SAMUELE BERNARDI E MATILDE MILANO La sua cucina ha origini plurisecolari (2500 anni) e nonostante “gli anni” primeggia ancora sia per tradizione che per qualità. Ai tempi di Alessandro Magno la cucina greca divenne un’arte vera e propria. I primi cuochi furono molto richiesti e molto ben retribuiti dai ricchi presso cui lavoravano. Il cappello che oggi caratterizza gli chef di tutto il mondo nasce proprio in Grecia. Infatti, nel medioevo i cuochi che lavoravano nelle cucine dei monasteri greci erano soliti indossare alti cappelli bianchi per distinguersi dai monaci che indossavano cappelli alti ma neri. Oggi la cucina greca, oltre ai normali ingredienti (principalmente pane, vino e olio, considerati simboli di vita e che non mancano mai a casa di un greco), contiene dosi di generosità, ospitalità ed entusiasmo. I pasti, infatti, sono considerati un mezzo per socializzare. Si può pranzare o cenare a qualsiasi ora del giorno, e il pranzo può durare anche diverse ore, perché non ci si siede solo per mangiare, ma anche per chiacchierare e brindare.Alla fine del pranzo quasi sempre si canta e si danza. La giornata inizia con la prima colazione che per la maggior parte dei greci consiste in un caffè greco, yogurt bianco o con miele e noci, un dolce o una fetta di torta consumati nel galaktopolio (latteria) o nello zaharoplastio (pasticceria). Si prosegue con il pranzo che viene consumato tra le 13 e le 15 e può essere o uno spuntino veloce o un pasto completo, seguito dall’immancabile riposo pomeridiano che si protrae fino alle 17 (è sconsigliabile telefonare ad un greco prima di quell’ora!). La cena viene consumata tra le 21 e le 23. Una cena completa comincia con gli antipasti (mezedes – μεζεδες) e/o con una minestra e prosegue con la portata principale che può essere a base di carne alla griglia o pesce. CAPPELLO BIANCO DA CHEF CAPPELLO NERO DEI MONACI GRECI Feta Souvlàkia Yogurt Moussaka Tipici della zona sono i dolci a base di pasta sfoglia, che troviamo in diverse varianti anche nei paesi vicini. Tra questi il Galaktomboúreko (sfoglia e crema), il Kataífi (sfoglia filettata ripiena con mandorle tritate e bagnata con sciroppo) e il Baklavás (strati di sfoglia alternati con mandorle tritate e miele), quest'ultimo molto comune anche nella vicina Turchia. Vi sono dolci a base di mandorle o di frutta secca e miele, come i Melomakárona (alla cannella e miele ricoperti con pistacchi) e i forni producono svariati biscotti molto simili a quelli che si trovano comunemente nelle regioni del Sud Italia. La Grecia è un grosso produttore di frutta e le marmellate abbondano sia come ripieno o guarnizione di crostate, sia come dolce a sé. Meritano di essere menzionati i dolci a base di sesamo come l'Halvas (tipico della Macedonia, alle mandorle o pistacchi, cannella e chiodi di garofano), il Ravaní e il Sámali (dolci sciroppati con zucchero, latte, scorza tritata di arancia e limone). Caffè Bevanda principe come in quasi tutti i paesi mediterranei, l' Ellinikós kafés (caffè greco) si beve lungo la giornata e non a fine pasto. Viene servito in tazza piccola da locali detti Kafenía e lascia sempre un sedimento che non viene bevuto. In molti bar viene servito il frappé, una bevanda fredda a base di caffè istantaneo nescafè, acqua, latte e ghiaccio. Kataifi Caffè greco Melomakàrona Galaktomboùreko Il sirtaki (in greco συρτάκι) è una danza popolare di origine greca. Nonostante ciò, che è comunemente e ampiamente pensato, non è un'autentica danza popolare, bensì fu creata nel 1964 per il filmZorba “Il greco”, sommando due versioni, una normale e un'altra più lenta, della danza greca hasapiko (in greco χασάπικος). Questo ballo, e la musica stessa (di Mikis Theodorakis), vengono anche chiamate Danza di Zorba. Caratteristica principale della danza e della musica è il fatto che il ritmo va aumentando. Il nome deriva dalla parola greca syrtos, tradizionale nome di una danza popolare con azioni di mescolamento dei partecipanti, in opposizione a pidiktos, stile di danza saltellante. Questo anche se il sirtaki contiene sia il syrtos, nelle parti più lente, che il pidiktos, negli elementi più rapidi. Nonostante la sua nascita recente, oggigiorno il sirtaki è una delle attrazioni culturali della Grecia. Il sirtaki si balla in formazione lineare o a cerchio con le mani sulle spalle del vicino. La formazione in linea è ritenuta più tradizionale. Conseguentemente, la danza inizia con movimenti più lenti e armoniosi, con passi che non si distaccano molto dal suolo ma che si trasformano gradualmente in azioni più veloci, spesso anche salti e balzi. R I T O R N O P A S S A T O AL IL PARTENONE LA LOGGIA DELLE CARIATIDI LA MASCHERA DI AGAMENNONE IL PARLAMENTO LA TORRE BIANCA La torre bianca di Salonicco è l'unico resto delle mura e delle opere di difesa edificate dai turchi attorno alla città. In questo edificio, un tempo chiamato "torre di sangue", durante la dominazione ottomana venivano eseguite le condanne a morte. I monasteri ortodossi delle Meteore, in Tessaglia, furono costruiti a partire dal XIV secolo sulla sommità di alte formazioni rocciose. Per raggiungere e rifornire di merci questi complessi sacri, anticamente i monaci utilizzavano scalette e montacarichi di corda, che venivano poi rimossi. Divenute WHS (World Heritage Site, luogo patrimonio dell'umanità) nel 1988, oggi le Meteore sono visitate da migliaia di turisti, che vi accedono attraverso ponti o scale scavate nelle roccia. In un'epoca molto lontana, si racconta che mentre Europa, era intenta a giocare con le sue ancelle le apparve un torello candido come la neve che altri non era che Zeus. Questo, dopo averla fatta montare sulla sua groppa, la portò a Creta dove si unì a lei e poco dopo da questa unione nacquero tre figli tra cui Minosse. Quando Zeus lasciò Europa, quest'ultima sposò il re di Creta il quale adottò i tre figli di Europa e li nominò suoi eredi legittimi. Alla morte di un suo fratello, Minosse rivendicò per se il trono di Creta dichiarando che quello era il volere degli dei e per essere certo di riuscire nell'impresa, pregò Poseidone di fare uscire qualcosa dalle acque del mare con la promessa di offrirlo poi in sacrificio al dio a testimonianza del volere degli dei. Poseidone accolse le preghiere di Minosse e fece uscire dalle onde del mare un magnifico toro bianco che valse a Minosse il regno di Creta. Quest'ultimo però, tanta era la bellezza del toro, non ebbe coraggio ad ucciderlo ed in sua vece sacrificò un altro toro. Il re del mare, offeso per l'affronto subito, si vendicò in modo crudele: nacque il Minotauro, una creatura dal corpo di uomo e la testa di toro che si nutriva solo di carne umana. In questo modo il dio del mare volle per sempre ricordare a Minosse quanto folle sia l'azione di un uomo che si ribella al potere degli dei. Minosse, quando vide la creatura, fece costruire un labirinto talmente intricato dal quale nessuno sarebbe potuto uscire per rinchiudervi il Minotauro, in modo che non avesse alcuna possibilità di fuga. Si costruì quello che è noto alla storia come il Labirinto di Cnosso. Vuole così la leggenda che il Minotauro venisse rinchiuso nel labirinto e che ogni anno sette giovani e sette fanciulle ateniesi (che erano stati vinti dal re di Creta) venissero sacrificati al Minotauro per saziare la sua fame di carne umana. Per due volte fu ripetuto il sacrificio fino a quando, alla terza spedizione, giunse a Creta Teseo, figlio del sovrano di Atene, che si finse parte del gruppo dei sacrificandi perchè voleva porre fine a quelle morti. L'impresa era molto difficile non solo perchè doveva uccidere il Minotauro, ma perchè una volta entrato nel labirinto, era impossibile uscirne. Il giovane chiese allora aiuto ad Arianna figlia di Minosse e sorellastra del Minotauro, alla quale dichiarò il suo amore e questa a sua volta, innamoratasi perdutamente di Teseo, si consigliò con Dedalo che gli suggerì di legare all'ingresso del labirinto un filo che sarebbe stato dipanato mano mano che si procedeva. In questo modo sulla via del ritorno, riavvolgendolo, si sarebbe trovata l'uscita. IL PORTO DI RODI IL VILLAGGIO DI LINDOS Colosso di Rodi. Gigantesca statua in bronzo rappresentante il dio Elio, patrono dell'isola di Rodi, annoverata tra le sette meraviglie del mondo. Alta 32 metri, era la statua più grande mai costruita nell'antichità. Ne fu autore un allievo dello scultore Lisippo, che la completò nel 292 a.C. dopo aver superato enormi problemi tecnici. Tra il 227 e il 224 a.C. fu distrutta da un terremoto. In assenza di testimonianze precise, la ricostruzione dell'aspetto del Colosso è solo ipotetica. Un'immagine molto diffusa a partire dal XVI secolo lo raffigura all'ingresso del porto di Rodi, con le gambe divaricate per consentire il passaggio delle navi e il braccio destro alzato a sorreggere una torcia. La Grecia portò con sé molti personaggi che sono rimasti nella storia: filosofi: Platone e Aristotele matematici: Euclide e Pitagora fisici: Archimede Aristotele medici: Ippocrate artisti: Fidia, Omero. Il padre della storia: Erodoto Platone Maria Callas, nome d'arte (New York, 1923 – Parigi, 1977), è stata un soprano statunitense di origini greche. Nata a New York da genitori greci, la Callas studiò ad Atene. Le sue straordinarie doti di soprano e attrice, il successo, artistico e mediatico, il mito costruito attorno a lei, le sono valsi l'appellativo di Divina. Nel 1957, ad un ricevimento a Venezia organizzato in suo onore incontrò per la prima volta Aristotele Onassis, famoso armatore greco. Nel 1973 la giornalista fiorentina Oriana Fallaci conobbe Alekos Panagulis, un leader dell'opposizione greca al regime dei Colonnelli e ne diventerà la compagna di vita fino alla morte di lui, avvenuta in un misterioso incidente stradale nel 1976. La storia di Panagulis verrà raccontata dalla scrittrice nel romanzo Un uomo, pubblicato nel 1979. Una delle cause scatenanti della crisi greca è sicuramente la crisi economica mondiale scoppiata nel 2008. La minaccia di recessione sembrava inizialmente non aver coinvolto il mondo greco, che aveva reagito bene al crollo della fiducia nella Borsa. Nel 2009, il governo di Papandreou dovette fare i conti con i debiti che la precedente legislatura aveva tenuto nascosto ai cittadini: nemmeno le autorità europee sapevano di questo duro colpo alle casse dello stato greco. Il passo successivo fu la perdita della fiducia nei confronti dei titoli di Stato greci da parte delle agenzie di rating. Le manovre di aiuti economici imposti dall’Unione Europea non sono riuscite a risolvere rapidamente la situazione, che ha smesso di peggiorare dopo le dimissioni di Papandreou e l’avvento del sostituto Papademos. La crisi greca ha avuto ripercussioni sull’intera Europa: il timore per il default della Grecia e per la sua uscita dall’eurozona hanno causato l’indebolimento dell’euro rispetto alle altre valute mondiali. Come conseguenza secondaria, le borse europee hanno subito forti ribassi. Se la Grecia uscisse dall’eurozona, lo stato stesso dovrebbe fare i conti con una moneta locale troppo svalutata: la dracma sarebbe svalutata del 50% rispetto all’euro e il costo delle importazioni salirebbe alle stelle. I debiti in valuta sarebbero inoltre pagati in euro o in dollari americani e il cambio della dracma rappresenterebbe un vero problema da affrontare. L’uscita della Grecia colpirebbe anche tutte le nazioni che hanno adottato la Moneta Unica: il Portogallo, ad esempio, potrebbe essere costretto ad uscire dall’eurozona. G L I S C O N T R I A D A T E N E