Una soluzione tutta gomma per l‟isolamento sismico di una struttura esistente in c.a.: le “strutture di trasferimento” Antonello De Luca, Giuseppe Brandonisio, Simona Luongo, Attilio De Martino Università di Napoli “Federico II”, Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura. P.le V. Tecchio 80, 80126, Napoli. Giuseppe Mautone Ingegnere libero professionista, Salerno. Guglielmo De Stefano, Gennaro D‟Onofrio Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Provveditorato Interregionale alle OO.PP. Per la Campania, la Puglia, il Molise e la Basilicata. Keywords: Isolamento sismico; adeguamento; messa in forza isolatori ABSTRACT Nel presente lavoro vengono illustrate le problematiche relative alla progettazione strutturale ed esecutiva dell‟intervento di adeguamento sismico dell‟edificio sede della caserma dei Carabinieri nel Comune di Quindici (AV), realizzata verso la fine degli anni „80. Il ricorso alla tecnica dell‟isolamento sismico alla base si è reso necessario in quanto i dettagli costruttivi non sono tali da garantire gli standard minimi di sicurezza in caso di sisma. Il sistema strutturale esistente è, infatti, privo sia di duttilità locale che globale. Per conseguire l‟adeguamento sismico della struttura esistente in c.a. mediante l‟isolamento sismico alla base, si è adottata una soluzione “tutta gomma”, che ha comportato la riduzione dei punti di appoggio della costruzione, passando da 68 pilastri in c.a. a 31 isolatori sismici HDRB, con la conseguente necessità di progettare e realizzare una struttura di trasferimento che merita un‟attenzione particolare, stante la sua innovazione e considerato che, a conoscenza degli autori, non esistono realizzazioni di tale tipo nel mondo. 1 INTRODUZIONE L‟intervento illustrato in questo articolo è rappresentativo di un‟applicazione su un edificio esistente in c. a. dei principi d‟isolamento sismico, con trasferimento dei carihci della sovrastruttura a pochi punti d‟appoggio (gli isolatori sismici), per concentrar gli sforzi normali sui dispositivi. La volontà di applicare un sistema d‟isolamento sismico con una soluzione tutta gomma è dettata dalla consapevolezza che la teoria che regola l‟utilizzo degli isolatori elastomerici per l‟isolamento sismico è ormai consolidata e discende da decenni di sperimentazione a partire dagli anni ‟80 negli Stati Uniti. Al contrario i sistemi d‟isolamento FPS, diffusamente applicati in l‟Aquila in seguito al terremoto del 2009, essendo di nuova generazione, non sono supportati da una consolidata sperimentazione, e soprattutto non hanno ancora testato terremoti reali. inoltre, con l‟esperienza della ricostruzione post-sisma in Abruzzo si sono registrate anche problematiche legate al funzionamento delle superfici di scorrimento, con conseguente necessità di sostituire alcuni dispositivi sismici FPS. L‟adeguamento sismico della Caserma dei Carabinieri di Quindici (AV), con l‟utilizzo di soli dispositivi elastomerici (soluzione tutta gomma), è un intervento che, a conoscenza degli autori, risulta essere l‟unico al mondo nel suo genere. Infatti, l‟operazione prevista dal progetto, che ne contraddistingue l‟unicità, prevede il passaggio dei carichi gravitazionali da 68 pilastri a 31 isolatori elastomerici, attraverso una struttura di trasferimento costituita da un graticcio superiore di travi che ingloba le travi del primo impalcato ed un graticcio inferiore di travi che ingloba la fondazione esistente. Essendo un intervento di adeguamento sismico, le scelte progettuali hanno dovuto confrontarsi con lo stato di fatto dovendo fronteggiare numerose esigenze e problematiche che nella progettazione ex nova non si presentano. La metodologia adottata, infatti, utilizza il concetto di realizzazione “per cantieri”, con il quale tanti restauri complessi, ad esempio quelli che hanno adottato il metodo della sostruzione, sono stati realizzati nel corso della storia delle costruzioni. Nel caso in esame, il principio della realizzazione “per cantieri”, è stato dettagliato attraverso la definizione dei singoli cantieri e delle seguenti singole tempistiche: 1) realizzazione trave inferiore per cantieri e dei bulbi in corrispondenza degli isolatori; 2) predisposizione dei casseri delle travi superiori; 3) getto del calcestruzzo delle travi superiori; 4) scasseratura delle travi superiori; 5) appoggio degli isolatori sui bulbi in c.a.; 6) taglio del singolo pilastro; 7) completamento della trave inferiore in corrispondenza del pilastro tagliato, trave che comunque poggia sul reticolo di travi inferiori già esistenti. Le fasi 6 e 7 sono quelle realizzate “per cantieri”. A valle di ogni taglio dei pilastri esistenti, sia la trave superiore che il dispositivo di isolamento inizieranno a “lavorare” nell‟intorno del taglio del pilastro esistente. Nelle altre zone, la messa in carico dei dispositivi e delle travi superiori non avviene fino a quando non vengono tagliati, “per cantieri”, i pilastri adiacenti. Prima dei tagli gli isolatori non sono quindi messi in carico. La procedura “per cantieri” consente pertanto la messa in carico degli isolatori uno per volta. Va inoltre aggiunto che: - la rigidezza del graticcio di travi in testa ai dispositivi; - la rigidezza verticale degli isolatori (appositamente progettati a tale scopo, con un fattore di forma primario elevato, S1=20); - la presenza del rustico in elevazione, e quindi l‟assenza di elementi fragili in elevazione e, nel contempo, di carichi estremamente ridotti; consentono l‟esecuzione di tali operazioni in assoluta sicurezza, con margini di gran lunga superiori a quelli che la struttura ha in fase di esercizio. 2 2.1 L‟EDIFICIO ED IL PROGETTO Lo stato di fatto La costruzione dell‟opera esistente è iniziata alla fine degli anni ‟80, e non è stata mai completata. Il manufatto è costituito da tre corpi di fabbrica distinti (Figura 1): il primo (blocco A), si sviluppa su tre livelli di cui uno interrato; il secondo (blocco B), in parte su tre in parte su due livelli; l‟ultimo (blocco C), su soli due livelli, di cui uno interrato. I tre blocchi risultano sconnessi tra loro da un giunto sismico di spessore pari a 10 cm (Figura 2). Giunto sismico 10 cm Figura 1. Volumetrico con individuazione dei tre blocchi. Giunto sismico 10 cm Blocco B Blocco C Figura 2. Giunto sismico di 10 cm tra il blocco B e C. Allo stato attuale, così come si evince dalla foto di Figura 3, risultano realizzate le opere strutturali e parte delle tompagnature e tramezzature, mentre mancano totalmente le finiture. Blocco B Blocco C Figura 3. Blocco B e C nello stato di fatto. Le strutture esistenti sono state progettate e realizzato con i seguenti materiali: - calcestruzzo: Rck 250 (attuale C20/25). - acciaio FeB38K (non esiste più). È stata eseguita una campagna di saggi sui materiali esistenti e di indagini sui terreni presenti in sito, per una corretta e completa caratterizzazione meccanica dei materiali e dei terreni stessi. Le prove eseguite hanno confermato le caratteristiche meccaniche dei materiali strutturali previsti in progetto. Non risulta degrado degli stessi. Il progetto originario delle strutture in c.a. è stato redatto nel rispetto della Legge n. 64/74 e della Legge Regionale n.9/83 e del D.M. 19.6.1984. La normativa tecnica vigente all‟epoca di realizzazione delle strutture è stata profondamente e radicalmente modificata con la recente introduzione delle nuove norme tecniche per le costruzioni del 2008. Le strutture esistenti sono state progettate mediante un‟analisi statica equivalente. Le azioni sismiche considerate derivano dai coefficienti sismici previste dalle vecchie norme tecniche italiane: - grado di sismicità S = 9 (c=0.07); - coefficiente di struttura β = 1.00; - coefficiente di fondazione ε = 1.15; - coefficiente di risposta R = 1.00; - coefficiente di protezione sismica I=1.40. che danno luogo allee forze sismiche di piano indicate Figura 4. III impalcato Il recupero funzionale L‟edificio in esame si sviluppa su due livelli e prevede: (i) un piano terra destinato all‟attività operativa della caserma con gli uffici, le celle e le camerate (Figura 6); (ii) un secondo livello, per cui è prevista una sopraelevazione, al fine di rendere tutto l‟edificio su due livelli fuori terra, con la realizzazione degli alloggi per gli ufficiali (Figura 7). IV impalcato (+7.5) 4,2 57.8 t 2.2 1,8 6.6 t accelerazione orizzontale, per i vari stati limite in Figura 5. 74.4 t I impalcato (+0.0) 1 2,4 7,5 5,9 15,3 6,9 8,1 10,9 4,4 4,3 Figura 6. Pianta piano terra. 7,5 7,5 4,8 4,8 5 Viceversa, la verifica della rispondenza delle strutture esistenti (unitamente alla verifica delle nuove opere) alle attuali norme tecniche per le costruzioni, è stata condotta considerando le azioni sismiche che derivano dai seguenti parametri: - classe dell‟edificio: Classe IV; - vita nominale della struttura: vn=50; - periodo di riferimento per l‟azione sismica: Tr=100anni; - tipo terreno: categoria C. 7,5 Figura 4. Forze sismiche di piano nello stato di fatto. 2,4 10,5 5 II impalcato 4,4 (+5.0) 111.2 t 5,9 15,3 11,9 Figura 7. Pianta primo piano con indicazioni sulla soprelevazione (in linea tratteggiata). Figura 5. Spettri di risposta in accelerazione per i corpi di fabbrica nello stato di fatto (a base fissa). Avendo indicato con Tr il periodo di ritorno dell‟azione sismica (espresso in anni), con ag/g l‟accelerazione orizzontale massima del terreno, con F0 il valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale, e con TC* il periodo (espresso in secondi) d‟inizio del tratto a velocità costante dello spettro in accelerazione orizzontale si riportano gli spettri di risposta elastici in 2.3 L’adeguamento sismico della struttura Le verifiche condotte, sia allo stato di fatto che con eventuale sopraelevazione, hanno mostrato che gli elementi strutturali esistenti (travi e pilastri in c.a.), non sono capaci di sopportare in sicurezza le azioni derivanti da un eventuale sisma di intensità massima pari a quello previsto dalla normativa tecnica attuale. I dettagli costruttivi, caratteristici delle opere progettate ed eseguite negli anni ‟80, infatti, non sono tali da garantire l‟escursione in campo plastico delle membrature, e non risultano rispettati i moderni indirizzi progettuali sulla gerarchia delle resistenze tra gli elementi dissipativi e non. Il sistema strutturale esistente è pertanto da considerarsi privo di duttilità locale e globale. Considerato inoltre che l‟impostazione della normativa tecnica è stata profondamente modificata, e che il fabbricato si presenta allo stato attuale incompleto ed esposto, da molto tempo (circa 30 anni), alle intemperie – le strutture in molti punti sono a faccia vista, senza protezione dell‟intonaco, mentre i solai di copertura sono privi di impermeabilizzazione – occorre intervenire mediante interventi diffusi di adeguamento sismico. Per poter adeguare un fabbricato esistente occorre tuttavia valutare tutte le possibili soluzioni, sia dal punto di vista tecnico che economico. Si è optato per l‟isolamento sismico alla base del fabbricato, che di fatto costituisce una soluzione all‟avanguardia e che permette di conseguire una riduzione delle azioni sismiche sulle strutture esistenti. La soluzione prescelta è quella che permette di sopperire al meglio alle carenze dei dettagli costruttivi e la conseguente difficoltà di riuscire a rispettare i vincoli imposti dalla normativa tecnica attualmente vigente. Per conferire alle strutture in elevazione una più uniforme rigidezza (si ricorda che i tre corpi di fabbrica sono attualmente giuntati e che i nuclei in c.a. esistenti sono localizzati piuttosto eccentricamente e quindi in modo da causare, sotto le azioni orizzontali, delle torsioni del sistema strutturale) i tre corpi di fabbrica vengono tra loro uniti provvedendo alla solidarizzazione dei giunti esistenti, e vengono poi realizzati tre nuovi setti in c.a.. L‟operazione di solidarizzazione dei giunti (Figura 8) avviene inserendo barre metalliche filettate 20 all‟interno dei fori nelle travi del secondo ed ultimo impalcato che vengono poi casserate e cementate ottenendo dalle due un‟unica trave. Fori di alloggiamento delle barre 20 Figura 8. Alloggiamenti riconnessione giunto. delle barre d‟acciaio per I nuovi setti, invece, hanno uno spessore di 30 cm ed una altezza di circa 7 metri. Vengono realizzati a partire dal piano di calpestio di piano terra, fino all‟estradosso del terzo impalcato (piano di copertura del primo piano). Detti setti vengono poi solidarizzati alle travi in c.a. esistenti mediante la messa in opere di idonee zanche metalliche. Ai pilastri confinanti con i nuovi setti (Figura 9) viene asportato il copri ferro e viene realizzata una camicia in cemento armato di solidarizzazione. Figura 9. Fase di realizzazione delle pareti in cemento armato e loro solidarizzazione con gli elementi travi e pilastri esistenti. 3 L‟ISOLAMENTO SISMICO ALLA BASE CON SOLUZIONE TUTTA GOMMA Al fine di progettare il sistema d‟isolamento si è preliminarmente ricavato il periodo d‟isolamento della struttura. Essendo l‟edificio intelaiato su due livelli, il periodo d‟isolamento target è stato fissato pari a Tis=2.5s, ovvero sei volte più grande del periodo a base fissa T=0.4s. Per la valutazione dei valori massimi delle sollecitazioni e degli spostamenti è stato usato un programma di calcolo agli elementi fintiti nel quale è stata modellata l‟intera struttura, costituita da: - strutture in elevazione esistenti. - strutture in elevazione di nuova costruzione. - nuove strutture sopra i dispositivi d‟isolamento. - nuove strutture sotto i dispositivi d‟isolamento. Al fine di indagare il comportamento dinamico della struttura, si è effettuata dapprima un‟analisi modale su un modello semplificato della struttura composto da: - nuove travi a livello degli isolatori; - isolatori; - massa della struttura applicata nel baricentro delle masse. Le analisi, svolte con l‟ausilio del programma di calcolo agli elementi finiti SAP2000, hanno fornito i seguenti risultati: - periodo primo modo struttura isolata: T1=2.49s; - periodo secondo modo struttura isolata: T2=2.49s; - massa partecipante: 99.6%. I risultati delle analisi sono riassunti in Tabella 1 e nelle Figure 10-12 in termini periodi, masse partecipanti e forme modali. Tabella 1. Modi di vibrare della struttura isolata. Modo T [s] 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 2.49 2.49 1.12 0.06 0.04 0.04 0.04 0.04 0.04 0.03 0.03 0.03 Mx [%] 0 0.99 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 My [%] 0.99 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Mz [%] 0 0 0 0 0 0.01 0.02 0.04 0 0.02 0.04 0 Mx [%] 0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 My [%] 0.99 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Mz [%] 0 0 0 0 0 0.01 0.03 0.07 0.07 0.09 0.13 0.13 Figura 10. Primo modo di vibrazione della struttura isolata. Figura 11. Secondo modo di vibrazione della struttura isolata. Nelle Figure 13 e 14 sono riportati, rispettivamente, gli spettri di risposta elastici in accelerazione orizzontale e in spostamento orizzontale per i vari stati limite, nel caso di fabbricato isolato simicamente alla base. Figura 13. Spettri di risposta in accelerazione per i corpi di fabbrica a base isolata. Figura 14. Spettri di risposta in spostamento per i corpi di fabbrica a base isolata. La soluzione d‟isolamento prevede inoltre la separazione dell‟edificio dal muro scannafosso perimetrale, al fine di consentire lo spostamento della struttura in caso di sisma. In Figura 15 è raffigurato la sezzione di taglio della soletta (Figura 15b)) con successivo inserimento di una lastra di acciaio zincato (Figura 15a) per ridurre l‟attrito tra le superfici di scorrimento, consentendo lo spostamento relativo in caso di sisma. LASTRA DI ACCIAIO ZINCATO a) TAGLIO DELLA SOLETTA b) Figura 12. Terzo modo di vibrazione della struttura isolata. c) Figura 15. Sconnessione dell‟edificio da isolare col muro scannafosso perimetrale. L‟adeguamento sismico avviene attraverso l‟interposizione d‟isolatori del tipo elastomerico (Figura 16), con le caratteristiche riportate in tabella 2, tra il piano di posa delle fondazioni e l‟impalcato di calpestio del piano terra, previa realizzazione di un primo graticcio di travi rigide (50cm×(100+140)cm in direzione longitudinale e 80cm×(100+50)cm in direzione trasversale) al di sopra delle travi di fondazione esistenti e di un secondo graticcio di travi ((30+50)cm×(50+110)cm in direzione longitudinale e (30+50)cm×50cm in direzione trasversale) al di sotto delle travi del primo impalcato. In corrispondenza degli isolatori vengono realizzati dei bulbi 100×100cm. Si vuole evidenziare con le piante sopra indicate (Figure 17 e 18) il passaggio da 68 pilastri a 31 appoggi isolati ciascuno dei quali non è mai collocato al di sotto dei pilastri esistenti. Tabella 2. Caratteristiche isolatori sismici. G D tr ti [MPa] [mm] [mm] [mm] 0.4 0.4 0.4 700 600 500 207 217 176 9 7 18 S1 S2 19.5 21.4 22.7 3.4 2.8 2.8 N°isol 4 8 18 Figura 16. Isolatori sismici. Figura 18. Pianta del sistema individuazione dei 31 isolatori sismici. 4 d‟isolamento con I PROBLEMI DI REALIZZAZIONE E DI TRASFERIMENTO DEI CARICHI Il taglio dei pilastri per il trasferimento dei carichi agli isolatori elastomerici, ha richiesto una particolare attenzione per la cantierizzazione e realizzazione degli interventi. Anche se in una proposta progettuale iniziale era previsto l‟utilizzo dei martinetti per la messa in forza del sistema d‟isolamento per il trasferimento dei carichi dall‟impalcato in elevato agli isolatori stessi, la soluzione finale consente un trasferimento diretto dei carichi dal pilastro tagliato agli isolatori, in assenza di martinetti. Si vogliono quindi appresso descrivere, in riferimento al telaio P21-P53 del corpo A-B, le fasi di realizzazione necessarie alla cantierizzazione per l‟edificazione del graticcio di travi superiore ed inferiore ed il taglio dei pilastri. L‟intervento è descrittivo di una fase di cantiere che precede lo sviluppo della soprelevazione rendendo l‟intera operazione più agevole. 4.1 Fase 0: stato di fatto La sezione di Figura 19 è rappresentativa dello stato di fatto dell‟edificio. Viene, altresì, evidenziato lo stato di trasmissione dei carichi dalle travi del primo implacato ai pilastri del primo ordine alle fondazioni. Figura 17. Pianta delle fondazioni nello stato di fatto con individuazione dei 68 pilastri. Figura 19. Sezione strutturale nello stato di fatto. Figura 20. Pilastri del primo ordine nello stato di fatto. 4.2 Fase 1: realizzazione graticcio inferiore per cantieri In questa fase viene riportata la realizzazione del graticcio di travi inferiori sovrapposte all‟esistente fondazione; le travi si realizzano per cantieri al fine di consentire una migliore agibilità fino alla fase di taglio dei pilastri. P23 P18 Figure 25. Armature del graticcio superiore. Figura 21. Realizzazione graticcio inferiore per cantieri. Figure 26. Realizzazione graticcio superiore. 4.4 Figura 22. Disposizione armature graticcio inferiore. Fase 3: posizionamento isolatori Nella fase 3 è previsto il posizionamento degli isolatori al di sopra dei bulbi precedentemente edificati insieme alle parti di travi del graticcio del piano di fondazione (Figura 27 e 28). Figura 23. Realizzazione graticcio inferiore per cantieri. 4.3 Fase 2: realizzazione graticcio superiore per intero Figura 27. Posizionamento isolatori sismici tra i due graticci. Nella fase 2 è prevista la realizzazione della trave superiore del graticcio del primo impalcato. In Figura 24 viene evidenziato l‟andamento dei carichi verticali ancora convogliati nei pilastri preesistenti. In Figura 25 e 26 le fasi di realizzazione delle travi del graticcio superiore e inferiore. Figure 28. Disposizione armature e realizzazione bulbi in corrispondenza degli isolatori sismici. 4.5 Figura 24. Realizzazione graticcio superiore. Fasi di taglio A seguito del posizionamento degli isolatori iniziano le fasi di taglio dei pilastri, che come vuole la pratica propria del restauro avvengono per cantieri, sostituendo il pilastro tagliato con il completamento della porzione di trave di fondazione corrispondente. Al taglio di ciascun pilastro si sono valutate le sollecitazioni massime nei due impalcati fuori terra che risultano sempre inferiori alla capacità ultima degli elementi strutturali grazie alla grande inerzia della struttura di trasferimento. Si descrivolo appresso le sotto-fasi di taglio dei pilastri. 4.5.1 Fase di taglio 1: taglio del pilastro 22 e 51 Nella fase di taglio 1 si procede alla demolizione per mezzo di una sega del pilastro 22 e 51. Ciò comporta il passaggio dei carichi agli isolatori adiacenti (Figura 29). F2 Figura 32. Sezione e pianta: completamento del graticcio inferiore. 4.5.3 Ultima fase di taglio: taglio del pilastro 52 Fultima 52 F1 F1 22 51 Figura 29. Sezione e pianta: messa in forza e taglio dei pilastri 22 e 51. Segue poi il completamento della trave del graticcio inferiore per cantieri in corrispondenza dei pilastri demoliti (Figura 30). F1 Figura 33. Sezione e pianta: messa in forza e taglio dei pilastri 52. 4.5.4 Completamento del graticcio inferiore La fase ultima corrisponde alla configurazione finale dove si evidenzia la conclusione della trave del graticcio di fondazione con la definizione delle interruzioni del graticcio, necessarie al passaggio per l‟ispezione dei dispositivi d‟isolamento (Figura 34). F1 Figura 30. Sezione e pianta: completamento del graticcio inferiore. 4.5.2 Fase di taglio 2: taglio del pilastro 49 Nella fase di taglio 2 si procede alla demolizione del pilastro 49. Ciò comporta la messa in forza dell‟isolatore vicino (Figura 31). F2 49 Figura 31. Sezione e pianta: messa in forza e taglio del pilastro 49. Segue quindi il completamento della trave del graticcio inferiore (Figura 32). Fultima Figura 34. Sezione e pianta: completamento del graticcio inferiore. 4.6 Considerazioni sulla rigidezza del graticcio superiore e degli isolatori È stata valuatata e verificata la varazione dello stato tensionale agente nelle travi della sovrastruttura durante le diverse fasi di taglio sopra descritte. A tal fine, nel diagramma di Figura 35 si riporta sull‟asse delle ascisse le 7 fasi di taglio sopra descritte e sulle ordinate le sollecitazioni da flessione che nascono nelle travi della sovrastruttura. Si può osservare che il massimo momento si ottiene nella fase di taglio 5, corrispondente al taglio del pilastro 53, con un picco di momento nelle travi in elevazione di 15kNm. È anche evidente che tali sollecitazioni risultano comunque sempre inferiori alla capacità ultima degli elementi strutturali che, con riferimento ad una sezione tipo delle travi della sovrastruttura di geometria 30cm×50cm con armatura inferiore di 216 ed armature superiore 212 (acciaio tipo FeB38k; fyk=3800kg/cm2), risultano pari a MRd+=59.10kNm e MRd=34.32kNm, rispettivamente. Tale osservazione consente di affermare che grazie alla sufficiente rigidezza del sistema di trasferimento (costituito da un graticcio di travi superiori che ingloba il primo impalcato, e un graticcio di travi inferiori che ingloba le fondazioni), la struttura in elevato non risente di un sostanziale aggravio di sollecitazioni da cedimenti differenziati che potrebbe comprometterne la sicurezza, nelle diverse fasi di taglio e in assenza di un sistema di pre-messa in forza costituito da martinetti piatti. Le operazioni di taglio possono quindi essere eseguite con adeguati margini di sicurezza strutturale, agevolate inoltre dal fatto che l‟edificio si presenta incompleto in una condizione di carico favorita rispetto alla condizione d‟esercizio, per l‟assenza dei carichi fissi non strutturale e dei carichi accidentali. 100 1.6 0,70 2.6 Figura 36. Ipotesi dimensioni graticcio di progetto 80cm×160cm (condizione di progetto). 1.3 1,0 2.6 Figura 37. Ipotesi dimensioni graticcio 80cm× 130cm. 1.1 1,2 2.6 Figura 38. Ipotesi dimensioni graticcio 80cm × 110cm. 0.9 M [kNm] 1,4 2.6 80 MRd+ 60 Figura 39. Ipotesi dimensioni graticcio 80cm ×90cm. MRd- 40 20 0 0.8 0 1 2 3 4 5 6 7 1,5 2.6 Fase Figura 35. Sollecitazioni massime nelle travi della sovrastruttura durante le 7 fasi di taglio. In riferimento all‟inerzia del sistema di trasferimento del graticcio di travi superiori che ingloba le travi di primo impalcato, si è eseguita un‟analisi parametrica in funzione del rapporto tra il monento d‟nerzia delle travi della struttura di trasferimento e la somma dei momenti d‟inerzia delle travi della struttura in elevato. Si sono quindi avanzate seguenti diverse ipotesi sulle dimensioni del graticcio superiore al variare della rigidezza dello stesso: - k=Igraticcio/Itravi sovrastruttura=50 (condizione di progetto) (Figura 36); - k=Igraticcio/Itravi sovrastruttura=38 (Figura 37); - k=Igraticcio/Itravi sovrastruttura=25 (Figura 38); - k=Igraticcio/Itravi sovrastruttura=13 (Figura 39); - k=Igraticcio/Itravi sovrastruttura=7 (Figura 40); - k=Igraticcio/Itravi sovrastruttura=3 (Figura 41). Figura 40. Ipotesi dimensioni graticcio 50cm×80cm. 0.6 1,7 2.6 Figura 41. Ipotesi dimensioni graticcio 50cm×80cm. Sulla base delle ipotesi suddette, si sono eseguite delle analisi strutturali parametriche, in cui si sono fatte variare sia la rigidezza del graticcio superiore, sia la rigidezza verticale degli isolatori (ovvero il fattore di forma primario S1), al fine di comprendere la loro influenza sui cimenti agenti nelle travi della sovrastruttura durante la delicata fase di trasferimento delle azioni gravitazionali dai 68 pilastri in c.a. a 31 isolatori sismici. In dettaglio, con riferimento al telaio P21- P53 del corpo A-B, in Figura 42 sono sintetizzati i risultati di tale analisi parametrica, con un diagramma che riporta: in ascissa il rapporto k tra il momento d‟inerzia delle travi del graticcio (Igraticcio) e la somma dei momenti d‟inerzia (Itravi sovrastruttura) delle travi del telaio soprastante (tutte di sezione 30cm×50cm); in ordinata il valore assoluto del massimo momento flettente misurato nelle travi in elevazione durante le 7 fasi di graduale trasferimento dei carichi dai 68 pilastri dell‟edificio ai 31 dispositivi d‟isolamento. Nel grafico sono diagrammate le curve indicate con le lettere (a)÷(e), che corrispondono ai 5 diversi valori del fattore di forma primaria (S1=5, 10, 15, 20, 30) considerati per valutare l‟influenza della rigidezza verticale degli isolatori sui momenti delle travi della sovrastruttura. Le due rette tratteggiate (f) e (g) indicano, rispettivamente, i valori dei momenti resistenti positivi (MRd+) e negativi (MRd-) delle travi in elevazione, armate con 216 inferiori e 212 superiori (acciaio tipo FeB38k; fyk=3800kg/cm2). In merito all‟influenza della rigidezza del grigliato sulle sollecitazioni delle travi in elevazione, tutte le curve (a)÷(e) mostrano un andamento decrescente con una notevole variabilità dei momenti, con pendenze maggiori per k<13 e gradienti più dolci per alti valori di k. Si osserva inoltre che i valori dei momenti che nascono nelle travi della sovrastruttura sono accettabili (se confrontati con le rette (e) e (f) associate ai momenti resistenti MRd+ e MRd-) quando k>25. Il grafico di Figura 42 mostra anche una elevata sensibilità dei momenti nelle travi con la rigidezza verticale degli isolatori sismici caratterizzati da bassi fattori di forma primaria (S1<15); viceversa, tale sensibilità si riduce in presenza di dispositivi caratterizzati da S1 medio-alti (ovvero S1≥15), infatti le corrispondenti curve (c)÷(e) tendono ad infittirsi, diventando sovrapposte per k<13. 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 M [kNm] k=25 k=50 k=38 (a) (f) MRd+ S1=5 (b) (g) MRd S1=10 (c) (d) k=3 k=1.5 0 k=7 5 S1=15 P S =20 1 S1=30 k=Igraticcio/Itravi sovrastruttura k=13 10 15 - (e) 20 25 30 35 40 45 50 55 Figura 42. Sollecitazioni massime nelle travi della sovrastrutture al variare dell‟inerzia del graticcio superiore e del fattore di forma primario S1 degli isolatori. Infine, si fa osservare che il punto P di Figura 42 rappresenta la combinazione di rigidezze k=50 e S1=20 adottate in fase di progetto, cui corrisponde un momento massimo nelle travi pari a 15kNm, e quindi contenuto rispetto alle resistenze flessionali delle stesse (MRd+=59.10kNm MRd-=34.32kNm), confermando la bontà delle scelte progettuali prese sia per dimensionare la sezione del graticcio di fondazione sia per fissare lo spessore ed il numero di strati di gomma degli isolatori, tutti caratterizzati da S1=20. 5 CONCLUSIONI L‟applicazione dei principi dell‟isolamento sismico che richiede pochi punti di appoggio con la conseguente concentrazione di carichi elevati sugli isolatori, in un‟opera di adeguamento sismico, risulta essere un‟operazione tutt‟altro che immediata e semplice. L‟attuazione di tali principi nel progetto illustrato consente infatti di dimezzare i punti di appoggio della struttura, passando da 68 pilastri a 31 appoggi isolati. Tali appoggi isolati risultano essere sempre disallinaeti con i soprastanti pilastri, assumendo una collocazione nuova per la trasmissione dei carichi dalla struttura in elevato alle fondazioni. La riduzione dei punti di appoggio possibile grazie alla presenza di una struttura di trasferimento che ingloba le travi del primo implacato e le travi di fondazione, assumendo una dimensione rispettivamente di 80cm×160cm e 80cm×260cm. L‟inerzia così grande delle suddette travi, ha consentito di operare in completa sicurezza nelle fasi di taglio, consentendo il progressivo trasverimento dei carichi dai pilastri agli isolatori in assenza di un sistema di pre-messa in forza di questi. La riduzione dei punti di appoggio è un‟operazione estremamente complessa soprattutto per le modalità di attuazione, per questo motivo si è dovuti ricorrere ad una realizzazione per cantieri tipica degli interventi di restauro che ha visto prima il taglio progressivo e distanziato dei pilastri poi il successivo completamento delle travi del graticcio inferiore in corrispondenza del pilastro tagliato. La struttura di trasferimento si colloca, quindi, come protagonista indiscussa del progetto descritto, che conferisce allo stesso un primato mondiale nell‟applicazione dell‟isolamento sismico ad un‟opera in c.a. esistente.