SHOTOKAN RYU ®
SCUOLA DI
KARATE
Associazione Sportiva Dilettantistica Shotokan Ryu - Via Aldo Moro, 6 - 23878 Verderio Supre (Lc) - Tel. 039.511876 - Fax 039.9281325
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SHOTOKAN RYU
1a Lezione: SCOPRIAMO IL KARATE-DO
Cosa vuol dire karate-do?
KARA (vuoto) – TE (mano) – DO (Via).
Significa quindi “VIA DELLA MANO
VUOTA”, perciò non vengono usate armi.
Il nome antico di karate era to-de, “mano
cinese”. All’inizio del XX secolo il termine
to-de si trasformò in karate perciò, non più
mano cinese ma “mano vuota” priva di armi.
In seguito il M° Gichin Funakoshi
modificò l’ideogramma da “mano vuota”
a “vuoto da preoccupazioni, affanni,
timori…” ed aggiunse all’ideogramma di
karate il suffisso do (via), trasformandolo
in KARATE-DO inserendo così il karate
nelle arti marziali.
La storia
2
La storia del karate tradizionale inizia da
un arcipelago a sud del Giappone, le isole
Ryukyu, e in particolare, da una di queste,
Okinawa, dove veniva già praticata
un'arte marziale chiamata Okinawa-te.
L’Okinawa-te era praticata esclusivamente dai
nobili, che la tramandavano di generazione
in generazione. Secondo le credenze
popolari, la nascita del Karate è dovuta alla
proibizione dell'uso delle armi nell'arcipelago
delle isole Ryukyu. Nei secoli XVII e XVIII le
condizioni dei nobili di Okinawa cambiarono
notevolmente: l'improvviso impoverimento
delle classi alte, costrinse molti nobili a
dedicarsi al commercio o all’artigianato e
fu grazie a questo appiattimento tra i due
ceti che l'Okinawa-te iniziò a penetrare
anche al di fuori della casta dei nobili.
La storia del karate, nella tradizione di
Okinawa, assume contorni più definiti,
Impariamo a contare fino a 10
in giapponese
I NUMERI (kazu):
1
2
3
4
5
=
=
=
=
=
ICHI
NI
SAN
SHI
GO
6
7
8
9
10
=
=
=
=
=
ROKU
SHICI
HACHI
KU
JU
grazie al M° Sokon Matsumura che, fu il
primo a codificare un metodo sistematico
di apprendimento. Il suo stile era chiamato
Shuri-te (arte marziale di Shuri) in
quanto Matsumura era residente proprio
nella città di Shuri. Egli basò il proprio
insegnamento su tre punti fondamentali:
la pratica dell'arte autoctona di Okinawa,
l’arte giapponese della spada (Jigenryu) e la pratica delle arti cinesi. Nacque
così il vero e proprio Tode (metodo
che raggruppava le varie arti marziali
dell'epoca).
Il ruolo del M° Matsumura nella storia del
Karate fu importante in quanto formò molti
allievi, alcuni tra loro divennero Maestri,
contribuendo a far evolvere quest'arte.
Tra loro ci fu il M° Anko Itosu (1830-1915)
che ebbe il grande merito di introdurre il
karate nelle scuole di quell’epoca.
Più tardi, nel 1922, a seguito delle
prestigiose esibizioni del M° Gichin
Funakoshi (1868-1957) a Tokyo, il
karate venne conosciuto anche al di fuori
dell’isola di Okinawa e del Giappone.
Il nome SHOTOKAN
Il nome Shotokan nacque dallo pseudonimo di calligrafo SHOTO (fruscio della
pineta) utilizzato dal M° Funakoshi per firmare le proprie poesie.
Il primo dojo di karate-do fu costruito nel
1938 dagli allievi del M° Funakoshi, il quale
lo denominò SHOTOKAN, ricordando così
il luogo, ovvero la pineta dove lui soleva
raccogliersi a scrivere poesie. Fu così
che anche il suo metodo di insegnamento
prese lo stesso nome.
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2a Lezione: IL LUOGO, LA DIVISA E LE CINTURE COLORATE
Dove pratichiamo il karate-do?
mettersi in SEIZA per il saluto (vedi figura).
Il DOJO è il luogo dove si pratica il karatedo. Il dojo è un luogo di rispetto.
Al primo saluto l’allievo di grado più alto
comanda:
Che cosa indossiamo quando
pratichiamo il karate-do?
La divisa si chiama “karate-gi”. La divisa
è uguale per tutti ed è composta: dalla
giacca, dai pantaloni, entrambi di colore
bianco, e dalla cintura che è colorata a
seconda del grado raggiunto.
Si narra che il primo karate-gi
fu
confezionato dal M° Funakoshi, che
prese spunto dalla divisa del Judo, in
occasione della prima dimostrazione in
pubblico effettuata alla presenza del M°
Jigoro Kano presso il Kodokan di Tokyo.
Prima di allora non esisteva una vera e
propria divisa; per l’allenamento venivano
utilizzati indumenti comodi di tutti i giorni o
semplici pantaloni corti a causa del clima
caldo-torrido dell’isola di Okinawa.
Il karate-gi, nel karate tradizionale è privo
di ornamenti (semplicità) ed è di colore
bianco (simbolo della purezza).
Il karate si pratica a piedi nudi.
Il saluto
“Il karate inizia e finisce con il saluto”.
Il saluto in giapponese si traduce in
“REI” ed è un segno di rispetto (non
sudditanza).
All’inizio ed al termine della lezione gli
allievi si dispongono in fila, per ordine di
grado, rivolti verso il Maestro.
L’allievo con il grado più alto comanda
“SEIZA” (seduti) e gli allievi, dovranno
“SHOMEN NI REI”. Sia il Maestro che gli
allievi, sono girati nella stessa direzione,
e il saluto è rivolto a tutti coloro che
hanno permesso che il karate venisse
tramandato fino ai giorni nostri;
Il secondo saluto “SENSEN NI REI” viene
rivolto al Maestro, che a sua volta si rivolge
agli allievi per un rispetto reciproco;
Il terzo saluto “OTAGAI NI REI” è tra gli
allievi.
Infine comanda “KIRITSU” (in piedi) e
solo a questo punto gli allievi potranno
alzarsi per iniziare o terminare la lezione.
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Posizione SEIZA
Saluto
L
e
cinture colorate fino alla cintura nera
Nel tempo, con lo studio e la pratica del
karate, si acquisiscono livelli sempre più
alti, che sono suddivisi in "gradi".
Inizialmente sono distinti dal colore della
cintura: bianca, gialla, arancio, verde, blu,
marrone e nera 1° dan.
Il raggiungimento della cintura nera 1°
dan non deve essere visto come punto di
arrivo, ma come punto di partenza nello
studio del karate tradizionale. Da quel
momento in poi i diversi livelli vengono
distinti in funzione del numero dei “DAN”.
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3a Lezione: REGOLE DI COMPORTAMENTO
Come dobbiamo comportarci quando
siamo nel dojo e come relazionarci con
il nostro Maestro e i nostri compagni
di pratica.
La pulizia: lavarsi i piedi e le mani
prima di entrare nel dojo.
L’ordine: presentarsi alle lezioni con
il karate-gi pulito e ordinare i vestiti
e le scarpe quando ci si cambia per
indossare il karate-gi.
La puntualità: arrivare sempre in orario
alle lezioni, almeno 10 minuti prima. Se
sei in ritardo prima di entrare nel dojo
attendi il permesso del Maestro.
Il rispetto: nel dojo e negli spogliatoi non
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si urla o schiamazza. Si entra e si esce dal
dojo sempre con il saluto. Rispettare ed
aiutare sempre i compagni più piccoli di te
o meno esperti. Seguire con attenzione e
le lezioni.
Ricorda: per imparare bisogna ascoltare.
Com'è strutturata una lezione in
sintesi
a)Si inizia sempre con il il saluto come
forma di rispetto verso il Maestro e
verso gli altri praticanti.
b)Segue un momento ludico-educativo in
cui si dedica una parte della lezione ad
un gioco per riscaldamento muscolare
e la preparazione alla lezione.
c)
Poi si fa ginnastica, ed alcuni
esercizi di stretching, da eseguire
da soli o in coppia, sviluppati
appositamente per mantenere tono
ed elasticità muscolare.
d)A questo punto si inizia lo studio del
karate:
kihon (tecniche fondamentali)
kumite (tecniche di combattimento)
kata (forma)
e) La lezione termina con il saluto finale.
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4a Lezione: KHION (tecniche di base - fondamentali)
KIHON: tecniche di base
È lo studio delle tecniche fondamentali del
karate come: pugno, parata, percossa,
calcio, posizione, spostamento, ecc.
Lo studio del kihon inizia con la prima tecnica dal primo giorno e non finisce mai.
Attraverso la pratica continua e ripetuta
delle tecniche fondamentali si contribuisce
alla ricerca e allo sviluppo delle capacità
necessarie al praticante per progredire.
KIME: massima potenza e concentrazione
Il Kime, nella pratica del karate, può essere definito come "focalizzazione della massima potenza esplosiva del colpo" in un
punto stabilito.
Il kime rappresenta l’unione tra azione,
energia e concentrazione.
KIAI: grido
È l'urlo espresso nel momento dell'impatto di una tecnica di karate con la massima
energia psicofisica.
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5a Lezione: POSIZIONI E SPOSTAMENTI
Le posizioni (tachikata)
Le fondamenta per l’esecuzione di
una tecnica efficace sono costituite da
una corretta e salda posizione, oltre
che dall’equilibrio e dalla armonica
coordinazione di tutte le parti del corpo.
Le posizioni di base del karate riguardano
soprattutto la parte inferiore del corpo.
Infatti tecniche potenti, veloci, precise
e fluide possono essere eseguite solo
partendo da una base sicura e stabile.
Importante è la posizione del baricentro:
più è situato in basso maggiore è la stabilità.
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Posizione naturale o SHIZEN-TAI: il
corpo rimane rilassato ma pronto al
movimento.
Le principali posizioni
Musubi-Dachi: piedi a contatto con i
talloni e le punte divaricate.
Heisoku-Daci: piedi uniti e paralleli fra
loro.
Hachiji-Dachi: gambe aperte e punte dei
piedi rivolte all’infuori.
Uchi-hachiji-Dachi: gambe aperte e
punte dei piedi rivolte all’interno.
Heiko-Dachi: gambe aperte e piedi
paralleli fra loro.
Kiba-Dachi: gambe aperte e piegate
con i piedi paralleli fra loro. È chiamata
“posizione del fantino” perché è come
essere seduti sul dorso di un cavallo.
Zenkutsu-Dachi: posizione frontale.
Kokutsu-Dachi: posizione basata sulla
gamba posteriore.
Fudo-Dachi: questa posizione è anche
conosciuta come Sochin dachi. Essa è
una combinazione tra Zenkutsu-dachi e
Kiba-dachi.
Sanchin-Dachi: posizione a clessidra. La
larghezza tra i piedi è equivalente a quella
dei fianchi.
Neko-Ashi-Dachi: è una posizione molto
elastica, somigliante alla posa di un gatto
pronto a spiccare un balzo.
Hangetsu-dachi:
questa
posizione
sta a metà tra lo Zenkutsu-dachi e il
Sanchin-dachi.
Gli spostamenti (sabaki)
Gli spostamenti nel karate vengono eseguiti
nella maniera più razionale possibile.
Avanzare, indietreggiare, girare, spostarsi
a destra o a sinistra, non sono semplici
azioni per muovere il corpo, ma sono
tecniche che permettono la difesa e
l’attacco. Infatti, bisogna muoversi
rapidamente con destrezza senza mai
perdere l'equilibrio, mantenendo il
baricentro sempre alla stessa distanza
dal suolo.
Nel karate lo spostamento effettuato
con tempismo, precisione e senso della
distanza rappresenta la massima efficacia
ed è indice di grado superiore.
Alcuni spostamenti tra i più importanti
Yori Ashi: muoversi con entrambi i piedi
contemporaneamente in avanti, indietro
o lateralmente, senza mutare la posizione
delle gambe.
Tsugi Ashi: avvicinare la gamba posteriore
a quella anteriore con conseguente
slancio in avanti del corpo.
Kirikaeshi: cambiare gamba, mantenendo
la posizione frontale.
Kaiten Ashi: rotazione. Invertire la
direzione ruotando le anche, mantenendole
alla stessa altezza.
Mawatte: cambiare fronte. In questo modo
cambiamo il fronte della nostra guardia.
Naore: tornare in posizione naturale.
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6a Lezione: TECNICHE DI PUGNO E DI PARATA
Tecniche di pugno (tsuki waza)
Nel karate la mano è la parte del corpo
usata con più frequenza. Nel pugno la
parte che si utilizza per colpire è formata
dalle nocche dell’indice e del medio (con
la mano chiusa). Per ottenere un pugno
efficace occorre che la mano sia ben
chiusa, il polso forte, la traiettoria segua
una linea retta senza cambiare direzione
e la velocità di esecuzione elevata.
necessario valutare la distanza, la forza e la
direzione dell’attacco e reagire muovendo
un solo braccio o entrambi in modo da
proteggersi.
A seconda della zona che subisce
l’attacco, le tecniche di parata fondamentali
si distinguono in:
I principali tipi di pugno
Jodan-Uke: parate di attacchi al viso
Chudan-Uke: parate di attacchi al tronco
Gedan-Uke:parate di attacchi verso il
basso.
Seiken-Choku-Zuki: pugno diretto
I principali tipi di parata
Si esegue da fermo in posizione di HachijiDachi e colpisce con la parte anteriore del
pugno (seiken).
Jodan Age Uke: parata alta
È una delle tecniche di base per parare
un attacco di pugno al viso. Para l’attacco
con la parte inferiore del polso spingendo
con forza il braccio verso l ‘alto. Termina la
parata con l’avambraccio, inclinato verso
l’alto.
Soto Uke: parata dall'esterno all'interno
Sposta di lato il braccio dell’avversario
che ti attacca con un movimento circolare
dell’avambraccio dall’esterno verso l’interno.
Uchi Uke: parata dall'interno all'esterno
Devia un attacco diretto al busto
spostando il braccio dell’attaccante,
dall’interno verso l’esterno.
Gedan Barai: parata verso il basso
È una delle parate utilizzate contro un
attacco alla parte bassa del corpo. Devia
l’attacco indirizzando l’avambraccio verso
il basso e di lato parando un pugno o un
calcio diretto al basso addome.
Shuto Uke: parata con la mano a coltello
Para un attacco di pugno o di calcio con il
bordo della mano aperta.
Oi-Zuki: pugno lungo
Dalla posizione frontale si avanza di un passo
effettuando un attacco di pugno col braccio
corrispondente al piede che avanza.
Gyaku-Zuki: pugno opposto
Si colpisce con il braccio opposto alla
gamba anteriore.
Kizami-Zuki: pugno corto o improvviso.
La tecnica consiste nella distensione del
braccio anteriore con la rotazione del
polso, il tutto anticipato dal movimento di
gambe che "spingono" in avanti la tecnica
Tecniche di parata (uke waza)
Il tradizionale significato del karate si
esprime al meglio nelle tecniche di
parata. Proteggere se stessi è il vero
“budo”.
L’applicazione corretta di una parata
deve essere tale da mettere in difficoltà
l’attaccante, perché ciò avvenga è
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7a Lezione: TECNICHE DI CALCIO
Tecniche di calcio (keri)
Nell’esecuzione di una tecnica di calcio è
molto importante avere un buon equilibrio
poiché il corpo è sostenuto da una sola
gamba; quindi bisogna mantenere il piede
di sostegno appoggiato saldamente al suolo. Dopo l'impatto ritirare immediatamente il
piede che calcia prima di riporlo al suolo.
Questa tecnica consiste nel centrare il
bersaglio che sta
dietro. Colpisce con
il tallone, utilizzando
la spinta di tutta la
gamba.
Vi sono due modi di calciare:
Mawashi-Geri: calcio circolare
Keage: (calcio slanciato)
Colpisce con un movimento forte e rapido
(effetto frusta).
Kekomi: (calcio spinto)
Il piede deve colpire il bersaglio quando
la gamba è completamente tesa (effetto
ariete).
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Ushiro-Geri: calcio all'indietro
I principali tipi di calcio:
Mae-Geri: calcio frontale
Sollevare il ginocchio
portandolo all’altezza del
petto e lanciare il piede
con un forte movimento
a frusta verso il bersaglio
avendo come fulcro il ginocchio. Dopo aver eseguito il calcio, riportare
velocemente indietro la
gamba prima di appoggiare il piede al suolo.
Yoko-Geri: calcio laterale
Mira a centrare un bersaglio laterale. Colpisce con il taglio del piede (sokuto). Può
essere di tipo spinto (Kekomi) oppure
slanciato (Keage).
Sollevare la gamba in
modo che la coscia e
il polpaccio siano paralleli al suolo. Calciare
con lo slancio del piede dall'esterno verso
l'interno con un ampio
cerchio ruotando i fianchi, senza alzarsi sulla
punta del piede di appoggio che deve restare ben saldo al suolo. Colpisce con la
parte anteriore del piede (Koshi) appena
sotto le dita.
Ura Mawashi-Geri: calcio circolare opposto
Sollevare la gamba
in modo che la coscia e il polpaccio
siano paralleli al
suolo. Calciare con
lo slancio del piede
dall'interno
verso
l'esterno con un ampio cerchio ruotando i fianchi, senza
alzarsi sulla punta del piede di appoggio
che deve restare ben saldo al suolo. Colpisce con il tallone (Kakato).
SHOTOKAN RYU
8a Lezione: KATA (forma)
La parola KATA nella lingua giapponese
significa FORMA.
Il KATA è un esercizio individuale che rappresenta un combattimento reale contro
più avversari immaginari.
Nell'esecuzione del KATA è di grande importanza la perfezione delle tecniche, delle
posizioni e degli spostamenti, il tutto supportato da un atteggiamento mentale intenso e profondo "Zanshin".
Zanshin si traduce in "ZAN"= mantenere,
"SHIN"= spirito, letteralmente "mantenere
lo spirito pronto".
Il Kata eseguito con Zanshin, non è più
solo un aspetto estetico, ma diventa un
vero combattimento in cui occorre esprimere efficacia, sia dal punto di vista tecnico che strategico.
L’esecuzione di un KATA è caratterizzata
da diversi punti: ogni KATA inizia con il saluto (REI); tutte le tecniche devono essere
eseguite con il corretto uso della respirazione, della contrazione e decontrazione
addominale (KIME) che, in due particolari
momenti esplodono nel KIAI (grido).
I KATA DEL KARATE SHOTOKAN
KATA DI BASE
Taikyoku prima causa
Heian nidan
mente pacifica n.2
Heian shodan mente pacifica n.1
Heian sandan mente pacifica n.3
Heian yondan mente pacifica n.4
Heian godan
Tekki shodan
mente pacifica n.5
cavaliere di ferro n.1
KATA DI STILE
Bassai-dai
Kanku-dai
penetrare la fortezza
scrutare il cielo
Jionamore e riconoscenza
Hangetsu
Empi
mezza luna
volo di rondine
KATA DI SPECIALIZZAZIONE
Jitte
Tekki nidan
Gankaku
Bassai-sho
Kanku-sho
Tekki sandan
Sochin
Unsu
Nijusho
Gojushiho-sho
Gojushiho-dai
Chinte
Meikyo
Jiin
Wankan
dieci mani
cavaliere di ferro n.2
gru sulla roccia
penetrare la fortezza
scrutare il cielo
cavaliere di ferro n.3
forza e calma
mani di nuvola
ventiquattro passi
cinquantaquattro passi
cinquantaquattro passi
mano straordinaria
specchio luminoso
tempio dell'amore
corona di re
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9a Lezione: KUMITE (combattimento)
Il termine giapponese KUMITE viene
tradotto con la parola “combattimento”.
Il KUMITE è un metodo di allenamento in
cui sono applicate praticamente tutte le
tecniche di attacco e di difesa apprese
nei KATA. Chi lo pratica deve dimostrare
il proprio potenziale, senza venire a
contatto con il corpo dell’avversario per
non arrecargli danni. Ciò è possibile
grazie ad un adeguato allenamento.
Vi sono 5 tipi di KUMITE:
Gohon Kumite: combattimento a cinque
passi.
10
I due praticanti si pongono uno di fronte
all'altro dichiarando in anticipo la tecnica
di attacco. La pratica si effettua su cinque
attacchi avanzando e cinque parate
indietreggiando. All'ultima tecnica i due
contendenti, esprimono la massima potenza
psicofisica emettendo il Kiai (urlo).
Sanbon Kumite: combattimento a tre
passi.
I due praticanti si pongono uno di
fronte all'altro dichiarando in anticipo la
tecnica di attacco. La pratica si effettua
su tre attacchi, uno diverso dall'altro,
avanzando e tre parate, adeguate
all'attacco, indietreggiando. All'ultima
tecnica i due contendenti esprimono
la
massima
potenza
psicofisica
emettendo il Kiai (urlo).
Kihon Kumite: combattimento a un
passo.
I due praticanti si pongono uno di fronte
all'altro dichiarando in anticipo la tecnica
di attacco. La pratica si effettua su un
solo attacco e una parata, e a ogni azione
esprimono la massima potenza psicofisica
emettendo il Kiai (urlo).
Jiyu Ippon Kumite: combattimento semi
libero.
I due praticanti si dispongono in KAMAE
(guardia libera) e si muovono liberamente.
Chi attacca dichiara la parte del corpo
verso cui indirizzerà l’attacco. Chi si
difende utilizza la tecnica di difesa più
adeguata e contrattacca. Questo tipo di
combattimento, anche se è dichiarato,
prevede strategia e fantasia nello
spostamento per poter avere successo.
Jiyu kumite: combattimento libero
I
contendenti
possono
attaccare
liberamente, senza dichiarare il tipo
di tecnica che utilizzeranno. Sapendo
che anche l'altro praticante può a sua
volta attaccare, per affrontare questo
combattimento
occorre:
strategia,
velocità, destrezza, coraggio, sapersi
anche difendere all'ultimo istante... Il Jiyu
kumite è una pratica riservata solo agli
atleti più esperti.
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10a Lezione: DOJO-KUN
Il DOJO-KUN, ovvero le regole del luogo
dove si studia e si segue la “VIA“ (ricerca
della perfezione).
L’origine del dojo-kun riporta agli albori
dell’arte marziale. Si dice che il primo dojokun tragga origine dal monaco buddista
Bodhidharma del monastero di Shaolin.
Nel karate fu introdotto dal maestro
Sukagawa di Okinawa e recepito in tutte
le sue derivazioni. Ancora oggi l’essenza è
rimasta intatta nel nostro stile tradizionale.
Il dojo-kun è formato dai cinque principi che
determinano il cammino di un praticante di
karate tradizionale.
DOJO KUN
I PRINCIPI DEL KARATE TRADIZIONALE
1) Il karate è via per migliorare il carattere
一、人格完成に努むること (pronuncia) hitotsu, jinkaku kansei ni tsutomuru koto
2) Il karate è via di sincerità
一、誠の道を守ること
(pronuncia)
hitotsu, makoto no michi wo mamoru koto
3) Il karate è via per rafforzare la costanza dello spirito
一、
努力の精神を養うこと (pronuncia) hitotsu, doryoku no seishin wo yashinau koto
4) Il karate è via di rispetto universale
一、礼儀を重んずること (pronuncia) hitotsu, reigi wo omonzuru koto
5) Il karate è via per acquisire autocontrollo
一、血気の勇を戒むること (pronuncia) hitotsu, kekki no yu wo imashimuru koto
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SHOTOKAN RYU ®
Associazione Sportiva Dilettantistica
VERDERIO SUPERIORE - MERATE - CONCOREZZO
SCUOLA DI
KARATE
Come la punta
di un iceberg,
le tecniche
spettacolari
sono l’aspetto
più evidente
nel karate
tradizionale,
ma celano
un profondo
contenuto di
valori umani
culturali e
filosofici
TRADIZIONALE
CORSI
SPECIFICI
PER
BAMBINI,
RAGAZZI,
RAGAZZE
E ADULTI
LUOGO E ORARIO DELLE LEZIONI
CONCOREZZO
MERATE
VERDERIO SUP.re
Scuole Elementari
di via Marconi
GIORNI E ORE
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(non al palazzetto dello sport)
GIORNI E ORE
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Lunedì 17.00 - 20.00 Martedì-Venerdì 17.00 - 20.00
Lunedì-Giovedì18.00 - 21.00 Mercoledì Giovedì Sabato* 10:00 - 11.15
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Mercoledì 18.00 - 20.30
maschile e femminile
*speciale per adulti
speciale agonisti
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