Workshop “Il trasferimento dei risultati e delle innovazioni del CRA” Analisi dei fabbisogni di ricerca e innovazione alla luce delle politiche di interesse per lo sviluppo rurale Dr.ssa Ines Di Paolo 16/06/2010 Perché analizzare i fabbisogni di R & I L’attuazione di politiche di sviluppo realmente rispondenti alle sfide poste dalle problematiche odierne, in un tempo che muta anche velocemente, ha bisogno di alimentarsi con continue innovazioni prodotte dal mondo della ricerca Analizzare il fabbisogno di R&I sulla base degli obiettivi/interventi previsti dalle politiche per lo sviluppo, consente di valutare se e in che misura l’attuale offerta di innovazioni risponde alle priorità individuate dalle anzidette politiche. La valutazione dei risultati offerti della ricerca secondo gli obiettivi di sviluppo consente di ri-orientare, se necessario, le politiche a sostegno della ricerca. Ricadute specifiche sulle politiche per lo sviluppo agricolo-rurale La valutazione dei risultati della ricerca in riferimento agli obiettivi di sviluppo posti dalle politiche agricole-rurali può consentire di qualificare nell’immediato gli interventi previsti dai PSR 2007-2013, ed in particolare quegli interventi che – nelle diverse misure per lo sviluppo rurale (es. 121, 122, 123, 124, 125, 214, ecc.) – vanno a sostenere lo sviluppo o l’introduzione di innovazioni. Ciò tenuto conto che: -la conoscenza e l’innovazione rappresentano un ambito di intervento che attraversa trasversalmente il PSN ed i PSR regionali, e che - tale impostazione risulta ulteriormente esaltata a seguito della recente verifica dell’“Health check” della PAC e dell’adozione del Recovery Plan dell’UE, con cui si sono rese disponibili risorse aggiuntive per inserire/potenziare specifiche azioni (tra cui il sostegno all’adozione di innovazioni rispondenti alle cosiddette “nuove sfide”). Alcuni elementi di fondo per l’analisi della domanda di R&I nel contesto agricolo-rurale 1. Le politiche agricole e rurali (dell’UE, degli SM e ancor più delle Regioni) concentrano il loro interesse verso un “sapere condiviso” che ben si coniughi con le esigenze di imprese agricole, territori e relative popolazioni e che mirino a risolverne i problemi reali. 2. Il fabbisogno di innovazione dipende dai contesti territoriali (problematiche e potenzialità) a cui l’innovazione stessa è destinata e dal tipo di agricoltura che vi si vuole sviluppare (es. per produzioni di massa che assicurino al sufficienza alimentare nel pianeta? per produzioni di qualità? specializzata? diversificata? per il presidio del territorio?, ecc.). 3. Il fabbisogno di innovazioni tecnologiche per il settore agricolo, agroalimentare e rurale è oggi sicuramente più differenziato rispetto al passato, poiché è legato ad obiettivi strategici di sviluppo che sono molto più vasti ed articolati (non solo competitività aziendale in termini di produttività e riduzione dei costi di produzione, ma anche qualità, orientamento al mercato, organizzazione di filiera, competitività territoriale, tutela del territorio e dell’ambiente, ecc.). Analisi della domanda di R&I alla luce dell’Asse 1 dei PSR Asse 1 - Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale R&I finalizzata a: - incremento redditività aziendale attraverso: la riduzione costi di produzione e di filiera; la valorizzazione commerciale o l’integrazione dei redditi. - miglioramento qualità e salubrità prodotti. - valorizzazione dei prodotti tipici e tradizionali. - qualità dei sistemi dei servizi di assistenza/consulenza alle imprese e di formazione delle risorse umane. - miglioramento infrastrutturazione agricola e rurale. Analisi della domanda di R&I alla luce dell’Asse 2 dei PSR Asse 2 - Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale R&I finalizzata a: - tutela risorse naturali. - diminuzione impatto ambientale. - benessere animale. Analisi della domanda di R&I alla luce degli Asse 3 e 4 dei PSR Asse 3 – Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale; Asse 4 – Leader R&I finalizzata a: - diversificazione attività aziendali. - valorizzazione risorse endogene. - valorizzazione prodotti tipici/tradizionali locali. - diversificazione economia locale. - qualità del capitale umano dei territori rurali. - miglioramento infrastrutture e servizi (qualità della vita) nelle aree rurali. Analisi della domanda di R&I alla luce delle sfide Health Check della PAC (1) R&I finalizzata a: 1. adattamento ai cambiamenti climatici e mitigazione dei relativi effetti, ossia - riduzione emissioni gas-serra o altre emissioni negative e miglioramento della qualità dell’aria; - contrasto degli effetti negativi di fenomeni meteorologici traumatici per la produzione agricola. 2. energie rinnovabili, ossia sostituzione dei combustibili fossili e riduzione delle connesse emissioni negative. 3. gestione delle risorse idriche, ossia - razionalizzazione dell’uso dell’acqua e miglioramento della capacità delle riserve idriche; - riduzione inquinamento, tutela e miglioramento della qualità delle acque naturali. 4. biodiversità, ossia conservazione della diversità genetica di popolazioni vegetali/animali e della biodiversità degli habitat naturali. … Analisi della domanda di R&I alla luce dell’Health Check della PAC (2) R&I finalizzata a: 5. misure di accompagnamento della ristrutturazione del settore lattierocaseario, ossia - aumento redditività e miglioramento competitività; - sviluppo dei potenziali effetti positivi connessi all’attività produttiva. 6. … 7. sviluppo di infrastrutture per internet a banda larga nelle zone rurali, ossia sviluppo reti a banda larga per ridurre l’isolamento di determinate aree rurali, soprattutto di quelle meno accessibili. (la sesta “sfida” riguarda proprio il sostegno specifico all’innovazione per i primi 4 grandi obiettivi comunitari) Fabbisogno di R&I alla luce delle politiche di coesione Le politiche UE di coesione economica e sociale (in particolare quelle sostenute dal FERS), prevedono esplicitamente le aree rurali quali ambiti di intervento, in relazione a specifici obiettivi e quindi a relativi fabbisogni di innovazioni, afferenti per es. a: - ITC nelle aree di montagna e rurali in ritardo; - nuovi prodotti e processi produttivi più ecocompatibili; - modalità di riqualificazione ambientale (inclusi i terreni contaminati); - gestione delle risorse idriche (incluso trattamento acque reflue) e gestione dei rifiuti; - lotta ai fattori influenzanti i cambiamenti climatici e protezione da eventi naturali traumatici (sistemi di controllo, sistemi di protezione, ecc.); - energie rinnovabili (tra cui da biomassa); - tutela biodiversità e patrimonio naturale; - modelli di diversificazione delle zone rurali e strategie di marketing territoriale; - soluzioni infrastrutturali e logistiche più idonee per aziende e territori rurali - creazione e sviluppo di strumenti finanziari. Ambiti di intervento sovrapponibili con le azioni finanziate dal FEARS (demarcazione sulla base della dimensione territoriale dell’intervento aziendale e/o territoriale: di più “piccola scala” per la politica di sviluppo rurale). Fabbisogni di innovazione “trasversali” allo sviluppo rurale - Messa a punto di sistemi informativi e modelli di analisi per la valutazione degli effetti dell’intervento pubblico per lo sviluppo agricolo-rurale, in grado di fornire in tempi rapidi le indicazioni utili alla programmazione delle politiche. - Sviluppo di sistemi e strumenti di monitoraggio e valutazione delle attività di ricerca e di servizi, per migliorare la qualità complessiva del sistema di ricerca e trasferimento di conoscenza, agevolando la produzione e adozione delle innovazioni di cui necessita lo sviluppo rurale. Coerenza tra la ricerca finanziata dalle Regioni e gli obiettivi di sviluppo rurale (1) Strumento di analisi: BD regionale con circa 1350 ricerche per 14 Regioni aderenti: 61 Abr. (2005-2009), 79 Bas. (1995-2010), 80 Camp. (2002-2009), 245 Em.R. (20002004), 63 Fr.V.G. (1999-2007), Lig. (0), 106 Lomb. (1999-2003), 192 Piem. (20022003), 99 Puglia (1997-2008), 223 Sic. (1999-2008), 109 Tosc. (1997-2007), 92 Ven. (2000-2006), Umbria (0), Sard. (0). Ambiti di studio e loro coerenza con gli obiettivi delle politiche agricole-rurali Ambiti e n. ricerche Obiettivi PSR interessati - Tematiche carattere economico (inclusi aspetti organizzativo-gestionali): n. 221 = 16% del totale (sopr. in Sic., Piem., Tosc.), di cui 86 relativi ad aspetti “micro” (aziendali) e 75 su commercializzazione, marketing e sviluppo mercati. - Strutture, impianti, macchinari e attrezzature: n. 78 (Sic., Em.R. e Tosc.). - Sistemi qualità a sicurezza alimentare: n. 73 (Camp. e Em.R.). - Sistema conoscenza: n. 29, sopratt. su consulenza (Piem. e Em.R.) Ob. Asse 1 Coerenza tra la ricerca finanziata dalle Regioni e gli obiettivi di sviluppo rurale (2) Ambiti e n. ricerche Obiettivi PSR interessati - Tematiche carattere ambientale: n. 316 = 23% del totale (sopr. in Ven., Tosc., Friuli, Sic. e Piem.), di cui: 116 per biodiversità (Ven., Piem., Puglia e Tosc.) Ob. Asse 2 e sfida 4 HC Ob. Asse 2 e sfida 3 HC 46 per risorse idriche (Em.R. e Tosc.) Ob. Asse 1, Asse 2 e sfida 2 HC 30 per energia e produzioni agro-energetiche (Abr.) 7 per aria e modificazioni climatiche (Em.R.) 18 per alberi, foreste e sistemi vegetazionali 41 per suolo (Sic. e Piem.) 10 per Territorio/Paesaggio Ob. Asse 2 e sfida 1 HC Ob. Asse 2 (ma anche sfida 4 HC) Ob. Asse 2 e Asse 3 - Valutazione materiali genetici vegetali (n. 90: Sic., Ven. e Puglia) e animali (n. 39: Tosc. e Sic.) Ob. Asse 1, Asse 2 e sfida 4 HC Coerenza tra la ricerca finanziata dalle Regioni e gli obiettivi di sviluppo rurale (3) Ambiti e n. ricerche Obiettivi PSR interessati - Modelli produttivi ecosostenibili: n. 171 (sopr. in Piem., Abr., Sic. e Lomb.), di cui 61 per agricoltura bio e 13 per allevamento bio Ob. Asse 2 e sfida 4 HC -Trasformazione e gestione residui di lavorazione: n. 21 (Camp.) - Gestione reflui zootecnici: n. 9 Ob. Asse 1 e Asse 2 - Protezione, sanità e benessere animale: n. 53, di cui 30 per sanità e 15 per benessere animale - Prodotti biologici: n. 18 Ob. Asse 1, Asse 2 e sfida 4 HC - Prodotti tipici/tradizionali: n. 148 = 11% del totale (sopr. in Em.R., Piem. e Sic.) Ob. Asse 1 e Asse 3 - Patrimonio agricolo-rurale e promozione territoriale: n. 28 - Settore lattiero-caseario: n. 97 (Em.R. e Lomb.) = al 39% delle ricerche relativa al comparto animale e al 9% di quelle relative a tutti i comparti produttivi agricoli Ob. Asse 3 Ob. sfida 5 HC Coerenza tra la ricerca finanziata dalle Regioni e gli obiettivi di sviluppo rurale (4) Informazioni di sintesi 900 800 700 600 500 400 300 200 100 Asse 3 Asse 2 Asse 1 0 Asse 1 (n. 800): in prevalenza tematiche di carattere economico, prodotti tipici/tradizionali, materiali genetici vegetali e animali Asse 2 (n. 710): in prevalenza modelli produttivi ecosostenibili (agric. bio), biodiversità, risorse idriche e suolo Asse 3 (n. 160): in prevalenza prodotti tipici/tradizionali, patrimonio agricolo-rurale e marketing territoriale Coerenza tra la ricerca finanziata dalle Regioni e gli obiettivi di sviluppo rurale (5) Ambiti poco o per nulla indagati -Strumenti di ingegneria finanziaria in agricoltura (Asse 1 e 3) - Metodi di raccolta e smaltimento/valorizzazione rifiuti e residui colturali (Assi 1 e 2) - Agricoltura di precisione (Assi 1 e 2) - Modelli produttivi multifunzionali, come agricoltura sociale (Assi 1, 2 e 3); modelli di sviluppo locale integrato (Asse 3); rapporto città - campagna e modelli di sviluppo agricoltura periurbana (Asse 3) - Soluzioni infrastrutturali/logistiche, tra cui ITC e banda larga (Assi 1 e 3); progettazione di servizi per aree rurali (Asse 3) - Sistema della conoscenza per le aree rurali (Asse 3) - Metodi di valutazione delle politiche - Metodi di valutazione della ricerca Aspetti metodologici della ricerca necessaria per le politiche di sviluppo rurale - Interdisciplinarietà: rappresenta necessariamente il futuro per la ricerca su grandi temi (cambiamenti climatici, biodiversità, ecc.); - Maggiore integrazione tra ricerca teorica di base e ricerca applicata; - Maggiore integrazione tipi diversi di conoscenza (conoscenza locale/scientifica; produttori/utenti conoscenza); - Ruolo del privato: ricerca senza soluzione di continuità tra l’ambito pubblico e quello privato (progetti integrati). Quindi: su problematiche complesse, è opportuno che enti finanziatori della ricerca non disperdano le scarse risorse in tanti microprogetti dalle dubbie ricadute pratiche, ma si uniscano a scala interregionale (o anche internazionale) per sostenere grandi progetti affrontati da gruppi interdisciplinari. Uno sguardo al futuro… Nelle varie posizioni del dibattito in corso sulle prospettive della PAC post-2013, il mercato è considerato la forza dominante, per cui la tendenza è quella di concentrare gli aiuti sulla produzione dei cosiddetti public goods. Necessità di stimare il valore economico servizi ambientali, sociali e ricreativi (ambito di studio ancora poco sviluppato), per poter stabilire l’ammontare dei contributi, costruendo nel frattempo un ponte tra ricerca scientifica e società Grazie per l’attenzione