detourfilmfestival.com
DETOUR
FESTIVAL
DEL CINEMA
DI VIAGGIO
2A EDIZIONE
15/20 OTTOBRE 2013
PADOVA
detourfilmfestival.com
DETOUR
FESTIVAL
DEL CINEMA
DI VIAGGIO
2A EDIZIONE
15/20 OTTOBRE 2013
PADOVA
Detour.
Festival del Cinema di Viaggio
Seconda edizione
Detour. Travel Film Festival
Second edition
Presidente
President
Francesco Bonsembiante
Direttore organizzativo
Executive Director
Silvia Ferri de Lazara
Direttore artistico
Artistic Director
Marco Segato
Ufficio organizzativo
Executive Office
Chiara De Cristan
Consulente per la selezione
Selection Consultant
Tomaso Scarsi
Consulente per “Viaggio in Italia”
“Journey to Italy” Consultant
Marco Bertozzi
Ufficio direzione artistica
Artistic Director’s Office
Susanna Boetto
Lucia Candelpergher
Responsabile proiezioni
Screenings Coordinator
Marco Trevisan
Web e Social media
Web & Social media
Martino Galliolo
Ospitalità
Accomodation
Susanna Boetto
Chiara De Cristan
Editing catalogo
Catalogue editing
Lucia Candelpergher
Traduzioni catalogo
Catalogue translations
Bla Blah Language Network
Sottotitoli
Subtitles
Napis
Proiezioni
Screenings
L’image
Ufficio stampa
Press Office
Studio ESSECI
Progetto grafico
Graphic design
Paolo Fontana/Signaletic
Videosigla
Intro videoclip
Paolo Fontana
Andrea Marson
Ringraziamenti
Thanks to
Alessandro Agostinelli, Marina Bastianello,
Roberto Bettella, Silvio Bizzotto, Elisabetta
Borgato, Chiara Borile, Simona Boselli,
Guido Bosticco, Paola Camera, Sergio
Campagnolo, Vito Cappellari, Carlo
Cavedon, Andrea Cazzola, Elisa
Chiorino, Andrea Colasio, Giancarlo
Corò, Giovanni Costa, Annarita Deceglie,
Antonio Di Meo, Simone Falso, Stefano
Faravelli, Alberto Fassina, Giacomo
Ferigioni, Dario Ficchì, Antonio Finotti,
Daniele Formaggio, Alessandro Gandolfi,
Roberto Giordani, Laura Lerro, Amedeo
Levorato, Elisa Maero, Sabina Manna,
Tino Mantarro, Giorgio Marchetto, Antonio
Martini, Federica Pacifici, Farah Polato,
Francesca Ponzecchi, Luca Proto, Silvia
Ranieri, Massimiliano Righetti, Ivo Rossi,
Jacopo Rodeghiero, Gabriele Ronco,
Alessandro Russello, Roberto Saro, Daniela
Schaube, Silvestro Serra, Giorgio Tinazzi,
Micol Toniato, Luca Trivellato, Alessandra
Veronese, Marco Viario, Claudio Visentin
Ringraziamo tutti i volontari che hanno
contribuito alla buona riuscita del festival.
We thank all volunteers who have
contributed to the success of the festival.
Un progetto
Main Partner
Main Sponsor
Sponsor e Partner di progetto
Con il patrocinio di
FONDAZIONE PER L’ARTE CONTEMPORANEA E LA CULTURA
Con il contributo di
Provincia
di Padova
Media Partner
In collaborazione con
Partner tecnici
Consiglio di
Quartiere 4
Padova
Sviluppo web
Webmaster
Simone Nalato
Premi
Awards
Matthew Broussard
Paolo Fontana
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Una produzione
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Camminare in lungo e in largo e camminando contare i miei passi , è un’abitudine che mi ha salvato.
Vitaliano Trevisan, I quindicimila passi, Einaudi, Torino 2002
Walking far and wide, high and low, and counting my steps while walking; this habit has saved me.
Vitaliano Trevisan, I quindicimila passi (Fifteen thousand steps), Einaudi, Turin 2002
Ero partito per fuggire dal mondo, e invece ho finito per trovare un mondo.
Paolo Rumiz, La leggenda dei monti naviganti, Feltrinelli, Milano, 2007
I had left to run from the world, I ended up finding a world instead.
Paolo Rumiz, La leggenda dei monti naviganti (The legend of the sailing mountains), Feltrinelli, Milan, 2007
Nello studio I festival del cinema edito da Johan&Levi nel 2012 e condotto dallo IULM di Milano leggo: “Quello che fa un territorio
(e comunica) è importante tanto quanto la sua natura economico-culturale, la storia, la vocazione produttiva, la forma sociale… E un
territorio può fare molte cose: investimenti di lungo periodo o permanenti in infrastrutture e opere e attività culturali puntuali articolate
in eventi, manifestazioni, festival.”
In questo periodo contingente sono poche le persone, istituzioni e/o privati, che sottoscriverebbero quanto detto e pertanto già ringrazio
chi continua a supportarci e, per rassicurarlo sul proprio investimento, riporto ancora uno dei risultati dello studio suddetto: “Per ogni
euro investito in un festival, grande o piccolo che sia, si produce mediamente ricchezza per oltre 2,5 euro”.
Ogni festival del cinema, infatti, è un evento che produce risorse complesse e crea un pubblico/target di alta qualità fidelizzato e motivato.
In I festival del cinema (Cinema Festivals), a study conducted by IULM Milan and published by Johan&Levi in 2012, I read: “What
a territory does (and communicates) is as important as its economic and cultural nature, its history, vocation of production, social
form… And a territory can do many things: invest, on the long period or permanently, in infrastructures and punctual cultural
activities, such as events, performances, festivals.”
In this contingent period, the people, institutions or individuals who would endorse the above statements are very few; for this
reason I want to thank those who keep on supporting us and, in order to reassure them over their investment, I’d like to quote the
study once again: “for every euro one has invested in a festival, be it big or small, a 2,5 euros worth richness is produced.”
Each cinema festival is indeed an event, which produces complex resources and creates, retains and motivates high quality
audience/target.
Seguendo questi ragionamenti, abbiamo cercato di trasformare il festival da “evento” a “sistema” contaminando il territorio e lavorando
su tutto l’anno. Abbiamo costruito il format Lezioni di viaggio, appuntamenti mensili con viaggiatori che ci hanno portato a conoscere
esperienze umane e geografiche che narrano il piacere dell’avventura della vita.
Abbiamo inoltre chiuso tante nuove partnership, che sono sfociate in altrettanti workshop e incontri, come quella con Parallelo Zero,
con la Scuola del Viaggio e con il Touring Club Italiano. Abbiamo poi lavorato sui social con il progetto artistico dei premi del festival che
saranno costruiti con oggetti–souvenirs dei viaggi del pubblico e messo in campo tanti eventi collaterali sparsi in città che coinvolgono
librerie, agenzie di viaggio e spazi d’arte.
Il viaggio centrale rimane sempre però nelle nostre sale, quest’anno con i meravigliosi personaggi di Wes Anderson al limite del surreale,
disadattati cronici, ricchi di umorismo nero ma dannatamente adorabili, con i film del concorso che offriranno opere prime e anteprime
nazionali, con la nuova sezione di “Viaggio in Italia” e con gli eventi speciali come la proiezione del docufiction di Michael Gondry.
Avete da scegliere, buon viaggio!
Silvia Ferri de Lazara
Direttore Organizzativo
With this in mind, we have decided to transform this edition of the festival, from “event” to “system” by contaminating the territory
and working all year round. We have built the format Lezioni di viaggio (Travel lessons), monthly appointments with travellers who
introduced us to human and geographic accounts of pleasures of the adventure of life. We have established new partnerships, which
led to as many workshops and meetings: Parallelo Zero Scuola del Viaggio and Touring Club Italiano. We have worked on social
networks with the Art project for the Festival Awards, which will be developed around the audience’s travel objects–souvenirs, and
organised several collateral events scattered around town in bookshops, travel agencies and art galleries.
The main journey still remains in the movie theatres, accompanied this year by Wes Anderson’s marvellous characters, misfits filled
with surreal black humour, but awfully adorable; by the films in competition, among which are debut works and National previews;
by the new section of “Viaggio in Italia” ( Journey to Italy) and the special events such as the screening of Michael Gondry’s docufiction.
You choose. Have a nice journey!
Silvia Ferri de Lazara
Executive Director
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Luca Trivellato
Amministratore Delegato Trivellato Spa
La Cassa di Risparmio del Veneto e Intesa Sanpaolo attraverso Superflash hanno accettato con entusiasmo di sostenere questa seconda
edizione del Festival Internazionale del Cinema di Viaggio. In questo momento è fondamentale porre attenzione a tutti i processi
che possono contribuire a trovare e far crescere forme di produzione, di servizi e di consumo in grado di valorizzare il patrimonio di
conoscenze, competenze ed entusiasmo di molti giovani una parte dei quali è relegata ai margini della vita economica e sociale da una
crisi che non ha precedenti.
È oggi più che mai evidente il nesso intrinseco tra cultura e crescita economica. Non si tratta di generica promozione della cultura bensì
di individuare quelle espressioni che meglio sanno interpretare i disagi, le speranze e i progetti di tutti.
Padova presenta una tradizione nel campo della cultura cinematografica di tutto rilievo. A Padova, nel 1934, è stata discussa la prima
tesi di laurea di argomento cinematografico presentata in un’Università italiana (relatore lo storico dell’arte Giuseppe Fiocco, candidato
Francesco Pasinetti). A Padova sono nate importanti iniziative nel campo dell’associazionismo studentesco come il Centro Universitario
Cinematografico e Cinemauno, i cui protagonisti, da Mario Carraro a Carlo Mazzacurati, intervengono nel documentario che Marco
Segato ha dedicato alla mitica figura di Piero Tortolina (L’uomo che amava il cinema). Dall’Università di Padova provengono numerosi
docenti di discipline cinematografiche che si sono affermati con una produzione storiografica e critica di sicuro prestigio internazionale e
che sono andati formando una nuova generazione di esperti del settore.
Un festival può costituire un’occasione per valorizzare competenze, risorse umane e potenzialità presenti nella regione, tanto più se
è contestuale allo sviluppo d’iniziative nel campo della produzione, della distribuzione e dei servizi, come sta accadendo appunto in
Veneto. Dove si fanno sempre più concrete le possibilità di attirare in loco produzioni nazionali e internazionali e di favorire lo sviluppo e
l’affermazione di un’imprenditorialità locale, superando in tal modo la centralizzazione della produzione cinematografica e audiovisiva.
Siamo di fronte a una situazione effervescente e in movimento, grazie alle iniziative legislative e promozionali nazionali e regionali, ma
anche a un’attività imprenditoriale che sta acquistando una fisionomia sempre più precisa, sia di valorizzando risorse locali, sia intessendo
rapporti con il sistema produttivo e distributivo internazionale: basti citare il caso esemplare di Io sono Li di Andrea Segre. Cassa di
Risparmio del Veneto, inserita nel network internazionale del Gruppo Intesa Sanpaolo, è in grado di offrire alle imprese, alle famiglie e
Istituzioni servizi, collegamenti, competenze indispensabili per operare nel mercato globale pur restando saldamente ancorata alla sua
storia e al suo territorio. In sintonia con la Fondazione Cariparo. La valorizzazione della cultura, nelle sue molteplici forme, vede il gruppo
Intesa Sanpaolo impegnato nel sostegno di numerose iniziative e progetti finalizzati allo sviluppo di nuove idee, con un’attenzione
speciale al mondo giovanile. Il progetto Superflash nasce proprio per dialogare con i giovani attraverso spazi innovativi, fisici e virtuali, nei
quali favorire l’ascolto e la realizzazione delle loro progettualità.
A bet turned into commitment.
Giovanni Costa
Presidente della Cassa di Risparmio del Veneto
Una scommessa che si è fatta impegno.
Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto
sicuro. Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate. Scoprite.
Mark Twain
Cos’è il Detour? Un “Festival Internazionale del cinema di viaggio”, è ovvio. Cosa rappresenta per il gruppo Trivellato? Una passione
autentica, una scommessa vera e un impegno mantenuto.
Il Detour è giunto appena alla sua seconda edizione, ma è un progetto a cui ci dedichiamo con passione autentica, perché ha nel suo
codice genetico qualcosa di profondo che lo lega al carattere della nostra impresa. Chi meglio del cinema può raccontare e far rivivere
a ognuno di noi le mille dimensioni di quell’esperienza straordinaria che è, per ogni individuo, il viaggio? Il gruppo Trivellato vende
auto, ma il movimento è un atto di libertà, di scoperta, di conoscenza, di evasione. Valori ed esperienze che non sono in vendita e ci
piacciono proprio per questo.
All’inizio, due anni fa, il Detour è stato anche una scommessa vera. Perché in tempi di crisi economica, purtroppo, si assiste più
spesso alla fine dei progetti culturali, anche quando sono di valore, piuttosto che a nuovi inizi. Non è mai scontato che l’incontro
tra impresa e cultura dia frutti e lo è ancor meno in questi tempi. Grazie all’intelligenza di fondazione march, con il Detour questo è
stato possibile. Il 2012 è stato l’anno del debutto, la prima tappa del nostro viaggio. Quest’anno il festival ha già tracciato una nuova
e interessante rotta, che percorre a ritmi spediti, grazie ai nuovi progetti che accompagnano il festival, dai workshop al ciclo delle
Lezioni di viaggio. La scommessa era vera. Ma il suo frutto è stato altrettanto concreto.
Ed è così, con il passaggio dall’esordio alla seconda edizione, che la scommessa è diventata un impegno mantenuto. Anche
quest’anno infatti il gruppo Trivellato è main partner del Detour, un progetto che ha deciso di accompagnare e sostenere in modo
non occasionale. Il motivo di continuare questo viaggio non sapremmo spiegarlo meglio di quanto ha fatto Mark Twain. Ecco perché
l’invito che vi facciamo è il suo. “Esplorate, sognate, scoprite”.
Buon Detour a tutti!
Twenty years from now you will be more disappointed by the things that you didn’t do than by the ones you did do. So throw off the bowlines.
Sail away from the safe harbor. Catch the trade winds in your sails. Explore. Dream. Discover.
Mark Twain
What is Detour? Obviously an “International Travel Film Festival”. What is it for Trivellato group? Authentic passion, a real bet and
commitment we kept.
Detour has just arrived to its second edition, and we’ve dedicated to this project with authentic passion, because something within
its genetic code profoundly connects it to our core business. Who better than cinema can tell and make us all relive the thousand
dimensions of the most wonderful experience anyone may come across, the journey? Trivellato group may only sell cars, but
movement means freedom, discovery, knowledge, evasion. Values and experiences which are not on sale and which we love for this
very reason.
At the beginning, two years ago, Detour was a real bet. In times of economic crisis, unfortunately, we more often witness the end of
cultural projects, even valuable ones, rather than new starts. One can never take for granted that the meeting between business and
culture give results and even less these days. Thanks to the intelligence of fondazione march, Detour made it possible. 2012 was the
year of the debut, the first stage of our journey. This year’s festival has already traced an interesting new course, one which speeds
through the new projects that complement the festival, as the workshops and the cycle of Travel Lessons. The bet was real. But so is
the gain.
It was in the passage from first to second edition that the bet became kept commitment. Again this year Trivellato group is main
partner in Detour, project we decided to accompany and support in a non-occasional way. The reason we decided to continue this
journey we couldn’t explain better than Mark Twain. It’s his words we invite you to follow. “Explore, dream, discover”.
Happy Detour to all!
Luca Trivellato
CEO Trivellato Spa
Cassa di Risparmio del Veneto and Intesa Sanpaolo through Superflash have enthusiastically accepted to support this second edition of
Detour. Travel Film Festival. Today it is fundamental to focus on all processes that may contribute in finding and developing forms of
production/service and consume capable of appreciating the heritage of knowledge, competence and enthusiasm of many young people
who are consigned in to the fringes of economical and social life by this unprecedented crisis.
The intrinsic connection between culture and economic growth is nowadays more evident than ever. It is not a matter of generic
promotion of culture, but rather of identifying those expressions that best can interpret the discomfort, hopes and projects of all.
Padua has a significant tradition in the field of cinematographic culture. The first dissertation to be treating cinema in Italian University
was discussed in Padua, in 1934 (supervisor was Art Historian Giuseppe Fiocco, examinee Francesco Pasinetti).
Many important student initiatives were born in Padua, such as the Centro Universitario Cinematografico and Cinemauno, whose
protagonists, from Mario Carraro to Carlo Mazzacurati, intervene in the documentary Marco Segato has dedicated to the mythical figure
of Piero Tortolina (L’uomo che amava il cinema – The man who loved cinema). Several professors in Cinema Disciplines who teach and
have taught in Padua have made their critique and historiographical production renowned on International grounds, and have set up
a new generation of field experts. A festival may set an occasion to highlight a territory’s competence, human resources and potentials,
more so if it accompanies actions in the field of production, distribution and services, as it happens in Veneto – where more and more
solid become the possibilities of attracting National and International productions and favouring development and establishment of local
enterprises, thus overcoming the centralization of the audio-visual and cinema production. We are facing a sparkling and progressing
situation, thanks to Regione Veneto’s legislative and promotional initiatives, but also thanks to entrepreneurs who are acquiring precise
features and becoming capable of moving local resources and interweave relationships with the production-distribution system: one for
all Io sono Li by Andrea Segre. Cassa di Risparmio del Veneto, part of the International network of Gruppo Intesa Sanpaolo, is fit to offer
institutions, families and business fundamental connections and competence to operate in the global market while still anchoring to its
history and location. Together with Fondazione Cariparo, Gruppo Intesa Sanpaolo commits in the appreciation of culture in its multiple
forms, supporting several projects aimed at the development of new ideas, with a special focus on youth. Superflash was born in order to
dialogue with the young via innovative spaces, both real and virtual, in which they can be listened and accomplish their own projects.
Giovanni Costa
President Cassa di Risparmio del Veneto
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Una sinfonia di paesaggi e storie, di luoghi e personaggi, di terre vicine e mondi sconosciuti. Questo è Detour, un festival di cinema
che si confronta con il tema del viaggio, della mobilità, dell’errare, con lo spaesamento, la fuga, la migrazione. Un festival che mette in
scena viaggi di scoperta e di formazione, di disperazione e sofferenza ma anche di speranza e rinascita.
Mai come oggi il concetto ampio del viaggiare ha bisogno di essere costantemente ridefinito. La situazione economica e sociale crea
nuove migrazioni, le tecnologie rendono anche i luoghi più lontani perfettamente accessibili, i mezzi accorciano distanze e tempi.
Ma le suggestioni che il viaggio porta con sé nell’immaginario collettivo e cinematografico rimangono ancora molto forti: il partire,
l’andare, offrono l’occasione per mettere in discussione lo status quo, per affrontare l’imprevisto, in attesa di una deviazione, un detour
appunto.
I film in Concorso in questa seconda edizione del festival sono accomunati dall’idea del viaggio come scoperta di sé e dell’altro,
come occasione imprevista di riflessione, di confronto: tra padre e figli (in Tanta Agua e in Ruta de la luna), tra fratelli (Welcome to
Argentina), tra amici (Mobile Home). Ci sono certo storie drammatiche, dove il viaggio è forzato, come il sequestro della nave da parte
dei pirati somali in A Hijacking, l’immigrazione clandestina in Poor Folk, la perdita del padre in The Forgotten Kingdom e quella di un
figlio in Rendez-vous à Kiruna. Ma ci sono soprattutto i viaggi voluti e agognati, affrontati con i toni ora leggeri, ora drammatici della
commedia: c’è chi parte per una vacanza con i genitori, chi per il matrimonio di un cugino, chi per un viaggio avventuroso da troppo
tempo sognato, chi per sfidare se stesso, come l’adolescente in carrozzina di Little World o per portare i libri nei villaggi sperduti delle
Ande peruviane in Libri e nuvole. Su undici film in Concorso quattro sono in anteprima italiana e sei le opere prime. Questo per far
conoscere al pubblico giovani autori e spingerlo a confrontarsi con i nuovi modi di fare cinema: più vicino alla realtà, con budget
ridotti ma con idee forti e originali.
Novità di quest’anno è “Viaggio in Italia”, una sezione pensata per ospitare alcuni tra i film e gli autori più interessanti della nostra
cinematografia e allo stesso tempo offrire uno sguardo in movimento sull’Italia di ieri e di oggi. A unire i film scelti, tematicamente
distanti tra loro, è la forma documentario che ad oggi rappresenta una delle istanze più vitali del nostro cinema. Sarà Viaggio in Italia,
capolavoro di Roberto di Rossellini, nella versione restaurata dalla Cineteca di Bologna a tenere a battesimo la sezione.
L’omaggio all’autore è dedicato a Wes Anderson, uno dei registi contemporanei più amati dalla critica e dal pubblico, un cineasta
visionario che in pochi anni ha realizzato opere meravigliose e personali. Un’occasione davvero unica per poter vedere sul grande
schermo tutti i suoi film.
Per la seconda volta Detour racconterà storie di viaggi, di scoperte, di esperienze. I percorsi saranno diversi e spesso distanti tra loro,
a volte lineari, altre volte accidentati, ma uniti dal desiderio di esplorarne i confini, per realizzare una sorta di catalogo personale
dell’immaginario che il cinema ha costruito e continua a costruire intorno all’esperienza straordinaria che ogni viaggio porta con sé.
Marco Segato
Direttore artistico
A symphony of landscapes, stories, places and characters, near lands and unknown worlds: this is Detour. A film festival that tackles
the theme of the journey: mobility, wandering, uncanniness, fleeing, migration. A festival that shows journeys of discovery and
education, suffering and despair, but also hope and rebirth.
Today more than ever, the overall concept of travel needs to be constantly redefined. The economic and social situation has created
new migrations, technologies have made the farthest places perfectly accessible and means of transport have shortened distance and
time. Nevertheless, the power of suggestion travelling carries within, in the collective imaginary and in films, still remains strong:
leaving, going, are occasions to question the status quo, to face the unforeseen, waiting for a diversion, of a detour indeed.
The films in competition for this second edition of the festival share the idea of the journey as a time for discovering oneself and
others, a moment of reflection, confrontation: between father and children (in Tanta Agua and in Ruta de la luna), brothers (Welcome
to Argentina), friends (Mobile Home). There are many dramatic stories, in which travelling is not by choice, as in the ship captured by
pirates in A Hijacking, clandestine immigration in Poor Folk, the death of the father in The Forgotten Kingdom and of a son in Rendezvous in Kiruna. But there are especially longed for, craved journeys, rendered through the bittersweet tones of comedy: some leave
for a holiday with their parents, some for a cousin’s wedding; others set off on an adventure trip they long dreamt for, or to challenge
themselves, like the wheelchair-bound teenager in Little World; still others to take books to the isolated villages on the Peruvian
Andes in Books and Clouds. Out of eleven films in competition, four are an Italian Premiere and six are debut films. This is meant to
introduce our audience to young authors and to new ways of doing cinema: closer to reality, with reduced budgets but strong original
ideas.
This year’s novelty is “Viaggio in Italia” ( Journey to Italy), section expressly thought to host some of the most interesting films and
authors in our film industry and at the same time offer a moving perspective on Italy, yesterday and today. Common characteristic
of these thematically distant films is the documentary form, which today represents one of the liveliest parts of our cinema. Roberto
Rossellini’s masterpiece, Viaggio in Italia (Journey to Italy), restored by the Cineteca di Bologna, will open the section.
Homage to the Author is dedicated to Wes Anderson, contemporary director acclaimed by critics and audiences alike, visionary filmmaker who in just few years has made marvellous personal works. A unique occasion to see all of his films on the big screen.
For the second time, Detour will tell stories of travel, discovery, understanding. Paths will be different and distant, at times linear,
other times rugged, yet always led by the idea of exploring borders and creating a sort of personal catalogue of the imagery that
cinema has built and continues to build around the extraordinary experience every journey holds within.
Marco Segato
Artistic Director
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PREMI E GIURIA
AWARDS AND JURY
Il Concorso Internazionale di Detour. Festival del Cinema di viaggio presenta in questa seconda edizione una selezione di 11 film,
lungometraggi di finzione e documentari, collegati al tema del viaggio nelle sue diverse declinazioni, senza limiti di forma e di genere.
Saranno assegnati un Premio per il Miglior Film alla migliore opera nella sezione del Concorso Internazionale e un Premio Speciale
della Giuria per il film del Concorso internazionale che meglio interpreta l’idea del viaggio. Inoltre, durante il festival gli spettatori
saranno invitati a votare i film del Concorso e ad assegnare un Premio del pubblico.
In continuità con l’iniziativa Padova incontra il cinema, promossa dal Comune di Padova durante la prima edizione di Detour nel
2012, anche quest’anno viene assegnato un premio a una figura importante della scena cinematografica padovana e italiana, che con il
suo lavoro contribuisce a valorizzare il talento e la passione per il cinema della nostra città.
La Giuria di Detour 2013 è composta da Giuseppe Piccioni (Presidente di Giuria), Anita Caprioli, Paolo Cottignola, Efraim Medina
Reyes, Alessandro Rossetto.
The International Competition within this second edition of Detour. Travel Film Festival presents a selection of 11 films, fiction
full-length feature films and documentaries, connected to the theme of the journey by any of its possible declensions, with no limits
in form and genre.
A prize will be awarded to the Best Film in the International Competition section, and the Special Jury Award to the film that best
interprets the idea of the journey. Moreover, during the Festival, audience will be invited to vote and confer an Audience Award.
In continuity with the initiative Padova meets cinema, promoted by Comune di Padova within Detour’s first edition in 2012, this year,
once again, a special award will be granted to an important protagonist of the Italian and Paduan scene, whom with his work has
contributed to the growth of our city’s talent and passion for cinema.
The Jury for Detour 2013 is composed by Giuseppe Piccioni (President), Anita Caprioli, Paolo Cottignola, Efraim Medina Reyes,
Alessandro Rossetto.
Giuseppe Piccioni, regista, sceneggiatore e produttore tra i più interessanti del panorama
cinematografico italiano, debutta nel 1987 con il suo primo lungometraggio, Il grande Blek, che ottiene
un Nastro d’Argento e viene presentato con successo alla Selezione Ufficiale del Festival di Berlino. Con
Chiedi la luna, nel 1991, vince la Grolla d’Oro per la miglior regia, mentre la protagonista Margherita
Buy viene premiata con il Sacher d’Oro. Seguono Condannato a nozze (1992) e Cuori al verde (1995),
commedia agrodolce su tre quarantenni in crisi. Nel 1999 realizza Fuori dal mondo: il film ha un notevole
successo di pubblico e critica e vince 5 David di Donatello, tra cui quello per il miglior film. Nel 2001
partecipa alla Mostra del Cinema di Venezia con Luce dei miei occhi, che vale la Coppa Volpi per entrambi
i protagonisti, Luigi Lo Cascio e Sandra Ceccarelli. Seguono La vita che vorrei (2004), Giulia non esce la
sera (2009) e Il rosso e il blu (2012) con Riccardo Scamarcio e Margherita Buy.
Giuseppe Piccioni, director, screenwriter and producer among the most interesting in the Italian scene, debuted in 1987 with his
first feature film, Il grande Blek, which obtained the Nastro d’Argento and was successfully presented at the Official Selection of the
Berlinale. With Chiedi la luna, in 1991, he was awarded the Grolla d’Oro for Best Director, and the protagonist Margherita Buy won
the Sacher d’Oro. Condannato a nozze (1992) was followed by Cuori al verde (1995), bittersweet comedy about three forty-year-olds
in crisis. In 1999 he shot Fuori dal mondo: this film was acclaimed by critics and audiences alike and won him 5 David di Donatello,
among which was Best Film. In 2001 he participated in the Venice Film Festival with Luce dei miei occhi; both its protagonists, Luigi
Lo Cascio and Sandra Ceccarelli, were awarded the Coppa Volpi. La vita che vorrei (2004), Giulia non esce la sera (2009) and Il rosso e
il blu (2012) with Riccardo Scamarcio and Margherita Buy, are his latest films.
Anita Caprioli è tra le più apprezzate attrici del cinema italiano degli ultimi anni; ha recitato in numerosi
film, tra cui: La prima neve di Andrea Segre (2013); Immaturi e Immaturi - Il viaggio di Paolo Genovese
(2011 e 2012); Corpo celeste di Alice Rohrwacher (2011), per cui è stata nominata ai David di Donatello
e ai Nastri d’Argento come Migliore Attrice non Protagonista; Si può fare di Giulio Manfredonia, I
demoni di San Pietroburgo di Giuliano Montaldo (2008); Non pensarci di Gianni Zanasi (2007); Manuale
d’amore di Giovanni Veronesi (2005); Ma che colpa abbiamo noi di Carlo Verdone (2003); Santa
Maradona di Marco Ponti, Vajont di Renzo Martinelli (2001); Denti di Gabriele Salvatores (2000); Tutti
giù per terra di Davide Ferrario (1997).
Paolo Cottignola ha firmato il montaggio di molti importanti film italiani degli ultimi vent’anni. Ha
collaborato con diversi registi e in particolare con Ermanno Olmi e Carlo Mazzacurati. Nel 2002 ha
ricevuto il David di Donatello come Miglior Montatore per Il mestiere delle armi di Olmi, riconoscimento
a cui sarà candidato nuovamente per La giusta distanza di Mazzacurati nel 2008. Tra i numerosi titoli
della sua filmografia si ricordano: La leggenda del santo bevitore (1988), Il mestiere delle armi (2001),
Cantando dietro i paraventi (2003), Centochiodi (2007), Terra madre (documentario, 2009), Il villaggio di
cartone (2011) di Olmi; L’estate di Davide (1998), la serie dei tre Ritratti dedicati a Mario Rigoni Stern,
Andrea Zanzotto e Luigi Meneghello (1999-2002), La lingua del Santo (2000), L’amore ritrovato (2004),
La giusta distanza (2007), La Passione (2010), Sei Venezia (documentario, 2010) e Medici con l’Africa
(documentario, 2012) di Mazzacurati.
Paolo Cottignola has signed the editing of many important Italian films in the last twenty years. He has collaborated with many
directors and in particular with Ermanno Olmi and Carlo Mazzacurati. In 2002 he received David di Donatello Award as Best Editing
for The Profession of Arms by Olmi, and he was nominated for the same award with La giusta distanza di Mazzacurati again in 2008.
Among the several titles in his filmography are: The legend of the Holy Drinker (1988), The Profession of Arms (2001), Singing Behind
Screens (2003), One Hundred Nails (2007), Terra madre (documentary, 2009), The Cardboard Village (2011) by Olmi; David’s
Summer (1998), the series Ritratti dedicated to Mario Rigoni Stern, Andrea Zanzotto and Luigi Meneghello (1999-2002), Holy
Tongue (2000), An Italian Romance (2004), The Right Distance (2007), The Passion (2010), Sei Venezia (documentary, 2010) and
Medici con l’Africa (documentary, 2012) by Mazzacurati.
Efraim Medina Reyes è nato nel 1967 a Cartagena e vive tra la Colombia e l’Italia. Ha esordito nel 1988
con il libro Seis informes a cui ha fatto seguito nel 1995 la raccolta di racconti Cinema Albero (Fusi Orari)
con cui ha vinto il prestigioso Premio Nacional de literatura. Con Feltrinelli ha pubblicato C’era una
volta l’amore ma ho dovuto ammazzarlo (2002), Tecniche di masturbazione tra Batman e Robin (2004), La
sessualità della Pantera Rosa (2006), Quello che ancora non sai del Pesce Ghiaccio (2013). Ha diretto il film
Esercizio dell’anima, scrive per il teatro, collabora con la rivista Internazionale ed è uno dei membri della
7 Torpes Band.
Efraim Medina Reyes was born in Cartagena in 1967 and now lives in Colombia and Italy. He debuted
in 1988 with the book Seis informes, followed by the award-winning short novels Cinema Albero (Fusi
Orari) in 1995 (Premio Nacional de literatura). C’era una volta l’amore ma ho dovuto ammazzarlo (2002),
Tecniche di masturbazione tra Batman e Robin (2004), La sessualità della Pantera Rosa (2006), Quello che ancora non sai del Pesce
Ghiaccio (2013) were published by Feltrinelli. He has directed the film Esercizio dell’anima, he writes for the theatre, he collaborates
with the magazine “Internazionale” and is a member of 7 Torpes Band.
Alessandro Rossetto ha studiato cinema e antropologia a Bologna e Parigi. È autore cinematografico,
regista e direttore della fotografia-operatore alla macchina. Nel 1997 ha diretto il suo primo film
documentario, Il Fuoco di Napoli, cui seguono Bibione Bye Bye One (1999), Chiusura (2002), Feltrinelli
(2006), Raul (2007, uno dei capitoli de L’Orchestra di Piazza Vittorio: I diari del ritorno), tutti distribuiti
a livello internazionale e presentati in alcuni tra i maggiori festival del mondo. Nel 2010 il New York
Documentary Film Festival gli ha dedicato una retrospettiva. Il suo primo lungometraggio di finzione
Piccola Patria (2013) è stato presentato nella sezione Orizzonti alla 70a Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia.
Alessandro Rossetto has studied Cinema and Anthropology in Bologna and Paris. He is a film-maker,
director and director of photography and camera operator. In 1997 he directed his first documentary film Il Fuoco di Napoli, which
was then followed by Bibione Bye Bye One (1999), Chiusura (2002), Feltrinelli (2006), Raul (2007, one of the chapters of L’Orchestra
di Piazza Vittorio: I diari del ritorno), all Internationally distributed and presented at some of the world’s biggest film festivals. In 2010
the New York Documentary Film Festival dedicated a retrospective to his work. His first feature film Small Homeland (2013) has
been presented in 70. Venice Film Festival - Orizzonti.
Anita Caprioli is one of the most highly-regarded actresses on the panorama of Italian cinema in the
past few years; she has acted in numerous films, including: First Snowfall by Andrea Segre (2013);
Immaturi and Immaturi - Il viaggio by Paolo Genovese (2011 and 2012); Corpo celeste by Alice Rohrwacher (2011), which earned
her a nomination for the David di Donatello Awards and the Nastri d’Argento for Best Supporting Actress; We Can Do That by Giulio
Manfredonia, The Demons of St. Petersburg by Giuliano Montaldo (2008); Non pensarci by Gianni Zanasi (2007); The Manual of Love
by Giovanni Veronesi (2005); What Fault Is It of Ours? by Carlo Verdone (2003); Santa Maradona by Marco Ponti, Vajont by Renzo
Martinelli (2001); Teeth by Gabriele Salvatores (2000); Tutti giù per terra by Davide Ferrario (1997).
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Concorso
Competition
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CONCORSO/COMPETITION
Manuel Von Stürler
HIVER NOMADE
WINTER NOMADS
Proiezione del film Film screening
Domenica 20 Ottobre Sunday, October 20
ore 16.00 4 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Pascal, 53, e Carole, 28, sono pastori. Nel novembre 2010 partono per una lunga
transumanza invernale: in quattro mesi dovranno percorrere 600 chilometri nella
regione della Svizzera francese, accompagnati da tre asini, quattro cani e ottocento
pecore, sfidando il freddo e il maltempo, riparandosi solo con una tenda e pelli di
animali. Attraverso il loro avanzare quotidiano e senza sosta, il film ci svelerà un
mestiere difficile e impegnativo che richiede un’attenzione costante alla natura e agli
animali. Un’odissea attraverso una regione che sta subendo profonde trasformazioni e
dove questo tipo di spedizioni diventa sempre più difficile, soprattutto quando si deve
trovare l’erba per le pecore in mezzo a ville, binari ferroviari e aree industriali.
Hiver nomade è un film d’avventura, un road movie, una riflessione sul mondo
contemporaneo che ci riporta alle nostre radici e ai nostri più profondi interrogativi.
Essere nomadi, coltivare quest’arte antica della pastorizia vivendo a diretto contatto con la
terra, gli animali e il cosmo, aprendosi a incontri straordinari e condividendo il proprio tempo
con amici contadini una volta l’anno, è un meraviglioso inno alla libertà, un’antitesi alla
nostra comoda realtà.
Manuel Von Stürler
Pascal, 53, and Carole, 28, are shepherds. In the month of November 2010, they embark
on their long winter transhumance: four months during which they will have to cover
600 km in the Swiss-French region, accompanied by three donkeys, four dogs and a
eight hundred sheep. An exceptional adventure is about to begin: they brave the cold
and the bad weather day in day out, with a canvas cover and animal skins as their only
shelter at night.
This saga reveals a tough and exacting profession requiring constant improvisation and
unflinching attention to nature, the animals and the cosmos. An odyssey through a
region undergoing profound changes that render this kind of expedition more difficult
every year, particularly when the grass for the sheep has to be found between villas,
railroad tracks and industrial areas.
Winter Nomads is an adventure film, a contemporary road movie, a reflection of our
current world, which takes us back to our roots and our inner questions.
Documentario Documentary
Svizzera Switzerland
Colore Color, 2012, 85 min.
Lingua originale Original Language
Francese French
Prima Mondiale World Premiere
62. Berlinale, Germania Germany, 2012
Regia Director
Manuel Von Stürler
Sceneggiatura Script
Claude Muret, Manuel von Stürler
Fotografia Director of Photography
Camille Cottagnoud
Montaggio Editor
Karine Sudan
Suono Sound
Marc von Stürler
Musica Music
Olivia Pedroli
Con With
Pascal Eguisier, Carole Noblanc,
Jean-Paul Peguiron
Produzione Production
Louise Productions
Being nomadic, cultivating this ancient art of the shepherd living in direct contact with the
earth, the animals and the cosmos, being true in friendship, open to surprising encounters,
sharing time with fellow farmers once every year, is a wonderful hymn to freedom, an
antithesis to our comfortable realities.
Manuel Von Stürler
Manuel Von Stürler (Losanna, Svizzera,
1968) ha studiato trombone presso
l’Accademia di Musica di Neuchâtel
e la Jazz and Contemporary Music
School di Losanna. Esegue dal vivo un
vasto repertorio, dal classico al jazz al
contemporaneo. Ha composto numerose
musiche per il teatro e con Arthur
Besson ha fondato la compagnia Duo
Matò. Interessato a esplorare il mondo,
ha condotto due anni di viaggi nomadi
con la sua famiglia, riscoprendo l’amore
per l’immagine e realizzando diversi film
personali, prima di essere chiamato a
dirigere un film su commissione per la
società Securitas. Nel 2008 ha iniziato a
lavorare al suo primo documentario Hiver
nomade, presentato alla Berlinale 2012.
Manuel Von Stürler (Lausanne,
Switzerland, 1968) has studied trombone
at the Music Academy in Neuchâtel and
Jazz and Contemporary Music School
in Lausanne. He performs live a vast
repertoire, from classical to jazz and
contemporary. He has composed several
pieces for the theatre, with Arthur Besson
he has founded Duo Matò. Interested in
exploring the world, he travelled two years
as a nomad with his family, rediscovering
his love for the image and shooting several
personal films, before being invited to
direct a film commissioned by Securitas.
In 2008 he began working at his first
documentary Winter Nomads, presented at
Berlinale 2012.
Filmografia Filmography
Hiver nomade (doc. 2012)
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CONCORSO/COMPETITION
Tobias Lindholm
KAPRINGEN
A HIJACKING
Proiezione del film Film screening
Martedì 15 Ottobre Tuesday, October 15
ore 20.30 8.30 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Nell’Oceano Indiano il cargo danese MV Rozen, con un equipaggio di sette uomini,
viene sequestrato dai pirati somali. Dal quartiere generale della compagnia di
navigazione, l’amministratore delegato conduce una difficile trattativa con i pirati per
negoziare il riscatto e riuscire a riportare a casa i marinai sani e salvi. Intanto a bordo
della nave gli ostaggi cercano di mantenere la calma, senza sapere se riusciranno a
rivedere le loro famiglie.
Quando le navi cargo danesi Danica White e Cec Future sono state sequestrate nel 2007 e nel
2008, ho scoperto una realtà di cui non conoscevo l’esistenza: una realtà in cui le compagnie
di navigazione sono costrette a negoziare direttamente con i pirati; una realtà in cui i pirati
guadagnano milioni di dollari mentre gli uomini degli equipaggi sono tenuti in ostaggio per
mesi senza potere in alcun modo influenzare il loro destino.
Non potevo raccontare in un film la verità sui sequestri accaduti nell’Oceano Indiano, perché
non credo esista una verità. Però potevo fare un film sui marinai e sulle loro famiglie, sui
pirati e sui dirigenti delle compagnie di navigazione, perché loro esistono. Se vi sembra che
Kapringen parli di loro, allora vuol dire che sono andato molto vicino al mio obiettivo.
Tobias Lindholm
Danish cargo ship MV Rozen, with seven seamen, is captured by Somali pirates in
the Indian Ocean. From the shipping company’s headquarters, the CEO is thrown
into a psychological game in his efforts to bring the seamen back home safely, while
negotiating the lowest possible ransom. Meanwhile the seamen are held hostage on
their ship off the Somali coast, desperately trying to stay calm without knowing whether
or not they will come home to their families.
With the hijackings of the Danish-owned freighters Danica White and Cec Future in 2007
and 2008, I became aware of a reality that I did not know existed. A reality where shipping
companies are forced to negotiate directly with pirates. A reality where pirates earn millions of
dollars and a reality where seamen are held hostage for months without any influence on their
own fate.
I couldn’t make a film about the truth of the hijackings in the Indian Ocean, because I don’t
believe that truth exists. But I could make a film about seamen, pirates, CEOs and relatives.
Because they do exist. And if A Hijacking feels like it is about them, then I am very close to
my goal.
Tobias Lindholm
Tobias Lindholm (Danimarca, 1977),
diplomato in sceneggiatura alla Danske
Filmskole nel 2007, ha scritto episodi
per le serie televisive The Summers
(2008) e Borgen (2009-2010). Ha
collaborato come sceneggiatore con
Thomas Vinterberg per i film Submarino
(2010), selezionato alla Berlinale, e
Il sospetto (Jagten, 2012), presentato
al Festival di Cannes. Nel 2010 ha
scritto e diretto, con Michael Noer, il
suo primo lungometraggio R, per cui
ha ricevuto il prestigioso Bodil Award
dell’Associazione nazionale danese dei
critici cinematografici. Kapringen è il suo
secondo lungometraggio.
Tobias Lindholm (Denmark, 1977),
screenwriter graduate from the National
Film School of Denmark in 2007, has
written several episodes for the TV series
The Summers (2008) and Borgen (20092010). Co-writer, together with Thomas
Vinterberg, on the film Submarino
(2010), which was selected for the Berlin
International Film Festival, and The Hunt
(Jagten, 2012), Cannes 2012. In 2010 he
wrote and directed his first feature film, R,
with Michael Noer, which won them the
prestigious Danish Critic’s Bodil Award
for best film. A Hijacking is Lindholm’s
second feature film.
Fiction Fiction
Danimarca Denmark
Colore Color, 2012, 99 min.
Lingua originale Original Language
Danese Danish, Inglese English
Prima Mondiale World Premiere
69. Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia, 2012
Regia Director
Tobias Lindholm
Sceneggiatura Script
Tobias Lindholm
Fotografia Director of Photography
Magnus Nordenhof Jønck
Montaggio Editor
Adam Nielsen
Suono Sound
Morten Green
Musica Music
Hildur Gudnadottir
Con With
Pilou Asbæk, Søren Malling, Dar Salim,
Roland Møller
Produzione Production
Nordisk Film
Filmografia Filmography
Kapringen (2012), R (2010)
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CONCORSO/COMPETITION
Pier Paolo Giarolo
LIBRI E NUVOLE
BOOKS AND CLOUDS
Proiezione del film Film screening
Venerdì 18 Ottobre Friday, October 18
ore 17.45 5.45 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
In uno sperduto villaggio delle Ande Peruviane una ragazzina sta aspettando da giorni
l’arrivo dei nuovi libri che una bibliotecaria trasporta a piedi, sulle proprie spalle.
Le Biblioteche Rurali del Perù sono formate da poche decine di libri che una volta letti
vengono scambiati fra le comunità. Messaggio e messaggero viaggiano insieme, in un
paesaggio primordiale a pochi passi dalle nuvole; i libri camminano come camminano
le persone.
“Leggere la terra, camminarla e conoscerla è il miglior modo per amarla e rispettarla”.
Documentario Documentary
Italia/Francia Italy/France
Colore Color, 2013, 85 min.
Lingua originale Original Language
Spagnolo Spanish
Prima Mondiale World Premiere
Visions du Réel, Svizzera Switzerland, 2013
Un film sull’esperienza delle biblioteche rurali implica un messaggio: se si rimane uniti è
possibile fare qualcosa. Leggere un libro non è solo immagazzinare conoscenza, è liberare
saggezza. Quando facciamo nostro un libro, lo “incorporiamo” come un seme, come una
fonte; grazie a un libro ci sono persone che hanno imparato a cucinare, a tessere e combinare
colori, a curarsi, a difendere i propri diritti.
Ho voluto mostrare questa connessione forte fra lettura e pratica, non leggere tanto per leggere
ma leggere come fosse un esercizio agricolo.
Pier Paolo Giarolo
Regia Director
Pier Paolo Giarolo
Sceneggiatura Script
Pier Paolo Giarolo
Fotografia Director of Photography
Pier Paolo Giarolo
Montaggio Editor
Milena Holzknecht, Liza Ignazi
Suono Sound
François Waledisch
Con With
Alfredo Mires Ortiz, Dina Vitón Casas,
Nancy Huamán Campos, Sonia Elisabeth
Aliaga Sánchez
Produzione Production
Miramonte Film, Idéale Audience
In a lost village in the Peruvian Andes a young girl has been waiting for days for a
librarian who will walk all the way carrying the books on her shoulders.
Rural Libraries in Peru are made up of a few dozen books that, once read, are exchanged
for others between communities. Both message and messenger travel together, in a
pristine landscape a few steps away from the clouds; books walk as people walk.
“Reading the earth, walking on it and knowing it, is the best way to love it and to respect
it”.
A film about the experience of rural libraries implies a message: if we remain united it is
possible to do things. Reading a book is not only storing knowledge, it’s freeing wisdom. When
we appropriate a book, we “incorporate” it like a seed, like a source; thanks to a book, people
have learned how to cook, how to weave and combine colors, how to cure themselves, how to
defend their own rights.
I wanted to show this strong connection between reading and practice, not so much reading
for its own sake, but reading as if it were an exercise in agriculture.
Pier Paolo Giarolo
Pier Paolo Giarolo (Argentina, 1970)
dopo il diploma in pianoforte apre
un’officina grafica e intraprende poi il
viaggio nel mondo del documentario.
Ottenuta la licenza di cinemambulante
cerca di imparare questo mestiere con
vaghi propositi di rigore ed eleganza.
Negli ultimi anni ha inoltre lavorato come
direttore della fotografia per documentari
italiani e francesi.
Pier Paolo Giarolo (Argentina, 1970),
after the Piano Diploma at the Music
Academy in Vicenza, opened a graphic
design studio and then set out on a
journey in the documentary world.
He has now obtained the license for
travelling-cinema and is trying to learn
the job with purposes of rigour and
elegance. In the last few years he has also
worked as a director of photography for
Italian and French documentaries.
Filmografia Filmography
Libri e nuvole (doc. 2013), Tradurre
(doc. 2008), Un piccolo spettacolo (doc.
2005)
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CONCORSO/COMPETITION
Edouard Deluc
MARIAGE À MENDOZA
WELCOME TO ARGENTINA
Proiezione del film Film screening
Mercoledì 16 ottobre Wednesday, October 16
ore 22.15 10.15 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Anteprima italiana Italian Premiere
Antoine e suo fratello Marcus arrivano in Argentina per partecipare alle nozze di un
loro cugino. Programmano di esplorare tutto quello che Buenos Aires ha da offrire,
prima di spostarsi a Mendoza nell’ovest del paese per la cerimonia. Marcus è elettrizzato
dall’idea del viaggio e deciso a divertirsi, mentre Antoine è depresso perché è appena
stato lasciato dalla moglie. Dopo una notte molto caliente nella capitale, partiranno
all’avventura on the road: attraverso le valli e i vigneti dell’Argentina, le tappe del loro
viaggio saranno segnate da curiose scoperte e improbabili incontri - un receptionist
illuminato, una bellezza divina, una pecora incinta e un ragazzo colpito dalla sindrome
di Stendhal. Ma mentre Antoine comincia a stare meglio, è Marcus che inizia a vacillare.
Fiction Fiction
Francia/Argentina/Belgio France/Argentina/Belgium
Colore Color, 2012, 94 min.
Lingua originale Original Language
Francese, Inglese, Spagnolo
French, English, Spanish
Prima Mondiale World Premiere
Mar del Plata Festival, Argentina, 2012
Un film di viaggio, di avventura. Il viaggio come tempo sospeso e la strada come crocevia,
con i suoi incontri e le sue separazioni, con un obiettivo da raggiungere e le insidie lungo il
percorso. Il viaggio, dunque, come la prima delle avventure, come scoperta di orizzonti nuovi
e possibilità di salvezza. Il viaggio e l’incontro con l’altro come occasione per mettere in
discussione le certezze che abbiamo costruito.
Edouard Deluc
Regia Director
Edouard Deluc
Sceneggiatura Script
Edouard Deluc, Thomas Lilti,
Anais Carpita, Philippe Rebbot
Fotografia Director of Photography
Pierre Cottereau
Montaggio Editor
Chantal Hymans
Suono Sound
Paul Maernoudt
Musica Music
Herman Dune, David Ivar
Con With
Nicolas Duvauchelle, Philippe Rebbot, Gustavo Kamenetzky, Paloma Contreras, Benjamin
Biolay, Sarah Grappin, César Bordón,
Gonzalo Suárez
Produzione Production
Bizibi, El Campo Cine, Versus Production,
Direct Cinéma
Marcus and his brother Antoine head to Argentina for their cousin’s wedding. They
plan to explore all that Buenos Aires has to offer before making the trip to Mendoza in
the west of the country, where the ceremony will take place. Marcus is thrilled to be on
the road and determined to have fun, while Antoine is depressed after being dumped
by his wife. After a very caliente evening in the capital, they hit the road, discovering
Argentina vineyard’s and making unlikely encounters –with a crackpot receptionist,
a divine beauty, a pregnant ewe, and a guy afflicted by Stendhal syndrome. But while
Antonie starts feeling better, Marcus will begin to hesitate.
A travel film, an adventure. The journey as suspended time and the road as crossways, with its
encounters and separations, with an aim to achieve and perils along the way. The journey as
indeed the first among many adventures, discovery of new horizons and salvation possibilities.
Travelling and meeting others as the opportunity to doubt all the certainties we have built.
Edouard Deluc
Edouard Deluc, sceneggiatore e regista,
dopo gli studi in Belle Arti, comincia la
sua attività nelle immagini realizzando
video musicali, per diversi gruppi e artisti
tra cui Louise Attaque e Jean-Louis
Murat. Lavora inoltre nell’ambito della
pubblicità, dirigendo numerosi spot.
Contemporaneamente si dedica al cinema
di finzione e realizza i cortometraggi
Petits enfers (1997) e Je n’ai jamais tué
personne (2002). Nel 2009 ¿Donde està
Kim Basinger? segna l’inizio dell’avventura
in Argentina; il corto viene selezionato
in numerosi festival internazionali e
nel 2010 riceve la nomination ai premi
César. Mariage à Mendoza è il suo primo
lungometraggio.
Edouard Deluc, screenwriter and
director, after his studies in Fine Arts,
started his career by creating music
videos for diverse bands and artists such
as Louise Attaque and Jean-Louis Murat.
He has also worked in advertisement,
directing several ads. At the same time he
committed to fiction cinema and realized
the short films Petits enfers (1997) and Je
n’ai jamais tué personne (2002). In 2009
¿Donde està Kim Basinger? kicked off his
Argentinian adventure; the short film was
selected in several International festivals
and in 2010 was nominated for the César
Awards. Welcome to Argentina is his first
full-length feature film.
Filmografia Filmography
Mariage à Mendoza (2012)
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CONCORSO/COMPETITION
François Pirot
MOBILE HOME
MOBILE HOME
Proiezione del film Film screening
Venerdì 18 ottobre Friday, October 18
ore 22.15 10.15 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Dopo aver rotto con la sua ragazza e lasciato il lavoro in città, Simon fa ritorno al suo
paesino natale. Qui ritrova Julien, un amico d’infanzia. Insieme decidono di rispolverare
un sogno di quando erano adolescenti: partire per un avventuroso viaggio on the
road. Comprano un grande camper, ma una serie di eventi tragicomici li costringe
a rimandare più volte la partenza. Senza spostarsi, fermi sul posto nel loro camper,
cominceranno però un viaggio altrettanto importante, che li spingerà a prendere strade
diverse.
Simon e Julien non si fanno molte domande sulla dimensione concreta del loro programma,
se lo facessero inizierebbero a capire che non vogliono andare da qualche altra parte ma
piuttosto fuggire. [...] Realizzando il loro progetto, si dovranno però confrontare con tutto
quello da cui vogliono scappare. Al tempo stesso vivranno un viaggio interiore, scoprendo
in maniera più chiara la loro realtà, i loro desideri, le loro mancanze affettive. È questo il
percorso che conta alla fine. La tentazione di fuggire è comprensibile per questa generazione
che fa fatica a collocarsi in un mondo in cui i punti di approdo principali, come la coppia e il
lavoro, si trasformano sempre più in luoghi incerti.
François Pirot
After breaking up with his girlfriend and quitting his job, Simon goes back to his
small hometown in the countryside, where he meets up with his old friend Julien.
Together they decide to revisit an old dream from their teenage years: hitting the road
for an adventurous journey. They buy a huge motorhome, but the trip is delayed by
various troubles, and they decide to start their journey... on the spot. Through this first
motionless stage of their trip, the two friends, confronted by themselves and what they
wanted to run away from, start taking different paths.
Simon and Julien have never questioned the concrete dimension of their plan. If they had,
they’d have started realizing they don’t really want to go somewhere else but rather escape.
[...] Accomplishing their project, they’ll necessarily confront all they want to flee. At the
same time they’ll perform an inner journey, discovering in the clearest way their reality, their
wishes and lack of affection. The temptation to leave is comprehensible for this generation,
who struggle to find a collocation in this world where milestones such as the couple and work
become more and more uncertain.
François Pirot
François Pirot (Bastogne, Belgio, 1977)
si è laureato in regia allo IAD Institute
of Media Arts di Louvain-la-Neuve. Ha
diretto diversi cortometraggi che sono
stati selezionati in numerosi festival
internazionali. Attore e sceneggiatore
oltre che regista, era nel cast di Ça rend
heureux (2006) di Joachim Lafosse, con
cui ha scritto le sceneggiature per il film
Proprietà privata (Nue propriété, 2006)
– in concorso alla Mostra del Cinema di
Venezia – e Élève libre (2008), che è stato
selezionato alla Quinzaine des réalisateurs
di Cannes. Mobile Home è il suo primo
lungometraggio.
François Pirot (Bastogne, Belgium,
1977) took a degree in performing arts
and broadcasting techniques at the IAD
institute of Media Arts in Louvain-laNeuve, with a major in directing. He went
on to direct several short films that were
picked up by numerous International
festivals. Actor and screenwriter, he was
in the cast for Ça rend heureux (2006) by
Joachim Lafosse, with whom he wrote the
screenplays for the film Private Property
(2006) – in competition at the Venice
Film Festival – and Private Lessons (2008),
which was included in the Directors’
Fortnight at Cannes. Mobile Home is his
first full-length feature film.
Fiction Fiction
Francia/Belgio/Lussemburgo France/Belgium/Luxembourg
Colore Color, 2012, 95 min.
Lingua originale Original Language
Francese French
Prima Mondiale World Premiere
65° Festival del film Locarno, Svizzera
Switzerland, 2012
Regia Director
François Pirot
Sceneggiatura Script
François Pirot, Jean-Benoit Ugeux,
Marteen Loix
Fotografia Director of Photography
Manuel Dacosse
Montaggio Editor
Albertine Lastera
Suono Sound
Benoît De Clerck
Musica Music
François Petit, Michaël De Zanet,
Renaud Mayeur
Con With
Arthur Dupont, Guillaume Gouix, Jackie
Berroyer, Jean-Paul Bonnaire
Produzione Production
Tarantula, Urban Factory
Filmografia Filmography
Mobile Home (2012)
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CONCORSO/COMPETITION
Marcel Barrena
MÓN PETIT
LITTLE WORLD
Proiezione del film Film screening
Sabato 19 ottobre Saturday, October 19
ore 14.00 2 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
30.000 km. 200 giorni. 20 euro. 4 ruote.
Albert Casals ha diciannove anni, si muove in sedia a rotelle da quando, da bambino,
ha sofferto di leucemia. Questa circostanza però non gli ha impedito di realizzare il suo
sogno: viaggiare per il mondo. E farlo alla sua maniera: senza soldi, senza compagni,
senza valigie. Non ha nulla a parte la sua immaginazione, il suo coraggio e la sua
simpatia.
Món petit ci racconta la sfida più grande e più folle: raggiungere la parte opposta
del pianeta. Mescolando riprese amatoriali con interviste e con il documentario
tradizionale, il film ci porta a conoscere questo ragazzo, la sua storia e la sua speciale
filosofia di vita. Vedremo come Albert e la sua ragazza Anna da Barcellona arriveranno
fino a un isolato faro in Nuova Zelanda. O se falliranno nella loro impresa.
Alcune storie devono essere raccontate. Oggi il mondo attraversa tempi duri, in cui non c’è
spazio per nuove idee, per l’ottimismo. Ma alcune persone riescono a trovare qualcosa di
positivo in questa situazione. Tutto dipende da cosa c’è dentro la tua mente. Proprio questo ci
insegna un ragazzo di diciannove anni con la sua indistruttibile filosofia: dobbiamo cercare la
felicità, nient’altro conta.
Marcel Barrena
30.000 km. 200 days. 20 euros. 4 wheels.
Albert Casals is a nineteen-year-old boy who moves in a wheelchair since he has
suffered leukemia as a child. A circumstance that hasn’t prevented him from making
his dream come true: to travel around the world. And to do it his way: without money,
without companions, without luggage. He has nothing but his imagination, his courage
and his sympathy.
Little World will show us his biggest and craziest challenge: to reach exactly the
other side of the planet. Mixing amateur techniques with interviews and traditional
documentary, it introduces us to this young boy, his love story, his special philosophy of
life and his parents’ way to raise a child. We will see how Albert and his girlfriend Anna
go from Barcelona (Spain) to an isolated lighthouse in New Zealand. Or if they fail in
the attempt.
Documentario Documentary
Spagna Spain
Colore Color, 2012, 84 min.
Lingua originale Original Language
Catalano, Spagnolo, Inglese
Catalan, Spanish, English
Prima Mondiale World Premiere
IDFA International Documentary Film Festival
Amsterdam, Paesi Bassi Netherlands, 2012
Regia Director
Marcel Barrena
Sceneggiatura Script
Marcel Barrena, Víctor Correal,
Adrià Cuatrecases
Fotografia Director of Photography
Albert Serradó, Víctor Torija
Montaggio Editor
Marcel Barrena, Domi Parra
Suono Sound
Andrea Ainsa, Albert Codina
Musica Music
Pau Vallvé
Con With
Albert Casals, Anna Socías
Produzione Production
Umbilical Produccions
Some stories need to be told. Today the whole world is going through hard times, with no
space for new ideas, no room for over-optimism. However, for some people there is much
more good in it than bad. It all depends on what is inside your mind. And this is exactly what
a 19-year-old boy teaches us here with his indestructible philosophy: we have to look for
happiness. Nothing else matters.
Marcel Barrena
Marcel Barrena è nato a Barcellona
nel 1981. Món petit è il suo primo
documentario dopo la sua opera prima
di finzione Cuatro estaciones che ha
ricevuto il Premio per il Miglior film
per la televisione ai Premis Gaudí
dell’Accademia del Cinema Catalano e
il premio per il Miglior film e Miglior
Regista all’Alicante film festival.
Barrena ha inoltre collaborato alla
scrittura della versione per lo schermo del
bestseller catalano Second Origin, un film
in 3D di Bigas Luna, previsto in uscita
nel 2014.
Attualmente sta lavorando al suo
nuovo lungometraggio, con Antàrtida
Productions.
Marcel Barrena was born in Barcelona in
1981. Little World is his first documentary
after his first fictional movie Cuatro
estaciones (Four Seasons), awarded with
the Catalan Film Academy Gaudí Award
for the Best TV-Movie. Moreover, the
film received the Best Film Award, Best
Director Award and FIPRESCI Award in
Alicante Film Festival.
Barrena has also co-written the screen
version of the Catalan bestseller Second
Origin, a 3D film by Bigas Luna (2014).
He is now working at his new full-length
feature film, with Antàrtida Productions.
Filmografia Filmography
Món petit (doc. 2012),
Cuatro estaciones (2010)
25
CONCORSO/COMPETITION
Midi Z
QIONG REN, LIU LIAN, MA YAO, TOU DU KE
POOR FOLK
Proiezione del film Film screening
Giovedì 17 ottobre Thursday, October 17
ore 15.30 4 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Anteprima italiana Italian Premiere
A-Hong e sua sorella attraversano clandestinamente la frontiera della Birmania per
raggiungere Dagudi, uno sperduto paese nel nord della Thailandia. La ragazza finisce
nelle mani di una gang di trafficanti di persone, mentre A-Hong, nel tentativo di
guadagnare i soldi necessari a riscattarla, si trasferisce a Bangkok dove, insieme ad altri
clandestini birmani, deruba turisti cinesi e vende anfetamine a pericolosi gangster.
Un film tragicomico, con risvolti da gangster story, su un paese colpito dalla povertà, in
cui tutto ruota intorno al denaro.
Quasi 3 milioni di Birmani vivono in Thailandia clandestinamente. Decine di migliaia
di nuovi migranti attraversano il confine illegalmente. La città di Dagudi nel nord della
Thailandia è solo una di queste città in cui arrivano come tappa intermedia. Anche se la
Birmania ha avuto elezioni democratiche un paio di anni fa, non ci sono segni di diminuzione
del tasso di emigrazione.
Dagudi è come un porto. È pieno di ogni sorta di personaggi variopinti che scappano
dalla Birmania, disertori, gang, trafficanti… I destini di queste persone alla deriva sono
strettamente legati tra loro.
Midi Z
A-Hong and his sister clandestinely cross the borders of Myanmar to reach Dagudi,
far away Thai town. The girl falls into the hands of human traffickers while A-Hong,
in the attempt to earn enough money to buy his sister free, travels to Bangkok and
starts life as a hustler. With other illegal Burmese, he rips off Chinese tourists and sells
amphetamines to dangerous gangsters.
Almost 3 million Burmese live in Thailand illegally. Ten of thousands of new migrants cross
the border illegally every year. The Northern Thailand town Dagudi is just one of those towns
they set foot on as intermediate stop. Although Myanmar has run a democratic election a
couple of years ago, no sign of decreasing immigration rate is shown.
Dagudi is like a port. It’s full of all kinds of colorful characters who ran away from Myanmar
– deserters, gangs, smugglers, etc. These drifting people’s fates are interlaced with one another.
Midi Z
Midi Z, nato nel 1982, è cresciuto in
Birmania, ma si è formato artisticamente
a Taiwan. Il suo corto di diploma Paloma
Bianca è stato selezionato in numerosi
festival. Nel 2009 è scelto come principale
sceneggiatore e regista della Taipei
Golden Horse Film Academy, organizzata
da Hou Hsiao-hsien. Ha realizzato il
corto Hua-Xing Incident prodotto da
Hou. Nel 2011 ha diretto il suo primo
lungometraggio Return to Burma,
premiato al Rotterdam International Film
Festival.
Midi Z was born in 1982 and raised in
Myanmar, but he trained as an artist in
Taiwan. His graduation short Paloma
Blanca was screened in numerous film
festivals. In 2009, he was selected to be
the leading screenwriter and leading
director in the Taipei Golden Horse Film
Academy organized by Hou Hsiao-hsien.
Produced by Hou, Midi Z made the short
film Hua-Xing Incident. In 2011, he made
his first full-length feature film Return
to Burma, which was awarded at the
Rotterdam International Film Festival.
Fiction Fiction
Taiwan/Birmania Taiwan/Myanmar
Colore Color, 2012, 105 min.
Lingua originale Original Language
Cinese, Thailandese Chinese, Thai
Prima Mondiale World Premiere
Vancouver International Film Festival, Canada, 2012
Regia Director
Midi Z
Sceneggiatura Script
Midi Z
Fotografia Director of Photography
Midi Z
Montaggio Editor
Midi Z, Lin Sheng-Wen
Suono Sound
Chou Cheng
Musica Music
Sonic Deadhorse
Con With
Wang Shin-Hong, Wu Ke-Xi, Zhao De-Fu,
Zheng Meng-Lan
Produzione Production
Seashore Image Productions, Montage Film,
Flash Forward Entertainment
Filmografia Filmography
Poor Folk (2012), Return to Burma
(2011)
27
CONCORSO/COMPETITION
Anna Novion
RENDEZ-VOUS À KIRUNA
RENDEZ-VOUS IN KIRUNA
Proiezione del film Film screening
Sabato 19 ottobre Saturday, October 19
ore 20.00 8 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Anteprima italiana Italian Premiere
Ernest, architetto francese di successo, vive solo di lavoro. Un giorno riceve una
telefonata dalla polizia svedese che lo spinge a intraprendere un lungo viaggio nel nord
della Svezia, fino a Kiruna. Deve identificare il corpo di un perfetto estraneo… quello di
suo figlio, che non ha mai conosciuto, né desiderato conoscere.
Lungo la strada l’incontro con Magnus, giovane sensibile e un po’ smarrito, farà
vacillare le sue certezze, mettendo in crisi la sua indole autoritaria e diffidente. Questo
viaggio in compagnia di un figlio “possibile”, gli rivelerà una parte di sé che non conosce
e lo aiuterà a comprendere meglio l’incontro a Kiruna.
Fiction Fiction
Francia France
Colore Color, 2012, 97 min.
Lingua originale Original Language
Francese, Svedese French, Swedish
Prima Mondiale World Premiere
Göteborg International Film Festival, Svezia
Sweden, 2012
Da molto tempo volevo realizzare un road-movie. È un genere che offre una grande
ricchezza visiva, regala tanto materiale da filmare; mi piace inoltre il modo in cui permette
a un personaggio di cambiare in sintonia con i paesaggi. Durante le riprese di Les grandes
personnes avevo visto fianco a fianco Jean-Pierre Daroussin e il giovane attore Anastasios
Soulis, che lì aveva un ruolo secondario. Questo duo mi faceva pensare a una coppia padrefiglio, bisognava che scrivessi per loro.
Anna Novion
Regia Director
Anna Novion
Sceneggiatura Script
Olivier Massart, Anna Novion
Fotografia Director of Photography
Pierre Novion
Montaggio Editor
Margot Seban
Suono Sound
Cedric Deloche, Anne Gibourg,
Emmanuel Croset
Musica Music
Pascal Bideau
Con With
Jean-Pierre Darroussin, Anastasios Soulis,
Claes Ljungmark, Kim Bodnia, Judith Henry
Produzione Production
La mouche du coche films, Les films de la
Greluche
Ernest, a successful French architect, is devoted to his work. One day, a phone call from
the Swedish police convinces him to undergo a long trip to northern Sweden, as far as
Kiruna. He must identify the body of a perfect stranger... his own son, whom he has
never met nor desired to meet.
The convictions of this bossy and suspicious man will eventually be shaken after
his encounter with Magnus, a lost and sensitive young man. This substitute son will
confront Ernest to an unknown part of him throughout this journey, and help him
better understand this rendez-vous in Kiruna.
I’ve always wanted to make a road-movie. It’s a genre that offers great visual richness and a
lot of material to film; I also like the way in which a character can change according to the
landscape. While shooting Les grandes personnes I saw side by side Jean-Pierre Daroussin
and young actor Anastasios Soulis, who played a secondary role in that film. This duo made
me think of father and son, I felt the need to write for them.
Anna Novion
Anna Novion nasce da madre
svedese e padre francese. Studia
cinema all’Università di Saint-Denis e
successivamente a Jussieu, dove ottiene
un diploma postlaurea con una tesi
sull’opera di Bergman. Nel corso dei suoi
studi dirige tre cortometraggi: Frédérique
est française (2000), Chanson entre deux
(2001), On prend pas la mer quand on la
connaît pas (2005). È affascinata dalla
Svezia, dove ha scelto di ambientare i suoi
primi lungometraggi: Il viaggio di Jeanne
(Les grandes personnes, 2008), presentato
alla Semaine de la Critique del Festival di
Cannes e Rendez-vous à Kiruna (2012).
Born to a Swedish mother and to a
French father, Anna Novion enrolled at
the University of Saint-Denis to study
cinema and later obtained a “DEA”
(post-graduate degree) at Jussieu, the
subject of her thesis being “Anguish, Guilt
and Despair in Bergman’s oeuvre”. She
directed three shorts as part of her film
studies: Frédérique est française, in 2000,
Chanson entre deux, in 2001, and On
prend pas la mer quand on la connaît pas
(2005). Fascinated by Sweden, she chose
this country as the setting of her first two
features, Les grandes personnes (2008),
presented at the Cannes Film festival
(Semaine de la critique) and Rendez-vous
in Kiruna (2012).
Filmografia Filmography
Rendez-vous à Kiruna (2012), Les grandes
personnes (2008)
29
CONCORSO/COMPETITION
Juan Sebastián Jácome
RUTA DE LA LUNA
ROUTE OF THE MOON
Proiezione del film Film screening
Venerdì 18 ottobre Friday, October 18
ore 14.00 2 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Tito, trentenne albino e introverso, con la passione per il bowling, è costretto a lasciare
Panama per andare a prendersi cura del padre, Cesar, che vive a San José in Costa Rica.
Cesar, temperamento tropicale forte e testardo, ha sempre vissuto come gli piaceva, ma
ora a causa del cuore è costretto a cambiare vita.
L’unico desiderio di Tito è tornare a Panama il prima possibile per poter partecipare a
un torneo di bowling. Cesar insiste per accompagnarlo. Durante il viaggio di ritorno,
a bordo della vecchia Lada di Cesar, i due riscopriranno i motivi per cui sono rimasti
lontani per così tanti anni.
Fiction Fiction
Ecuador/Panama
Colore Color, 2012, 80 min.
Lingua originale Original Language
Spagnolo Spanish
Prima Mondiale World Premiere
Festival Internacional de Cine Panama,
2012
Il film è il ritratto di due personaggi, la nostra attenzione è sempre concentrata su di loro.
La mise en scène ci fa identificare con Tito, un albino molto introspettivo, riflessivo, dal ritmo
lento. Dall’altra parte c’è Cesar, che rappresenta la parte fisica della storia, con un passato
da boxer e un temperamento decisamente caraibico. Il risultato è un film di incontri e scontri,
come quelli tra padre e figlio.
Juan Sebastián Jácome
Regia Director
Juan Sebastián Jácome
Sceneggiatura Script
Juan Sebastián Jácome, Rocco Melillo
Fotografia Director of Photography
Magela Crosignani
Montaggio Editor
Víctor Mares
Suono Sound Estebanoise Brauer
Musica Music
Xavier Müller y su Combo Bucanero
Con With
Yimmi David Suárez, Luis Gotti, Victoria Greco, Carlos Bromley, María Antonia Taylor,
Ernesto Fields
Produzione Production
Abaca Films, Jaguar Films
Tito, an introverted bowling enthusiast, is suddenly forced to travel from his native
Panama to San José in Costa Rica, to look after his ill father, Cesar, tropical and
stubborn character, who has lived his whole life as he pleased but has now developed a
heart disease.
Tito’s only wish is to go back to Panama as soon as possible to be able to participate in
a Bowling Tournament. Cesar decides to go with him. During their trip back in César’s
old but still good Lada, they’ll go through the reasons they remained apart for so long.
This movie is the portrait of two characters; we always keep our attention in them both. The
mise-en-scène identifies with Tito, an albino whose introspection asks for careful composition,
a camera that does not move, an un-accelerated rhythm, and moments of personal thought.
On the other hand, César’s character is identified with the physical world of the story: a
tropical and Caribbean setting that mirrors the temperament of the ex-boxer. The result is a
movie of contrasts, like father and son.
Juan Sebastián Jácome
Juan Sebastián Jácome consegue
un diploma in regia alla Florida State
University e completa gli studi di regia
con Judith Weston a Los Angeles. Il
suo cortometraggio Camión de carga
(2006) ha vinto il premio del pubblico
al Cero Latitud Film Festival 2007 ed
è stato selezionato in numerosi festival
internazionali tra cui il Festival de Cine
Valdivia e il HBO New York International
Latino Film Festival.
Le sue sceneggiature hanno ricevuto
diversi riconoscimenti, tra cui il Zoe
Trope Screenplay Contest.
Ruta de la luna è il suo lungometraggio
d’esordio.
Juan Sebastián Jácome took his
Filmmaking BFA degree at the Florida
State University Film School and
complemented his directing studies with
Judith Weston in Los Angeles. His short
film Camion de Carga (2006) won the
Audience Award at the Cero Latitud Film
Festival 2007 and was officially selected
in dozens of film festivals worldwide,
including the Festival de Cine Valdivia
and the HBO New York International
Latino Film Festival.
His feature screenplays have received
several awards, including Zoe Trope
Screenplay Contest, judged by Francis
Ford Coppola. Ruta de la luna is his debut
feature film as a director.
Filmografia Filmography
Ruta de la luna (2012)
31
CONCORSO/COMPETITION
Ana Guevara, Leticia Jorge
TANTA AGUA
SO MUCH WATER
Proiezione del film Film screening
Mercoledì 16 ottobre Wednesday, October 16
ore 15.30 3.30 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Alberto, padre divorziato, decide di portare i figli, Lucía e Federico, a trascorrere una
vacanza alle terme. Staranno via solo pochi giorni e vogliono approfittarne al meglio.
Nonostante la mattina tempestosa, partono: Alberto, sempre entusiasta, non vuole che
niente rovini i suoi piani. All’arrivo scoprono però che a causa del maltempo le terme
sono chiuse e che l’unica possibilità è stare dentro casa, lontano dalla piscina e senza
TV. Mentre fuori continua a piovere, tutti diventano rapidamente molto suscettibili e
a nulla sembrano valere gli sforzi di Alberto per intrattenere i figli, in particolare Lucía
che, nel pieno della sua adolescenza, preferirebbe altri divertimenti.
Fiction Fiction
Uruguay/Messico/Paesi Bassi/Germania
Uruguay/Mexico/Netherlands/Germany
Colore Color, 2013, 102 min.
Lingua originale Original Language
Spagnolo Spanish
Prima Mondiale World Premiere
63. Berlinale, Germania Germany, 2013
La storia è basata su un fatto realmente accaduto, una vacanza che Leticia ha trascorso con
suo padre in un posto come quello del film. Una vacanza rovinata dal maltempo.
Questo aneddoto è stato la scusa, il punto di partenza per raccontare la relazione tra padre
e figlia. Tutto nasce dal fatto che devono trascorrere tanto tempo insieme, senza riuscire a
trovare, in una vacanza così disastrosa, altre distrazioni. Lontani dalla loro routine, dal loro
contesto abituale, non possono fare altro che stare insieme.
Ana Guevara, Leticia Jorge
Regia Director
Ana Guevara, Leticia Jorge
Sceneggiatura Script
Ana Guevara, Leticia Jorge
Fotografia Director of Photography
María José Secco
Montaggio Editor
Ana Guevara, Leticia Jorge, Yibrán Asuad
Suono Sound
Daniel Yafalián
Musica Music
Maximiliano Angelieri
Con With
Malú Chouza, Néstor Guzzini, Joaquín
Castiglioni
Produzione Production
Control Z Films, Bonita Films, Topkapi Films,
Komplizen Film
Alberto, divorced father, decides to take his children Lucía and Federico on holiday.
The three of them set off for the hot springs one stormy morning: it‘s going to be a
short vacation so they want to make the most of it. Always enthusiastic, Alberto does
not want anything to ruin his plans. But due to bad weather the springs are closed until
further notice and they can only sit around the house, with no TV and far away from the
swimming pools. Soon enough, as the weather outside gets stickier, everyone becomes
increasingly oversensitive and none of Alberto’s attempts seem to satisfy the children,
especially Lucía, in her teens and looking for other kinds of entertainment.
The story is based on a true event, a holiday Leticia spent with her dad at a place like the one
in the film. Holidays that were ruined by the weather.
This story was an excuse, a starting point to talk about a father-daughter relationship.
It mainly has to do with spending so much time together as well as not being able, in such
a failure of a holiday, to find distractions. Far from their routines, away from their usual
surroundings, they have nothing else to do but being together.
Ana Guevara, Leticia Jorge
Ana Guevara Pose (1980) e Leticia
Jorge Romero (1981) si sono conosciute
durante gli studi in Comunicazione
all’Universidad Católica in Uruguay.
Hanno cominciato a scrivere insieme e
nel 2006 hanno realizzato El cuarto del
fondo, il loro primo cortometraggio, di
cui sono anche produttrici con il nome
di Medio Limón Films. Nel 2008 hanno
diretto il loro secondo corto Corredores
de verano, in collaborazione con Control
Z Films. Entrambi i film sono stati
selezionati e presentati in importanti
festival internazionali. Tanta agua è il loro
primo lungometraggio.
Ana Guevara Pose (1980) and
Leticia Jorge Romero (1981) became
friends when they were students of
Communication at the Human Sciences
Department of the Universidad Católica
del Uruguay. They started writing together
and in 2006 made El cuarto del fondo, their
first short film, which they also produced
under the name of Medio Limón Films.
In 2008 they made their second short
film Corredores de verano, having by then
partnered up with Control Z Films. Both
short films were selected by and exhibited
at film festivals worldwide. So Much Water
is their first feature film.
Filmografia Filmography
Tanta agua (2013)
33
CONCORSO/COMPETITION
Andrew Mudge
THE FORGOTTEN KINGDOM
THE FORGOTTEN KINGDOM
Proiezione del film Film screening
Venerdi 18 ottobre Friday, October 18
ore 20.00 8 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Anteprima italiana Italian Premiere
Atang lascia la vita frenetica di Johannesburg per tornare nello sperduto villaggio di
montagna in cui è nato, in Lesotho, dove deve seppellire suo padre. In questa terra
ancestrale, dove rivivono i ricordi della sua giovinezza, ritrova Dineo, la sua amica
d’infanzia, che ora è diventata una splendida giovane insegnante. Insieme a lei,
Atang riscopre la mistica bellezza e la durezza delle persone e della terra che aveva
dimenticato.
Paesaggi sconfinati e aspri. Uomini a cavallo, avvolti in coperte, che si spostano attraverso
valli e montagne innevate. Villaggi di capanne persi nel tempo. In The Forgotten Kingdom
volevo realizzare un film che fosse prima di tutto visivo, narrato attraverso i colori della terra
e i volti delle persone Basotho. La mia esperienza in questo paese chiamato Lesotho è stata
la scoperta di qualcosa di bellissimo e di unico. Ho voluto trasmettere questa esperienza al
pubblico attraverso il viaggio del personaggio principale, Atang Mokoenya.
Andrew Mudge
Atang leaves the hustle of Johannesburg to return to his ancestral land of Lesotho,
where he must bury his estranged father in the remote, mountainous village where he
was born. Stirred by memories of his youth, he falls in love with his childhood friend,
Dineo, now a radiant young school teacher. Through her, Atang is drawn toward the
mystical beauty and hardships of the people and land he had forgotten.
Vast and rugged landscapes. Horsemen wrapped in blankets moving through snow peaked
valleys. Thatched-hut villages lost in time. In The Forgotten Kingdom, I wanted to make a
film that was primarily visual, told through the colors of the land and the faces of the Basotho
people. My own experience of discovering this mostly overlooked country called Lesotho was
like finding something exquisitely beautiful and unique. I wanted to convey that experience to
an audience through the journey of the main character, Atang Mokoenya.
Andrew Mudge
Andrew Mudge ha scritto e diretto
numerosi cortometraggi, documentari
e video musicali. I suoi corti sono stati
presentati in oltre cinquanta festival, tra
cui Sundance, Telluride e Nantucket. Con
il corto The Perfect Gooseys ha ricevuto
il Golden Starfish Award all’Hamptons
International Film Festival e il premio per
il Miglior film al Los Angeles Short Film
Festival. Ha inoltre vinto il prestigioso
Chrysler Million Dollar Film Festival per
il corto Gabriel Y Gato e la sceneggiatura
del lungometraggio The P.T. Johansen
Field Guide to North American Monsters.
The Forgotten Kingdom è il suo primo
lungometraggio.
Andrew Mudge is the writer/director
of numerous award-winning short
films, documentaries, and music videos.
His shorts have been screened at over
50 prominent film festivals, including
Sundance, Telluride, and Nantucket.
After winning the Golden Starfish award
(Hamptons International Film Festival)
and Best of Fest award (Los Angeles Short
Film Festival), his short film The Perfect
Gooseys had a three-year run on HBO
Cinemax. Andrew was the winner of the
prestigious Chrysler Million Dollar Film
Festival for his Chrysler-branded short
film Gabriel Y Gato and feature-length
screenplay The P.T. Johansen Field Guide
to North American Monsters. The Forgotten
Kingdom is his first feature.
Fiction Fiction
USA/Sud Africa/Lesotho
USA/South Africa/Lesotho
Colore Color, 2013, 96 min.
Lingua originale Original Language
Sesotho
Prima Mondiale World Premiere
Ashland Independent Film Festival, USA,
2013
Regia Director
Andrew Mudge
Sceneggiatura Script
Andrew Mudge
Fotografia Director of Photography
Carlos Carvalho
Montaggio Editor
Andrew Mudge
Suono Sound
Harry Botha
Musica Music
Robert Miller
Con With
Zenzo Ngqobe, Nozipho Nkelemba, Jerry
Mofokeng, Lebohang Ntsane, Moshoeshoe
Chabeli, Lillian Dube
Produzione Production
Binary Film Works, Black Kettle Films, Stongman, Zen HQ
Filmografia Filmography
The Forgotten Kingdom (2013)
35
CONCORSO/COMPETITION
Omaggio a Wes Anderson
Homage to Wes Anderson
37
CONCORSO/COMPETITION
Homage to Wes Anderson
Omaggio a Wes Anderson
Wes Anderson è uno degli autori contemporanei più amati dalle nuove generazioni
di cinéphile. Con soli sette film all’attivo si è guadagnato uno spazio importante
nell’immaginario cinematografico collettivo, grazie a una galleria di personaggi eccentrici
che popolano un mondo tragicomico, illuminato da colori accesi e accompagnato da
canzoni degli anni Sessanta e Settanta.
Il suo è un cinema di continue invenzioni visive e narrative, dove lo stile raffinato e
geometrico - basterebbe citare i lunghi carrelli e i complessi piani sequenza - è sempre
al servizio di sceneggiature divertenti e originali che ricordano le screwball comedy degli
anni Quaranta. Con la sua opera Anderson ha dato nuova linfa al genere aggiungendovi
risvolti surreali e malinconici, e non va dimenticato che è uno dei pochi cineasti giovani
a cimentarsi con la commedia, un genere dove oggi ancor più che in passato è molto
difficile far emergere la propria autorialità.
Come altri registi della sua generazione - Michel Gondry e Spike Jonze per citarne
un paio - Wes Anderson è in grado di creare mondi fantastici assolutamente personali
che arricchisce, film dopo film, di dettagli, storie e personaggi. Mondi filtrati da un
immaginario infantile, poetico e consapevolmente vintage, che mescola insieme i Peanuts
di Charles M. Schulz con il cinema di Preston Sturges, Max Ophüls e François Truffaut.
Questo stile è una fra le strade possibili che il cinema contemporaneo ha imboccato per
evolversi, accorpando in sé ogni riferimento culturale possibile. Tratto distintivo del
cinema di Anderson è la leggerezza dell’innocenza e lo sguardo amorevole verso i nerd, i
disadattati, i sognatori.
I suoi film sono popolati da personaggi indimenticabili, affidati a un gruppo di attori che
spesso ritornano da un’opera all’altra (Owen e Luke Wilson, Jason Schwartzman, Bill
Murray, Anjelica Huston), e che compongono un universo umano eccentrico e stralunato.
Sono degli outsider, fragili e inadeguati, in perenne conflitto con nuclei famigliari sui
generis e con le regole imposte dalla società. Sempre sull’orlo del fallimento ma capaci
di teneri quanto epici riscatti. Sono ragazzini costretti a comportarsi come adulti, ostaggi
di famiglie opprimenti, o adulti incapaci di esserlo, in fuga da fallimenti sentimentali e
amorosi. Quello che ne esce è un quadro impietoso della società americana ossessionata
dal successo e spaventata dal fallimento. L’elemento del viaggio è presente spesso nella
filmografia di Anderson: è proprio attraverso il viaggio che i suoi personaggi cercano
di inseguire i loro desideri e sfuggire alle proprie paure. Non importa che l’obiettivo sia
preciso (il monastero himalayano ne Il treno per il Darjeeling, lo squalo giaguaro ne Le
avventure acquatiche di Steve Zissou, il matrimonio dell’ex moglie ne I Tenenbaum) o vago
(la fuga dei protagonisti del recente Moonrise Kingdom), il viaggio li aiuterà nella ricerca
della verità, nel rafforzare le loro convinzioni e nell’accettare le proprie fragilità.
Non stupisce quindi che registi come Martin Scorsese considerino Wes Anderson uno
dei migliori registi contemporanei, proprio per la sensibilità con cui riesce a stabilire una
intima relazione tra i suoi personaggi e il pubblico.
Detour rende omaggio a questo straordinario regista proponendo tutti i suoi film in
versione originale con sottotitoli in italiano, a cominciare dalle prime opere Bottle Rocket e
Rushmore uscite da noi solo in home video.
Marco Segato
Wes Anderson nasce nel 1969 a Houston
in Texas. Terminate le scuole superiori si
trasferisce ad Austin per frequentare la
University of Texas. Qui conosce i fratelli
Luke e Owen Wilson, che diventano suoi
amici e stretti collaboratori; in particolare
Owen, che sarà co-sceneggiatore dei suoi
primi lavori e attore in molti suoi film.
Insieme, mentre sono ancora all’Università,
scrivono la sceneggiatura di Bottle
Rocket da cui realizzano nel 1994 un
corto in 16mm e due anni dopo, grazie
ai produttori James L. Brooks e Polly
Platt, e al laboratorio del Sundance Film
Festival, il primo lungometraggio, Un
colpo da dilettanti. Nel 1998 Anderson
attira l’attenzione e i consensi della critica
statunitense con Rushmore, opera in parte
autobiografica e girata per alcune scene
nell’istituto privato in cui anni prima aveva
studiato, la St. John’s School.
È però con il film successivo, I Tenenbaum
(2001) che arriva ad affermarsi sulla
scena internazionale; il film, ritratto di una
stravagante famiglia newyorkese con un cast
d’eccezione, da Gene Hackman a Anjelica
Huston, è selezionato in concorso alla 52ª
Berlinale nel 2002 e, nello stesso anno,
riceve la nomination all’Oscar per la miglior
sceneggiatura originale.
Nel 2004 il regista torna al festival di
Berlino con Le avventure acquatiche di
Steve Zissou, una parodia delle avventure
del documentarista Jacques Cousteau,
brillantemente impersonato da Bill Murray.
Nel 2007 presenta in concorso alla
64ª Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia Il treno per il
Darjeeling, il tragicomico viaggio indiano
dello strampalato trio composto da Owen
Wilson, Adrien Brody, Jason Schwartzman
nei panni dei fratelli Whitman. Insieme al
lungometraggio, a Venezia presenta anche il
corto Hotel Chevalier, che, girato un anno
prima, ne costituisce una sorta di prologo
ideale. Nel 2009 porta sullo schermo il
racconto di Roald Dahl, Fantastic Mr. Fox,
realizzando il suo primo film di animazione
in stop motion. La pellicola gli varrà la
candidatura all’Oscar per il Miglior film
d’animazione.
Nel 2012 Moonrise Kingdom, storia di
amore e di fuga di due ragazzini, è il film
d’apertura del 65° Festival di Cannes e riceve
la candidatura all’Oscar per la Miglior
sceneggiatura. Il nuovo film di Anderson,
The Grand Budapest Hotel, è atteso in
uscita nel 2014.
Wes Anderson is one of the most beloved contemporary authors among the new
generations of cinéphiles. With his seven films brought to screens, he gained an
important space in the collective imaginary of cinema, thanks to a gallery of eccentric
characters who inhabit a colourful tragicomic world, accompanied by songs of the
Sixties and Seventies.
His cinema is a stream of visual and narrative inventions, his refined and geometric style
– just think of the long slider shots and complex in-camera editing – is always combined
with fun original screen-plays reminiscent of the Forties’ screwball comedies. Anderson’s
works have injected new energy into comedy genre, adding surreal melancholic twists;
let’s not forget he is one of the few young film-makers who deal with comedy, genre
where, today more than ever, authorialism struggles to emerge.
Like other directors of his generation – Michel Gondry and Spike Jonze to name a
couple – Wes Anderson is capable of creating personal fantastic worlds, to which he
adds, film after film, details, stories and characters. Worlds that are filtered through a
poetic, consciously vintage, childhood dream, which combines Charles M. Schulz’s
Peanuts with the cinema of Preston Sturges, Max Ophüls, François Truffaut. This style
is one of the many roads contemporary cinema has taken to evolve: incorporating every
possible cultural reference. Distinctive features of Anderson’s cinema are the lightness
of innocence and caring tenderness towards nerds, misfits and dreamers.
Unforgettable characters populate his works, often played by the same lot of actors
(Owen and Luke Wilson, Jason Schwartzman, Bill Murray, Anjelica Huston), who
compose a dazed and eccentric human universe. They are frail and inadequate dreamers,
outsiders at odds with their sui generis families and the rules of society. Continuously
on the verge of collapse, but capable of warm epic redemptions. Young boys and girls
obliged to act as adults, hostage of their oppressing families, or adults incapable of being
adults, on the run from love failures. The result is a merciless portrait of U.S society,
obsessed with success and terrified by failure.
An element of travel is often present in Anderson’s filmography: through the journey
his characters try and follow their desires and run from their fears. At times the goal is
precise (the Himalayan monastery in The Darjeeling Limited, the Jaguar Shark in The Life
Aquatic with Steve Zissou, the ex-wife’s wedding in The Royal Tenenbaums); sometimes
vague (the protagonists’ escape in the recent Moonrise Kingdom). Still, by travelling they
succeed in their search for truth, strengthen their beliefs and accept their frailties.
Unsurprisingly, directors as Martin Scorsese consider Wes Anderson to be one of the
best contemporary film-makers, for the sensitiveness he uses in establishing a familiar
relationship between his characters and his audience.
Detour pays homage to this extraordinary director by screening all of his films in the
original version with Italian subtitles, starting with the first two, Bottle Rocket and
Rushmore, which were distributed in Italy on home video only.
Marco Segato
Wes Anderson was born in 1969 in
Houston, Texas. After graduating, Anderson
attended the University of Texas at Austin.
There he met Luke and Owen Wilson, who
became close friends and collaborators;
particularly Owen, an essential writing
partner and cast member in many of his
films. Together, still at university, they
worked on a script for a full-length movie
called Bottle Rocket, released the 16mm
short film version in 1994 and two years
later, thanks to producers James L. Brooks
and Polly Platt, and the lab at Sundance
Film Festival, as his first full-length feature
film.
In 1998 Anderson’s next film, Rushmore,
was produced on a larger scale and
was released to critical acclaim; partly
autobiographical, some scenes were shot
inside the private institute he had studied at,
St. John’s School.
His following movie, The Royal
Tenenbaums (2001) won him the
International scene; the film portrayed
an extravagant New York City family
and starred Gene Hackman and Anjelica
Huston; it was selected in competition at the
52nd Berlinale in 2002 and, in the same
year, nominated for the Academy Award for
Best Writing (Original Screenplay).
In 2004 the director went back to Berlin’s
festival with The Life Aquatic with Steve
Zissou, a parody of documentarist Jacques
Cousteau’s adventures, brilliantly played by
Bill Murray.
In 2007 he competed at the 64th Venice
International Film Festival with The
Darjeeling Limited, the tragicomic Indian
journey of the three estranged Whitman
brothers, played by Owen Wilson, Adrien
Brody and Jason Schwartzman. Together
with the feature film, he also presented Hotel
Chevalier, a short film he had made the
same year as sort of ideal prologue.
In 2009 he adapted to the big screen Roald
Dahl’s novel Fantastic Mr. Fox, his first
stop motion animation. The film was highly
praised and nominated for the Academy
Award for Best Animated Feature.
In 2012 Moonrise Kingdom, a tale about
pre-teen love, opened the 65th Festival in
Cannes and received a nomination for the
Academy Award for Best Writing.
Anderson’s latest film, The Grand Budapest
Hotel, is expected to hit theatres in 2014.
39
Wes Anderson
Wes Anderson
UN COLPO DA DILETTANTI
BOTTLE ROCKET
RUSHMORE
Proiezione del film Film screening
Venerdì 18 ottobre Friday, October 18
ore 24.00 0.00 AM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Proiezione del film Film screening
Martedì 15 ottobre Tuesday, October 15
ore 22.30 10.30 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Appena dimesso dall’istituto psichiatrico dove è stato ricoverato per un esaurimento
nervoso, Anthony ritrova l’amico Dignan. Altrettanto sbandato e instabile, Dignan ha
un progetto che cambierà radicalmente le loro vite: una serie di piccole rapine e infine
un grosso colpo che coinvolgerà il suo ex capo, il leggendario Mr Henry. Con l’aiuto del
vicino di casa Bob, i due amici riescono a dare inizio al piano criminale e ad avvicinare
Mr Henry, ma l’esito dell’avventura sarà molto lontano dalle loro aspettative.
Opera di debutto di Anderson alla regia e dei fratelli Wilson come attori, Bottle Rocket
nasce da un corto di 13 minuti realizzato nel 1994. Presentato al Sundance Film
Festival, il corto arriva sulla scrivania dei produttori James L. Brooks e Polly Platt
insieme alla prima stesura di una sceneggiatura per una versione lunga. Colpiti dalla
freschezza, dal ritmo e dal linguaggio del film, Brooks e Platt invitano Wes Anderson e
Owen Wilson (oltre che attore, in questo caso sceneggiatore) a Hollywood; dopo un
anno di scrittura, il lungometraggio è pronto per essere girato.
Un paio di anni fa, ho visto un film intitolato Bottle Rocket. Non ne sapevo nulla e
mi ha colto di sorpresa. Era un film senza tracce di cinismo, il che chiaramente dipende
dall’affezione del regista per i suoi personaggi e per le persone in generale. Una cosa rara.
Inoltre l’idea centrale del film è così delicata e umana: un gruppo di ragazzi crede che la
vita debba essere piena di rischio e di pericolo per essere reale. Non sanno invece che va bene
semplicemente che siano se stessi.
Martin Scorsese (Esquire, 2000)
Upon his release from a mental hospital following a nervous breakdown, Anthony joins
his friend Dignan. As adrift and unstable as Anthony, Dignan has a scheme that will
change their lives: a series of simple robberies and then a big one involving his former
boss, the legendary Mr Henry. With the help of their neighbour Bob, the two friends
manage to start off their plan and hook up with Mr Henry, but the ensuing escapade
turns out to be far from what anyone expected.
Wes Anderson’s directorial debut and debut feature for the Wilson brothers, Bottle
Rocket was born as a 13 minutes short-film in 1994. Presented at the Sundance Film
Festival, the short-film landed on the desk of producer James L. Brooks and Polly Platt
together with a first draft of a screenplay for a longer version. Struck by the freshness,
rhythm and language of the film, Brooks and Platt invited Wes Anderson and Owen
Wilson (actor and screenwriter in this case) to Hollywood; after a year of writing, the
feature film was ready to be shot.
A couple of years ago, I watched a film called Bottle Rocket. I knew nothing about it, and
the movie really took me by surprise. Here was a picture without a trace of cynicism, that
obviously grew out of its director’s affection for his characters in particular and for people in
general. A rarity. And the central idea of the film is so delicate, so human: a group of young
guys think that their lives have to be filled with risk and danger in order to be real. They don’t
know that it’s okay simply to be who they are.
Martin Scorsese (Esquire, 2000)
Fiction Fiction
USA USA
Colore Color, 1996, 91 min.
Lingua originale Original Language
Inglese English
Regia Director
Wes Anderson
Sceneggiatura Script
Owen Wilson, Wes Anderson
Fotografia Director of Photography
Robert Yeoman
Montaggio Editor
David Moritz
Scenografia Production designer
David Wasco
Costumi Costume designer
Karen Patch
Musica Music
Mark Mothersbaugh
Con With
Owen Wilson, Luke Wilson, Robert
Musgrave, Andrew Wilson, Lumi Cavazos,
James Caan
Produzione Production
Columbia Pictures Corporation, Gracie
Films
Il quindicenne Max Fischer ( Jason Schwartzman), brillante e dotato di grande
creatività, eccelle nelle attività extracurriculari alla Rushmore Academy, il prestigioso
istituto privato che frequenta, ma stenta a trovare le energie da dedicare al tradizionale
corso di studi e rischia l’espulsione.
Nella sua vita entra il magnate dell’acciaio Herman Blume (Bill Murray), uomo d’affari
miliardario e di successo, ma profondamente infelice. I due stringono una singolare
amicizia che viene però messa a dura prova quando si scoprono rivali nelle attenzioni
della giovane insegnante Rosemary Cross (Olivia Williams).
Le difficoltà a scuola e le questioni di cuore costringeranno Max a intraprendere un
necessario percorso di crescita e maturazione.
Originale storia di formazione, con molti elementi autobiografici, immersa in
un’atmosfera musicale anni Sessanta e Settanta, Rushmore è il film che fa decollare la
carriera di Anderson e Wilson e consacra Bill Murray - che per la sua interpretazione
riceve la candidatura ai Golden Globe come migliore attore non protagonista - nella
nuova veste di attore di cinema indipendente.
Come il grande Ernst Lubitsch (Ninotchka), Anderson ha imparato a concentrare il
massimo di informazioni in una durata molto breve sullo schermo. I personaggi sono definiti
con un gesto, un accento, un dettaglio del costume. […] Ma la tecnica può spiegare solo in
parte l’effetto di un film complesso e intenso come questo, con la sua sobrietà e, al tempo stesso,
eccentricità, con il suo amore per i grandi gesti e il suo rispetto per i più sottili mutamenti delle
emozioni, la tristezza sottostante e la travolgente speranza. Questo è proprio della poesia e nel
suo secondo film Wes Anderson si è dimostrato un poeta di prim’ordine.
Dave Kehr (The Criterion Collection, 1999)
Fifteen-year-old Max Fischer ( Jason Schwartzman), brilliant and endowed with great
creativity, participates in almost all of the school’s extracurricular activities at Rushmore
Academy, prestigious private institute, while failing nearly every class and risking to be
expelled.
He meets steel tycoon Herman Blume (Bill Murray), a rich, successful and yet very sad
businessman. The two unlikely friends are soon pitted against each other when they
both fall for the young teacher Rosemary Cross (Olivia Williams).
Difficulties at school and love matters will necessarily drive Max towards growth and
maturity.
Fiction Fiction
USA USA
Colore Color, 1998, 93 min.
Lingua originale Original Language
Inglese English
Regia Director
Wes Anderson
Sceneggiatura Script
Wes Anderson, Owen Wilson
Fotografia Director of Photography
Robert Yeoman
Montaggio Editor
David Moritz
Scenografia Production designer
David Wasco
Costumi Costume designer
Karen Patch
Musica Music
Mark Mothersbaugh
Con With
Jason Schwartzman, Bill Murray, Olivia Williams, Brian Cox, Seymour Cassel, Mason
Gamble, Sara Tanaka, Stephen McCole,
Luke Wilson, Kumar Pallana, Deepak Pallana, Andrew Wilson
Produzione Production
American Empirical Pictures, Touchstone
Pictures
Unique story of personal growth, with many autobiographical elements, immersed in
music from the ‘60s and ‘70s, Rushmore is the film that launched Anderson and Wilson’s
careers and confirmed Bill Murray’s – who earned a Golden Globe nomination for Best
Performance by an Actor in a Supporting Role in a Motion Picture - as a respected actor
of independent cinema.
Like the great Ernst Lubitsch (Ninotchka), Anderson has learned to pack a maximum
amount of information into a minimum amount of screen time. Entire characters are
established by a gesture, an accent, a detail of costume. […] But technique can only go a small
way toward explaining the effect of a film as intricate and vivid as this, with its simultaneous
sobriety and eccentricity, its love of grand gestures and its respect for the tiniest fluctuations
of emotions, its underlying sadness and great, bursting hopefulness. That is the stuff of poetry,
and in this, only his second film, Wes Anderson has shown himself a poet of the first order.
Dave Kehr (The Criterion Collection, 1999)
41
WES ANDERSON
Wes Anderson
Wes Anderson
I TENENBAUM
THE ROYAL TENENBAUMS
LE AVVENTURE ACQUATICHE DI STEVE ZISSOU
THE LIFE AQUATIC WITH STEVE ZISSOU
Proiezione del film Film screening
Sabato 19 ottobre Saturday, October 19
ore 22.30 10.30 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Proiezione del film Film screening
Giovedì 17 ottobre Thursday, October 17
ore 22.15 10.15 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
I Tenenbaum sono un’invidiabile famiglia dell’upper class newyorkese: Royal (Gene
Hackman), la moglie Etheline (Anjelica Huston) e i tre figli, tre piccoli geni che
sembrano destinati a un grande futuro; Richie (Luke Wilson) è infatti un giovanissimo
campione di tennis, Chas (Ben Stiller) un precoce genio della finanza e Margot
(Gwyneth Paltrow), figlia adottiva, una talentuosa drammaturga.
Vent’anni dopo però lo splendore dei Tenenbaum sembra essersi offuscato: Royal ed
Etheline si sono separati, la famiglia si è divisa e i tre bambini prodigio sono diventati
adulti fragili e infelici.
Dopo anni di lontananza, i tre fratelli si ritrovano nella casa d’infanzia di Archer
Avenue: l’occasione della riunione è l’improvviso ritorno di Royal, forse gravemente
malato, proprio quando Etheline sta per risposarsi.
I Tenenbaum è certamente il più grandioso film di Anderson, e se con i suoi 110 minuti
sembra un’epopea, è probabilmente perché ogni scena ad alto ritmo, ogni inquadratura densa
di dettagli, copre così tanto panorama – visivo, geografico, gestuale, emotivo. Ambientato in
una versione senza tempo del centro di Manhattan, è lungi dall’essere un inventario turistico
della Grande Mela. È una New York di sbiadita, sciatta grandezza, dove Holden Caulfield
potrebbe incrociare gli sfortunati personaggi di cui canta Lou Reed in Street Hassle. […] È
un film diverso, ancora più malinconico del precedente, con una diversa configurazione dei
personaggi. Anche il tipo di desiderio è diverso: di “riportare” una famiglia che non è mai
stata davvero felice a un’importanza che non ebbe mai.
Kent Jones (The Criterion Collection, 2002)
The Tenenbaums are an enviable upper-class New York family: Royal (Gene Hackman),
his wife Etheline (Anjelica Huston) and their three children, three little geniuses who
seem to be destined to a great future; Richie (Luke Wilson) is a junior champion tennis
player, Chas (Ben Stiller) a precocious financial wizard and Margot (Gwyneth Paltrow),
adopted daughter and gifted playwriter.
Twenty years later, however, the Tenenbaum’s magnificence seems to have faded: Royal
and Etheline have separated, the family divided and the three children have become
frail troubled adults.
After years apart, the three siblings find themselves in their family home in Archer
Avenue: the occasion for the reunion is the sudden come back of a supposedly ill Royal,
exactly when Etheline is about to remarry.
Fiction Fiction
USA USA
Colore Color, 2001, 110 min.
Lingua originale Original Language
Inglese English
Regia Director
Wes Anderson
Sceneggiatura Script
Wes Anderson, Owen Wilson
Fotografia Director of Photography
Robert Yeoman
Montaggio Editor
Dylan Tichenor
Scenografia Production designer
David Wasco
Costumi Costume designer
Karen Patch
Musica Music
Mark Mothersbaugh
Con With
Gene Hackman, Anjelica Huston, Ben
Stiller, Gwyneth Paltrow, Luke Wilson,
Owen Wilson, Bill Murray, Danny Glover,
Seymour Cassel, Kumar Pallana, Alec
Baldwin
Produzione Production
Touchstone Pictures, American Empirical
Pictures
L’esploratore e documentarista Steve Zissou (Bill Murray) parte per una nuova
spedizione subacquea: l’obiettivo è dare la caccia allo “squalo giaguaro” che ha ucciso
il suo amico e compagno di avventure, Esteban du Plantier, durante la realizzazione
del loro ultimo documentario sottomarino. Si uniscono al variopinto equipaggio della
Belafonte, insieme a Steve, sua moglie Eleanor (Anjelica Huston), un giovane uomo
convinto di essere suo figlio (Owen Wilson) e una giornalista incinta (Cate Blanchett).
Il film è ispirato alla figura del regista e oceanografo francese Jacques-Yves Cousteau.
Sono sempre stato curioso e affascinato da Cousteau. Aveva una mente che gli permetteva
di inventare ogni genere di cose, cose che la gente non avrebbe nemmeno sognato prima che
arrivasse lui. Ha contribuito a inventare lo scuba e a sviluppare alcuni dei primi sommergibili.
Mi ricordo di aver visto un vecchio speciale del National Geographic su Cousteau, narrato
da Orson Welles. Ne rimasi molto colpito. Cousteau, la sua troupe e le sue avventure mi sono
sembrati un’idea per un film tanto quanto un vero e proprio gruppo di esploratori.
Wes Anderson (National Geographic Adventure, 2004)
Explorer and documentarist Steve Zissou (Bill Murray) sets off on a new undersea
expedition; the aim is to hunt down the shark who ate his friend and partner, Esteban
du Plantier, during the shooting of their last underwater documentary. The colourful
crew of the Belafonte is composed, together with Steve, of his wife Eleanor (Anjelica
Huston), a young man who is convinced to be his son (Owen Wilson) and a pregnant
journalist (Cate Blanchett).
The film was inspired by the life of French director and oceanographer Jacques-Yves
Cousteau.
I’ve always been curious about and fascinated by Cousteau. He had the kind of mind that
allowed him to invent all kinds of things that, before he came along, people had never
dreamed of. He helped invent scuba and developed some of the first submersibles.
I remember watching an old National Geographic special on Cousteau narrated by Orson
Welles. I was fascinated. To me Cousteau, his crew, and their adventures seemed an idea for a
movie as much as they seemed like an actual group of explorers.
Wes Anderson (National Geographic Adventure, 2004)
Fiction Fiction
USA USA
Colore Color, 2004, 118 min.
Lingua originale Original Language
Inglese English
Regia Director
Wes Anderson
Sceneggiatura Script
Wes Anderson, Noah Baumbach
Fotografia Director of Photography
Robert Yeoman
Montaggio Editor
David Moritz
Scenografia Production designer
Mark Friedberg
Costumi Costume designer
Milena Canonero
Musica Music
Mark Mothersbaugh
Con With
Bill Murray, Owen Wilson, Cate Blanchett,
Anjelica Huston, Willem Dafoe, Jeff
Goldblum, Michael Gambon, Noah Taylor,
Bud Cort
Produzione Production
Touchstone Pictures, American Empirical
Pictures, Scott Rudin Productions, Life Aquatic
Productions Inc.
The Royal Tenenbaums is certainly Anderson’s grandest movie, and if it feels like an epic
at 110 minutes, it’s probably because there’s so much territory covered in each briskly paced
scene and densely packed Scope shot—visual, geographical, gestural, and emotional. The
setting is a timeless version of greater Manhattan, but it’s far from a tourist’s inventory of the
Big Apple. This is a New York of faded, seedy grandeur, where Holden Caulfield might cross
paths with the unlucky hustler of Lou Reed’s Street Hassle. […] This is a different film, even
more melancholy than its predecessor, with a different configuration of characters. And it’s
about a different kind of longing, too: to “restore” a family that was never that happy in the
first place to an eminence that never was.
Kent Jones (The Criterion Collection, 2002)
43
WES ANDERSON
Wes Anderson
Wes Anderson
HOTEL CHEVALIER
IL TRENO PER IL DARJEELING
THE DARJEELING LIMITED
Proiezione del film Film screening
Mercoledì 16 ottobre Wednesday, October 16
ore 17.30 5.30 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Proiezione del film Film screening
Mercoledì 16 ottobre Wednesday, October 16
ore 17.30 5.30 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Jack Whitman è disteso sul letto nella sua camera dell’Hotel Chevalier a Parigi. Riceve
la telefonata inattesa di una donna che gli annuncia la sua visita. Jack fa ordine nella
stanza a e si prepara all’incontro. Lei arriva. Tra lunghi silenzi, accompagnati dalle
note di Where Do You Go To (My Lovely) di Peter Sarstedt, emerge l’epilogo di una
complicata storia d’amore.
Fiction Fiction
USA USA
Colore Color, 2007, 13 min.
Lingua originale Original Language
Inglese, Francese English, French
Pensato inizialmente come progetto indipendente, Hotel Chevalier diventa il prequel di Il
treno per il Darjeeling. Procedendo con la scrittura del corto, Anderson si accorge infatti
che il protagonista ha molto in comune con uno dei personaggi della sceneggiatura di
un lungometraggio a cui sta lavorando e decide di creare un legame tra i due. Il risultato
sono due film strettamente connessi ma indipendenti. Anderson sceglie di non far
uscire il corto nei cinema in America insieme al film e lo distribuisce invece su iTunes,
in modo che il pubblico possa comunque vederlo. I due film saranno poi distribuiti
insieme in sala in altri paesi, tra cui l’Italia, e si ritroveranno nuovamente uniti nella
versione home video.
Regia Director
Wes Anderson
Sceneggiatura Script
Wes Anderson
Fotografia Director of Photography
Robert Yeoman
Montaggio Editor
Vincent Marchand
Con With
Jason Schwartzman, Natalie Portman
Produzione Production
American Empirical Pictures
Jack Whitman is laying on his bed, in his room at Hotel Chevalier, Paris. He receives
a call from a woman who tells him she’s on her way to see him. Jack tidies up his
room and gets ready for their rendezvous. She arrives. Long silences, accompanied
by the notes of Peter Sarstedt’s Where Do You Go To (My Lovely), tell us the end of a
complicated love story.
Initially thought as a stand-alone work, Hotel Chevalier became a prequel to The
Darjeeling Limited. While writing the short movie, Anderson realized the main character
had a lot in common with one of the characters from the feature film he was working
on. He decided to create a link between them, with the result of two strictly connected
yet separate films. Anderson chose not to release the short film on the US screens, but
to distribute it on iTunes, so that audience could watch it. The two films were later
distributed together in other countries such as Italy, and again together in the home
video version.
A un anno dal funerale del padre, i fratelli Whitman si ritrovano in India a bordo di
un treno speciale, il Darjeeling Limited: Francis (Owen Wilson), il maggiore dei tre,
è reduce da un incidente di cui reca ancora vistosi segni, Peter (Adrien Brody) sta per
diventare padre e Jack ( Jason Schwartzman), il più giovane, è un aspirante scrittore con
una dolorosa storia d’amore alle spalle. Meta finale del viaggio, organizzato e promosso
da Francis come un’avventura spirituale di riconciliazione fraterna, è in realtà un
convento ai piedi dell’Himalaya dove pare viva la loro madre (Anjelica Huston).
Quando però, a causa di comportamenti inopportuni, i tre fratelli con il loro carico
di numerosi bagagli sono lasciati a terra dal controllore del treno, inizia una nuova
avventura on the road.
Più di ogni altro tra i primi cinque film Anderson, Il treno per il Darjeeling mostra come il
suo universo sia un’avanguardia conservativa, un’estetica raffinata che traduce un codice etico
severo in cui la mancanza di responsabilità individuale o di sensibilità è anche una mancanza
di gusto.
Anderson non ha combattuto guerre e non è andato in cerca di pericoli, ma la morte
e il pericolo sono comunque presenti nell’intrepida intensità delle anime sensibili e
spensieratamente audaci che dipinge, nei loro amori squisitamente tormentati, nei loro codici
d’onore, nell’assenza di colpe e nel peso opprimente della loro vergogna, e nel loro feroce senso
di responsabilità verso desiderio e piacere.
Richard Brody (The Criterion Collection, 2010)
A year after their father’s funeral, the Whitman brothers find each other in India on
a special train, the Darjeeling Limited: Francis (Owen Wilson), the oldest of the
three brothers, is recovering from an accident that has left its marks, Peter (Adrien
Brody) is about to become a dad and Jack ( Jason Schwartzman), the youngest, is
a wannabe writer with a painful love story. Final destination of the journey, which
Francis organized and promoted as a spiritual adventure of brotherly reunion, is in
fact a convent at the foot of the Himalaya’s where their mother seems to live (Anjelica
Huston).
When, due to inappropriate behaviour, the three brothers with their several suitcases,
are thrown off the train by the steward, it’s the start of a new adventure on the road.
Fiction Fiction
USA USA
Colore Color, 2007, 91 min.
Lingua originale Original Language
Inglese English
Regia Director
Wes Anderson
Sceneggiatura Script
Wes Anderson, Roman Coppola, Jason
Schwartzman
Fotografia Director of Photography
Robert Yeoman
Montaggio Editor
Andrew Weisblum
Scenografia Production designer
Mark Friedberg
Costumi Costume designer
Milena Canonero
Con With
Owen Wilson, Adrien Brody, Jason
Schwartzman, Anjelica Huston, Bill Murray,
Irrfan Khan
Produzione Production
American Empirical Pictures
More than any of Anderson’s first five films, The Darjeeling Limited shows his universe to
be that of a conservative avant-garde, a refined aesthetic that conveys a severe ethical code
in which a failure of personal responsibility or of sensitivity is also a lapse in taste. Anderson
didn’t fight in wars and didn’t go looking for danger, but death and danger are nonetheless
ambient in the intrepid high-wire intensity of the sensitive, blithely daring souls he depicts,
in their exquisite and tormented varieties of love, their stringent code of honor, their absence
of guilt but crushing burden of shame, and their fierce sense of responsibility to desire and
pleasure.
Richard Brody (The Criterion Collection, 2010)
45
WES ANDERSON
Wes Anderson
Wes Anderson
FANTASTIC MR. FOX
MOONRISE KINGDOM Una fuga d’amore
MOONRISE KINGDOM
Proiezione del film Film screening
Domenica 20 ottobre Sunday, October 20
ore 11.00 11 AM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Proiezione del film Film screening
Domenica 20 ottobre Sunday, October 20
ore 14.00 2 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
I signori Fox si trasferiscono in una tana nuova, più spaziosa, all’interno di un albero;
con loro abitano il figlio Ash e, ospite temporaneo, Kristofferson, il nipote di Mrs. Fox.
Non lontano dalla nuova casa, sorgono le fattorie di tre agricoltori avidi e disonesti,
molto temuti dagli animali della zona: Boggins, Bunce e Bean.
L’ingiusta ricchezza dei tre risveglia l’istinto selvatico di Mr. Fox che, rispolverando il
suo passato di ladro abilissimo, escogita un astuto piano per rubare il cibo dalle fattorie
dei tre uomini.
Quest’audace iniziativa mette però a repentaglio la sicurezza della sua famiglia e dei
suoi amici: gli animali dovranno unirsi per combattere contro il temibile trio di umani
che, dopo aver scoperto i furti, sono decisi a vendicarsi e a catturare ad ogni costo il
temerario e fantastico Mr. Fox.
Film d’apertura del 53° London Film Festival nel 2009 e presentato in Italia al 27°
Torino Film Festival nello stesso anno, Fantastic Mr. Fox segna l’esordio nell’animazione
di Wes Anderson. Il regista sceglie lo stop motion per raccontare l’avventura delle volpi
di Roald Dahl, senza però rinunciare allo stile e ai temi che contraddistinguono il suo
universo cinematografico.
Due cose mi sono venute in mente contemporaneamente: adattare questo libro e fare un film
in stop-motion. […] Questo libro era perfetto, è sugli animali, è un libro che ho amato molto.
È Dahl, che ho sempre sentito molto vicino – così tanto da ispirare i miei lavori negli anni – e
uno dei grandi libri di Dahl che non era ancora stato adattato per il cinema. […] Per di più
adoravo il personaggio di Mr. Fox da bambino. Adoravo il fatto che salva tutti, ma che è lui
ad averli messi nei guai, il modo in cui parla, la sua eleganza.
Wes Anderson (A.V. Club, 2009)
Mr. and Mrs. Fox move their family to a new larger home, inside a tree; their son Ash
lives with them and their temporary guest Kristofferson, Mrs Fox’s nephew.
Not far from their new home are three mean spirited dishonest farmers, feared by the
animals of the area: Boggins, Bunce e Bean.
Seen the unequal richness of the three men, Mr. Fox succumbs to his animal instincts
and brushing up on his past makes a smart plan to go poaching in his new neighbours’
barnyards.
This bold initiative puts his family and friends in danger: the animals will join forces
and fight against the dreadful three humans who, having discovered the robberies, want
to capture the fearless, fantastic Mr. Fox.
Opening film of the 53rd London Film Festival in 2009, presented in Italy at the 27th
Torino Film Festival the same year, Fantastic Mr. Fox was Wes Anderson’s first foray
into the world of feature-length animation. The director chose stop-motion to tell the
adventures of Roal Dahl’s foxes, maintaining style and themes that characterise his
universe.
Two things occurred simultaneously, which was to do this book and to make a film in stopmotion. […]And this book was perfectly suited for that. It’s animals, and it’s also a book I’ve
always loved. It’s Dahl, who I feel very close to – so much of his work has inspired me over the
year –, and it’s one of the big Dahl books that’s never been made into a movie or anything.
[…] The other thing is that I loved this character, Mr. Fox, as a kid. I loved that he rescues
everyone, but he’s also kind of the one who got them into the trouble in the first place. And the
way he talks, his flair.
Wes Anderson (A.V. Club, 2009)
Animazione Animation
USA/Regno Unito USA/UK
Colore Color, 2009, 87 min.
Lingua originale Original Language
Inglese, Francese English, French
Estate 1965. A New Penzance, un’isoletta al largo delle coste del New England, i
dodicenni Sam e Suzy si conoscono casualmente a una recita: si innamorano, stringono
un patto segreto e decidono di scappare insieme. Mentre una violenta tempesta si
avvicina alla costa, gli adulti e diverse autorità partono alla ricerca dei due fuggitivi,
mettendo a soqquadro l’intera isola e sconvolgendo l’ordine della tranquilla comunità.
Fiction Fiction
USA USA
Colore Color, 2012, 94 min.
Lingua originale Original Language
Inglese English
Regia Director
Wes Anderson
Sceneggiatura Script
Wes Anderson, Noah Baumbach
da un racconto di
based on the book by
Roald Dahl
Fotografia Director of Photography
Tristan Oliver
Montaggio Editor
Andrew Weisblum, Ralph Foster, Stephen
Perkins
Direttore dell’animazione
Animation Director
Mark Gustafson
Scenografia Production designer
Nelson Lowry
Musica Music
Alexandre Desplat
Voci Voices
George Clooney, Meryl Streep, Jason
Schwartzman, Bill Murray, Wallace Wolodarsky, Eric Anderson, Michael Gambon,
Willem Dafoe, Owen Wilson, Jarvis
Cocker, Wes Anderson, Roman Coppola,
Adrien Brody
Produzione Production
Twentieth Century Fox, Indian Paintbrush,
Monarchy Enterprises, American Empirical
Pictures
Wes Anderson affianca in questo film attori del calibro di Bruce Willis, nel ruolo dello
sceriffo, Edward Norton, in quello di capo Scout, Bill Murray e Frances McDormand,
nei panni dei genitori della ragazza, ai due giovani esordienti, Jared Gilman e Kara
Hayward. Benché alla prima esperienza, come si legge nelle note di produzione del
film, i due piccoli attori lavorano con dedizione, svolgendo dei compiti extra richiesti
dal regista, per familiarizzare tra di loro e con i loro personaggi e per immergersi
nell’atmosfera degli anni ’60. Prima di arrivare sul set, devono prendere lezioni di
canoa e karate, imparare a cucinare e ad accendere il fuoco, scriversi lettere come i
due protagonisti e guardare pellicole ambientate in quel periodo, tra cui i film di Clint
Eastwood. Oltre alla cura particolare rivolta a ricreare un’ambientazione anni ’60,
grande attenzione è stata riservata allo scouting della location: l’immaginaria New
Penzance, con una modesta popolazione e poche auto, è una piccola isola che favorisce
l’immaginazione dei bambini e stimola il loro senso all’avventura. Occorre, dunque, un
posto quasi vergine e incontaminato: dopo lunghe ricerche, la scelta ricade su Rhode
Island con le sue coste, montagne e vaste distese, dove Anderson preferisce girare con
una troupe ridotta al minimo per cogliere in pieno la natura dei luoghi.
Regia Director
Wes Anderson
Sceneggiatura Script
Wes Anderson, Roman Coppola
Fotografia Director of Photography
Robert Yeoman
Montaggio Editor
Andrew Weisblum
Scenografia Production designer
Adam Stockhausen
Costumi Costume designer
Kasia Walicka Maimone
Musica Music
Alexandre Desplat
Con With
Jared Gilman, Kara Hayward, Bruce Willis,
Edward Norton, Bill Murray, Frances McDormand, Tilda Swinton, Jason Schwartzman,
Bob Balaban
Produzione Production
Focus Features, Indian Paintbrush, American
Empirical Picture
Anderson gira film personali, più che per l’industria cinematografica, film che non
assomigliano a quelli di nessun altro, non si muovono e non appaiono come nessun altro. Le
persone, con i loro drammi e le loro passioni, sono veritiere e riconoscibili nei suoi lavori – e
raramente rese in maniera così profonda come in Moonrise Kingdom – ma esistono in un
mondo a parte, fatto di straordinari dettagli, cura e, credo, dell’amore del Signor Anderson.
Manhola Dargis (The New York Times)
Summer 1965. In New Penzance, small island off the coast of New England, twelveyear-olds Sam and Suzy meet by chance at a play: they fall in love, make a secret pact
and run away together. As a violent storm approaches the coast, the adults and various
authorities set off to hunt down the two fugitives; the entire island and its peaceful
community are turned upside down.
Wes Anderson chose stars as Bruce Willis, in the role of the sheriff, Edward Norton, as
Scout troop leader, Bill Murray and Frances McDormand, who portray the young girl’s
parents, and introduced Jared Gilman and Kara Hayward as Sam and Suzy, the boy and
girl. Despite being new to films, the two young stars applied themselves with dedication,
as one can read in the production notes, doing some extra rehearsal as required by
the director, to familiarize and explore their characters, and to sink into in that ’60s
atmosphere. Before arriving on the set, they took canoeing and karate lessons, learned
how to cook and start a fire, to write letters like their characters and watched old movies
with Clint Eastwood. Together with the particular attention they put into recreating the
‘60s world, great care was put in scouting for the location: with a modest population
and few automobiles allowed, New Penzance lends itself to being a place that sparks the
children’s imaginations and senses of adventure. An untouched, uncontaminated place
was needed: after long research, Rhode Island was chosen for its coasts, mountains and
vast fields, where Anderson preferred to shoot with his troupe reduced to a minimum in
order to capture the nature of the places.
Anderson makes personal, rather than industrial, films that don’t look, move or feel like
anyone else’s. The people in his work, their passions and dramas, are true and recognizable –
and rarely more deeply felt than in Moonrise Kingdom – but they exist in a world apart, one
made with extraordinary detail, care and, I think, love by Mr Anderson.
Manhola Dargis (The New York Times)
47
WES ANDERSON
Viaggio in Italia
Journey to Italy
49
CONCORSO/COMPETITION
Roberto Rossellini
Salvo Cuccia
VIAGGIO IN ITALIA
JOURNEY TO ITALY
SUMMER 82 WHEN ZAPPA CAME TO SICILY
Proiezione del film Film screening
Mercoledì 16 ottobre Wednesday, October 16
ore 20.00 8 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Proiezione del film Film screening
Sabato 19 ottobre Saturday, October 19
ore 17.45 5.45 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Una coppia di ricchi coniugi inglesi, Katherine e Alexander Joyce, si reca in Italia per
una questione di eredità. I rapporti fra loro sono tiepidi e convenzionali e lontano da
casa il loro precario equilibrio sembra rompersi definitivamente. Il viaggio a Napoli
costituisce un’esperienza molto diversa per ciascuno di loro: mentre il marito è
totalmente assorbito dai suoi affari, la moglie visita da sola musei e siti archeologici che
la turbano profondamente. Quando tutto sembra perduto e la separazione inevitabile,
durante una processione, Katherine e Alexander si ritrovano l’una nelle braccia
dell’altro, forse destinati a rimanere uniti.
Con l’apparizione di Viaggio in Italia, tutti i film sono improvvisamente invecchiati di dieci
anni; niente di più impietoso della giovinezza, di questa intrusione categorica del cinema
moderno, in cui possiamo finalmente riconoscere ciò che attendevamo confusamente. […]
Ci sarebbe una scuola Rossellini? E quali sarebbero i suoi dogmi? Non so se c’è scuola, ma so
quello di cui c’è bisogno; si tratta prima di tutto di intendersi sul senso della parola realismo,
che non è una tecnica di sceneggiatura, un po’ semplice, né uno stile di regia, ma uno stato
d’animo: che la linea retta è il tragitto più breve da un punto a un altro.
Jacques Rivette (Cahiers du cinéma, 1955)
A rich English couple, Katherine and Alexander Joyce, travels to Italy for an inheritance
sale. Their relationship is aloof and conventional and far away from home their unstable
balance seem to definitely break. Their personal experience of the journey to Naples
is very different: the husband is utterly absorbed in his business; the wife on her own
visits museum and archaeological sites that profoundly hit her. When all seems lost
and their separation inevitable, during a procession, Katherine and Alexander find
themselves in each other’s arms, perhaps destined to remain together.
With the appearance of Journey to Italy, all films have suddenly aged ten years; nothing is
more pitiless than youth, than this unequivocal intrusion by the modem cinema, in which we
can at last recognize what we were vaguely awaiting. […] Is there to be a Rossellini school?
And what will its dogmas be? I don’t know if there is a school, but I do know there should be;
first, to come to an understanding about the meaning of the word realism, which is not some
rather simple scriptwriting technique, nor yet a style of mise en scene, but a state of mind: that
a straight line is the shortest distance between two points.
Jacques Rivette (Cahiers du cinéma, 1955)
Roberto Rossellini (1906-1977), regista
e sceneggiatore tra i più importanti della
cinematografia italiana ed europea, dirige
Viaggio in Italia nel 1953, dopo aver
realizzato Roma città aperta (1945), Paisà
(1946) e Germania anno zero (1948), le tre
pellicole dedicate alla guerra che segnano
una svolta nella sua carriera e concorrono alla
nascita del neorealismo cinematografico. Il
film viene realizzato lavorando in gran parte
con il metodo dell’improvvisazione, con
l’aiuto quotidiano di Vitaliano Brancati che
cura i dialoghi. Alla sua uscita, nel 1954, la
pellicola non riceverà una buona accoglienza
in patria, mentre sarà molto amata dai
critici francesi della Nouvelle Vague che ne
percepiscono da subito la forza innovatrice.
Roberto Rossellini (1906-1977),
director and screenwriter among the
most important in Italian and European
Cinema, directed Journey to Italy in 1953,
after Roma città aperta (1945), Paisà
(1946) and Germania anno zero (1948),
three films dedicated to war that marked a
turning point in his career and contributed
to the birth of Neorealism. The film made
wide use of improvisation, with the daily
help of Vitaliano Brancati who curated all
dialogues. When released, in 1954, Journey
to Italy received a very cold welcome in
Rosselini’s home country; French critics
of the Nouvelle Vague, on the contrary,
immediately loved and acclaimed its
innovative drive.
Fiction Fiction
Italia/Francia Italy/France
Bianco e nero Black and White, 1954, 87 min.
Lingua originale Original Language
Italiano, Inglese Italian, English
Regia Director
Roberto Rossellini
Sceneggiatura Script
Vitaliano Brancati, Roberto Rossellini
Fotografia Director of Photography
Enzo Serafin
Montaggio Editor
Jolanda Benvenuti
Scenografia Production designer
Piero Filippone
Costumi Costume designer
Fernanda Gattinoni
Musica Music
Renzo Rossellini
Con With
Ingrid Bergman, George Sanders, Maria
Mauban, Anna Proclemer, Paul Müller, Leslie
Daniels, Anthony La Penna, Natalia Ray,
Jackie Frost
Produzione Production
Sveva-Junior, Italiafilm-S.E.C
Filmografia essenziale
Selected Filmography
Roma città aperta (1945), Paisà (1946),
Germania anno zero (1948), Stromboli,
terra di Dio (1950), Francesco, giullare di
Dio (1950), Europa ’51 (1952), Viaggio
in Italia (1954), Il generale Della Rovere
(1959), Era notte a Roma (1960), Viva
l’Italia (1961), Il Messia (1975)
14 luglio 1982. Un ragazzo e suo padre attraversano l’Italia da nord a sud in macchina
verso Palermo, l’ultima imperdibile tappa del tour europeo di Frank Zappa. Un viaggio
indimenticabile, che culmina però in una grande delusione: il ragazzo non arriva in
tempo al concerto del suo idolo.
Quel ragazzo era Salvo Cuccia, che a distanza di trent’anni riprende in mano il biglietto
mai staccato e ricostruisce i tasselli di quel momento particolare della sua vita. Il
bisogno di connettersi con suo padre si intreccia inestricabilmente con la storia della
famiglia di Frank, che grazie a quel concerto mancato ora visita la terra dei propri avi.
Documentario Documentary
Italia/USA Italy/USA
Colore Color, 2013, 80 min.
Lingua originale Original Language
Italiano, Inglese Italian, English
Prima mondiale World Premiere
70. Mostra internazionale del Cinema di
Venezia, 2013
La musica di Frank Zappa è sempre stata di ispirazione lungo il mio percorso artistico:
grande dissacratore, mette in relazione mondi diversi incidendo con la sua opera il punto
di contatto più forte tra il rock, il jazz, il funk e la musica colta del 900. Non avrei mai
immaginato, però, di fare un film con le musiche e le immagini di Frank Zappa, di incontrare
i suoi familiari, di diventare amico di Massimo Bassoli, di utilizzare i super8 di mio padre e
coinvolgerlo a distanza di anni in questo racconto corale a cui partecipano anche mia moglie
e mia figlia.
Salvo Cuccia
Regia Director
Salvo Cuccia
Soggetto e sceneggiatura
Story and script
Salvo Cuccia
Fotografia Director of Photography
Clarissa Cappellani
Montaggio Editor
Benni Atria
Suono Sound
Antonio Barba, Davide Pesola
Musica Music
Frank Zappa, Dweezil Zappa
Con With
Frank Zappa, Gail Zappa, Moon Unit
Zappa, Dweezil Zappa, Diva Zappa,
Mathilda Doucette, Megan Zappa, Massimo
Bassoli, Steve Vai, Thomas Nordegg, Tanino
Liberatore, Joe Travers
Produzione Production
Abra&Cadabra, Zappa Family Trust
July 14, 1982. A young boy and his father travel through Italy from North to South
towards Palermo, to attend the last concert on the European tour of the legendary Frank
Zappa. An unforgettable journey, but one that culminates in a great disappointment: the
young man will not arrive in time for his idol’s concert.
That young man was Salvo Cuccia, who thirty years later picks up again the unused
ticket and sets out to reassemble the pieces of that particular moment in his life. The
memory of his father, who died prematurely, is intertwined with the story of Frank’s
family, that is now visiting the land of their forebears.
Frank Zappa’s music has been an inspiration throughout my artistic career: an iconoclast, he
linked different worlds together, forging through his work a strong connection between rock,
jazz, funk and the classical music of 20th century. I would never have imagined, however,
making a film with the music and images of Frank Zappa, meeting his family, becoming
friends with Massimo Bassoli, using the Super 8 shot by my father and involving him at a
distance of many years in this tale with many voices, in which my wife and my daughter have
also played a part.
Salvo Cuccia
Salvo Cuccia (Palermo, 1960) regista
e artista visivo, coniuga nella sua
sperimentazione eclettica videoarte, fiction
e nuove forme del documentario. Autore
prolifico, ha realizzato molti lavori tra video
di creazione, cortometraggi d’invenzione,
performances, videoinstallazioni
e documentari. I suoi lavori sono
stati proiettati in numerosi festival
internazionali, da Locarno al Festival dei
Popoli, da Torino a Bombay. Nel 2005
Martin Scorsese ha presentato il suo film
documentario Détour De Seta al Tribeca
Film festival e al Full Frame Documentary
Film Festival. La sua ricerca è protesa
oggi verso le nuove frontiere della realtà
aumentata e il cinema di finzione.
Salvo Cuccia (Palermo, 1960), director
and visual artist, combines in his eclectic
experimentation video-art, fiction and
new media in documentary. Prolific
author, he has made many video works,
fiction short films, performances, videoinstallations and documentaries. His
works have been presented and screened
in many International festivals, from
Locarno to the Festival dei Popoli, from
Turin to Bombay. In 2005 Martin Scorsese
presented his film documentary Détour De
Seta at the Tribeca Film festival and Full
Frame Documentary Film Festival. His
research stretches today towards the new
frontiers of augmented reality and fiction
cinema.
Filmografia Filmography
Summer 82 When Zappa Came to Sicily
(doc. 2013), Rockarbëresh (doc. 2007),
Oltre Selinunte (doc. 2006), Détour De
Seta (doc. 2004), Ce ne ricorderemo di
questo pianeta (doc. 2000)
51
VIAGGIO IN ITALIA/JOURNEY TO ITALY
Costanza Quatriglio
Costanza Quatriglio
CON IL FIATO SOSPESO
HOLDING MY BREATH
TERRAMATTA; Il Novecento italiano di
Vincenzo Rabito analfabeta siciliano
Proiezione del film Film screening
Domenica 20 ottobre Sunday, October 20
ore 17.45 5.45 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Proiezione del film Film screening
Domenica 20 ottobre Sunday, October 20
ore 17.45 5.45 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Stella studia Farmacia all’università. Quando è l’ora della tesi viene inserita in un
gruppo di ricerca. Pian piano si rende conto che nei laboratori di chimica qualcosa
non va. L’ambiente è insalubre, qualcuno comincia a star male, i professori parlano
di coincidenze. L’amica Anna, che ha lasciato gli studi per suonare in un gruppo
indie-punk, vorrebbe che Stella smettesse di passare intere giornate in laboratorio;
Stella, al contrario, non vuole rinunciare al suo sogno. Dall’incredulità alla perdita
di ogni certezza: la sua storia si intreccia con il diario di un giovane dottorando che
ha già percorso la strada in cui Stella si imbatterà. Ispirato al memoriale-denuncia di
Emanuele, dottorando nel Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università di
Catania, morto di tumore al polmone nel dicembre 2003.
Nel cinema esiste una soglia oltre la quale la differenza tra generi, dispositivi della narrazione,
messa in scena e rappresentazione del reale dissolvono nella costruzione di un’esperienza che
rende lo spettatore parte integrante del film. Esiste inoltre una soglia oltre la quale un film
perde la sua libertà per essere parte di un sistema di valori, accettato e riconosciuto. Infine
esiste una soglia ogni qual volta si è al cospetto dell’intimità di un personaggio, delle sue
debolezze, delle sue ossessioni o del suo dolore. Ho realizzato il film come un funambolo che
cammina su queste soglie, con l’eccitazione di potercela fare, di poter dominare questa materia
difficile.
Costanza Quatriglio
Stella is studying for her university degree in pharmacology. To write her thesis, she is
sent to work with a research group. Little by little she realizes that there is something
strange going on in the chemistry lab. Working conditions are unhealthy, people start
to fall ill, professors talk of coincidences. Stella’s friend Anna who has dropped out
of college to play with an independent-punk band, tries to convince her not to spend
entire days in the laboratory. But Stella does not want to give up on her dream. From
disbelief to the loss of all certainties, her story becomes enmeshed with the diary of a
young Ph.D. candidate who has already gone down the same road. The film is inspired
by the memoir of Emanuele, a Ph.D. student at the Department of Pharmaceutical
Sciences at the University of Catania who died of lung cancer in December 2003.
There is a threshold in filmmaking beyond which the difference between genres, narrative
devices, mise-en-scène and representation of reality dissolve in the construction of an
experience that makes the viewer an integral part of the movie. There is also a threshold
beyond which a film loses its freedom in order to become part of an accepted and recognized
set of values. Finally, a threshold is reached every time we are presented with the inner life of
a character, with his or her weaknesses, obsessions or pain. I made the film like a tightrope
walker threading his way along these thresholds, with the excitement of finding I could do it,
that I could master this difficult subject.
Costanza Quatriglio
Fiction Fiction
Italia Italy
Colore Color, 2013, 35 min.
Lingua originale Original Language
Italiano Italian
Prima mondiale World Premiere
70. Mostra internazionale del Cinema di
Venezia, 2013
Regia Director
Costanza Quatriglio
Sceneggiatura Script
Costanza Quatriglio
Fotografia Director of Photography
Sabrina Varani
Montaggio Editor
Luca Gasparini, Letizia Caudullo
Scenografia Production designer
Beatrice Scarpato
Costumi Costume designers
Francesca Vecchi, Roberta Vecchi
Suono Sound
Gianluca Scarlata
Musica Music
Paolo Buonvino
Con With
Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Anna
Balestrieri, Gaetano Aronica
Produzione Production
Jolefilm, Costanza Quatriglio
in collaborazione con
in collaboration with
Istituto Luce Cinecittà
Una sinfonia di paesaggi di oggi e di ieri, filmati d’archivio e musiche elettroniche, terre
vicine e lontane. Una lingua inventata, né italiano né dialetto, musicale ed espressiva
come quella di un cantastorie. Nato nel 1899, l’ analfabeta siciliano Vincenzo Rabito
racconta il Novecento attraverso migliaia di fitte pagine dattiloscritte raccolte in
quaderni legati con la corda. Dall´estrema povertà al boom economico, è un secolo di
guerre e disgrazie, ma anche di riscatto e lavoro. Il punto di vista inedito è quello di un
ultimo che, scrivendo la propria autobiografia, rilegge la storia d’Italia in una narrazione
appassionata e travolgente che emoziona e commuove, obbligando a fare i conti con
verità contraddittorie e scomode.
Terramatta; è un film in soggettiva, e anche un po’ on the road, perché lui era un
camminatore: andava a piedi ovunque e io ho filmato le strade pensando a come le percorreva
lui. Strade lunghe e polverose, vicoli dolci e silenziosi. Un incedere ostinato e solitario, proprio
come il ticchettio della sua macchina da scrivere.
Costanza Quatriglio
A symphony of landscapes - old and new, near and far - filmed with the help of
electronic music and archives. The story is brought to life by Vincenzo Rabito, an
illiterate Sicilian, through a blend of imaginary, musical language - neither Italian nor
dialect. A striking storyteller, he recounts Italian twentieth century history through
thousands of dictated, tightly written, rope-bound pages, tracing the extremes of a
century marked by poverty and economic boom, disgrace and redemption. Rabito
gives an impassioned and unique autobiographical perspective on a complicated part
of Italian history, forcing his audience to face up to contradictory and uncomfortable
truths.
Terramatta is a subjective, on the road kind of film - because he was a road traveller. He went
everywhere on foot, and I filmed streets thinking about how he saw them. Long, dusty roads,
soft and silent backstreets; an obstinate and solitary pace - just like the tip-tapping of his
typewriter.
Costanza Quatriglio
Costanza Quatriglio (Palermo, 1973) è
autrice del pluripremiato L’isola, presentato
al Festival di Cannes - Quinzaine des
Réalisateurs nel 2003. Tra i suoi film
documentari, premiati in diversi festival in
Italia e all’estero e trasmessi per lo più da Rai
Tre, ma anche da Tele+, La7 e Sky Cinema,
ricordiamo: Racconti per l’isola, ècosaimale?,
L’insonnia di Devi, la miniserie per Rai Tre
Raìz, Il mondo addosso, Il mio cuore umano,
Breve film d’amore e libertà e Terramatta,
evento speciale alle Giornate degli Autori
di Venezia nel 2012 e Nastro d’Argento per
il miglior documentario nel 2013. Il suo
ultimo lavoro, Con il fiato sospeso, è stato
presentato alla 70a Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica di Venezia.
Costanza Quatriglio (Palermo, 1973) is
the writer and director of the award-winning
L’isola, presented at the Cannes Film Festival
- Quinzaine des Réalisateurs in 2003. Her
documentary films, shown to great acclaim
in Italian and International festivals and broadcast mostly on Rai Tre, but also on Tele+,
La7 and Sky Cinema, include Racconti per
l’isola, ècosaimale?, L’insonnia di Devi, the
TV mini series Raìz, Il mondo addosso, Il mio
cuore umano, Breve film d’amore e libertà and
Terramatta, which has been presented as a
Special Event at the Venice Days in 2012
and has awarded the Nastro d’Argento for
Best Documentary in 2013. Her last work,
Holding My Breath, has been screened at the
70th Venice Film Festival.
Documentario Documentary
Italia Italy
Colore Color, 2012, 74 min.
Lingua originale Original Language
Italiano Italian
Prima mondiale World Premiere
69. Mostra internazionale del Cinema di
Venezia (Giornate degli autori), 2012
Regia Director
Costanza Quatriglio
Soggetto e sceneggiatura
Story and script
Chiara Ottaviano, Costanza Quatriglio
Fotografia Director of Photography
Sabrina Varani
Montaggio Editor
Letizia Caudullo
Suono Sound
Antonio Dolce
Musica Music
Paolo Buonvino
Con With
Turi, Tano e Giovanni Rabito
Voce narrante Voice
Roberto Nobile
Produzione Production
Cliomedia Officina, Cinecittà Luce
in collaborazione con
in collaboration with
Stefilm International
Filmografia Filmography
Terramatta (doc. 2012), Il mio cuore umano
(doc. 2009), Il mondo addosso (doc. 2006),
L’isola (2003), L’insonnia di Devi - viaggio
attraverso le adozioni internazionali (doc.
2001), Ècosaimale? (doc. 2000)
53
VIAGGIO IN ITALIA/JOURNEY TO ITALY
Daniele Vicari
IL MIO PAESE
MY COUNTRY
Proiezione del film Film screening
Venerdì 18 ottobre Friday, October 18
ore 15.30 3.30 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Tra il 1959 e il 1960 uno dei più grandi documentaristi della storia del cinema, Joris
Ivens, realizzò - su commissione di Enrico Mattei presidente dell’Eni - un film dal titolo
emblematico: L’Italia non è un paese povero. Attraverso un lungo viaggio, dal nord ormai
rinato dalle macerie del secondo conflitto mondiale, al sud ancora contadino, Ivens
raccontava lo sforzo di industrializzazione di un paese alla vigilia del boom economico.
Cosa è rimasto oggi di quel sogno?
Tra il 2005 e il 2006 Daniele Vicari ha ripercorso l’Italia in senso inverso per raccontare
un presente segnato dalla crisi economica interna e dalla conseguente perdita di
competitività internazionale. Nel suo viaggio - dalla Sicilia industriale di Gela e Termini
Imerese, passando per Melfi, per i laboratori dell’Enea di Roma, dove si fa ricerca sulle
energie alternative, per una città come Prato, alle prese con la complessa dinamica
dell’immigrazione cinese, fino a Porto Marghera -, Vicari racconta un paese in difficoltà,
che sta tuttavia cambiando pelle: assieme all’Italia del declino emerge quella della
riconversione, di una nuova trasformazione.
Between 1959 and 1960 one of the greatest documentary-makers in the history of
cinema, Joris Ivens, made – commissioned by Enrico Mattei, president of Eni – a film
with an emblematic title: Italy is Not a Poor Country. A long journey through Italy,
from the North, that had just risen from the ruins of the Second World War, to the still
rural South: Ivens told the efforts in industrialization of a country on the eve of the
economical boom. What is left of that dream today?
Between 2005 and 2006 Daniele Vicari travelled throughout Italy again, in the opposite
direction, in order to tell the current situation, marked by the National financial
crisis and consequent loss of International competitiveness. During his trip – from
industrial Sicily of Gela and Termini Imerese, via Melfi, to the Enea laboratories in
Rome, where research on alternative energies are carried out, and a city like Prato, with
its complex issues of Chinese immigration, up to Port Marghera – Vicari described a
country undergoing hard times, but still capable of reinventing itself: decline, but also
reconversion and transformation.
Daniele Vicari (1967) dirige il suo primo
lungometraggio di finzione nel 2002,
Velocità massima, presentato in concorso alla
Mostra del Cinema di Venezia e premiato
con il David di Donatello per il miglior film
d’esordio. Nel 2005 il suo secondo film
L’orizzonte degli eventi viene selezionato
dalla Semaine de la critique del Festival
di Cannes. Nel 2007 riceve un secondo
David di Donatello con il documentario
Il mio paese. Nel 2008 Il passato è una terra
straniera viene selezionato in concorso al
Festival del film di Roma. Nel 2012 realizza
Diaz - Don’t clean up this blood, premio
del pubblico al festival di Berlino, e il
documentario La nave dolce, presentato alla
69a Mostra del cinema di Venezia.
Daniele Vicari (1967) shot his first
feature in 2002, Maximum Velocity, which
was selected for the Venice Film Festival
and won the David di Donatello for Best
First Film. In 2005, his second film Event
Horizon, was chosen for the Semaine de
la Critique at the Cannes Film Festival.
In 2007 his documentary My country was
awarded a second David di Donatello for
Best Documentary. In 2008 The past is a
foreign land competed at the Rome Film
Festival. In 2012 he made Diaz - Don’t
clean up this blood, Audience Award of the
Berlinale, and the documentary The sweet
ship, presented at the 69th Venice Film
Festival.
Documentario Documentary
Italia Italy
Colore Color, 2006, 113 min.
Lingua originale Original Language
Italiano Italian
Prima mondiale World Premiere
63. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, 2006
Eventi speciali e incontri
Special events and meetings
Regia Director
Daniele Vicari
Soggetto e sceneggiatura
Story and script
Antonio Medici, Daniele Vicari
Fotografia Director of Photography
Gherardo Gossi
Montaggio Editor
Benni Atria
Suono Sound
Gianluca Costamagna
Musica Music
Massimo Zamboni
Produzione Production
Vivo film
con il sostegno di
with the support of
Associazione Centenario CGIL
in collaborazione con
in collaboration with
Rai Cinema
Filmografia Filmography
La nave dolce (doc. 2012), Diaz (2012), Il
passato è una terra straniera (2008), Il mio
paese (doc. 2006), L’orizzonte degli eventi
(2005), Velocità Massima (2002), Non mi
basta mai (doc. 1999)
55
CONCORSO/COMPETITION
Paolo Muran, Nicola Pittarello
Michel Gondry
RIVER WATER London to Istanbul
(Work in progress)
THE WE AND THE I
Proiezione del film Film screening
Giovedì 17 ottobre Thursday, October 17
ore 17.45 5.45 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Proiezione del film Film screening
Giovedì 17 ottobre Thursday, October 17
ore 20.00 8 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Un viaggio attraverso l’Europa in una piccola barca di 6 metri, da Londra attraverso il Canale
della Manica fino al Bosforo e l’antica Costantinopoli. Un viaggio alimentato dal vento,
dalla forza dei muscoli, dal sole e dalla simpatia delle persone che lo hanno reso possibile.
Quel viaggio, compiuto da Giacomo De Stefano tra il 2010 e il 2012, è diventato un film.
I registi Paolo Muran e Nicola Pittarello presentano in anteprima a Detour un estratto del
documentario che è attualmente in post-produzione: un’occasione per continuare a parlare
di viaggio e scoprire insieme agli autori le diverse fasi di lavorazione di un film.
Era la primavera del 2010, tornando da un festival nel sud d’Italia dove eravamo stati ospitati,
Giacomo mi raccontava il progetto che intendeva realizzare: da Londra a Istanbul su una piccola
barca di legno a remi e a vela, utilizzando solo la forza delle braccia e del vento.
“Ma perché lo fai?” Gli chiesi. “Perché è stata una pessima idea quella di avvelenare le acque dei
fiumi e voglio vedere come è la situazione in Europa, percorrendo lentamente l’autostrada liquida
che la attraversa e che unisce Londra a Istanbul.” In quel momento ho appreso che Londra e
Istanbul sono collegate dall’acqua. Mi sono immaginato i paesaggi che avrebbe incontrato lungo
i 5200 km da percorrere, i volti delle persone che avrebbe incontrato nei 15 paesi europei da
attraversare. Adesso quei paesaggi, quei volti, quegli incontri e tutta l’avventura di Giacomo l’ho
vissuta e filmata dall’inizio alla fine e non vedo l’ora di poterla raccontare con questo film.
Paolo Muran
A journey across Europe on a small six-metre boat, from London through the English
Channel down to Bosporus and the Ancient Constantinople. A journey that was powered
by wind, his own muscles, the sun and sympathy of the people who made it possible. This
journey, accomplished by Giacomo De Stefano between 2010 and 2012, has become a film.
Directors Paolo Muran and Nicola Pittarello present a first preview of the documentary,
which is currently in post-production: an occasion to keep talking about travel and discover
the diverse phases of film-production together with the authors.
Spring 2010, on our way back from a festival in the South of Italy where we had been invited,
Giacomo was telling me of a project he was working on: from London to Istanbul on a small
wooden rowing and sailing boat, by using only wind and his own arms.
“But why?” I asked. “Because polluting river waters was a terrible idea and I want to see what
the situation is like in Europe, slowly navigating the liquid highway that runs through it and
that connects London to Istanbul.” I discovered there and then that London and Istanbul were
connected by water. I imagined the landscapes he would find along the 5200 km he had to cover,
the faces of the people he would meet in the fifteen European countries he had to cross. Those
landscapes, faces, encounters and all of Giacomo’s adventure, in the end, I have lived and filmed
from beginning to end, and I can’t wait to retell it with this film.
Paolo Muran
Paolo Muran operatore, regista e
produttore, dal 1980 è socio dello Studio
Pierrot e la Rosa. Nel corso degli anni
ha realizzato numerosi documentari
riconosciuti a livello internazionale, tra cui
Life as a corporate holiday. Come direttore
della fotografia ha collaborato con Gianni
Celati e Fernando Solanas.
Paolo Muran, camera operator, director and
producer, since 1980 has been a member of
Studio Pierrot and la Rosa. Over the years,
he has made internationally renowned
documentaries, such as Life as a corporate
holiday. He has collaborated as director
of photography with Gianni Celati and
Fernando Solanas.
Nicola Pittarello ha seguito il laboratorio
stabile di Ipotesi Cinema di Ermanno Olmi.
Ha lavorato come regista, DOP e video
editor per documentari e cortometraggi
distribuiti a livello internazionale e
presentati in numerosi festival. Tra i suoi
ultimi lavori: L’or du Congo (2010), Pasolini
l’incontro (2011), La sfida di Venezia (2012).
Nicola Pittarello, has attended Ermanno
Olmi’s lab “Ipotesi Cinema”. He has worked
as director, DOP and video editor on documentaries and short films, which have been
internationally-distributed and presented
in several festivals. Among his latest works:
L’or du Congo (2010), Pasolini, the Encounter
(2011), The Challenge of Venice (2012).
Documentario Documentary
Italia Italy
Work in progress
Regia Director
Paolo Muran, Nicola Pittarello
Riprese Camera
Paolo Muran, Nicola Pittarello, Anna
Sandrini, Fine Schaumburg, Leon Greco,
Bruno Porto
Con With
Giacomo De Stefano
Produzione Production
Capdo Film
L’ultimo giorno dell’anno in una scuola del Bronx. Gli studenti si ammassano sul solito
autobus verso casa. Il mucchio chiassoso di adolescenti aggressivi e superficiali – i bulli
e le vittime – cambia e si trasforma man mano che l’autobus si svuota. Le relazioni
diventano più vicine e personali anche tra studenti che nulla hanno in comune.
Al liceo ero un individualista. Avevo amici, certo, ma evitavo qualsiasi cosa prevedesse grandi
gruppi. Non mi piaceva proprio come gli adolescenti si comportavano in gruppo. […] Più
tardi, a Parigi, ricordo di aver preso un autobus che a un certo punto si riempì di liceali.
Diversamente dalla loro entrata di massa, la loro uscita fu graduale e mi permise di osservare
le variazioni del comportamento individuale. Ad ogni fermata, la massa diminuiva e le
singole personalità si riaffermavano. Il chiacchiericcio chiassoso dell’inizio lasciava posto a
conversazioni più profonde e personali. Alla fine, rimasero solo due studenti, proprio dietro
di me, e la loro conversazione deviò sulla filosofia. Questa è la storia che racconto in The We
and the I con i ragazzi del Bronx a New York. Una vita colorata e a volte molto difficile, con
la morte che si intravede sui telefonini e le prese in giro che portano a lacrime e consolazione.
Non è esattamente la vita dei ragazzi della Parigi borghese, ma dentro nel profondo penso che
le persone siano tutte uguali.
Michel Gondry
The last day of the year at a high school in the Bronx. Students pile on to the usual
bus home. The raucous bunch of aggressive and superficial teens – the bullies and the
bullied – develops and is transformed as the bus empties. Relationships become closer
and more personal between students with absolutely nothing in common.
At high school, I was an individualist. I had friends, sure, but I avoided anything involving
large groups. I just didn’t like how teens behaved in a group environment. […] Later, I
remember catching a bus across Paris that was overrun at one point by high school kids.
Unlike their mass entrance, their exit was gradual and I was able to observe variations in
individuals’ behavior. With each stop, the mass was diminished and individual personalities
reasserted themselves. The initially raucous chatter gave way to deeper and more personal
conversations. Then, only two students were left, just behind me, and their conversation
veered onto philosophy. That’s the story I tell in The We and the I with young students from
the Bronx in New York. A very colorful and sometimes much more difficult life, with death
flashing up on cell phones and mockery giving way to tears and consolation. It’s not exactly
the same life as kids in an upscale part of Paris, but deep down I think people are all the same.
Michel Gondry
Michel Gondry dirige il suo primo
lungometraggio, Human Nature, nel 2001.
Tre anni dopo realizza Se mi lasci ti cancello per
cui riceve l’Oscar per la miglior sceneggiatura
originale. Nel 2005 scrive e dirige L’arte del
sogno, un film più autobiografico, ambientato
a Parigi. Durante la realizzazione del
documentario Block Party incontra Mos Def,
che insieme a Jack Black è il protagonista di
Be Kind Rewind (2008). Nel 2009 presenta
al Festival di Cannes il documentario L’Épine
dans le cœur (2009). Nel 2010 porta sullo
schermo il libro di fumetti The Green Hornet e
nel 2011 dirige The We and the I. Il suo ultimo
lungometraggio, Mood Indigo - La schiuma
dei giorni (2013), è tratto da un romanzo di
Boris Vian.
Michel Gondry directed his first feature,
Human Nature, in 2001. Three years later, he
made Eternal Sunshine of the Spotless Mind
(Oscar for Best Original Screenplay). In 2005,
he directed a more autobiographical movie,
The Science of Sleep, set in Paris. On Block
Party, he met Mos Def, who became the
hero, alongside Jack Black, of Be Kind, Rewind
(2007). The Science of Sleep and Be Kind,
Rewind screened at the Sundance and Berlin
Festivals. In 2009 Gondry’s documentary
The Thorn in the Heart (2009) was in the main
selection in Cannes. In 2010, Michel brought
the 1960s comic book hero The Green Hornet
to the screen and, in 2011, he shot The We
and The I. His latest feature film, Mood Indigo
(2013), was adapted from a novel by BorisVian.
Fiction Fiction
Regno Unito/USA/Francia UK/USA/France
Colore Colour, 2012, 103 min.
Lingua originale Original Language
Inglese English
Regia Director
Michel Gondry
Sceneggiatura Script
Michel Gondry, Paul Proch, Jeff Grimshaw
Fotografia Director of Photography
Alex Disenhof
Montaggio Editor
Jeff Buchanan
Scenografia Production designer
Tommaso Ortino
Costumi Costume designer
Sarah Mae Burton
Con With
Michael Brodie, Teresa Lynn, Laidychen
Carrasco, Raymond Delgado, Jonathan
Ortiz, Jonathan Worrell, Alex Barrios,
Meghan «Niomi» Murphy
Produzione Production
Partizan Films
Filmografia Filmography
L’écume des jours (2013), The We and the
I (2012), The Green Hornet (2011), L’Épine
dans le cœur (doc. 2009), Be Kind Rewind
(2008), La science des rêves (2006), Block
Party (doc. 2005), Eternal Sunshine of
the Spotless Mind (2004), Human Nature
(2001)
57
EVENTI SPECIALI/SPECIAL EVENTS
Diego Quemada-Díez
Jerry Schatzberg
LA GABBIA DORATA
LA JAULA DE ORO
LO SPAVENTAPASSERI
SCARECROW
Proiezione del film Film screening
Sabato 19 ottobre Saturday, October 19
ore 15.45 3.45 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Proiezione del film Film screening
Domenica 20 ottobre Sunday, October 20
ore 22.00 10 PM
Sala Fronte del Porto - PORTOastra
Juan, Sara e Samuel, tre adolescenti dei quartieri poveri del Guatemala, cercano di
raggiungere gli Stati Uniti d’America, alla ricerca di una vita migliore. Lungo il loro
cammino attraverso il Messico, incontrano Chauk, un indio del Chiapas che non
parla lo spagnolo e gira senza documenti. Il viaggio è lungo, a bordo dei treni merci o
seguendo a piedi i binari delle ferrovie, e porterà i ragazzi verso un’imprevedibile realtà.
La situazione sociale dell’America Latina necessita di un cinema che sia profondamente
impegnato nella realtà del mondo. A me interessa fare film radicati nella società
contemporanea. L’autentico realismo ha tutto: fantasia e razionalità, sofferenza e utopia,
la felicità e il dolore delle nostre esistenze. Voglio dare voce agli emigranti: esseri umani che
sfidano un sistema retto dalle indifferenti autorità nazionali e internazionali, attraversando
illegalmente le frontiere, rischiando le loro vite nella speranza di superare la povertà estrema.
Diego Quemada-Díez
Juan, Sara and Samuel, fifteen year old, flee from Guatemala towards the USA. On their
journey through Mexico they meet Chauk, a Tzotzil Indian who does not speak Spanish
and has no official documents. A long journey, on board of freight trains and on foot
along the railways tracks, takes the three beyond the USA-Mexico border and into a
harsh reality.
The social reality in Latin America requires cinema to be deeply engaged with the world as
it is. I am interested in making films firmly rooted in our contemporary society. True realism
has it all: fantasy and reason, suffering and utopia, the happiness and pain of our existence.
I want to give voice to migrants – human beings who challenge a system established by
impassive national and international authorities by crossing borders illegally, risking their
own lives in the hope of overcoming dire poverty.
Diego Quemada-Díez
Fiction Fiction
Messico/Spagna Mexico/Spain
Colore Colour, 2012, 102 min.
Lingua originale Original Language
Inglese English
Prima mondiale World Premiere
66° Festival de Cannes, Francia, 2013
Regia Director
Diego Quemada-Díez
Sceneggiatura Script
Diego Quemada-Díez, Lucia Carreras,
Gibran Portela
Fotografia Director of Photography
Maria Secco
Montaggio Editor
Paloma López Carrillo, Felipe Gómez
Suono Sound
Matías Barberis
Musica Music
Leo Heiblum, Jacobo Lieberman
Con With
Brandon Lopez, Rodolfo Domínguez, Karen
Martínez, Carlos Chajón
Produzione Production
Animal de Luz, Machete Producciones
Sullo sfondo di un desolato e polveroso paesaggio americano, Max Milian (Gene
Hackman), appena uscito di prigione, incontra Francis “Lion” Delbuchi (Al Pacino),
giovane tormentato per aver lasciato la moglie e non aver mai conosciuto il figlio. Tra
i due nasce una forte amicizia che li porterà ad attraversare l’America in autostop per
realizzare il sogno di Max: aprire una stazione di servizio a Pittsburgh. Nel corso del
viaggio dei due protagonisti, costellato di incontri con personaggi stravaganti, emerge il
ritratto amaro dell’America degli anni ’70. Supportato dalla bravura di Al Pacino e Gene
Hackman e dalla splendida fotografia di Vilmos Zsigmond, il film vinse la Palma d’Oro
a Cannes nel 1973.
Fin dalla scena d’apertura, quasi muta, ambientata in una strada di campagna spazzata
dal vento, il racconto che fa Schatzberg di questo viaggio, a tratti divertente ma travagliato, si
dimostra essere una insolitamente proficua variazione sul tema del buddy-movie. Le star e
il cast di supporto – e le comparse evidentemente non professioniste – contribuiscono a creare
un ritratto eccezionalmente credibile della vita della classe operaia americana, acuto nella sua
ammissione sarcastica delle assurdità dell’interazione umana, crudo, vero e compassionevole
nel raccontare dipendenza e responsabilità.
Geoff Andrew (British Film Institute)
In the foreground of a desolate dusty American landscape, Max Milian (Gene
Hackman), who’s just left prison, meets Francis “Lion” Delbuchi (Al Pacino), a young
man, tormented for having abandoned his wife and never met his son. The two become
friends and decide to hitchhike through the U.S. to make Max’s dream come true: open
a service station in Pittsburgh. On the road the two protagonists meet extravagant
individuals, as a bitter portrait of a 1970s America is outlined. Supported by Al Pacino
and Gene Hackman’s ability and by Vilmos Zsigmond’s stunning photography, the film
won the Cannes Golden Palm in 1973.
Fiction Fiction
USA USA
Colore Colour, 1973, 112 min.
Lingua originale Original Language
Inglese English
Regia Director
Jerry Schatzberg
Sceneggiatura Script
Garry Michael White
Fotografia Director of Photography
Vilmos Zsigmond
Montaggio Editor
Evan Lottman
Scenografia Production designer
Albert Brenner
Costumi Costume designer
Jo Ynocencio
Suono Sound
Victor Goode
Musica Music
Fred Myrow
Con With
Gene Hackman, Al Pacino, Dorothy Tristan,
Ann Wedgeworth
Produzione Production
Warner Bros.
Right from the moody, largely wordless opening scene set on a windswept country road,
Schatzberg’s tale of their often funny but troubled journey proves to be an unusually fruitful
variation on the buddy-movie. Both the stars and the supporting cast – and the evidently
non-professional extras – contribute to an uncommonly credible portrait of lower-workingclass American life, witty in its wry acknowledgement of the absurdities of human interaction,
raw, truthful and compassionate in its account of dependence and responsibility.
Geoff Andrew (British Film Institute)
Diego Quemada-Díez (Burgos, Spagna,
1969) nel 1995 inizia a lavorare nel
cinema, come assistente operatore per
Terra e libertà di Ken Loach. In seguito
si diploma in direzione della fotografia
all’American Film Institute. Nel 2001 dirige
il corto di fine corso A Table Is a Table. Nel
2003 è operatore per il film di Alejandro
González Iñárritu 21 Grammi, che lo porta
poi a collaborare con registi come Tony
Scott, Oliver Stone, Spike Lee. Nel 2006
gira altri due corti, I Want to Be a Pilot e
La Morena. La jaula de oro, il suo esordio
alla regia, è stato presentato al Festival di
Cannes 2013, nella sezione Un Certain
Regard, vincendo il premio Un Certain
Talent e il premio Gillo Pontecorvo.
Diego Quemada-Díez (Burgos, Spain,
1969) started to work in the film industry
in 1995 as a camera assistant in Land and
Freedom by K. Loach. He then graduated
in Cinematography at the American
Film Institute. In 2001 he directed his
graduation short film, A Table is a Table. In
2003 he worked as a camera operator in
21 Grams by Alejandro González Iñárritu,
which allowed him to later work with
directors such as Tony Scott, Oliver Stone,
Spike Lee. In 2006 he shot two short films,
I Want to Be a Pilot and La Morena. La jaula
de Oro, his first feature as a director, was
screened in the Un Certain Regard section
at Cannes 2013, winning A Certain Talent
Prize and the Gillo Pontecorvo Award.
Filmografia Filmography
La jaula de oro (2013)
Creatore di immagini poetiche e abile
narratore di storie, Jerry Schatzberg
si è affermato da oltre trent’anni come
fotografo e regista. Negli anni ’60 le sue
fotografie sono state pubblicate in riviste
quali Vogue, McCall’s, Esquire, Glamour
e Life e i suoi ritratti hanno immortalato
le più importanti personalità dell’epoca,
da Bob Dylan a Robert Rauschenberg.
Negli anni ’70 ha esordito nel cinema e
ha partecipato alla rinascita del cinema
americano, realizzando film come:
Mannequin (1970), Panico a Needle Park
(1971), Lo spaventapasseri (1973), Street
Smart (1987) e L’amico ritrovato (1989).
From creator of poetic images to
compelling storyteller, Jerry Schatzberg
has, over the past three decades, excelled
in both the realms of photography and
filmmaking. Published in Vogue, McCall’s,
Glamour, and Life for his fashion in the
1960’s, as well as consistent in capturing
intimate portraits of the generations most
notable artists, celebrities and thinkers,
from Bob Dylan to Robert Rauschenberg,
Schatzberg pushed on in 1970 to the
medium of film. He participated in the
renaissance of American cinema, directing
films such as: Puzzle of a Downfall Child
(1970), The Panic in Needle Park (1971),
Scarecrow (1973), Street Smart (1987),
and Reunion (1989).
Filmografia Filmography
L’amico ritrovato (1989), La contropartita
(1988), Street Smart (1987), Una cotta
importante (1984), Incompreso(1984),
L’ultimo sole d’estate (1983), Accordi sul
palcoscenico (1980), La seduzione del
potere (1979), Lo spaventapasseri (1973),
Panico a Needle Park (1971), Mannequin
(1970)
59
EVENTI SPECIALI/SPECIAL EVENTS
IL VENETO E L’INDUSTRIA CINEMATOGRAFICA:
ESPERIENZE E OPPORTUNITÀ
VENETO AND THE FILM INDUSTRY: EXPERIENCES AND OPPORTUNITIES
Martedì 15 ottobre Tuesday, October 15
ore 10.00 10 AM
Centro culturale Altinate/San Gaetano
in collaborazione con In collaboration with
Assessorato alla Cultura del Comune di Padova
Workshop
Il Cinema come esperienza culturale, fonte di occupazione, strumento di marketing
territoriale.
Padova e il Veneto possono contare su un nucleo di operatori che grazie alla loro
creatività, professionalità, ingegno e visione hanno esplorato strade e prefigurato
percorsi, ottenendo anche significativi riconoscimenti artistici ed economici.
Esperienze di indubbio spessore e successo, quelle che il Veneto può vantare, nelle quali
coesistono risultati culturali, di critica, di pubblico, di ritorno economico.
Un territorio che anche per le sue caratteristiche ambientali, con molteplici paesaggi,
architetture, tradizioni, culture, storie, risulta appetibile per le riprese di film e serie
televisive.
Un territorio, quello veneto, che possiede i requisiti perché si faccia business facendo
cinema.
L’obiettivo del convegno è di andare oltre l’analisi e la conoscenza degli strumenti
e delle realtà che possono permettere e facilitare gli investimenti nell’ambito
cinematografico, di andare oltre le immediate ricadute positive per il territorio, in
termini di indotto economico e culturale.
Dal confronto, anche con gli enti pubblici territoriali, un nuovo rilancio per sviluppare
insieme le potenzialità economiche del cinema nel nordest.
Cinema as cultural experience, occupation, marketing tool of a territory.
Padova and Veneto can count on a core group of operators who, with creativity,
professionalism, talent and vision, have explored routes and opened new itineraries,
obtaining significant artistic and economic acknowledgments.
Experiences of undoubted depth and success, which Veneto can be proud of, and where
cultural and business results, audience and critical acclaim, all co-exist.
A territory that, thanks to its environmental characteristics, its many landscapes,
architectures, traditions, cultures, stories, proves to be attractive for the shooting of
films and TV series.
The territory of Veneto has what it takes to do business doing cinema.
Aim of the meeting is to go forward in all analysis and knowledge of the tools and
realities that can allow and facilitate investments in the film field, to go forward in the
immediate positive returns on the territory, both economics and culture-wise.
A joint development of the economic potential of Northern East Italian Cinema might
restart from the very dialogue with public institutions.
61
CONCORSO/COMPETITION
Con With Stefano Favarelli
Con With Guido Bosticco
CARNET DI VIAGGIO
TRAVEL CARNET
SCRITTURA DI VIAGGIO
TRAVEL WRITING
Sabato 19 ottobre Saturday, October 19
ore 9.30 9.30 AM
Spazio DETOUR
Sabato 19 ottobre Saturday, October 19
ore 14.30 2.30 PM
Spazio DETOUR
Il grande poeta ed entomologo J.H. Fabre scriveva che un viaggio nel proprio giardino può essere altrettanto emozionante di un
viaggio nella giungla indiana, l’incontro con una mantide religiosa intenso come quello con una tigre. Armati di taccuino, pennini
e acquerelli, gli allievi racconteranno col disegno e la scrittura (gli strumenti del carnet) l’avventura di stupore e meraviglia,
accompagnati da un maestro indiscusso del genere.
Il laboratorio è rivolto a debuttanti desiderosi di cimentarsi in una tecnica relativamente accessibile e a consumati frequentatori del
genere, desiderosi di confrontarsi con un professionista, ricevere consigli, e scambiare emozioni e idee con gli altri partecipanti.
Un corso intensivo per imparare a narrare il proprio viaggio, dal racconto al reportage.
Ogni viaggio comincia nell’immaginazione, si svolge nella realtà, continua nella memoria ed è inscindibile dal suo racconto.
La scrittura di viaggio è uno degli strumenti più efficaci per capire e raccontare i luoghi visitati, perché, come scrive Proust, “il vero
viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”.
Great poet and entomologist J.H. Fabre wrote that a journey in one’s own garden can be as exciting as a journey in the Indian jungle,
the encounter with a praying mantis as intense as one with a tiger. Armed of notebook, pens and watercolours, enrollees will tell
through drawing and writing (the delicate tools of a carnet) their adventure of wonder and marvel, guided by an undiscussed master
of this genre. This workshop is both for those who wish to try relatively accessible a technique, and for experienced devotees of this
genre who wish to meet a master, ask for advice and exchange ideas and emotions with other participants.
Intensive course to learn how to narrate your journey, from novel to reportage. Every journey begins in imagination, occurs in reality,
continues in memory and is inseparable from its report. Travel writing is one efficient way of understanding and telling the places you
visited, because, as Proust wrote, “the real voyage of discovery consists not in seeking new landscapes but in having new eyes”.
Stefano Faravelli (1959) è pittore, filosofo e orientalista. Ispirato da atlanti, enciclopedie, manuali di zoologia e botanica e da lunghi
viaggi in Africa, nel vicino, medio ed estremo Oriente, ha risvegliato in Italia l’interesse per il carnet de voyage. Nei suoi taccuini, frutto
di immediatezza e riflessione, si compendiano – espressi con gli strumenti dell’acquerello e della calligrafia – il talento, lo studio e la
passione. Ha ricevuto un premio speciale alla Biennale du Carnet de Voyage di Clermont-Ferrand e ha esposto i suoi lavori in varie
città italiane ed estere. Nel 2011 è stato invitato ad esporre alla Biennale di Venezia. È autore di diverse pubblicazioni che hanno
riscosso un crescente successo di critica e di pubblico.
Guido Bosticco (1972) tiene corsi di scrittura creativa e sulle professioni dell’editoria all’Università di Pavia. Ha pubblicato Riempire
i vuoti. Un manuale (soggettivo) di scrittura e comunicazione (2007); La tromba a cilindri. La musica, io e Pasolini (2008) e PPP. Il mondo
non mi vuole più e non lo sa (2012).
Giornalista professionista, è socio fondatore di Epoché, un’agenzia che si occupa di comunicazione istituzionale e politica e
progettazione culturale.
Viaggia, scrive e suona come e quando può.
Stefano Faravelli (1959) is a painter, philosopher and orientalist. Inspired by atlases, encyclopedias, zoology and botanics manuals
and long trips to Africa, to the near, middle and far East, he has become Italy’s most known author of carnets de voyage. In his
notebooks, the result of immediacy and reflection, we find – expressed by means of simple and delicate tools such as watercolour and
calligraphy – talent, study and passion. He has received a special award at the Biennale du Carnet de Voyage in Clermont-Ferrand and
exhibited his works in several cities both in Italy and abroad. In 2011 he was invited to exhibit at the Venice Biennale. As an author he
has met growing success with audiences and critics alike.
Guido Bosticco (1972) teaches creative writing and publishing at the Università di Pavia. He published Riempire i vuoti. Un manuale
(soggettivo) di scrittura e comunicazione (2007); La tromba a cilindri. La musica, io e Pasolini (2008) and PPP. Il mondo non mi vuole più
e non lo sa (2012).
Professional journalist, he is a founder of Epoché, agency for political and institutional communication and cultural projects. He
travels, writes and plays music when he can.
63
WORKSHOP
Con With Alessandro Gandolfi
FOTOGIORNALISMO
PHOTOJOURNALISM
Domenica 20 ottobre Sunday, October 20
ore 14.30 2.30 PM
Spazio DETOUR
Lezioni di viaggio
Da aprile a settembre, in attesa del festival,
Detour ha proposto un ciclo di quattro
Lezioni di viaggio: quattro incontri per
raccogliere l’esperienza di chi, seppur in
forma molto diversa, ha fatto del viaggio la
propria vocazione di vita; l’occasione per
continuare oltre il cinema, tra libri, racconti
di vissuto e arte, la riflessione sul tema del
viaggio in tutte le sue possibili declinazioni e
correlazioni.
C’è sempre un altro punto di vista. Una notizia non raccontata, un modo diverso di narrare una storia. Nel corso del workshop, in
compagnia di Alessandro Gandolfi, si scoprirà come nasce uno spunto fotogiornalistico, come si pianifica un servizio editoriale, come
si racconta una storia attraverso e immagini.
There always is another point of view. Untold news, a different way of narrating a story. In this short workshop Alessandro Gandolfi
will tell how to find photojournalist ideas and starting points, such as planning a new reportage and how to tell a story through
images.
Travel Lessons
From April to September, awaiting the
festival, Detour offered a series of four Travel
Lessons: four meetings to tell the experience
of those who, in different ways and forms,
have focused on travel as a life vocation; an
opportunity to go beyond cinema, among
books, stories and art, a reflection on the
theme of the journey in its every possible
correlation and declension.
Alessandro Gandolfi nasce a Parma nel 1970, si dedica al reportage fotografico dal 2001. I suoi lavori sono apparsi su varie
testate, italiane e internazionali (National Geographic Italia, L’Espresso, La Repubblica delle Donne, Die Zeit, Mare, The Sunday
Times Magazine, Le Monde, VSD) e le sue immagini sono state esposte alle ultime tre mostre organizzate a Roma dalla National
Geographic. Alessandro è laureato in filosofia, ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Urbino (IFG) e prima di dedicarsi al
fotogiornalismo ha lavorato come cronista per La Repubblica, nelle redazioni di Milano e Roma. Nel 2010 e nel 2011 ha vinto il Best
Edit Award della National Geographic per due servizi apparsi sull’edizione italiana della rivista americana.
Alessandro Gandolfi was born in Parma, Italy, in 1970; he has been a photojournalist since 2001. His works have appeared in several
Italian and International magazines (among them, National Geographic Italy, L’Espresso, La Repubblica delle Donne, Die Zeit, Mare,
The Sunday Times Magazine, Le Monde, VSD) and his pictures featured in exhibitions organized in Rome by National Geographic in
2009, 2010 and 2011. A Philosophy graduate, Alessandro attended the prestigious Ifg School of Journalism in Urbino. Before working
as a photojournalist, he contributed as a news reporter to La Repubblica, both in Milan and Rome editorial offices. He won the
National Geographic’s Best Edit Award twice (in 2010 and 2011) with two features published in the Italian edition of the American
magazine.
65
CONCORSO/COMPETITION
INCONTRO CON FRANCESCO CARERI
MEETING WITH FRANCESCO CARERI
INCONTRO CON GIACOMO DE STEFANO
MEETING WITH GIACOMO DE STEFANO
Venerdì 19 aprile 2013 Friday, April 19, 2013
Caffè Pedrocchi, Padova
Giovedì 16 maggio 2013 Thursday, May 16, 2013
Caffè Pedrocchi, Padova
L’atto di attraversare lo spazio nasce dal bisogno naturale di muoversi per reperire il cibo e le informazioni necessarie alla propria
sopravvivenza. Ma una volta soddisfatte le esigenze primarie il camminare si è trasformato in forma simbolica che ha permesso all’uomo di
abitare il mondo. Modificando i significati dello spazio attraversato, il percorso è stato la prima azione estetica che ha penetrato i territori del
caos costruendovi un nuovo ordine sul quale si è sviluppata l’architettura degli oggetti situati. Il camminare è un’arte che porta in grembo il
menhir, la scultura, l’architettura e il paesaggio. Da questa semplice azione si sono sviluppate le più importanti relazioni che l’uomo intesse con
il territorio.
Francesco Careri
Ce l’ho fatta! Ce l’abbiamo fatta!! Clodia, tutti coloro che hanno dato a questo viaggio, di passione ed acqua, ed io. Siamo arrivati a Bisanzio,
Costantinopoli, Istanbul.
Sono passati più di due anni dalla partenza. Dal primo lampo dell’idea, dal sogno ad occhi aperti, guardando con rispetto ed apprensione
ogni piccolo corso d’acqua in difficoltà. Dai mille viaggi in treno, bicicletta, a piedi. Le notti insonni a lavorare con Pati de Ross, grande amica.
Le scarpe consumate. I mille no delle persone che non potevano o non volevano aiutare, le delusioni, gli abbracci, gli angeli che mi hanno
aiutato subito ed incondizionatamente, il disinteresse e l’amore, la generosità, ed i miei molti errori. Tutto è stato magnifico e parte di un vero
progetto.
Giacomo De Stefano
The act of crossing space stemmed from the natural necessity to move in order to find food and information required for survival. But once the
basic needs were satisfied, walking took on a symbolic form that enabled man to dwell in the world. By modifying the sense of space crossed,
walking becomes man’s first aesthetic act, penetrating the territory of chaos, constructing an order on which to develop the architecture of
situated objects. Walking as an art that carried menhirs, sculpture, architecture and landscape within. This simple action has triggered the
most important relationships men intertwine with their territory.
Francesco Careri
Francesco Careri è artista e fondatore di Stalker, collettivo interdisciplinare che compie ricerche e progetti sulla città attraverso
l’esperienza diretta degli spazi complessi e l’interazione con gli abitanti. Nel suo libro Walkscapes. Camminare come pratica estetica
(Einaudi, 2006) ha ripercorso diversi momenti della storia dell’uomo che cammina, proponendo un’analisi dell’esperienza del
camminare intesa come atto primario nella trasformazione simbolica del territorio e come strumento estetico di conoscenza.
Francesco Careri is an artist, founder of Stalker. In his book Walkscapes Walking as an Aesthetic Practice he has traversed diverse
moments in the history of walking man, and analyzed the experience of walking intended as primary action in the symbolic
transformation of territory and aesthetical tool for knowledge.
I did it! We did it! Clodia, all those who gave something to this journey, passion and water, and me. We arrived in Byzantium, Constantinople,
Istanbul. It’s been more than two years from the very beginning, from the first flash of the idea, the dream with open eyes, watching with respect
and apprehension every small creek in front of us. A thousand travels by train, bicycle and on foot. The sleepless nights working with Pati de
Ross, a great friend. The worn out shoes. The thousand of “noes” from people who could not or would not help, the disappointments, the hugs,
the angels who helped me immediately and unconditionally, the selflessness and love, generosity, and my many mistakes. Everything was great
and part of a real project.
Giacomo De Stefano
Dopo aver lavorato molti anni come ricercatore e documentarista, nel 2011 Giacomo De Stefano decide di compiere un viaggio di
5200 km da Londra a Istanbul a impatto zero su una barca a vela.
Sulla scia della sua barca ha provato a tracciare la via per un mondo diverso, la strada per nuove opportunità economiche, verso una
forma di turismo più rispettoso e sostenibile; lungo il suo percorso ha raccolto le voci di chi è riuscito a creare molto con poco, a
generare valore lavorando con la natura e non contro di essa.
After spending many years working as a researcher and documentary film-maker, in 2011 Giacomo De Stefano decided to set off on
a zero-impact journey on a sail boat: 5200 km from London to Istanbul.
In the wake of his boat he has tried and trace life in a new world, the way to new Economic opportunities, forms of sustainable and
respectful tourism, amplifying the voice of those who succeed in creating lots with little, in generating Economy and value by working
with nature and not against it.
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LEZIONI DI VIAGGIO/TRAVEL LESSONS
INCONTRO CON FAUSTO DE STEFANI
MEETING WITH FAUSTO DE STEFANI
INCONTRO CON SILVESTRO SERRA, STEPHAN MARCHIORO,
TINO MANTARRO
MEET SILVESTRO SERRA, STEPHAN MARCHIORO, TINO MANTARRO
Venerdì 14 giugno 2013 Friday, June 14, 2013
Sala Paladin, Palazzo Moroni, Padova
Giovedì 19 settembre 2013 Thursday, September 19, 2013
Superflash Store, Padova
La mia è una storia di viaggi, di incontri. Il primo, e forse il più importante, risale all’infanzia, con un vagabondo/libero pensatore di nome
Mandelo. Quest’uomo, povero e solitario, girava di cascina in cascina a raccontare ai bambini favole e meravigliose storie di viaggio. Con lui ho
cominciato il mio viaggiare, a vedere con la fantasia mondi, montagne, ghiacciai.
Grazie a lui, la curiosità del viaggio e della conoscenza sono entrate in me portandomi, successivamente nel mondo, alla ricerca di cime da
scalare, silenzi da ascoltare e spazi da respirare.
Ho incontrato popoli e genti la cui esistenza di dignitosa bellezza, malgrado la povertà e la durezza estrema imposta dalle altitudini, mi ha
fatto alzare ancora di più lo sguardo fino ad approdare a nuove dimensioni. È inutile andare lontano con le proprie gambe, se non si è capaci
di andare lontano con lo spirito.
Fausto De Stefani
Negli anni Novanta un’isoletta della Grecia lontano da tutte le rotte turistiche viene scelta per ambientare un piccolo film che inaspettatamente
diventa un successo mondiale e nel 1991 si aggiudica l’Oscar come miglior film straniero. Com’è cambiata la vita a Kastelorizo dopo l’uscita
di Mediterraneo di Gabriele Salvatores? Da un caso emblematico parte una riflessione sul rapporto tra immaginario cinematografico e
successo turistico di una destinazione. Dalla Roma di Vacanze Romane alla Vigata immaginaria del Commissario Montalbano quanto
conta far da scenario a un film di successo per attirare i viaggiatori?
Mine is a story of journeys and encounters. The first and perhaps most important was in my childhood, with a vagabond/free thinker named
Mandelo. This poor and solitary man wandered from one farmstead to another telling children fables and stories of wonderful journeys. With
him I started to travel, visiting fantasy worlds, mountains and glaciers.
Thanks to him, curiosity towards travelling and knowledge have later inspired me to tour the world in search of peaks to climb, silences to listen
to and spaces to breath.
I have encountered people and populations whose existence of dignified beauty, despite the poverty and extreme harshness of the altitudes,
made me glance to higher dimensions. Walking far on our legs is useless, if we are not capable of taking far our spirit.
Fausto De Stefani
Fausto De Stefani è uno dei più importanti alpinisti italiani. È tra i fondatori dell’associazione internazionale Mountain Wilderness e
svolge attività divulgative e di sensibilizzazione su tematiche ambientali. Da dieci anni si dedica inoltre alla realizzazione di progetti
umanitari in Nepal, in particolare attraverso la Rarahil Memorial School, una struttura articolata che ospita circa un migliaio di
bambini e ragazzi per il ciclo completo di studi e un ambulatorio medico per l’intera comunità.
Fausto De Stefani has been one of the most important mountaineers in Italy. He was among the founders of the International
association Mountain Wilderness and has carried out educational activities tackling natural issues and related problems. In the past ten
years he has committed in the realization of humanitarian projects in Nepal, promoting cultural development with the founding of
the Rarahil Memorial School, a primary and secondary school currently attended by more than 1.000 children in need, and a health
center of excellence serving the entire village of Kirtipur.
In the Nineties a tiny Greek island far away from all touristic paths was chosen as the setting of a minor film which unexpectedly happened to
become a worldwide success and to win in 1991 the Oscar Award as Best Foreign Movie. How has life in Kastelorizo changed after Gabriele
Salvatores’s Mediterraneo was released? This emblematic case is the trigger for a reflection on the relationship between cinema imagery and
touristic success of a destination. From the Rome in Vacanze Romane to the imaginary Vigata in Commissario Montalbano, how much do
popular film scenarios attract travellers?
Silvestro Serra è direttore del Touring Club Italiano, associazione fondata nel 1894 da Federico Johnson e Luigi Bertarelli con alcuni
intraprendenti appassionati di viaggio, di conoscenza, di progresso, che da oltre cento anni è impegnata nello “sviluppo del turismo,
inteso anche quale mezzo di conoscenza di paesi e culture, e di reciproca comprensione e rispetto fra i popoli”.
Stefan Marchioro, è docente di Economia Applicata al Turismo del corso di laurea in Progettazione e Gestione del Turismo
Culturale.
Tino Mantarro, giornalista professionista, ha scritto reportage per quotidiani e periodici; collabora con Touring Club Italiano.
Silvestro Serra is the director of Touring Club Italia, association founded in 1894 by Federico Johnson and Luigi Bertarelli together
with a few enterprising enthusiasts of travel, knowledge and progress, which for over a hundred years has committed in “the
development of tourism, also intended as a means of knowledge also of countries and cultures, and mutual understanding and respect
between people”.
Stefan Marchioro is a Professor in Tourism Economics (Development and Management of Cultural and Heritage Tourism).
Tino Mantarro, a professional journalist, has written reportages for newspapers and periodicals; he collaborates with Touring Club
Italiano.
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LEZIONI DI VIAGGIO/TRAVEL LESSONS
Martedì
15 Ottobre
Tuesday, October 15
Mercoledì
Giovedì
16 Ottobre
17 Ottobre
Wednesday, October 16 Thursday, October 17
Venerdì
18 Ottobre
Friday, October 18
Sabato
19 Ottobre
Saturday, October 19
Domenica
20 Ottobre
Sunday, October 20
ore 10.00
Centro Culturale Altinate San Gaetano
ore 15.30
Cinema PORTOastra
ore 15.30
Cinema PORTOastra
ore 14.00
Cinema PORTOastra
ore 9.30/13.30
Spazio Detour
ore 11.00
Cinema PORTOastra
Il Veneto e l’industria cinematografica:
esperienze e opportunità.
Tanta Agua
di Ana Guevara e Leticia Jorge
Fiction, Uruguay/Messico, 2013, 102 min.
Poor Folk
di Midi Z
Fiction, Taiwan/Birmania 2012, 105 min.
Ruta de la luna
di Juan Sebastián Jácome
Fiction, Ecuador/Panama 2012, 80 min.
ore 14.30/18.30
Spazio Detour
Workshop di Scrittura di viaggio
Fantastic Mr. Fox
di Wes Anderson
Animazione, USA/Gran Bretagna 2009,
87 min.
ore 14.00
Cinema PORTOastra
ore 14.00
Cinema PORTOastra
Little World
(Món petit)
di Marcel Barrena
Doc., Spagna 2012, 84 min.
Moonrise Kingdom
di Wes Anderson
Fiction, USA 2012, 93 min.
Incontro
ore 20.00
Cinema PORTOastra
Cerimonia di inaugurazione
a seguire
Concorso
A Hijacking
di Tobias Lindholm
Fiction, Danimarca 2012, 99 min.
ore 22.30
Cinema PORTOastra
Omaggio a Wes Anderson
Rushmore
di Wes Anderson
Fiction, USA 1998, 93 min.
Concorso
Concorso
Concorso
ore 17.30
Cinema PORTOastra
ore 17.45
Cinema PORTOastra
ore 15.30
Cinema PORTOastra
Hotel Chevalier
di Wes Anderson
Fiction, USA 2007, 13 min.
River Water (Work in progress)
di Paolo Muran e Nicola Pittarello
Doc., Italia 2013, 40 min.
Il mio paese
di Daniele Vicari
Doc., Italia 2006, 113 min.
ore 20.00
Cinema PORTOastra
ore 17.45
Cinema PORTOastra
The We and the I
di Michel Gondry
Fiction, USA 2012, 103 min.
Libri e nuvole
di Pier Paolo Giarolo
Doc., Italia/Francia 2013, 85 min.
Omaggio a Wes Anderson
a seguire
The Darjeeling Limited
(Il treno per il Darjeeling)
di Wes Anderson
Fiction, USA 2007, 91 min.
ore 20.00
Cinema PORTOastra
Evento speciale
Evento speciale
Viaggio in Italia
ore 22.15
Cinema PORTOastra
ore 22.15
Cinema PORTOastra
The Life Aquatic with Steve Zissou
(Le avventure acquatiche
di Steve Zissou)
di Wes Anderson
Fiction, USA 2004, 118 min.
Viaggio in Italia
di Roberto Rossellini
Fiction, Italia 1954, 87 min.
Concorso
Welcome to Argentina
(Mariage à Mendoza)
di Edouard Deluc
Fiction, Francia/Argentina/Belgio
2012, 94 min.
Omaggio a Wes Anderson
Viaggio in Italia
Concorso
ore 19.00
Spazio Detour
Aperitivo in terrazza
ore 20.00
Cinema PORTOastra
Concorso
The Forgotten Kingdom
di Andrew Mudge
Fiction, USA/Sud Africa/Lesotho 2013,
96 min.
ore 22.15
Cinema PORTOastra
Concorso
Mobile Home
di François Pirot
Fiction, Francia/Belgio/Luss., 2012, 95
min.
ore 24.00
Cinema PORTOastra
Omaggio a Wes Anderson
Bottle Rocket
(Un colpo da dilettanti)
di Wes Anderson
Fiction, USA 1996, 91 min.
Workshop di Carnet di viaggio
Concorso
ore 15.45
Cinema PORTOastra
Evento Speciale
La jaula de oro
(La gabbia dorata)
di Diego Quemada-Diaz
Fiction, Messico 2013, 102 min.
ore 17.45
Cinema PORTOastra
Viaggio in Italia
Summer 82 When Zappa Came to
Sicily
di Salvo Cuccia
Doc., Italia 2013, 80 min.
ore 19.00
Spazio Detour
Aperitivo in terrazza
ore 20.00
Cinema PORTOastra
Concorso
Rendez-vous à Kiruna
di Anna Novion
Fiction, Francia 2012, 97 min.
ore 22.30
Cinema PORTOastra
Omaggio a Wes Anderson
The Royal Tenenbaums (I Tenenbaum)
di Wes Anderson
Fiction, USA 2001, 110 min.
Omaggio a Wes Anderson
Omaggio a Wes Anderson
ore 14.30
Spazio Detour
Workshop di Fotogiornalismo
ore 16.00
Cinema PORTOastra
Concorso
Hiver Nomade
di Manuel Von Stürler
Doc., Svizzera 2012, 90 min.
ore 17.45
Cinema PORTOastra
Viaggio in Italia
Terramatta
di Costanza Quatriglio
Doc., Italia 2012, 75 min.
Con il fiato sospeso
di Costanza Quatriglio
Fiction, Italia 2013, 35 min.
ore 21.00
Cinema PORTOastra
Cerimonia di premiazione
ore 21.30
Bastione Alicorno
Detour Party
Concerto live
No Age (USA, Sub Pop)
ore 22.00
Cinema PORTOastra
Evento Speciale
Scarecrow
(Lo spaventapasseri)
di Jerry Schatzberg
Fiction, USA 1973, 112 min.
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catalogo - Detour. Festival del Cinema di Viaggio