Valutazione e riconoscimento della ricerca
scientifica:
cosa prevede la L. 1/2009?
Daniela Parolaro
Facoltà di Scienze MMFFNN - Varese
Art. 3-ter
Valutazione dell'attività di ricerca
1. Gli scatti biennali di cui agli articoli 36 e 38 del decreto del
Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382, destinati a maturare
a partire dal 1° gennaio 2011, sono disposti previo accertamento da
parte della autorità accademica della effettuazione nel biennio
precedente di pubblicazione scientifiche.
2. I criteri identificanti il carattere scientifico delle pubblicazioni sono
stabiliti con apposito decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università
e della ricerca, su proposta del Consiglio universitario nazionale e
sentito il Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca.
3. La mancata effettuazione di pubblicazioni scientifiche nel biennio
precedente comporta la diminuzione della metà dello scatto biennale.
4. I professori di I e II fascia e i ricercatori che nel precedente triennio
non abbiano effettuato pubblicazioni scientifiche individuate secondo i
criteri di cui al comma 2 sono esclusi dalla partecipazione alle
commissioni di valutazione comparativa per il reclutamento
rispettivamente di professori di I e II fascia e di ricercatori
INDICATORI DI ATTIVITA’ SCIENTIFICA E DI RICERCA”
La prospettiva è determinare standard minimi di qualità necessari per un
ottimale svolgimento delle procedure concorsuali. Tali indicatori saranno
utilizzabili anche per determinare il grado di qualificazione dei proponenti dei
Progetti di ricerca di interesse nazionale.
Ritenuto
-che gli indicatori proposti sono intesi esclusivamente al fine di
determinare livelli minimi normalmente accettabili per
l’ammissione alle diverse fasce della docenza;
- che tali livelli minimi non possono essere utilizzati per
determinare in modo automatico l’esclusione o l’ammissione di
un candidato ad una valutazione comparativa;
- che gli indicatori forniscono una rappresentazione
inevitabilmente sommaria dell’attività scientifica dei candidati e
che le commissioni giudicatrici, cui esclusivamente compete la
responsabilità di stabilire la graduatoria finale, devono comunque
formulare un giudizio qualitativo su tale attività scientifica;
- che gli indicatori proposti nulla debbono togliere
all’autonomia degli Atenei nella libertà di strutturare i bandi di
concorso secondo le necessità espresse dagli Organi collegiali degli
Atenei stessi
- che comunque i valori minimi proposti per gli indicatori ai fini
dell’accesso alle fasce di docenza sono punti di riferimento
qualificanti per le commissioni e per l’autovalutazione dei candidati;
- che in caso di non osservanza di tali valori minimi le commissioni
debbono motivare le ragioni della loro scelta
RITENUTO INOLTRE
- che gli indicatori scientifici per l’accesso alle valutazioni
concorsuali, dal reclutamento alla progressione di carriera, e gli
indicatori di qualità per la valutazione dei proponenti dei progetti di
ricerca di interesse nazionale, benché collegati, non siano totalmente
coincidenti;
- che questi indicatori non necessariamente coincidono con i “parametri” per le
procedure di valutazione comparativa per il reclutamento dei ricercatori e sono
distinti dai “ criteri indicanti il carattere scientifico delle pubblicazioni” ai fini della
valutazione dell’attività di ricerca dei docenti,che il CUN dovrà individuare in base al
D.L. n. 180 in fase di conversione in legge dal Parlamento;
- che i valori proposti per gli indicatori, in quanto minimi, non possono considerarsi
sufficienti ai fini del reclutamento per “chiamata diretta” e che in questo caso le
proposte degli Atenei devono basarsi su più ampi requisiti di elevata qualità
scientifica, didattica e curriculare;
- che deve essere tenuto in considerazione il principio di equità e non
discriminazione di genere per cui, in caso di maternità o congedo parentale, la
continuità temporale della produzione scientifica e la quantità-densità di
pubblicazioni deve essere adeguatamente rimodulata, specie in quelle Aree in
cui si richiede l’allontanamento dai laboratori per tutta la durata della gravidanza e
dell’allattamento.
CONSIDERATO
- che per la complessità dei saperi e per la specificità delle discipline
e delle tradizioni delle diverse comunità scientifiche non è possibile
utilizzare gli stessi indicatori per tutte le Aree e in qualche caso
neppure per tutti i SSD in esse compresi;
- che tutti gli indicatori debbono essere aggiornati periodicamente
dal CUN;
- che gli indicatori devono essere semplici, trasparenti, facilmente
applicabili e congrui per le diverse Aree o gruppi di SSD
il CUN
consultate le Comunità Scientifiche di riferimento ha elaborato
per ciascuna Area o laddove necessario per gruppi di SSD i
seguenti indicatori dell’attività scientifica e i relativi valori
minimi da utilizzare esclusivamente per l’accesso ai diversi livelli
concorsuali
Area
Nome
ssd
Concorso Ricercatori
Pubblicazioni
Concorso Associati
Pubblicazioni
Concorso Ordinari
Pubblicazioni
Criteri
Biblometrici
?
05
Sc.
Biologi
che
01-19
(1) ≥ 5 su ISI di cui ≥ 3
negli ultimi 5 anni
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<!--[endif]-->
(1) ≥ 20 su ISI di cui ≥ 50%
negli ultimi 8 anni
<!--[if !supportEmptyParas]--> <!-[endif]-->
(1) ≥ 30 su ISI di cui ≥ 50%
negli ultimi 10 anni
<!--[if
!supportEmptyParas]-->
<!-[endif]-->
<!--[if
!supportLists]->(1) <!--[endif]->Riviste ISI
(2)
Altri
parametri
nel
curriculum
06
Sc.
Medich
e
01-50
(1) ≥ 5-10 (?) su ISI di
cui ≥ 1-2 (?) con primo
nome negli ultimi 5 anni
<!--[if
!supportEmptyParas]-->
<!--[endif]-->
(1) ≥ 10-30 (?) su ISI di cui
≥ 50% con primo o ultimo
nome negli ultimi 8 anni
<!--[if !supportEmptyParas]--> <!-[endif]-->
(1) ≥ 20-50 (?) su ISI di cui
≥ 50% con primo o ultimo
nome negli ultimi 10 anni
<!--[if
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<!-[endif]-->
<!--[if
!supportLists]->(1) <!--[endif]->Riviste ISI
(2)
primoultimo nome
MED
02,43,
25
<!--[if
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<!--[endif]-->
<!--[if !supportEmptyParas]-->
[endif]-->
<!--[if
!supportEmptyParas]-->
[endif]-->
Vedi area 11
07
Sc.
Agrarie
e
Veterin
arie
01-07
(1)
4
anni
post
magistrale
(2) ≥ 3-5 (?)di cui ≥ 2-3
(?)su ISI
<!--[if
!supportEmptyParas]-->
<!--[endif]-->
(1) ≥ 10-20 (?) di cui ≥ 510 su ISI
(2) ≥ 5-8 (?) negli ultimi 5
anni
(3) ≥ 8 primo, secondo,
ultimo o corresponding
<!--[if !supportEmptyParas]--> <!-[endif]-->
(1) ≥ 15-30 (?) di cui ≥ 8-15
su ISI
(2) ≥ 5-8 (?) negli ultimi 5
anni
(3)
≥
8-12
(?)
primo,
secondo,
ultimo
o
corresponding
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<!-[endif]-->
(1)ISI
(2) posizione
nome
<!--[if
!supportEmpty
Paras]--> <!-[endif]-->
AGR
01,05,
06
Anche non ISI
Anche non ISI
Anche non ISI
<!--[if
!supportEmptyPar
as]--> <!--[endif]->
<!--[if
!supportEmpty
Paras]--> <!-[endif]-->
AGR
01-04,
08-10,
12-15
<!--[if
!supportEmptyParas]-->
<!--[endif]-->
Non si applica (3) per il
momento
Non si applica
momento
<!--
(3)
per
<!--
il
<!--[if
!supportEmptyPar
as]--> <!--[endif]->
A
r
e
a
Concorso Ricercatori
Pubblicazioni
Concorso Associati
Pubblicazioni
Concorso Ordinari
Pubblicazioni
Criteri
Biblomet
rici?
Nome
ssd
1
3
Scienze
Economic
he
e
Statistich
e
<!--[if
!supportEmptyP
aras]-->
<!-[endif]-->
(1) dottorato
(2) ≥1 in tre anni se
dottorato da meno di 3
anni
oppure
≥2 in tre anni se dottorato
da piu’ di 3 anni
(3) alternativa al dottorato
= 3 pubblicazioni
(1) ≥6 , di cui ≥2 su
importanti
riviste
e
≥1
internazionali negli ultimi 5
anni
<!--[if
!supportEmptyParas]-->
<!-[endif]-->
(1) ≥10 , di cui ≥4 su
importanti riviste e ≥2
internazionali
negli ultimi 8 anni
<!--[if
!supportEm
ptyParas]-->
<!--[endif]->
1
4
Scienze
Politiche e
Sociali
01-14
(1) ≥1 monografia e ≥4
pubblicazioni, di cui ≥ 3
negli ultimi 5 anni,
oppure
(1) ≥4 pubblicazioni di cui
≥1 a livello internazionale
negli ultimi 5 anni,
(1) ≥2 monografia e ≥8
pubblicazioni, di cui ≥ 4 negli
ultimi 8 anni,
(1) ≥3 monografia e ≥12
pubblicazioni, di cui ≥ 6
negli ultimi 12 anni,
oppure
oppure
<!--[if
!supportEm
ptyParas]-->
<!--[endif]->
(1) ≥6 pubblicazioni di cui ≥2
a livello internazionale negli
ultimi 8 anni,
<!--[if
!supportEmptyParas]-->
<!-[endif]-->
(1) ≥2 monografie ≥17
pubblicazioni di cui ≥3 in
riviste internazionali
<!--[if !supportEmptyParas]--> <!-[endif]-->
Indicatori e valori minimi: commento
• C’è sostanziale uniformità tra le Aree nell’attribuzione di un ruolo preponderante al
numero delle pubblicazioni (e delle monografie nelle Aree delle Scienze umane), con
valori minimi di Area quasi sempre vicini alla media generale (a seconda della fascia
5/10/15 pubblicazioni ovvero 1/2/3 monografie).
• Un importante indicatore è la continuità di produzione, misurata dalla richiesta
(media) di 1 pubblicazione per anno negli ultimi 5/7/10 anni.
• Sono ancora sporadici i riferimenti all’impatto della produzione sulla comunità
scientifica (nazionale e internazionale), misurati (quando presenti) dall’IF oppure dal
numero delle citazioni.
• Per le Aree più internazionalizzate è fatto spesso riferimento alla richiesta che le
pubblicazioni compaiano su riviste con referee e quando possibile su riviste ISI.
• Rimane comunque aperto il problema di individuare i criteri che identificano il
carattere scientifico delle pubblicazioni (un compito recentemente attribuito al C.U.N.
dalla legge 1/2009).
E’ aperta la discussione sulla possibilità di utilizzare in
modo più o meno sistematico gli indicatori bibliometrici
come strumento di valutazione dell’attività scientifica
individuale (e collettiva)
E’ davvero cosi’ difficile valutare in modo oggettivo il lavoro di un
ricercatore ?
occorre
che la qualità del valutatore sia alta, altrimenti le sue valutazioni non sono
attendibili
una chiara terzietà del valutatore, vale a dire mancanza di conflitti di interessi che
possano influenzarne il giudizio
Ma quali sono gli indicatori che maggiormente rappresentano il
valore di un ricercatore?
INDICATORI BIBLIOMETRICI
Impact factor
Citation Index
Indice H
The impact factor for a journal is calculated based on a three-year period, and
can be considered to be the average number of times published papers are cited
up to two years after publication. For example, the impact factor 2009 for a journal
would be calculated as follows:
A = the number of times articles published in 2008-9 were cited in indexed
journals during 2010
B = the number of articles, reviews, proceedings or notes published in 2008-9
impact factor 2010 = A/B
(note that the impact factor 2009 will be actually published in 2010, because it
could not be calculated until all of the 2010 publications had been received.
Impact factor 2010 will be published in 2011)
La prima (innocente) manipolazione è operata dal ricercatore (o gruppi di
ricercatori) che prima di decidere dove pubblicare un articolo consulta la lista delle
riviste ordinate per IF. Certamente, una volta accettato l’IF come indice di qualità
l’accorto ricercatore cercherà di pubblicare i lavori sulle riviste che hanno il
massimo IF, tra quelle che potrebbero accettare i suoi lavori.
La seconda possibile manipolazione è quella di abbondare nelle citazioni, avendo
particolare cura di citare i lavori più recenti della rivista nella quale si vuole
pubblicare
Infine c’è la grande possibilità di manipolazione nelle mani di chi utilizza l’IF per
valutazioni individuali.
Il passaggio da un indice associato a riviste ad una valutazione,, anch’essa numerica,
associata ad un individuo è tutt’altro che pacificamente codificato. Né può esserlo dal
momento che non è chiaro in che modo l’IF di una rivista sia associato alla qualità di
un articolo che vi è pubblicato
Ad ogni articolo il punteggio della’IF della rivista
Ha senso fare la somma dei punteggi?
O la media dei punteggi ?
O la media relativamente ai lavori che hanno un punteggio minimo?
Effetti negativi dellIF
L’aumento indiscriminato delle riviste e delle pubblicazioni scientifiche
ed in particolare delle riviste più costose di proprietà di editori
commerciali e la crisi finanziaria delle biblioteche scientifiche, esiziale
per i paesi dell’Europa dell’Est ed i paesi in via di sviluppo.
L’impoverimento e l’esclusione dai circuiti internazionali di
distribuzione delle riviste scientifiche legate ad istituzioni culturali e
non pubblicate da editori commerciali.
L’aumento del numero delle citazioni non giustificate né dal
riconoscimento di una priorità, né dall’esigenza di rendere più chiaro il
testo (un aumento che rende tra l’altro molto difficile utilizzare lo SCI
per i fini per i quali era stato creato).
L’aumento di riviste specialistiche gestite da piccole comunità
internazionali dedite alle reciproche citazioni, e poco interessate a
confrontarsi con il resto della comunità scientifica.
L’aumento della pressione sui singoli ricercatori e sulle strutture
scientifiche a pubblicare, anche in assenza di risultati scientifici
significativi, al solo scopo di aumentare il proprio punteggio basato sullo IF.
La perdita di vista del significato di una pubblicazione scientifica come
mezzo per comunicare ad altri ricercatori i propri risultati e non solo come
strumento per aumentare il proprio "punteggio".
Il capovolgimento dei valori di buon senso nella scelta del mezzo di
comunicazione dei propri risultati che dovrebbero essere diffusi negli
ambiti dove possono essere più utili .
L’acquisizione di un repertorio bibliografico costosissimo (lo SCI) e in molti
casi inutile, in tutte le strutture di ricerche, al solo scopo di consentire a tutti
una strategia di massimizzazione dello IF.
L’asservimento delle scelte scientifiche e culturali delle comunità degli
scienziati agli interessi venali delle grandi aziende editoriali e dell’ISI
Citation index:
numero delle volte
che è stata citata in altri lavori pubblicati su riviste
censite.
Misura la bontà di una pubblicazione dal
Difficile da calcolare soprattutto per gli articoli di recente pubblicazione
indice h, combina la quantità degli articoli pubblicati con la loro qualità,
determinando il numero N tra gli articoli pubblicati che hanno almeno N citazioni
ciascuno.
A scientist has index h if h of [their] Np papers have at least h citations each, and the other (Np - h)
papers have at most h citations each.
In other words, a scholar with an index of h has published h papers each of which has been cited by
others at least h times.[3] Thus, the h-index reflects both the number of publications and the number of
citations per publication.. The index works properly only for comparing scientists working in the same
field; citation conventions differ widely among different fields
L’indice è definito in questo modo: “Un ricercatore con un indice pari a h ha
pubblicato h lavori ricevendo almeno h citazioni ciascuno”.
Per calcolare h si considerano tutte le pubblicazioni di un autore e le si
ordinano sulla base delle citazioni ricevute.
L’indice h è il numero d’ordine del lavoro (primo, secondo, terzo, e così via)
pari al numero delle citazioni ottenute da quel lavoro.
Ad esempio, supponiamo che un autore abbia scritto 10 lavori, il primo dei
quali è stato citato 12 volte, il secondo 8 volte, il terzo 3 volte e i rimanenti
non hanno ricevuto nessuna citazione. L’indice è pari a 3, cioè 3 lavori sono
stati citati almeno 3 volte
indicatori bibliometrici e l’indice H
•rilevanza e sul potere predittivo dell’indice H, introdotto da Hirsch nel 2005,
che ha rapidamente trovato una notevole diffusione in diverse comunità
scientifiche.
• L’indice H combina sinteticamente una misura di pura produttività (data
dal numero delle pubblicazioni) con una di impatto scientifico (data dal
numero delle citazioni) premiando in modo bilanciato entrambi gli aspetti
dell’attività scientifica.
• Tuttavia il valore assoluto di H si dimostra dipendere in modo significativo
dall’Area di ricerca, e anche dal settore particolare, a causa delle differenti
dimensioni delle comunità scientifiche, delle modalità di organizzazione
della ricerca, e anche dei differenti “stili” adottati nella compilazione delle
bibliografie
Regola 1 : determinare di un settore di ricerca/studio sufficentemente piccolo da rendere
ragionevoli i confronti tra diversi ricercatori operanti all’ interno di quel settore. Non ha molto
senso confrontare i valori medi dell’ indice-h ottenuto ad esempio in una popolazione di
scienziati che lavorano nei campi della matematica e della fisica..
Regola 2: è fondamentale fissare un database e rimanere all’ interno dello stesso database
per effettuare confronti ragionevoli. Google Scholar è un data base gratuito,
autoaggiornatesi, incompleto: copre meglio alcuni settori piuttosto che altri ma include anche
le scienze umanistiche: copre soprattutto pubblicazioni in lingua inglese e non copre
altrettanto bene i libri. ISI Web of Knowledge è un data base molto completo: non è
gratuito: copre bene le materie scientifiche, meno quelle umanistiche. Una volta
determinato quale data base usare occorre operare all’ interno di quello. Non c’è dubbio che
l’ indice-h determinato con Google Scholar è diverso da quello determinato con ISI Web of
Knowledge anche se una semplice analisi mostra che i due indici sono fortemente correlati.
Regola 3 : la determinazione dell’ indice-h dipende dalla durata temporale all’interno della
quale l’analisi è stata effettuata. Se si fissa un intervallo determinato (es. gli ultimi dieci
anni) si introducono dei bias nei confronti di coloro che hanno lavorato maggiormente 15 o
20 anni fa. Viceversa fissando l’intervallo piu’ lungo possibile (es. gli ultimi 30 anni) si
tendono a valutare maggiormente i lavori di persone che hanno lavorato nel passato e ora
sono inattivi. Per questo motivo, analisi piu’ raffinate chiamano in causa diversi indici, che
tengono conto anche della produttività annuale e della produttività in funzione di periodi piu’
o meno recenti.
Ci sono varie programmi per determinare gli indici bibliometrici.
Michael_Nielsen points out that "...the h-index contains little information
beyond the total number of citations, and is not properly regarded as a new
measure of impact at all".
There are a number of situations in which h may provide misleading
information about a scientist's output:[8]
The h-index is bounded by the total number of publications. This means that
scientists with a short career are at an inherent disadvantage, regardless of
the importance of their discoveries. For example, Évariste Galois' h-index is 2,
and will remain so forever. Had Albert Einstein died in early 1906, his h-index
would be stuck at 4 or 5, despite his being widely acknowledged as one of the
most important physicists, even considering only his publications to that date.
The h-index does not consider the context of citations. For example, citations
in a paper are often made simply to flesh-out an introduction, otherwise having
no other significance to the work. h also does not resolve other contextual
instances: citations made in a negative context and citations made to
fraudulent or retracted work. (This is true for other metrics using citations, not
just for the h-index.)
The h-index does not account for confounding factors. These include
the practice of "gratuitous authorship", which is still common in some
research cultures, the so-called Matthew effect, and the favorable citation
bias associated with review articles.
The h-index is a natural number and thus lacks discriminatory power. Ruane
and Tol therefore propose a rational h-index that interpolates between h and
h+1.[11]
.
The h-index is affected by limitations in citation data bases. Some
automated searching processes find citations to papers going back many
years, while others find only recent papers or citations. This issue is less
important for those whose publication record started after automated
indexing began around 1990. Citation data bases contain some citations
that are not quite correct and therefore will not properly match to the correct
paper or author.
The h-index does not account for the number of authors of a
paper. If the impact of a paper is the number of citations it receives, it
might be logical to divide that impact by the number of authors involved.
(Some authors will have contributed more than others, but in the
absence of information on contributions, the simplest assumption is to
divide credit equally.)
Not taking into account the number of authors could allow gaming the
h-index and other similar indices: for example, two equally capable
researchers could agree to share authorship on all their papers, thus
increasing each of their h-indices.
Molte strategie sono state proposte per affrontare queste critiche.
• Si può ovviare alle differenti caratteristiche delle comunità di ricerca grazie
all’osservazione (Radicchi et al. 2008) che la distribuzione delle citazioni, se
rapportata al numero medio di citazioni tipico di ciascuna specifica disciplina
(o sottodisciplina), segue un andamento universale descritto da una curva di
tipo log normale.
• E’ anche possibile tener conto delle (talvolta grandi) differenze nel numero
dei collaboratori che caratterizzano le differenti modalità di produzione
scientifica, anche se la pura divisione per il numero N dei collaboratori
appare impropria, e sarebbe invece necessario dividere per una potenza
frazionaria di N, determinata empiricamente sulla base della dipendenza
media da N dell’impatto delle pubblicazioni (misurabile attraverso la
dipendenza da N del numero medio delle citazioni).
• Uno studio recente (Jensen et al. 2008) ha tuttavia mostrato (nel caso del
CNRS francese), una significativa dipendenza dall’età dell’indice H normalizzato
(ossia diviso per il numero di anni di carriera), che sfavorirebbe i giovani
ricercatori, mentre la correlazione tra l’indice H e gli avanzamenti di carriera
risulta non superiore al 50%.
• Malgrado ciò H resta l’indicatore con il maggior potere predittivo,
seguito dal numero totale delle pubblicazioni, mentre il numero delle citazioni
(sia totale che medio per articolo) ha scarsissimo potere predittivo.
•E’ bene ricordare anche un recente editoriale di Nature che esamina
l’esperienza inglese del RAE (basato su peer review) e le proposte per il REF
(successore del RAE), in cui gli indicatori bibliometrici dovrebbero giocare un
ruolo importante. La conclusione ancora una volta sottolinea l’imprescindibilità
del ruolo degli esperti valutatori
indice H dei fisici italiani
• E’ stato avviato uno studio volto a esplorare in modo sistematico la
produzione scientifica della comunità dei fisici (universitari) italiani
(circa 3000 individui) mediante gli indicatori bibliometrici.
• I risultati sono ancora molto preliminari, ma alcune dipendenze e
alcune correlazioni risultano abbastanza significative.
• La distribuzione di H è molto ben rappresentata da una distribuzione
di tipo Gamma, fortemente asimmetrica rispetto al valore medio (H
medio 14, H più probabile 6,5), e caratterizzata da una decrescita
esponenziale della probabilità per alti valori di H (con coefficiente di
decrescita 0,14).
• La distribuzione di H è molto ben rappresentata da una distribuzione di tipo
Gamma, fortemente asimmetrica rispetto al valore medio (H medio 14, H più
probabile 6,5), e caratterizzata da una decrescita esponenziale della probabilità
per alti valori di H (con coefficiente di decrescita 0,14).
La dipendenza dall’anno di nascita mostra una crescita costante per ordinari e
associati (legata alla scarsa indicizzazione della produzione più remota e alla
crescita nel tempo del numero medio di citazioni), mentre l’indice H dei
ricercatori più giovani è decrescente, come d’altronde prevedibile a causa del
limitato periodo di attività
L’indice H medio al reclutamento dei ricercatori è prossimo a 10, mentre il
valore medio al reclutamento degli associati è superiore a H=15, e quello
degli ordinari è prossimo a H=20.
La valutazione delle istituzioni scientifiche
• Tutte le obiezioni che fondatamentalmente vengono sollevate nei confronti
degli indicatori bibliometrici acquistano un peso molto più ridotto quando
si affronta il tema della valutazione aggregata e comparativa delle
istituzioni di ricerca.
• Un’evidenza particolarmente significativa di tale affermazione è data
dall’analisi effettuata da Cesareni (2007), che ha misurato l’indice H (collettivo)
delle istituzioni di ricerca valutate dal CIVR per il periodo 2001-2003 e ha
confrontato il risultato di tale misura con i punteggi attribuiti dal CIVR. La
correlazione tra le due valutazioni è risultata essere 0,96.
• Ovviamente la rapidità e l’economicità delle valutazioni basate su indicatori
bibliometrici sono incomparabilmente maggiori, e quindi la valutazione mediante
indici è da raccomandarsi per un monitoraggio frequente e sistematico
che non influisca sui giudizi individuali
Valutazione CIVR Università Insubria
scienze matematiche e informatiche, il punteggio è 0.90 in un range compreso tra
0.40 e 1.00 rispetto ad una media pari a 0.81 (3° su 27);
scienze fisiche il punteggio è 0.95 in un range compreso tra 0.60 e 1.00 rispetto ad
una media pari a 0.89 (7° su 27);
scienze chimiche, il punteggio è 0.94 in un range compreso tra 0.20 e 1.00 rispetto
ad una media pari a 0.81(4° su 26);
scienze della terra, il punteggio è 0.80 in un range compreso tra 0.55 e 1.00 rispetto
ad una media pari a 0.84(16° su 26);
scienze biologiche, il punteggio è 0.84 in un range compreso tra 0.64 e 0.93
rispetto ad una media pari a 0.82 (7° su 18);
scienze mediche, il punteggio è 0.71 in un range compreso tra 0.62 e 0.86 rispetto
ad una media pari a 0.76 (7° su 9);
scienze storiche, filosofiche, psicologiche e pedagogiche, il punteggio è 1.00 in
un range compreso tra 0.40 e 1.00 rispetto ad una media pari a 0.81 (4° su 28);
scienze giuridiche, il punteggio è 0.66 in un range compreso tra 0.61 e 0.85 rispetto
ad una media pari a 0.76 (19° su 20);
scienze economiche e statistiche, il punteggio è 0.77 in un range compreso tra
0.20 e 0.94 rispetto ad una media pari a 0.59 (7° su 23).
Legge 9 gennaio 2009, n. 1
"Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10
novembre 2008, n. 180, recante disposizioni urgenti per il
diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del
sistema universitario e della ricerca"
Art. 2.
Misure per la qualità del sistema universitario
1. A decorrere dall'anno 2009, al fine di promuovere e sostenere
l'incremento qualitativo delle attività delle università statali e di
migliorare l'efficacia e l'efficienza nell'utilizzo delle risorse, una quota
non inferiore al 7 per cento del fondo di finanziamento ordinario [...],
con progressivi incrementi negli anni successivi, e' ripartita prendendo
in considerazione:
a) la qualità dell'offerta formativa e i risultati dei processi formativi;
b) la qualità della ricerca scientifica;
c) la qualità, l'efficacia e l'efficienza delle sedi didattiche.
2. Le modalità di ripartizione delle risorse di cui al comma l sono
definite con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della
ricerca [...].
Prodotti Citati 1 Citazion H
totali
volta
i totali
index
Prodotti/
ricercatore
926
653
9847
111
3.118
597
7764
106
2.53
Insubria
797
Piemonte
orientale
Ricerca su indece h area economica professori ordinari
(www.lavoce.info)
696 ordinari delle discipline economiche
L’indice h calcolato si riferisce a tutti i lavori censiti da Google Scholar ed
eseguiti da tutti gli ordinari di economia; i lavori sono classificati
esclusivamente sulla base del numero e della frequenza delle citazioni e
non, come nel Civr, sulla base della “qualità, rilevanza e originalità” della
ricerca
Tabella 2: Distribuzione dell’indice h per ateneo
Ateneo
Media
Mediana
Coefficiente di variazione
1.
S. ANNA di PISA
16.0
9
1.2
2.
Bocconi MILANO
15.4
13
0.9
3.
BRESCIA
8.8
6.5
0.8
4.
TORINO
7.6
7
0.9
5.
Politecnico di MILANO
7.5
5.5
1.0
6.
SIENA
7.3
4
1.3
7.
Tor Vergata ROMA
7.2
6
0.8
8.
Ca Foscari di VENEZIA
7
6
1.0
9.
BOLOGNA
6.8
6
0.7
10.
Federico II di NAPOLI
6.7
3.5
1.5
11.
PADOVA
6.3
3
1.0
12.
LUISS - ROMA
6.2
4.5
0.9
13.
CAGLIARI
6
2
1.0
14.
TRENTO
5.8
5
0.7
15.
Carlo BO
5.5
3
1.2
16.
MILANO
5.3
3.5
1.1
17.
FIRENZE
5.3
3
1.2
18.
INSUBRIA
5.2
7
0.7
19.
FERRARA
4.6
4
0.8
20.
UDINE
4.5
4.5
0.7
Spese per ricerca Univ. Insubria 2007
Avviare una valutazione delle strutture dell’Insubria mediante indice h
Paragonare nelle diverse aree di ricerca la posizione dell’Insubria
rispetto agli altri Atenei statali.
Instaurare un sistema di revisori esterni che anche utilizzando gli indici
biliometrici, forniscano un’accurata valutazione della qualità della ricerca
Indicatori di attività scientifica: premessa
• Il C.U.N. avverte l’esigenza e condivide l’importanza di giungere alla definizione di
indicatori di attività scientifica e all’individuazione di criteri condivisi e trasparenti di
valutazione, ma ritiene opportuno premettere alcune considerazioni:
• La promozione della qualità non può prescindere da un’autonomia responsabile degli
Atenei nella valorizzazione del merito.
• Altrettanto imprescindibile è la definizione di un quadro normativo certo e stabile entro
il quale la valutazione concorra in modo importante all’attribuzione delle risorse e allo
sviluppo delle carriere.
• Gli indicatori forniscono una rappresentazione inevitabilmente sommaria e quantitativa
dell’attività scientifica, e la formulazione di un giudizio qualitativo, soprattutto se riferito a
singoli, richiede comunque la competenza di un collegio giudicante (referees, peer
review)
• Gli indicatori devono essere semplici, distinti per Aree disciplinari e condivisi dalle
rispettive Comunità Scientifiche.
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Diapositiva 1 - aperinsubria