Venerdì 20 novembre
La tensione e gli allarmi (veri o falsi) per gli attentati del terrorismo crescono in tutta
Europa e assorbono la maggior parte dell’attenzione dei media e dei mezzi di
comunicazione. Guerra e caccia ai terroristi sono i titoli principali dei quotidiani e dei siti
web. Il consenso alla guerra pare crescere di giorno in giorno tra opinionisti e politici. Voce
dissonante quella di papa Francesco, che maledice i “signori della guerra”. Il governo
italiano cerca di mantenere l’equilibrio. Interventi all’insegna della prudenza quelli del
ministro Gentiloni e dello stesso premier Renzi, dopo le dichiarazioni della ministra Pinotti
che aveva già pronto l’intervento militare italiano in Siria. In secondo piano le notizie sociali
e sulla politica economica. Ma nel frattempo procede il percorso della manovra per il 2016.
Al Senato il governo ha blindato la Legge di Stabilità. Con un intervento della ministra
Maria Elena Boschi, il governo ha posto infatti la questione di fiducia sul
maxiemendamento che in pratica sostituisce tutto il testo precedente. La presentazione
della proposta di modifica dell’esecutivo, che recepisce il lavoro della commissione
Bilancio, è arrivata ieri sera poco prima delle 22 per dare tempo alla Ragioneria generale
dello Stato di procedere con la bollinatura. Il disco verde del Senato dovrebbe arrivare
quindi questa mattina (la seduta è convocata per le 9) o al più tardi entro domani, per poter
poi consegnare il testo a Montecitorio per la seconda lettura. Contro la legge di stabilità e
gli effetti negativi del Jobs Act si mobilita la Cgil. Domani la manifestazione a Roma della
Fiom. Sabato 28 toccherà invece ai lavoratori pubblici. Iniziative Cgil per la giornata
internazionale dell’infanzia. Sempre domani a Roma il corteo di tutte le comunità
musulmane in Italia contro il terrorismo, “not in my name”. Oggi a Bruxelles la riunione
straordinaria del Consiglio europeo: all’ordine del giorno il rafforzamento dei controlli alle
frontiere.
GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’INFANZIA RICORDANDO IQBAL MASIH
―Non è solo Iqbal, Iqbal non è solo‖. In occasione della Giornata Internazionale per i diritti
dell’Infanzia, verrà proiettato oggi nella sede nazionale della Cgil (Corso d’Italia 25, Roma,
Salone Giuseppe Di Vittorio) il film ―Bambini senza paura‖, da oggi nelle sale
cinematografiche. L’iniziativa è stata annunciata ieri nel giornale radio delle 18 di Radio
Articolo 1 con un servizio di Antonia Fama. Iqbal, nato nel 1983 (in Pakistan ) in una
famiglia molto povera, a quattro anni già lavorava in una fabbrica di mattoni. Diventato il
simbolo mondiale della lotta contro il lavoro minorile, Iqbal Masih (che è stato ucciso nel
1995 a causa delle sue attività contro lo sfruttamento dei bambini e la schiavitù) è ora il
protagonista di ―Bambini senza paura‖, il film d’animazione realizzato dal francese Michel
Fuzellier e dall'iraniano Babak Payami. Il cartone, appena uscito nelle sale, verrà proiettato
in occasione della Giornata Internazionale per i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, nel
corso dell’iniziativa Non è solo Iqbal, Iqbal non è solo, sui diritti dei bambini, sul diritto al
gioco, allo studio e alla pace. Al Salone Di Vittorio della CGIL nazionale interverranno
Susanna Camusso, segretario generale Cgil, Giacomo Guerrera, presidente Unicef
Italia, e i produttori della pellicola. La diretta dell’iniziativa verrà trasmess su Radio Articolo
1 dalle 13.30.
NEL MONDO CI SONO 30 MILIONI DI BAMBINI IN FUGA
Tra i minori stranieri sbarcati in Italia oltre 10 mila sono arrivati soli. Circa 700 sono morti
nel tentativo di raggiungere l’Europa e da gennaio ad oggi sono più di 215 mila quelli che
hanno chiesto asilo in Ue. Nel mondo in circa 30 milioni hanno lasciato la propria casa. Lo
si legge in una notizia lanciata ieri dall’agenzia Redattore Sociale
(www.redattoresociale.it). In fuga dalle proprie case, in balia delle onde su barconi affollati,
soli sulle coste di paesi lontani alla ricerca di un futuro migliore, che non sia fatto di guerra,
terrore, povertà e violenza. E’ la storia di migliaia di bambini che tentano di attraversare
ogni anno il Mediterraneo per chiedere asilo in Europa, molti lontano dalle bombe della
Siria, altri da vecchie e nuove minacce. Troppo spesso, però, le loro storie finiscono in
mare, sulla battigia o nelle spirali dello sfruttamento. In questo ultimo anno le associazioni
e le organizzazioni che si occupano di rifugiati e immigrati hanno tristemente aggiornato i
numeri dell’esodo verso l’Europa. Dati che tornano in risalto in occasione della Giornata
internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza che si celebra in tutto il mondo il
20 novembre. Numeri che descrivono uno scenario internazionale che cambia e che non
riesce a tutelare la vita dei più piccoli.
900 MILA BAMBINI IN ITALIA ESCLUSI DAGLI ASILI NIDO
Oltre 900 mila bambini in Italia, quelli compresi nella fascia tra sei mesi e due anni, sono
esclusi dagli asili nido. Per motivi diversi: in parte per scelta delle famiglie ma, per la gran
parte, per l'impossibilità di potervi accedere, tra una scarsa offerta pubblica e l'esosa
richiesta privata. È quanto risulta da una elaborazione della Fp Cgil nazionale condotta sui
dati Istat relativi all’offerta comunale di asili nido e altri servizi socio-educativi per la prima
infanzia in parallelo con le rilevazioni su natalità e fecondità della popolazione residente e
rilanciata sul sito di Rassegna Sindacale (http://www.rassegna.it/articoli/quasi-un-milionedi-bambini-senza-diritto-dasilo-nido). L'elaborazione è stata prodotta in vista della
'Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia' (20 novembre) e per promuovere e
accompagnare una campagna della categoria dei servizi pubblici della Cgil sugli asili nido,
dietro le parole: #ChiedoAsilo. Sulla ricerca della Funzione pubblica Cgil scrive oggi sul
manifesto Rorberto Ciccarelli: ―900 mila bambini in cerca di asilo nido‖ (p.9)
PRESENTATO A ROMA IL PATTO PER IL LAVORO DELL’EMILIA ROMAGNA
Alla presenza del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che ha concluso
l’iniziativa, è stato presentato ieri a Roma nella sede della Cgil nazionale il Patto per il
lavoro dell’Emilia Romagna. Nell’ambito del bilancio degli accordi realizzati nei due anni
che sono passati dal varo del Piano del lavoro, la Cgil ha voluto infatti presentare il Patto
per il lavoro dell’Emilia Romagna, con gli interventi di Gaetano Sateriale, coordinatore del
Piano del lavoro, di Riccardo Sanna, coordinatore area politiche di sviluppo, Vincenzo
Colla, segretario generale Cgil Emilia Romagna, Patrizio Bianchi, assessore Regione
Emilia Romagna, ―Il Piano del lavoro della Cgil poggia, fin dalla sua prima definizione, su
due ―motori‖ distinti, ma complementari che lo devono sostenere e muovere, in alternativa
all’austerità, e farne un attivatore di lavoro e innovazione‖, scrive Gaetano Sateriale. ―Il
primo configura la necessità di una politica economica nazionale (decisa e guidata dal
governo), che - partendo dalle arretratezze del Paese, attraverso investimenti pubblici
mirati - diffonda innovazione e crei direttamente nuova occupazione. Il secondo ―motore‖
avvia il Piano del lavoro attraverso una nuova contrattazione sociale territoriale, diffusa
nelle regioni e città italiane, che muova dai nuovi bisogni sociali e sappia definirne risposte
innovative utilizzando diversamente le risorse esistenti‖. Da quando il Piano del lavoro è
stato presentato (nel 2013), sono state svolte da parte della Cgil attività preparatorie
(formative e politiche) in quasi tutte le regioni italiane (17 su 20) e realizzati primi accordi
regionali unitari che si richiamano al Piano. Ciò è accaduto in Basilicata, Calabria, Sicilia,
Puglia, Lazio, Umbria, Toscana ed Emilia Romagna. A questi accordi regionali si possono
affiancare l’accordo provinciale di Trento e quelli, promossi dai coordinamenti giovanili del
sindacato, nelle città di Bari, Pescara, Milano e Bergamo.
ITALCEMENTI DEVE PRESANTARE IL PIANO DEGLI INVESTIMENTI
Si è svolto ieri a Roma l'incontro tra la Direzione del gruppo Italcementi, le organizzazioni
sindacali, il Coordinamento delle Rsu, il Ministero del Lavoro e il Ministero dello Sviluppo
Economico a seguito della richiesta congiunta di azienda e sindacati con l’obiettivo di
individuare i più adeguati strumenti per la gestione degli ammortizzatori sociali, a partire
dall’applicazione dell’art 42 del D.Lgs. 148/2015. Le segreterie nazionali dei sindacati di
categoria, Feneal Filca Fillea, fanno sapere che dopo una disamina della complessa
situazione occupazionale da parte dell'azienda, il Ministero del Lavoro ieri ha chiarito, in
nome e per conto del Governo, l’applicazione delle nuove norme in vigore con il Jobs Act.
Le parti hanno convenuto che per ricorrere agli ammortizzatori sociali nei prossimi anni si
deve prendere a riferimento il piano industriale concordato nel 2013 con le successive
modifiche. I sindacati hanno anche ribadito che lo strumento da individuare deve
riguardare l'intero gruppo e non possono esserci differenti applicazioni degli
ammortizzatori che prevedono l'interruzione del rapporto di lavoro per il devastante
impatto sociale che avrebbero nei vari territori. Il governo ha chiarito che non esistono
ammortizzatori sociali preventivi, ha precisato che non vi sono le condizioni per utilizzare
l’art. 42 e ha chiesto in modo esplicito alla Direzione di Italcementi di formulare un
programma di investimenti per i prossimi anni, propedeutico all'applicazione degli
ammortizzatori. La delegazione sindacale ha ribadito che per la complessità della fase in
atto e per gli accordi stipulati in precedenza, nonché per le pesanti conseguenze
occupazionali che potrebbero verificarsi in futuro a seguito della vendita al Gruppo
Heidelberg, deve trovare applicazione la norma transitoria definita dell'art. 42 del dlgs n.
148 del 2015. Le parti hanno definito che il prossimo incontro si terrà in sede ministeriale il
giorno 3 dicembre. La direzione di Italcementi e il Coordinamento nazionale delle Rsu
hanno individuato poi per il prossimo incontro in sede sindacale per il giorno 25 novembre
a Roma per definire i nuovi investimenti nei vari siti e i programmi produttivi. Se non
dovessero emergere sostanziali novità nel prossimo incontro, il Coordinamento Nazionale
Rsu proclamerà giornate di sciopero con diverse iniziative a sostegno della trattativa. Le
Segreterie Nazionali invitano pertanto le strutture e le RSU a svolgere le assemblee nei
luoghi di lavoro per informare i Lavoratori sulla complessa e articolata situazione venutasi
a creare e a sensibilizzare i parlamentari eletti nei vari collegi perché la vertenza non
riguarda solo ambiti sindacali ma riguarda anche ambiti sociali consistenti.
LA FIOM IN PIAZZA PER IL CONTRATTO E CONTRO IL TERRORISMO
Alla vigilia della manifestazione nazionale delle tute blu della Cgil, il segretario generale
della Fiom Maurizio Landini oggi spiegherà perché i metalmeccanici hanno deciso di
scendere in piazza con una intervista in diretta alle 11 su www.radioarticolo1.it e a Roma
sui 103.300 della modulazione di frequenza. La radio seguirà il corteo "Unions, per giuste
cause" di domani e trasmetterà in diretta gli interventi e il comizio conclusivo dal palco di
Piazza del Popolo. Il segretario della Fiom è stato intervistato da Antonio Sciotto del
manifesto: Due bandiere, pace e lavoro‖ (p.2). Intervista a Landini anche sul Corriere
della Sera: ―Chiediamo aumenti del 3% e salario contrattato ogni anno‖ (Enrico Marro a
pagina 41). Sulla manifestazione della Fiom scrivono anche il Fatto Quotidiano e l’Unità
con un pezzo di Massimo Franchi (p.7).
TRA GUERRA E PENSIONI. SEGNALAZIONI DALLA STAMPA
LE PENSIONI CHE VORREI. PARLA BOERI. Giovanni Minoli intervista oggi il presidente
dell’Inps sul Sole 24 ore. ―Tito Boeri 57anni, milanese, Phd in economia al la New Y ork
University. Prof ess ore al la Bocconi e all ’Lse, da l ma rzo 2014 è presidente dell’Inps,
nominato da Renzi che per decidere gli ha dato un’ora di tempo. Adesso che ha
accettato, lo rifarebbe? Sì, perché per cambiare questo Paese bisogna cambiare la
macchina dello Stato. Presidente Boeri, a quanto ammonta il rosso dell'Inps? Il disavanzo
nel 2015 dovrebbe essere di circa 9 miliardi, ma non c’è da preoccuparsi perché le
prestazioni erogate dall'Inps sono tutelate dalle leggi dello Stato. Spulciando i bilanci,
però, si vede che i contributi versati sono 211 miliardi, quelli erogati 431, cioè il doppio. In
che senso non dobbiamo preoccuparci? Non tutte le prestazioni dell'Inps sono delle
prestazioni di tipo contributivo, molte sono di tipo assistenziale, a fronte delle quali non
vengono versati dei contributi. Si può accettare che intere aree del Paese non paghino i
contributi? Certo che no. Abbiamo stretto accordi con l’Agenzia delle entrate, abbiamo
potenziato la nostra attività di intelligence usando le banche dati. Adesso bisogna vedere
cosa succederà con la creazione dell'ispettorato nazionale del lavoro. Professor Boeri, lei
sta provando a fare quello che ha sempre scritto su lavoce.info. Renzi, che adesso la
critica, è possibile che non sapesse cosa pensava? L’accordo era che io avrei fatto le
cose in cui credevo, comprese queste proposte che abbiamo presentato al governo nel
mese di giugno. Le avete pubblicate sul vostro sito... Solo dopo la presentazione della
legge di stabilità e a fronte di un accordo col governo che ci ha detto di pubblicarle. Un
accordo, però, insomma, il risultato è un po'... Il governo può fare quello che vuole delle
nostre proposte; noi possiamo solo proporre. Qual è il punto di partenza del suo
progetto? Il punto di partenza è che noi vogliamo rendere il sistema non soltanto
finanziariamente ma anche socialmente sostenibile. Se il patto tra generazioni non viene
percepito come equo questo patto rischia di non reggere. Inoltre, la proposta taglierebbe
il debito pensionistico, alleggerendo il fardello che grava sui giovani (…)
COME CI STA CAMBIANDO IL TERRORISMO. Lo spiega Ilvo Diamanti su Repubblica.
I sanguinosi attentati di Parigi hanno emozionato e coinvolto anche noi. In Italia. Non si
tratta di un effetto preterintenzionale. Al contrario. La scelta dei luoghi, delle vittime, la
stessa rappresentazione dei massacri rivelano una evidente intenzione - e capacità - di
colpire "nel mucchio". Molti bersagli "umani". Molti giovani. Ma anche di lanciare
messaggi. Di trasferire paure, inquietudini, ben oltre i confini di Parigi e della Francia Fino
a noi. Paese confinante. Dove ha sede il Vaticano. Dove i flussi migratori dal Nord Africa
continuano, incessanti. Lo conferma il sondaggio condotto da Demos per Repubblica, nei
giorni scorsi. Certo, la maggioranza degli intervistati ( 50%) vede negli attentati una
"punizione" contro la Francia, colpevole di partecipare ai bombardamenti in Siria e in
Iraq. Più di quanti (40%) lo considerano, invece, un avvertimento, contro luoghi e riti del
consumismo occidentale. Tuttavia, oltre 8 italiani su 10 ritengono che questo attacco non
abbia implicazioni solamente "francesi". Ma riguardi, al contrario, anche noi. Oltre metà
delle persone ( intervistate ) ammette di sentirsi preoccupata per l'eventualità di atti
terroristici. Con un aumento di 14 punti, nell'ultimo anno, e di circa 20 rispetto al 2010. Gli
effetti sul clima d'opinione risultano evidenti. Anzitutto, sul piano dell'in-sicurezza, che
appare diffusa Componenti ampie della popolazione (meglio: del campione) pensano,
infatti, che oggi convenga adottare comportamenti prudenti. Più che in passato. In
particolare, il 46% ritiene opportuno evitare di partecipare a manifestazioni ed eventi
pubblici. II 43%: di viaggiare all'estero. Il 38%: di prendere l'aereo. Si tratta, perlopiù, di
persone più anziane e meno istruite. Che, comunque, sono meno disponibili a mobilitarsi
e hanno minore confidenza "con il mondo". Ma il segnale è chiaro. L'insicurezza sta
penetrando nella società. E spinge le aree "periferiche - dal punto di vista sociale ma
anche territoriale ( i piccoli comuni di provincia e le banlieue metropolitane) a chiudersi in casa. A guardare gli altri con diffidenza. Quasi 4 persone su 10, infatti, oggi
percepiscono gli immigrati come "un pericolo per l'ordine pubblico e la sicurezza delle
persone". E si rivolgono all'Islam con atteggiamento diffidente. La scia di sangue lasciata
dalle aggressioni criminali avvenute a Parigi, dunque, è arrivata fin qui. E ha alimentato,
presso gli italiani, l'inquietudine. Ha allargato le distanze, meglio, il distacco fra noi e gli
altri. Percepiti come possibili minacce. Nemici. (…)
QUANDO CRESCE LA SFIDUCIA. Dal Corriere della Sera è da segnalare l’analisi amara
di Isabella Bossi Fedrigotti sul calo della fiducia tra le persone. ―Mi fido di me, non mi
fido per niente di te. Che fenomeno è questo? Ce lo spiega l'Istat che, nelle pieghe delle
sue periodiche indagini, ha individuato un singolare dato un poco inatteso, un poco
sorprendente, secondo il quale gli italiani stanno tornando a riporre fiducia in loro stessi,
mentre, però, la vanno perdendo nei confronti degli altri. Succede, insomma, qualcosa
del genere «io sono io, faccio, dico, affermo, so e posso mentre tu non soltanto non sei
nessuno, ma non sai niente, parli a vanvera, non mi restituisci il portafoglio che hai
trovato dove io l'ho perso e se ti incontro non posso mai essere certo che non mi tiri uno
sgambetto». Esagerando, ovviamente, perché poi, guardando i numeri, il fenomeno è, in
effetti, un po' meno radicale di così, eppure il ritratto che esce dall'indagine dell'Istat non
sembra troppo diverso da quello del marchese del Grillo, maschera italiana per
eccellenza, alla quale, evidentemente, di questi tempi tendiamo a somigliare. Del resto,
chi segue un poco blog, forum di conversazione, social network o anche soltanto gli
scambi di pareri con i quali il popolo della rete commenta le varie notizie di cronaca, di
qualunque tipo siano, conosce bene questo atteggiamento per cui ciascun scrivente ha
sempre ragione in quanto perfettamente informato mentre tutti gli altri vengono accusati
di non sapere, di essere all'oscuro, di avere torto o, a volte, perfino di nutrire cattive
intenzioni. E, inutile dirlo, giudizi e stroncature risuonano sempre assai perentori, per lo
più privi, purtroppo, del ben noto spirito dell'antico marchese romano, a metà strada tra il
bonario e l'irridente. Per la fiducia in se stessi — e i più fiduciosi in assoluto non sono,
come ci si potrebbe immaginare, i giovani, bensì gli anziani — non si può naturalmente
che essere contenti in quanto si tratta di un barometro che segna forse un principio di
buona stagione, con cielo poco nuvoloso tendente al sereno che aspettavamo da un
pezzo, sprazzo di bel tempo, chissà, speriamo, non puramente meteorologico.
E quel confidare soltanto in se stessi che, tuttavia, rende un po' meno certa l'indicazione
del barometro. Quel preventivo diffidare di tutto il resto dell'umanità, che siano famigliari,
vicini di casa, colleghi, parenti, conoscenti o sconosciuti — mano sul fuoco soltanto per
se stessi —, rappresenta una bizzarra, difficile realtà che potrebbe ridurci a isole
irraggiungibili, a fortezze inespugnabili, specie di monadi chiuse nella corazza del loro
assoluto, inavvicinabile isolamento, a conferma (riconfermata) che la solitudine, cronica
malattia del nostro tempo, potrebbe diventare incurabile. Il famoso prossimo di cristiana
tradizione sta, insomma, perdendo, la sua amabilità: non è un nemico, non sempre
almeno, ma è comunque qualcuno che si preferirebbe non incontrare di notte in una
strada buia. (…)
MA COME SI VIVE A RAQQA? IL RACCONTO DI ALBERTO NEGRI. Sul Sole 24 ore da
segnalare il reportage di Alberto Negri. Come si vive in Siria ai tempi del Califfato? II
destino di Raqqa, capitale dell'Isis bombardata da russie francesi, racconta una storia
emblematica della guerra siriana che racchiude prima la paura per la repressione
esercitata dal regime di Bashar Assad, poi le speranze sollevate dall'avanzata dei ribelli e
infine il cupo terrore imposto da alBaghdadi. Ma la sorte di Raqqa descrive anche quanto
sarà complicato sradicare i jihadisti, sempre che si trovi l'accordo per farlo. Il 6 marzo
2013 Raqqa era un città in festa che accoglieva gli insorti sventolando bandiere. Per
Assad la sconfitta era stata umiliante: questa città di 2oomila abitanti,160 km a Est di
Aleppo, era il primo capoluogo regionale a cadere in mano ai ribelli con un'offensiva che
aveva visto schierate fianco a fianco le milizie dell'Esercito libero siriano (Els) e quelle di
Jabhat alNusra. Lagioia per la liberazione della città si trasformò in timore quando le
brigate Eis vennero cacciate dai salafiti di al-Nusra, affiliati di al-Qaeda e fedeli auna
versione radicale dell'Islam. I salafiti di Jabhat al-Nusra pensavano di avere in pugno la
situazione: si erano liberati dell'Els, formazione sostenuta anche dalla Turchia che
includeva dai disertori dell'esercito di Assad ai laici agli islamisti. L'Els veniva presentato
alle conferenze internazionali come il braccio armato dei "moderati" ma stava già perdendo seguaci.In realtà moderati e laici non hanno mai controllato nulla, tanto meno
avevano un ruolo i politici siriani che si facevano pagare dagli occidentali i conti degli
hotel a cinque stelle. Anche la conquista di Raqqa dei salatitisi era rivelata un'illusione.
Bivaccavano con le bandoliere a tracolla nelle caserme abbandonate dai militari del
regime e avevano issato le bandiere nere del monoteismo di al-Qaeda sulle antiche
rovine (…)
IN AGENDA
Oggi
Roma - Cgil nazionale, Corso d’Italia 25 salone G. Di Vittorio – ore 13.30. Giornata per il
Diritti dell’Infanzia. Incontro e proiezione del film 'Iqbal - bambini senza paura' . Partecipa il
segretario generale della Cgil, Susanna Camusso
Prato – Museo del Tessuto, via Puccetti, 3 - ore 14.30. Incontri di Artimino 'Lo sviluppo
locale in transizione'. Partecipa il segretario confederale della Cgil, Franco Martini
Firenze. Iniziativa Cgil e Spi Firenze 'Poveri e impoveriti'. Necessità di una politica per il
contrasto alla povertà. Camera del Lavoro Metropolitana, Borgo dei Greci 3, Salone Di
Vittorio - ore 14.30. Partecipa la segretaria confederale della Cgil, Vera Lamonica
Domani
Roma – da piazza Esedra a piazza del Popolo – ore 9.30-12. Manifestazione nazionale
Fiom Cgil 'Unions! Per giuste cause'. Sarà una manifestazione anche contro il terrorismo.
25 NOVEMBRE
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le
donne, la Cgil ha chiesto al vignettista Mauro Biani un disegno per illustrare la locandina
e il manifesto delle iniziative del sindacato per il 25 novembre. Il manifesto è stato inviato a
tutte le strutture della Cgil accompagnato da una lettera firmata dal segretario generale
Susanna Camusso e da Loredana Taddei, responsabile delle politiche di genere. ―
Come sappiamo, le donne vengono tutt'ora uccise in quanto tali, e sono crimini che non
accennano a diminuire. Una donna su tre in Italia subisce violenza soprattutto in casa e
sul lavoro. Calano le denunce ma non i femminicidi. Le vittime di violenza, sia fisica che
sessuale, perpetrata soprattutto dai partner o dagli ex partner infatti, stando alla recente
indagine effettuata dall’Istat e dal Ministero, ammontano a quasi 7 milioni. In Italia le leggi
sulla violenza contro le donne sono in linea con gli standard europei, ma le tutele effettive
no. Tanto da spingere l’Onu, nelle osservazioni formulate nel quarto rapporto periodico
pubblicato nei giorni scorsi, a lanciare un monito al nostro Paese al fine di assicurare
effettiva tutela alle donne‖. Nella lettera si invitano le strutture a organizzare iniziative per il
25 novembre che saranno segnalate in uno spazio dedicato nel sito della Cgil nazionale.
2 dicembre
Roma. Cgil nazionale, Corso d’Italia 25, sala Santi, ore 14. Convegno dal titolo Riforma
del capitalismo e democrazia economica. Partecipa il segretario generale della Cgil,
Susanna Camusso. Il Convegno prende ispirazione dall'omonimo volume Ediesse, che
raccoglie diversi contributi del Forum delle politiche economiche della Cgil.
Roma. Stati Generali della Previdenza Complementare. Hotel Quirinale, Via Nazionale 7,
sala Verdi - ore 9. Partecipa il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica
Mattinale chiuso alle 7,40.
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