Venerdì 20 novembre La tensione e gli allarmi (veri o falsi) per gli attentati del terrorismo crescono in tutta Europa e assorbono la maggior parte dell’attenzione dei media e dei mezzi di comunicazione. Guerra e caccia ai terroristi sono i titoli principali dei quotidiani e dei siti web. Il consenso alla guerra pare crescere di giorno in giorno tra opinionisti e politici. Voce dissonante quella di papa Francesco, che maledice i “signori della guerra”. Il governo italiano cerca di mantenere l’equilibrio. Interventi all’insegna della prudenza quelli del ministro Gentiloni e dello stesso premier Renzi, dopo le dichiarazioni della ministra Pinotti che aveva già pronto l’intervento militare italiano in Siria. In secondo piano le notizie sociali e sulla politica economica. Ma nel frattempo procede il percorso della manovra per il 2016. Al Senato il governo ha blindato la Legge di Stabilità. Con un intervento della ministra Maria Elena Boschi, il governo ha posto infatti la questione di fiducia sul maxiemendamento che in pratica sostituisce tutto il testo precedente. La presentazione della proposta di modifica dell’esecutivo, che recepisce il lavoro della commissione Bilancio, è arrivata ieri sera poco prima delle 22 per dare tempo alla Ragioneria generale dello Stato di procedere con la bollinatura. Il disco verde del Senato dovrebbe arrivare quindi questa mattina (la seduta è convocata per le 9) o al più tardi entro domani, per poter poi consegnare il testo a Montecitorio per la seconda lettura. Contro la legge di stabilità e gli effetti negativi del Jobs Act si mobilita la Cgil. Domani la manifestazione a Roma della Fiom. Sabato 28 toccherà invece ai lavoratori pubblici. Iniziative Cgil per la giornata internazionale dell’infanzia. Sempre domani a Roma il corteo di tutte le comunità musulmane in Italia contro il terrorismo, “not in my name”. Oggi a Bruxelles la riunione straordinaria del Consiglio europeo: all’ordine del giorno il rafforzamento dei controlli alle frontiere. GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’INFANZIA RICORDANDO IQBAL MASIH ―Non è solo Iqbal, Iqbal non è solo‖. In occasione della Giornata Internazionale per i diritti dell’Infanzia, verrà proiettato oggi nella sede nazionale della Cgil (Corso d’Italia 25, Roma, Salone Giuseppe Di Vittorio) il film ―Bambini senza paura‖, da oggi nelle sale cinematografiche. L’iniziativa è stata annunciata ieri nel giornale radio delle 18 di Radio Articolo 1 con un servizio di Antonia Fama. Iqbal, nato nel 1983 (in Pakistan ) in una famiglia molto povera, a quattro anni già lavorava in una fabbrica di mattoni. Diventato il simbolo mondiale della lotta contro il lavoro minorile, Iqbal Masih (che è stato ucciso nel 1995 a causa delle sue attività contro lo sfruttamento dei bambini e la schiavitù) è ora il protagonista di ―Bambini senza paura‖, il film d’animazione realizzato dal francese Michel Fuzellier e dall'iraniano Babak Payami. Il cartone, appena uscito nelle sale, verrà proiettato in occasione della Giornata Internazionale per i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, nel corso dell’iniziativa Non è solo Iqbal, Iqbal non è solo, sui diritti dei bambini, sul diritto al gioco, allo studio e alla pace. Al Salone Di Vittorio della CGIL nazionale interverranno Susanna Camusso, segretario generale Cgil, Giacomo Guerrera, presidente Unicef Italia, e i produttori della pellicola. La diretta dell’iniziativa verrà trasmess su Radio Articolo 1 dalle 13.30. NEL MONDO CI SONO 30 MILIONI DI BAMBINI IN FUGA Tra i minori stranieri sbarcati in Italia oltre 10 mila sono arrivati soli. Circa 700 sono morti nel tentativo di raggiungere l’Europa e da gennaio ad oggi sono più di 215 mila quelli che hanno chiesto asilo in Ue. Nel mondo in circa 30 milioni hanno lasciato la propria casa. Lo si legge in una notizia lanciata ieri dall’agenzia Redattore Sociale (www.redattoresociale.it). In fuga dalle proprie case, in balia delle onde su barconi affollati, soli sulle coste di paesi lontani alla ricerca di un futuro migliore, che non sia fatto di guerra, terrore, povertà e violenza. E’ la storia di migliaia di bambini che tentano di attraversare ogni anno il Mediterraneo per chiedere asilo in Europa, molti lontano dalle bombe della Siria, altri da vecchie e nuove minacce. Troppo spesso, però, le loro storie finiscono in mare, sulla battigia o nelle spirali dello sfruttamento. In questo ultimo anno le associazioni e le organizzazioni che si occupano di rifugiati e immigrati hanno tristemente aggiornato i numeri dell’esodo verso l’Europa. Dati che tornano in risalto in occasione della Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza che si celebra in tutto il mondo il 20 novembre. Numeri che descrivono uno scenario internazionale che cambia e che non riesce a tutelare la vita dei più piccoli. 900 MILA BAMBINI IN ITALIA ESCLUSI DAGLI ASILI NIDO Oltre 900 mila bambini in Italia, quelli compresi nella fascia tra sei mesi e due anni, sono esclusi dagli asili nido. Per motivi diversi: in parte per scelta delle famiglie ma, per la gran parte, per l'impossibilità di potervi accedere, tra una scarsa offerta pubblica e l'esosa richiesta privata. È quanto risulta da una elaborazione della Fp Cgil nazionale condotta sui dati Istat relativi all’offerta comunale di asili nido e altri servizi socio-educativi per la prima infanzia in parallelo con le rilevazioni su natalità e fecondità della popolazione residente e rilanciata sul sito di Rassegna Sindacale (http://www.rassegna.it/articoli/quasi-un-milionedi-bambini-senza-diritto-dasilo-nido). L'elaborazione è stata prodotta in vista della 'Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia' (20 novembre) e per promuovere e accompagnare una campagna della categoria dei servizi pubblici della Cgil sugli asili nido, dietro le parole: #ChiedoAsilo. Sulla ricerca della Funzione pubblica Cgil scrive oggi sul manifesto Rorberto Ciccarelli: ―900 mila bambini in cerca di asilo nido‖ (p.9) PRESENTATO A ROMA IL PATTO PER IL LAVORO DELL’EMILIA ROMAGNA Alla presenza del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che ha concluso l’iniziativa, è stato presentato ieri a Roma nella sede della Cgil nazionale il Patto per il lavoro dell’Emilia Romagna. Nell’ambito del bilancio degli accordi realizzati nei due anni che sono passati dal varo del Piano del lavoro, la Cgil ha voluto infatti presentare il Patto per il lavoro dell’Emilia Romagna, con gli interventi di Gaetano Sateriale, coordinatore del Piano del lavoro, di Riccardo Sanna, coordinatore area politiche di sviluppo, Vincenzo Colla, segretario generale Cgil Emilia Romagna, Patrizio Bianchi, assessore Regione Emilia Romagna, ―Il Piano del lavoro della Cgil poggia, fin dalla sua prima definizione, su due ―motori‖ distinti, ma complementari che lo devono sostenere e muovere, in alternativa all’austerità, e farne un attivatore di lavoro e innovazione‖, scrive Gaetano Sateriale. ―Il primo configura la necessità di una politica economica nazionale (decisa e guidata dal governo), che - partendo dalle arretratezze del Paese, attraverso investimenti pubblici mirati - diffonda innovazione e crei direttamente nuova occupazione. Il secondo ―motore‖ avvia il Piano del lavoro attraverso una nuova contrattazione sociale territoriale, diffusa nelle regioni e città italiane, che muova dai nuovi bisogni sociali e sappia definirne risposte innovative utilizzando diversamente le risorse esistenti‖. Da quando il Piano del lavoro è stato presentato (nel 2013), sono state svolte da parte della Cgil attività preparatorie (formative e politiche) in quasi tutte le regioni italiane (17 su 20) e realizzati primi accordi regionali unitari che si richiamano al Piano. Ciò è accaduto in Basilicata, Calabria, Sicilia, Puglia, Lazio, Umbria, Toscana ed Emilia Romagna. A questi accordi regionali si possono affiancare l’accordo provinciale di Trento e quelli, promossi dai coordinamenti giovanili del sindacato, nelle città di Bari, Pescara, Milano e Bergamo. ITALCEMENTI DEVE PRESANTARE IL PIANO DEGLI INVESTIMENTI Si è svolto ieri a Roma l'incontro tra la Direzione del gruppo Italcementi, le organizzazioni sindacali, il Coordinamento delle Rsu, il Ministero del Lavoro e il Ministero dello Sviluppo Economico a seguito della richiesta congiunta di azienda e sindacati con l’obiettivo di individuare i più adeguati strumenti per la gestione degli ammortizzatori sociali, a partire dall’applicazione dell’art 42 del D.Lgs. 148/2015. Le segreterie nazionali dei sindacati di categoria, Feneal Filca Fillea, fanno sapere che dopo una disamina della complessa situazione occupazionale da parte dell'azienda, il Ministero del Lavoro ieri ha chiarito, in nome e per conto del Governo, l’applicazione delle nuove norme in vigore con il Jobs Act. Le parti hanno convenuto che per ricorrere agli ammortizzatori sociali nei prossimi anni si deve prendere a riferimento il piano industriale concordato nel 2013 con le successive modifiche. I sindacati hanno anche ribadito che lo strumento da individuare deve riguardare l'intero gruppo e non possono esserci differenti applicazioni degli ammortizzatori che prevedono l'interruzione del rapporto di lavoro per il devastante impatto sociale che avrebbero nei vari territori. Il governo ha chiarito che non esistono ammortizzatori sociali preventivi, ha precisato che non vi sono le condizioni per utilizzare l’art. 42 e ha chiesto in modo esplicito alla Direzione di Italcementi di formulare un programma di investimenti per i prossimi anni, propedeutico all'applicazione degli ammortizzatori. La delegazione sindacale ha ribadito che per la complessità della fase in atto e per gli accordi stipulati in precedenza, nonché per le pesanti conseguenze occupazionali che potrebbero verificarsi in futuro a seguito della vendita al Gruppo Heidelberg, deve trovare applicazione la norma transitoria definita dell'art. 42 del dlgs n. 148 del 2015. Le parti hanno definito che il prossimo incontro si terrà in sede ministeriale il giorno 3 dicembre. La direzione di Italcementi e il Coordinamento nazionale delle Rsu hanno individuato poi per il prossimo incontro in sede sindacale per il giorno 25 novembre a Roma per definire i nuovi investimenti nei vari siti e i programmi produttivi. Se non dovessero emergere sostanziali novità nel prossimo incontro, il Coordinamento Nazionale Rsu proclamerà giornate di sciopero con diverse iniziative a sostegno della trattativa. Le Segreterie Nazionali invitano pertanto le strutture e le RSU a svolgere le assemblee nei luoghi di lavoro per informare i Lavoratori sulla complessa e articolata situazione venutasi a creare e a sensibilizzare i parlamentari eletti nei vari collegi perché la vertenza non riguarda solo ambiti sindacali ma riguarda anche ambiti sociali consistenti. LA FIOM IN PIAZZA PER IL CONTRATTO E CONTRO IL TERRORISMO Alla vigilia della manifestazione nazionale delle tute blu della Cgil, il segretario generale della Fiom Maurizio Landini oggi spiegherà perché i metalmeccanici hanno deciso di scendere in piazza con una intervista in diretta alle 11 su www.radioarticolo1.it e a Roma sui 103.300 della modulazione di frequenza. La radio seguirà il corteo "Unions, per giuste cause" di domani e trasmetterà in diretta gli interventi e il comizio conclusivo dal palco di Piazza del Popolo. Il segretario della Fiom è stato intervistato da Antonio Sciotto del manifesto: Due bandiere, pace e lavoro‖ (p.2). Intervista a Landini anche sul Corriere della Sera: ―Chiediamo aumenti del 3% e salario contrattato ogni anno‖ (Enrico Marro a pagina 41). Sulla manifestazione della Fiom scrivono anche il Fatto Quotidiano e l’Unità con un pezzo di Massimo Franchi (p.7). TRA GUERRA E PENSIONI. SEGNALAZIONI DALLA STAMPA LE PENSIONI CHE VORREI. PARLA BOERI. Giovanni Minoli intervista oggi il presidente dell’Inps sul Sole 24 ore. ―Tito Boeri 57anni, milanese, Phd in economia al la New Y ork University. Prof ess ore al la Bocconi e all ’Lse, da l ma rzo 2014 è presidente dell’Inps, nominato da Renzi che per decidere gli ha dato un’ora di tempo. Adesso che ha accettato, lo rifarebbe? Sì, perché per cambiare questo Paese bisogna cambiare la macchina dello Stato. Presidente Boeri, a quanto ammonta il rosso dell'Inps? Il disavanzo nel 2015 dovrebbe essere di circa 9 miliardi, ma non c’è da preoccuparsi perché le prestazioni erogate dall'Inps sono tutelate dalle leggi dello Stato. Spulciando i bilanci, però, si vede che i contributi versati sono 211 miliardi, quelli erogati 431, cioè il doppio. In che senso non dobbiamo preoccuparci? Non tutte le prestazioni dell'Inps sono delle prestazioni di tipo contributivo, molte sono di tipo assistenziale, a fronte delle quali non vengono versati dei contributi. Si può accettare che intere aree del Paese non paghino i contributi? Certo che no. Abbiamo stretto accordi con l’Agenzia delle entrate, abbiamo potenziato la nostra attività di intelligence usando le banche dati. Adesso bisogna vedere cosa succederà con la creazione dell'ispettorato nazionale del lavoro. Professor Boeri, lei sta provando a fare quello che ha sempre scritto su lavoce.info. Renzi, che adesso la critica, è possibile che non sapesse cosa pensava? L’accordo era che io avrei fatto le cose in cui credevo, comprese queste proposte che abbiamo presentato al governo nel mese di giugno. Le avete pubblicate sul vostro sito... Solo dopo la presentazione della legge di stabilità e a fronte di un accordo col governo che ci ha detto di pubblicarle. Un accordo, però, insomma, il risultato è un po'... Il governo può fare quello che vuole delle nostre proposte; noi possiamo solo proporre. Qual è il punto di partenza del suo progetto? Il punto di partenza è che noi vogliamo rendere il sistema non soltanto finanziariamente ma anche socialmente sostenibile. Se il patto tra generazioni non viene percepito come equo questo patto rischia di non reggere. Inoltre, la proposta taglierebbe il debito pensionistico, alleggerendo il fardello che grava sui giovani (…) COME CI STA CAMBIANDO IL TERRORISMO. Lo spiega Ilvo Diamanti su Repubblica. I sanguinosi attentati di Parigi hanno emozionato e coinvolto anche noi. In Italia. Non si tratta di un effetto preterintenzionale. Al contrario. La scelta dei luoghi, delle vittime, la stessa rappresentazione dei massacri rivelano una evidente intenzione - e capacità - di colpire "nel mucchio". Molti bersagli "umani". Molti giovani. Ma anche di lanciare messaggi. Di trasferire paure, inquietudini, ben oltre i confini di Parigi e della Francia Fino a noi. Paese confinante. Dove ha sede il Vaticano. Dove i flussi migratori dal Nord Africa continuano, incessanti. Lo conferma il sondaggio condotto da Demos per Repubblica, nei giorni scorsi. Certo, la maggioranza degli intervistati ( 50%) vede negli attentati una "punizione" contro la Francia, colpevole di partecipare ai bombardamenti in Siria e in Iraq. Più di quanti (40%) lo considerano, invece, un avvertimento, contro luoghi e riti del consumismo occidentale. Tuttavia, oltre 8 italiani su 10 ritengono che questo attacco non abbia implicazioni solamente "francesi". Ma riguardi, al contrario, anche noi. Oltre metà delle persone ( intervistate ) ammette di sentirsi preoccupata per l'eventualità di atti terroristici. Con un aumento di 14 punti, nell'ultimo anno, e di circa 20 rispetto al 2010. Gli effetti sul clima d'opinione risultano evidenti. Anzitutto, sul piano dell'in-sicurezza, che appare diffusa Componenti ampie della popolazione (meglio: del campione) pensano, infatti, che oggi convenga adottare comportamenti prudenti. Più che in passato. In particolare, il 46% ritiene opportuno evitare di partecipare a manifestazioni ed eventi pubblici. II 43%: di viaggiare all'estero. Il 38%: di prendere l'aereo. Si tratta, perlopiù, di persone più anziane e meno istruite. Che, comunque, sono meno disponibili a mobilitarsi e hanno minore confidenza "con il mondo". Ma il segnale è chiaro. L'insicurezza sta penetrando nella società. E spinge le aree "periferiche - dal punto di vista sociale ma anche territoriale ( i piccoli comuni di provincia e le banlieue metropolitane) a chiudersi in casa. A guardare gli altri con diffidenza. Quasi 4 persone su 10, infatti, oggi percepiscono gli immigrati come "un pericolo per l'ordine pubblico e la sicurezza delle persone". E si rivolgono all'Islam con atteggiamento diffidente. La scia di sangue lasciata dalle aggressioni criminali avvenute a Parigi, dunque, è arrivata fin qui. E ha alimentato, presso gli italiani, l'inquietudine. Ha allargato le distanze, meglio, il distacco fra noi e gli altri. Percepiti come possibili minacce. Nemici. (…) QUANDO CRESCE LA SFIDUCIA. Dal Corriere della Sera è da segnalare l’analisi amara di Isabella Bossi Fedrigotti sul calo della fiducia tra le persone. ―Mi fido di me, non mi fido per niente di te. Che fenomeno è questo? Ce lo spiega l'Istat che, nelle pieghe delle sue periodiche indagini, ha individuato un singolare dato un poco inatteso, un poco sorprendente, secondo il quale gli italiani stanno tornando a riporre fiducia in loro stessi, mentre, però, la vanno perdendo nei confronti degli altri. Succede, insomma, qualcosa del genere «io sono io, faccio, dico, affermo, so e posso mentre tu non soltanto non sei nessuno, ma non sai niente, parli a vanvera, non mi restituisci il portafoglio che hai trovato dove io l'ho perso e se ti incontro non posso mai essere certo che non mi tiri uno sgambetto». Esagerando, ovviamente, perché poi, guardando i numeri, il fenomeno è, in effetti, un po' meno radicale di così, eppure il ritratto che esce dall'indagine dell'Istat non sembra troppo diverso da quello del marchese del Grillo, maschera italiana per eccellenza, alla quale, evidentemente, di questi tempi tendiamo a somigliare. Del resto, chi segue un poco blog, forum di conversazione, social network o anche soltanto gli scambi di pareri con i quali il popolo della rete commenta le varie notizie di cronaca, di qualunque tipo siano, conosce bene questo atteggiamento per cui ciascun scrivente ha sempre ragione in quanto perfettamente informato mentre tutti gli altri vengono accusati di non sapere, di essere all'oscuro, di avere torto o, a volte, perfino di nutrire cattive intenzioni. E, inutile dirlo, giudizi e stroncature risuonano sempre assai perentori, per lo più privi, purtroppo, del ben noto spirito dell'antico marchese romano, a metà strada tra il bonario e l'irridente. Per la fiducia in se stessi — e i più fiduciosi in assoluto non sono, come ci si potrebbe immaginare, i giovani, bensì gli anziani — non si può naturalmente che essere contenti in quanto si tratta di un barometro che segna forse un principio di buona stagione, con cielo poco nuvoloso tendente al sereno che aspettavamo da un pezzo, sprazzo di bel tempo, chissà, speriamo, non puramente meteorologico. E quel confidare soltanto in se stessi che, tuttavia, rende un po' meno certa l'indicazione del barometro. Quel preventivo diffidare di tutto il resto dell'umanità, che siano famigliari, vicini di casa, colleghi, parenti, conoscenti o sconosciuti — mano sul fuoco soltanto per se stessi —, rappresenta una bizzarra, difficile realtà che potrebbe ridurci a isole irraggiungibili, a fortezze inespugnabili, specie di monadi chiuse nella corazza del loro assoluto, inavvicinabile isolamento, a conferma (riconfermata) che la solitudine, cronica malattia del nostro tempo, potrebbe diventare incurabile. Il famoso prossimo di cristiana tradizione sta, insomma, perdendo, la sua amabilità: non è un nemico, non sempre almeno, ma è comunque qualcuno che si preferirebbe non incontrare di notte in una strada buia. (…) MA COME SI VIVE A RAQQA? IL RACCONTO DI ALBERTO NEGRI. Sul Sole 24 ore da segnalare il reportage di Alberto Negri. Come si vive in Siria ai tempi del Califfato? II destino di Raqqa, capitale dell'Isis bombardata da russie francesi, racconta una storia emblematica della guerra siriana che racchiude prima la paura per la repressione esercitata dal regime di Bashar Assad, poi le speranze sollevate dall'avanzata dei ribelli e infine il cupo terrore imposto da alBaghdadi. Ma la sorte di Raqqa descrive anche quanto sarà complicato sradicare i jihadisti, sempre che si trovi l'accordo per farlo. Il 6 marzo 2013 Raqqa era un città in festa che accoglieva gli insorti sventolando bandiere. Per Assad la sconfitta era stata umiliante: questa città di 2oomila abitanti,160 km a Est di Aleppo, era il primo capoluogo regionale a cadere in mano ai ribelli con un'offensiva che aveva visto schierate fianco a fianco le milizie dell'Esercito libero siriano (Els) e quelle di Jabhat alNusra. Lagioia per la liberazione della città si trasformò in timore quando le brigate Eis vennero cacciate dai salafiti di al-Nusra, affiliati di al-Qaeda e fedeli auna versione radicale dell'Islam. I salafiti di Jabhat al-Nusra pensavano di avere in pugno la situazione: si erano liberati dell'Els, formazione sostenuta anche dalla Turchia che includeva dai disertori dell'esercito di Assad ai laici agli islamisti. L'Els veniva presentato alle conferenze internazionali come il braccio armato dei "moderati" ma stava già perdendo seguaci.In realtà moderati e laici non hanno mai controllato nulla, tanto meno avevano un ruolo i politici siriani che si facevano pagare dagli occidentali i conti degli hotel a cinque stelle. Anche la conquista di Raqqa dei salatitisi era rivelata un'illusione. Bivaccavano con le bandoliere a tracolla nelle caserme abbandonate dai militari del regime e avevano issato le bandiere nere del monoteismo di al-Qaeda sulle antiche rovine (…) IN AGENDA Oggi Roma - Cgil nazionale, Corso d’Italia 25 salone G. Di Vittorio – ore 13.30. Giornata per il Diritti dell’Infanzia. Incontro e proiezione del film 'Iqbal - bambini senza paura' . Partecipa il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso Prato – Museo del Tessuto, via Puccetti, 3 - ore 14.30. Incontri di Artimino 'Lo sviluppo locale in transizione'. Partecipa il segretario confederale della Cgil, Franco Martini Firenze. Iniziativa Cgil e Spi Firenze 'Poveri e impoveriti'. Necessità di una politica per il contrasto alla povertà. Camera del Lavoro Metropolitana, Borgo dei Greci 3, Salone Di Vittorio - ore 14.30. Partecipa la segretaria confederale della Cgil, Vera Lamonica Domani Roma – da piazza Esedra a piazza del Popolo – ore 9.30-12. Manifestazione nazionale Fiom Cgil 'Unions! Per giuste cause'. Sarà una manifestazione anche contro il terrorismo. 25 NOVEMBRE In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la Cgil ha chiesto al vignettista Mauro Biani un disegno per illustrare la locandina e il manifesto delle iniziative del sindacato per il 25 novembre. Il manifesto è stato inviato a tutte le strutture della Cgil accompagnato da una lettera firmata dal segretario generale Susanna Camusso e da Loredana Taddei, responsabile delle politiche di genere. ― Come sappiamo, le donne vengono tutt'ora uccise in quanto tali, e sono crimini che non accennano a diminuire. Una donna su tre in Italia subisce violenza soprattutto in casa e sul lavoro. Calano le denunce ma non i femminicidi. Le vittime di violenza, sia fisica che sessuale, perpetrata soprattutto dai partner o dagli ex partner infatti, stando alla recente indagine effettuata dall’Istat e dal Ministero, ammontano a quasi 7 milioni. In Italia le leggi sulla violenza contro le donne sono in linea con gli standard europei, ma le tutele effettive no. Tanto da spingere l’Onu, nelle osservazioni formulate nel quarto rapporto periodico pubblicato nei giorni scorsi, a lanciare un monito al nostro Paese al fine di assicurare effettiva tutela alle donne‖. Nella lettera si invitano le strutture a organizzare iniziative per il 25 novembre che saranno segnalate in uno spazio dedicato nel sito della Cgil nazionale. 2 dicembre Roma. Cgil nazionale, Corso d’Italia 25, sala Santi, ore 14. Convegno dal titolo Riforma del capitalismo e democrazia economica. Partecipa il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Il Convegno prende ispirazione dall'omonimo volume Ediesse, che raccoglie diversi contributi del Forum delle politiche economiche della Cgil. Roma. Stati Generali della Previdenza Complementare. Hotel Quirinale, Via Nazionale 7, sala Verdi - ore 9. Partecipa il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica Mattinale chiuso alle 7,40.