Corriere del Ticino
LUNEDÌ 10 MAGGIO 2010
CULTURA & SPETTACOLI
27
L’INTERVISTA
Oceani in un mare di chiacchiere
Aldo, Giovanni e Giacomo doppiatori di un documentario
) «Guarda, guardaaa, due pesciolini che si mangiano una medusa!». «Ma no, al contrario nuotano
con lei pronti a nascondersi dentro la medusa se si presenta qualche minaccia. Loro in cambio la
liberano dei parassiti», «Vuoi dire che le fanno le pulizie di casa?».
«Ma certo». «Guarda, guardaaaaa,
un fiore bellissimo e un pesciolino che nuota dentro i suoi petali!». «Non è un fiore, è un anemone di mare, pericoloso per tutti
pesci salvo quello lì: il pesce pagliaccio che ci abita dentro, ed è
l’unico che lo possa fare perché è
immune dal veleno dell’anemone». «Miiii. Ho paura!». «Ma stai
tranquillo, lei lo sa, mica si fa ingannare come te!».
«Lei», è una tartaruga marina che
traversa gli Oceani, e ogni anno
nuota per migliaia di miglia, per
andare a deporre le uova in una
determinata spiaggia e il suo lungo viaggio sottomarino, pieno di
meraviglie e d’insidie, viene mostrato da Oceani 3D, di Jean Jacques & François Mantello. Il documentario, girato direttamente
in 3D, prodotto da Jean Michel
Cousteau -sulla scia di quelli storici di Jacques Cousteau il capostipite, famoso esploratore dei
mari- ha delle sequenze bellissime, piene di azione oltre che di
poesia, e ci fa visitare, nelle profondità marine, dei luoghi magici come le Kelp Forest della California, la Grande Barriera Corallina Australiana e la Roca Partida,
in Messico, dimora di migliaia di
squali. Un vero spettacolo che viene illustrato da un commento
stravagante, nello stile riportato
sopra, interpretato da Aldo, Giovanni e Giacomo. Ma che ci fanno
tre comici in fondo al mare? «Parlano ai bambini, raccontano loro
in modo buffo e leggero, alcuni
dei segreti del mare, in modo che
i pargoli si distraggano e si appassionino alla grande avventura della tartaruga marina, che è vero che
vive tanto, ma quanto viaggia!? E
poi incontra un sacco di pesci»,
dice Giovanni che con Aldo e Giacomo, era a Roma alla presentazione del documentario. «Noi riprendiamo i nostri ruoli comici in
questo “trio” in fondo al mare, siamo tre ovetti a bordo della tartaruga, e con le nostre battute illustriamo la vita dei fondali marini, le
particolarità di alcuni pesci, diamo delle informazioni scientifiche in modo semplice, con dei
piccoli sketch, per tenere i bambini avvinti alle immagini per
un’ora e venti. I bambini ci conoscono e anche se non ci vedono,
riconoscono le nostre voci, e il nostro modo di essere, di parlare e
si divertono», ribatte Giacomo al
quale è affidata la parte divulgativa di una sceneggiatura, che non
PRIMECINEMA
VOCI I tre
comici Aldo,
Giovanni e
Giacomo sono
i doppiatori
italiani del
documentario
Oceani 3D.
L’operazione
però non ha
convinto tutti.
è stata scritta da loro tre, bensì
creata sul commento originale da
Pino Insegno, direttore del doppiaggio e conosciuto doppiatore.
Così mentre Oceani 3D in Francia era illustrato dalla voce della
pluripremiata attrice Marion Cotillard e in America da quella di
Darryl Hanna, da noi Aldo, Giovanni e Giacomo riempiono i silenzi dei fondali marini di battute, non sempre felicissime e, in
certi momenti, almeno per i grandi, anche fastidiose. «Ma i bambini non sono abituati ad andare al
cinema per vedere dei documentari e con quelle voci dolci e un
po’ piatte o s’addormentano, o si
scatenano», insiste Aldo facendo
il verso all’austero commento originale e cercando di convincere
quelli che, forse ricordando i documentari di Jacques Cousteau,
visti nella propria infanzia, contestano l’operazione, sostenendo
che lo spettacolo del mare e dei
suoi abitanti, girato con tanta artistica perizia e scientifica passione, movimentato dal 3D, basterebbe da solo ad avvincere l’attenzione di chiunque. Inoltre attualmente che quell’insospettato e
bellissimo universo marino è
sempre più messo in pericolo dall’incuranza e dalla meschinità
dell’uomo, un po’ di solennità non
guasterebbe e c’è poco da scherzare.
Max Armani
Tecnologia 3D e troppe parole
) L’oceano va di moda di questi
tempi al cinema. Sul grande
schermo è da poco arrivato il riuscito I nostri oceani di Jacques
Perrin e Jacques Cluzaud. Adesso ecco Oceani 3D, documentario di Jean-Jacques e François
Mantello, il primo film subacqueo girato interamente in Digital 3D, opera prodotta col sostegno del Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite, che
vuole sensibilizzare anche sul
pericolo che molte specie acquatiche corrono. È un viaggio attraverso le profondità sottomarine,
dove si incontrano creature
splendide e a rischio di estinzione. Ma purtroppo, questa operazione ha un problema, almeno nella sua versione italiana. Il
doppiaggio è stato affidato al trio
comico di Aldo, Giovanni e Giacomo, irresistibile di solito ma
trailer su
plus.cdt.ch/K24143
NEL BLU
Oceani 3D
è il primo film
subacqueo
girato
in digital 3D.
qui completamente fuori contesto. Con continue battute, stavolta anche poco divertenti, i tre
annegano letteralmente il documentario in un mare di chiacchiere che distrae fastidiosamente dalle immagini e fa perdere
continuità alla storia che dovrebbe essere il filo conduttore del
film, quella del viaggio di una
tartaruga marina. Ma c’è anche
un altro aspetto che lascia perplessi. L’uso del 3D, se da una
parte immerge lo spettatore nel
mondo sottomarino, dall’altra ne
CINEMA
sfalsa le proporzioni, facendo
sembrare piccoli anche i giganti del mare.
Fa.Co.
«OCEANI 3D»
Regia di Jean-Jacques e François
Mantello
Con le voci di Aldo,
Giovanni e Giacomo.
(UK, 2009).Al Cinestar di Lugano, Forum
di Bellinzona, Multisala Teatro Ciak e
Mignon a Mendrisio.
AL CENTRO SVIZZERO
Vince la spiritualità himalayana
Alla rassegna di Trento premiati i film sugli «ottomila»
Nuova
libreria
a Parigi
) L’Himalaya, con le sue cattedrali oltre gli ottomila metri, rappresenta da sempre un punto di riferimento per la cinematografia di
montagna che converge da quasi
sessant’anni a Trento, per il Festival di settore di maggior prestigio
internazionale. L’attenzione della
giuria (presieduta dal regista cinematografico e televisivo milanese Maurizio Zaccaro) ha privilegiato, con il premio più ambito, la
Genziana d’Oro offerta dalla capitale trentina, un aspetto strettamente legato alla spiritualità avvertibile laddove l’aria è più sottile. Himalaya, le chemin du ciel,
dell’etnologa francese Marianne
Chaud, ha colto fra le montagne
dello Zanskar il senso ultimo della trascendenza. Protagonista un
bimbo riconosciuto come la reincarnazione di un vecchio monaco, per cui «con i suoi occhi sorridenti e puri entriamo nel mondo
affascinante di un monastero, con
la sua spiritualità, costumi e quotidianità». In questo senso la giuria ha premiato Marianne Chaud
) Il Centro culturale svizzero di
Parigi ha un nuova libreria concepita dallo studio d’architettura
Jakob + MacFarlane. È stata inaugura sabato nel centro del quartiere del Marais. I nuovi locali della libreria, al n. 32 della rue des
Francs-Bourgeois, una delle vie
più celebri e frequentate della capitale francese, hanno cambiato
pelle. Ora viene proposta all’attenzione del pubblico una ricca
selezione di libri, DVD e CD di autori, artisti o editori svizzeri. L’accento è posto principalmente su
arte contemporanea, architettura, arti grafiche e letteratura, ma
sono presenti anche titoli connessi alla programmazione del centro
e alle svariate opere recensite nella sua rivista, «Le Phare». Inoltre la
libreria include un caffè nel quale i visitatori possono consultare
una selezione della stampa elvetica nonché una vasta offerta di
programmi di istituzioni culturali svizzere e francesi. La libreria
del CCS è aperta tutti i giorni ad
eccezione del lunedì.
come «profonda conoscitrice della cultura locale che, con la macchina da presa invisibile, crea l’impressione di vivere gli eventi con il
proprio cuore». Anche se non nel
novero dei premi «ufficiali», non
poteva mancare il riconoscimento al film più atteso: la giuria del
pubblico e il Sindacato Nazionale
Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI) hanno assegnato il
premio «Luciano Emmer» a Nanga Parbat di Joseph Vilsmaier che
verrà presentato al Festival di Cannes. Nel 1970, su questo «ottomila» in Pakistan, Reinhold Messner
(che al film ha dato la sua collaborazione) perse il fratello Günther.
Così anche al Festival dei Festival
di Lugano (inizio settembre) vedremo i contorni di questa tragica vicenda: dopo una laboriosa
ascesa della vetta, scalando la parete Rupal (una bastionata di 4500
metri, tre volte la nord dell’Eiger)
i fratelli Messner furono costretti
dalle circostanze a cercare la salvezza sull’altro versante.Gunther
morirà sotto una valanga e fino al
ritrovamento dei resti del corpo
(qualche anno fa) Reinhold era
stato bersagliato dai critici, che gli
addebitavano l’abbandono del fratello, allo stremo delle forze sul
versante Rupal. I critici cinematografici italiani hanno evidenziato
«lo sguardo attento della regia non
solo sul fascino della natura improvvisamente nemica, ma anche
ai sentimenti privati e al risvolto
emotivo del dramma familiare».
Fra gli altri due film premiati con
la Genziana d’Oro emerge anzitutto l’impresa portata a termine
da Alex Honnold, uno dei maggiori free climber americani, sulla
mitica Regular Route dell’Half Dome nello Yosemite: sulla verticalità impressionante di oltre mezzo chilometro, Alex sale senza assicurazione «prendendo rischi incredibili» ripresi da «cineprese
perfettamente situate su una parete che offre pochi punti favorevoli alle inquadrature». Ma anche
il soggetto della terza Genziana
d’Oro rimanda al contesto himalayano, con una avventura inno-
vativa a bordo del parapendio: il
protagonista, incastrato nel sedile e senza ossigeno a oltre 6 mila
metri «mostra le cime himalayane da un punto di vista del tutto
nuovo. Il passaggio di un colle, vissuto quasi in diretta, è una sequenza che entrarà nella storia
dei documenti di avventura».
Piergiorgio Baroni
) PREMIAZIONE
w Gran Premio Città di Trento
(Genziana d’Oro)
Himalaya, le chemin du ciel
di Marianne Chaud (Francia)
w Premio Città di Bolzano (Genziana d’Oro al miglior film di esplorazione o avventura)
Birdman of the Karakoram
di Alun Hughes (Gran Bretagna)
w Premio del Club Alpino Italiano
(Genziana d’Oro al miglior film di
alpinismo o montagna)
Alone on the Wall
di Peter Mortimer e Nick Rosen (USA)
DA MERCOLEDÌ A SABATO
SWISS CHAMBER CONCERTS
Festival Luganotango
alla settima edizione
Tra Mozart,Elliott Carter e Heinz Holliger
) Da mercoledì, 12 maggio, fino a sabato prossimo 15 maggio,
si svolgerà la settima edizione del
Festival Luganotango. Alla manifestazione sono attesi circa trecento ballerini di tango provenienti da tutta la Svizzera, da diversi paesi europei e dal Canada
che prenderanno parte agli stage, balleranno e assisteranno alle esibizioni dei maestri, tre coppie di ballerini considerate fra le
migliori a livello mondiale. Si tratta di Nito ed Elba Garcia, per la
prima volta a Lugano, Fabian Salas e Lola Diaz e Marcelo Varela
e Analia Vega.
Il festival si svolgerà alla Sala Multiuso di Cadempino, dove durante il giorno i partecipanti seguiranno corsi. Il programma serale prevede, mercoledì, dalle 21.30
Milonga di benvenuto alla presenza di tutti i maestri e con l’esibizione di Marcelo Varela e Analia Vega. Giovedì, 13 maggio, dalle 21.30, Milonga con esibizione
) Con il concerto di stasera al
Conservatorio della Svizzera italiana (ore 20.30) a Lugano Besso,
si conclude la Stagione 2009/2010
degli Swiss Chamber Concerts. Il
programma proposto in questo
ultimo evento cameristico è l’emblema della programmazione che
caratterizza da sempre questa rassegna itinerante (Basilea, Ginevra, Zurigo e Lugano).
Il programma prevede pagine di
Mozart (Quartetto d’archi in sol
maggiore KV70 e Quintetto con
clarinetto in la maggiore KV581),
Elliott Carter (Duettino per violino
e violoncello, 2008, e Quintetto per
clarinetto, 2007, in prima esecuzione svizzera), Heinz Holliger
(Estratti dai 24 Duetti per 2 violini, 2009, prima esecuzione).
Protagonisti della serata saranno
gli Swiss Chamber Soloists, formazione composta da François
Benda, clarinetto, Esther Hoppe,
violino, Daria Zappa, violino, Jürg
Dähler, viola e violino e Daniel
di Fabian Salas e Lola Diaz, accompagnamento musicale di Daniel Montanegro. Venerdì 14
maggio, dalle 21.30, Milonga con
esibizione di Nito ed Elba Garcia,
musica con Dj Punto y Branca.
Sabato dalle 21.30, gran finale con
Milonga di Gala ed esibizioni di
tutti i maestri. Musica con Supersabino.
Fra le altre attività in programma
durante il festival la lezione di
Chacarera (ballo tradizionale argentino), aperta anche a chi non
balla tango, venerdì alle 13.30 con
Marcelo Varela e Analia Vega.
Sempre venerdì alle 15.15 si terrà
la conferenza di Nito e Elba Garcia sulla storia del tango.
Il festival è organizzato da La Casa del Tango, club di cultura argentina con sedi a Giubiasco, Paradiso e a Porlezza.
Per iscrizioni e ulteriori informazioni consultare il sito www.lacasadeltango.ch o rivolgersi a [email protected]
Daria Zappa e gli Swiss Chamber Soloists stasera al Conservatorio
DARIA ZAPPA
La violinista
ticinese sarà
questa sera
tra i
protagonisti
dell’ultimo
appuntamento con gli
Swiss
Chamber
Concerts.
Haefliger, violoncello. Incontriamo Daria Zappa, violinista ticinese che da tempo è annoverata tra
i migliori musicisti da camera a livello nazionale, protagonista assieme ai colleghi della serata luganese.
L’ultimo concerto della stagione degli
Swiss Chamber Concerts: qualche dritta sul programma che da Mozart arriva fino a Carter passando da Holliger.
«Si può dire che è ormai consuetudine nella programmazione de-
gli Swiss Chamber Concerts accostare musica moderna a brani
classici, pilastri della letteratura.
In questo caso il ponte non è solo
tra gli stili ma anche tra le varie
forme musicali e tra le epoche di
composizione: due quintetti con
clarinetto, quello di Mozart e
quello di Elliot Carter, il Duettone
di Carter per violino e violoncello
e i Duetti per due violini di Heinz
Holliger, passando dal primo
quartetto composto da Mozart a
Lodi all’età di soli 14 anni a uno
degli ultimi brani composto da
Carter all’età di 100 anni».
Spesso si parla della musica da camera (anche in ambito contemporaneo) come di una sfida difficile per il
pubblico. Secondo lei è una missione
educativa, un passaggio obbligato di
ogni musicista oppure una personale
scelta artistica?
«Suono “professionalmente” ormai da 10 anni in quartetto d’archi, dapprima nel quartetto Amar,
ora come primo violino del Casal.
La mia è una passione vera e propria, senza la quale sarebbe ogni
tanto impensabile trovare l’energia necessaria. La formazione del
quartetto d’archi è sicuramente
quella più impegnativa dal punto di vista tecnico, psicologico ma
anche comprensivo per il pubblico, specialmente nella musica
contemporanea, anche se la difficoltà inizia già a partire dagli ultimi quartetti di Mozart e di Beethoven».
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