INDICE DI PEARL N° di gravidanze per 1200 mesi d’uso I.P.= N° di mesi di uso del metodo INDICE DI PEARL Il contraccettivo ideale dovrebbe avere un I.P.<1 Esempi: Pillola contraccettiva I.P. 0.07-0.5 Profilattico I.P. 1-10 Ogino-Knaus I.P. 25-35 I Metodi Contraccettivi Naturali Definizione L’OMS ha definito metodi naturali di contraccezione quei”metodi per pianificare o evitare le gravidanze basati sull’osservazione dei segni e sintomi naturali della fase fertile ed infertile del ciclo mestruale”. Fertilità della donna La fertilità della donna si manifesta ciclicamente e solo nella breve fase del ciclo mestruale, della durata di circa 2436 ore, quando l’ovocita maturo, avvenuta l’ovulazione, è libero nella tuba di Falloppio. Fasi del ciclo Prima fase INFERTILE Seconda fase FERTILE Terza fase INFERTILE Importante è il riconoscimento soggettivo di ogni donna di una serie di segni clinici legati al variare dei livelli ormonali durante il ciclo mestruale Quali coppie possono ricorrere a M.C.N. Coloro che hanno una perfetta conoscenza delle fasi del ciclo mestruale Le donne che hanno un ciclo regolare Non è consigliabile l’utilizzo M.C.N. Coloro che non hanno una perfetta conoscenza delle fasi del ciclo mestruale Le donne che hanno un ciclo irregolare Le donne che hanno avuto da poco il menarca o sono prossime alla menopausa Efficacia dei metodi naturali Si calcola che nel primo anno d’uso vi sia una quota di fallimento intorno al 20%, la percentuale di gravidanze può essere drasticamente abbassata se i rapporti sessuali vengono limitati al periodo postovulatorio. Quali sono i metodi contraccettivi naturali M.C.N. Ogino-Knaus (o metodo del calendario) Temperatura basale Metodo Billings Sintotermico Persona Ogino-Knaus Definito anche metodo del calendario, cerca di stabilire la potenziale base fertile. 28-19=9 28-11=17 Esso infatti stabilisce rispettivamente il primo e l’ultimo giorno della fase fertile, in media dal 9° giorno al 17° giorno. La quota di fallimento è tra le 14 e le 50 gravidanze su 100 anni/donna. Temperatura Basale Questo metodo utilizza la misurazione giornaliera della temperatura corporea basale, rilevata al mattino a digiuno, al fine di identificare il momento dell’ovulazione, e quindi la fase fertile. L’aumento di T° indica l’ovulazione, e la possibilità di rapporti sicuri dal terzo giorno successivo al massimo aumento della temperatura fino alla comparsa del nuovo ciclo mestruale. Metodo di Billings Nel corso del ciclo mestruale, si verificano delle variazioni nelle caratteristiche del muco cervicale Con l’aumentare dei livelli di estrogeno aumenta la quantità di muco e diminuisce la viscosità Con l’aumentare dei livelli di progesterone, il muco diventa scarso e vischioso Metodo di Billings Dopo la mestruazione, muco cervicale scarso (sensazione di secchezza vaginale) Prima dell’ovulazione, fluidificazione del muco cervicale, a chiara d’uovo (sensazione di umidità, persiste per circa 3 giorni) Dopo l’ovulazione , il muco cervicale è scarso e vischioso (sensazione di secchezza vaginale), periodo sicuro dura circa 10 giorni. Metodo di Billings Metodo soggettivo per ogni donna Metodo facile da utilizzare: in uno studio del 1981 il 95% delle donne, indipendentemente dalle condizioni socio economiche, si è dimostrato capace di riconoscere il periodo fertile in base alle condizioni del muco Se usato correttamente, efficace nel 97% dei casi Sintotermico Il metodo sintotermico si basa sulla correlazione tra la temperatura basale e le modificazioni del muco cervicale. Viene definito infertile il periodo in cui dopo tre giorni consecutivi di aumento della temperatura basale, si associa una netta riduzione del muco cervicale, fino alla ricomparsa del nuovo ciclo. L’efficacia del metodo varia da 5-35 gravidanze su 100 anni/donna. Persona Questo metodo utilizza il dosaggio immunologico nelle urine, mediante uno stick dell’estrone-3-glucuronide e dell’LH, per identificare i 6-10 giorni del ciclo mestruale che sono a maggiore rischio di gravidanza. Rilevando la presenza di questi due ormoni (che sono espressione di imminente ovulazione), vengono identificati i giorni fecondi dai non fecondi. Questo metodo è composto da test-stick e da un piccolo monitor che identifica i giorni fertili con il colore rosso, i non fertili con il verde, mentre la comparsa di luce gialla indica la necessità di ripetere il test con le prime urine della giornata. METODI DI BARRIERA Svolgono un’azione meccanica Ostacolo alla penetrazione degli spermatozoi in vagina (Condom) Ostacolo alla penetrazione degli spermatozoi nel canale cervicale (Diaframma) Metodi Di Barriera Diaframma Fin dall’inizio degli anni ’60 metodo contraccettivo più utilizzato in Inghilterra e in America. Attualmente non più di 2-3 milioni di donne nel mondo lo utilizzano Metodi di barriera Diaframma Il materiale di costituzione è la gomma vulcanizzata. Ha una forma a cupola la cui base è costituita da un anello metallico. Inserito in vagina si dispone tra la parete posteriore della sinfisi pubica e il fornice posteriore nascondendo la vagina e la cervice Metodi di Barriera Diaframma Azione contraccettiva Barriera meccanica al passaggio dello sperma Impedisce la neutralizzazione dell’ambiente acido vaginale da parte del muco cervicale, rendendolo ostile agli spermatozoi Efficace vettore per creme e spermicidi Metodi di Barriera Diaframma Si inserisce circa tre ore prima del rapporto e mantenuto in situ per sei ore dopo il rapporto. Non deve essere utilizzato dopo il parto per almeno sei settimane Metodi di Barriera Diaframma Svantaggi rispetto al Condom Tipo e dimensione del diaframma devono essere adeguate per ogni singola paziente Necessita di diverse “prove” per assicurarsi del corretto posizionamento Requisiti per un metodo contraccettivo nella fascia di età adolescenziale Facile reperibilità Basso costo Semplicità d’uso Sicurezza contraccettiva Minimo coinvolgimento di altri Possibilità di uso saltuario Assenza di effetti collaterali Non interferenza sul futuro riproduttivo Protezione contro MTS Da un rapporto ASPER pubblicato nel 2000 tra le adolescenti solo il 4,8% delle ragazze utilizza la pillola, la maggioranza usa il profilattico o il coito interrotto e il 16% non utilizza alcun metodo contraccettivo. Efficacia contraccettiva La pillola, assunta correttamente, è la metodica contraccettiva più “sicura”, infatti è gravata da una percentuale di insuccesso compresa tra 0,16- 0,30 casi /100 donne l’anno, segue il profilattico con 3,5- 4 casi /100 donne l’anno, il coito interrotto con 6,5-7 casi /100 donne, gli spermicidi e le schiume con 12 casi/100 donne, i metodi naturali (Ogino-Knaus, Billings, temperatura basale) con oltre 15 casi/100 donne l’anno. Vantaggi: – – – – – – – – – CONDOM facile reperibilità disponibili senza prescrizione e visita medica assenza di controindicazioni e/o effetti collaterali costo contenuto relativa semplicità di uso buona sicurezza contraccettiva protezione per MTS riduzione rischio di K cervice possibilità di interrompere l’uso quando si desidera Svantaggi: – scarso passaggio di informazione su uso e su rischio di rottura (sicurezza non elevata) – interferenza con l’atto sessuale – rare manifestazioni allergiche Il profilattico va utilizzato tutte le volte che si è a rischio di esposizione o trasmissione di una MTS. si preferisce usare un metodo che si può interrompere in qualunque momento come metodo di riserva (la partner ha dimenticato di assumere il contraccettivo orale) esistenza di controindicazioni verso altri metodi contraccettivi rapporti sessuali solo occasionalmente preoccupazione degli effetti collaterali di altri metodi Contraccezione ormonale Contraccezione ormonale Orale Pillola monofasica Pillola bifasica Pillola trifasica Minipillola (solo progestinico) Intercezione (pillola del giorno dopo) Contraccettivi iniettabili (long-acting) Impianti steroidei sottocutanei Anelli vaginali dismettenti steroidi I contraccettivi ormonali più utilizzati sono associazioni tra un estrogeno di sintesi ed un progestinico. Etinil-estradiolo Caratterizzato nella sua composizione chimica da un anello A insaturo degli estrogeni e da un gruppo etinilico in posizione 17 alfa. Caratteristiche farmacologiche dell’etinil-estradiolo Dosaggi: 50,35,30,20 e 15 µg/die Rapido assorbimento dopo somministrazione orale, a livello gastrico. Solfatazione intestinale Deconiugazione con riattivazione Circolo enteroepatico o escrezione con la bile Importante first-pass metabolism (40-60%) sopratutto per la grande variabilità della coniugazione intestinale Picco plasmatico dopo 1-2 ore Emivita variabile da 13 a 27 ore. Progestinici Analoghi sintetici del progesterone naturale con modificazioni della struttura molecolare atte a fornire un aumento della potenza farmacologica, attraverso un incremento dell’affinità di legame al recettore e della resistenza al catabolismo dell’organismo, dopo assunzione orale. Progestinici impiegati nei C.O. 17 idrossiderivati del progesterone: Ciproterone acetato (CPA) Medrossiprogesterone acetato (MAP) 19 norderivati del testosterone: Noretisterone acetato Levonorgestrel (LNG) gestodene (GSD) norgestimato desogestrel (DSG) Derivati dell’alfa spironolattone: drospirenone Meccanismo d’azione dei C.O. Diminuzione della secrezione di gonadotropine, con consegunte soppressione dell’attività ovarica, in particolare, dell’ovulazione; Effetto di tipo progestinico sulle ghiandole cervicali, con aumento della viscosità del muco cervicale e conseguente difficoltà di penetrazione per gli spermatozoi; Effetto di tipo estro-progestinico sull’endometrio, con soppressione della proliferazione, assenza di mitosi ghiandolari, edema stromale, diminuzione delle secrezioni (asincronismi maturativi), con risultato di una iporecettività all’impianto Effetti positivi della contraccezione orale Ruolo protettivo verso: Cisti ovariche funzionali Anemia sideropenica Dismenorrea Malattia infiammatoria pelvica Gravidanze ectopiche Osteopenia secondaria ad ipoestrogenismo Acne, seborrea, ipertricosi Ruolo da confermare verso: Artrite reumatoide Patologia mammaria benigna Patologia tiroidea benigna Ulcera peptica Situazioni in cui l’impiego dei C.O. richiede un’attenta valutazione del rapporto Rischi/Benefici Anemia falciforme Colecistopatia asintomatica Dermopatie estrogeno-correlate Diabete mellito Dislipidemia Emicrania comune Episodi depressivi Malattie renali Morbo di Chron Patologie che richiedono farmaci induttori enzimatici: epilessia, tubercolosi Altri sistemi di contraccezione ormonale che agiscono a diversi livelli Preparati iniettabili (MAP): ispessimento del muco cervicale, blocco del picco di LH alterazioni dell’endometrio. Contraccezione d’emergenza post-coitale: ritardo o blocco dell’ovulazione, riduzione della recettività endometriale all’impianto. Minipillola:solo progestinico: ipotrofia dell’endometrio Intrauterina (IUD) Cerotto contraccettivo (estrogeno e progestinico): attività simil pillola. Anello vaginale:rilascio di ormoni direttamente in vagina Sistema ormonale intrauterino Rappresentazione schematica del sistema nell’utero Sezione longitudinale dell’utero prima dell’inserzione del sistema Sezione trasversale dell’utero in presenza Controindicazioni Gravidanza in atto Donna nullipara, soprattutto se è giovane Storia personale di menorragia o menometrorragia Storia personale di malattia infiammatoria pelvica Gravidanza extrauterina tubarica Ipoplasia uterina Effetti collaterali e complicanze Possibilità di espulsione spontanea Menorragie o menometrorragie Malattia infiammatoria pelvica Aumentata incidenza di gravidanza extrauterina tubarica Effetti sulla sindrome climaterica: le vampate COS’ E’ UNA VAMPATA? Improvvisa sensazione di calore sulla cute del viso, del collo e del torace di solito accompagnata da sudorazione e in alcuni casi seguita da una sensazione di freddo. E’ una precoce manifestazione della instabilità vasomotoria che segue alla diminuizione degli estrogeni circolanti SPONTANEA CHIRURGICA MENOPAUSA VAMPATE Osservate in circa il 70% delle donne Dopo circa 9-10 anni dall’ultima mestruazione solo il 28 % delle donne lamenta ancora vampate La temperatura esterna non influenza il numero delle vampate ma può condizionarne la durata (3min) ORIGINE EXTRAGHIANDOLARE fegato Androstendione surrenalico Estrone Tessuto adiposo NON E’ SOLO UN FENOMENO SOGGETTIVO Modificazioni oggettive fisiologiche Aumento della temperatura corporea Diminuizione delle resistenze cutanee Aumento della conduttanza Aumento della frequenza cardiaca e respiratoria Aumento della velocità del flusso sanguigno Modificazioni elettrocardiografiche Persistono per alcuni minuti dopo la scomparsa della sensazione soggettiva di calore SUDORAZIONE PERSPIRAZIONE RIDUZIONE DELLA TEMPERATURA CORPOREA DI CIRCA 0.2 C PATOGENESI PROBABILE Alterata funzione termoregolatoria centrale che mira a provocare una dispersione di calore dal corpo conseguente ad una errata “lettura” della temperatura centrale da parte dei centri termoregolatori Falsa impressione di diminuizione della temperatura che dà avvio alla vampata, seguita da fenomeni termodispersivi capaci di riportare la temperatura corporea in equilibrio col nuovo set-point SITUAZIONE ORMONALE La vampata di calore si associa sempre ad un picco di LH Non si rilevano prima e dopo la vampata fluttuazioni dei livellii di estrone ed estradiolo La prolattina non presenta modificazioni Aumento del cortisolo del deidroepiandrosterone e androstenedione Review 46 trials con 17 E2 e CCEE Non sono apparse significative differenze nell’efficacia (buona) sulle vampate di calore (riduzione n° di vampate settimanali significativa rispetto al placebo) e negli effetti non desiderati: tensione mammaria, sanguinamento vaginale. Nelson HD Jama, 2004 April Anello vaginale L’anello vaginale che libera 50 o 100 mcg/die di estradiolo riduce significativamente numero ed intensità dei sintomi vasomotori. Speroff Obstet Gynecol 2003 Newsweek, 2002 Jun And now for a hot flash NAMS Il NAMS raccomanda variazioni dello stile di vita insieme con sostanze non ormonali per sintomi di media entità, riservando gli estroprogestinici a quelli più accentuati. Am Fam Physician, Jul 2004 DAMES DAMES (Decision at Menopause Study) 293 donne fra i 45 ed i 53 aa. In più della metà erano presenti sintomi accentuati in particolar modo vampate di calore, turbe del sonno e cefalea Menopause, 2004 Vampate e carcinoma della mammella Nelle donne operate e trattate per carcinoma della mammella le vampate di calore insorgono rapidamente e sono di grande intensità. Questa sintomatologia è aggravata dall’uso di tamoxifene. Hoda D. et al. Breast J 2003 Fattori di rischio Studio con questionario su 6017 donne dimostra che l’età più avanzata, un elevato livello culturale ed esercizi fisici impegnativi diminuiscono il rischio di disturbi vasomotori, rischio che aumenta con un rapido incremento ponderale, annessiectomia, stile di vita non salutare, concomitanti problemi di salute e/o economici. Nelbrand C et al, Am J Obstet Gynecol, 2003 Fattori di rischio di vampate • • • • • Fumo di sigarette Livelli ormonali Body syze Menopausa chirurgica razza Whiteman MK et al, J Womens Healt, 2003 Over weight L’esercizio fisico moderato – intenso aumenta significativamente la gravità delle vampate di calore, diminuiscono i problemi di memoria. Campione: 173 donne in sovrappeso Aiello EJ et al. Menopause, 2004 Jul - Aug MODIFICAZIONI IN MENOPAUSA Apparato Genito-Urinario Utero Peso Volume Spessore Endometrio (<4-5 mm) Scomparsa componente ghiandolare Vulva Assottigliamento cute e sottocute Riduzione grandi labbra e quasi scomparsa piccole labbra Diradamento peli pubici Vagina Trasudazione parietale e produzione di muco cervicale Secchezza vaginale Prevalenza di cellule basali povere di glicogeno Acido lattico pH Vaginale (6-8) Spessore della mucosa Assenza delle rughe vaginali Fragilità vasale Facilità di erosione Ulcerazioni MENOPAUSA Diminuzione delle secrezioni ghiandolari e della trasudazione vaginale Ipoestrogenismo Diminuzione della libido e della frequenza dei rapporti sessuali Problematiche di relazione della coppia Assenza di stimoli meccanici Secchezza vaginale Rapporti sessuali dolorosi Danno alla mucosa vaginale Produzione fluidi lubrificanti vaginali Elasticità tessuti genitali Atrofia mucosa vaginale Accorciamento vagina Obliterazione fornici vaginali DISPAREUNI A Uretra Assottigliamento mucosa uretrale Sindrome uretrale della menopausa: Tenesmo, pollachiuria, disuria, cistiti Perineo Tono e tessuto elastico zona perineale Prolasso vescicale, uretrale Perdita angolo uretrovescicale: Incontinenza urinaria SINTOMI DA DEPRIVAZIONE ESTROGENICA Condizioni atrofiche Atrofia vaginale Dispareunia Prurito vulvo vaginale Sindrome del trigono vescicale Pollachiuria Disuria Cistiti HRT migliora la vascolarizzazione della vescica ed attenua la sintomatologia cisto – uretrale dopo la menopausa Battaglia C et al, Ultrasound Obstet Gynecol 1999 I dati confermano la presenza di ER nella parete vescicale e spiegano il ruolo degli estrogeni nel trattamento di disfunzioni del basso tratto urinario in menopausa Blakeman PJ et al, BJOG 2001 La terapia con estrogeni a lungo termine è utile nel trattamento dell’incontinenza urinaria dopo la menopausa. Fleishmann N et al, J. Urol 2002 MODIFICAZIONI IN MENOPAUSA SISTEMA CARDIO-VASCOLARE Menopausa e rischio cardio-vascolare Dopo la menopausa (con la cessazione dell’attività ovarica)il rischio di malattie coronariche nella donna si raddoppia e la mortalità per questo tipo di patologie tende ad eguagliarsi nei due sessi intorno ai 65 anni Nappi C. et al., 1998 Mortalità cardio-vascolare La mortalità cardio-vascolare aumenta drammaticamente nella donna di ben 17 volte dai 40 ai 60 anni passando rispettivamente dall’1-1,3 per mille per anno al 22,1 per mille per anno. Effetto degli estrogeni Sui lipidi e le lipoproteine Sulla parete arteriosa Estrogeni e lipidi Riducono i livelli ematici di colesterolo; Riducono colesterolo LDL ( gli estrogeni in realtà aumentano l’LDL colesterolo, ma aumentano in misura maggiore il suo catabolismo, per cui alla fine i livelli circolanti di LDL-colesterolo risultano diminuiti). Aumentano colesterolo HDL; Elevato rapporto HDL/LDL si associa ad un minor rischio cardio-vascolare. Estrogeni ed azione antiossidante Azione anti-aterosclerotica riducendo la possibilità di ossidazione a carico delle LDL e di accumulo dei lipidi sulla parete vasale. Estrogeni e parete arteriosa Presenza di recettori per tali ormoni sulla parete endoteliale (azione diretta); Favoriscono la vasodilatazione, mediante l’aumentata produzione di fattori rilassanti (EDRFs endothelial relaxant factors) e la diminuita produzione di fattori contraenti (EDCFs endothelial contraent factors); Riducendo quindi la possibilità di produzione della placca. Estrogeni e metabolismo delle prostaglandine Aumentano formazione di prostacicline ed ossido nitrico ad azione vasodilatante; Riducono il trombossano dotato di azione vasocostrittrice ed aggregante piastrinica, Effetti minori degli estrogeni Azione inotropa sul cuore Aumentato metabolismo periferico del glucosio; Conseguente diminuzione dell’insulinemia, che è dotata di effetto aterogenico sui vasi quando è elevata. CONCLUSIONI La spiegazione più probabile per questo aumento della mortalità femminile per malattie cardio-vascolari sembra essere legata al fatto che l’attività ovarica, in particolare la secrezione estrogenica, conferisce alla donna un effetto protettivo che si perde con lo stabilirsi della menopausa. Struttura dell’osso Osso Corticale Osso trabecolare Osteoporosi Patologia cronica progressiva che colpisce tutto lo scheletro, caratterizzata da un deficit quantitativo e qualitativo del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità scheletrica. Osteoporosi È caratterizzata da: • riduzione della massa ossea • deterioramento della micro-architettura Fragilità ossea Rischio fratture Modificazioni del tessuto osseo trabecolare (vertebra) Donna normale Donna osteoporotica (con frattura vertebrale) Borah, et al. Anat. Rec. 2001 Densità ossea nelle donne Skeletal mass (kg) 50 40 30 Peak bone mass 20 Menopause 10 Old age Puberty 0 0 10 20 30 40 50 60 70 80 Age (years) Adapted from Birdwood 1996 Osteoporosi: Diagnosi La densità ossea rappresenta il più importante indicatore del rischio di frattura La metodica DXA, a raggi X a doppia energia, rappresenta attualmente il gold standard Tecniche di valutazione della massa ossea a confronto VANTAGGI DXA Multidistrettualità. Valutazione di siti di rilevante valore clinico Valutazione di siti responsivi Elevata precisione standardizzata QUS Valutazione di molteplici proprietà dell’osso Assenza di radiazioni Costi bassi Elevata praticabilità SVANTAGGI Può valutare solo il contenuto minerale osseo Costo medio-alto Limitazione del personale addetto Variabili interferenti Monodistrettualità Valutazioni di siti periferici Ridotta responsività di alcuni parametri e/o siti Variabili interferenti Definizione di Osteoporosi secondo le indicazioni del WHO Definizione Normale Osteopenia Strategia T-Score > - 1 SD -1 SD > T-Score > - 2.5 SD Prevenzione Osteoporosi T-Score > - 2.5 SD Trattamento Severa Osteoporosi con frattura/e Osteoporosi WHO Technical Report Series: 843; 1994