ISSN 1970-7428 GRIFFIN EDITORE www.griffineditore.it Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. I comma I, DCB Milano Taxe Perçue Anno VIII Politica sanitaria Numero 4/2013 Primato della diagnosi e approccio conservativo L’Accademia italiana di conservativa riafferma il ruolo fondamentale di una corretta diagnosi per il successo della terapia Fatti e Persone Dental Monitor SPECIALE Conservativa FRANCESCA MANFRINI 26° CONGRESSO NAZIONALE AIO 7° CONGRESSO INTERNAZIONALE 56° CONGRESSO AMICI DI BRUGG Rimini, 23-25 maggio FOCUS ON DENTISTRY LA SALUTE DEI DENTI FA SORRIDERE IL TUO CUORE Rimini Fiera, ingresso ovest Padiglioni espositivi: C7 - A7 - A5 Padiglioni congressuali: C5 - C2 - Auditorium Alghero, 13-15 giugno LE NOVITÀ DEL CONGRESSO Proiezione in 3D dell’intervento in diretta satellitare Proiezione in HD di tutte le relazioni in sala Accreditamento ECM sia residenziale che FAD Due “quaderni di aggiornamento” in omaggio Per informazioni: Aio Luisanna Porceddu [email protected] - cell. 340.2705988 Per informazioni: Adriapoint Tel. 0541.793025 r.a. [email protected] w w w. a i o . i t w w w. a m i c i d i b ru g g . i t 3 << << PRIMA PAGINA Giocare d’anticipo per conservare il dente Non esiste un confine oggettivo tra approccio conservativo e implantologia: per questo la diagnosi è il fattore decisivo per impostare un corretto piano di trattamento, in cui la priorità rimane la conservazione dell’elemento dentale Alla vigilia del XVI congresso nazionale dell’Accademia italiana di conservativa (Riva del Garda, 19-20 aprile) dal titolo “Tessuto dentale: mantenimento e restauro. Diagnosticare prima per curare e conservare meglio”, Italian Dental Journal ha intervistato la dottoressa Francesca Manfrini. In veste di presidente dell’Accademia per il triennio 2013-2015, la dottoressa Manfrini ci ha esposto il programma scientifico della manifestazione, che ha l’obiettivo di enfatizzare quanto sia importante effettuare una corretta diagnosi basata sull’individuazione dei fattori di rischio che hanno un ruolo importante nell’insorgenza della carie: la terapia medica della carie deve precedere la terapia restaurativa, che si occupa di correggere le lesioni del tessuto dentale causato dalla malattia cariosa. Come per ogni edizione, accanto al congresso c’è fitto programma sociale: gara di golf, partita di calcio, concorso fotografico, cena offerta dall’Aic. Dottoressa Manfrini, quali sono le tematiche protagoniste di questa edizione del congresso Aic? Il tema del congresso è semplice e ambizioso al tempo stesso, occupandosi di un argomento quale il mantenimento e il restauro del tessuto dentale per una migliore cura e conservativa. La corretta diagnosi è un dovere per il professionista e un diritto per il paziente e gli sforzi per migliorare tale semplice formula non saranno mai vanamente spesi. L’obiettivo, che è quasi una missione, è quello di intercettare la malattia, curandola in anticipo e solo successivamente ci si può dedicare a gestire le lesioni cagionate dalla malattia stessa. Il tutto seguendo protocolli efficaci e tecniche affidabili anche sotto il profilo estetico. La malattia dunque va curata intercettando i fattori di rischio: altro obiettivo è quello di preservare il tessuto dentale, per ridurne la quantità persa, per evitare la perdita dei denti e la loro sostituzione con impianti. Come è strutturato il programma scientifico? Il congresso inizierà con la lectio magistralis del dottor Maurizio Tonetti, presidente eletto Sidp, che più volte ho avuto l’occasione e il piacere di ascoltare; le sue presentazioni, puntuali nei riferimenti bibliografici, esaltano l’importanza del mantenimento dell’elemento dentale. Nella giornata di venerdì 19 aprile ricopriranno il ruolo di presidenti di seduta due padri dell'Accademia, il dottor > Veduta aerea del Palazzo dei Congressi di Riva del Garda, dove si terrà il congresso nazionale dell’Accademia italiana di conservativa (19-20 aprile) Giancarlo Pescarmona e il dottor Fabio Toffenetti che, come presidente per il triennio 2013-2015, sono onorata di ospitare. Il testimone passa poi al “guru della cariologia”, cioè al dottor John Featherstone, opinion leader di fama internazionale che tratterà un argomento che possiamo definire uno dei fulcri dell'evento e cioè l'eziopatogenesi e l'epidemiologia della carie, con valutazione e controllo dei fattori di rischio. Il dottor Marco Rosa illustrerà i metodi per prevenire fin dalla prima infanzia la perdita di tessuto dentale e di denti decidui, al fine di scongiurare l'insorgenza di problematiche occlusali oppure ortodontiche. Il pomeriggio del venerdì sarà dedicato ai relatori coordinati dal dottor Adamo Monari; il dottor Luca Francetti spiegherà l’importanza dell'eliminazione dei batteri del cavo orale prima dell'inizio di qualsiasi terapia: altro obiettivo di fondo del congresso è infatti quello di concentrarsi sulla terapia causale prima di occuparsi del trattamento delle lesioni causate sia dalla malattia cariosa che da quella parodontale. Il team degli esperti coordinati da Monari ci parlerà dei sistemi di adesione e delle tecniche microinvasive che caratterizzano ormai l'odontoiatria conservativa moderna. Sabato 20 aprile sarà la volta delle metodiche di restauro nei settori posteriori e anteriori, tema affrontato da relatori dallo score clinico indiscutibile, condotti e coordinati dal dottor Marco CLOSED MEETING AIC FOCUS SULLA RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE DEL MEDICO Sabato 8 giugno a Brescia presso il Museo delle Mille Miglia è in programma il Closed Meeting dell’Accademia italiana di conservativa. L’incontro vuole approfondire un argomento tanto attuale quanto utile per la professione: la responsabilità professionale medica e i riflessi pratici sul presunto danno in odontoiatria. Il tema verrà affrontato da tre veri e propri esperti della materia: Lucio Di Mauro , medico legale e consulente della commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali; Salvatore Iannuzzi , medico legale e vicepresidente del Sindacato italiano specialisti in medicina legale e delle assicurazioni (Sismla); G i u s e p p e M a r i a Rapisarda , medico legale e coordinatore della commissione per la responsabilità professionale medica dell’Omceo di Catania. Si parlerà, quindi, della differenza fra i tipi di responsabilità (contrattuale ed extracontrattuale o “aquiliana”), si di- scuterà degli aspetti del consenso informato, del fondamento dell'incarico professionale (contratto d'opera intellettuale) e degli aspetti della relativa obbligazione che si assume con il paziente (obbligo di mezzi e di risultato). «Ai partecipanti viene richiesto uno sforzo di attenzione e pazienza, al fine di assimilare le tematiche medico-legali che ci verranno illustrate, ma con la viva certezza che tale sforzo verrà ben ripagato dal “bagaglio” di utili informazioni delle quali potremo beneficiare – ha sottolineato Francesca Manfrini , presidente Aic –. Confido in una partecipazione critica e interessata, al fine di migliorare il nostro approccio con le problematiche giuridiche che, da sempre, hanno interessato la nostra professione, ma con le quali solo ora (forse finalmente) ci dobbiamo confrontare in modo ineludibile». A. P. EDITORIALE Paolo Pegoraro [email protected] Quando il linguaggio può fare la differenza Le scienze umane sono entrate da tempo nel dentale, come in qualsiasi altro ambito tecnico o professionale. Completano l’efficacia della comunicazione, determinano in modo decisivo il grado di penetrazione tra il pubblico, alimentano il buon funzionamento dello staff: mi riferisco alla psicologia e alla sociologia in particolare, che studiano e regolano le relazioni sociali e i fondamenti stessi della vita sociale. Per una volta vorrei però portare l’attenzione sulla scienza che studia il linguaggio umano, inteso come facoltà propria della specie umana di usare strumenti comunicativi simbolici. Per intenderci, la linguistica si occupa di approfondire le modalità che hanno portato l’uomo a esprimere le proprie emozioni e i propri pensieri con fonemi articolati di senso compiuto. Non esprimiamo dolore (soltanto) con gemiti, ma ne parliamo e così in parte lo sdrammatizziamo; cerchiamo il consenso e la collaborazione dei nostri simili con parole costruttive accompagnate da una gestualità amichevole, così da manipolare (in senso positivo) il gruppo e ottenerne il consenso e la leadership. La lingua è il prodotto di questa facoltà: fino ai due anni, infatti, il bambino possiede il linguaggio ma non la lingua. Poi si cresce e ci si evolve: in una società complessa, la lingua è complessa e arricchisce di sfumature la comunicazione. Questa breve premessa per dire che sono completamente d’accordo con quanto scrive Paola Barbera nel suo articolo “Elevare il linguaggio per esprimere professionalità”, pubblicato a pagina 10 di questo numero del nostro giornale. Chiamare le cose con il loro nome (e quindi parlare non di “signorina” ma di “assistente”, non dire “cliente” ma “paziente” e così via) significa riportarle a una nuova e più specifica vita. Vorrei anche aggiungere che molte di queste cattive abitudini sono figlie della nostra epoca: il livello della scolarità media si è certamente alzato ma non così la cultura della comunicazione. I ragazzi oggi nascono incorporati all’iPad ma hanno difficoltà lessicali sorprendenti: scrivono Sms e non telefonano per avere il tempo di riflettere sul contenuto della comunicazione e non cadere nel possibile vuoto di una mancata risposta; possiedono un vocabolario che contiene forse un terzo (probabilmente anche meno) dei termini correntemente in uso nel primo dopoguerra; utilizzano interiezioni trucide o esplicitamente volgari come una sorta di tic linguistico; soprattutto, hanno ereditato dai loro giovani padri o dai fratelli maggiori, e quindi fatto ancor più proprio, un disprezzo per la cultura umanistica che è molto simile a quello della volpe rispetto all’uva di esopiana memoria (non ti posso avere, perciò ti denigro). La cultura e il linguaggio non sono merce in vendita, non si scaricano come app e non sono di veloce o miracolistica acquisizione: sono perciò da ritenersi sospette, poco utili e da “perdenti”. Che cosa ha portato a spostare l’asse dei valori dalla cultura e dall’essere, in direzione del possedere e ostentare? Qui il discorso si fa davvero troppo lungo e complesso, anche se affascinante e, in un certo senso, necessario. Non è una mutazione genetica: altre epoche storiche hanno assistito alla denigrazione dei valori culturali e sono proprio quelle che preludevano ai tempi più bui: penso alla caduta dell’impero romano e al tuffo nei secoli oscuri del medioevo. Più di recente, il frivolo barocco ha però ceduto il passo ai lumi della ragione prima della rivoluzione francese. C’è quindi un possibile ritorno, certo che c’è. Siamo forse sull’orlo di una nuova rivoluzione? Se sì, speriamo sia civile e di buon linguaggio. << << DENTAL PRESS Oddera e dal dottor Cesare Robello. I relatori presenteranno i risultati delle metodiche collaudate, illustrando casi clinici con controlli a distanza di tempo, regalandoci, speriamo, qualche segreto per ottenere i risultati frutto delle loro esperienze. Il dottor Giancarlo Agudio si occuperà di esaltare il concetto di conservazione della salute dentale e parodontale, presidio indispensabile per il mantenimento dei restauri effettuati, il tutto nell'ambito della non meno imprescindibile terapia di supporto. Altri non meno importanti protagonisti della materia si alterneranno sul palco rivano, ma non si vuole in questa sede scoprire tutte le carte in mano agli organizzatori del congresso. Al termine della sessione mattutina e di quella pomeridiana del sabato si animerà un tavolo di confronto con i relatori, i quali saranno disponibili a rispondere alle domande dei congressisti. Il congresso affronta il tema del mantenimento e del restauro del tessuto dentale e di quanto sia importante individuare i fattori di rischio che possono comprometterlo, al fine di eseguire una corretta diagnosi e impostare una cura adeguata. A questo proposito, quali sono i principali fattori di rischio? Come la malattia parodontale, la carie è una patologia dovuta all'azione patogena svolta da un biofilm batterico. Vari fattori concorrono nella genesi, proliferazione e attività di tale biofim: i più comuni sono quelli collegabili all'insufficienza delle manovre igieniche e all'eccessiva frequenza di assunzione di carboidrati fermentabili. Purtroppo meno frequenti sono invece le analisi riguardanti la quantità e qualità della saliva, il giusto ricorso a composti fluorati (in primis il dentifricio) e i molti fattori modificanti legati allo status socio-economico, l'indice DMF-T, il ricorso a farmaci e la presenza di patologie interferenti con il flusso salivare, così come il consumo di alcolici e il fumo. Solo valutando attentamente, in maniera personalizzata, il peso di ognuno di questi cofattori si potrà affrontare la cura della patologia cariosa, potendo operare selettivamente sulle cause maggiormente responsabili. È difatti ben noto, o meglio dovrebbe esserlo, che l'esecuzione di un restauro conservativo non é sufficiente a ridurre il rischio di contrarre nuove lesioni cariose nel resto della bocca e ai margini del restauro appena eseguito, a meno che non si vada a indagare sull’eziologia del problema. Quanto conta la terapia causale nel processo di preparazione alla terapia conservativa? Le rispondo in maniera perentoria: la terapia causale è il cardine di ogni cura e piano di trattamento. Molto spesso il ricorso a tecniche più invasive, come l’implantologia, viene preferito a un approccio più conservativo dell’elemento dentale. Secondo lei, in quali casi è inevitabile estrarre un elemento e sostituirlo con un impianto? Esiste un confine oggettivo tra l’approccio conservativo e il ricorso alle tecniche implantari? Personalmente ritengo assolutamente importante conservare l'elemento dentale naturale anziché sostituirlo in modo semplicistico ricorrendo all'utilizzo della terapia implantare. L'impianto è uno strumento sicuramente utile che ha stravolto i piani di trattamento, ma ritengo che il campo di applicazione debba essere sempre valutato con coscienza e conoscenza. Non è semplice affermare astrattamente se esista un confine oggettivo tra approccio conservativo e il ricorso a tecniche implantari, ma cercherò di enunciare le situazioni in cui ritengo opportuno rinunciare al recupero dell'elemento dentale e orientarmi alla sua sostituzione con un artefatto implantare. Quando il grado di patologia che interessa il tessuto dentale o parodontale è tale 4 che il risultato della terapia che potrebbe essere proposta ha una probabilità di successo bassa e prognosi incerta, allora preferisco, in accordo con il paziente, orientarmi alla sostituzione dell'elemento. Come ritengo giustificato ricorrere all'estrazione di un elemento superstite, se il recupero dello stesso ci costringe a proporre un piano di trattamento che implica un impegno economico troppo elevato per giustificarne l'attuazione. Se la terapia programmata e necessaria per recuperare l'elemento dentale diventa troppo mutilante per il tessuto dentale e di sostegno degli elementi adiacenti, l'impianto è la soluzione che si impone e che paradossalmente diventa la scelta più conservativa. 5 << << Abusivi e prestanome restano impuniti Poco è cambiato negli ultimi 10 anni e la denuncia del problema è diventata ormai stucchevole. Le responsabilità sono della politica e di alcuni ordini provinciali che sanzionano in modo inadeguato i colpevoli Sono moltissimi, qualcuno dice uno su tre, e praticano abusivamente la professione odontoiatrica. I falsi dentisti sono diffusi in tutte le regioni, senza distinzioni tra nord e sud. In realtà dati ufficiali non esistono, ma una quantificazione è possibile sulla base delle denunce alle forze dell’ordine. È l’Associazione nazionale dentisti italiani a lanciare ancora una volta l’allarme e a rivolgersi direttamente ai cittadini attraverso una campagna contro l’abusivismo. Italian Dental Journal ha chiesto a Gianfranco Prada , presidente dell’Andi, di tracciare un quadro del fenomeno. Rachele Villa CONTINUING EDUCATION PERCORSO FORMATIVO AIC 2013 Il Continuing Education è un corso organizzato da Aic ogni tre anni, alternando incontri esclusivamente teorici a corsi teorico-pratici. Il percorso formativo è rivolto principalmente ai giovani, nei primi anni della loro professione, ma può essere un buon aggiornamento per chi ha da tempo avviato il proprio percorso professionale. «Come da tradizione – ci dice Francesca Manfrini – Aic organizza il Continuing Education dedicato a Samuele Valerio, nostro past president e caro amico mancato qualche anno fa, che per primo durante la sua presidenza istituì questo corso di formazione realizzando un’idea di Cesare Robello, allora suo consigliere. Obiettivo del Continuing Education è quello di fornire ai colleghi il metodo giusto di approccio ai problemi pratici, di fare diagnosi e di impostare la terapia: le conoscenze progrediscono, le tecniche, gli strumenti e i materiali pure, ma se disponiamo di un metodo critico di valutazione e di sondaggio della letteratura possiamo affrontare i problemi che i pazienti ci presentano trovando la soluzione migliore. L’odontoiatria è soggetta a rapidi cambiamenti, sia di ordine scientifico sia di ordine merceologico; ci si trova frequentemente a domandarsi come, quando e perché espletare determinati trattamenti, cosa sia meglio utilizzare alla luce dei continui sviluppi tecnologici. Mettere a disposizione le nostre conoscenze e la nostra esperienza auspico possa essere di aiuto ai partecipanti per dare una risposta a tali quesiti: è proprio questo uno degli scopi del Continuing Education». Le prove pratiche saranno organizzate in due parti: nella prima ci sarà la dimostrazione da parte di un relatore su come effettuare il posizionamento della diga, come modellare un elemento dentale, come effettuare il restauro, con una meticolosa spiegazione di tutti i passaggi; nella seconda parte i partecipanti diventeranno attori e metteranno in pratica gli insegnamenti ricevuti con l’aiuto dei tutor. A ogni lezione seguiranno 15 minuti di discussione «una scelta voluta – spiega la dottoressa Manfrini – perché riteniamo che sia un momento importante, di chiarimenti e di confronto. Tengo a precisare che i relatori e i tutor sono professionisti, quasi tutti soci attivi Aic, esperti nella materia trattata, che affrontano con grande passione competenza e disponibilità». È possibile visionare il programma nell'area "Eventi" sul sito dell'Aic (www.accademiaitalianadiconservativa.it). Le parti pratiche avranno luogo nella sede della Dental Trey a Fiumana di Predappio (FC), quelle teoriche a Verona. Rachele Villa FOCUS ON Dottor Prada, quanto è diffuso oggi l’abusivismo in ambito odontoiatrico? Dagli articoli di cronaca, spesso locale, direi moltissimo. Purtroppo è un reato che da sempre affligge il nostro settore. Essendo una pratica illegale, ovviamente, è difficile avere delle cifre certe sul fenomeno. Si stima siano circa 15.000 le strutture dove a praticare l’odontoiatria ci sono anche persone prive di titoli. Stime che se confrontate con i dati che annualmente vengono forniti dai Nas sembrano abbastanza veritiere visto che il 60% dei reati scoperti durante i controlli riguardano la violazione dell’articolo 348 del codice penale, che sanziona l’esercizio professionale abusivo. Quali forme assume? La forma di una persona non laureata e non iscritta all’albo degli odontoiatri che cura e truffa le persone. Un finto dentista spesso “coperto” da un vero dentista abilitato, in modo diretto o tramite società, che in questo modo non solo svende la sua professionalità ma quella di tutta la categoria. Non è un fenomeno nuovo, come è cambiato rispetto al passato? Certamente non è un fenomeno nuovo, da sempre persone non qualificate si spacciano per dentisti. Sul primo numero della nostra storica rivista,“Fronte stomatologico - Andi informa”, abbiamo trovato una lettera dell’allora dirigenza Andi rivolto ai politici con la quale si chiedevano interventi più severi verso l’esercizio abusivo della professione. Eravamo negli anni Quaranta. Un tempo c’era l’abusivo che lavorava da solo e si spacciava per dentista. Oggi, con l’avvento delle società di capitale, vi sono strutture gestite da non laureati che possono anche essere i proprietari e spesso sono presenti nei luoghi di lavoro: questo rende più difficile l’azione delle forze dell’ordine e anche la valutazione dei pazienti, che alla fine non riescono a capire chi li sta curando. Una definizione non chiara delle figure professionali e dei percorsi formativi ha giocato un ruolo nel fenomeno dell’abusivismo? ANDI CONTEST L’Associazione nazionale dentisti italiani ha avviato una campagna di sensibilizzazione contro l’abusivismo odontoiatrico che si protrarrà per molti mesi e in forme diverse. In quest’ambito, un’iniziativa originale è stata l’Andi Contest, un concorso a premi svolto in collaborazione con la Milano scuola di cinema e televisione. Gli studenti della scuola si sono impegnati nella realizzazione di uno spot innovativo per combattere l’abusivismo. La creatività dei giovani ha portato alla creazione di spot molto originali ed efficaci; i migliori sono stati premiati al Museo del 900 di Milano, ma si potranno anche vedere in tv, per far giungere il messaggio al maggior numero possibile di cittadini. Questo è uno di quei luoghi comuni che riguardano l’odontoiatria. Da sempre i compiti delle figure che compongono il team odontoiatrico sono chiari e chiaramente indicati per legge dai singoli profili professionali. Che poi alcuni vorrebbero con il proprio titolo di studio fare anche altro, senza laurearsi in odontoiatria, è una cosa diversa dal dire che le singole competenze non sono chiare. Dobbiamo anche ricordare che non sempre i finti dentisti sono diplomati odontotecnici, assistenti alla poltrona o igienisti dentali: le cronache ci hanno “regalato” geometri, vigili urbani e altre categorie professionali che si spacciavano per dentisti. Va anche detto, nel caso dei diplomati odontotecnici, che quelli che si spacciano per dentisti sono odontotecnici “falliti”, cioè coloro che non riuscendo ad avere > successo nella loro professione scelgono la via della truffa e dell’illegalità. In tal senso concordo con le loro associazioni di categoria quando affermano che non è corretto criminalizzare l’intera professione. Gli odontotecnici “dentisti abusivi” non hanno nulla a che fare con la maggioranza degli odontotecnici, che operano invece in modo corretto e seriamente fanno il loro mestiere. Gianfranco Prada La consapevolezza dell’abusivismo c’è da molto tempo. Come mai non si è ancora riusciti a superare il fenomeno? Manca una normativa che realmente penalizzi abusivi e prestanome e dissuada da praticare il reato. Oggi le sanzioni sono ridicole e nonostante il reato sia penale, nella quasi totalità dei casi viene derubricato a pena pecuniaria di poche centinaia di euro. << << FOCUS ON Fortunatamente in questi ultimi anni, grazie anche alle continue richieste di Andi e della Cao, abusivi e prestanome vengono spesso sottoposti anche ad accertamento fiscale. E in questi casi le sanzioni sono molto diverse. Quanto era diffuso in passato e quanto lo è ancora oggi il fenomeno del prestanomismo? Sinceramente non saprei valutare se oggi il fenomeno del prestanomismo è più o meno diffuso del passato. Tenderei a dire, o sperare, sia meno diffuso ma come dicevo prima le note forme di esercizio, come le società di capitale, favoriscono questo fenomeno. A fronte del prestanomismo, c’è stato un lassismo della categoria? Certamente c’è una mancanza di rispetto per la propria professione e la propria professionalità da parte di chi si presta a coprire questo reato. Una mancanza di etica e anche di consapevolezza di quali siano i rischi che corrono i pazienti. Senza abilitati all’odontoiatria – che per scelta non chiamo colleghi – che si prestano a favorire l’abusivismo odontoiatrico, il fenomeno sarebbe sicuramente più contenuto. Va anche detto che gli ordini provinciali non hanno gli strumenti di informazione e indagine che sarebbero indispensabili e alcuni di questi, a mio avviso, non sanzionano adeguatamente gli iscritti che si macchiano di prestanomismo. La legge 175/92 indica in almeno un anno di sospensione la pena per il prestanome, ma questa norma non sempre viene applicata. Difficilmente un iscritto all’ordine, sapendo che se scoperto non potrà lavorare per almeno un anno, rischierebbe di svendersi, favorendo un abusivo. È per la convenienza di chi favorisce e alimenta il prestanomismo che non si sono ancora ottenute delle leggi in materia? No, il non rispetto dell’etica e della propria professionalità non c’entra con la mancanza di norme che penalizzino veramente abusivi e prestanome. Dopo tante parole e tante proposte, si arriverà a legiferare in merito all’abusivismo? Cosa si chiederà al nuovo governo? Me lo auguro soprattutto per la salute dei cittadini. Come Andi continueremo a chiedere alla classe politica quello che abbiamo chiesto a tutti quelli che negli ultimi sessant’anni si sono alternati alla guida del nostro Paese. Ovvero modificare l’art. 348 del codice penale per sanzionare con forza e determinazione chi si spaccia per dentista e chi lo aiuta, anche attraverso la confisca dei beni utilizzati. Quali sono le vostre proposte in merito? La nostra proposta è la stessa che, grazie al sostegno di tutto il comparto odontoiatrico, siamo riusciti a fare inserire nel ddl Fazio, approvato dalla Camera e poi rimasto bloccato al Senato: inasprimento delle pene e confisca dei beni utilizzati da abusivi e prestanome per delinquere. C’è un contatto diretto tra organi giudiziari e ordine? Dovrebbe esserci. Le procure dovrebbero segnalare agli ordini provinciali i nominativi degli iscritti denunciati e l’esito dei procedimenti giudiziari. Non sempre però questo avviene. Andi è pronta a denunciare i casi di abusivismo e di prestanomismo di cui viene a conoscenza? Andi da sempre denuncia alle autorità competenti i nominativi di persone sospettate di esercizio abusivo della professione, si costituisce parte civile nei processi come parte lesa ed espelle dall’associazione i propri soci condannati per prestanomismo. Da tempo abbiamo anche aperto il nostro numero verde 800.911202 ai cittadini, offrendo loro la possibilità di verificare, attraverso il controllo dei nostri operatori sul sito Fnomceo, se il dentista è iscritto all’albo. Peraltro un servizio che ci ha permesso di “scovare” numerosi finti dentisti, che prontamente abbiamo segnalato ai Nas. Inoltre, sia a livello nazionale che attraverso i nostri dipartimenti regionali e le sezioni provinciali, sono continue le campagne di comunicazione per mettere in guardia i cittadini dai finti dentisti. Nell’ottica di una più incisiva sensibilizzazione dei cittadini verso questo reato attiveremo una campagna televisiva con spot, realizzati attraverso il Contest dei giovani registi recentemente premiati, che andranno in onda sulle reti Rai e Mediaset. Renato Torlaschi 6 LE CIFRE DEI NAS Secondo statistiche recenti elaborate dall’ordine dei medici, su 60.000 regolari nel nostro Paese operano circa 15.000 falsi dentisti. Intervenuto recentemente in un programma Rai (Geo&Geo, 6 febbraio 2013), il capitano dei Nas Sergio Tirrò ha ricordato alcune cifre del fenomeno dell’abusivismo odontoiatrico. Negli ultimi tre anni, i carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità hanno effettuato oltre 3.000 ispezioni, scoprendo più di 1.300 infrazioni. Circa il 60% degli illeciti commessi era proprio l’esercizio abusivo della professione. L’odontoiatra ha l’obbligo di affiggere in studio il proprio titolo anche se «i falsi diplomi – ha ammesso Tirrò – sono facilmente scaricabili attraverso Internet». Ma è sempre grazie alla rete che il paziente può difendersi, andando a controllare l’Albo provinciale. «Tirrò avrebbe anche voluto produrre le immagini delle “bocche rovinate”, ma è stato ritenuto dalla regia opportuno non trasmetterle perché “troppo forti” – fanno sapere da Fnomceo attraverso il loro ufficio stampa –. Una dichiarazione che, una volta tanto, è più efficace di qualsiasi fotografia» commentano dall’ordine. Etica e responsabilità: un richiamo forte da Andi, Cao e Collegio docenti Anche a seguito di alcuni recenti fatti di cronaca relativi a comportamenti negativi, spesso amplificati dai mass-media, che hanno visto il coinvolgimento di rappresentanti ordinistici, sindacali e universitari che ricoprono cariche e ruoli di responsabilità, i presidenti di Andi, Cao e Collegio dei docenti di odontoiatria hanno sentito il bisogno di ricordare il valore etico dell’impegno legato alle cariche assunte e la necessità della massima correttezza sottoscrivendo questo documento, che riceviamo e pubblichiamo. Il vigente codice di deontologia medica all’art. 4 comma 2 testualmente prevede: “il medico nell’esercizio della professione deve attenersi alle conoscenze scientifiche e ispirarsi ai valori etici della professione, assumendo come principio il rispetto della vita, della salute fisica e psichica, della libertà e della dignità della persona; non deve soggiacere a interessi, imposizioni e suggestioni di qualsiasi natura”. È quindi evidente il “primato dell’etica” come elemento di guida e di ispirazione per medici e odontoiatri in ogni ambito in cui la loro attività venga ad esplicarsi. Questi principi trovano ulteriore e maggior valenza per quei professionisti che vengono chiamati a ricoprire incarichi di “formatori” delle nuove leve professionali, cariche istituzionali e/o associative in rappresentanza della professione. Colui, quindi, che liberamente accetta una carica istituzionale è chiamato a svolgere quella che una volta era definita una “funzione onoraria” attraverso comportamenti che siano irreprensibili e che costituiscano la migliore garanzia per tutti i colleghi di essere rappresentati da per- Il presidente del Collegio dei docenti di odontoiatria Antonella Polimeni sone di specchiata moralità. Per dirla con Seneca: il valore dell’esempio. Sempre la “moralità” costituisce una delle precondizioni per conferire a un medico il compito di docente, di “formatore” professionale e, soprattutto, di “educatore” al rispettoso esercizio della professione di medico odontoiatra. Il docente deve fornire, oltre che le proprie conoscenze scientifiche e il proprio sapere, visibile e palpabile esempio di eticità comportamentale. La mercificazione della cura della persona rappresenta l’esatto contrario dell’essere medico. Ancora più grave se ciò avviene utilizzando per tali finalità scorrette i propri ruoli e incarichi, anche attraverso sistemi indotti e di palese illecito. Che valore rimane a noi che svolgiamo un ruolo guida nei confronti dei colleghi se viene meno la capacità e voglia di trasmettere anche i valori di lealtà e rispetto della salute e della professione? Si ricorda a questo riguardo che la carica ordinistica presuppone anche poteri di valutazione disciplinare del comportamento dei colleghi ed è evidente che tale funzione non può che essere svolta da professionisti in grado di costituire un esempio di rispetto dei valori dell’etica, della deontologia e della correttezza professionale. Discorso simile, pur nella diversità, da un punto di vista giuridico, fra accademia, ordine e sindacato, deve essere fatto anche per i professionisti che assumono cariche associative nei sindacati stessi o ricoprano incarichi accademici. Gli esponenti sindacali, infatti, e gli universitari pur in ambiti giuridicamente diversi, sono Il presidente Cao Giuseppe Renzo egualmente chiamati a comportamenti etici al fine di garantire che l’unico elemento che guida la loro attività è quello di tutelare gli interessi degli iscritti in una logica generale, mai al servizio di interessi personali. Per i motivi che abbiamo cercato di delineare appare quindi particolarmente grave il comportamento di coloro che, dopo aver liberamente accettato incarichi, cariche istituzionali, ordinistiche e/o associative, non sappiano dimostrare in ogni frangente della loro attività il rispetto dei principi dell’etica che sono connaturati allo svolgimento della loro attività e di cui sono chiamati ad essere garanti. Non può trovare giustificazione, quindi, il comportamento di chi, dimentico dei propri compiti, “utilizzi” il proprio ruolo per perseguire interessi particolari o comunque non dimostri di intendere che l’essere chiamato ad un incarico di rappresentanza è una responsabilità da interpretare come spirito di servizio nell’interesse dei colleghi e mai in un’ottica individualistica. Occorre sottolineare ancora che la tradizione, in special modo per l’impegno ordinistico, è stata sempre intesa anche in funzione di promozione del corretto esercizio dell’attività professionale e del valore morale dello svolgimento dell’attività medica e odontoiatrica. Il comportamento, quindi, dei rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni deve essere sempre e comunque al di sopra di ogni sospetto, anche allo scopo di costituire un esempio nei confronti dei colleghi che devono riconoscere nei loro rappresentanti elementi di guida e di orientamento nelle quotidiane difficoltà del loro esercizio professionale. Il presidente Andi Gianfranco Prada 9 << << DENTAL MONITOR Luci e ombre nell’industria dentale Vola l’export, consumi in recessione Nel 2012 è cresciuto il settore produttivo italiano (720 milioni e +3%) grazie alle esportazioni (+6%) e nonostante il forte calo del mercato interno (-5%), dovuto al crollo di fiducia di dentisti e odontotecnici italiani, che hanno fortemente rallentato gli investimenti Le anticipazioni dello studio di settore realizzato da KeyStone per Unidi (che sarà presentato ufficialmente durante il congresso degli Amici di Brugg di Rimini) offrono qualche conferma sul buon andamento dei produttori dentali, ma lo studio mette in luce per la prima volta una criticità importante: il calo delle vendite, in Italia, anche dei materiali di consumo: l’indicatore forse più affidabile dello “stato di salute” degli studi odontoiatrici monoprofessionali. «Per la prima volta dopo il 2009 il mercato finale interno è tornato a soffrire, presentando un andamento complessivo del -4,7% – conferma Roberto Rosso, presidente Key-Stone –. In recessione persino le vendite dei prodotti di consumo (-2%), e non era mai accaduto». Sul versante della produzione invece i prodotti di consumo per lo studio stanno crescendo più del 10% (2012 su 2011), mostrando una produzione quasi raddoppiata negli ultimi 8 anni. Questa crescita è probabilmente trainata dal buon andamento delle esportazioni, segno che anche nel Fonte: Unidi Fonte: Unidi comparto chimico l’Italia dimostra di saper competere con i big player internazionali. Nel complesso il settore produttivo italiano continua la sua ripresa dopo la lieve riduzione del 2009. Una crescita che – seppur rallentata nell'ultimo anno – mostra un segno positivo del +3% circa nel 2012 rispetto al 2011. In particolare, analizzando l’andamento successivo alla défaillance del 2009 si registra un notevole recupero: +5,2% annuo (trend medio annuo composto del periodo 20092012) che contribuisce a una crescita complessiva del mercato di oltre 20 punti percentuali dal 2006 ad oggi. Oltre a quella dei prodotti di consumo per lo studio, anche la produzione di apparecchiature (sia per studio che per laboratorio) registra un tasso positivo, di poco inferiore al 2%. C’è un però: aumenta la produzione ma calano le vendite interne. L’aumento della produzione di attrezzature non coincide con un andamento positivo delle vendite domestiche, che registrano infatti un calo al sell-out del -12% con conseguente impatto anche per i produttori nazionali. Si tratta di una sorta di “fuga” delle apparecchiature all’estero (+5% l’export nel 2012): «un segmento di nicchia in cui qualità e capacità italiane sono riconosciute, mentre il mercato domestico risente del crollo della fiducia di dentisti e odontotecnici italiani che hanno fortemente rallentato gli investimenti» commenta Roberto Rosso. Una conferma positiva, come dicevamo, arriva dall’export: le aziende italiane del dentale hanno alimentato in questi anni un trend di crescita delle vendite all’estero assolutamente al di sopra di quelle che sono state le performance industriali dei principali settori produttivi italiani. «L’aumento dell’export conferma l’apprezzamento del Made in Italy. Il dato positivo dell’industria italiana deve il suo valore soprattutto alle esportazioni, che mostrano un fatturato del +6% nel 2012, con una crescita del 35% dal 2006 a oggi» spiegano gli analisti. Andrea Peren IL COMMENTO DEL RICERCATORE Dai dati dell'indagine appare, per la prima volta, una sofferenza del settore dentale nel mercato interno. Come influenzerà la vita degli studi dentistici? Da una parte abbiamo dati positivi sulla produzione italiana e, in generale, un’industria con buone performance è naturalmente portata ad incrementare ricerca e sviluppo, a migliorare prodotti e servizi. In questo senso a medio termine ci possono essere impatti positivi sulla quotidianità dello studio dentistico. Dall’altra parte, però, assistiamo a un calo delle vendite nel mercato domestico e questo è un fattore particolarmente influente su tutto il settore. Quando lo studio dentistico cambia abitudini di acquisto, riducendo i consumi o – peggio – rinunciando a investire in nuove tecnologie, allora è l’intero sistema imprenditoriale a risentirne, poiché rallenta un ciclo economico che finora, nel dentale, è sempre stato virtuoso. Studi dentistici in forte crisi, ma le aziende del dentale tengono bene grazie all'export. Quali implicazioni ha un modello di questo tipo? Si tenga conto che l’export vale circa il 50% della produzione italiana, quindi una situazione di questo tipo non è sostenibile per lungo tempo, poiché è come procedere con un mezzo utilizzando solo una parte del suo motore. A ciò va aggiunto che il sistema economico italiano è composto anche da numerosi distributori e importatori che, assolvendo a un’importantissima funzione di servizio, basano la loro sopravvivenza esclusivamente sulle vendite domestiche. Una flessione interna che dovesse perdurare per più esercizi potrebbe compromettere fortemente la salute finanziaria di numerose imprese, con rischi concreti di perdita dell’efficacia del canale distributivo, se non addi- > Roberto Rosso, presidente Key-Stone rittura di parziale ridimensionamento del canale stesso. Che trend dobbiamo aspettarci riguardo ai prezzi dei materiali di consumo? E delle tecnologie più costose? Occorre ribadire che i dati negativi riguardano il mercato italiano, cioè la domanda interna, e non l'industria italiana che – fortunatamente – è sempre più orientata ai mercati esteri, mantenendo una rinnovata vocazione all'esportazione. Ma la previsione per il futuro è dominata dall’incertezza. Anche le interviste della ricerca Unidi, rivolte a quasi un centinaio di manager, confermano un 2013 di grande preoccupazione: prevale il concetto che solo se gli italiani potranno confidare in un futuro meno incerto, se si potrà iniziare a vedere un cambio di direzione nelle politiche occupazionali, se i cittadini e le imprese potranno tornare a contare sulla possibilità di ricorso al credito e se ci sarà fiducia, allora il settore riprenderà vigore. Andrea Peren << << FOCUS ON 10 Elevare il linguaggio per esprimere professionalità Utilizzare un linguaggio appropriato durante l’attività professionale non è solo un esercizio di forma: le parole plasmano la nostra realtà e ne mediano la percezione, anche all’interno dello studio odontoiatrico Il linguaggio può essere considerato un sistema di simboli, che permette la comunicazione tra persone. Quanto più è preciso e organizzato, tanto più si riesce a trasferire all’altro il proprio sentire e si può essere compresi. La comunicazione è un processo complesso, che può favorire oppure ostacolare le relazioni personali. Se si è in grado di esprimere un con- cetto con proprietà di linguaggio e si riesce a trasferire all’altro le proprie intenzioni ed emozioni (anche attraverso un linguaggio non verbale coerente e in linea con le parole dette) è presumibile che l’altro lo comprenda e gli attribuisca lo stesso valore di chi lo esprime , favorendo la comunicazione. Al contrario, se si esprime un concetto con un linguaggio inadatto o approssimativo, è probabile che l’altro attribuisca al concetto espresso, il suo livello di valore e il suo significato e la comunicazione risulti alterata o addirittura ostacolata. Il paziente che telefona al dentista e riferisce un “fastidio in bocca” viene di solito accompagnato in un percorso di specificazione e approfondimento, per comprendere almeno in quale punto della bocca è il fasti- dio. A seguire riceve un appuntamento, in un tempo adeguato al tipo di descrizione presentata. Il paziente che telefona al dentista e riferisce “un dolore continuo e pulsante al canino superiore di destra” riceve l’appuntamento in un tempo adeguato e adatto al tipo di descrizione presentata. Questo esempio ci serve per introdurre l’importanza che il linguaggio riveste in gene- Paola Barbera, presidente dell’Italian Dental Assistant (Idea), associazione di assistenti di studio odontoiatrico > rale e ancora di più nel riconoscimento della figura professionale. Espressioni come “la signorina” o nei casi più inadatti “la mia signorina”, frequentemente utilizzate negli studi dentistici per identificare la figura dell’assistente, come minimo provocano una comunicazione distorta. Essere una “signorina” non è garanzia di competenza, semmai di gioventù (immaginate la distorsione comunicativa quando si annuncia al paziente il contatto col “la signorina” e “la signorina” ha superato da un pezzo i vent’anni). Chiamare le cose con il proprio nome è importante: il linguaggio crea educazione e l’educazione fa crescere il mondo. Il mondo odontoiatrico dovrà trovare le parole giuste per definire la professionalità dell’assistente di studio che non è “una signorina”, non è una segretaria, non è un’igienista, non è un medico ed è tuttavia una figura importante per lo svolgimento dei processi di lavoro. È importante nei processi indiretti e lo diventa ancora di più nei processi diretti. Il lavoro del dentista è un lavoro a quattro mani: due fondamentali del L’IMPORTANZA DI CERTIFICARE LE COMPETENZE DELL’ASSISTENTE «Se si parla di qualità professionale, credo sia importante riconoscere il ruolo della figura dell’assistente dentale. Non farlo significherebbe banalizzare anche il lavoro del medico, negando la necessità che egli sia affiancato da una figura professionale qualificata». Il concetto che esprime Paola Barbera, presidente dell’Italian Dental Assistant (Idea – www.assistenteidea.it), associazione di assistenti di studio odontoiatrico, è di grande attualità nel mondo odontoiatrico. Sebbene la presa di coscienza delle assistenti come categoria, riguardo all’importanza del loro ruolo all’interno degli studi, sia piuttosto recente, si riscontra da più parti una volontà di perseguire l’obiettivo di un maggiore riconoscimento professionale per questa figura, che chiede a gran voce uno spazio adeguato all’interno del team dei professionisti della salute orale. «Se è sicuramente corretto considerare come altamente professionale il lavoro del medico, dovrebbe essere una diretta conseguenza la necessità di formare accuratamente gli operatori che con lui collaborano tutti i giorni nello studio, istituendo un percorso semplice ma efficace, mirato a certificare la competenza sui fondamenti della professione, come la conoscenza dei concetti basilari di igiene, del percorso corretto per sterilizzazione, la comunicazione efficace e assertiva, nozioni di anatomia e fisiologia del cavo orale. Creare in tutti gli Studi una figura competente, consapevole delle sue mansioni e dei limiti entro le quali queste devono esprimersi. Ma fino ad allora ci saranno “le signorine”?» si domanda Paola Barbera. Secondo i vertici dell’associazione Idea, questo percorso dovrebbe interessare l’odontoiatra ancor più degli assistenti stessi, perché contando sulla disponibilità di un operatore riconosciuto e qualificato, il titolare dello studio potrà affidare mansioni e compiti in serenità, per i quali sono state certificate delle competenze. «Certificare le competenze è fondamentale: sono frutto dell’insegnamento costante e continuo, sono il frutto a volte di molti anni di lavoro, il frutto di un percorso di studi, magari non perfettamente strutturati ma comunque effettuati – spiega Paola Barbera -. Per questi motivi qualificare il personale in forza agli studi dentistici è un obiettivo che deve essere comune a tutti i professionisti coinvolti nel mondo odontoiatrico». A. P. 11 << << medico e due decisamente importanti dell’assistente. Se così non fosse i medici assumerebbero del personale dedicato solo ed esclusivamente ai processi indiretti e farebbero a due mani prestazioni complesse come estrazioni, interventi parodontali, interventi di implantologia, prestazioni di protesi ecc. Il linguaggio di tutti i giorni Se quando il paziente si accomoda in sala d’attesa, la segretaria gli dicesse «il signore arriva subito», il paziente proverebbe un po’ di inquietudine, in quanto si aspetta di incontrare il medico e non “un signore”. Il linguaggio professionale è importante: predispone il paziente all’evento futuro. Sulla base di questa considerazione si potrebbe riformulare l’intero repertorio di frasi-tipo degli ambienti dentistici sullo stile della “signorina”. «Studio signor Rossi, buongiorno, sono la signorina del signor Rossi e la chiamo perché mi mancano le firme sulle carte». Oppure «Buongiorno, si accomodi in salotto, il signore arriva subito». E ancora, «Mi firma tutte queste carte che poi andiamo nell’altra stanza?». Questo stile di comunicazione abbassa la percezione della professionale di tutti coloro che lavorano nello studio dentistico. Utilizzando questo linguaggio, l’ambiente che si viene indotti a immaginare è un ambiente non propriamente professionale. Gli stessi concetti possono essere espressi con un linguaggio più preciso e più adatto. Cambia molto. «Studio dottor Rossi, buongiorno. Sono Sonia, la segretaria amministrativa dello studio, la chiamo perché nel controllare la sua posizione ho visto che non abbiamo aggiornato la modulistica e mancano alcune firme». «Buongiorno, si accomodi in sala d’attesa, avviso il medico che lei è arrivato». «Può gentilmente prendere visione dell’informativa sulla privacy e firmare l’autorizzazione al trattamento dei suoi dati personali? Le consegno la scheda anamnestica, può compilarla e firmarla nell’attesa, poi il medico la approfondirà insieme a lei , quando la farò accomodare in zona clinica». Il linguaggio crea l’immagine professionale Anche quando si espone un preventivo è importante adottare un linguaggio professionale. Espressioni che banalizzano le prestazioni autorizzano il paziente a sottostimare il valore effettivo FOCUS ON della cura. Se il medico durante la visita si lascia andare a considerazioni sulla semplicità di esecuzione di alcune prestazioni che si appresta a fare, il paziente può fraintendere e banalizzare, farsi l’idea di una prestazione di scarso valore e successivamente rimanere colpito dal prezzo della prestazione. Banalizzare non è semplificare: la banalizzazione è un’eccessiva semplificazione e può avere come effetto collaterale la svalutazione. Rendere semplice una spiegazione, adottare un metodo che semplifichi le cose, usare un linguaggio semplice sono tutte strategie positive. La semplicità è la massima raffinatezza, diceva Leonardo Da Vinci. La semplicità, non la banalizzazione. Un linguaggio professionale e semplice, corretto e comprensibile, dà valore a tutta la categoria ed è quanto indicano il codice di deontologia medica e le linee guida sull’informazione sanitaria. Per uscire dai luoghi comuni del “dentista caro” è importante spiegare con un linguaggio adeguato quanto valore c’è attorno a questa professione. I locali in cui si esercita la professione non sono appartamenti, bensì locali adibiti ad uso medico che sottostanno a diverse normative e rispettano diversi requisiti; gli impianti e le attrezzature devono essere costantemente manutentate e verificate; i dispositivi medici (non più strumenti) devono sottostare a precise normative e la loro messa in uso richiede formazione e competenza; i materiali e i prodotti devono rispettare precisi requisiti ed essere adeguatamente custoditi; i processi organizzativi (sicurezza, privacy, sterilizzazione per dire i principali) e i processi clinici del lavoro devono essere progettati, eseguiti, controllati e aggiornati di continuo. Il personale ausiliario deve essere formato, informato, competente, aggiornato costantemente. Insomma molto di più di semplici “signorine”. Attraverso l’elevazione del linguaggio odontoiatrico e il riconoscimento delle diverse professionalità che contribuiscono alla salute orale dei cittadini, potremo accompagnare il paziente a comprendere che il mondo professionale odontoiatrico è complesso e articolato. Con un linguaggio semplice potremo spiegarlo e il paziente potrà riconoscere maggior valore al nostro lavoro e comprenderà meglio perché le prestazioni odontoiatriche hanno un determinato prezzo. Paola Barbera Roberta Pegoraro CACCIA ALL’ERRORE Qualità della comunicazione è anche correttezza dei testi. Con una banale svista tipografica su un cartellone pubblicitario affisso nelle stazioni della metropolitana milanese si rischia di incidere negativamente sulla credibilità del messaggio > << << FOCUS ON 12 13 << << FOCUS ON Odontoiatria sociale al passo coi tempi A Catanzaro è operativa una struttura moderna che eroga prestazioni di qualità alle categorie di pazienti più svantaggiate dal punto di vista sociale o sanitario e che faticano ad accedere ai servizi odontoiatrici privati Un nuovo reparto di odontoiatria sociale dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro è stato inaugurato a fine gennaio nel quartiere Lido. La struttura eroga servizi rivolti alle fasce sociali più deboli al fine di garantire il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e svolge anche attività di prevenzione odontoiatrica tra i bambini delle scuole primarie e assistenza ai migranti. Per conoscere nel dettaglio la tipologia di prestazioni erogate, Italian Dental Journal ha intervistato il dottor Valerio D’Andrea, responsabile dell’unità operativa di odontoiatria sociale nel nuovo polo sanitario di Catanzaro Lido e segretario nazionale della Società odontoiatria di comunità italiana (Soci). Dottor D’Andrea, qual è la filosofia che sta alla base della recente nascita del centro di odontoiatria sociale del quartiere Lido di Catanzaro? La motivazione principale che ha portato l’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, diretta dal dottor Gerardo Mancuso, a dotarsi di un centro di odontoiatria sociale che è sicuramente tra i più attrezzati della regione Calabria è stata quella di offrire ai cittadini più vulnerabili l’aumento dell’offerta assistenziale in campo odontoiatrico, al passo con le attuali conoscenze e tecnologie. L’offerta assistenziale è peraltro del tutto in linea con quanto espresso nel recente programma di riordino regionale Dgr n. 141/10 relativo all’assistenza odontoiatrica regionale. > Valerio D’Andrea In linea con gli obiettivi che vi siete preposti, a quale categoria di pazienti sono indirizzati i servizi del centro? I servizi del centro sono rivolti esclusivamente ai pazienti vulnerabili della regione Calabria. Si distinguono due categorie di vulnerabilità: sanitaria e sociale. La prima è rappresentata da quei pazienti per i quali le cure odontoiatriche costituiscono una necessità, in quanto correlate o concomitanti ad altre malattie. Rientrano in questa categoria, per esempio, quei pazienti che presentano una cardiopatia congenita cianogena oppure in attesa di trapianto, pazienti emofilici o sindromici (sindrome di down ecc.), psicotici gravi o pazienti oncologici in trattamento con bisfosfonati. La seconda categoria, quella sociale, include pazienti che manifestano quella situazione di svantaggio economicosociale di norma correlata a condizione di marginalità e/o di esclusione, che di fatto impedisce loro l’accesso alle cure odontostomatologiche, soprattutto per gli elevati costi delle strutture odontoiatriche private. Che genere di prestazioni siete in grado di offrire nella vostra struttura? Le prestazioni che l’unità operativa si pone l’obiettivo di offrire a regime sono tutte quelle presenti nel nomenclatore della Dgr n.141/10 e cioè, oltre a quelle già garantite all’interno dei livelli essenziali di assistenza (Lea), prestazioni aggiuntive di conservativa, estrattiva, endodonzia e protesi da erogare a tutti gli aventi diritto. Per i pazienti che accederanno a questi servizi in vulnerabilità sociale, le prestazioni saranno gratuite fino a 6.000 euro di reddito Isee, mentre il ticket dovuto sarà di 15 euro a prestazione per i redditi tra i 6.000 e gli 8.000 euro, e di 30 euro tra gli 8.000 e i 10.000 euro. L’implantologia sarà invece concessa solo ai soggetti con gravi traumi maxillo-facciali o con deficit ossei derivanti da patologie neoplasiche del distretto maxillo-facciale. Quali sono le peculiarità dei servizi offerti dal centro rispetto al servizio privato? L’unità operativa di odontoiatria sociale rappresenta il punto di riferimento dell’assistenza odontoiatrica sul territorio provinciale dell’Asp di Catanzaro, al fianco degli altri ambulatori territoriali della specialistica distrettuale. La peculiarità del servizio è quella di offrire assistenza e supporto alle categorie più svantaggiate come quelle dei diversamente abili o della popolazione anziana e non deambulante in collaborazione con l’Adi (assistenza domiciliare integrata). Inoltre l’unità operativa, in collaborazione con quella di pediatria di comunità, si occupa di assolvere ai programmi di prevenzione regionale della patologia odontoiatrica in età evolutiva nei riguardi degli alunni delle classi primarie della provincia di Catanzaro. Gli studi privati oggi contano su tecnologie molto avanzate. Da parte vostra, su quali tecnologie potete contare nella pratica clinica? Attualmente l’unità operativa dispone di due studi odontoiatrici completi di apparecchio radiologico, Rvg, elettrobisturi, endodonzia meccanica con rilevatori d’apice e micromotore per chirurgia. Uno dei due studi è inoltre dotato dell’apparecchiatura per la sedazione cosciente, utile per consentire un più facile approccio ai bambini e ai pazienti con disabilità lieve. Per i pazienti con disabilità gravi o per quelli che hanno necessità di assistenza in narcosi, l’Azienda concederà a breve all’unità operativa la possibilità di trattare tali pazienti presso il presidio ospedaliero territoriale dove, in virtù della presenza di un reparto di terapia subintensiva, saranno attivati posti letto d’appoggio. Rachele Villa ASSISTENZA QUALIFICATA PER LA PROVINCIA DI CATANZARO Il nuovo centro di odontoiatria sociale serve, per la maggior parte dei trattamenti, un bacino d’utenza rappresentato dal territorio della provincia di Catanzaro. Per altri servizi, come per esempio per l’assistenza in sedazione, le richieste attualmente sono di tipo regionale. Il centro di odontoiatria è aperto soprattutto alle fasce più deboli della popolazione, che spesso non sono in grado di accede- re alle prestazioni offerte dagli studi odontoiatrici privati. «Al momento è ancora presto per fare dei bilanci – ha dichiarato il dottor Valerio D’Andrea , responsabile dell’unità operativa di odontoiatria sociale – in quanto gli ambulatori del centro sono stati inaugurati da qualche settimana, anche se le liste di attesa si attestano già a oltre tre mesi». Il centro è aperto tutti i giorni dal lunedì al venerdì, dalle ore 8 alle 14, e assicura 14 prestazioni al giorno, oltre a quelle in accesso diretto per eventuali urgenze. Il sabato è dedicato con gli stessi orari all’attività di prevenzione tra i bambini delle scuole primarie, all’assistenza domiciliare nonché a quella ai migranti, una realtà sempre più evidente in Calabria. Attualmente nella struttura prestano servizio tre medici odontoiatri strutturati (oltre a D’Andrea, Antonio Morana e Attilio Boni ), due infermieri (T T e r e s a G i a n n i n i e Romina Daqua ), quattro giovani medici volontari e due igieniste, sempre volontarie. R. V. GLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL Conservativa La scelta cromatica delle resine composite > Stefano Daniele è tutore al corso di laurea specialistica in odontoiatria e protesi dentaria dell'Università degli studi di Milano, presso l'unità di patologia, medicina e geriatria orale L’errore più comune è quello di pensare che esista una diretta corrispondenza tra scala Vita e resina composita: non è così. La scelta più efficace rimane quella effettuata attraverso il metodo della prova diretta La rilevazione delle caratteristiche cromatiche del dente rappresenta, per il clinico, uno dei momenti più delicati nell’esecuzione di un restauro in resina composita. Tale aspetto assume ovviamente maggior importanza quando la ricostruzione interessa i denti del gruppo frontale. Il colore dei denti, come noto, è una condizione complessa poiché in un dente non solo vengono a coesistere più colori ma anche aree opache e aree più o meno traslucide. Già da queste parole appare evidente come ricostruire la parte mancante di un elemento dentario e integrare la ricostruzione con i tessuti dentali circostanti sia operazione tutt’altro che semplice. I principi di Munsell I parametri cromatici che definiscono il colore di un elemento dentario sono estrapolati dai principi definiti da Munsell nella sua elaborazione tridimensionale del colore, nella quale definisce con precisione i concetti di tinta, croma e valore. Tinta è praticamente il colore del dente. Possiamo ritrovare elementi dentari con una tinta tendente al giallo, all’arancio-marrone oppure al grigio. Croma rappresenta il grado di saturazione della tinta, nel senso che un “giallo” può essere molto saturo di colore (intenso) oppure meno carico e quindi, per usare una parola semplice, “sbiadito”. Valore è il grado di luminosità di un colore. Due oggetti dello stesso colore (inteso come tinta e croma) possono apparire diversamente luminosi a seconda di come la luce interagisce con l’oggetto in questione. Se la luce è riflessa sulla superficie o nella zona o sub-superficiale l’oggetto apparirà molto luminoso, vale a dire con alto valore. Se la luce attraversa (anche parzialmente, come nel caso dei materiali traslucidi) o viene assorbita internamente al materiale costituente l’oggetto, quest’ultimo apparirà meno luminoso e quindi con un valore basso. Quali parametri? Da quanto detto, è lecito chiedersi quali siano i parametri cromatici più importanti da tenere in considerazione nel determinare il colore di un dente. Un parametro basilare è sicuramente la tinta del dente, determinata dalla tinta della dentina che, come già detto, può tendere al giallo, all’arancio o al marrone con gradi più o meno sostenuti di intensità. Quindi il primo passo da fare nel individuare il colore di un dente è quello di intercettare la tinta che, essendo legata alla dentina, è più facilmente percepibile a livello del terzo cervicale del dente. Il grado di saturazione della tinta è altresì importante ma non bisogna dimenticare che quest’ultimo può essere influenzato in modo importante dalle proprietà cromatiche dello smalto che ricopre la dentina. Uno smalto in spessori notevoli può “stemperare” il grado di saturazione della tinta dentinale sottostante e viceversa. Lo smalto dentario non solo è in grado di influenzare il croma del dente ma è l’elemento chiave nel determinare la luminosità o valore del dente. Uno smalto molto opaco (e in spessori notevoli) rende il dente tendenzialmente bianco e luminoso così come uno smalto traslucido si comporta in modo tale da abbassare il valore e quindi rendere il dente meno luminoso e tendente al grigio. Questi concetti appaiono importanti se riferiti alle resine composite in considerazione del fatto che le caratteristiche cromatiche di una ricostruzione in composito possono dipendere dalla traslucenza versus opacità delle masse impiegate ma anche, e in particolar modo, dallo spessore del materiale impiegato. Le resine composite utilizzate in odontoiatria sono una miscela costituita da una matrice resinosa su base me- tacrilica (Bis-Gma, Tegdma, Udma ecc.) con caratteristiche cromatiche praticamente neutre e un riempitivo inorganico che invece influenza il colore del composito. Le particelle di riempitivo inorganico possono avere colori differenti e influenzare la tinta della resina composita e anche avere una diversa tendenza a farsi attraversare dalla luce e quindi influenzare l’opacità della resina composita nella quale sono contenute. Ancora, anche l’aspetto quantitativo è importante nel senso che all’aumentare della carica di riempitivo aumenta anche l’opacità della massa di resina composita mentre una minor percentuale in volume di riempitivo rende il composito più traslucente. Da questa considerazione si può prendere spunto per sottolineare che, qualora si impiega una tecnica di stratificazione incrementale nel- Figg. 1 e 2 : campioncini della scala colori Vita-Lumin-Vacuum e scala colori di una sistematica di resina composita. Ai campioncini è attribuita la stessa denominazione Vita pur non essendoci alcuna corrispondenza delle caratteristiche cromatiche > l’eseguire il restauro, bisogna inevitabilmente adeguare i tempi di polimerizzazione alla massa di composito che si utilizza. Riempitivi opachi (e quindi compositi opachi) si oppongono alla trasmissione della luce e possono ridurre l’assorbimento di luce negli strati più profondi, impedendo un adeguato grado di conversione (polimerizzazione) della matrice resinosa della resina composita. Si rende quindi necessario, quando s’impiegano masse di composito ad alta opacità, aumentare i tempi di polimerizzazione per ogni incremento. Questo aspetto è comunque conosciuto e consigliato da molte case produttrici di resine composite, che lo riportano sul foglio informativo del prodotto in questione. Una guida per scegliere la resina Veniamo quindi all’aspetto centrale di questo articolo, ovvero come si fa a rilevare con semplici tecniche visive il colore di un dente e scegliere le masse di resina composita da impiegare. La tecnica più conosciuta è quella di avvalersi della scala di colori “Vita-LuminVacuum”, un campionario basato sulla codifica alfabetico-numerico del colore del dente. La lettera identifica la tinta del dente e di conseguenza ritroviamo un gruppo di campioncini denominato “A” che hanno tinta tendente al marrone-arancio, un gruppo “B” con tendenza al giallo, un gruppo “C” con una prevalente grigia e infine un gruppo “D” tendenzialmente rosso. Alla lettera, che codifica la tinta, segue un numero che rappresenta il croma e che vede una maggior saturazione all’aumentare del nume- Implantologia Implantologia GLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL Fig. 3 e 4: campioni di resina composita dello spessore di 2 mm commercializzati da case produttrici diverse e denominati come masse A3. È evidente, su sfondo nero e su sfondo bianco, la non corrispondenza tra gli A3 di diversi compositi che sono, da sinistra a destra: Heliomolar (Ivoclar Vivadent), Clearfil Majesty (Kuraray Dental), Estelite Sigma Quick (Tokuyama), Filtek Z250 (3M Espe) > ro codificante. Per intenderci, un campioncino “A3” simula un dente con tinta tendente al marrone-arancio e medio grado di saturazione, così come un campioncino A2 presenta la stessa tinta ma un minor grado di saturazione. La tinta “A” presenta cinque livelli di saturazione, la tinta “B” e “C” possiedono invece quattro livelli di saturazione, mentre quella “D” ha solo tre intensità. È possibile una nomenclatura e riorganizzazione della scala Vita anche in base al valore. La scala Vita, seppur in modo molto approssimativo e semplicistico - in quanto non si possono definire tutte le caratteristiche cromatiche di un dente con un campioncino -, può definire la tinta del dente (o meglio della dentina) e il suo grado di saturazione, ma è giusto fare subito una precisazione. Ogni campioncino Vita codifica una tinta e un relativo croma nel suo terzo medio in considerazione del fatto che spostandosi in direzione incisale o apicale cambiano gli spessori del materiale costituente (ceramica) e quindi cambiano i parametri cromatici. Se vogliamo utilizzare la scala Vita per definire tinta e saturazione della dentina di un dente bisogna fare riferimento al terzo medio del campioncino preso in esame. Il discorso diventa molto più articolato quando si affronta il tema riguardante l’utilizzo della campionatura Vita per la scelta delle masse di resina composita da utilizzare per le ricostruzioni estetiche. Molte case produttrici di re- sina composita hanno adottato la nomenclatura Vita per codificare le diverse formulazioni di materiale, nel senso che ritroviamo spesso siringhe di composito denominate “A3”, “A4” ecc. I limiti della scala Vita Il percorso decisionale consistente nell’impiegare la scala Vita per determinare la tinta e il croma dell’elemento dentale e scegliere masse di resina composita con la stessa nomenclatura è però sostanzialmente sbagliato. Purtroppo bisogna dire che questa modalità operativa è, probabilmente, anche quella più utilizzata dagli odontoiatri. Vediamo perché questo modo di procedere non è corretto e fonte, spesso, di consistenti insuccessi clinici. I campioni della scala Vita sono costituiti da materiale ceramico e quindi hanno un’interazione con la luce che è profondamente diversa da quella che può avere quest’ultima con la resina composita. In linea generale si può dire che le ceramiche, indipendentemente dalle proprietà cromatiche, sono materiali opachi, mentre i compositi sono tendenzialmente traslucenti. Il trasferimento delle caratteristiche cromatiche del dente nel percorso campioncino Vita-siringa di composito (ex campioncino “A3”, massa di resina composita “A3”) non è fedele e non riproduce le caratteristiche cromatiche del dente proprio perché si cerca di trasferire un parametro “colore” impiegando materiali diversi (tessuti dentali, cera- mica, resina composita) che interagiscono in maniera differente con la luce. In letteratura è documentata la non corrispondenza tra scala Vita e masse di resina composita con stessa codifica ma, nonostante questo, ancora molte case produttrici di resina composita si ostinano a usare questa formula per definire tinta e croma dei loro prodotti da ricostruzione. Tutto ciò crea grossa confusione negli odontoiatri, che invece avrebbero bisogno di informazioni riguardanti l’assoluta non corrispondenza tra scala Vita e compositi e un supporto da parte delle case produttrici a sviluppare sistematiche di rilevazione del colore che escludono la nomenclatura Vita. Errori comuni Per contro, bisogna dire che alcune case produttrici hanno preso consapevolezza della non corrispondenza tra campioncino Vita e resina composita e quindi hanno formulato una scala colori dedicata alla resina composita commercializzata. Si ritrova spesso una scala colori dedicata e costituita da campioncini del composito acquistato. Un simile approccio sicuramente elimina l’incongruenza di diversità di materiale tra scala Vita e resina composita ma spesso è perpetuato un errore, ovvero quello di chiamare questi campioni di resina composita con la nomenclatura Vita. Tutto ciò può indurre a due errori operativi. Il primo è legato al fatto che una nomenclatura così for- mulata può indurre l’odontoiatra meno attento a usare comunque la scala Vita per rilevare tinta e croma del dente e trovare la corrispondenza con la massa di resina composita in suo possesso con la convinzione, in buona fede, di ottenere una fedele corrispondenza. Un secondo errore potrebbe essere quello di cambiare sistematica di composito e pensare di ottenere gli stessi risultati perché le masse sono denominate in maniera uguale, con il nome la della campionatura Vita. Invece una siringa di composito chiamata “A3” e fornita da una casa produttrice X non ha nulla a che vedere, dal punto di vista cromatico, con una massa di resina composita “A3” della casa Y e non sono interscambiabili. Il clinico rischia quindi di incorrere in importanti sbagli di interpretazione del colore e tutto questo perché si vuole rimanere (case produttrici e clinici) ancorati alla scala Vita. La scala Vita non è adeguata per rilevare in modo dettagliato le caratteristiche cromatiche di un dente ma soprattutto non c’entra nulla quando si parla di resina composita come materiale da ricostruzione. Conclusioni Quando si utilizzano i compositi, la campionatura Vita deve essere dimenticata e denominare le diverse masse di resina composita con un nome proprio. Alcune case produttrici hanno affrontato il problema e hanno realizzato masse di resina composita con un nome specifico e, a volte, un numero che ne codifica la saturazione. Ad esempio ritroviamo sistematiche di resina composita in cui ci sono masse chiamate “dentina 1-2-3 ecc”, oppure massa smalto bianco, opalescente ecc. Fugare ogni riferimento alla scala Vita è, a mio avviso, il modo di procedere corretto, un composito ha un nome proprio che corrisponde a proprie caratteristiche cromatiche. Come già accennato, le formulazioni più attente forniscono masse di resina composita che simulano i tessuti dentinali e masse che imitano lo smalto, permettendo così una stratificazione anatomica nell’esecuzione del restauro. Un intervento così realizzato è dotato di un alto livello estetico e un bio-mimetismo con i tessuti dentali periferici. L’avere a disposizione masse “dentina” e masse “smalto” << Conservativa 16 Ortodonzia non sempre garantisce una predicibilità di risultato nell’esecuzione del restauro in quanto alcuni parametri cromatici delle resine composite sono dipendenti dallo spessore del materiale stesso. I compositi definiti “opachi” possono diventare traslucidi se impiegati in spessori sottili; una massa di smalto opaco ( tendenzialmente bianco ed ad elevato valore ) può essere usato come smalto traslucido se manipolato in spessori sottili e abbassare il valore della dentina sottostante. Allo stesso modo una massa di dentina opaca impiegata in spessori sottili può ridurre in modo considerevole il suo croma originale. Le ricostruzioni in composito, in modo particolare quelle dei denti frontali, appaiono complesse perché questi materiali hanno caratteristiche cromatiche (croma e valore) dipendenti dallo spessore di utilizzo del materiale. Proprio per questo è difficile (praticamente impossibile) standardizzare la procedura di ricostruzione incrementale mediante stratificazione della resina composita e renderla riproducibile ad ogni caso clinico. Dalla mia esperienza ritengo che due siano i momenti fondamentali per definire le caratteristiche cromatiche del dente e scegliere le masse di resina composita da im- piegare: • Formulare, in un appuntamento dedicato e senza la diga di gomma posizionata, una mappa cromatica del/i denti da ricostruire. Semplicemente su un foglietto di carta si annotano le caratteristiche cromatiche del dente, le aree di opalescenza, quelle di traslucenza ecc. • Nello stesso appuntamento, eseguire una simulazione di ricostruzione ( senza mettere in opera le procedure adesive ai tessuti dentali ). Si scelgono delle masse di resina composita e si valuta visivamente ed in modo diretto la correttezza o meno delle proprie interpretazioni sul colore dei tessuti dentali. Implantologia Conservativa Stefano Daniele Bibliografia 1. Ferracane JL. Resin composite-state of the art. Dent Mater 2011 Jan;27(1):29-38. 2. Browning WD, ContrerasBulnes R, Brackett MG, Brackett WW. Color differences: polymerized composite and corresponding Vitapan Classical shade tab. J Dent 2009; 37 Suppl 1:e34-9. 3. Yap AU. Color attributes and accuracy of Vita-based manufacturers' shade guides. Oper Dent 1998 Sep-Oct; 23(5):266-71. 4. Johnston WM. Color measurement in dentistry. J Dent 2009; 37 Suppl 1:e2-6. 17 << CASO CLINICO Ortodonzia Restauro diretto in composito di V classe con sistema adesivo total etch Implantologia Le più recenti evoluzioni dei sistemi adesivi smalto-dentinali e dei materiali compositi hanno completamente rivoluzionato l’approccio terapeutico dei processi cariosi e non cariosi dei settori anteriori e posteriori. Di fondamentale importanza per un risultato predicibile risulta quindi la conoscenza approfondita dei materiali, delle tecniche e delle loro indicazioni, oltre al rispetto rigoroso dei protocolli operativi. I materiali resinosi compositi > Fig. 1: immagine iniziale moderni, sempre più evoluti, permettono oggi di eseguire restauri adesivi nel rispetto della forma, anatomia e funzione con notevoli risultati anche dal punto di vista estetico. Questo ha reso possibile un approccio terapeutico sempre più conservativo e la possibilità di un recupero morfo funzionale tramite tecniche di restauro dirette con il progressivo abbandono delle riabilitazioni protesiche tradizionali, molto più demolitive. Nel caso clinico illustrato è stato utilizzato un sistema adesivo total etch a tre passaggi, caratterizzato da una elevata idrofobicità e stabilità idrolitica, in grado di creare un sigillo adesivo impermeabile. Il mordenzante è un acido ortofosforico al 37% con addensante polimerico, privo di silice. La superficie dentinale, dopo accurato e abbondante lavaggio con acqua, rimane completamente priva di residui di silice, favorendo così migliori valori di adesione. > Fig. 2: etching smalto > Fig. 3: etching smalto + dentina > Fig. 4: primer > Fig. 5: asciugatura primer > Fig. 6: bonding > Fig. 7: immagine finale Per informazioni: Cenacolo milanese Tel. 02.29412295 - [email protected] Gli studi sperimentali hanno evidenziato che questo tipo di sistema adesivo tradizionale a tre passaggi presenta elevati valori di adesione sia a livello di smalto che di dentina e viene considerato il “gold standard” in odontoiatria adesiva. Viene riportata l’immagine pre-operatoria di un premolare superiore in cui appare evidente la notevole perdita di sostanza dentale a livello del terzo cervicale, abbinata a recessione dei tessuti gengivali. Le particolari condizioni parodontali non consentono di ab- Conservativa UN CORSO TEORICO-PRATICO SUI RESTAURI DIRETTI E INDIRETTI Cinque incontri per approfondire, in un corso teoricopratico, tutti i temi dell’odontoiatria restaurativa diretta e indiretta nei settori latero posteriori. «Gli argomenti affrontati riguarderanno i criteri decisionali in odontoiatria restaurativa, la preparazione cavitaria, le relazioni tra vitalità pulpare e intervento restaurativo, l’isolamento del campo operatorio, i principi di adesione smalto-dentinale, la stratificazione e polimerizzazione delle resine composite – ci ha spiegato Stefano Daniele , relatore del corso che è organizzato dal Cenacolo odontostomatologico milanese –. Successivamente si andranno a considerare i criteri che conducono il clinico a scegliere un restauro indiretto (intarsio) rispetto all’approccio diretto e le fasi operative necessarie a confezionare tale dispositivo» ha concluso il docente, che è tutore al corso di laurea specialistica in odontoiatria e protesi dentaria dell'Università degli studi di Milano, presso l'unità di patologia, medicina e geriatria orale. Per quanto riguarda la fase pratica, i partecipanti assisteranno clinicamente alla poltrona ai principi spiegati durante gli incontri frontali. Gli incontri si terranno presso lo studio associato Leghissa, Briata, Demarosi di via Raffaello Sanzio a Milano e sono previsti per sabato 6 aprile , sabato 25 m a g g i o , s a b a t o 8 g i u g n o , s a b a t o 2 1 s e t t e m b r e e saba to 19 ottobre . Conservativa GLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL binare al restauro una tecnica di chirurgia mucogengivale per la ricopertura radicolare, quindi si decide di procedere con la sola procedura ricostruttiva. Previo isolamento con diga di gomma, la cavità viene pulita, detersa e rifinita e inizia la fase adesiva, che prevede la mordenzatura selettiva dello smalto per 40 secondi e della dentina per 15 secondi. Dopo accurato lavaggio e delicata asciugatura, vengono applicati il primer, strofinato abbondantemente e ripetutamente sul Caso clinico a cura del dipartimento ricerca e sviluppo di Sweden&Martina Immagini per gentile concessione del dottor Paolo Ferrari > substrato dentinale e asciugato, e infine il bonding strofinato, asciugato e polimerizzato per 60 secondi. Nelle immagini successive viene descritta la stratificazione del composito flow e del composito ibrido a nanoparticelle con masse di dentina e smalto. Nella porzione radicolare della cavità è stata utilizzata solamente una massa di dentina ad elevata cromaticità. Infine l’immagine di controllo finale del restauro, dopo rifinitura e lucidatura. È di fondamentale importanza per il successo a lungo termine l’utilizzo di un protocollo rigoroso che preveda, oltre all’indispensabile isolamento con la diga di gomma, il rispetto delle indicazioni, la corretta manipolazione e applicazione dei materiali e la loro puntuale polimerizzazione con lampade controllate di adeguata potenza; inoltre è sempre auspicabile una fase di controllo programmato e un mantenimento puntuale che tenga sempre in massima considerazione tutti i fattori di prevenzione legati al paziente. Implantologia Implantologia GLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL 20 Ortodonzia CASO CLINICO Mimetica dentale strutturale e ottica con un moderno composito Nella moderna odontoiatria non vi è un unico elemento chiave in grado di farci raggiungere un risultato estetico ottimale. Gli ingredienti che portano a un risultato perfetto in caso di restauro diretto in composito sono vari e possono dipendere per certi versi dalla “tendenza artistica” dell’operatore. Di certo però una variabile importante è il materiale che viene utilizzato. I materiali da restauri predicibili si distinguono per l’effetto camaleonte, la facile lucidabilità, le proprietà fisiche biomi- << Conservativa metiche, la texture e la lavorabilità ideali, la minima contrazione da polimerizzazione, la maggiore resistenza all’usura e la buona radiopacità. GrandioSO di Voco è un innovativo composito nanoibrido che rappresenta un cambio di paradigma in quanto i restauri diretti in composito diventano semplici, con una predicibilità fisica ed estetica costante nel tempo. Caso clinico Una donna di 89 anni mostrava un caso di carie profonda ri- corrente a carico della superficie prossimale-cervicale del dente 24 con un vecchio restauro in amalgama in situ. Dopo l’analisi radiografica e clinica della vitalità, nonché la valutazione della struttura dentale residua, è stato deciso di sostituire il restauro in amalgama con un restauro diretto in composito. È stato accertato che un dente così policromatico che presentava una sclerosi pulpare estesa sarebbe stato restaurato al meglio con un composito diretto adesivo, in quanto era necessa- rio conservare al massimo la struttura dentale residua. Il premolare è stato quindi isolato mediante diga di gomma prima di rimuovere la vecchia amalgama dal dente ed estirpare la carie mediante frese (fig. 1). Successivamente sono state adattate due matrici sezionali (V-ring system, Triodent), che sono state fissate con appositi tensionatori e cunei interdentali. Come adesivo è stato scelto Futurabond NR (Voco), un adesivo self-etch fotopolimerizzabile. Dopo l’attivazione, l’adesivo è stato Implantologia Clarence Tam svolge la libera professione nel suo studio a Newmarket, in Nuova Zelanda. La dottoressa Tam è presidente della New Zealand Academy of Cosmetic Dentistry > massaggiato per 20 secondi. L’applicazione è stata seguita da 5 secondi asciugatura con aria e da 10 secondi di fotopolimerizzazione. La cresta marginale è stata costruita coronalmente con il composito nanoibrido GrandioSO nella tinta GA3.25, mentre la cresta marginale cervicale è stata realizzata con la tinta GA5 (fig. 2). Dopo la rifinitura delle pareti prossimali mesiali e distali, la cavità occlusale residua è stata riempita a incrementi con GrandioSO GA3.25, e ogni strato è stato polimerizzato per 20 secondi. La tinta del restauro fornisce un’eccellente corrispondenza con il tessuto dentale residuo del 24. La fase di contouring è stata seguita da quella di finitura della superficie occlusale. Con la lucidatura si è completato il restauro (figg. 3 e 4). Conservativa IL CASO CLINICO È PUBBLICATO ANCHE SU www.dentalacademy.it E HA RICEVUTO 5 COMMENTI: COLLEGATI E PARTECIPA ALLA DISCUSSIONE 21 << CASO CLINICO Ortodonzia Veneer in resina composita per una ricostruzione altamente estetica Implantologia Il restauro di un solo incisivo centrale superiore rappresenta sempre una sfida per il clinico, che deve osservare e riprodurre le caratteristiche di colore, forma e struttura del dente attiguo. Questo è particolarmente difficile quando si ha a che fare con un dente discromico. In questi casi è Conservativa Fig. 2: inizialmente è stato ricostruito il bordo incisale del dente con Opallis EA1. Al fine di mascherare il terzo cervicale più scuro è stato applicato in quest’area un sottile strato di composito colore OP Fig. 1: immagine della preparazione dopo la rimozione di amalgama e carie > Fig. 2: ricostruzione della cresta marginale coronalmente con GrandioSO GA3.25 (Voco) e cervicalmente con GrandioSO GA5 Fig. 3: pre lucidatura occlusale dopo contouring con frese diamantate NTI (Kahla) a punta e a forma ovoidale > Fig. 4: risultato estetico dopo le modifiche occlusali e la lucidatura finale con D-Fine Double Diamond (Clinicians Choice Dental Products, New Milford, CT) > essenziale osservare se c’è sufficiente spazio per la stratificazione dei vari incrementi di composito per riprodurre la corretta forma, la funzione e l’estetica del dente da restaurare. Nel seguente case report, la paziente – una donna di 40 anni – voleva migliorare il suo sorriso. A causa della mancanza di allineamento dell’elemento 21 rispetto al- l’arcata dentale, abbiamo suggerito un trattamento ortodontico. Tuttavia la paziente desiderava un trattamento rapido e senza l’utilizzo di brackets. Si lamentava soprattutto della discromia dell’elemento 21, che aveva un posizionamento più palatale e presentava l’usura del bordo incisale. Malgrado il dente fosse posizionato palatalmente, c’era abbastanza spa- Carlos Kose è docente al corso di specializzazione in odontoiatria restaurativa della Associação Brasileira de Odontologia e all’università statale di Ponta Grossa, in Brasile > Alessandro Dourado Loguercio, dopo aver conseguito il dottorato in materiali dentari all’università di San Paolo, oggi insegna odontoiatria restaurativa all’università statale di Ponta Grossa, in Brasile > zio per la ricostruzione dell’anatomia del dente senza necessità di preparazione. Alla paziente fu quindi proposta questa tecnica ricostruttiva. Abbiamo utilizzato il compo- sito Opallis, che è stato stratificato entro lo spessore disponibile di 1,5 mm. Il risultato finale è stato un restauro con un aspetto molto naturale e brillante. > Fig. 1: visione ravvicinata. Evidente la discromia e la mancanza del corretto allineamento del 21. Sono ben visibili l’opacità e la traslucenza caratteristiche dei denti anteriori superiori > > Conservativa GLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL > Fig. 3: nella fase ricostruttiva sono state riprodotte tre importanti caratteristiche dell’incisivo centrale adiacente. Poiché la zona cervicale era più satura, abbiamo utilizzato DA2. I mammelloni dentinali avevano un aspetto biancastro: è stato riprodotto con composito D-Bleach. Tra i mammelloni sono stati inseriti piccoli incrementi di composito DA2 per imitare l’incisivo adiacente > Fig. 4: Risultato finale. Notare l’aspetto più chiaro dei mammelloni e la traslucenza ottenuta con Opallis VH (l’ultimo incremento di composito usato). La ricostruzione è in armonia con il dente adiacente in termini di forma, struttura e posizione nell’arcata Implantologia Implantologia GLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL 22 Ortodonzia CASO CLINICO > Pier Antonio Acquaviva svolge attività di ricerca all’università di Brescia, dove si occupa in particolare di odontoiatria adesiva, ed è docente al master di odontoiatria restaurativa dell’università di Pisa Riabilitazione estetica: restauri diretti nel settore anteriore Il restauro dei denti anteriori prevede la pianificazione e una serie di protocolli atti a valutare i diversi parametri di forma e colore, che risultano di fondamentale importanza per il successo clinico. La difficoltà nell’affrontare una riabilitazione estetica sta nel fatto che i pazienti hanno una percezione molto obiettiva di quello che il clinico esegue. Errori di colore e soprattutto morfologici rappresentano inestetismi che risultano immediatamente evidenti. Pertanto bisogna tener presen- << Conservativa te una serie di fattori: accurata valutazione della forma e del volume del restauro che si dovrà eseguire attraverso impronta e ceratura diagnostica; precisa pianificazione del colore in termini di valore-tintacroma riferita ai diversi settori del restauro dentale; preparazione meticolosa dei tessuti con corretto posizionamento dei margini di finitura. Un fattore proprio del dente naturale è la percezione di profondità che è data dalla sovrapposizione di tessuti più opachi e traslucenti. Oggi i nu- merosi materiali eccellenti con masse dentina più opache, masse smalto e masse traslucenti, vanno utilizzati per l’ottimizzazione del risultato estetico. Le masse traslucenti consentono il passaggio e la diffusione della luce e abbassano il valore del restauro; quelle più opache innalzano il valore riflettendo la luce assorbita. Il problema più comune è realizzare restauri troppo grigi o troppo chiari rispetto al tessuto residuo; molto spesso tali errori derivano da una scorretta gestione degli spessori nella stra- tificazione. Restauri diretti in composito sono indicati per interventi su denti frontali talvolta privi di patologia, ma nei quali sia richiesto di modificare le dimensioni di uno o più denti. Il vantaggio rispetto all’esecuzione di faccette in ceramica consiste nel risparmio di tessuto sano, particolarmente conveniente in un paziente giovane. Tecnica Nel caso di un restauro di un dente anteriore sarà necessario fare un’attenta valutazione del- Implantologia Cattedra di conservativa Università degli studi di Brescia Titolare: Prof. Antonio Cerutti le strutture residue sane. Indispensabile è una ceratura diagnostica, dalla quale si ottiene una mascherina in silicone. Viene ripreparato accuratamente il margine di finitura (bisello a 45° oppure microchamfer): tale margine servirà a sostenere il materiale composito, in termini di spessore corretto, e permetterà di gestire le masse opache e traslucenti in una zona strategicamente importante per l’integrazione del restauro. Si applica la mascherina in silicone, riproducente la superficie palatale, parzialmente sezionata in modo da potervi introdurre le due matrici trasparenti, che definiscono la posizione delle pareti prossimali. Il primo incremento di traslucente serve a determinare una base sulla quale stratificare le masse di dentina e di smalto. Tale incremento dovrà essere il più sottile possibile. Una volta polimerizzato l’incremento palatale si passa all’applicazione di uno strato di dentina, che costituisce la massa opaca in grado di conferire la corretta luminosità al corpo dentale: molto importante il controllo dello spessore e dell’estensione della massa opaca attraverso l’osservazione del dente di profilo, in modo da evidenziare l’esatto spessore della dentina. Le fasi successive prevedono l’applicazioni di masse opportunamente selezionate, con sovrapposizioni che garantiscano un passaggio sfumato e meno netto tra masse con cromaticità decrescente dal terzo medio dentale al margine incisale. Tale tecnica prevede un controllo rigoroso degli spessori dei diversi incrementi, nel rispetto del progetto “colore” inizialmente analizzato. Terminata la stratificazione del restauro si procede con la fase di rifinitura e di lucidatura. 23 << CASO CLINICO Fig. 1: frattura coronale di 11 e 21 in seguito a trauma. La diagnosi radiologica non evidenza lesioni radiotrasparenti periapicali > Ortodonzia Step by step di un sistema adesivo con clorexidina in un restauro diretto Implantologia Prof. Lorenzo Breschi, docente all’Università di Trieste > Il caso clinico presenta il trattamento su un paziente di 30 anni che al controllo evidenzia un restauro in composito e infiltrato sul primo premolare superiore. Dopo l’isolamento del campo con diga di gomma, si procede alla rimozione del precedente restauro in composito e del tessuto cariato circostante e alla rifinitura dei margini della cavità. Viene quindi posizionata una matrice metallica sezionale con anello metallico (Omni-Matrix Sectional, Conservativa > Conservativa > Fig. 1: preparazione > Fig. 2: mordenzatura selettiva dello smalto con acido ortofosforico > Fig. 3: applicazione del primer > > Figg. 5-6: stratificazione del composito > Fig. 7: restauro ultimato Fig. 4: applicazione dell’adesivo Fig. 2: isolamento con diga di gomma e rifinitura del margine cavitario Fig. 3: dettaglio della stratificazione del corpo dentinale in materiale composito di 1.1 > > Fig. 4: controllo finale dei restauri in materiale composito Conservativa GLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL > Fig. 8: controllo contatti occlusali Ultradent Products Inc) e cuneo di legno per la realizzazione di una parete interprossimale adeguata (fig. 1). La procedura adesiva prevede un sistema self-etch twostep Peak SE (Ultradent Products Inc) composto da Peak SE Primer e Peak Universal Bond. Il primo passaggio inizia con la mordenzatura selettiva dello smalto per 15 secondi con acido ortofosforico (Ultra-Etch, Ultradent Products Inc) (fig. 2); dopo aver sciacquato abbondan- temente il mordenzante, viene applicato il Peak SE Primer su smalto e dentina (fig. 3) seguito da una delicata asciugatura con un getto d’aria per permettere l’evaporazione del solvente contenuto nel primer. Quindi si procede all’applicazione del bonding Peak Universal Bond (fig. 4), adesivo contenente clorexidina utile alla stabilizzazione del legame adesivo nel tempo, e alla sua polimerizzazione con la lampada Led Valo per 20 secondi (Ultradent Products Inc). I passaggi successivi per la finalizzazione del restauro riguardano la stratificazione del composito Amelogen Plus (Ultradent Products Inc) (figg. 5 e 6) fino alla modellazione occlusale ultimata (fig. 7). Quindi si conclude con la rifinitura e lucidatura del restauro e con il controllo dei contatti occlusali con cartine da articolazione di spessore 40 µm (fig. 8). 25 << << EDUCATION & MEETING NEWS Anche l’igiene orale diventa evidence based Dal confronto internazionale con le altre realtà scientifiche nasce la necessità di approfondire la conoscenza dei protocolli operativi in igiene orale, che devono basarsi sulle evidenze scientifiche La forza che deriva dalla passione verso una professione dedicata alla salute del cavo orale è elemento essenziale che porta a far sì che un incarico associativo venga svolto con impegno, dedizione e spirito di servizio. Il lavoro diventa più stimolante se erediti la presidenza di una società scientifica come la Società italiana di scienze dell’igiene orale (Sisio – www.sisio.it) che, se pur giovane, è stata capace di offrire agli igienisti dentali un punto di riferimento per l’aggiornamento che ha come obiettivo il controllo di qualità della nostra prestazione professionale . La prevenzione è una vera e propria terapia, una scienza dell’igiene orale, che deve fare riferimento ai canoni di scientificità dei protocolli operativi scelti, che non possono fare riferimento esclusivamente ad esperienze della pratica clinica quotidiana, ma devono essere confrontati con le evidenze scientifiche, per arrivare a determinare una scelta di intervento preventivo odontoiatrico ineccepibile. Il confronto con le realtà internazionali Il confronto con le realtà professionali e metodologiche vissute a livello internazionale da altri colleghi è sicuramente un elemento di scelta vincente di Sisio, che ha portato non solo conferma che ormai gli igienisti dentali italiani hanno raggiunto livelli di formazione al passo con la professione mondiale, ma ha aggiunto un elemento importante, che è quello dello scambio intellettuale e scientifico di protocolli operativi aggiornati. Il senso di appartenere a una società scientifica dedicata a noi igienisti dentali, è quello di credere, con molta umiltà, di poter sviluppare momenti di crescita professionale con la formazione di gruppi di studio che prendano in analisi quanto dettato dalla ricerca e producano e propongano nuove ricerche dedicate all’igiene orale, utili a orientare la pratica clinica, e che permettano all’igienista dentale di sentirsi “protagonista” del progresso nella scienza di igiene orale. La promozione della “qualità” delle prestazioni di prevenzione odontoiatrica è la formula vincente per una reale crescita e affermazione della professione dedicata alle scienze di igiene orale. Significa calibrare tra noi operatori il rilevamento dei dati clinici e controllare la qualità delle terapie di prevenzione possibili per assicurare al paziente la cura più efficace e minimamente invasiva. Il congresso di maggio La Sisio con il suo quinto congresso nazionale, che si terrà a Bari il 10 e 11 maggio, darà approfondimenti attraverso relatori di fama internazionale sulla terapia parodontale non chirurgica, pratica clinica che oggi si avvale del supporto di nuove tecnologie e di nuovi scenari operativi. La ricerca ha ampiamente dimostrato quanto placca e > biofilm batterico giochino un ruolo importante sia per la carie che per le problematiche parodontali. Imparare a conoscere le variabili cliniche del paziente è opportuno per operare con protocolli domiciliari e professionali idonei e personalizzati, mirati a porre maggiore attenzione al rischio di poter contrarre patologie nel cavo orale. Se un paziente con congrui depositi di tartaro non ha ancora sviluppato una patologia e un altro invece risulta essere suscettibile alla malattia, pur avendo un cavo orale pulito, deve far riflettere quanto la componente sistemica influenzi la salute orale e quanto ogni tecnologia dedicata allo screening sia necessaria. Trovare un approccio preventodontico ideale per il paziente significa partire da un lavoro interdisciplinare importante tra medicina di base e medicina odontoiatrica e tra tutti i professionisti che lavorano alla salute del paziente. Se da un lato la tecnologia ci offre strumenti terapeutici avanzati per prevenzione primaria e secondaria, è pur vero che sono ancora tanti i pazienti parodontali o implantari che Gianna Maria Nardi hanno una prognosi a lungo termine inefficace. Risulta essere un percorso obbligato migliorare la conoscenza dei protocolli operativi che devono essere confrontati con le evidenze scientifiche; di contro la ricerca deve essere improntata su argomenti di prevenzione e gli igienisti dentali devono approfondire la metodologia della ricerca, per essere protagonisti del progresso della salute orale. La valutazione dei risultati delle prestazioni di prevenzione erogata è un dovere che abbiamo noi professionisti della salute del cavo orale. Vi aspetto numerosi per dimostrare il vostro interesse alla crescita professionale e all’interscambio scientifico per rendere questa edizione del congresso della Società italiana di scienze dell’igiene orale un successo, con la certezza che coloro che sono interessati a portare avanti questo discorso trovino nel ruolo di socio attivo la giusta collocazione, oltre ovviamente alla voglia e al piacere di stare insieme e di vivere collegialmente questa rivoluzione. Gianna Maria Nardi Presidente Sisio A SETTEMBRE CON ITALIAN DENTAL JOURNAL Italian Oral Hygiene, supplemento dedicato a prevenzione e igiene orale Italian Dental Journal pubblicherà il prossimo settembre la prima uscita di un fascicolo – supplemento al giornale – di 16 pagine in grande formato dedicato alla prevenzione e all’igiene orale. Si chiamerà Italian Oral Hygiene e sarà rivolto agli igienisti dentali, ma anche agli odontoiatri, consapevoli di poter migliorare il futuro della professione solo attraverso una pratica clinica di prevenzione odontoiatrica di qualità, attenta alle evidenze scientifiche sempre più rivolte alla valutazione delle nuove tecnologie e dedicate alla prevenzione. La direzione scientifica del progetto è affidata a G i a n n a M a r i a N a r d i , ricercatore dell’Università di Roma Sapienza e direttore del master di I livello in tecnologie avanzate nelle scienze di igiene orale. Sul primo numero della pubblicazione si potranno leggere le ultime notizie internazionali dall’IFDH – International Federation of Dental Hygienist, la rubrica “interviste parallele”: l’igiene orale e le sue prospettive professionali nell’ottica dell’igienista in start up e dell’igienista affermato, gli eventi dell’igiene professionale con news associative e sindacali e poi i materiali, gli strumenti, la ricerca e l’innovazione nella professione. Il cuore centrale di Italian Oral Hygiene sanno però i lavori scientifici sulle nuove tecnologie e l’igiene ora- le, a cura dei docenti del master in tecnologie avanzate nelle scienze di igiene orale della Sapienza di Roma. L’Editore Griffin ricorda ai lettori che, per poter ricevere tutti i numeri di Italian Dental Journal, è possibile sottoscrivere l’abbonamento al giornale (per informazioni vedi pagina a fianco). «Anche in un momento di forte crisi per l’editoria italiana, Griffin continua a sostenere la pubblicazione di un giornale libero e indipendente, con una redazione che conta al suo interno anche due giornalisti professionisti, nella convinzione che un’informazione di qualità sia una componente necessaria per un’attività medica e professionale al passo coi tempi – afferma Paolo Pegoraro , direttore di Italian Dental Journal –. Il giornale porta ogni mese all’attenzione dei lettori non solo l’aggiornamento tecnologico e scientifico ma tiene informati su tutto quanto gravita attorno agli studi dentistici e che non può essere trascurato nel momento in cui si prendono le decisioni che contano per la propria attività professionale». EDUCATION & MEETING NEWS Un percorso formativo sull’occlusione neuromuscolare L’Accademia italiana di kinesiografia ed elettromiografia cranio mandibolare (Aikecm) riunisce coloro che si occupano di occlusione neuromuscolare secondo la teoria e con le metodiche elaborate da Bernard Jankelson. In contrasto con il pensiero gnatologico meccanicista dell’epoca che poneva al primo posto l’articolazione temporo-mandibolare, negli anni ’60 del secolo scorso, il gnatologo americano gettò le basi di una nuova filosofia occlusale che vedeva nel sistema neuromuscolare la chiave di lettura della fisiologia del sistema masticatorio. «Il punto di forza della teoria neuromuscolare elaborata da Bernard Jankelson è senza alcun dubbio quello di prendere le mosse da dati di fatto fisiologici universali, per giungere a personalizzare individualmente l'obiettivo del trattamento gnatologico – spiega il professor Andrea Deregibus, presidente dell’Aikecm –. Attualmente il protocollo neuromuscolare, così come proposto dall'Accademia, sembra essere il modo migliore per personalizzare sia l'obiettivo gnatologico da raggiungere, sia il trattamento da proporre al paziente seguendo una logica, basata sulla fisiologia, che non trova fondamento solamente nell'esperienza dell'operatore, ma anche su dati strumentali obiettivi» sottolinea Deregibus. La società scientifica dal 1986 organizza annualmente un ciclo di corsi, che può definirsi un completo iter formativo finalizzato a consentire ai partecipanti di affrontare riabilitazioni orali e trattare pazienti disfunzionali. Poiché nella pratica quotidiana in studio ci si avvale di manufatti realizzati in laboratorio, i corsi sono aperti sia ai medici sia ai tecnici ed è sempre privilegiata la coppia medico-tecnico. Il prossimo appuntamento è con il corso base di odontoiatria neuromuscolare: aspetti clinici, metodologici e tecnici, che si terrà a Milano il 17 e 18 maggio. Sempre nel capoluogo lombardo, il 7 e 8 giugno è in programma un corso teorico-pratico sull'interpretazione dei tracciati kinesiografici ed elettromiografici. Il 27 e 28 settembre a Lido di Camaiore (Lucca) si terrà il corso sulla tecnica della coronoplastica, sulla costruzione dell'ortotico e sulla protesi. Il percorso didattico troverà la sua conclusione nell’incontro d’autunno della società scientifica, che si riunirà il 16 novembre a Creazzo (Vicenza) per discutere delle nuove frontiere dell'uso della strumentazione per elettrognatografia ed elettromiografia. Per informazioni Selene srl Tel. 011.7499601 Fax 011.7499576 [email protected] www.aikecm.it << << 26 Meeting dell’International College of Dentists Anche quest’anno la sezione italiana dell’International College of Dentists (www.icd-europe.com) si riunirà per il consueto meeting annuale: l’appuntamento è per il 27 e 28 settembre a Milano. Da quest’anno, con l’appoggio e lo sprone del nostro Regent, il professor Corrado Paganelli, sono state introdotte delle novità che rappresenteranno, ci auguriamo, una svolta nel futuro andamento della sezione italiana del College.Abbiamo innanzitutto ampliato le giornate dedicate all’incontro da una a due. Nella prima giornata, venerdì 27 settembre, abbiamo mantenuto la consueta riunione rivolta ai soli soci; la seconda giornata abbiamo invece voluto fosse aperta, fino ad un massimo di 120 partecipanti, anche ai colleghi che non fanno parte del College. Credo che questo cambiamento possa permettere una più ampia consapevolezza della portata scientifica di cui il College, con Fellows tanto illustri nel mondo odontoiatrico e non solo, è capace. Inoltre potrà gettare le basi per una conoscenza delle sue attività, anche in vista del meeting europeo che si terrà in Italia probabilmente nel 2016. Come sede del meeting di settembre è stato scelto il quartier generale di Deutsche Bank Italia, Milano Bicocca: edificio noto ai più oltre che per il suo prestigio strategico, anche per il ricercato design e l’innovazione tecnologica. Credo che la scelta di questa sede sveli ancor di più l’intento di cambiamento e ampliamento che il College si è proposto per questo e per i prossimi anni. > Mauro Labanca Il programma scientifico Per sabato 28 settembre è prevista una giornata scientifica in cui relatori di levatura internazionale presenteranno il frutto della loro ricerca e condivideranno le loro conoscenze con i partecipanti. La giornata non avrà esclusivamente un’impronta odontoiatrica, ma le comunicazioni interesseranno l’ambito della cultura e della conoscenza nella più ampia accezione del termine. Aprirà infatti la giornata il professor Francesco Sabatini (presidente emerito dell’Accademia della Crusca), che ci spiegherà come comunicare in campo medico. A seguire il dottor Sergio Borra (AD della Dale Carnegie Italia) darà qualch consiglio su come instaurare con ogni paziente una relazione personalizzata, che rafforzi la percezione della qualità della professionalità e del servizio offerto. Tra i relatori sarà presente anche il recordman di apnea profonda, Federico Mana, che ci porterà una riflessione sul concetto di attenzione: l’attenzione è una dote, ma può anche essere allenata attraverso schemi precisi e ripetitivi. La parte di interesse odontoiatrico e scientifico sarà affidata a Luigi Rodella (Le varianti anatomiche nella pratica odontoiatrica: quando la diversità fa la differenza), Massimo De Sanctis (Estrazione del dente compromesso: quando e come), Dario Castellani (Clinica del paziente protesico), Raffaele Vinci (La chirurgia come soluzione per i casi più difficili o complessi: i risultati auspicabili e gli errori evitabili) e Paolo Brunamonti (Prevenzione e gestione delle complicanze settiche in chirurgia orale). 27 << << Il Cone Beam in odontoiatria Ical Med – Centro Radiologico Odontoiatrico ha organizzato per venerdì 3 maggio presso la sua sede di San Miniato (Pisa) un corso teorico pratico dedicato all’utilizzo della TC Cone Beam in odontoiatria. Il programma scientifico prevede la trattazione di argomenti strettamente riconducibili all’attività di clinica di tutti i giorni, a partire da come ottenere tutte le informazioni necessarie al caso in esame fino all’analisi del modo in cui i piani di ricostruzione e di acquisizione possono condizionare un progetto di implantologia guidata. La finalità del corso sarà quella di far acquisire ai partecipanti anche le nozioni di base relative all’utilizzo della tecnologia Cone Beam; per questo sia il piano di di acquisizione (o piano scout) sia il piano di ricostruzione verranno ampiamente spiegati e discussi in tutte le loro variabili chiave. È il dottor Biagio Di Dino, relatore del corso, a ricordarci i vantaggi principali del Cone Beam: «in pratica questa tecnologia è l’evoluzione della Tac in odontoiatria. Grazie ad essa però possiamo contare su una bassa dose di radiazione al paziente. Dal punto di vista diagnostico ci offre qualità di immagine eccellente e alta precisione. Le immagini possono essere acquisite in alta definizione in caso di particolari valutazioni o acquisizione standard per il lavoro di routine – dice Di Dino, che tra l’altro è autore del libro “Atlante del Cone Beam, immagini volumetriche 3D” (www.conebeam.it) –. Questa tecnologia – continua l’esperto – ci offre una procedura efficiente per l'indagine, mediante un posizionamento facile del paziente, tempi di scansione e ricostruzione rapidi ed è compatibile con i principali sistemi di guida di perforazione > Biagio Di Dino e di navigazione chirurgica». Per informazioni Ical Med - [email protected] - www.icalmed.it Tel. 0571.419761 - Fax 0571.403616 Congresso Siaso L’Internazional College of Dentists Il College, della cui sezione italiana sono onorato di essere Vice Regent, è il più antico nel settore odontoiatrico e nasce a Filadelfia nel 1927. Da quell’anno esso è cresciuto grazie alla presenza e all’apporto di persone che hanno saputo, per competenze e dedizione, dare un significativo contributo all’odontoiatria e si sono distinte nella loro nazione per la loro capacità professionale. Il College, oltre che dall’interesse per il progresso scientifico, è animato da un’importante parte assistenziale verso paesi bisognosi che si esplica tramite contributi sia economici sia didattici attraverso la Philip Dear Foundation. Ad oggi il College conta 10.147 membri nel mondo per 85 stati partecipanti, divisi in 12 sezioni. La sezione italiana è rappresentata da 48 fellows e 12 Life Members. Sono confidente che il nuovo volto che abbiamo deciso di dare alla sezione italiana del College possa permettere una maggiore divulgazione e condivisione dei principi sui quali esso si fonda, in pieno accordo con l’intento di avanzamento delle conoscenze scientifiche, ma anche della cultura, vera anima e motore del College fin dalla sua fondazione. Mauro Labanca Siaso, il Sindacato italiano assistenti di studio odontoiatrico, ha organizzato per sabato 1 giugno a Vicenza il suo congresso nazionale. Il programma dell’incontro prevede una relazione di Fabio Tosolin, psicologo e presidente dell’Association for the Advancement of Radical Behavior Analysis (Aarba), sull’importanza di lavorare in sicurezza all’interno dello studio odontoia> Fulvia Magenga trico (seguendo una metodologia scientifica). Interverrà poi Roberto Lombardi dell’Inail (ex Ispesl) per parlare del rischio biologico nell’attività odontoiatrica e delle misure di sicurezza da attuare in base al D.Lgs 81/08. Prima della pausa pranzo, il dibattito sindacale entra nel vivo con una tavola rotonda dal titolo “Problematiche occupazionali degli studi odontoiatrici, perché il profilo Aso non va in porto?”. «Ascolteremo opinioni provenienti da diverse realtà del mondo associativo odontoiatrico e dalla voce di alcuni rappresentanti delle istituzioni» ci ha anticipato Fulvia Magenga, segretario generale Siaso. Alla tavola rotonda parteciperanno Onorio Rosati e Carlo Borghetti (consiglieri della Regione Lombardia), Franco Martini (Cgil), Mario Piovesan (Cisl), Marco Paolo Nigi (Confsal), Marialice Boldi (Aidi), Laura Antonia Marino (Unid), Alberto Libero (Andi), Claudio Palerma (Italia Impresa) e Maria Grazia Cannarozzo (Coi-Aiog). A concludere la giornata di confronto sul mondo del lavoro dell’assistente di studio odontoiatrico saranno Paola Barbera (presidente Idea) e Annamaria Girardi (presidente Aiaso), che saranno protagoniste di una riflessione sulla professione Aso e sulla sua formazione. Siaso ha anche reso noto di aver accettato l’invito a partecipare alla tavola rotonda su temi odontoiatrici che si terrà nell’ambito del congresso Aarba (www.aarba.eu) in programma a Verona il 9 maggio. La discussione sarà incentrata sull’Applied Behavior Analysis come risorsa per l’odontoiatria privata: gli strumenti psicologici indispensabili per poter affrontare e superare i nuovi scenari competitivi che il settore sta presentando. Per informazioni Promoest srl - Ludovica Biamonti Tel. 02.43912468 - Fax 02.48018575 [email protected] - www.icd2013.promoest.com Per informazioni Siaso - www.siaso.it - [email protected] Cell. 338/7801837 - Cell. 347.2644330 EDUCATION & MEETING NEWS Contenzioso e mediazione in odontoiatria La notevole crescita del contenzioso in ambito sanitario e le novità in materia di mediazione e conciliazione hanno prodotto un rinnovato interesse per le problematiche legate alla responsabilità medica e odontoiatrica. Interesse che coinvolge ogni singolo professionista. È da questa premessa che nasce il corso di formazione e aggiornamento teori> Maria Sofia Rini co pratico in odontoiatria legale tenuto a Bologna dalla dottoressa Maria Sofia Rini, odontoiatra e socio fondatore dell’Accademia italiana di odontoiatria legale (Oelle). La dottoressa Rini ha scritto diversi testi sull’argomento ed è iscritta all’albo dei consulenti tecnici del tribunale di Bologna. Il primo incontro del corso “La responsabilità, il contenzioso e la mediazione in odontoiatria. Aspetti clinici, medico-legali e giuridici” si terrà venerdì 12 e sabato 13 aprile. Il secondo incontro è previsto per le giornate di venerdì 3 e sabato 4 maggio. «L'abilità tecnica e operativa non è oggi più sufficiente da sola a gestire correttamente la pratica clinica o una lite. Nasce, così, l'esigenza di approfondimenti di natura clinica, medicolegale, giurisprudenziale e assicurativa – sottolinea l’esperta –. La peculiarità dell'attività odontoiatrica, il suo crescente coinvolgimento legato a problematiche non solo funzionali, ma anche più estese e complesse rispetto al consueto sentire del rapporto di cura medico-odontoiatra/paziente, sposta la valutazione e l'attenzione su aspetti solo apparentemente marginali quali quelli dei molteplici approcci terapeutici, ad esito tecnicamente non sempre prevedibile, dell'estetica degli aspetti merceologici e di consenso a terapie non essenziali e, magari, su minori». Secondo Maria Sofia Rini insomma oggi è difficile orientarsi tra errori, complicanze, tutele assicurative e diritti da tutelare, a fronte dell'utilizzo di linguaggi spesso difficili da comprendere. Scopo del corso allora «è offrire all’odontoiatra pratico conoscenze specifiche e all’esperto di odontoiatria legale spunti di discussione, di approfondimento e di aggiornamento». Al corso, nel quale sono previste anche delle simulazioni didattiche, interverranno anche altri esperti della materia come Marco Brady Bucci, Giovanni Facci e Sandro Sanvenero. Per informazioni Angela Colavita Cell. 366.6783791 [email protected] XIV corso di anatomia chirurgica La quattordicesima edizione del corso di anatomia chirurgica e di dissezione su preparati anatomici, che si tiene ogni anno presso il prestigioso (e attrezzatissimo) laboratorio di anatomia dell’università di Vienna, si svolgerà da domenica 5 a mercoledì 8 maggio. Direttore e coordinatore del corso è da sempre Mauro Labanca, che sarà affiancato nella didattica anzitutto da Rita Rezzani e Luigi Rodella (entrambi docenti di anatomia umana all’università di Brescia), e poi da Manfred Tschabitscher (ricercatore che negli ultimi anni è stato impegnato nella definizione dei fondamenti anatomici per l’uso dell’endoscopio in diversi settori della medicina, tra cui la chirurgia maxillo-facciale), Alessandro Motroni (ingegnere biomedico specializzato in strumentazione ospedaliera e diagnostica per immagini) e Lena Hirtler, esperta di artroscopia e microchirurgia anatomica del sistema locomotore, che si occuperà tra l’altro della gestione del materiale settorio del corso. Il corso è fin dalla sua prima edizione molto seguito e apprezzato dai partecipanti. «La passata edizione, a fronte di un numero massimo previsto di 20 corsisti, ha visto la partecipazione di 26 colleghi, limite ultimo di capienza ricettiva della struttura ospitante. Credo che già questa sia un’importante dimostrazione della consolidata reputazione ottenuta anche grazie al passaparola tra colleghi partecipanti» ha commentato Mauro Labanca. Per informazioni MV Congressi spa Dr.ssa Chiara Boschi [email protected] Tel. 0521.290191 Fax 0521.291314 << << EDUCATION & MEETING NEWS La rivoluzione digitale e lo studio odontoiatrico Sulla scia del successo riscontrato dai corsi di comunicazione per studio e laboratorio proposti lo scorso anno, Nobel Biocare Italiana ha deciso di approfondire strumenti e strategie per gestire la professione attraverso l’integrazione dell’approccio tradizionale con le nuove metodologie di sviluppo legate ai nuovi media e ai conseguenti attuali linguaggi di relazione. Tenuto dal dottor Paolo Barelli, il corso “La rivoluzione digitale e lo studio odontoiatrico” si propone quindi come un punto di riferimento formativo per quei professionisti che desiderano comprendere le potenzialità delle modalità di comunicazione digitali, al fine di instaurare con i pazienti un rapporto sempre connesso e consapevole. Il corso si ripeterà tre volte nel 2013: il 7 e 8 giugno a Milano; il 4 e 5 ottobre a Milano; l’8 e 9 novembre a Roma. Come sottolineato dal relatore «le attività di marketing e comunicazione si sono oramai plasmate totalmente sulle nuove metodologie digitali, dalle quali non possiamo più prescindere. Sono ormai innumerevoli le scelte che vengono effettuate solo dopo aver fatto ricorso a una consultazione su Internet. L’odontoiatra moderno si trova oggi a dover organizzare una digital strategy, che comunque non dovrebbe mai tralasciare la cura della base di valori e della loro condivisione con il team e con i pazienti. I cam- biamenti stimolati dal marketing e dalla comunicazione digitale, soprattutto in un momento di crisi, sono stati in un certo senso drastici e improvvisi e in questo contesto è quindi importante il permanere del supporto valoriale». Il percorso formativo proposto affronterà le possibili soluzioni alle criticità e complessità che questo cambiamento sta portando e fornirà le giuste linee per proporre valori, professionalità e l’eccellenza clinica con i mezzi di oggi. Una volta analizzata e compresa la “rivoluzione digitale”, i partecipanti avranno la possibilità di apprendere i nuovi modelli di relazione e gestione del paziente, la comunicazione dei valori attraverso i social media, il marketing collaborativo, culturale e di relazione con le nuove metodologie di comunicazione, il nuovo ruolo svolto dalla segreteria dello studio nell’ambito di un rapporto più costante e articolato con il paziente, nonché le metodiche per la realizzazione di un sito web. Sono previsti roleplay, esercitazioni e simulazioni su tecniche di web-writing, gestione diretta di un sito, creazione e sviluppo di eventi con il web. Per informazioni Nobel Biocare Italiana srl Francesca Radaelli Tel. 039.6836263 [email protected] www.nobelbiocare.com 28 XX congresso del Collegio dei docenti I vent’anni di congresso nazionale del Collegio dei docenti di odontoiatria verranno celebrati nell’edizione del 2013, che si terrà da giovedì 18 a sabato 20 aprile a Roma, negli Studios di Cinecittà. «Quest’anno il congresso nazionale del festeggia i suoi 20 anni e ha deciso di realizzare una manifestazione scientifica impo> Antonella Polimeni stata su tre parole chiave oramai costanti e persistenti nel mondo odontoiatrico: evidenza scientifica, interdisciplinarietà e tecnologie avanzate» ha dichiarato Antonella Polimeni, presidente del Collegio dei docenti di odontoiatria. Nel programma scientifico della manifestazione sono state coinvolte numerose società scientifiche (Sido, Sie, Sidp, Sio, Sipmo) che daranno vita a un’offerta formativa congiuntamente al Collegio. È stato inoltre programmato un evento internazionale sull’odontoiatria laser assistita grazie alla collaborazione tra la Federazione mondiale laser e la Società italiana di laser in odontostomatologia (Silo). Novità assoluta di quest’anno è la presenza delle scuole di specializzazione di ortognatodonzia e di chirurgia orale, che organizzeranno i loro simposi nell’ambito del congresso. «Anche questa sarà un’occasione per permettere un maggior scambio e confronto di esperienze fra i giovani professionisti e i più esperti, facendo convogliare in un unico evento tutte le energie» ha commentato Polimeni, che ha poi spiegato come la sessione poster, da sempre uno dei fiori all’occhiello del congresso, anche quest’anno sarà il foro scientifico concentrato sulle ricerche dei giovani più attivi e brillanti, provenienti da tutte le università Italiane. Per questa ventesima edizione, è stata poi introdotta una nuova sessione all’interno dei topics: l’economia sanitaria e management in odontoiatria, argomento sempre più attuale nel settore. Per informazioni Fasi srl - Giada Gonnelli Tel. 06.97605621 - Cell. 347.5557242 [email protected] www.congressicollegiodocentiodontoiatria.it XXV Giornate milanesi di implantologia La venticinquesima edizione delle Giornate milanesi di implantologia si terrà venerdì 10 maggio presso l’Auditorium Don Giacomo Alberione di Milano e avrà come tema “Lo stato dell’arte in implantoprotesi”. La qualità delle relazioni programmate garantisce un congresso capace di dare, a tutti coloro che parteciperanno, un contributo per la loro attività quotidiana in studio. > Federica Demarosi Al congresso interverranno relatori di eccellenza, da Massimo Simion a Tiziano Testori, da Eugenio Romeo a Fabio Tosolin, con competenze diverse (ricercatori, odontoiatri, psicologi, igienisti, assistenti), che presenteranno lo stato dell’arte sui vari argomenti. Si affronteranno temi molto diversi: tecniche di rigenerazione pre e perimplantari, comunicazione e motivazione del paziente nella pianificazione della chirurgia impiantare, impiego corretto della tecnologia CT cone beam in odontoiatria. Come sempre la scelta del Cenacolo Milanese – presieduto da Federica Demarosi – è stata quella di riunire in un’unica sala congressuale tutto il team odontoiatrico, per sottolineare quello che è da sempre un punto fermo del Cenacolo: la necessità di aggiornarsi e operare come squadra, e ancora una volta questa giornata si propone come la punta di diamante della cultura odontoiatrica milanese. Per informazioni Segreteria Cenacolo Milanese Tel. 02.29412295 [email protected] 29 << << EDUCATION & MEETING NEWS Estrazione di elementi inclusi Un corso pratico in ospedale Il corso di perfezionamento in chirurgia ambulatoriale dell’Università di Milano si svolgerà tra la clinica odontoiatrica e il reparto di chirurgia orale dell’ospedale San Paolo per la parte pratica Dal 24 maggio al 26 luglio si terrà a Milano , presso la clinica odontoiatrica di via Beldiletto 1, il corso di perfezionamento in chirurgia ambulatoriale organizzato dall'unità di odontostomatologia II (direttore: Prof. Antonio Carrassi ) dell'Università degli Studi di Milano. «Sapremo trasmettere ai partecipanti le competenze necessarie per eseguire correttamente interventi chirurgici per l’estrazione di elementi molari inclusi e per gestire eventuali complicanze» assicura Carrassi, che coordinerà il corso. Italian Dental Journal ha rivolto qualche domanda ad Alberto Pispero, uno dei chirurghi assieme ad Andrea Nicali che interverranno in qualità di docenti al corso (per informazioni: Manuela Ventura – tel. 02.50319019 – [email protected]). Il dottor Pispero ha recentemente pubblicato su DentalAcademy (www.dentalacademy.it) un caso di estrazione che rappresenta un esempio degli scenari clinici usualmente discussi durante i corsi dell'unità di odontostomatologia II dell'Università di Milano (vedi anteprima qui a fianco). Dottor Pispero, qual è la filosofia di base del corso? L’estrazione degli elementi dentari inclusi è una parte importante della pratica chirurgica ambulatoriale di uno studio dentistico. Il clinico deve possedere una formazione culturale e pratica avanzata per poter eseguire tutti gli interventi richiesti. Il corso fornisce al collega gli strumenti per effettuare una corretta diagnosi dei possibili quadri clinici, con il supporto damentali del corso è la presentazione di numerosi casi clinici. Le lezioni frontali avranno da subito un taglio molto pratico e saranno supportate da materiale fotografico e video in grado di descrivere in modo dettagliato tutti i passaggi diagnostici e terapeutici. Particolare attenzione sarà riservata anche a tutte le complicanze e alla loro risoluzione. Alla fine delle lezioni frontali i colleghi avranno acquisito le della letteratura scientifica. Verranno proposti schemi di classificazione delle inclusioni ai quali seguiranno precisi schemi di trattamento. L’analisi step by step di ogni passaggio permetterà l’acquisizione di conoscenze e competenze adeguate per risolvere agevolmente tutti i casi clinici e ogni possibile complicanza. Quali competenze acquisiranno i corsisti? Una delle caratteristiche fon- competenze sufficienti per poter risolvere autonomamente ogni caso clinico che si presenti nel loro ambulatorio. Obiettivo del corso è però quello di rafforzare i contenuti delle lezioni frontali con un’ampia parte pratica, offrendo la possibilità di partecipare all’attività clinica del reparto di chirurgia orale dell’Ospedale San Paolo diretto dal professor Antonio Carrassi. UN CASO DI ESTRAZIONE Le tecniche di chirurgia orale si sono sviluppate e modernizzate in modo molto rapido negli ultimi decenni. Tra le varie metodologie, solitamente la chirurgia ossea ha preferito gli strumenti manuali in siti a bassa mineralizzazione e quelli rotanti motorizzati dove è necessaria l’asportazione e la modellazione di tessuti duri, come la corticale ossea o il tessuto [...] CONTINUA SU www.dentalacademy.it Quali sono gli aspetti più pratici del corso e come si svolgeranno queste sessioni in reparto? La durata del corso è di 20 ore, di cui 8 dedicate alla parte pratica. Il caso clinico che si andrà a trattare sarà discusso prima della fase operativa, classificando l’intervento secondo gli schemi presentati durante le lezioni. Il partecipante al corso verrà coinvolto nella discussione del caso e nella pianificazio- ne dell’intervento. Durante l’intervento i colleghi avranno la possibilità di assistere un operatore esperto che illustrerà ed eseguirà ogni singolo passaggio descritto durante le lezioni frontali e pianificato in precedenza. Tutte le fasi chirurgiche verranno descritte e documentate, così da permettere una rivalutazione del caso al termine dell’intervento. Andrea Peren << << FATTI & PERSONE 30 Tecnologie digitali per semplificare il rapporto studio-laboratorio Dalla pianificazione computer assistita, alla chirurgia guidata, all’impronta ottica, al Cad-Cam: che le tecnologie digitali abbiano portato a importanti cambiamenti in diversi ambiti è ormai ampiamente riconosciuto. Ma qual è la reale importanza di questi cambiamenti? Dal punto di vista del laboratorio qual è l’impatto che le tecniche digitali hanno sull’operatività quotidiana e sul rapporto tra odontotecnico e odontoiatra? Riuniti a Rimini lo scorso ottobre per il Nobel Biocare Symposium 2012, alcuni tra i più stimati professionisti in ambito nazionale e internazionale hanno espresso il loro parere in merito. L’importante e riconosciuta esperienza di Davide Riva è sicuramente un punto di riferimento in questo ambito. È lui che conferma che «la tecnologia non ha cambiato più di tanto il modo di collaborare tra tecnico e medico, perché il loro rapporto è basato sulla conoscenza e sull’esperienza, non certo sulla tecnologia. È cambiata, però, la modalità di interscambio delle informazioni che ora è più rapida ed efficace. Le nuove tecnologie hanno portato maggiori cambiamenti nell’ambito della chirurgia guidata, dove ora la collaborazione tra medico e tecnico nella pianificazione dell’intervento e nella realizzazione di stru- menti come la dima chirurgica è molto più stretta. Non dimentichiamo, però, che la conoscenza è sempre alla base del miglioramento: non si migliora solo con la tecnologia». Pienamente d’accordo con questi concetti è l’odontotecnico Cesare Ferri che, dopo aver sottolineato che per sfruttare al meglio le nuove tecnologie bisogna prima di tutto avere una predisposizione mentale verso queste, focalizza l’attenzione sull’importanza della qualità operativa. «Nessun sistema Cad-Cam, nessuna nuova tecnologia può migliorare il lavoro del laboratorio se alla base non c’è qualità, precisione, protocolli rigidi. Non 31 << << FATTI & PERSONE Voucher e prevenzione, da Chicago nuovo impulso alla proposta Aio è una panacea per ciò che non funziona. Può essere un ausilio mirato al mantenimento di uno standard qualitativo già consolidato. Le tecnologie digitali devono essere inserite in un contesto più ampio di gestione e controllo delle diverse fasi operative, sia cliniche sia tecniche». Quest’ultimo aspetto viene rimarcato anche dal professor Matthias Kern dell’università di Kiel, in Germania, che focalizza anche l’attenzione sulla necessità di un’evidenza scientifica che confermi i vantaggi della tecnologia Cad-Cam in termini di sopravvivenza a lungo termine delle protesi, con conseguente beneficio per la riabilitazione del paziente. A questo si aggiunge anche il parere del professor Jörg Strub, dell’Università di Friburgo: «alla base dell’eccellenza vi deve essere un’approfondita conoscenza delle proprietà dei materiali disponibili e dei risultati ottenibili con ciascuno di questi, tenendo sempre alla base delle scelte operative le linee guida indicate dalle accademie e dalle società scientifiche». Il consenso è quindi unanime: l’odontoiatria digitale offre certamente potenzialità importanti sia da un punto di vista pratico sia da un punto di vista di comunicazione e interscambio, ma per poter avvantaggiarsi al meglio di queste potenzialità e perseguire così l’eccellenza occorre che alla base ci sia sempre la conoscenza, l’esperienza e l’adozione di protocolli validati e predicibili. Rivista Odontoiatria: un numero speciale per la fiera di Colonia Gli Amici di Brugg hanno voluto quest’anno essere presenti alla fiera di Colonia (1216 marzo) con un numero speciale della rivista dell’associazione, Odontoiatria, pubblicata per l’occasione anche in lingua inglese e distribuita presso gli stand delle aziende italiane presenti alla fiera e ai professionisti provenienti da tutta Europa per partecipare agli eventi congressuali collaterali alla mostra merceologica. Questa iniziativa è stata pensata per presentare all’estero la scuola dentale italiana degli Amici di Brugg, che è giunta ormai alla 56° edizione di un congresso multidisciplinare che comprende tutte le branche dell’odontoiatria moderna. La rivista distribuita a Colonia tratta due importanti argomenti di clinica e ricerca. Il primo, in campo endodontico, sulle specificazioni e apexogenesi in denti immaturi o parzialmente necrotici, è affrontato da Nicola Perrini, attuale presidente dell'Associazione. Il secondo, in campo chirurgico, è sulla nano-idrossiapatite come nuovo modello nel trattamento della sensibilità dentale, scritto da alcuni collaboratori della scuola del professor Ugo Covani. La seconda parte della rivista presenta al pubblico di Colonia il programma del 56° congresso di Rimini (2325 maggio) e il programma degli eventi scientifici degli Amici di Brugg. La terza parte è dedicata alle interviste e agli interventi dei protagonisti della manifestazione di Colonia, dal direttore della fiera al presidente degli industriali tedeschi, dagli esponenti delle associazioni professionali al presidente dei produttori italiani Gianfranco Berrutti, che guida una delegazione di più di cento industrie nazionali. Berrutti insieme ad Alessandro Gamberini, presidente dell’ente organizzatore Promunidi, presenteranno ai delegati esteri la prossima edizione di International Expodental, che si terrà alla Fiera di Milano dal 17 al 19 ottobre. «La prevenzione dentale è al centro delle nuove raccomandazioni ministeriali e del programma formativo Aio di quest’anno. Ma è stato fin qui un capitolo trascurato dall’odontoiatria italiana. E lo dimostreremo al congresso di Alghero (11-13 giugno) dove porteremo una relazione sui meccanismi di copertura utilizzati nei principali paesi del mondo, a partire dagli Stati Uniti». L’annuncio arriva dal presidente dell’Associazione italiana odontoiatri Pierluigi Delogu. «Al meeting della Chicago Dental Society e in seno all’American Dental Association – dice Delogu – abbiamo registrato una singolare sintonia rispetto alla nostra proposta di introdurre un voucher per coprire i costi delle visite e degli interventi preventivi per i cittadini con redditi più bassi. Di solito prevenzione e cure dentali sono visti come parte di un unico capitolo. Ma vogliamo verificare se è così, e analizzare i vari modelli, per portare al nuovo governo in tempi brevi una proposta organica e contestualizzata». Al Midwinter Meeting, accanto allo stand dell’Unidi in rappresentanza delle industrie italiane del dentale, c’era lo stand dell’Aio, da oltre 13 anni gemellata con la Chicago Dental Society e nella circostanza rappresentante ufficiale dell’odontoiatria del nostro Paese. Il 23 febbraio a Chicago si è svol- AdB: è iniziato il corso di alta formazione La quarta edizione del corso di alta formazione degli Amici di Brugg, che prevede 12 giornate di aggiornamento scientifico raggruppate in quattro incontri, ha avuto inizio in febbraio nelle aule e nei laboratori del dipartimento di scienze odontostomatologiche dell’università di Bologna. Anche quest’anno, spiegano gli organizzatori, si è formato un gruppo eterogeneo di partecipanti che, per rappresentanza, copre praticamente tutta l’Italia. Il programma didattico copre tutta la protesi dentale, dalla tradizionale fino ad arrivare alle nuove tecnologie, applicate in senso pratico, con un doveroso sguardo al futuro. «Oltre all'alto valore accademico e pratico degli insegnamenti proposti, la bellezza di questo corso è che riesce a formare dei gruppi affiatati che non perdono contatto anche dopo aver terminato il corso» fanno sapere dalla direzione del corso, che vede Roberto Scotti, Nicola Perrini e Guido Garotti alla direzione scientifica, Luigi Scaiola al coordinamento generale e due responsabili di area: Lilia Bortolotti per la clinica protesica e Stefano Biacchessi per l’odontotecnica e le nuove tecnologie. Proficue cooperazioni di lavoro sono nate nell’ambito delle edizioni del corso in questi anni, cosa che lusinga gli organizzatori che vedono rispecchiato il messaggio che si vuole lasciare. Novità di quest’anno è l’inserimento di un seminario sulla medicina legale, una giornata interamente dedicata, con esperti della materia che svilupperanno una tematica che purtroppo diventa ogni giorno di più una realtà cui prepararsi per tutelarsi al meglio. E tutelarsi significa soprattutto verificare che i trattamenti proposti siano in linea con le aspettative del paziente. Anche in questa quarta edizione del corso di alta formazione gli Amici di Brugg hanno mantenuto lo stanziamento di due borse di studio, intitolate alla memoria di Ivano Casartelli, consistenti nel rimborso dell’intera quota che i partecipanti hanno versato all’università per l’iscrizione. La premiazione avverrà come sempre in occasione della sessione del sabato del congresso annuale di Rimini, che si terrà dal 23 al 25 maggio. ta una riunione tra la delegazione Aio – formata dai dottori Giancarlo Couch, Pierluigi Delogu, Enrico Lai e Gerhard Seeberger – e il board della Chicago Dental Society, nel corso del quale si sono delineate le attività e la collaborazione per i prossimi anni. La delegazione Aio ha poi incontrato i massimi rappresentanti dell’American Dental Association nella sede generale Ada, dove sono stati analizzati gli aspetti di politica sanitaria riguardanti l’odontoiatria nei due paesi e le iniziative che le rispettive associazioni stanno mettendo in atto per migliorare la salute orale anche in un periodo di crisi economica generale. Infine, va segnalata la visita allo stand di Aio del console generale d’Italia Adriano Monti, accolto da Pierluigi Delogu e dal presidente Unidi Gianfranco Berrutti. Molto apprezzato il fatto che le rappresentanze degli odontoiatri italiani e delle aziende del settore abbiano uno spazio che identifica l’Italia del dentale nel mondo. Il prossimo appuntamento con Aio è fissato per l’11, 12 e 13 giugno in Sardegna con il congresso internazionale “La salute dei denti fa sorridere il tuo cuore” (per informazioni: www.aio.it). > Da sinistra Giancarlo Couch, Pierluigi Delogu ed Enrico Lai nella sede generale dell’American Dental Association << << DENTAL MARKET 32 33 << << DENTAL MARKET I redazionali presentati in queste pagine rapprentano una libera scelta della Redazione di Italian Dental Journal tra i comunicati pervenuti Conservativa Monouso Implantologia CLEARFIL MAJESTY ES-2 BIO TRAY AUREA Bio Tray è un vassoio monouso completamente biodegradabile. È realizzato interamente in acido polilattico, polimero di origine vegetale (derivato dall’amido di mais) biodegradabile e compostabile al 90% in 60 giorni e completamente in 90 giorni. L’acido polilattico è trasparente, lucido, rigido ed è il primo polimero a impatto zero rispetto all’emissione di CO2: nasce infatti da fonti rinnovabili e offre agli utilizzatori una valida alternativa ai polimeri derivati dal petrolio. Bio Tray monouso è disponibile in confezioni da 100 pezzi, distribuiti in sacchetti da 50. In odontoiatria la sezione aurea venne citata per la prima volta da Lombardi nel 1973. Il concetto nacque dal canone delle proporzioni, ovvero dall'insieme di misure proporzionali osservate nella figura umana da Leonardo da Vinci nel 1509. Secondo queste teorie le persone il cui viso presenta una maggiore quantità di numeri phi vengono percepite dagli altri individui come proporzionate e di bell'aspetto. È sulla base di queste considerazioni che è stato progettato e disegnato l’impianto Aurea dell’azienda Phibo. Aurea presenta una connessione conica ed esalo- Durante i sette anni di sviluppo di Clearfil Majesty ES2, l’obiettivo di Kuraray Noritake è stato quello di creare un composito che permettesse di realizzare restauri che fossero i più estetici e naturali possibili, con un metodo di lavoro semplice e intuitivo da parte dell’operatore. Grazie alle innovative tecnologie utilizzate, il nuovo composito di Kuraray Noritake è in grado di raggiungere un effetto mimetico con il dente naturale, valutato su una nuova scala colori basata sulla luminosità. La luminosità è un fattore fondamentale per la giusta scelta del colore: per questo la nuova scala colori di a quelle del dente naturale. Clearfil Majesty ES-2 offre due alternative di restauro che possono essere utilizzate in base al caso clinico o al metodo di lavoro preferito dal singolo dentista: il sistema Classic per la tecnica monomassa e il sistema Premium per la stratificazione multistrato/anatomica. Clearfil Majesty ES-2, approvata da Vita, è basata proprio su di essa e i colori della scala Vita classica con simile luminosità sono stati categorizzati nello stesso gruppo. Le qualità mimetiche del composito sviluppato da Kuraray Noritake derivano anche dalle sue proprietà ottiche – opalescenza, fluorescenza e diffusione della luce – che appaiono identiche Per informazioni: Kuraray Europe Italia srl Tel. 02.63471228 [email protected] www.kuraray-dental.eu La distribuzione in Italia è affidata a Larident srl, azienda che si occupa di forniture dentale dal 1960. Per informazioni: Larident srl Tel. 010.8301726 Fax 010.8301732 [email protected] www.larident.it bata agli accessori protesici. Questo conferisce al sistema alcuni importanti vantaggi, come una maggiore distribuzione e assorbimento delle forze e tensioni generate durante la funzione masticatoria, una maggiore stabilità dell’impianto, una riduzione dei micromovimenti fra pilastro e impianto, una superiore conservazione dell'osso marginale a lungo termine. La conicità della connessione, inoltre, facilita la saldatura biologica. Il design della zona coronale dell'impianto integra alcune microspire grazie alle quali è possibile ottenere una corretta distribuzione delle forze nell’interfase Italian Dental Journal Anno VIII - numero 4 - aprile (1) 2013 Mensile di attualità, informazione, cultura Spazio SMOM Onlus Organo Ufficiale Smom onlus - Solidarietà Medico Odontoiatrica nel Mondo www.smomonlus.org [email protected] Direttore responsabile Paolo Pegoraro [email protected] Redazione Andrea Peren [email protected] Segreteria di redazione e traffico Maria Camillo [email protected] Tel. 031.789085 - Fax 031.6853110 Grafica e impaginazione Marco Redaelli - www.creativastudio.eu Hanno collaborato in questo numero: Paola Barbera, Stefano Daniele, Roberta Pegoraro, Elisa Peradotto, Renato Torlaschi, Rachele Villa PUBBLICITÀ Direttore commerciale Giuseppe Roccucci [email protected] Direttore vendite Stefania Bianchi [email protected] Vendite Sergio Hefti (Agente) [email protected] Manuela Pavan (Agente) [email protected] EDITORE: Griffin srl P.zza Castello 5/E - 22060 Carimate (Co) Tel. 031.789085 - Fax 031.6853110 www.griffineditore.it - [email protected] www.dentaljournal.it - [email protected] Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al REGOLAMENTO CSST Per il periodo 1/1/2012-31/12/20112 Periodicità: mensile Tiratura media: 17.000 Diffusione media: 16.880 Certificato CSST n. 2012-2330 del 27 febbraio 2013 Società di revisione: Refimi TESTATA ASSOCIATA L’Editore dichiara di accettare, senza riserve, il Codice di autodisciplina pubblicitaria. Dichiara altresì di accettare la competenza e le decisioni del Comitato di controllo e del Giurì dell’autodisciplina pubblicitaria, anche in ordine alla loro eventuale pubblicazione. Stampa Roto3 Industria Grafica SpA Via Turbigo 11/b - Castano Primo (MI) Italian Dental Journal, periodico mensile - Copyright© Griffin srl Registrazione del Tribunale di Como N. 13/06 del 24.07.2006 Iscrizione Registro degli operatori di comunicazione N. 14370 del 31.07.2006 Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In L.27/02/2004 n.46) art 1 comma 1, DCB Milano Taxe Perçue Abbonamento annuale Italia: euro 2.25 - Singolo fascicolo: euro 0.25 Tutti gli articoli pubblicati su Italian Dental Journal sono redatti sotto la responsabilità degli Autori. La proprietà letteraria degli articoli pubblicati è riservata a Griffin srl. Il contenuto del giornale non può essere riprodotto o traferito, neppure parzialmente, in alcuna forma e su qulalsiasi supporto, salvo espressa autorizzazione scritta dell’Editore. Ai sensi della legge in vigore, i dati dei lettori saranno trattati sia manualmente sia con strumenti informatici e utilizzati per l’invio di questa e altre pubblicazioni o materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dalla legge. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Griffin srl intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Griffin srl, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione prevista per legge. In base alle norme sulla pubblicità l’editore non è tenuto al controllo dei messaggi ospitati negli spazi a pagamento. Gli inserzionisti rispondono in proprio per quanto contenuto nei testi. Una testimonianza da Deepa Nivas (India) A Deepa Nivas, in India, è attivo dal 1999 un ambulatorio odontoiatrico presso una casa d'accoglienza di bambini di strada, dove vengono accolti e seguiti negli studi professionali sino a quando vengono avviati al lavoro e diventano autonomi. L'ambulatorio è una realtà assistenziale frutto dell'impegno del dottor Paolo Montecucco, oggi vicepresidente Smom, e del sostegno degli Amici di Brugg. Profondo conoscitore dell'India, Montecucco si è recato per la prima volta in questo paese nel 1976, in autobus attraverso l'Afganistan. Ricordo ancora il giorno in cui Francesco mi disse: «Ho letto il tuo curriculum e credo che il tuo aiuto sarebbe utile per il progetto Deepa Nivas in India!». 15 giorni dopo ero pronta per partire. Approdare in questa realtà è stato inizialmente difficile, il mondo indiano è così profondamente lontano dal nostro per cui alcuni aspetti sembrano contradditori e quantomeno assurdi, ma poi passano i giorni e non puoi non innamorarti di questa grande famiglia qual è Deepa Nivas. 65 ragazzi di età compresa tra i 5 e i 20 anni che vivono tutti insieme nella stessa casa seguiti da una piccola ma risoluta suorina (Sr. Aleyamma ) e due padri (Ramesh e Prasad). La struttura possiede al suo interno la Dental Clinic dove ho prestato servizio come igienista dentale. Purtroppo, essendo sola, ho fatto quello che ho potuto, ma come obiettivo principale mi sono prefissata la prevenzione e la motivazione all’igiene orale quotidiana soprattutto orientata verso i più piccoli, tra i 5 e i 12 anni. Ho eseguito ablazioni del tartaro e sigillature dei solchi e ho cercato, per quanto possibile, di motivarli al corretto utilizzo dello spazzolino. L’impresa non è stata facile, considerando la loro scarsa conoscenza in materia, ma spero di aver fatto una piccola “breccia” nelle loro testoline. I primi giorni, oltre alla pulizia generale del riunito, mi sono dedicata a un piccolo inventario dei materiali presenti nella clinica, segnando le cose mancanti e valutando il funzionamento del riunito, che in linea generale va abbastanza bene. A seguito ho deciso di dare un tocco di colore ai muri con disegni e foto che hanno riscosso un gran successo! Ho avuto l’onore di avere un ottimo assistente, Kumar, uno dei ragazzi più grandi: il suo aiuto è stato davvero prezioso. È stata un’esperienza unica e toccante; il mio cuore è tornato a casa colmo d’amore, di quell’amore che in silenzio ciascuno di quei ragazzi mi ha regalato giorno per giorno. Buon Deepa Nivas a tutti coloro che verranno dopo di me! Elisa Peradotto Deepa Nivas, gennaio 2013 corticale, la riduzione dello stress sulla corticale nel post carico e una migliore stabilità secondaria dell’impianto grazie anche all’aumentata superficie di contatto tra osso e impianto. Grazie al suo particolare design, l’impianto Aurea presenta una facilità di inserimento in osso di tipo III e IV e dimostra nel tempo una riduzione del riassorbimento osseo. Lo stimolo ai processi di riparazione ossea viene amplificato dal profilo autofilettante di Aurea, grazie al quale il clinico può contare sulla massima direzionalità – modificabile in corso d’opera – nell’inserimento dell'impianto e ridurre i tempi chirurgici. Per quanto riguarda la piattaforma implantare, il sistema integra una tecnologia di modifica della stessa tra impianto e connessione del pilastro protesico, allontanando il gap protesico dell'osso marginale: in tal modo il rimodellamento osseo durante la formazione dello spazio biologico risulta minimo. Il sistema implantare Phibo, sviluppato per riabilitazioni personalizzate, utilizza i pilastri Syntesis, realizzati su misura per ogni paziente mediante Cad-Cam, con la partecipazione attiva del medico, che convalida il disegno finale in funzione delle esigenze di ciascuna ria- bilitazione. Questi pilastri, progettati direttamente da Phibo, possono essere realizzati con qualunque tipo di geometria, altezza e angolazione, su qualunque sistema implantare. Per informazioni: Phibo Italy srl Tel. 02.66594857 Fax 02.6122682 www.phibo.com << << DENTAL MARKET Laser Implantologia WISER DOCTOR SMILE TAPERED SELF THREAD «I laser a diodo sono oggi una realtà indispensabile per il moderno studio odontoiatrico e i benefici che portano a pazienti e odontoiatri ripagano velocemente l'investimento in tecnologia» spiegano dall’azienda Lambda spa presentando il nuovo laser Wiser della linea Doctor Smile, grazie al quale interventi di parodontologia, chirurgia, implantologia, endodonzia, terapia e sbiancamento diventano rapidi e meno dolorosi. Wiser è compatto e funziona senza fili né pedali, rivelandosi estremamente pratico e facilmente spostabile da un riunito all’altro. Questo laser diodo, in grado di sviluppare un picco di potenza di 12W, si ricarica in sessanta secondi grazie alla tecnologia Super Cap e può essere usato per diversi interventi senza l’intralcio di cavi, spine e alimentatori. Grazie ai tip intercambiabili non è necessario tagliare o spellare la fibra. I tip sono riutilizzabili e si cambiano velocemente per i diversi interventi con la massima igiene. Il display a colori permette di visualizzare i parametri di potenza, tempo e modalità del laser grazie al software che guida l’operatore nella rapida selezione dei numerosi trattamenti preimpostati. La tastiera di controllo luminosa è una superficie liscia priva di pulsanti a vista, progettata per la massima praticità anche nella pulizia. Inoltre il laser è corredato da esaustivi protocolli clinici e video esplicativi forniti su CD. Il Wiser diventa uno strumento ancora più versatile con il manipolo Flat Top AB2799 sviluppato grazie alla collaborazione con il professor Alberico Benedicenti, per terapia antalgica e biostimolazione. Per informazioni: Lambda spa Tel. 0444.349165 [email protected] www.doctor-smile.com www.wiserlaser.com Da oltre vent’anni l’azienda israeliana Hi-Tec Implants (distribuita in Italia da Odontes srl) punta sull’innovazione nel settore dentale e implantologico. La stretta collaborazione con università rinomate in tutto il mondo ha contribuito alla creazione e allo sviluppo di una sistematica affidabile, semplice ed economica. L’impianto Tapered Self Thread è adatto a tutte le condizioni di densità ossea dove si prevede di intervenire con il protocollo di estrazione a carico immediato o differito. La particolare forma conica-cilindrica della fixture, la filettatura decrescente con spire maggiormente pronunciate apicalmente e la connessione in- terna profonda, accoppiata a una connessione conometrica variabile con esagono interno profondo, antirotazionale e vite protesica passante, ne fanno un impianto molto versatile e indicato per la maggior parte dei casi clinici. L’impianto Tapered Self Thread è un impianto bifasico in titanio grado 4, con superficie attiva differenziata in tre zone ad alta integrazione “Integrated Surface”. Mount di inserimento utilizzabile come abutment provvisorio e vite chirurgica inclusa nella con- Implantologia Ortodonzia SKY FAST&FIXED KOMET SOFT CUTTER Il sistema Sky fast&fixed di Bredent punta ora a una maggiore libertà protesica. Oltre alle protesi con avvitamento occlusale, già disponibili, sarà ora possibile realizzare anche soluzioni con avvitamento trasversale o anche con la combinazione di entrambe in base alle esigenze cliniche. In tal modo sarà possibile avvitare occlusalmente la protesi provvisoria e in modo trasversale quella definitiva. All’innovazione dell’avvitamento trasversale autocentrante è stato anche applicato il principio del sistema Security-Lock, affermatosi già da oltre un decennio per gli avvitamenti individuali su protesi preconfezionate a supporto implantare. Grazie a una coulisse circolare intorno all’abutment è possibile posizionare in modo ottimale l’accesso all’avvitamento trasversale. La cappetta protesica viene fissata su tre punti, prevenendo in tal modo un’eventuale inclinazione e permettendo alla cappetta di autocentrarsi. Grazie alla posizione leggermente inclinata della vite, la cappetta protesica, durante la sua applicazione, viene spinta basalmente sulla piattaforma dell’abutment. La filettatura nella costruzione secondaria permette il disinserimento e l’inserimento della protesi, senza dover rimuovere la vite dal manufatto. La vite viene svitata e riavvitata con poche rotazioni. Grazie alla cappetta protesica calcinabile preconfezio- nata, la lavorazione sarà semplice e veloce. Con l’incollaggio del manufatto nel cavo orale del paziente viene garantito il fit-passivo della costruzione protesica. Con questo sistema di avvitamento trasversale possono essere utilizzati tutti i materiali per la realizzazione dei manufatti protesici - come leghe non nobili, leghe auree, ossido di zirconio o polimeri ad elevate prestazioni, come il Bio HPP. Anche per ciò che concerne il rivestimento estetico non vi sono limitazioni - dal sistema di rivestimento estetico visio.lign, all’innovativo composito crea.lign, fino alla ceramica. L’avvitamento trasversale della protesi, oltre a maggiori libertà protesiche, consente di rimuovere in pochi secondi il manufatto protesico e di eseguire periodicamente le sedute di igiene professionale. Altra novità in casa Bredent è l’introduzione di abutment dritti Sky fast&fixed con differenti altezze gengivali. Questi abutment sono ora disponibili nelle altezze gengivali da 1, 2 e 4 mm. «Grazie a queste innovazioni – spiegano dall’azienda – gli odontoiatri avranno maggiori possibilità nella riabilitazione di pazienti over 50, preservandoli da una completa edentulia ed incontrando la loro piena soddisfazione grazie a una soluzione protesica fissa e immediata». Per informazioni: Bredent srl Tel. 0471.469576 Fax 0471.469573 [email protected] www.bredent-medical.com I fresoni Komet sono conosciuti per l'eccellente affilatura, la durata e la qualità del taglio. Nel caso del Soft Cutter (SC1.104.055), specifico per apparecchi ortodontici e altri manufatti costituiti da parti in resina e metallo, Komet ha dovuto percorrere volutamente tutta un’altra strada. La motivazione principale alla base del Soft Cutter è quella di evitare del tutto l’eventualità di rovinare gli apparecchi ortodontici con fili, i provvisori a gancio o le protesi parziali. È seccante in fase di rifinitura, quando si fanno i ritocchi conclusivi o dei piccoli aggiustamenti sulle parti in resina, danneggiare i fili e i ganci contigui. Gli elementi così danneggiati si possono 34 fezione. Questo versatile sistema implantare è disponibile in quattro diametri (3.30, 3.75, 4.20 e 5.00 mm) e cinque lunghezze (8, 10, 11.5, 13 e 16 mm). La versione Short ha invece un diametro di 6 mm e lunghezze di 6, 8, oppure 10 mm. Per informazioni: Odontes srl Tel. 02.38103089 Fax. 02.33910888 [email protected] www.odontes.it www.hitec-implants.com fratturare durante l’uso successivo o in fase di attivazione. Il nuovo Soft Cutter risolve il problema in modo delicato: la parte operativa dalla forma speziale è prodotta in un materiale high-tech. Il Soft Cutter permette di eseguire correzioni dettagliate sulle parti in resina nei punti di passaggio dalla resina ai fili o altri elementi metallici, senza per questo rovinare o irruvidire – anche senza volerlo – le superfici metalliche. Un fresone delicato, dunque, studiato in maniera specifica per apparecchi ortodontici. Per informazioni: Komet Italia srl Tel. 02.67076654 [email protected] www.komet.it Implantologia EXACTA NP Le più recenti evidenze cliniche sul mantenimento dei livelli di osso crestale hanno portato alla realizzazione del nuovo impianto, Exacta NP, che va a completare la gamma dei dispositivi implantologici Exacta, supportata da 25 anni di risultati e follow-up. L’impianto Exacta NP è indicato nei siti post estrattivi e in presenza di spazio protesico limitato, di biotipi gengivali sottili, nei casi di rigenerativa verticale e orizzontale e in tutti i casi di impianto totalmente sepolto e/o sottocrestale. In considerazione del posizionamento degli impianti a livello dell’osso cresta- le, Exacta NP è caratterizzato dall’estrema riduzione dei colletti levigati, dalla presenza di un bordo libero sul perimetro delle chiusure protesiche (Switch Platform) e un complesso trattamento di superficie, consistente nella sabbiatura e mordenzatura associato a un rivestimento idrofilico esteso fino al livello crestale. La microfilettatura della porzione crestale e le ridotte piattaforme protesiche creano tutti i presupposti per un efficace e sicuro mantenimento dell’osso crestale perimplantare e della salute dei tessuti molli circostanti, permettendo al clinico di otte- nere la migliore estetica dei profili gengivali in ogni caso di chirurgia: a una fase e carico immediato e a due fasi con carico protesico differito. L’impianto è dotato di una nanosuperficie superidrofilica, raggiunta attraverso un processo elettrochimico, in una soluzione acquosa contenente ioni di calcio fosfato, mirato ad ottenere un sottile rivestimento di calcio fosfato sulle superfici implantari. Per informazioni: Biaggini Medical Devices srl Tel. 0187.509575 [email protected]