Modelli di curve di luce ottiche di sistemi binari attivi Antonino F. Lanza 11 maggio 2004 Modelli stellari • I modelli stellari classici assumono che le stelle siano sistemi a simmetria sferica ed in equilibrio; • Deviazioni da tali condizioni si possono produrre per effetto di: – Rotazione; – Binarietà; – Campi magnetici. Effetti dei campi magnetici • Nel Sole possiamo osservare in dettaglio gli effetti prodotti dai campi magnetici nell’atmosfera di una stella: – Disomogeneità spaziale; – Variabilità temporale; – Processi non termici di trasporto dell’energia. L’atmosfera solare La fotosfera del Sole Modelli dell’interazione tra campi magnetici e plasmi nelle stelle • I regimi idrodinamici e magnetofluidodinamici caratteristici del Sole e delle stelle corrispondono a un numero di gradi di libertà 1027 ; • I modelli numerici devono essere basati su un approccio notevolmente semplificato (modelli a campo medio); • L’osservazione dei fenomeni deve dunque guidare lo sviluppo dei modelli teorici e fornire i dati che permettono di sottoporli a verifica. Importanza dello studio dei sistemi binari stretti • Elevati livelli di attività magnetica di tipo solare si riscontrano nei sistemi binari della classe RS Canum Venaticorum (EM ~ 102 – 104 EM ); • I parametri delle componenti si possono misurare con incertezza di ~ 1-2% (massa, raggio, velocità di rotazione); • Durante le eclissi il disco della componente occultante permette di effettuare una scansione del disco della componente occultata (eclipse mapping); • L’attività magnetica potrebbe produrre effetti misurabili sul moto orbitale su tempi scala delle decine di anni. Rappresentazione schematica del prototipo RS CVn I dati disponibili • Non è possibile risolvere direttamente i dischi delle componenti dei sistemi binari; • Le disomogeneità fotosferiche possono essere studiate mediante l’analisi della variazione del flusso nelle bande ottiche in funzione della fase orbitale (curva di luce); • Per diversi sistemi del tipo RS CVn sono disponibili sequenze di curve di luce che coprono intervalli di circa 20-30 anni. Analisi delle curve di luce • Diverse metodologie sono state sviluppate per analizzare le curve di luce dei sistemi binari attivi; • Esse tengono conto della deviazione dalla simmetria sferica dovuta alla rotazione ed alla binarietà e permettono di ricostruire la distribuzione delle disomogeneità associate con i campi magnetici. Curve di luce del prototipo RS CVn e modello della distribuzione delle macchie sulla componente K2IV AR Lacertae Informazioni ottenibili dalle curve di luce • Le mappe ottenute dalle curve di luce non sono uniche e vanno considerate come uno stadio intermedio dell’analisi; • I risultati finali comprendono: – La rilevazione di longitudini preferenziali per la formazione delle macchie; – La determinazione della variazione dell’area macchiata in funzione del tempo. Caratterizzazione dell’attività stellare • Determinazione degli effetti della binarietà sulla distribuzione in longitudine dei campi magnetici; • Cicli di attività; • Rotazione differenziale (utilizzando le macchie come traccianti); • Connessione tra attività magnetica e dinamica dei sistemi binari stretti (modulazione del periodo orbitale). Modulazione del periodo orbitale e ciclo di attività in RS CVn Informazioni per una tesi sperimentale • Materia: Astronomia (Prof. M. Rodonò, Prof. A. C. Lanzafame); • Pre-requisiti: corsi di Astronomia, Astrofisica e Fisica solare. Proposte di temi per una tesi sperimentale 1) Analisi di una sequenza di curve di luce di un sistema binario attivo mediante i codici già sviluppati: – – – – studio della distribuzione delle regioni attive; cicli di attività; possibile connessione con la dinamica orbitale; confronto con i modelli dinamo; 2) Sviluppo di nuove metodologie di analisi e dei relativi codici numerici (richiede conoscenze di Fortran 77 e di elementi di programmazione); 3) Modelli teorici per l’interpretazione dei risultati ottenuti in precedenti lavori di analisi (richiede conoscenze di idrodinamica e magnetoidrodinamica). Attività stellare e rilevazione di pianeti extrasolari Antonino F. Lanza 11 maggio 2004 Metodi di rilevazione • Perturbazioni periodiche della velocità radiale; • Transiti; • Pulsar timing; • Microlensing; • … Classi di pianeti extrasolari • Hot Jupiters (velocità radiale): Porb > 2.5 giorni; • Very hot Jupiters (transiti + velocità radiale) [OGLE-TR-56, 113, 132]: Porb ~ 1.2 – 2.0 giorni.; • Pianeti di tipo terrestre ? (Pulsar timing; es. PSR B1257+12). Illustrazione pittorica e curva di luce del transito di un hot Jupiter sul disco di una stella di tipo solare Rilevazione di pianeti di tipo terrestre • Il metodo più adeguato è quello dei transiti; • Occorre una precisione relativa nelle misure fotometriche dell’ordine di 10-4 ; • Tale livello di precisione è raggiungibile con le attuali tecniche di fotometria CCD con telescopi su satellite (missioni spaziali COROT, Kepler); • L’attività magnetica di tipo solare è la principale causa di rumore e false rivelazioni per le stelle di bassa sequenza principale. Transiti planetari ed attività magnetica • I grandi gruppi di macchie solari producono variazioni relative del flusso ottico di F/F 2.2 · 10-3 ; • Il transito di un pianeta delle dimensioni della Terra sul disco di una stella analoga al Sole produce una variazione: F/F 10-4 ; • La differenza nei tempi scala dei due fenomeni può essere usata per distinguerli. Sviluppo di metodi per ridurre gli effetti dell’attività magnetica • Collaboriamo con i colleghi della missione COROT per sviluppare tecniche in grado di ridurre l’impatto dell’attività magnetica nella rivelazione dei transiti; • Esse sono basate su modelli della variabilità del Sole trattato come stella (disco non risolto); • Possono essere estese anche a stelle di diverso tipo spettrale e velocità di rotazione. Variabilità solare osservata dall’esperimento VIRGO con sovrapposto il transito di un pianeta di tipo terrestre RP = 2.2 RTerra , Porb = 30.0 giorni, M=1.0 M Proposta di un tema di tesi sperimentale • Collaborare allo sviluppo di tecniche per ridurre l’impatto dell’attività magnetica nella rivelazione di pianeti extrasolari, in particolare pianeti di tipo terrestre.