IL POSTINO VOL. 7 NO. 7 JULY 2006/LUGLIO 2006 $2.00 Che Bel Calcio! Tony Rota Soccer Challenge 2006 Thank You! Grazie! IL POSTINO • OTTAWA, ONTARIO, CANADA w w w . i l p o s t i n o c a n a d a . c o m CUSTOMER NUMBER: 04564405 PUBLICATION AGREEMENT NUMBER: 40045533 IL POSTINO I L Page 2 P O S T I N O July 2006 VA A FRANCESCO MANONI IL PRIMO PREMIO DEL CONCORSO LETTERARIO PER LA POESIA DELLA SETTIMANA ITALIANA 2006 865 Gladstone Avenue, Suite 101 • Ottawa, Ontario K1R 7T4 (613) 567-4532 • [email protected] www.ilpostinocanada.com Publisher di Luciano Pradal Preston Street Community Foundation Italian Canadian Community Centre Nella nostra pubblicazione di marzo vi abbiamo presentato sua poesia intitolata “Solitudine” Se prevede di assistere all’ “Un poeta appassionato” tra i nostri connazionale di Ottawa, annuncio ufficiale dei vincitori il 3 giugno, che avra’ luogo alla of the National Capital Region Inc. Executive Editor Angelo Filoso Managing Editor Marcus Filoso Associate Editor Luciano Pradal, Mariano De Marinis Layout & Design Marcus Filoso Web site Manager Marc Gobeil Printing Winchester Print & Stationary Contributors for this issue (in alphabetical order) ebbene, sembra che il nostro giudizio non era un’ esagerazione: residenza dell’ Ambasciatore, La prego di informare la Signora Maddalena Iannitti”. Il 3 giugno Il Signor Francesco Manoni ne 2006, il Signor Manoni ha ricevuto ha dato la prova ed e’ il gli onori del vincitore alla residenza vincitore del primo premio per dell’ Ambasciatore d’ Italia S.E. la poesia del Concorso Gabriele Sardo, tra gli applausi dei Letterario Nazionale indetto nostri cittadini presenti, ivi invitati dal comitato organizzatore alla festa della Reppublica d’ Italia. della Settimana Italiana 2006 Ci congratuliamo con il nostro Poeta in Canada. La partecipazione e, con grande gioia, pubblichiamo e’ stata molto intensa, di alta la poesia che ha fatto onore al Signor qualita’ letteraria e Manoni ed alla Comunita’ Italiana proveniente da tutte le Regioni di Ottawa. La poesia e’ un sublime del Canada, per questa canto a “Una notturna solitudine di ragione la commissione pace, che, all urlo di un lupo, diventa giudicatrice ha dichiarato che: insopportabile e che alla fine ritrova “..Il processo di scrutinio e’ conforto nella fratellanza umana. stato quindi molto difficile, Noi crediamo che le poesie di ma, allo stesso tempo, Congratulazioni Francesco! Francesco Manoni promuovono la interessante ed educativo..”. Un esponenete della commissione ha annunciarto la vittoria al lingua e la cultura italiana e siamo fieri di presentarle ai nostri Signor Manoni dicendo: “Gentile Signor Manoni..ho il piacere di lettori, ed e’ per questo che ringraziamo il nostro Poeta e lo informarLa che Lei e’ il vincitore del primo premio per la Poesia esortiamo a continuare a scrivere per il nostro piacere di leggerlo. del Concorso Letterario della Settimana Italiana. Mi riferisco alla Carletto Caccia, Angelo Filoso, Santino Filoso, Giovanni, Lorenzo Greenspon, Ermanno La Riccia, Francesco Manoni, Corrado Melone, Antonio Nicaso, Luciano Pradal, Renato Rizzuti, Salvo Taranto, SOLITUDINE Esco in un prato e solitario vago sotto le stelle fuor d’un casolare, dove tra monti e selve presso un lago venni per qualche giorno a riposare. D’ogni città remoto molte miglia, grande senza confini il cielo brilla, leggèr la brezza intorno a me bisbiglia, soltanto il fumo del camino oscilla. Scialbo nel lago trema il firmamento, urla nel buio un lupo da lontano, tra i monti echeggia l’urlo in un lamento. Uno sgomento allor resisto invano. Ritorno al casolare e qui risento dolce il conforto d’un consorzio umano. Submissions We welcome submissions, letters, articles, story ideas and photos. All materials for editorial consideration must be double spaced, include a word count, and your full name, address and phone number. The editorial staff reserves the right to edit all submissions for length, clarity and style. Next Deadline July 22nd, 2006 Il Postino is publication supported by its advertisers and sale of the issues. It is published monthly. The opinions and ideas expressed in the articles are not necessarily those held by Il Postino. A Reminder to all advertisers. It is your responsibility to notify us if there are any mistakes in your ad. Please let us know ASAP. Otherwise, we will assume that all information is correct. 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CUSTOMER NUMBER: 04564405 PUBLICATION AGREEMENT NUMBER: 40045533 Francesco Manoni 1 2 3 9 4 5 6 7 8 1) Juventus Soccer Club with Joe Cama 2) Association Pretorese with Silvio Colasante 3)Centro Abruzzese with Walter Scipioni 4) Steno Stars with Ferdinando Dinardo 5) Ambasciata d’Italia with Alessandro Cortese 6) Hawk’s Stars Mark Charron 7) Association Rapinese with Lorenzo Micucci 8) M&U Masonary with Floriano Urbisci 9) Thank You To St. Anthony Soccer Club SUBSCRIPTION / ABBONAMENTO • Yes, I want to subscribe to twelve issues of Il Postino Sì, vorrei abbonarmi a Il Postino per 12 numeri • $20.00 Subscription Canada / Abbonamento Canada • $38.00 Subscription Overseas / Abbonamento Estero I prefer to pay by: / Scelgo di pagare con: •cash / contanti •cheque / assegno •money order / vaglia postale Name and Surname: / Nome e cognome:_______________________________________ Street: / Via: ____________________ Postal Code: / Cp.:________City: / Città:____________ Province: / Provincia: ____ Tel.:___________________________ Fax:____________________________ Date:___________________________ to / intestato a: Preston Street Community Foundation Inc., Suite 101 Gladstone Avenue 865, Ottawa, Ontario K1R 7T4 IL POSTINO • OTTAWA, ONTARIO, CANADA I L Luglio 2006 P O S T I N O Page 3 City-Wide ARTIGIANI ANCORA Con questa serie di articoli Il Postino desidera rendere omaggio agli artigiani di origine Italiana che operano nella Regione della Capitale del Canada. La ragione di questi articoli e’ per mettere in evidenza l’ importanza di questo, sempre piu’ piccolo, stuolo di persone, uomini e donne che sovvengono ai bisogni, urgenti e meno, della societa’ odierna. L’ artigiano e’ quella persona che, con strumenti propri e col proprio lavoro manuale, produce o ripara oggetti di uso comune. Desideriamo far notare ai lettori che l’ etimologia, vale a dire l’ origine, la derivazione, della parola “Artigiano” ha la stessa radice del termine “Arte” e non c’e’ confine preciso che la separi. Possiamo allora affermare che un artigiano, nell’ esercitare il suo mestiere, pratica una forma d’ arte. I SARTI Nicola Caravatta Il Postino desidera innanzitutto ringraziare i suoi lettori per i commenti favorevoli fatti a proposito di questa serie d’ articoli sugli Artigiani Italiani che operano nella Capitale Nazionale Canadese, vi ricordiamo i nostri Artigiani sono la’ per offrirci la loro esperienza ed i loro servizi altamente specializzati. Qualche giorno fa’ ho fatto un fortuito incontro con il sarto Nicola Caravatta, appena ci siamo conosciuti e presentati abbiamo cominciato a socializzare, parlavamo degli Artigiani e come io apprezzavo i loro servizi mentre Nicola lavorava su un bellisssimo ed elegante vestito di donna, io guardavo ed apprezzavo il suo delicato lavoro e pensavo a come Nicola faceva a ritrovarsi tra tutta quella stoffa, ero stupito e meravigliato della sua professionalita’ e non potei fare a meno di chiederli dove e come aveva imparato quest’ arte, mi rispose: “ A nove anni andavo a scuola al mattino, nel pomeriggio ho cominciato ad andare ad imparare il mestiere del sarto, questo e’ stato un apprendistato molto importante per me poiche’ non solo ho imparato il mestiere ma ho anche imparato da dove vengono le cose… Vedi, oggi comperiamo tutto fatto e non abbiamo idea di come e di che cosa sono fatte le cose!”. A dire il vero questa maniera di pensare di Nicola mi ha fatto molto riflettere, infatti, se tutti noi sapessimo, per esempio, quanta fatica e quanto lavoro ci vuole per fare un vestito lo apprezzeremmo molto di piu’, ne avremmo molta piu’ cura, potremmo utilizzarlo piu’ a lungo, si utilizerebbero allora meno risorse e meno energia….Quello che vale per un vestito vale anche per tutto il resto. Se solo ci rendessimo conto…Ma la societa’ del consumismo d’ oggigiorno toglie questo aspetto importante di vedere ed apprezzare le cose. Il ragionamento di Nicola mi interessava e cosi’ abbiamo cominciato a parlare a lungo mentre lui lavorava sempre su quel bellissimo, e per me, sempre piu’ intricato vestito. Nicola e’ nato a S. Martino in Pensilis, come dicevo, a nove anni nel pomeriggio ha cominciato ad imparare il mestiere del sarto: “ Eri pagato?” Chiesi : “ Eh no!” Mi rispose Nicola : “ Qualche volta mi davano dei soldi..” “Per comparare il gelato?” Chiesi : “ No non mi bastavano neache per comperare il gelato!”. L’ avventura Canadese di Nicola comincia nel ’55 quando suo fratello Leo li fa’ l’ atto di richiamo per il Canada. Appena arrivato Nicola trova lavoro come sarto, un anno dopo si mette Nicola mentre lavora su quel famoso vestito rosa! Nicola e Kent Wilkinson, due artigiani più che amici per conto proprio. Appena ha potuto, Nicola fa’ l’ atto di richiamo alla sua ragazza, Anna che consente di venire in Canada e di diventare sua moglie, avranno 3 figli…Ed ora anche 6 nipoti. Il suo professionalismo e sempre stato molto apprezzato ed ha sempre avuto molto lavoro fino a che un giorno chiese al fratello Leo di lasciare la costruzione e di andare a lavorare nella sua sartoria. I due fratelli fanno buona coppia per 35 anni sino al 2000 quando Nicola decide di andare in pensione. Ed ora con 6 nipoti c’e’ abbastanza per tenersi occupati, direte, ma no! Nicola lavora ancora due giorni alla settimana nel negozio G.L. Myles, un negozio d’ abbigliamento per uomo fondato nel 1918 che e’ situato al 66 Queen Street, la clientela di questo prestigioso negozio vanta alti Ufficiali dell’ Esercito Canadese, Giudici della Corte Suprema e della Corte Municipale. Ed e’ la che ho incontrato Nicola mentre, appunto, lavorava su quel vestito da donna che ora mi preocupava molto perche’ non sapevo veramente come Nicola se la sarebbe cavata da tanto che il vestito mi sembrava complicato. L’ ammiravo e l’ ascoltavo mentre lui mi raccontava di come e’ gia’ stato implicato nella promozione dell’ associazionismo della comunita’ quando era Presidente della’ Associazione Sanmartinese. Poi si alza, prende il vestito lo alza e, con la mia piu’ grande meraviglia, il vestito e’ impeccabilmente finito, bellissimo. Non posso fare a meno di ammirare Nicola! Guardo ora Nicola e Kent Wilkinson, il proprietario del negozio, quello che mi sorprende e’ il rapporto di lavoro tra i due e come lavorano bene insieme, la maniera che hanno per accogliere i clienti nel negozio, la maniera di come i clienti sono trattati, tra Kent e Nicola c’e’ un’ accordo, un’ armonia totale. E’ stata veramente un’ esperienza valorizzante guardare questi due Artigiani lavorare insieme per la completa soddisfazione del cliente e del sottoscritto che era la’ a guardarli con grande ammirazione. IL POSTINO • OTTAWA, ONTARIO, CANADA I L Page 4 P O S T I N O July 2006 General Interest The Discrimination against Immigrants and the Contradiction of the Canadian Society during Prohibition and the Second World War PART II Antonio Nicaso Journalist and author As the years passed, the racism became ever more prevalent. On March 29, 1901 The Daily Star wrote an article entitled “A stilettist goes to prison:” Michael Magno, the Italian who tried to cut the throat of a fellowcountryman named Carlo Fazio last Sunday during a fight in the rear of 117 Edward Street, was sent to the Central for a year. Fazio saved his throat at the expense of his hand. Eight stitches were required to sew up the gash. “Italians must be taught that they cannot be so free with their knives in this country,” said Police Magistrate Denison in passing sentence. “In Italy there are 800 murders, every year in a 10,000,000 population. In Canada the average is only one un 10.000.000, and we must discourage the use of knives in order to keep the average down.” (The Daily Star, March 29, 1901, p. 2) Note the words used by Magistrate Denison: “Italians must be taught…;” not only the two Italians that were arrested for using knives, but all Italians.” Newspapers complained also about the nuisance created by Italian fruit peddlers, considered to be a menace to public peace. AN ARMY OF NUISANCES – July 26, 1898 Italian Fruit Peddlers a Source of Menace to the Public Peace. The case of the Italian who was arrested at Yonge street and Richmond on Saturday afternoon, has attracted a great deal of attention. People have written to the paper to say that the Italian was arrested, not because he had assaulted somebody, but because somebody had assaulted him. There is in every British community a class of persons who are most delicately sensitive as to the privileges to be conceded to the foreign resident. The heated Chinese or the knifing Dago, is to these persons a vastly more interesting and worthy citizen than the decent white man and whenever their outlandish favorites are mixed up in a street brawl they rush into print with the statement that the foreigner has been abused, and that some native-born black-guard has been responsible for the whole trouble. They so keenly desire the maintenance of the privileges of the strangers within the gates that they are unable to do justice to the members of their own household. ABAND OF NUISANCES—The Italian who got himself into the hands of the police on Saturday may be, in point of fact, a very decent man. But that is a question for the police magistrate. The people of this nuisance- burdened city are more concerned with the fact that whatever he may be himself, he is in very bad company. The presence of these Italian fruit peddlers in the downtown streets is become almost an intolerable nuisance. They are constantly impending traffic. Wherever the Dago peddler plants his push cart there you shall find a turbulent eddy of disturbance of what should be a well-ordered, uninterrupted and peaceful stream of vehicular and pedestrian motion. That is not all. They are so many storm centers, from which are thrown out breaches of the peace. The sympathetic person to whom reference has been made are always complaining that the Italians are the aggrieved parties; that they are a law-abiding lot, plying a peaceful and legitimate trade, minding their own business, interfering with no one, and fighting only when by reason of some invasion of their rights, they are forced to do so. If would be folly to say that an Italian fruit vendor cannot be a good man. It is always folly to condemn indiscriminately all the members of any class. But at least three incidents that have come under the personal observation of the Star reporters are of a kind to suggest the cause of these riots which are constantly taking place in the neighborhood of the Italian fruit cart air banana stand. (The Daily Star, July 26, 1898, p. number 1) The general consensus was that immigrants had to be “cleaned out”: THIEVERY AND ABUSE SHOULD BE CLEANED OUT ADESSO TOCCA A NOI! di Carletto Caccia Prima di esplorare quanto viene discusso dai parlamentari in questi giorni, occorre notare che il 6 giugno la stampa canadese, salvo rare eccezioni, si è dimenticata di commemorare lo sbarco degli Alleati in Normandia nel 1944, data di grande significato nella storia della seconda guerra mondiale. E come mai? Perché la stampa era assorbita dal sensazionale arresto di 17 terroristi nostrani che si erano prefissi, tra l’altro, di decapitare il Primo Ministro. Anche nei corridoi del parlamento la notizia del terrorismo canadese e dei 17 musulmani arrestati ha suscitato scalpore ed è diventata argomento di conversazione e riflessione. Naturalmente non mancano quelli che puntano il dito verso la comunità musulmana, come se fosse lei la colpevole. A questo riguardo dobbiamo fare attenzione e prevenire che la comunità musulmana diventi il capro espiatorio del terrorismo nostrano. Ricordiamoci che a suo tempo noi non siamo stati dichiarati colpevoli delle malefatte della mafia. Ricordiamoci che la comunità irlandese non venne messa al bando a causa del terrorismo in Irlanda. E ricordiamo che i canadesi di origine serba non vennero incolpati delle atrocità commesse a suo tempo nella ex Jugoslavia. Anche nel caso che stiamo considerando, dobbiamo concludere che la maggioranza dei musulmani sono brava gente che cerca di sbarcare il lunario come noi, con le stesse preoccupazioni e le stesse aspirazioni per il futuro. Grazie alla Carta dei Diritti e delle Libertà si può dire che oggi in Canadà non c’è posto per l’anticattolicesimo o per l’antisemitismo, come era il caso a suo tempo, così come non c’è posto per sentimenti antiislamici né a livello comunitario, né a livello nazionale. Il compito dello stato sarà quello di decidere se tra i diciassette arrestati ci siano dei colpevoli e, in caso affermativo, di punirli secondo le leggi del paese. Infatti la supremazia dell legge è la forza che ci unisce, è un contratto sociale basato su due principi fondamentali: che la legge è uguale per tutti e che si è innocenti fino a quando dichiarati colpevoli. Questi principi valgono per tutti, i contraenti del patto sociale, che siano nati qui o altrove. Questa è la forza del Canadà. Spetta a noi difendere questi principi, tramandarli ai nostri successori, e in tal modo costruire un Canadà giusto: l’invidia del mondo intero. The Italian fruit vendors are a public nuisance. Most of them should be driven off the streets. The rest should be under strict and constant police surveillance. The alderman who makes this a main plank in his platform will deserve much of his fellow-citizens, and will get it. (The Daily Star, July 26, 1898, p. 1) In 1908, in a letter sent to the Deputy Prime Minister, Clifford Sifton, Minister of Internal Affairs, expressed concern over the arrival of other Italians, warning that “it was necessary not to encourage Italian immigration in any way.” (“Clifford Sifton Paper”) In February 1909, the same minister proposed that restrictions be placed on “anarchists, members of the Black Hand, of the Mafia and of other similar organizations.” (“Immigration policy,” The Toronto Daily Star, February 23, 1909, p. 6) Italians found themselves competing with other equally desperate ethnic groups in a sort of war among the poor. Half of the fruit and vegetable shops in Toronto were owned by Italians, many of whom had emigrated from Termini Imerese, near Palermo, Sicily. Italians were also barbers, shoe shiners, cooks, waiters, tailors, shoemakers, store owners, and street organ players. But most of all, they were labourers who had been brought to Canada by companies building the country’s burgeoning industrial infrastructure and opening new mines in its northern regions. In addition to the lack of occupational health and safety regulations, there was no set minimum wage. There was no unemployment insurance and no paid holidays for the workers— and it was illegal to strike. In 1911, a blue-collar worker earned less than $400 a year (hardly a substantial wage); wages on construction sites ranged from 15 to 20 cents an hour. Women working ten hours a day would earn $4 to $7 a week. The historian Robert Harney writes, “The first contribution made to the city by Italians were the sewers, that the fruit and vegetable vendors, Italians from South and Central Italy, built in the Ward, when previously there existed only black holes.” (Dalla frontiera alle Little Italies 225) The pick and shovel army was made up of labourers recruited in Italy either by agents working for navigation companies, or by the socalled padroni or bosses. The labourers filled up the third-class compartments for ships destined for North America; the padroni were the driving force behind what, a royal commission eventually described as “the commerce of human cargo.” (Nicaso 31) In those years, companies and industry turned to padroni in order to supply them with labourers, in particular, non-union labour prepared to accept wages of any sort. Their business consisted of connecting capital investments with a body of readily exploited labourers. It was very lucrative for the padroni and for the employers. “We were treated worse than black but – unlike them – we couldn’t speak English,” Perri would often say, referring to his early years in Canada. (author’s interview to Perri’s relatives, Hamilton 2004) He would explain how in those years Italians and other immigrants arriving from the most depressed regions of Europe would be offered the most difficult and the worst-paying jobs. In Welland, prior to being hired, Perri was asked to walk a steel wire, tens of metres above the ground. If he had fallen, it would have been his tough luck. In other towns he had seen signs that announced, “No rental available to Italians and Blacks.” The absence of laws protecting workers resulted in worker abuse and exploitative employment practices. In 1912, for example, in Fort William, a small city in northern Ontario, two brothers, Domenic and Nick De Prenzo, had been seriously injured during a confrontation with the police and were subsequently sentenced to ten years in prison. Povero Luciano Gonella! di Carletto Caccia Un commento su “Vale la pena di sentirsi italiani?”e il comportamento da parte del governo italiano nei confronti dei votanti all’estero, pubblicato nel Cittadino canadese e Ora di Ottawa Come se il sentirsi italiani dovesse dipendere dal comportamento del governo italiano! Povero Luciano Gonella, solo ora si è accorto dell’illusione del voto a chi ha lasciato l’Italia…. Una volta trapiantato un albero, sono le radici nella terra nuova che contano per tenerlo in vita, e non la pietosa immagine (di Luciano Gonella), “di essere gli eredi ed ambasciatori di una civiltà antica che duemila anni fa, con le legioni romane, si era sparsa in tutto il mondo…e che si era imposta, più che con le armi, con il diritto romano.” In Abissinia? Entrando in guerra nel 1940? Che mi sbagli, non era questa la retorica che ci veniva amministrata a scuola sino al 1945? Il sentirsi italiani, Luciano Gonella, dipende da quello che si sente nell’animo, e non dai politici a Roma, nè dalla retorica roboante. Dopo il ’45, eravamo in troppi in Italia, dove non c’era abbastanza lavoro. Il governo, comprensibilmente, era ben lieto di veder emigrare i propri figli e figlie. Siamo partiti perchè non c’era speranza nel luogo nativo. Non è il caso di ricamarci tanto sopra. E se vogliamo continuare a sentirci italiani, facciamolo con dignità, senza piagnucolamenti politici e lamentele. Il sentirsi italiani non ha bisogno di stampelle politiche da Roma! IL POSTINO • OTTAWA, ONTARIO, CANADA I L Luglio 2006 P O S T I N O Page 5 General Interest Italy Continues Development With Rich and Long History It is always difficult to find a slogan or a single sentence that can fully describe the character of a given country. This is all the more true for Italy. For tens of centuries, the Italian Peninsula has always been the playground of an extraordinary set of different cultures, states, economic achievements and regional traditions. A foreigner who travels through Italy will experience different landscapes and changing climates: from the amazing white slopes and valleys of the Alps and the central “Appennini” range, through the enchanting beaches and blue sea of the Mediterranean South. The traveler will be surrounded _ at the same time and in the same city _ by contemporary and ancient buildings, such as the new avant-garde Show-House for the imperial Roman Ara Pacis recently built in the center of Rome. The traveler will enjoy the beauties of large, dynamic cities such as Turin, Milan, Rome and Naples and at the same time will fall in love with dozens of middle-size or small cities proud of their rich and long history. Every spot he or she will look, will reveal insights of a colorful and powerful reality that never stops living, working and changing. Italy is mostly known all-over the world for its passion for life and beauty, its “dolce vita” its art achievements and its culture. Italy Moving to New Fields But the truth of this country is that it has always strived to explore new fields of activity and bring them to their best performance. Let’s take the example of a famous city, like Pisa in Tuscany. Its historic center with the steep tower, dating back to the 12th century, never stops enchanting the tourist. In the same city, though, old and new traditions live together. Nobel Prize graduates, like Rubbia in Physics, used to teach at Pisa’s universities, which today host some of the most advanced laboratories and research centers in the world in the field of robotics and medicine. This is the very same city where four centuries ago Galileo started his experiments that paved the way for modern science and that is surrounded by high-tech industrial clusters in the mechanical and motorcycle sector. As you may see, thus, it is difficult to synthesize and present in a few words a country like Italy. Host for centuries to ancient civilizations and cultures, such as the Etruscans, the Roman Empire and Christianity, paving the way to modern thinking and science starting with the Renaissance period, Italy is today the sixth economy among OECD members, the fourth in the EU and the seventh in the world. Balanced Economy Its economy is well balanced between the manufacturing sector (almost 28 percent of GDP) and services (70 percent). The Italian economic landscape is characterized by thousands of dynamic small- and medium-sized enterprises but also by large firms well ahead in some key technological sectors. This is the case of the Finmeccanica Group in the fields of aviation, aerospace, weapons, transport; Ferrari, Maserati, Alfa Romeo and Piaggio in the automotive sector; Techint and Danieli in the field of equipment and technologies for the steel industry; Eni and Enel in energy and petrochemicals; and ST Microelectronics in the chip industry, just to name a few. The share of the services sector in the GDP is increasing as in all major and most advanced economies in the world. Italy has one of the largest and most developed telecommunication markets in Europe (the per capita ratio of mobile phones is one of the highest, thus permitting the Italian firm TIM to be one of the biggest in this sector in the EU) and is investing heavily (seven billion euros) in transport infrastructures, especially in port and railway facilities devised to connect the peninsula with Europe’s and the Mediterranean’s major hubs. Needless to say, how well developed are the tourism, leisure, entertainment and gastronomy industries. Italian Reforms In the last few years, the Italian government has undertaken reforms to enhance assets and productivity that needed stimulation. Since the 1990s the banking sector went through a process of concentration and increase in the average dimension of credit companies. The intervention of the public sector in the economy has been widely reduced through a long series of privatizations and liberalizations that have enhanced competition and further opened many key markets. Fiscal reforms have been designed to help firms and consumers increase investments and consumption and have led to a lowering of both the corporate and the direct tax. Furthermore, Italy has a wide network of agreements against double taxation with all major trading partners in the world, including Korea. Since 2004, a new corporate law, which dramatically improved rules for company start-ups, organization and administration, is in force. This reform has brought Italian corporate law in line with that of most other advanced countries, introducing simplification and greater flexibility for companies’ decision-making and investments. In the last few years, Italy updated its labor legislation in order to allow for more options, flexibility in the management of human resources and labor, and the selection of professional skills. To achieve this end, more options in the labor market have been introduced such as “lease” job contracts, greater room for part-time and job-sharing among workers, freelance collaborations with companies for specific projects, and so on. Thanks to these reforms and the investments made in education and the acquisition of professional skills, the unemployment rate has diminished significantly. The government, furthermore, and in compliance with EU rules, has streamlined a wide-range of incentives and support schemes in order to help business start-ups and investments, especially in the southern regions. Turning now to non-economic issues, it is worth mentioning some reforms that have recently modernized both the school and the university education systems. These reforms have been conceived to give better education and professional qualifications to the young, to improve the performance of S&T research and stimulate cooperation among universities and firms. Finally, the interaction between citizens and the public administration is being made smoother and quicker; major innovations are gradually being introduced to develop a full egovernment system and to make it more “user-friendly” for everybody. The Italian economy has begun reaping the effects of these reforms: Manufacturing output in the first months of 2006 has experienced a sharp increase and the prospects for economic growth are bright. Scientific, Technological Researches A full and complete picture of contemporary Italy cannot omit the engagement of Italian researchers to foster scientific and technological discoveries. The excellence in the science field has roots in the enormous development of fundamental science carried out since the 16th century. This development allowed _ through continuous efforts _ achievement of worldwide, well-recognized contributions of scientists like Natta in chemistry, Marconi, Fermi and Rubbia in physics, Levi Montalcini in medicine, all among others, Nobel prize graduates. Creativity and a well-established network of universities and research centres is the key of Italian success in the field of science and technology. Science, at the highest level, requires not only well equipped laboratories, but also a large ability to overcome the barriers of common knowledge with new and revolutionary interpretations of results and observations. It is typical of the nature of Italians to put in the basket of scientific knowledge both intelligence and fantasy. At present, Italy is considered among the most advanced countries in several S&T fields. We can be reminded of some of them: fundamental science (physics, chemistry, materials), health and vaccines, aerospace, mechanics (both in the field of car design and in the field of industrial machinery devoted to almost any kind of advanced production process), renewable and new energies (mainly solar thermodynamics and hydrogen, as energy vector and related technologies) and so on. The reader will now have a brief outline of Italy and its life, but will still be a long way in appreciating and exploiting the potential and richness of this country. The best way is to visit Italy _ as a tourist in its beautiful cities, museums and landscapes; as a businessman in its trade fairs; as a student at its universities; or as a scientist in its research centres. All this and more you will find in this fascinating country. ST. ANTHONY SCHOOL STILL MEAN GREEN SEVEN YEARS AFTER TRANSFORMATION PLAN BEGAN Councillor Diane Holmes helps students with planting event and utilize outdoor classroom City of Ottawa Councillor Diane Holmes along with Joe Mendes, Dealer Principal at Mendes Toyota, were at St. Anthony School this morning to join students, parents, and teachers for a planting event. With the winter months now in the rearview, St. Anthony School took the time to clean up and prepare its green space for the event as the school continues to maintain its naturalized school ground. Before the plantings, Mr. Mendes presented St. Anthony School with a cheque on behalf of the Toyota Evergreen Learning Grounds program, a program that is sponsored by Toyota Canada and involves all of its dealerships across Canada, including Mendes Toyota in Ottawa. The program provided the school with additional funding ($800) in 2006 to be able to maintain its beautiful school ground. “It is so important to be involved with the schools within our community,” says Mr. Mendes. “It is the Ottawa community that Mendes Toyota serves and we are proud to support these initiatives that help make it better for the children and the community as a whole.” “The children benefit from having green space at their schools, and the community benefits as well; most of all, the Earth benefits when healthier choices are made to create safer, and greener spaces, for all to enjoy,” says Councillor Holmes. The Toyota Evergreen Learning Grounds program motivates and supports school ground greening projects by also providing resources and expert assistance. It was with the help of Evergreen Learning Grounds Associate Ann Coffey that St. Anthony School created a school grounds transformation plan in 1999 that has ultimately transformed a dull concrete space into a vibrant school ground that includes active areas for children to run around and play, as well as quiet natural areas where they can sit, relax, talk, and read in the shade. In many cases, transformed school grounds can also become venues for teaching students about nature and about sustainable environments, and even about where food comes from by including the physical and visual spaces into the curriculum. “The natural school ground has been used for whole class teaching of science concepts and kept by the environment club through planting and ensuring the garden areas are clear and clean,” says Ms. Swanson. “Many kids enjoy the gardens as a quiet space where they can visit with friends or read.” The students played a significant role in helping to design the outdoor classroom at St. Anthony School. Ann Coffey and the school staff consulted students directly to find out what they wanted for their school ground, offering them a true sense of ownership over their school. Asking the children first allows them to share mutual respect and responsibility, and it has also developed citizenship among the students at St. Anthony Since 1993, the Toyota Evergreen Learning Grounds program has distributed more than $1 million in grants,helping more than 1,800 schools across Canada in creating healthy, safe, and dynamic natural school spaces where the students can learn, play, and develop a genuine respect for nature and each other. “Evergreen was founded on the idea that nature is a critical element of healthy, vibrant cities and nowhere is that more important than at our children’s schools,” says Ann Coffey. “When we bring nature back to our school grounds, we nurture learning and cultivate communities.” Since 2000, Toyota Canada and its 229 Dealerships across the country have contributed more than $4 million to Evergreen’s national Learning Grounds program. About Evergreen: Evergreen is an innovative charity that builds the relationship between nature, culture and community in urban spaces. Since 1991, it has engaged people in creating and sustaining healthy, dynamic outdoor spaces across Canada - in schools, communities and homes. Its entrepreneurial approach to social responsibility creates vibrant neighbourhoods, a IL POSTINO • OTTAWA, ONTARIO, CANADA I L Page 6 P O S T I N O July 2006 World Cup Soccer 2006 Stretto Indispensabile Mondiali di calcio Germania 2006: gli italiani d’Australia davanti al bivio del tifo by Salvo Taranto MELBOURNE- Chi avrebbe mai potuto immaginare che nell’Anno Domini 2006 l’Italia avrebbe incontrato l’Australia negli ottavi di finale di Copa del Mondo di calcio? Questo storico incontro della palla rotonda avra’ un enorme impatto sulla comunita’ italo-australiana che per la prima volta dovra’ scegliere e mostrare le sue priorita’ sportive. Gli italiani, prima e dopo la seconda guerra mondiale, hanno contribuito allo sviluppo di questo sport che per lunghissimi anni e’ stato considerato un passatempo degli emigrati sia anglosassoni che europei. Ma furono proprio questi emigrati a portare sulle platee piu’ alte della scena calcistica l’undici verdeoro che fino all’incontro con la Croazia era considerato semplicemente un autentico outsider. Vogliamo ricordare che dal 1950 fino alla formazione della nuova Lega di Calcio Australiana, squadre di origini italiane dominarono la scena calcistica, Si inizio’ con l’ arrivo di giocatori di Serie B e C, alcuni sulla soglia del ritiro, dal 1950 al 1960, per continuare nel 1977 con l’ avventura di Roberto Vieri, seguito da Rampanti, Evani e Colombo, questi ultimi membri del glorioso Milan di Sacchi e Capello. Vieri e’ stato indubbiamente uno dei giocatori che ha cambiato la faccia del calcio australiano con la sua enorme classe . Da ricordare pure che Christian Vieri, l’ eroe italiano dei Mondiali 2002, ha dato i primi calci alla palla rotonda proprio in Australia. Oggi l’ Australia “esporta” giocatori in tutto il mondo, si, anche in Italia, e gli ultimi arrivati sono Marco Bresciano e Vince Grella del Parma. In questi ultimi anni il calcio Australiano ha fatto passi da giganti, e cio’ deve attribbuirsi proprio agli emigrati, specialmente noi italiani, basta leggere la formazione di Guus Huddink. Con rammarico, ma allo stesso tempo con grandioso orgoglio, noi italiani d’ Australia, di prima, seconda o addirittura di terza generazione, dobbiamo decidere per quale squadra tifare. Sarebbe stato molto piu’ bello rimandare di uno o piu’ incontri questo “ duello calcistico”, ma il fato ha deciso cosi’. Chi scrive, anche se ha vissuto la maggior parte della sua vita in Australia, tifera’ ITALIA, suo figlio invece AUSTRALIA, anche se ha nel cuore l’undici azzurro che ha sempre seguito sin dall’ infanzia. Cosi’, per poche ore, intere famiglie saranno divise sportivamente, ma una cosa e’ certa, sara’ il vero calcio giocato in campo a trionfare, anche perche’ indifferente dal risultato, alla fine non ci saranno nè vinti nè vincitori. Nel susseguente incontro dei quarti di finale, l’intera comunita’ italo-australiana sara’ nuovamente unita. Speriamo che si possa andare fino alla finale e, perche’ no, addirittura festeggiare il trionfo del prestigioso trofeo. A Melbourne fervono i preparativi della grande sfida. Australiani, italo-australiani e milioni di vecchi patiti e convertiti al calcio non dormiranno l’ intera notte. Dato il fuso orario, in Australia l’ incontro verra’ teletrasmesso alle ore piccole del mattino. Enormi schermi televisivi verranno installati in zone centrali della citta’ e a Federation Square si anticipa un partecipazione di circa 200.000 persone. Carlton, il sobborgo italiano a pochi passi dal centro di Melbourne, ospitera’ oltre 50.000 tifosi dell’ undici azzurro ed anche qui l’ incontro verra’ seguito su giganti schermi. Lygon Street, il centro della ristorazione italiana, sara’ chiuso al traffico per 24 ore e tutti i ristoranti ed altri negozi italiani, saranno il punto di riferimento della tifoseria italiana. Non mancheranno le tradizionali bandiere, striscioni, palloncini tricolori ecc. ecc. Ci saranno altri centri pubblici e privati che ospiteranno simili manifestazioni. L’ intero continente australiano seguira’ con trepidazione questo incontro da fantascienza. Sara’ una notte e giorno di festa per la nostra comunita’ dell’ intera Australia che ha contribuito per oltre 150 anni allo sviluppo, e non solo calcistico, del nuovo continente “downunder”. A fine partita una parte festeggera’, l’ altra rimpiangera’ quello che avrebbe potuto essere. Ma per noi italo-australiani sara’ sempre un trionfo del calcio e l’ avventura Mondile 2006 continuera’ almeno per un’ altra partita, e nel caso dell’ undici Australiano, il sogno proibito e’ stato gia’ realizzato. Intere famiglie, dopo un breve divisione sportiva, saranno nuovamente riunite e grideranno a squarciagola: Forza Italia!! o Forza Australia!! E tutti saranno orgogliosi delle prestazioni delle due squadre. Il pronostico della vigilia dice Italia, il cuore dice Italia, ma sara’ difficile ignorare in campo la presenza degli italo-australiani di Melbourne (Bresciano e Grella) e di Adelaide (Aloisi), veri artefici della qualificazione australiana alla fase finale dei Mondiali contro l’ Uruguay. A Melbourne Bresciano e’ stato il realizzare del gol che ha pattato quello dei sudamericani dell’ in contro d’ andata, e John Aloisi ha convertito il calcio di rigore decisivo. Cosi’, in questa cornice, per circa 2 ore la comunita’ italo-australiana, e non solo quella sportiva, vivra’ la sua piu’ bella ed attesa esperienza calcistica. Il countdown e’ gia’ iniziato, ora si attende il fischio d’ inizio. Il resto fara’ parte della storia e del folklore del calcio mondiale. E questa volta saranno gli italo-australiani a recitare la parte principale, proprio come nel 1982. E vinca il migliore!!! THE WORLD CUP: A CULTURAL SMORGASBORD Des Moines Register Jerry Anderson Although the prospect of seeing fantastic soccer is a draw for true fans, for me the World Cup tournament is a chance to bask in a cultural smorgasbord without leaving my living room. And in a world that seems to be becoming more monocultural every day, it’s a rare treat. I won’t try to convince you that soccer is the world’s greatest game. Many Americans sneer at soccer as an elitist sport, even though around the world, the poorest of kids find joy in the simple game by playing in the dirt with bare feet. No special equipment is needed : just a ball and a couple of sticks for goals. Part of its beauty is its simplicity. Others find the game boring, seizing on the 0-0 draw as the equivalent of watching paint dry. I could wax poetic about the beauty to be found in a goal-less draw, but I won’t. Even if you think soccer in general is not for you, though, let me tell you why the World Cup is different. Of course the games themselves are often epic battles, with their turning points burned forever into the minds of fans worldwide. When Argentina legend Diego Maradona used the “hand of God” to coax in a header in the 1986 quarterfinal against England, or when Italian star Roberto Baggio missed a crucial penalty kick in the 1994 final, another legend was born. For the world’s premier players, the World Cup is typically the defining moment of their careers. Unlike Olympic basketball, where some of the best players decline to play or seem like they are treating it as a second-rate vacation, the World Cup is what soccer players live and breathe for. And, unlike the “World” Series, this truly is the championship of the world. But aside from the sheer intensity of the matches, for me, the World Cup is about culture. With the rise of globalization, national identities are becoming more and more blurred. You can get off a plane in Frankfurt or even Beijing and get the same Big Mac you could get in Des Moines. Want to get famous Turkish coffee in Ankara? They have a Starbucks, for heaven’s sake. On a visit to Oxford, England, rather than finding myself in some quaint bed and breakfast, I ended up in a Holiday Inn. In Mexico, you can buy your groceries at Wal-Mart. Is there no “there” anywhere? The World Cup serves to allay those feelings of cultural annihilation. In spite of the rise of globalization, each nation’s team still has unique characteristics that make for interesting comparisons. For example, the German team, this year’s host, displays the same kind of precision you find in their train schedules. The passes are crisp, the attack methodical. In contrast, the favored Brazilians play with a flair that reminds you of Carnaval. To their fans, the beauty of the game is at least as important as the final score, although they manage to have enormous success while seeming to have a lot of fun. The Italians are known for their passionate play and tend to wear their hearts on their sleeves. They can be expressive, let’s say, to the opposite team and even to their own teammates. This can sometimes include rather poetic pleas to the referees. When the United States plays Italy in the first round, watch for an Italian player to fold his hands in a prayerful attempt to have the call go his way. The French have incredible talent, but are sometimes prone to bouts of self-doubt, which always reminds me of the introspective excesses of their great artists and philosophers. The culture watch extends to the fans as well. When I attended the 2002 Women’s World Cup match pitting the U.S. against Nigeria, the stands were full hours before the game with fans decked out in colorful costumes, dancing endlessly to the beat of African drums. The party lasted throughout the game, even though the U.S. won 6-1. So does the American team, with all of our multiculturalism, still have defining characteristics? Absolutely, and our strength stems from that diversity. Just as our society weaves the qualities of various cultures into a resilient, colorful fabric, the U.S. national soccer team blends the talents of players with diverse styles and strengths for an impressive final product - from the rock-solid defense of Eddie Pope, to the impressive speed of DaMarcus Beasley, to the creative playmaking of Landon Donovan. The American team is also known for the “can-do” spirit that has characterized our culture from the colonial days. Until recently, American teams could rarely match the pure talent found in other parts of the world, where kids learn to kick a ball before they can walk. But for sheer determination, guts, and effort, the United States team is second to none. When our team takes the field, they are a reflection of the country’s own proud spirit. The celebration of cultural differences is not a glorification of ethnic purity. True, every member of Iceland’s women’s national team has blonde hair and a name ending in “dottir” and you will not confuse their team with the Nigerians. If a goal was scored by Gudrun Gunnarsdottir, you knew which team it was for. Nevertheless, even though a player must be a citizen of the nation he plays for, most of the teams are of mixed ethnicity these days. For example, France’s star, Zinedine Zidane, is of Algerian descent, and the French national team has players of African, Indian, and Caribbean origins. Yet the team is unmistakably “French.” Enjoying the cultural scenery of the World Cup adds another dimension to the sport itself. While stereotypes are undoubtedly dangerous, recognizing the variety of approaches makes the experience a little like a quick trip around the globe. If everyone and everything were the same all over the world, what would be the point of going? In our pluralistic, globalistic society, it is somehow comforting to me to know that when Sweden plays Ecuador, it won’t be hard to tell which team is which, and the fun of comparing the variety of ways to kick the ball into the net will begin. IL POSTINO • OTTAWA, ONTARIO, CANADA I L Luglio 2006 P O S T I N O Page 7 World Cup Soccer 2006 ITALIAN SOCCER: NOW THAT’S AMORE John Canalis Long Beach Press Telegram No offense to American soccer fans, but I am not going to root for the USA against Italy Saturday in the World Cup. I am pulling for the team in blue that would be Italy even though I was born in this country and grew up nursing bruises from slide tackling on dry Southern California fields. Soccer loyalties are complex, just like they are in what Americans call football. Many root for USC, for example, even if they went to another college. In soccer, American fans like winners, too. They back foreign clubs because they or their parents came from elsewhere. European and Latin American leagues are better, though Major League Soccer (MLS) is steadily improving. So why Italy? My father was born and raised in Peru. Pretty far from Italy, I know, but his parents immigrated to Lima from Italy. My moms parents were also Italian but they came to the United States. My blood is Italian, but my cultural influences are American, both South and North. The children of immigrants tend to grow up playing soccer. I did my duty as a so-so defender. Back in the 1970s and 1980s, the decades of my childhood, the U.S. had lousy national teams, so I adopted Italy. I caught World Cup fever at age 11 in 1982 in Switzerland. The tournament was in Spain, and my family and I were living in an Italian neighborhood in Zurich. Time stopped throughout Europe during that cup. Stores closed. Streets emptied. Soccer ruled. My father and I caught games on TV, and he turned me on to the Italian team. When Italy beat West Germany 3-1 in the final, our Italian neighborhood went nuts. The Italians, much like Hispanics here, were a visible working-class minority in primarily Germanic Switzerland, and they took to the streets. Olive-skinned people draped in flags jumped into fountains; the honking, singing and partying lasted for hours. That tournament is now considered the second-best in soccer history after the 1970 cup (Brazil trounced Italy in the final). Since 82, Italy has disappointed. Even though they are always highly ranked, the three-time cup winners break hearts every four years. Take 2002. I watched with Robin, my soon-to-be wife, at her Bluff Park apartment. She was a newcomer to soccer, and I boasted about Italy, only to watch them lose in the one-eighth finals to South Korea, hardly a powerhouse. I went to my parents house in L.A. in 1998 to watch Italy play France in the quarter finals. Italy lost, in the weakest manner, on penalty kicks. But that wasnt the worst of it. The real red card of all memories I wish I could erase took place right here. In 1994, Italy made it to the cup finals at the Rose Bowl against, of course, Brazil. At the time, both teams had three cups, so the game meant even more. And, as soccer fans know, Europeans win in Europe and South Americans win in the Americas. Plus, yellow-andgreen Brazil won over plenty of the red, white and blue, who always like a champion. I remember watching inches from the TV with my roommates in Belmont Heights. Italy played lazily, forcing the match to be decided by penalty kicks. One Italian kick famously sailed well over the goal. Brazil won. Mama mia. So I will root from the other side of the world for Italy once again, this time against my home team. I hope it doesnt come down to penalty kicks. Company Makes the Game By Santino Filoso The atmosphere on Preston Street was incredible! The streets were packed with people eager to catch a glimpse of the sleek Ferraris. When the amazing cars were done racing around, many people including myself flocked to St. Anthony’s soccer club to watch the Italian soccer team take on the United States in what was a very important World Cup game for both sides. I was excited, as it was my first time going to St. Anthony’s to watch the game and I’d heard only good things about it. Words couldn’t prepare me for what waited. Everything people had said about it was true. The atmosphere was spectacular. There was a great mix of young and old people, men and women, all crammed into the basement room. Everyone talked excitedly before the game started. They talked about every detail, about every player’s worth to the team and every possible outcome. The buzz of chatter in the air was contagious and I could feel my excitement building. I was lucky enough to grab a seat near the back of the room and after I settled in, the game soon began. For me, not only was the game mesmerizing but so were the people sitting in front and all around me. Shouts of “FORZA ITALIA!” and “FORZA AZZURRI!” filled the room every time Italy had the ball. As the Italian team buzzed around the American net seconds before they scored the opening goal, the crowd in the room held their breath and waited patiently. They were soon rewarded and the room exploded with cheers. Everyone was on his or her feet clapping, singing and waving flags and banners. Sadly, this elation quickly evaporated when Italy scored an own goal after an odd bounce off a defender’s leg. It was the complete opposite as people all around shouted curses in both Italian, English and I think I heard some French as well. The audience both loved the referees and hated them, depending on if the call was in Italy’s favor or not. After a few red cards and an exciting but scoreless second half the game was over and unfortunately the people in St. Anthony’s had nothing more to cheer about. I had a fantastic time and thoroughly enjoyed myself. As much as I wanted Italy to win, I think that the atmosphere created by the passion of the fans all around me was much more rewarding. For this reason I’ll be at Italy’s next game and I hope that you will come and part take in this great experience too. The World Cup comes only once every four years, so why wait? Tony Rota Soccer Challenge To The Association Rapinese, Team Lorenzo Micucci Tony Rota Trophy Frank Plastino Cup To The M&U old Timers Team, Floriano Urbisci To the Association Pretorsese Team, Silvio Colasante Steno Rosanese Cup IL POSTINO • OTTAWA, ONTARIO, CANADA Page 8 I L P O S T I N O July 2006 La Festa di Sant’ Antonio - Giugno 2006 IL POSTINO • OTTAWA, ONTARIO, CANADA Luglio 2006 I L P O S T I N O Italian Week Launch - June 2006 www.ilpostinocanada.com IL POSTINO • OTTAWA, ONTARIO, CANADA Page 9 Page 10 I L P O S T I N O July 2006 General E DIO DOV’ERA? di Ermanno La Riccia Il Papa,Benedetto XVImo, nel suo viaggio in Polonia, si è recato a pregare ad Auschwitz dove la furia assassina nazista aveva sterminato milioni di innocenti. E Dio dov’era ? » questa frase la pronunciavano in tanti, tantissimi, di tutte le razze, cattolici,cristiani e non cristiani, esasperati e feriti nei loro sentimenti e nella loro umanità davanti allo scempio che i nazisti di Hitler, nel corso della seconda guerra mondiale, facevano ammazzando, bruciandoli vivi nei forni crematori, milioni di esseri umani. Davanti alla impossibilità di fermare i rastrellamenti e la ferocia impassibile di quelle bestie dal volto umano, cercavano di interrogarsi sulla natura del loro Dio, di quel Dio nascosto a cui tutti chiedevano aiuto. Confesso che anch’io, molti anni dopo, durante l’estensione del racconto contenuto nel mio libro «Infinito Amore » ho pronunciato parecchie volte a me stesso quella frase angosciante perché la trama del mio racconto si svolge nel più famoso dei campi di sterminio nazista: Auschwitz. Giorni fa la stessa frase è rimbalzata da più parti durante la visita del Papa in Polonia e Benedetto XVImo, che è andato a pregare nel campo di Auschwitz , ha dato col suo discorso alla folla, una esauriente risposta a quell’interrogativo.Il viaggio del Papa in Polonia, della durata di quattro giorni, ha avuto due importanti significati: rendere omaggio al suo predecessore, Giovanni Paolo II ed al suo popolo, di cui lui era stato un fervente ammiratore ed un fedele seguace. E’ voluto tornare nei luoghi dove Carol Wojtyla era nato, dove aveva vissuto come prete, come parroco e come vescovo prima del pontificato. Il secondo motivo era quello di tornare nei luoghi dove i nazisti, ossia i suoi connazionali, si erano resi colpevoli di uno dei più efferati crimini contro l’umanità: l’olocausto di milioni di esseri umani. E Auschwitz era diventato il simbolo dell’orrore, dove , durante l’ultimo conflitto mondiale del 1939-45, sono stati mandati a morte milioni di esseri umani innocenti, uomini,donne, vecchi e bambini. In Polonia Benedetto XVImo è stato accolto con lo stesso calore con cui veniva accolto il loro grande Papa Giovanni Paolo II. La sua prima tappa è stata la capitale, Varsavia, ormai rinata dalle macerie dell’ultima guerra ed in via di offrirsi come tappa importante nel futuro dell’Europa. In questa città egli ha trovato una popolazione festante che del cattolicesimo ha fatto la sua bandiera. Poi si è recato sulla Jasma Gore, la collina luminosa, dove sorge il famoso santuario della Madonna Nera di Czestochova, luogo caro a Papa Wojtyla, dove ha celebrato una messa davanti ad una moltitudine di fedeli. Con questo viaggio egli ha toccato la città di Cracovia dove Giovanni Paolo II è stato vescovo e le città di Wadoice, e Kalwaria Zebrzydowska. Infine si è recato a pregare nei luoghi dove gli uomini di Hitler avevano creato il più grande campo di sterminio e dove per gli ebrei si è consumata la più grande tragedia di questo popolo.Per avere un’idea di quello che è accaduto bisogna risalire agli anni della seconda guerra mondiale, 1939-1945 quando il potentissimo esercito di Hitles, occupò, nel giro di un mese, prima tutta la Polonia e poi continuò la sua marcia occupando tutti i Paesi Bassi, la Francia invadendo, con la complicità dell’Italia, il resto dell’Europa. Non staremo qui a rievocare la storia di quegli anni di fuoco ma vogliamo soltanto dare una idea di quello che è stato « l’olocausto » evocato dagli ebrei che in pratica è stato anche l’olocausto di tantissimi esseri umani che ebrei non erano e che sono morti nei vari campi di sterminio creati dalla pazzesca furia nazista. Dunque i prigionieri nella gran parte erano civili, uomini di tutte le età, donne e bambini. Erano presi di mira in gran parte gli ebrei in qualsiasi parte essi si trovavano. Ma c’erano anche tanti non ebrei:li caricavano sui vagoni bestiame nelle stazioni ferroviarie e li spedivano in Germania dove avveniva lo smistamento verso i vari campi di lavoro e di morte. In questi campi , secondo il racconto dei sopravvissuti, quasi ogni giorno venivano fatti sfilare davanti a dei militari i quali facevano la selezione:quelli che venivano ritenuti idonei per fare certi lavori li mettevano da una parte e gli altri da un’altra parte dove venivano fatti spogliare completamente nudi e con la scusa che dovevano fare una doccia, li facevano entrare nelle camere a gas dove venivano soffocati e poi buttati nei forni crematori per ridurli in cenere. I più deboli ed i meno adatti a lavorare erano le vittime preferite. Gli scampati di Oswiecim, un piccolo paese della Polonia, che in tedesco era diventato Auschwitz, e degli altri campi di Dacau, Bergen Bergen dove è morta Anna Frank, la bambina che nel suo diario ha denunciato al mondo le agghiaccianti peripezie di tanti poveri disgraziati. Dopo la liberazione una parte di essi ripararono ad Israele, molti a New York e Montreal. Solo poco tempo fa sono riusciti a far aprire gli archivi di quell’olocausto dove morirono 6 milioni di ebrei,40 mila zingari,80 mila polacchi e ungheresi,rumeni, russi e di tanti altri paesi e furono ritrovati tonnellate di agghiaccianti documenti.C’erano anche parecchi italiani tra cui la figlia del re d’Italia Mafalda di Savoia. Davanti a tanto scempio ed a tanto dolore c’è chi continua a chiedersi «E Dio dov’era ? ». Io non me lo chiedo più perché un personaggio del mio libro l’ha già data la risposta: « Dio,dice Elisabetta a Francesco, è in ognuno di noi e se non ci fosse Lui ne dovremmo inventare uno…perché ci da la forza di resistere in questo inferno ». Il nostro non è un Dio vendicatore perché ci ha dato la libertà di scegliere tra il bene e il male. « Ed allora …anche chi muore vivrà in eterno, dice il Vangelo. Se noi crediamo in Lui dobbiamo accettare anche la morte…come Cristo ha accettato la sua morte ». Il Papa tedesco ha avuto il coraggio di andare a pregare a Auschwitz davanti al muro della morte ed a chiedere perdono a tutti coloro, morti e vivi ,vittime di questo obbrobrio. « Parlare nei luoghi dell’orrore, dove crimini senza precedenti furono commessi contro Dio e contro gli uomini è praticamente impossibile,ha detto Benedetto XVImo, ed è particolarmente difficile e sconcertante per un cristiano, per un papa Tedesco ». Seguendo le orme di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI si è recato a pregare nella cella dove è morto di fame padre Maximilian Koble, un francescano polacco che aveva volontariamente preso il posto di una famiglia polacca condannata a morte dai tedeschi. Benedetto XVImo è stato soprannominato il Papa della riconciliazione per aver avuto il coraggio, da tedesco, di parlare a coloro che dei tedeschi sono state le vittime. TREMAGLIA: PER IL REFERENDUM GLI ITALIANI ALL’ESTERO HANNO VOTATO A FAVORE DEL SI. GRANDE SODDISFAZIONE In Italia i SI hanno perso, all’estero i SI hanno vinto. · Lo diciamo a pieni polmoni e con soddisfazione. Ha un senso anche di rivincita e soprattutto con questo evento si chiude il tentativo dell’ignobile linciaggio fatto nei miei confronti dopo le elezioni politiche. · Nel pronunciamento degli Italiani nel mondo per il SI al Referendum della nuova Costituzione i SI hanno ottenuto più del 51% complessivo. · Nel Collegio elettorale Africa-Australia i SI sono arrivati al 53% ed è molto significativo perché sembrava tutto a sinistra. In Nord America-Canada i SI si hanno raggiunto il 52,8%, in America Latina si è arrivati ad uno straordinario 63%. · Certamente io ho appreso questi risultati con profondo orgoglio anche perché la stampa e la televisione di qualsiasi parte hanno mantenuto un irresponsabile silenzio come se non ci fossero più di 2.500.000 elettori che operano con grande successo al di fuori dei nostri confini. · Questo risultato mi appaga dopo tante amarezze e propone una iniziativa politicoparlamentare di grande rilievo. Per questo io continuo a proporre, al di là della presa di posizione di ciascuno dei Deputati e dei Senatori eletti all’estero, di costituire una Commissione bicamerale dove si possa discutere ed approvare linee ed iniziative degli Italiani eletti al di là dei confini. Debbo dire purtroppo che il Comitato Generale dei SI, così come quello di Sinistra, hanno quasi del tutto, forse del tutto, ignorato l’importanza e persino l’esistenza elettorale degli Italiani all’estero. Ritengo che questo risultato riproponga in primo piano i problemi politici, culturali ed economici degli Italiani nel mondo in uno sforzo unitario al di sopra di alcune faziosità dei Partiti. Dico GRAZIE ai rappresentanti delle altre forze di Centro Destra che hanno agito questa volta in modo unitario all’estero, agli Azzurri nel Mondo con l’On. Rivolta ed il Cav. Gentile, al Comitato Tricolore con il sottoscritto e con il Cav. Ferretti, all’UDC con il Sen. Trematerra ed alla Lega con il Sen. Stefani. Si è iniziata una nuova grande prova di politica attiva per gli Italiani nel Mondo! www.ilpostinocanada.com IL POSTINO • OTTAWA, ONTARIO, CANADA I L Luglio 2006 P O S T I N O Page 11 Community Events DAN FANTE VISITA L’AQUILA San Memo Song Festival By Renato Rizzuti There is a new venue for English language songs with an Italian theme at the San Memo Song Festival. San Memo is a small Italian neighbourhood in Wen Kory city. I have been busy composing and rehearsing two songs for the festival. One song is in the style of “Italian Country” music. These are the lyrics: I can’t resist your charming charm Come and live on my pig farm You’ll never have a regretta When you eat my pancetta Oh be my little polpetta On the porch we’ll setta In that lovely summer breeze We’ll eat porco with ease Together we can feed the pigs Then dance some tarantella jigs We’ll be feeling mighty fine When we’re drinking my wine In the morning you’ll wake up for sure To the smell of sweet smellin’ manure Gonna eat eggs from my gallina Then I’m gonna kiss you Gina! Please be my country gella I’ll be your country fella Together we can both tella Country livin’ is swella! The other song is written in “Italian Rap” style: Yo! Yo! Rig up that righteous rigatoni Feed up this hungry homeboy Tony This bad dude crazy fella Needs some mortadella Gonna be cool and gonna be chillin’ Eating cannoli with ricotta fillin’ Come perk me up adesso With some nice espresso I excitedly say oly oly oly Bout your pasta e fagioi Yo girl if you pretty please Pass the Romano cheese! You such a fine eyetalian girly That you drive me squirrely Yo hear my desperate cry Fo’ yo delish pizza pie! On yo bedroom window I’m gonna tap So you can hear my heart beatin’ rap Be my partner in hot lovin’ crime Forever together we’ll do the time Make sure to order your tickets to San Memo. You’ll get to see and hear me live! di Goffredo Palmerini* Dan Fante ce lo aveva promesso a Los Angeles, a gennaio dell’anno scorso, parlando con Gabriele Lucci, con il Sindaco dell’Aquila e con me, che quando fosse venuto in Italia sarebbe venuto all’Aquila a trovarci. Avevo cercato un contatto con lui per il tramite dell’Associazione Abruzzese e Molisana di Los Angeles, e costoro attraverso l’unione degli scrittori, per proporgli un incontro con la delegazione dell’Accademia dell’Immagine e dell’Istituto Cinematografico dell’Aquila in missione in California, essendo desiderio nostro e del Sindaco della città capoluogo regionale rendere omaggio alla memoria del grande scrittore John Fante, suo padre, nato a Denver (Colorado) ma figlio d’un emigrato abruzzese di Torricella Peligna. Ma anche per conoscere lui, Dan Fante, scrittore anch’egli di successo. Non pensavamo di riuscirci. Invece fu una sorpresa vederlo entrare nell’aula magna della UCLA, prestigiosa università della metropoli californiana, dove Gabriele Lucci ed il prof. Robert Rosen, direttore del Dipartimento Cinema e Teatro, intervistavano lo scenografo Dante Ferretti, che due mesi dopo avrebbe ricevuto l’Oscar dall’Academy per il film “The Aviator” di Martin Scorzese. Ci fu un breve ma intenso incontro, alla fine dell’evento, nel quale Dan Fante rese subito testimonianza del suo amore per l’Abruzzo, del profondo legame con la terra degli avi. Fu molto felice di ricevere dalle mani del Sindaco dell’Aquila, Biagio Tempesta, la medaglia della Municipalità, che riproduce l’antico sigillo della città. Al suo sesto viaggio in Abruzzo, invitato da Valeria De Cecco che molto degnamente così ha voluto celebrare il decennale della rivista “Abruzzo Italia” di cui è direttrice editoriale, Dan ha voluto mantenere la promessa. Accompagnato da lei e dal giornalista Paolo Di Vincenzo, fine cultore della vita e delle opere di John Fante, martedì pomeriggio Dan ha fatto visita all’Accademia dell’Immagine, all’Istituto Cinematografico ed all’Abruzzo Film Commission, guidato da Gabriele Lucci, direttore generale dell’Accademia, alla scoperta delle strutture e delle attività che nel palazzo dell’Immagine si conducono. Attrezzature tecnologiche d’avanguardia, la Cineteca con le sue rare collezioni, la moviola diagnostica Catozzo, il fondo della Mediateca ricca di titoli, gli studi di montaggio, le aule ed i mezzi elettronici di dotazione, l’aula magna e le strutture di luci da set per la produzione, il settore editoriale in piena attività: tutto ha interessato la curiosità attenta e stupita dello scrittore. Si è complimentato con Lucci per i libri pubblicati, per l’alta qualità editoriale dei volumi. Una grande passione ha Dan per la settima arte, non solo perché scrive sceneggiature, ma ha dimostrato una grande conoscenza del settore e della storia del cinema. Insomma, è stato assai compiaciuto delle attività di queste Istituzioni e del loro valore culturale, lasciandone anche un apprezzamento autografo. Ci ha parlato d’un film di prossima produzione tratto da “Mooch” (Agganci, ed. Marcos y Marcos), uno dei suoi romanzi con una storia coinvolgente dai forti richiami autobiografici. Era poco il tempo a sua disposizione, circa due ore. L’ora rimanente intendeva dedicarla ad una visita alla città, che vedeva per la prima volta. Prima tappa l’abbazia di Collemaggio. E’ entrato nella basilica, subito p r e s o dall’incanto delle architetture g o t i c o romaniche. Gli ho parlato di Pietro Angelerio e quindi di papa Celestino V, della sua vita in un s e c o l o travagliato, del suo messaggio spirituale e civile, dei simboli stessi del suo straordinario papato: l’opera di pacificazione, l’incoronazione nella sua chiesa di Collemaggio il 29 agosto 1294, il dono universale della Perdonanza – il primo giubileo della cristianità – e della Bolla istitutiva, la rinuncia alla tiara papale, infine la prigionia disposta da Bonifacio VIII a Fumone e la morte, due anni dopo. Di ogni cosa ha chiesto notizie e dettagli, specie sul proditorio trafugamento ad opera di alcuni monaci delle spoglie di Celestino, nel 1327, da Ferentino all’Aquila. Quindi s’è raccolto in silenzio dinanzi al mausoleo che conserva il suo corpo e poi alla Porta Santa. Della basilica ha ammirato ogni dettaglio: i rosoni, i dipinti di Karl Ruther con le scene di vita di Celestino, ha chiesto dei miracoli del Santo. Quando gli ho parlato del processo di canonizzazione, conclusosi in tempi rapidi con la santificazione, nel 1313, si è impressionato della grandezza spirituale dell’umile monaco e della popolarità del suo ordine. Poi ha soffermato la sua attenzione sul bel pavimento della basilica. L’ho incuriosito con la notizia del raggio solare che nel solstizio filtra dal rosone centrale e si sofferma in punti precisi, della singolarità di alcuni disegni costruttivi della basilica e del pavimento. Dell’interesse che stanno suscitando alcune relazioni con l’ordine dei Templari, delle analogie dell’Aquila con Gerusalemme. Penso che verrà ancora a Collemaggio. Per conoscere la spiritualità dell’Aquila, per scoprire meglio la storia di S. Pietro Celestino, e poi di S. Bernardino da Siena e S. Giovanni da Capestrano. Tornerà di certo, Dan. L’ho capito quando, risalendo la medioevale via Fortebraccio, ha rubato fugacemente con gli occhi la splendida facciata di pietra bianca di S. Bernardino, illuminata dal sole calante verso l’ incipiente tramonto. * Managing Director dell’Istituto Cinematografico dell’Aquila IL POSTINO • OTTAWA, ONTARIO, CANADA Page 12 I L P O S T I N O July 2006 Italian Car Parade - June 2006 Giacomelli’s Action allowed to continue in Our Court System! Giacomelli v. The Attorney General of Canada Representing Her majesty the Queen in Right of Canada Crown-Civil actions- -Immunity – Plaintiff born in Canada of Italian Ancestry – Plaintiff arrested and detained from 1940 to 1945 under alleged authority of War Measures Act and Defence of Canada Regulations – Plaintiff bringing action alleging that he was arrested and detained solely because he was of Italian origin - Defendant’s motion to strike statement of claim as disclosing no reasonable cause of action dismissed – Statement of claim raising possibility that defendant acted outside scope of its authority and breached its fiduciary duty On facts as pleaded defendant could be stripped of immunity – Claim raising difficult and important points of law that ought to be left to trial judge. The plaintiff was of Italian ancestry and was born in Canada in 1921. He was arrested in 1940 and detained until 1945 under the alleged authority of the War Measures Act, R.S.C 1927, c. 206 and the specific provisions of the Defence of Canada Regulations, P.C. 2483 in force pursuant to s.3 of that Act. The Plaintiff brought an action against the defendant for damages. The defendant brought a motion to strike the statement of claim as disclosing no reasonable cause of action. Held, the motion should be dismissed. If it was established in this case that the only reason the plaintiff, a British subject, born in Canada , was detained was because he was of Italian origin , then the court could well find that the Government of Canada acted outside the scope of its authority. The defendant would have to satisfy the court that the plaintiff was arrested to prevent him from acting in a manner prejudicial to the public safety or the safety of the state. If the defendant acted outside the scope of its authority, then it would probably be open to the plaintiff to argue that the government breached its fiduciary duty. No limitation period is applicable to a breach of fiduciary duty. On the facts as pleaded, the defendant could well be stripped of the cloak of immunity. The action raised difficult and important points of law that ought to be left to the trial judge. One of the arguments used in this case is the following: The plaintiff also pleads and relies upon a speech made by former Prime Minister Mulroney. These statements may also have been made in the House of Commons. The question is can they be construed as admissions against interest. If the plaintiff relied on them to his detriment, does this amount to a fresh step allowing compensation under the Canadian Charter of Rights and Freedoms? Conclusion An order shall issue dismissing the defendant’s motion to strike out the Statement of Claim for failure to disclose any reasonable cause of action and the defendant shall be allowed to serve and file a Statement of Defence in the within action 30 days after the date of this Endorsement. Motion Dismissed Tomb raider leads Italy police to ancient paintings Reuters By Robin Pomeroy FORMELLO, Italy (Reuters) - Italy unveiled on Friday a new archaeological site that some experts say houses the oldest paintings in the history of Western civilization. Italy’s culture minister took reporters to an unremarkable field outside Rome under which they were shown a room carved into the hillside, decorated with colorful frescoes which archaeologists said were 2,700 years old. “It’s a prince’s tomb that is unique, and I would say is at the origins of Western art,” said Minister Francesco Rutelli, standing on what, until two weeks ago when the site was found, was just a field of barley. Authorities were led to the spot — in an area known for its remains from the Etruscan civilization that thrived in Italy before the Roman Empire — by an 82-year-old Austrian tour guide who police were questioning for looting ancient artifacts. Archaeologists were amazed at what they found once the earth was removed — a large, square room, with niches that would once have stored cremated remains, remnants of a bright red painted ceiling and colored frescoes of birds and roaring lions. “There are thousands of tombs here,” said Francesca Boitani, a culture ministry archaeologist, pointing to the rolling hills north of Rome which were once home to the Etruscan city of Veia. “But this one, it’s the pictures that are stunning. They give a sense of the primitive.” It is the primitive nature of the paintings that has convinced the experts that they are at least a generation older than any others yet found — dating from 700-680 BC. OLDEST Giovanni Colonna, a professor at Rome’s Sapienza University, said although the frescoes were not as old as Egyptian art or some cave paintings, they had to be the oldest examples of the Western tradition of art that was then developed by the Greek and Roman civilizations. Fragments of decorated pottery found in the tomb, and the clearly visible remnants of a wheel which once was part of a cart buried along with the bodies, indicate the burial site was that of a nobleman or prince. In Etruscan art, the birds would have symbolized the passage between life and death and the lions represented the underworld. While art historians salivate at the finding, it illustrated two serious problems for Italy — the constantly rising cost of excavating and managing ancient treasures and the fight against organized criminals who plunder the country’s heritage. Ironically, police were led to the “Roaring Lions” site by a tomb raiding suspect who hoped to receive lenient treatment. IL POSTINO • OTTAWA, ONTARIO, CANADA Luglio 2006 I L P O S T I N O Page 13 General Ciao Alessandro Cortese Goodbye! Au Revoir! Un’anniversario che celebra anche un’istituzione italiana a Hollywood A settembre, VideoAge celebra il suo 25mo anniversario. Ci si potrebbe chiedere cosa ci sia di speciale, quando ci sono tante riviste che, ogni anno, celebrano anniversari d’oro e d’argento. VideoAge é speciale per tanti motivi, tra i quali il fatto che rappresenta una delle poche presenze italiane ad Hollywood. VideoAge é nata grazie ad Hollywood ed all’industria televisiva italiana che hanno appoggiato Dom Serafini nel lancio della rivista specializzata per il settore televisivo internazionale. Serafini, ex-direttore diTv/Radio Age International, creó VideoAge con una formula allora originale: le grandi societá dell’industria televisiva internazionale finanziarono il progetto in cambio di pagine pubblicitarie. Tra le 20 societá Usa che inizialmente finanziarono VideoAge vi erano: Mgm, Abc, Kodak, Osmond International (la famiglia Osmond ) e Cbn (Pat Robertson). Tra le societá Italiane vi erano: Mifed (Fiera Milano), Rusconi Editore, Canale 5 (Silvio Berlusconi), TV Port (Giuliano Re) e Italtoons (Giuliana Nicodemi). Dal Brasile arrivó anche l’appoggio di Globo Tv, la principale rete Tv del paese. Il 1981, quando nacque VideoAge, era un periodo magico sia per l’Italia –– che introdusse in Europa le reti televisive private –– che per Hollywood, che poté espandere il suo mercato oltre i monopoli Tv statali dei paesi europei. Nel 1983, durante la fiera del Natpe a Las Vegas,VideoAge creó il concetto di un quotidiano per le fiere Tv. A quel tempo non esisteva lo sviluppo delle foto in un’ora e quindi si faceva uso delle Polaroid; i fax non erano ancora diffusi; i cellulari non esistevano e, per comunicare, si usavano degli ingombranti walkie-talkie. Per essere facilmente identificabili nelle affollate sale fieristiche, i giornalisti indossavano magliettine gialle con la scritta VideoAge Daily. Tra le prime aziende americane ad appoggiare i quotidiani di VideoAge furono Enter-Tel, e Telepictures e, in Francia, la rete Tf1. I quotidiani fieristici di VideoAge sono ancora piú importanti nell’era di Internet. Infatti, durante le fiere, per mancanza di tempo, i partecipanti riescono solamente a controllare la posta elettronica, mentre il quotidiano cartaceo di VideoAge rappresenta un mezzo di facile e conveniente lettura per tenersi informati sugli eventi. Alle fiere Tv, sia gli espositori che gli acquirenti fanno affidamento sui prodotti cartacei di VideoAge senza che l’impatto editoriale sia diminuito dai servizi on-line. Quando fu fondata Videoage, il settore contava 5 riviste specializzate giá affermate: Variety, The Hollywood Reporter, Brodcasting, Tv/Radio Age e, in Gran Bretagna, TV World. Sia Tv/Radio Age che Tv World chiusero i battenti verso la fine dagli anni 80. Attualmente, sono 10 le riviste che coprono tutti gli aspetti del settore televisivo, specialmente quello internazionale, e molte altre curano campi specifici, come il video sul cellulare. Queste fanno tutte parte di grandi conglomerati internazionali, con l’eccezione di VideoAge. Il nome VideoAge venne scelto perché il 1981 era definito come l’era (age) del video. Il New York Times spesso usava “video age” per descrivere la vita in un universo di 500 canali Tv (ai giorni nostri definiti del tipo “push”). Oggi, con l’arrivo della televisione Internet e dei canali video del tipo “pull”, l’era del video continua a risuonare. Per le riviste del settore Tv professionale, rendersi indispensabili é un compito arduo perché spesso i loro lettori conoscono giá i dettagli degli argomenti trattati, e molte volte gli articoli rivelano solamente la “punta dell’iceberg.” Queste riviste, inoltre, devono anche criticare lo stesso settore che le finanzia con la pubblicitá (le entrate dagli abbonamenti sono trascurabili). Infatti, il contenuto editoriale tagliente di VideoAge ha, a volte, causato alla rivista la perdita di introiti pubblicitari, ma mai il rispetto delle societá interessate. In tutti questi anni la sfida é stata di evolversi editorialmente, graficamente, tecnologicamente e nel modo in cui si propongono ai clienti le inserzioni pubblicitarie. Tutto ció in aggiunta ai cambiamenti nell’industria televisiva stessa: basti pensare che, mentre negli anni 90 il settore editoriale Tv specializzato poteva contare su di una clientela di oltre 500 societá, oggi questo numero si é ridotto a poco piú di 80. Per VideoAge, la somma di questi cambiamenti ha causato l’eliminazione del reparto vendite. Quando l’integrazione verticale cominció ad erodere la base clienti del settore, per controbilanciare gli effetti negativi delle concentrazioni, VideoAge rafforzó la sua struttura vendite aggiungendo piú personale nei suoi uffici di New York, Los Angeles, Londra e Milano. Divenne presto evidente che, anche con questa manovra, la vendita delle pagine publicitarie aumentava di poco. In seguito, lo sviluppo della tecnologia digitale fece sí cheVideoAge potesse eliminare il reparto vendite, sostituendolo con una semplice operazione di marketing. Questo cambiamento é stato possibile perché i suoi tipografi, sia in Italia che negli Usa, sono in grado di ricevere ed amministrare tutto il materiale pubblicitario via Internet. In questo VideoAge non é sicuramente unica, basti guardare il settore aereo, dove buona parte dei biglietti viene venduta via Internet. La premessa di VideoAge é semplice: far in modo che le vendite si generino da sole offrendo un ottimo prodotto editoriale affiancato ad un’eccellente distribuzione. Videoage, comunque, non ha trascurato l’aspetto online del settore, essendo stata, nel 1997, una delle prime ad utilizzare il Web, stabilendo un sito in inglese, (www.VideoAge.org), uno in spagnolo (www.VideoAgeLatin.com), ed uno in italiano (www.VideoAge.it). Oggi, VideoAge online é fonte di informazione fondamentale per l’industria Tv internazione, con “E-beat”, una newsletter quotidiana via e-mail e “Paper Clips”, una rassegna stampa settimanale via e-mail. VideoAge é stata, inoltre, la prima rivista del settore ad inserire su ogni numero un Dvd per i clienti che vogliono presentare i loro nuovi programmi televisivi e cinematografici ai lettori. In questi 25 anni, VideoAge é stata apprezzata dai Baby Boomers, dalla generazione “X”, oggi dai giovani con “l’infradito” e, presto, dai loro discendenti. Rimane, di fondo, una creatura degli anni 80 che non apprezza le integrazioni verticali, le consolidazioni, i monopoli e le posizioni dominanti. VideoAge ama l’industria del film e quella della Tv ed apprezza la competitivitá, i mercati con pari opportunitá, l’innovazione tecnologica ed un campo da gioco con regole uguali per tutti. Per VideoAge, la televisione rimane piú di un’industria: é un universo di stelle (i direttori), di “superstar” (i vice-presidenti) e di quasar (i presidenti) che si estende dalla politica alla regolamentazione, sociologia, sondaggi, finanza, produzione, distribuzione, telecomunicazioni, satelliti, pirateria fino alle nuove tecnologie, senza trascurare l’aspetto storico. VideoAge é solita trasformare complicati argomenti tecnici in testi comprensibili per chi non se ne intende, oltre agli editoriali di “My 2¢” (due grani di sale) di Dom Serafini, pagine dalla natura cosí controversa che, a volte, vengono evitati dagli inserzionisti nel piazzamento della loro pubblicitá. I prossimi 25 anni sono ancora da tracciare, maVideoAge é ben preparata a continuare a servire l’industria televisiva internazionale con i suoi editoriali taglienti, un’aggressiva distribuzione, servizi via Internet e Dvd. # Nella foto, il primo numero di VideoAge. Nel 1995 il formato diventó “tabloid”. IL POSTINO • OTTAWA, ONTARIO, CANADA I L Page 14 P O S T I N O Announcements Il Postino is looking for writers... - write about your community, memories, opinions or tell us a story -write in English, Italian or French -send your articles and ideas to [email protected] Jen Filoso, Frank Spadone, Franco Taddeo, Mariano De Marinis and Kevin Gasior enjoying what Il Postino has to offer! www.ilpostinocanada.com IL POSTINO • OTTAWA, ONTARIO, CANADA July 2006 I L Luglio 2006 P O S T I N O Page 15 Community Calendar/Eventi Comunitari Public Service Announcement Villa Marconi Board Members Election Results For the Board Positions of Villa Marconi Long Term Care Centre Nine Positions Available for fourteen Candidates Candidates for the Election of June 25, 2006 Eolo Bevilacqua Tony Campanale Dino Chiumera Christopher Paul Chong Elio Coppola Robert DeToni Lee(Lina Pavan) Farnworth Anna Gaudo Rosetta Giammaria Mario Giannetti Tony Marcantonio Marco Pagani Josephine Palumbo Tony Prinzo Elected for Two Years Eolo Bevilacqua Elected for One Year Tony Campanale Dino Chiumera Christopher Paul Chong Robert DeToni Lee Farnworth Mario Giannetti Rosetta Giammaria Marco Pagani Congratulations Ottawa (June 22, 2006) - The Community Information Centre of Ottawa is pleased to announce the launch of the e-Blue Book, an online web directory of Ottawa health, social and human services. The e-Blue Book puts accurate and easy-to-use information about nearly 700 organizations and programmes available in our community at the fingertips of area residents. Visit www.cominfo-ottawa.org and click on e-Blue Book. The Community Information Centre of Ottawa has been connecting people to the community, government, health and social programmes that they need for over 30 years. Contact: BGen (ret) Peter Holt President of the Board, Community Information Centre of Ottawa 260 St. Patrick Street, Suite 301 Ottawa, ON K1N 5K5 613-241-4636 [email protected] http://www.cominfo-ottawa.org/ Announcement French language specialist would like to exchange French classes for Italian classes (conversation/ grammar), once or twice a week. Evenings or weekends. 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