editoriale Evviva!!! Le vacanze di Natale sono alle porte e stiamo correndo ormai tutti per le ultime spese - fra regali, cenoni, addobbi…hai voglia!- ma soprattutto siamo pronti a cogliere al volo questo momento di pausa dallo studio e dalle attività che ci impegnano incessantemente. Ma… Queste sono le vacanze DI NATALE; la ricerca dei regali, dei cibi più strani e sorprendenti per il pranzo di Natale, e lo stesso attesissimo relax sono davvero i bisogni primari in questo periodo? O c’è qualcosa che ci sfugge? Quest’anno abbiamo cercato di parlare del Natale in modo inconsueto e nuovo ma non meno divertente e simpatico del solito: la decisione è stata quella di leggere questa festività mettendola davanti allo specchio. Cos’è il Natale per me? Cosa rappresenta? Lo vivo come qualcosa di importante e profondo oppure ne vedo solamente gli effetti in superficie? Cercando di rispondere a queste domande, non potevamo evitare di porre noi sessi davanti allo specchio, ed è risultato che… Sta ora a voi scoprire l’effetto, ma non sarà una completa sorpresa, perché il riflesso della nostra immagine è il frutto delle nostre consapevoli scelte. Largo alla lettura! La redazione INDICE: Editoriale Natale… Specchio dell’anima Natale per me… Specchio, specchio delle mie brame… Come mi vedo davanti allo specchio Natale, specchio di amore Ingredienti per un Natale triste Diario di una Bridget Jones Veneziana Voglio scoprire l’Africa! La Rete? Qualcosa da provare! Thirteen Ipse dixit pag. pag. pag. pag. pag. pag. 1 2 3 4 5 7 pag. 8 pag. 9 pag. 10 pag. 11 Hanno collaborato a questo numero: Letizia, Mattia, don Fabio, Laura, Alessia, Katia, Marco, Anna, Mara, Valentina, Michela, Francesca, Edoardo, Alice. 1 Cosa fai al mattino dopo esserti lavato la faccia? Ti guardi allo specchio e – non stiamo a contare i minuti – cerchi di aggiustarti i capelli scompigliati dal cuscino per riconoscerti un po’ di più. E se non stanno? Acqua, gel, spuma e chi più ne ha più ne metta: finalmente ti sei ritrovato. Beh, un momento... se sei una ragazza e ami truccarti, allora il procedimento è un po’ più complesso. Comunque, il risultato è identico: l’immagine che lo specchio ti restituisce in qualche modo ti fa sentire te stesso. Potremmo dirlo anche così: nello specchio cerchi quei tratti del tuo volto che ti fanno dire «eccomi, mi riconosco!». Cosa ti succederebbe infatti se un giorno specchiandoti tu vedessi la faccia di uno sconosciuto? «Aaaaah!», urleresti, correndo in cerca di un altro specchio più fedele. Non ci si specchia solo su una lastra levigata o su una superficie d’acqua. Anche una storia, un avvenimento, una persona possono svolgere la stessa funzione per la nostra personalità e il nostro mondo interiore. «Mi rispecchio in te», «anche a me è successa una cosa simile!», «mi ritrovo in quello che dici», «in questo libro c’è scritto quello che sento e che non riuscivo ad esprimere!», sono frasi abbastanza ricorrenti nei nostri discorsi. Quando parliamo così, è perché abbiamo sperimentato una specie di illuminazione, un’intuizione, una lampadina che si è accesa e ci ha fatto vedere/capire meglio qualcosa di noi stessi. Cosa succede se guardi al Natale, cioè alla nascita di Gesù, nella prospettiva di un avvenimento nel quale puoi rispecchiarti e capire meglio qualcosa di te stesso? Accade che puoi avere l’intuizione di almeno tre cose. Primo, dentro di te scopri un profondo desiderio di sperare in qualcosa. Un desiderio che lotta contro una voce che sussurra: «non attenderti nulla dal domani; meglio che ti godi l’oggi, perché, guarda come va il mondo, domani andrà sicuramente peggio». Gesù, bambino che giace nella mangiatoia, non è solo il frutto dell’attesa di sua madre Maria, ma è anche la risposta alla speranza del suo popolo che da secoli aspettava la venuta del Messia, il liberatore mandato da Dio per portare pace e giustizia. Secoli di attesa, mai venuta meno, nonostante le avversità della storia (guerre, dominazioni, soprusi...). Guardando Gesù – risposta di Dio alle attese dell’uomo – ti senti rinfrancato e ti puoi dire: sono fatto per desiderare e sperare, non per cedere all’abbattimento. Secondo, dentro di te risuona un profondo bisogno di compagnia e affetto. Sant’Agostino diceva: «Ci hai fatti per te, Signore e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te». La tristezza e la durezza della solitudine mostrano che il nostro cuore è fatto proprio così: per godere della presenza e della compagnia degli altri. Innanzitutto di Dio, l’Infinito che può corrispondere all’infinito bisogno di Presenza; in secondo luogo degli amici, dei parenti, della famiglia. Gesù bambino è chiamato l’«Emmanuele», cioè «Dio con noi» (Mt 1,23): Dio viene, in carne e ossa!, a stare in compagnia degli uomini, ad abbracciarli e riempirli d’affetto (la prima a godere di questo è Maria, sua madre!), a raccogliere attorno a sé, perché stiano insieme, uomini e donne di diverse condizioni e provenienze (re dal lontano Oriente, cioè i magi, e i poveri pastori). Gesù continua a fare così in tutta la sua vita: raccoglie una comunità con la quale vivere (i dodici apostoli e la cerchia più larga dei discepoli) e si ferma volentieri a godere della compagnia delle persone nella preghiera, nel dialogo, durante i pasti (i suoi contemporanei dicevano di lui addirittura che era un mangione e un beone, tante erano le volte che si fermava a banchettare!). Natale è l’occasione per ritessere amicizie, perdonare offese, ricucire e approfondire relazioni per gustare lo stare insieme con gli altri. Infine, senti che anche per te le cose che valgono veramente sono quelle semplici e non appariscenti. Gesù, il Figlio di Dio, la persona più straordinaria e potente sulla terra, non nasce nella capitale, non fa strepito per attirare l’attenzione su di sé, non convoca i dignitari e i personaggi illustri per il grande evento. Nei termini di oggi, non fa convocare Rai e CNN per seguire l’avvenimento in tempo reale e suscitare dibattiti televisivi, non manda angeli a promuove conferenze stampa per far conoscere la notizia della sua nascita in tutto il mondo, non chiama Bush, Putin o chi altri perché possano rendere omaggio a lui che è il Re dell’Universo. No, nasce in un borgo montano e sperduto di Israele, in una stalla; fa chiamare i più emarginati ed insignificanti, i pastori, attrae a sé re che guardano il cielo e le sue stelle e non si curano solo del proprio tornaconto attraverso gli affari della terra (come Erode). Guardando a Gesù anche tu ti accorgi che importante nella vita non è il successo delle star della musica o dell’attore di grido, né il vestito firmato e neppure il fisico perfetto, ma una genuina risata con un amico, la vicinanza di un’amica, la giusta fatica di ogni giorno che prepara il tuo futuro, il calore della famiglia che hai o che ti manca e che vuoi per questo costruire un domani. 2 NATALE PER ME… Natale: ricorrenza sacra che ricorda l’avvento di Cristo sulla terra. Questo è il significato base di questa festività che poi con il passare del tempo ha assunto uno scopo per lo più consumistico, legati ai regali, alle decorazioni, ecc… Se si ha la possibilità di chiedere ad un bambino “cos’è il Natale?”, sicuramente quest’ultimo risponderà “Il giorno in cui Babbo Natale porta i doni”. Questa ne è la dimostrazione. Non volgiamo spesso il pensiero alle persone meno fortunate che del Natale non conoscono nemmeno l’esistenza… Per me il Natale è ricordarne il vero significato e condividerlo con tutti i miei cari…Naturalmente senza dimenticare i regali, che fatti senza esagerare non guastano mai!:-) Vale Secondo me il Natale è un giorno di felicità per il grande messaggio che trasmette, anche se noi molto spesso lo dimentichiamo e aspettiamo questo giorno solo per vedere ciò che si trova sotto l’albero. Il Natale è un momento da passare in famiglia; un giorno che trasmette calore (nonostante ci si trovi in inverno☺); un giorno in cui ci si può sentire felici e anche se si è tristi il solo pensiero del Natale ci fa star meglio. È un’occasione per dimostrare il nostro affetto a chi amiamo. Michela Secondo me il Natale è un momento di grande fratellanza; fin da quando ero piccolo, infatti, ho sempre festeggiato il Natale assieme alla mia famiglia, riunendoci ogni anno in un grande pranzo assieme ad altri parenti. Non tutti però hanno la fortuna di vivere il Natale in positivo, ossia non hanno la fortuna di poterlo passare in compagnia con altri cari, magari perché vivono in delle situazioni sociali difficili o magari perché qualche disgrazia ha portato loro via le persone più care. Quindi dal momento che il Natale è e deve essere un momento di grande fratellanza penso che sia giusto viverlo con un po’ più di riguardo in rispetto di queste persone che è difficile aiutare. E.B. Il Natale è comunione,…comunione di un gran dono, ma è una comunione che al giorno d’oggi è sempre più banalizzata e materializzata, facendo perdere a questa festa il suo valore spirituale, per un valore puramente materiale. Ormai il Natale non è più vissuto come un grande momento religioso da vivere e condividere in famiglia, nel quale l’unico dono dovrebbe essere la felicità e l’amore, ma questi si sono quadruplicati e sono stati sostituiti da qualunque inutile oggetto materiale. E la cosa più incresciosa è che nessuno è stato risparmiato da questo grande vortice: tutti, chi più chi meno, sono schiavi di questa nuova concezione del Natale…purtroppo. Katia 3 Ai giorni nostri la festività del Natale ha acquisito una connotazione, ovvero un significato e soprattutto un messaggio diverso da quello originario a causa di diversi fattori. Infatti il consumismo, la pubblicità televisiva e soprattutto la ricerca di una felicità più pragmatica, più materiale hanno fatto sì che questa festa religiosa si riducesse ad un business economico, fatto di spreco e di consumismo. Basti pensare alla frenetica corsa per il regalo nei grandi centri commerciali (non che ci sia qualcosa di male nel fare un regalo alle persone più care, anzi!), o alle numerose e per la maggior parte futili spese di oggetti e cianfrusaglie che neanche verranno utilizzate, anzi probabilmente gettate in qualche angolo del cassetto… Tutto questo ci fa dimenticare quei veri valori che il Natale, prima di diventare una forma di consumo, esprimeva: la voglia di stare con le persone care, di festeggiare una ricorrenza particolare attraverso gesti semplici ma efficaci, di riflettere sulle difficoltà affrontate durante tutto l’anno e di ringraziare per ciò che si è ottenuto veramente le persone care e soprattutto noi stessi, gratificandoci. Per me il Natale è quella festa nella quale mi piace ricordare le difficoltà affrontate negli anni passati e nell’ultimo periodo – grandi o piccole che siano… di minore o maggiore rilevanza -; mi piace ammettere e dire “ce l’ho fatta!”; mi piace dire: sta arrivando un nuovo anno, un anno nuovo per ricominciare! Cosa mi aspetterà, cosa succederà? Nuove sfide da affrontare con ottimismo, mettendo da parte per un attimo l’accidia e la tristezza, la velleità, ringraziando quelle persone che mi hanno sostenuta nei momenti più duri, ringraziando gli amici sinceri che mi hanno protetta e mi hanno spinta ad andare avanti, ma anche quelle persone che mi hanno portata a fare le scelte giuste, quelle persone che pur non essendoci più mi hanno amata … Provare speranza e fiducia per ciò che mi riserverà il futuro, per le persone che incontrerò, per i sogni che realizzerò (come la sufficienza in mate!!!) per quelle persone che in un primo momento forse non sopporterò e loro non mi sopporteranno per divergenze di carattere e personalità. Ringraziare tutti coloro che mi propongono e mi proporranno nuove, motivate e soprattutto serie e mature sfide. By Françis THIRTEEN Titolo: Thirteen - 13 anni (Thirteen) Regia: Catherine Hardwicke Sceneggiatura: Catherine Hardwicke, Nikki Reed Fotografia: Elliot Davis Interpreti: Evan Rachel Wood, Nikki Reed, Holly Hunter, Jeremy Sisto, Brady Corbet, Deborah Kara Unger, Kip Pardue, Sarah Clarke, Vanessa Anne Hudgens, Ulysses Estrada, Sarah Cartwright, Jenicka Carey, Jasmine Salim, Tessa Ludwick, CeCe Tsou, Jamison Yang, Frank Merino, Cynthia Ettinger, Charles Duckworth, D.W. Moffett, Steven Kozlowski Nazionalità: USA, 2003 Figlia di una madre single e con un fratello più grande, Tracy è una studentessa modello. O almeno, lo era quando frequentava le scuole medie: il liceo è un altro mondo. Fin dal primo giorno Tracy subisce il fascino di Evie Zamora, una delle ragazze più desiderate della scuola, bellissima e snob. Sforzandosi per diventare sua amica, Tracy si allontana dalla madre ed inizia a rubare, a drogarsi, ad intrattenersi con i ragazzi... Ma Tracy ha solo tredici anni, e non è ancora pronta per ricoprire il proprio corpo di piercing e tatuaggi. E' troppo giovane, anche per la Los Angeles del ventunesimo secolo. Anna 4 SPECCHIO, SPECCHIO DELLE MIE BRAME… Pensavo a come poter intitolare il mio articolo e nonostante la mia intenzione di staccarmi dalla leggerezza dell’articolo su Bridget Jones, l’unica frase che mi veniva in mente era proprio questa. Credo nella potenza dello specchio, mi spiego: è bruttissimo guardarsi allo specchio e non riconoscersi, notare magari in particolari momenti che quel riflesso non siamo noi, non mostra ciò che siamo realmente. Ognuno dentro di noi ha uno specchio, è il motivo per cui noi stessi cerchiamo dentro di noi la risposta a nostri determinati comportamenti o cambiamenti, e non trovarla perché magari quando si è fatto qualcosa non si era totalmente se stessi. E pensare magari che non siamo più noi e che forse lo specchio dentro di noi in realtà è un quadro di ciò che avremmo o no voluto essere, e ciò dipende solo da quanto siamo realmente coscienti dei nostri cambiamenti. L’adolescenza è forse uno dei periodi in cui più si nota tutto ciò: si cambia non solo interiormente, in modo veloce e continuo. In un certo senso ogni cambiamento dentro di noi ci fa sentire a momenti come se fossimo su un treno che va a 300 all’ora…cosa fai? Scendi con il rischio di spiaccicarti al suolo oppure ti sforzi di superare la paura e di restarci su quel treno e andare avanti, cercando di assecondare ogni curva di quel treno impazzito. Ovviamente non intendo dire che ci sono solo momenti in cui uno non apprezza il suo riflesso, anzi: è proprio di questi che viviamo, è proprio per questi che superiamo le difficoltà, è proprio per questi che non gettiamo la spugna. Del resto se noi non facciamo altro che aver paura e non apprezzare ciò che noi e gli altri vedono di noi, e non fare niente per cambiare tutto ciò, non vedo come ognuno di noi possa arrivare a dire “Io sono…”. Se ciò che sono non lo voglio vedere perché non mi piace o lo cambio oppure mi sforzo di accettarlo così com’è. Ma non dobbiamo dimenticarci che lo specchio non ci fa vedere solo noi. Specchiarci dunque, per vedere anche noi in relazione a ciò che ci sta attorno, e sentirci magari fuori luogo. Vi è mai capitato in un qualsiasi momento di fermarvi, guardarvi attorno e dire: “Cosa ci faccio qui?” o “Io non centro assolutamente con questo luogo, con questa gente”…è brutto quando questo pensiero inizia a diventare continuo. E allora cosa fare? Ricominciare e prendere e cambiare quel riflesso che tanto non ci piace e renderlo magari più simile all’originale, o almeno a quello che vorremmo fosse l’originale. Oppure semplicemente spostarsi, e cercare senza tregua, senza stancarsi mai, il nostro posto, quello dove il nostro riflesso si vede meglio. È come un quadro: dopo aver disegnato la figura principale dobbiamo solo trovare lo sfondo che più la esalta e la completa. Così siamo noi rispetto al mondo: scegliamo una compagnia di amici piuttosto di un’altra, ci sentiamo magari più a casa al bar con gli amici di quanto effettivamente ci sentiamo a casa nostra. Lo specchio di ognuno di noi è anche quello che alla domanda “Specchio, specchio delle mie brame: chi è la più bella del reame?” ti risponderà sempre “Tu, mia signora”…e questo specchio ha la voce di coloro che ci stanno accanto quando facciamo l’ennesima cavolata, che ci aiutano a ricominciare tutto da zero quando ormai non ci rimane più niente, e ha il volto di un amico o di un sorriso donato ad una persona che non avresti mai pensato di poter tirar su di morale, e ha il calore di una mano che tiene la nostra e ci spinge ad andare avanti anche quando non vediamo la strada, ma solo per il calore che ci trasmette ci lasciamo guidare. Cercate quindi lo specchio dentro di voi, cercate ogni sua caratteristica, amatelo e soprattutto amate il riflesso che vedrete in quello specchio, perché siete voi ed è la vostra anima. Gerry90 5 “Specchio, specchio delle mie brame… Chi è la più bella del reame?”. Chi di voi ragazze non ha mai pronunciato questa frase vedendo la propria immagine riflessa allo specchio? E chi di voi ragazzi non si è mai immaginato Brad Pitt o George Clooney o qualsiasi altro “bellissimo” del mondo del cinema o anche qualche ragazzo che riconosciamo sia davvero invidiabile? E chi, invece, di prima mattina, si vede identico all’Incredibile Hulk o alla strega cattiva di Biancaneve? Penso che la reazione allo specchio appena svegli sia piuttosto differente per ognuno di noi… Molte volte, guardarsi allo specchio è un modo per immaginare una realtà diversa da quella reale, per esaudire “utopisticamente” alcune nostre volontà… ma sono pur sempre fantasie che poche volte si realizzano! Perciò, ho voluto stilare delle specie di piccoli profili in cui ognuno di voi si può immedesimare. Mi piacerebbe se gran parte di voi si divertisse nel leggerli e magari dicesse tra sé e sé:”Questo sono proprio io!” e ci scherzasse su. Nel caso lo desideriate, per farci conoscere il vostro profilo ideale, contattate la signora Anna in corridoio… GLI “SO STILISH”: Per loro, alla mattina, appena sveglie, l’unico modo per rinvigorirsi è ammirare la propria bellezza. Appena si osservano con meraviglia allo specchio, dicono:”Wow! I look so wonderful!”. E chi le batte? Proprio nessuno… Tutte le bellissime ragazze sono niente in confronto a loro. Con i loro vestiti di Gucci, Armani… poi, si vedono proprio delle bellissime modelle (Sicuramente più belle di quelle vere!). La loro stupenda organismo Il loro motto è “Meglio non cambiare, no?!”. I “BELLI, MA NON IMPOSSIBILI”: Belle sì, ma super dive no! Capiscono che sono molto belle, apprezzano la loro bellezza, ma non si atteggiano e non fanno del loro schianto un motivo di vanto. Davanti allo specchio si dicono:”Sì, sono bellO, però tutti non mi devono apprezzare solo per il mio aspetto fisico, io valgo anche per le mie qualità morali!”. Essere così significa valorizzare il proprio aspetto fisico, senza esagerare, e capire che essere belli non è solo un dato visivo. “Io non sono una bellezza impossibile, ma non sono nemmeno inarrivabile! Chiunque, sia che sia brutto, sia che sia bello, può diventare come me!”. Il loro motto è “Bella sì, ma non solo agli occhi!”. GLI “UGLY BETTY”: Le persone non le vedono molto belle, ma loro si piacciono così. Accettano la loro bruttezza e la mattina, allo specchio, non sono per niente invidiose delle altre e sono perfettamente soddisfatte dei loro difetti. Pensano che la loro personalità sia più importante di avere un corpo mozzafiato o dei bellissimi capelli biondi… Come la ragazza della famosa serie 6 televisiva, non le interessa minimamente di essere sotto torchio dagli altri colleghi che la prendono in giro per il suo mastodontico apparecchio e i suoi capelli arruffati. Avere un bel lavoro, una bella famiglia e non preoccuparsi di frivolezze la rendono tranquilla e serena. Il loro motto è “Perché io valgo!”. LE “GIADA” “GIADA”: Per chi ha visto il film “Come tu mi vuoi”, sa che Giada è una studente universitaria fisicamente molto brutta che, per apprezzare di più la sua persona e per essere più stimata dal belloccio della scuola di cui è follemente innamorata, decide di mutare aspetto e vestirsi appunto “come lei la vuole”. Alla mattina, perciò, è come se venisse abbagliata da una luce che le impedisce di guardarsi. Il suo fisico è “deludente”: magro, poco formoso, quasi inguardabile. Il suo volto è ricoperto da lentiggini, pieno di brufoli. Insomma, non si piace. Alla fine, però, capisce che neanche quei vestiti di marca, quei super trucchi non le davano totale soddisfazione. Decide perciò di acquistare un look un po’ più sobrio,ma che le fa acquistare un po’ più di sicurezza di prima, senza esagerazione. Perciò, l’importante è non cercare la perfezione assoluta, ma sentirsi pienamente realizzati della propria persona e non perdersi d’animo se non si è bellissime… Il loro motto è “Nicole Kidman… Aspettami!”. I “FONZIES”: Non come le patatine, ma come il personaggio di Happy Days! Allo specchio, anche con i capelli arruffati, si dicono:”Hey hey! Come sono bello!”. Con la super giacchetta di pelle (O un bellissimo capo firmato) e con il mitico pettine per sistemarsi i capelli ad ogni evenienza, sono pronti per fare una “strage” di donne: si credono davvero irresistibili! Fonzie era ancora in stile anni settanta, però la sostanza non cambia! Il loro motto è “Ehi tu, guarda e impara!” GLI “HAPPY HIPPO”: Essere grassi, per un uomo, è un tabù. E questo chi lo dice? Anche il simpatico personaggio della pubblicità è corpulento, ma la sua simpatia è davvero travolgente e i suoi balletti sono davvero simpatici! Eppure è grasso… Per questi persone, vedersi grassi non è grave, non vuol dire essere ingombranti. Anzi, vuol dire essere sinceri, pienamente felici di se stessi. Ed essere lo stesso molto simpatici ed allegri. Appena si guardano allo specchio, dicono:”Essere simile a Brad Pitt non mi dispiacerebbe, ma apprezzo comunque il fatto di non essere magro!”. Il loro motto è “Grasso è bello (Per rendervi conto, guardate il film “Hairspray”)”. Insomma, ho azzeccato un po’ i profili relativi a come vi guardate allo specchio? È un modo simpatico per farvi capire che tutti siamo inimitabili, sia che siamo belli, sia che siamo brutti, ma l’importante è apprezzare i propri difetti e, anche se lo specchio ci fa talvolta dei brutti effetti, capire che non stiamo guardando realmente noi stessi, ma solo la nostra immagine riflessa. Colgo l’occasione per augurarvi Buon Natale e Felice Anno Nuovo e speriamo di rivederci nel nuovo anno 2008 per trascorrere un nuovo anno in compagnia dello Svegliarino. Goodbye!! By BUCOZ 7 NATALE, SPECCHIO DI AMORE Natale è il periodo in cui si celebra l’Amore, in cui si cerca di mettere in luce il nostro lato più buono e generoso. Una delle frasi più ricorrenti in questo periodo è “ A Natale tutti sono più buoni”. Espressione interpretabile. A me piace intenderla: “A Natale molti cercano di esprimere la bontà che hanno sempre dentro”. In realtà in ciascuno di noi risiede sempre una parte sostanziale di bontà, di solidarietà; il fatto è che a Natale, rispetto al resto dell’anno, per mille motivi la sentiamo più presente, più nostra, e cerchiamo così di renderla più evidente: la misura di bontà non muta, non cresce né diminuisce, ma semplicemente viene resa più manifesta. Ogni Natale una persona speciale ci dà un messaggio vero e sempre nuovo di tale bontà, un messaggio di Amore. È questo che specialmente a Natale ci viene trasmesso e siamo ispirati ad infondere a nostra volta: l’amore autentico, quello puro e disinteressato, l’amore che scopriamo per la prima volta all’interno della famiglia. È da qui che iniziamo il nostro cammino, da questa sorgente d’affetto, in questo forte nucleo in cui conosciamo la forma più vera di amore: quella dell’offrire, del donare, del dare senza interesse, dell’amore come dono. Primi fra tutti, i nostri genitori ci danno una chiara dimostrazione della grandezza di questo sentimento: il loro primo e più importante segno di affetto è il dono della vita e riconosciamo tale gesto di amore nel momento in cui comprendiamo di essere noi stessi Frutto d’Amore, del loro amore. L’attenzione, il buon esempio, il sostegno, le parole incoraggianti, queste sono le dimostrazioni che cogliamo con più facilità e che spesso finiamo per dare per scontate, ignorare, rifiutare o non considerare sufficienti. La famiglia è il luogo per eccellenza in cui molte volte ci sentiamo soffocare, da cui vogliamo fuggire, in cui detestiamo essere giudicati e corretti, quando dimentichiamo che anche con la fermezza, con i rimproveri, le imposizioni, le critiche riceviamo un messaggio di amore. La difficoltà sta nel vederlo, nel comprenderlo e nell’accoglierlo. La nostra bontà non si riflette nelle azioni straordinarie che compiamo (in questo periodo dell’anno in particolare) ma nell’amare il nostro prossimo, non quello dall’altra parte del mondo, ma le persone con le quali viviamo, con le quali ci confrontiamo ogni giorno e spesso ci scontriamo. La famiglia, nucleo in cui siamo nati e in cui si forma la nostra persona, è il punto di partenza in cui possiamo imparare ad amare il nostro “prossimo”. Qui maturiamo, specialmente nei momenti di dura prova, e maturando ci miglioriamo. Mi auguro che ciascuno di noi rifletta su quale grande messaggio di amore porti con sé questo importante e vivo periodo di attesa al Natale. Leti INGREDIENTI PER UN NATALE TRISTE: 1) Solitudine. prima della lista perchè la cosa più triste a Natale sarebbe quella di passarlo da soli.il Natale è bello se si hanno amici e parenti con cui scambiare auguri, regali e tante sorprese! 2)Malumore. E' brutto essere di malumore nei giorni di festa... perchè oltre a rovinare l'atmosfera di gioia e serenità a se stessi, la si rovina anche alle persone che stanno attorno. 3)Assenza di addobbi natalizi in casa e per la città. Cosa c’è di meglio di un bell' albero illuminato, di una ghirlanda o di un festone natalizio?!tutte quelle luci mettono un sacco di allegria. 4)Assenza di canti natalizi. Quelli che scaldano il cuore...che ci rendono più partecipi a questa grande festa...senza i quali...che Natale sarebbe?!:) 5)Assenza di spirito natalizio. ormai anche questa festa sta diventando commerciale come tutto. Natale è diventato solo sinonimo di regali, mega pranzo...senza pensare al vero significato di questa festa. il bello del Natale sarebbe quello della tradizione, ovvero andare alla messa la notte del 24, scambiarsi gli auguri anche con chi non si conosce, fare un pranzo in famiglia per il gusto di stare tutti assieme... Quindi prima di prendere un regalo, pensiamo se alla persona che lo riceverà regalerà un sorriso, perchè è fatto con il cuore. se la risposta è si allora prendetelo, confezionatelo con cura...e metteteci dentro il vostro amore. il 24 e il 25 dicembre fate gli auguri anche a chi vi sta un po’ antipatico...e sopratutto, ricordate di non essere gentili e altruisti solo a Natale... siatelo per tutti i giorni dell'anno!:) Alice Cusan 8 Diario di una Bridget Jones venexiana Di Laura Geretto Caro diario, eccomi tornata dall’Inghilterra, frastornata di certo, ma con qualcosina in più. Di sicuro quando dovrò farmi la casa, non ci sarà traccia alcuna di moquette. Comunque, sopravvissuta all’esperienza, sono tornata a casa ormai da un mese, e purtroppo non ho ancora avuto modo di scriverti. Ma ora eccomi qua! Ormai il Natale è alle porte e come sempre mi sono presa l’impegno di pensare prima ai regali, e non ritrovarmi come sempre due giorni prima a correre per tutta Caorle e non solo alla ricerca del regalo ideale per ciascuna persona. Oggi ribaltando la memoria del mio computer per fare un po’ di pulizia, oltre ad aver fatto la sensazionale scoperta di avere una raccolta musicale che comprende ben 1896 canzoni, ho ritrovato le foto della festa di Natale dell’anno scorso…ed è stato bellissimo mettermi là e rivederle con il dolce sottofondo delle canzoni di “Grey’s anatomy”, e mi è sembrato quasi di rivedermi allo specchio. In effetti non sono cambiate molte cose dall’anno scorso…diciamo che quest’anno non avrò un moroso con cui condividere il bel clima natalizio di questi giorni, ma sai che ti dico? Chi se ne frega!! Sto bene così, ho già fatto tutti i miei progettini per Natale e Capodanno, che saranno all’insegna dello sballo assoluto, senza vodka questo giro, dati gli effetti nel passato. Dai che se tutto va bene fra poco mi ritroverò a scriverti il resoconto di una splendida settimana a Madrid. Intanto si stanno ultimando i preparativi per la mega festona della vigilia: con la scusa che mio zio quella sera deve andare a suonare in discoteca, ci ha fatto avere un tavolino praticamente a costo zero. Si!! Comunque non è proprio detto che questo Natale sarò single: vabbè che dopo aver ultimato la lettura del libro “Meglio single che male accompagnata!” di una delle mie autrici preferite, inizio a rivalutare la mia posizione…però fa sempre bene guardarsi, e non solo, attorno, o sbaglio? E qui arriva il piatto forte: per ora ci stiamo solo scrivendo, ma ti ricordi Davide, il mio carissimo ex di quest’estate? Si esattamente lui, quel povero disgraziato a cui ho quasi spaccato il naso, dopo averlo trovato che si baciava con una mia amica che oltretutto gli ho presentato io. Insomma è tornato a farsi vivo…eccome se è tornato a farsi vivo. Per la serie “Da Padova con furore!” ormai ogni sabato è fisso qua a Caorle, e ovviamente con chi che vuoi vada fuori? Non certo con quell’altra imbecille che l’ha baciato. Risposta esatta, con la sottoscritta. Anche se voglio andarci con i piedi di piombo e soprattutto con i stivali a punta, nel caso servissero come arma, dai è troppo carino quel ragazzo…senza di lui non avrei neanche potuto avere la maglia della nazionale di volley che desideravo da tanto…è dolce, ma ha già fatto abbastanza cavolate…e poi credo che la lezione l’abbia imparata. Mai mettersi contro una Bridget cintura blu di karate…meglio non farmi arrabbiare vecchi! Comunque ora ti devo lasciare perché è sabato e, per l’appunto, sta arrivando Davide…ci sentiamo il più presto possibile, Davide e preparativi vari permettendo! Un bacio, la tua Bridget 9 Voglio scoprire l'Africa! Fin da piccolo ho sognato un giorno di andare in una terra a noi lontana e misteriosa; appena ho saputo della possibilità che dava la nostra scuola di andare in questa terra non ho resistito e ho detto: “Voglio scoprire l'Africa”. Eh sì! L'Africa quest'estate è diventata realtà e ho vissuto completamente la realizzazione del mio sogno; da quest'esperienza mi sono portato a casa un bagaglio enorme di ricordi: suoni, odori, immagini, ma soprattutto la convinzione che l'Africa non è assolutamente povera ma ha delle potenzialità incredibili, che innanzitutto provengono dalle fasce più giovani della popolazione, per lo sviluppo del Paese; è questo il lavoro che don Elvino sta proponendo alla scuola di Sirima, aiutando i ragazzi kenyoti a far germogliare nel loro cuore il desiderio di costruire un futuro migliore nella loro società africana. Grazie all'istituzione del gemellaggio, siamo chiamati a entrare in sintonia con questi ragazzi: loro hanno molto da darci in termini di entusiasmo di vita e se anche noi siamo ragazzi pieni di vita, doniamo loro il nostro entusiasmodi giovani che vivono contesti completamente diversi. Ciò che ci unisce è un futuro da costruire assieme in un mondo sempre più globalizzato. Avere uno spirito entusiasta ci porta a trasmettere agli altri le nostre esperienze di vita, i nostri progetti, i nostri sogni, e scoprire le modalità per raggiungere gli obiettivi che ci poniamo. Abbiamo una grande opportunità: quella di non guardare passivamente ma di essere protagonisti attivi nel mondo che verrà. Marco Ecco la lettera che abbiamo inviato ai nostri amici kenioti. Portogruaro, 27 novembre 2007 Ciao ragazzi! Come va? Siamo felici di poter iniziare a scriverci dopo un po' di tempo! Noi stiamo tutti bene e siamo alle prese con l' inverno: fa molto freddo e siamo interamente coperti da guanti, berretti, giubbotti; non è ancora nevicato sulle nostre montagne, ma siamo abbastanza vicini al ritorno della neve dopo un anno! E voi? Abbiamo sentito che è piovuto molto, e ora? E' ritornato il caldo? Sappiamo che le classi dell' ultimo anno della Secondary School sono alle prese con gli esami di maturità. La nostra terza liceo invece sta studiando ancora, perché gli esami saranno a giugno; il nostro anno scolastico, infatti, è differente dal vostro: inizia a settembre e finisce a giugno. Buona fortuna per gli esami. Vorremmo proporvi degli argomenti su cui discutere assieme e circa i quali ci piacerebbe conoscere la vostra opinione. Siamo due popoli molto differenti sotto vari aspetti, per questo noi ragazzi del Collegio Marconi avremmo piacere di conoscere qualcosa di più delle vostre tradizioni culturali e del vostro folclore. Ad esempio, ci stiamo avvicinando al Natale. Nella nostra società si è trasformato in un momento di consumo, invece che essere vissuto come un momento per stare in famiglia e festeggiare l’Incarnazione. Voi come vivete questa realtà religiosa? Ci piacerebbe anche confrontarci con voi su argomenti di attualità e sugli avvenimenti che stanno interessando i nostri due Paesi e gli altri Paesi del Mondo. Crediamo sia giusto questo scambio di opinioni perché, sicuramente, i nostri Paesi hanno fonti di informazioni e modi di pensare differenti. Anche la politica sarebbe un argomento di cui parlare, dato che rappresenta in parte l’immagine di un Paese; ci interesserebbe conoscere qualcosa sulla politica interna e sul governo del vostro Paese. Aspettiamo in risposta anche vostre idee di gemellaggio e molte domande sull’Italia, sul suo popolo, su di noi e la nostra scuola e su tutte le curiosità che avete a riguardo del nostro Paese. In questa prospettiva, una proposta nata dai rappresentanti delle classi è di instaurare un rapporto di corrispondenza classe per classe: anziché scrivere una sola lettera da parte di tutta la scuola, vorremmo far sì che ogni classe sia coinvolta in questo gemellaggio. Cosa ne pensate? Vorremmo così conoscerci meglio per poter approfondire la nostra amicizia e irrobustire il ponte iniziato nei mesi scorsi tra Portogruaro e Sirima. 10 Siamo prossimi all’inizio dell’Avvento e cogliamo l’occasione per augurarvi di vivere questo periodo di preparazione al S. Natale in pace e serenità. Gli studenti del Liceo Classico «G. Marconi» Il 15 dicembre Don Elvino ha inviato questa prima e-mail di risposta, in attesa di scriverne una più completa con gli studenti: Carissimi, mi fa enormemente piacere sentire il programma di attivita' culturali e sociali che state mettendo in cantiere dopo la visita fatta a Luglio dalla delegazione del Marconi: alla prossima ci sarai anche tu, vero? Ho ricevuto la lettera degli studenti solo che c'e' attualmente un problema nella "tempestivita'" di una risposta perche' dal 27 Novembre fino all'8 Gennaio del 08 in Kenya ci sono le vacanze scolastiche, tutti gli studenti sono a casa ed ovviamente anche gli Insegnanti, percio' dovete aver pazienza..una risposta sara' possibile solo a Gennaio. Mandero' comunque a tutti gli studenti del Marconi qualche notizia. Stanno proseguendo i lavori per la costruzione di 4 aule di servizio al pian terreno e 4 per l'insegnamento al primo piano: e' un lavoro duro perche' non abbiamo attrezzature, tutto il lavoro e' fatto a mano, ma siccome la paga giornaliera e' buona e la mensa a mezzogiorno assicurata, siamo in grado di far...MIRACOLI!!!! Vi saluto caramente. La Luce e la Gioia del Natale vi siano di sostegno nella testimonianza a Cristo e vi accompagnino lungo tutto il Nuovo Anno. Ciao. Don Elvino. Sicuramente avrete sentito parlare da Don Fabio o da qualcuno della vostra classe, della rete di solidarietà. In questo articolo io dovrei cercare di illustrarvi al meglio cosa significa “Rete di Solidarietà”, ma è un compito tutt’altro che facile, non per l’aspetto pratico ma per quello emotivo. Il nostro lavoro consiste nell’andare il martedì e il mercoledì ad aiutare gli ospiti del “Gabbiano Jhonatan”, un’associazione che si prodiga per aiutare le persone portatrici di Handicap o affette da varie forme di autismo, per tener loro compagnia, cantando e portando un po’ di festa oppure aiutandoli a preparare i vari lavoretti per le feste dell’anno (in questo periodo sono impegnati con la realizzazione di un presepe in carta pesta con tanto di statuine, grotta e un bel fiume). Venerdì invece la tappa della rete è Concordia “dalla Sara”, una ragazza disabile, che ci tiene impegnati con vari giochi da tavolo e le sue storie amorose. Questo però è solamente il lato pratico che la Rete insegna, l’altro lato è quello emotivo, che ci insegna come siamo fortunati ad essere “normali”, e com’è bello poter insegnare alle persone meno fortunate qualcosa, anche di piccolo, che però per le persone meno fortunate è importante. Posso darvi un consiglio?? Iscrivetevi alla Rete!! M.A. :* 11 …IPSE DIXIT! Eppur l’ha detto!! Leggendo la spiegazione di un passo della Gerusalemme Liberata: Stud: - L’incapacità operativa, cioè la inettitudine erotica… Prof: - Ehm…eroica…Forse stavi pensando a te stessa e alle tue inettitudini… Prof. Girotto Prof: - Lunedì portate il manuale della letteratura latina Stud: - …Greca, vuol dire… Prof: - E come la vuoi, cinese?! - Su questo vasetto c’è una scritta immorale: temptation! - Sto qua mi sta prendendo per il lato B! - Zeus era un playboy: appena vedeva una bella donna scendeva dall’Olimpo e le saltava addosso. - Questo seminario non è una sala da ballo! Durante l’interrogazione su Tasso: Prof: - Qual è quella favola boschereccia che prende il nome dal protagonista? Stud: - Pollicino? Prof. Fontanella - La versione e la campanella sono due realtà immutabili; farle coincidere spetta allo studente! Prof: - Tiratevi sù! Questo seminario non è un…un… Stud: - …un?? Prof: - …Non lo so, non mi viene Alla Balich: - Basta guardare il telefonino…intanto non ti scrive!!! Leggendo il dialogo di Giulietta e Romeo al verone: - Sulle ali lèggere dell’amore… - Basta!!! Non c’è nulla da ridere…se non il vostro esame!!! Stud: - Ma perché l’hanno messa a insegnar latino? Prof: - Perché assomiglio al simbolo del Marconi. - Che volete, sono ancora giovani…Hanno una voce asessuata! - Andate alla pagina precedente alla 667, perché certi numeri in questo istituto vescovile non si possono dire… Prof. Moro Prof: - Cosa fai lì? Stud: - Mi sono spostato…per convenzione… Prof: - Se non torni subito al tuo posto per convenzione ti mando fuori dalla porta. - Questo seminario non è un salon de beauté! (per la traduzione rivolgersi direttamente a Fontanella!) - “Quamquam omnis virus mos ad se alliat, tamen iustitia id maxime fecit”…Benché ogni virtù ci attiri a se…David! Fatti attirare dalla virtù! - Stud: - Ma perché ha cancellato la parte che avevo messo in matita? - Prof: - Volevo mostrarvi che la matita si cancella! Prof. Bravin - In seconda l’Ipse dixit non si riferisce più ad Aristotele, ma alla Poser! - L’allievo Drigo Riccardo maneggia oggetti da lancia 12 - Francesca, vuoi tirarti un po’ sù di morale? Vieni via un’ora oggi pomeriggio con me! Ti assicuro che non sono né pedofila né omosessuale! Prof. Drigo Prof. Marchesan - Forza, fate girare questo materiale pornografico. - Lo storico dell’arte, come si dice a Trieste, deve sempre fare la punta allo stronzo! - …Perché la forza peso parte dal cavallo dell’uomo! - L’ellisse ha due centri detti…centri! - Le principesse sono come le caramelle, son tutte rosa, son tutte belle: questo è il mondo di Pisanello! - Nessuno ha votato Prodi, ma Prodi c’è!!! Alunni - Cosa utilizzo per misurare il tempo? …Il termometro! Prof: - C’è un proverbio che dice “Chi è causa del suo mal…?” Stud: - …Non rosica! Mostrando il righello: - Le tacchette tra un centimetro e l’altro si chiamano decimetri Prof: - …è un corpo celeste… Stud: - …Come i puffi? Stud: - Lo sa che la Boatto oggi fa gli “auguri”? Prof: - …Tanti anni! - Chi la fa la pesti! Stud 1: - ‘Ste tracce fanno cacà… Stud 2: - No no, fanno Seedorf! Prof. Gardin Prof: - …Perché questi se ti beccano a rubar il cervo ti impiccano! Studenti: - Impiccheranno Geordie con una corda d’oro… - Ci risponde a questa domanda Riccardo cuor di Leone…..ehm…cuor di puntini puntini -one… Stud 1- Ma stiamo leggendo un testo shakespeariano in chiave omosessuale… Stud 2 - …e con la balia transessuale! - Cosa succede…ah, è la caduta delle palle…dall’albero…è la forza di gravità! Poi metaforicamente cadono spesso a tutti le palle! A volte invece la tiriamo su e diciamo…CHE PALLE! Prof: - Dioniso è la personificazione di che cosa? Stud - De na simmia! A Boatto e alla Ros mentre disegnano e colorano: - Dovete ancora riparare un debito della scuola materna? Prof: - Se io dico Saffo dai capelli viola a voi cosa viene in mente? Stud: - Una panca bestia! Prof: - Al giorno d’oggi avere a casa tante mucche, tanti buoi, tanti cavalli…cosa vuol dire? Stud: - Tante corna! Prof: - Per la cronaca… Stud: - Nera, rosa,…? Stud 1: - Ma allora F sta per fuoco? Stud 2: - Ovvio, non sta mica per fagiolini! Prof: - Se la produzione locale non soddisfa la richiesta, la gente si rivolge ad altri mercati e si importano così materie prime Stud: - …Ma si importa il pane? - Ma si…Zurigo è la vicino ad Udine! Ci vado sempre a mangiare le castagne… 13 - Ma Prof! Non facevamo nulla di male…stavamo solo giocando a battaglia navale! Stud: - Ma qual è l’eroe francese nazionale? Napoleone? Prof: - Beh si, ma anche Giovanna d’Arco… Stud: - Ma se è una femmina?!? Prof: FUORIII! Prof: - Immaginate questa povera nutrice Barce, se era la nutrice di Sicheo sarà vecchia… Stud: - Sarà spompata… 14