L’adolescenza,
le identificazioni,
i conflitti, il gruppo
e gli amici
Dott.ssa Elisa Papa – albo n° 5343 del 3/3/2008
Associazione MeC Educational
www.meceducational.it
I bambini sono come spugne, imparano in ogni
momento dagli adulti, ci prestano continuamente
attenzione, magari non stanno attenti a quello che
diciamo loro di fare, ma certamente osservano
quello che ci vedono fare.
Possiamo sforzarci di insegnare certi valori ma
inevitabilmente assorbiranno ciò che trasmettiamo
attraverso
il
comportamento,
atteggiamenti quotidiani.
sentimenti
e
COS’E’ L’ADOLESCENZA
Adolescenza deriva dal latino “adolescere” che
significa crescere.
E’
quel
tratto
transizione
dell'età
dallo
stato
evolutiva
infantile
caratterizzato
a
quello
dalla
adulto
dell'individuo;
Si è soliti distinguere anche tra prima adolescenza,
corrispondente al periodo tra i 13 e i 15 anni, e seconda
adolescenza, cioè dai 16 anni verso la fine della pubertà,
verso i 18-20 anni.
L’adolescente è chiamato ad affrontare una profonda
riorganizzazione del mondo interno e dei rapporti con
l’esterno che passa necessariamente attraverso un
duplice
distacco,
riguardante
la
perdita
delle
rappresentazioni del Sé infantile e quella delle figure
genitoriali interiorizzate.
I cambiamenti somatici della pubertà richiedono, inoltre,
di modificare la rappresentazione che l’adolescente ha
del proprio corpo e di integrare, nell’immagine mutata
di sé, il riconoscimento del proprio corpo sessuato.
Cambiamenti fisici
Maschi
 vi è un aumento del volume dei testicoli
 la comparsa di una peluria vasta su tutto il
corpo e sul viso
 un cambiamento cutaneo e sudoriparo, che
può portare anche a cambiamenti umorali
 un aumento della statura e della struttura
muscolare,
 la voce cambia e si fa più cupa
 vi è la prima eiaculazione
Femmine
aumento del volume del seno
 comparsa della peluria nelle zone ascellari,
inguinali e sulle gambe
 comparsa dell'acne soprattutto sul viso
 i fianchi si allargano
 vi è la comparsa del menarca (prima
mestruazione)



Il periodo adolescenziale, e quindi anche la
pubertà, varia da soggetto a soggetto,
solitamente per i maschi è un periodo
compreso tra i 10 e i 16 anni, mentre per le
femmine tale periodo varia dagli 8 ai 14.
La pubertà può essere precoce o tardiva, se
precoce viene vissuta malamente, infatti il
giovane può cercare di nascondere i segni
della maturità sessuale poiché non
coincidono con l'immagine di perfezione che
ha, mentre se tardiva viene attesa con ansia
poiché è segno di maturazione

La cognizione

L’ingresso
nell’adolescenza
comporta
anche
il
perfezionare la capacità di ragionare in astratto,
sapere
valutare
differenti
ipotesi, valutare
le
conseguenze di una scelta. Queste abilità sono
presenti anche prima dei dieci anni, ma dopo i dodici
anni la persona acquisisce la consapevolezza delle
potenzialità del proprio pensiero, lo valorizza, vi
riflette.
Il raggiungere la capacità di riflettere sul proprio
pensiero e su quello degli altri permette al
giovane di prendere in considerazione idee
differenti dalle proprie e la qualità delle relazioni
muta, venendo meno il carattere egocentrico
dell’epoca infantile. Eventuali successi in ambito
cognitivo, quali buoni risultati scolastici, aiutano
l’adolescente a rafforzare la propria autostima.

La possibilità di pensare in astratto permette al
giovane di fare i primi progetti per il futuro,
immaginarsi “da grande” e prendere le prime
decisioni importanti, quali la scelta della scuola o del
lavoro. La maturazione dell’individuo è un processo
molto lungo che dura l’intera vita e non si esaurisce
con il termine dell’adolescenza. Sono le esperienza
quotidiane e quelle straordinarie che facciamo nel
corso di un’esistenza, a contribuire al nostro sviluppo
cognitivo e affettivo. Si tratta di un processo molto
lento, di cui ci possiamo accorgere solo se abbiamo
tempo per soffermarci a riflettere, a differenza
dell’adolescenza, in cui i cambiamenti sono molti ed
avvengono velocemente.
La famiglia
Oltre al ”lutto” legato alla trasformazione fisica,
l’adolescente deve far fronte ad un’altra grave
“perdita” connessa al ridimensionamento delle
figure
genitoriali,
durante l’infanzia.
considerate
onnipotenti

Questo
distacco
dall’autorità
genitoriale
necessità dell’elaborazione di un “lutto”, sia per
l’adolescente, che deve sostituire le figure di
riferimento infantili che costituiscono la fonte
principale
delle proprie
identificazione e
quindi, in ultima analisi, della propria identità, sia
per i genitori che, per la prima volta, vedono
ridimensionato
onnipotenti.
il
loro
ruolo
di
figure

I cambiamenti che interessano l’adolescente si
ripercuotono all’interno del contesto familiare. Il
ragazzo in questo periodo ha due esigenze tra loro
contrastanti: da un lato sente il bisogno di essere
protetto dalla famiglia di origine e vorrebbe
restare bambino, dall’altro vuole differenziarsi e
acquisire autonomia. La famiglia deve affrontare
l’arduo compito di trovare un nuovo equilibrio.

La conflittualità tra i bisogni di autonomia e
protezione dell'adolescente si può esprimere
all'interno della famiglia attraverso nuove e
diverse forme di comunicazione sia verbali
come
silenzi,
aggressività,
aumento
dei
conflitti, provocazioni, che non verbali come
modo di vestire e di atteggiarsi, rapporto con
il cibo, modalità di gestire gli spazi personali.

L’adolescenza
è
caratterizzata
da
comportamenti che vanno dalla solitudine
all'irrequietezza, dal rifiuto delle regole
familiari (fino ad allora accettate) al rifiuto
scolastico, dalle nuove richieste ed esigenze
relative al desiderio di avere il motorino, di
andare in discoteca, di non avere orari da
rispettare, comporta delle irregolarità di
condotta nel contesto familiare, che
rischiano di compromettere in modo
drastico la comunicazione all'interno della
famiglia.

I genitori hanno la consapevolezza che il loro figlio sta
diventando grande, ma possono essere riluttanti ad
ammetterlo, preoccupati di fronte alle richieste di
autonomia e spaventati dal fatto di dover riassettare un
equilibrio che ha funzionato bene per molto tempo.

Il
genitore
adeguato
dovrebbe
essere
sufficientemente flessibile da accogliere sia le
richieste di protezione, che di autonomia del figlio,
per
aiutarlo
nella
ricerca
della
individualità senza farlo sentire solo.
propria

L’adolescenza del figlio rimanda ai genitori l’idea del
tempo. I coniugi si ritrovano a fare un bilancio di sé
stessi come genitori, marito e moglie e professionisti.

Alcune ricerche hanno dimostrato che i genitori di un
figlio adolescente presentano grande stress e il
matrimonio è soggetto a molte crisi, maggiormente
accentuate all’interno di quelle coppie i cui coniugi si
erano soprattutto identificati nel ruolo di genitori, essi
possono rischiare di sentirsi inutili o inadeguati di fronte
al figlio che diventa indipendente.

E’ necessario facilitare la comunicazione nel rapporto
educativo con i figli, entrare in empatia con loro, acquisire
abilità nell'ascolto e nella riformulazione dei messaggi,
saper esprimere i sentimenti, negoziare le regole, la
disciplina,
educare
alla
gestione
dei
conflitti.
Favorire la comunicazione, l'espressione ed il confronto
sulle diverse reazioni emotive dei singoli membri della
famiglia, permette di individuare e verificare modalità
alternative di comportamento così da ampliare il
repertorio espressivo verso canali più adatti e funzionali.

I contrasti in famiglia permettono al ragazzo
di conoscersi meglio, di confrontare le sue
idee e di definirsi rispetto al punto di vista
altrui.
Inoltre,
attraverso
il
conflitto
l’adolescente impara alcune abilità sociali
quali la capacità di ascolto, comunicazione,
negoziazione, che saranno indispensabili per
la futura vita relazionale.
L’identità
L’adolescenza,
oltre
alla
crescita
corporea,
è
contrassegnata dalla definizione dell’identità. Attraverso le
sperimentazioni e le identificazioni l’adolescente si
riconosce come separato dagli altri e, confrontandosi con
l’immagine che gli altri gli rimandano, si confronta con le
proprie abilità ed i propri limiti. L’identità finale è frutto
della scelta e della sintesi di alcuni dei ruoli sperimentati e
inevitabilmente comporta il lutto per la perdita delle altre
possibilità.

I genitori possono essere tentati di diventare iperprotettivi,
con il rischio che il figlio si opponga eccessivamente al
mondo degli adulti. L’acquisizione di una propria identità è
un processo che dura anni e si costruisce attraverso la
sperimentazione e l’identificazione. La sperimentazione
consente di provare a recitare una molteplicità di parti,
immedesimarsi in differenti ruoli. Contemporaneamente,
avendo
la
possibilità
di
conoscere
tante
persone,
l’adolescente ha la possibilità di osservarle, esserne
affascinato, provare a imitarle.

Le amicizie
Lo spostamento da un centralità sulle relazioni
famigliari ad un centralità su quelle amicali, è alla
base del processo di separazione-individuazione
proprio dell’adolescenza.

In questo periodo della vita diventano fondamentali
gli amici, che non sono più dei compagni di giochi ma
dei confidenti e delle persone con cui confrontarsi.

L’adolescente, maggiormente libero di
muoversi in modo autonomo, ha la
possibilità di incontrare nuove persone e
scegliere i propri amici, che non sono più
soltanto i compagni di scuola o i vicini di
casa, ma ragazzi incontrati nei modi più
svariati.

Si sente l’esigenza di fare parte di un gruppo di coetanei,
con cui trascorrere il tempo libero, condividere interessi,
confrontarsi.

Nascono i gruppi informali che si differenziano da quelli
formali (quali la classe o la squadra sportiva) per non essere
gestiti da adulti e non avere particolari finalità.

Aumenta il tempo trascorso fuori casa, con gli amici con cui
si intrattiene una relazione intensa e continuativa, fondata
sulla condivisione di esperienze e valori e da cui ci si sente
sostenuti emotivamente.
Fare parte di un gruppo rafforza la propria autostima, ci
si sente più forti perché non soli, il gruppo conferisce
un’identità e senso di appartenenza ai suoi membri.
Accanto ai vantaggi dell’appartenere ad un gruppo, si
possono intravedere degli aspetti negativi: protetti dal
gruppo ci si sente forti e si possono commettere azioni
sconsiderate, dettate da sensazioni di onnipotenza, o si
possono assumere comportamenti contrari ai propri
principi per la paura di contraddire il gruppo e restare
soli (eccezioni più che regole).

Il benessere dei figli non può essere superiore a
quello del genitore ovvero il genitore è allo stesso
tempo un individuo che ha dei bisogni e dei
desideri Quando il genitore, nel tentativo di
creare maggiore benessere nei figli, inizia a
rinunciare a se stesso, dovrebbe ricordare che il
proprio benessere e la propria soddisfazione
saranno per i figli anche un modello per il proprio
futuro di persona adulta, matura cioè libera ed
autonoma.
Semplici regole per essere bravi genitori




COERENZA FRA GENITORI e NEL TEMPO
Essere concreti
Dare poche regole chiare
Esprimere le regole al positivo (non picchiare tuo fratello –
gioca insieme a tuo fratello)




Dare regole con fermezza e dolcezza
Osservare e valorizzare gli aspetti positivi, dare
rinforzi
Riconoscere e parlare delle emozioni
Saper dire no
I bambini imparano quello che
vivono
Se i bambini vivono con le critiche, imparano a condannare,
Se i bambini vivono con l’ostilità, imparano a combattere,
Se i bambini vivono con la paura, imparano a essere apprensivi,
Se i bambini vivono con la pietà, imparano a commiserarsi,
Se i bambini vivono con il ridicolo, imparano a essere timidi,
Se i bambini vivono con la gelosia, imparano a provare invidia,
Se i bambini vivono con la vergogna, imparano a sentirsi colpevoli,
Se i bambini vivono con l’incoraggiamento, imparano a essere sicuri di sè,
Se i bambini vivono con la tolleranza, imparano a essere pazienti,
Se i bambini vivono con la lode, imparano ad apprezzare,
Se i bambini vivono con l’accettazione, imparano ad amare,
Se i bambini vivono con l’approvazione, imparano a piacersi,
Se i bambini vivono con il riconoscimento, imparano che è bene avere un
obiettivo
Se i bambini vivono con la condivisione, imparano a essere generosi,
Se i bambini vivono con l’onestà, imparano a essere sinceri,
Se i bambini vivono con la correttezza, imparano cos’è la giustizia,
Se i bambini vivono con la gentilezza e la considerazione, imparano il
rispetto,
Se i bambini vivono con la sicurezza,imparano ad avere fiducia in se stessi e
nel prossimo,
Se i bambini vivono con la benevolenza, imparano che il mondo è un bel
posto in cui vivere.
Dorothy Law Nolte
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