Guida Metodologica Q uesta guida metodologica è stata realizzata nell’ambito del progetto “Sempre in movimento: ginnastica dolce per la grande età” finanzia to dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (legge "#"/%&&& – F/%&&")* L’esperienza si è svolta a partire da settembre %&&+ grazie al lavoro di coordi natori, operatori ed accompagnatori delle -. città coinvolte nel progetto e di: RESPONSABILE DEL PROGETTO Daniela Rossi COMUNICAZIONE Giuseppina Colmo COORDINAMENTO NAZIONALE Andrea Imeroni Francesco Magno Gabriella Elia Laura Martini Ivano Maiorella Stefania Marchesi SEGRETERIA AMMINISTRATIVA Antonella Pusceddu RENDICONTAZIONE Gian Nicola Acinapura MONITORAGGIO E VALUTAZIONE Caterina Grano Fabio Lucidi SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Paola Palombo Irma Mecca PROGETTAZIONE Paolo Recchia Loredana Rosa Uliana Raffaella Accroglianò RELAZIONI ISTITUZIONALI E RETI Paolo Recchia Loredana Rosa Uliana GUIDA METODOLOGICA Cooperativa sociale L’Arancia La Guida Metodologica è uno strumento di lavoro, ideato per chi lavora sui progetti, nel quale troverete alcuni cenni teorici, schematici strumen ti pratici, e il racconto dell’esperienza "#"* Ci auguriamo possa esservi di aiuto e che questa prima esperienza "#", per tutti quelli che vi hanno partecipato e quelli che non hanno potuto farlo, possa concretamente vedere la realizzazione di iniziative sempre più nuove, interessanti ed efficaci da parte di tutti Voi* Buon lavoro LA REDAZIONE Daniela Rossi, Andrea Imeroni, Laura Martini, Giuseppina Troletti, Francesco Magno, Fabio Lucidi, Caterina Grano, Antonio Cherubini, Loredana Rosa Uliana, Paolo Recchia, Paola Palombo, Marta Giammaria* 1 Guida Metodologica 2 Guida Metodologica SEMPRE IN MOVIMENTO: GINNASTICA DOLCE PER LA GRANDE ETA’ L’Uisp e l’Auser hanno dato vita a questo progetto di riattivazione e riso cializzazione di persone anziane “a rischio”, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’ambito della Legge "#"/%&&&* L’esperienza è iniziata a settembre %&&+ in -. città: Bolzano, Jesi, La Spezia, Martina Franca, Matera, Messina, Napoli, Pavia, Prato, Ravenna, Roma, Rovigo, Sassari, Torino, Trento, Trieste* Gli interventi di ginnastica dolce a domicilio si rivolgono a persone anziane entrate in quell’area di disagio caratterizzata da problemi di solitudine e di rinuncia progressiva ad una serie di attività quotidiane e di rapporti sociali* L’anziano “a rischio” che si ritrae in casa, che rinuncia poco per volta ad utilizzare le proprie capacità di movimento, accorcia progressivamente i pro pri “percorsi di vita”, inducendo cambiamenti sostanziali nel metabolismo delle proprie giornate* L’anticamera dell’invecchiamento effettivo, e di molte malattie correlate, è la rinuncia ad utilizzare il proprio corpo, sia con il movimento vero e proprio, sia come tramite di comunicazione con gi altri* Il progetto, che si colloca nell’area della prevenzione, interviene all’inizio di questo processo, attraverso le segnalazioni e il coinvolgimento di parenti, amici, conoscenti, assistenti sociali e medici di fiducia, per un recupero della persona a rischio* Questa rete ha permesso di individuare inizialmente in ogni città . anziani da coinvolgere nella sperimentazio ne, sulla base di un profilo qui riportato* PROFILO DELL’ANZIANO DA “RIATTIVARE” CON LA GINNASTICA A DOMICILIO x x x x x x x Anziano non dipendente totalmente dai servizi, ma che abbisogna di un sostegno legato a servizi alla persona (domiciliarità leggera) Anziano con evidente perdita di riserva funzionale Anziano depresso Anziano che denuncia una perdita di fiducia legata a incidenti o cadute con strascichi psicologici o insicurezze psicofisiche Anziano solo Anziano in età avanzata Anziano che usufruisce di assistenza domiciliare (spesa, pagameto bollette, accompagnamento ecc) La persona da seguire può rientrare in una di queste caratteristiche o in una somma di due o più di queste. 3 Guida Metodologica Un piccolo gruppo, costituito da un accompagnatore (amico o conoscente dell’anziano, mediatore amicale dell’intervento) e da un operatore sportivo (diplomato ISEF, laureato in Scienze Motorie o abilitato per l’attività motoria degli anziani) ha seguito settimanal mente ogni anziano, favorendo la sua riattivazione e reinserimento in una dinamica sociale* I risultati attesi dall’intervento sul campo sono di natura sia socio psicologica che sociosanitaria* Sul primo terreno si prevede: la riap propriazione delle competenze fisiche (anche “residuali”) e lo svi luppo di modalità di accettazione del proprio corpo e di fiducia nei confronti della propria capacità corporea; l’aumento della sensazio ne di benessere e la riduzione del rischio di depressione; la preven zione della perdita di autonomia nelle attività quotidiane; il rivol gersi verso l’esterno e riconsiderare questa meta come fonte di rilancio personale; il frequentare gruppi amicali, reinserendosi nel tessuto sociale al di fuori della propria casa; l’aumento della capaci tà di comunicare con gli altri* Dal punto di vista sociosanitario i benefici della riattivazione moto ria riguardano: il contrasto del declino delle capacità funzionali, per consentire alla persona il mantenimento della propria indipenden za; il miglioramento della densità minerale ossea, dell’equilibrio, della forza muscolare; l’aumento delle stimolazioni psicosensoriali e delle capacità di coordinamento motorio; un effetto positivo a livello cardiovascolare* Un altro punto qualificante del progetto riguarda la capitalizzazio ne dell’intervento, per permettere una trasferibilità del modello, e la riproducibilità in altri contesti* Il monitoraggio e la valutazione dei risultati della ricercaazione sono elementi determinanti per questo obiettivo* Strumenti per la rilevazione dei dati sono la scheda di osservazione motoria e il que stionario, compilati all’inizio e al termine dell’intervento* L’analisi 4 Guida Metodologica qualitativa della sperimentazione in tutte le sue fasi permetterà di definire al meglio il modello metodologico e avviare il processo di diffusione del progetto, a partire dal convegno di presentazione dei risultati svoltosi l’# e C luglio %&&D a Roma* Daniela Rossi Responsabile del Progetto 5 Guida Metodologica LA GINNASTICA A DOMICILIO Oltre %D anni fa la UISP promosse in Italia i primi corsi di attività motoria per anziani* Nacquero in collaborazione con alcune cattedre universitarie di Geriatria e Gerontologia e ben presto si affermò il concetto che il movimento praticato in forma moderata, ma continuativa, favori va il miglioramento della salute, misurabile sia in termini di auto percezione da parte del praticante, che dal punto di vista scientifico con test psicomedici appropriati* Oggi i corsi di ginnastica per persone in età sono assai diffusi e sem pre più spesso sono consigliati dai medici ai propri pazienti* La dinamica di adesione ad un corso di attività motoria prevede che un anziano ne venga a conoscenza e si rechi in modo autonomo ad iscriversi per poi frequentarlo* Oggi sappiamo che il traino verso la frequenza stabile di un corso è rappresentato da un amico/a che ne decanta l’utilità e “trascina” la persona verso questa meta* Sappiamo altresì che molti anziani non partecipano a questa e ad altre importanti proposte culturali, foriere di nuovi stili di vita, per ché progressivamente si ritirano nella propria casa, promovendola a “mondo”, il loro mondo nel quale prima o poi si chiuderanno defini tivamente* La rinuncia al proprio corpo in azione si traduce pian piano in stan chezza progressiva, che viene percepita come mancanza di forze dovuta alla vecchiaia* In realtà sappiamo che questo lento e pro gressivo lasciarsi andare, per le ragioni più varie (un incidente, un torto subito, un lutto, un allettamento prolungato, una malattia ecc), a trascorrere giornate sempre più uguali fra le quattro mura domestiche, è l’anticamera di vere e proprie patologie, predisposte spesso da un elemento comune scatenante: la solitudine* 6 Guida Metodologica L’assistenza a queste persone prevede che servizi sociali e associa zioni si rechino a domicilio per aiutare chi è in difficoltà affinché mantenga livelli di quotidianità accettabili e possa, aiutato, recarsi anche nel territorio* E’ così che vengono garantiti i cosiddetti livelli minimi di assistenza coadiuvando le persone nella cura di se stesse e della casa, portando pasti a domicilio e accompagnando gli assisti ti dal proprio medico curante, in ospedale, in banca o alla posta* In un processo di progressivo restringimento del suo mondo d’azio ne reale, l’assistenza domiciliare garantisce all’anziano in difficoltà l’espletamento di determinate funzioni, che sostengono l’equilibrio della persona a rischio, assecondando di fatto la sua scelta e rispet tando giustamente la sua decisione di rinchiudersi progressivamen te in se stesso* Anche “l’ascolto” che molte associazioni perseguono andando a tro vare l’anziano in difficoltà, spesso si riduce ad alleviare la solitudine del soggetto per il tempo trascorso a casa sua dal visitatore* Una volta che questi ha esaurito il suo compito giornaliero, il vecchio ripiomba nell’apatia e si pone in una situazione di attesa del prossi mo incontro* La filosofia della ginnastica a domicilio dà nuova linfa alla domici liarità in quanto si pone l’obiettivo di riportare il vecchio a rischio sul territorio, inducendolo poco per volta con un aiuto mirato alla riattivazione psicomotoria* Un processo che può avere diversa durata, dato che ogni persona è una storia a sé, ma che una volta raggiunto lo scopo (la voglia riconquistata di affacciarsi al mondo) considera esaurita la propria azione* Quando pensai per la prima volta alla ginnastica a domicilio e chie si aiuto al dott* Guaita (primario sanitario dell’Istituto Gogi di Abbiategrasso) per la definizione del profilo della persona alla quale sarebbe potuta risultare utile, mi resi conto che, come nel lontano 7 Guida Metodologica -CGG la ginnastica per gli anziani rappresentò una piccola rivoluzio ne copernicana per la stessa geriatria italiana, oggi la ginnastica a domicilio rappresenta un ulteriore passo avanti per la promozione del benessere nella vecchiaia* Ognuno di noi sa, praticando un movimento a sua misura, in modo continuativo, quanto sia impor tante la riscoperta quotidiana di sentirsi ancora un corpo e di prova re piacere nel recuperare movimenti che credevamo immolati sul l’altare della vecchiaia, e come la riattivazione psicomotoria sia l’u nica chiave che ci resta per poter osare ancora di far parte di un mondo che ci attende* E’ proprio su questo punto che la nostra futura azione sarà determi nante nel sostenere la ginnastica a domicilio* Una volta che l’anziano sente che può tornare ad uscire deve trova re sul territorio opportunità che lo conquistino e rinforzino la sua scelta* Se il territorio è povero di iniziative e occasioni di incontro stabili e motivanti, il desiderio di chi sceglie di muoversi verso una meta resterà frustrato* La ginnastica a domicilio sta dimostrando di essere utile ad ogni partecipante che vorrebbe in cuor suo mantenerla come servizio permanente inserito nell’assistenza domiciliare* Ma il suo obiettivo non è quello di aggiungersi alle altre offerte assistenziali, bensì di operare affinché la persona ne colga gli aspetti positivi sul proprio corpo, senza però subire il fascino di una nuova dipendenza* Andrea Imeroni Presidente Nazionale Are Anziani in Movimento UISP 8 Guida Metodologica AUSER: LA RELAZIONE COME VALORE Quando la Uisp ha proposto all’Auser di diventare partner del pro getto “Sempre in movimento: ginnastica dolce per la grande età”, ci siamo interrogati sul senso che poteva avere per la nostra Associazione cimentarsi con le proprie strutture in questo impegno, per noi del tutto nuovo* La prima risposta stava in uno degli obiettivi di Auser, quello della socializzazione, come nesso che, nell’ambito di un impegno sociale e culturale, collega i vari aspetti della vita di una persona* La secon da risposta stava nella importanza, nella necessità direi, di creare reti tra associazioni con vocazioni diverse ma accomunate da una analoga aspirazione a costruire occasioni di miglioramento della qualità della vita* La terza risposta stava nei destinatari del proget to, cioè gli anziani, poiché Auser è una Associazione rivolta princi palmente a loro* Abbiamo contattato le nostre strutture ed individuato, di comune intesa con Uisp, le città dove intervenire, con l’obiettivo di rendere il progetto una leva per azioni che potessero andare oltre l’anno di sperimentazione e allargarne il campo* L’importanza dell’esperienza sta proprio nel presentarsi non come un esempio, positivo e concreto certamente, ‘una tantum’, ma piut tosto nel porsi come ‘azione’ assolutamente fattibile e riproponibi le sia nelle aree previste dal progetto sia in altre realtà* Auser è attiva sia nel settore della promozione sociale, con attività che vanno dalla educazione per gli adulti al turismo sociale, attra verso tanti punti di aggregazione in tutte le regioni, sia nel volon tariato, attraverso il Filo d’Argento che offre ascolto e piccola assi stenza alla persona* Proprio in virtù di questo duplice impegno di attività, l’ascolto e l’as sistenza ci sono sempre sembrati importanti ma ‘limitati’, poiché chi si rivolge al Numero Verde per parlare o chiede aiuto è prima di 9 Guida Metodologica tutto, molto spesso, una persona anziana e sola, che comunque si sente sola* I volontari Auser si preoccupano di dare una risposta, ma anche di fare un passo in più, cioè di far sì che quella persona sola trovi un luogo di riferimento, altre persone amiche e solidali: che socializzi e porti la sua esperienza a contatto degli altri, divenendo a sua volta soggetto di altra solidarietà* Ebbene, proprio questo legame tra l’attività di aiuto alla persona e l’obiettivo della socializzazione, trova difficoltà a realizzarsi perché le persone anziane, che si sentono sole, si autorecludono in casa, o nella stanza della ‘casa protetta’, sentendosi insicure delle proprie forze, delle proprie capacità fisiche, della propria resistenza* Guardano ad un futuro senza futuro, e quando una persona perde il senso della prospettiva del tempo, perde la curiosità del domani, rinuncia alla propria vita, rinuncia a comunicare e trasmettere quel grande patrimonio che è la propria esperienza, la propria memoria* Eppure la storia, come ricordava Prevert in una sua poesia, la gran de storia, non è fatta dai ‘potenti’ ma da tutti coloro che dietro di loro passati, appunto, alla storia, hanno cucinato, gioito, sofferto, hanno consentito che le cose fossero e andassero avanti**** Parliamo, in questo progetto, di persone che non hanno gravi pro blemi fisici che richiedono altri interventi specialistici ma perso ne che progressivamente, e ingiustamente diremmo, nei termini di una società più solidale, perdono fiducia in se stesse e nelle proprie ‘abilità residue’* Invece di valorizzarsi si vogliono sempre meno bene perché la immagine, la percezione di sé, non è più quella di una volta* Diciamo con forza che il prolungamento delle attese di vita è una conquista dell’umanità, ma che richiede che di questa nuova fron tiera si faccia una forza, non una condanna al prolungamento di una sofferenza fatta di solitudini* 10 Guida Metodologica Gli anziani sono una risorsa per la società lo afferma lo stesso logo dell’Auser ma prima di tutto sono una risorsa preziosa per se stes si* Per questo Auser pensa che un bisogno deve diventare un diritto e che un’azione solidale non deve rimanere fine a se stessa* Ed ecco che ad aiutarci nell’obiettivo è arrivata la ‘ginnastica dolce’, un modo per riscoprire di quante energie si sia ancora capaci, un modo per ritrovare sicurezza e fiducia, per piacersi, per uscire e comunicare con gli altri* E’ facile allora capire perché Auser ha deciso di essere con Uisp nel progetto, nell’ambito peraltro di una collaborazione che ha già una lunga storia alle spalle* L’esperienza fin qui condotta sta dando buoni risultati: soprattutto la soddisfazione degli anziani coinvolti alimenta la nostra convinzione, così come il rapporto che si istaura tra l’anziano, l’accompagnatore Auser, l’operatore Uisp* E in molte realtà già si parla del ‘futuro’, del dopo progetto* E dunque avanti, con convinzione da parte di noi tutti* Laura Martini Direttore Nazionale Auser Coordinatore Auser del Progetto 11 Guida Metodologica OSSERVAZIONI SULL’ATTIVAZIONE MOTORIA DOMICILIARE Ancor più di altri contesti, quello dell’attivazione domiciliare si pre senta di particolare delicatezza perché l’intervento, anche se richie sto e gradito, rappresenta sempre “un’intrusione” nella situazione privata della persona che si va ad attivare e spesso anche di parte della famiglia* Alle volte il contatto avviene solo con la persona interessata (salvo chi introduce in casa), altre volte si effettua con la mediazione di un familiare, di un/a badante che per l’intera giornata, o per le venti quattr’ore, ha rapporti stretti e fisici, perché comprendono la toe letta personale, i pasti, ecc* Oppure, come nel progetto a cui ci si riferisce, è prevista la presenza di altra figura che collabori (una per sona amica, l’assistente sociale, l’infermiere, ecc*) all’intensificazio ne dei rapporti tra chi opera e chi riceve* Tale presenza può essere temporanea e quindi venire interrotta ad un certo punto del percor so, se se ne vede l’opportunità* A domicilio si è in condizioni molto diverse da qualsiasi altra forma di intervento in cui la persona si reca, o è accompagnata, nel luogo di cura, rappresentato da una struttura costituita allo scopo* E il tipo di rapporto a due nell’ambiente del cliente è molto più impe gnativo, anche se mediato (o frenato) da altre presenze* Ho scelto di chiamare “cliente” la persona che riceve l’intervento riferendomi ad autorevoli precedenti (Scuola di Alexander Lowen) ed anche per allontanare qualsiasi possibile intenzione di definirla “assistita” Alcune osservazioni preliminari possono aiutare ad individuare il modo migliore di intervenire* 12 Guida Metodologica Le componenti la situazione sono: -) l’operatore (che è quello che “sa” e va a porgere un servizio per la salute) %) il “cliente” (che à quello in necessità di ricevere il servizio per ritrovare la salute) ") un “facilitatore” presente in questo progetto, che ha il compito di favorire la migliore riuscita dei rapporti e del risultato +) l’ambiente, che può essere neutro o più impegnativo D) i parenti, che possono avere, o no, atteggiamento protettivo, limitativo, tendente a sostituirsi alla persona nei rapporti e nelle azioni, o semplicemente di accoglienza senza interferire nell ‘intervento .) il/la badante che può essere poco o molto interessato/a, con la volontà di collaborare, di imparare per contribuire all’operazione G) la situazione motoria #) la situazione psichica C) la situazione psicologica -&) imprevisti legati ai singoli casi Osservazioni più particolareggiate: -) l’operatore deve trovare un equilibrio tra la professionalità e la carica umana, senza mai eccedere in comprensione, che spesso si avvicina ad un atteggiamento simile alla compassione; questo pur avendo la massima disponibilità a relazionarsi col cliente* In ogni caso l’approccio dev’essere non invasivo e rispettoso delle reazioni del cliente stesso %) il cliente può essere: cosciente poco cosciente in grado di comprendere tutti i discor si in difficoltà cognitiva condiscendente e collaborante poco condiscendente e non collaborante fiducioso nell’utilità dell’inter vento scettico sul risultato altro************ 13 Guida Metodologica ") è necessario identificare alcuni elementi per valutare la situazio ne psicomotoria e poter programmare a grandi linee un lavoro utile che sarà regolato di continuo sulle risposte della persona In particolare: a) considerare la persona come entità unica, anche in presenza di singoli settori in difficoltà da sollecitare in modo specifico, quindi procedere con un criterio globale al cui interno ricavare momenti particolari b) verificare la deambulazione: • autonoma con appoggio/i • con deambulatore • situazione dell’asse ortogonale rispetto al terreno • appoggio dei piedi sul terreno • orientamento e distanza reciproca dei piedi • mobilità dei piedi • situazione globale dell’equilibrio • capacità di sedersi e rialzarsi con e senza aiuto c) in piedi, e/o seduti, verificare la mobilità articolare di spalle, brac cia, polsi, collo, colonna cervicale e lombare, anche, ginocchia, cavi glie, tarso particolare attenzione all’esame delle mani, alla capacità a distenderle, alla mobilità singola e globale delle dita*, ad afferrare e tenere oggetti sempre più piccoli verificare il grado di coordinazione e precisione dei movimenti proposti e la facilità (o la difficoltà) a capire le consegne e quindi ad eseguirle, magari insieme all’operatore* Questa verifica passa anche attraverso la verbalizzazione del clien te che in genere espone volentieri i suoi problemi a chi sa che è lì per aiutarlo a riavvicinarsi o riprendere la normalità* Tuttavia questo passaggio è strettamente connesso al temperamento del cliente che, se psichicamente presente, è giustamente interessato a capire cosa fa e perché, per cui tocca all’operatore “verbalizzare” qualche spiegazione rafforzando così le motivazioni* 14 Guida Metodologica E’ anche opportuno far notare al cliente che i miglioramenti visibili in mobilità, tonificazione, ecc* sono la somma dei piccoli miglioramenti anche limitati che si verificano a carico delle singole articolazioni, della capacità contrattile dei muscoli, del riacquisire la percezione della propria capacità motoria prima limitata dall’inazione, ecc* Lo stesso si può dire rispetto alla volontà di reinserirsi socialmente, iniziando dalle passeggiatine in casa, dalle piccole uscite intorno all’isolato, per muoversi con uno scopo ed “andare verso qualcosa”, come prevede il progetto* Dopo alcuni incontri dedicati a conoscere la situazione ed a cono scersi reciprocamente, l’intervento può diventare più mirato al rag giungimento degli obiettivi fondamentali dell’attivazione e specifi ci della singola persona con cui si agisce* RIFERIMENTI OPERATIVI Questo breve lavoro è rivolto a persone esperte in campo motorio perciò non si intende dare elenchi di esercizi, ma semplicemente presentare alcune indicazioni di lavoro (derivate dall’esperienza in diversi contesti) che ciascun operatore svilupperà secondo le esi genze richieste dai singoli casi* I primi incontri oltre che alla conoscenza, servono ad identificare la situazione come espresso più sopra* E’ una fase delicata perché non ci si conosce ancora e si tratta di scoprire i confini psicofisici entro cui operare* Si tratta di farlo senza sconcertare la persona con richieste troppo facili o troppo difficili rispetto alle capacità di rispo sta** Si intende che le indicazioni partono dai casi meno problematici per avvicinarsi a quelli più difficili* A Primo riferimento operativo è l’opportunità di sollecitare la con sapevolezza corporea e motoria come elemento basilare e cataliz zatore dell’attivazione* Ciò ovviamente secondo le possibilità recet tive del cliente, ma dedicandovi il tempo e l’attenzione necessari a 15 Guida Metodologica risvegliare nella persona la capacità di percepire le sensazioni del suo corpo che respira, che si muove, che è in contatto e che si rela ziona con altri* Questa situazione viene facilitata da un leggero massaggio, con palline o con le mani, dall’attenzione al respiro e alle sue fasi, dal sollecitare la percezione del massaggio, del movimento, del contatto corporeo con oggetti o persone* Anche l’approccio attraverso il massaggio dev’essere graduale, secondo i tipi di persone: c’è chi gradisce subito la proposta, men tre per altri può essere mediata e motivata dal probabile effetto terapeutico ed eventualmente dall’uso di palline prima di arrivare ad un contatto diretto* Se c’è la possibilità e la disponibilità, è importante che al momento opportuno per una parte dell’incontro l’interessato sia disteso a terra, su un tappetino e magari con un piccolo cuscino sotto il capo, per percepire meglio i contatti col terreno legati al cambiamento della postura, il respiro, la persona almeno in parte rilassata ed effettuare anche dei movimenti in decubito* B Un ruolo importante ha il materiale (oggetti attrezzi) di cui si deve provvedere l’operatore per impiegarli nella diversità dei casi* Un discorso specifico richiede la musica che deve essere ben accet ta e gradita sia per l’utilizzo che per la qualità e quindi l’eventuale uso deve essere concordato col cliente* Sappiamo che la palla è un attrezzo molto versatile, da quella di medie dimensioni, a pezzi sempre più piccoli (di spugna, da tennis, di gomma piena, da pingpong, ecc**) da utilizzare nei più svariati modi per sollecitare la sensibilità e la mobilità di vari distretti corpo rei, in particolar modo i piedi e le mani* Inoltre foulard o drappi, elastici, variamente usati come nella pratica consueta* L’ambiente talvolta offre elementi di aiuto, ad esempio le pareti per riferimento nel cammino o come supporto a certi movimenti, i mobili come appiglio nei casi di incertezza, sga belli e sgabellini per una varietà di esercizi, e per cambiare la postu ra abituale, ecc* Pure gli ausili (deambulatore, vari tipi di bastone) danno la possibilità di utilizzo per movimenti mirati* 16 Guida Metodologica L’operatore stesso e il facilitatore sono punti di riferimento, di aiuto, di contatto, di ampliamento dei movimenti* C La presenza della deambulazione autonoma è un veicolo basila re per riprendere i contatti volontari con l’esterno e certamente è un punto fondamentale il ripristinarla quando sia perduta per ragio ni le più varie (che non necessariamente sono difficoltà funzionali, ma possono essere originate da depressione grave ed altre condizio ni di sofferenza psichica) Tuttavia è indispensabile valutare la qualità della deambulazione autonoma o con piccoli ausili (un bastone), esaminando la sicurezza/l’incertezza dei passi, la posizione dei piedi (vedi più sopra) e la postura del corpo, per poter intervenire rafforzando l’equilibrio (vedi Imeroni A*, L’attività motoria nella Grande Età* Carocci, Roma %&&%, Cap* --), anche per allontanare al massimo il pericolo di cadute* Per chi si sposta solo col deambulatore, oltre a tutta una serie di esercizi mirati (vedi Op*Citata, Cap*--) può servire, disponendo di un’altra persona, invogliare l’interessato a camminare appoggian dosi ad una persona per parte, variando così le condizioni di appog gio, che dopo un uso prolungato del deambulatore tendono ad alte rare la postura (particolarmente con la variazione dell’inclinazione dell’asse ortogonale) rendendo ancor più difficile la riconquista del l’autonomia I brevi spostamenti che si possono compiere all’interno di un alloggio possono essere completati da fermate per sedersi e poi alzarsi da una sedia, sollecitando che ciò avvenga il più possibile in autonomia, per poi riprendere il cammino specie quando è aiutato* D La persona ipomobile mantiene abitualmente le stesse posture: seduta su poltroncina o sedia, la tendenza è di permanere col baci no lievemente scivolato in avanti e la posizione della colonna di conseguenza; i piedi calzati appoggiati sul pavimento e talvolta su un supporto; gli arti superiori ben avvicinati al torace* 17 Guida Metodologica E’ indispensabile rimuovere tale situazione (considerando significati vo per l’attivazione il cambiamento di una condizione abituale), sta bilendo come “regola” che la parte seduta dell’attivazione viene fatta su una sedia adatta con eventuale sottile cuscino che non alteri il rap porto di seduta corretta col bacino arretrato e il sacro in appoggio alla parte bassa dello schienale; pure l’appoggio dei piedi sarà variato di frequente (utilizzando un piccolo sgabello che serve anche di riferi mento e aiuto per la mobilità di piede, caviglia, ginocchio )* Effettuare almeno una parte del lavoro seduti togliendo la calzatura, cosa che diventa indispensabile quando si fa un leggero massaggio o si invita la persona a rotolare sul terreno palline o oggetti di legno, pratiche che aiutano a risvegliare la sensibilità del piede* Il massaggio dev’essere leggero, specie in presenza di edema o varici, praticato in senso cen tripeto, anche lavorando individualmente ciascun dito e tutte le dita insieme, le falangi, tutta la porzione del tarso, per favorire la mobili tà e quindi maggior sicurezza nel cammino* E Gli esercizi in coppia offrono opportunità di molteplici solleci tazioni sia per il contatto fisico che per la possibilità di stimolare movimenti più ampi, precisi, e per la valenza relazionale che a volte rappresenta veramente un volano per riportare la persona fuori casa* Può essere lo stesso operatore, o il facilitatore, o entrambi che interagiscono con l’interessato nell’attivazione in piedi e da seduti* F Si è già detto come sia importante avere risposte autonome, la cui sollecitazione è base dell’attivazione: solo nei casi più difficili l’o peratore interviene ad aiutare l’esecuzione di un movimento, fatto molto diverso dalla situazione di lavoro in coppia in cui si prospetta il contributo ad un’azione comune* G Gli arti inferiori necessitano di preciso lavoro perchè veicoli della deambulazione e quindi comprende la capacità di mantenere l’equi librio come in parte esposto ai punti C e D* Un’attenzione specifica richiedono gli arti superiori, nel loro movimento globale (per le implicazioni del quotidiano: lavarsi, 18 Guida Metodologica vestirsi, prendere oggetti non vicini, fragili, non leggeri, firmare e scrivere, appoggiarsi validamente, ecc*) ed in particolare le mani per l’importanza delle azioni che compiono concorrendo alle situazioni di normalità e autonomia* Per cui serve un lavoro attento e ripetu to di mobilità, tonificazione, coordinazione, anche dissociando il movimento delle singole dita* A questo scopo sono di grande utilità gli oggetti piccoli da maneggiare nei modi più vari* Come esempio si cita l’uso contem poraneo di due diversi tipi di palle, uno per ciascuna mano, di mati ta o bastoncino anche combinato con una pallina proprio per varia re le stimolazioni di risposta servendosi anche di sollecitazioni tat tili (ancora riferimento all’Op* Citata Cap*--) H La scelta dei movimenti da proporre è orientata dal soggetto stesso che è il più valido “libro di testo” di ogni singolo caso* La valu tazione delle risposte fornite sul piano psicofisico alle sollecitazioni del primo periodo di osservazione, ma anche in seguito, orienta le proposte dell’operatore e la progressione del lavoro per qualità e quantità* Sempre tenendo presente che non si fa in specifico dell’al lenamento e che però una forma blanda di abitudine al movimento si verifica comunque anche in condizioni di “Slowmov”, quale certa mente è quella dell’attivazione domiciliare* Perciò è utile il non lasciarsi prendere dall’ansia di produzione che spesso caratterizza la nostra professione, ma piuttosto di operare con calma ed una certa “lentezza”* A questo scopo giova molto a chi conduce ed a chi ese gue utilizzare la respirazione come guida di un movimento ampio e ben percepito* Giusi Troletti Formazione Area Anziani UISP 19 Guida Metodologica PROGRAMMAZIONE Fin dalla messa a punto del progetto, “Sempre in movimento: ginnastica dolce per la grande età”, ci si è resi conto che ne andavano programmate in modo corretto tutte le fasi applicative* Queste consistevano non solo nell’aggiornare gli operatori, insegnanti laurea ti in Scienze Motorie, e gli accompagnatori, ma anche nel predisporre prove e test, che potessero fotografare all’ingresso e alla fine dell’esperienza gli anziani fruitori di questa proposta, e nel prevedere aspetti critici che sarebbero potuti emergere durante la fase applicativa* I test e la prova di ingresso sono stati delegati ai docenti dell’Università La Sapienza e alla collega prof*ssa Giusi Troletti, mentre l’aggiornamento degli operatori è avvenuto con la collaborazione dei formatori regionali dell’Area Anziani, che hanno collaborato alla messa a punto definitiva degli strumenti di monitoraggio e valutazione (questionari psicologici e prova pratica di ingres so), che ha portato alla loro messa a punto definitiva* Abbiamo invece optato per una giornata di confronto fra i formatori regionali e i coordinatori del pro getto, per la messa a punto dell’aggiornamento degli operatori, nella quale è stato possibile confrontarsi sulle ipotesi di lavoro (vedi l’articolo di Giuse Troletti) ed anche procedere alla simulazione di un incontro emblematico con un anziano con particolari problemi* Una sorta di monografia nella quale ogni formatore ha potuto dare il suo originale contributo* La dinamica della giorna ta formativa è stata replicata in ogni sede regionale ed ha permesso di ricerca re un’unitarietà programmatica e comportamentale degli interventi sul terri torio, che traspare dalle interviste agli anziani ed agli operatori stessi* IL KIT PER L’OPERATORE DELLA GINNASTICA A DOMICILIO: x x x x x x x x x x x 2 palline da tennis gialle 2 palline da tennis in gommaspugna palline piene di varie dimensioni piccole, medie (2+2) 1 palla 12cm gonfiabile a valvola di plastica 2 palline da ping pong 2 foulards (o sciarpette o drappi) alcune matite senza punta 2 elastici strap 2 bacchette con nastro (ritmica) palloncini gonfiabili a forma di uovo media grandezza tappetino per sdraiarsi per terra 20 Guida Metodologica Da quando il progetto ha avuto inizio c’è stato un continuo con fronto di idee fra gli operatori filtrato dalla professionalità dei coor dinatori* Sono stati organizzati incontri con le associazioni locali e i Servizi Sociali per informarli del progetto* Insieme a questi interlo cutori sono stati individuati gli anziani che, insieme alle loro fami glie, sono stati informati del piano di lavoro* Prima dell’avvio dell’attività è stato organizzato in molte realtà un incontro con le famiglie per una messa a fuoco collettiva delle pro blematicità dell’intervento e sono state realizzate riunioni periodi che tra gli operatori, gli accompagnatori e i soggetti di volta in volta a vario titolo coinvolti* Ogni punto controverso è stato approfondi to ed oggi, alla quasi conclusione del lavoro, possiamo ritenerci sod disfatti del suo esito* Traspare dalle interviste una sostanziale soddisfazione non solo dei partecipanti, gli interventi dei quali in alcune località sembrano addi rittura enfatici, ma degli stessi accompagnatori e degli operatori* Questa soddisfazione è stata favorita dall’empatia venutasi a crea re fra i partecipanti che, sostenuta dai programmi applicativi mira ti, ha favorito dapprima la nascita di nuove aspettative rispetto al proprio “essere un corpo” e in seguito il desiderio di poter comple tare questo processo di rinnovata identità sul territorio* Solo nel convegno conclusivo si potranno trarre riflessioni utili al proseguimento di questa progettualità, ma possiamo dire fin d’ora che questa iniziativa ha posto basi solide per una azione coerente verso chi si trova in difficoltà e rientra nella casistica descritta nel profilo* Abbiamo preso coscienza del fatto che se questo intervento ha suc cesso, oggi, con persone che in molti casi hanno un profilo psicomo torio ben più “grave” rispetto a quello per cui l’esperienza era stata 21 Guida Metodologica pensata (vedi Profilo), in un domani nel quale si potranno eviden ziare per tempo gli anziani a rischio, questo assumerà quel signifi cato preventivo per il quale è stato pensato* Il nostro intervento di “ginnastica dolce per la grande età” portata a domicilio, sta comunque sviluppando tutta la sua azione preventi va, forte anche di quelle valenze empatiche che i nostri operatori hanno saputo sviluppare verso gli anziani coinvolti* Francesco Magno Coordinamento del Progetto 22 Guida Metodologica LA VALUTAZIONE DEL PROGETTO Lo scopo di questa sezione è quello di illustrare il percorso relativo al processo di valutazione del progetto “Sempre in Movimento” e ai risultati che da esso possono essere derivati* In questa sezione ver ranno descritti gli aspetti relativi alle componenti psicologicosocia li di questo processo, mentre gli aspetti relativi alla valutazione degli indicatori di funzionalità motoria dell’anziano saranno ogget to della sezione successiva di questa guida* E’ ormai chiaramente accettato il fatto che la valutazione di un progetto rappresenta un aspetto imprescindibile di un intervento, perché permette di defini re sia la replicabilità che l’efficacia dell’intervento stesso* Esistono però diverse modalità di valutazione, che possono essere utilizzate nelle diverse fasi di un intervento* Ciascuna di queste forme di valu tazione fornisce informazioni su alcune delle caratteristiche dell’in tervento, ma non sulle altre* La valutazione ex ante è volta a iden tificare gli elementi di coerenza interna di un progetto, il suo grado di innovazione, di trasferibilità e fornisce informazioni sul livello di partenza dei suoi destinatari* Questa valutazione è tipicamente svolta al momento della progettazione di un intervento, da parte di “esperti” il cui compito è quello di valutare la rilevanza degli obiet tivi del progetto anche in funzione delle necessità dei destinatari, la congruenza tra obiettivi e metodologie di intervento proposte, la fattibilità del progetto* La valutazione in itinere ha come scopo quello di verificare il raggiungimento degli obiettivi intermedi del l’intervento, l’efficacia delle metodologie adottate, l’eventuale necessità di modificare alcuni aspetti del progetto al fine di miglio rare l’andamento dell’azione, considerando anche i bisogni emersi dai partecipanti* La valutazione ex post, infine, fornisce elementi circa l’efficacia e la qualità dell’intervento che è stato attuato* Quest’ultima può essere ulteriormente suddivisa in valutazione interna che ci consente di verificare la conformità dei risultati otte nuti con gli obiettivi prefissati e in valutazione esterna che tiene conto della congruità tra i risultati ottenuti e i bisogni del territorio 23 Guida Metodologica o del settore di attività* La valutazione ex post è certamente una fase molto impegnativa, sia per ragioni teoriche che per ragioni di tipo esecutivo* Le ragioni teoriche fanno riferimento alla difficoltà di identificare indicatori capaci di esprimere i cambiamenti legati all’intervento e al rischio, sempre presente, di dover testimoniare una assenza di risultati* Inoltre, dal punto di vista esecutivo, biso gna considerare che, affinché i risultati e l’efficacia di un intervento possano essere valutati, è necessario che la valutazione venga fatta in almeno due diversi momenti del processo, di solito prima dell’at tuazione di un intervento e al momento della sua conclusione* In questo modo diventa possibile appurare se l’intervento ha apporta to dei cambiamenti negli aspetti che si prefiggeva di modificare ed eventualmente valutare l’entità e l’impatto di questi cambiamenti* Sebbene la valutazione di un progetto sia quindi fondamentale per poter stabilire sulla base degli esiti dell’intervento, la trasferibilità dell’esperienza ad altri contesti, nel nostro paese, essa è tradizional mente deficitaria o addirittura del tutto assente* Spesso ci si limita alla valutazione ex ante e alla valutazione in itinere degli interven ti, mentre la valutazione ex post è più frequentemente omessa o si limita alla analisi della soddisfazione dei partecipanti* Ciò è vero anche per i progetti che si occupano di promozione del benessere e della salute, che sono il più delle volte promossi grazie a finanzia menti pubblici i cui fondi tradizionalmente vengono attribuiti sulla base di una valutazione del progetto (ex ante) e valutati in itinere* La mancanza di informazione sugli esiti di una valutazione ex post non permette di programmare sulla base dell’evidenza empirica la prosecuzione di un progetto e rischia di essere alla base del protrar si di interventi inefficaci* Questo è un rischio che nel progetto Sempre in Movimento non si è voluto correre* Il progetto infatti dispone, oltre che di una valutazione ex ante e di una valutazione in itinere anche di una valutazione ex post, che verrà descritta nelle pagine che seguono, partendo dai motivi che hanno portato alla scelta di specifici indicatori ed arrivando a delineare gli esiti, in ter mini quantitativi dell’intervento stesso* 24 Guida Metodologica Le ragioni teoriche e pratiche che hanno portato alla scelta delle variabili oggetto della valutazione* Negli ultimi decenni, anche a causa dell’invecchiamento della popolazione, è stata dedicata note vole attenzione al ruolo dell’attività motoria nella popolazione anziana* Molti studi si sono interessati al ruolo dell’attività fisica nei grandi anziani e negli anziani in condizioni di fragilità* Lo hanno fatto però, per lo più, partendo da un’ottica di patologia, andando a valutare gli effetti dell’attività motoria sulla diminuzione della malattia o del danno legati all’invecchiamento* Ad esempio, molti di questi studi hanno valutato gli effetti positivi dell’esercizio sul ral lentamento dei processi di deterioramento fisico, come quelli che si verificano nella solidità scheletrica, con la comparsa dell’osteoporo si (p*e* Bergstrom, Freyschuss e Landgren, %&&+), nella componen te muscolare, con il decremento nella dimensione e nel numero delle fibre muscolari (p*e* Copeland, Chu, e Tremblay, %&&+) e nella capacità cardiovascolare (p*e* Newton, %&&+)* Altri ancora si sono interessati alla relazione tra attività fisica e sviluppo di particolari patologie, ad esempio diversi dati di questi studi indicano che l’atti vità fisica regolare è associata ad un ridotto rischio di sviluppare alcune forme di neoplasie (p*e* Friedenreich, %&&+) e di diabete (p*e* Hawley, %&&+), ad una minore incidenza dell’obesità (p*e* Mobley, %&&+), e ad un recupero più rapido in seguito a malattia grave (p*e* Siebens et al*, %&&&)* Altri ricercatori hanno infine rivol to la loro attenzione alla relazione tra attività fisica e patologia mentale* I dati di questi studi indicano che le persone attive hanno un minor rischio di sviluppare disturbi dell’umore (p*e* Morgan, -CCG), presentano minori sintomi di depressione e ansia (p*e* Craft e Perna, %&&+) e sperimentano un declino più lento nella funziona lità dei processi cognitivi (p*e* Weuve et al*, %&&+)* Come si può notare gli studi che si sono occupati della relazione tra attività fisica e salute nei grandi anziani e negli anziani in condizio ni di fragilità si sono focalizzati quasi esclusivamente sul ruolo del l’attività fisica nel ridurre la patologia e i danni ad essa associati, e hanno dedicato molta meno attenzione al ruolo dell’attività fisica come mezzo di promozione della salute e di riattivazione delle risor 25 Guida Metodologica se e delle potenzialità dell’anziano* Questo elemento testimonia però una concezione dell’invecchiamento che si assimila a quella di patologia* In altre parole la relazione tra età e patologia è spesso interpretata come una relazione di causaeffetto: visto che nume rose patologie sono correlate con l’età, allora l’età determina nume rose patologie* Questa interpretazione, forse verosimile, è però non vera* Infatti numerosi studi e ricerche hanno dimostrato che se è vero che sono molte le patologie sia di natura fisica che di natura psichica la cui probabilità di insorgenza aumenta con l’età, nessuna di esse è causata dall’età, ma da altri fattori spesso collegati agli stili di vita* Inoltre, è molto importante sottolineare che la presenza di eventuali patologie non corrisponde al completo esaurimento delle risorse, delle abilità, dell’autonomia e degli spazi di salute reale e percepita dell’anziano* Focalizzandosi esclusivamente sulla patolo gia si rischia di interpretare la salute come una condizione “tutto o nulla”* Secondo questa lettura l’insorgere di una malattia corrispon derebbe alla perdita di tutta la salute* In effetti, come sottolinea Baltes (-CC.) la diminuzione delle risorse dell’anziano in una deter minata area viene interpretata come una riduzione generale di tutte le sue competenze; la presenza di una area di fragilità viene interpretata come un indicatore della perdita complessiva dell’auto nomia; la presenza di una malattia come la fine complessiva della salute* Inoltre l’errore interpretativo è legato ad un evidente pre giudizio di tipo “adultocentrico”: il fatto che l’anziano non sia più nelle condizioni di esprimere le abilità tipiche del giovane adulto non lo caratterizza come latore di abilità diverse, ma come persona complessivamente non più abile, quindi inabile, quindi del tutto dipendente* In sintesi, studiare il ruolo dell’attività fisica nei grandi anziani e negli anziani fragili focalizzandosi esclusivamente sulla patologia, riflette un punto di vista ancora agganciato al modello biomedico, che definisce la salute esclusivamente come assenza di malattia (si veda Faltermaier, -CC+), implicando che la presenza di una patologia escluda la possibilità teorica della salute* Secondo questa logica, durante la vecchiaia, la salute diviene nei fatti incom 26 Guida Metodologica patibile, vista la presenza di cambiamenti fisiologici legati al proces so di invecchiamento che certamente riducono l’efficienza e la fun zionalità dell’individuo e che spesso sono difficilmente distinguibili dalla vera e propria patologia* La prima scelta teorica che ha caratterizzato l’impostazione di que sto progetto è stata quella di accettare una definizione più ampia della salute, come il grado in cui un individuo o un gruppo è capace, da un lato, di realizzare aspirazioni e soddisfare bisogni; e, dall’altro, di utilizzare le proprie risorse sociali e personali, così come le capa cità fisiche per modificare l’ambiente* In questa accezione di salute vengono riconosciute insieme alle determinanti biologiche della salute anche quelle cognitive, com portamentali, ambientali (sia in senso fisico che sociale)* Recentemente l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha adottato il termine Invecchiamento Attivo (Active Aging) per esprimere un concetto d’invecchiamento che ottimizza le possibilità di salute, partecipazione e sicurezza al fine di migliorare la qualità della vita in questa fascia della popolazione* Con il termine si riconosce la pos sibilità per le persone di sfruttare il loro potenziale fisico, sociale e mentale lungo il corso della vita e di contribuire alla società secon do i loro bisogni, desideri e capacità* L’approccio dell’invecchiamen to attivo sposta strategicamente la programmazione da un approc cio “basato sul bisogno” che implica un ruolo passivo dell’anziano ad un approccio “basato sui diritti” che ne riconosce l’uguaglianza di opportunità in tutti gli aspetti della vita, enfatizzandone la respon sabilità di partecipazione alla gestione del proprio benessere e della propria salute* Considerando questi due approcci alla salute, anche la pianificazione e la conduzione di un progetto assumeranno pecu liarità diverse a seconda che si fondino su l‘una o su l’altra concezio ne* Se una comunità viene intesa come un bacino di utenza, anche il criterio di analisi sarà quello del bisogno e il criterio di intervento che si adotterà sarà legato al risanamento di questo bisogno* L’anziano in questo senso verrebbe visto unicamente come poten ziale consumatore di servizi, ruolo che non permetterebbe certo il pieno dispiegamento delle sue risorse e potenzialità* 27 Guida Metodologica Al contrario, se la comunità fosse considerata come “attore sociale” il criterio di analisi diverrebbe invece quello delle risorse e delle competenze e i criteri di intervento diventerebbero lo sviluppo e la promozione* Questo cambiamento di prospettiva nell’approccio alla comunità, parallelo al cambiamento nella concezione di salute, comporta il passaggio da un modello centrato sulla “mancanza” (un bisogno da soddisfare) ad un modello centrato sulla competenza che esalta le risorse di cui dispone la comunità* Gli anziani e gli altri soggetti coinvolti, in questo modo diventano interlocutori e pat ners stessi del progetto con i quali stabilire forme di collaborazione e di coprogettazione* La programmazione in questo senso viene intesa come un processo a più attori, collocati a più livelli, che apportano competenze, ideazioni e risorse* Questa è la linea che culturalmente ha guidato l’impostazione del progetto e che è stata condivisa da tutti i soggetti partecipanti in ciascuna delle fasi della progettazione* La costruzione partecipata del progetto Sempre in Movimento e il generale consenso di tutti gli attori coinvolti relativamente alle aree sopra definite ha portato a definire le scelte operative alla base dell’impostazione del piano di valutazione* Tali scelte possono esse re sintetizzate come segue: a) La scelta di una popolazione target: L’intervento vuole rivolgersi ad anziani in condizioni di fragilità, ma in linea con l’obiettivo di non adottare logiche di tipo prescrittivo, ma di agire sulla promozione della salute e sulla riattivazione delle risorse e delle potenzialità degli anziani in condizioni di fragilità, fornendo delle opportunità per promuovere la propria salute (fisica e psicologica), non si rivol ge ad anziani istituzionalizzati, ne prevede che le persone coinvolte vengano inviate a seguito di una prescrizione da parte di autorità sociosanitarie* Al contrario, fin dalle modalità del reclutamento dei partecipanti ci si pone l’obiettivo di valorizzare le risorse esistenti siano esse di natura sociale o personale* Ai partecipanti, pur essen do essi persone anziane entrate in quell’ampia area definita come fragilità, non è stata indicata la necessità prescrittiva di intrapren dere un “trattamento”* Al contrario agli anziani è stata offerta l’op portunità di essere parte di un’esperienza copartecipata insieme 28 Guida Metodologica con gli stessi parenti, amici, conoscenti o assistenti che ne hanno inizialmente segnalato il disagio* In questo modo, sono stati coin volti --D anziani provenienti da -. differenti città, in presenza di una o più delle seguenti condizioni di fragilità: • Problemi funzionali • Depressione • Conseguenze psicologiche successive a incidenti o cadute • Solitudine • Grandi anziani • Assistenza domiciliare b) La scelta di valutare se l’intervento fosse capace di produrre un incremento nelle risorse dei partecipanti e non soltanto di associar si ad una riduzione nel rischio di decadimento* c) La scelta di focalizzarsi su percezioni e analisi soggettive delle pro prie risorse, scelta che è basata sulla convinzione della necessità di valorizzare il piano della soggettività individuale* Vari studi dimo strano che l’attivazione delle risorse individuali, il benessere e la qualità della vita, non sono associate a parametri obiettivi più di quanto non siano alle valutazioni totalmente soggettive che gli individui danno di se stessi* È però ormai opinione condivisa nella letteratura scientifica che il benessere, essendo un fenomeno di natura prettamente interna e soggettiva non necessariamente deve trovare corrispondenza con fattori (ad esempio comportamentali e fisiologici) “oggettivamente misurabili” come sarebbe invece neces sario se ci si trovasse di fronte a fenomeni del mondo della fisica* Per questa ragione, la maggior parte dei ricercatori ritiene che le misure più appropriate per cogliere le variazioni sul piano del benes sere siano di tipo autoriferito, le sole capaci di fare emergere l’uni cità dell’esperienza dei singoli individui* d)La scelta di considerare sia aspetti di tipo individuale che di tipo sociale* Valutare l’ambito delle relazioni sociali corrisponde ad un approccio che identifica nella comunità un attore sociale capace di svolgere un ruolo cruciale sulle dimensioni del benessere individua le* L’influenza del contesto sociale e dei fattori sociali sulla salute e 29 Guida Metodologica sul benessere, è stata riconosciuta da tempo come una dimensione fondamentale del benessere complessivo* I dati di ricerca che testi moniano il ruolo dei fattori sociali nell’influenzare la salute fisica e psicologica sono ormai innumerevoli* Ad esempio, è ben noto che la percezione di supporto sociale è correlata con un più alto grado di benessere e soddisfazione nella vecchiaia (p*e* Schwartz e Frohner, %&&D)* Gli effetti sulla soddisfazione e qualità della vita sono stati ampiamente dimostrati sia che il supporto sociale venga operazionalizzato in termini quantitativi, come tipo e frequenza, sia che venga operazionalizzato in termini qualitativi (Chappell, -CCC)* Sono quindi due le dimensioni del supporto che sono importanti nel determinare il benessere dell’anziano* Queste fanno riferimento da una parte alla percezione di ampiezza della propria rete sociale e dall’altra alla percezione di soddisfazione per la qualità del suppor to ricevuto* Quest’ultima dimensione può essere valutata sia in modo generale che in riferimento ad una serie di singoli aspetti che la compongono, ad esempio in riferimento alla sfera materiale e finanziaria, ad aspetti legati al mondo emozionale, come la presen za nella rete sociale dell’anziano di persone che si prendano cura di lui, disponibili ad offrire all’anziano conforto o affetto* E infine ad aspetti legati alla sfera sociale, coma alla possibilità di avere qualcu no con cui confidarsi e trascorrere del tempo insieme* Più l’anziano percepirà la sua rete come ampia, e più sarà soddisfatto rispetto ai singoli aspetti della sua rete sociale, maggiore sarà il suo benessere psicologico, all’interno di un percorso di accrescimento reciproco tra dimensioni del benessere sociale e collettivo* Per quanto riguarda gli aspetti più strettamente individuali la scel ta è stata quella di considerare il rapporto degli anziani con il pro prio corpo* Il concetto di sé fisico ossia la percezione che ognuno ha del proprio corpo, rappresenta un elemento cruciale per l’autostima degli individui in ogni fascia di età* Sorprendentemente questo aspetto e il peso che esso ha nel determinare l’autostima generale dell’individuo è stato così ampiamente studiato nei giovani, quanto 30 Guida Metodologica totalmente trascurato nelle persone anziane* Se però è vero che la percezione del proprio corpo ha un ruolo fondamentale nel deter minare lo sviluppo fisico e psicologico, è altrettanto vero che essa rappresenta un elemento fondamentale anche durante la vecchiaia* Questa dimensione si configura come fattore di promozione del benessere psicologico e di prevenzione del rischio psicopatologico sia in presenza di stressors acuti o cronici che in condizioni di base* Bisogna considerare che esistono diverse dimensioni che contribui scono a definire l’immagine che ciascuno di noi ha del proprio corpo* Tra queste, in linea con la letteratura scientifica (Marsh, -CC.), abbiamo considerato sia le dimensioni legate alla soddisfa zione per la propria capacità di svolgere compiti che richiedono coordinazione, flessibilità e forza, che la soddisfazione rispetto ad aspetti differenti della propria corporeità, legati ad esempio al pro prio aspetto fisico, e alla propria salute* Entrambi questi aspetti infatti concorrono a determinare la percezione del proprio sé fisico* Oltre a queste misure più specifiche si può considerare anche una dimensione generale e più ampia, legata all’autostima complessiva* Gli strumenti della valutazione La scelta degli strumenti di tipo psicometrico adottati per la valuta zione del progetto è stata svolta in funzione delle premesse appena descritta* Tra le diverse misure disponibili in letteratura l’attenzio ne è stata rivolta a: -) Il Physical selfdescription questionnaire (Marsh, -CC%) che è stato ampiamente utilizzato nei paesi anglossassoni e le cui proprie tà metriche sono state valutate in diversi contesti* Per questo si è deciso di utilizzare la versione italiana dello strumento nella valuta zione del progetto Sempre in Movimento* Il Physical SelfDescription Questionnaire (Marsh, -CC%) si compo ne di G& domande a formato chiuso* Il questionario permette di valutare sia una dimensione complessiva di Autostima sia alcune sottocomponenti dell’Immagine di Se fisica: Salute, Obesità, Aspetto, Forza, Coordinazione, Flessibilità, Resistenza, Attività fisi ca, Abilità Fisica* 31 Guida Metodologica In linea con la volontà del progetto di attuare un intervento parte cipato, la adeguatezza dello strumento per la popolazione conside rata è stata valutata insieme agli anziani e agli operatori che propo nevano l’attività motoria domiciliare* Il risultato di questa valuta zione in itinere della metodologia utilizzata ci ha portato a decide re di non considerare alcune delle scale previste dallo strumento, perché non adatte alla popolazione considerata, limitando così anche la lunghezza del questionario* %) la Purdue Social Support Scale (Burge e Figley, -C#G), che per mette di valutare sia la percezione dell’ampiezza della propria rete sociale che la percezione di soddisfazione per la qualità del suppor to ricevuto* Questa scala è stata scelta anche in ragione del suo for mato di risposta, che da una parte prevede una standardizzazione delle domande, ma al tempo stesso, prevede domande “aperte”, che permettono all’anziano lo spazio della narrazione* Il disegno della valutazione La valutazione del progetto è stata svolta mediante un “disegno longitudinale”: i --D anziani provenienti da -. differenti città che hanno partecipato al progetto hanno risposto alle domande dei questionari sia in occasione dei primi incontri (autunno %&&+) che al termine dell’intervento (Primavera %&&D)* In questo modo si è reso possibile un confronto tra una valutazione ex ante e una valu tazione ex post che ha permesso di misurare i cambiamenti sul piano della funzionalità corporea, dell’immagine di sé e del suppo sto sociale percepito* Una volta acquisiti i dati relativi ad entrambe le valutazione è stato possibile condurre delle analisi dei dati mediante alcuni software statistici* È stato quindi considerato un disegno di analisi della varianza primadopo, che ha permesso di confrontare le medie su una serie di dimensioni e valutare i cambiamenti legati all’interven to di ginnastica a domicilio* I risultati della valutazione A) L’immagine del proprio corpo* Considerando le valutazioni rispetto al proprio Se fisico, i risultati delle analisi statistiche con dotte sono sintetizzati nella Figura -* Come si evince dalla figura, i 32 Guida Metodologica punteggi nella prima e nella seconda valutazione sono significativa mente differenti per ciascuna delle misure considerate* I soggetti riferiscono di essere più in salute, maggiormente coordi nati, sono più soddisfatti rispetto all’area della obesità (si percepi scono quindi meno obesi), sono maggiormente soddisfatti del loro aspetto fisico, e riportano punteggi più elevati per quello che riguarda la forza e la flessibilità* Inoltre anche per quello che riguar da il punteggio globale di stima di se, questo è significativamente più alto nella seconda valutazione rispetto alla prima* Fig.1: Punteggi nelle dimensioni del Se Fisico prima e dopo l’intervento 40 35 30 pre post 25 20 15 salute coord. obesità aspetto forza fless. stima B) Il supporto sociale* Considerando invece gli aspetti legati al suppor to sociale possiamo distinguere tra gli aspetti legati all’ampiezza della propria rete (il numero delle persone capaci di offrire suppor to) e la soddisfazione relativa a quanto la propria rete sociale sia in grado di fornire efficacemente diverse modalità di supporto, sul piano emotivo, su quello dei consigli, dell’incoraggiamento, della compagnia o degli aiuti concreti* Relativamente al primo aspetto i risultati sono sintetizzati nella figura %a, da cui si evince un incre mento significativo nell’ampiezza della rete in seguito all’interven to di ginnastica a domicilio* Relativamente al secondo, i risultati sono riportati nella figura %b* Anche in questo caso le differenze tra le medie raggiungono i livelli della significatività statistica: dopo l’intervento aumenta la qualità del supporto percepito in tutte le sottodimensioni che lo compongono* 33 Guida Metodologica Fig. 2b: Soddisfazione rispetto alla propria rete sociale. Fig. 2a: Ampiezza della rete 13 12 4 11 3 Pre Post 10 pl e ss iv o nc . Co m Co ni a pa g Ai ut o i ig l Co ns Co m or ag In c am piezza rete s. 0 to 7 em ot iv o 1 8 m en Post 9 gi a Pre 2 Le conclusioni: I risultati appena descritti suggeriscono di conclude re che l’intervento, ha apportato dei benefici sul piano della salute e del benessere psicologico e sociale* I risultati sono molto chiari, infatti, nell’indicare, successivamente all’intervento modificazioni nella direzione auspicabile sia per quello che riguarda la stima di sé generale e i differenti aspetti della propria corporeità, sia per quel lo che riguarda l’ampiezza della propria rete sociale e la qualità del supporto sociale percepiti* I risultati quindi suggeriscono il fatto che queste due aree così importanti per la salute, il benessere e la qua lità della vita degli anziani fragili possono essere accresciute e arric chite da programmi di attività motoria ad essi rivolti* Si potrebbe pensare, che la nettezza con cui, a partire dai risultati di questo stu dio, sia possibile attribuire le modificazioni rilevate direttamente all’intervento sia limitata dall’assenza di un gruppo di controllo* Questa ipotesi da una parte è assai improbabile* È infatti difficile ipotizzare che le modificazioni positive relativamente alla propria immagine di sé, all’ampiezza e alla soddisfazione per la propria rete sociale in un gruppo di anziani fragili, siano determinate esclusiva mente dal trascorrere del tempo* Dall’altra parte bisogna notare che l’assenza di un gruppo di controllo in questo progetto non è dovuta a un errore involontario del disegno di ricerca, ma ad una scelta ben precisa e coerente con l’ispirazione del progetto e con lo spirito delle associazioni che lo hanno proposto, quello di non escludere alcuno dei partecipanti dalla possibilità di usufruire dell’intervento* 34 Guida Metodologica Bisogna anche notare che il numero dei partecipanti al progetto e alla valutazione seppure non esiguo e distribuito sul territorio nazionale non può essere considerato come rappresentativo della intera popolazione degli anziani in condizioni di fragilità* Nella nostra opinione questo non rappresenta un limite sperimentale, ma l’auspicio che l’esperienza “Sempre in movimento” possa essere replicata in un numero sempre più ampio di contesti differenti* Riteniamo infine che la migliore testimonianza dell’esito di questa valutazione non vada esclusivamente ricercata nella precisione degli indicatori statistici che sono stati rilevati, bensì nella concor danza di queste misure di natura quantitativa con gli aspetti quali tativi che possono essere rilevati nella narrazione dell’esperienza di tutti coloro che al progetto hanno fornito il proprio contributo, pro gettandolo, eseguendolo e soprattutto partecipando ad esso* 35 Guida Metodologica Bibliografia Bergstrom I, Freyschuss B, Jacobsson H, Landgren BM (%&&D)*The effect of physical training on bone mineral density in women with endometriosis treated with GnRH analogs: a pilot study* Acta Obstet Gynecol Scand, #+,"#&"* Burge, S* K*, & Figley, C* R* (-C#G)* The Social Support Scale: Development and initial estimates of reliability and validity* Victimnology, An International Journal, --(+), %"-%+"* Copeland JL, Chu SY, Tremblay MS (%&&+)*Aging, physical activity, and hormones in women—a review* Journal of Aging and Physical Activities -%, -&--.* Craft LL, Perna FM* (%&&+)* The benefits of exercise for the clini cally depressed* Prim Care Companion J* Clin* Psychiatry, ., -&+ ---* Faltermaier T* (-CC+)* gesundheitsbewuBtsein und Gesundhesitshandeln* Weinheim: Beltz* Friedenreich CM* (%&&+)* Physical activity and breast cancer risk: the effect of menopausal status* Exercise and Sport Science Review, "%, -#&-#+* Hawley JA* (%&&+)* Exercise as a therapeutic intervention for the prevention and treatment of insulin resistance* Diabetes Metab Res Rev, %&, "#""C"* Marsh, H* W* (-CC.b)* Physical SelfDescription Questionnaire: Stability and discriminant validity* Research Quarterly for Exercise and 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oltre modo interessanti* Tali dati riguardano la sfera strettamente motoria, l’aspetto com portamentale, le manifestazioni psicologiche in un tutt’uno che possiamo definire “psicofisico” e che è stato espresso con linguaggio semplice ma efficace, oltre ai dati rilevati nelle schede* Da questi compare sicuramente il miglioramento (più o meno mar cato secondo i casi) dei parametri osservati* I dati più eclatanti riguardano la mobilità che si concretizza nel “riuscire a fare qualche azione che prima non si faceva più”*Vale dire compiere un movi mento più ampio, afferrare e maneggiare oggetti vari, alzarsi dalla sedia e per alcuni perfino riprendere a camminare o addirittura usci re e fare percorsi sensibilmente più lunghi del consueto* Ciò risulta possibile in individui anche di lunga sedentarietà, poichè la condizione di ipomobilità stabilizzata induce la persona quasi ad aver dimenticato le proprie capacità motorie, non sul versante neu romuscolare che spesso è integro pur se “assopito”, ma dal punto di vista psicologicocomportamentale* L’individuo riduce i movimenti o non li fa (come ad esempio il cammino) perchè pensa di non far cela, perchè non è motivato, perchè l’ambiente sia interno che esterno non è favorevole, ecc*** Con la riattivazione, specie se personalizzata come nel progetto a cui ci si riferisce, la persona riacquisisce la coscienza e la consapevo lezza delle proprie possibilità che, sommate all’ampliamento sia 39 Guida Metodologica pure ridotto della mobilità articolare, producono un risultato a volte sorprendente* Questo processo è possibile per il concorso delle condizioni psicologiche ed emotive legate all’attesa ed al con seguimento di un risultato prodotto dall’attivazione che, per l’indi viduo, spesso è una modificazione notevole nelle abitudini e nelle aspettative* E’ difficile, se non impossibile, capire quale sia l’elemento preponde rante nelle variazioni globali registrate* Certo l’attivazione motoria dolce è il primo motore del cambiamento e porta con sé non solo i miglioramenti di mobilità globale, ma in modo chiaro e inscindibile le modificazioni psicologiche e comportamentali* Leggendo tra le righe delle schede e delle relazioni degli operatori, analizzando le parole usate dagli anziani del progetto, si può riflet tere sul significato profondo, e non sempre espresso esplicitamente, delle sensazioni “nuove” che via via prova la persona riattivata* Nuove perché forse durante tutta una vita non ha avuto modo di percepire la propria corporeità* Sono piccole sensazioni legate al movimento realizzato, al gioco articolare e muscolotendineo, alla consapevolezza dei muscoli che si contraggono e si rilasciano, azionando le leve e spostando i segmen ti del corpo* Ma è uno spostamento che si sa può produrre un cam biamento importante nella propria vita, come il far qualche passo o camminare****Sensazioni lievi e forti nello stesso tempo, per cui attraverso i movimenti anche piccoli il corpo quasi “si dilata” nello spazio circostante, ampliando la percezione del proprio schema cor poreo* La persona non è più costretta all’immobilità della sua pol trona ma può espandersi interagendo con l’operatore e, in seguito, con l’ambiente* In questo percorso si può veramente dire, senza timore di far della retorica usando un’espressione abusata, che “l’individuo si riappro pria del proprio corpo”* Ce lo confermano gli stessi protagonisti con 40 Guida Metodologica le risposte delle schede e delle interviste, già comparse in altra pub blicazione e che offrono un panorama vasto e variegato di cosa ha rappresentato per gli interessati questa esperienza* Le schede ci dicono le variazioni dalla situazione di partenza relati ve ad alcuni parametri fondamentali riguardanti l’autonomia degli spostamenti del corpo (sedersi, alzarsi, camminare***), dell’equili brio, dell’ampiezza articolare, della capacità manuale, della qualità del respiro* I dati riferiscono una situazione più che soddisfacente, ma le risposte al prospetto relativo al comportamento e il libero fluire delle impressioni a volte esplicitate in modo vigoroso e colo rito, attraggono maggiormente l’attenzione dell’osservatore* Infatti, la persona che dopo un certo tempo va ad accogliere l’ope ratore sull’uscio e lo riaccompagna, o accetta di uscire di casa, ha superato almeno in parte le difficoltà motorie della sua condizione di individuo che vive esclusivamente o quasi all’interno del proprio domicilio, ma soprattutto ha maturato una spinta interiore ad uti lizzare le possibilità ritrovate per uscire dalla situazione di chiusura in cui viveva, realizzando un orientamento psicologico positivo che congloba i miglioramenti corporei e li traduce in modificazioni di comportamento* Per sintetizzare efficacemente ciò che è stata per i partecipanti la riattivazione effettuata nel progetto (L*"#" F / %&&"), mi piace cita re le parole di Maria Luisa di La Spezia che in una sua poesia la defi nisce: “E’ come soffiare sulla cenere / e riattivare un fuoco / che sembrava spento”* Giusi Troletti Formazione Area Anziani UISP 41 Guida Metodologica 42 Guida Metodologica ATTIVITÀ FISICA E PROMOZIONE DELLA SALUTE NELL’ANZIANO Il movimento fa parte della natura stessa dell’uomo, al punto che da esso dipende il suo stato di salute e di efficienza psicofisica* Per mil lenni l’attività fisica ha rappresentato una necessità: agli inizi della storia per procurarsi il cibo con la caccia e per fuggire dalle situazio ni di pericolo; successivamente, quando la sua fonte principale di sostentamento sono diventati i prodotti della terra, per lavorare nei campi* E’ solo a partire dal XIX secolo, con l’avvento della società industriale ed ancor più con quella postindustriale, che si è progres sivamente ridotta la necessità di muoversi* Si è andato infatti via via affermando nel mondo occidentale un modello di sviluppo che, in rapporto a fattori diversi quali la crescente urbanizzazione, con conseguente riduzione degli spazi di movimento, la diffusione di mezzi di trasporto individuali e di massa sempre più rapidi e fruibi li, la disponibilità di strumenti di comunicazione altamente efficien ti e l’affermazione della tecnologia nell’ambiente di lavoro, ha di fatto favorito l’adozione di uno stile di vita sempre più sedentario, anche per l’ignoranza degli effetti negativi che tale stile di vita avrebbe avuto sul piano della salute* Ad una società fortemente caratterizzata dalla sedentarietà come quella attuale si è arrivati però anche perché nel frattempo si è andato espandendo in maniera intensa e veloce il numero degli anziani, che oggi sono nel nostro Paese -+ milioni, pari circa ad un quarto della popolazione totale* L’anziano è infatti soggetto nel quale la sedentarietà è estremamente diffusa, non solo perché egli è il frutto di quel modello sociale, ma anche perché frequentemen te grava su di lui il peso di malattia e disabilità* Sarebbe tuttavia un errore non considerare che l’invecchiamento è processo che com porta, nell’uomo come del resto in numerose specie animali, una progressiva riduzione dell’attività fisica come conseguenza dei fenomeni involutivi dei diversi sistemi anatomofunzionali che par tecipano al movimento* 43 Guida Metodologica Quali le conseguenze per le nostre società delle dimensioni epidemi che che ha ormai assunto la sedentarietà? Un forte impatto negativo sulla salute pubblica, dai costi umani ed economici incalcolabili* E ad esserne maggiormente penalizzato è sicuramente l’anziano* Lo stile di vita sedentario determina infatti un complesso di alterazioni a carico degli apparati cardiocircolato rio, respiratorio, muscolare e scheletrico, analoghe a quelle ritenu te caratteristiche dell’invecchiamento* Nel corso degli anni la sedentarietà può non solo accentuare il decli no fisico associato con l’età, ma è in grado anche di favorire l’insor genza o di esacerbare malattie quali l’obesità di tipo addominale, il diabete, l’osteoporosi, l’ipertensione, la cardiopatia ischemica, inne scando una spirale che determina una progressiva compromissione dello stato di salute ed anche dell’autonomia funzionale* Numerosi studi hanno dimostrato invece che una regolare attività fisica è in grado di migliorare le condizioni di salute fisica e psichica dell’anziano così come di prevenire la disabilità o di contrastarne la progressione (Cherubini A* et al*, %&&%)* Da qui una serie di documenti emanati dalle più importanti organiz zazioni sanitarie e scientifiche internazionali, quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’American College of Sport Medicine, i Centers for Disease Control ed il Surgeon General statunitensi, con tenenti la raccomandazione che gli anziani pratichino una regolare attività fisica* Cherubini A, Rossi R, Senin U* Attività fisica ed invecchiamento* Una guida per la promozione della salute nell’anziano* EdiSES, Napoli %&&%: pp -+&.* Antonio Cherubini Prof* Associato di Gerontologia e Geriatria Università degli Studi di Perugia 44 Guida Metodologica PROCEDURE ORGANIZZATIVE E DI GESTIONE PROGETTUALE Premessa Il progetto “SEMPRE IN MOVIMENTO: ginnastica dolce per la grande età“ è un intervento che si è articolato sul territorio nazio nale, in particolare, in -. Città (Bolzano, Jesi, La Spezia, Martina Franca, Matera, Messina, Napoli, Pavia, Prato, Ravenna, Roma, Rovigo, Sassari, Torino, Trento, Trieste)* Il progetto ha avuto luogo grazie al finanziamento erogato dal Ministero del Lavoro con i fondi stanziati per la Legge "#"/%&&& relativi alla Promozione sociale, una tipologia di finanziamento che ha imposto regole ben più rigide di quelle che vengono generalmen te osservate dai Comuni, dalle Province o dalle Regioni* Le indicazioni che sono state raccolte nel vademecum fornito a tutte le città in sperimentazione, hanno avuto l’intento di facilitare il lavoro e sostenere le attività del progetto, al fine di poter monito rare il progetto in ogni sua fase ed eventualmente intervenire per modificare alcuni aspetti critici* Si è evidenziata l’importanza del rispetto dei tempi progettuali e delle scadenze fissate attraverso il vademecum e le altre comunica zioni inviate, perché in questo modo si è garantito l’efficacia e l’ef ficienza del progetto, ma soprattutto si sono evitati errori di tipo formale con le procedure ministeriali* Questo capitolo intende proseguire sulla strada della formazione on the job per tutti coloro che lavorano attraverso progetti* L’esperienza ha avuto inizio, infatti, con le guide metodologiche del progetto di formazione “Proposta di formazione, qualificazione e autoapprendimento per una rete associativa nazionale di sport per tutti” (anno %&&"%&&+), ha proseguito con il progetto “la Uisp e i giovani: modelli di prevenzione e protezione sociale” (anno %&&" %&&+) ed arriva fino ad oggi con la definizione di queste linee guida che focalizzano maggiormente sulla documentazione necessaria per comunicare al finanziatore, in questo caso al Ministero del Lavoro, gli stati di avanzamento e le modifiche che avvengono nel corso del progetto* 45 Guida Metodologica Pertanto per avere un quadro maggiormente completo si consiglia la lettura delle guide metodologiche relative ai precedenti progetti sopra citati* Bimestrali per il Ministero del Lavoro Il bimestrale è un documento che ogni % mesi deve essere inviato al Ministero del Lavoro con il quadro delle attività (programmazione) che si svolgono appunto nel bimestre successivo di competenza* Si tratta di uno schema estremamente particolareggiato che deve riportare una grande quantità di dati che, una volta fissati, non pos sono essere modificati se non previa comunicazione scritta al Ministero del Lavoro* Semestrale Allo scadere del sesto mese di attività sarà necessario l’invio di un report semestrale al Ministero del Lavoro nel quale dovranno esse re riportate le attività svolte nei sei mesi di progetto* Comunicazioni al Ministero del Lavoro La comunicazione è un documento che viene utilizzato per inoltra re le notifiche sulle attività del progetto al Ministero* Per es* attra verso le comunicazioni si informa sui luoghi, l’ora e i partecipanti ad incontri o riunioni oppure eventuali cambiamenti di programmazio ne degli stessi* Le comunicazioni vanno inviate al Ministero G gg* lavorativi prima, pena il non riconoscimento dell’attività e la necessità di chiedere la deroga (vedi par* seguente)* Pertanto, vista la complessità formale quando si tratta di fondi di finanziamento ministeriali si dovranno evitare il più possibile cambiamenti non indispensabili* Deroghe La deroga è un documento necessario per richiedere al Ministero l’approvazione di una “azione” relativa al progetto non prevista all’interno dell’esecutivo presentato, oppure una modifica al pro getto* Si tratta di uno strumento molto delicato che deve essere usato con attenzione e parsimonia al fine di evitare possibili rigidi tà da parte del Ministero nei confronti del progetto* 46 Guida Metodologica Riunioni, incontri e attività E’ necessario per ogni incontro un minireport, le lettere di incarico e di missione ed un foglio firme che evidenzi i partecipanti* Preparare il foglio firme (i dati sono: il luogo, la data, l’ora, l’orga nizzazione di appartenenza, il nome, il cognome, la firma di ogni partecipante) Preparare il report della riunione (i dati sono: l’obiettivo della riunione, i risultati della riunione) Preparare un report bimestrale sull’andamento dell’attività (positi vità/criticità)* Assicurazione e privacy Considerata la particolarità dell’intervento, ogni anziano coinvolto nel progetto è stato necessariamente coperto da assicurazione R*C** Incontri con gli anziani E’ stato preparato il programma di lavoro con gli obiettivi, la meto dologia e i risultati previsti per l’intervento e la programmazione mensile degli incontri con gli anziani a cura di ogni città* a cura di Paolo Recchia e Loredana Rosa Uliana Studio Associato per la Consulenza e la Progettazione comunitaria 47