburg by Giuliano Montaldo (2008); Non pensarci by Gianni Zanasi (2007); The Manual of Love by Giovanni Veronesi (2005); What Fault Is It of Ours? by Carlo Verdone (2003); Santa Maradona by Marco Ponti, Vajont by Renzo Martinelli (2001); Teeth by Gabriele Salvatores (2000); Tutti giù per terra by Davide Ferrario (1997). 11 Concorso Competition 13 CONCORSO/COMPETITION Manuel Von Stürler HIVER NOMADE WINTER NOMADS Proiezione del film Film screening Domenica 20 Ottobre Sunday, October 20 ore 16.00 4 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Pascal, 53, e Carole, 28, sono pastori. Nel novembre 2010 partono per una lunga transumanza invernale: in quattro mesi dovranno percorrere 600 chilometri nella regione della Svizzera francese, accompagnati da tre asini, quattro cani e ottocento pecore, sfidando il freddo e il maltempo, riparandosi solo con una tenda e pelli di animali. Attraverso il loro avanzare quotidiano e senza sosta, il film ci svelerà un mestiere difficile e impegnativo che richiede un’attenzione costante alla natura e agli animali. Un’odissea attraverso una regione che sta subendo profonde trasformazioni e dove questo tipo di spedizioni diventa sempre più difficile, soprattutto quando si deve trovare l’erba per le pecore in mezzo a ville, binari ferroviari e aree industriali. Hiver nomade è un film d’avventura, un road movie, una riflessione sul mondo contemporaneo che ci riporta alle nostre radici e ai nostri più profondi interrogativi. Essere nomadi, coltivare quest’arte antica della pastorizia vivendo a diretto contatto con la terra, gli animali e il cosmo, aprendosi a incontri straordinari e condividendo il proprio tempo con amici contadini una volta l’anno, è un meraviglioso inno alla libertà, un’antitesi alla nostra comoda realtà. Manuel Von Stürler Pascal, 53, and Carole, 28, are shepherds. In the month of November 2010, they embark on their long winter transhumance: four months during which they will have to cover 600 km in the Swiss-French region, accompanied by three donkeys, four dogs and a eight hundred sheep. An exceptional adventure is about to begin: they brave the cold and the bad weather day in day out, with a canvas cover and animal skins as their only shelter at night. This saga reveals a tough and exacting profession requiring constant improvisation and unflinching attention to nature, the animals and the cosmos. An odyssey through a region undergoing profound changes that render this kind of expedition more difficult every year, particularly when the grass for the sheep has to be found between villas, railroad tracks and industrial areas. Winter Nomads is an adventure film, a contemporary road movie, a reflection of our current world, which takes us back to our roots and our inner questions. Documentario Documentary Svizzera Switzerland Colore Color, 2012, 85 min. Lingua originale Original Language Francese French Prima Mondiale World Premiere 62. Berlinale, Germania Germany, 2012 Regia Director Manuel Von Stürler Sceneggiatura Script Claude Muret, Manuel von Stürler Fotografia Director of Photography Camille Cottagnoud Montaggio Editor Karine Sudan Suono Sound Marc von Stürler Musica Music Olivia Pedroli Con With Pascal Eguisier, Carole Noblanc, Jean-Paul Peguiron Produzione Production Louise Productions Being nomadic, cultivating this ancient art of the shepherd living in direct contact with the earth, the animals and the cosmos, being true in friendship, open to surprising encounters, sharing time with fellow farmers once every year, is a wonderful hymn to freedom, an antithesis to our comfortable realities. Manuel Von Stürler Manuel Von Stürler (Losanna, Svizzera, 1968) ha studiato trombone presso l’Accademia di Musica di Neuchâtel e la Jazz and Contemporary Music School di Losanna. Esegue dal vivo un vasto repertorio, dal classico al jazz al contemporaneo. Ha composto numerose musiche per il teatro e con Arthur Besson ha fondato la compagnia Duo Matò. Interessato a esplorare il mondo, ha condotto due anni di viaggi nomadi con la sua famiglia, riscoprendo l’amore per l’immagine e realizzando diversi film personali, prima di essere chiamato a dirigere un film su commissione per la società Securitas. Nel 2008 ha iniziato a lavorare al suo primo documentario Hiver nomade, presentato alla Berlinale 2012. Manuel Von Stürler (Lausanne, Switzerland, 1968) has studied trombone at the Music Academy in Neuchâtel and Jazz and Contemporary Music School in Lausanne. He performs live a vast repertoire, from classical to jazz and contemporary. He has composed several pieces for the theatre, with Arthur Besson he has founded Duo Matò. Interested in exploring the world, he travelled two years as a nomad with his family, rediscovering his love for the image and shooting several personal films, before being invited to direct a film commissioned by Securitas. In 2008 he began working at his first documentary Winter Nomads, presented at Berlinale 2012. Filmografia Filmography Hiver nomade (doc. 2012) 15 CONCORSO/COMPETITION Tobias Lindholm KAPRINGEN A HIJACKING Proiezione del film Film screening Martedì 15 Ottobre Tuesday, October 15 ore 20.30 8.30 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Nell’Oceano Indiano il cargo danese MV Rozen, con un equipaggio di sette uomini, viene sequestrato dai pirati somali. Dal quartiere generale della compagnia di navigazione, l’amministratore delegato conduce una difficile trattativa con i pirati per negoziare il riscatto e riuscire a riportare a casa i marinai sani e salvi. Intanto a bordo della nave gli ostaggi cercano di mantenere la calma, senza sapere se riusciranno a rivedere le loro famiglie. Quando le navi cargo danesi Danica White e Cec Future sono state sequestrate nel 2007 e nel 2008, ho scoperto una realtà di cui non conoscevo l’esistenza: una realtà in cui le compagnie di navigazione sono costrette a negoziare direttamente con i pirati; una realtà in cui i pirati guadagnano milioni di dollari mentre gli uomini degli equipaggi sono tenuti in ostaggio per mesi senza potere in alcun modo influenzare il loro destino. Non potevo raccontare in un film la verità sui sequestri accaduti nell’Oceano Indiano, perché non credo esista una verità. Però potevo fare un film sui marinai e sulle loro famiglie, sui pirati e sui dirigenti delle compagnie di navigazione, perché loro esistono. Se vi sembra che Kapringen parli di loro, allora vuol dire che sono andato molto vicino al mio obiettivo. Tobias Lindholm Danish cargo ship MV Rozen, with seven seamen, is captured by Somali pirates in the Indian Ocean. From the shipping company’s headquarters, the CEO is thrown into a psychological game in his efforts to bring the seamen back home safely, while negotiating the lowest possible ransom. Meanwhile the seamen are held hostage on their ship off the Somali coast, desperately trying to stay calm without knowing whether or not they will come home to their families. With the hijackings of the Danish-owned freighters Danica White and Cec Future in 2007 and 2008, I became aware of a reality that I did not know existed. A reality where shipping companies are forced to negotiate directly with pirates. A reality where pirates earn millions of dollars and a reality where seamen are held hostage for months without any influence on their own fate. I couldn’t make a film about the truth of the hijackings in the Indian Ocean, because I don’t believe that truth exists. But I could make a film about seamen, pirates, CEOs and relatives. Because they do exist. And if A Hijacking feels like it is about them, then I am very close to my goal. Tobias Lindholm Tobias Lindholm (Danimarca, 1977), diplomato in sceneggiatura alla Danske Filmskole nel 2007, ha scritto episodi per le serie televisive The Summers (2008) e Borgen (2009-2010). Ha collaborato come sceneggiatore con Thomas Vinterberg per i film Submarino (2010), selezionato alla Berlinale, e Il sospetto (Jagten, 2012), presentato al Festival di Cannes. Nel 2010 ha scritto e diretto, con Michael Noer, il suo primo lungometraggio R, per cui ha ricevuto il prestigioso Bodil Award dell’Associazione nazionale danese dei critici cinematografici. Kapringen è il suo secondo lungometraggio. Tobias Lindholm (Denmark, 1977), screenwriter graduate from the National Film School of Denmark in 2007, has written several episodes for the TV series The Summers (2008) and Borgen (20092010). Co-writer, together with Thomas Vinterberg, on the film Submarino (2010), which was selected for the Berlin International Film Festival, and The Hunt (Jagten, 2012), Cannes 2012. In 2010 he wrote and directed his first feature film, R, with Michael Noer, which won them the prestigious Danish Critic’s Bodil Award for best film. A Hijacking is Lindholm’s second feature film. Fiction Fiction Danimarca Denmark Colore Color, 2012, 99 min. Lingua originale Original Language Danese Danish, Inglese English Prima Mondiale World Premiere 69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, 2012 Regia Director Tobias Lindholm Sceneggiatura Script Tobias Lindholm Fotografia Director of Photography Magnus Nordenhof Jønck Montaggio Editor Adam Nielsen Suono Sound Morten Green Musica Music Hildur Gudnadottir Con With Pilou Asbæk, Søren Malling, Dar Salim, Roland Møller Produzione Production Nordisk Film Filmografia Filmography Kapringen (2012), R (2010) 17 CONCORSO/COMPETITION Pier Paolo Giarolo LIBRI E NUVOLE BOOKS AND CLOUDS Proiezione del film Film screening Venerdì 18 Ottobre Friday, October 18 ore 17.45 5.45 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra In uno sperduto villaggio delle Ande Peruviane una ragazzina sta aspettando da giorni l’arrivo dei nuovi libri che una bibliotecaria trasporta a piedi, sulle proprie spalle. Le Biblioteche Rurali del Perù sono formate da poche decine di libri che una volta letti vengono scambiati fra le comunità. Messaggio e messaggero viaggiano insieme, in un paesaggio primordiale a pochi passi dalle nuvole; i libri camminano come camminano le persone. “Leggere la terra, camminarla e conoscerla è il miglior modo per amarla e rispettarla”. Documentario Documentary Italia/Francia Italy/France Colore Color, 2013, 85 min. Lingua originale Original Language Spagnolo Spanish Prima Mondiale World Premiere Visions du Réel, Svizzera Switzerland, 2013 Un film sull’esperienza delle biblioteche rurali implica un messaggio: se si rimane uniti è possibile fare qualcosa. Leggere un libro non è solo immagazzinare conoscenza, è liberare saggezza. Quando facciamo nostro un libro, lo “incorporiamo” come un seme, come una fonte; grazie a un libro ci sono persone che hanno imparato a cucinare, a tessere e combinare colori, a curarsi, a difendere i propri diritti. Ho voluto mostrare questa connessione forte fra lettura e pratica, non leggere tanto per leggere ma leggere come fosse un esercizio agricolo. Pier Paolo Giarolo Regia Director Pier Paolo Giarolo Sceneggiatura Script Pier Paolo Giarolo Fotografia Director of Photography Pier Paolo Giarolo Montaggio Editor Milena Holzknecht, Liza Ignazi Suono Sound François Waledisch Con With Alfredo Mires Ortiz, Dina Vitón Casas, Nancy Huamán Campos, Sonia Elisabeth Aliaga Sánchez Produzione Production Miramonte Film, Idéale Audience In a lost village in the Peruvian Andes a young girl has been waiting for days for a librarian who will walk all the way carrying the books on her shoulders. Rural Libraries in Peru are made up of a few dozen books that, once read, are exchanged for others between communities. Both message and messenger travel together, in a pristine landscape a few steps away from the clouds; books walk as people walk. “Reading the earth, walking on it and knowing it, is the best way to love it and to respect it”. A film about the experience of rural libraries implies a message: if we remain united it is possible to do things. Reading a book is not only storing knowledge, it’s freeing wisdom. When we appropriate a book, we “incorporate” it like a seed, like a source; thanks to a book, people have learned how to cook, how to weave and combine colors, how to cure themselves, how to defend their own rights. I wanted to show this strong connection between reading and practice, not so much reading for its own sake, but reading as if it were an exercise in agriculture. Pier Paolo Giarolo Pier Paolo Giarolo (Argentina, 1970) dopo il diploma in pianoforte apre un’officina grafica e intraprende poi il viaggio nel mondo del documentario. Ottenuta la licenza di cinemambulante cerca di imparare questo mestiere con vaghi propositi di rigore ed eleganza. Negli ultimi anni ha inoltre lavorato come direttore della fotografia per documentari italiani e francesi. Pier Paolo Giarolo (Argentina, 1970), after the Piano Diploma at the Music Academy in Vicenza, opened a graphic design studio and then set out on a journey in the documentary world. He has now obtained the license for travelling-cinema and is trying to learn the job with purposes of rigour and elegance. In the last few years he has also worked as a director of photography for Italian and French documentaries. Filmografia Filmography Libri e nuvole (doc. 2013), Tradurre (doc. 2008), Un piccolo spettacolo (doc. 2005) 19 CONCORSO/COMPETITION Edouard Deluc MARIAGE À MENDOZA WELCOME TO ARGENTINA Proiezione del film Film screening Mercoledì 16 ottobre Wednesday, October 16 ore 22.15 10.15 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Anteprima italiana Italian Premiere Antoine e suo fratello Marcus arrivano in Argentina per partecipare alle nozze di un loro cugino. Programmano di esplorare tutto quello che Buenos Aires ha da offrire, prima di spostarsi a Mendoza nell’ovest del paese per la cerimonia. Marcus è elettrizzato dall’idea del viaggio e deciso a divertirsi, mentre Antoine è depresso perché è appena stato lasciato dalla moglie. Dopo una notte molto caliente nella capitale, partiranno all’avventura on the road: attraverso le valli e i vigneti dell’Argentina, le tappe del loro viaggio saranno segnate da curiose scoperte e improbabili incontri - un receptionist illuminato, una bellezza divina, una pecora incinta e un ragazzo colpito dalla sindrome di Stendhal. Ma mentre Antoine comincia a stare meglio, è Marcus che inizia a vacillare. Fiction Fiction Francia/Argentina/Belgio France/Argentina/Belgium Colore Color, 2012, 94 min. Lingua originale Original Language Francese, Inglese, Spagnolo French, English, Spanish Prima Mondiale World Premiere Mar del Plata Festival, Argentina, 2012 Un film di viaggio, di avventura. Il viaggio come tempo sospeso e la strada come crocevia, con i suoi incontri e le sue separazioni, con un obiettivo da raggiungere e le insidie lungo il percorso. Il viaggio, dunque, come la prima delle avventure, come scoperta di orizzonti nuovi e possibilità di salvezza. Il viaggio e l’incontro con l’altro come occasione per mettere in discussione le certezze che abbiamo costruito. Edouard Deluc Regia Director Edouard Deluc Sceneggiatura Script Edouard Deluc, Thomas Lilti, Anais Carpita, Philippe Rebbot Fotografia Director of Photography Pierre Cottereau Montaggio Editor Chantal Hymans Suono Sound Paul Maernoudt Musica Music Herman Dune, David Ivar Con With Nicolas Duvauchelle, Philippe Rebbot, Gustavo Kamenetzky, Paloma Contreras, Benjamin Biolay, Sarah Grappin, César Bordón, Gonzalo Suárez Produzione Production Bizibi, El Campo Cine, Versus Production, Direct Cinéma Marcus and his brother Antoine head to Argentina for their cousin’s wedding. They plan to explore all that Buenos Aires has to offer before making the trip to Mendoza in the west of the country, where the ceremony will take place. Marcus is thrilled to be on the road and determined to have fun, while Antoine is depressed after being dumped by his wife. After a very caliente evening in the capital, they hit the road, discovering Argentina vineyard’s and making unlikely encounters –with a crackpot receptionist, a divine beauty, a pregnant ewe, and a guy afflicted by Stendhal syndrome. But while Antonie starts feeling better, Marcus will begin to hesitate. A travel film, an adventure. The journey as suspended time and the road as crossways, with its encounters and separations, with an aim to achieve and perils along the way. The journey as indeed the first among many adventures, discovery of new horizons and salvation possibilities. Travelling and meeting others as the opportunity to doubt all the certainties we have built. Edouard Deluc Edouard Deluc, sceneggiatore e regista, dopo gli studi in Belle Arti, comincia la sua attività nelle immagini realizzando video musicali, per diversi gruppi e artisti tra cui Louise Attaque e Jean-Louis Murat. Lavora inoltre nell’ambito della pubblicità, dirigendo numerosi spot. Contemporaneamente si dedica al cinema di finzione e realizza i cortometraggi Petits enfers (1997) e Je n’ai jamais tué personne (2002). Nel 2009 ¿Donde està Kim Basinger? segna l’inizio dell’avventura in Argentina; il corto viene selezionato in numerosi festival internazionali e nel 2010 riceve la nomination ai premi César. Mariage à Mendoza è il suo primo lungometraggio. Edouard Deluc, screenwriter and director, after his studies in Fine Arts, started his career by creating music videos for diverse bands and artists such as Louise Attaque and Jean-Louis Murat. He has also worked in advertisement, directing several ads. At the same time he committed to fiction cinema and realized the short films Petits enfers (1997) and Je n’ai jamais tué personne (2002). In 2009 ¿Donde està Kim Basinger? kicked off his Argentinian adventure; the short film was selected in several International festivals and in 2010 was nominated for the César Awards. Welcome to Argentina is his first full-length feature film. Filmografia Filmography Mariage à Mendoza (2012) 21 CONCORSO/COMPETITION François Pirot MOBILE HOME MOBILE HOME Proiezione del film Film screening Venerdì 18 ottobre Friday, October 18 ore 22.15 10.15 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Dopo aver rotto con la sua ragazza e lasciato il lavoro in città, Simon fa ritorno al suo paesino natale. Qui ritrova Julien, un amico d’infanzia. Insieme decidono di rispolverare un sogno di quando erano adolescenti: partire per un avventuroso viaggio on the road. Comprano un grande camper, ma una serie di eventi tragicomici li costringe a rimandare più volte la partenza. Senza spostarsi, fermi sul posto nel loro camper, cominceranno però un viaggio altrettanto importante, che li spingerà a prendere strade diverse. Simon e Julien non si fanno molte domande sulla dimensione concreta del loro programma, se lo facessero inizierebbero a capire che non vogliono andare da qualche altra parte ma piuttosto fuggire. [...] Realizzando il loro progetto, si dovranno però confrontare con tutto quello da cui vogliono scappare. Al tempo stesso vivranno un viaggio interiore, scoprendo in maniera più chiara la loro realtà, i loro desideri, le loro mancanze affettive. È questo il percorso che conta alla fine. La tentazione di fuggire è comprensibile per questa generazione che fa fatica a collocarsi in un mondo in cui i punti di approdo principali, come la coppia e il lavoro, si trasformano sempre più in luoghi incerti. François Pirot After breaking up with his girlfriend and quitting his job, Simon goes back to his small hometown in the countryside, where he meets up with his old friend Julien. Together they decide to revisit an old dream from their teenage years: hitting the road for an adventurous journey. They buy a huge motorhome, but the trip is delayed by various troubles, and they decide to start their journey... on the spot. Through this first motionless stage of their trip, the two friends, confronted by themselves and what they wanted to run away from, start taking different paths. Simon and Julien have never questioned the concrete dimension of their plan. If they had, they’d have started realizing they don’t really want to go somewhere else but rather escape. [...] Accomplishing their project, they’ll necessarily confront all they want to flee. At the same time they’ll perform an inner journey, discovering in the clearest way their reality, their wishes and lack of affection. The temptation to leave is comprehensible for this generation, who struggle to find a collocation in this world where milestones such as the couple and work become more and more uncertain. François Pirot François Pirot (Bastogne, Belgio, 1977) si è laureato in regia allo IAD Institute of Media Arts di Louvain-la-Neuve. Ha diretto diversi cortometraggi che sono stati selezionati in numerosi festival internazionali. Attore e sceneggiatore oltre che regista, era nel cast di Ça rend heureux (2006) di Joachim Lafosse, con cui ha scritto le sceneggiature per il film Proprietà privata (Nue propriété, 2006) – in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia – e Élève libre (2008), che è stato selezionato alla Quinzaine des réalisateurs di Cannes. Mobile Home è il suo primo lungometraggio. François Pirot (Bastogne, Belgium, 1977) took a degree in performing arts and broadcasting techniques at the IAD institute of Media Arts in Louvain-laNeuve, with a major in directing. He went on to direct several short films that were picked up by numerous International festivals. Actor and screenwriter, he was in the cast for Ça rend heureux (2006) by Joachim Lafosse, with whom he wrote the screenplays for the film Private Property (2006) – in competition at the Venice Film Festival – and Private Lessons (2008), which was included in the Directors’ Fortnight at Cannes. Mobile Home is his first full-length feature film. Fiction Fiction Francia/Belgio/Lussemburgo France/Belgium/Luxembourg Colore Color, 2012, 95 min. Lingua originale Original Language Francese French Prima Mondiale World Premiere 65° Festival del film Locarno, Svizzera Switzerland, 2012 Regia Director François Pirot Sceneggiatura Script François Pirot, Jean-Benoit Ugeux, Marteen Loix Fotografia Director of Photography Manuel Dacosse Montaggio Editor Albertine Lastera Suono Sound Benoît De Clerck Musica Music François Petit, Michaël De Zanet, Renaud Mayeur Con With Arthur Dupont, Guillaume Gouix, Jackie Berroyer, Jean-Paul Bonnaire Produzione Production Tarantula, Urban Factory Filmografia Filmography Mobile Home (2012) 23 CONCORSO/COMPETITION Marcel Barrena MÓN PETIT LITTLE WORLD Proiezione del film Film screening Sabato 19 ottobre Saturday, October 19 ore 14.00 2 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra 30.000 km. 200 giorni. 20 euro. 4 ruote. Albert Casals ha diciannove anni, si muove in sedia a rotelle da quando, da bambino, ha sofferto di leucemia. Questa circostanza però non gli ha impedito di realizzare il suo sogno: viaggiare per il mondo. E farlo alla sua maniera: senza soldi, senza compagni, senza valigie. Non ha nulla a parte la sua immaginazione, il suo coraggio e la sua simpatia. Món petit ci racconta la sfida più grande e più folle: raggiungere la parte opposta del pianeta. Mescolando riprese amatoriali con interviste e con il documentario tradizionale, il film ci porta a conoscere questo ragazzo, la sua storia e la sua speciale filosofia di vita. Vedremo come Albert e la sua ragazza Anna da Barcellona arriveranno fino a un isolato faro in Nuova Zelanda. O se falliranno nella loro impresa. Alcune storie devono essere raccontate. Oggi il mondo attraversa tempi duri, in cui non c’è spazio per nuove idee, per l’ottimismo. Ma alcune persone riescono a trovare qualcosa di positivo in questa situazione. Tutto dipende da cosa c’è dentro la tua mente. Proprio questo ci insegna un ragazzo di diciannove anni con la sua indistruttibile filosofia: dobbiamo cercare la felicità, nient’altro conta. Marcel Barrena 30.000 km. 200 days. 20 euros. 4 wheels. Albert Casals is a nineteen-year-old boy who moves in a wheelchair since he has suffered leukemia as a child. A circumstance that hasn’t prevented him from making his dream come true: to travel around the world. And to do it his way: without money, without companions, without luggage. He has nothing but his imagination, his courage and his sympathy. Little World will show us his biggest and craziest challenge: to reach exactly the other side of the planet. Mixing amateur techniques with interviews and traditional documentary, it introduces us to this young boy, his love story, his special philosophy of life and his parents’ way to raise a child. We will see how Albert and his girlfriend Anna go from Barcelona (Spain) to an isolated lighthouse in New Zealand. Or if they fail in the attempt. Documentario Documentary Spagna Spain Colore Color, 2012, 84 min. Lingua originale Original Language Catalano, Spagnolo, Inglese Catalan, Spanish, English Prima Mondiale World Premiere IDFA International Documentary Film Festival Amsterdam, Paesi Bassi Netherlands, 2012 Regia Director Marcel Barrena Sceneggiatura Script Marcel Barrena, Víctor Correal, Adrià Cuatrecases Fotografia Director of Photography Albert Serradó, Víctor Torija Montaggio Editor Marcel Barrena, Domi Parra Suono Sound Andrea Ainsa, Albert Codina Musica Music Pau Vallvé Con With Albert Casals, Anna Socías Produzione Production Umbilical Produccions Some stories need to be told. Today the whole world is going through hard times, with no space for new ideas, no room for over-optimism. However, for some people there is much more good in it than bad. It all depends on what is inside your mind. And this is exactly what a 19-year-old boy teaches us here with his indestructible philosophy: we have to look for happiness. Nothing else matters. Marcel Barrena Marcel Barrena è nato a Barcellona nel 1981. Món petit è il suo primo documentario dopo la sua opera prima di finzione Cuatro estaciones che ha ricevuto il Premio per il Miglior film per la televisione ai Premis Gaudí dell’Accademia del Cinema Catalano e il premio per il Miglior film e Miglior Regista all’Alicante film festival. Barrena ha inoltre collaborato alla scrittura della versione per lo schermo del bestseller catalano Second Origin, un film in 3D di Bigas Luna, previsto in uscita nel 2014. Attualmente sta lavorando al suo nuovo lungometraggio, con Antàrtida Productions. Marcel Barrena was born in Barcelona in 1981. Little World is his first documentary after his first fictional movie Cuatro estaciones (Four Seasons), awarded with the Catalan Film Academy Gaudí Award for the Best TV-Movie. Moreover, the film received the Best Film Award, Best Director Award and FIPRESCI Award in Alicante Film Festival. Barrena has also co-written the screen version of the Catalan bestseller Second Origin, a 3D film by Bigas Luna (2014). He is now working at his new full-length feature film, with Antàrtida Productions. Filmografia Filmography Món petit (doc. 2012), Cuatro estaciones (2010) 25 CONCORSO/COMPETITION Midi Z QIONG REN, LIU LIAN, MA YAO, TOU DU KE POOR FOLK Proiezione del film Film screening Giovedì 17 ottobre Thursday, October 17 ore 15.30 4 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Anteprima italiana Italian Premiere A-Hong e sua sorella attraversano clandestinamente la frontiera della Birmania per raggiungere Dagudi, uno sperduto paese nel nord della Thailandia. La ragazza finisce nelle mani di una gang di trafficanti di persone, mentre A-Hong, nel tentativo di guadagnare i soldi necessari a riscattarla, si trasferisce a Bangkok dove, insieme ad altri clandestini birmani, deruba turisti cinesi e vende anfetamine a pericolosi gangster. Un film tragicomico, con risvolti da gangster story, su un paese colpito dalla povertà, in cui tutto ruota intorno al denaro. Quasi 3 milioni di Birmani vivono in Thailandia clandestinamente. Decine di migliaia di nuovi migranti attraversano il confine illegalmente. La città di Dagudi nel nord della Thailandia è solo una di queste città in cui arrivano come tappa intermedia. Anche se la Birmania ha avuto elezioni democratiche un paio di anni fa, non ci sono segni di diminuzione del tasso di emigrazione. Dagudi è come un porto. È pieno di ogni sorta di personaggi variopinti che scappano dalla Birmania, disertori, gang, trafficanti… I destini di queste persone alla deriva sono strettamente legati tra loro. Midi Z A-Hong and his sister clandestinely cross the borders of Myanmar to reach Dagudi, far away Thai town. The girl falls into the hands of human traffickers while A-Hong, in the attempt to earn enough money to buy his sister free, travels to Bangkok and starts life as a hustler. With other illegal Burmese, he rips off Chinese tourists and sells amphetamines to dangerous gangsters. Almost 3 million Burmese live in Thailand illegally. Ten of thousands of new migrants cross the border illegally every year. The Northern Thailand town Dagudi is just one of those towns they set foot on as intermediate stop. Although Myanmar has run a democratic election a couple of years ago, no sign of decreasing immigration rate is shown. Dagudi is like a port. It’s full of all kinds of colorful characters who ran away from Myanmar – deserters, gangs, smugglers, etc. These drifting people’s fates are interlaced with one another. Midi Z Midi Z, nato nel 1982, è cresciuto in Birmania, ma si è formato artisticamente a Taiwan. Il suo corto di diploma Paloma Bianca è stato selezionato in numerosi festival. Nel 2009 è scelto come principale sceneggiatore e regista della Taipei Golden Horse Film Academy, organizzata da Hou Hsiao-hsien. Ha realizzato il corto Hua-Xing Incident prodotto da Hou. Nel 2011 ha diretto il suo primo lungometraggio Return to Burma, premiato al Rotterdam International Film Festival. Midi Z was born in 1982 and raised in Myanmar, but he trained as an artist in Taiwan. His graduation short Paloma Blanca was screened in numerous film festivals. In 2009, he was selected to be the leading screenwriter and leading director in the Taipei Golden Horse Film Academy organized by Hou Hsiao-hsien. Produced by Hou, Midi Z made the short film Hua-Xing Incident. In 2011, he made his first full-length feature film Return to Burma, which was awarded at the Rotterdam International Film Festival. Fiction Fiction Taiwan/Birmania Taiwan/Myanmar Colore Color, 2012, 105 min. Lingua originale Original Language Cinese, Thailandese Chinese, Thai Prima Mondiale World Premiere Vancouver International Film Festival, Canada, 2012 Regia Director Midi Z Sceneggiatura Script Midi Z Fotografia Director of Photography Midi Z Montaggio Editor Midi Z, Lin Sheng-Wen Suono Sound Chou Cheng Musica Music Sonic Deadhorse Con With Wang Shin-Hong, Wu Ke-Xi, Zhao De-Fu, Zheng Meng-Lan Produzione Production Seashore Image Productions, Montage Film, Flash Forward Entertainment Filmografia Filmography Poor Folk (2012), Return to Burma (2011) 27 CONCORSO/COMPETITION Anna Novion RENDEZ-VOUS À KIRUNA RENDEZ-VOUS IN KIRUNA Proiezione del film Film screening Sabato 19 ottobre Saturday, October 19 ore 20.00 8 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Anteprima italiana Italian Premiere Ernest, architetto francese di successo, vive solo di lavoro. Un giorno riceve una telefonata dalla polizia svedese che lo spinge a intraprendere un lungo viaggio nel nord della Svezia, fino a Kiruna. Deve identificare il corpo di un perfetto estraneo… quello di suo figlio, che non ha mai conosciuto, né desiderato conoscere. Lungo la strada l’incontro con Magnus, giovane sensibile e un po’ smarrito, farà vacillare le sue certezze, mettendo in crisi la sua indole autoritaria e diffidente. Questo viaggio in compagnia di un figlio “possibile”, gli rivelerà una parte di sé che non conosce e lo aiuterà a comprendere meglio l’incontro a Kiruna. Fiction Fiction Francia France Colore Color, 2012, 97 min. Lingua originale Original Language Francese, Svedese French, Swedish Prima Mondiale World Premiere Göteborg International Film Festival, Svezia Sweden, 2012 Da molto tempo volevo realizzare un road-movie. È un genere che offre una grande ricchezza visiva, regala tanto materiale da filmare; mi piace inoltre il modo in cui permette a un personaggio di cambiare in sintonia con i paesaggi. Durante le riprese di Les grandes personnes avevo visto fianco a fianco Jean-Pierre Daroussin e il giovane attore Anastasios Soulis, che lì aveva un ruolo secondario. Questo duo mi faceva pensare a una coppia padrefiglio, bisognava che scrivessi per loro. Anna Novion Regia Director Anna Novion Sceneggiatura Script Olivier Massart, Anna Novion Fotografia Director of Photography Pierre Novion Montaggio Editor Margot Seban Suono Sound Cedric Deloche, Anne Gibourg, Emmanuel Croset Musica Music Pascal Bideau Con With Jean-Pierre Darroussin, Anastasios Soulis, Claes Ljungmark, Kim Bodnia, Judith Henry Produzione Production La mouche du coche films, Les films de la Greluche Ernest, a successful French architect, is devoted to his work. One day, a phone call from the Swedish police convinces him to undergo a long trip to northern Sweden, as far as Kiruna. He must identify the body of a perfect stranger... his own son, whom he has never met nor desired to meet. The convictions of this bossy and suspicious man will eventually be shaken after his encounter with Magnus, a lost and sensitive young man. This substitute son will confront Ernest to an unknown part of him throughout this journey, and help him better understand this rendez-vous in Kiruna. I’ve always wanted to make a road-movie. It’s a genre that offers great visual richness and a lot of material to film; I also like the way in which a character can change according to the landscape. While shooting Les grandes personnes I saw side by side Jean-Pierre Daroussin and young actor Anastasios Soulis, who played a secondary role in that film. This duo made me think of father and son, I felt the need to write for them. Anna Novion Anna Novion nasce da madre svedese e padre francese. Studia cinema all’Università di Saint-Denis e successivamente a Jussieu, dove ottiene un diploma postlaurea con una tesi sull’opera di Bergman. Nel corso dei suoi studi dirige tre cortometraggi: Frédérique est française (2000), Chanson entre deux (2001), On prend pas la mer quand on la connaît pas (2005). È affascinata dalla Svezia, dove ha scelto di ambientare i suoi primi lungometraggi: Il viaggio di Jeanne (Les grandes personnes, 2008), presentato alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes e Rendez-vous à Kiruna (2012). Born to a Swedish mother and to a French father, Anna Novion enrolled at the University of Saint-Denis to study cinema and later obtained a “DEA” (post-graduate degree) at Jussieu, the subject of her thesis being “Anguish, Guilt and Despair in Bergman’s oeuvre”. She directed three shorts as part of her film studies: Frédérique est française, in 2000, Chanson entre deux, in 2001, and On prend pas la mer quand on la connaît pas (2005). Fascinated by Sweden, she chose this country as the setting of her first two features, Les grandes personnes (2008), presented at the Cannes Film festival (Semaine de la critique) and Rendez-vous in Kiruna (2012). Filmografia Filmography Rendez-vous à Kiruna (2012), Les grandes personnes (2008) 29 CONCORSO/COMPETITION Juan Sebastián Jácome RUTA DE LA LUNA ROUTE OF THE MOON Proiezione del film Film screening Venerdì 18 ottobre Friday, October 18 ore 14.00 2 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Tito, trentenne albino e introverso, con la passione per il bowling, è costretto a lasciare Panama per andare a prendersi cura del padre, Cesar, che vive a San José in Costa Rica. Cesar, temperamento tropicale forte e testardo, ha sempre vissuto come gli piaceva, ma ora a causa del cuore è costretto a cambiare vita. L’unico desiderio di Tito è tornare a Panama il prima possibile per poter partecipare a un torneo di bowling. Cesar insiste per accompagnarlo. Durante il viaggio di ritorno, a bordo della vecchia Lada di Cesar, i due riscopriranno i motivi per cui sono rimasti lontani per così tanti anni. Fiction Fiction Ecuador/Panama Colore Color, 2012, 80 min. Lingua originale Original Language Spagnolo Spanish Prima Mondiale World Premiere Festival Internacional de Cine Panama, 2012 Il film è il ritratto di due personaggi, la nostra attenzione è sempre concentrata su di loro. La mise en scène ci fa identificare con Tito, un albino molto introspettivo, riflessivo, dal ritmo lento. Dall’altra parte c’è Cesar, che rappresenta la parte fisica della storia, con un passato da boxer e un temperamento decisamente caraibico. Il risultato è un film di incontri e scontri, come quelli tra padre e figlio. Juan Sebastián Jácome Regia Director Juan Sebastián Jácome Sceneggiatura Script Juan Sebastián Jácome, Rocco Melillo Fotografia Director of Photography Magela Crosignani Montaggio Editor Víctor Mares Suono Sound Estebanoise Brauer Musica Music Xavier Müller y su Combo Bucanero Con With Yimmi David Suárez, Luis Gotti, Victoria Greco, Carlos Bromley, María Antonia Taylor, Ernesto Fields Produzione Production Abaca Films, Jaguar Films Tito, an introverted bowling enthusiast, is suddenly forced to travel from his native Panama to San José in Costa Rica, to look after his ill father, Cesar, tropical and stubborn character, who has lived his whole life as he pleased but has now developed a heart disease. Tito’s only wish is to go back to Panama as soon as possible to be able to participate in a Bowling Tournament. Cesar decides to go with him. During their trip back in César’s old but still good Lada, they’ll go through the reasons they remained apart for so long. This movie is the portrait of two characters; we always keep our attention in them both. The mise-en-scène identifies with Tito, an albino whose introspection asks for careful composition, a camera that does not move, an un-accelerated rhythm, and moments of personal thought. On the other hand, César’s character is identified with the physical world of the story: a tropical and Caribbean setting that mirrors the temperament of the ex-boxer. The result is a movie of contrasts, like father and son. Juan Sebastián Jácome Juan Sebastián Jácome consegue un diploma in regia alla Florida State University e completa gli studi di regia con Judith Weston a Los Angeles. Il suo cortometraggio Camión de carga (2006) ha vinto il premio del pubblico al Cero Latitud Film Festival 2007 ed è stato selezionato in numerosi festival internazionali tra cui il Festival de Cine Valdivia e il HBO New York International Latino Film Festival. Le sue sceneggiature hanno ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Zoe Trope Screenplay Contest. Ruta de la luna è il suo lungometraggio d’esordio. Juan Sebastián Jácome took his Filmmaking BFA degree at the Florida State University Film School and complemented his directing studies with Judith Weston in Los Angeles. His short film Camion de Carga (2006) won the Audience Award at the Cero Latitud Film Festival 2007 and was officially selected in dozens of film festivals worldwide, including the Festival de Cine Valdivia and the HBO New York International Latino Film Festival. His feature screenplays have received several awards, including Zoe Trope Screenplay Contest, judged by Francis Ford Coppola. Ruta de la luna is his debut feature film as a director. Filmografia Filmography Ruta de la luna (2012) 31 CONCORSO/COMPETITION Ana Guevara, Leticia Jorge TANTA AGUA SO MUCH WATER Proiezione del film Film screening Mercoledì 16 ottobre Wednesday, October 16 ore 15.30 3.30 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Alberto, padre divorziato, decide di portare i figli, Lucía e Federico, a trascorrere una vacanza alle terme. Staranno via solo pochi giorni e vogliono approfittarne al meglio. Nonostante la mattina tempestosa, partono: Alberto, sempre entusiasta, non vuole che niente rovini i suoi piani. All’arrivo scoprono però che a causa del maltempo le terme sono chiuse e che l’unica possibilità è stare dentro casa, lontano dalla piscina e senza TV. Mentre fuori continua a piovere, tutti diventano rapidamente molto suscettibili e a nulla sembrano valere gli sforzi di Alberto per intrattenere i figli, in particolare Lucía che, nel pieno della sua adolescenza, preferirebbe altri divertimenti. Fiction Fiction Uruguay/Messico/Paesi Bassi/Germania Uruguay/Mexico/Netherlands/Germany Colore Color, 2013, 102 min. Lingua originale Original Language Spagnolo Spanish Prima Mondiale World Premiere 63. Berlinale, Germania Germany, 2013 La storia è basata su un fatto realmente accaduto, una vacanza che Leticia ha trascorso con suo padre in un posto come quello del film. Una vacanza rovinata dal maltempo. Questo aneddoto è stato la scusa, il punto di partenza per raccontare la relazione tra padre e figlia. Tutto nasce dal fatto che devono trascorrere tanto tempo insieme, senza riuscire a trovare, in una vacanza così disastrosa, altre distrazioni. Lontani dalla loro routine, dal loro contesto abituale, non possono fare altro che stare insieme. Ana Guevara, Leticia Jorge Regia Director Ana Guevara, Leticia Jorge Sceneggiatura Script Ana Guevara, Leticia Jorge Fotografia Director of Photography María José Secco Montaggio Editor Ana Guevara, Leticia Jorge, Yibrán Asuad Suono Sound Daniel Yafalián Musica Music Maximiliano Angelieri Con With Malú Chouza, Néstor Guzzini, Joaquín Castiglioni Produzione Production Control Z Films, Bonita Films, Topkapi Films, Komplizen Film Alberto, divorced father, decides to take his children Lucía and Federico on holiday. The three of them set off for the hot springs one stormy morning: it‘s going to be a short vacation so they want to make the most of it. Always enthusiastic, Alberto does not want anything to ruin his plans. But due to bad weather the springs are closed until further notice and they can only sit around the house, with no TV and far away from the swimming pools. Soon enough, as the weather outside gets stickier, everyone becomes increasingly oversensitive and none of Alberto’s attempts seem to satisfy the children, especially Lucía, in her teens and looking for other kinds of entertainment. The story is based on a true event, a holiday Leticia spent with her dad at a place like the one in the film. Holidays that were ruined by the weather. This story was an excuse, a starting point to talk about a father-daughter relationship. It mainly has to do with spending so much time together as well as not being able, in such a failure of a holiday, to find distractions. Far from their routines, away from their usual surroundings, they have nothing else to do but being together. Ana Guevara, Leticia Jorge Ana Guevara Pose (1980) e Leticia Jorge Romero (1981) si sono conosciute durante gli studi in Comunicazione all’Universidad Católica in Uruguay. Hanno cominciato a scrivere insieme e nel 2006 hanno realizzato El cuarto del fondo, il loro primo cortometraggio, di cui sono anche produttrici con il nome di Medio Limón Films. Nel 2008 hanno diretto il loro secondo corto Corredores de verano, in collaborazione con Control Z Films. Entrambi i film sono stati selezionati e presentati in importanti festival internazionali. Tanta agua è il loro primo lungometraggio. Ana Guevara Pose (1980) and Leticia Jorge Romero (1981) became friends when they were students of Communication at the Human Sciences Department of the Universidad Católica del Uruguay. They started writing together and in 2006 made El cuarto del fondo, their first short film, which they also produced under the name of Medio Limón Films. In 2008 they made their second short film Corredores de verano, having by then partnered up with Control Z Films. Both short films were selected by and exhibited at film festivals worldwide. So Much Water is their first feature film. Filmografia Filmography Tanta agua (2013) 33 CONCORSO/COMPETITION Andrew Mudge THE FORGOTTEN KINGDOM THE FORGOTTEN KINGDOM Proiezione del film Film screening Venerdi 18 ottobre Friday, October 18 ore 20.00 8 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Anteprima italiana Italian Premiere Atang lascia la vita frenetica di Johannesburg per tornare nello sperduto villaggio di montagna in cui è nato, in Lesotho, dove deve seppellire suo padre. In questa terra ancestrale, dove rivivono i ricordi della sua giovinezza, ritrova Dineo, la sua amica d’infanzia, che ora è diventata una splendida giovane insegnante. Insieme a lei, Atang riscopre la mistica bellezza e la durezza delle persone e della terra che aveva dimenticato. Paesaggi sconfinati e aspri. Uomini a cavallo, avvolti in coperte, che si spostano attraverso valli e montagne innevate. Villaggi di capanne persi nel tempo. In The Forgotten Kingdom volevo realizzare un film che fosse prima di tutto visivo, narrato attraverso i colori della terra e i volti delle persone Basotho. La mia esperienza in questo paese chiamato Lesotho è stata la scoperta di qualcosa di bellissimo e di unico. Ho voluto trasmettere questa esperienza al pubblico attraverso il viaggio del personaggio principale, Atang Mokoenya. Andrew Mudge Atang leaves the hustle of Johannesburg to return to his ancestral land of Lesotho, where he must bury his estranged father in the remote, mountainous village where he was born. Stirred by memories of his youth, he falls in love with his childhood friend, Dineo, now a radiant young school teacher. Through her, Atang is drawn toward the mystical beauty and hardships of the people and land he had forgotten. Vast and rugged landscapes. Horsemen wrapped in blankets moving through snow peaked valleys. Thatched-hut villages lost in time. In The Forgotten Kingdom, I wanted to make a film that was primarily visual, told through the colors of the land and the faces of the Basotho people. My own experience of discovering this mostly overlooked country called Lesotho was like finding something exquisitely beautiful and unique. I wanted to convey that experience to an audience through the journey of the main character, Atang Mokoenya. Andrew Mudge Andrew Mudge ha scritto e diretto numerosi cortometraggi, documentari e video musicali. I suoi corti sono stati presentati in oltre cinquanta festival, tra cui Sundance, Telluride e Nantucket. Con il corto The Perfect Gooseys ha ricevuto il Golden Starfish Award all’Hamptons International Film Festival e il premio per il Miglior film al Los Angeles Short Film Festival. Ha inoltre vinto il prestigioso Chrysler Million Dollar Film Festival per il corto Gabriel Y Gato e la sceneggiatura del lungometraggio The P.T. Johansen Field Guide to North American Monsters. The Forgotten Kingdom è il suo primo lungometraggio. Andrew Mudge is the writer/director of numerous award-winning short films, documentaries, and music videos. His shorts have been screened at over 50 prominent film festivals, including Sundance, Telluride, and Nantucket. After winning the Golden Starfish award (Hamptons International Film Festival) and Best of Fest award (Los Angeles Short Film Festival), his short film The Perfect Gooseys had a three-year run on HBO Cinemax. Andrew was the winner of the prestigious Chrysler Million Dollar Film Festival for his Chrysler-branded short film Gabriel Y Gato and feature-length screenplay The P.T. Johansen Field Guide to North American Monsters. The Forgotten Kingdom is his first feature. Fiction Fiction USA/Sud Africa/Lesotho USA/South Africa/Lesotho Colore Color, 2013, 96 min. Lingua originale Original Language Sesotho Prima Mondiale World Premiere Ashland Independent Film Festival, USA, 2013 Regia Director Andrew Mudge Sceneggiatura Script Andrew Mudge Fotografia Director of Photography Carlos Carvalho Montaggio Editor Andrew Mudge Suono Sound Harry Botha Musica Music Robert Miller Con With Zenzo Ngqobe, Nozipho Nkelemba, Jerry Mofokeng, Lebohang Ntsane, Moshoeshoe Chabeli, Lillian Dube Produzione Production Binary Film Works, Black Kettle Films, Stongman, Zen HQ Filmografia Filmography The Forgotten Kingdom (2013) 35 CONCORSO/COMPETITION Omaggio a Wes Anderson Homage to Wes Anderson 37 CONCORSO/COMPETITION Homage to Wes Anderson Omaggio a Wes Anderson Wes Anderson è uno degli autori contemporanei più amati dalle nuove generazioni di cinéphile. Con soli sette film all’attivo si è guadagnato uno spazio importante nell’immaginario cinematografico collettivo, grazie a una galleria di personaggi eccentrici che popolano un mondo tragicomico, illuminato da colori accesi e accompagnato da canzoni degli anni Sessanta e Settanta. Il suo è un cinema di continue invenzioni visive e narrative, dove lo stile raffinato e geometrico - basterebbe citare i lunghi carrelli e i complessi piani sequenza - è sempre al servizio di sceneggiature divertenti e originali che ricordano le screwball comedy degli anni Quaranta. Con la sua opera Anderson ha dato nuova linfa al genere aggiungendovi risvolti surreali e malinconici, e non va dimenticato che è uno dei pochi cineasti giovani a cimentarsi con la commedia, un genere dove oggi ancor più che in passato è molto difficile far emergere la propria autorialità. Come altri registi della sua generazione - Michel Gondry e Spike Jonze per citarne un paio - Wes Anderson è in grado di creare mondi fantastici assolutamente personali che arricchisce, film dopo film, di dettagli, storie e personaggi. Mondi filtrati da un immaginario infantile, poetico e consapevolmente vintage, che mescola insieme i Peanuts di Charles M. Schulz con il cinema di Preston Sturges, Max Ophüls e François Truffaut. Questo stile è una fra le strade possibili che il cinema contemporaneo ha imboccato per evolversi, accorpando in sé ogni riferimento culturale possibile. Tratto distintivo del cinema di Anderson è la leggerezza dell’innocenza e lo sguardo amorevole verso i nerd, i disadattati, i sognatori. I suoi film sono popolati da personaggi indimenticabili, affidati a un gruppo di attori che spesso ritornano da un’opera all’altra (Owen e Luke Wilson, Jason Schwartzman, Bill Murray, Anjelica Huston), e che compongono un universo umano eccentrico e stralunato. Sono degli outsider, fragili e inadeguati, in perenne conflitto con nuclei famigliari sui generis e con le regole imposte dalla società. Sempre sull’orlo del fallimento ma capaci di teneri quanto epici riscatti. Sono ragazzini costretti a comportarsi come adulti, ostaggi di famiglie opprimenti, o adulti incapaci di esserlo, in fuga da fallimenti sentimentali e amorosi. Quello che ne esce è un quadro impietoso della società americana ossessionata dal successo e spaventata dal fallimento. L’elemento del viaggio è presente spesso nella filmografia di Anderson: è proprio attraverso il viaggio che i suoi personaggi cercano di inseguire i loro desideri e sfuggire alle proprie paure. Non importa che l’obiettivo sia preciso (il monastero himalayano ne Il treno per il Darjeeling, lo squalo giaguaro ne Le avventure acquatiche di Steve Zissou, il matrimonio dell’ex moglie ne I Tenenbaum) o vago (la fuga dei protagonisti del recente Moonrise Kingdom), il viaggio li aiuterà nella ricerca della verità, nel rafforzare le loro convinzioni e nell’accettare le proprie fragilità. Non stupisce quindi che registi come Martin Scorsese considerino Wes Anderson uno dei migliori registi contemporanei, proprio per la sensibilità con cui riesce a stabilire una intima relazione tra i suoi personaggi e il pubblico. Detour rende omaggio a questo straordinario regista proponendo tutti i suoi film in versione originale con sottotitoli in italiano, a cominciare dalle prime opere Bottle Rocket e Rushmore uscite da noi solo in home video. Marco Segato Wes Anderson nasce nel 1969 a Houston in Texas. Terminate le scuole superiori si trasferisce ad Austin per frequentare la University of Texas. Qui conosce i fratelli Luke e Owen Wilson, che diventano suoi amici e stretti collaboratori; in particolare Owen, che sarà co-sceneggiatore dei suoi primi lavori e attore in molti suoi film. Insieme, mentre sono ancora all’Università, scrivono la sceneggiatura di Bottle Rocket da cui realizzano nel 1994 un corto in 16mm e due anni dopo, grazie ai produttori James L. Brooks e Polly Platt, e al laboratorio del Sundance Film Festival, il primo lungometraggio, Un colpo da dilettanti. Nel 1998 Anderson attira l’attenzione e i consensi della critica statunitense con Rushmore, opera in parte autobiografica e girata per alcune scene nell’istituto privato in cui anni prima aveva studiato, la St. John’s School. È però con il film successivo, I Tenenbaum (2001) che arriva ad affermarsi sulla scena internazionale; il film, ritratto di una stravagante famiglia newyorkese con un cast d’eccezione, da Gene Hackman a Anjelica Huston, è selezionato in concorso alla 52ª Berlinale nel 2002 e, nello stesso anno, riceve la nomination all’Oscar per la miglior sceneggiatura originale. Nel 2004 il regista torna al festival di Berlino con Le avventure acquatiche di Steve Zissou, una parodia delle avventure del documentarista Jacques Cousteau, brillantemente impersonato da Bill Murray. Nel 2007 presenta in concorso alla 64ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia Il treno per il Darjeeling, il tragicomico viaggio indiano dello strampalato trio composto da Owen Wilson, Adrien Brody, Jason Schwartzman nei panni dei fratelli Whitman. Insieme al lungometraggio, a Venezia presenta anche il corto Hotel Chevalier, che, girato un anno prima, ne costituisce una sorta di prologo ideale. Nel 2009 porta sullo schermo il racconto di Roald Dahl, Fantastic Mr. Fox, realizzando il suo primo film di animazione in stop motion. La pellicola gli varrà la candidatura all’Oscar per il Miglior film d’animazione. Nel 2012 Moonrise Kingdom, storia di amore e di fuga di due ragazzini, è il film d’apertura del 65° Festival di Cannes e riceve la candidatura all’Oscar per la Miglior sceneggiatura. Il nuovo film di Anderson, The Grand Budapest Hotel, è atteso in uscita nel 2014. Wes Anderson is one of the most beloved contemporary authors among the new generations of cinéphiles. With his seven films brought to screens, he gained an important space in the collective imaginary of cinema, thanks to a gallery of eccentric characters who inhabit a colourful tragicomic world, accompanied by songs of the Sixties and Seventies. His cinema is a stream of visual and narrative inventions, his refined and geometric style – just think of the long slider shots and complex in-camera editing – is always combined with fun original screen-plays reminiscent of the Forties’ screwball comedies. Anderson’s works have injected new energy into comedy genre, adding surreal melancholic twists; let’s not forget he is one of the few young film-makers who deal with comedy, genre where, today more than ever, authorialism struggles to emerge. Like other directors of his generation – Michel Gondry and Spike Jonze to name a couple – Wes Anderson is capable of creating personal fantastic worlds, to which he adds, film after film, details, stories and characters. Worlds that are filtered through a poetic, consciously vintage, childhood dream, which combines Charles M. Schulz’s Peanuts with the cinema of Preston Sturges, Max Ophüls, François Truffaut. This style is one of the many roads contemporary cinema has taken to evolve: incorporating every possible cultural reference. Distinctive features of Anderson’s cinema are the lightness of innocence and caring tenderness towards nerds, misfits and dreamers. Unforgettable characters populate his works, often played by the same lot of actors (Owen and Luke Wilson, Jason Schwartzman, Bill Murray, Anjelica Huston), who compose a dazed and eccentric human universe. They are frail and inadequate dreamers, outsiders at odds with their sui generis families and the rules of society. Continuously on the verge of collapse, but capable of warm epic redemptions. Young boys and girls obliged to act as adults, hostage of their oppressing families, or adults incapable of being adults, on the run from love failures. The result is a merciless portrait of U.S society, obsessed with success and terrified by failure. An element of travel is often present in Anderson’s filmography: through the journey his characters try and follow their desires and run from their fears. At times the goal is precise (the Himalayan monastery in The Darjeeling Limited, the Jaguar Shark in The Life Aquatic with Steve Zissou, the ex-wife’s wedding in The Royal Tenenbaums); sometimes vague (the protagonists’ escape in the recent Moonrise Kingdom). Still, by travelling they succeed in their search for truth, strengthen their beliefs and accept their frailties. Unsurprisingly, directors as Martin Scorsese consider Wes Anderson to be one of the best contemporary film-makers, for the sensitiveness he uses in establishing a familiar relationship between his characters and his audience. Detour pays homage to this extraordinary director by screening all of his films in the original version with Italian subtitles, starting with the first two, Bottle Rocket and Rushmore, which were distributed in Italy on home video only. Marco Segato Wes Anderson was born in 1969 in Houston, Texas. After graduating, Anderson attended the University of Texas at Austin. There he met Luke and Owen Wilson, who became close friends and collaborators; particularly Owen, an essential writing partner and cast member in many of his films. Together, still at university, they worked on a script for a full-length movie called Bottle Rocket, released the 16mm short film version in 1994 and two years later, thanks to producers James L. Brooks and Polly Platt, and the lab at Sundance Film Festival, as his first full-length feature film. In 1998 Anderson’s next film, Rushmore, was produced on a larger scale and was released to critical acclaim; partly autobiographical, some scenes were shot inside the private institute he had studied at, St. John’s School. His following movie, The Royal Tenenbaums (2001) won him the International scene; the film portrayed an extravagant New York City family and starred Gene Hackman and Anjelica Huston; it was selected in competition at the 52nd Berlinale in 2002 and, in the same year, nominated for the Academy Award for Best Writing (Original Screenplay). In 2004 the director went back to Berlin’s festival with The Life Aquatic with Steve Zissou, a parody of documentarist Jacques Cousteau’s adventures, brilliantly played by Bill Murray. In 2007 he competed at the 64th Venice International Film Festival with The Darjeeling Limited, the tragicomic Indian journey of the three estranged Whitman brothers, played by Owen Wilson, Adrien Brody and Jason Schwartzman. Together with the feature film, he also presented Hotel Chevalier, a short film he had made the same year as sort of ideal prologue. In 2009 he adapted to the big screen Roald Dahl’s novel Fantastic Mr. Fox, his first stop motion animation. The film was highly praised and nominated for the Academy Award for Best Animated Feature. In 2012 Moonrise Kingdom, a tale about pre-teen love, opened the 65th Festival in Cannes and received a nomination for the Academy Award for Best Writing. Anderson’s latest film, The Grand Budapest Hotel, is expected to hit theatres in 2014. 39 Wes Anderson Wes Anderson UN COLPO DA DILETTANTI BOTTLE ROCKET RUSHMORE Proiezione del film Film screening Venerdì 18 ottobre Friday, October 18 ore 24.00 0.00 AM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Proiezione del film Film screening Martedì 15 ottobre Tuesday, October 15 ore 22.30 10.30 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Appena dimesso dall’istituto psichiatrico dove è stato ricoverato per un esaurimento nervoso, Anthony ritrova l’amico Dignan. Altrettanto sbandato e instabile, Dignan ha un progetto che cambierà radicalmente le loro vite: una serie di piccole rapine e infine un grosso colpo che coinvolgerà il suo ex capo, il leggendario Mr Henry. Con l’aiuto del vicino di casa Bob, i due amici riescono a dare inizio al piano criminale e ad avvicinare Mr Henry, ma l’esito dell’avventura sarà molto lontano dalle loro aspettative. Opera di debutto di Anderson alla regia e dei fratelli Wilson come attori, Bottle Rocket nasce da un corto di 13 minuti realizzato nel 1994. Presentato al Sundance Film Festival, il corto arriva sulla scrivania dei produttori James L. Brooks e Polly Platt insieme alla prima stesura di una sceneggiatura per una versione lunga. Colpiti dalla freschezza, dal ritmo e dal linguaggio del film, Brooks e Platt invitano Wes Anderson e Owen Wilson (oltre che attore, in questo caso sceneggiatore) a Hollywood; dopo un anno di scrittura, il lungometraggio è pronto per essere girato. Un paio di anni fa, ho visto un film intitolato Bottle Rocket. Non ne sapevo nulla e mi ha colto di sorpresa. Era un film senza tracce di cinismo, il che chiaramente dipende dall’affezione del regista per i suoi personaggi e per le persone in generale. Una cosa rara. Inoltre l’idea centrale del film è così delicata e umana: un gruppo di ragazzi crede che la vita debba essere piena di rischio e di pericolo per essere reale. Non sanno invece che va bene semplicemente che siano se stessi. Martin Scorsese (Esquire, 2000) Upon his release from a mental hospital following a nervous breakdown, Anthony joins his friend Dignan. As adrift and unstable as Anthony, Dignan has a scheme that will change their lives: a series of simple robberies and then a big one involving his former boss, the legendary Mr Henry. With the help of their neighbour Bob, the two friends manage to start off their plan and hook up with Mr Henry, but the ensuing escapade turns out to be far from what anyone expected. Wes Anderson’s directorial debut and debut feature for the Wilson brothers, Bottle Rocket was born as a 13 minutes short-film in 1994. Presented at the Sundance Film Festival, the short-film landed on the desk of producer James L. Brooks and Polly Platt together with a first draft of a screenplay for a longer version. Struck by the freshness, rhythm and language of the film, Brooks and Platt invited Wes Anderson and Owen Wilson (actor and screenwriter in this case) to Hollywood; after a year of writing, the feature film was ready to be shot. A couple of years ago, I watched a film called Bottle Rocket. I knew nothing about it, and the movie really took me by surprise. Here was a picture without a trace of cynicism, that obviously grew out of its director’s affection for his characters in particular and for people in general. A rarity. And the central idea of the film is so delicate, so human: a group of young guys think that their lives have to be filled with risk and danger in order to be real. They don’t know that it’s okay simply to be who they are. Martin Scorsese (Esquire, 2000) Fiction Fiction USA USA Colore Color, 1996, 91 min. Lingua originale Original Language Inglese English Regia Director Wes Anderson Sceneggiatura Script Owen Wilson, Wes Anderson Fotografia Director of Photography Robert Yeoman Montaggio Editor David Moritz Scenografia Production designer David Wasco Costumi Costume designer Karen Patch Musica Music Mark Mothersbaugh Con With Owen Wilson, Luke Wilson, Robert Musgrave, Andrew Wilson, Lumi Cavazos, James Caan Produzione Production Columbia Pictures Corporation, Gracie Films Il quindicenne Max Fischer ( Jason Schwartzman), brillante e dotato di grande creatività, eccelle nelle attività extracurriculari alla Rushmore Academy, il prestigioso istituto privato che frequenta, ma stenta a trovare le energie da dedicare al tradizionale corso di studi e rischia l’espulsione. Nella sua vita entra il magnate dell’acciaio Herman Blume (Bill Murray), uomo d’affari miliardario e di successo, ma profondamente infelice. I due stringono una singolare amicizia che viene però messa a dura prova quando si scoprono rivali nelle attenzioni della giovane insegnante Rosemary Cross (Olivia Williams). Le difficoltà a scuola e le questioni di cuore costringeranno Max a intraprendere un necessario percorso di crescita e maturazione. Originale storia di formazione, con molti elementi autobiografici, immersa in un’atmosfera musicale anni Sessanta e Settanta, Rushmore è il film che fa decollare la carriera di Anderson e Wilson e consacra Bill Murray - che per la sua interpretazione riceve la candidatura ai Golden Globe come migliore attore non protagonista - nella nuova veste di attore di cinema indipendente. Come il grande Ernst Lubitsch (Ninotchka), Anderson ha imparato a concentrare il massimo di informazioni in una durata molto breve sullo schermo. I personaggi sono definiti con un gesto, un accento, un dettaglio del costume. […] Ma la tecnica può spiegare solo in parte l’effetto di un film complesso e intenso come questo, con la sua sobrietà e, al tempo stesso, eccentricità, con il suo amore per i grandi gesti e il suo rispetto per i più sottili mutamenti delle emozioni, la tristezza sottostante e la travolgente speranza. Questo è proprio della poesia e nel suo secondo film Wes Anderson si è dimostrato un poeta di prim’ordine. Dave Kehr (The Criterion Collection, 1999) Fifteen-year-old Max Fischer ( Jason Schwartzman), brilliant and endowed with great creativity, participates in almost all of the school’s extracurricular activities at Rushmore Academy, prestigious private institute, while failing nearly every class and risking to be expelled. He meets steel tycoon Herman Blume (Bill Murray), a rich, successful and yet very sad businessman. The two unlikely friends are soon pitted against each other when they both fall for the young teacher Rosemary Cross (Olivia Williams). Difficulties at school and love matters will necessarily drive Max towards growth and maturity. Fiction Fiction USA USA Colore Color, 1998, 93 min. Lingua originale Original Language Inglese English Regia Director Wes Anderson Sceneggiatura Script Wes Anderson, Owen Wilson Fotografia Director of Photography Robert Yeoman Montaggio Editor David Moritz Scenografia Production designer David Wasco Costumi Costume designer Karen Patch Musica Music Mark Mothersbaugh Con With Jason Schwartzman, Bill Murray, Olivia Williams, Brian Cox, Seymour Cassel, Mason Gamble, Sara Tanaka, Stephen McCole, Luke Wilson, Kumar Pallana, Deepak Pallana, Andrew Wilson Produzione Production American Empirical Pictures, Touchstone Pictures Unique story of personal growth, with many autobiographical elements, immersed in music from the ‘60s and ‘70s, Rushmore is the film that launched Anderson and Wilson’s careers and confirmed Bill Murray’s – who earned a Golden Globe nomination for Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Motion Picture - as a respected actor of independent cinema. Like the great Ernst Lubitsch (Ninotchka), Anderson has learned to pack a maximum amount of information into a minimum amount of screen time. Entire characters are established by a gesture, an accent, a detail of costume. […] But technique can only go a small way toward explaining the effect of a film as intricate and vivid as this, with its simultaneous sobriety and eccentricity, its love of grand gestures and its respect for the tiniest fluctuations of emotions, its underlying sadness and great, bursting hopefulness. That is the stuff of poetry, and in this, only his second film, Wes Anderson has shown himself a poet of the first order. Dave Kehr (The Criterion Collection, 1999) 41 WES ANDERSON Wes Anderson Wes Anderson I TENENBAUM THE ROYAL TENENBAUMS LE AVVENTURE ACQUATICHE DI STEVE ZISSOU THE LIFE AQUATIC WITH STEVE ZISSOU Proiezione del film Film screening Sabato 19 ottobre Saturday, October 19 ore 22.30 10.30 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Proiezione del film Film screening Giovedì 17 ottobre Thursday, October 17 ore 22.15 10.15 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra I Tenenbaum sono un’invidiabile famiglia dell’upper class newyorkese: Royal (Gene Hackman), la moglie Etheline (Anjelica Huston) e i tre figli, tre piccoli geni che sembrano destinati a un grande futuro; Richie (Luke Wilson) è infatti un giovanissimo campione di tennis, Chas (Ben Stiller) un precoce genio della finanza e Margot (Gwyneth Paltrow), figlia adottiva, una talentuosa drammaturga. Vent’anni dopo però lo splendore dei Tenenbaum sembra essersi offuscato: Royal ed Etheline si sono separati, la famiglia si è divisa e i tre bambini prodigio sono diventati adulti fragili e infelici. Dopo anni di lontananza, i tre fratelli si ritrovano nella casa d’infanzia di Archer Avenue: l’occasione della riunione è l’improvviso ritorno di Royal, forse gravemente malato, proprio quando Etheline sta per risposarsi. I Tenenbaum è certamente il più grandioso film di Anderson, e se con i suoi 110 minuti sembra un’epopea, è probabilmente perché ogni scena ad alto ritmo, ogni inquadratura densa di dettagli, copre così tanto panorama – visivo, geografico, gestuale, emotivo. Ambientato in una versione senza tempo del centro di Manhattan, è lungi dall’essere un inventario turistico della Grande Mela. È una New York di sbiadita, sciatta grandezza, dove Holden Caulfield potrebbe incrociare gli sfortunati personaggi di cui canta Lou Reed in Street Hassle. […] È un film diverso, ancora più malinconico del precedente, con una diversa configurazione dei personaggi. Anche il tipo di desiderio è diverso: di “riportare” una famiglia che non è mai stata davvero felice a un’importanza che non ebbe mai. Kent Jones (The Criterion Collection, 2002) The Tenenbaums are an enviable upper-class New York family: Royal (Gene Hackman), his wife Etheline (Anjelica Huston) and their three children, three little geniuses who seem to be destined to a great future; Richie (Luke Wilson) is a junior champion tennis player, Chas (Ben Stiller) a precocious financial wizard and Margot (Gwyneth Paltrow), adopted daughter and gifted playwriter. Twenty years later, however, the Tenenbaum’s magnificence seems to have faded: Royal and Etheline have separated, the family divided and the three children have become frail troubled adults. After years apart, the three siblings find themselves in their family home in Archer Avenue: the occasion for the reunion is the sudden come back of a supposedly ill Royal, exactly when Etheline is about to remarry. Fiction Fiction USA USA Colore Color, 2001, 110 min. Lingua originale Original Language Inglese English Regia Director Wes Anderson Sceneggiatura Script Wes Anderson, Owen Wilson Fotografia Director of Photography Robert Yeoman Montaggio Editor Dylan Tichenor Scenografia Production designer David Wasco Costumi Costume designer Karen Patch Musica Music Mark Mothersbaugh Con With Gene Hackman, Anjelica Huston, Ben Stiller, Gwyneth Paltrow, Luke Wilson, Owen Wilson, Bill Murray, Danny Glover, Seymour Cassel, Kumar Pallana, Alec Baldwin Produzione Production Touchstone Pictures, American Empirical Pictures L’esploratore e documentarista Steve Zissou (Bill Murray) parte per una nuova spedizione subacquea: l’obiettivo è dare la caccia allo “squalo giaguaro” che ha ucciso il suo amico e compagno di avventure, Esteban du Plantier, durante la realizzazione del loro ultimo documentario sottomarino. Si uniscono al variopinto equipaggio della Belafonte, insieme a Steve, sua moglie Eleanor (Anjelica Huston), un giovane uomo convinto di essere suo figlio (Owen Wilson) e una giornalista incinta (Cate Blanchett). Il film è ispirato alla figura del regista e oceanografo francese Jacques-Yves Cousteau. Sono sempre stato curioso e affascinato da Cousteau. Aveva una mente che gli permetteva di inventare ogni genere di cose, cose che la gente non avrebbe nemmeno sognato prima che arrivasse lui. Ha contribuito a inventare lo scuba e a sviluppare alcuni dei primi sommergibili. Mi ricordo di aver visto un vecchio speciale del National Geographic su Cousteau, narrato da Orson Welles. Ne rimasi molto colpito. Cousteau, la sua troupe e le sue avventure mi sono sembrati un’idea per un film tanto quanto un vero e proprio gruppo di esploratori. Wes Anderson (National Geographic Adventure, 2004) Explorer and documentarist Steve Zissou (Bill Murray) sets off on a new undersea expedition; the aim is to hunt down the shark who ate his friend and partner, Esteban du Plantier, during the shooting of their last underwater documentary. The colourful crew of the Belafonte is composed, together with Steve, of his wife Eleanor (Anjelica Huston), a young man who is convinced to be his son (Owen Wilson) and a pregnant journalist (Cate Blanchett). The film was inspired by the life of French director and oceanographer Jacques-Yves Cousteau. I’ve always been curious about and fascinated by Cousteau. He had the kind of mind that allowed him to invent all kinds of things that, before he came along, people had never dreamed of. He helped invent scuba and developed some of the first submersibles. I remember watching an old National Geographic special on Cousteau narrated by Orson Welles. I was fascinated. To me Cousteau, his crew, and their adventures seemed an idea for a movie as much as they seemed like an actual group of explorers. Wes Anderson (National Geographic Adventure, 2004) Fiction Fiction USA USA Colore Color, 2004, 118 min. Lingua originale Original Language Inglese English Regia Director Wes Anderson Sceneggiatura Script Wes Anderson, Noah Baumbach Fotografia Director of Photography Robert Yeoman Montaggio Editor David Moritz Scenografia Production designer Mark Friedberg Costumi Costume designer Milena Canonero Musica Music Mark Mothersbaugh Con With Bill Murray, Owen Wilson, Cate Blanchett, Anjelica Huston, Willem Dafoe, Jeff Goldblum, Michael Gambon, Noah Taylor, Bud Cort Produzione Production Touchstone Pictures, American Empirical Pictures, Scott Rudin Productions, Life Aquatic Productions Inc. The Royal Tenenbaums is certainly Anderson’s grandest movie, and if it feels like an epic at 110 minutes, it’s probably because there’s so much territory covered in each briskly paced scene and densely packed Scope shot—visual, geographical, gestural, and emotional. The setting is a timeless version of greater Manhattan, but it’s far from a tourist’s inventory of the Big Apple. This is a New York of faded, seedy grandeur, where Holden Caulfield might cross paths with the unlucky hustler of Lou Reed’s Street Hassle. […] This is a different film, even more melancholy than its predecessor, with a different configuration of characters. And it’s about a different kind of longing, too: to “restore” a family that was never that happy in the first place to an eminence that never was. Kent Jones (The Criterion Collection, 2002) 43 WES ANDERSON Wes Anderson Wes Anderson HOTEL CHEVALIER IL TRENO PER IL DARJEELING THE DARJEELING LIMITED Proiezione del film Film screening Mercoledì 16 ottobre Wednesday, October 16 ore 17.30 5.30 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Proiezione del film Film screening Mercoledì 16 ottobre Wednesday, October 16 ore 17.30 5.30 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Jack Whitman è disteso sul letto nella sua camera dell’Hotel Chevalier a Parigi. Riceve la telefonata inattesa di una donna che gli annuncia la sua visita. Jack fa ordine nella stanza a e si prepara all’incontro. Lei arriva. Tra lunghi silenzi, accompagnati dalle note di Where Do You Go To (My Lovely) di Peter Sarstedt, emerge l’epilogo di una complicata storia d’amore. Fiction Fiction USA USA Colore Color, 2007, 13 min. Lingua originale Original Language Inglese, Francese English, French Pensato inizialmente come progetto indipendente, Hotel Chevalier diventa il prequel di Il treno per il Darjeeling. Procedendo con la scrittura del corto, Anderson si accorge infatti che il protagonista ha molto in comune con uno dei personaggi della sceneggiatura di un lungometraggio a cui sta lavorando e decide di creare un legame tra i due. Il risultato sono due film strettamente connessi ma indipendenti. Anderson sceglie di non far uscire il corto nei cinema in America insieme al film e lo distribuisce invece su iTunes, in modo che il pubblico possa comunque vederlo. I due film saranno poi distribuiti insieme in sala in altri paesi, tra cui l’Italia, e si ritroveranno nuovamente uniti nella versione home video. Regia Director Wes Anderson Sceneggiatura Script Wes Anderson Fotografia Director of Photography Robert Yeoman Montaggio Editor Vincent Marchand Con With Jason Schwartzman, Natalie Portman Produzione Production American Empirical Pictures Jack Whitman is laying on his bed, in his room at Hotel Chevalier, Paris. He receives a call from a woman who tells him she’s on her way to see him. Jack tidies up his room and gets ready for their rendezvous. She arrives. Long silences, accompanied by the notes of Peter Sarstedt’s Where Do You Go To (My Lovely), tell us the end of a complicated love story. Initially thought as a stand-alone work, Hotel Chevalier became a prequel to The Darjeeling Limited. While writing the short movie, Anderson realized the main character had a lot in common with one of the characters from the feature film he was working on. He decided to create a link between them, with the result of two strictly connected yet separate films. Anderson chose not to release the short film on the US screens, but to distribute it on iTunes, so that audience could watch it. The two films were later distributed together in other countries such as Italy, and again together in the home video version. A un anno dal funerale del padre, i fratelli Whitman si ritrovano in India a bordo di un treno speciale, il Darjeeling Limited: Francis (Owen Wilson), il maggiore dei tre, è reduce da un incidente di cui reca ancora vistosi segni, Peter (Adrien Brody) sta per diventare padre e Jack ( Jason Schwartzman), il più giovane, è un aspirante scrittore con una dolorosa storia d’amore alle spalle. Meta finale del viaggio, organizzato e promosso da Francis come un’avventura spirituale di riconciliazione fraterna, è in realtà un convento ai piedi dell’Himalaya dove pare viva la loro madre (Anjelica Huston). Quando però, a causa di comportamenti inopportuni, i tre fratelli con il loro carico di numerosi bagagli sono lasciati a terra dal controllore del treno, inizia una nuova avventura on the road. Più di ogni altro tra i primi cinque film Anderson, Il treno per il Darjeeling mostra come il suo universo sia un’avanguardia conservativa, un’estetica raffinata che traduce un codice etico severo in cui la mancanza di responsabilità individuale o di sensibilità è anche una mancanza di gusto. Anderson non ha combattuto guerre e non è andato in cerca di pericoli, ma la morte e il pericolo sono comunque presenti nell’intrepida intensità delle anime sensibili e spensieratamente audaci che dipinge, nei loro amori squisitamente tormentati, nei loro codici d’onore, nell’assenza di colpe e nel peso opprimente della loro vergogna, e nel loro feroce senso di responsabilità verso desiderio e piacere. Richard Brody (The Criterion Collection, 2010) A year after their father’s funeral, the Whitman brothers find each other in India on a special train, the Darjeeling Limited: Francis (Owen Wilson), the oldest of the three brothers, is recovering from an accident that has left its marks, Peter (Adrien Brody) is about to become a dad and Jack ( Jason Schwartzman), the youngest, is a wannabe writer with a painful love story. Final destination of the journey, which Francis organized and promoted as a spiritual adventure of brotherly reunion, is in fact a convent at the foot of the Himalaya’s where their mother seems to live (Anjelica Huston). When, due to inappropriate behaviour, the three brothers with their several suitcases, are thrown off the train by the steward, it’s the start of a new adventure on the road. Fiction Fiction USA USA Colore Color, 2007, 91 min. Lingua originale Original Language Inglese English Regia Director Wes Anderson Sceneggiatura Script Wes Anderson, Roman Coppola, Jason Schwartzman Fotografia Director of Photography Robert Yeoman Montaggio Editor Andrew Weisblum Scenografia Production designer Mark Friedberg Costumi Costume designer Milena Canonero Con With Owen Wilson, Adrien Brody, Jason Schwartzman, Anjelica Huston, Bill Murray, Irrfan Khan Produzione Production American Empirical Pictures More than any of Anderson’s first five films, The Darjeeling Limited shows his universe to be that of a conservative avant-garde, a refined aesthetic that conveys a severe ethical code in which a failure of personal responsibility or of sensitivity is also a lapse in taste. Anderson didn’t fight in wars and didn’t go looking for danger, but death and danger are nonetheless ambient in the intrepid high-wire intensity of the sensitive, blithely daring souls he depicts, in their exquisite and tormented varieties of love, their stringent code of honor, their absence of guilt but crushing burden of shame, and their fierce sense of responsibility to desire and pleasure. Richard Brody (The Criterion Collection, 2010) 45 WES ANDERSON Wes Anderson Wes Anderson FANTASTIC MR. FOX MOONRISE KINGDOM Una fuga d’amore MOONRISE KINGDOM Proiezione del film Film screening Domenica 20 ottobre Sunday, October 20 ore 11.00 11 AM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Proiezione del film Film screening Domenica 20 ottobre Sunday, October 20 ore 14.00 2 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra I signori Fox si trasferiscono in una tana nuova, più spaziosa, all’interno di un albero; con loro abitano il figlio Ash e, ospite temporaneo, Kristofferson, il nipote di Mrs. Fox. Non lontano dalla nuova casa, sorgono le fattorie di tre agricoltori avidi e disonesti, molto temuti dagli animali della zona: Boggins, Bunce e Bean. L’ingiusta ricchezza dei tre risveglia l’istinto selvatico di Mr. Fox che, rispolverando il suo passato di ladro abilissimo, escogita un astuto piano per rubare il cibo dalle fattorie dei tre uomini. Quest’audace iniziativa mette però a repentaglio la sicurezza della sua famiglia e dei suoi amici: gli animali dovranno unirsi per combattere contro il temibile trio di umani che, dopo aver scoperto i furti, sono decisi a vendicarsi e a catturare ad ogni costo il temerario e fantastico Mr. Fox. Film d’apertura del 53° London Film Festival nel 2009 e presentato in Italia al 27° Torino Film Festival nello stesso anno, Fantastic Mr. Fox segna l’esordio nell’animazione di Wes Anderson. Il regista sceglie lo stop motion per raccontare l’avventura delle volpi di Roald Dahl, senza però rinunciare allo stile e ai temi che contraddistinguono il suo universo cinematografico. Due cose mi sono venute in mente contemporaneamente: adattare questo libro e fare un film in stop-motion. […] Questo libro era perfetto, è sugli animali, è un libro che ho amato molto. È Dahl, che ho sempre sentito molto vicino – così tanto da ispirare i miei lavori negli anni – e uno dei grandi libri di Dahl che non era ancora stato adattato per il cinema. […] Per di più adoravo il personaggio di Mr. Fox da bambino. Adoravo il fatto che salva tutti, ma che è lui ad averli messi nei guai, il modo in cui parla, la sua eleganza. Wes Anderson (A.V. Club, 2009) Mr. and Mrs. Fox move their family to a new larger home, inside a tree; their son Ash lives with them and their temporary guest Kristofferson, Mrs Fox’s nephew. Not far from their new home are three mean spirited dishonest farmers, feared by the animals of the area: Boggins, Bunce e Bean. Seen the unequal richness of the three men, Mr. Fox succumbs to his animal instincts and brushing up on his past makes a smart plan to go poaching in his new neighbours’ barnyards. This bold initiative puts his family and friends in danger: the animals will join forces and fight against the dreadful three humans who, having discovered the robberies, want to capture the fearless, fantastic Mr. Fox. Opening film of the 53rd London Film Festival in 2009, presented in Italy at the 27th Torino Film Festival the same year, Fantastic Mr. Fox was Wes Anderson’s first foray into the world of feature-length animation. The director chose stop-motion to tell the adventures of Roal Dahl’s foxes, maintaining style and themes that characterise his universe. Two things occurred simultaneously, which was to do this book and to make a film in stopmotion. […]And this book was perfectly suited for that. It’s animals, and it’s also a book I’ve always loved. It’s Dahl, who I feel very close to – so much of his work has inspired me over the year –, and it’s one of the big Dahl books that’s never been made into a movie or anything. […] The other thing is that I loved this character, Mr. Fox, as a kid. I loved that he rescues everyone, but he’s also kind of the one who got them into the trouble in the first place. And the way he talks, his flair. Wes Anderson (A.V. Club, 2009) Animazione Animation USA/Regno Unito USA/UK Colore Color, 2009, 87 min. Lingua originale Original Language Inglese, Francese English, French Estate 1965. A New Penzance, un’isoletta al largo delle coste del New England, i dodicenni Sam e Suzy si conoscono casualmente a una recita: si innamorano, stringono un patto segreto e decidono di scappare insieme. Mentre una violenta tempesta si avvicina alla costa, gli adulti e diverse autorità partono alla ricerca dei due fuggitivi, mettendo a soqquadro l’intera isola e sconvolgendo l’ordine della tranquilla comunità. Fiction Fiction USA USA Colore Color, 2012, 94 min. Lingua originale Original Language Inglese English Regia Director Wes Anderson Sceneggiatura Script Wes Anderson, Noah Baumbach da un racconto di based on the book by Roald Dahl Fotografia Director of Photography Tristan Oliver Montaggio Editor Andrew Weisblum, Ralph Foster, Stephen Perkins Direttore dell’animazione Animation Director Mark Gustafson Scenografia Production designer Nelson Lowry Musica Music Alexandre Desplat Voci Voices George Clooney, Meryl Streep, Jason Schwartzman, Bill Murray, Wallace Wolodarsky, Eric Anderson, Michael Gambon, Willem Dafoe, Owen Wilson, Jarvis Cocker, Wes Anderson, Roman Coppola, Adrien Brody Produzione Production Twentieth Century Fox, Indian Paintbrush, Monarchy Enterprises, American Empirical Pictures Wes Anderson affianca in questo film attori del calibro di Bruce Willis, nel ruolo dello sceriffo, Edward Norton, in quello di capo Scout, Bill Murray e Frances McDormand, nei panni dei genitori della ragazza, ai due giovani esordienti, Jared Gilman e Kara Hayward. Benché alla prima esperienza, come si legge nelle note di produzione del film, i due piccoli attori lavorano con dedizione, svolgendo dei compiti extra richiesti dal regista, per familiarizzare tra di loro e con i loro personaggi e per immergersi nell’atmosfera degli anni ’60. Prima di arrivare sul set, devono prendere lezioni di canoa e karate, imparare a cucinare e ad accendere il fuoco, scriversi lettere come i due protagonisti e guardare pellicole ambientate in quel periodo, tra cui i film di Clint Eastwood. Oltre alla cura particolare rivolta a ricreare un’ambientazione anni ’60, grande attenzione è stata riservata allo scouting della location: l’immaginaria New Penzance, con una modesta popolazione e poche auto, è una piccola isola che favorisce l’immaginazione dei bambini e stimola il loro senso all’avventura. Occorre, dunque, un posto quasi vergine e incontaminato: dopo lunghe ricerche, la scelta ricade su Rhode Island con le sue coste, montagne e vaste distese, dove Anderson preferisce girare con una troupe ridotta al minimo per cogliere in pieno la natura dei luoghi. Regia Director Wes Anderson Sceneggiatura Script Wes Anderson, Roman Coppola Fotografia Director of Photography Robert Yeoman Montaggio Editor Andrew Weisblum Scenografia Production designer Adam Stockhausen Costumi Costume designer Kasia Walicka Maimone Musica Music Alexandre Desplat Con With Jared Gilman, Kara Hayward, Bruce Willis, Edward Norton, Bill Murray, Frances McDormand, Tilda Swinton, Jason Schwartzman, Bob Balaban Produzione Production Focus Features, Indian Paintbrush, American Empirical Picture Anderson gira film personali, più che per l’industria cinematografica, film che non assomigliano a quelli di nessun altro, non si muovono e non appaiono come nessun altro. Le persone, con i loro drammi e le loro passioni, sono veritiere e riconoscibili nei suoi lavori – e raramente rese in maniera così profonda come in Moonrise Kingdom – ma esistono in un mondo a parte, fatto di straordinari dettagli, cura e, credo, dell’amore del Signor Anderson. Manhola Dargis (The New York Times) Summer 1965. In New Penzance, small island off the coast of New England, twelveyear-olds Sam and Suzy meet by chance at a play: they fall in love, make a secret pact and run away together. As a violent storm approaches the coast, the adults and various authorities set off to hunt down the two fugitives; the entire island and its peaceful community are turned upside down. Wes Anderson chose stars as Bruce Willis, in the role of the sheriff, Edward Norton, as Scout troop leader, Bill Murray and Frances McDormand, who portray the young girl’s parents, and introduced Jared Gilman and Kara Hayward as Sam and Suzy, the boy and girl. Despite being new to films, the two young stars applied themselves with dedication, as one can read in the production notes, doing some extra rehearsal as required by the director, to familiarize and explore their characters, and to sink into in that ’60s atmosphere. Before arriving on the set, they took canoeing and karate lessons, learned how to cook and start a fire, to write letters like their characters and watched old movies with Clint Eastwood. Together with the particular attention they put into recreating the ‘60s world, great care was put in scouting for the location: with a modest population and few automobiles allowed, New Penzance lends itself to being a place that sparks the children’s imaginations and senses of adventure. An untouched, uncontaminated place was needed: after long research, Rhode Island was chosen for its coasts, mountains and vast fields, where Anderson preferred to shoot with his troupe reduced to a minimum in order to capture the nature of the places. Anderson makes personal, rather than industrial, films that don’t look, move or feel like anyone else’s. The people in his work, their passions and dramas, are true and recognizable – and rarely more deeply felt than in Moonrise Kingdom – but they exist in a world apart, one made with extraordinary detail, care and, I think, love by Mr Anderson. Manhola Dargis (The New York Times) 47 WES ANDERSON Viaggio in Italia Journey to Italy 49 CONCORSO/COMPETITION Roberto Rossellini Salvo Cuccia VIAGGIO IN ITALIA JOURNEY TO ITALY SUMMER 82 WHEN ZAPPA CAME TO SICILY Proiezione del film Film screening Mercoledì 16 ottobre Wednesday, October 16 ore 20.00 8 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Proiezione del film Film screening Sabato 19 ottobre Saturday, October 19 ore 17.45 5.45 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Una coppia di ricchi coniugi inglesi, Katherine e Alexander Joyce, si reca in Italia per una questione di eredità. I rapporti fra loro sono tiepidi e convenzionali e lontano da casa il loro precario equilibrio sembra rompersi definitivamente. Il viaggio a Napoli costituisce un’esperienza molto diversa per ciascuno di loro: mentre il marito è totalmente assorbito dai suoi affari, la moglie visita da sola musei e siti archeologici che la turbano profondamente. Quando tutto sembra perduto e la separazione inevitabile, durante una processione, Katherine e Alexander si ritrovano l’una nelle braccia dell’altro, forse destinati a rimanere uniti. Con l’apparizione di Viaggio in Italia, tutti i film sono improvvisamente invecchiati di dieci anni; niente di più impietoso della giovinezza, di questa intrusione categorica del cinema moderno, in cui possiamo finalmente riconoscere ciò che attendevamo confusamente. […] Ci sarebbe una scuola Rossellini? E quali sarebbero i suoi dogmi? Non so se c’è scuola, ma so quello di cui c’è bisogno; si tratta prima di tutto di intendersi sul senso della parola realismo, che non è una tecnica di sceneggiatura, un po’ semplice, né uno stile di regia, ma uno stato d’animo: che la linea retta è il tragitto più breve da un punto a un altro. Jacques Rivette (Cahiers du cinéma, 1955) A rich English couple, Katherine and Alexander Joyce, travels to Italy for an inheritance sale. Their relationship is aloof and conventional and far away from home their unstable balance seem to definitely break. Their personal experience of the journey to Naples is very different: the husband is utterly absorbed in his business; the wife on her own visits museum and archaeological sites that profoundly hit her. When all seems lost and their separation inevitable, during a procession, Katherine and Alexander find themselves in each other’s arms, perhaps destined to remain together. With the appearance of Journey to Italy, all films have suddenly aged ten years; nothing is more pitiless than youth, than this unequivocal intrusion by the modem cinema, in which we can at last recognize what we were vaguely awaiting. […] Is there to be a Rossellini school? And what will its dogmas be? I don’t know if there is a school, but I do know there should be; first, to come to an understanding about the meaning of the word realism, which is not some rather simple scriptwriting technique, nor yet a style of mise en scene, but a state of mind: that a straight line is the shortest distance between two points. Jacques Rivette (Cahiers du cinéma, 1955) Roberto Rossellini (1906-1977), regista e sceneggiatore tra i più importanti della cinematografia italiana ed europea, dirige Viaggio in Italia nel 1953, dopo aver realizzato Roma città aperta (1945), Paisà (1946) e Germania anno zero (1948), le tre pellicole dedicate alla guerra che segnano una svolta nella sua carriera e concorrono alla nascita del neorealismo cinematografico. Il film viene realizzato lavorando in gran parte con il metodo dell’improvvisazione, con l’aiuto quotidiano di Vitaliano Brancati che cura i dialoghi. Alla sua uscita, nel 1954, la pellicola non riceverà una buona accoglienza in patria, mentre sarà molto amata dai critici francesi della Nouvelle Vague che ne percepiscono da subito la forza innovatrice. Roberto Rossellini (1906-1977), director and screenwriter among the most important in Italian and European Cinema, directed Journey to Italy in 1953, after Roma città aperta (1945), Paisà (1946) and Germania anno zero (1948), three films dedicated to war that marked a turning point in his career and contributed to the birth of Neorealism. The film made wide use of improvisation, with the daily help of Vitaliano Brancati who curated all dialogues. When released, in 1954, Journey to Italy received a very cold welcome in Rosselini’s home country; French critics of the Nouvelle Vague, on the contrary, immediately loved and acclaimed its innovative drive. Fiction Fiction Italia/Francia Italy/France Bianco e nero Black and White, 1954, 87 min. Lingua originale Original Language Italiano, Inglese Italian, English Regia Director Roberto Rossellini Sceneggiatura Script Vitaliano Brancati, Roberto Rossellini Fotografia Director of Photography Enzo Serafin Montaggio Editor Jolanda Benvenuti Scenografia Production designer Piero Filippone Costumi Costume designer Fernanda Gattinoni Musica Music Renzo Rossellini Con With Ingrid Bergman, George Sanders, Maria Mauban, Anna Proclemer, Paul Müller, Leslie Daniels, Anthony La Penna, Natalia Ray, Jackie Frost Produzione Production Sveva-Junior, Italiafilm-S.E.C Filmografia essenziale Selected Filmography Roma città aperta (1945), Paisà (1946), Germania anno zero (1948), Stromboli, terra di Dio (1950), Francesco, giullare di Dio (1950), Europa ’51 (1952), Viaggio in Italia (1954), Il generale Della Rovere (1959), Era notte a Roma (1960), Viva l’Italia (1961), Il Messia (1975) 14 luglio 1982. Un ragazzo e suo padre attraversano l’Italia da nord a sud in macchina verso Palermo, l’ultima imperdibile tappa del tour europeo di Frank Zappa. Un viaggio indimenticabile, che culmina però in una grande delusione: il ragazzo non arriva in tempo al concerto del suo idolo. Quel ragazzo era Salvo Cuccia, che a distanza di trent’anni riprende in mano il biglietto mai staccato e ricostruisce i tasselli di quel momento particolare della sua vita. Il bisogno di connettersi con suo padre si intreccia inestricabilmente con la storia della famiglia di Frank, che grazie a quel concerto mancato ora visita la terra dei propri avi. Documentario Documentary Italia/USA Italy/USA Colore Color, 2013, 80 min. Lingua originale Original Language Italiano, Inglese Italian, English Prima mondiale World Premiere 70. Mostra internazionale del Cinema di Venezia, 2013 La musica di Frank Zappa è sempre stata di ispirazione lungo il mio percorso artistico: grande dissacratore, mette in relazione mondi diversi incidendo con la sua opera il punto di contatto più forte tra il rock, il jazz, il funk e la musica colta del 900. Non avrei mai immaginato, però, di fare un film con le musiche e le immagini di Frank Zappa, di incontrare i suoi familiari, di diventare amico di Massimo Bassoli, di utilizzare i super8 di mio padre e coinvolgerlo a distanza di anni in questo racconto corale a cui partecipano anche mia moglie e mia figlia. Salvo Cuccia Regia Director Salvo Cuccia Soggetto e sceneggiatura Story and script Salvo Cuccia Fotografia Director of Photography Clarissa Cappellani Montaggio Editor Benni Atria Suono Sound Antonio Barba, Davide Pesola Musica Music Frank Zappa, Dweezil Zappa Con With Frank Zappa, Gail Zappa, Moon Unit Zappa, Dweezil Zappa, Diva Zappa, Mathilda Doucette, Megan Zappa, Massimo Bassoli, Steve Vai, Thomas Nordegg, Tanino Liberatore, Joe Travers Produzione Production Abra&Cadabra, Zappa Family Trust July 14, 1982. A young boy and his father travel through Italy from North to South towards Palermo, to attend the last concert on the European tour of the legendary Frank Zappa. An unforgettable journey, but one that culminates in a great disappointment: the young man will not arrive in time for his idol’s concert. That young man was Salvo Cuccia, who thirty years later picks up again the unused ticket and sets out to reassemble the pieces of that particular moment in his life. The memory of his father, who died prematurely, is intertwined with the story of Frank’s family, that is now visiting the land of their forebears. Frank Zappa’s music has been an inspiration throughout my artistic career: an iconoclast, he linked different worlds together, forging through his work a strong connection between rock, jazz, funk and the classical music of 20th century. I would never have imagined, however, making a film with the music and images of Frank Zappa, meeting his family, becoming friends with Massimo Bassoli, using the Super 8 shot by my father and involving him at a distance of many years in this tale with many voices, in which my wife and my daughter have also played a part. Salvo Cuccia Salvo Cuccia (Palermo, 1960) regista e artista visivo, coniuga nella sua sperimentazione eclettica videoarte, fiction e nuove forme del documentario. Autore prolifico, ha realizzato molti lavori tra video di creazione, cortometraggi d’invenzione, performances, videoinstallazioni e documentari. I suoi lavori sono stati proiettati in numerosi festival internazionali, da Locarno al Festival dei Popoli, da Torino a Bombay. Nel 2005 Martin Scorsese ha presentato il suo film documentario Détour De Seta al Tribeca Film festival e al Full Frame Documentary Film Festival. La sua ricerca è protesa oggi verso le nuove frontiere della realtà aumentata e il cinema di finzione. Salvo Cuccia (Palermo, 1960), director and visual artist, combines in his eclectic experimentation video-art, fiction and new media in documentary. Prolific author, he has made many video works, fiction short films, performances, videoinstallations and documentaries. His works have been presented and screened in many International festivals, from Locarno to the Festival dei Popoli, from Turin to Bombay. In 2005 Martin Scorsese presented his film documentary Détour De Seta at the Tribeca Film festival and Full Frame Documentary Film Festival. His research stretches today towards the new frontiers of augmented reality and fiction cinema. Filmografia Filmography Summer 82 When Zappa Came to Sicily (doc. 2013), Rockarbëresh (doc. 2007), Oltre Selinunte (doc. 2006), Détour De Seta (doc. 2004), Ce ne ricorderemo di questo pianeta (doc. 2000) 51 VIAGGIO IN ITALIA/JOURNEY TO ITALY Costanza Quatriglio Costanza Quatriglio CON IL FIATO SOSPESO HOLDING MY BREATH TERRAMATTA; Il Novecento italiano di Vincenzo Rabito analfabeta siciliano Proiezione del film Film screening Domenica 20 ottobre Sunday, October 20 ore 17.45 5.45 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Proiezione del film Film screening Domenica 20 ottobre Sunday, October 20 ore 17.45 5.45 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Stella studia Farmacia all’università. Quando è l’ora della tesi viene inserita in un gruppo di ricerca. Pian piano si rende conto che nei laboratori di chimica qualcosa non va. L’ambiente è insalubre, qualcuno comincia a star male, i professori parlano di coincidenze. L’amica Anna, che ha lasciato gli studi per suonare in un gruppo indie-punk, vorrebbe che Stella smettesse di passare intere giornate in laboratorio; Stella, al contrario, non vuole rinunciare al suo sogno. Dall’incredulità alla perdita di ogni certezza: la sua storia si intreccia con il diario di un giovane dottorando che ha già percorso la strada in cui Stella si imbatterà. Ispirato al memoriale-denuncia di Emanuele, dottorando nel Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Catania, morto di tumore al polmone nel dicembre 2003. Nel cinema esiste una soglia oltre la quale la differenza tra generi, dispositivi della narrazione, messa in scena e rappresentazione del reale dissolvono nella costruzione di un’esperienza che rende lo spettatore parte integrante del film. Esiste inoltre una soglia oltre la quale un film perde la sua libertà per essere parte di un sistema di valori, accettato e riconosciuto. Infine esiste una soglia ogni qual volta si è al cospetto dell’intimità di un personaggio, delle sue debolezze, delle sue ossessioni o del suo dolore. Ho realizzato il film come un funambolo che cammina su queste soglie, con l’eccitazione di potercela fare, di poter dominare questa materia difficile. Costanza Quatriglio Stella is studying for her university degree in pharmacology. To write her thesis, she is sent to work with a research group. Little by little she realizes that there is something strange going on in the chemistry lab. Working conditions are unhealthy, people start to fall ill, professors talk of coincidences. Stella’s friend Anna who has dropped out of college to play with an independent-punk band, tries to convince her not to spend entire days in the laboratory. But Stella does not want to give up on her dream. From disbelief to the loss of all certainties, her story becomes enmeshed with the diary of a young Ph.D. candidate who has already gone down the same road. The film is inspired by the memoir of Emanuele, a Ph.D. student at the Department of Pharmaceutical Sciences at the University of Catania who died of lung cancer in December 2003. There is a threshold in filmmaking beyond which the difference between genres, narrative devices, mise-en-scène and representation of reality dissolve in the construction of an experience that makes the viewer an integral part of the movie. There is also a threshold beyond which a film loses its freedom in order to become part of an accepted and recognized set of values. Finally, a threshold is reached every time we are presented with the inner life of a character, with his or her weaknesses, obsessions or pain. I made the film like a tightrope walker threading his way along these thresholds, with the excitement of finding I could do it, that I could master this difficult subject. Costanza Quatriglio Fiction Fiction Italia Italy Colore Color, 2013, 35 min. Lingua originale Original Language Italiano Italian Prima mondiale World Premiere 70. Mostra internazionale del Cinema di Venezia, 2013 Regia Director Costanza Quatriglio Sceneggiatura Script Costanza Quatriglio Fotografia Director of Photography Sabrina Varani Montaggio Editor Luca Gasparini, Letizia Caudullo Scenografia Production designer Beatrice Scarpato Costumi Costume designers Francesca Vecchi, Roberta Vecchi Suono Sound Gianluca Scarlata Musica Music Paolo Buonvino Con With Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Anna Balestrieri, Gaetano Aronica Produzione Production Jolefilm, Costanza Quatriglio in collaborazione con in collaboration with Istituto Luce Cinecittà Una sinfonia di paesaggi di oggi e di ieri, filmati d’archivio e musiche elettroniche, terre vicine e lontane. Una lingua inventata, né italiano né dialetto, musicale ed espressiva come quella di un cantastorie. Nato nel 1899, l’ analfabeta siciliano Vincenzo Rabito racconta il Novecento attraverso migliaia di fitte pagine dattiloscritte raccolte in quaderni legati con la corda. Dall´estrema povertà al boom economico, è un secolo di guerre e disgrazie, ma anche di riscatto e lavoro. Il punto di vista inedito è quello di un ultimo che, scrivendo la propria autobiografia, rilegge la storia d’Italia in una narrazione appassionata e travolgente che emoziona e commuove, obbligando a fare i conti con verità contraddittorie e scomode. Terramatta; è un film in soggettiva, e anche un po’ on the road, perché lui era un camminatore: andava a piedi ovunque e io ho filmato le strade pensando a come le percorreva lui. Strade lunghe e polverose, vicoli dolci e silenziosi. Un incedere ostinato e solitario, proprio come il ticchettio della sua macchina da scrivere. Costanza Quatriglio A symphony of landscapes - old and new, near and far - filmed with the help of electronic music and archives. The story is brought to life by Vincenzo Rabito, an illiterate Sicilian, through a blend of imaginary, musical language - neither Italian nor dialect. A striking storyteller, he recounts Italian twentieth century history through thousands of dictated, tightly written, rope-bound pages, tracing the extremes of a century marked by poverty and economic boom, disgrace and redemption. Rabito gives an impassioned and unique autobiographical perspective on a complicated part of Italian history, forcing his audience to face up to contradictory and uncomfortable truths. Terramatta is a subjective, on the road kind of film - because he was a road traveller. He went everywhere on foot, and I filmed streets thinking about how he saw them. Long, dusty roads, soft and silent backstreets; an obstinate and solitary pace - just like the tip-tapping of his typewriter. Costanza Quatriglio Costanza Quatriglio (Palermo, 1973) è autrice del pluripremiato L’isola, presentato al Festival di Cannes - Quinzaine des Réalisateurs nel 2003. Tra i suoi film documentari, premiati in diversi festival in Italia e all’estero e trasmessi per lo più da Rai Tre, ma anche da Tele+, La7 e Sky Cinema, ricordiamo: Racconti per l’isola, ècosaimale?, L’insonnia di Devi, la miniserie per Rai Tre Raìz, Il mondo addosso, Il mio cuore umano, Breve film d’amore e libertà e Terramatta, evento speciale alle Giornate degli Autori di Venezia nel 2012 e Nastro d’Argento per il miglior documentario nel 2013. Il suo ultimo lavoro, Con il fiato sospeso, è stato presentato alla 70a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Costanza Quatriglio (Palermo, 1973) is the writer and director of the award-winning L’isola, presented at the Cannes Film Festival - Quinzaine des Réalisateurs in 2003. Her documentary films, shown to great acclaim in Italian and International festivals and broadcast mostly on Rai Tre, but also on Tele+, La7 and Sky Cinema, include Racconti per l’isola, ècosaimale?, L’insonnia di Devi, the TV mini series Raìz, Il mondo addosso, Il mio cuore umano, Breve film d’amore e libertà and Terramatta, which has been presented as a Special Event at the Venice Days in 2012 and has awarded the Nastro d’Argento for Best Documentary in 2013. Her last work, Holding My Breath, has been screened at the 70th Venice Film Festival. Documentario Documentary Italia Italy Colore Color, 2012, 74 min. Lingua originale Original Language Italiano Italian Prima mondiale World Premiere 69. Mostra internazionale del Cinema di Venezia (Giornate degli autori), 2012 Regia Director Costanza Quatriglio Soggetto e sceneggiatura Story and script Chiara Ottaviano, Costanza Quatriglio Fotografia Director of Photography Sabrina Varani Montaggio Editor Letizia Caudullo Suono Sound Antonio Dolce Musica Music Paolo Buonvino Con With Turi, Tano e Giovanni Rabito Voce narrante Voice Roberto Nobile Produzione Production Cliomedia Officina, Cinecittà Luce in collaborazione con in collaboration with Stefilm International Filmografia Filmography Terramatta (doc. 2012), Il mio cuore umano (doc. 2009), Il mondo addosso (doc. 2006), L’isola (2003), L’insonnia di Devi - viaggio attraverso le adozioni internazionali (doc. 2001), Ècosaimale? (doc. 2000) 53 VIAGGIO IN ITALIA/JOURNEY TO ITALY Daniele Vicari IL MIO PAESE MY COUNTRY Proiezione del film Film screening Venerdì 18 ottobre Friday, October 18 ore 15.30 3.30 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Tra il 1959 e il 1960 uno dei più grandi documentaristi della storia del cinema, Joris Ivens, realizzò - su commissione di Enrico Mattei presidente dell’Eni - un film dal titolo emblematico: L’Italia non è un paese povero. Attraverso un lungo viaggio, dal nord ormai rinato dalle macerie del secondo conflitto mondiale, al sud ancora contadino, Ivens raccontava lo sforzo di industrializzazione di un paese alla vigilia del boom economico. Cosa è rimasto oggi di quel sogno? Tra il 2005 e il 2006 Daniele Vicari ha ripercorso l’Italia in senso inverso per raccontare un presente segnato dalla crisi economica interna e dalla conseguente perdita di competitività internazionale. Nel suo viaggio - dalla Sicilia industriale di Gela e Termini Imerese, passando per Melfi, per i laboratori dell’Enea di Roma, dove si fa ricerca sulle energie alternative, per una città come Prato, alle prese con la complessa dinamica dell’immigrazione cinese, fino a Porto Marghera -, Vicari racconta un paese in difficoltà, che sta tuttavia cambiando pelle: assieme all’Italia del declino emerge quella della riconversione, di una nuova trasformazione. Between 1959 and 1960 one of the greatest documentary-makers in the history of cinema, Joris Ivens, made – commissioned by Enrico Mattei, president of Eni – a film with an emblematic title: Italy is Not a Poor Country. A long journey through Italy, from the North, that had just risen from the ruins of the Second World War, to the still rural South: Ivens told the efforts in industrialization of a country on the eve of the economical boom. What is left of that dream today? Between 2005 and 2006 Daniele Vicari travelled throughout Italy again, in the opposite direction, in order to tell the current situation, marked by the National financial crisis and consequent loss of International competitiveness. During his trip – from industrial Sicily of Gela and Termini Imerese, via Melfi, to the Enea laboratories in Rome, where research on alternative energies are carried out, and a city like Prato, with its complex issues of Chinese immigration, up to Port Marghera – Vicari described a country undergoing hard times, but still capable of reinventing itself: decline, but also reconversion and transformation. Daniele Vicari (1967) dirige il suo primo lungometraggio di finzione nel 2002, Velocità massima, presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e premiato con il David di Donatello per il miglior film d’esordio. Nel 2005 il suo secondo film L’orizzonte degli eventi viene selezionato dalla Semaine de la critique del Festival di Cannes. Nel 2007 riceve un secondo David di Donatello con il documentario Il mio paese. Nel 2008 Il passato è una terra straniera viene selezionato in concorso al Festival del film di Roma. Nel 2012 realizza Diaz - Don’t clean up this blood, premio del pubblico al festival di Berlino, e il documentario La nave dolce, presentato alla 69a Mostra del cinema di Venezia. Daniele Vicari (1967) shot his first feature in 2002, Maximum Velocity, which was selected for the Venice Film Festival and won the David di Donatello for Best First Film. In 2005, his second film Event Horizon, was chosen for the Semaine de la Critique at the Cannes Film Festival. In 2007 his documentary My country was awarded a second David di Donatello for Best Documentary. In 2008 The past is a foreign land competed at the Rome Film Festival. In 2012 he made Diaz - Don’t clean up this blood, Audience Award of the Berlinale, and the documentary The sweet ship, presented at the 69th Venice Film Festival. Documentario Documentary Italia Italy Colore Color, 2006, 113 min. Lingua originale Original Language Italiano Italian Prima mondiale World Premiere 63. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, 2006 Eventi speciali e incontri Special events and meetings Regia Director Daniele Vicari Soggetto e sceneggiatura Story and script Antonio Medici, Daniele Vicari Fotografia Director of Photography Gherardo Gossi Montaggio Editor Benni Atria Suono Sound Gianluca Costamagna Musica Music Massimo Zamboni Produzione Production Vivo film con il sostegno di with the support of Associazione Centenario CGIL in collaborazione con in collaboration with Rai Cinema Filmografia Filmography La nave dolce (doc. 2012), Diaz (2012), Il passato è una terra straniera (2008), Il mio paese (doc. 2006), L’orizzonte degli eventi (2005), Velocità Massima (2002), Non mi basta mai (doc. 1999) 55 CONCORSO/COMPETITION Paolo Muran, Nicola Pittarello Michel Gondry RIVER WATER London to Istanbul (Work in progress) THE WE AND THE I Proiezione del film Film screening Giovedì 17 ottobre Thursday, October 17 ore 17.45 5.45 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Proiezione del film Film screening Giovedì 17 ottobre Thursday, October 17 ore 20.00 8 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Un viaggio attraverso l’Europa in una piccola barca di 6 metri, da Londra attraverso il Canale della Manica fino al Bosforo e l’antica Costantinopoli. Un viaggio alimentato dal vento, dalla forza dei muscoli, dal sole e dalla simpatia delle persone che lo hanno reso possibile. Quel viaggio, compiuto da Giacomo De Stefano tra il 2010 e il 2012, è diventato un film. I registi Paolo Muran e Nicola Pittarello presentano in anteprima a Detour un estratto del documentario che è attualmente in post-produzione: un’occasione per continuare a parlare di viaggio e scoprire insieme agli autori le diverse fasi di lavorazione di un film. Era la primavera del 2010, tornando da un festival nel sud d’Italia dove eravamo stati ospitati, Giacomo mi raccontava il progetto che intendeva realizzare: da Londra a Istanbul su una piccola barca di legno a remi e a vela, utilizzando solo la forza delle braccia e del vento. “Ma perché lo fai?” Gli chiesi. “Perché è stata una pessima idea quella di avvelenare le acque dei fiumi e voglio vedere come è la situazione in Europa, percorrendo lentamente l’autostrada liquida che la attraversa e che unisce Londra a Istanbul.” In quel momento ho appreso che Londra e Istanbul sono collegate dall’acqua. Mi sono immaginato i paesaggi che avrebbe incontrato lungo i 5200 km da percorrere, i volti delle persone che avrebbe incontrato nei 15 paesi europei da attraversare. Adesso quei paesaggi, quei volti, quegli incontri e tutta l’avventura di Giacomo l’ho vissuta e filmata dall’inizio alla fine e non vedo l’ora di poterla raccontare con questo film. Paolo Muran A journey across Europe on a small six-metre boat, from London through the English Channel down to Bosporus and the Ancient Constantinople. A journey that was powered by wind, his own muscles, the sun and sympathy of the people who made it possible. This journey, accomplished by Giacomo De Stefano between 2010 and 2012, has become a film. Directors Paolo Muran and Nicola Pittarello present a first preview of the documentary, which is currently in post-production: an occasion to keep talking about travel and discover the diverse phases of film-production together with the authors. Spring 2010, on our way back from a festival in the South of Italy where we had been invited, Giacomo was telling me of a project he was working on: from London to Istanbul on a small wooden rowing and sailing boat, by using only wind and his own arms. “But why?” I asked. “Because polluting river waters was a terrible idea and I want to see what the situation is like in Europe, slowly navigating the liquid highway that runs through it and that connects London to Istanbul.” I discovered there and then that London and Istanbul were connected by water. I imagined the landscapes he would find along the 5200 km he had to cover, the faces of the people he would meet in the fifteen European countries he had to cross. Those landscapes, faces, encounters and all of Giacomo’s adventure, in the end, I have lived and filmed from beginning to end, and I can’t wait to retell it with this film. Paolo Muran Paolo Muran operatore, regista e produttore, dal 1980 è socio dello Studio Pierrot e la Rosa. Nel corso degli anni ha realizzato numerosi documentari riconosciuti a livello internazionale, tra cui Life as a corporate holiday. Come direttore della fotografia ha collaborato con Gianni Celati e Fernando Solanas. Paolo Muran, camera operator, director and producer, since 1980 has been a member of Studio Pierrot and la Rosa. Over the years, he has made internationally renowned documentaries, such as Life as a corporate holiday. He has collaborated as director of photography with Gianni Celati and Fernando Solanas. Nicola Pittarello ha seguito il laboratorio stabile di Ipotesi Cinema di Ermanno Olmi. Ha lavorato come regista, DOP e video editor per documentari e cortometraggi distribuiti a livello internazionale e presentati in numerosi festival. Tra i suoi ultimi lavori: L’or du Congo (2010), Pasolini l’incontro (2011), La sfida di Venezia (2012). Nicola Pittarello, has attended Ermanno Olmi’s lab “Ipotesi Cinema”. He has worked as director, DOP and video editor on documentaries and short films, which have been internationally-distributed and presented in several festivals. Among his latest works: L’or du Congo (2010), Pasolini, the Encounter (2011), The Challenge of Venice (2012). Documentario Documentary Italia Italy Work in progress Regia Director Paolo Muran, Nicola Pittarello Riprese Camera Paolo Muran, Nicola Pittarello, Anna Sandrini, Fine Schaumburg, Leon Greco, Bruno Porto Con With Giacomo De Stefano Produzione Production Capdo Film L’ultimo giorno dell’anno in una scuola del Bronx. Gli studenti si ammassano sul solito autobus verso casa. Il mucchio chiassoso di adolescenti aggressivi e superficiali – i bulli e le vittime – cambia e si trasforma man mano che l’autobus si svuota. Le relazioni diventano più vicine e personali anche tra studenti che nulla hanno in comune. Al liceo ero un individualista. Avevo amici, certo, ma evitavo qualsiasi cosa prevedesse grandi gruppi. Non mi piaceva proprio come gli adolescenti si comportavano in gruppo. […] Più tardi, a Parigi, ricordo di aver preso un autobus che a un certo punto si riempì di liceali. Diversamente dalla loro entrata di massa, la loro uscita fu graduale e mi permise di osservare le variazioni del comportamento individuale. Ad ogni fermata, la massa diminuiva e le singole personalità si riaffermavano. Il chiacchiericcio chiassoso dell’inizio lasciava posto a conversazioni più profonde e personali. Alla fine, rimasero solo due studenti, proprio dietro di me, e la loro conversazione deviò sulla filosofia. Questa è la storia che racconto in The We and the I con i ragazzi del Bronx a New York. Una vita colorata e a volte molto difficile, con la morte che si intravede sui telefonini e le prese in giro che portano a lacrime e consolazione. Non è esattamente la vita dei ragazzi della Parigi borghese, ma dentro nel profondo penso che le persone siano tutte uguali. Michel Gondry The last day of the year at a high school in the Bronx. Students pile on to the usual bus home. The raucous bunch of aggressive and superficial teens – the bullies and the bullied – develops and is transformed as the bus empties. Relationships become closer and more personal between students with absolutely nothing in common. At high school, I was an individualist. I had friends, sure, but I avoided anything involving large groups. I just didn’t like how teens behaved in a group environment. […] Later, I remember catching a bus across Paris that was overrun at one point by high school kids. Unlike their mass entrance, their exit was gradual and I was able to observe variations in individuals’ behavior. With each stop, the mass was diminished and individual personalities reasserted themselves. The initially raucous chatter gave way to deeper and more personal conversations. Then, only two students were left, just behind me, and their conversation veered onto philosophy. That’s the story I tell in The We and the I with young students from the Bronx in New York. A very colorful and sometimes much more difficult life, with death flashing up on cell phones and mockery giving way to tears and consolation. It’s not exactly the same life as kids in an upscale part of Paris, but deep down I think people are all the same. Michel Gondry Michel Gondry dirige il suo primo lungometraggio, Human Nature, nel 2001. Tre anni dopo realizza Se mi lasci ti cancello per cui riceve l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale. Nel 2005 scrive e dirige L’arte del sogno, un film più autobiografico, ambientato a Parigi. Durante la realizzazione del documentario Block Party incontra Mos Def, che insieme a Jack Black è il protagonista di Be Kind Rewind (2008). Nel 2009 presenta al Festival di Cannes il documentario L’Épine dans le cœur (2009). Nel 2010 porta sullo schermo il libro di fumetti The Green Hornet e nel 2011 dirige The We and the I. Il suo ultimo lungometraggio, Mood Indigo - La schiuma dei giorni (2013), è tratto da un romanzo di Boris Vian. Michel Gondry directed his first feature, Human Nature, in 2001. Three years later, he made Eternal Sunshine of the Spotless Mind (Oscar for Best Original Screenplay). In 2005, he directed a more autobiographical movie, The Science of Sleep, set in Paris. On Block Party, he met Mos Def, who became the hero, alongside Jack Black, of Be Kind, Rewind (2007). The Science of Sleep and Be Kind, Rewind screened at the Sundance and Berlin Festivals. In 2009 Gondry’s documentary The Thorn in the Heart (2009) was in the main selection in Cannes. In 2010, Michel brought the 1960s comic book hero The Green Hornet to the screen and, in 2011, he shot The We and The I. His latest feature film, Mood Indigo (2013), was adapted from a novel by BorisVian. Fiction Fiction Regno Unito/USA/Francia UK/USA/France Colore Colour, 2012, 103 min. Lingua originale Original Language Inglese English Regia Director Michel Gondry Sceneggiatura Script Michel Gondry, Paul Proch, Jeff Grimshaw Fotografia Director of Photography Alex Disenhof Montaggio Editor Jeff Buchanan Scenografia Production designer Tommaso Ortino Costumi Costume designer Sarah Mae Burton Con With Michael Brodie, Teresa Lynn, Laidychen Carrasco, Raymond Delgado, Jonathan Ortiz, Jonathan Worrell, Alex Barrios, Meghan «Niomi» Murphy Produzione Production Partizan Films Filmografia Filmography L’écume des jours (2013), The We and the I (2012), The Green Hornet (2011), L’Épine dans le cœur (doc. 2009), Be Kind Rewind (2008), La science des rêves (2006), Block Party (doc. 2005), Eternal Sunshine of the Spotless Mind (2004), Human Nature (2001) 57 EVENTI SPECIALI/SPECIAL EVENTS Diego Quemada-Díez Jerry Schatzberg LA GABBIA DORATA LA JAULA DE ORO LO SPAVENTAPASSERI SCARECROW Proiezione del film Film screening Sabato 19 ottobre Saturday, October 19 ore 15.45 3.45 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Proiezione del film Film screening Domenica 20 ottobre Sunday, October 20 ore 22.00 10 PM Sala Fronte del Porto - PORTOastra Juan, Sara e Samuel, tre adolescenti dei quartieri poveri del Guatemala, cercano di raggiungere gli Stati Uniti d’America, alla ricerca di una vita migliore. Lungo il loro cammino attraverso il Messico, incontrano Chauk, un indio del Chiapas che non parla lo spagnolo e gira senza documenti. Il viaggio è lungo, a bordo dei treni merci o seguendo a piedi i binari delle ferrovie, e porterà i ragazzi verso un’imprevedibile realtà. La situazione sociale dell’America Latina necessita di un cinema che sia profondamente impegnato nella realtà del mondo. A me interessa fare film radicati nella società contemporanea. L’autentico realismo ha tutto: fantasia e razionalità, sofferenza e utopia, la felicità e il dolore delle nostre esistenze. Voglio dare voce agli emigranti: esseri umani che sfidano un sistema retto dalle indifferenti autorità nazionali e internazionali, attraversando illegalmente le frontiere, rischiando le loro vite nella speranza di superare la povertà estrema. Diego Quemada-Díez Juan, Sara and Samuel, fifteen year old, flee from Guatemala towards the USA. On their journey through Mexico they meet Chauk, a Tzotzil Indian who does not speak Spanish and has no official documents. A long journey, on board of freight trains and on foot along the railways tracks, takes the three beyond the USA-Mexico border and into a harsh reality. The social reality in Latin America requires cinema to be deeply engaged with the world as it is. I am interested in making films firmly rooted in our contemporary society. True realism has it all: fantasy and reason, suffering and utopia, the happiness and pain of our existence. I want to give voice to migrants – human beings who challenge a system established by impassive national and international authorities by crossing borders illegally, risking their own lives in the hope of overcoming dire poverty. Diego Quemada-Díez Fiction Fiction Messico/Spagna Mexico/Spain Colore Colour, 2012, 102 min. Lingua originale Original Language Inglese English Prima mondiale World Premiere 66° Festival de Cannes, Francia, 2013 Regia Director Diego Quemada-Díez Sceneggiatura Script Diego Quemada-Díez, Lucia Carreras, Gibran Portela Fotografia Director of Photography Maria Secco Montaggio Editor Paloma López Carrillo, Felipe Gómez Suono Sound Matías Barberis Musica Music Leo Heiblum, Jacobo Lieberman Con With Brandon Lopez, Rodolfo Domínguez, Karen Martínez, Carlos Chajón Produzione Production Animal de Luz, Machete Producciones Sullo sfondo di un desolato e polveroso paesaggio americano, Max Milian (Gene Hackman), appena uscito di prigione, incontra Francis “Lion” Delbuchi (Al Pacino), giovane tormentato per aver lasciato la moglie e non aver mai conosciuto il figlio. Tra i due nasce una forte amicizia che li porterà ad attraversare l’America in autostop per realizzare il sogno di Max: aprire una stazione di servizio a Pittsburgh. Nel corso del viaggio dei due protagonisti, costellato di incontri con personaggi stravaganti, emerge il ritratto amaro dell’America degli anni ’70. Supportato dalla bravura di Al Pacino e Gene Hackman e dalla splendida fotografia di Vilmos Zsigmond, il film vinse la Palma d’Oro a Cannes nel 1973. Fin dalla scena d’apertura, quasi muta, ambientata in una strada di campagna spazzata dal vento, il racconto che fa Schatzberg di questo viaggio, a tratti divertente ma travagliato, si dimostra essere una insolitamente proficua variazione sul tema del buddy-movie. Le star e il cast di supporto – e le comparse evidentemente non professioniste – contribuiscono a creare un ritratto eccezionalmente credibile della vita della classe operaia americana, acuto nella sua ammissione sarcastica delle assurdità dell’interazione umana, crudo, vero e compassionevole nel raccontare dipendenza e responsabilità. Geoff Andrew (British Film Institute) In the foreground of a desolate dusty American landscape, Max Milian (Gene Hackman), who’s just left prison, meets Francis “Lion” Delbuchi (Al Pacino), a young man, tormented for having abandoned his wife and never met his son. The two become friends and decide to hitchhike through the U.S. to make Max’s dream come true: open a service station in Pittsburgh. On the road the two protagonists meet extravagant individuals, as a bitter portrait of a 1970s America is outlined. Supported by Al Pacino and Gene Hackman’s ability and by Vilmos Zsigmond’s stunning photography, the film won the Cannes Golden Palm in 1973. Fiction Fiction USA USA Colore Colour, 1973, 112 min. Lingua originale Original Language Inglese English Regia Director Jerry Schatzberg Sceneggiatura Script Garry Michael White Fotografia Director of Photography Vilmos Zsigmond Montaggio Editor Evan Lottman Scenografia Production designer Albert Brenner Costumi Costume designer Jo Ynocencio Suono Sound Victor Goode Musica Music Fred Myrow Con With Gene Hackman, Al Pacino, Dorothy Tristan, Ann Wedgeworth Produzione Production Warner Bros. Right from the moody, largely wordless opening scene set on a windswept country road, Schatzberg’s tale of their often funny but troubled journey proves to be an unusually fruitful variation on the buddy-movie. Both the stars and the supporting cast – and the evidently non-professional extras – contribute to an uncommonly credible portrait of lower-workingclass American life, witty in its wry acknowledgement of the absurdities of human interaction, raw, truthful and compassionate in its account of dependence and responsibility. Geoff Andrew (British Film Institute) Diego Quemada-Díez (Burgos, Spagna, 1969) nel 1995 inizia a lavorare nel cinema, come assistente operatore per Terra e libertà di Ken Loach. In seguito si diploma in direzione della fotografia all’American Film Institute. Nel 2001 dirige il corto di fine corso A Table Is a Table. Nel 2003 è operatore per il film di Alejandro González Iñárritu 21 Grammi, che lo porta poi a collaborare con registi come Tony Scott, Oliver Stone, Spike Lee. Nel 2006 gira altri due corti, I Want to Be a Pilot e La Morena. La jaula de oro, il suo esordio alla regia, è stato presentato al Festival di Cannes 2013, nella sezione Un Certain Regard, vincendo il premio Un Certain Talent e il premio Gillo Pontecorvo. Diego Quemada-Díez (Burgos, Spain, 1969) started to work in the film industry in 1995 as a camera assistant in Land and Freedom by K. Loach. He then graduated in Cinematography at the American Film Institute. In 2001 he directed his graduation short film, A Table is a Table. In 2003 he worked as a camera operator in 21 Grams by Alejandro González Iñárritu, which allowed him to later work with directors such as Tony Scott, Oliver Stone, Spike Lee. In 2006 he shot two short films, I Want to Be a Pilot and La Morena. La jaula de Oro, his first feature as a director, was screened in the Un Certain Regard section at Cannes 2013, winning A Certain Talent Prize and the Gillo Pontecorvo Award. Filmografia Filmography La jaula de oro (2013) Creatore di immagini poetiche e abile narratore di storie, Jerry Schatzberg si è affermato da oltre trent’anni come fotografo e regista. Negli anni ’60 le sue fotografie sono state pubblicate in riviste quali Vogue, McCall’s, Esquire, Glamour e Life e i suoi ritratti hanno immortalato le più importanti personalità dell’epoca, da Bob Dylan a Robert Rauschenberg. Negli anni ’70 ha esordito nel cinema e ha partecipato alla rinascita del cinema americano, realizzando film come: Mannequin (1970), Panico a Needle Park (1971), Lo spaventapasseri (1973), Street Smart (1987) e L’amico ritrovato (1989). From creator of poetic images to compelling storyteller, Jerry Schatzberg has, over the past three decades, excelled in both the realms of photography and filmmaking. Published in Vogue, McCall’s, Glamour, and Life for his fashion in the 1960’s, as well as consistent in capturing intimate portraits of the generations most notable artists, celebrities and thinkers, from Bob Dylan to Robert Rauschenberg, Schatzberg pushed on in 1970 to the medium of film. He participated in the renaissance of American cinema, directing films such as: Puzzle of a Downfall Child (1970), The Panic in Needle Park (1971), Scarecrow (1973), Street Smart (1987), and Reunion (1989). Filmografia Filmography L’amico ritrovato (1989), La contropartita (1988), Street Smart (1987), Una cotta importante (1984), Incompreso(1984), L’ultimo sole d’estate (1983), Accordi sul palcoscenico (1980), La seduzione del potere (1979), Lo spaventapasseri (1973), Panico a Needle Park (1971), Mannequin (1970) 59 EVENTI SPECIALI/SPECIAL EVENTS IL VENETO E L’INDUSTRIA CINEMATOGRAFICA: ESPERIENZE E OPPORTUNITÀ VENETO AND THE FILM INDUSTRY: EXPERIENCES AND OPPORTUNITIES Martedì 15 ottobre Tuesday, October 15 ore 10.00 10 AM Centro culturale Altinate/San Gaetano in collaborazione con In collaboration with Assessorato alla Cultura del Comune di Padova Workshop Il Cinema come esperienza culturale, fonte di occupazione, strumento di marketing territoriale. Padova e il Veneto possono contare su un nucleo di operatori che grazie alla loro creatività, professionalità, ingegno e visione hanno esplorato strade e prefigurato percorsi, ottenendo anche significativi riconoscimenti artistici ed economici. Esperienze di indubbio spessore e successo, quelle che il Veneto può vantare, nelle quali coesistono risultati culturali, di critica, di pubblico, di ritorno economico. Un territorio che anche per le sue caratteristiche ambientali, con molteplici paesaggi, architetture, tradizioni, culture, storie, risulta appetibile per le riprese di film e serie televisive. Un territorio, quello veneto, che possiede i requisiti perché si faccia business facendo cinema. L’obiettivo del convegno è di andare oltre l’analisi e la conoscenza degli strumenti e delle realtà che possono permettere e facilitare gli investimenti nell’ambito cinematografico, di andare oltre le immediate ricadute positive per il territorio, in termini di indotto economico e culturale. Dal confronto, anche con gli enti pubblici territoriali, un nuovo rilancio per sviluppare insieme le potenzialità economiche del cinema nel nordest. Cinema as cultural experience, occupation, marketing tool of a territory. Padova and Veneto can count on a core group of operators who, with creativity, professionalism, talent and vision, have explored routes and opened new itineraries, obtaining significant artistic and economic acknowledgments. Experiences of undoubted depth and success, which Veneto can be proud of, and where cultural and business results, audience and critical acclaim, all co-exist. A territory that, thanks to its environmental characteristics, its many landscapes, architectures, traditions, cultures, stories, proves to be attractive for the shooting of films and TV series. The territory of Veneto has what it takes to do business doing cinema. Aim of the meeting is to go forward in all analysis and knowledge of the tools and realities that can allow and facilitate investments in the film field, to go forward in the immediate positive returns on the territory, both economics and culture-wise. A joint development of the economic potential of Northern East Italian Cinema might restart from the very dialogue with public institutions. 61 CONCORSO/COMPETITION Con With Stefano Favarelli Con With Guido Bosticco CARNET DI VIAGGIO TRAVEL CARNET SCRITTURA DI VIAGGIO TRAVEL WRITING Sabato 19 ottobre Saturday, October 19 ore 9.30 9.30 AM Spazio DETOUR Sabato 19 ottobre Saturday, October 19 ore 14.30 2.30 PM Spazio DETOUR Il grande poeta ed entomologo J.H. Fabre scriveva che un viaggio nel proprio giardino può essere altrettanto emozionante di un viaggio nella giungla indiana, l’incontro con una mantide religiosa intenso come quello con una tigre. Armati di taccuino, pennini e acquerelli, gli allievi racconteranno col disegno e la scrittura (gli strumenti del carnet) l’avventura di stupore e meraviglia, accompagnati da un maestro indiscusso del genere. Il laboratorio è rivolto a debuttanti desiderosi di cimentarsi in una tecnica relativamente accessibile e a consumati frequentatori del genere, desiderosi di confrontarsi con un professionista, ricevere consigli, e scambiare emozioni e idee con gli altri partecipanti. Un corso intensivo per imparare a narrare il proprio viaggio, dal racconto al reportage. Ogni viaggio comincia nell’immaginazione, si svolge nella realtà, continua nella memoria ed è inscindibile dal suo racconto. La scrittura di viaggio è uno degli strumenti più efficaci per capire e raccontare i luoghi visitati, perché, come scrive Proust, “il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”. Great poet and entomologist J.H. Fabre wrote that a journey in one’s own garden can be as exciting as a journey in the Indian jungle, the encounter with a praying mantis as intense as one with a tiger. Armed of notebook, pens and watercolours, enrollees will tell through drawing and writing (the delicate tools of a carnet) their adventure of wonder and marvel, guided by an undiscussed master of this genre. This workshop is both for those who wish to try relatively accessible a technique, and for experienced devotees of this genre who wish to meet a master, ask for advice and exchange ideas and emotions with other participants. Intensive course to learn how to narrate your journey, from novel to reportage. Every journey begins in imagination, occurs in reality, continues in memory and is inseparable from its report. Travel writing is one efficient way of understanding and telling the places you visited, because, as Proust wrote, “the real voyage of discovery consists not in seeking new landscapes but in having new eyes”. Stefano Faravelli (1959) è pittore, filosofo e orientalista. Ispirato da atlanti, enciclopedie, manuali di zoologia e botanica e da lunghi viaggi in Africa, nel vicino, medio ed estremo Oriente, ha risvegliato in Italia l’interesse per il carnet de voyage. Nei suoi taccuini, frutto di immediatezza e riflessione, si compendiano – espressi con gli strumenti dell’acquerello e della calligrafia – il talento, lo studio e la passione. Ha ricevuto un premio speciale alla Biennale du Carnet de Voyage di Clermont-Ferrand e ha esposto i suoi lavori in varie città italiane ed estere. Nel 2011 è stato invitato ad esporre alla Biennale di Venezia. È autore di diverse pubblicazioni che hanno riscosso un crescente successo di critica e di pubblico. Guido Bosticco (1972) tiene corsi di scrittura creativa e sulle professioni dell’editoria all’Università di Pavia. Ha pubblicato Riempire i vuoti. Un manuale (soggettivo) di scrittura e comunicazione (2007); La tromba a cilindri. La musica, io e Pasolini (2008) e PPP. Il mondo non mi vuole più e non lo sa (2012). Giornalista professionista, è socio fondatore di Epoché, un’agenzia che si occupa di comunicazione istituzionale e politica e progettazione culturale. Viaggia, scrive e suona come e quando può. Stefano Faravelli (1959) is a painter, philosopher and orientalist. Inspired by atlases, encyclopedias, zoology and botanics manuals and long trips to Africa, to the near, middle and far East, he has become Italy’s most known author of carnets de voyage. In his notebooks, the result of immediacy and reflection, we find – expressed by means of simple and delicate tools such as watercolour and calligraphy – talent, study and passion. He has received a special award at the Biennale du Carnet de Voyage in Clermont-Ferrand and exhibited his works in several cities both in Italy and abroad. In 2011 he was invited to exhibit at the Venice Biennale. As an author he has met growing success with audiences and critics alike. Guido Bosticco (1972) teaches creative writing and publishing at the Università di Pavia. He published Riempire i vuoti. Un manuale (soggettivo) di scrittura e comunicazione (2007); La tromba a cilindri. La musica, io e Pasolini (2008) and PPP. Il mondo non mi vuole più e non lo sa (2012). Professional journalist, he is a founder of Epoché, agency for political and institutional communication and cultural projects. He travels, writes and plays music when he can. 63 WORKSHOP Con With Alessandro Gandolfi FOTOGIORNALISMO PHOTOJOURNALISM Domenica 20 ottobre Sunday, October 20 ore 14.30 2.30 PM Spazio DETOUR Lezioni di viaggio Da aprile a settembre, in attesa del festival, Detour ha proposto un ciclo di quattro Lezioni di viaggio: quattro incontri per raccogliere l’esperienza di chi, seppur in forma molto diversa, ha fatto del viaggio la propria vocazione di vita; l’occasione per continuare oltre il cinema, tra libri, racconti di vissuto e arte, la riflessione sul tema del viaggio in tutte le sue possibili declinazioni e correlazioni. C’è sempre un altro punto di vista. Una notizia non raccontata, un modo diverso di narrare una storia. Nel corso del workshop, in compagnia di Alessandro Gandolfi, si scoprirà come nasce uno spunto fotogiornalistico, come si pianifica un servizio editoriale, come si racconta una storia attraverso e immagini. There always is another point of view. Untold news, a different way of narrating a story. In this short workshop Alessandro Gandolfi will tell how to find photojournalist ideas and starting points, such as planning a new reportage and how to tell a story through images. Travel Lessons From April to September, awaiting the festival, Detour offered a series of four Travel Lessons: four meetings to tell the experience of those who, in different ways and forms, have focused on travel as a life vocation; an opportunity to go beyond cinema, among books, stories and art, a reflection on the theme of the journey in its every possible correlation and declension. Alessandro Gandolfi nasce a Parma nel 1970, si dedica al reportage fotografico dal 2001. I suoi lavori sono apparsi su varie testate, italiane e internazionali (National Geographic Italia, L’Espresso, La Repubblica delle Donne, Die Zeit, Mare, The Sunday Times Magazine, Le Monde, VSD) e le sue immagini sono state esposte alle ultime tre mostre organizzate a Roma dalla National Geographic. Alessandro è laureato in filosofia, ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Urbino (IFG) e prima di dedicarsi al fotogiornalismo ha lavorato come cronista per La Repubblica, nelle redazioni di Milano e Roma. Nel 2010 e nel 2011 ha vinto il Best Edit Award della National Geographic per due servizi apparsi sull’edizione italiana della rivista americana. Alessandro Gandolfi was born in Parma, Italy, in 1970; he has been a photojournalist since 2001. His works have appeared in several Italian and International magazines (among them, National Geographic Italy, L’Espresso, La Repubblica delle Donne, Die Zeit, Mare, The Sunday Times Magazine, Le Monde, VSD) and his pictures featured in exhibitions organized in Rome by National Geographic in 2009, 2010 and 2011. A Philosophy graduate, Alessandro attended the prestigious Ifg School of Journalism in Urbino. Before working as a photojournalist, he contributed as a news reporter to La Repubblica, both in Milan and Rome editorial offices. He won the National Geographic’s Best Edit Award twice (in 2010 and 2011) with two features published in the Italian edition of the American magazine. 65 CONCORSO/COMPETITION INCONTRO CON FRANCESCO CARERI MEETING WITH FRANCESCO CARERI INCONTRO CON GIACOMO DE STEFANO MEETING WITH GIACOMO DE STEFANO Venerdì 19 aprile 2013 Friday, April 19, 2013 Caffè Pedrocchi, Padova Giovedì 16 maggio 2013 Thursday, May 16, 2013 Caffè Pedrocchi, Padova L’atto di attraversare lo spazio nasce dal bisogno naturale di muoversi per reperire il cibo e le informazioni necessarie alla propria sopravvivenza. Ma una volta soddisfatte le esigenze primarie il camminare si è trasformato in forma simbolica che ha permesso all’uomo di abitare il mondo. Modificando i significati dello spazio attraversato, il percorso è stato la prima azione estetica che ha penetrato i territori del caos costruendovi un nuovo ordine sul quale si è sviluppata l’architettura degli oggetti situati. Il camminare è un’arte che porta in grembo il menhir, la scultura, l’architettura e il paesaggio. Da questa semplice azione si sono sviluppate le più importanti relazioni che l’uomo intesse con il territorio. Francesco Careri Ce l’ho fatta! Ce l’abbiamo fatta!! Clodia, tutti coloro che hanno dato a questo viaggio, di passione ed acqua, ed io. Siamo arrivati a Bisanzio, Costantinopoli, Istanbul. Sono passati più di due anni dalla partenza. Dal primo lampo dell’idea, dal sogno ad occhi aperti, guardando con rispetto ed apprensione ogni piccolo corso d’acqua in difficoltà. Dai mille viaggi in treno, bicicletta, a piedi. Le notti insonni a lavorare con Pati de Ross, grande amica. Le scarpe consumate. I mille no delle persone che non potevano o non volevano aiutare, le delusioni, gli abbracci, gli angeli che mi hanno aiutato subito ed incondizionatamente, il disinteresse e l’amore, la generosità, ed i miei molti errori. Tutto è stato magnifico e parte di un vero progetto. Giacomo De Stefano The act of crossing space stemmed from the natural necessity to move in order to find food and information required for survival. But once the basic needs were satisfied, walking took on a symbolic form that enabled man to dwell in the world. By modifying the sense of space crossed, walking becomes man’s first aesthetic act, penetrating the territory of chaos, constructing an order on which to develop the architecture of situated objects. Walking as an art that carried menhirs, sculpture, architecture and landscape within. This simple action has triggered the most important relationships men intertwine with their territory. Francesco Careri Francesco Careri è artista e fondatore di Stalker, collettivo interdisciplinare che compie ricerche e progetti sulla città attraverso l’esperienza diretta degli spazi complessi e l’interazione con gli abitanti. Nel suo libro Walkscapes. Camminare come pratica estetica (Einaudi, 2006) ha ripercorso diversi momenti della storia dell’uomo che cammina, proponendo un’analisi dell’esperienza del camminare intesa come atto primario nella trasformazione simbolica del territorio e come strumento estetico di conoscenza. Francesco Careri is an artist, founder of Stalker. In his book Walkscapes Walking as an Aesthetic Practice he has traversed diverse moments in the history of walking man, and analyzed the experience of walking intended as primary action in the symbolic transformation of territory and aesthetical tool for knowledge. I did it! We did it! Clodia, all those who gave something to this journey, passion and water, and me. We arrived in Byzantium, Constantinople, Istanbul. It’s been more than two years from the very beginning, from the first flash of the idea, the dream with open eyes, watching with respect and apprehension every small creek in front of us. A thousand travels by train, bicycle and on foot. The sleepless nights working with Pati de Ross, a great friend. The worn out shoes. The thousand of “noes” from people who could not or would not help, the disappointments, the hugs, the angels who helped me immediately and unconditionally, the selflessness and love, generosity, and my many mistakes. Everything was great and part of a real project. Giacomo De Stefano Dopo aver lavorato molti anni come ricercatore e documentarista, nel 2011 Giacomo De Stefano decide di compiere un viaggio di 5200 km da Londra a Istanbul a impatto zero su una barca a vela. Sulla scia della sua barca ha provato a tracciare la via per un mondo diverso, la strada per nuove opportunità economiche, verso una forma di turismo più rispettoso e sostenibile; lungo il suo percorso ha raccolto le voci di chi è riuscito a creare molto con poco, a generare valore lavorando con la natura e non contro di essa. After spending many years working as a researcher and documentary film-maker, in 2011 Giacomo De Stefano decided to set off on a zero-impact journey on a sail boat: 5200 km from London to Istanbul. In the wake of his boat he has tried and trace life in a new world, the way to new Economic opportunities, forms of sustainable and respectful tourism, amplifying the voice of those who succeed in creating lots with little, in generating Economy and value by working with nature and not against it. 67 LEZIONI DI VIAGGIO/TRAVEL LESSONS INCONTRO CON FAUSTO DE STEFANI MEETING WITH FAUSTO DE STEFANI INCONTRO CON SILVESTRO SERRA, STEPHAN MARCHIORO, TINO MANTARRO MEET SILVESTRO SERRA, STEPHAN MARCHIORO, TINO MANTARRO Venerdì 14 giugno 2013 Friday, June 14, 2013 Sala Paladin, Palazzo Moroni, Padova Giovedì 19 settembre 2013 Thursday, September 19, 2013 Superflash Store, Padova La mia è una storia di viaggi, di incontri. Il primo, e forse il più importante, risale all’infanzia, con un vagabondo/libero pensatore di nome Mandelo. Quest’uomo, povero e solitario, girava di cascina in cascina a raccontare ai bambini favole e meravigliose storie di viaggio. Con lui ho cominciato il mio viaggiare, a vedere con la fantasia mondi, montagne, ghiacciai. Grazie a lui, la curiosità del viaggio e della conoscenza sono entrate in me portandomi, successivamente nel mondo, alla ricerca di cime da scalare, silenzi da ascoltare e spazi da respirare. Ho incontrato popoli e genti la cui esistenza di dignitosa bellezza, malgrado la povertà e la durezza estrema imposta dalle altitudini, mi ha fatto alzare ancora di più lo sguardo fino ad approdare a nuove dimensioni. È inutile andare lontano con le proprie gambe, se non si è capaci di andare lontano con lo spirito. Fausto De Stefani Negli anni Novanta un’isoletta della Grecia lontano da tutte le rotte turistiche viene scelta per ambientare un piccolo film che inaspettatamente diventa un successo mondiale e nel 1991 si aggiudica l’Oscar come miglior film straniero. Com’è cambiata la vita a Kastelorizo dopo l’uscita di Mediterraneo di Gabriele Salvatores? Da un caso emblematico parte una riflessione sul rapporto tra immaginario cinematografico e successo turistico di una destinazione. Dalla Roma di Vacanze Romane alla Vigata immaginaria del Commissario Montalbano quanto conta far da scenario a un film di successo per attirare i viaggiatori? Mine is a story of journeys and encounters. The first and perhaps most important was in my childhood, with a vagabond/free thinker named Mandelo. This poor and solitary man wandered from one farmstead to another telling children fables and stories of wonderful journeys. With him I started to travel, visiting fantasy worlds, mountains and glaciers. Thanks to him, curiosity towards travelling and knowledge have later inspired me to tour the world in search of peaks to climb, silences to listen to and spaces to breath. I have encountered people and populations whose existence of dignified beauty, despite the poverty and extreme harshness of the altitudes, made me glance to higher dimensions. Walking far on our legs is useless, if we are not capable of taking far our spirit. Fausto De Stefani Fausto De Stefani è uno dei più importanti alpinisti italiani. È tra i fondatori dell’associazione internazionale Mountain Wilderness e svolge attività divulgative e di sensibilizzazione su tematiche ambientali. Da dieci anni si dedica inoltre alla realizzazione di progetti umanitari in Nepal, in particolare attraverso la Rarahil Memorial School, una struttura articolata che ospita circa un migliaio di bambini e ragazzi per il ciclo completo di studi e un ambulatorio medico per l’intera comunità. Fausto De Stefani has been one of the most important mountaineers in Italy. He was among the founders of the International association Mountain Wilderness and has carried out educational activities tackling natural issues and related problems. In the past ten years he has committed in the realization of humanitarian projects in Nepal, promoting cultural development with the founding of the Rarahil Memorial School, a primary and secondary school currently attended by more than 1.000 children in need, and a health center of excellence serving the entire village of Kirtipur. In the Nineties a tiny Greek island far away from all touristic paths was chosen as the setting of a minor film which unexpectedly happened to become a worldwide success and to win in 1991 the Oscar Award as Best Foreign Movie. How has life in Kastelorizo changed after Gabriele Salvatores’s Mediterraneo was released? This emblematic case is the trigger for a reflection on the relationship between cinema imagery and touristic success of a destination. From the Rome in Vacanze Romane to the imaginary Vigata in Commissario Montalbano, how much do popular film scenarios attract travellers? Silvestro Serra è direttore del Touring Club Italiano, associazione fondata nel 1894 da Federico Johnson e Luigi Bertarelli con alcuni intraprendenti appassionati di viaggio, di conoscenza, di progresso, che da oltre cento anni è impegnata nello “sviluppo del turismo, inteso anche quale mezzo di conoscenza di paesi e culture, e di reciproca comprensione e rispetto fra i popoli”. Stefan Marchioro, è docente di Economia Applicata al Turismo del corso di laurea in Progettazione e Gestione del Turismo Culturale. Tino Mantarro, giornalista professionista, ha scritto reportage per quotidiani e periodici; collabora con Touring Club Italiano. Silvestro Serra is the director of Touring Club Italia, association founded in 1894 by Federico Johnson and Luigi Bertarelli together with a few enterprising enthusiasts of travel, knowledge and progress, which for over a hundred years has committed in “the development of tourism, also intended as a means of knowledge also of countries and cultures, and mutual understanding and respect between people”. Stefan Marchioro is a Professor in Tourism Economics (Development and Management of Cultural and Heritage Tourism). Tino Mantarro, a professional journalist, has written reportages for newspapers and periodicals; he collaborates with Touring Club Italiano. 69 LEZIONI DI VIAGGIO/TRAVEL LESSONS Martedì 15 Ottobre Tuesday, October 15 Mercoledì Giovedì 16 Ottobre 17 Ottobre Wednesday, October 16 Thursday, October 17 Venerdì 18 Ottobre Friday, October 18 Sabato 19 Ottobre Saturday, October 19 Domenica 20 Ottobre Sunday, October 20 ore 10.00 Centro Culturale Altinate San Gaetano ore 15.30 Cinema PORTOastra ore 15.30 Cinema PORTOastra ore 14.00 Cinema PORTOastra ore 9.30/13.30 Spazio Detour ore 11.00 Cinema PORTOastra Il Veneto e l’industria cinematografica: esperienze e opportunità. Tanta Agua di Ana Guevara e Leticia Jorge Fiction, Uruguay/Messico, 2013, 102 min. Poor Folk di Midi Z Fiction, Taiwan/Birmania 2012, 105 min. Ruta de la luna di Juan Sebastián Jácome Fiction, Ecuador/Panama 2012, 80 min. ore 14.30/18.30 Spazio Detour Workshop di Scrittura di viaggio Fantastic Mr. Fox di Wes Anderson Animazione, USA/Gran Bretagna 2009, 87 min. ore 14.00 Cinema PORTOastra ore 14.00 Cinema PORTOastra Little World (Món petit) di Marcel Barrena Doc., Spagna 2012, 84 min. Moonrise Kingdom di Wes Anderson Fiction, USA 2012, 93 min. Incontro ore 20.00 Cinema PORTOastra Cerimonia di inaugurazione a seguire Concorso A Hijacking di Tobias Lindholm Fiction, Danimarca 2012, 99 min. ore 22.30 Cinema PORTOastra Omaggio a Wes Anderson Rushmore di Wes Anderson Fiction, USA 1998, 93 min. Concorso Concorso Concorso ore 17.30 Cinema PORTOastra ore 17.45 Cinema PORTOastra ore 15.30 Cinema PORTOastra Hotel Chevalier di Wes Anderson Fiction, USA 2007, 13 min. River Water (Work in progress) di Paolo Muran e Nicola Pittarello Doc., Italia 2013, 40 min. Il mio paese di Daniele Vicari Doc., Italia 2006, 113 min. ore 20.00 Cinema PORTOastra ore 17.45 Cinema PORTOastra The We and the I di Michel Gondry Fiction, USA 2012, 103 min. Libri e nuvole di Pier Paolo Giarolo Doc., Italia/Francia 2013, 85 min. Omaggio a Wes Anderson a seguire The Darjeeling Limited (Il treno per il Darjeeling) di Wes Anderson Fiction, USA 2007, 91 min. ore 20.00 Cinema PORTOastra Evento speciale Evento speciale Viaggio in Italia ore 22.15 Cinema PORTOastra ore 22.15 Cinema PORTOastra The Life Aquatic with Steve Zissou (Le avventure acquatiche di Steve Zissou) di Wes Anderson Fiction, USA 2004, 118 min. Viaggio in Italia di Roberto Rossellini Fiction, Italia 1954, 87 min. Concorso Welcome to Argentina (Mariage à Mendoza) di Edouard Deluc Fiction, Francia/Argentina/Belgio 2012, 94 min. Omaggio a Wes Anderson Viaggio in Italia Concorso ore 19.00 Spazio Detour Aperitivo in terrazza ore 20.00 Cinema PORTOastra Concorso The Forgotten Kingdom di Andrew Mudge Fiction, USA/Sud Africa/Lesotho 2013, 96 min. ore 22.15 Cinema PORTOastra Concorso Mobile Home di François Pirot Fiction, Francia/Belgio/Luss., 2012, 95 min. ore 24.00 Cinema PORTOastra Omaggio a Wes Anderson Bottle Rocket (Un colpo da dilettanti) di Wes Anderson Fiction, USA 1996, 91 min. Workshop di Carnet di viaggio Concorso ore 15.45 Cinema PORTOastra Evento Speciale La jaula de oro (La gabbia dorata) di Diego Quemada-Diaz Fiction, Messico 2013, 102 min. ore 17.45 Cinema PORTOastra Viaggio in Italia Summer 82 When Zappa Came to Sicily di Salvo Cuccia Doc., Italia 2013, 80 min. ore 19.00 Spazio Detour Aperitivo in terrazza ore 20.00 Cinema PORTOastra Concorso Rendez-vous à Kiruna di Anna Novion Fiction, Francia 2012, 97 min. ore 22.30 Cinema PORTOastra Omaggio a Wes Anderson The Royal Tenenbaums (I Tenenbaum) di Wes Anderson Fiction, USA 2001, 110 min. Omaggio a Wes Anderson Omaggio a Wes Anderson ore 14.30 Spazio Detour Workshop di Fotogiornalismo ore 16.00 Cinema PORTOastra Concorso Hiver Nomade di Manuel Von Stürler Doc., Svizzera 2012, 90 min. ore 17.45 Cinema PORTOastra Viaggio in Italia Terramatta di Costanza Quatriglio Doc., Italia 2012, 75 min. Con il fiato sospeso di Costanza Quatriglio Fiction, Italia 2013, 35 min. ore 21.00 Cinema PORTOastra Cerimonia di premiazione ore 21.30 Bastione Alicorno Detour Party Concerto live No Age (USA, Sub Pop) ore 22.00 Cinema PORTOastra Evento Speciale Scarecrow (Lo spaventapasseri) di Jerry Schatzberg Fiction, USA 1973, 112 min. 71