L'ambiente marino
L'ambiente marino viene tradizionalmente suddiviso in dominio bentonico
e dominio pelagico.
Per dominio bentonico si intende l'ambiente dove vivono tutti gli
organismi legati più o meno direttamente ai fondali. Da questo si
distingue il dominio pelagico che comprende le acque libere, che si
estendono dalla superficie fino agli abissi delle fosse oceaniche e nelle
quali vivono tutti gli organismi che conducono una vita non vincolata in
maniera esclusiva al fondale.
Il dominio pelagico
Il dominio pelagico, a seconda della sua distanza dalla costa, è
stato convenzionalmente suddiviso in due provincie: la
provincia neritica, che si estende dalla linea di costa sino al
limite della piattaforma continentale, e la provincia oceanica
che comprende le acque profonde fuori dal limite della
piattaforma continentale
Una ulteriore suddivisione che si opera nel dominio pelagico
è basata sulla profondità e sulla temperatura della colonna
d'acqua interessata.
Schema dell'ambiente marino con le suddivisioni orizzontali e verticali in
domini e piani (da: Ghirardelli 1981; p. 26, (sec. Pérès).
Su queste basi si distinguono 5 zone.
- La zona epipelagica, detta anche dominio costiero, che va dalla
superficie fino a circa 50 metri di profondità ed è la zona in cui si
riscontrano più accentuate variazioni fisiche, chimiche e luminosità
intensa.
- La zona mesopelagica va dalla profondità di 50 fino a quella di 200
metri. In questa zona la debole luce che penetra fino alle sue
massime profondità consente la vita ad organismi vegetali
particolarmente adattati a sfruttare bassissime quantità di
radiazione luminosa.
- La zona batipelagica va da 200 a 2500 metri di profondità.
- La zona abissopelagica si spinge fino a 7000 metri di profondità.
- La zona adopelagica è quella parte del dominio pelagico limitato
alle fosse oceaniche nelle quali si raggiungono profondità superiori
ai 7000 metri.
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Il dominio bentonico, su basi ecologiche, è suddiviso in cinque
piani.
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Le varie suddivisioni di questo dominio sono evidenziate dalle
biocenosi. Queste sono definite come un aggruppamento di esseri
viventi, stabilmente insediati in un particolare ambiente nel quale
vivono e si riproducono, e corrispondente per composizione e
numero delle specie e degli individui a certe condizioni medie
dell'ambiente stesso.
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L'area geografica che presenta le condizioni, omogenee, ideali per
lo sviluppo di una biocenosi si chiama biotopo.
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Il biotopo, localmente, può presentare una predominanza di
alcuni fattori ambientali che condizionano la presenza massiccia
di una o poche specie. In questo caso si parla di facies e di specie
differenziali. La facies quando si sviluppa in senso orizzontale
costituisce una cintura.
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La luce solare che penetra nei diversi strati d'acqua condiziona
fortemente la componente vegetale delle biocenosi. In
conseguenza di questo fattore limitante il dominio bentonico è
suddiviso in due sistemi: il sistema fitale ed il sistema afitale.
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Il sistema fitale raggiunge il punto in cui le alghe riescono a
fotosintetizzare producendo tanto ossigeno quando ne
consumano per i loro processi metabolici.
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Il sistema afitale inizia dove ha termine il sistema fitale e
raggiunge le massime profondità del fondale marino.
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La zonazione batimetrica del dominio bentonico è rappresentata
dalla sua suddivisione in piani.
I piani del dominio bentonico
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Nell'oceanografia biologica per piano si intende lo spazio
verticale caratterizzato da fattori ambientali omogenei e
da cenosi di organismi statisticamente e stabilmente
correlate.
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I
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Il sistema afitale comprende, invece, tre piani: Batiale,
Abissale e Adale.
piani nel sistema fitale sono cinque:
Adlitorale,
Sopralitorale,
Mesolitorale,
Infralitorale
Circalitorale.
Il piano adlitorale
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Il piano adlitorale è il piano più alto sul livello medio del mare; esso
viene influenzato indirettamente dall'acqua del mare che vi arriva
sotto forma di vento salso o vi si infiltra per capillarità o per altri
fenomeni di penetrazione.
Vicino alla battigia la vegetazione su roccia di questo piano è
caratterizzata da specie dei generi Crithmum e Limonium.
Nelle dune ormai ben strutturate e stabilizzate si riscontra il genere
Ammophila.
Il piano sopralitorale
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Il piano sopralitorale si colloca nella zona di
transizione tra l'ambiente terrestre e quello marino.
Esso è limitato superiormente dall'altezza massima
raggiunta dagli spruzzi dei frangenti ed inferiormente
dal livello più alto dell'alta marea.
 I popolamenti di questo piano sono generalmente
omogenei, ma poveri di specie, infatti, sono costituiti
da Licheni e da alcune Cianoficee epilitiche od
endolitiche.
 Nel piano sopralitorale sono compresi anche degli
ambienti molto particolari: le pozze sopralitorali
Nel sopralitorale si riscontrano degli
ambienti alquanto peculiari costituiti da
pozze di dimensioni diverse, alimentate sia
dagli spruzzi di acqua marina che dalle
acque meteoriche.
Nelle pozze sopralitorali si insediano specie vegetali in grado di resistere
molto bene ai grandi cambiamenti dei fattori ecologici che caratterizzano
questi micro-ambienti che sono soggetti a periodi, anche lunghi, di
disseccamento (parte superiore dell'immagine).
Il variare delle condizioni ecologiche nel corso dell'anno, determina in una
stessa pozza il succedersi di popolamenti molto diversi.
Il piano
mesolitorale
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Il piano mesolitorale è compreso tra il limite massimo di alta marea
ed il limite minimo di bassa marea.
In Mediterraneo, caratterizzato da maree deboli, tali limiti dipendono
soprattutto dal moto ondoso più che dalle oscillazioni di marea.
Cinture mesolitorali e frangia
infralitorale con Cystoseira
amentacea
Questo piano è compreso tra il sopralitorale, sempre emerso, e l'infralitorale
sempre sommerso, ed è caratterizzato da una alternanza più o meno regolare di
emersione e di sommersione dipendente principalmente dalla marea.
L'estensione verticale del piano dipende dalle escursioni di marea che, in
Mediterraneo, hanno valori medi di 20-30 cm e massimi di 1,5-1,8 m. Tale
estensione può variare localmente sino a raggiungere oltre 2 metri di ampiezza in
rapporto alla conformazione della costa, al moto ondoso e alla situazione
metereologica.
Il piano infralitorale
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Il piano infralitorale, il cui limite superiore è dato dalla linea di
bassa marea, si estende fino alla massima profondità raggiunta
dai vegetali fotofili. In Mediterraneo tale limite è intorno ai -40 m,
tuttavia esso dipende dalle caratteristiche fisico-chimiche
dell'acqua ed in special modo dalla trasparenza della stessa. I
vegetali fotofili che caratterizzano questo piano sono le
Angiosperme sui fondi mobili e le grandi alghe brune sui fondi duri
o rocciosi. In particolare sui fondi rocciosi si affermano varie
associazioni le cui specie guida sono delle alghe appartenenti al
genere Cystoseira. Queste associazioni si succedono
batimetricamente in dipendenza della luminosità e soprattutto
dell'idrodinamismo.
Il sottopiano superiore del piano infralitorale è caratterizzato da una intensità
luminosa compresa tra il 60 e 15% di quella incidente alla superficie, e da
idrodinamismo multidirezionale e bidirezionale.
In questo sottopiano si distinguono diversi orizzonti. L'orizzonte alto è
caratterizzato da idrodinamismo multidirezionale, mentre l'orizzonte basso
dalla prevalenza di idrodinamismo bidirezionale.
Il sottopiano inferiore del piano infralitorale è caratterizzato da una luminosità
compresa tra il 20% e l'1% di quella incidente alla superficie, una temperatura
che non supera i 18-20 °C e da un idrodinamismo prevalentemente
unidirezionale.
Il piano circalitorale
Il piano circalitorale è
caratterizzato da popolamenti
vegetali sciafili e arriva fino alla
profondità di circa 150 m.
In questo piano è più abbondante la
componente animale rispetto a
quella vegetale.
Il piano circalitorale si estende al di sotto del limite inferiore
dell'infralitorale spingendosi fino alla profondità massima alla
quale le alghe pluricellulari possono esplicare la fotosintesi. Il
circalitorale in Mediterraneo, su substrato roccioso, è
condizionato da una intensità luminosa compresa tra 0,9% e
0,01% di quella della superficie. La temperatura oscilla tra 18°C
e 13,5°C. Il limite inferiore del manto vegetale generalmente si
interrompe tra 120 e 150 metri di profondità.
Il piano circalitorale comprende fondi
rocciosi che molli; sugli uni che sugli
altri s può avere un
concrezionamento biologico costituito
da alghe calcaree con sviluppo di un
complesso biogenetico denominato
coralligeno.
Inoltre come appartenente a questo piano va
considerata la parte principale del popolamento delle
grotte sottomarine situate anche e pochi metri di
profondità. L’ambiente delle grotte è molto complesso
ed ha caratteristiche particolari.
Nelle grotte superficiali molto illuminate si sviluppano
popolamenti di tipo infralitorale, d’altra parte nel fondo
di grotte di una certa profondità si raggiunge una
oscurità completa per cui sono stati rinvenuti organismi
normalmente viventi in zone molto più profonde
appartenenti anche al piano batiale.
Piano Batiale, Abissale ed Adale
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Il sistema profondo comprende gli ultimi tre piani che possono
anche essere riunirti in un unico ambiente avente caratteristiche
chimiche e fisiche del tutto particolari alle quali gli organismi hanno
risposto sviluppando peculiari adattamenti morfo-fisiologici.
Il piano batiale si estende da un minimo di 100 m, in rapporto sia
alla scarpata continentale sia alla zona immediatamente sottostante
che arriva fino ad un massimo di 3000 m.
L’oscurità è totale e solo nelle acque particolarmente trasparenti a
circa 500 m di profondità arrivano le ultime radiazioni luminose del
fascio blu, violetto e verde.
I successivi due piani – abissale e adale – sono caratterizzati
dalla mancanza di luce perenne, e temperature molto basse,
circa 1-2°C, questi piani si riferiscono sia alle pianure marine
più profonde, sia alle fosse oceaniche.
Come è noto con l’aumento della profondità la pressione
aumenta di 1 ATM (1Kg/cm2) ogni 10 metri, da ciò alcuni pesci
adattatisi a vivere in questi ambienti hanno sviluppato alcuni
meccanismi di adattamento a pressioni specifiche evitando la
compressione delle membrane cellulari.
La morfologia di tali organismi rispecchia le difficili condizioni
ambientali in cui vivono.
La scarsità di luce ha reso del tutto inutile la presenza di
colorazioni vivaci, al
contrario la presenza di organi luminosi detti fotofori che
permettono di individuare le prede o richiamare altri individui
per la riproduzione.
Altri adattamenti presenti nei pesci abissali riguardano lo
sviluppo di bocche enormi, dato il difficile reperimento di cibo
e la presenza di occhi telescopici che servono a captare le
deboli radiazioni luminose ancora percepibili a -500 metri.
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Biotopi marini (file ppt)