ISSN 1970-7428
GRIFFIN EDITORE
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Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. I comma I, DCB Milano Taxe Perçue
Anno VIII
Politica sanitaria
Numero 4/2013
Primato della diagnosi
e approccio conservativo
L’Accademia italiana di conservativa riafferma il ruolo
fondamentale di una corretta diagnosi per il successo della terapia
Fatti e Persone
Dental Monitor
SPECIALE Conservativa
FRANCESCA MANFRINI
26° CONGRESSO NAZIONALE AIO
7° CONGRESSO INTERNAZIONALE
56° CONGRESSO AMICI DI BRUGG
Rimini, 23-25 maggio
FOCUS ON DENTISTRY
LA SALUTE DEI DENTI
FA SORRIDERE IL TUO CUORE
Rimini Fiera, ingresso ovest
Padiglioni espositivi: C7 - A7 - A5
Padiglioni congressuali: C5 - C2 - Auditorium
Alghero, 13-15 giugno
LE NOVITÀ DEL CONGRESSO
Proiezione in 3D dell’intervento in diretta satellitare
Proiezione in HD di tutte le relazioni in sala
Accreditamento ECM sia residenziale che FAD
Due “quaderni di aggiornamento” in omaggio
Per informazioni: Aio
Luisanna Porceddu
[email protected] - cell. 340.2705988
Per informazioni: Adriapoint
Tel. 0541.793025 r.a.
[email protected]
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PRIMA PAGINA
Giocare d’anticipo
per conservare il dente
Non esiste un confine oggettivo tra approccio conservativo e implantologia:
per questo la diagnosi è il fattore decisivo per impostare un corretto piano di
trattamento, in cui la priorità rimane la conservazione dell’elemento dentale
Alla vigilia del XVI congresso nazionale dell’Accademia italiana di
conservativa (Riva del Garda, 19-20 aprile) dal titolo “Tessuto
dentale: mantenimento e restauro. Diagnosticare prima per curare e conservare meglio”, Italian Dental Journal ha intervistato la
dottoressa Francesca Manfrini.
In veste di presidente dell’Accademia per il triennio 2013-2015, la
dottoressa Manfrini ci ha esposto il programma scientifico della
manifestazione, che ha l’obiettivo di enfatizzare quanto sia importante effettuare una corretta diagnosi basata sull’individuazione
dei fattori di rischio che hanno un ruolo importante nell’insorgenza della carie: la terapia medica della carie deve precedere la terapia restaurativa, che si occupa di correggere le lesioni del tessuto dentale causato dalla malattia cariosa.
Come per ogni edizione, accanto al congresso c’è fitto programma sociale: gara di golf, partita di calcio, concorso fotografico,
cena offerta dall’Aic.
Dottoressa Manfrini, quali
sono le tematiche protagoniste di questa edizione del
congresso Aic?
Il tema del congresso è semplice e ambizioso al tempo
stesso, occupandosi di un argomento quale il mantenimento e il restauro del tessuto dentale per una migliore
cura e conservativa. La corretta diagnosi è un dovere per
il professionista e un diritto
per il paziente e gli sforzi per
migliorare tale semplice formula non saranno mai vanamente spesi. L’obiettivo, che è
quasi una missione, è quello
di intercettare la malattia, curandola in anticipo e solo
successivamente ci si può dedicare a gestire le lesioni cagionate dalla malattia stessa.
Il tutto seguendo protocolli
efficaci e tecniche affidabili
anche sotto il profilo estetico.
La malattia dunque va curata
intercettando i fattori di rischio: altro obiettivo è quello
di preservare il tessuto dentale, per ridurne la quantità
persa, per evitare la perdita
dei denti e la loro sostituzione con impianti.
Come è strutturato il programma scientifico?
Il congresso inizierà con la
lectio magistralis del dottor
Maurizio Tonetti, presidente
eletto Sidp, che più volte ho
avuto l’occasione e il piacere
di ascoltare; le sue presentazioni, puntuali nei riferimenti bibliografici, esaltano l’importanza del mantenimento
dell’elemento dentale.
Nella giornata di venerdì 19
aprile ricopriranno il ruolo di
presidenti di seduta due padri dell'Accademia, il dottor
> Veduta aerea del Palazzo dei Congressi di Riva del Garda, dove si terrà il
congresso nazionale dell’Accademia italiana di conservativa (19-20 aprile)
Giancarlo Pescarmona e il
dottor Fabio Toffenetti che,
come presidente per il triennio 2013-2015, sono onorata
di ospitare.
Il testimone passa poi al “guru della cariologia”, cioè al
dottor John Featherstone,
opinion leader di fama internazionale che tratterà un argomento che possiamo definire uno dei fulcri dell'evento
e cioè l'eziopatogenesi e l'epidemiologia della carie, con
valutazione e controllo dei
fattori di rischio.
Il dottor Marco Rosa illustrerà i metodi per prevenire
fin dalla prima infanzia la
perdita di tessuto dentale e di
denti decidui, al fine di scongiurare l'insorgenza di problematiche occlusali oppure
ortodontiche. Il pomeriggio
del venerdì sarà dedicato ai
relatori coordinati dal dottor
Adamo Monari; il dottor
Luca Francetti spiegherà
l’importanza dell'eliminazione dei batteri del cavo orale
prima dell'inizio di qualsiasi
terapia: altro obiettivo di fondo del congresso è infatti
quello di concentrarsi sulla
terapia causale prima di occuparsi del trattamento delle
lesioni causate sia dalla malattia cariosa che da quella
parodontale. Il team degli
esperti coordinati da Monari
ci parlerà dei sistemi di adesione e delle tecniche microinvasive che caratterizzano ormai l'odontoiatria conservativa moderna.
Sabato 20 aprile sarà la volta
delle metodiche di restauro
nei settori posteriori e anteriori, tema affrontato da relatori dallo score clinico indiscutibile, condotti e coordinati dal dottor Marco
CLOSED MEETING AIC
FOCUS SULLA RESPONSABILITÀ
PROFESSIONALE DEL MEDICO
Sabato 8 giugno a Brescia presso il Museo delle Mille
Miglia è in programma il Closed Meeting dell’Accademia
italiana di conservativa. L’incontro vuole approfondire un
argomento tanto attuale quanto utile per la professione: la
responsabilità professionale medica e i riflessi pratici sul
presunto danno in odontoiatria.
Il tema verrà affrontato da tre veri e propri esperti della
materia: Lucio Di Mauro , medico legale e consulente della commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in
campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali; Salvatore Iannuzzi , medico legale e vicepresidente del Sindacato italiano specialisti in medicina legale e delle assicurazioni (Sismla); G i u s e p p e M a r i a
Rapisarda , medico legale e coordinatore della commissione per la responsabilità professionale medica
dell’Omceo di Catania.
Si parlerà, quindi, della differenza fra i tipi di responsabilità (contrattuale ed extracontrattuale o “aquiliana”), si di-
scuterà degli aspetti del consenso informato, del fondamento dell'incarico professionale (contratto d'opera intellettuale) e degli aspetti della relativa obbligazione che si
assume con il paziente (obbligo di mezzi e di risultato).
«Ai partecipanti viene richiesto uno sforzo di attenzione e
pazienza, al fine di assimilare le tematiche medico-legali
che ci verranno illustrate, ma con la viva certezza che tale sforzo verrà ben ripagato dal “bagaglio” di utili informazioni delle quali potremo beneficiare – ha sottolineato
Francesca Manfrini , presidente Aic –. Confido in una partecipazione critica e interessata, al fine di migliorare il nostro approccio con le problematiche giuridiche che, da
sempre, hanno interessato la nostra professione, ma con
le quali solo ora (forse finalmente) ci dobbiamo confrontare in modo ineludibile».
A. P.
EDITORIALE
Paolo Pegoraro
[email protected]
Quando il linguaggio
può fare la differenza
Le scienze umane sono entrate da tempo nel dentale,
come in qualsiasi altro ambito tecnico o professionale.
Completano l’efficacia della comunicazione, determinano in modo decisivo il grado di penetrazione tra il
pubblico, alimentano il buon funzionamento dello staff:
mi riferisco alla psicologia e alla sociologia in particolare, che studiano e regolano le relazioni sociali e i fondamenti stessi della vita sociale. Per una volta vorrei
però portare l’attenzione sulla scienza che studia il linguaggio umano, inteso come facoltà propria della specie umana di usare strumenti comunicativi simbolici.
Per intenderci, la linguistica si occupa di approfondire
le modalità che hanno portato l’uomo a esprimere le
proprie emozioni e i propri pensieri con fonemi articolati di senso compiuto. Non esprimiamo dolore (soltanto) con gemiti, ma ne parliamo e così in parte lo sdrammatizziamo; cerchiamo il consenso e la collaborazione
dei nostri simili con parole costruttive accompagnate
da una gestualità amichevole, così da manipolare (in
senso positivo) il gruppo e ottenerne il consenso e la
leadership. La lingua è il prodotto di questa facoltà: fino ai due anni, infatti, il bambino possiede il linguaggio
ma non la lingua. Poi si cresce e ci si evolve: in una
società complessa, la lingua è complessa e arricchisce di sfumature la comunicazione.
Questa breve premessa per dire che sono completamente d’accordo con quanto scrive Paola Barbera nel
suo articolo “Elevare il linguaggio per esprimere professionalità”, pubblicato a pagina 10 di questo numero del nostro giornale. Chiamare le cose con il loro nome (e quindi parlare non di “signorina” ma di “assistente”, non dire “cliente” ma “paziente” e così via) significa riportarle a una nuova e più specifica vita.
Vorrei anche aggiungere che molte di queste cattive
abitudini sono figlie della nostra epoca: il livello della
scolarità media si è certamente alzato ma non così la
cultura della comunicazione. I ragazzi oggi nascono
incorporati all’iPad ma hanno difficoltà lessicali sorprendenti: scrivono Sms e non telefonano per avere il
tempo di riflettere sul contenuto della comunicazione e
non cadere nel possibile vuoto di una mancata risposta; possiedono un vocabolario che contiene forse un
terzo (probabilmente anche meno) dei termini correntemente in uso nel primo dopoguerra; utilizzano interiezioni trucide o esplicitamente volgari come una sorta
di tic linguistico; soprattutto, hanno ereditato dai loro
giovani padri o dai fratelli maggiori, e quindi fatto ancor più proprio, un disprezzo per la cultura umanistica
che è molto simile a quello della volpe rispetto all’uva
di esopiana memoria (non ti posso avere, perciò ti denigro). La cultura e il linguaggio non sono merce in
vendita, non si scaricano come app e non sono di veloce o miracolistica acquisizione: sono perciò da ritenersi sospette, poco utili e da “perdenti”.
Che cosa ha portato a spostare l’asse dei valori dalla
cultura e dall’essere, in direzione del possedere e
ostentare? Qui il discorso si fa davvero troppo lungo e
complesso, anche se affascinante e, in un certo senso, necessario. Non è una mutazione genetica: altre
epoche storiche hanno assistito alla denigrazione dei
valori culturali e sono proprio quelle che preludevano
ai tempi più bui: penso alla caduta dell’impero romano
e al tuffo nei secoli oscuri del medioevo. Più di recente, il frivolo barocco ha però ceduto il passo ai lumi della ragione prima della rivoluzione francese. C’è quindi
un possibile ritorno, certo che c’è. Siamo forse sull’orlo di una nuova rivoluzione? Se sì, speriamo sia civile e
di buon linguaggio.
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DENTAL PRESS
Oddera e dal dottor Cesare
Robello. I relatori presenteranno i risultati delle metodiche collaudate, illustrando
casi clinici con controlli a distanza di tempo, regalandoci,
speriamo, qualche segreto per
ottenere i risultati frutto delle
loro esperienze. Il dottor
Giancarlo Agudio si occuperà di esaltare il concetto di
conservazione della salute
dentale e parodontale, presidio indispensabile per il
mantenimento dei restauri
effettuati, il tutto nell'ambito
della non meno imprescindibile terapia di supporto. Altri
non meno importanti protagonisti della materia si alterneranno sul palco rivano, ma
non si vuole in questa sede
scoprire tutte le carte in mano agli organizzatori del congresso.
Al termine della sessione
mattutina e di quella pomeridiana del sabato si animerà
un tavolo di confronto con i
relatori, i quali saranno disponibili a rispondere alle
domande dei congressisti.
Il congresso affronta il tema
del mantenimento e del restauro del tessuto dentale e
di quanto sia importante individuare i fattori di rischio
che possono comprometterlo, al fine di eseguire una corretta diagnosi e impostare
una cura adeguata. A questo
proposito, quali sono i principali fattori di rischio?
Come la malattia parodontale, la carie è una patologia dovuta all'azione patogena svolta da un biofilm batterico.
Vari fattori concorrono nella
genesi, proliferazione e attività di tale biofim: i più comuni sono quelli collegabili
all'insufficienza delle manovre igieniche e all'eccessiva
frequenza di assunzione di
carboidrati fermentabili.
Purtroppo meno frequenti
sono invece le analisi riguardanti la quantità e qualità
della saliva, il giusto ricorso a
composti fluorati (in primis
il dentifricio) e i molti fattori
modificanti legati allo status
socio-economico, l'indice
DMF-T, il ricorso a farmaci e
la presenza di patologie interferenti con il flusso salivare,
così come il consumo di alcolici e il fumo.
Solo valutando attentamente,
in maniera personalizzata, il
peso di ognuno di questi cofattori si potrà affrontare la
cura della patologia cariosa,
potendo operare selettivamente sulle cause maggiormente responsabili. È difatti
ben noto, o meglio dovrebbe
esserlo, che l'esecuzione di un
restauro conservativo non é
sufficiente a ridurre il rischio
di contrarre nuove lesioni cariose nel resto della bocca e ai
margini del restauro appena
eseguito, a meno che non si
vada a indagare sull’eziologia
del problema.
Quanto conta la terapia causale nel processo di preparazione alla terapia conservativa?
Le rispondo in maniera perentoria: la terapia causale è il
cardine di ogni cura e piano
di trattamento.
Molto spesso il ricorso a tecniche più invasive, come
l’implantologia, viene preferito a un approccio più conservativo dell’elemento dentale. Secondo lei, in quali casi è inevitabile estrarre un
elemento e sostituirlo con
un impianto? Esiste un confine oggettivo tra l’approccio
conservativo e il ricorso alle
tecniche implantari?
Personalmente ritengo assolutamente importante conservare l'elemento dentale
naturale anziché sostituirlo
in modo semplicistico ricorrendo all'utilizzo della terapia implantare. L'impianto è
uno strumento sicuramente
utile che ha stravolto i piani
di trattamento, ma ritengo
che il campo di applicazione
debba essere sempre valutato con coscienza e conoscenza. Non è semplice affermare
astrattamente se esista un
confine oggettivo tra approccio conservativo e il ricorso a tecniche implantari,
ma cercherò di enunciare le
situazioni in cui ritengo opportuno rinunciare al recupero dell'elemento dentale e
orientarmi alla sua sostituzione con un artefatto implantare.
Quando il grado di patologia che interessa il tessuto
dentale o parodontale è tale
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che il risultato della terapia
che potrebbe essere proposta ha una probabilità di
successo bassa e prognosi
incerta, allora preferisco, in
accordo con il paziente,
orientarmi alla sostituzione
dell'elemento. Come ritengo
giustificato ricorrere all'estrazione di un elemento superstite, se il recupero dello
stesso ci costringe a proporre un piano di trattamento
che implica un impegno
economico troppo elevato
per giustificarne l'attuazione. Se la terapia programmata e necessaria per recuperare l'elemento dentale diventa troppo mutilante per
il tessuto dentale e di sostegno degli elementi adiacenti, l'impianto è la soluzione
che si impone e che paradossalmente diventa la scelta
più conservativa.
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Abusivi e prestanome
restano impuniti
Poco è cambiato negli ultimi 10 anni e la denuncia del problema
è diventata ormai stucchevole. Le responsabilità sono della politica e di
alcuni ordini provinciali che sanzionano in modo inadeguato i colpevoli
Sono moltissimi, qualcuno dice uno su tre, e praticano abusivamente la professione odontoiatrica. I falsi dentisti sono
diffusi in tutte le regioni, senza distinzioni tra nord e sud. In
realtà dati ufficiali non esistono, ma una quantificazione è
possibile sulla base delle denunce alle forze dell’ordine.
È l’Associazione nazionale dentisti italiani a lanciare ancora una volta l’allarme e a rivolgersi direttamente ai cittadini
attraverso una campagna contro l’abusivismo.
Italian Dental Journal ha chiesto a Gianfranco Prada , presidente dell’Andi, di tracciare un quadro del fenomeno.
Rachele Villa
CONTINUING EDUCATION
PERCORSO FORMATIVO AIC 2013
Il Continuing Education è un corso organizzato da Aic ogni
tre anni, alternando incontri esclusivamente teorici a corsi
teorico-pratici. Il percorso formativo è rivolto principalmente ai giovani, nei primi anni della loro professione, ma può
essere un buon aggiornamento per chi ha da tempo avviato il proprio percorso professionale. «Come da tradizione –
ci dice Francesca Manfrini – Aic organizza il Continuing
Education dedicato a Samuele Valerio, nostro past president e caro amico mancato qualche anno fa, che per primo
durante la sua presidenza istituì questo corso di formazione realizzando un’idea di Cesare Robello, allora suo consigliere. Obiettivo del Continuing Education è quello di fornire ai colleghi il metodo giusto di approccio ai problemi pratici, di fare diagnosi e di impostare la terapia: le conoscenze progrediscono, le tecniche, gli strumenti e i materiali pure, ma se disponiamo di un metodo critico di valutazione e
di sondaggio della letteratura possiamo affrontare i problemi che i pazienti ci presentano trovando la soluzione migliore. L’odontoiatria è soggetta a rapidi cambiamenti, sia di ordine scientifico sia di ordine merceologico; ci si trova frequentemente a domandarsi come, quando e perché espletare determinati trattamenti, cosa sia meglio utilizzare alla
luce dei continui sviluppi tecnologici. Mettere a disposizione le nostre conoscenze e la nostra esperienza auspico
possa essere di aiuto ai partecipanti per dare una risposta
a tali quesiti: è proprio questo uno degli scopi del
Continuing Education».
Le prove pratiche saranno organizzate in due parti: nella
prima ci sarà la dimostrazione da parte di un relatore su come effettuare il posizionamento della diga, come modellare
un elemento dentale, come effettuare il restauro, con una
meticolosa spiegazione di tutti i passaggi; nella seconda
parte i partecipanti diventeranno attori e metteranno in pratica gli insegnamenti ricevuti con l’aiuto dei tutor.
A ogni lezione seguiranno 15 minuti di discussione «una
scelta voluta – spiega la dottoressa Manfrini – perché riteniamo che sia un momento importante, di chiarimenti e di
confronto. Tengo a precisare che i relatori e i tutor sono professionisti, quasi tutti soci attivi Aic, esperti nella materia
trattata, che affrontano con grande passione competenza e
disponibilità».
È possibile visionare il programma nell'area "Eventi" sul sito
dell'Aic (www.accademiaitalianadiconservativa.it). Le parti
pratiche avranno luogo nella sede della Dental Trey a
Fiumana di Predappio (FC), quelle teoriche a Verona.
Rachele Villa
FOCUS ON
Dottor Prada, quanto è diffuso oggi l’abusivismo in ambito odontoiatrico?
Dagli articoli di cronaca, spesso locale, direi moltissimo.
Purtroppo è un reato che da
sempre affligge il nostro settore. Essendo una pratica illegale, ovviamente, è difficile
avere delle cifre certe sul fenomeno. Si stima siano circa
15.000 le strutture dove a
praticare l’odontoiatria ci sono anche persone prive di titoli. Stime che se confrontate
con i dati che annualmente
vengono forniti dai Nas sembrano abbastanza veritiere visto che il 60% dei reati scoperti durante i controlli riguardano la violazione dell’articolo 348 del codice penale, che sanziona l’esercizio
professionale abusivo.
Quali forme assume?
La forma di una persona non
laureata e non iscritta all’albo
degli odontoiatri che cura e
truffa le persone. Un finto
dentista spesso “coperto” da
un vero dentista abilitato, in
modo diretto o tramite società, che in questo modo
non solo svende la sua professionalità ma quella di tutta
la categoria.
Non è un fenomeno nuovo,
come è cambiato rispetto al
passato?
Certamente non è un fenomeno nuovo, da sempre persone non qualificate si spacciano per dentisti.
Sul primo numero della nostra storica rivista,“Fronte stomatologico - Andi informa”,
abbiamo trovato una lettera
dell’allora dirigenza Andi rivolto ai politici con la quale si
chiedevano interventi più severi verso l’esercizio abusivo
della professione. Eravamo negli anni Quaranta.
Un tempo c’era l’abusivo che
lavorava da solo e si spacciava
per dentista. Oggi, con l’avvento delle società di capitale,
vi sono strutture gestite da
non laureati che possono anche essere i proprietari e spesso sono presenti nei luoghi di
lavoro: questo rende più difficile l’azione delle forze dell’ordine e anche la valutazione dei pazienti, che alla fine
non riescono a capire chi li
sta curando.
Una definizione non chiara
delle figure professionali e
dei percorsi formativi ha giocato un ruolo nel fenomeno
dell’abusivismo?
ANDI CONTEST
L’Associazione nazionale dentisti italiani ha avviato una
campagna di sensibilizzazione contro l’abusivismo odontoiatrico che si protrarrà per molti mesi e in forme diverse.
In quest’ambito, un’iniziativa originale è stata l’Andi Contest,
un concorso a premi svolto in collaborazione con la Milano
scuola di cinema e televisione.
Gli studenti della scuola si sono impegnati nella realizzazione di uno spot innovativo per combattere l’abusivismo.
La creatività dei giovani ha portato alla creazione di spot
molto originali ed efficaci; i migliori sono stati premiati al
Museo del 900 di Milano, ma si potranno anche vedere in
tv, per far giungere il messaggio al maggior numero possibile di cittadini.
Questo è uno di quei luoghi
comuni che riguardano l’odontoiatria. Da sempre i
compiti delle figure che compongono il team odontoiatrico sono chiari e chiaramente
indicati per legge dai singoli
profili professionali. Che poi
alcuni vorrebbero con il proprio titolo di studio fare anche altro, senza laurearsi in
odontoiatria, è una cosa diversa dal dire che le singole
competenze non sono chiare.
Dobbiamo anche ricordare
che non sempre i finti dentisti
sono diplomati odontotecnici,
assistenti alla poltrona o igienisti dentali: le cronache ci
hanno “regalato” geometri, vigili urbani e altre categorie
professionali che si spacciavano per dentisti. Va anche detto,
nel caso dei diplomati odontotecnici, che quelli che si spacciano per dentisti sono odontotecnici “falliti”, cioè coloro
che non riuscendo ad avere
>
successo nella loro professione
scelgono la via della truffa e
dell’illegalità. In tal senso concordo con le loro associazioni
di categoria quando affermano che non è corretto criminalizzare l’intera professione.
Gli odontotecnici “dentisti
abusivi” non hanno nulla a
che fare con la maggioranza
degli odontotecnici, che operano invece in modo corretto e
seriamente fanno il loro mestiere.
Gianfranco Prada
La consapevolezza dell’abusivismo c’è da molto tempo.
Come mai non si è ancora
riusciti a superare il fenomeno?
Manca una normativa che
realmente penalizzi abusivi e
prestanome e dissuada da
praticare il reato. Oggi le sanzioni sono ridicole e nonostante il reato sia penale, nella quasi totalità dei casi viene
derubricato a pena pecuniaria di poche centinaia di euro.
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FOCUS ON
Fortunatamente in questi
ultimi anni, grazie anche alle continue richieste di Andi
e della Cao, abusivi e prestanome vengono spesso sottoposti anche ad accertamento
fiscale. E in questi casi le
sanzioni sono molto diverse.
Quanto era diffuso in passato e quanto lo è ancora oggi
il fenomeno del prestanomismo?
Sinceramente non saprei valutare se oggi il fenomeno
del prestanomismo è più o
meno diffuso del passato.
Tenderei a dire, o sperare, sia
meno diffuso ma come dicevo prima le note forme di
esercizio, come le società di
capitale, favoriscono questo
fenomeno.
A fronte del prestanomismo, c’è stato un lassismo
della categoria?
Certamente c’è una mancanza di rispetto per la propria professione e la propria
professionalità da parte di
chi si presta a coprire questo
reato. Una mancanza di etica
e anche di consapevolezza di
quali siano i rischi che corrono i pazienti.
Senza abilitati all’odontoiatria – che per scelta non
chiamo colleghi – che si prestano a favorire l’abusivismo
odontoiatrico, il fenomeno
sarebbe sicuramente più
contenuto.
Va anche detto che gli ordini
provinciali non hanno gli
strumenti di informazione e
indagine che sarebbero indispensabili e alcuni di questi,
a mio avviso, non sanzionano adeguatamente gli iscritti
che si macchiano di prestanomismo. La legge 175/92
indica in almeno un anno di
sospensione la pena per il
prestanome, ma questa norma non sempre viene applicata. Difficilmente un iscritto all’ordine, sapendo che se
scoperto non potrà lavorare
per almeno un anno, rischierebbe di svendersi, favorendo un abusivo.
È per la convenienza di chi
favorisce e alimenta il prestanomismo che non si sono
ancora ottenute delle leggi
in materia?
No, il non rispetto dell’etica
e della propria professionalità non c’entra con la mancanza di norme che penalizzino veramente abusivi e
prestanome.
Dopo tante parole e tante
proposte, si arriverà a legiferare in merito all’abusivismo? Cosa si chiederà al
nuovo governo?
Me lo auguro soprattutto
per la salute dei cittadini.
Come Andi continueremo a
chiedere alla classe politica
quello che abbiamo chiesto
a tutti quelli che negli ultimi sessant’anni si sono alternati alla guida del nostro
Paese.
Ovvero modificare l’art.
348 del codice penale per
sanzionare con forza e determinazione chi si spaccia
per dentista e chi lo aiuta,
anche attraverso la confisca
dei beni utilizzati.
Quali sono le vostre proposte in merito?
La nostra proposta è la stessa che, grazie al sostegno di
tutto il comparto odontoiatrico, siamo riusciti a fare
inserire nel ddl Fazio, approvato dalla Camera e poi
rimasto bloccato al Senato:
inasprimento delle pene e
confisca dei beni utilizzati
da abusivi e prestanome per
delinquere.
C’è un contatto diretto tra
organi giudiziari e ordine?
Dovrebbe esserci. Le procure dovrebbero segnalare agli
ordini provinciali i nominativi degli iscritti denunciati e l’esito dei procedimenti giudiziari. Non sempre però questo avviene.
Andi è pronta a denunciare i
casi di abusivismo e di prestanomismo di cui viene a conoscenza?
Andi da sempre denuncia alle
autorità competenti i nominativi di persone sospettate di
esercizio abusivo della professione, si costituisce parte civile
nei processi come parte lesa ed
espelle dall’associazione i propri soci condannati per prestanomismo.
Da tempo abbiamo anche
aperto il nostro numero verde
800.911202 ai cittadini, offrendo loro la possibilità di verificare, attraverso il controllo dei
nostri operatori sul sito
Fnomceo, se il dentista è iscritto all’albo. Peraltro un servizio
che ci ha permesso di “scovare” numerosi finti dentisti, che
prontamente abbiamo segnalato ai Nas.
Inoltre, sia a livello nazionale
che attraverso i nostri dipartimenti regionali e le sezioni
provinciali, sono continue le
campagne di comunicazione
per mettere in guardia i cittadini dai finti dentisti.
Nell’ottica di una più incisiva
sensibilizzazione dei cittadini
verso questo reato attiveremo
una campagna televisiva con
spot, realizzati attraverso il
Contest dei giovani registi recentemente premiati, che andranno in onda sulle reti Rai e
Mediaset.
Renato Torlaschi
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LE CIFRE DEI NAS
Secondo statistiche recenti elaborate dall’ordine dei medici,
su 60.000 regolari nel nostro Paese operano circa 15.000 falsi dentisti.
Intervenuto recentemente in un programma Rai (Geo&Geo, 6
febbraio 2013), il capitano dei Nas Sergio Tirrò ha ricordato alcune cifre del fenomeno dell’abusivismo odontoiatrico. Negli
ultimi tre anni, i carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità hanno effettuato oltre 3.000 ispezioni, scoprendo più di
1.300 infrazioni. Circa il 60% degli illeciti commessi era proprio
l’esercizio abusivo della professione. L’odontoiatra ha l’obbligo di affiggere in studio il proprio titolo anche se «i falsi diplomi – ha ammesso Tirrò – sono facilmente scaricabili attraverso Internet». Ma è sempre grazie alla rete che il paziente può
difendersi, andando a controllare l’Albo provinciale.
«Tirrò avrebbe anche voluto produrre le immagini delle “bocche rovinate”, ma è stato ritenuto dalla regia opportuno non
trasmetterle perché “troppo forti” – fanno sapere da
Fnomceo attraverso il loro ufficio stampa –. Una dichiarazione che, una volta tanto, è più efficace di qualsiasi fotografia»
commentano dall’ordine.
Etica e responsabilità: un richiamo forte da Andi, Cao e Collegio docenti
Anche a seguito di alcuni recenti fatti di cronaca relativi a comportamenti negativi, spesso amplificati dai mass-media, che hanno
visto il coinvolgimento di rappresentanti ordinistici, sindacali e universitari che ricoprono cariche e ruoli di responsabilità, i presidenti di Andi, Cao e Collegio dei docenti di odontoiatria hanno sentito il bisogno di ricordare il valore etico dell’impegno legato alle cariche assunte e la necessità della massima correttezza sottoscrivendo questo documento, che riceviamo e pubblichiamo.
Il vigente codice di deontologia medica all’art. 4 comma 2 testualmente prevede: “il medico nell’esercizio della professione deve
attenersi alle conoscenze scientifiche e ispirarsi ai valori etici della professione, assumendo come principio il rispetto della vita,
della salute fisica e psichica, della libertà e della dignità della persona; non deve soggiacere a interessi, imposizioni e suggestioni
di qualsiasi natura”. È quindi evidente il “primato dell’etica” come
elemento di guida e di ispirazione per medici e odontoiatri in ogni
ambito in cui la loro attività venga ad esplicarsi.
Questi principi trovano ulteriore e maggior valenza per quei professionisti che vengono chiamati a ricoprire incarichi di “formatori” delle nuove leve professionali, cariche istituzionali e/o associative in rappresentanza della professione. Colui, quindi, che liberamente accetta una carica istituzionale è chiamato a svolgere quella che una volta era definita una “funzione onoraria” attraverso
comportamenti che siano irreprensibili e che costituiscano la migliore garanzia per tutti i colleghi di essere rappresentati da per-
Il presidente del Collegio
dei docenti di odontoiatria
Antonella Polimeni
sone di specchiata moralità. Per dirla con Seneca: il valore dell’esempio.
Sempre la “moralità” costituisce una delle precondizioni per conferire a un medico il compito di docente, di “formatore” professionale e, soprattutto, di “educatore” al rispettoso esercizio della professione di medico odontoiatra. Il docente deve fornire, oltre che
le proprie conoscenze scientifiche e il proprio sapere, visibile e
palpabile esempio di eticità comportamentale.
La mercificazione della cura della persona rappresenta l’esatto
contrario dell’essere medico. Ancora più grave se ciò avviene utilizzando per tali finalità scorrette i propri ruoli e incarichi, anche attraverso sistemi indotti e di palese illecito.
Che valore rimane a noi che svolgiamo un ruolo guida nei confronti dei colleghi se viene meno la capacità e voglia di trasmettere anche i valori di lealtà e rispetto della salute e della professione? Si ricorda a questo riguardo che la carica ordinistica presuppone anche poteri di valutazione disciplinare del comportamento
dei colleghi ed è evidente che tale funzione non può che essere
svolta da professionisti in grado di costituire un esempio di rispetto dei valori dell’etica, della deontologia e della correttezza professionale.
Discorso simile, pur nella diversità, da un punto di vista giuridico,
fra accademia, ordine e sindacato, deve essere fatto anche per i
professionisti che assumono cariche associative nei sindacati
stessi o ricoprano incarichi accademici. Gli esponenti sindacali,
infatti, e gli universitari pur in ambiti giuridicamente diversi, sono
Il presidente Cao
Giuseppe Renzo
egualmente chiamati a comportamenti etici al fine di garantire che
l’unico elemento che guida la loro attività è quello di tutelare gli interessi degli iscritti in una logica generale, mai al servizio di interessi personali.
Per i motivi che abbiamo cercato di delineare appare quindi particolarmente grave il comportamento di coloro che, dopo aver liberamente accettato incarichi, cariche istituzionali, ordinistiche
e/o associative, non sappiano dimostrare in ogni frangente della
loro attività il rispetto dei principi dell’etica che sono connaturati allo svolgimento della loro attività e di cui sono chiamati ad essere
garanti. Non può trovare giustificazione, quindi, il comportamento
di chi, dimentico dei propri compiti, “utilizzi” il proprio ruolo per
perseguire interessi particolari o comunque non dimostri di intendere che l’essere chiamato ad un incarico di rappresentanza è
una responsabilità da interpretare come spirito di servizio nell’interesse dei colleghi e mai in un’ottica individualistica.
Occorre sottolineare ancora che la tradizione, in special modo
per l’impegno ordinistico, è stata sempre intesa anche in funzione
di promozione del corretto esercizio dell’attività professionale e
del valore morale dello svolgimento dell’attività medica e odontoiatrica. Il comportamento, quindi, dei rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni deve essere sempre e comunque al di
sopra di ogni sospetto, anche allo scopo di costituire un esempio
nei confronti dei colleghi che devono riconoscere nei loro rappresentanti elementi di guida e di orientamento nelle quotidiane difficoltà del loro esercizio professionale.
Il presidente Andi
Gianfranco Prada
9
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DENTAL MONITOR
Luci e ombre nell’industria dentale
Vola l’export, consumi in recessione
Nel 2012 è cresciuto il settore produttivo italiano (720 milioni e +3%) grazie alle
esportazioni (+6%) e nonostante il forte calo del mercato interno (-5%), dovuto al crollo
di fiducia di dentisti e odontotecnici italiani, che hanno fortemente rallentato gli investimenti
Le anticipazioni dello studio
di settore realizzato da KeyStone per Unidi (che sarà presentato ufficialmente durante
il congresso degli Amici di
Brugg di Rimini) offrono
qualche conferma sul buon
andamento dei produttori
dentali, ma lo studio mette in
luce per la prima volta una
criticità importante: il calo
delle vendite, in Italia, anche
dei materiali di consumo:
l’indicatore forse più affidabile dello “stato di salute” degli
studi odontoiatrici monoprofessionali. «Per la prima volta
dopo il 2009 il mercato finale
interno è tornato a soffrire,
presentando un andamento
complessivo del -4,7% – conferma Roberto Rosso, presidente Key-Stone –. In recessione persino le vendite dei
prodotti di consumo (-2%), e
non era mai accaduto». Sul
versante della produzione invece i prodotti di consumo
per lo studio stanno crescendo più del 10% (2012 su
2011), mostrando una produzione quasi raddoppiata negli
ultimi 8 anni. Questa crescita
è probabilmente trainata dal
buon andamento delle esportazioni, segno che anche nel
Fonte: Unidi
Fonte: Unidi
comparto chimico l’Italia dimostra di saper competere
con i big player internazionali.
Nel complesso il settore produttivo italiano continua la
sua ripresa dopo la lieve riduzione del 2009. Una crescita
che – seppur rallentata nell'ultimo anno – mostra un segno positivo del +3% circa
nel 2012 rispetto al 2011. In
particolare, analizzando l’andamento successivo alla défaillance del 2009 si registra
un notevole recupero: +5,2%
annuo (trend medio annuo
composto del periodo 20092012) che contribuisce a una
crescita complessiva del mercato di oltre 20 punti percentuali dal 2006 ad oggi.
Oltre a quella dei prodotti di
consumo per lo studio, anche
la produzione di apparecchiature (sia per studio che per laboratorio) registra un tasso positivo, di poco inferiore al 2%.
C’è un però: aumenta la produzione ma calano le vendite
interne. L’aumento della produzione di attrezzature non
coincide con un andamento
positivo delle vendite domestiche, che registrano infatti un
calo al sell-out del -12% con
conseguente impatto anche per
i produttori nazionali. Si tratta
di una sorta di “fuga” delle apparecchiature all’estero (+5%
l’export nel 2012): «un segmento di nicchia in cui qualità
e capacità italiane sono riconosciute, mentre il mercato domestico risente del crollo della
fiducia di dentisti e odontotecnici italiani che hanno fortemente rallentato gli investimenti» commenta Roberto
Rosso.
Una conferma positiva, come
dicevamo, arriva dall’export:
le aziende italiane del dentale
hanno alimentato in questi
anni un trend di crescita delle
vendite all’estero assolutamente al di sopra di quelle
che sono state le performance
industriali dei principali settori produttivi italiani.
«L’aumento dell’export conferma l’apprezzamento del
Made in Italy. Il dato positivo
dell’industria italiana deve il
suo valore soprattutto alle
esportazioni, che mostrano
un fatturato del +6% nel
2012, con una crescita del
35% dal 2006 a oggi» spiegano gli analisti.
Andrea Peren
IL COMMENTO DEL RICERCATORE
Dai dati dell'indagine appare, per la prima
volta, una sofferenza del settore dentale
nel mercato interno. Come influenzerà la
vita degli studi dentistici?
Da una parte abbiamo dati positivi sulla
produzione italiana e, in generale, un’industria con buone performance è naturalmente portata ad incrementare ricerca e
sviluppo, a migliorare prodotti e servizi. In
questo senso a medio termine ci possono
essere impatti positivi sulla quotidianità
dello studio dentistico.
Dall’altra parte, però, assistiamo a un calo
delle vendite nel mercato domestico e questo è un fattore particolarmente influente su
tutto il settore. Quando lo studio dentistico
cambia abitudini di acquisto, riducendo i
consumi o – peggio – rinunciando a investire in nuove tecnologie, allora è l’intero sistema imprenditoriale a risentirne, poiché
rallenta un ciclo economico che finora, nel
dentale, è sempre stato virtuoso.
Studi dentistici in forte crisi, ma le aziende
del dentale tengono bene grazie all'export.
Quali implicazioni ha un modello di questo
tipo?
Si tenga conto che l’export vale circa il
50% della produzione italiana, quindi una
situazione di questo tipo non è sostenibile
per lungo tempo, poiché è come procedere con un mezzo utilizzando solo una parte
del suo motore.
A ciò va aggiunto che il sistema economico italiano è composto anche da numerosi
distributori e importatori che, assolvendo a
un’importantissima funzione di servizio,
basano la loro sopravvivenza esclusivamente sulle vendite domestiche. Una flessione interna che dovesse perdurare per
più esercizi potrebbe compromettere fortemente la salute finanziaria di numerose imprese, con rischi concreti di perdita dell’efficacia del canale distributivo, se non addi-
>
Roberto Rosso, presidente Key-Stone
rittura di parziale ridimensionamento del
canale stesso.
Che trend dobbiamo aspettarci riguardo ai
prezzi dei materiali di consumo? E delle tecnologie più costose?
Occorre ribadire che i dati negativi riguardano il mercato italiano, cioè la domanda interna, e non l'industria italiana che – fortunatamente – è sempre più orientata ai mercati
esteri, mantenendo una rinnovata vocazione
all'esportazione.
Ma la previsione per il futuro è dominata dall’incertezza. Anche le interviste della ricerca
Unidi, rivolte a quasi un centinaio di manager,
confermano un 2013 di grande preoccupazione: prevale il concetto che solo se gli italiani potranno confidare in un futuro meno incerto, se si potrà iniziare a vedere un cambio
di direzione nelle politiche occupazionali, se
i cittadini e le imprese potranno tornare a
contare sulla possibilità di ricorso al credito e
se ci sarà fiducia, allora il settore riprenderà
vigore.
Andrea Peren
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FOCUS ON
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Elevare il linguaggio per
esprimere professionalità
Utilizzare un linguaggio appropriato durante l’attività professionale
non è solo un esercizio di forma: le parole plasmano la nostra realtà
e ne mediano la percezione, anche all’interno dello studio odontoiatrico
Il linguaggio può essere considerato un sistema di simboli, che permette la comunicazione
tra
persone.
Quanto più è preciso e organizzato, tanto più si riesce a
trasferire all’altro il proprio
sentire e si può essere compresi.
La comunicazione è un processo complesso, che può favorire oppure ostacolare le
relazioni personali. Se si è in
grado di esprimere un con-
cetto con proprietà di linguaggio e si riesce a trasferire
all’altro le proprie intenzioni
ed emozioni (anche attraverso un linguaggio non verbale
coerente e in linea con le parole dette) è presumibile che
l’altro lo comprenda e gli attribuisca lo stesso valore di
chi lo esprime , favorendo la
comunicazione.
Al contrario, se si esprime un
concetto con un linguaggio
inadatto o approssimativo, è
probabile che l’altro attribuisca al concetto espresso, il
suo livello di valore e il suo
significato e la comunicazione risulti alterata o addirittura ostacolata.
Il paziente che telefona al
dentista e riferisce un “fastidio in bocca” viene di solito
accompagnato in un percorso di specificazione e approfondimento, per comprendere almeno in quale
punto della bocca è il fasti-
dio. A seguire riceve un appuntamento, in un tempo
adeguato al tipo di descrizione presentata. Il paziente che
telefona al dentista e riferisce
“un dolore continuo e pulsante al canino superiore di
destra” riceve l’appuntamento in un tempo adeguato e
adatto al tipo di descrizione
presentata.
Questo esempio ci serve per
introdurre l’importanza che
il linguaggio riveste in gene-
Paola Barbera, presidente
dell’Italian Dental Assistant
(Idea), associazione di assistenti di studio odontoiatrico
>
rale e ancora di più nel riconoscimento della figura professionale.
Espressioni come “la signorina” o nei casi più inadatti “la
mia signorina”, frequentemente utilizzate negli studi
dentistici per identificare la
figura dell’assistente, come
minimo provocano una comunicazione distorta. Essere
una “signorina” non è garanzia di competenza, semmai di
gioventù (immaginate la distorsione
comunicativa
quando si annuncia al paziente il contatto col “la signorina” e “la signorina” ha
superato da un pezzo i
vent’anni).
Chiamare le cose con il proprio nome è importante: il
linguaggio crea educazione e
l’educazione fa crescere il
mondo.
Il mondo odontoiatrico dovrà trovare le parole giuste
per definire la professionalità
dell’assistente di studio che
non è “una signorina”, non è
una segretaria, non è un’igienista, non è un medico ed è
tuttavia una figura importante per lo svolgimento dei
processi di lavoro. È importante nei processi indiretti e
lo diventa ancora di più nei
processi diretti. Il lavoro del
dentista è un lavoro a quattro
mani: due fondamentali del
L’IMPORTANZA DI CERTIFICARE
LE COMPETENZE DELL’ASSISTENTE
«Se si parla di qualità professionale, credo sia importante
riconoscere il ruolo della figura dell’assistente dentale. Non
farlo significherebbe banalizzare anche il lavoro del medico, negando la necessità che egli sia affiancato da una figura professionale qualificata». Il concetto che esprime
Paola Barbera, presidente dell’Italian Dental Assistant
(Idea – www.assistenteidea.it), associazione di assistenti di
studio odontoiatrico, è di grande attualità nel mondo odontoiatrico. Sebbene la presa di coscienza delle assistenti
come categoria, riguardo all’importanza del loro ruolo all’interno degli studi, sia piuttosto recente, si riscontra da più
parti una volontà di perseguire l’obiettivo di un maggiore riconoscimento professionale per questa figura, che chiede
a gran voce uno spazio adeguato all’interno del team dei
professionisti della salute orale.
«Se è sicuramente corretto considerare come altamente
professionale il lavoro del medico, dovrebbe essere una diretta conseguenza la necessità di formare accuratamente
gli operatori che con lui collaborano tutti i giorni nello studio, istituendo un percorso semplice ma efficace, mirato a
certificare la competenza sui fondamenti della professione,
come la conoscenza dei concetti basilari di igiene, del percorso corretto per sterilizzazione, la comunicazione efficace e assertiva, nozioni di anatomia e fisiologia del cavo
orale. Creare in tutti gli Studi una figura competente, consapevole delle sue mansioni e dei limiti entro le quali queste devono esprimersi. Ma fino ad allora ci saranno “le signorine”?» si domanda Paola Barbera.
Secondo i vertici dell’associazione Idea, questo percorso
dovrebbe interessare l’odontoiatra ancor più degli assistenti stessi, perché contando sulla disponibilità di un operatore riconosciuto e qualificato, il titolare dello studio potrà
affidare mansioni e compiti in serenità, per i quali sono state certificate delle competenze. «Certificare le competenze
è fondamentale: sono frutto dell’insegnamento costante e
continuo, sono il frutto a volte di molti anni di lavoro, il frutto di un percorso di studi, magari non perfettamente strutturati ma comunque effettuati – spiega Paola Barbera -. Per
questi motivi qualificare il personale in forza agli studi dentistici è un obiettivo che deve essere comune a tutti i professionisti coinvolti nel mondo odontoiatrico».
A. P.
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medico e due decisamente
importanti dell’assistente. Se
così non fosse i medici assumerebbero del personale dedicato solo ed esclusivamente ai processi indiretti e farebbero a due mani prestazioni complesse come estrazioni, interventi parodontali,
interventi di implantologia,
prestazioni di protesi ecc.
Il linguaggio di tutti i giorni
Se quando il paziente si accomoda in sala d’attesa, la segretaria gli dicesse «il signore
arriva subito», il paziente
proverebbe un po’ di inquietudine, in quanto si aspetta
di incontrare il medico e non
“un signore”. Il linguaggio
professionale è importante:
predispone il paziente all’evento futuro.
Sulla base di questa considerazione si potrebbe riformulare l’intero repertorio di frasi-tipo degli ambienti dentistici sullo stile della “signorina”.
«Studio signor Rossi, buongiorno, sono la signorina del
signor Rossi e la chiamo perché mi mancano le firme sulle
carte». Oppure «Buongiorno,
si accomodi in salotto, il signore arriva subito». E ancora, «Mi firma tutte queste carte che poi andiamo nell’altra
stanza?».
Questo stile di comunicazione abbassa la percezione della professionale di tutti coloro che lavorano nello studio
dentistico. Utilizzando questo linguaggio, l’ambiente
che si viene indotti a immaginare è un ambiente non
propriamente professionale.
Gli stessi concetti possono essere espressi con un linguaggio più preciso e più adatto.
Cambia molto. «Studio dottor Rossi, buongiorno. Sono
Sonia, la segretaria amministrativa dello studio, la chiamo perché nel controllare la
sua posizione ho visto che
non abbiamo aggiornato la
modulistica e mancano alcune firme». «Buongiorno, si
accomodi in sala d’attesa, avviso il medico che lei è arrivato». «Può gentilmente prendere visione dell’informativa
sulla privacy e firmare l’autorizzazione al trattamento dei
suoi dati personali? Le consegno la scheda anamnestica,
può compilarla e firmarla
nell’attesa, poi il medico la
approfondirà insieme a lei ,
quando la farò accomodare
in zona clinica».
Il linguaggio crea l’immagine professionale
Anche quando si espone un
preventivo è importante
adottare un linguaggio professionale. Espressioni che
banalizzano le prestazioni
autorizzano il paziente a sottostimare il valore effettivo
FOCUS ON
della cura. Se il medico durante la visita si lascia andare
a considerazioni sulla semplicità di esecuzione di alcune prestazioni che si appresta
a fare, il paziente può fraintendere e banalizzare, farsi
l’idea di una prestazione di
scarso valore e successivamente rimanere colpito dal
prezzo della prestazione.
Banalizzare non è semplificare: la banalizzazione è un’eccessiva semplificazione e può
avere come effetto collaterale
la svalutazione. Rendere
semplice una spiegazione,
adottare un metodo che semplifichi le cose, usare un linguaggio semplice sono tutte
strategie positive. La semplicità è la massima raffinatezza, diceva Leonardo Da
Vinci. La semplicità, non la
banalizzazione.
Un linguaggio professionale
e semplice, corretto e comprensibile, dà valore a tutta la
categoria ed è quanto indicano il codice di deontologia
medica e le linee guida sull’informazione sanitaria. Per
uscire dai luoghi comuni del
“dentista caro” è importante
spiegare con un linguaggio
adeguato quanto valore c’è
attorno a questa professione.
I locali in cui si esercita la
professione non sono appartamenti, bensì locali adibiti
ad uso medico che sottostanno a diverse normative e rispettano diversi requisiti; gli
impianti e le attrezzature devono essere costantemente
manutentate e verificate; i dispositivi medici (non più
strumenti) devono sottostare
a precise normative e la loro
messa in uso richiede formazione e competenza; i materiali e i prodotti devono rispettare precisi requisiti ed
essere adeguatamente custoditi; i processi organizzativi
(sicurezza, privacy, sterilizzazione per dire i principali) e i
processi clinici del lavoro devono essere progettati, eseguiti, controllati e aggiornati
di continuo. Il personale ausiliario deve essere formato,
informato, competente, aggiornato
costantemente.
Insomma molto di più di
semplici “signorine”.
Attraverso l’elevazione del
linguaggio odontoiatrico e il
riconoscimento delle diverse
professionalità che contribuiscono alla salute orale dei
cittadini, potremo accompagnare il paziente a comprendere che il mondo professionale odontoiatrico è complesso e articolato. Con un
linguaggio semplice potremo
spiegarlo e il paziente potrà
riconoscere maggior valore al
nostro lavoro e comprenderà
meglio perché le prestazioni
odontoiatriche hanno un determinato prezzo.
Paola Barbera
Roberta Pegoraro
CACCIA ALL’ERRORE
Qualità della comunicazione è anche correttezza dei testi. Con una banale svista tipografica su un cartellone pubblicitario
affisso nelle stazioni della metropolitana milanese si rischia di incidere negativamente sulla credibilità del messaggio
>
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FOCUS ON
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FOCUS ON
Odontoiatria sociale
al passo coi tempi
A Catanzaro è operativa una struttura moderna che eroga prestazioni
di qualità alle categorie di pazienti più svantaggiate dal punto di vista
sociale o sanitario e che faticano ad accedere ai servizi odontoiatrici privati
Un nuovo reparto di odontoiatria sociale dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro è stato inaugurato a fine gennaio
nel quartiere Lido. La struttura eroga servizi rivolti alle fasce
sociali più deboli al fine di garantire il miglioramento della
qualità della vita dei cittadini e svolge anche attività di prevenzione odontoiatrica tra i bambini delle scuole primarie e assistenza ai migranti.
Per conoscere nel dettaglio la tipologia di prestazioni erogate,
Italian Dental Journal ha intervistato il dottor Valerio D’Andrea,
responsabile dell’unità operativa di odontoiatria sociale nel nuovo polo sanitario di Catanzaro Lido e segretario nazionale della
Società odontoiatria di comunità italiana (Soci).
Dottor D’Andrea, qual è la
filosofia che sta alla base
della recente nascita del
centro di odontoiatria sociale del quartiere Lido di
Catanzaro?
La motivazione principale
che ha portato l’Azienda sanitaria
provinciale
di
Catanzaro, diretta dal dottor
Gerardo Mancuso, a dotarsi
di un centro di odontoiatria
sociale che è sicuramente tra
i più attrezzati della regione
Calabria è stata quella di offrire ai cittadini più vulnerabili l’aumento dell’offerta
assistenziale in campo
odontoiatrico, al passo con
le attuali conoscenze e tecnologie.
L’offerta assistenziale è peraltro del tutto in linea con
quanto espresso nel recente
programma di riordino regionale Dgr n. 141/10 relativo all’assistenza odontoiatrica regionale.
>
Valerio D’Andrea
In linea con gli obiettivi che
vi siete preposti, a quale categoria di pazienti sono indirizzati i servizi del centro?
I servizi del centro sono rivolti esclusivamente ai pazienti vulnerabili della regione Calabria.
Si distinguono due categorie
di vulnerabilità: sanitaria e
sociale.
La prima è rappresentata da
quei pazienti per i quali le
cure odontoiatriche costituiscono una necessità, in
quanto correlate o concomitanti ad altre malattie.
Rientrano in questa categoria, per esempio, quei pazienti che presentano una
cardiopatia congenita cianogena oppure in attesa di trapianto, pazienti emofilici o
sindromici (sindrome di
down ecc.), psicotici gravi o
pazienti oncologici in trattamento con bisfosfonati.
La seconda categoria, quella
sociale, include pazienti che
manifestano quella situazione di svantaggio economicosociale di norma correlata a
condizione di marginalità
e/o di esclusione, che di fatto impedisce loro l’accesso
alle cure odontostomatologiche, soprattutto per gli
elevati costi delle strutture
odontoiatriche private.
Che genere di prestazioni
siete in grado di offrire nella vostra struttura?
Le prestazioni che l’unità
operativa si pone l’obiettivo
di offrire a regime sono tutte
quelle presenti nel nomenclatore della Dgr n.141/10 e
cioè, oltre a quelle già garantite all’interno dei livelli essenziali di assistenza (Lea),
prestazioni aggiuntive di conservativa, estrattiva, endodonzia e protesi da erogare a
tutti gli aventi diritto.
Per i pazienti che accederanno a questi servizi in vulnerabilità sociale, le prestazioni saranno gratuite fino a
6.000 euro di reddito Isee,
mentre il ticket dovuto sarà
di 15 euro a prestazione per
i redditi tra i 6.000 e gli
8.000 euro, e di 30 euro tra
gli 8.000 e i 10.000 euro.
L’implantologia sarà invece
concessa solo ai soggetti con
gravi traumi maxillo-facciali
o con deficit ossei derivanti
da patologie neoplasiche del
distretto maxillo-facciale.
Quali sono le peculiarità dei
servizi offerti dal centro rispetto al servizio privato?
L’unità operativa di odontoiatria sociale rappresenta
il punto di riferimento dell’assistenza odontoiatrica sul
territorio
provinciale
dell’Asp di Catanzaro, al
fianco degli altri ambulatori
territoriali della specialistica
distrettuale.
La peculiarità del servizio è
quella di offrire assistenza e
supporto alle categorie più
svantaggiate come quelle dei
diversamente abili o della
popolazione anziana e non
deambulante in collaborazione con l’Adi (assistenza
domiciliare integrata).
Inoltre l’unità operativa, in
collaborazione con quella di
pediatria di comunità, si occupa di assolvere ai programmi di prevenzione regionale della patologia
odontoiatrica in età evolutiva nei riguardi degli alunni
delle classi primarie della
provincia di Catanzaro.
Gli studi privati oggi contano su tecnologie molto
avanzate. Da parte vostra,
su quali tecnologie potete
contare nella pratica clinica?
Attualmente l’unità operativa dispone di due studi
odontoiatrici completi di
apparecchio radiologico,
Rvg, elettrobisturi, endodonzia meccanica con rilevatori d’apice e micromotore per chirurgia.
Uno dei due studi è inoltre
dotato dell’apparecchiatura
per la sedazione cosciente,
utile per consentire un più
facile approccio ai bambini e
ai pazienti con disabilità lieve. Per i pazienti con disabilità gravi o per quelli che
hanno necessità di assistenza
in narcosi, l’Azienda concederà a breve all’unità operativa la possibilità di trattare
tali pazienti presso il presidio ospedaliero territoriale
dove, in virtù della presenza
di un reparto di terapia subintensiva, saranno attivati
posti letto d’appoggio.
Rachele Villa
ASSISTENZA QUALIFICATA
PER LA PROVINCIA DI CATANZARO
Il nuovo centro di odontoiatria sociale serve, per la maggior parte dei trattamenti, un bacino d’utenza rappresentato dal territorio della provincia di Catanzaro. Per altri servizi, come per esempio per l’assistenza in sedazione, le richieste attualmente sono di tipo regionale. Il centro di
odontoiatria è aperto soprattutto alle fasce più deboli della popolazione, che spesso non sono in grado di accede-
re alle prestazioni offerte dagli studi odontoiatrici privati.
«Al momento è ancora presto per fare dei bilanci – ha dichiarato il dottor Valerio D’Andrea , responsabile dell’unità
operativa di odontoiatria sociale – in quanto gli ambulatori del centro sono stati inaugurati da qualche settimana,
anche se le liste di attesa si attestano già a oltre tre mesi».
Il centro è aperto tutti i giorni dal lunedì al venerdì, dalle
ore 8 alle 14, e assicura 14 prestazioni al giorno, oltre a
quelle in accesso diretto per eventuali urgenze. Il sabato
è dedicato con gli stessi orari all’attività di prevenzione tra
i bambini delle scuole primarie, all’assistenza domiciliare
nonché a quella ai migranti, una realtà sempre più evidente in Calabria.
Attualmente nella struttura prestano servizio tre medici
odontoiatri strutturati (oltre a D’Andrea, Antonio Morana e
Attilio Boni ), due infermieri (T
T e r e s a G i a n n i n i e Romina
Daqua ), quattro giovani medici volontari e due igieniste,
sempre volontarie.
R. V.
GLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL
Conservativa
La scelta cromatica
delle resine composite
> Stefano Daniele è tutore al corso di laurea specialistica in
odontoiatria e protesi dentaria
dell'Università degli studi di
Milano, presso l'unità di patologia, medicina e geriatria orale
L’errore più comune è quello di pensare che esista una diretta
corrispondenza tra scala Vita e resina composita: non è così. La scelta
più efficace rimane quella effettuata attraverso il metodo della prova diretta
La rilevazione delle caratteristiche cromatiche del dente rappresenta, per il clinico,
uno dei momenti più delicati nell’esecuzione di un restauro in resina composita.
Tale aspetto assume ovviamente maggior importanza
quando la ricostruzione interessa i denti del gruppo
frontale.
Il colore dei denti, come noto, è una condizione complessa poiché in un dente
non solo vengono a coesistere più colori ma anche aree
opache e aree più o meno
traslucide. Già da queste parole appare evidente come
ricostruire la parte mancante di un elemento dentario e
integrare la ricostruzione
con i tessuti dentali circostanti sia operazione tutt’altro che semplice.
I principi di Munsell
I parametri cromatici che
definiscono il colore di un
elemento dentario sono
estrapolati dai principi definiti da Munsell nella sua elaborazione tridimensionale
del colore, nella quale definisce con precisione i concetti di tinta, croma e valore.
Tinta è praticamente il colore del dente. Possiamo ritrovare elementi dentari con
una tinta tendente al giallo,
all’arancio-marrone oppure
al grigio.
Croma rappresenta il grado
di saturazione della tinta,
nel senso che un “giallo” può
essere molto saturo di colore
(intenso) oppure meno carico e quindi, per usare una
parola semplice, “sbiadito”.
Valore è il grado di luminosità di un colore.
Due oggetti dello stesso colore (inteso come tinta e
croma) possono apparire diversamente luminosi a seconda di come la luce interagisce con l’oggetto in questione. Se la luce è riflessa
sulla superficie o nella zona
o sub-superficiale l’oggetto
apparirà molto luminoso,
vale a dire con alto valore. Se
la luce attraversa (anche
parzialmente, come nel caso
dei materiali traslucidi) o
viene assorbita internamente al materiale costituente
l’oggetto, quest’ultimo apparirà meno luminoso e
quindi con un valore basso.
Quali parametri?
Da quanto detto, è lecito
chiedersi quali siano i parametri cromatici più importanti da tenere in considerazione nel determinare il colore di un dente.
Un parametro basilare è sicuramente la tinta del dente,
determinata dalla tinta della
dentina che, come già detto,
può tendere al giallo, all’arancio o al marrone con gradi più o meno sostenuti di
intensità. Quindi il primo
passo da fare nel individuare
il colore di un dente è quello
di intercettare la tinta che,
essendo legata alla dentina, è
più facilmente percepibile a
livello del terzo cervicale del
dente.
Il grado di saturazione della
tinta è altresì importante ma
non bisogna dimenticare
che quest’ultimo può essere
influenzato in modo importante dalle proprietà cromatiche dello smalto che ricopre la dentina. Uno smalto
in spessori notevoli può
“stemperare” il grado di saturazione della tinta dentinale sottostante e viceversa.
Lo smalto dentario non solo
è in grado di influenzare il
croma del dente ma è l’elemento chiave nel determinare la luminosità o valore del
dente. Uno smalto molto
opaco (e in spessori notevoli) rende il dente tendenzialmente bianco e luminoso
così come uno smalto traslucido si comporta in modo
tale da abbassare il valore e
quindi rendere il dente meno luminoso e tendente al
grigio.
Questi concetti appaiono
importanti se riferiti alle resine composite in considerazione del fatto che le caratteristiche cromatiche di una
ricostruzione in composito
possono dipendere dalla traslucenza versus opacità delle
masse impiegate ma anche, e
in particolar modo, dallo
spessore del materiale impiegato.
Le resine composite utilizzate in odontoiatria sono una
miscela costituita da una
matrice resinosa su base me-
tacrilica (Bis-Gma, Tegdma,
Udma ecc.) con caratteristiche cromatiche praticamente neutre e un riempitivo
inorganico che invece influenza il colore del composito.
Le particelle di riempitivo
inorganico possono avere
colori differenti e influenzare la tinta della resina composita e anche avere una diversa tendenza a farsi attraversare dalla luce e quindi
influenzare l’opacità della
resina composita nella quale
sono contenute.
Ancora, anche l’aspetto
quantitativo è importante
nel senso che all’aumentare
della carica di riempitivo
aumenta anche l’opacità
della massa di resina composita mentre una minor
percentuale in volume di
riempitivo rende il composito più traslucente.
Da questa considerazione si
può prendere spunto per
sottolineare che, qualora si
impiega una tecnica di stratificazione incrementale nel-
Figg. 1 e 2 : campioncini della scala colori Vita-Lumin-Vacuum e scala colori di una sistematica di resina
composita. Ai campioncini è attribuita la stessa denominazione Vita pur non essendoci alcuna corrispondenza delle caratteristiche cromatiche
>
l’eseguire il restauro, bisogna inevitabilmente adeguare i tempi di polimerizzazione alla massa di composito
che si utilizza.
Riempitivi opachi (e quindi
compositi opachi) si oppongono alla trasmissione della
luce
e possono ridurre l’assorbimento di luce negli strati più
profondi, impedendo un
adeguato grado di conversione (polimerizzazione)
della matrice resinosa della
resina composita.
Si rende quindi necessario,
quando s’impiegano masse
di composito ad alta opacità,
aumentare i tempi di polimerizzazione per ogni incremento.
Questo aspetto è comunque
conosciuto e consigliato da
molte case produttrici di resine composite, che lo riportano sul foglio informativo
del prodotto in questione.
Una guida
per scegliere la resina
Veniamo quindi all’aspetto
centrale di questo articolo,
ovvero come si fa a rilevare
con semplici tecniche visive
il colore di un dente e scegliere le masse di resina
composita da impiegare.
La tecnica più conosciuta è
quella di avvalersi della scala
di colori “Vita-LuminVacuum”, un campionario
basato sulla codifica alfabetico-numerico del colore del
dente. La lettera identifica la
tinta del dente e di conseguenza ritroviamo un gruppo di campioncini denominato “A” che hanno tinta
tendente al marrone-arancio, un gruppo “B” con tendenza al giallo, un gruppo
“C” con una prevalente grigia e infine un gruppo “D”
tendenzialmente rosso.
Alla lettera, che codifica la
tinta, segue un numero che
rappresenta il croma e che
vede una maggior saturazione all’aumentare del nume-
Implantologia
Implantologia
GLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL
Fig. 3 e 4: campioni di resina composita dello spessore di 2 mm commercializzati da case produttrici diverse e denominati come masse A3. È evidente, su sfondo nero e su sfondo bianco, la non corrispondenza tra gli
A3 di diversi compositi che sono, da sinistra a destra: Heliomolar (Ivoclar Vivadent), Clearfil Majesty
(Kuraray Dental), Estelite Sigma Quick (Tokuyama), Filtek Z250 (3M Espe)
>
ro codificante. Per intenderci, un campioncino “A3” simula un dente con tinta tendente al marrone-arancio e
medio grado di saturazione,
così come un campioncino
A2 presenta la stessa tinta
ma un minor grado di saturazione. La tinta “A” presenta cinque livelli di saturazione, la tinta “B” e “C” possiedono invece quattro livelli di
saturazione, mentre quella
“D” ha solo tre intensità.
È possibile una nomenclatura e riorganizzazione della
scala Vita anche in base al
valore. La scala Vita, seppur
in modo molto approssimativo e semplicistico - in
quanto non si possono definire tutte le caratteristiche
cromatiche di un dente con
un campioncino -, può definire la tinta del dente (o meglio della dentina) e il suo
grado di saturazione, ma è
giusto fare subito una precisazione.
Ogni campioncino Vita codifica una tinta e un relativo
croma nel suo terzo medio
in considerazione del fatto
che spostandosi in direzione
incisale o apicale cambiano
gli spessori del materiale costituente (ceramica) e quindi cambiano i parametri
cromatici.
Se vogliamo utilizzare la scala Vita per definire tinta e
saturazione della dentina di
un dente bisogna fare riferimento al terzo medio del
campioncino preso in esame.
Il discorso diventa molto più
articolato quando si affronta
il tema riguardante l’utilizzo
della campionatura Vita per
la scelta delle masse di resina
composita da utilizzare per
le ricostruzioni estetiche.
Molte case produttrici di re-
sina composita hanno adottato la nomenclatura Vita
per codificare le diverse formulazioni di materiale, nel
senso che ritroviamo spesso
siringhe di composito denominate “A3”, “A4” ecc.
I limiti della scala Vita
Il percorso decisionale consistente nell’impiegare la
scala Vita per determinare la
tinta e il croma dell’elemento dentale e scegliere masse
di resina composita con la
stessa nomenclatura è però
sostanzialmente sbagliato.
Purtroppo bisogna dire che
questa modalità operativa è,
probabilmente, anche quella
più utilizzata dagli odontoiatri. Vediamo perché questo modo di procedere non è
corretto e fonte, spesso, di
consistenti insuccessi clinici.
I campioni della scala Vita
sono costituiti da materiale
ceramico e quindi hanno
un’interazione con la luce
che è profondamente diversa
da quella che può avere quest’ultima con la resina composita.
In linea generale si può dire
che le ceramiche, indipendentemente dalle proprietà
cromatiche, sono materiali
opachi, mentre i compositi
sono tendenzialmente traslucenti.
Il trasferimento delle caratteristiche cromatiche del
dente nel percorso campioncino Vita-siringa di composito (ex campioncino “A3”,
massa di resina composita
“A3”) non è fedele e non riproduce le caratteristiche
cromatiche del dente proprio perché si cerca di trasferire un parametro “colore” impiegando materiali diversi (tessuti dentali, cera-
mica, resina composita) che
interagiscono in maniera
differente con la luce.
In letteratura è documentata
la non corrispondenza tra
scala Vita e masse di resina
composita con stessa codifica ma, nonostante questo,
ancora molte case produttrici di resina composita si
ostinano a usare questa formula per definire tinta e
croma dei loro prodotti da
ricostruzione. Tutto ciò crea
grossa confusione negli
odontoiatri, che invece
avrebbero bisogno di informazioni riguardanti l’assoluta non corrispondenza tra
scala Vita e compositi e un
supporto da parte delle case
produttrici a sviluppare sistematiche di rilevazione del
colore che escludono la nomenclatura Vita.
Errori comuni
Per contro, bisogna dire che
alcune case produttrici hanno preso consapevolezza
della non corrispondenza
tra campioncino Vita e resina composita e quindi hanno formulato una scala colori dedicata alla resina composita commercializzata. Si
ritrova spesso una scala colori dedicata e costituita da
campioncini del composito
acquistato.
Un simile approccio sicuramente elimina l’incongruenza di diversità di materiale tra scala Vita e resina
composita ma spesso è perpetuato un errore, ovvero
quello di chiamare questi
campioni di resina composita con la nomenclatura Vita.
Tutto ciò può indurre a due
errori operativi.
Il primo è legato al fatto che
una nomenclatura così for-
mulata può indurre l’odontoiatra meno attento a usare
comunque la scala Vita per
rilevare tinta e croma del
dente e trovare la corrispondenza con la massa di resina
composita in suo possesso
con la convinzione, in buona fede, di ottenere una fedele corrispondenza.
Un secondo errore potrebbe
essere quello di cambiare sistematica di composito e
pensare di ottenere gli stessi
risultati perché le masse sono denominate in maniera
uguale, con il nome la della
campionatura Vita. Invece
una siringa di composito
chiamata “A3” e fornita da
una casa produttrice X non
ha nulla a che vedere, dal
punto di vista cromatico,
con una massa di resina
composita “A3” della casa Y
e non sono interscambiabili.
Il clinico rischia quindi di
incorrere in importanti sbagli di interpretazione del colore e tutto questo perché si
vuole rimanere (case produttrici e clinici) ancorati
alla scala Vita.
La scala Vita non è adeguata
per rilevare in modo dettagliato le caratteristiche cromatiche di un dente ma soprattutto non c’entra nulla
quando si parla di resina
composita come materiale
da ricostruzione.
Conclusioni
Quando si utilizzano i compositi, la campionatura Vita
deve essere dimenticata e
denominare le diverse masse
di resina composita con un
nome proprio.
Alcune case produttrici hanno affrontato il problema e
hanno realizzato masse di
resina composita con un nome specifico e, a volte, un
numero che ne codifica la
saturazione.
Ad esempio ritroviamo sistematiche di resina composita in cui ci sono masse
chiamate “dentina 1-2-3
ecc”, oppure massa smalto
bianco, opalescente ecc.
Fugare ogni riferimento alla
scala Vita è, a mio avviso, il
modo di procedere corretto,
un composito ha un nome
proprio che corrisponde a
proprie caratteristiche cromatiche.
Come già accennato, le formulazioni più attente forniscono masse di resina composita che simulano i tessuti
dentinali e masse che imitano lo smalto, permettendo
così una stratificazione anatomica nell’esecuzione del
restauro.
Un intervento così realizzato
è dotato di un alto livello
estetico e un bio-mimetismo
con i tessuti dentali periferici.
L’avere a disposizione masse
“dentina” e masse “smalto”
<<
Conservativa
16
Ortodonzia
non sempre garantisce una
predicibilità di risultato nell’esecuzione del restauro in
quanto alcuni parametri
cromatici delle resine composite sono dipendenti dallo
spessore del materiale stesso.
I compositi definiti “opachi”
possono diventare traslucidi
se impiegati in spessori sottili; una massa di smalto
opaco ( tendenzialmente
bianco ed ad elevato valore )
può essere usato come smalto traslucido se manipolato
in spessori sottili e abbassare
il valore della dentina sottostante.
Allo stesso modo una massa
di dentina opaca impiegata
in spessori sottili può ridurre in modo considerevole il
suo croma originale.
Le ricostruzioni in composito, in modo particolare
quelle dei denti frontali, appaiono complesse perché
questi materiali hanno caratteristiche
cromatiche
(croma e valore) dipendenti
dallo spessore di utilizzo del
materiale. Proprio per questo è difficile (praticamente
impossibile) standardizzare
la procedura di ricostruzione incrementale mediante
stratificazione della resina
composita e renderla riproducibile ad ogni caso clinico.
Dalla mia esperienza ritengo
che due siano i momenti
fondamentali per definire le
caratteristiche cromatiche
del dente e scegliere le masse
di resina composita da im-
piegare:
• Formulare, in un appuntamento dedicato e senza la
diga di gomma posizionata,
una mappa cromatica del/i
denti
da
ricostruire.
Semplicemente su un foglietto di carta si annotano
le caratteristiche cromatiche
del dente, le aree di opalescenza, quelle di traslucenza
ecc.
• Nello stesso appuntamento, eseguire una simulazione
di ricostruzione ( senza mettere in opera le procedure
adesive ai tessuti dentali ).
Si scelgono delle masse di
resina composita e si valuta
visivamente ed in modo diretto la correttezza o meno
delle proprie interpretazioni
sul colore dei tessuti dentali.
Implantologia
Conservativa
Stefano Daniele
Bibliografia
1. Ferracane JL. Resin composite-state of the art. Dent Mater
2011 Jan;27(1):29-38.
2. Browning WD, ContrerasBulnes R, Brackett MG, Brackett
WW. Color differences: polymerized composite and corresponding Vitapan Classical shade tab.
J Dent 2009; 37 Suppl 1:e34-9.
3. Yap AU. Color attributes and
accuracy of Vita-based manufacturers' shade guides. Oper Dent
1998 Sep-Oct; 23(5):266-71.
4. Johnston WM. Color measurement in dentistry. J Dent
2009; 37 Suppl 1:e2-6.
17
<<
CASO CLINICO
Ortodonzia
Restauro diretto in composito di
V classe con
sistema adesivo total etch
Implantologia
Le più recenti evoluzioni dei sistemi adesivi smalto-dentinali
e dei materiali compositi hanno completamente rivoluzionato l’approccio terapeutico
dei processi cariosi e non cariosi dei settori anteriori e posteriori. Di fondamentale importanza per un risultato predicibile risulta quindi la conoscenza approfondita dei materiali, delle tecniche e delle loro
indicazioni, oltre al rispetto rigoroso dei protocolli operativi.
I materiali resinosi compositi
>
Fig. 1: immagine iniziale
moderni, sempre più evoluti,
permettono oggi di eseguire
restauri adesivi nel rispetto
della forma, anatomia e funzione con notevoli risultati anche dal punto di vista estetico.
Questo ha reso possibile un
approccio terapeutico sempre
più conservativo e la possibilità
di un recupero morfo funzionale tramite tecniche di restauro dirette con il progressivo abbandono delle riabilitazioni
protesiche tradizionali, molto
più demolitive.
Nel caso clinico illustrato è stato utilizzato un sistema adesivo
total etch a tre passaggi, caratterizzato da una elevata idrofobicità e stabilità idrolitica, in grado di creare un sigillo adesivo
impermeabile. Il mordenzante
è un acido ortofosforico al 37%
con addensante polimerico,
privo di silice. La superficie
dentinale, dopo accurato e abbondante lavaggio con acqua,
rimane completamente priva
di residui di silice, favorendo
così migliori valori di adesione.
>
Fig. 2: etching smalto
>
Fig. 3: etching smalto + dentina
>
Fig. 4: primer
>
Fig. 5: asciugatura primer
>
Fig. 6: bonding
>
Fig. 7: immagine finale
Per informazioni: Cenacolo milanese
Tel. 02.29412295 - [email protected]
Gli studi sperimentali hanno
evidenziato che questo tipo di
sistema adesivo tradizionale a
tre passaggi presenta elevati valori di adesione sia a livello di
smalto che di dentina e viene
considerato il “gold standard”
in odontoiatria adesiva.
Viene riportata l’immagine
pre-operatoria di un premolare superiore in cui appare evidente la notevole perdita di sostanza dentale a livello del terzo cervicale, abbinata a recessione dei tessuti gengivali. Le
particolari condizioni parodontali non consentono di ab-
Conservativa
UN CORSO TEORICO-PRATICO
SUI RESTAURI DIRETTI E INDIRETTI
Cinque incontri per approfondire, in un corso teoricopratico, tutti i temi dell’odontoiatria restaurativa diretta
e indiretta nei settori latero posteriori.
«Gli argomenti affrontati riguarderanno i criteri decisionali in odontoiatria restaurativa, la preparazione cavitaria, le relazioni tra vitalità pulpare e intervento restaurativo, l’isolamento del campo operatorio, i principi di
adesione smalto-dentinale, la stratificazione e polimerizzazione delle resine composite – ci ha spiegato
Stefano Daniele , relatore del corso che è organizzato
dal Cenacolo odontostomatologico milanese –.
Successivamente si andranno a considerare i criteri
che conducono il clinico a scegliere un restauro indiretto (intarsio) rispetto all’approccio diretto e le fasi operative necessarie a confezionare tale dispositivo» ha concluso il docente, che è tutore al corso di laurea specialistica in odontoiatria e protesi dentaria dell'Università
degli studi di Milano, presso l'unità di patologia, medicina e geriatria orale.
Per quanto riguarda la fase pratica, i partecipanti assisteranno clinicamente alla poltrona ai principi spiegati
durante gli incontri frontali.
Gli incontri si terranno presso lo studio associato
Leghissa, Briata, Demarosi di via Raffaello Sanzio a
Milano e sono previsti per sabato 6 aprile , sabato 25
m a g g i o , s a b a t o 8 g i u g n o , s a b a t o 2 1 s e t t e m b r e e saba to 19 ottobre .
Conservativa
GLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL
binare al restauro una tecnica
di chirurgia mucogengivale
per la ricopertura radicolare,
quindi si decide di procedere
con la sola procedura ricostruttiva.
Previo isolamento con diga di
gomma, la cavità viene pulita,
detersa e rifinita e inizia la fase
adesiva, che prevede la mordenzatura selettiva dello smalto per 40 secondi e della dentina per 15 secondi. Dopo accurato lavaggio e delicata asciugatura, vengono applicati il
primer, strofinato abbondantemente e ripetutamente sul
Caso clinico a cura del dipartimento ricerca e sviluppo
di Sweden&Martina
Immagini per gentile concessione del dottor Paolo Ferrari
>
substrato dentinale e asciugato, e infine il bonding strofinato, asciugato e polimerizzato
per 60 secondi.
Nelle immagini successive viene descritta la stratificazione
del composito flow e del composito ibrido a nanoparticelle
con masse di dentina e smalto.
Nella porzione radicolare della
cavità è stata utilizzata solamente una massa di dentina ad
elevata cromaticità. Infine
l’immagine di controllo finale
del restauro, dopo rifinitura e
lucidatura.
È di fondamentale importanza
per il successo a lungo termine
l’utilizzo di un protocollo rigoroso che preveda, oltre all’indispensabile isolamento con la
diga di gomma, il rispetto delle
indicazioni, la corretta manipolazione e applicazione dei
materiali e la loro puntuale polimerizzazione con lampade
controllate di adeguata potenza; inoltre è sempre auspicabile una fase di controllo programmato e un mantenimento
puntuale che tenga sempre in
massima considerazione tutti i
fattori di prevenzione legati al
paziente.
Implantologia
Implantologia
GLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL
20
Ortodonzia
CASO CLINICO
Mimetica dentale strutturale e ottica
con un moderno composito
Nella moderna odontoiatria
non vi è un unico elemento
chiave in grado di farci raggiungere un risultato estetico
ottimale. Gli ingredienti che
portano a un risultato perfetto
in caso di restauro diretto in
composito sono vari e possono
dipendere per certi versi dalla
“tendenza artistica” dell’operatore. Di certo però una variabile importante è il materiale che
viene utilizzato.
I materiali da restauri predicibili si distinguono per l’effetto
camaleonte, la facile lucidabilità, le proprietà fisiche biomi-
<<
Conservativa
metiche, la texture e la lavorabilità ideali, la minima contrazione da polimerizzazione, la
maggiore resistenza all’usura e
la buona radiopacità.
GrandioSO di Voco è un innovativo composito nanoibrido
che rappresenta un cambio di
paradigma in quanto i restauri
diretti in composito diventano
semplici, con una predicibilità
fisica ed estetica costante nel
tempo.
Caso clinico
Una donna di 89 anni mostrava un caso di carie profonda ri-
corrente a carico della superficie prossimale-cervicale del
dente 24 con un vecchio restauro in amalgama in situ.
Dopo l’analisi radiografica e
clinica della vitalità, nonché la
valutazione della struttura
dentale residua, è stato deciso
di sostituire il restauro in
amalgama con un restauro diretto in composito.
È stato accertato che un dente
così policromatico che presentava una sclerosi pulpare estesa
sarebbe stato restaurato al meglio con un composito diretto
adesivo, in quanto era necessa-
rio conservare al massimo la
struttura dentale residua. Il
premolare è stato quindi isolato mediante diga di gomma
prima di rimuovere la vecchia
amalgama dal dente ed estirpare la carie mediante frese
(fig. 1). Successivamente sono
state adattate due matrici sezionali
(V-ring
system,
Triodent), che sono state fissate con appositi tensionatori e
cunei interdentali. Come adesivo è stato scelto Futurabond
NR (Voco), un adesivo self-etch fotopolimerizzabile. Dopo
l’attivazione, l’adesivo è stato
Implantologia
Clarence Tam svolge la libera professione nel suo studio a Newmarket,
in Nuova Zelanda. La dottoressa
Tam è presidente della New Zealand
Academy of Cosmetic Dentistry
>
massaggiato per 20 secondi.
L’applicazione è stata seguita
da 5 secondi asciugatura con
aria e da 10 secondi di fotopolimerizzazione.
La cresta marginale è stata costruita coronalmente con il
composito
nanoibrido
GrandioSO nella tinta GA3.25,
mentre la cresta marginale cervicale è stata realizzata con la
tinta GA5 (fig. 2). Dopo la rifinitura delle pareti prossimali
mesiali e distali, la cavità occlusale residua è stata riempita a
incrementi con GrandioSO
GA3.25, e ogni strato è stato
polimerizzato per 20 secondi.
La tinta del restauro fornisce
un’eccellente corrispondenza
con il tessuto dentale residuo
del 24. La fase di contouring è
stata seguita da quella di finitura della superficie occlusale.
Con la lucidatura si è completato il restauro (figg. 3 e 4).
Conservativa
IL CASO CLINICO È PUBBLICATO ANCHE SU www.dentalacademy.it
E HA RICEVUTO 5 COMMENTI:
COLLEGATI E PARTECIPA ALLA DISCUSSIONE
21
<<
CASO CLINICO
Ortodonzia
Veneer in resina composita per
una ricostruzione
altamente estetica
Implantologia
Il restauro di un solo incisivo
centrale superiore rappresenta sempre una sfida per il clinico, che deve osservare e riprodurre le caratteristiche di
colore, forma e struttura del
dente attiguo. Questo è particolarmente difficile quando
si ha a che fare con un dente
discromico. In questi casi è
Conservativa
Fig. 2: inizialmente è stato ricostruito il bordo incisale del dente con
Opallis EA1. Al fine di mascherare il terzo cervicale più scuro è stato applicato in quest’area un sottile strato di composito colore OP
Fig. 1: immagine della preparazione dopo la rimozione di amalgama e carie
> Fig. 2: ricostruzione della cresta marginale coronalmente con GrandioSO
GA3.25 (Voco) e cervicalmente con GrandioSO GA5
Fig. 3: pre lucidatura occlusale dopo contouring con frese diamantate
NTI (Kahla) a punta e a forma ovoidale
>
Fig. 4: risultato estetico dopo le modifiche occlusali e la lucidatura finale
con D-Fine Double Diamond (Clinicians Choice Dental Products, New
Milford, CT)
>
essenziale osservare se c’è
sufficiente spazio per la stratificazione dei vari incrementi di composito per riprodurre la corretta forma, la funzione e l’estetica del dente da
restaurare.
Nel seguente case report, la
paziente – una donna di 40
anni – voleva migliorare il
suo sorriso. A causa della
mancanza di allineamento
dell’elemento 21 rispetto al-
l’arcata dentale, abbiamo
suggerito un trattamento ortodontico. Tuttavia la paziente desiderava un trattamento
rapido e senza l’utilizzo di
brackets. Si lamentava soprattutto della discromia dell’elemento 21, che aveva un
posizionamento più palatale
e presentava l’usura del bordo incisale. Malgrado il dente
fosse posizionato palatalmente, c’era abbastanza spa-
Carlos Kose è docente al corso di specializzazione in odontoiatria restaurativa della
Associação Brasileira de Odontologia e all’università statale di Ponta Grossa, in Brasile
>
Alessandro Dourado Loguercio, dopo aver
conseguito il dottorato in materiali dentari
all’università di San Paolo, oggi insegna
odontoiatria restaurativa all’università statale di Ponta Grossa, in Brasile
>
zio per la ricostruzione dell’anatomia del dente senza
necessità di preparazione.
Alla paziente fu quindi proposta questa tecnica ricostruttiva.
Abbiamo utilizzato il compo-
sito Opallis, che è stato stratificato entro lo spessore disponibile di 1,5 mm. Il risultato
finale è stato un restauro con
un aspetto molto naturale e
brillante.
> Fig. 1: visione ravvicinata. Evidente la discromia e la mancanza del corretto allineamento del 21. Sono ben visibili l’opacità e la traslucenza caratteristiche dei denti anteriori superiori
>
>
Conservativa
GLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL
> Fig. 3: nella fase ricostruttiva sono state riprodotte tre importanti caratteristiche dell’incisivo centrale adiacente. Poiché la zona cervicale era più
satura, abbiamo utilizzato DA2. I mammelloni dentinali avevano un
aspetto biancastro: è stato riprodotto con composito D-Bleach. Tra i mammelloni sono stati inseriti piccoli incrementi di composito DA2 per imitare l’incisivo adiacente
> Fig. 4: Risultato finale. Notare l’aspetto più chiaro dei mammelloni e la
traslucenza ottenuta con Opallis VH (l’ultimo incremento di composito
usato). La ricostruzione è in armonia con il dente adiacente in termini di
forma, struttura e posizione nell’arcata
Implantologia
Implantologia
GLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL
22
Ortodonzia
CASO CLINICO
> Pier Antonio Acquaviva svolge attività di ricerca all’università di
Brescia, dove si occupa in particolare di odontoiatria adesiva, ed è docente al master di odontoiatria restaurativa dell’università di Pisa
Riabilitazione estetica: restauri
diretti nel settore anteriore
Il restauro dei denti anteriori
prevede la pianificazione e una
serie di protocolli atti a valutare
i diversi parametri di forma e
colore, che risultano di fondamentale importanza per il successo clinico.
La difficoltà nell’affrontare
una riabilitazione estetica sta
nel fatto che i pazienti hanno
una percezione molto obiettiva di quello che il clinico esegue. Errori di colore e soprattutto morfologici rappresentano inestetismi che risultano
immediatamente evidenti.
Pertanto bisogna tener presen-
<<
Conservativa
te una serie di fattori: accurata
valutazione della forma e del
volume del restauro che si dovrà eseguire attraverso impronta e ceratura diagnostica;
precisa pianificazione del colore in termini di valore-tintacroma riferita ai diversi settori
del restauro dentale; preparazione meticolosa dei tessuti
con corretto posizionamento
dei margini di finitura.
Un fattore proprio del dente
naturale è la percezione di
profondità che è data dalla sovrapposizione di tessuti più
opachi e traslucenti. Oggi i nu-
merosi materiali eccellenti con
masse dentina più opache,
masse smalto e masse traslucenti, vanno utilizzati per l’ottimizzazione del risultato estetico. Le masse traslucenti consentono il passaggio e la diffusione della luce e abbassano il
valore del restauro; quelle più
opache innalzano il valore riflettendo la luce assorbita. Il
problema più comune è realizzare restauri troppo grigi o
troppo chiari rispetto al tessuto
residuo; molto spesso tali errori derivano da una scorretta gestione degli spessori nella stra-
tificazione.
Restauri diretti in composito
sono indicati per interventi su
denti frontali talvolta privi di
patologia, ma nei quali sia richiesto di modificare le dimensioni di uno o più denti. Il vantaggio rispetto all’esecuzione di
faccette in ceramica consiste
nel risparmio di tessuto sano,
particolarmente conveniente in
un paziente giovane.
Tecnica
Nel caso di un restauro di un
dente anteriore sarà necessario
fare un’attenta valutazione del-
Implantologia
Cattedra di conservativa
Università degli studi di Brescia
Titolare: Prof. Antonio Cerutti
le strutture residue sane.
Indispensabile è una ceratura
diagnostica, dalla quale si ottiene una mascherina in silicone.
Viene ripreparato accuratamente il margine di finitura
(bisello a 45° oppure microchamfer): tale margine servirà
a sostenere il materiale composito, in termini di spessore corretto, e permetterà di gestire le
masse opache e traslucenti in
una zona strategicamente importante per l’integrazione del
restauro.
Si applica la mascherina in silicone, riproducente la superficie
palatale, parzialmente sezionata in modo da potervi introdurre le due matrici trasparenti, che definiscono la posizione
delle pareti prossimali.
Il primo incremento di traslucente serve a determinare una
base sulla quale stratificare le
masse di dentina e di smalto.
Tale incremento dovrà essere il
più sottile possibile. Una volta
polimerizzato l’incremento palatale si passa all’applicazione
di uno strato di dentina, che
costituisce la massa opaca in
grado di conferire la corretta
luminosità al corpo dentale:
molto importante il controllo
dello spessore e dell’estensione
della massa opaca attraverso
l’osservazione del dente di profilo, in modo da evidenziare l’esatto spessore della dentina.
Le fasi successive prevedono
l’applicazioni di masse opportunamente selezionate, con sovrapposizioni che garantiscano
un passaggio sfumato e meno
netto tra masse con cromaticità
decrescente dal terzo medio
dentale al margine incisale. Tale
tecnica prevede un controllo rigoroso degli spessori dei diversi incrementi, nel rispetto del
progetto “colore” inizialmente
analizzato.
Terminata la stratificazione del
restauro si procede con la fase
di rifinitura e di lucidatura.
23
<<
CASO CLINICO
Fig. 1: frattura coronale di 11 e 21 in seguito a trauma. La diagnosi
radiologica non evidenza lesioni radiotrasparenti periapicali
>
Ortodonzia
Step by step di un sistema adesivo
con clorexidina
in un restauro diretto
Implantologia
Prof. Lorenzo Breschi, docente
all’Università di Trieste
>
Il caso clinico presenta il
trattamento su un paziente
di 30 anni che al controllo
evidenzia un restauro in
composito e infiltrato sul
primo premolare superiore.
Dopo l’isolamento del campo con diga di gomma, si
procede alla rimozione del
precedente restauro in composito e del tessuto cariato
circostante e alla rifinitura
dei margini della cavità.
Viene quindi posizionata
una matrice metallica sezionale con anello metallico
(Omni-Matrix
Sectional,
Conservativa
>
Conservativa
>
Fig. 1: preparazione
> Fig. 2: mordenzatura selettiva
dello smalto con acido ortofosforico
>
Fig. 3: applicazione del primer
>
>
Figg. 5-6: stratificazione del composito
>
Fig. 7: restauro ultimato
Fig. 4: applicazione dell’adesivo
Fig. 2: isolamento con diga di gomma e rifinitura del margine cavitario
Fig. 3: dettaglio della stratificazione del corpo dentinale in materiale
composito di 1.1
>
>
Fig. 4: controllo finale dei restauri in materiale composito
Conservativa
GLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL
>
Fig. 8: controllo contatti occlusali
Ultradent Products Inc) e
cuneo di legno per la realizzazione di una parete interprossimale adeguata (fig. 1).
La procedura adesiva prevede un sistema self-etch twostep Peak SE (Ultradent
Products Inc) composto da
Peak SE Primer e Peak
Universal Bond.
Il primo passaggio inizia
con la mordenzatura selettiva dello smalto per 15 secondi con acido ortofosforico (Ultra-Etch, Ultradent
Products Inc) (fig. 2); dopo
aver sciacquato abbondan-
temente il mordenzante,
viene applicato il Peak SE
Primer su smalto e dentina
(fig. 3) seguito da una delicata asciugatura con un getto d’aria per permettere l’evaporazione del solvente
contenuto nel primer.
Quindi si procede all’applicazione del bonding Peak
Universal Bond (fig. 4), adesivo contenente clorexidina
utile alla stabilizzazione del
legame adesivo nel tempo, e
alla sua polimerizzazione
con la lampada Led Valo per
20 secondi (Ultradent
Products Inc).
I passaggi successivi per la
finalizzazione del restauro
riguardano la stratificazione del composito Amelogen
Plus (Ultradent Products
Inc) (figg. 5 e 6) fino alla
modellazione occlusale ultimata (fig. 7). Quindi si conclude con la rifinitura e lucidatura del restauro e con
il controllo dei contatti occlusali con cartine da articolazione di spessore 40 µm
(fig. 8).
25
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EDUCATION & MEETING NEWS
Anche l’igiene orale
diventa evidence based
Dal confronto internazionale con le altre realtà scientifiche nasce
la necessità di approfondire la conoscenza dei protocolli operativi
in igiene orale, che devono basarsi sulle evidenze scientifiche
La forza che deriva dalla passione verso una professione
dedicata alla salute del cavo
orale è elemento essenziale
che porta a far sì che un incarico associativo venga svolto
con impegno, dedizione e spirito di servizio. Il lavoro diventa più stimolante se erediti la presidenza di una società
scientifica come la Società italiana di scienze dell’igiene
orale (Sisio – www.sisio.it)
che, se pur giovane, è stata capace di offrire agli igienisti
dentali un punto di riferimento per l’aggiornamento
che ha come obiettivo il controllo di qualità della nostra
prestazione professionale .
La prevenzione è una vera e
propria terapia, una scienza
dell’igiene orale, che deve fare
riferimento ai canoni di
scientificità dei protocolli
operativi scelti, che non possono fare riferimento esclusivamente ad esperienze della
pratica clinica quotidiana, ma
devono essere confrontati con
le evidenze scientifiche, per
arrivare a determinare una
scelta di intervento preventivo odontoiatrico ineccepibile.
Il confronto con le realtà
internazionali
Il confronto con le realtà professionali e metodologiche
vissute a livello internazionale da altri colleghi è sicuramente un elemento di scelta
vincente di Sisio, che ha portato non solo conferma che
ormai gli igienisti dentali italiani hanno raggiunto livelli
di formazione al passo con la
professione mondiale, ma ha
aggiunto un elemento importante, che è quello dello
scambio intellettuale e scientifico di protocolli operativi
aggiornati.
Il senso di appartenere a una
società scientifica dedicata a
noi igienisti dentali, è quello
di credere, con molta umiltà,
di poter sviluppare momenti
di crescita professionale con
la formazione di gruppi di
studio che prendano in analisi quanto dettato dalla ricerca
e producano e propongano
nuove ricerche dedicate all’igiene orale, utili a orientare la
pratica clinica, e che permettano all’igienista dentale di
sentirsi “protagonista” del
progresso nella scienza di
igiene orale.
La promozione della “qualità” delle prestazioni di prevenzione odontoiatrica è la
formula vincente per una
reale crescita e affermazione
della professione dedicata
alle scienze di igiene orale.
Significa calibrare tra noi
operatori il rilevamento dei
dati clinici e controllare la
qualità delle terapie di prevenzione possibili per assicurare al paziente la cura più
efficace e minimamente invasiva.
Il congresso di maggio
La Sisio con il suo quinto
congresso nazionale, che si
terrà a Bari il 10 e 11 maggio, darà approfondimenti
attraverso relatori di fama
internazionale sulla terapia
parodontale non chirurgica,
pratica clinica che oggi si avvale del supporto di nuove
tecnologie e di nuovi scenari
operativi.
La ricerca ha ampiamente
dimostrato quanto placca e
>
biofilm batterico giochino
un ruolo importante sia per
la carie che per le problematiche parodontali. Imparare
a conoscere le variabili cliniche del paziente è opportuno per operare con protocolli domiciliari e professionali idonei e personalizzati,
mirati a porre maggiore attenzione al rischio di poter
contrarre patologie nel cavo
orale.
Se un paziente con congrui
depositi di tartaro non ha
ancora sviluppato una patologia e un altro invece risulta essere suscettibile alla malattia, pur avendo un cavo
orale pulito, deve far riflettere quanto la componente sistemica influenzi la salute
orale e quanto ogni tecnologia dedicata allo screening
sia necessaria.
Trovare un approccio preventodontico ideale per il
paziente significa partire da
un lavoro interdisciplinare
importante tra medicina di
base e medicina odontoiatrica e tra tutti i professionisti che lavorano alla salute
del paziente. Se da un lato la
tecnologia ci offre strumenti
terapeutici avanzati per prevenzione primaria e secondaria, è pur vero che sono
ancora tanti i pazienti parodontali o implantari che
Gianna Maria Nardi
hanno una prognosi a lungo
termine inefficace.
Risulta essere un percorso
obbligato migliorare la conoscenza dei protocolli operativi che devono essere
confrontati con le evidenze
scientifiche; di contro la ricerca deve essere improntata
su argomenti di prevenzione
e gli igienisti dentali devono
approfondire la metodologia della ricerca, per essere
protagonisti del progresso
della salute orale. La valutazione dei risultati delle prestazioni di prevenzione erogata è un dovere che abbiamo noi professionisti della
salute del cavo orale.
Vi aspetto numerosi per dimostrare il vostro interesse
alla crescita professionale e
all’interscambio scientifico
per rendere questa edizione
del congresso della Società
italiana di scienze dell’igiene
orale un successo, con la certezza che coloro che sono interessati a portare avanti
questo discorso trovino nel
ruolo di socio attivo la giusta collocazione, oltre ovviamente alla voglia e al piacere
di stare insieme e di vivere
collegialmente questa rivoluzione.
Gianna Maria Nardi
Presidente Sisio
A SETTEMBRE CON ITALIAN DENTAL JOURNAL
Italian Oral Hygiene, supplemento dedicato a prevenzione e igiene orale
Italian Dental Journal pubblicherà il prossimo settembre la prima uscita di un fascicolo – supplemento al
giornale – di 16 pagine in grande formato dedicato alla prevenzione e all’igiene orale. Si chiamerà Italian
Oral Hygiene e sarà rivolto agli igienisti dentali, ma
anche agli odontoiatri, consapevoli di poter migliorare
il futuro della professione solo attraverso una pratica
clinica di prevenzione odontoiatrica di qualità, attenta
alle evidenze scientifiche sempre più rivolte alla valutazione delle nuove tecnologie e dedicate alla prevenzione.
La direzione scientifica del progetto è affidata a
G i a n n a M a r i a N a r d i , ricercatore dell’Università di
Roma Sapienza e direttore del master di I livello in
tecnologie avanzate nelle scienze di igiene orale.
Sul primo numero della pubblicazione si potranno leggere le ultime notizie internazionali dall’IFDH –
International Federation of Dental Hygienist, la rubrica
“interviste parallele”: l’igiene orale e le sue prospettive professionali nell’ottica dell’igienista in start up e
dell’igienista affermato, gli eventi dell’igiene professionale con news associative e sindacali e poi i materiali, gli strumenti, la ricerca e l’innovazione nella professione.
Il cuore centrale di Italian Oral Hygiene sanno però i
lavori scientifici sulle nuove tecnologie e l’igiene ora-
le, a cura dei docenti del master in tecnologie avanzate nelle scienze di igiene orale della Sapienza di
Roma.
L’Editore Griffin ricorda ai lettori che, per poter ricevere
tutti i numeri di Italian Dental Journal, è possibile sottoscrivere l’abbonamento al giornale (per informazioni
vedi pagina a fianco). «Anche in un momento di forte
crisi per l’editoria italiana, Griffin continua a sostenere
la pubblicazione di un giornale libero e indipendente,
con una redazione che conta al suo interno anche due
giornalisti professionisti, nella convinzione che un’informazione di qualità sia una componente necessaria per
un’attività medica e professionale al passo coi tempi –
afferma Paolo Pegoraro , direttore di Italian Dental
Journal –. Il giornale porta ogni mese all’attenzione dei
lettori non solo l’aggiornamento tecnologico e scientifico ma tiene informati su tutto quanto gravita attorno
agli studi dentistici e che non può essere trascurato nel
momento in cui si prendono le decisioni che contano
per la propria attività professionale».
EDUCATION & MEETING NEWS
Un percorso formativo sull’occlusione neuromuscolare
L’Accademia italiana di kinesiografia ed elettromiografia cranio
mandibolare (Aikecm) riunisce
coloro che si occupano di occlusione neuromuscolare secondo
la teoria e con le metodiche elaborate da Bernard Jankelson.
In contrasto con il pensiero gnatologico meccanicista dell’epoca
che poneva al primo posto l’articolazione temporo-mandibolare, negli anni ’60 del secolo scorso, il gnatologo americano
gettò le basi di una nuova filosofia occlusale che vedeva nel sistema neuromuscolare la chiave di lettura della fisiologia del
sistema masticatorio. «Il punto di forza della teoria neuromuscolare elaborata da Bernard Jankelson è senza alcun dubbio
quello di prendere le mosse da dati di fatto fisiologici universali, per giungere a personalizzare individualmente l'obiettivo
del trattamento gnatologico – spiega il professor Andrea
Deregibus, presidente dell’Aikecm –. Attualmente il protocollo neuromuscolare, così come proposto dall'Accademia, sembra essere il modo migliore per personalizzare sia l'obiettivo
gnatologico da raggiungere, sia il trattamento da proporre al
paziente seguendo una logica, basata sulla fisiologia, che non
trova fondamento solamente nell'esperienza dell'operatore,
ma anche su dati strumentali obiettivi» sottolinea Deregibus.
La società scientifica dal 1986 organizza annualmente un ciclo
di corsi, che può definirsi un completo iter formativo finalizzato a consentire ai partecipanti di affrontare riabilitazioni
orali e trattare pazienti disfunzionali. Poiché nella pratica quotidiana in studio ci si avvale di manufatti realizzati in laboratorio, i corsi sono aperti sia ai medici sia ai tecnici ed è sempre
privilegiata la coppia medico-tecnico.
Il prossimo appuntamento è con il corso base di odontoiatria
neuromuscolare: aspetti clinici, metodologici e tecnici, che si
terrà a Milano il 17 e 18 maggio. Sempre nel capoluogo lombardo, il 7 e 8 giugno è in programma un corso teorico-pratico sull'interpretazione dei tracciati kinesiografici ed elettromiografici. Il 27 e 28 settembre a Lido di Camaiore (Lucca) si
terrà il corso sulla tecnica della coronoplastica, sulla costruzione dell'ortotico e sulla protesi. Il percorso didattico troverà la
sua conclusione nell’incontro d’autunno della società scientifica, che si riunirà il 16 novembre a Creazzo (Vicenza) per discutere delle nuove frontiere dell'uso della strumentazione per
elettrognatografia ed elettromiografia.
Per informazioni
Selene srl
Tel. 011.7499601
Fax 011.7499576
[email protected]
www.aikecm.it
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Meeting dell’International
College of Dentists
Anche quest’anno la sezione italiana dell’International College of
Dentists (www.icd-europe.com) si riunirà per il consueto meeting
annuale: l’appuntamento è per il 27 e 28 settembre a Milano.
Da quest’anno, con l’appoggio e lo sprone del nostro Regent, il
professor Corrado Paganelli, sono state introdotte delle novità che
rappresenteranno, ci auguriamo, una svolta nel futuro andamento della sezione italiana del College.Abbiamo innanzitutto ampliato le giornate dedicate all’incontro da una a due. Nella prima giornata, venerdì 27 settembre, abbiamo mantenuto la consueta riunione rivolta ai soli soci; la seconda giornata abbiamo invece voluto fosse aperta, fino ad un massimo di 120 partecipanti, anche ai
colleghi che non fanno parte del College. Credo che questo cambiamento possa permettere una più ampia consapevolezza della
portata scientifica di cui il College, con Fellows tanto illustri nel
mondo odontoiatrico e non solo, è capace. Inoltre potrà gettare le
basi per una conoscenza delle sue attività, anche in vista del meeting europeo che si terrà in Italia probabilmente nel 2016.
Come sede del meeting di settembre è stato scelto il quartier
generale di Deutsche Bank Italia,
Milano Bicocca: edificio noto ai
più oltre che per il suo prestigio
strategico, anche per il ricercato
design e l’innovazione tecnologica. Credo che la scelta di questa
sede sveli ancor di più l’intento
di cambiamento e ampliamento
che il College si è proposto per
questo e per i prossimi anni.
> Mauro Labanca
Il programma scientifico
Per sabato 28 settembre è prevista una giornata scientifica in cui
relatori di levatura internazionale presenteranno il frutto della
loro ricerca e condivideranno le loro conoscenze con i partecipanti. La giornata non avrà esclusivamente un’impronta odontoiatrica, ma le comunicazioni interesseranno l’ambito della cultura e della conoscenza nella più ampia accezione del termine.
Aprirà infatti la giornata il professor Francesco Sabatini (presidente emerito dell’Accademia della Crusca), che ci spiegherà come comunicare in campo medico. A seguire il dottor Sergio
Borra (AD della Dale Carnegie Italia) darà qualch consiglio su
come instaurare con ogni paziente una relazione personalizzata,
che rafforzi la percezione della qualità della professionalità e del
servizio offerto. Tra i relatori sarà presente anche il recordman di
apnea profonda, Federico Mana, che ci porterà una riflessione
sul concetto di attenzione: l’attenzione è una dote, ma può anche
essere allenata attraverso schemi precisi e ripetitivi.
La parte di interesse odontoiatrico e scientifico sarà affidata a Luigi
Rodella (Le varianti anatomiche nella pratica odontoiatrica: quando la diversità fa la differenza), Massimo De Sanctis (Estrazione
del dente compromesso: quando e come), Dario Castellani
(Clinica del paziente protesico), Raffaele Vinci (La chirurgia come
soluzione per i casi più difficili o complessi: i risultati auspicabili e
gli errori evitabili) e Paolo Brunamonti (Prevenzione e gestione
delle complicanze settiche in chirurgia orale).
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Il Cone Beam in odontoiatria
Ical Med – Centro Radiologico Odontoiatrico ha organizzato per
venerdì 3 maggio presso la sua sede di San Miniato (Pisa) un corso teorico pratico dedicato all’utilizzo della TC Cone Beam in
odontoiatria.
Il programma scientifico prevede la trattazione di argomenti strettamente riconducibili all’attività di clinica di tutti i giorni, a partire da come ottenere tutte le informazioni necessarie al caso in esame fino all’analisi del modo in cui i piani di ricostruzione e di acquisizione possono condizionare un progetto di implantologia
guidata. La finalità del corso sarà quella di far acquisire ai partecipanti anche le nozioni di base relative all’utilizzo della tecnologia
Cone Beam; per questo sia il piano di di acquisizione (o piano
scout) sia il piano di ricostruzione verranno ampiamente spiegati
e discussi in tutte le loro variabili chiave.
È il dottor Biagio Di Dino, relatore del corso, a ricordarci i vantaggi principali del Cone Beam: «in pratica questa tecnologia è l’evoluzione della Tac in odontoiatria. Grazie ad essa però possiamo
contare su una bassa dose di radiazione al paziente. Dal punto di
vista diagnostico ci offre qualità di immagine eccellente e alta precisione. Le immagini possono essere acquisite in alta definizione in
caso di particolari valutazioni o acquisizione standard per il lavoro di routine –
dice Di Dino, che tra l’altro è autore del libro “Atlante del Cone Beam, immagini
volumetriche 3D” (www.conebeam.it) –.
Questa tecnologia – continua l’esperto –
ci offre una procedura efficiente per l'indagine, mediante un posizionamento facile del paziente, tempi di scansione e ricostruzione rapidi ed è compatibile con i
principali sistemi di guida di perforazione
> Biagio Di Dino
e di navigazione chirurgica».
Per informazioni
Ical Med - [email protected] - www.icalmed.it
Tel. 0571.419761 - Fax 0571.403616
Congresso Siaso
L’Internazional College of Dentists
Il College, della cui sezione italiana sono onorato di essere Vice
Regent, è il più antico nel settore odontoiatrico e nasce a Filadelfia
nel 1927. Da quell’anno esso è cresciuto grazie alla presenza e all’apporto di persone che hanno saputo, per competenze e dedizione, dare un significativo contributo all’odontoiatria e si sono distinte nella loro nazione per la loro capacità professionale. Il
College, oltre che dall’interesse per il progresso scientifico, è animato da un’importante parte assistenziale verso paesi bisognosi
che si esplica tramite contributi sia economici sia didattici attraverso la Philip Dear Foundation. Ad oggi il College conta 10.147
membri nel mondo per 85 stati partecipanti, divisi in 12 sezioni.
La sezione italiana è rappresentata da 48 fellows e 12 Life
Members.
Sono confidente che il nuovo volto che abbiamo deciso di dare
alla sezione italiana del College possa permettere una maggiore
divulgazione e condivisione dei principi sui quali esso si fonda,
in pieno accordo con l’intento di avanzamento delle conoscenze
scientifiche, ma anche della cultura, vera anima e motore del
College fin dalla sua fondazione.
Mauro Labanca
Siaso, il Sindacato italiano assistenti di
studio odontoiatrico, ha organizzato
per sabato 1 giugno a Vicenza il suo
congresso nazionale. Il programma
dell’incontro prevede una relazione di
Fabio Tosolin, psicologo e presidente
dell’Association for the Advancement
of Radical Behavior Analysis (Aarba),
sull’importanza di lavorare in sicurezza all’interno dello studio odontoia> Fulvia Magenga
trico (seguendo una metodologia
scientifica). Interverrà poi Roberto Lombardi dell’Inail (ex
Ispesl) per parlare del rischio biologico nell’attività odontoiatrica e delle misure di sicurezza da attuare in base al D.Lgs 81/08.
Prima della pausa pranzo, il dibattito sindacale entra nel vivo con
una tavola rotonda dal titolo “Problematiche occupazionali degli
studi odontoiatrici, perché il profilo Aso non va in porto?”.
«Ascolteremo opinioni provenienti da diverse realtà del mondo
associativo odontoiatrico e dalla voce di alcuni rappresentanti
delle istituzioni» ci ha anticipato Fulvia Magenga, segretario generale Siaso. Alla tavola rotonda parteciperanno Onorio Rosati e
Carlo Borghetti (consiglieri della Regione Lombardia), Franco
Martini (Cgil), Mario Piovesan (Cisl), Marco Paolo Nigi
(Confsal), Marialice Boldi (Aidi), Laura Antonia Marino
(Unid), Alberto Libero (Andi), Claudio Palerma (Italia Impresa)
e Maria Grazia Cannarozzo (Coi-Aiog).
A concludere la giornata di confronto sul mondo del lavoro dell’assistente di studio odontoiatrico saranno Paola Barbera (presidente Idea) e Annamaria Girardi (presidente Aiaso), che saranno protagoniste di una riflessione sulla professione Aso e sulla
sua formazione.
Siaso ha anche reso noto di aver accettato l’invito a partecipare
alla tavola rotonda su temi odontoiatrici che si terrà nell’ambito
del congresso Aarba (www.aarba.eu) in programma a Verona il
9 maggio. La discussione sarà incentrata sull’Applied Behavior
Analysis come risorsa per l’odontoiatria privata: gli strumenti
psicologici indispensabili per poter affrontare e superare i nuovi
scenari competitivi che il settore sta presentando.
Per informazioni
Promoest srl - Ludovica Biamonti
Tel. 02.43912468 - Fax 02.48018575
[email protected] - www.icd2013.promoest.com
Per informazioni
Siaso - www.siaso.it - [email protected]
Cell. 338/7801837 - Cell. 347.2644330
EDUCATION & MEETING NEWS
Contenzioso e mediazione
in odontoiatria
La notevole crescita del contenzioso
in ambito sanitario e le novità in
materia di mediazione e conciliazione hanno prodotto un rinnovato interesse per le problematiche legate
alla responsabilità medica e odontoiatrica. Interesse che coinvolge
ogni singolo professionista. È da
questa premessa che nasce il corso di
formazione e aggiornamento teori> Maria Sofia Rini
co pratico in odontoiatria legale tenuto a Bologna dalla dottoressa Maria Sofia Rini, odontoiatra e
socio fondatore dell’Accademia italiana di odontoiatria legale
(Oelle). La dottoressa Rini ha scritto diversi testi sull’argomento ed è iscritta all’albo dei consulenti tecnici del tribunale di
Bologna.
Il primo incontro del corso “La responsabilità, il contenzioso e
la mediazione in odontoiatria. Aspetti clinici, medico-legali e
giuridici” si terrà venerdì 12 e sabato 13 aprile. Il secondo incontro è previsto per le giornate di venerdì 3 e sabato 4 maggio.
«L'abilità tecnica e operativa non è oggi più sufficiente da sola a gestire correttamente la pratica clinica o una lite. Nasce,
così, l'esigenza di approfondimenti di natura clinica, medicolegale, giurisprudenziale e assicurativa – sottolinea l’esperta –.
La peculiarità dell'attività odontoiatrica, il suo crescente coinvolgimento legato a problematiche non solo funzionali, ma
anche più estese e complesse rispetto al consueto sentire del
rapporto di cura medico-odontoiatra/paziente, sposta la valutazione e l'attenzione su aspetti solo apparentemente marginali quali quelli dei molteplici approcci terapeutici, ad esito
tecnicamente non sempre prevedibile, dell'estetica degli aspetti merceologici e di consenso a terapie non essenziali e, magari, su minori».
Secondo Maria Sofia Rini insomma oggi è difficile orientarsi tra
errori, complicanze, tutele assicurative e diritti da tutelare, a
fronte dell'utilizzo di linguaggi spesso difficili da comprendere.
Scopo del corso allora «è offrire all’odontoiatra pratico conoscenze specifiche e all’esperto di odontoiatria legale spunti di discussione, di approfondimento e di aggiornamento».
Al corso, nel quale sono previste anche delle simulazioni didattiche, interverranno anche altri esperti della materia come
Marco Brady Bucci, Giovanni Facci e Sandro Sanvenero.
Per informazioni
Angela Colavita
Cell. 366.6783791
[email protected]
XIV corso di anatomia chirurgica
La quattordicesima edizione del corso di anatomia chirurgica e di dissezione su preparati anatomici, che si tiene ogni
anno presso il prestigioso (e attrezzatissimo) laboratorio di
anatomia dell’università di Vienna, si svolgerà da domenica
5 a mercoledì 8 maggio.
Direttore e coordinatore del corso è da sempre Mauro
Labanca, che sarà affiancato nella didattica anzitutto da Rita
Rezzani e Luigi Rodella (entrambi docenti di anatomia
umana all’università di Brescia), e poi da Manfred
Tschabitscher (ricercatore che negli ultimi anni è stato impegnato nella definizione dei fondamenti anatomici per l’uso dell’endoscopio in diversi settori della medicina, tra cui la
chirurgia maxillo-facciale), Alessandro Motroni (ingegnere
biomedico specializzato in strumentazione ospedaliera e
diagnostica per immagini) e Lena Hirtler, esperta di artroscopia e microchirurgia anatomica del sistema locomotore,
che si occuperà tra l’altro della gestione del materiale settorio del corso.
Il corso è fin dalla sua prima edizione molto seguito e apprezzato dai partecipanti. «La passata edizione, a fronte di
un numero massimo previsto di 20 corsisti, ha visto la partecipazione di 26 colleghi, limite ultimo di capienza ricettiva della struttura ospitante. Credo che già questa sia un’importante dimostrazione della consolidata reputazione ottenuta anche grazie al passaparola tra colleghi partecipanti»
ha commentato Mauro Labanca.
Per informazioni
MV Congressi spa
Dr.ssa Chiara Boschi
[email protected]
Tel. 0521.290191
Fax 0521.291314
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EDUCATION & MEETING NEWS
La rivoluzione digitale e lo studio odontoiatrico
Sulla scia del successo riscontrato
dai corsi di comunicazione per studio e laboratorio proposti lo scorso
anno, Nobel Biocare Italiana ha deciso di approfondire strumenti e
strategie per gestire la professione
attraverso l’integrazione dell’approccio tradizionale con le nuove
metodologie di sviluppo legate ai
nuovi media e ai conseguenti attuali linguaggi di relazione.
Tenuto dal dottor Paolo Barelli, il corso “La rivoluzione digitale e
lo studio odontoiatrico” si propone quindi come un punto di riferimento formativo per quei professionisti che desiderano comprendere le potenzialità delle modalità di comunicazione digitali,
al fine di instaurare con i pazienti un rapporto sempre connesso
e consapevole.
Il corso si ripeterà tre volte nel 2013: il 7 e 8 giugno a Milano; il 4
e 5 ottobre a Milano; l’8 e 9 novembre a Roma.
Come sottolineato dal relatore «le attività di marketing e comunicazione si sono oramai plasmate totalmente sulle nuove metodologie digitali, dalle quali non possiamo più prescindere. Sono
ormai innumerevoli le scelte che vengono effettuate solo dopo
aver fatto ricorso a una consultazione su Internet. L’odontoiatra
moderno si trova oggi a dover organizzare una digital strategy,
che comunque non dovrebbe mai tralasciare la cura della base di
valori e della loro condivisione con il team e con i pazienti. I cam-
biamenti stimolati dal marketing e dalla comunicazione digitale,
soprattutto in un momento di crisi, sono stati in un certo senso
drastici e improvvisi e in questo contesto è quindi importante il
permanere del supporto valoriale».
Il percorso formativo proposto affronterà le possibili soluzioni alle criticità e complessità che questo cambiamento sta portando e
fornirà le giuste linee per proporre valori, professionalità e l’eccellenza clinica con i mezzi di oggi. Una volta analizzata e compresa
la “rivoluzione digitale”, i partecipanti avranno la possibilità di apprendere i nuovi modelli di relazione e gestione del paziente, la
comunicazione dei valori attraverso i social media, il marketing
collaborativo, culturale e di relazione con le nuove metodologie di
comunicazione, il nuovo ruolo svolto dalla segreteria dello studio
nell’ambito di un rapporto più costante e articolato con il paziente, nonché le metodiche per la realizzazione di un sito web.
Sono previsti roleplay, esercitazioni e simulazioni su tecniche di
web-writing, gestione diretta di un sito, creazione e sviluppo di
eventi con il web.
Per informazioni
Nobel Biocare Italiana srl
Francesca Radaelli
Tel. 039.6836263
[email protected]
www.nobelbiocare.com
28
XX congresso del
Collegio dei docenti
I vent’anni di congresso nazionale del Collegio dei docenti di
odontoiatria verranno celebrati
nell’edizione del 2013, che si
terrà da giovedì 18 a sabato 20
aprile a Roma, negli Studios di
Cinecittà.
«Quest’anno il congresso nazionale del festeggia i suoi 20 anni e
ha deciso di realizzare una manifestazione scientifica impo> Antonella Polimeni
stata su tre parole chiave oramai
costanti e persistenti nel mondo odontoiatrico: evidenza scientifica, interdisciplinarietà e tecnologie avanzate» ha dichiarato
Antonella Polimeni, presidente del Collegio dei docenti di odontoiatria.
Nel programma scientifico della manifestazione sono state coinvolte numerose società scientifiche (Sido, Sie, Sidp, Sio, Sipmo) che
daranno vita a un’offerta formativa congiuntamente al Collegio. È
stato inoltre programmato un evento internazionale sull’odontoiatria laser assistita grazie alla collaborazione tra la Federazione
mondiale laser e la Società italiana di laser in odontostomatologia
(Silo). Novità assoluta di quest’anno è la presenza delle scuole di
specializzazione di ortognatodonzia e di chirurgia orale, che organizzeranno i loro simposi nell’ambito del congresso. «Anche questa sarà un’occasione per permettere un maggior scambio e confronto di esperienze fra i giovani professionisti e i più esperti, facendo convogliare in un unico evento tutte le energie» ha commentato Polimeni, che ha poi spiegato come la sessione poster, da
sempre uno dei fiori all’occhiello del congresso, anche quest’anno
sarà il foro scientifico concentrato sulle ricerche dei giovani più attivi e brillanti, provenienti da tutte le università Italiane. Per questa ventesima edizione, è stata poi introdotta una nuova sessione
all’interno dei topics: l’economia sanitaria e management in
odontoiatria, argomento sempre più attuale nel settore.
Per informazioni
Fasi srl - Giada Gonnelli
Tel. 06.97605621 - Cell. 347.5557242
[email protected]
www.congressicollegiodocentiodontoiatria.it
XXV Giornate milanesi
di implantologia
La venticinquesima edizione
delle Giornate milanesi di implantologia si terrà venerdì 10
maggio presso l’Auditorium
Don Giacomo Alberione di
Milano e avrà come tema “Lo
stato dell’arte in implantoprotesi”. La qualità delle relazioni
programmate garantisce un
congresso capace di dare, a tutti coloro che parteciperanno,
un contributo per la loro attività quotidiana in studio.
> Federica Demarosi
Al congresso interverranno
relatori di eccellenza, da Massimo Simion a Tiziano Testori,
da Eugenio Romeo a Fabio Tosolin, con competenze diverse
(ricercatori, odontoiatri, psicologi, igienisti, assistenti), che
presenteranno lo stato dell’arte sui vari argomenti. Si affronteranno temi molto diversi: tecniche di rigenerazione pre e perimplantari, comunicazione e motivazione del paziente nella
pianificazione della chirurgia impiantare, impiego corretto
della tecnologia CT cone beam in odontoiatria.
Come sempre la scelta del Cenacolo Milanese – presieduto da
Federica Demarosi – è stata quella di riunire in un’unica sala
congressuale tutto il team odontoiatrico, per sottolineare quello che è da sempre un punto fermo del Cenacolo: la necessità
di aggiornarsi e operare come squadra, e ancora una volta questa giornata si propone come la punta di diamante della cultura odontoiatrica milanese.
Per informazioni
Segreteria Cenacolo Milanese
Tel. 02.29412295
[email protected]
29
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EDUCATION & MEETING NEWS
Estrazione di elementi inclusi
Un corso pratico in ospedale
Il corso di perfezionamento in chirurgia ambulatoriale dell’Università
di Milano si svolgerà tra la clinica odontoiatrica e il reparto di chirurgia
orale dell’ospedale San Paolo per la parte pratica
Dal 24 maggio al 26 luglio si terrà a Milano , presso la clinica odontoiatrica di via Beldiletto 1, il corso di perfezionamento in chirurgia ambulatoriale organizzato dall'unità di
odontostomatologia II (direttore: Prof. Antonio Carrassi )
dell'Università degli Studi di Milano. «Sapremo trasmettere
ai partecipanti le competenze necessarie per eseguire correttamente interventi chirurgici per l’estrazione di elementi
molari inclusi e per gestire eventuali complicanze» assicura Carrassi, che coordinerà il corso.
Italian Dental Journal ha rivolto qualche domanda ad Alberto
Pispero, uno dei chirurghi assieme ad Andrea Nicali che interverranno in qualità di docenti al corso (per informazioni:
Manuela Ventura – tel. 02.50319019 – [email protected]). Il dottor Pispero ha recentemente pubblicato su
DentalAcademy (www.dentalacademy.it) un caso di estrazione che rappresenta un esempio degli scenari clinici usualmente discussi durante i corsi dell'unità di odontostomatologia II dell'Università di Milano (vedi anteprima qui a fianco).
Dottor Pispero, qual è la filosofia di base del corso?
L’estrazione degli elementi
dentari inclusi è una parte importante della pratica chirurgica ambulatoriale di uno studio
dentistico. Il clinico deve possedere una formazione culturale
e pratica avanzata per poter
eseguire tutti gli interventi richiesti.
Il corso fornisce al collega gli
strumenti per effettuare una
corretta diagnosi dei possibili
quadri clinici, con il supporto
damentali del corso è la presentazione di numerosi casi
clinici. Le lezioni frontali
avranno da subito un taglio
molto pratico e saranno supportate da materiale fotografico e video in grado di descrivere in modo dettagliato
tutti i passaggi diagnostici e
terapeutici. Particolare attenzione sarà riservata anche a
tutte le complicanze e alla loro risoluzione.
Alla fine delle lezioni frontali
i colleghi avranno acquisito le
della letteratura scientifica.
Verranno proposti schemi di
classificazione delle inclusioni
ai quali seguiranno precisi
schemi di trattamento. L’analisi
step by step di ogni passaggio
permetterà l’acquisizione di conoscenze e competenze adeguate per risolvere agevolmente tutti i casi clinici e ogni possibile complicanza.
Quali competenze acquisiranno i corsisti?
Una delle caratteristiche fon-
competenze sufficienti per
poter risolvere autonomamente ogni caso clinico che si
presenti nel loro ambulatorio.
Obiettivo del corso è però
quello di rafforzare i contenuti delle lezioni frontali con
un’ampia parte pratica, offrendo la possibilità di partecipare all’attività clinica del
reparto di chirurgia orale
dell’Ospedale San Paolo diretto dal professor Antonio
Carrassi.
UN CASO DI ESTRAZIONE
Le tecniche di
chirurgia orale si
sono sviluppate
e modernizzate
in modo molto
rapido negli ultimi decenni. Tra
le varie metodologie, solitamente la chirurgia
ossea ha preferito gli strumenti
manuali in siti a bassa mineralizzazione e quelli rotanti motorizzati dove è necessaria l’asportazione e la
modellazione di tessuti duri, come la corticale ossea
o il tessuto [...]
CONTINUA SU www.dentalacademy.it
Quali sono gli aspetti più
pratici del corso e come si
svolgeranno queste sessioni
in reparto?
La durata del corso è di 20
ore, di cui 8 dedicate alla
parte pratica. Il caso clinico
che si andrà a trattare sarà
discusso prima della fase
operativa, classificando l’intervento secondo gli schemi
presentati durante le lezioni.
Il partecipante al corso verrà
coinvolto nella discussione
del caso e nella pianificazio-
ne dell’intervento.
Durante l’intervento i colleghi avranno la possibilità di
assistere un operatore esperto
che illustrerà ed eseguirà ogni
singolo passaggio descritto
durante le lezioni frontali e
pianificato in precedenza.
Tutte le fasi chirurgiche verranno descritte e documentate, così da permettere una rivalutazione del caso al termine dell’intervento.
Andrea Peren
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FATTI & PERSONE
30
Tecnologie digitali per semplificare
il rapporto studio-laboratorio
Dalla pianificazione computer assistita, alla chirurgia
guidata, all’impronta ottica,
al Cad-Cam: che le tecnologie digitali abbiano portato
a importanti cambiamenti
in diversi ambiti è ormai
ampiamente riconosciuto.
Ma qual è la reale importanza di questi cambiamenti?
Dal punto di vista del laboratorio qual è l’impatto che
le tecniche digitali hanno
sull’operatività quotidiana e
sul rapporto tra odontotecnico e odontoiatra?
Riuniti a Rimini lo scorso
ottobre per il Nobel Biocare
Symposium 2012, alcuni tra
i più stimati professionisti in
ambito nazionale e internazionale hanno espresso il loro parere in merito.
L’importante e riconosciuta
esperienza di Davide Riva è
sicuramente un punto di riferimento in questo ambito.
È lui che conferma che «la
tecnologia non ha cambiato
più di tanto il modo di collaborare tra tecnico e medico,
perché il loro rapporto è basato sulla conoscenza e sull’esperienza, non certo sulla
tecnologia. È cambiata,
però, la modalità di interscambio delle informazioni
che ora è più rapida ed efficace. Le nuove tecnologie
hanno portato maggiori
cambiamenti nell’ambito
della chirurgia guidata, dove
ora la collaborazione tra
medico e tecnico nella pianificazione dell’intervento e
nella realizzazione di stru-
menti come la dima chirurgica è molto più stretta. Non
dimentichiamo, però, che la
conoscenza è sempre alla base del miglioramento: non si
migliora solo con la tecnologia».
Pienamente d’accordo con
questi concetti è l’odontotecnico Cesare Ferri che, dopo aver sottolineato che per
sfruttare al meglio le nuove
tecnologie bisogna prima di
tutto avere una predisposizione mentale verso queste,
focalizza l’attenzione sull’importanza della qualità
operativa. «Nessun sistema
Cad-Cam, nessuna nuova
tecnologia può migliorare il
lavoro del laboratorio se alla
base non c’è qualità, precisione, protocolli rigidi. Non
31
<< <<
FATTI & PERSONE
Voucher e prevenzione, da Chicago
nuovo impulso alla proposta Aio
è una panacea per ciò che
non funziona. Può essere un
ausilio mirato al mantenimento di uno standard qualitativo già consolidato. Le
tecnologie digitali devono
essere inserite in un contesto
più ampio di gestione e controllo delle diverse fasi operative, sia cliniche sia tecniche».
Quest’ultimo aspetto viene
rimarcato anche dal professor Matthias Kern dell’università di Kiel, in Germania,
che focalizza anche l’attenzione sulla necessità di un’evidenza scientifica che confermi i vantaggi della tecnologia Cad-Cam in termini di
sopravvivenza a lungo termine delle protesi, con conseguente beneficio per la
riabilitazione del paziente. A
questo si aggiunge anche il
parere del professor Jörg
Strub, dell’Università di
Friburgo: «alla base dell’eccellenza vi deve essere
un’approfondita conoscenza
delle proprietà dei materiali
disponibili e dei risultati ottenibili con ciascuno di questi, tenendo sempre alla base
delle scelte operative le linee
guida indicate dalle accademie e dalle società scientifiche».
Il consenso è quindi unanime: l’odontoiatria digitale
offre certamente potenzialità importanti sia da un
punto di vista pratico sia da
un punto di vista di comunicazione e interscambio,
ma per poter avvantaggiarsi
al meglio di queste potenzialità e perseguire così l’eccellenza occorre che alla base ci
sia sempre la conoscenza,
l’esperienza e l’adozione di
protocolli validati e predicibili.
Rivista Odontoiatria:
un numero speciale
per la fiera di Colonia
Gli Amici di Brugg hanno voluto quest’anno essere presenti alla fiera di Colonia (1216 marzo) con un numero
speciale della rivista dell’associazione,
Odontoiatria,
pubblicata per l’occasione
anche in lingua inglese e distribuita presso gli stand delle aziende italiane presenti alla fiera e ai professionisti provenienti da tutta Europa per
partecipare agli eventi congressuali collaterali alla mostra merceologica.
Questa iniziativa è stata
pensata per presentare all’estero la scuola dentale italiana degli Amici di Brugg, che
è giunta ormai alla 56° edizione di un congresso multidisciplinare che comprende
tutte le branche dell’odontoiatria moderna.
La rivista distribuita a
Colonia tratta due importanti argomenti di clinica e
ricerca. Il primo, in campo
endodontico, sulle specificazioni e apexogenesi in denti
immaturi o parzialmente
necrotici, è affrontato da
Nicola Perrini, attuale presidente dell'Associazione.
Il secondo, in campo chirurgico, è sulla nano-idrossiapatite come nuovo modello
nel trattamento della sensibilità dentale, scritto da alcuni collaboratori della
scuola del professor Ugo
Covani.
La seconda parte della rivista presenta al pubblico di
Colonia il programma del
56° congresso di Rimini (2325 maggio) e il programma
degli eventi scientifici degli
Amici di Brugg.
La terza parte è dedicata alle
interviste e agli interventi
dei protagonisti della manifestazione di Colonia, dal direttore della fiera al presidente degli industriali tedeschi, dagli esponenti delle
associazioni professionali al
presidente dei produttori
italiani Gianfranco Berrutti,
che guida una delegazione di
più di cento industrie nazionali. Berrutti insieme ad
Alessandro Gamberini, presidente dell’ente organizzatore Promunidi, presenteranno ai delegati esteri la
prossima
edizione
di
International Expodental,
che si terrà alla Fiera di
Milano dal 17 al 19 ottobre.
«La prevenzione dentale è al
centro delle nuove raccomandazioni ministeriali e del
programma formativo Aio di
quest’anno. Ma è stato fin qui
un capitolo trascurato dall’odontoiatria italiana. E lo dimostreremo al congresso di
Alghero (11-13 giugno) dove
porteremo una relazione sui
meccanismi di copertura utilizzati nei principali paesi del
mondo, a partire dagli Stati
Uniti». L’annuncio arriva dal
presidente dell’Associazione
italiana odontoiatri Pierluigi
Delogu. «Al meeting della
Chicago Dental Society e in
seno all’American Dental
Association – dice Delogu –
abbiamo registrato una singolare sintonia rispetto alla
nostra proposta di introdurre
un voucher per coprire i costi
delle visite e degli interventi
preventivi per i cittadini con
redditi più bassi. Di solito
prevenzione e cure dentali
sono visti come parte di un
unico capitolo. Ma vogliamo
verificare se è così, e analizzare i vari modelli, per portare
al nuovo governo in tempi
brevi una proposta organica e
contestualizzata».
Al Midwinter Meeting, accanto allo stand dell’Unidi
in rappresentanza delle industrie italiane del dentale,
c’era lo stand dell’Aio, da oltre 13 anni gemellata con la
Chicago Dental Society e
nella circostanza rappresentante ufficiale dell’odontoiatria del nostro Paese. Il 23
febbraio a Chicago si è svol-
AdB: è iniziato il corso
di alta formazione
La quarta edizione del corso di
alta formazione degli Amici di
Brugg, che prevede 12 giornate
di aggiornamento scientifico
raggruppate in quattro incontri, ha avuto inizio in febbraio
nelle aule e nei laboratori del
dipartimento di scienze odontostomatologiche dell’università di Bologna.
Anche quest’anno, spiegano gli
organizzatori, si è formato un
gruppo eterogeneo di partecipanti che, per rappresentanza,
copre praticamente tutta
l’Italia.
Il programma didattico copre
tutta la protesi dentale, dalla
tradizionale fino ad arrivare alle nuove tecnologie, applicate
in senso pratico, con un doveroso sguardo al futuro. «Oltre
all'alto valore accademico e
pratico degli insegnamenti
proposti, la bellezza di questo
corso è che riesce a formare dei
gruppi affiatati che non perdono contatto anche dopo aver
terminato il corso» fanno sapere dalla direzione del corso, che
vede Roberto Scotti, Nicola
Perrini e Guido Garotti alla direzione scientifica, Luigi
Scaiola al coordinamento generale e due responsabili di
area: Lilia Bortolotti per la clinica protesica e Stefano
Biacchessi per l’odontotecnica
e le nuove tecnologie.
Proficue cooperazioni di lavoro sono nate nell’ambito delle
edizioni del corso in questi anni, cosa che lusinga gli organizzatori che vedono rispecchiato
il messaggio che si vuole lasciare.
Novità di quest’anno è l’inserimento di un seminario sulla
medicina legale, una giornata
interamente dedicata, con
esperti della materia che svilupperanno una tematica che
purtroppo diventa ogni giorno
di più una realtà cui prepararsi
per tutelarsi al meglio. E tutelarsi significa soprattutto verificare che i trattamenti proposti siano in linea con le aspettative del paziente.
Anche in questa quarta edizione del corso di alta formazione
gli Amici di Brugg hanno
mantenuto lo stanziamento di
due borse di studio, intitolate
alla memoria di Ivano
Casartelli, consistenti nel rimborso dell’intera quota che i
partecipanti hanno versato all’università per l’iscrizione. La
premiazione avverrà come
sempre in occasione della sessione del sabato del congresso
annuale di Rimini, che si terrà
dal 23 al 25 maggio.
ta una riunione tra la delegazione Aio – formata dai
dottori Giancarlo Couch,
Pierluigi Delogu, Enrico Lai
e Gerhard Seeberger – e il
board della Chicago Dental
Society, nel corso del quale
si sono delineate le attività e
la collaborazione per i prossimi anni. La delegazione Aio
ha poi incontrato i massimi
rappresentanti dell’American
Dental Association nella sede
generale Ada, dove sono stati
analizzati gli aspetti di politica sanitaria riguardanti l’odontoiatria nei due paesi e le
iniziative che le rispettive associazioni stanno mettendo
in atto per migliorare la salute orale anche in un periodo
di crisi economica generale.
Infine, va segnalata la visita
allo stand di Aio del console
generale d’Italia Adriano
Monti, accolto da Pierluigi
Delogu e dal presidente
Unidi Gianfranco Berrutti.
Molto apprezzato il fatto che
le rappresentanze degli
odontoiatri italiani e delle
aziende del settore abbiano
uno spazio che identifica
l’Italia del dentale nel mondo.
Il prossimo appuntamento
con Aio è fissato per l’11, 12
e 13 giugno in Sardegna con
il congresso internazionale
“La salute dei denti fa sorridere il tuo cuore” (per informazioni: www.aio.it).
> Da sinistra Giancarlo Couch, Pierluigi Delogu ed Enrico Lai nella sede generale dell’American Dental Association
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DENTAL MARKET
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DENTAL MARKET
I redazionali presentati in queste pagine rapprentano una libera scelta della Redazione di Italian Dental Journal tra i comunicati pervenuti
Conservativa
Monouso
Implantologia
CLEARFIL MAJESTY ES-2
BIO TRAY
AUREA
Bio Tray è un vassoio monouso completamente biodegradabile. È realizzato interamente in acido polilattico, polimero di origine vegetale (derivato dall’amido di
mais) biodegradabile e compostabile al 90% in 60 giorni
e completamente in 90 giorni.
L’acido polilattico è trasparente, lucido, rigido ed è il
primo polimero a impatto zero rispetto all’emissione di
CO2: nasce infatti da fonti
rinnovabili e offre agli utilizzatori una valida alternativa
ai polimeri derivati dal petrolio.
Bio Tray monouso è disponibile in confezioni da 100
pezzi, distribuiti in sacchetti
da 50.
In odontoiatria la sezione
aurea venne citata per la
prima volta da Lombardi nel
1973. Il concetto nacque
dal canone delle proporzioni, ovvero dall'insieme di
misure proporzionali osservate nella figura umana da
Leonardo da Vinci nel 1509.
Secondo queste teorie le
persone il cui viso presenta
una maggiore quantità di
numeri phi vengono percepite dagli altri individui come proporzionate e di bell'aspetto.
È sulla base di queste considerazioni che è stato progettato e disegnato l’impianto Aurea dell’azienda
Phibo.
Aurea presenta una connessione conica ed esalo-
Durante i sette anni di sviluppo di Clearfil Majesty ES2, l’obiettivo di Kuraray
Noritake è stato quello di
creare un composito che
permettesse di realizzare restauri che fossero i più estetici e naturali possibili, con
un metodo di lavoro semplice e intuitivo da parte dell’operatore.
Grazie alle innovative tecnologie utilizzate, il nuovo
composito
di
Kuraray
Noritake è in grado di raggiungere un effetto mimetico
con il dente naturale, valutato su una nuova scala colori
basata sulla luminosità. La
luminosità è un fattore fondamentale per la giusta
scelta del colore: per questo
la nuova scala colori di
a quelle del dente naturale.
Clearfil Majesty ES-2 offre
due alternative di restauro
che possono essere utilizzate in base al caso clinico o al
metodo di lavoro preferito
dal singolo dentista: il sistema Classic per la tecnica
monomassa e il sistema
Premium per la stratificazione multistrato/anatomica.
Clearfil Majesty ES-2, approvata da Vita, è basata
proprio su di essa e i colori
della scala Vita classica con
simile luminosità sono stati
categorizzati nello stesso
gruppo.
Le qualità mimetiche del
composito sviluppato da
Kuraray Noritake derivano
anche dalle sue proprietà ottiche – opalescenza, fluorescenza e diffusione della luce – che appaiono identiche
Per informazioni:
Kuraray Europe Italia srl
Tel. 02.63471228
[email protected]
www.kuraray-dental.eu
La distribuzione in Italia è
affidata a Larident srl, azienda che si occupa di forniture
dentale dal 1960.
Per informazioni:
Larident srl
Tel. 010.8301726
Fax 010.8301732
[email protected]
www.larident.it
bata agli accessori protesici. Questo conferisce al sistema alcuni importanti
vantaggi, come una maggiore distribuzione e assorbimento delle forze e tensioni generate durante la
funzione masticatoria, una
maggiore stabilità dell’impianto, una riduzione dei
micromovimenti fra pilastro
e impianto, una superiore
conservazione
dell'osso
marginale a lungo termine.
La conicità della connessione, inoltre, facilita la saldatura biologica.
Il design della zona coronale dell'impianto integra alcune microspire grazie alle
quali è possibile ottenere
una corretta distribuzione
delle forze nell’interfase
Italian Dental Journal
Anno VIII - numero 4 - aprile (1) 2013
Mensile di attualità, informazione, cultura
Spazio SMOM Onlus
Organo Ufficiale Smom onlus - Solidarietà Medico Odontoiatrica nel Mondo
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Redazione
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Segreteria di redazione e traffico
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Grafica e impaginazione
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Hanno collaborato in questo numero:
Paola Barbera, Stefano Daniele, Roberta Pegoraro, Elisa
Peradotto, Renato Torlaschi, Rachele Villa
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Una testimonianza
da Deepa Nivas (India)
A Deepa Nivas, in India, è attivo dal 1999 un ambulatorio
odontoiatrico presso una casa
d'accoglienza di bambini di
strada, dove vengono accolti e
seguiti negli studi professionali
sino a quando vengono avviati
al lavoro e diventano autonomi. L'ambulatorio è una realtà assistenziale frutto dell'impegno del dottor Paolo Montecucco, oggi vicepresidente Smom, e del sostegno degli Amici di Brugg. Profondo conoscitore dell'India, Montecucco si è recato per la prima volta in questo
paese nel 1976, in autobus attraverso l'Afganistan.
Ricordo ancora il giorno in cui Francesco mi disse: «Ho letto il tuo
curriculum e credo che il tuo aiuto sarebbe utile per il progetto
Deepa Nivas in India!». 15 giorni dopo ero pronta per partire.
Approdare in questa realtà è stato inizialmente difficile, il mondo
indiano è così profondamente lontano dal nostro per cui alcuni
aspetti sembrano contradditori e quantomeno assurdi, ma poi
passano i giorni e non puoi non innamorarti di questa grande famiglia qual è Deepa Nivas.
65 ragazzi di età compresa tra i 5 e i 20 anni che vivono tutti insieme nella stessa casa seguiti da una piccola ma risoluta suorina (Sr.
Aleyamma ) e due padri (Ramesh e Prasad). La struttura possiede
al suo interno la Dental Clinic dove ho prestato servizio come igienista dentale. Purtroppo, essendo sola, ho fatto quello che ho potuto, ma come obiettivo principale mi sono prefissata la prevenzione e la motivazione all’igiene orale quotidiana soprattutto orientata verso i più piccoli, tra i 5 e i 12 anni. Ho eseguito ablazioni del
tartaro e sigillature dei solchi e ho cercato, per quanto possibile, di
motivarli al corretto utilizzo dello spazzolino. L’impresa non è stata facile, considerando la loro scarsa conoscenza in materia, ma
spero di aver fatto una piccola “breccia” nelle loro testoline.
I primi giorni, oltre alla pulizia generale del riunito, mi sono dedicata a un piccolo inventario dei materiali presenti nella clinica, segnando le cose mancanti e valutando il funzionamento del riunito, che in linea generale va abbastanza bene. A seguito ho deciso di
dare un tocco di colore ai muri con disegni e foto che hanno riscosso un gran successo!
Ho avuto l’onore di avere un ottimo assistente, Kumar, uno dei ragazzi più grandi: il suo aiuto è stato davvero prezioso.
È stata un’esperienza unica e toccante; il mio cuore è tornato a casa colmo d’amore, di quell’amore che in silenzio ciascuno di quei
ragazzi mi ha regalato giorno per giorno.
Buon Deepa Nivas a tutti coloro che verranno dopo di me!
Elisa Peradotto
Deepa Nivas, gennaio 2013
corticale, la riduzione dello
stress sulla corticale nel post carico e una migliore stabilità secondaria dell’impianto grazie anche all’aumentata superficie di contatto tra osso e impianto.
Grazie al suo particolare
design, l’impianto Aurea
presenta una facilità di inserimento in osso di tipo III
e IV e dimostra nel tempo
una riduzione del riassorbimento osseo.
Lo stimolo ai processi di riparazione ossea viene amplificato dal profilo autofilettante di Aurea, grazie al
quale il clinico può contare
sulla massima direzionalità
– modificabile in corso d’opera – nell’inserimento dell'impianto e ridurre i tempi
chirurgici.
Per quanto riguarda la piattaforma implantare, il sistema integra una tecnologia
di modifica della stessa tra
impianto e connessione del
pilastro protesico, allontanando il gap protesico dell'osso marginale: in tal modo il rimodellamento osseo
durante la formazione dello
spazio biologico risulta minimo.
Il sistema implantare Phibo,
sviluppato per riabilitazioni
personalizzate, utilizza i pilastri Syntesis, realizzati su
misura per ogni paziente
mediante Cad-Cam, con la
partecipazione attiva del
medico, che convalida il disegno finale in funzione delle esigenze di ciascuna ria-
bilitazione. Questi pilastri,
progettati direttamente da
Phibo, possono essere realizzati con qualunque tipo di
geometria, altezza e angolazione, su qualunque sistema implantare.
Per informazioni:
Phibo Italy srl
Tel. 02.66594857
Fax 02.6122682
www.phibo.com
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DENTAL MARKET
Laser
Implantologia
WISER DOCTOR SMILE
TAPERED SELF THREAD
«I laser a diodo sono oggi
una realtà indispensabile per
il moderno studio odontoiatrico e i benefici che portano a
pazienti e odontoiatri ripagano velocemente l'investimento in tecnologia» spiegano
dall’azienda Lambda spa presentando il nuovo laser Wiser
della linea Doctor Smile, grazie al quale interventi di parodontologia, chirurgia, implantologia, endodonzia, terapia e
sbiancamento diventano rapidi e meno dolorosi.
Wiser è compatto e funziona
senza fili né pedali, rivelandosi estremamente pratico e facilmente spostabile da un riunito all’altro. Questo laser diodo, in grado di sviluppare un
picco di potenza di 12W, si ricarica in sessanta secondi
grazie alla tecnologia Super
Cap e può essere usato per
diversi interventi senza l’intralcio di cavi, spine e alimentatori.
Grazie ai tip intercambiabili
non è necessario tagliare o
spellare la fibra. I tip sono riutilizzabili e si cambiano velocemente per i diversi interventi con la massima igiene.
Il display a colori permette di
visualizzare i parametri di potenza, tempo e modalità del
laser grazie al software che
guida l’operatore nella rapida
selezione dei numerosi trattamenti preimpostati. La tastiera
di controllo luminosa è una superficie liscia priva di pulsanti
a vista, progettata per la massima praticità anche nella pulizia. Inoltre il laser è corredato
da esaustivi protocolli clinici e
video esplicativi forniti su CD.
Il Wiser diventa uno strumento ancora più versatile con il
manipolo Flat Top AB2799
sviluppato grazie alla collaborazione con il professor
Alberico Benedicenti, per terapia antalgica e biostimolazione.
Per informazioni:
Lambda spa
Tel. 0444.349165
[email protected]
www.doctor-smile.com
www.wiserlaser.com
Da oltre vent’anni l’azienda
israeliana Hi-Tec Implants
(distribuita in Italia da
Odontes srl) punta sull’innovazione nel settore dentale e implantologico. La
stretta collaborazione con
università rinomate in tutto
il mondo ha contribuito alla
creazione e allo sviluppo di
una sistematica affidabile,
semplice ed economica.
L’impianto Tapered Self
Thread è adatto a tutte le
condizioni di densità ossea
dove si prevede di intervenire con il protocollo di estrazione a carico immediato o
differito. La particolare forma conica-cilindrica della
fixture, la filettatura decrescente con spire maggiormente pronunciate apicalmente e la connessione in-
terna profonda, accoppiata a
una connessione conometrica variabile con esagono interno profondo, antirotazionale e vite protesica passante, ne fanno un impianto
molto versatile e indicato per
la maggior parte dei casi clinici.
L’impianto Tapered Self
Thread è un impianto bifasico in titanio grado 4, con
superficie attiva differenziata in tre zone ad alta integrazione
“Integrated
Surface”. Mount di inserimento utilizzabile come
abutment provvisorio e vite
chirurgica inclusa nella con-
Implantologia
Ortodonzia
SKY FAST&FIXED
KOMET SOFT CUTTER
Il sistema Sky fast&fixed di
Bredent punta ora a una
maggiore libertà protesica.
Oltre alle protesi con avvitamento occlusale, già disponibili, sarà ora possibile realizzare anche soluzioni con
avvitamento trasversale o
anche con la combinazione
di entrambe in base alle esigenze cliniche. In tal modo
sarà possibile avvitare occlusalmente la protesi provvisoria e in modo trasversale
quella definitiva.
All’innovazione dell’avvitamento trasversale autocentrante è stato anche applicato il principio del sistema
Security-Lock, affermatosi
già da oltre un decennio per
gli avvitamenti individuali su
protesi preconfezionate a
supporto implantare. Grazie
a una coulisse circolare intorno all’abutment è possibile posizionare in modo ottimale l’accesso all’avvitamento trasversale.
La cappetta protesica viene
fissata su tre punti, prevenendo in tal modo un’eventuale inclinazione e permettendo alla cappetta di autocentrarsi. Grazie alla posizione leggermente inclinata
della vite, la cappetta protesica, durante la sua applicazione, viene spinta basalmente sulla piattaforma dell’abutment. La filettatura nella costruzione secondaria
permette il disinserimento e
l’inserimento della protesi,
senza dover rimuovere la vite dal manufatto. La vite viene svitata e riavvitata con
poche rotazioni.
Grazie alla cappetta protesica calcinabile preconfezio-
nata, la lavorazione sarà
semplice e veloce. Con l’incollaggio del manufatto nel
cavo orale del paziente viene garantito il fit-passivo della costruzione protesica.
Con questo sistema di avvitamento trasversale possono
essere utilizzati tutti i materiali per la realizzazione dei
manufatti protesici - come leghe non nobili, leghe auree,
ossido di zirconio o polimeri
ad elevate prestazioni, come
il Bio HPP. Anche per ciò che
concerne il rivestimento
estetico non vi sono limitazioni - dal sistema di rivestimento estetico visio.lign, all’innovativo
composito
crea.lign, fino alla ceramica.
L’avvitamento trasversale
della protesi, oltre a maggiori libertà protesiche, consente di rimuovere in pochi secondi il manufatto protesico
e di eseguire periodicamente
le sedute di igiene professionale.
Altra novità in casa Bredent
è l’introduzione di abutment
dritti Sky fast&fixed con differenti
altezze
gengivali.
Questi abutment sono ora disponibili nelle altezze gengivali da 1, 2 e 4 mm.
«Grazie a queste innovazioni
– spiegano dall’azienda – gli
odontoiatri avranno maggiori
possibilità nella riabilitazione
di pazienti over 50, preservandoli da una completa
edentulia ed incontrando la
loro piena soddisfazione grazie a una soluzione protesica
fissa e immediata».
Per informazioni:
Bredent srl
Tel. 0471.469576
Fax 0471.469573
[email protected]
www.bredent-medical.com
I fresoni Komet sono conosciuti per l'eccellente affilatura,
la durata e la qualità del taglio.
Nel caso del Soft Cutter
(SC1.104.055), specifico per
apparecchi ortodontici e altri
manufatti costituiti da parti in
resina e metallo, Komet ha dovuto percorrere volutamente
tutta un’altra strada. La motivazione principale alla base
del Soft Cutter è quella di evitare del tutto l’eventualità di rovinare gli apparecchi ortodontici con fili, i provvisori a gancio
o le protesi parziali. È seccante in fase di rifinitura, quando si
fanno i ritocchi conclusivi o dei
piccoli aggiustamenti sulle parti in resina, danneggiare i fili e
i ganci contigui. Gli elementi
così danneggiati si possono
34
fezione.
Questo versatile sistema implantare è disponibile in
quattro diametri (3.30, 3.75,
4.20 e 5.00 mm) e cinque
lunghezze (8, 10, 11.5, 13 e
16 mm). La versione Short
ha invece un diametro di 6
mm e lunghezze di 6, 8, oppure 10 mm.
Per informazioni:
Odontes srl
Tel. 02.38103089
Fax. 02.33910888
[email protected]
www.odontes.it
www.hitec-implants.com
fratturare durante l’uso successivo o in fase di attivazione.
Il nuovo Soft Cutter risolve il
problema in modo delicato: la
parte operativa dalla forma
speziale è prodotta in un materiale high-tech. Il Soft Cutter
permette di eseguire correzioni dettagliate sulle parti in resina nei punti di passaggio dalla
resina ai fili o altri elementi metallici, senza per questo rovinare o irruvidire – anche senza
volerlo – le superfici metalliche.
Un fresone delicato, dunque,
studiato in maniera specifica
per apparecchi ortodontici.
Per informazioni:
Komet Italia srl
Tel. 02.67076654
[email protected]
www.komet.it
Implantologia
EXACTA NP
Le più recenti evidenze cliniche
sul mantenimento dei livelli di
osso crestale hanno portato alla realizzazione del nuovo impianto, Exacta NP, che va a
completare la gamma dei dispositivi implantologici Exacta,
supportata da 25 anni di risultati e follow-up.
L’impianto Exacta NP è indicato nei siti post estrattivi e in presenza di spazio protesico limitato, di biotipi gengivali sottili,
nei casi di rigenerativa verticale
e orizzontale e in tutti i casi di
impianto totalmente sepolto e/o
sottocrestale. In considerazione del posizionamento degli impianti a livello dell’osso cresta-
le, Exacta NP è caratterizzato
dall’estrema riduzione dei colletti levigati, dalla presenza di
un bordo libero sul perimetro
delle chiusure protesiche
(Switch Platform) e un complesso trattamento di superficie, consistente nella sabbiatura e mordenzatura associato a
un rivestimento idrofilico esteso
fino al livello crestale.
La microfilettatura della porzione crestale e le ridotte piattaforme protesiche creano tutti i presupposti per un efficace e sicuro mantenimento dell’osso crestale perimplantare e della salute dei tessuti molli circostanti,
permettendo al clinico di otte-
nere la migliore estetica dei
profili gengivali in ogni caso di
chirurgia: a una fase e carico
immediato e a due fasi con carico protesico differito.
L’impianto è dotato di una nanosuperficie superidrofilica,
raggiunta attraverso un processo elettrochimico, in una soluzione acquosa contenente ioni
di calcio fosfato, mirato ad ottenere un sottile rivestimento di
calcio fosfato sulle superfici implantari.
Per informazioni:
Biaggini Medical Devices srl
Tel. 0187.509575
[email protected]
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Primato della diagnosi e approccio conservativo