++ 699_COPERTINA
26-05-2009
2:02
Pagina 1
INGEGNERI ARCHITETTI COSTRUTTORI
699
inarcos
mensile di tecnica e informazione dell’associazione ingegneri e architetti
e del collegio costruttori della provincia di bologna
notiziario del collegio regionale ingegneri e architetti dell’emilia-romagna
notiziario della federazione degli ordini degli ingegneri della regione emilia-romagna
© 2009 -
Cosa nasconde un pavimento che sta per cedere?
699
INGEGNERI ARCHITETTI COSTRUTTORI
1876
ANNO LXIV - MAGGIO 2009 (4)
Spedizione in A.P. - 45% - Art. 2 Comma 20/b - Legge 662/96 - Fil. Bologna - € 3,30
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■ pag 345
■ pag 355
■ pag 396
L’archiviazione
a lungo termine
dei dati digitali
Edificio ad
uso uffici della
sede nazionale
dell’A.N.T. Istituto
delle Scienze
Oncologiche della
Solidarietà e del
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■ Prova con Carico Idrostatico di Tegoli Precompressi a Sezione Alare MAURIZIO LENZI, SARA MARTINI, PAOLA CAMPANA ■ L’archiviazione
a lungo termine dei dati digitali ALBERTO ROSOTTI ■ Edificio ad uso uffici della sede nazionale dell’A.N.T. - Istituto delle Scienze
Oncologiche della Solidarietà e del Volontariato ALESSIO ZANICHELLI † ■ Un nuovo ponte per l’area archeologica di Marzabotto
GIORDANO MEDICI ■ Dall’Università ■ Dall’Istituto di Istruzione Professionale Edile ■ Efficienza energetica e certificazione ■ NOTIZIARI:
Associazione Ingegneri e Architetti della Provincia di Bologna - Ordine Ingegneri della Provincia di Bologna - Ancebologna - Asso ■
RUBRICHE: Corsi&Convegni - Letto per voi
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INGEGNERI ARCHITETTI COSTRUTTORI
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ANNO LXIV - MAGGIO 2009 (4)
Spedizione in A.P. - 45% - Art. 2 Comma 20/b - Legge 662/96 - Fil. Bologna - € 3,30
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699
organo di informazione di: Associazione Ingegneri e Architetti di Bologna - Associazione Ingegneri e Architetti di Ferrara - Associazione Ingegneri
e Architetti di Modena - Associazione Ingegneri e Architetti di Ravenna - Ordine degli Ingegneri di Bologna - Ordine degli Ingegneri di PesaroUrbino - Collegio degli Ingegneri e Architetti di Cesena e Comprensorio - Collegio Regionale degli Ingegneri e Architetti Emilia-Romagna - Collegio
Costruttori di Bologna - Federazione degli Ordini degli Ingegneri dell’Emilia-Romagna - Asso: Ingegneri, Architetti Liberi Professionisti in Europa
rivista mensile edita dalla Associazione Ingegneri ed
Architetti della Provincia di Bologna (proprietaria).
Distribuita gratuitamente agli associati
Spedizione in A.P. - 45%
Art. 2 Comma 20/b
Legge 662/96 - Fil. Bologna
Chiuso in tipografia il 25/05/2009
ARTICOLI
■
Prova con Carico Idrostatico di Tegoli Precompressi a Sezione Alare
MAURIZIO LENZI, SARA MARTINI, PAOLA CAMPANA ______________________________________ 335
■
L’archiviazione a lungo termine dei dati digitali
ALBERTO ROSOTTI ________________________________________________________________ 345
■
Edificio ad uso uffici della sede nazionale dell’A.N.T. - Istituto delle Scienze
Oncologiche della Solidarietà e del Volontariato
ALESSIO ZANICHELLI † ____________________________________________________________ 355
■
Un nuovo ponte per l’area archeologica di Marzabotto
GIORDANO MEDICI________________________________________________________________ 373
DIRETTORE RESPONSABILE
ALESSANDRO COCCHI
Direttore Amministrativo: Rocco Iascone
Comitato di Redazione:
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Frattarolo, Nicoletta Gandolfi, Giovanni Gasparini,
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Stefano Manservisi, Alessandro Marata, Luigi
Amedeo Melegari, Felice Monaco, Roberto
Patitucci, Carmine Preziosi, Alberto Rosotti, Umberto Rossini, Adolfo Scagnolari, Giovanni Semprini, Alessandro Specchio, Mauro Toschi
Direzione, Redazione e Amministrazione:
Bologna - Strada Maggiore, 13 - 40125 Bologna
Tel. 051.231815 - Fax 051.261819
E-mail: [email protected]
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in data 29-4-65.
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Estero € 40,00 (Copia singola € 4,20)
Prezzo di vendita riservato ai soli soci dell’Associazione
e agli iscritti all’Ordine o al Collegio: Copia singola € 1,45
Abbonamento annuale € 14.46 - Arretrato il doppio.
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Tel. 051.969262 - 051.231815
Fax 051.969155
[email protected]
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Dott.ssa Nanni Sabrina (Tel. 338.2902445)
presso: Labanti e Nanni - Redazione Inarcos,
Via G. Di Vittorio, 3 - Crespellano (Bologna)
Stampa:
Labanti e Nanni Industrie Grafiche s.r.l.
40056 Crespellano (Bologna)
Impaginazione
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Sono graditi contributi concernenti tutte le specializzazioni di ingegneria e architettura. Per sottoporre articoli da
pubblicare sulla rivista consultare le “norme” presenti sul
sito www.assiabo.it
D A L L’ U N I V E R S I T À
■
Progetto di riqualificazione architettonica e funzionale della ex chiesa di S. Maria
degli Angeli a Pesaro
CARLO ALBERTO CONSANI ______________________________________________________________ 387
D A L L’ I S T I T U T O D I I S T R U Z I O N E P R O F E S S I O N A L E E D I L E
■
Convegno annuale CPTO di Bologna e provincia: “Sicurezza sul lavoro in edilizia
a Bologna e provincia: dati e riflessioni sul 2008”
CECILIA ALESSANDRINI __________________________________________________________________ 395
EFFICIENZA ENERGETICA E CERTIFICAZIONE
■
Primi passi verso le “linee guida” per la certificazione energetica degli edifici
EMANUELE PIFFERI, SONIA SUBAZZOLI E DARIO VANNINI ________________________________________ 396
NOTIZIARI
■
Associazione Ingegneri e Architetti della Provincia di Bologna ________________________ 421
■
Ordine Ingegneri della Provincia di Bologna__________________________________________ 422
■
Ancebologna ______________________________________________________________________ 425
■
Asso ______________________________________________________________________________ 429
RUBRICHE
■
Corsi&Convegni ____________________________________________________________________ 433
■
Letto per voi ______________________________________________________________________ 437
La pubblicazione degli articoli non significa riconoscimento ed approvazione da parte della Direzione, delle
opinioni o delle teorie espresse dagli Autori. Si accettano memorie o deduzioni anche in contrasto con
quanto già pubblicato, salvo il diritto di replica da
parte degli interessati. È vietata la riproduzione, anche
parziale, degli scritti senza citarne la fonte.
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Prova con Carico Idrostatico di Tegoli
Precompressi a Sezione Alare
Maurizio Lenzi, Sara Martini
ACMAR, Ravenna
Paola Campana
Studio Campana, Forlì
PREMESSA
SOMMARIO
Nella nota si riporta il resoconto della prova di collaudo
statico degli elementi di una copertura industriale realizzata con tegoli precompressi Ondal prodotti dalla
Soc. MANINI Prefabbricati su commessa ACMAR. In
questo specifico contesto è stata eseguita una prova
statica con tegolo a terra utilizzando come carico il peso
dell’acqua di riempimento del volume interno della
sezione delimitato dal bulbo inferiore e dalle due pareti inclinate. Con questa modalità di carico sono state
riprodotte le sollecitazioni di progetto indotte dai carichi accidentali e dal sisma. Le operazioni di cantiere si
sono rilevate estremamente agevoli e veloci, senza
dover richiedere attrezzature e strumentazioni particolarmente sofisticate per l’applicazione dei carichi e per
la misura delle frecce.
La memoria illustra le risultanze di un test effettuato
applicando un carico idrostatico su un tegolo di copertura precompresso a sezione alare. Si riporta il confronto tra valori teorici e sperimentali dello stato tensionale e deformativo e si analizza l’influenza degli
effetti termici.
SUMMARY
In the paper the results of a test made applying an
hydrostatic load to a prestressed double wings roof
beam are presented. The comparison between the
theoretical and the actual values of the stress and of
the displacement fields is illustrated and the influence
of the thermal effects is analyzed.
DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA
La tipologia del tegolo oggetto di prova costituisce l’elemento strutturale principale e ricorrente della copertura di un capannone industriale che copre complessivamente una superficie di circa 5600 m con una maglia
strutturale dei pilastri di 27.5 m x 10 m e un’altezza al
sottotrave di 11.5 m. I tegoli sono orditi secondo la luce
maggiore della maglia e sono disposti ad interasse di
5.00 m. L’orditura secondaria è invece costituita da elementi leggeri grecati con sagoma arcuata, in parte opachi ed in parte traslucidi, che chiudono la luce di 2.50 m
che rimane libera tra due tegoli contigui. Questi sono a
loro volta sostenuti da travi portanti precompresse con
sezione ad I, disposte nella direzione ortogonale.
Ogni tegolo ha una lunghezza di 27.25 m, presenta una
sezione trasversale a forma di V alta 1.20 m e larga 2.50
m. L’altezza interna è invece di 93 cm mentre la distanza netta tra le due anime, inclinate di 45°, varia da un
minimo di 16 cm alla base ove si connettono al bulbo
inferiore ad un massimo di 213 cm in sommità. La sezione è precompressa con pretensione applicata in stabili- 1
2
mento mediante trefoli da 0.6”. Le caratteristiche geometriche e meccaniche salienti dei tegoli sono raccolte
in Tab. I. La geometria di riferimento della sezione trasversale è riportata in fig. 1 mentre la configurazione
di prova è illustrata in fig. 2 con il tegolo a terra appoggiato ai due lati sulle fondazioni della struttura.
inarcos 335
In apertura:
Fig.1 - Sezione trasversale del tegolo di prova e livelli di
riempimento monitorati
In queste pagine:
Fig. 2 - Tegolo di prova a terra appoggiato alle estremità sulle
fondazioni della struttura.
Fig. 3 - Curva di capacità volumetrica della sezione interna del
regolo di copertura
Fig. 4 - Riempimento iniziale del tegolo con acqua prelevata da
autobotte
Fig. 5 - Fase intermedia della prova di carico
Fig. 6 - Configurazione di collaudo a pieno carico
Fig. 7 - Configurazione di carico e punti di misura delle
deformazioni
2
Tab. I - Parametri geometrici e meccanici del tegolo
Parametro
Simbolo
Valore
2725
Lunghezza del tegolo
Lt
Distanza tra gli appoggi
L
2705
Larghezza massima
B
250
Larghezza interna
Bo
213
Altezza totale
H
120.3
Altezza netta interna
h
93.7
Quota Baricentro
yG
62.4
Area della sezione
A
3227
Mod. Resis. d'estradosso
Ws
75088
69204
Mod. Resis. d'intradosso
Wi
Momento Statico
Sx
51960
Momento di inerzia
Jx
4319400
Classe del Calcestruzzo
C
55
Modulo Elastico
E
40000
Modulo Tangenziale
G
17500
Coeff. dilatazione termica
a
1.1 10-5
u.m.
cm
cm
cm
cm
cm
cm
cm
cm2
cm3
cm3
cm3
cm4
MPa
MPa
Mpa
°C-1
3
MODALITÀ DI PROVA
La prova, si è detto, è stata effettuata direttamente nel
sito di montaggio riempiendo con acqua l’interno della
trave ancora a terra previa la chiusura delle estremità
con tavole di legno contrastate da ponteggi in tubolare
e la posa di un telo impermeabile continuo. La prova con
il tegolo montato in opera è stata invece esclusa per
l’entità dei carichi da applicare, che anche frazionati in
336
inarcos
più punti risultavano dell’ordine di 60 KN ogni L/4. Pur
essendo questa configurazione di carico facilmente realizzabile utilizzando come contrasto ad esempio autocarri zavorrati, essa era tale da indurre sollecitazioni trasversali nei tegoli maggiori di quelle di progetto anche
unendo le ali tramite tiranti nei punti di carico.
Per motivi logistici è stata poi scartata anche la modalità usuale di prova a terra che vede l’impiego di fasci
di barre d’armature disposti all’interno della trave e
sulle ali, prova più facilmente eseguibile negli stabilimenti di prefabbricazione per motivi di reperibilità e di
movimentazione dei fasci. Questa modalità operativa
inoltre si rivela più consona ed esaustiva qualora si
voglia evidenziare con la prova la gerarchia a rottura
tra la resistenza alle sollecitazioni trasversali e la resistenza alle sollecitazioni longitudinali (Iori e al. [3],
Gambi e al. [4]).
Si é quindi optato per il riempimento con acqua del
tegolo da testare applicando su di esso un carico affine
a quello uniforme di progetto indotto dalla neve e dal
sisma verticale. L’unica variazione è stata quella conseguente alla monta indotta dalla precompressione, che
con il battente massimo d’acqua si è ridotta a soli 3 cm.
In termini di carico applicato peraltro la variazione associata a questa modesta differenza di battente idraulico
non risulta altrettanto trascurabile essendo di circa 0.7
KN/m tra gli appoggi e la mezzeria in conseguenza
della forma, aperta in sommità, della sezione trasversale. Tale circostanza ben si evince osservando la curva di
capacità volumetrica della sezione interna del tegolo
riportata in fig. 3 e costruita per stimare il carico corrispondente alle varie altezze del battente d’acqua. Le
fig. 4-5-6 illustrano a loro volta in sequenza l’operazione di riempimento, la configurazione di carico con
15000 litri e quella a pieno carico corrispondente a 82
cm di battente d’acqua in mezzeria ed 85 cm agli
appoggi. Il riempimento è stato effettuato mediante
autobotte, rendendo così estremamente rapide le ope-
7
4
Tab. II - Resoconto della prova: carichi applicati, frecce e temperature
Battente Idrostatico
in mezzeria [cm]
0
30
40
50
60
70
73
73
82
82
82
60
40
0
5
Carico
[KN/m]
0.00
1.38
2.24
3.30
4.56
6.02
6.50
6.50
8.04
8.04
8.04
4.56
2.24
0.00
F1
[cm]
0.00
0.10
0.30
0.60
1.03
1.50
1.68
1.73
2.15
2.25
2.13
1.28
0.58
0.02
F2
[cm]
0.00
0.20
0.55
0.90
1.45
2.15
2.35
2.40
2.95
3.10
2.95
1.85
0.85
0.05
F3
[cm]
0.00
0.10
0.30
0.60
1.08
1.50
1.73
1.73
2.15
2.25
2.13
1.32
0.58
0.02
T aria
[°C]
15.0
15.0
15.5
15.5
16.0
16.0
16.5
16.5
17.0
17.5
19.0
19.0
19.0
18.5
T acqua
[°C]
11.0
11.0
11.5
11.5
12.0
12.0
12.5
12.5
13.0
13.5
14.5
14.5
14.5
14.0
Ora
[h]
10.00
10.10
10.20
10.30
10.45
11.00
11.05
11.20
11.45
12.30
14.45
15.15
15.30
16.00
RISULTATI DELLA PROVA DI CARICO
I diagrammi delle frecce misurate nel corso della prova
depurate degli abbassamenti agli appoggi sono riportati in fig. 8 ed in fig. 9 in funzione rispettivamente del
carico applicato e dell’altezza del battente d’acqua.
Entrambi i diagrammi presentano una variazione di
pendenza ai bassi livelli di carico, indice di un’apparente maggiore rigidezza conseguente alla controfreccia di
natura termica che si somma algebricamente all’abbassamento dovuto al carico idrostatico. La freccia massima esibita dal tegolo testato nella configurazione a
pieno carico è stata pari a:
6
razioni di carico. L’approntamento del collaudo ha
richiesto una sola giornata di preparazione.
Il rilievo delle frecce è stato effettuato mediante livello
laser e stadia con precisione delle misure dell’ordine del
1/2 millimetro a fronte di valori massimi attesi delle
frecce dell’ordine di diversi centimetri. E’ stata inoltre
effettuata la misura degli abbassamenti mediante
regoli millimetrati solidarizzati ad un ala della trave
che, muovendosi con essa rispetto a riferimenti fissi disposti su cavalletti in legno vincolati a terra, hanno consentito una rapida lettura ed il controllo delle frecce dei
punti monitorati (v. Tab II), posizionati ogni L/4 (Fig. 7).
a fronte di un valore teorico:
valutato nello schema statico di prova di trave in semplice appoggio (fig. 10) e di vincoli orizzontali scorrevoli, realizzati in sito con l’interposizione tra tegolo e
fondazione di un assito in legno e di pani di polistirolo.
Nella stima della freccia teorica sono stati utilizzati i
parametri geometrici della sezione omogeneizzata
(J=4319400 cm4; n=6) ed è stato assunto un modulo ela-
inarcos 337
Fig. 8 - Diagramma carico – frecce sperimentali (ciclo di carico e
scarico)
Fig. 9 - Diagramma battente d’acqua – frecce sperimentali (fase
di carico).
Fig. 10 - Configurazione deformata per carico idrostatico
8
Tab. III - Frecce teoriche e sperimentali nella configurazione di collaudo. Valori in cm
1/4 L
1/2 L
3/4 L
Frecce
App. Sx
App. Dx
0.0
0.0
Teoriche
2.28
3.22
2.28
2.15
Sperimentali
0.0
3.10
2.20
0.0
Tab. IV - Sollecitazioni di progetto e di collaudo
Momenti
Momenti
Configurazione Longitudinali Trasversali
[KNm]
[KNm/m]
785
Progetto
2.75
Collaudo
2.05
757
Neve + sisma verticale (q=8.58 KN/m)
Carico idrostatico (qmax= 8.76 ; qmin=8.04 KN/m)
è oscillata da 15 a 19°C. Le escursioni termiche sono
state quindi modeste ma con conseguenze apprezzabili sugli abbassamenti negli step di carico intermedi,
ossia con la sezione interna parzialmente riempita.
Nella configurazione finale, con riempimento completo della sezione, il differenziale termico non non produce movimenti verticali significativi, come nel seguito
illustrato.
9
10
stico dell’ordine di 40000 MPa, da intendersi come valore di back analysis per carichi di breve durata in linea
con le indicazioni fornite delle Istruzioni CNR 10025 e
plausibile per un calcestruzzo di classe di resistenza
nominale C55 e di classe effettiva anche superiore. Il
confronto con i valori degli abbassamenti misurati nelle
sezioni ad L/4 conferma a sua volta la sostanziale corrispondenza con le frecce teoriche. Allo scarico il recupero della deformazione è stato completo con residuo
immediato inferiore al millimetro. Il ciclo di isteresi è
contenuto ed il comportamento del tegolo precompresso é elastico. Il riepilogo dei valori delle frecce, dei
momenti longitudinali e dei momenti trasversali,
dedotti con lo schema semplificato di Fig. 11, è riportato in Tab. III e IV.
Nel corso della prova é stata misurata anche la temperatura dell’acqua, che ha indotto un raffreddamento
delle parti a contatto con essa, e dell’aria esterna. La
temperatura dell’acqua è variata nel corso della prova
da 11 a 14.5 ° C mentre la temperatura dell’aria esterna
338
Sollecitazione di collaudo
MLong = qminL2/8 + q L2/24
Mtrasv Qb/3+Sh/3 = h2/3
inarcos
INFLUENZA DELLE VARIAZIONI TERMICHE
Le modalità di prova con carico idrostatico utilizzate nel
caso di studio impongono di non liquidare come inessenziale, senza un’analisi critica, l’influenza delle variazioni termiche conseguenti alla diversa temperatura
dell’aria esterna e dell’acqua di riempimento. Questo
gradiente termico può indurre infatti modifiche non
marginali nelle frecce durante gli step di carico intermedi, specie in prove condotte nella stagione estiva. Per
meglio chiarire questo aspetto si prende in esame una
distribuzione di temperatura variabile lungo la linea
media della sezione in parete sottile con legge:
che esprime in un dato istante la differenza tra la temperatura T(s) agente nel punto corrente di ascissa curvilinea s misurata lungo la direttrice del profilo e la temperatura esterna Te.
Questo campo termico istantaneo può essere scomposto in componenti lineari, che inducono movimenti rigi-
11
12
Fig. 11 - Sollecitazioni trasversali – modello semplificato
Fig. 12 - Distribuzione delle temperature lungo la linea media
di della sezione trasversale, ed in componenti autocompensate che generano invece ingobbimenti della
sezione, sia a basso che rapido smorzamento. Gli ingobbimenti a basso smorzamento (proporzionali al primo
ordine nei profili aperti all’area settoriale della sezione)
sono associati a rotazioni torsionali e bimomenti che
coinvolgono l’intero sviluppo longitudinale, mentre
quelle a rapido smorzamento inducono deformazioni
localizzate alle estremità che non si propagano nel
corpo della trave.
Le componenti termiche così individuate risultano definite, per una distribuzione generica di temperatura ed
escludendo le componenti a rapido smorzamento che
non interessano ai fini della ricerca dei movimenti, dalle
relazioni seguenti (Froli [5], Lenzi e Campana [6]):
Nel caso in esame di sezione e distribuzione delle temperature simmetriche rispetto all’asse verticale baricentrico, il gradiente lineare efficace DTy e quello settoriale autocompensato DTω a basso smorzamento risultano
entrambi nulli. La temperatura media efficace Tm produce invece dilatazioni uniformi lungo l’asse longitudinale che vanno a sommarsi a quelle indotte dalla escursione della temperatura media rispetto al valore di inizio prova. L’unica componente che genera una variazione di freccia verticale è quella associata al gradiente
termico lineare efficace DTx che induce rotazioni rispetto all’asse orizzontale baricentrico.
Per individuare l’entità di tale gradiente nonché i parametri che governano la risposta strutturale si può ipotizzare in via semplificata che per un dato livello di
riempimento l’escursione termica sia costante per le
fibre poste sotto il battente idraulico e nulla per le fibre
poste sopra tale quota. Si prende in esame quindi la
seguente distribuzione di temperatura:
che definisce per un dato livello idrostatico il campo
termico di riferimento lungo la linea media.
Tale ipotesi si può ritenere plausibile tenuto conto che
la già significativa conducibilità termica del calcestruzzo (λc ≅ 1.5 Kcal/h/m/°C) risulta incrementata nel caso in
esame dalla presenza dei trefoli e dell’armatura lenta
concentrati nel bulbo inferiore, che via via si raffredda
al crescere del livello di riempimento. Considerando poi
valori medi ed usuali per i coefficienti d’adduzione termica dell’acqua (αw=500 Kcal/h/m2/°C) e dell’aria (αe=10
Kcal/m2/h/°C) si può mostrare che la temperatura delle
pareti coincide sostanzialmente in tutto il loro sottile
spessore (sp=10÷12 cm) con quella dell’acqua di riempimento con esse a contatto. Indicata allora con:
la variazione termica ambientale, la temperatura del
tegolo si può considerare ridotta, a seguito del riempimento, del medesimo scarto termico ∆T in tutti punti della
sezione sotto battente (fig.12). Il gradiente lineare efficace DTx assume in tali ipotesi l’espressione seguente:
nella quale Sx,w è il momento statico rispetto al baricentro della sezione delle area (bagnata) Aw soggetta ad
escursione termica. La freccia ad essa conseguente si
desume poi utilizzando ad esempio il Principio dei
Lavori virtuali nella forma:
inarcos 339
Fig. 13 - Controfreccia indotta dal raffreddamento parziale sino
a quota baricentrica
Fig. 14 - Influenza del gradiente termico
13
la procedura indicata è stata applicata nel collaudo di un
tegolo precompresso di copertura riempito al suo interno
con acqua in modo da simulare le condizioni di carico di
progetto. Le modalità esecutive si sono rilevate estremamente semplici e rapide ed i risultati della prova realistici
ed esaustivi, nonché forieri di spunti di riflessione riguardo gli aspetti termici, suggerendo la possibilità di replicare questo protocollo anche in ambiti similari.
14
ottenendo l’equazione esplicita:
che fornisce il movimento verticale ricercato.
Il risultato ottenuto mostra come la freccia termica dipenda direttamente dal momento statico di tale area della
parte di sezione soggetta all’escursione di temperatura e
come pertanto nel caso di studio si annulli sia ovviamente
in assenza d’acqua ma anche nella configurazione di riempimento completo sino all’estradosso. La freccia termica è
invece massima quando è massimo il momento statico di
tale area, ossia quando il livello dell’acqua coincide con la
quota del baricentro della sezione trasversale. In questa
configurazione viene indotta dal gradiente termico con i
dati del caso in esame una controfreccia specifica fterm/∆T
di 1.1 mm/C°, valore confermato dal modello agli elementi finiti che restituisce per la prova di carico la deformata
termica riportata in fig. 13. Il comportamento descritto in
precedenza trova puntuale conferma sia qualitativa che
quantitativa nel confronto riportato in fig. 14 tra le frecce sperimentali e quelle teoriche indotte dal solo carico
idrostatico, computate utilizzando i parametri di rigidezza di back-analysis ed aggiornando ad ogni step di carico
la progressiva riduzione della monta iniziale.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Nella nota è stata illustrata una procedura di prova idonea
nell’ambito dei carichi di esercizio per testare travi a parete sottile aventi sezione di forma alare. Nel caso specifico
340
inarcos
RINGRAZIAMENTI
Gli Autori desiderano ringraziare sentitamente l’Ing. Ivan
Missiroli per i suoi preziosi suggerimenti e lo Staff Tecnico
della MANINI Prefabbricati per la fattiva collaborazione.
Si ringraziano inoltre il Sig. Angelo Rosignoli, il Geom.
Stefano Bagnoli e l’Ing. Giancarlo Olivucci dell’ACMAR per
l’efficiente organizzazione della prova.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
[1] Pozzati, P. Teoria e Tecnica delle Strutture, Vol. 2**, Cap.
11, Ed. UTET, Torino , 1987.
[2] CNR 10025/98, Istruzioni per il progetto, l’esecuzione ed
il controllo delle strutture prefabbricate in calcestruzzo,
Parte III, Cap. 5: Elementi speciali per coperture, Roma,
1998.
[3] Belletti B., Bernardi, P., Iori, I., Studio del comportamento meccanico di tegoli di copertura soggetti a sollecitazioni longitudinali e trasversali, Atti del 16° Convegno
CTE, Parma, 2006.
[4] Gambi, A., Mambelli, L., Diotiallevi, P., Analisi numerica
e sperimentale di tegoli di copertura in conglomerato
armato precompresso, Atti del 17° Convegno CTE,
Roma, 2008.
[5] Froli, M., La risposta termica delle strutture interagenti
con il clima, Cap. II, pp. 51-82, Ed. Plus, Pisa University
Press, Pisa, 2006.
[6] Lenzi, M., Campana, P., Effetti dell’irraggiamento solare
non uniforme in strutture cilindriche, L’Industria Italiana
del Cemento, nr. 840, pp.200-209, AITEC, Roma, Marzo
2008.
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L’archiviazione a lungo termine
dei dati digitali
Alberto Rosotti
Ingegnere elettronico – Pesaro
Se aprissimo un vecchio libro, diciamo di 100 anni fa, saremo probabilmente in grado di leggerlo senza troppi problemi, ma con un nastro di backup di soli 10 o 20 anni avremo grandi difficoltà. Anche se il nastro fosse in buone condizioni, dovremmo disporre dell’hardware necessario per
leggerlo, ed essendo l’hardware uno strumento elettromeccanico, difficilmente sarà in buone condizioni. Inutile
cercare di acquistarlo nuovo, perché nel frattempo sarà
andato fuori produzione. In ogni caso, per tentare di recuperare i dati è necessario sia sapere in quale formato è scritto il nastro, sia possedere un’applicazione che possa leggerlo. Purtroppo col passare del tempo le cose non potranno che peggiorare, perché la velocità con la quale galoppa
l’obsolescenza dei sistemi informatici non fa che aumentare. D’altronde l’informatica è una scienza piuttosto giovane: il primo elaboratore elettronico nacque a metà del secolo scorso e salvava i dati su schede perforate; leggere oggi
una di quelle schede richiede strumenti che si trovano nei
musei.
PER QUANTO TEMPO DOBBIAMO CONSERVARE
I DATI?
Forse non tutti riflettono su questa domanda e probabilmente la maggior parte delle persone non si preoccupa di conservare i dati oltre l’orizzonte temporale della
propria vita lavorativa. Sarebbe meglio ripensarci. Nel
2007, la SNIA (Storage Networking Industry Association,
http://www.snia.org) ha effettuato un’indagine contattando centinaia di organizzazioni in paesi di tutto il mondo. E’
emerso che l’80% di esse ha informazioni da conservare per
oltre 50 anni ed il 68% deve conservare i dati per più di 100
anni. Si tratta principalmente di posta elettronica, registrazioni clienti, dati delle applicazioni di business e database.
Esistono poi istituzioni soggette a vincoli di legge, come gli
enti sanitari, obbligati a conservare le cartelle cliniche per
un tempo che può variare tra i 30 e gli 120 anni, a seconda
dei paesi e della tipologia del dato. Scaduto tale termine
sarebbe comunque un peccato buttare tutto al macero,
perché verrebbe perso un pezzo della nostra storia ed una
fonte statistica di enorme valore.
LE SFIDE DELL’ARCHIVIAZIONE A LUNGO TERMINE
Accade spesso che il tempo per il quale dobbiamo conservare le informazioni supera la durata media dei sistemi di
storage (hardware a nastro o disco) e delle applicazioni
software che le hanno prodotte, a causa della rapidità con
cui si susseguono le innovazioni tecnologiche. Inoltre i supporti fisici si degradano e possono divenire illeggibili durante l’uso o prima del termine previsto di archiviazione. Per
ovviare a tale problema molti laboratori di ricerca sono
impegnati nel realizzare dispositivi di storage a lunghissimo
termine ed alta densità (vedere riquadro “Una memoria
che non arrugginisce”), ma la risposta attuale al problema
si chiama migrazione dei dati, sia fisica che logica. La migrazione fisica consiste nello spostamento delle informazioni
da un sistema di storage fisico ad un altro (per esempio da
un nastro vecchio ad uno nuovo) o da un formato di supporto fisico ad un altro (per esempio da un nastro ad un
disco) per mantenerne la leggibilità, l’accessibilità e l’inte-
SOMMARIO
Questo articolo illustra le sfide poste dall’archiviazione digitale a lungo termine, parlando di alcune delle
migliori procedure oggi disponibili sul mercato ed
affronta il tema dell’archiviazione dei documenti a
norma di legge.
SUMMARY
This article illustrates the defiance shout from long
term digital storage.
It indicates some of the best procedures nowadays
available in the market and faces the subject of storage documents according to the law.
inarcos 345
1 - L’Electronic Numerical Integrator
and Computer (ENIAC), prodotto da un
consorzio tra il governo degli Stati
Uniti e l’University of Pennsylvania. Era
costituito da 18.000 tubi a vuoto,
70.000 resistori e 5 milioni di giunzioni:
un ammasso d’ingranaggi che
consumava 160 kilowatts elettrici.
1
UNA MEMORIA CHE NON ARRUGGINISCE
I ricercatori del laboratorio di Los Alamos (http://www.lanl.gov),
negli Stati Uniti, hanno sviluppato una tecnologia di memorizzazione chiamata HD-ROM (Hight Density Read Only
Memory), di sola lettura ad alta densità. Questa tecnologia utilizza un raggio ionico per incidere su aghi di acciaio inossidabile o iridio sia bit che lettere, e perfino la grafica. La densità
con la quale sono scritti i bit è circa 180 volte maggiore di quella di un comune CD-ROM. I bit sono separati uno dall’altro da
soli 560 atomi. In termini pratici, un solo ago della lunghezza
di un pollice, circa 2,54 cm, può archiviare 4 collane di enciclopedie. Ma la cosa che più interessa è il tempo di archiviazione:
i dati possono rimanere in memoria per più di 5000 anni senza
subire alterazioni, anche in presenza di campi elettromagnetici. Inoltre gli aghi resistono alle alte temperature, alle alluvioni ed a molti comuni agenti chimici a differenza degli hard disk
o dei nastri.
grità. La migrazione fisica evita il deterioramento o l’obsolescenza del supporto e del sistema di storage, non necessita di interventi economicamente e tecnicamente impegnativi ed ha il vantaggio di migrare il sistema verso una tecnologia più performante, in termini di personale, energia e
spazio di archiviazione.
La migrazione logica consiste nella trasformazione delle
informazioni da un formato logico ad un altro, come il passaggio da una versione vecchia di un’applicazione ad una
nuova, per preservarne la leggibilità, o il passaggio da un
formato proprietario di dati ad uno open source, meglio
ancora se definito standard da enti normatori internazionali. Per esempio, un particolare formato di file chiamato
PDF, acronimo di Portable Document Format, è stato scelto
come standard per l’archiviazione a lungo termine, potendo incapsulare al suo interno tutto ciò che serve per visualizzare un documento, anche su sistemi HW e SW molto eterogenei. Diversamente, la maggior parte degli editor di
testo, per aprire un documento richiedono che nel computer sia installato il set di font con il quale il documento è
stato creato, evento non sempre garantito quando si passa
da un sistema operativo ad un altro, o da un computer ad
un altro. Sarà infatti capitato a tutti di ricevere una mail
346
inarcos
scritta in cinese o cirillico e non poterla aprire perché non si
possiedono i caratteri adeguati, oppure semplicemente
non poter aprire un file perché non si possiede il programma necessario al quale “associarlo”. Le motivazioni che
spronano quindi ad effettuare la migrazione logica comprendono il cambio dei formati e delle applicazioni, generando solitamente costi ben più sostenuti rispetto a quelli
relativi alla migrazione fisica.
I FRENI INIBITORI
Sia la migrazione fisica che quella logica hanno alcuni fattori in comune che tendono a frenarle: la complessità, la
quantità d’informazioni da trattare e la mancanza di
tempo. Inoltre una regola fondamentale dell’informatica
recita così: “Se un sistema funziona, non toccarlo!”. In altri
termini, è bene evitare di spendere soldi per allungare la
vita ad un sistema storage, con il rischio di guastarlo, o peggio affrontare una migrazione potenzialmente pericolosa
ed insidiosa se non si è obbligati. Alcuni responsabili dei
sistemi d’archiviazione si limitano quindi a verificare a scadenze prefissate che lo storage a lungo termine funzioni,
posticipando il problema a chi li seguirà. Inoltre il costo
della migrazione logica e fisica potrebbe essere eccessivo
rispetto alle necessità di conservazione ed i ritorni economici non arrivare mai, oppure solo in caso di calamità, sotto
forma di costi evitati, quindi difficilmente quantificabili.
Forse per questi motivi solo il 30% dei partecipanti al sondaggio della SNIA sopra accennato ha affermato di eseguire la migrazione dei dati: il restante 70%, una volta archiviati non li tocca più. Sono quindi attesi da tutti nuovi
approcci e soluzioni per soddisfare i requisiti legali, normativi, aziendali, economici e di scalabilità per la conservazione a lungo termine.
LE SOLUZIONI DISPONIBILI
E’ prevedibile che i limiti presenti nei sistemi di storage e
nelle applicazioni oggi utilizzate dureranno ancora a
lungo. Attualmente, la maniera migliore di superarli consi-
3A
2
2 - Il computer ENIAC su un chip. Un
gruppo di studenti di un’università
americana ha realizzato “ENIAC on a
Chip”, sotto la supervisione del prof. J.
Van der Spiegel, in occasione del 50esimo anniversario della nascita di
Eniac. Gli studenti hanno integrato
l’intero “ENIAC” su un rettangolo di
silicio di 7.44 per 5.29 millimetri usando
tecnologia CMOS a 0.5 micrometri.
3 A - una scheda perforata usata dal
computer UNIVAC, un successore di
ENIAC. Ogni scheda poteva contenere
una decina di byte circa.
3 B - Le schede perforate venivano
spesso realizzate di colore diverso, per
meglio classificarle. Per memorizzare un
programma potevano essere necessarie
centinaia di schede.
3B
ste nell’implementare processi di gestione del ciclo di vita
delle applicazioni e dei dati, in modo da affrontare la
gestione in maniera efficace. Le best practice di gestione
includono:
• stretta collaborazione fra le parti interessate (informatica, legale, commerciale, sicurezza) per ottenere una visione olistica e non lasciare nulla al caso;
• la precisa identificazione e quantificazione delle informazioni da archiviare (cioè un inventario delle informazioni);
• la classificazione delle informazioni, in modo che le necessità ed i tempi di conservazione possano essere determinate;
• l’identificazione dei requisiti per la conservazione, la protezione e la sicurezza, la disponibilità e l’integrità;
• l’implementazione dei servizi per soddisfare i requisiti;
• la misurazione dei risultati ottenuti per puntare al miglioramento (nell’ottica della tanto blasonata qualità totale).
Le procedure di migrazione devono includere:
• l’impostazione dei periodi di conservazione;
• la gestione dell’eliminazione dei dati scaduti (esistono
corsi e normative sullo “scarto” dei documenti, sopratutto cartacei, la cui conservazione è molto onerosa, sopratutto per le Pubbliche Amministrazioni);
• la classificazione delle informazioni in macro categorie
comuni;
• il controllo del numero delle copie dei dati e la loro verifica periodica;
• l’utilizzo di piattaforme di storage basate su formati di
dati e protocolli standard.
Inoltre è bene che la politica di conservazione dei dati si
ponga precisi obiettivi commerciali, legali e di ottemperanza alla normativa ed includa una descrizione delle procedure alle quali dovrà aderire ciascun repository, comprendendo sia la migrazione fisica che quella logica.
L’obiettivo di miglioramento per la migrazione fisica consiste nel passaggio da una migrazione a termine fisso, solitamente 3 - 5 anni, ad una migrazione secondo necessità.
I sistemi federati, basati su standard, consolidati e virtua-
MIGRAZIONE, EMULAZIONE ED INCAPSULAMENTO
Ci sono attualmente tre metodi per proteggere i dati
quando l’hardware o il software utilizzato deve essere
sostituito per l’obsolescenza: la migrazione, l’emulazione
e l’incapsulamento.
A. Migrazione significa copiare i file da un sistema di storage ad un altro. La migrazione è il metodo più semplice,
conveniente ed ampiamente utilizzato per conservare i
dati digitali anche se ha alcuni svantaggi:
1. La migrazione ripetuta comporta il rischio di perdere o
corrompere i dati;
2. è difficile prevedere la frequenza con cui sarà necessaria la migrazione;
3. la migrazione dei dati digitali può sollevare problematiche inerenti l’interoperabilità e la catena di custodia, data
la natura proprietaria di alcuni software e hardware.
B. L’emulazione richiede l’uso di un software che imita, o
emula, il comportamento di un computer obsoleto.
Questo approccio evita la necessità della continua conversione delle registrazioni digitali, ma è necessario creare
emulatori per ciascuna configurazione hardware/software, il che rende l’emulazione più dispendiosa della migrazione. Oggi l’emulazione sta tornando in auge grazie all’uso delle macchine virtuali, ed alla possibilità di consolidare
più ambienti eterogenei su un unico server.
C. L’incapsulamento raggruppa un oggetto digitale con
tutte le altre entità associate necessarie per fornire l’accesso a tale oggetto. Nell’incapsulamento, le strutture fisiche o logiche incapsulate, dette “contenitori” o “wrapper”, forniscono informazioni sulle relazioni tra tutti i dati
e le componenti delle applicazioni software. L’incapsulamento mira a superare le problematiche legate ai formati obsoleti di file comprendendo dettagli su come interpretare le informazioni originali. L’incapsulamento pare
oggi la via maestra da seguire, anche se risulta giovane,
tecnicamente complessa e foriera di grandi risorse in termini di spazio disco. Finché l’incapsulamento non sarà una
tecnica matura, si consiglia di utilizzare storage aperto
standards-based che supporti interfacce aperte e la virtualizzazione per l’emulazione. Ciò permette di ottenere oggi
la flessibilità che in futuro consentirà di fare la scelta giusta - verso la migrazione, l’emulazione o l’incapsulamento
- proteggendo nel contempo dall’obsolescenza ed evitando l’imprigionamento di un solo fornitore.
inarcos
347
5
4 - Un moderno sistema di storage, capace di memorizzare circa
20 TeraByte, cioè 20 x 1012 Byte.
5 - Un lettore di smart card con relativa scheda per la firma
digitale, distribuita delle Camere di Commercio Italiane.
chiviazione a lungo termine risulta economicamente costosa e tecnicamente complessa, anche se sono disponibili tecnologie specifiche: per questi motivi l’attua prevalentemente chi vi è costretto per legge, oltre a pochi virtuosi,
mentre i restanti devono accettare il rischio di perdere i
dati.
GLI STANDARD PER L’ARCHIVIAZIONE
4
lizzati possono aiutare a minimizzare le interruzioni, la
complessità e la manodopera inerenti la migrazione.
E’ importante ricordare che quando si effettua la migrazione logica, spesso è richiesta la conservazione dell’autenticità dei documenti, ovvero la prova che i dati sono quelli originari, analogamente a ciò che accade quando si produce
una copia conforme di un documento cartaceo. Ancora una
volta sarebbe opportuno eseguire la migrazione solo in
caso di necessità, prendendo in considerazione le diverse
possibilità che la tecnologia offre per conservare i dati: trasformali in un formato digitale standard (eXtensible
Markup Language, PDF, ecc.), archiviare una copia stampata o utilizzare microfilm.
Dispositivi hardware importanti per la migrazione fisica
sono i WORM (Write Once Read More), ed altrettanto
importanti per la migrazione logica sono le smart card per
la firma digitale: l’insieme di questi due dispositivi permette di ottemperare a diverse disposizioni di legge per la conservazione a norma dei documenti, in molti paesi, anche in
Italia. Per quanto finora visto, possiamo affermare che l’ar348
inarcos
Come abbiamo detto, uno dei maggiori problemi dell’archiviazione a lungo termine è dovuto all’uso di applicazioni e formati di dati proprietari1 che legano l’utente ad
una specifica soluzione proposta da un venditore, ovviamente non concessa in open source. I problemi possono
essere affrontati utilizzando formati standard, che recano
facilitazioni alla migrazione fisica mediante l’utilizzo di
hardware comuni e processi di gestione uniformi per il
ciclo di vita dei dati, in contrapposizione ai device storage
proprietari. Più complesso è il problema degli standard
per l’archiviazione logica. Questa si presenta oggi molto
specifica e legata alle applicazioni ed al formato dei dati,
il che rende più difficile l’automazione dei processi di
migrazione. Per esempio, la “conservazione a norma”
richiede più del semplice mantenere i dati leggibili e
interpretabili: richiede una conservazione a lungo termine non solo dei dati ma anche dei metadati, cioè delle
informazioni aggiuntive che rendono manifesta l’identità
dei soggetti, la provenienza ed il contesto, nonché meccanismi che garantiscano la loro integrità, autenticità e
paternità, vedi riquadro 2 Migrazione, Emulazione ed
Incapsulamento. Chiariamo questo aspetto con un esem-
1
Con il termine “proprietario” si indica quel software che ha
restrizioni sull’utilizzo, sulla modifica, riproduzione o distribuzione. Queste restrizioni vengono ottenute tramite mezzi tecnici e/o
legali, solitamente per scopi commerciali. Mezzi tecnici: viene
reso pubblico solo il codice oggetto, trattenendo il codice sorgente. In questi casi la modifica del software risulta molto difficile, ottenibile solo grazie a disassemblatori e ad elevate capacità
informatiche. Mezzi legali: licenze, copyright e brevetti.
6 - Valvole termoioniche, elementi
caratterizzanti i computer della prima
generazione.
7 - Transistor. Dal 1949, l’invenzione del
transistor cambiò profondamente
l’evoluzione del computer. Il transistor
sostituì l’ingombrante tubo a vuoto nei
televisori, nelle radio e nei computer,
diminuendone le dimensioni, i consumi
elettrici ed il prezzo, ed aumentando
l’affidabilità.
6
7
pio: se oggi archiviamo un file di testo generato con l’applicazione W, per poter utilizzarlo tra cento anni avremo
bisogno ancora del programma W, a meno che esso non
incapsuli nel file salvato tutte le informazioni che ci serviranno per leggerlo, tra le quali anche il programma stesso, i font, le cornici, le immagini ed altro. L’incapsulamento dei dati realizza un contenitore logico
“mirato alla conservazione” comprendente il contenuto e
i relativi metadati di conservazione; essa porta al concetto di “autonomia”, poiché un contenitore conserva i dati
delle informazioni, i relativi metadati, le informazioni di
riferimento, i controlli di integrità ed autenticità, i controlli di accesso ed i log. Tale contenuto rende il contenitore portatile e indipendente dallo storage fisico. Inoltre
l’incapsulamento consente al contenitore di essere gestito indipendentemente dall’applicazione, secondo i requisiti stabiliti dall’utente per le informazioni. L’obiettivo dell’incapsulamento è eliminare la necessità di frequenti
migrazioni logiche, in modo che le organizzazioni possano continuare ad accedere ai dati e a utilizzarli secondo
necessità nell’arco di lunghi periodi di tempo, senza il
sovraccarico di lavoro e la complessità portata dall’aggiornare regolarmente i dati per adeguarli ai cambiamenti delle applicazioni.
I PRIMI PASSI VERSO L’ARCHIVIAZIONE
E’ importante non sottostimare la complessità legata l’archiviazione a lungo termine e muoversi con anticipo, per
evitare di trovarsi in situazioni di crisi con terabyte di dati
che richiedono una migrazione fisica e logica. Il primo passo
della migrazione consiste nella classificazione dei dati per
comprenderli meglio e supportare la gestione del ciclo di
vita. Il passo successivo è la ricerca delle soluzioni, sia hardware che software, in grado di soddisfare politiche di archiviazione e semplificare il processo di migrazione fisica.
Da ultimo si devono analizzare ed adottare gli standard
aperti per implementare le politiche viste nei paragrafi precedenti: gli standard aperti evitano di rimanere imprigionati in una tecnologia proprietaria. Facendo questi passi ci
si mette nella condizione sia di poter lavorare con gli standard d’archiviazione odierni, sia con quelli che arriveranno
nei prossimi anni.
L’ARCHIVIAZIONE DEI DOCUMENTI A NORMA
DI LEGGE
Come è noto, il quadro normativo che ha preso forma in
Italia dal 2000, rende possibile la conservazione dei documenti su supporto informatico anziché cartaceo con lo stesso valore ai fini civilistici e fiscali. Il D.P.R. 28 dicembre 2000,
n. 445 Art. 6, comma 1, afferma che “Le pubbliche amministrazioni ed i privati hanno facoltà di sostituire, a tutti gli effetti, i documenti dei propri archivi, le scritture contabili, la
corrispondenza e gli altri atti di cui per legge o regolamento è prescritta la conservazione, con la loro riproduzione su
supporto fotografico, su supporto ottico, o con altro mezzo
idoneo a garantire la conformità dei documenti agli originali”. Il medesimo DPR pone però una serie d’obblighi precisi, sia tecnici che organizzativi ed applicativi, per la creazione degli archivi sostitutivi, per il loro mantenimento nel
tempo e per l’esibizione in caso di richiesta delle autorità.
Sono oggi disponibili sul mercato soluzioni (ed anche società di servizi) che estraggono i documenti cartacei e digitali
archiviati nei sistemi, li firmano digitalmente con marcatura temporale e li organizzano in archivi sostitutivi a norma
di legge. I requisiti di legge sono in Italia costituiti dalle regole tecniche del CNIPA - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione ed anche da una serie
di regole del Ministero dell’Economia ai fini fiscali. La conservazione ottica sostitutiva dei documenti, fiscali e non,
consente alle imprese grandi vantaggi, come l’eliminazione degli ingombranti archivi cartacei e il recupero di costi e
di spazi. Infatti, i documenti nati digitali o trasformati via
scanner da cartacei a digitali possono essere archiviati e
conservati, con valore civilistico e fiscale, su dischi ottici,
Compact Disk o Digitale Versatile Disk: se si pensa ad esempio che le fatture devono essere conservate per dieci anni,
qualche decina di CD o DVD può sostituire migliaia di fogli
di carta.
■
inarcos 349
Riduzione dei consumi del 30%?
Il segreto sta nell’inerzia termica
E la ricerca lo dimostra*
Il confronto in termini di prestazioni energetiche e condizioni di benessere abitativo tra
due edifici identici – uno bioclimatico in muratura pesante l’altro con pareti e solai
leggeri – ha dimostrato che, pur con identici valori di trasmittanza termica, il fabbisogno
energetico per il riscaldamento dell’edificio in muratura pesante è inferiore del 30%.
E questo grazie all’inerzia termica delle pareti pesanti, come quelle in blocchi Alveolater® e
Alveolater®Bio Stabila, che sono dotate non solo di elevate qualità isolanti, ma anche di una
massa che accumula e rilascia il calore in maniera complessa, smorzando i picchi della
temperatura esterna e differendoli nel tempo. L’inerzia termica, dimostra la ricerca,
esalta le prestazioni energetiche delle pareti tanto in inverno quanto e
soprattutto d’estate, creando le migliori condizioni di benessere
abitativo con una drastica riduzione dei consumi energetici,
sia per il riscaldamento che per il raffrescamento.
i
Soddisfa nno
a
l’
r
e
p
ri
valo
2e0i de1cre0ti
d
5
192/200 6
311/200
Blocchi Alveolater®Stabila 38. Scheda di valutazione termoigrometrica
interno
esterno
Parete in blocchi Alveolater® Stabila 38(1)
• spessore complessivo cm 41,5
Trasmittanza U(2)
0,33 W/m2K
Peso parete
415 kg/m2
Potere fonoisolante
54
dB
Resistenza al fuoco R.E.I.min. 180
1,5
38
41,5
2
(1) Posti in opera con malta termica e intonaco isolante.
(2) Valore determinato sulla base della norma Uni En 1745:2005.
Alla verifica di Glaser la parete non forma condensa.
Consigli e soluzioni per la progettazione
Laterpoint - Isola Vicentina (Vi) - Via Capiterlina 141
tel. 0444 599011 - fax 0444 599040 - [email protected] - www.gruppostabila.it
Gruppo Stabila - Isola Vicentina (Vi) - Via Capiterlina 141 • Stabilimenti: Capiterlina Isola Vicentina (Vi) - Atesina/Zaf Ronco all’Adige (Vr) - Sel Modena - Fornace di Dosson Dosson di Casier (Tv)
Ricerca Analisi delle prestazioni termiche dell'involucro in laterizio valutate in regime dinamico nel sistema edificio in un contesto climatico mediterraneo patrocinata dal Consorzio Alveolater® e dal Dipartimento di architettura e pianificazione territoriale dell'Università
di Bologna. La ricerca ha confrontato le prestazioni energetiche e le condizioni di benessere abitativo di un edificio in muratura “pesante” realizzato secondo criteri bioclimatici e di uno “leggero”. L'analisi dei fabbisogni energetici per riscaldamento è stata condotta
mediante simulazione in regime dinamico (Energy plus) e con l'ausilio di tre strumenti informatici operanti in regime stazionario (Casaclima, Edilclima, EcoDomus). Il progetto dell’edificio è dello Studio Ricerca & Progetto, Mingozzi, Galassi e Associati in Bologna.
Edificio ad uso uffici della sede
nazionale dell’A.N.T. Istituto delle Scienze Oncologiche
della Solidarietà e del Volontariato
Alessio Zanichelli
Ingegnere libero professionista
A) L’ARCHITETTURA
a.1) Premessa
L’edificio sede nazionale dell’A.N.T. (Associazione
Nazionale Tumori) è stato realizzato su di un’area, che
doveva rispondere ad una serie di caratteristiche, dalla
possibilità di realizzare una certa superficie, ai grandi
parcheggi e, non ultima, quella economica, essendo
l’Associazione una ONLUS che si basa unicamente sulle
elargizioni e sul volontariato.
Sull’area esisteva un’attività di corriere per trasporto
merci, con edifici costituiti da un ampio capannone con
piano d’imposta rialzato rispetto alla quota del piazza-
le per permettere l’agevole movimentazione dai pianali dei camion, con annessa palazzina ad uffici.
A termini di P. R. G. l’ubicazione e la distribuzione planimetrica nel contesto dell’area medesima ha dovuto
ricalcare l’impronta delle costruzioni in essere.
L’area di cui trattasi è inserita in un intorno urbano
privo di una precisa connotazione architettonica, con
edifici al contorno costituiti da una miscellanea di
strutture industriali e di edifici residenziali degli anni
cinquanta: in buona sostanza un contesto di prima
periferia povero e privo di identità.
Lo spunto progettuale è stato quindi quello di pensare un edificio che si distinguesse dal contesto esistente per forma e materiali.
SOMMARIO
SUMMARY
Il progetto illustra la realizzazione della sede principale della Fondazione A.N.T. Onlus, creata oltre 30
anni fa dal Prof. Pannuti, Ente che dedica la sua opera
all’assistenza domiciliare gratuita dei malati di tumore in fase terminale.
La costruzione, aveva molteplici obbiettivi: la creazione di una sede idonea ad ospitare la totalità dei
dipendenti prima dislocati in varie sedi, la razionalizzazione delle attività operative e la funzione di contenitore per manifestazione benefiche, conferenze
ed altre attività legate alla Fondazione.
Per far ciò si è riqualificata un'area, inizialmente
occupata da un ditta di autotrasporti, in una zona
periferica ma non molto lontano dalla tangenziale.
L'idea iniziale è stata quella di pensare ad un edificio
che anche esternamente, mediante l’uso di colori e
forme diverse, caratterizzasse le diverse attività: da
qui i tre blocchi, uniti tra di loro, ma diversificati per
impostazione architettonica, cromatismo ed uso di
materiali. Poco il risalto estetico: molti gli accorgimenti volti al risparmio energetico, alla durata dei
materiali ed alla flessibilità dei percorsi.
The plan illustrate the carryng out of the main seat of
Fondazione A.N.T. Onlus, create 30 years ago by Prof.
Pannuti, body which devote its work to the free
house assistance for tumour terminally ill patient .
The building, had numerous objective: the creation
of a fit seat to house the whole body of employess
before stationed in several seats, rationalization of
operating activity and role of container for beneficent manifestation, lectures and other activity tied
with Fondazione.
To do this you requalify an area, at first occupied in
haulage contractor company, in a peripheral zone
not so far from bypass.
The beginning idea it was to think to a building
that also from the outside, through used of different color and form, characterized different activities: from here three blocks, united among their,
but diversifyed for architectural plan out, chromaticism and material use. Not much aesthetics prominente: lots of expedient directed to energy saving,
length of time of building materials, and to the run
flexibility.
inarcos 355
1
a.2) Esterno
La costruzione è costituita da tre corpi architettonicamente distinti ma fusi in un unico elemento (foto 1).
Guardando di fronte, il corpo di sinistra é caratterizzato dalla semplicità delle forme e dall’assenza di
bucature, anche perché destinato a sala auditorium
2
356
inarcos
3
4
e conferenze (foto 2-3) ; il corpo centrale, di due
piani fuori terra come il precedente, è costituito da
un elemento cilindrico sporgente con copertura ad
andamento obliquo completamente vetrata che si
inserisce tra due vetrate strutturali per poi collegarsi con il corpo di destra (foto 5). Questo elemento
che si sviluppa in altezza su tre livelli, ha un anda-
mento perpendicolare rispetto agli altri, ed é contraddistinto da forme semplici e lineari, per volumetria, disposizione e forma delle bucature e per
cromatismo (foto 1).
Il linguaggio formale minimalista si esprime con la
regolarità della trama delle finestre e l’assialità del
percorso principale di accesso attraverso l’emergenza
del corpo centrale cilindrico, con copertura totalmente a vetro tagliata in obliquo (foto 4-7), che contiene
anche l’elemento di distribuzione verticale principale
(foto 6-7). La voluta caratterizzazione dell’edificio, per
i motivi più sopra accennati, si evidenzia anche con la
scelta dei materiali utilizzati nelle facciate in cui prevalgono, nei toni di bianco e di grigio i blocchi in
cemento splittato, bugnato e rigato (foto 8), le facciate continue strutturali in vetro e gli infissi esterni in
alluminio colorato.
L’area esterna è adibita a parcheggio, a percorsi pedonali ed a zone a verde, ed è caratterizzata dalla transitabilità carrabile perimetrale sia per consentire la
manovra e l’accesso agli eventuali mezzi di soccorso,
sia ai mezzi di trasporto per il carico e lo scarico delle
merci da allogare nell’interrato, servito anche da piattaforma elevatrice esterna.
a.3) Caratteri distributivi interni
La distribuzione interna è stata realizzata con specifica attenzione agli usi particolari cui il complesso è
destinato.
Il corpo di sinistra, a doppia altezza, è adibito a sala
conferenze con la possibilità della polivalenza ed é
dotato, in uno spazio aggettante al primo piano, di
una zona regia con cabine di traduzione in simultanea
ed apparecchiature per la videoconferenza (foto 9). Il
contenitore centrale, per le sua peculiarità architetto-
inarcos 357
5
niche è riservato alle attività più rappresentative e
contiene al piano terra, la hall, l’accesso alla sala conferenze ed alla scalinata che porta al primo piano, illuminata dalla luce zenitale del cilindro con chiusura
vetrata nella sommità (foto 4 e 7), oltre alla zona di
attesa per il pubblico. agli uffici di rappresentanza ed
alle aule multiuso.
Al primo piano è ubicata la sala del Consiglio Direttivo,
oltre ad aule, uffici ed archivi
Nel corpo di destra, al quale si accede anche da un proprio ingresso, e che si sviluppa su tre livelli si trovano
gli uffici, molti dei quali ad “open space”, destinati a
varie attività Nel piano interrato due blocchi distinti:
uno spazio autonomo adibito a luogo votivo (foto 10)
accessibile sia dall’interno con scale e con elevatore sia
direttamente dall’esterno e l’altro a magazzini, archivi e locali tecnologici collegati anche all’esterno con
montacarichi.
A servizio dei percorsi distributivi oltre alle scale interne ed esterne ed al montacarichi di cui sopra due elevatori oleodinamici.
a.4) Materiali
La scelta dei materiali interni è stata impostata,
senza trascurare il fattore estetico, sulla sobrietà, la
resistenza all’uso e la facilità di pulizia e manutenzione.
Voluta la continuità cromatica che collega ed amalgama le tonalità di bianco-grigio delle facciate ed il grigio della pavimentazione dei percorsi pedonali esterni con la tonalità di grigio molto chiara per i pavimenti interni del corpo centrale realizzati in grès fine porcellanato.
Lo stesso materiale è stato usato anche per tutti i pavimenti del corpo di destra per il quale sono state scelte
sempre tonalità chiare ma differenziate per distinguere diverse destinazioni d’uso.
Egualmente diversificati dal punto di vista cromatico
sia i percorsi orizzontali e verticali sia i servizi per consentire anche visivamente una più facile individuazione dei luoghi e dei percorsi.
6
358
inarcos
Nelle pagine precedenti:
1 - Ingresso e fronte principale.
2 - Sala auditorium: esterno. Particolare attacco vetrata.
3 - Sala auditorium: esterno. Vista con cilindro.
4 - Vista frontale della scala principale.
5 - Corpo cilindrico: vista frontale.
6 - Copertura vetrata del corpo cilindrico.
In questa pagina:
7 - Scala principale.
8 - Muratura della facciata: particolare.
B) GLI IMPIANTI
Stanti alcune peculiarità dei medesimi vale la pena
accennare all’impiantistica
b.1) Impianto elettrico ed impianti affini
L’impianto base prende origine da una fornitura in
Media Tensione a 150 KV con passaggio in Bassa
Tensione a 400V mediante cabina privata di trasformazione.
b.1.1) Illuminazione
Tutti i corpi illuminanti hanno caratteristiche conformi a quanto richiesto dalle vigenti norme UNI
10380. Nei locali con posti di lavoro videoterminale,
le ottiche sono del tipo antiriflesso con luminanza
ridotta, mentre in alcuni locali particolari, come le
aule e le sale riunioni, sono previsti sistemi di illuminazione a “luce morbida” con la possibilità di variazione dell’intensità luminosa per garantire il massimo confort visivo in funzione dell’attività svolta. E’
inoltre stato installato un sistema centralizzato per
la gestione ed il controllo dell’illuminazione di emergenza, con integrazione delle lampade deputate
direttamente nei corpi illuminanti degli ambienti,
mentre la sala conferenze è stata dotata di un
master di gestione luci per ottenere i migliori risultati in ogni situazione in accordo con la multifunzionalità della sala stessa.
In esterno oltre ad un’illuminazione di gala, sono
stati adottati corpi illuminanti con ottica “cut off”
per la limitazione della dispersione del flusso luminoso verso l’alto, in accordo con la vigente normativa.
Oltre agli impianti di normale utilizzo ne sono stati
realizzati alcuni con caratteristiche particolari come
7
8
inarcos 359
Prospetto principale
Prospetto posteriore
Prospetto laterale lato Aula Conferenze
Prospetto laterale lato corpo ad uffici
l’impianto di sicurezza progettato in modo da integrare in un unico impianto centralizzato la rivelazione fumi, la segnalazione delle chiamate d’emergenza dai bagni handicap e la gestione delle serrande tagliafuoco e l’impianto antintrusione, completamente autonomo che riunisce in sé numerose
unità di rilevamento presenza ed allo stesso tempo
unità di segnalazione e controllo periferiche
360
inarcos
b.1.2) Impianto TV esterno a circuito chiuso.
Costituito da otto telecamere digitali interfacciate ad
un sistema di gestione computerizzato che ne permette il controllo sia in loco sia a distanza tramite un
collegamento telematico, con capacità di memorizzazione, elaborazione e gestione delle immagini e possibilità di registrazioni simultanee in playback.
9 - Interno Sala Conferenze.
10 - Luogo votivo.
9
b.1.3) Impianto trasmissione dati e telefonico.
Impianto ricezione canali televisivi e satellitari
I primi due impianti sono riuniti in un’unica rete strutturata che consente di avere prese distribuite in tutto
l’edificio utilizzabili sia come prese telefoniche sia
come prese dati interconnesse alla rete Local Area
Network di edificio. Sono identificabili 94 postazioni
di lavoro ognuna attrezzata con quattro prese (TP e/o
TD).
Per quanto attiene la ricezione dei canali televisivi terrestri e dei canali digitali satellitari il sistema è in grado
di portare nelle aree deputate il segnale dei normali
canali.
b.1.4) Impianti multimediali.
10
Le varie unità sono dotate di punti canalizzazione
per la ricezione e/o la trasmissione di segnali audiovideo inseriti in un sistema centralizzato gestito da
una sala regia.
Oltre alla sala conferenze principale ogni aula o sala
riunioni è predisposta per l’installazione di tutte le
apparecchiature multimediali necessarie per la presentazione e/o lo studio di progetti e relazioni.
Sono stati installati un impianto di traduzione
simultanea, un sistema di video conferenza a più
parti sia all’interno sia all’esterno dell’edificio ed un
sistema di telecamere e videoproiettori in grado di
registrare e trasmettere il segnale audio/video nelle
zone previste da tale copertura all’interno dell’edificio.
B.2) Impianti meccanici
b.1.5) Impianto diffusione sonora
b.2.2) Centrale frigorifera.
Un impianto di diffusione sonora con diffusori acustici e sistemi microfonici dotati di filtraggio automatico
dei disturbi è installato nel luogo votivo ed in tutte le
sale riunioni.
A funzionamento stagionale é organizzata su di un’unica unità in grado di parzializzare l’energia fornita in
funzione del carico richiesto dagli impianti, con obbiettivo primario il contenimento dei consumi energetici ed
b.2.1) Centrale termica.
A funzionamento annuale, organizzata considerando la
potenzialità complessiva occorrente su di un unico generatore di calore in ghisa termica con focolare a pressione atmosferica per funzionamento a gas metano.
In funzione delle utenze da servire, si è scelto un generatore idoneo al funzionamento a bassa temperatura permettendo così l’ottimizzazione dei consumi abbinandolo ad un bruciatore atmosferico a premiscelazione in modo da ridurre gli ossidi di azoto derivanti dalla
combustione del metano: ciò allo scopo di permettere
valori di basso impatto ambientale e quindi con minimo
inquinamento atmosferico.
inarcos 361
Pianta piano interrato
Pianta piano terra
il minimo inquinamento ambientale. L’utilizzo di un
refrigeratore d’acqua raffreddato ad acqua, invece che
ad aria come di norma, permette un minor costo di realizzazione iniziale ed un successivo risparmio gestionale in termine di consumi energetici.
362
inarcos
Con particolare attenzione all’ambiente si è poi ritenuto opportuno adottare un refrigeratore, che in luogo
dei tradizionali gas dannosi per l’ozono, utilizza un gas
compatibile con l’ambiente fornendo nel contempo un
buon rendimento energetico.
Loc.Tec.
L.Tecnico
Pianta primo piano
Copertura
Copertura
Pianta secondo piano
b.2.3) Impianto di riscaldamento
I locali interessati da questa tipologia impiantistica
sono i servizi igienici, i depositi e gli archivi al piano
interrato nei quali si è realizzato un impianto di riscal-
damento ad acqua calda utilizzando, come unità terminale ambiente, dei radiatori statici ad elementi componibili in acciaio. La regolazione della temperatura
ambiente è governata da un sistema automatico che
controlla la temperatura del fluido scaldante in funzio-
inarcos 363
11 - Coperto: sommità cilindro e percorsi impianti.
11
ne di un’opportuna compensazione climatica con l’ambiente esterno. Ogni corpo scaldante è dotato di operatore termostatico che eviterà il surriscaldamento dei
locali in condizioni di apporti energetici gratuiti.
b.2.4) Impianto di raffrescamento
Uffici, atrio, disimpegni e corridoi sono dotati, tenuto
conto della loro valida aerazione naturale, di un riscaldamento invernale e di un raffrescamento estivo con
impianto a ventilconvettori. Le unità terminali ambiente sono in grado di sopperire ai fabbisogni di calore, positivi o negativi, in funzione del periodo stagionale, dovute alle dispersioni/rientrate del fabbricato ed
ai carichi interni (persone, luci, macchine ecc). Ogni ventilconvettore è dotato di un proprio sistema di regolazione automatico della temperatura ambiente, che
verrà mantenuta nei valori impostati con la dovuta tolleranza.
b.2.5) Impianto di condizionamento
Nel luogo votivo, nelle aule, nella sala conferenze ed in
quella del Consiglio Direttivo, locali ove si prevede un
affollamento significativo, sono stati realizzati impianti di riscaldamento del tipo acqua-aria che prevedono
l’utilizzo di unità di trattamento aria, con il compito di
neutralizzare sia il carico sensibile fornito dalle dispersioni e/o rientrate di calore a seconda del periodo stagionale, dal carico ambiente fornito dall’illuminazione
artificiale, dalle persone, dalle apparecchiature presenti e dall’aria di ventilazione, sia il carico latente fornito
dalle persone e dall’aria di ventilazione.
Il funzionamento è di tipo stagionale e quindi con funzione scaldante durante la stagione invernale e raffreddante durante il periodo estivo.
La regolazione della temperatura ambiente per ogni
singolo locale è realizza con un sistema automatico di
364
inarcos
regolazione, tarato ai valori precedentemente richiamati, che andrà ad agire sulla quantità di fluido scaldante o raffreddante che attraverserà la batteria di
scambio termico aria-acqua.
Ogni singolo ambiente è dotato anche di una unità di
trattamento aria che preleva aria esterna per la ventilazione ed aria ambiente di ricircolo, parte della quale
viene espulsa all’esterno. Questa miscela viene filtrata
per il trattamento delle polveri, riscaldata ed umidificata, raffreddata e deumidificata e quindi inviata in
ambiente.
In considerazione delle immissione di aria esterna,
affinché l’umidità in ambiente, durante il periodo
invernale non possa scendere al di sotto del 40% di umidità relativa, si è realizzato un sistema di umidificazione con iniezione di vapore, prodotto localmente con
apposita apparecchiatura a resistenze elettriche, mentre durante il periodo estivo, per mantenere il valore
dell’umidità ambiente inferiore al 50% di umidità relativa la deumidificazione avviene attraverso lo scambiatore di raffreddamento.
Il controllo dell’umidità e della temperatura ambiente
è affidato ad un apposito sensore sonda di umidità e
temperatura, installato direttamente nell’ambiente.
L’aria ambiente, di riscontro a quella immessa per la
ventilazione, è espulsa in parte per sovrapressione per
evitare infiltrazioni di aria dall’esterno, mentre la
restante quantità viene convogliata, attraverso griglie
e condotti all’Unità Trattamento Aria. , dove viene in
parte espulsa ed in parte ricircolata.
b.2.6) Impianto di distribuzione acqua
L’acqua fredda potabile, prima di essere distribuita alle
utenze, subisce un trattamento di filtrazione meccanica per l’eliminazione dei corpi solidi eventualmente
presenti, una riduzione della pressione di erogazione,
per mantenere il valore della stessa inferiore a 5,0 bar.
ed un trattamento di addolcimento sino a raggiungere
una durezza temporanea di 15°F, per limitare la formazione di depositi calcarei e conseguentemente mantenere elevato lo scambio termico degli apparecchi.
Successivamente la sola acqua addolcita viene condizionata con un prodotto chimico specifico per la protezione dalla corrosione della rete distributiva e degli
apparecchi d’uso.
La produzione di acqua calda sanitaria avviene con
sistema centralizzato, tramite un produttore ad accumulo, con riscaldamento ad acqua calda, in grado di
soddisfare l’alimentazione delle utenze ad una temperatura di erogazione di +48° C.
Per tutti i circuiti e le utenze, per le quali è ipotizzabile
un’eventuale possibilità di contaminazione, sono adottati dei disconnettori a zona di pressione ridotta.
Proseguendo nella filosofia ecologica di tutti gli
impianti, per le utenze di acqua non potabile, quindi
quelle a carattere tecnologico, è prevista la copertura
del fabbisogno utilizzando acqua piovana, mediante
raccolta in apposita voluminosa cisterna e sistema di
ripompaggio.
b.2.7) Produzione fluidi caldi ed acqua
refrigerata
La produzione di fluido caldo per uso riscaldamento e
per uso sanitario è realizzata con sistema centralizzato
dotato di un generatore di calore a gas metano, ad elevato rendimento.
Per la produzione di acqua refrigerata a servizio dell’impianto di raffreddamento e di condizionamento, è
prevista l’utilizzazione di un refrigeratore di tipo
monoblocco con raffreddamento del condensatore ad
acqua.
Le macchine ubicate all’esterno sono tutte carenate con
pannelli fonoassorbenti (foto 11) e dotate di silenziatori acustici in modo da non inquinare l’ambiente e quindi facendo sì che il rumore indotto risulti inferiore ai
limiti imposti dal D. P. C. M. 01/03/1991.
HANNO CONTRIBUITO
ALLA REALIZZAZIONE DELL’OPERA:
Progetto architettonico
Ing. Alessio Zanichelli
Collaboratore
Arch. Uber Stagni
Progetto delle strutture
Ing. Angelo De Cocinis
Progetto degli impianti meccanici
p.i. Carlo Savorani
Progetto degli impianti elettrici
p. i. Mauro Raimondi
Direzione dei lavori
Ing. Alessio Zanichelli
Collaboratore
Arch. Luca Zanichelli
Coordinatore della sicurezza
Ing. Alessio Zanichelli
b.2.8) Impianto antincendio.
L’impianto fisso per la protezione antincendio è realizzato con NASPI UNI 25 per la protezione delle aree ad
uffici, da manichette UNI 45 per la protezione del deposito e degli archivi al piano interrato e da idranti soprassuolo per la protezione del fabbricato dall’esterno.
CONCLUSIONI
Occorre sottolineare che il fatto estetico o altri fattori
che avrebbero potuto caratterizzare maggiormente il
design della costruzione sono passati in seconda linea
per privilegiare la praticità, la peculiarità delle finiture
interne, il fattore economico e la scelta della tipologia
degli impianti basata sui criteri del minimo inquinamento ambientale e del risparmio energetico.
■
inarcos 365
Un nuovo ponte per l’area archeologica
di Marzabotto
Giordano Medici
Ingegnere - Direttore Tecnico di Produzione Vibro-Bloc S.p.A.
Su commissione della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, la Vibro-Bloc S.p.A.
ha provveduto ai lavori di ristrutturazione del ponte
dell’area archeologica di Marzabotto realizzato nel
1982. In particolare la Vibro-Bloc S.p.A. si è occupata della rimozione e demolizione della struttura
preesistente e della successiva progettazione e realizzazione del nuovo ponte.
All’incarico dei lavori, lo studio tecnico della Vibro-
bloc ha provveduto allo sviluppo del progetto esecutivo, analizzando i dettagli tecnici più critici sulla
base dei risultati ottenuti dall’analisi del degrado
del ponte esistente.
Da questa analisi è emerso il grande potenziale che
il legno lamellare racchiude quale materiale da
costruzione: infatti tali caratteristiche hanno consentito al ponte di mantenersi in esercizio per 25
anni, nonostante la mancata manutenzione ordina-
1
inarcos 373
In apertura:
1. Il nuovo ponte per l’area archeologica di Marzabotto
In questa pagina:
2. Visualizzazioni delle sollecitazioni di taglio e momento
3. Progetto esecutivo: sezione trasversale
4. Predisposizione del nastro butilico ai telai di irrigidimento in
acciaio
2
4
3
374
SOMMARIO
SUMMARY
L’articolo descrive la realizzazione del nuovo ponte in
legno lamellare presente all’interno dell’area archeologica di Marzabotto.
La progettazione e la realizzazione sono stati affidati
alla Vibro-Bloc S.p.A., la quale ha concentrato la propria
attenzione nel ricercare e adottare tutti quegli accorgimenti tali da non ripetere gli errori che hanno portato
alla messa in fuori uso del precedente ponte realizzato
all’inizio degli anni ottanta.
This paper describes the construction of the new glulam bridge inside the archeological area of Marzabotto (BO).
Vibro-Bloc S.p.a. was charged with the design and the
construction of this new structure.
The focus point for designers during project and
construction stages was to analyze and avoid all the
structural mistakes that led the previous structure to
a quick decay.
inarcos
5. Particolare appoggio travetto sul telaio in acciaio: da notare il
nastro butilico posto in corrispondenza della sede di appoggio
6. Particolare appoggio con neoprene e staffa in acciaio in corrispondenza dei plinti in c.a.
7. Fissaggio dei telai in acciaio ai plinti in c.a.
8. Fissaggio dei telai di irrigidimento in acciaio alle travi in
legno
7
5
8
6
ria (non essendo stato redatto uno specifico manuale di manutenzione) e l’assenza di quegli accorgimenti progettuali e tecnologici volti a conseguire
una maggiore durabilità dell’opera.
Il progetto strutturale del nuovo ponte è stato sviluppato mediante l’ausilio di una modellazione al
computer dell’intera struttura, rispettando le indi-
cazioni riportate nell’ultima versione dell’Eurocodice 5: la UNI EN 1995:2004.
È stato analizzato anche lo stato di degrado dei plinti esistenti, al fine di individuare i necessari interventi di adeguamento da adottare.
Da un punto di vista progettuale la committenza ha
richiesto di avere un ponte analogo a quello preesistente con l’unica variante di innalzare il parapetto
ad una altezza di 150 cm: questo allo scopo di evitare ai fruitori del ponte (per la maggior parte bambini) di traguardare visivamente la sottostante pubblica via, andando a realizzare in questo modo un
dissuasore ad un eventuale lancio di oggetti.
Sono stati quindi studiati e progettati tutti i princi-
inarcos 375
9. Vista dei telai di irrigidimento in acciaio fissati alle travi in
legno
10. Vista del travetto in legno lamellare con la sovrastante scossalina posta sopra il listello distanziatore
11. Particolare della scossalina posata a protezione delle travi
principali
12. Particolare degli interspazi liberi lasciati tra i tavoloni in larice del piano di calpestio
9
(essendo la presenza di acqua ad essere l’elemento
scatenante di ogni forma di degrado nel legno).
I principali accorgimenti riguardano:
– la protezione di tutte le ferramente mediante il
trattamento di zincatura a caldo;
– la posa di nastro butilico in corrispondenza di tutte
le interfacce legno-acciaio, al fine di evitare zone di
formazione di condense o accumuli di umidità;
– l’impiego di specie legnose maggiormente dure-
11
10
pali dettagli della struttura, con particolare attenzione ai collegamenti legno-acciaio e legno-legno, cercando di adottare tutti quegli accorgimenti tali da
proteggere la struttura, preservandola dal degrado:
per fare questo questo l’attenzione principale è quella di eliminare tutte le zone di ristagno dell’acqua
376
inarcos
12
13. Vista del piano di calpestio del ponte finiti i lavori in stabilimento
14. Particolare della realizzazione dei tappi di chiusura in corrispondenza dei fissaggi dei telai in acciaio
15. Vista dei fissaggi dei telai in acciaio conclusi i lavori in stabilimento
16. Particolare delle insegne attaccate alle travi principali: logo
museo etrusco.
15
13
16
14
voli, quale è il larice, per gli elementi maggiormente esposti come i tavoloni che formano il piano di
calpestio e i listoni che costituiscono il parapetto al
disopra delle travi principali;
– la posa dei tavoloni di larice distanziati di circa 5 mm
al fine di evitare zone di ristagno dell’acqua. (non era
possibile aumentare eccessivamente tale distanza in
quanto bisognava proteggere la sede stradale sottostante dalla possibile caduta accidentale di oggetti);
– la posa di bandinelle metalliche al di sopra delle travi
principali e dei travetti secondari, anche in corrispondenza delle testate delle travi, al fine di facilitare l’allontanamento dell’acqua piovana e il ristagno dell’acqua e proteggere zone particolarmente delicate come
appunto le teste delle travi in cui è accentuato l’assorbimento e la perdita di acqua in conseguenza dei cicli
climatici stagionali. Particolare importante riguarda la
inarcos 377
17. Operazioni di carico sui mezzi di trasporto
18. Arrivo del trasporto eccezionale in cantiere
19-20-21. Alcuni momenti del sollevamento e posizionamenti
della campata centrale del ponte
17
19
18
posa delle bandinelle al disopra di listelli in legno per
consentire la ventilazione delle zone tra bandinella e
trave ed evitare in questo modo pericoli di condense;
– l’impiego di tappi il legno a protezione dei fissaggi dei telai in acciaio alla trave principale e il posizionamento dei montanti a sostegno dei listoni del
parapetto di fianco alla trave principale, in modo
tale da non andare a compromettere la continuità
della protezione superiore della trave data dalla
bandinella metallica e, al contempo, proteggere i
punti di fissaggio (che nel ponte demolito si erano
rivelati punti particolarmente delicati in cui avevano avuto origine processi di degrado del materiale);
– la particolare lavorazione del profilo dei montanti di sostegno del parapetto che facilita lo smaltimento dell’acqua piovana
– lo studio attento della zona di accesso al ponte in cui
si ha la delicata situazione di vicinanza con il terreno:
rispetto alla situazione precedente, in cui la rampa di
accesso al ponte era realizzata direttamente con il terreno stesso, è stato deciso di realizzare una rampa in
legno, sostituibile, che ha consentito di allontanare il
terreno dall’appoggio delle travi stesse.
378
inarcos
20
21
Terminate le operazioni di assemblaggio in stabilimento si è provveduto alla preparazione del cantiere e all’organizzazione del trasporto delle tre parti
del ponte. È da sottolineare l’importanza e la delicatezza di questa fase, in quanto la lunghezza della
22. Vista del ponte dalla strada al termine del montaggio del
parapetto
23. Vista dell’attacco a terra del ponte terminate le operazioni
di sollevamento
24. Vista dell’appoggio del ponte sul plinto in c.a.
25. Particolare del corrimano predisposto al fine di evitare che
sia possibile sedersi e/o salire sopra le travi in legno lamellare
22
23
25
24
campata centrale del ponte di 16 m ha comportato
l’impiego di mezzi idonei per il trasporto eccezionale. Inoltre è stato necessario considerare la particolare importanza della strada statale “Porrettana” su
cui passa il ponte: non era infatti possibile chiudere
completamente il traffico stradale, questo ha complicato le operazioni di montaggio, dovendo con-
inarcos 379
26-27-28. Alcune immagini del ponte il giorno dell'inaugurazione
26
Impresa esecutrice: Vibro-Bloc S.p.A., via Padulle 388,
41055 Montese (Mo) - 059-970027 – [email protected]
Progetto strutturale: Vibro-Bloc S.p.A.
Ing. Francesco Lauriola
Progetto esecutivo: Vibro-Bloc S.p.A.
Marco Lolli
Direttore tecnico di cantiere: Vibro-Bloc S.p.A.
Claudio Leoni
Responsabile Logistica: Vibro-Bloc S.p.A.
Vincenzo Vannucci
Programma e piano di manutenzione: Vibro-Bloc S.p.A.
Ing. Giordano Medici
27
Committente: Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell’Emilia Romagna
Dott. Luigi Malnati
Responsabile del procedimento: Soprintendenza per i
Beni Archeologici dell’Emilia Romagna
Dott.ssa Paola Desantis
Progetto generale:Direzione Regionale per i Beni
Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna
Arch. Andrea Sardo
Coordinatore della sicurezza: Direzione Regionale per i
Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna
Arch. Gabriella Goretti
28
centrare le operazioni di movimento gru nel minor
tempo possibile.
È importante sottolineare come le scelte fatte dai
tecnici della Vibro-Bloc S.p.A. hanno consentito di
concentrare il più possibile la durata dei lavori, limitandoli a solo 15 giorni, consentendo l’impiego
della gru per soli 2 giorni.
Infine per non far ripetere ai gestori del museo l’errore di una mancata regolare manutenzione del
ponte, la Vibro-bloc, attraverso il proprio ufficio tecnico, ha sviluppato il programma di uso e manuten380
inarcos
Direzione dei lavori: Direzione Regionale per i Beni
Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna
Arch. Gabriella Goretti
Importo dei lavori: € 63.200,00
Durata dei lavori: 15 giorni
zione in cui sono riportate le principali caratteristiche del ponte e le principali operazioni di manutenzione e di controllo da eseguire, organizzate per
successivi step temporali.
■
dall’UNIVERSITÀ
Carlo Alberto Consani
Titolo della tesi
Progetto di riqualificazione architettonica e funzionale della ex chiesa
di S. Maria degli Angeli a Pesaro
Relatore: Prof. Ing. Riccardo Gulli
Università degli Studi di Bologna
Facoltà di Ingegneria
Corso di Laurea in Ingegneria Edile/Architettura
Data di Laurea: 21/10/2008
Voto di Laurea: 92/110
Un’ampia area nel centro storico di
Pesaro, inutilizzata in seguito alla
chiusura delle carceri minorili avvenuta negli anni ’90, ultima funzione
ospitata dal grande convento che qui
da secoli risiede, è stata riqualificata
con l’attenzione della Provincia di
Pesaro e Urbino e del Comune di
Pesaro i quali, divisa tale area in 3
comparti nello specifico piano particolareggiato, hanno proposto a concorso di idee due di questi: uno da
destinarsi a residenze e terziario, l’altro, oggetto della presente tesi, a
“spazi per giovani”.
Come viene raccontato da Luciano
Baffioni Venturi nel suo "I monaci
bianchi a Pesaro", S. Maria degli
Angeli sorse nel 1574 sul luogo dove
già esisteva la trecentesca Chiesa di
Santa Maria in Porto o Santa Maria
Vecchia, costruita nei pressi dell’antico porto medievale, allora situato
alla foce del fiume Foglia, che nel
1300 scorreva ancora dentro il centro
storico attuale. Giovanni del fu
Sapirolo o Samperolo, “vir providas
et discretus”, “uomo previdente e
accorto”, nel testamento pubblicato
il 4 ottobre 1360 negli Annales Camaldulenses, volle edificare una chiesa ed un monastero sui suoi terreni,
dove già sorgevano alcune case, nel
luogo detto Padule, cioè “palude”,
così chiamato perché il terreno si allagava facilmente, trovandosi sotto il
livello del mare (in questo luogo è
oggi Piazzale I° Maggio). Alcuni monaci avellaniti decisero allora di avvalersi dei diritti sull’area dell’antica
chiesa di Santa Maria Vecchia per
costruirvi una nuova chiesa ed un
ampio e comodo monastero. L’undici
dicembre 1570, mentre era priore
1
dell’ordine camaldolese Giovanbattista Barba, furono gettate le fondamenta della nuova Chiesa di Santa
Maria Nuova o degli Angeli dal duca
Guidubaldo II, del quale Giovanbattista era caro amico. Dopo una serie
di lunghi preparativi i Padri Camaldolesi solo nel giugno del 1574, a quasi
quattro anni dalla posa delle prime
pietre, iniziarono la costruzione della
nuova chiesa che dedicarono a Santa
Maria degli Angeli (o Angioli), il
tutto su progetto dell’architetto
pesarese Girolamo Arduini.
Nel 1587 i lavori della chiesa non
erano ancora terminati e sappiamo
che il padre generale dei Camaldolesi
Filippo Santoni, il 25 aprile 1587,
rispondeva da Ravenna alle rimostranze del duca Francesco Maria II
rassicurandolo essere sua intenzione
portare il nuovo edificio a compimento con la massima sollecitudine. I monaci attribuirono all’impresa di costruzioni la colpa di avere ritardato i
lavori e di aver chiesto più del dovuto. Fu quindi celebrato un processo
contro i muratori incaricati dei lavori.
Nel processo Del Monte afferma, tra
l’altro, che la chiesa aveva un soffitto
di legno e sottostante volta di “stuora
di canne”, che i muratori avevano così
disposto perché se avessero altrimenti
costruito in mattoni essa sarebbe crollata. I muri erano poi di otto teste di
mattoni, il doppio di quelli delle contemporanee stalle ducali, che erano di
quattro teste, ma ciò si doveva al
fondo acquitrinoso dove si era
costruita la chiesa e che non permetteva un muro più sottile. Finalmente
la cappella fu ultimata nel 1595.
inarcos 387
3
2
Francesi che avevano occupato la
città, passando Pesaro alla repubblica
Cisalpina, ordinarono la chiusura progressiva della maggior parte dei conventi e la confisca dei loro beni.
Anche i “Monaci Bianchi” dovettero
lasciare Pesaro, come tutti gli altri
religiosi.
Con la caduta di Napoleone ed il congresso di Vienna, poiché il convento
di S.Maria degli Angeli non era stato
venduto, i monaci tornarono in possesso dei loro luoghi. Nel 1814, quindi, essi rientrarono nell’antico convento.
I Monaci officiarono Santa Maria
degli Angioli fino al settembre 1860,
quando, dopo avere annesse le
Marche e l’Umbria, lo Stato Sabaudo
decise la soppressione dei beni eccle-
4
Nel 1646 i Camaldolesi stabilirono
ufficialmente di spostare il locus tirocinii, vale a dire il noviziato, da Fonte
Avellana a S. Maria degli Angeli. Nel
secolo XVIII questa chiesa, come
tante altre a Pesaro, subì modifiche e
adattamenti secondo il gusto dell’epoca. L’intervento più importante fu
quello terminato nel 1774 dall’architetto pontificio faentino Giuseppe
Pistocchi (1744-1814). La facciata
della Chiesa realizzata dal Pistocchi,
come appare nel disegno allegato
alla pianta di Pesaro (1790) di
Giovanni Stefani (Pianta, Elevazione
e diverse fabbriche della Città di
Pesaro), era d’impianto classico neopalladiano, con un grande timpano
sostenuto da due lesene e la scritta
“REGINAE ANGELORUM”.
Nel febbraio 1797, dopo la pace di
Tolentino tra Napoleone e Pio VI, i
388
inarcos
5
6
7
siastici e lo scioglimento delle comunità religiose nelle Marche. Veniva
ordinata la demanializzazione dei
loro beni presso la cosiddetta Cassa
Ecclesiastica dello Stato e la devoluzione immediata di questi a Comuni e
Province.
Il geometra Giovanni Bertuccioli
redasse l’11 febbraio 1862 una perizia sullo stato e sul valore del fabbricato in cui si legge: “Il fabbricato con
l’annessa chiesa e caseggiato è
costruito nella maggior parte di
materiale cotto e trovasi in buono
stato. (…) Descrizione del tempio.
Vasto tempio ridotto attualmente in
uno stato da dover ricorrere a riparazioni per devastazioni procurate
dalle già truppe pontificie che ivi
stanziavano. (…) si giudica che l’affitto annuo perpetuo possa ritrarsi di £
650 (molto basso anche per l’epoca,
n.d.r.). Firma in calce: Giovanni
Bertuccioli geometra”. Trasformata
in bagno penale, dopo il terremoto
del 15 agosto 1916 l’ex chiesa fu suddivisa in tre piani adibiti ad ospitare
le sezioni di detenzione e l’infermeria, mentre il convento fu destinato
ad uffici e laboratori. Attorno alla
metà degli anni Trenta, anche in
seguito ai danni del terremoto del 30
ottobre 1930, il Genio Civile di Pesaro
effettuò ulteriori lavori di riparazione e trasformazione, che ne eliminarono anche le ultime velleità architettoniche. All’interno della chiesa
furono demoliti i tre piani e vennero
realizzate le celle su un braccio centrale lungo l’asse della navata. Il
complesso di S. Maria degli Angeli fu
destinato nel 1947 a Carcere Minorile
o Riformatorio Giudiziario, più noto
ai pesaresi come “discolato”, che
ospitò ragazzi dai 14 ai 21 anni di
età.
Con la progressiva abolizione del carcere per i minorenni, a partire dal
1988, pur essendo considerata una
delle migliori “prigioni scuola”, dotata di aule, laboratori (falegnameria,
ceramica, meccanica, tipografia),
impianti sportivi, cinema, anche il
“discolato” di Pesaro non fece eccezione ed iniziò le sue procedure per
la chiusura definitiva.
Nell’ottobre del 2000, la Provincia di
Pesaro e Urbino, esercitando il diritto
di prelazione che spetta agli enti
locali, acquistò il complesso immobiliare dell’ex carcere dall’ufficio territoriale del ministero delle Finanze. Fu
redatto un piano particolareggiato in
cui, a proposito della chiesa, fu prescritto il solo vincolo della muratura
perimetrale, permettendone il completo svuotamento e ricostruzione.
Capita allora a proposito Ungers
quando, nel suo “Architettura come tema”, spiegando il tema “dell’incorporazione” o della “bambola
nella bambola”, afferma che esso
“descrive un fenomeno che gioca un
ruolo anche in altri campi, per esempio in psicologia, e che in nessun
modo si limita all’architettura”. “In
inverno gli involucri proteggono lo
spazio abitabile dal freddo ed in
estate da un eccessivo calore”, continua Ungers.
La relazione allegata al piano particolareggiato illustra le nuove destinazioni dell’area del convento: “Il
progetto del piano particolareggiato
prevede (l’intervento, n.d.r.) di
ristrutturazione, riferito all’edificio di
inizio secolo delle ex celle, che insiste
sul sedime dell’antica chiesa di Santa
Maria degli Angeli, destinato a spazi
per giovani di intervento pubblico
dell’ente comunale e provinciale”. Il
14 giugno 2007 esce il bando del concorso di idee cui parteciperanno 69
soggetti, compresi lo scrivente con il
gruppo di lavoro coordinato dal Prof.
Ing. Riccardo Gulli quale capogruppo.
Il tema stimolante della progettazione di “spazi per giovani di intervento
pubblico” ha interessato la prima
parte dello sviluppo del presente
lavoro, insieme all’analisi dell’intervento da un punto di vista architettonico e tipologico.
Subito si è posto il problema di dover
offrire ai ragazzi dei motivi per cui
frequentare un tal luogo, la cui realizzazione altrimenti, essendo consci
dell’impietosità dei loro giudizi, sarebbe diventato un sicuro fallimento.
A mio giudizio, occorreva prevedere
nel sito delle funzioni, tramite le
quali i giovani avrebbero preso contatto col luogo, che poi avrebbe potuto proporre loro nuove esperienze,
guidate dallo staff che Comune e
Provincia avrebbero assegnato alla
cura del Centro di Aggregazione.
Particolarmente interessante per i
nostri scopi è quanto si può leggere
nel dossier di R.Conte "I centri di servizio: il centro di aggregazione per
adolescenti": “Il Centro di Aggregazione generalmente è strutturato in
modo da essere polivalente rispetto
agli interessi degli adolescenti ed alle
funzioni che vocazionalmente si
trova a svolgere. (Esso si può dividere
in, n.d.r.):
• Lo spazio fisico. Di massima gli spazi/funzione che il C.A. presenta sono
di quattro tipi e possono essere varia-
inarcos 389
8
9
13
mente sviluppati a seconda della filosofia d’impianto e dei criteri di
gestione.
– Uno spazio per l’accoglienza;
– Uno spazio generalmente elastico e
trasformabile destinato alle attività
di gruppo o dei gruppi;
– Uno spazio elettivo, generalmente
più rigido, destinato a laboratorio
per attività manuali occasionali
(manutenzioni semplici) o anche corsuali;
– Uno spazio per servizi.
• Lo spazio affettivo (...).
• Lo spazio sociale. “
Un’altra fonte di informazione interessante per comprendere meglio
l’oggetto dell’intervento in questione è la relazione di Mario Pollo,
docente di animazione alla facoltà
390
inarcos
salesiana di Roma e alla facoltà di
scienze della formazione della Lumsa
di Roma, ad un convegno tenutosi
nel 2002 a Porto Sant’Elpidio:
“Personalmente credo che, ad esempio, un Centro di aggregazione giovanile insieme ad altre istituzioni
educative, debba consentire da un
lato di ri-territorializzare i giovani
inserendoli nella storia locale e, dall’altro lato, aprirli ad una progettualità verso il futuro. (…) purtroppo in
molte realtà (ma anche nelle Marche
ce ne sono alcuni) ci sono dei Centri
di aggregazione giovanile che sono
di fatto dei duplicati del “bar sport”
(…) E’ chiaro che questi Centri di
aggregazione giovanile non svolgono alcun tipo di funzione educativa
e, di fatto, diventano dei non-luoghi,
10
perché in questi spazi si perdono i
legami con la storia, la tradizione e la
memoria culturale locale. I non-luoghi sono, infatti, quegli spazi umanizzati che non offrono né identità,
né si inseriscono in una storia, né
tanto meno si inseriscono in un sistema relazionale. (..) La terza caratteristica importante, sempre al fine di
farne un luogo, è che il Centro di
aggregazione giovanile dovrebbe
essere uno spazio in cui il giovane
riceve memoria e viene stimolato a
sognare il futuro.”
Tenuto conto, quindi, di quanto più
sopra espresso, si è deciso di inserire
nella nuova struttura queste funzioni:
– funzioni per piccolo ristoro;
– emeroteca, ancora vicino all’ingresso, per cercare di invitare i giovani
alla lettura ed all’informazione;
– saletta internet;
– punto d’ascolto, magari un po’
“nascosto”, in modo tale da permettere di usufruire di questo servizio
anche a chi voglia mantenere l’anonimato: un tale servizio in un luogo
come questo dovrebbe diventare un
riferimento obbligato per i problemi
dei ragazzi;
– ludoteca;
– sale per attività particolari (proiezioni, prove musicali, prove teatrali,
polivalente);
– laboratorio fotografico e per attività manuali: si sottolinea la necessità,
come proposta ai ragazzi, del laboratorio per attività manuali in una città
storicamente molto importante nella
ceramica e che, come noto, ha sempre più problemi nel portare avanti
questa tradizione;
– sala studio: una sala insonorizzata
11
per poter studiare tranquillamente è
un qualcosa che assolutamente
manca in città, dove gli altri spazi
dedicati allo studio, forse a parte la
Biblioteca Oliveriana, risultano insopportabilmente rumorosi;
– sala riunioni: Pesaro è una città fervida di associazioni di ogni tipo, che
spesso fanno fatica a trovare spazi in
cui riunirsi;
– foresteria: l’uso foresteria, per incentivare la mobilità giovanile europea
quanto per aiutare i servizi sociali
nelle loro esigenze, appare assolutamente prioritario. E’ chiaro che trattandosi spesso di minori o comunque
di ragazzi in condizioni particolari,
occorrerà far sì che l’ambiente sia particolarmente accogliente;
– centro per l’impiego: questa è l’unica funzione che andava esplicitamente inserita secondo il bando di
concorso, per una superficie di 800
mq (tutte le altre funzioni dovevano
coprire complessivamente 1500 mq).
Consultando gli altri centri per l’impiego sparsi per l’Italia, appare che
esso abbia fondamentalmente bisogno di spazi ampi per postazioni ufficio, preferibilmente divisi fra una
parte accessibile al pubblico ed una
no.
La stessa Amministrazione Pubblica
non valuta granchè la condizione in
cui versa oggi l’ex Chiesa di S.Maria
degli Angeli. C’è però la volontà di
darle una nuova forma, una nuova
vita, conservandone la testimonianza
storica. E’ la circolare Fiorelli (D. Min.
P.I. 21/7/1882) che ci viene in aiuto
per indirizzarci nell’intervento: “Lo
studio dei restauri si farà mercè di un
esame storico ed artistico del monumento, che metta in grado di stabili-
12
re quanto debba essere conservato
nell’interesse della storia e dell’arte
(..) L’esame storico e artistico dovrà
essere fatto (..) distinguendo quanto
ha vera importanza per la storia o per
l’arte e deve essere rispettato, da
quanto non ha tanta importanza e
può essere variato o soppresso (..); e
confrontandone lo stato normale con
l’attuale, si mettano in evidenza le
differenze e i danni sofferti, cioè le
corrosioni, le demolizioni, le aggiunzioni, le ricostruzioni, le variazioni di
stabilità che hanno alterato l’economia del monumento”
La limitata estensione del polo urbano della città di Pesaro (si pensi che il
44,96 % della popolazione vive nei
quartieri del centro storico e limitrofi, circoscrizione 1 e 2, che invece
occupano solo il 5,98 % del territorio)
rende possibile una stretta vicinanza
spaziale fra diversi poli d’interesse
della città. Se l’ex convento dovrà
avere come interlocutori privilegiati
la fascia giovanile della popolazione,
esso potrà basarsi anche su questi collegamenti:
– la Biblioteca San Giovanni di
Pesaro, recuperata anch’essa da un ex
convento, inaugurata il 22 giugno
2002, è diventata, nonostante qualche problematica, un polo culturale
della città soprattutto per i bambini,
gli adolescenti ed i ragazzi universitari; essa dista in linea d’aria solo 430
metri dal nostro centro;
– piazza del Popolo, il “cuore” della
città, seppur con alcuni problemi di
frequentazione da parte della popolazione, su cui insiste il Municipio, la
Prefettura, la sede centrale delle
Poste, ed alla quale è vicinissima la
Questura, è a solo 360 metri;
– il parcheggio multipiano più nuovo
e capiente della città, “Il Curvone”, è
quasi dirimpettaio all’area di interesse e dista in linea d’aria 130 metri;
– gli stabilimenti balneari, sicuramente graditi dai giovani in estate, sono
a 410 metri;
– la stazione ferroviaria e stazione
delle corriere, infine, dista solo 850
metri.
Si vede quindi come la posizione dell’intervento sia decisamente fortunata e strategica.
Il collegamento orizzontale, su tutti i
livelli eccetto l’ultimo, che ha struttura diversa da quelli sottostanti, si può
considerare “spezzato” in due: il
blocco nord-est ha accesso diretto
all’atrio o vano scale, per cui il collegamento appare immediato; il blocco
sud-ovest, invece, a parte l’ultimo
livello, dedicato esclusivamente al
centro per l’impiego, e pensato come
open space da adattare alle esigenze
della provincia, ha un collegamento
orizzontale esclusivamente tramite la
passerella compresa fra la muratura
portante e la doppia pelle in vetro
strutturale.
Per quanto riguarda l’atrio, si vuole
rimarcare la volontà di renderlo realmente collegato con tutto l’edificio,
sia grazie ai collegamenti già citati,
sia anche alle ampie aperture previste sui vari solai, sia ancora alla scelta, architettonica e strutturale, di
poggiare i solai su travi alveolari che
permettono così una continuità visiva. Inoltre, quando è stato possibile, i
divisori delle stanze affacciate sull’atrio sono ancora stati risolti con l’utilizzo di vetro strutturale. Tutto ciò,
unito alla leggerezza caratteristica
delle travi alveolari, intende fornire
inarcos 391
Nelle pagine precedenti:
1. Tavola acquerellata del perito agrimensore Giovanni Crescentini, rappresentante l'intera proprietà dei monaci nel 1792 (cm 100 X 120).
2. Vista dell'ex chiesa da via Barignani.
3. Pianta di progetto della zona del Piano Particolareggiato.
4. Demolizione delle celle e dei tre piani, costruiti dopo il terremoto
del 1916, in seguito all'altro terremoto del 1930.
5. Prospetto principale su via Bertozzini e vista dal chiostro, ora destinato a centro per l'impiego.
6. Sezione trasversale con collegamento sfalsato fra i primi piani dell'ex chiesa e del chiostro.
7. Sezione longitudinale dell'ex chiesa con gli accessi alle passerelle.
14
una reale unità a tutto l’edificio. Le
pareti di spina che racchiudono l’atrio presentano anche una caratteristica prevalente lungo tutta la verticalità dell’edificio: quella lato mare è
in vetro strutturale, trasparente, isolata acusticamente, per permettere
l’esplicazione delle funzioni preposte
con però garanzia di privatezza;
quella lato centro storico, viceversa, è
in muratura, fatto che rende più semplice l’organizzazione della parte
sud-ovest dell’edificio e la sua distribuzione funzionale, senza intaccarne
i propositi architettonici.
392
inarcos
8. Vista del collegamento al primo piano fra l'ex chiesa ed il chiostro.
9. Vista aerea.
10. Vista aerea.
11. Vista dai giardini di Piazzale I Maggio.
12. Vista dell'atrio dalla saletta internet attraverso la parete in vetro:
si noti la soluzione adottata con le travi alveolari.
13. Vista attuale del chiostro e della facciata laterale dell'ex chiesa
(sulla sinistra).
In questa pagina
14. Vista dell'interno dell'ex chiesa con il braccio delle celle costruito
sul suo asse.
La foresteria, come già accennato,
diventa uno strumento utilissimo per
i servizi sociali della città. Il suo inserimento all’interno di una struttura
pensata e progettata per i ragazzi
dovrebbe contribuire notevolmente
nell’aiutare a superare i problemi che
si possono verificare in determinate
situazioni. Essa si presenta come un
normale appartamento, con la zona
giorno sulla passerella, compatibile
quindi ad avere estranei che la percorrano, e la zona notte ed i servizi
sul chiostro. Questo è possibile anche
perché a questo livello si è superata
l’altezza massima del chiostro nella
parte adiacente all’ex chiesa (essa è
di 9.90 m mentre il piano di calpestio
cui facciamo riferimento è 10.20 m) e
c’è così la possibilità per la foresteria
di avere illuminazione naturale in
tutte le sue parti, tranne che nell’angolo ovest che sarà naturalmente
dedicato a ripostiglio: infatti esso è
adiacente alla copertura a capanna
del braccio del chiostro su via Luca
della Robbia.
Punto principale del sistema costruttivo ipotizzato è la possente muratura portante perimetrale dell’ex chiesa. La muratura ha infatti uno spessore di 154 cm e corrisponde ad otto
teste di mattoni.
Appurato quindi come dato di fatto
tale muratura, si è voluto evitare di
realizzare una maglia di pilastri che
avrebbero diminuito grandemente le
possibilità distributive.
Vista la grande luce, però, occorreva
una soluzione alternativa alle canoniche realizzazioni. Sono state prese in
considerazioni più soluzioni, ma si è
deciso, come già accennato, per quella che univa le caratteristiche struttu-
rali necessarie per la sicurezza dell’edificio con quella esteticamente più
gradevole: una trave alveolare in
acciaio.
E’ stata dunque prevista una trave
HEB 500-750 .
Su tali travi, quindi, sono stati appoggiati i nuovi solai, con lamiera grecata e rete elettrosaldata oppure in
laterocemento, a seconda delle caratteristiche cercate per l’adempimento
delle funzioni preposte dal progetto
architettonico. Unica eccezione a
questa impostazione è stato il giardino pensile all’ultimo livello.
Il carico di un solo solaio non richiedeva più l’impiego di una trave
alveolare. Poiché detto giardino pensile richiedeva un solaio nettamente
più spesso di quelli utilizzati nel resto
della struttura, solo in questo caso si
è deciso di abbandonare la soluzione
adottata con la trave alveolare convertendola invece in una più bassa
HEA 200 che avrebbe così garantito
l’abitabilità degli ambienti sottostanti.
A proposito del giardino pensile, esso
è stato pensato con uno strato superiore di 21 cm di terriccio seminato ad
erba; per proteggere da acqua e
piante il solaio strutturale, realizzato
in laterocemento 20+4 cm, viene disposto uno strato di ghiaia drenante
su una membrana antiradice di tessuto non tessuto e sopra un’altra membrana impermeabilizzante. A loro
volta, queste insistono su un massetto in sabbia e cemento allo scopo di
fornire la pendenza neccessaria per
lo scolo delle acque, sulla barriera al
vapore ed infine su pannelli isolanti
in polistirene espanso.
■
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PerCorsi
AREA COSTRUZIONI
MURATORE
CAPOCANTIERE
DECORATORE
TECNICA DELL’AFFRESCO
IL RESTAURO DELLE FINITURE E DEGLI ELEMENTI DECORATIVI
ITALIANO TECNICO PER STRANIERI
ADDETTO DI CANTIERE PER MIGRANTI
GRUISTA
OPERATORE MACCHINE MOVIMENTO TERRA
istituto
professionale
edile
AREA PROGETTAZIONE E GESTIONE
ATTESTAZIONI SOA
AGGIORNAMENTO IN DIRITTO URBANISTICO
USO PROGRAMMI SPECIALISTICI PER CONTABILITA’
COSTRUZIONI IN MURATURA CON RIFERIMENTI ALLA SISMICA
PROGETTO DI STRUTTURE IN C.A. CON IL METODO AGLI STATI LIMITE
LA PROGRAMMAZIONE LAVORI
GESTIONE DELLA COMMESSA EDILE
TIROCINIO PER ASSISTENTE TECNICO EDILE
IIPLE
Istituto per l’Istruzione Professionale
dei Lavoratori Edili
di Bologna e provincia
Sede di Bologna
Via del Gomito 7, 40127 Bologna
Tel. +39 051327605
Fax +39 051326668
e-mail: [email protected]
Tel. 051/327605
Sede di Imola
Via Calamelli 19, 40026 Imola (Bo)
Tel. e Fax: +39 0542641756
e-mail: [email protected]
CPTO Edilizia Bologna
Comitato Paritetico Territoriale Operativo
per la prevenzione infortuni, l’igiene
e l’ambiente di lavoro in edilizia
di Bologna e provincia
IIPLE è un ente
con Sistema Qualità Certificato
UNI EN ISO 9001/2000
CPTO
Edilizia Bologna
www.edili.com
AREA INFORMATICA
AUTOCAD DI BASE E AVANZATO
ISTRUZIONI AUTOCAD
UTILIZZO DELL’INFORMATICA PER LA REDAZIONE DEL POS
PRIMUS CONTABILITA’
LA PROGRAMMAZIONE LAVORI CON MS PROJECT
AREA SICUREZZA
SICUREZZA E SALUTE PER DIPENDENTI
RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA
RESPONSABILE SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
COORDINATORE PER LA PROGETTAZIONE E/O ESECUZIONE LAVORI
ADDETTO ALLA PREVENZIONE INCENDI ED EVACUAZIONE
ADDETTO AL PRONTO SOCCORSO
ADDETTO ATTIVITA’ DI RIMOZIONE, BONIFICA E SMALTIMENTO AMIANTO
RISCHIO CADUTE DALL’ALTO E UTILIZZO SISTEMI ANTICADUTA
CORSO PER MONTATORI DI PONTEGGI
MONTAGGIO, SMONTAGGIO ED USO DEI TRABATTELLI
AREA APPRENDISTATO
TECNICO DI CANTIERE EDILE
TECNICO CONTABILE
CARPENTIERE
OPERATORE EDILE ALLE STRUTTURE E ALLE INFRASTRUTTURE
OPERATORE AMMINISTRATIVO SEGRETARIALE
FORMAZIONE PER TUTOR AZIENDALE
AREA AMBIENTE&ENERGIA
FONTI RINNOVABILI ED EFFICIENZA ENERGETICA
I SISTEMI A CAPPOTTO
dall’ISTITUTO DI ISTRUZIONE
PROFESSIONALE EDILE
Cecilia Alessandrini
Convegno annuale CPTO di Bologna e provincia:
“Sicurezza sul lavoro in edilizia a Bologna e provincia:
dati e riflessioni sul 2008”
L’8 Maggio 2009, presso l’Aula
Magna dell’Istituto Professionale
Edile di Bologna e provincia, si è
svolto il convegno annuale curato dal CPTO di Bologna su infortuni e andamento dell’edilizia nel
2008 in provincia di Bologna.
Il convegno si è svolto a pochi
giorni dal 28 aprile, giornata
mondiale per la salute e la sicurezza, indetta dal 2003 dalla
Organizzazione internazionale
del lavoro (OIL). In tale data le
organizzazioni mondiali dei lavoratori commemorano i feriti e i
morti sul lavoro. L’ente ONU ha
richiamato l’attenzione sulle condizioni di salute e sicurezza e
sulle malattie professionali, sottolineando che ‘il diritto a un
lavoro sicuro è soprattutto un
diritto umano inalienabile’. L’OIL
avverte che l’attuale crisi globale potrebbe portare a un peggioramento
degli standard di salute e sicurezza, e
ricorda che nel mondo ogni 15 secondi si registrano 160 infortuni e un
morto sul lavoro, a causa di un incidente o di una malattia professionale.
Per sensibilizzare a questa tematica,
in preparazione al Convegno annuale
sulla sicurezza del CPTO, ci siamo
impegnati nei mesi precedenti nell’organizzazione, in collaborazione
con AMNIL nazionale e con INAIL
regionale, di una mostra fotografica
tenutasi nel mese di Aprile presso
l’Urban Center del Comune di Bologna al terzo piano della Biblioteca Sala Borsa. La mostra ha riscosso molto
successo ed è stata visitata da un
buon numero di persone di cui circa
300 ragazzi appartenenti a classi di
diversi istituti scolastici secondari di
primo e secondo grado.
Il convegno annuale del CPTO ha
visto, come ogni anno, la partecipazione di tutti gli enti che si occupano
di sicurezza sul lavoro e delle parti
sociali che compongono IIPLE ed è
stato presieduto dal Presidente, Ing.
Antonio Mazza, e dalla Vicepresidente Nadia Tolomelli.
Le varie relazioni, che si sono susseguite, hanno analizzato, da diversi
punti di vista, la situazione riguardante gli infortuni nel settore edile da
sempre uno dei più esposti a questa
problematica. Tutti i dati, raccolti dal
CPTO di Bologna e dagli altri enti che
si occupano del problema della sicurezza sul lavoro sul territorio, hanno
rilevato un calo negli infortuni nel
settore edile.
Questa tendenza positiva non deve
però indurre ad abbassare la guardia
ma piuttosto a fare tesoro delle esperienze positive e delle buone pratiche
che hanno dimostrato di essere effica-
ci nell’affrontare questo problema. A tale proposito una delle
relazioni del convegno è stata
dedicata ai risultati ottenuti, in
termini di prevenzione e sicurezza sul lavoro, all’interno dei cantieri di realizzazione delle grandi
opere, in particolare nei cantieri
della T.A.V., a dieci anni dal loro
avvio.
Questa esperienza dimostra come
sia fondamentale, per poter avere
dei risultati positivi, affrontare il
problema della sicurezza sul lavoro in edilizia creando un’ottica di
lavoro in “rete” tra tutti coloro
che sono coinvolti nel processo
produttivo
Gli atti completi del convegno
sono già scaricabili gratuitamente
dal sito www.cpto.it all’indirizzo
http://www.cpto.it/ATTIDELCONVEGNO2009.htm. Sul sito del CPTO sono
presenti anche altri interessanti materiali di informazione e formazione
rivolti ai lavoratori italiani e stranieri.
Sempre dal sito www.cpto.it è possibile scaricare le puntate della trasmissione televisiva “Edilizia Sicura” interamente dedicata alla sicurezza sul
lavoro in edilizia e la sua corrispondente versione radiofonica. Inoltre su
questo sito si possono trovare tutte le
informazioni utili sui materiali disponibili presso la sede del CPTO e sulle
importanti attività formative come,
ad esempio, la campagna di formazione alle 8 ore di sicurezza di base
obbligatorie per i lavoratori del settore.
Per maggiori informazioni sulle attività del CPTO contattare il dott. Antonio
Ghibellini all’indirizzo [email protected]
o telefonare al numero verde 800.49.12.14
presso la segreteria di IIPLE.
inarcos
395
EFFICIENZA ENERGETICA e certificazione
Cosimo Marinosci
Primi passi verso le “linee guida” per la certificazione energetica
degli edifici
rubrica a cura di Emanuele Pifferi, Sonia Subazzoli e Dario Vannini
Commenti sul nuovo DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA RECANTE
ATTUAZIONE DELL’ARTICOLO 4, COMMA 1, LETTERA A) E B), DEL DECRETO
LEGISLATIVO 19 AGOSTO 2005, N. 192,
E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI, CONCERNENTE ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 2002/91/CE SUL RENDIMENTO
ENERGETICO IN EDILIZIA
1. PREMESSA
Il 6 marzo 2009 nel corso della riunione
del Consiglio dei Ministri n. 40 è stato
approvato il regolamento per la definizione dei criteri generali, della metodologia
di calcolo, dei requisiti di base relativi alla
prestazione energetica negli edifici ed
impianti termici per la climatizzazione
invernale e la preparazione dell’acqua
calda per usi igienici sanitari. Le disposizioni danno attuazione alle norme di
recepimento della direttiva comunitaria in
materia di efficienza energetica. Tale
regolamento ad oggi (aprile 2009) non
risulta in vigore in quanto manca la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Prima
di entrare nel dettaglio della trattazione,
si cercherà di effettuare una panoramica
generale in relazione al contesto legislativo vigente in materia.
2. ANALISI DEL QUADRO
NORMATIVO NAZIONALE
Attualmente in materia energetica è in
vigore il decreto legislativo 19 agosto
2005, n. 192 “Attuazione della direttiva
2002/91/CE relativa al rendimento energetico in edilizia” che ha lo scopo di ridurre e
contenere i consumi energetici connessi
all’uso dell’edificio (riscaldamento, produzione acqua calda sanitaria, climatizzazione estiva, illuminazione artificiale, etc.). Il
D.Lgs 192/2005 rimandava a decreti attuativi la definizione dei criteri generali, delle
metodologie di calcolo e dei requisiti minimi per gli scopi suddetti, l’emanazione dei
396
inarcos
quali era prevista entro 120 giorni dalla
data di entrata in vigore del decreto.
Inoltre, entro 180 giorni era prevista l’emanazione delle “Linee Guida Nazionali
per la Certificazione Energetica” sotto
forma di Decreto Interministeriale. Naturalmente, come spesso accade, i termini
suddetti non sono stati rispettati e nel
frattempo sono state corretti e precisati
alcuni articoli del decreto 192/2005 con
ulteriori aggiornamenti (D.Lgs n. 311/2006)
e stabilito il metodo di calcolo (UNI/TS
11300 parte 1 e parte 2) nonché l’obbligo
di certificazione del software (D.Lgs
115/2008). Il 6 marzo 2009 il Consiglio dei
Ministri approva lo schema di uno dei
decreti previsti dal D.Lgs 192/2005 e più
precisamente il D.P.R. “ATTUAZIONE DELL’ARTICOLO 4, COMMA 1, LETTERA A) E
B), DEL DECRETO LEGISLATIVO 19 AGOSTO 2005, N. 192, E 2002/91/CE SUL RENDIMENTO ENERGETICO IN EDILIZIA”. Per
completare l’iter previsto dal decreto
192/2005, che in questa trattazione lo denomineremo semplicemente “decreto legislativo”, a tale “DPR” è auspicabile che
nel breve periodo vengano approvati almeno altri 2 provvedimenti: quello relativo all’accreditamento dei certificatori, previsto dall’art. 4 comma 1, lettera c) e l’altro
recante “Le linee guida nazionali per la
certificazione energetica degli edifici, previsto dall’art. 6 comma 9).
Da una attenta analisi del documento, il
DPR si presenta come una riformulazione
con alcune aggiunte e correzioni dell’allegato I del decreto legislativo.
3. AMBITO DI INTERVENTO
E FINALITÀ
Il DPR definisce i criteri generali, le metodologie di calcolo e i requisiti minimi per
la prestazione energetica degli edifici e
degli impianti termici per la climatizzazione invernale e per la preparazione dell’acqua calda sanitaria. La climatizzazione
estiva e l’illuminazione artificiale degli edifici del terziario saranno oggetto di successivi provvedimenti legislativi.
4. DEFINIZIONI
Oltre a quelle contenute nell’articolo 2,
comma 1 e 2, del decreto legislativo, nel
DPR si specificano anche le seguenti definizioni:
– “Sistemi filtranti”: pellicole polimeriche
autoadesive applicabili sui vetri in grado
di modificare le caratteristiche principali
delle superficie vetrate;
– “Trasmittanza termica periodica”, Y
(W/m K): parametro che mette in relazione le variazioni di flusso termico interno di
una parete con le variazioni di temperatura esterne in precise condizioni al contorno come meglio specificate nella UNI EN
ISO 13786:2008;
– “Coperture a verde”, cioè le coperture
continue dotate di un sistema che utilizza
specie vegetali formanti un sistema strutturale prevedendo la riduzione degli
effetti oscillatori della temperatura estiva
all’interno degli ambienti.
IE
2
5. METODOLOGIE DI CALCOLO DELLA
PRESTAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI E DEGLI IMPIANTI
Il metodo di calcolo da utilizzare è quello
riportato nelle UNI/TS 11300-1 e UNI/TS
11300-2:
– UNI/TS 11300-1:2008 – Prestazioni energetiche degli edifici – Determinazione del
fabbisogno di energia termica dell’edificio
per la climatizzazione estiva ed invernale.
– UNI/TS 11300-2:2008 – Prestazioni energetiche degli edifici – Determinazione del
fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e
per la produzione di acqua calda sanitaria.
Si fa presente che a breve (probabilmente
settembre 2009) verrà pubblicata anche la
UNI/TS 11300-3 - Prestazioni energetiche
degli edifici – Determinazione dell’ ener-
Tabella 1 - Limiti dell’indice Ep (climatizzazione estiva)
in funzione delle zone climatiche.
e,invol
gia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva.
6. CRITERI GENERALI E REQUISITI
DELLE PRESTAZIONI ENERGETICHE
DEGLI EDIFICI E DEGLI IMPIANTI
6.1. Climatizzazione invernale
Per tutte le categorie degli edifici, così
come classificati in base alla destinazione
d’uso dell’articolo 3 del DPR 26 agosto
1993, n. 412, nel caso di nuova costruzione e di ristrutturazione di edifici esistenti,
si procede in sede progettuale alla determinazione dell’indice di prestazione energetica invernale EPi e alla verifica che lo
stesso risulti inferiore ai valori limite riportati nella tabella di cui al punto 1 dell’allegato C del decreto legislativo.
6.2. Climatizzazione estiva
Nel caso di edifici di nuova costruzione e
di ristrutturazione di edifici esistenti, si
procede alla determinazione della prestazione energetica per il raffrescamento
estivo dell’involucro edilizio Ep definito
come il rapporto tra il fabbisogno di energia termica (utile) per il raffrescamento
estivo secondo la UNI/TS 11300-1 e la
superficie utile (per edifici residenziali) o il
volume (per gli altri edifici). L’indice Ep
deve essere inferiore agli indici riportati
nella tabella1.
Si fa presente che nel DPR non vi è più l’indicazione del limite di trasmittanza termica per le strutture opache e trasparenti nel
caso di edifici di nuova costruzione che
invece era riportato nell’allegato I del
decreto legislativo. Inoltre tale limite era
maggiorato del 30% rispetto a quelli
riportati in tabella dell’allegato C del
decreto legislativo. Parallelamente tale
omissione si evince anche nell’“Atto di
indirizzo e coordinamento sui requisiti di
rendimento energetico e sulle procedure
di certificazione energetica degli edifici”
e,invol
e,invol
del 4 marzo 2008 della regione EmiliaRomagna come anche evidenziato in [3]. Il
limite di trasmittanza termica per l’involucro per i nuovi edifici sembrerebbe non
fondamentale per la riduzione dei consumi energetici a meno di eccedere nello
sfruttamento delle fonti rinnovabili per
sopperire alla minore coibentazione.
Senza entrare nel merito si può affermare
che la verifica dell’indice di prestazione
energetica EPi per la climatizzazione
invernale potrebbe essere rispettata sia
riducendo le dispersioni termiche attraverso l’involucro (maggiore coibentazione
termica) sia eccedendo nell’uso di risorse
energetiche rinnovabili.
I limiti per l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione estiva, Ep sono
stati classificati solo in base alle zone climatiche e non anche in funzione del rapporto di forma dell’edificio S/V (rapporto
tra la superficie che delimita verso l’esterno il volume riscaldato lordo) come nel
caso invernale. Non è una strada percorribile quella di trascurare gli effetti termici
oscillatori che si instaurano nel periodo
estivo e comunque l’approccio risulterebbe troppo semplicistico nel caso in cui si
utilizzasse anche il rapporto di forma
come parametro aggiuntivo considerata
la complessità dei fenomeni.
Come modello di esempio si riporta un
edificio a torre formato da piani tutti
uguali i cui oggetti sono un appartamento al piano terra confrontato con quello
dell’ultimo piano con copertura orizzontale.
I due appartamenti pur avendo lo stesso
rapporto di forma S/V presentano comportamenti termici, soprattutto nella stagione estiva, completamente diversi.
L’appartamento al piano terra presenta il
pavimento a contatto con il terreno avente una temperatura pressoché costante e
più bassa rispetto a quella dell’aria interna. L’appartamento all’ultimo piano invee,invol
ce ha il tetto con superficie esterna diretta verso la volta celeste che potrebbe
avere temperature piuttosto elevate
durante il giorno.
Infine si sottolinea che l’indice Ep per la
stagione estiva si determina a partire dal
fabbisogno di energia termica utile (edificio), mentre l’indice EPi per la stagione
invernale si determina a partire dal fabbisogno di energia termica primaria (edificio+impianto).
Considerato che l’utilizzo di diversi metodi in contemporanea comporta spesso
dubbi interpretativi, sarebbe stato forse
più lineare definire esclusivamente un
solo un indice EP unico per l’involucro
(edificio) e 2 indici di prestazione energetica EPi (edificio+impianto per climatizzazione invernale) e Epe (edificio+impianto
per la climatizzazione estiva).
e,invol
invol
6.3. Trasmittanza delle chiusure
apribili e assimilabili
Per quanto riguarda i limiti di trasmittanza termica per i componenti finestrati, nei
casi di ristrutturazione o manutenzione
straordinaria, vengono mantenute tutte
le disposizioni presenti nell’allegato I del
decreto legislativo, aggiungendo nell’articolo 4, comma 3 del DPR le “porte” come
elementi soggetti a verifica.
Precisazione fondamentale considerato
che per le porte opache, prima di questo
DPR, non era chiara l’indicazione di quale
fosse il limite di trasmittanza da applicare,
come evidenziato anche da [3].
6.4. Generatori a biomasse
combustibili
Si considerano impianti alimentati da
fonte rinnovabile quelli riguardanti la climatizzazione invernale dotati di generatore di calore alimentati a biomasse combustibili con requisiti precisati meglio nel
DPR. Viene anche specificato che l’installazione di questi impianti comporta il rispet-
inarcos 397
Tabella 2 - Nuovi limiti per le prestazioni termiche “estive”
dell’involucro edilizio.
to dei limiti di trasmittanza termica per
l’involucro dei relativi edifici. Quindi sembrerebbe che un edificio di nuova costruzione in cui si prevede l’installazione di un
impianto di climatizzazione invernale
dotato di generatore di calore a biomasse
combustibili (fonte rinnovabile) dovrebbe
presentare un involucro avente maggiore
prestazione termica rispetto allo stesso
edificio di nuova costruzione con un
impianto diverso che utilizza una fonte
energetica non rinnovabile.
6.5. Edifici pubblici
Per gli edifici pubblici o ad uso pubblico
sia di nuova costruzione che di ristrutturazione è prevista una riduzione dei limiti
(indici EP e trasmittanza termiche) del
10% e un diverso valore limite per il rendimento globale medio stagionale.
6.6. Prestazioni termiche estive
dell’involucro edilizio
Il DPR pone l’attenzione sull’utilizzo di un
nuovo parametro: la “Trasmittanza termica periodica”, Y , al quale bisogna fare
riferimento in relazione al comportamento dinamico dei componenti edilizi opachi
nel periodo estivo.
In considerazione del fatto che all’origine
la massa superficiale era stata definita
come unico parametro caratterizzante l’inerzia termica delle strutture, alcune
regioni, compresa l’Emilia-Romagna, sono
intervenute con provvedimenti legislativi
diretti ad introdurre ulteriori parametri
come il “fattore di decremento” e lo “sfasamento termico”.
I parametri testé citati derivano dalla stessa radice dalla quale si ricava la “trasmittanza termica periodica” e pertanto quest’ultima potrebbe rappresentare i parametri precedenti.
Secondo la UNI EN ISO 13786:2008 la trasmittanza termica periodica rappresenta il
rapporto tra la variazione di flusso termiIE
398
inarcos
co interno e la variazione della temperatura esterna quando la temperatura interna è costante. In altre parole essa rappresenta la capacità della struttura edilizia di
frenare gli effetti termici esterni dovuti
all’oscillazione di temperatura in determinate condizioni al contorno.
In relazione all’articolo 9 dell’allegato I,
nel presente DPR vengono fatte ulteriori
specificazioni.
In primo luogo vengono trattate separatamente le strutture verticali da quelle
orizzontali o inclinate, vedi tabella 2. In tal
senso per quelle verticali,che non sono
comprese nel quadrante nord-ovest/nord/
nord-est, è previsto una massa superficiale
superiore ai 230 kg/m o in alternativa una
trasmittanza termica periodica inferiore a
0,12 W/m K.
Invece per quelle orizzontali o inclinate il
valore massimo di trasmittanza termica
periodica è di 0,20 W/m K.
L’introduzione del limite di trasmittanza
termica periodica sicuramente facilita
l’uso anche di quelle strutture che, pur
presentando una massa superficiale inferiore ai 230 kg/m , presentano comportamenti dinamici abbastanza simili o del
tutto “equivalenti” con strutture aventi
una massa maggiore.
L’inerzia termica dei componenti edilizi,
così come caratterizzata dal metodo riportato dalla UNI EN ISO 13786:2008, dipende
non solo dal “peso” delle strutture, cioè
dalla massa superficiale, ma anche dalla
resistenza termica delle stesse e quindi dal
grado di isolamento termico.
La trasmittanza termica periodica mette
in relazione questi due importanti aspetti.
Non è chiaramente identificabile la motivazione in base alla quale le strutture orizzontali e inclinate presentano un limite di
trasmittanza termica periodica diverso e
addirittura più alto rispetto a quello delle
pareti verticali (0,12 W/m K ‡ 0,20 W/m K).
Si sottolinea che le strutture orizzontali (e
2
2
2
2
2
2
inclinate) presentano un fattore di vista
con la volta celeste doppio rispetto alle
pareti verticali e quindi con una maggiore
captazione dell’energia solare. Inoltre le
strutture orizzontali devono rispettare
solo il limite della trasmittanza termica
periodica e non in alternativa quello di
massa (230 kg/m ) e questo dovrebbe risolvere la criticità legato all’utilizzo delle
strutture di copertura lignea “leggere”,
ma di converso con forti spessori di isolamento termico.
2
6.7. Sistemi schermanti esterni
Per le superfici finestrate, oltre ad essere
rimasta inalterata l’obbligatorietà della
presenza di sistemi schermanti e filtranti
esterni sia per i casi di nuova costruzione
che in quelli di ristrutturazione, viene data
la possibilità di fare ricorso a superfici
vetrate con fattore solare minore o al
massimo uguale a 0,5, nel caso in cui l’utilizzo dei sistemi prima citati sia particolarmente oneroso lato economico.
6.8. Obbligatorietà
delle fonti rinnovabili
Viene rimarcata l’obbligatorietà della produzione di energia termica ed elettrica
attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili
(che comprende anche energia alternativa
a quella solare). Si sancisce che con un successivo provvedimento, i sistemi di produzione di energia verranno messi in relazione sia rispetto alle dimensioni degli
edifici che alla loro destinazione d’uso.
E’ evidente che un monolocale situato in
centro cittadino non dovrebbe avere gli
stessi obblighi di produzione di energia
termica ed elettrica di una lussuosa villa in
aperta campagna.
6.9. Regole per gli impianti
condominiali
In tutti gli edifici esistenti con un numero
di unità abitative superiore a 4 e in ogni
caso per potenze nominali del generatore
di calore dell’impianto centralizzato maggiore o uguale a 100 kW, appartenenti
alla categorie E1 e E2, non possono essere
realizzati interventi finalizzati alla trasformazione da impianti termici centralizzati
ad impianti con generazione di calore
separata per singola unità abitativa. Nel
caso di ristrutturazione dell’impianto termico o di installazione di nuovo impianto,
devono essere realizzati interventi per
permettere, ove tecnicamente possibile, la
contabilizzazione e la termoregolazione
del calore per singola unità abitativa.
6.10. Ruolo delle Regioni
Il DPR trova applicazione per tutte quelle
regioni che, ad oggi, non hanno adottato
dei provvedimenti in recepimento di
quanto stabilito dalla direttiva 2002/91/
CE. Sulle regioni che invece hanno già
recepito quanto stabilito dalla direttiva,
incombe l’onere di adottare misure atte a
favorire un graduale ravvicinamento dei
propri provvedimenti a quelle contenuti
nei decreti attuativi.
6.11. Software commerciali
Il DPR sancisce inoltre che i risultati ottenuti attraverso l’uso di software commerciali non devono discostarsi di un 5%
rispetto ai risultati ottenuti da un foglio di
calcolo (strumento nazionale) in preparazione dal CTI (Comitato Termotecnico
Italiano). Il ricorso al foglio di calcolo
dovrebbe semplicemente orientare l’utente verso il risultato finale, ma non sostituirlo. Si pone l’attenzione su un dato
curioso emerso in occasione di convegni e
congressi sul tema energetico degli edifici
e precisamente sul confronto tra normative e metodi di calcolo posti a confronto.
Analizzando le varie casistiche è emerso
che l’utilizzo di diversi software ha portato il risultato finale oltre il limite di tolleranza del 5% sancito dal DPR.
La disomogeneità dei risultati potrebbe
essere imputabile ad un diverso approccio
dei dati di imput, ad una diversa interpretazione delle varie normative oppure
anche a un diverso modo di presentare i
risultati finali, nonché alla complessa
metodologia di calcolo. Purtroppo però
anche per i metodi che utilizzano calcoli
non proprio “complessi” (come per esempio per la verifica igro-termica dei componenti opachi) l’uso di alcuni software ha
portato ad avere dei risultati molto diversi tra loro come riportato in [4].
7. CONCLUSIONI
Concludendo si può affermare che il DPR
ricalca in maniera sostanziale i medesimi
articoli riportati nell’allegato I del decreto
legislativo 192/2005 introducendo alcuni
correttivi in relazione alle prestazioni termiche estive degli edifici.
In tale direzione sono stati introdotti
nuovi indici quali la “trasmittanza termica
periodica, Y ” e “l’indice di fabbisogno
energetico per il raffrescamento estivo,
Ep ”.
Attraverso la trasmittanza termica periodica sono stati ampliati, non in maniera
esauriente, gli aspetti legati all’inerzia termica dell’involucro opaco edilizio, mentre
con l’indice di fabbisogno energetico per
il raffrescamento estivo si sono gettate le
basi per un nuovo approccio di valutazione energetica degli edifici nel periodo
estivo, anche se in maniera non organica e
poco pragmatica.
È da sottolineare invece un approccio interessante nei confronti di tutti gli aspetti
energetici legati agli edifici pubblici nonché agli impianti centralizzati condominiali in coerenza con gli obbiettivi prefissati sul contenimento dei consumi energetici previsti dalla direttiva europea.
Si nota infine che rimangono fuori dalla
trattazione numerosi punti, come ad
esempio il rinvio delle modalità applicatiIE
e,invol
ve dell’utilizzo di fonti rinnovabili a successivi provvedimenti ad oggi non esistenti e che invece potevano essere oggetto di
trattazione nel medesimo documento e
che comportano in questo modo alcune
lacune metodologiche.
8. BIBLIOGRAFIA
[1] Decreto del Presidente della Repubblica
recante attuazione dell’articolo 4, comma
1, lettera a) e b), del decreto legislativo 19
agosto 2005, n. 192, e successive modificazioni, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico
in edilizia.
[2] Decreto legislativo 29 dicembre 2006, n. 311
- Disposizioni correttive ed integrative al
Decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192,
recante attuazione della direttiva 2002/91/
CE, relativa al rendimento energetico nell’edilizia.
[3] G. SEMPRINI - La nuova normativa della
regione Emilia-Romagna a confronto con i
criteri nazionali e regionali – Certificazione
energetica: normative e modelli di calcolo
per il sistema edificio-impianto posti a confronto - Convegno Aicarr - Bologna 2008.
[4] G. SEMPRINI, C. MARINOSCI, L. BARBARESI,
S. FALCIONI – Valutazioni delle prestazioni
igrotermiche dei componenti edilizi secondo la UNI EN ISO 13788:2003: analisi e confronti – Certificazione energetica: normative e modelli di calcolo per il sistema edificio-impianto posti a confronto - Convegno
Aicarr - Bologna 2008.
DITE LA VOSTRA!
Per approfondimenti, dubbi o interventi riguardanti le tematiche di questa rubrica contattateci all’indirizzo
[email protected], oppure direttamente dal sito www.assiabo.it, nella
sezione SPECIALE CERTIFICAZIONE
ENERGETICA: gli interventi più interessanti saranno pubblicati nella
sezione “Il caffè energetico”.
inarcos 399
LE AZIENDE INFORMANO
BIENNALE “BARBARA CAPPOCHIN”:
FISCHER SOSTIENE IL PREMIO
AL MIGLIOR DETTAGLIO ARCHITETTONICO
E COSTRUTTIVO
Dopo il successo ottenuto nella precedente edizione, fischer torna con
entusiasmo a fianco del Premio
“Barbara Cappochin”, apprezzata
manifestazione internazionale
L’iniziativa si inserisce all’interno della
Biennale Internazionale di Architettura
“Barbara Cappochin” quale riconoscimento speciale per la valorizzazione
del dettaglio tecnico come parte integrante dell’intera costruzione architetZaha Hadid
tonica
Nell’ambito del Premio Internazionale di Architettura “Barbara
Cappochin”, che nella scorsa edizione ha visto una partecipazione elevata e qualificata di progettisti provenienti da ogni parte
del mondo, fischer sostiene anche quest’anno il Premio “Al
miglior Dettaglio architettonico e costruttivo”. L’obiettivo
del Premio Barbara Cappochin, che si inserisce all’interno dell’omonima Biennale, è di promuovere la Qualità nell’architettura,
in linea con l’impegno quotidiano dell’Azienda. Soprattutto in
un contesto come quello attuale, dove gli aspetti congiunturali
obbligano ad una riflessione profonda, è importante guardare
all’insieme dell’opera: estetica, funzionalità, economicità, efficienza energetica. Andando oltre l’apparenza, il dettaglio di una
costruzione viene sempre più considerato come una parte essenziale e fondamentale dell’intera opera costruttiva: oggetto di
analisi attenta, ricerca e design, che si tramuta in un vantaggio
competitivo; elemento discreto e al contempo innovativo con
Progetto vincitore ed. '07 Premio Cappochin
400
inarcos
IL SIGILLO DELLA CITTÀ
AL PROF. KLAUS FISCHER
Il Sindaco Zanonato sabato 25 aprile scorso ha conferito il
sigillo in argento della città al Prof. Klaus Fischer, titolare
e CEO del Gruppo Internazionale fischer.
L’alto riconoscimento è stato conferito per l’impegno più
che ventennale di fischer per la promozione e la valorizzazione della cultura affianco all’Amministrazione cittadina. Rappresenta la più alta onorificenza che il Sindaco
possa concedere in segno di apprezzamento e stima per le
autorità in visita a Padova o ai cittadini padovani che si
sono particolarmente distinti. La cerimonia con oltre duecento ospiti si è tenuta nel contesto del centro culturale S.
Gaetano, storico palazzo di recente restauro. Tutti hanno
potuto visitare la mostra “Il futuro di Galileo”, che si tiene
in questi giorni per i 400 anni dall’impiego del cannocchiale nel 1.609 per lo studio degli astri ad opera dello
scienziato. Il genio di Galileo e la sua ricerca tecnica, basati sulla qualità: elementi che il Sindaco ha riconosciuto
come propri di fischer. Oltre i sistemi di fissaggio.
una profonda percezione del progetto e sempre all’insegna della
qualità. Così fischer lavora ogni giorno al fianco dei professionisti del mondo delle costruzioni: attenta ai reali bisogni. E il dettaglio è concepito come sintesi di soluzioni tecnologiche ed economiche unite a valori di estetica, funzionalità e sostenibilità.
Un premio di € 6.000,00 verrà assegnato al miglior dettaglio/particolare costruttivo delle opere in gara assieme ad una
scultura di Pino Castagna. Menzioni d’onore saranno invece
attribuite ad altre realizzazioni meritevoli a discrezione della
Giuria. Nello specifico, si andrà a valutare la capacità di realizzazione di elementi innovativi, di eccellenza funzionale congiunta
all’estetica. E per quanto attiene la funzionalità valgono principalmente i criteri di “qualità e sicurezza”, quali l’affidabilità, la
robustezza e la durata nel tempo di vita dell’opera, oltre all’ergonomia e la facilità di manutenzione. Il focus è relativo a specifiche della qualità del dettaglio nell’adozione di tecnologie e
tecniche di ancoraggio o interconnessione, strutturale e non,
nelle seguenti aree: 1. efficienza energetica e comfort abitativo;
2. dettaglio architettonico; 3. mobilità e connettività; 4. sicurezza in ambito strutturale.
Per tutti i dettagli: www.fischeritalia.it/premioaldettaglio
FISCHER. SCEGLIERE LA SICUREZZA SENZA
COMPROMESSI
Singoli monumenti e gruppi di edifici situati in ambienti urbani e
rurali rappresentano un patrimonio culturale architettonico di
grande importanza storica e dalle notevoli implicanze economiche. Un valore aggiuntivo per le nostre città, di cui rappresentano
di solito le parti più vitali. Purtroppo gli edifici storici sono spesso
conservati in cattivo stato, deteriorati a causa degli effetti del
tempo e dei cambiamenti ambientali. A questo si aggiunga che
sono costruiti con materiali e con sistemi solitamente inadeguati
a resistere alle sollecitazioni provocate dai terremoti. Il comportamento sismico inadeguato delle strutture vecchie è infatti causa della maggior parte dei danni agli edifici e del
tasso di mortalità durante gli ultimi terremoti in Europa. E
in Italia, all’alba di un ennesimo disastro, il più grave della storia
recente del nostro paese, la sicurezza degli edifici, pubblici e privati che siano, oggi più che mai, è una necessità stringente per
politica e impresa che devono insieme concretizzare la loro professionalità a vantaggio del bene collettivo. Nonostante la tipicità del territorio italiano, mappa geologica alla mano, quasi totalmente soggetto agli eventi sismici solo in occasione di episodi tragici qualcosa si smuove a livello normativo. Risale infatti al lontano 2003 l’ordinanza a seguito del disastro della scuola di San
Giuliano che riprendeva concetti antisismici. Oggi nulla di tutto
questo è entrato in vigore. Non buco normativo, piuttosto grave
mancanza applicativa. Importante in questo senso - spiega l’Ing.
Enrico Di Donato, responsabile della divisione collegamento e rinforzo strutturale in fischer Italia,- la collaborazione pluriennale di fischer con l’Eucentre. Una Fondazione senza scopo di
lucro fondata dal Dipartimento della Protezione Civile, dall’
Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, dall’ Università
degli Studi di Pavia e dall’ Istituto Universitario di Studi Superiori
di Pavia, con il fine di promuovere, sostenere e curare la formazione e la ricerca nel campo della riduzione del rischio sismico. Qui
vengono testate le soluzioni fischer e la loro applicazione tanto
che ad esempio l’ECMX fischer è stato impiegato per realizzare la
massa di riscontro della tavola vibrante del laboratorio
dell’Eucentre. Forte della ricerca e dell’esperienza a livello mondiale maturate con 60 anni di attività nelle costruzioni, fischer
offre soluzioni e servizi specifici per il nostro Paese. Per il rinforzo
strutturale fischer ha perfezionato una gamma completa di
soluzioni che comprende oltre ai sistemi costituiti da ancoranti
chimici certificati e barre ad alte prestazioni, anche materiali com-
positi. Nello specifico i FRP – materiali rinforzati a matrice polimerica - si prestano per recuperi di edifici esistenti o storici sia in calcestruzzo che in muratura dove, ottimamente, non aggiungono
peso allo schema statico originale e dove, se non serve, non sconvolgono le rigidezze dell’edificio. Erroneamente vengono additate come soluzioni costose. Una valutazione complessiva dell’intervento che non tenga conto solo del costo materiali ma anche di
variabili quali, in una prima fase, tempo, trasporto, manodopera,
mezzi e in un secondo tempo manutenzione e durabilità, evidenzia come, nel confronto con i metodi tradizionali, che prevedono
l’utilizzo di elementi in acciaio, le fibre siano molto più vantaggiose di quanto non si pensi. E in alcuni casi, come ad esempio
nella cerchiatura dei pilastri, sono addirittura convenienti. Il vero
ostacolo all’impiego di queste soluzioni innovative deriva, come
spesso avviene nel mondo delle costruzioni, dalla poco conoscenza sia progettuale che applicativa. Ecco perché fischer assiste i professionisti sin dal dimensionamento e punta all’aggiornamento
con corsi di formazione nei suoi due centri fischerà di
Padova e Caserta. Altra importante novità editoriale a supporto delle soluzioni FRS è il “Manuale dei materiali compositi.
Progettazione, applicazione e verifica”. Unico nel suo genere
prevede oltre ad una prima parte completa dedicata agli aspetti
della tecnologia, delle fasi applicative, dei diversi prodotti, una
seconda parte in cui, seguendo le più recenti linee guida del CNR
per il dimensionamento, viene sviluppato il calcolo dalla determinazione delle caratteristiche dei materiali sino alla scelta della
soluzione. Già molto apprezzato questo volume è unico per completezza e chiarezza. Lo si può acquistare on line sul sito
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inarcos 401
LE AZIENDE
INFORMANO
IL COLORE NEL CALCESTRUZZO
La pigmentazione del calcestruzzo: tecnica e arte
Tecnica e arte: due cose che sembrerebbero eliminarsi a vicenda,
apparentemente incompatibili. Ciò nonostante, colorare il calcestruzzo era, e sarà sempre non soltanto una questione tecnica, ma
anche di gusto individuale, e quest’ultimo fa di ogni produttore di
calcestruzzo un artigiano abile.
Colorare il calcestruzzo è già un’arte apprezzata. L’uso dei colori
negli ambienti personali è antico quanto l’umanità. Tutto cominciò
con la vernice per dipingere i grigi e monotoni muri in cemento, o
ai tempi dei cavernicoli per coprire grigi muri di pietra.
In questo modo gli ambienti diventavano più accoglienti e più belli,
almeno per un certo periodo, perché la vernice come rivestimento
superficiale non rimane sempre stabile, specie quando si tratta di
muri esterni. La vernice si scrosta e il risultato finale nella maggior
parte dei casi è peggio del grigio del cemento.
Quindi una persona evidentemente molto intelligente ha avuto l’idea di colorare tutto il cemento e non solo la superficie. Se dovesse
scrostarsi o rovinarsi per effetto del clima sotto rimarebbe comunque colorato, in questo modo la struttura in calcestruzzo avrebbe
avuto sempre una superficie colorata e uniforme. Sfortunatamente
questo tizio non conosceva ancora l’influenza negativa dell’efflorescenza sull’uniformità della superficie.
Le prime vernici sono state “prodotte” a mano, miscelando acqua
e pigmenti naturali e creando una pasta che non solo colorava i
muri, ma anche il pittore e tutto ciò che veniva in contatto con esso.
Non era molto facile da usare! Queste paste si potevano soltanto
utilizzare per interni, non erano stabili esposte agli elementi e la
pioggia le portava via immediatamente. Un ulteriore progresso fu
fatto aggiungendo dagli agenti leganti, con l’utilizzo di solventi
come ingrediente base. Senza dimenticare poi l’invenzione del pan-
402
inarcos
nello e del rullo, che risolse il problema dell’ultilizzo delle dita per
l’applicazione. La successiva e logica invenzione fu quella del colore a spruzzo e delle pistole, che nacque dal fatto che gli imbianchini vollero ridurre il lavoro e contemporaneamente aumentare i
prezzi dicendo: “Immaginate il costo!” Questo sviluppo fu notevole, ma non ci porta a ciò che qui ci interessa: la colorazione dell’impasto nel calcestruzzo. Quindi l’idea fu quella di tornare alle radici.
Questo significava di dover utilizzare pigmenti in polvere puri e
naturali e successivamente quelli preparati sinteticamente. Il calcestruzzo contiene già acqua, quindi non è necessario preparare
prima un impasto. Una soluzione semplice, ma con qualche grande
svantaggio: aumento rischio di grumi di pigmento nel calcestruzzo
dovuti a proprietà di dispersione non ottimizzabili, molto materiale residuo nella confezione, la contaminazione da polveri agli operai, all’area di lavoro e ai dintorni causata della movimentazione
manuale. Alcuni di questi svantaggi potevano essere evitati con la
creazione di polveri rivestite o preparazioni in polvere (contenenti
additivi dispersivi). Tuttavia lo svantaggio più grande rimaneva la
creazione di polvere contaminante. In ogni caso, le polveri vengono ancora utilizzate e per alcune applicazioni rimangono una
buona soluzione. Oggigiorno gli “slurries” di pigmento non sono
soltanto paste fatte di acqua e pigmento, ma sono preparazioni di
pigmento a base di acqua altamente sviluppate con stabilizzatori
contro la sedimentazione, agenti di dispersione, agenti anti-congelamento, agenti anti-fouling e altri ingredienti, che offrono anche
la possibilità di creare tonalità di colore più belle di quanto si possa
ottenere con le polveri. E, davvero, il maneggiamento è facile e pulito ed è disponibile un dosaggio preciso e automatico. I problemi in
questo caso sono la sedimentazione durante l’immagazzinamento.
La soluzione ideale quindi dovrebbe essere un pigmento con le proprietà di maneggiamento è facile e pulito ed è disponibile un
dosaggio preciso e automatico. I problemi in questo caso sono la
sedimentazione durante l’immagazzinamento. La soluzione ideale
quindi dovrebbe essere un pigmento con le proprietà di manegevolezza di uno slurry, ma dovrebbe essere solido in modo tale da
evitare il trasporto di acqua e i problemi di congelamento.
Dovrebbe avere ottime proprietà di colorazione e dovrebbe disperdersi facilmente nella miscela di calcestruzzo. E ci sono davvero
delle soluzioni per raggiungere questi miglioramenti. Una delle
prime e anche una delle migliori è stata lo sviluppo del pigmento
granulato. All’inizio della colorazione del calcestruzzo è necessario
decidere quale tipo di applicazione sarà la migliore per il sito ed il
prodotto. Ci sono alcuni requisiti base da rispettare nella colorazione del calcestruzzo con i granuli:
• il pigmento dovrebbe essere unito agli aggregati prima dell’aggiunta del cemento;
• i granuli necessitano di una piccola quantità di acqua per una
buona dispersione.
Normalmente l'umidità degli aggregati è sufficiente, ma se l’umidità è troppo bassa (per esempio durante l’estate) una parte dell’acqua totale dovrebbe essere aggiunta come pre-acqua;
• aggregati, pigmenti e infine la pre-acqua dovrebbero essere
miscelati per almeno 30 secondi;
• va aggiunto il cemento, e il tempo di miscela non dovrebbe essere inferiore ai 60 secondi;
• l’acqua, oppure il resto dell’acqua, vengono aggiunti e il tempo di
miscelazione finale (umido) per omogeneizzare tutto l’impasto
dovrebbe essere di circa altri 60 secondi.
Seguendo queste indicazioni approssimative si otterrà un prodotto
in calcestruzzo dal colore brillante, omogeneo e riproducibile. Ci
sono dei problemi già presenti se si intende fare il calcestruzzo.
Sembra così semplice: miscelare gli aggreganti (con o senza pigmento) con acqua e cemento, compattarlo e lasciarlo riposare e
asciugare.
Il processo stesso contiene già molte possibilità di finire con un pessimo risultato, per esempio una distribuzione di misura delle particelle degli aggregati errata, errata proporzione tra acqua e cemento, errata proporzione tra cemento e aggregati, compattamento
insufficiente, insufficiente omogeneizzazione dei componenti, ecc.
Anche con l’ottimizzazione del processo, degli ingredienti e delle
ricette, rimane un problema importante: l’efflorescenza. L’efflorescenza si verifica direttamente dopo la produzione (efflorescenza primaria) oppure dopo l’esposizione agli agenti atmosferici (
efflorescenza secondaria). Il risultato in entrambi i casi è lo stesso: il
calcestruzzo grigio mostra una superficie non omogenea con macchie bianche più o meno estese. Il calcestruzzo colorato dà un effetto simile con il problema aggiuntivo che il colore del prodotto finale non solo viene colpito dall’efflorescenza, ma potrebbe anche
cambiare tonalità!
Qual è il processo che genera l’efflorescenza e come può essere evitato o perlomeno ridotto al minimo?
L’efflorescenza è un fenomeno naturale non prevenibile, che si
manifesta in determinate condizioni ambientali ed in genere
scompare naturalmente con la pioggia e con l’uso della pavimentazione. Può essere rimossa utilizzando dei prodotti specifici
che possono condizionare l’aspetto finale della pavimentazione e
la colorazione. Ai sensi delle normative Europee EN 1338 e 1339
non costituiscono difetto del prodotto.
Come si riconosce
Questo fenomeno è facilmente identificabile in quanto si manifesta attraverso una macchia di colore bianco (dovuto alla presenza
di sali solidi normalmente esistenti nella materia prima) sulla superficie del massello, che lo rende esteticamente imperfetto.
Le cause
Sin dalle prime fasi di idratazione del cemento, c’è la presenza di
idrossido di calcio: si ha così la formazione di depositi bianchi a
seguito dell’evaporazione dell’acqua di trasporto. Successivamente,
mediante reazione chimica con anidride carbonica presente nell’aria avviene la precipitazione del carbonato di calcio insolubile, sotto
forma di efflorescenze bianche, di vario spessore, che compromettono l’aspetto estetico dei manufatti.
Il motivo per cui può presentarsi l’efflorescenza, si racchiude nell’impossibilità di eliminare due componenti necessari, l’acqua e i
sali. La realizzazione di masselli avviene infatti attraverso l’impiego
di: cemento, sabbia, inerti e gli additivi chimici che portano direttamente con se le sostanze già citate e di conseguenza la possibilità
che si presenti il fenomeno.
L’evento è molto suscettibile alle condizioni climatiche: la presenza
di vento, pioggia e umidità, favorisce notevolmente l’efflorescenze.
In conclusione
Si deve ricordare che l’efflorescenza è poco apprezzabile solo per
quanto riguarda l’estetica dell’elemento in calcestruzzo che è stato
colpito dal fenomeno e non è invece assolutamente causa di modifiche per quanto riguarda la statica e la resistenza del massello.
Un ulteriore aiuto – oltre alla possibilità che hanno i produttori di
cls durante la preparazione, la manutenzione e l’immagazzinamento – arriva dai produttori di additivi e pigmenti. Sono disponibili molti diversi prodotti nell’ambito degli additivi per il calcestruzzo e, più recentemente, anche dei pigmenti “addittivati”, ma
dobbiamo sempre tenere a mente che gli additivi o i pigmenti antiefflorescenza non esistono, esistono solo prodotti che la riducono.
L’efflorescenza è inevitabile ma riducibile!
Via Desman, 4
35010 San Giorgio delle Pertiche (PD)
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inarcos 403
LE AZIENDE INFORMANO
TECNOCUPOLE PANCALDI CONTRIBUISCE
A GARANTIRE LA SICUREZZA
ANTINCENDIO NELLA NUOVA SEDE
UNICA DEL COMUNE DI BOLOGNA.
Tecnocupole Pancaldi - azienda leader nella produzione e
commercializzazione di lucernari ed evacuatori di fumo e
calore – è stata scelta dall’Azienda CESI, incaricata della
Direzione Tecnica del progetto, per la fornitura ed installazione di evacuatori di fumo e calore nelle sommità dei vani
scala, nelle corti interne e all’interno dell’asilo nido, della
nuova Sede Unica del Comune di Bologna.
L’opera, che riunisce tutti gli uffici comunali, distribuiti precedentemente in 21 zone diverse della città e che accoglie più di
mille dipendenti, è stata concepita secondo i moderni standard
costruttivi per assicurare il più elevato risparmio energetico. Il
complesso si estende su una superficie totale di oltre 40.000 mq
ed è composto da tre edifici costituiti da sette, dieci e undici
piani, più un parcheggio multilivello da 900 posti auto.
Il progetto fa parte di un programma di sviluppo urbanistico
più ampio, per la città di Bologna, che comprende la realizzazione di nuove residenze, la creazione di una rete infrastrutturale e la nuova stazione della TAV.
La Sede Unica del Comune costituisce un nuovo polo d’attrazione per il quartiere popolare della Bolognina, di origine
ottocentesca, ubicato accanto al centro storico e alla stazione
Centrale. Quest’area, di forma rettangolare, ha rappresentato un’ottima occasione per collegare la zona nord alla zona
sud di Bologna.
I tre blocchi, costruiti in acciaio e vetro, ospitano gli uffici
comunali, attività commerciali, servizi per l’infanzia, servizi
postali, ristoranti, impianti sportivi e spazi aperti di pubblica
utilità. I palazzi sono collegati tra loro da un’unica grande
copertura, basata su travi continue in appoggio e completata
da una distesa di tubi in acciaio zincato, al fine di assolvere la
funzione di brise soleil, di protezione degli impianti, di supporto per il montaggio dei pannelli fotovoltaici, conferendo
contestualmente uniformità architettonica al complesso.
Tecnocupole Pancaldi ha contribuito nella realizzazione di
questa importante opera, con la fornitura, di evacuatori di
fumo e calore Free Smoke che, grazie alla loro efficienza e
funzionalità, rappresentano la garanzia di una corretta applicazione delle norme vigenti in materia di antincendio.
404
inarcos
integra armoniosamente con il design delle strutture architettoniche circostanti.
Il dispositivo di apertura è composto da un cilindro pneumatico a tre sfili a funzionamento misto gas CO /OLIO fulcrato
tra due staffe parallele, bombola contenente gas CO fialetta
vetrosa termofusibile e valvola termica. Un ulteriore cilindro
chiavistello con scrocco (inserito all’interno del gruppo valvola termica), posto in serie all’alimentazione di quello principale, ha la funzione di bloccare il sistema nello stato di chiusura in condizioni di non emergenza. In condizione di evacuazione, il sistema utilizza due blocchi meccanici posti sui lati
normali al lato delle cerniere atti a garantire la stabilità di
apertura. Tutti i tubi preposti all’alimentazione del cilindro
sono in teflon protetto da doppia calza in acciaio inox.
Il Geom. Daniele Spada della CESI - Impresa generale di costruzioni che opera sull’intero territorio nazionale - dichiara:
“Questo progetto, maestoso e architettonicamente rilevante,
ha un impatto positivo sulla città. Gli edifici, classificati in
“classe A”, rappresentano la manifestazione concreta della
volontà di sviluppare un’edilizia volta alla salvaguardia delle
risorse energetiche.”
Laura Pancaldi, Amministratore di Tecnocupole Pancaldi,
dichiara: ”La collaborazione, nella realizzazione di un’opera
di tale importanza per il territorio, con Aziende che, come la
nostra, sono nate all’ombra della Torre degli Asinelli, rappresenta per noi un motivo di grande orgoglio”.
Tecnocupole Pancaldi è specializzata nella termoformatura di
policarbonato e metacrilato per la produzione di sistemi di
illuminazione zenitale abbinati a sistemi di evacuazione di
fumo e calore. L’Azienda, con sede a Castel San Pietro Terme
in provincia di Bologna, opera dal 1958 come partner qualificato delle più importanti imprese di costruzione e prefabbricazione nel settore dell’edilizia industriale e civile sia in Italia
sia all’estero.
2
2,
Gli evacuatori di fumo e calore Free Smoke prodotti da
Tecnocupole Pancaldi sono marcati CE, il loro brevetto
nasce in conformità alle direttive della norma UNI 9494 e vengono successivamente testati in conformità alla più recente
UNI-EN 12101-2.
Free Smoke consente, in caso di incendio, di liberare la zona
dai fumi facilitando l’uscita delle persone e le operazioni dei
soccorritori. Inoltre, l’evacuazione dei gas, delle sostanze tossiche e corrosive date dalla combustione, riduce i danni anche
alle componenti strutturali, agli arredi e ai materiali, contenendo sensibilmente le perdite economiche. L’evacuatore di
fumo e calore, oltre a garantire massimi livelli di sicurezza, si
Via Cà Bianca, 700 - 40024 Castel San Pietro Terme (BO)
Tel. 051.6954911 - Fax 051.6954929
web: www.tecnocupole.com - mail: [email protected]
inarcos 405
LE AZIENDE INFORMANO
NUOVA SEDE CENTRALE DI
WIENERBERGER S.P.A.
Progetto e DL: ARKLAB – Arch. Maurizio Masi - Imola
Progetto strutturale: Ing. Fabrizio Dalla Casa – Imola
Impresa costruttrice: C.E.C.I. – Imola
Produttore: Wienerberger S.p.A
L’ingresso di Wienerberger in Italia è iniziato nel 1995 con
l’acquisizione della fornace la Feltrina in provincia di
Belluno.
Da quel momento ha continuato ad espandersi, acquisendo prima la Laterizi Brunori di Mordano in provincia di
Bologna, poi la SILT Nord di Terni. Con l’aquisizione della
Ril Laterizi di Gattinara (VC) gli stabilimenti di
Wienerberger in Italia salgono a quattro: Mordano in provincia di Bologna sede centrale, Villabruna di Feltre (BL),
Terni e Gattinara (VC). Con l’espansione di Wienerberger
in Italia si concretizzava la necessità di una nuova sede
rappresentativa a basso consumo energetico presso lo stabilimento di Mordano.
L’analisi del sito e la morfologia dell’attività, ha ispirato il
carattere formale dell’edificio, riproposto nello sviluppo
del fabbricato: gli ambienti di lavoro sono costituiti da
volumi in mattoni faccia a vista indipendenti, di varie
dimensioni e distribuite in maniera libera lungo l’asse longitudinale. Internamente i collegamenti tra gli uffici sono
realizzati con una passerella metallica, staccata su tutti e
tre i livelli sia strutturalmente che formalmente dai blocchi in laterizio.
Lo spazio distributivo tra gli uffici si articola tra i vari blocchi, con vetrate continue inclinate sul fronte di ingresso e
si evidenzia sviluppandosi in altezza con una copertura
inclinata in acciaio.
L’edificio risulta quindi non solo formalmente rappresentativo, ma soprattutto esteticamente, grazie alla scelta
dei mattoni faccia a vista serie TERCA della Wienerberger
per la finitura del paramento esterno. I mattoni a mano
TERCA sono infatti prodotti ancora oggi secondo l’antica
tradizione artigianale, ovvero prelevando il pane di argilla dal cumulo e disponendolo a pressione all’interno di
uno stampo preventivamente spolverato di sabbia; eliminandone poi le eccedenze, lo stampo viene capovolto per
406
inarcos
farne uscire il mattone crudo, apparentemente rugoso,
irregolare e con bordi spesso ineguali; in più grazie alla
miscelazione di argille diverse ed a varie modalità di cottura, i mattoni possiedono affascinanti sfumature di colore.
Per contenere efficacemente il consumo energetico dell’edificio, oltre all’installazione di impianti tecnologici,
come quello fotovoltaico, per quanto riguarda il muro
interno dell’involucro esterno è stata adottata la soluzione più innovativa e maggiormente performante: i blocchi
ad incastro Porotherm Bio-Plan.
Questi elementi in laterizio sono microporizzati con farina di legno e hanno facce di allettamento (superiori e
inferiori) “rettificate”, e cioè perfettamente planari e
parallele, il che consente di porli in opera con giunti di
malta orizzontali molto sottili: solo 1 mm di spessore contro i circa 10 necessari per i normali blocchi. In questo
modo si riducono drasticamente i ponti termici dei normali giunti, incrementando l’isolamento termico complessivo della parete.
I metodi di applicazione della malta speciale, la perfetta
planarità dei blocchi e il giunto verticale a incastro rendono la posa estremamente semplice e rapida. La riduzione dei tempi di posa è veramente straordinaria: la resa
oraria, verificata nel corso di rilevazioni in cantiere (e
riscontrata anche in laboratorio nella confezione dei muri
di prova), arriva infatti sino a 0,80 m /h di muratura per
persona, oltre il 50 per cento in meno rispetto a quella
delle normali murature eseguite con blocchi e malta tradizionali.
La planarità ad alta precisione delle facce di appoggio dei
blocchi e la malta speciale consentono di realizzare giunti orizzontali molto sottili: solo 1 mm di spessore contro i
circa 10 necessari per i blocchi comuni con malta normale.
In più gli elementi Porotherm Bio-Plan sono a incastro, e
quindi privi dei giunti verticali. Il consumo di malta si riduce così del 90 per cento, non ci sono sfridi e il cantiere
risulta più pulito e sicuro. Inoltre, non dovendosi più preparare malta con sistemi tradizionali, c’è un minore impegno di gru e betoniera e un più basso consumo di acqua
ed energia elettrica.
I blocchi Porotherm Bio-Plan sono laterizi a elevata biocompatibilità in quanto prodotti unicamente con impasti
di argille naturali e farina di legno totalmente priva di
3
inarcos 407
additivi chimici. La farina di legno viene addizionata
all’impasto di argilla cruda nelle fasi iniziali della lavorazione per garantire un’uniforme miscelazione. Durante la
cottura la farina di legno subisce il processo di combustione totale che lascia all’interno del laterizio cotto
un’infinità di microcavità vuote contenenti solo aria.
Le murature in blocchi microporizzati Porotherm Bio-Plan
sono dotate di una cospicua massa frontale, che accumula e rilascia il calore in maniera molto complessa, non solo
smorzando i picchi della temperatura esterna, ma differendoli nel tempo.
Inoltre le microcavità presenti nei blocchi conferiscono al
laterizio una capacità di traspirazione quasi doppia rispetto ai laterizi tradizionali; questa maggiore traspirabilità
consente alle pareti di “respirare”, di favorire cioè il rapido smaltimento del vapore che si produce all’interno delle
abitazioni, impedendo il sorgere di fenomeni di condensa interstiziale che, oltre a peggiorare gli standard abitativi, rendono necessari costosi interventi di manutenzione.
La linea di blocchi Porotherm Bio-Plan permette di ottenere ottime prestazioni termiche in termini di riscaldamento invernale e raffrescamento estivo, garantendo un
notevole comfort abitativo con un sensibile risparmio
energetico per 365 giorni l’anno.
Wienerberger S.p.A.
Via Ringhiera 1 - frazione Bubano
40027 Mordano (Bo)
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fax 054251143
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web: www.wienerberger.it
408
inarcos
LE AZIENDE INFORMANO
INGEGNERIA E AMBIENTE:
I 25 ANNI DI ATTIVITÀ DI AIRIS SRL
AIRIS nasce nel 1984 nel settore dell’ingegneria ambientale, in
particolare nel campo degli Studi di Impatto Ambientale e della
Progettazione ambientalmente consapevole. Oggi AIRIS diversifica le sue attività anche in servizi rivolti alla pianificazione territoriale e urbanistica, nonché alla progettazione ambientale e nel
monitoraggio dello stato dell’ambiente, e dell’impatto ambientale conseguente alla attuazione di azioni e di opere.
L’approccio operativo seguito si basa sostanzialmente sulla interdisciplinarietà delle conoscenze e delle tecniche, sull’utilizzazione di potenti strumenti informatici di modellistica degli effetti
ambientali e di specifiche attrezzature per il loro monitoraggio.
Questo consente di proporre soluzioni integrate con il miglior
rapporto tra efficacia dell’opera e compatibilità con l’ambiente,
per i diversi operatori: amministrazioni pubbliche, progettisti,
privati, ecc. nei rispettivi campi applicativi. In 25 anni di attività
AIRIS ha seguito circa 4.000 commesse, di cui 500 Studi di
Impatto e Compatibilità Ambientale su più componenti studiate
in forma integrata, 1.500 Studi Acustici anche finalizzati alla progettazione delle misure di mitigazione, Piani Strutturali relativi
a 11 comuni, 25 Piani di Classificazione Acustica, oltre a molti
Studi del Traffico, Studi Paesaggistici e del Verde, nonché una
numerosissima serie di rilevazioni strumentali.
PIANIFICAZIONE ECOLOGICA
– Piani strutturali comunali
– Stato dell’ambiente e piani di azione ambientali
– Zonizzazioni e piani di risanamento acustico e della qualità dell’aria
– Piani urbani del traffico e studi della mobilità
– Piani energetici comunali
– Piani di parchi e piani del verde
– Piani della rete ecologica e del sistema rurale
– Programmi integrati di recupero e
riqualificazione urbana
La complessità dello sviluppo e la
necessità di renderlo sempre più
sostenibile, impone di coniugare
problematiche ambientali ed esigenze sociali sempre più articolate e
spesso contrastanti. In questo senso
AIRIS, nei Piani urbanistici e nelle
pianificazioni settoriali (piani di azione ambientale, del traffico,
di zonizzazione acustica,...), segue un approccio tecnico-scientifico sempre più specialistico (GIS e modellistica ambientale) e
interdisciplinare, che consenta di guidare efficacemente le scelte delle amministrazioni, potendo disporre di una approfondita
conoscenza del territorio e della corretta definizione degli specifici limiti e condizioni alle azioni di piano. Questo approccio,
organizzato secondo procedure sempre più partecipate e aperte ai cittadini, ha l’obiettivo di innescare e garantire, nei processi di pianificazione di sistemi territoriali complessi, il perseguimento di obiettivi di sostenibilità territoriale e ambientale.
STUDI AMBIENTALI
– Studi di impatto ambientale
– Valutazione Ambientale Strategica
– Studi acustici e valutazioni previsionali dei requisiti acustici passivi
– Studi della qualità dell’aria
– Analisi del sito per la certificazione energetica e assistenza alla
progettazione
– Valutazioni di incidenza e vegetazionali
– Studi paesaggistici e del sistema rurale
– Studi geologici e idraulici
Le analisi e gli studi ambientali
vengono strutturati sul principio dell’azione preventiva, in
base al quale la migliore politica
ambientale consiste nel prevenire gli effetti negativi legati
alla realizzazione dei progetti
anziché combatterne successivamente gli effetti. La struttura della procedura viene concepita
per dare informazioni sulle conseguenze ambientali di un’azione,
prima che la decisione venga adottata, per cui si definisce nella sua
evoluzione come uno strumento che cerca di introdurre a monte
della progettazione un nuovo approccio di indirizzo del processo
decisionale negli ambienti imprenditoriali e dell’amministrazione
del territorio, nonché come una procedura che possa guidare il
processo stesso in maniera partecipata con la popolazione dei territori interessati. Sotto questa categoria ricadono tutte le attività
inerenti le procedure previste dalla normativa nazionale e regionale, quali: VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), VAS (Valutazione ambientale Strategica); VINCA (Valutazione di incidenza);
Screening ambientale. Altre tipologie di studio ambientali sono
inarcos 409
MONITORAGGI STRUMENTALI
PROGETTAZIONE SOSTENIBILE
STUDI AMBIENTALI
PIANIFICAZIONE ECOLOGICA
ALCUNI ESEMPI
410
riferiti a Studi di fattibilità ambientale, analisi del sito finalizzati
alla progettazione bioclimatica, studi acustici e della qualità dell’aria, valutazioni previsionali dei requisiti acustici passivi, studi e
relazioni per l’autorizzazione paesaggistica.
PROGETTAZIONE SOSTENIBILE
– progetti edilizi
– progetti stradali
– percorsi e piste ciclabili
– progetti del verde
– progetti di mitigazioni ambientali
Il progetto di ogni tipologia di opera,
secondo l’approccio della sostenibilità, deve essere studiato in maniera da
adottare soluzioni che consentano
elevati livelli prestazionali dell’intervento stesso. In questo senso la progettazione e l’assistenza progettuale,
fornita da AIRIS, si rivolgono a quegli
operatori che hanno l’esigenza di realizzare interventi non solo nel rispetto della legge, ma soprattutto caratterizzati da una elevata qualità tecnica e ambientale
complessiva. Le principali problematiche affrontate sono riferibili alle soluzioni per il risparmio energetico, l’inquinamento
“indoor”, il rispetto dei requisiti acustici ed elettromagnetici, la
protezione dagli inquinanti ambientali coniugata alla qualità
complessiva dell’intervento, l’inserimento paesaggistico, l’accessibilità, ecc....
MONITORAGGI STRUMENTALI
– Traffico
– Rumore
– Aria
– Elettromagnetismo
– Vegetazione
– Suolo, sottosuolo e acque
In questo campo AIRIS può disporre di strumentazione avanzata e
personale estremamente qualificato. Le indagini strumentali possono
riguardare differenti tematiche
ambientale e sono condotte con
l’obiettivo di verificarne la conformità dei parametri rilevati con la
normativa di riferimento o anche, con lo scopo di predisporre gli
input di calcolo per valutare, tramite modellistica previsionale,
progetti e nuove trasformazioni urbanistiche e territoriali.
In tema di acustica AIRIS conta tra i suoi soci e collaboratori 7 tecnici acustici competenti abilitati ai sensi della L.447/95.
AIRIS dispone di un Laboratorio mobile, attrezzato per rilievi
ambientali e inoltre di:
– 4 stazioni di monitoraggio del rumore semi-permanente (fonometri integratori e calibratori di classe 1). Si tratta in particolare
di 4·fonometri integratori bicanale mod. 2260 (Brüel & Kjær)
– Software per elaborazione e analisi dei dati acquisiti Evaluator
ver. 4.1 (Brüel & Kjær).
– Stazione meteorologica wireless Davis vantage Pro 2
– Strumentazione per verifica dei requisiti acustici passivi
(Dodecaedro, Macchina Calpestio, ecc.)
– N. 26 rilevatori ed analizzatori di traffico HI-STAR NC-97 S/N.
Rilevatore di velocità
– Stazione di monitoraggio per i campi elettromagnetici
– Modellistica di simulazione ambientale: LIMA - Modello matematico per la valutazione previsionale del clima acustico. TREFIC
e ARIA Impact, Modelli di simulazione delle emissioni e delle
concentrazioni di inquinanti atmosferici. DIMULA modello per
il calcolo della dispersione dell’inquinamento atmosferico. CALINE modello per il calcolo della dispersione dell’inquinamento
atmosferico. VISUM Modello di macrosimulazione dei flussi di
traffico. VISSIM Modello di microsimulazione dinamica dei
flussi di traffico. aaSIDRA Modello di microsimulazione statica
dei flussi di traffico. Autoturn 4.1 Modello per la simulazione
delle manovre veicolari. SteMa 1.3 Studio e Mappatura dei
campi elettromagnetici generati da elettrodotti - Euronia S.r.l.
NFA2K 2.0 modello di simulazione per lo studio della propagazione e la previsione dei livelli di campo elettromagnetico
SERVIZI E PROGETTI PER L’AMBIENTE
STUDI DI IMPATTO AMBIENTALE
Tel. + 39 (0)51 266 075 - +39 (0)51 6561801
Fax +39 (0)51 266 401
Via San Gervasio, 1 - 40124 - Bologna –ITALY
www.airis.it e-mail: [email protected]
inarcos 411
LE AZIENDE
INFORMANO
VERONI: LINEE VITA SU MISURA
Una soluzione studiata direttamente in cantiere per risolvere in
maniera definitiva il problema della sicurezza degli operatori: una
linea vita ad hoc per ogni tipologia di copertura, esistente o in fase
di costruzione, che si adatta ad ogni esigenza.
Obiettivo. La sostituzione di un manto di copertura di un magazzino edile costruito negli anni ’60 ha comportato diversi problemi
per la salvaguardia degli operatori. L’intervento prevedeva in particolare la sostituzione delle lastre in fibrocemento con lastre grecate in alluminio poste su listelli di spessore pari a 5 cm.
Problema. La complessità e varietà delle tipologie di strutture di
copertura, infatti, non sempre permette di applicare direttamente
gli elementi standard di linee vita. La struttura infatti, realizzata con
capriate ad arco a due cerniere con arco in calcestruzzo e catena in
acciaio poste ad interasse di circa 1,2 metri e collegate superiormente da tavelloni in laterizio con getto di completamento, non
permetteva l’uso degli ancoraggi tradizionali per la sicurezza in
cantiere. La committenza ha perciò deciso di affidarsi alla Veroni
che opera da più di trent’anni nel campo della sicurezza offrendo
prodotti specifici per ogni esigenza che i clienti stessi manifestano.
Veroni, in quanto produttrice in proprio dei componenti di carpenteria metallica, è in grado di realizzare qualsiasi elemento di completamento che permetta di adattare i componenti standard della
linea vita ai più svariati tipi di copertura.
Soluzione. L’azienda ha perciò realizzato una linea vita sul colmo
di una copertura ad arco, il tutto sormontato da guaina impermeabilizzante: data la fragilità della copertura, gli elementi della
linea vita, torrette standard di altezza 250 mm, non potevano essere ancorati alle capriate sia per la impossibilità di creare una coppia
resistente sia per la ridotta resistenza torsionale delle stesse.
Tantomeno si poteva operare ancorando ai tavelloni elementi non
resistenti e di per sé fragili. Per rendere compatibili le sollecitazioni
della linea vita con gli elementi strutturali della copertura si è studiato un telaio di supporto torrette a bypass, per trasformare i
momenti in ridotti sforzi di trazione/compressione e taglio, trasferibili con tasselli alle modeste sezioni delle capriate stesse.
L’ancoraggio è stato realizzato con tasselli chimici date le ridotte
dimensioni delle capriate. L’intervento è stato realizzato operando
solo dall’estradosso della copertura, senza elementi in evidenza
all’estradosso; successivamente è stato riportato il manto di copertura nuovo che per lo spessore dei listelli, uguale a quello del telaio,
ha sovramontato, coprendolo, il telaio adattatore progettato e
verificato dai tecnici della Veroni.
412
inarcos
Prodotti. L’intera gamma di produzione Veroni dedicata alle linee
vita e torrette di sicurezza è conforme alla norma europea UNI EN
795 e propone diversi tipi di torrette di sostegno di altezza 500 e
250 mm, correlate da accessori per il sistema: funi, radance, grilli,
morsetti, e ancora contropiastre, elementi antipendolo, piastre per
il fissaggio a parete, kit di fissaggio per legno e quant’altro occorre
per poter progettare e realizzare un linea vita per la sicurezza anticaduta. Le torrette di sicurezza per tetti rappresentano un sistema
di protezione permanente che consente il lavoro in sicurezza di più
operatori, fino a tre su ciascun ancoraggio e uno per ogni campata. Il sistema garantisce la massima libertà di movimento, con un
ampio raggio operativo: il cordino dell’imbracatura dell’operatore
può infatti scorrere lungo la fune di acciaio consentendogli di spostarsi liberamente lungo tutta la copertura, oppure può essere semplicemente fissato ad una torretta di ancoraggio nel caso di movimento limitato. I vantaggi principali del sistema anticaduta ‘linea
vita’ sono dati dal fatto che, essendo una tipologia di protezione
permanente, permette di essere installata e di rimanere a disposizione dell’operatore in maniera continuativa e duratura, eliminando la condizione di montare ponteggi ogni qual volta sia necessario fare manutenzione: dal montaggio di un’antenna TV alla riparazione di gronde, o per manutenzioni ordinarie e straordinarie alla
copertura. In caso di caduta dell’operatore la linea vita Veroni non
va sostituita. La fornitura di materiali Veroni viene sempre accompagnata da manuale d’utilizzo per l’installazione: vengono indicati nello specifico i carichi trasferiti alla struttura, le caratteristiche
costruttive degli ancoraggi, le modalità di fissaggio, manutenzione
e movimentazione del sistema. Sempre più attenzione viene dedicata alla formazione e agli aggiornamenti: la Veroni organizza
infatti corsi che analizzano le normative europee vigenti estrapolandone gli aspetti più significativi e trasmettendoli di pari passo
alle varie applicazioni in cantiere.
VERONI S.r.l.
Via P. Nenni, 6 - 42048 RUBIERA (RE)
Tel. +39.0522.621215 – Fax +39.0522.621216
e-mail: [email protected]
web: www.veroniedilizia.com
inarcos 413
LE AZIENDE INFORMANO
Banca SARA Private,
che distribuisce prodotti di oltre 20 società di investimento attraverso
la pianificazione finanziaria
suggerisce ai titolari del
“CONTO CORRENTE INARCOS BOLOGNA”
riservato esclusivamente agli Ingegneri e agli Architetti
della provincia di Bologna
di investire nel 2009 nel seguente
PORTAFOGLIO
40%
COMPARTO
MONETARIO
1. Fondo INVESCO Euro Reserve
2. Fondo GENERALI Euro Liquidity
30%
30%
COMPARTO
RISERVA
INVESTIMENTO
Fondo CARMIGNAC Patrimoine
COMPARTO
Fondo JP MORGAN Highbridge
Nel 2008, i clienti di Banca SARA Private che hanno condiviso questa soluzione, investendo € 100.000, hanno ottenuto i seguenti risultati:
IMPORTO INVESTITO
€
€
€
€
20.000
20.000
30.000
30.000
FONDO
Invesco Euro Reserve
Generali Euro Liquidity
Carmignac Patrimoine
JP Morgan Highbridge
RENDIMENTO 2008
3,9%
3,7%
-0,6%
12,3%
CONTROVALORE
€
€
€
€
20.780
20.740
29.820
33.690
RENDIMENTO AL 31/12/2008 5,03% € 105.030
Il presente messaggio ha scopi puramente informativi, pertanto non costituisce un’offerta o una sollecitazione di vendita.
La performance passata non è indicativa di pari rendimenti in futuro.
Prima dell’adesione leggere il prospetto informativo.
Contattateci anche, come di consueto,
attraverso l’indirizzo e-mail a Voi dedicato:
[email protected]
418
inarcos
Associazione Ingegneri e Architetti
della Provincia di Bologna
www.assiabo.it
notiziari
CONVEGNO DEL 2 APRILE 2009
NTC con D.M. 14/01/08 e applicazioni pratiche
Il consueto appuntamento di primavera, nato dalla collaborazione pluriennale tra STS srl (Software Tecnico Scientifico) e ASSIABO (Associazione Ingegneri e Architetti della
Provincia di Bologna), anche in questa occasione ha visto il
pieno di presenze. Si sono contati circa un centinaio di professionisti tra ingegneri e architetti presenti ed interessati
agli argomenti proposti.
L’ingegner Franca Biagini ha sottolineato nel suo saluto a
nome dell’associazione ASSIABO, l’importanza di incontri
del genere, che rendono edotti i partecipanti, non solo su
un mero piano teorico, dei nuovi sviluppi normativi e tecnologici, ma soprattutto, che siano in grado di legare la
teoria alle disponibilità tecnologiche reali.
L’ingegner Angelo Biondi, consulente della STS srl, ha relazionato sulle novità introdotte dal DM di cui sopra, sia
riguardo alle modifiche introdotte dalla nuova zonazione
sia a quelle relative alle verifiche degli elementi strutturali, non mancando di eseguire confronti tra le varie stesure
della stessa norma e tra le norme precedenti.
Inoltre, il collega Ing. Biondi (autore di testi di argomentazione tecnica quali “Strutture in cemento armato: dalle
tensioni ammissibili agli Eurocodici passando per gli stati
limite” – “Progettazione antisismica degli edifici – Normativa sismica a confronto” – “Calcolo di strutture in muratura – Dal metodo POR alle norme tecniche per le costruzioni”) ha puntato, criticandola, l’attenzione sulla ennesima
proroga che allontana a giugno 2010 l’utilizzo univoco del
NTC 2008, avvenuta con il consueto decreto “mille proroghe” approvato nel recente Febbraio 2009. Alla luce degli
eventi sismici accaduti in Abruzzo il 6 aprile, le parole sulle
proroghe e sui ritardi acquistano il peso di un macigno sulla
nostra politica, che in ben sei anni (da un altro tragico
evento sismico - Molise 2002 – quando venne promulgata
in gran fretta l’Ordinanza 3274) non è riuscita a attualizzare la legislazione tecnica per le costruzioni. Nonostante
viviamo nel decennio statisticamente più prolifico di sempre di progressi tecnologici, le normative che riguardano le
strutture portanti degli edifici e le infrastrutture sono rimaste ancorate a metodi di calcolo obsoleti e scientificamente non più esaustivi, di cui già negli anni settanta si erano
valutati i limiti.
La relazione dell’ing. Biondi è a disposizione sul sito
www.angelobiondi.com. In conclusione della mattinata
l’ing. Marco Rainiero, anch’egli consulente STS e responsabile della sede STS di Bologna, ha effettuato un dimostrazione pratica con il software CDS Win sul modo in cui risolvere il calcolo di un edificio in cemento armato ponendo
soprattutto l’attenzione sull’inserimento dei dati sismici
della nuova zonazione e sulla sequenza delle operazioni da
effettuare scegliendo di progettare utilizzando il DM
14.01.08 .
L’incontro si è concluso con esempi di modellazione strutturale, alcuni dei quali proposti dagli utenti e dai neofiti
del software di calcolo CDS Win.
Un sentito ringraziamento va doverosamente portato ad
ASSIABO che ha permesso e pubblicizzato l’incontro.
inarcos 421
www.ord-ing-bo.it
notiziari
ORDINE INGEGNERI
DELLA PROVINCIA
DELL’AQUILA
COMUNICATO STAMPA
Ieri, 15.04.2009 alle ore 16:00, si è tenuta
un’assemblea straordinaria degli Ingegneri della Provincia dell’Aquila a cui hanno
partecipato circa 400 iscritti. Si è rispettato
un minuto di raccoglimento per ricordare
la vittime del terremoto tra cui ci sono stati
due colleghi Piervincenzo Gioia e Giuliana
Tamburro. Sulla base dei dati reperiti, così
come disponibili, caratterizzanti il sisma
del 06.04.2009 tutti hanno rilevato che lo
stesso è stato di un’eccezionalità tale che
va ben oltre le prescrizioni normative per il
calcolo strutturale delle costruzioni in
zona sismica di seconda categoria in cui
ricade la città di L’Aquila, le frazioni e
Comuni limitrofi.
Pur nel rispetto del dolore e restando sul
campo per condividere con tutti i cittadini
le difficoltà attuali, va ribadito che la diffusa cultura sismica degli Ingegneri della
Provincia dell’Aquila ha fatto si che fosse
scongiurata la catastrofe totale, consentendo a gran parte della cittadinanza di
aver salva la propria vita ed i propri beni.
I primi dati dimostrano che la stragrande
maggioranza delle strutture portanti
hanno risposto ben oltre le prescrizioni di
legge al sisma, pertanto l’Ordina stigmatizza e rifiuta ogni strumentalizzazione
sulle capacità professionali dei propri
iscritti che pur tante vite hanno contribuito a salvare e ribadisce altresì che l’evento
è stato di caratteristiche superiori a quanto ipotizzabile in fase di progetto conformemente alla normativa sismica di riferimento e ad ogni esperienza nel settore.
L’Ordine ribadisce la propria disponibilità a
422
inarcos
qualunque forma di collaborazione attingendo alla professionalità e competenza
dei propri iscritti, evidenziando nel contempo l’urgenza delle azioni concrete da
intraprendere in presenza del succedersi in
modo continuo degli eventi sismici.
L’Aquila, 16 aprile 2009
Il Presidente
(Dott. Ing. Paolo De Santis)
***
Il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri
della Provincia dell’Aquila ha aperto un
conto corrente di solidarietà per l’emergenza sisma presso la Cassa di Risparmio
della Provincia dell’Aquila – Agenzia n. 3 –
Viale Aldo Moro, 67100 L’Aquila – codice
IBAN IT58N0604003606000000155912.
L’Aquila, 16 aprile 2009
Il Presidente
(Dott. Ing. Paolo De Santis)
–.– .–.–.–.–.–
… SOLIDARIETA’
PER I TERREMOTATI
DELL’ABRUZZO
… SOLIDARIETA’ PER I TERREMOTATI
DELL’ABRUZZO (UOMINI E DONNE CHE
HANNO PERSO CASA E VITE UMANE …
INGEGNERI ED ARCHITETTI CHE PERDERANNO LA LORO RISPETTABILITA’
PROFESSIONALE): UN’OCCASIONE PERSA PER TACERE
Neanche il silenzio delle macerie e del
dolore è riuscito a fare tacere i “soloni” del
sapere scientifico, che hanno fatto a gara
per spalancare le fauci e gridare le loro
“non verità ignoranti”, che hanno fatto
rabbrividire di stupore pure me….. piccola
(non d’età, ma di scienza) ingegnere generico. Esprimo, mesta, la mia solidarietà
umana agli abitanti delle zone terremota-
te; grido, a gran voce, la mia solidarietà ai
colleghi ingegneri e architetti che hanno
lavorato nelle zone terremotate.
Sono nata all’Università di Catania con il
professore di scienza delle costruzioni che
alla prima affollata lezione dell’anno accademico 1976-1977, ci fece sapere che le
metodologie di calcolo strutturale che
andavamo a studiare, erano nate considerando coefficienti di sicurezza tali che c’era
la possibilità che una costruzione su un
milione crollasse: ci dovevamo solo porre il
problema di dover eventualmente e disgraziatamente spiegare al magistrato
inquirente, che era proprio la costruzione
da noi progettata, ad essere quella “milionesima” costruzione…..
Ero prossima alla laurea di ingegneria civile, quando nel 1980 attraversai in macchina l’Irpinia, in rientro da Roma a Catania,
in un paesaggio spettralmente innevato e
semidistrutto dal terremoto.
Ero appena laureata, quando nel 1981,
giovane ed orgogliosa ingegnere, iniziavo
il mio percorso professionale con un corso
di formazione a Roma per l’applicazione
della nuova normativa antisismica, nata
dalle macerie di quel terremoto e dalla
volontà di “prevenzione”.
Fui affascinata da quella scienza che tentava di sfidare i terremoti, che raccoglieva esperienze e ricerche, che ci spiegava le
masse, le inerzie, la duttilità; ma fui molto
colpita da una storia il cui racconto ci fu
regalato da un docente: un uomo che era
scampato bambino, miracolosamente, al
terremoto del 1908, era cresciuto con
l’angoscia delle macerie che gli crollavano
addosso e con il desiderio di costruire per
se’ e per i propri figli un’abitazione “sicura”; in età adulta riuscì ad esaudire questo desiderio commissionando ad un tecnico (non importa se architetto o ingegnere) una casa unifamiliare da edificare
per omicidi colposi plurimi, o quant’altro
di peggio. Continuando con questa falsa
informazione non so come andrà a finire,
... ma so come inizierà di nuovo: colleghi
posti alla gogna costretti per anni a dimostrare la loro estraneità; costose quanto
inutili perizie in edifici costruiti prima dell’entrata in vigore delle normative antisismiche, ulteriori leggi restrittive, volte
quasi esclusivamente a fare della nostra
professione di ingegneri e architetti, un
campo minato, gettandoci addosso tutte
le responsabilità ... fino al prossimo terremoto.
AVEVO UN SOGNO ... FARE L’INGEGNERE!
Giusi Cannata
Presidente Nazionale A.I.D.I.A.
Associazione Italiana Donne Ingegneri
ed Architetti
www.aidia-italia.org
COMUNE DI BARICELLA
ORARI UFFICI COMUNALI
Si comunica che a partire dal 16/03/2009 gli
uffici del II° settore sono aperti al pubblico
nei giorni:
Segreteria ufficio tecnico: martedì dalle
ore 9,00 alle ore 12,00; giovedì dalle ore
9,00 alle ore 12,00; sabato dalle ore 9,00
alle ore 12,00.
Servizio edilizia privata: martedì su appuntamento; giovedì su appuntamento;
sabato ricevimento libero (no tecnici) dalle
ore 9,00 alle ore 12,00.
Servizio attività produttive-commercio: martedì su appuntamento; giovedì su
appuntamento; sabato ricevimento libero
dalle ore 9,00 alle ore 12,00.
Per maggiori informazioni e per fissare
gli appuntamenti telefonare al numero
051.6622413 (Segreteria Ufficio Tecnico).
NOMOS APPALTI
Servizio di Consulenza agli Enti Locali
Roma, 16 aprile 2009
Circolare n. 72/2009
Ai sigg.ri Presidenti Confservizi Marche e
Puglia, a tutti gli associati, al sig. Presidente Consiglio Nazionale degli Ingegneri
e a tutti gli altri enti, aziende e società Loro sedi
A) Nuovo schema di regolamento attuativo del codice dei contratti pubblici.
B) schema di decreto correttivo del t.u. in
materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.
C) incentivi alla progettazione interna –
deliberazione corte dei conti, sez. Lombardia, 24 febbraio 2009, n. 40
A) NUOVO SCHEMA DI REGOLAMENTO
ATTUATIVO DEL CODICE DEI CONTRATTI
PUBBLICI
Dopo un lungo periodo di impasse, è ripreso l’iter di approvazione del Regolamento
generale in materia di contratti pubblici,
ex art. 5 d.lgs. 163/06 e s.m.i..
Lo schema di Regolamento, già approvato
dal Consiglio dei Ministri nel dicembre
2007 (cfr. ns. circ. 09/08), è stato rivisitato
alla luce delle osservazioni formulate in
merito dalla Corte dei conti e, dopo l’esame da parte dei Ministeri competenti e
dalla Conferenza per le Autonomie Locali,
è stato trasmesso al Consiglio di Stato per
il parere obbligatorio di rito.
Intenzione del Governo è quella di licenziare il provvedimento entro la prossima
estate, per rendere applicabile il nuovo
Regolamento entro fine 2009 (l’art. 253
del d.lgs. 163/06 prevede, come noto, che
il regolamento entra in vigore decorsi 180
gg. dalla sua pubblicazione nella G.U.R.I.).
notiziari
con criteri antisismici; con l’avvento del
terremoto dell’Irpinia, questa casa “sicura” riportò gravissimi danni e, anche se
non causò la morte dei sui abitanti, risultò inagibile, diversamente da altri edifici
limitrofi, che invece erano risultati illesi
malgrado non fossero stati edificati con
strutture antisismiche. Il nostro docente ci
proiettò le incredibili diapositive che
mostravano l’edificio antisismico fortemente danneggiato, accanto a vari altri
edifici quasi non toccati dal sisma ... In
conclusione, prima di farci immergere nei
numeri e nelle formule matematiche, il
nostro bravo docente ci volle spiegare che
le forze naturali del sisma sono trattate in
forma matematica, ma non possono essere sempre completamente fermate da
una struttura antisismica, se non c’è
anche il supporto di un’architettura, di
un’economia e di una cultura antisismica.
Rabbrividisco, e sono umanamente vicina
ai miei colleghi ingegneri e architetti, che
saranno indagati per aver preso parte alla
ristrutturazione dell’ospedale di ..., piuttosto che alla costruzione dell’edificio di
... come progettisti, o direttori dei lavori,
o collaudatori, o costruttori; sono solidale con loro e sono convinta già da ora
della loro probabile innocenza, della loro
professionalità che nulla ha potuto, perché nulla e nessuno probabilmente avrebbe potuto, contro le forze di quell terremoto ... e nulla potrà con i “giustizieri”
che già si pavoneggiano davanti alle telecamere. Dobbiamo dire chiaramente che
la ristrutturazione di quegli edifici, è cosa
ben diversa dall’adeguamento antisismico degli edifici stessi; che il direttore dei
lavori coordina e dirige il progredire di
una costruzione con controlli a campione
dettati dalle norme vigenti; che un collaudo (strutturale) è fatto in cantiere, ma
anche con il controllo di certificazioni di
laboratorio e di fabbrica fatte su prelievi
a campione; che i costruttori non sono
tutti “brutti e cattivi” ma spesso invece
mantengono procedure di lavoro efficaci
e corrette; che solo da pochi anni ci siamo
resi conto che il conglomerato cementizio
armato ha una vita più limitata di quello
che credevano potesse avere. Non ci facciamo confondere da chi, per mestiere,
non sa o non vuole dirci tutta la verità, e
cavalca la tigre dell’angoscia post-tragedia, per puntare ignobilmente il dito
verso i soliti ingegneri e architetti, spesso
anche immaginati corrotti dale imprese
costruttrici e corruttori di pubblici amministratori. Per risolvere i problemi non si
può e non si deve sempre trovare un colpevole materiale, un capro espiatorio sul
quale neutralizzare la rabbia e asciugare
le lacrime, non si devono necessariamente muovere accuse infamanti ed ingiuste
B) SCHEMA DI DECRETO CORRETTIVO DEL
T.U. IN MATERIA DI SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
In data 27 marzo u.s., il Consiglio dei
Ministri ha approvato lo schema di decreto legislativo correttivo del T.U. (d.lgs.
81/08) in tema di sicurezza.
Il provvedimento correttivo è ora al vaglio
delle parti sociali e dovrà tornare al
Consiglio dei Ministri prima del varo definitivo e della relativa pubblicazione nella
G.U.R.I..
Tra le novità più significative si segnalano,
in particolare:
– l’esonero dall’esigenza del piano di coordinamento e sicurezza per i cantieri al di
sotto della soglia presunta di 200 uomini/giorno, oppure ove siano previsti rischi
particolari;
– la riduzione delle sanzioni a carico delle
imprese, a partire da quelle relative al
documento di valutazione del rischio;
– nell’ipotesi di esonero dalla redazione
del PSC, l’eliminazione dell’obbligo di
nomina del coordinatore per la progettazione, mentre il fascicolo di cantiere va
redatto dal coordinatore in fase di esecuzione;
– le inadempienze gravi da parte dei
datori di lavori sono punite con l’arresto
da tre a sei mesi e un’ammenda da
2.500,00 a 6.400,00 € (oggi, da 3.000,00 a
12.000,00 €);
– la riduzione delle sanzioni per le inadempienze minori, con l’arresto da due a
quattro mesi e l’ammenda da 1.000,00 a
4.800,00 €;
– il progettista deve prevedere, in accordo
con il coordinatore per la progettazione, la
pianificazione dell’esecuzione in condizioni di sicurezza dei lavori, stimando la loro
durata e l’articolazione delle varie fasi;
– in relazione al DUVRI, viene chiarito che
per stabilire la “data certa” è sufficiente
inarcos 423
notiziari
all’uopo la presa visione del Responsabile
del servizio di prevenzione e del R.L.S. (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza);
– le nuove imprese sono tenute ad effettuare la valutazione rischi, elaborando il
documento entro 90 gg. dall’inizio attività.
C) INCENTIVI ALLA PROGETTAZIONE INTERNA – DELIBERAZIONE CORTE DEI CONTI, SEZ. LOMBARDIA, 24 FEBBRAIO 2009,
N. 40.
Prosegue il contrasto insorto da alcuni
mesi tra i tecnici dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni, da un lato, ed il
Governo, dall’altro, causa il taglio del 75%
agli incentivi per i progettisti interni alle
PP.AA., previsto dalla manovra economica
dell’estate 2008.
In tale contesto, si inserisce anche la diversa indicazione fornita dalla Corte dei
Conti, rispetto alla Ragioneria dello Stato,
in merito alla corretta decorrenza della
riduzione dell’incentivo.
Come è noto, dal 22 agosto 2008, data di
entrata in vigore della legge 133 (di conversione del d.l. 112), proseguendo nell’azione di contenimento della spesa pubblica, il Governo ha previsto ulteriori misure
di riduzione, tra le quali, le disposizioni
contenute all’art. 61.
Il comma 8 del suddetto articolo recita
infatti che: “A decorrere dal 1° gennaio
2009, la percentuale prevista dall'articolo
92, comma 5, del Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di
cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n.
163, e' destinata nella misura dello 0,5 per
cento alle finalità di cui alla medesima disposizione e, nella misura dell'1,5 per cento,
e' versata ad apposito capitolo dell'entrata del bilancio dello Stato”.
Il Legislatore è, così, di fatto, intervenuto
riducendo l’incentivo del 2% (previsto ex
art. 18 legge 109/94 e s.m.i. – trasfuso poi
nell’art. 92, comma 5, del d.lgs. 163/06), da
corrispondere alle figure tecniche che concorrono alla realizzazione delle OO.PP. e,
in particolare, al Responsabile Unico del
Procedimento; ai Progettisti per la redazione del preliminare, definitivo, esecutivo; al Coordinatore della sicurezza in fase
di progettazione; al Coordinatore della
sicurezza in fase di esecuzione; al Direttore
dei lavori; al Collaudatore; ai Collaboratori
dell’Ufficio.
Con d.l. 162/08, convertito in legge 201/08
(cfr. Circ. n. 61/09), il Parlamento ha dapprima disposto l’abrogazione del suddetto
comma 8, con contestuale ripristino dell’incentivo nella misura del 2%, disponendo altresì che l’incentivo corrisposto al singolo dipendente dal dirigente preposto
alla struttura competente non può superare il rispettivo trattamento economico
annuo lordo e, successivamente, ha riproposto il taglio all’incentivo medesimo con
il d.l. 185/08, convertito in legge n. 2/09
(cfr. Circ. n. 64/09).
Attualmente, quindi, il limite dello 0,50%
dell’incentivo è pienamente efficace,
anche se in sede di approvazione di alcuni
disegni di legge al Senato sono in discussione emendamenti che mirano ad elevare
ancora una volta al 2% l’incentivo, alla
luce del parere relativo al “Patto di stabilità interno”.
Altro profilo di particolare interesse è rappresentato, come precisato, dalla questione della retroattività della disposizione
che ha introdotto la detta riduzione.
La Corte dei Conti – sezione Lombardia – è
intervenuta sulla problematica con un
parere richiesto da un Comune e, in siffatto contesto, ha affermato che la riduzione
del 75% non può essere retroattiva e non
si applica quindi a tutte le attività svolte
antecedentemente al primo gennaio 2009,
anche se pagate dopo la fatidica data.
Esattamente il contrario di quanto ha
sostenuto, invece, la Ragioneria dello Sta-
Cinque ingegneri Stagni (tutti familiari o parenti: da sin. Angiola Maria, Giovanni, Luigi, Ernesto e Marco).
Sullo sfondo il ritratto di un antenato: l’ing. Giovanni Martinetti.
424
inarcos
to. Nella circolare n. 36, emessa il 23 dicembre 2008, l’ente di controllo che sovrintende alla spesa pubblica ha fornito infatti
un’interpretazione estensiva del comma 8
dell’art. 61, sostenendo in particolare che:
“La riduzione del compenso incentivante,
operante a partire dal 1° gennaio 2009, si
ritiene debba trovare applicazione a tutti i
compensi comunque erogati a decorrere
dalla predetta data e non solo ai lavori
avviati dopo l’entrata in vigore della
nuova disciplina. Di conseguenza, la riduzione va applicata con riferimento a tutta
l’attività progettuale non ancora remunerata a tale data”. In pratica, tutto ciò che
viene fatturato nel 2009, anche se si riferisce a progettazioni e assistenza svolte nel
2008 cade sotto la mannaia del taglio che
ha ridotto la misura dell’incentivo dal 2
allo 0,5% dell’importo dell’opera. Secondo
la Corte dei Conti questa interpretazione
non può essere condivisa, per vari motivi.
Con la delibera n. 40/09 l’Organismo di
controllo ha chiarito che il principio di irretroattività costituisce regola generale dell’ordinamento giuridico, fatta salva espressa previsione di legge derogatoria, e non
può essere introdotta in sede di esercizio
del potere regolamentare, che è fonte normativa gerarchicamente subordinata.
Secondo, inoltre, un orientamento giurisprudenziale consolidato vanno, comunque, preservati:
a) le posizioni soggettive dei terzi;
b) la preesistenza dei presupposti di fatto
e di diritto richiesti per l’emanazione dell’atto fin dalla data alla quale si vogliono
far risalire gli effetti;
c) i fatti già avvenuti in epoca anteriore
(cfr. Cons. Stato, Sez. IV, 30 marzo 1998, n.
502).
Ne consegue che, in assenza di disposizioni a carattere retroattivo, un’interpretazione nel senso prospettato dalla Ragioneria dello Stato inciderebbe su un diritto
soggettivo del dipendente, che ha maturato, legittimamente, il diritto al pagamento dei corrispettivi previsti dalla norma, al momento in cui le prestazioni sono
state svolte. Dunque, i compensi erogati a
decorrere dal 1° gennaio 2009, ma relativi
ad attività realizzate prima di tale data,
vanno assoggettati alla previgente disciplina. In buona sostanza, la riduzione va considerata come un’economia di spesa che
deve scattare fin dall’inizio nel quadro economico dell’opera. In ogni caso, il versamento alle Casse dello Stato non può
giammai riferirsi agli enti territoriali, che
iscriverebbero sul proprio bilancio le
somme così risparmiate.
Avv. Francesco Lilli
(responsabile del servizio)
Collegio Costruttori Edili
ed Imprenditori Affini
notiziari
Elenco delle circolari indirizzate da ANCEBOLOGNA – Collegio Costruttori Edili dal
1° al 30 aprile 2009 alle imprese associate
Circ. num.
Prot.
Data
213/2009
627
01/04/2009
214/2009
215/2009
630
632
01/04/2009
01/04/2009
216/2009
636
02/04/2009
217/2009
637
02/04/2009
218/2009
638
02/04/2009
219/2009
220/2009
639
642
02/04/2009
03/04/2009
221/2009
643
03/04/2009
222/2009
650
06/04/2009
223/2009
655
06/04/2009
224/2009
656
07/04/2009
225/2009
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08/04/2009
226/2009
663
08/04/2009
Oggetto
Imposta di bollo - Applicazione in caso d’uso per gli
elaborati progettuali allegati al permesso di costruire.
Elenco circolari diramate nel mese di marzo 2009.
Elenco aggiornato dei tecnici competenti in
acustica ambientale.
Disponibilità di figure professionali da parte
dell’Agenzia per il lavoro “OBIETTIVO LAVORO
S.P.A.” per l’inserimento lavorativo nel settore delle
costruzioni edili.
Disponibilità di figure professionali da parte
dell’Agenzia per il lavoro “OPENJOB S.P.A.” per
l’inserimento lavorativo nel settore delle costruzioni
edili. Presentazione operazioni promozionali
riservate ai clienti denominate “OPENFIDO”
e “CREDITO SICURO”.
Documento di approfondimento sul tema
“Rivalutazione volontaria dei beni dei beni
immobili. Articolo 15, commi da 16 a 23, del
Decreto Legge 29 novembre 2008, n. 185 e articolo
5 del Decreto Legge 10 febbraio 2009, n. 5.
Circolari 13 marzo 2009 n. 8/E e 19 marzo 2009 n. 11/E
dell’Agenzia delle Entrate”.
Software di compilazione “Bonus famiglia”.
Chiusura anticipata degli Uffici Venerdì 10 aprile
2009 ore 12.30 in occasione delle Festività Pasquali.
Prestazioni alberghiere e somministrazione di
alimenti e bevande. Regime fiscale. Chiarimenti.
ICI – Aggiornamento dei coefficienti per
determinare il valore dei fabbricati strumentali –
D.M. 23 marzo 2009.
Comune di Bologna: provvedimento per la
prevenzione ed il controllo delle malattie trasmesse
da insetti vettori ed in particolare dalla zanzara
tigre (Aedes Albopictus). Periodo 1 Aprile - 31
Ottobre 2009. Previsioni di interesse per cantieri,
terreni, aree incolte o dismesse, aree aperte, abitazioni.
Obblighi. Sanzioni.
Piano Rilancio dell’Edilizia – Intesa Stato-Regioni
– D.L. “Semplificazione disciplina dell’urbanistica e
dell’edilizia” e D.d.L. “Testo unico principi in materia
di edilizia e paesaggio” in corso di approvazione.
Disponibilità di figure professionali da parte
dell’Agenzia per il Lavoro “METIS SPA” per
l’inserimento lavorativo nel settore delle costruzioni edili.
Proposta per la trasmissione telematica delle
dichiarazioni fiscali.
Autore
Servizio
CP/df
Tributario
CP/aa
CP/aa
A.G. - Segr. - Amm.
Tecnico
CP/vc
Lavoro
CP/vc
Lavoro
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Tributario
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CP/vc
Tributario
A.G. - Segr. - Amm.
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Tributario
CP/vc
Tributario
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Tecnico
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Piano Strutturale Comunale (PSC) in forma
associata dei 10 Comuni del Nuovo Circondario
Imolese. Nostre osservazioni e contributi al Quadro
Conoscitivo, ValSAT e Documento Preliminare per
la formazione del PSC associato.
Comune di Castel Maggiore (BO): adozione del
Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE). Scadenza
presentazione Osservazioni: 30 maggio 2009.
Referenti tecnici Hera per i costruttori e loro
progettisti. Nuovi recapiti telefonici.
IVA: cessione di materiali per l’edilizia. Variazione
in diminuzione. Chiarimenti ministeriali.
Imposte indirette: trasferimento di aree comprese in
piani comunali per insediamenti produttivi.
Chiarimenti ministeriali.
Trasferimenti di immobili in piani urbanistici
particolareggiati. Pronunce giurisprudenziali.
Sintesi normativa vigente e previgente per
trasferimenti agevolati 1%.
Intesa Istituzionale tra Comune di Bologna e
Agenzia del Demanio per ex aree militari.
Presentazione 16 aprile 2009 ore 16.30, Cappella
Farnese - Palazzo D’Accursio, Piazza Maggiore n. 6 (BO).
Seminari di aggiornamento gratuiti organizzati da
I.I.P.L.E. nelle sedi di Bologna e Imola.
Modello UNICO 2009 Società di Capitali.
Procedura DURC. Ministero del Lavoro. Circolari n.
34 del 15 dicembre 2008 e n. 10 del 1 aprile 2009.
Autocertificazione dell’inesistenza di
provvedimenti amministrativi o giurisdizionali per
violazioni di norme sulla sicurezza sul lavoro e di
orario di lavoro. Scadenza: 30 aprile 2009.
Incontro Unindustria Bologna sul tema
“Dichiarazione IRAP e Bonus R&S (co. 280
Finanziaria 2007)”, Giovedì 16 aprile 2009, ore 913, sede Unindustria Bologna, Via S. Domenico n. 4 – Bologna.
Rilevazione trimestrale dei tassi effettivi globali
medi ai fini dell’applicazione della legge sull’usura
(Legge 108/1996). Applicazione 01.04.2009 al 30.06.2009.
Festività del mese di aprile.
Accordo Nazionale 18 marzo 2009 - Patentino per
operatori di macchine complesse.
Clausola di gradimento in tema di divieto di
subappalto alle imprese partecipanti alla
medesima procedura. Orientamento ANAS su intervento ANCE.
Nuovo Modello IVA TR: richiesta di rimborso o
utilizzo in compensazione del credito IVA
trimestrale. Prossima scadenza: 30 aprile 2009.
Documento di approfondimento.
Credito di imposta per i progetti di investimento in
attività di ricerca e sviluppo. Approvazione del
nuovo formulario per la prenotazione del credito.
Data di avvio della presentazione ore 10,00 di
mercoledì 22 aprile 2009.
Stati Generali delle Costruzioni – Roma 22 aprile
2009 ore 10,00 – 14,00, Palazzo dei Congressi
(Piazza J.F. Kennedy, 1). Invito a partecipare.
Denuncia annuale dei rifiuti (M.U.D.) e diritto
annuale per l’Albo Gestori Ambientali - scadenze
del 30 aprile 2009. Convenzione per la
compilazione del M.U.D. 2008.
Scadenze fiscali maggio 2009.
Rinvio STATI GENERALI DELLE COSTRUZIONI Nuova data: 14 maggio 2009.
Comune di Sant’Agata Bolognese ed ACER
Bologna: avviso di asta per l’alienazione di alloggi
e pertinenze di proprietà comunale ubicati nel
Comune in Via Terragli Levante nn. 5 e 18, ed in
Via della Repubblica nn. 9, 10, 11, 12, 14, 16, 22,
24 e 26. Relative basi d’asta e scadenze.
D.L. 5/2009 - cd. “Decreto incentivi”: pubblicata in
Gazzetta Ufficiale la legge di conversione.
Comune di Monghidoro (BO): avviso di asta
pubblica per l’alienazione della proprietà inerente
un terreno parzialmente edificabile sito in località
Ca’ del Costa. Prezzo a base d’asta. 65.544,00
euro. Scadenza presentazione offerte: ore 12,00
del 5 maggio 2009.
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Tecnico
CP/aa
A.G. - Segr. - Amm.
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Tecnico
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Lavoro
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Tecnico
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767
27/04/2009
Coefficiente per la rivalutazione del TFR - marzo 2009.
Nelle gare di appalti pubblici il DURC ha validità
mensile: tale validità decorre dalla data di rilascio
dello stesso DURC e non da quella in cui è stata
accertata la regolarità dei versamenti.
Comune di Baricella (BO): proroga dei termini per
la presentazione di osservazioni al Piano
Strutturale Comunale (PSC), alla Valutazione di
Sostenibilità Ambientale (VAS) ed al Regolamento
Urbanistico Edilizio (RUE) all’8 maggio 2009.
Compensazione contributo SSN sui premi di
assicurazione Polizze Responsabilità Civile: veicoli
trasporto merci di massa complessiva a pieno carico
non inferiore ad 11,5 tonnellate.
Benefici fiscali sul gasolio per autotrazione per l’anno 2008.
Savigno (BO): avviso d’asta pubblica per la vendita
di due lotti di terreno edificabili di proprietà
comunale ubicati in Comune di Savigno (BO), Via
Forese. Scadenza presentazione delle offerte: ore
12 del 21 maggio 2009.
Seminario Sace, Abi e Simest: i nuovi strumenti per
l’internazionalizzazione – Roma, 29 aprile 2009.
Approvato il Regolamento Urbanistico Edilizio
(RUE) e le schede tecniche di dettaglio Comune di
Bologna. Entrata in vigore prevista per il 20 maggio 2009.
Segnalazione n. IV/2009 elenco indicativo dei
bandi di gara disponibile sul sito internet di ANCEBOLOGNA Collegio Costruttori Edili, www.ancebologna.it.
Approvato il Regolamento Comunale del Verde
Pubblico e Privato del Comune di Bologna. Entrata
in vigore prevista per il 3 giugno 2009.
Missione di filiera Associazione Nazionale
Costruttori Edili (ANCE) nel Golfo Persico. Rinvio
missione nei giorni 23-26 maggio 2009. Adesioni
entro il 27 aprile 2009.
Cessione di cubature. Imposte dirette ed indirette.
Legittimità di clausole che riservano il sopralluogo
a particolari ruoli e funzioni nell’ambito
dell’impresa. Parere n. 33/2009 dell’Autorità
Vigilanza sui Contratti Pubblici.
Convenzione ANCEBOLOGNA - Gruppo24ORE
riservato alle imprese associate. Anno 2009.
Comune di Ozzano dell’Emilia (BO): approvazione
del Piano Strutturale Comunale (PSC) e del
Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE).
Convegno annuale CPTO IIPLE sul tema:
“Sicurezza sul lavoro in edilizia a Bologna e
provincia: dati e riflessioni sul 2008”. Venerdì 8
maggio 2009, Aula Magna dell’Istituto Edile di
Bologna, Via del Gomito n. 7, Bologna, ore 9-13,
ampio parcheggio interno.
Provincia di Bologna: approvazione variante al
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
(PTCP) denominato Piano Operativo degli
Insediamenti Commerciali (POIC) ai sensi dell’art.
27, comma 9, della Legge Regionale 20/2000.
Entrata in vigore: 22 aprile 2009.
Seconda gara provinciale del muratore. Iscrizione
delle squadre entro le ore 12 del 5 maggio 2009.
Procedura DURC. Autocertificazione
dell’inesistenza di provvedimenti amministrativi o
giurisdizionali per violazioni di norme sulla
sicurezza sul lavoro e di orario di lavoro. Scadenza:
30 aprile 2009. FAQ del Ministero del Lavoro.
Pubblicato il Regolamento sull’obbligo del
contrassegno SIAE. Materiali promozionali di impresa.
Parere n. 32/2009 dell’Autorità di Vigilanza sui
Contratti Pubblici. Legittima esclusione del
concorrente che corregge la polizza fideiussoria e
lo schema tipo senza controfirma del garante.
Appalti pubblici. Avvalimento. Irrilevante il rapporto
giuridico esistente tra l’impresa che utilizza
l’avvalimento e quella che mette a disposizione i requisiti.
Invariato rispetto allo scorso anno il contributo da
corrisponderle nel 2009 all’Autorità per la Vigilanza
sui Contratti Pubblici di Lavori Servizi e Forniture.
LD/df
LD/df
Lavoro
Tecnico
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A.G. - Segr. - Amm.
CP/aa
Tributario
CP/aa
CP/aa
Tributario
A.G. - Segr. - Amm.
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CP/aa
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CP/aa
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Lavoro
CP/vc
Tributario
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Tecnico
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Tecnico
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Tecnico
inarcos
notiziari
251/2009
252/2009
427
notiziari
274/2009
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798
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285/2009
805
30/04/2009
Equo canone e disciplina delle locazioni. Indice
dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e
impiegati relativo al mese di marzo 2009.
IRAP: deducibilità forfetaria del 10% ai fini delle
imposte sui redditi.
Rivalutazione dei beni immobili di impresa. Nuovi
chiarimenti ministeriali. C.M. n. 11/E/2009.
Legge n. 33/09, di conversione del D.L. 5/09 (c.d.
“Decreto incentivi”): novità in materia di trasporti.
Approvata la riorganizzazione dei Consorzi di
Bonifica della Regione Emilia Romagna.
Bando per la concessione di contributi agli enti
locali per la realizzazione di programmi di
qualificazione energetica.
Erogazione diretta del TFR a carico del Fondo di
Tesoreria – Istruzioni operative dell’INPS.
CIGS ai sensi dell’art. 3 della Legge n. 223/1991,
per accordo di ristrutturazione dei debiti, di cui
all’art. 182-bis del regio decreto n. 267/1942 –
Precisazioni ministeriali.
Gruppo Filippo Fochi S.p.A. in amministrazione
straordinaria: avviso di vendita all’asta di un
complesso immobiliare sito nel Comune di
Bologna, Via Paolo Nanni Costa n. 30. Prezzo a
base d’asta: euro 14.252.100,00. Scadenza
presentazione offerte: ore 16 del 12.06.2009.
Bonus famiglia, bonus incapienti e incrementi di
produttività. Risoluzione 115/E 28 aprile 2009,
nuovi codici tributo.
Legge Regionale 24/2001 e Decreto Legge
159/2007: procedure per la gestione del
Programma di manutenzione di alloggi di edilizia
residenziale pubblica “Nessun alloggio pubblico sfitto”.
Indagine rapida sull’andamento del settore delle
costruzioni nel 2008 (consuntivo) e previsioni per il
2009 ed il 2010.
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Tecnico
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LD/df
Lavoro
LD/df
Lavoro
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A.G. - Segr. - Amm.
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Tributario
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Tecnico
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A.G. - Segr. - Amm.
L’aggiornamento in tempo reale degli oggetti delle circolari indirizzate da ANCEBOLOGNA - Collegio Costruttori Edili alle imprese associate è consultabile sul sito internet: www.ancebologna.it.
PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI
G.U.
DEL
OGGETTO
74
30.03.2009
75
31.03.2009
75
31.03.2009
79
04.04.2009
80
06.04.2009
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI DECRETO 20 MARZO 2009
Modifiche al decreto 11 novembre 2008, recante: “Disposizioni per l’installazione a posteriori di specchi
sui veicoli commerciali pesanti”.
MINISTERO DELL’ECONOMICA E DELLE FINANZE DECRETO 23 MARZO 2009
Aggiornamento dei coefficienti per la determinazione del valore dei fabbricati di cui all’articolo 5, comma 3, del decreto
legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, agli effetti dell’imposta comunale sugli immobili (ICI) dovuta per l’anno 2009.
MINISTERO DELL’ECONOMICA E DELLE FINANZE DECRETO 26 MARZO 2009
Rilevazione dei tassi effettivi globali medi. Periodo rilevazione: 1° ottobre – 31 dicembre 2008.
DECRETO LEGISLATIVO 16 MARZO 2009, N. 30
Attuazione della direttiva 2006/118/CE, relativa alla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento.
DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 23 FEBBRAIO 2009, N. 31
Regolamento di disciplina del contrassegno da apporre sui supporti, ai sensi dell’articolo 181-bis della legge 22 aprile 1941, n. 633.
LEGGE 9 APRILE 2009, N. 33
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, recante misure urgenti a sostegno
dei settori industriali in crisi.
Testo del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, coordinato con la legge di conversione 9 aprile 2009, n. 33, recante misure
urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi, nonché disposizioni in materia di produzione lattiera e rateizzazione
del debito nel settore lattiero-caseario.
ERRATA-CORRIGE
Comunicato relativo al testo del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, coordinato con la legge di conversione 9 aprile 2009,
n. 33, recante: “Misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi, nonché disposizioni in materia di produzione
lattiera e rateizzazione del debito nel settore lattiero-caseario.”.
(Testo coordinato pubblicato nel supplemento ordinario n. 49/L alla Gazzetta Ufficiale – serie generale – n. 85 dell’11 aprile 2009).
AUTORITA’ PER LA VIGILANZA SUI CONTRATTI PUBBLICI DI LAVORI, SERVIZI E FORNITURE - DELIBERAZIONE 1 MARZO 2009
Soggetti tenuti al versamento del contributo a favore dell’Autorità e relative modalità, in attuazione dell’articolo 1,
commi 65 e 67, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, per l’anno 2009.
ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA: Indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativo al mese di
marzo 2009, che si pubblicano ai sensi dell’art. 81 della legge 27 luglio 1978, n. 392 (Disciplina delle locazioni di immobili
urbani), ed ai sensi dell’art. 54 della legge del 27 dicembre 1997, n. 449 (Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica).
CONFERENZA UNIFICATA - PROVVEDIMENTO 1 APRILE 2009
Intesa, ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, tra Stato, regioni e gli enti locali, sull’atto
concernente misure per il rilancio dell’economia attraverso l’attività edilizia. (Repertorio atti n. 21/CU del 1 aprile 2009).
S.O. N. 49/L 11.04.2009
428
87
15.04.2009
90
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27.04.2009
98
29.04.2009
inarcos
CRONACA DAL TERREMOTO
Le prime ore della colonna mobile della
Protezione Civile della Regione Emilia
Romagna, impegnata in un esemplare
intervento di soccorso alla popolazione dell’Abruzzo.
Sono quasi le ore 8 del 6 aprile 2009, apparentemente un lunedì come tanti, solo reso
un poco più gradevole dalla consapevolezza di trovarci nella settimana che precede la
Pasqua: coraggio, ancora qualche giorno di
lavoro e poi un po’ di meritato riposo.
Mentre mi faccio la barba accendo la radio.
Una notizia apre il GR1: terremoto in
Abruzzo. Le prime frammentarie notizie
già fanno presupporre danni estesi e perdite di vite umane, purtroppo in numero
copioso. Accelero le abluzioni mattutine,
informo mia moglie della tragica notizia e
inizio a predisporre la cancellazione di tutti
gli impegni professionali fissati nella settimana. Questo evento riguarda anche me
direttamente, in quanto presidente di ProIng, associazione di volontariato di protezione civile degli ingegneri liberi professionisti, nata nel 1996 per volontà di 35 soci
fondatori, convenzionata con la protezione
civile regionale, iscritta negli elenchi del
volontariato e già operativa dopo i sismi del
1997 (Umbria Marche), 2002 (Molise), 2003
(Bolognese). I compiti che i soci di Pro-Ing
hanno svolto in passato durante simili calamità, e che pensano di svolgere anche questa volta, vanno dal supporto alla costruzione del campo di soccorso alla popolazione,
al controllo dell’adeguatezza degli impianti tecnologici nelle tendopoli, alle verifiche
di stabilità degli edifici, funzione fondamentale per consentire ai cittadini impauriti e preoccupati di rientrare in sicurezza
nelle abitazioni che non hanno subito
danni. In particolare per quest’ultima funzione, i soci Pro-Ing, in maggioranza inge-
gneri strutturisti e/o con lunga esperienza
di progettazione, hanno, oltre a corsi di
autosicurezza, primo soccorso, comportamento in caso di calamità, seguito corsi specifici da noi stessi gestiti per la corretta
compilazione, nell’ultima versione AEDES
06/2008, delle “Schede di 1° livello di rilevamento del danno, pronto intervento e agibilità per edifici ordinari nell’emergenza
post-sismica”. Inoltre, dall’ultima esercitazione di protezione civile dell’autunno 2008
nel Ravennate, Pro-Ing fa parte del cosiddetto “gruppo di valutazione”, un nucleo
ristretto di esperti che ha il compito di giungere per primo sul luogo dell’evento calamitoso, per predisporre il successivo invio
dei soccorsi nella misura e nei modi che si
stabiliscono di volta in volta per la loro
migliore efficacia ed efficienza.
L’attesa non è lunga: alle 9 e 30 un dipendente dell’Agenzia regionale di protezione
civile mi invita a raggiungerlo al più presto
per importanti comunicazioni. Prima delle
10 sono nella sala operativa in viale Silvani,
dove arrivano in continuazione informazioni dal Dipartimento e dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Il terremoto ha colpito duro: al culmine di uno sciame
sismico iniziato nel gennaio e che già angustiava la popolazione, alle ore 3 32’ 39” una
scossa di magnitudo 5,8 della scala Richter,
con epicentro a circa 8,8 km di profondità
nell’Aquilano ha gettato giù dal letto un’intera provincia, provocando, secondo i primi
comunicati, danni immensi e almeno una
cinquantina di morti. La freddezza dei
numeri scuote comunque profondamente
chi, come me dal 1976, ha già vissuto altri
momenti simili: percepisco sul cuore, per
antica memoria e sensibilità personale, il
peso dell’angoscia, dello smarrimento sempre uguali che so prendere la gente, incredula nel constatare come alle prime luci del
giorno certezze, beni, affetti, siano stati
notiziari
www.assoinar.it
Didascalie:
1 - Veduta aerea del campo.
2 - Una chiesa di Villa Sant’Angelo, esempio della devastazione subita dal paese.
3 - Il centro abitato di Tussillo, a 1 km da Villa Sant’Angelo, con estesi danni.
4 - L’ingresso al campo: alla sinistra la parte dedicata all’assistenza sanitaria, al centro il piazzale, alla destra il container segreteria. Notare l’accesso separato per mezzi e pedoni.
5 - Porzione del parcheggio riservato ai soccorritori, capienza per oltre ottanta mezzi.
6 - Ai bordi del parcheggio, decentrata rispetto alla tendopoli, la zona riservata al servizio veterinario, nel cui retro
sono posti i recinti per gli animali.
7 - Sulla strada, in corrispondenza delle cucine, si sta realizzando la piazzola per i bidoni dei rifiuti. Tutta la porzione di strada prospiciente il campo e il parcheggio viene mantenuta sgombra da mezzi per agevolare i lavori. In
lontananza si vedono le auto dei privati.
8 - L’asta centrale dei servizi: in primo piano la centrale elettrica, bagni e docce, la centrale tecnologica, altri bagni
e docce. Notare ghiaia e camminatoi.
9 - I lavori di allaccio degli scarichi alle fognature hanno richiesto materiale, mezzi e uomini capaci. Il tubo D60 è
stato trovato alle ore 17 del Sabato Santo e subito montato!
10 - I due primi container sono stati ceduti al sindaco del Comune di Villa Sant’Angelo, Pierluigi Biondi, per riorganizzarvi l’amministrazione comunale, essendo il municipio inagibile. In secondo piano il gigantesco tendone
mensa.
11 - Nel tendone mensa viene officiata la messa per cittadini e volontari, in quanto anche il parroco Don Luigi
Marcocci non ha più né chiese, né sacrestia. Queste funzioni resteranno memorabili nel ricordo di chi vi partecipa,
perché la non sacralità del luogo porta a una maggiore concentrazione sulle parole che vengono pronunciate.
12 - Il tessuto sociale lentamente si riannoda fra le tende: si fanno nuove amicizie, in una atmosfera di ritrovata
solidarietà.
13 - I fiori della speranza: CORAGGIO ABRUZZO, ce la farai.
cancellati in un attimo e che mai più il suo
mondo sarà o ritornerà come prima. Il terremoto crea una barriera temporale, una
boa nella memoria, un confine per i ricordi,
separa nettamente come un bisturi affilato
il prima dal dopo, come ogni evento memorabile e condiviso.
Ora dobbiamo agire, come abbiamo imparato a fare in tante esercitazioni, riservando
ad altri momenti l’abbandono ai sentimenti e ai ricordi. Vengono definiti compiti e
responsabilità, e mentre presumibilmente si
attende che il Dipartimento indichi all’Agenzia regionale dove dobbiamo andare,
ognuno si ritaglia il tempo per organizzare
la propria partenza. Ritorno a casa e inizio
a raccogliere sistematicamente quello che
mi serve, sintesi di necessità ed esperienza:
per primi sacco a pelo, coltellino multiuso
(memore di improbabili tentativi di sbuccia-
1
2
inarcos
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notiziari
re una mela con il coltello di plastica usa e
getta distribuito alla mensa), i tappi per le
orecchie per smorzare i tanti rumori notturni del campo e delle tende: quelli da cantiere andranno benissimo. Poi la trousse per
l’igiene personale e l’abbigliamento, da
curare particolarmente: farà freddo?
Meglio prevedere ogni evenienza, quindi
maglioni, camicie a maniche lunghe,
magliette, stivali, scarpe da ginnastica e da
cantiere, elmetto, giacca a vento e gilet
pesante multitasche completi di logo ProIng e di scritta “Ingegnere” disegnata a lettere cubitali sulle spalle, completo di cerata
impermeabile. Quindi il supporto tecnologico: notebook con pacchetto Office,
Autocad 2008 e Mapsource, videoproiettore, macchina fotografica digitale, una coppia di radio ricetrasmittenti, navigatore
satellitare con mappe aggiornate più l’atlante stradale del centro Italia, lo zaino predisposto da anni (uno dei cinque a disposizione dei soci Pro-Ing) contenente strumenti di misura antichi e moderni, più tutto
quello che può servire in queste circostanze
per saggiare, documentare, definire, riprodurre, memorizzare, ecc. In tutto un bel po’
di cose, acquistate negli anni con i finanziamenti concessi a Pro-Ing dall’Agenzia regio-
3
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430
inarcos
nale. Dopo avere controllato il tutto e organizzato il cospicuo bagaglio sono pronto:
ritorno in Agenzia. Nell’attesa che arrivino
tutti gli altri, prendo possesso del fuoristrada Defender 90 che mi è stato assegnato, vi
carico il mio materiale, controllo poi il serbatoio e vedo che è quasi in riserva: infine
constato da subito che il mio metro e ottantacinque mal si adatta alle dimensioni del
posto guida e quindi prevedo che non sarà
un viaggio comodo. Alle 15.30 partiamo in
direzione di via Agucchi, sede del magazzino regionale di protezione civile, dal quale
dobbiamo prelevare altri mezzi e materiali
e dove abbiamo appuntamento con una
colonna di soccorritori sanitari dell’ANPAS
(Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze). Finalmente pochi minuti prima
delle 17 partiamo in colonna, con fari
anabbaglianti e lampeggianti blu accesi,
alla volta della tangenziale, intasata di traffico. Avanziamo faticosamente per i primi
chilometri, usando anche la corsia d’emergenza (siamo o non siamo soccorritori?).
Imboccata la A 14 a San Lazzaro, il traffico
va a singhiozzo fino quasi a Imola, poi finalmente diventa fluido. La colonna dei mezzi
di soccorso, costituita da sette veicoli che si
tengono in contatto mediante telefoni cellulari (privati), avanza a 100 chilometri all’ora e si ferma nell’area di servizio di Bevano
Ovest perché ormai il mio Defender è agli
sgoccioli del carburante. La sosta, causa
affollamento del distributore, costa una
ventina di minuti, durante i quali abbiamo
visto sfilare davanti a noi colonne di mezzi
di soccorso con targhe di tutto il Nord Italia
(Torino, Bolzano, Trieste, Verona quelli che
ricordo). Altra sosta all’area di servizio di
Montefeltro Ovest, dopo un’altra cinquantina di chilometri, per esigenze di rifornimento di altri. Colgo l’occasione per acquistare due piadine e una bottiglia di acqua
minerale: saranno l’unica compagnia per il
mio stomaco fino alle ore quattordici e
trenta del giorno successivo. Ripresa la marcia, mentre le ombre della sera si allungano
su di noi, ci ritroviamo in un traffico che, più
si avanza, più vede aumentare il numero
dei mezzi di soccorso, riconoscibili per una
lunga scia di luci blu, senza quasi soluzione
di continuità. Dopo Giulianova, aiutato dal
navigatore, sono il solo a imboccare la A 24
per l’Aquila: gli altri della mia colonna,
forse ingannati da fallaci indicazioni, proseguono in direzione di Pescara. L’autostrada
inizia lentamente a salire fra una cortina di
monti, i cui profili si indovinano nel buio
della notte, bagnata da una pioggia leggera, ma incessante. Mi ritrovo a viaggiare
solo con i miei pensieri, la mente volta all’emergenza che incontrerò, con l’unica compagnia del navigatore e della radio, sintonizzata a turno sui canali nazionali, alla
costante ricerca di informazioni, attento a
6
7
8
9
ogni cartello. Il telefonino mi informa che la
nostra destinazione è stata spostata da San
Demetrio ne’ Vestini a Villa Sant’Angelo, a
una quindicina di chilometri dal centro de
l’Aquila e la radio mi ragguaglia che la A 24
è aperta solo fino ad Assergi, causa danni ad
alcuni cavalcavia. Uscito sulla viabilità ordinaria, percorro nel buio solcato dalla sola
luce dei fari che si riflettono sull’asfalto
bagnato la strada che porta a Paganica,
paese che la radio ha fatto uscire da un
dignitoso anonimato, purtroppo per il
numero dei morti. Alla sua periferia vedo i
primi effetti del terremoto: smottamenti
dagli scoscesi versanti che sovrastano la
strada. Meglio stare verso il centro della carreggiata, come ho imparato a fare e come
a mia volta insegno negli incontri di forma-
10
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13
zione. Poi, all’incrocio di strade nel centro di
Paganica ecco i segni nefasti del terremoto:
crolli, lesioni, gente avvolta da coperte, falò
improvvisati, macchine con i vetri resi opachi dalla condensa del fiato di interi nuclei
famigliari che in esse cercano rifugio, intimità, riposo. Sono le 22 e 30, le strade sono
intasate di mezzi di soccorso che corrono in
tutte le direzioni, ognuno attento alle esigenze di priorità degli altri. Avanti, devo
andare avanti. La strada ora passa nell’epicentro del terremoto: vedo cartelli stradali
di paesi oggi dolenti protagonisti della cronaca e cerco passando, con la coda dell’occhio, di indovinare i crolli, i danni, le lesioni.
Un ultimo cartello: “Villa Sant’Angelo 2
km”. Ad un incrocio chiedo informazioni a
un forestale: “ Il campo della Regione
torri faro i tre sacchi che contengono il
materiale per ogni tenda, uno per la paleria e due per i teli, vengono trasportati da
piccoli, ma efficienti mezzi a quattro ruote
motrici e affidati a squadre di cinque o sei
uomini in prossimità della piazzola in cui
andrà installata. Una squadra addestrata è
in grado di montare una tenda in tre quarti d’ora. Sei squadre lavorano contemporaneamente, cercando di non rubarsi la
poca luce una con l’altra. Lentamente
giunge l’alba e con essa finalmente riusciamo a farci un idea di dove siamo. Ci troviamo in una larga piana a poca distanza dal
torrente Aterno al fondo di una lunga
valle circondata da monti alti anche oltre
milleduecento metri, mentre in secondo
piano, verso Nord, fanno capolino le cime
innevate del Gran Sasso. Siamo a duecento metri dal paese, di cui intravediamo il
centro crollato in grande parte, la chiesa, a
cento metri dall’ingresso del campo, ha
l’abside collassata a terra e mostra l’interno devastato. Diciassette sono i morti che
Villa Sant’Angelo, comune di neppure cinquecento anime, ha sacrificato in questa
tragedia. Raccontano che i cani da ricerca
dei primi soccorritori sentivano la presenza
delle persone sepolte, ma non vi era modo
di intervenire per mancanza di mezzi.
Terribile. Terribile.
Alla luce del sole che finalmente riscalda
terremotati e soccorritori, continua febbrile l’opera di costruzione del campo. Verso
le otto, per chi lo vuole, viene offerto un
poco di caffè caldo, per alleviare la fatica e
rialzare lo spirito. Mentre si prosegue alacremente nel montaggio delle tende, altre
squadre provvedono al trasporto dei gruppi elettrogeni (due semirimorchi da venti
piedi), di bagni e docce, della centrale tecnologica, dotata di fossa Imhoff in grado
di depurare le acque e di scaricare in pressione e a grande distanza i reflui, della centrale elettrica. Una ventina di volontari
sono impegnati prima nel posizionamento
del container cucina e poi nella laboriosa
costruzione del tendone mensa, una struttura illuminata e riscaldata, dotata di pavimento, di dodici metri per trenta, con
capienza di oltre 400 posti a sedere.
Intanto i settanta volontari dell’ANPAS
montano le strutture di un Posto Medico
Avanzato, l’ambulatorio e il posto di pronto soccorso, con oltre una decina di ambulanze. Verso mezzogiorno termina il montaggio delle tende: adesso altre squadre di
specialisti devono fissarle a terra, collegarle all’impianto elettrico, dotarle di illuminazione e riscaldamento, riempirle ognuna con otto brande con i relativi materassi,
cuscini, lenzuola e coperte. Questa operazione, moltiplicata per quarantotto, porterà via tutto il pomeriggio e alcune tende
non potranno essere né illuminate, né
notiziari
12
Emilia-Romagna”? Mi fanno cenno di girare a sinistra, tanto a destra, oltre la curva,
tutte le case del paese sono crollate e non si
potrebbe comunque passare. Dopo una
trentina di metri una strettoia fra due muri
induce a una curva secca: i nostri bilici con i
container da dieci e venti piedi non riusciranno a passare qui, bisognerà inventarsi
qualcosa. Dopo cinquecento metri vedo
quattro potenti luci allineate lungo il ciglio
di una strada: sono gli alpini dell’ANA della
sezione Emiliano-Romagnola, i primi ad
essere arrivati. Non hanno atteso gli ordini
dall’alto, sono partiti seguendo il loro istinto, generosità ed esperienza, e sono stati
indirizzati qui via radio. Hanno illuminato il
sito che gli è stato indicato dalle autorità
locali per l’allestimento del campo con luci
alimentate da due gruppi elettrogeni e
sono in attesa che arrivi il grosso della
colonna, con il materiale. Parcheggio e
scendo: sono le ventitre. Riconosco volti
noti, amici di tante esercitazioni. Diego, con
cui mi sono incontrato in altre occasioni per
questioni relative all’impiantistica, ha preso
in mano la situazione e alla luce fioca della
plafoniera della sua auto sta iniziando a
disegnare lo schema del campo. Ci accorgiamo che il sito che è stato indicato per il
campo è lavorato e seminato a grano: concordiamo che ci pianteremmo fino al collo
nella terra smossa. Ruotando le luci sul
ciglio opposto della strada facciamo illuminare una vasta piana e scopriamo che una
superficie irregolare con lati di circa cento
metri è disponibile e non lavorata di recente: c’è anche l’accesso dalla strada. Non è il
massimo, ma in mancanza di altre indicazioni si decide che questo sarà il sito del
campo. Vediamo intorno a noi i fuochi accesi dagli abitanti che non hanno luogo dove
rifugiarsi: bisogna fare presto. Lo schema
del campo è presto fatto: un corridoi centrale per i bagni, le docce e i servizi necessari, sul lato più lontano dalla strada sei file
con otto tende ciascuna. Nella parte prospiciente la strada a fianco dell’accesso, da un
lato la zona per il soccorso sanitario e le
tende per i volontari, dall’altro segreteria
del campo, reparto trasmissioni (via satellite), cucina e mensa. Questo in linea di massima, poi si vedrà.
Alla luce di una piccola torcia, facendomi
aiutare da alcuni alpini, con una cordella
da 50 metri misuriamo il sito e picchettiamo la posizione delle tende. Intanto è arrivato il resto della colonna, che deve fermare i bilici in uno spiazzo duecento metri
prima della strettoia: saranno costretti a
trasbordare tutto su autocarri più piccoli,
che possano superarla, con perdite di
tempo e ulteriore dispendio di mezzi ed
energie. Sono le tre e mezza di martedì 7
aprile, sono passate 24 ore dalla scossa e si
iniziano a montare le tende. Alla luce delle
inarcos 431
notiziari
432
riscaldate, per carenza di forniture. Colorite imprecazioni vengono rivolte ai responsabili di tali mancanze, imputabili al Dipartimento o chi per lui. Verso le dodici e
trenta la cucina è in grado di fornire il
primo pasto caldo alla popolazione, cui i
volontari cedono doverosamente il passo.
Consumo il mio piatto di minestra alle
quattordici e trenta, appoggiato al cofano
di un Defender: mai ristorante mi è apparso più accogliente, mai pastasciutta mi è
sembrata migliore, mai acqua più dissetante. Riprendo poi il compito di coordinamento dei lavori, cercando di dare la giusta priorità alle cento cose da fare, di trovare uomini, materiali, risorse.
Nel tardo pomeriggio, a fianco dell’ingresso, il container segreteria inizia a ricevere le
richieste di alloggio dalla popolazione. I
primi gruppi famigliari si avvicinano timidamente e avanzano le loro richieste, poi la
fila si allunga: provengono non solo da Villa
Sant’Angelo, ma anche da altri centri della
vallata, dai quali hanno visto sorgere dal
niente il nostro campo. Le tende vengono
riempite al limite della capienza e in alcuni
casi anche oltre, per non dividere famiglie
numerose. Non è possibile garantire una
tenda per famiglia, perché troppe sono le
richieste. Anche il parroco, che chiedeva
una tenda tutta per sé, dovrà adattarsi a
dividere lo spazio con altri. Ecumenicamente.
I volontari non si sono riposati un attimo,
nessuno ha dormito la notte precedente e
nel pomeriggio la stanchezza inizia ad
affiorare. Lucio, attento capo campo, uomo
di grande esperienza nel guidare altri uomini in situazioni di stress e fatica (una vita nell’esercito come istruttore di un corpo specialistico di grande fama) controlla e frena
gli eccessi, ferma chi giunto al limite rischia
di diventare pericoloso per sé e per gli altri.
Fra i volontari vige la comprensione più
totale, perché tutti siamo stanchi, perché
tutti siamo qui per aiutare e l’eccesso verbale di uno è solo il sintomo del raggiunto
limite della spossatezza e dell’esaurimento
fisico.
Un poco alla volta le tessere fondamentali
del campo prendono forma e occupano il
posto prefissato. La corrente elettrica
viene fornita dai due gruppi elettrogeni,
l’acqua dai serbatoi mobili, il gas per la
cucina dalle bombole di GPL. Alle diciannove le tende sono pronte ad accogliere
finalmente al coperto le famiglie che
hanno trascorso già due notti all’aperto o
in macchina: il campo fa il pieno. La cucina
è pronta e sfamerà, dalle diciannove e
trenta alle ventitre, novecento persone nel
turno serale, quasi il doppio del previsto,
tutte fatte accomodare a turno nel tendone mensa, finito e perfettamente funzionante. I bagni necessitano ancora di qual-
inarcos
che intervento, ma in linea di massima possono andare. Ancora una volta, ma meglio
di tutte le altre, il miracolo si compie: oltre
cinquecento persone fra ospiti e volontari
messi in condizione di stare al caldo e al
coperto, rifocillati con un buon pasto in
meno di venti ore. Bravi volontari, dal
primo all’ultimo. Potranno dire tutti con
orgoglio di aver avuto il privilegio e l’onore di aver partecipato ad un’opera di soccorso magistrale, in cui tutti i Diego, i Lucio
e i cento altri che non cito, hanno fatto il
proprio dovere e oltre, stringendo i denti e
superando fatica e ostacoli, montando e
rendendo efficiente un campo in un
tempo brevissimo. E la qualità del lavoro
svolto è testimoniato dai servizi delle
numerose troupe televisive e degli ancora
più numerosi giornalisti che hanno fatto
visita al campo: Sky, la TV francese e quella tedesca, le tre reti RAI, con ben due
dirette, i commenti anche a microfoni
spenti di aperto elogio, ma soprattutto le
parole semplici e sentite dei terremotati,
unico metro con cui realmente si confrontano i volontari. Non vorrei viceversa citare i vari politici che hanno fatto passerella.
Dimenticavo: alle 19 e 47’ una scossa di
magnitudo 5,3 ci ha ricordato che il terremoto, come il postino, suona sempre due
volte. Paura nella popolazione, altri danni
(crolla quello che non era crollato il giorno prima), ma per fortuna nessuno si fa
male. Infine, dopo le venti, assicurate le
funzioni fondamentali per la popolazione, un’ultima fatica attende i volontari: il
montaggio delle tende pneumatiche per il
proprio alloggio. Alle ventidue tutto è
pronto e i primi assonnati volontari occupano i posti disponibili. Ceno alle ventitre
e poi subito a letto, infilato nel sacco a
pelo e con due coperte di rinforzo, indosso i tappi per le orecchie e … buona notte!
(Ma, come mi capita sempre in queste circostanze, per lo stress e la fatica, il riposo
sarà di poche ore).
Dal mercoledì e nei giorni successivi si è
completato e affinato quanto impostato il
primo giorno. Ecco parte dei lavori svolti.
Raddoppio della segreteria, di cui la più piccola viene ceduta al sindaco per ripristinarvi gli uffici comunali resi inagibili; montaggio di ulteriori quattro tende, per un totale
di cinquantadue; scavo di due fosse biologiche a dispersione (da usare in caso di necessità), di novanta metri cubi per i bagni e di
trentasei metri cubi per la cucina, quest’ultima dotata di pozzetto sgrassatore; collegamento alla rete fognaria degli scarichi dei
bagni con una tubazione lunga oltre duecentocinquanta metri; allaccio per fornitura
di acqua potabile all’acquedotto pubblico
prima con un tubo da mezzo pollice (insufficiente), poi da un pollice e mezzo (tubazione lunga 500 m); elettrodotto da 400 m
per alimentare la centrale elettrica del
campo con fornitura prima di 70 kW, poi di
300 kW; realizzazione di un distesa rullata e
vibrata di ghiaia nei piazzali e nei percorsi
fra le tende e i servizi e sotto le tende, previo utilizzo di stuoie di tessuto non tessuto;
installazione di grelle in plastica nei percorsi pedonali; realizzazione di un fossato di
protezione al campo, con pendenze misurate e calibrate, integrato da un reticolo di
canalette e da un sistema di pompe aspiranti e di idrovore; realizzazione di un parcheggio per oltre ottanta mezzi; realizzazione dello spazio operativo per il servizio
veterinario, con recinti, acqua potabile,
torre faro; realizzazione di un piazzale su
cui installare poi un tendone ludoteca/cinema e dei container in cui riavviare piccole
attività commerciali locali; realizzazione
con getto in cls e rete elettrosaldata di una
piazzola per i bidoni dei rifiuti, previa riparazione del compattatore comunale, danneggiato dal crollo di un muro; montaggio
del portale di ingresso al campo; ombreggiatura dei container per le derrate alimentari, con ondulina e rete per frutteti; applicazione del sistema HACCP alla cucina (linee
guida riprese poi dal Dipartimento per le
cucine di tutti gli altri 177 campi); rilievo del
campo con strumentazione GPS, stazione
totale e livello laser e redazione della
mappa con autocad; ecc., ecc.
Sono rientrato stanco, ma orgoglioso e soddisfatto, dopo nove giorni fra cui una
Pasqua memorabile (ringrazio la sensibilità
di mia moglie che non ha posto limiti alla
mia permanenza al campo), avvicendato
dal collega Ing. Camillo Sansone di Modena. La mia parte l’ho fatta, ora attendo
che i colleghi di Pro-Ing, organizzati dal
consiglio direttivo che nel frattempo non si
è risparmiato in iniziative (vedi incontri di
formazione sulle schede AEDES del 08/04 e
22/04 Bologna, del 29/04 a Modena, per
altre iniziative consultate il sito www.proing.org), vengano chiamati per le verifiche
di agibilità. Sono oltre duecento i soci, da
tutta la regione, motivati, addestrati, assicurati, pronti a partire per dare ancora una
volta un contributo professionale alla
gestione del dopo emergenza, colleghi e
amici le cui capacità sono testimoniate da
un encomio ufficiale del Dipartimento per
l’intervento del 2002 in Molise.
In un momento in cui le libere professioni
non godono del favore della stampa, e
nella specifica circostanza del terremoto la
nostra meno di altre, questi duecento
volontari sono viceversa una dimostrazione
palese del senso etico che pervade chi
affronta la professione di ingegnere con
onestà intellettuale.
Meditate gente, meditate, ma soprattutto,
fate meditare.
Giancarlo Rivelli, ingegnere
CORSI E CONVEGNI
rubriche
EIRE
Si svolgerà dal 9 al12 giugno prossimi la quinta edizione di EIRE, l’evento internazionale dedicato al real
estate italiano e dell’area mediterranea. La fiera tratterà i temi di maggiore attualità: il ruolo della finanza
nel real estate; lo sviluppo delle città;
il retail; l’eco-Sostenibilità e il social
housing. EIRE è un evento che offre la
possibilità di confrontarsi e lavorare
in un ambiente confortevole e business oriented con tutti i principali
protagonisti internazionali del settore, svolgendo in quattro giorni di
fiera un lavoro altrimenti molto più
dispendioso in tempo e risorse. La
fiera vuole porsi come la nuova fiera
di riferimento per il settore del retail
e dell’industria dei centri commerciali. Un luogo di confronto sulle opportunità di sviluppo e di commercializzazione di nuove aree sul suolo italiano e, per gli operatori italiani, di
apertura verso l’estero. Uno spazio
espositivo e di comunicazione dedicato interamente alle amministrazioni
locali italiane di media e piccola
dimensione per promuoversi, far
conoscere al mercato le proprie
opportunità e incontrare nuovi partner per sviluppare e rendere operativi i propri progetti.
www.italiarealestate.it
***
OUTDOOR DESIGN
Milano, luglio 2009
POLl.design Consorzio del Politecnico
di Milano organizza il corso di Alta
Formazione in “Outdoor Experience
Design” per progettare e arredare gli
spazi esterni privati e pubblici. Il
corso si terrà a Milano dal 6 al 24
luglio 2009 e costituisce una specializzazione professionale molto attuale per designer e architetti, volta a
formare una figura professionale
nuova rivolta a un settore dove il
design riveste un ruolo di determinante importanza.
Per informazioni:
www.outdoorexperiencedesign.it.
***
KLIMAENERGY
24-26 settembre 2009,
Fiera di Bolzano
Fiera specializzata delle energie rinnovabili per usi commerciali, che si
rivolge ad aziende ed enti pubblici
intenzionati a ridurre le spese energetiche con azioni ecosostenibili.
Settori: fotovoltaico, solare termico,
Solar cooling, biomassa, biogas, geotermia, eolico, idroelettrico, cogenerazione, idrogeno e celle a combustibile.
www.fierabolzano.it/klimaenergy2009
***
KLIMAENERGY
20-22 ottobre 2009,
Veronafiere
III Expo Business Forum Internazionale
Termotecnica Energia Ambiente. La
manifestazione abbina una importante area espositiva ad una forte componente di aggiornamento professionale,
grazie alla realizzazione di un fitto
programma di convegni e workshop.
www.expocrea.com
***
Corso di qualificazione
“PROVE NON DISTRUTTIVE
PER LA DIAGNOSTICA
DELLE STRUTTURE IN
CALCESTRUZZO” METODI,
PROCEDURE, NORMATIVE
Con certificazione di Livello 2
CICPND
Bologna, 3-6 novembre
e 16-19 novembre 2009
Giornata di studio
“PROVE SU PALI
DI FONDAZIONE”
Bologna, 20 novembre 2009
I recenti casi di crolli verificatisi in edifici scolastici hanno messo in evidenza
come il problema della sicurezza strutturale dei fabbricati esistenti sul territorio nazionale sia stato spesso posto
in secondo piano rispetto ad altri
requisiti. Questa considerazione può
essere estesa ad una vasta gamma di
edifici, pubblici e privati, la cui affidabilità è carente non solo nei confronti
di sollecitazioni eccezionali come
quelle sismiche, ma anche rispetto alle
normali condizioni di esercizio, a
causa di difetti di progettazione o di
esecuzione, delle proprietà spesso scadenti dei materiali e del loro degrado.
Molte amministrazioni si stanno muovendo per mettere in sicurezza scuole
e altri edifici pubblici, e le normative
tecniche più recenti hanno finalmente
affrontato apertamente il campo degli edifici esistenti.
Ciò ha posto in evidenza la necessità
di mettere in atto procedure diagnostiche per valutare in modo affidabile
inarcos 433
MATERIACUSTICA S.R.L.
Società spin-off dell’Università
degli Studi di Ferrara
Polo Scientifico Tecnologico, Via Saragat,1 - 44100 Ferrara,
Italia Tel:+39-0532-974862 Fax: 974870
Corso di formazione avanzato
ASSORBIMENTO ACUSTICO
rubriche
Teoria, tecniche di misura e di simulazione, materiali
9-10 Luglio 2009
Ferrara, Facoltà di Ingegneria – Polo Scientifico Tecnologico
Con il patrocinio della Scuola di Acustica dell’Università di Ferrara
– Visita al Laboratorio di Acustica
Venerdì 10 Luglio
Ore 9:00 - 13:00
– Modelli teorici per la previsione delle proprietà acustiche
dei materiali porosi (esempi di applicazione di modelli tramite software)
– Tecniche di misura delle proprietà fisiche e meccaniche dei
materiali porosi utilizzate dai modelli teorici
– Tecniche di inversione dei modelli teorici per la determinazione dei parametri fisici
Ore 14:00 – 16:00
– Cenni sulle applicazioni delle proprietà acustiche dei materiali in codici numerici di simulazione acustica (FEM, BEM,
SEA, raytracing)
– Esercitazioni pratiche per l’applicazione di modelli teorici
Docenti:
Francesco Pompoli e Paolo Bonfiglio
Professore a Contratto e Assegnista di Ricerca presso il
Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Ferrara.
Iscrizione e modalità di pagamento:
Il costo del corso è di 600,00 euro + IVA.
Per ulteriori informazioni sui programmi, costi e modalità di
iscrizione visitate il sito www.materiacustica.it
Finalità del corso:
Il corso si rivolge a dottorandi di ricerca, ricercatori, consulenti con esperienza in acustica che intendano approfondire
al massimo livello le loro conoscenze nel settore delle proprietà acustiche dei materiali fonoassorbenti. Al fine di conseguire capacità progettuali in questo campo è necessario
affrontare la teoria della propagazione del suono in mezzi
dissipativi e all’interfaccia aria-materiale. Verranno inoltre
illustrate e discusse tutte le tecniche di misura, anche innovative, sviluppate per la determinazione delle proprietà fisiche
e acustiche dei materiali, i modelli teorici in grado di determinare il comportamento acustico dei materiali, le diverse
tipologie di materiali fonoassorbenti disponibili sul mercato.
L’ultima parte del corso sarà dedicata ad esperienze di laboratorio con esempi di caratterizzazione fisica e acustica di
materiali e all’applicazione di modelli di previsione su PC.
Programma:
Giovedì 9 Luglio
Ore 9:30: registrazione
Ore 10:00-13:00
– Introduzione
– Richiami della propagazione delle onde piane con formulazione complessa
– Propagazione del suono nei materiali dissipativi
– Propagazione del suono con interfaccia aria-materiale
Ore 14:00-18:00
– Modalità di assorbimento del suono, tipologie di materiali sul mercato
– Tecniche di misura delle proprietà acustiche dei materiali
– Sistemi risonanti e sistemi misti
la situazione attuale degli edifici,
anche in relazione ai livelli di conoscenza definiti dalle norme, ma ha
anche portato alla ribalta l’esigenza di
figure professionali in grado di affrontare questa problematica con adeguate competenze.
434
inarcos
Questo corso, organizzato dall’AIPnD
in collaborazione con il Dipartimento
DISTART dell’ Università di Bologna,
ha la finalità di formare una figura
professionale ad elevata specializzazione, in grado di proporsi sul mercato come esperto nella valutazione
degli edifici esistenti attraverso l’esecuzione di campagne diagnostiche e
la valutazione critica dei relativi risultati.
Il programma del corso prevede tre
moduli:
– modulo di base: argomenti di base,
***
SUL PALCOSCENICO
DI FIERA DI ROMA
PROVE GENERALI PER
EXPOEDILIZIA E SITE, GLI
EVENTI PROFESSIONALI
PIÙ ATTESI DELL’ANNO
Alla Nuova Fiera di Roma sono già
cominciati i lavori per l’edizione 2009
di Expoedilizia - Fiera professionale
per l’edilizia e l’architettura, e SITE Salone dell’impiantistica termoidraulica ed elettrica, che andranno in
scena, anche per quest’anno in contemporanea, dal 12 al 15 novembre 2009.
Organizzate da ROS, società partecipata da Fiera di Roma e da Senaf, le
manifestazioni si rivolgono in particolare agli operatori del centro e sud
Italia che le considerano ormai un
appuntamento irrinunciabile perché
in grado di favorire l’incontro tra i
diversi operatori, sia del comparto
edile che dell’impiantistica tecnica,
nell’ottica di costruire nuove sinergie
di business e favorire lo sviluppo complessivo del settore.
Una scelta, quella di organizzare in
contemporanea le due Fiere, che si è
rivelata vincente come confermano
anche i risultati dell’edizione 2008
che si è chiusa all’insegna dei grandi
numeri con oltre 800 aziende in esposizione, 10 padiglioni e 70mila metri
quadri di spazio espositivo. Non solo.
Con l’edizione 2008 le due Fiere
hanno raggiunto anche un altro importante risultato: riuscire a raccogliere nello stesso evento circa 45mila
visitatori qualificati, il 45% in più
rispetto all’anno precedente.
E con “queste carte” il 2009 non può
che essere all’insegna dell’ulteriore
consolidamento di un successo che è
parte del dna delle due manifestazioni: dall’indagine condotta su un campione di oltre mille visitatori presenti
alla scorsa edizione infatti, ben il 91
% si è dichiarato soddisfatto della
manifestazione e la quasi totalità
(94%) ha affermato di voler ripetere
la visita anche per la prossima edizione. Oltre alla crescita del numero dei
visitatori e alla loro soddisfazione, c’è
anche la percentuale di gradimento
(87%) della presentazione “in filiera”
delle tecnologie, dei prodotti e degli
impianti dedicati all’edilizia e al comfort, segno tangibile del la validità
del progetto Expoedilizia-SITE.
Un progetto costruito sulle necessità
sempre più incalzanti del visitatore di
informarsi risparmiando tempo e denaro, e sull’esigenza di acquisire continuamente maggiori conoscenze sui
sistemi e i prodotti che direttamente
o indirettamente compongono le
moderne costruzioni.
Una rassegna di ampio respiro ma “a
dimensione di visitatore”, che si
ripresenta con la veste inaugurata
nella precedente edizione con le sue
14 aree tematiche.
Inviare a: Senaf - Via di Corticella
181/3 - 40128 Bologna - T. +39 051
325511
F. +39 051 5880078 - [email protected] www.senaf.it
***
GREENERGY EXPO
Milano, novembre 2009
Greenergy Expo è il nuovo evento
dedicato alle energie rinnovabili che,
dal 25 al 28 novembre 2009, metterà in mostra a Fieramiliano le tecnologie già pienamente disponibili e
prodotti competitivi. Si terrà in contemporanea con EnerSolar+ , l’evento focalizzato su solare fotovoltaico e
termico. Il nuovo evento presenterà
le energie rinnovabili nelle loro
applicazioni più immediatamente
realizzabili e si rivolgerà anche all’utente finale. La manifestazione è divisa in diversi saloni: Biogas (salone
internazionale dell’industria del biogas); Enerlegno (salone internazionale dell’energia del legno); Hydro
Energy (salone internazionale dell’energia micro e mini idroelettrica);
Europellets (salone internazionale
dell’industria del pellet, tecnologie e
produzione di calore); Cogenexpo
(salone internazionale della cogenerazione etrigenerazione); Geothermia (salone internazionale dell’energia geotermica e delle pompe di calore); Energy Market (salone internazionale del mercato libero dell’ energia). Per questo motivo, la manifestazione proseguirà fino a sabato. Fino
al 27 novembre 2009 si svolgerà
anche HTE-HiTech. Expo, la rassegna
dedicata al mondo della scienza,
della ricerca e delle tecnologie più
avanzate.
www.zeroemission.eu
rubriche
conoscenza dei materiali strutturali,
normativa sulla valutazione degli edifici esistenti, procedure per la diagnostica, prove non distruttive, metodi di
elaborazione;
– modulo sul metodo sclerometrico:
basi fisiche, strumentazione, procedure, normativa, trattamento dei dati
sperimentali;
– modulo sul metodo degli ultrasuoni:
basi fisiche, propagazione delle onde,
generazione e propagazione degli ultrasuoni, parametri caratteristici, apparecchiature e trasduttori, procedure, normativa, trattamento dei dati
sperimentali per la stima della resistenza e l’analisi dei difetti.
Una parte consistente del corso si
svolge presso il LaRM, Laboratorio
Resistenza Materiali dell’Università di
Bologna, dove i partecipanti possono
operare personalmente sotto la
guida di operatori certificati di Livello 3.
Le diverse parti del corso si concludono con test di autovalutazione e relativa discussione.
I docenti provengono sia dal mondo
universitario, sia dall’industria e hanno un’esperienza pluriennale nel settore.
L’attestato di frequenza costituisce
titolo di addestramento per chi desidera conseguire la certificazione di
Livello 2 da parte del CICPND, organismo di certificazione accreditato dal
SINCERT.
A completamento del corso si svolgerà una giornata di studio dedicata ad
un tema sul quale è molto sentita l’esigenza di una adeguata formazione:
quello delle prove non distruttive sui
pali di fondazione. Diversi esperti del
settore verranno chiamati a presentare e discutere criticamente le diverse
metodologie oggi disponibili, con presentazione di casi applicativi.
Per informazioni rivolgersi a:
Sig.ra Maria Teresa Bazzani, AIPnD Brescia
Tel. 030 3739173 - Fax 0303739176 [email protected]
***
MOSTRA CONVEGNO
EXPOCOMFORT MILANO
giugno 2009
Proseguono i lavori per MCE, Mostra
Convegno Expocomfort 2010, la manifestazione dedicata al settore dell’impiantistica civile ed industriale in programma dal 23 al 27 marzo 2010 in
Fiera Milano Quartiere Rho. Innovazione e efficienza energetica saranno i
driver del percorso che guiderà verso la
manifestazione e che declinerà in
maniera nuova l’impegno che da cinque
edizioni caratterizza Next Energy, il
Salone nel Salone, dedicato proprio ai
inarcos 435
rubriche
temi dell’efficienza e del risparmio
energetico. La prima tappa è prevista
per metà giugno, con un grande convegno presso il Politecnico di Milano per
fare il punto su aspetti normativi e legali, nuovi incentivi e opportunità economiche legate al tema della certificazione energetica, con case history e approfondimenti su tecnologie impiantistiche
per i nuovi edifici e per la valorizzazione dell’esistente. Partner d’eccellenza
per il nuovo progetto Next Energy sarà
il Politecnico di Milano, Dipartimento
BEST, cui è affidata anche la Presidenza
del Comitato Scientifico che valuterà,
nel corso dell’anno, i prodotti più innovativi in termini di produzione e progettazione che entreranno a far parte
del “Percorso Efficienza & Innovazione”. “Con il Percorso - spiega Massimiliano Pierini, direttore della manifestazione - l’innovazione nell’efficienza sarà valorizzata in modo diffuso e
trasversale in tutti i settori della manifestazione, mentre le iniziative web a
supporto dell’iniziativa, garantiranno
alle aziende del Percorso, una visibilità
che, da giugno, li accompagnerà fino a
tutto il 2010”.
***
CORSI DI FORMAZIONE
AEM
Fondazione AEM organizza presso la
struttura di casa dell’energia corsi
casaelima per progettisti ed imprese
attraverso i quali si potranno acquisire gli elementi e le tecniche necessarie alla progettazione e realizzazione
di edifici ad elevata efficienza energetica.
Coordinatore del corso:
Arch. Olivia Carone, Albo Consulenti
Esperti CASA CLIMA di Bolzano
CORSI DI FORMAZIONE 2009
– CORSO AVANZATO CASA CLiMA PER
PROGETTISTI Nei giorni 10-11 giugno
a Bolzano, Nei giorni 23-24-25 giugno
a Milano;
– CORSO BASE CASA CLiMA PER ARTIGIANI E IMPRESE Nei giorni 10-11-12
giugno;
– CORSO SOFTWARE XCLiMA il 06
maggio si svolgerà il corso per l’apprendimento dell’uso del software per
il calcolo Casaclima;
– CORSO CASA CLIMA PER EDIFICI PASSIVI. In preparazione il programma di
un corso per edifici passivi e la corret-
436
inarcos
ta verifica degli stessi (test blowerdoor)
– INCONTRI TECNlCl PER I PROFESSIONISTI. Sono previsti alcuni master
brevi della durata di 8 ore di tecnologia delle costruzioni e di tecnologia
impiantistica per edifici ad alta efficienza energetica. Alcuni corsi comprendono visite in cantiere e presso
impianti di particolare rilevanza tecnica.
I corsi sono riconosciuti dall’Agenzia
CasaClima, provincia Autonoma di
Bolzano e verrà rilasciato un attestato
di partecipazione.
Per iscrizioni e informazioni:
Arch. Olivia Carone
Sportello Ufeco c/o Casa dell’Energia Fondazione AEM 3, piazza Po, Milano
Tel. 02.77203961
Cell. 333. 3680785
Mail: [email protected]
Mail: [email protected]
***
Comitato Termotecnico Italiano
Energia e Ambiente
Giornata di Alta Formazione
OPPORTUNITA’
ECONOMICHE DELLA
COGENERAZIONE NELLA
CLIMATIZZAZIONE
La cogenerazione, ovvero la generazione combinata in un unico processo
di energia elettrica e termica, è una
tecnologia che può consentire elevati risparmi di energia primaria e,
quindi, riduzione di emissioni di CO
in atmosfera.
Affinché si possa effettivamente trarre vantaggio dalla cogenerazione è
però necessario analizzare e risolvere
problematiche di tipo tecnico, ambientale, economico e legislativo.
Il corso, che rappresenta un approfondimento delle tematiche trattate nel corso CTI “Produzione efficiente dell’energia: la cogenerazione distribuita”, ha l’obiettivo di mettere
a disposizione del personale tecnico, avente ruoli e competenze in
materia di energia, alcuni degli elementi tecnico-economici chiave sia
per poter valutare la sostenibilità
energetico-economica di un sistema
cogenerativo sia per ottimizzarne la
gestione.
Per informazioni di dettaglio:
ing. Fabio Saletti Comitato Termotecnico Italiano Via Scarlatti, 29 - 20124
Milano
2
tel: 022662651 - cell: 3345779327 [email protected]
www.formazione.cti2000.it
***
IN/ARCH - ANCE
PREMI NAZIONALI
DI ARCHITETTURA
Sono stati assegnati i Premi Nazionali
di Architettura IN/ARCH-ANCE giunti
alla III edizione. I lavori della giuria,
presieduta dall’artista Arnaldo Pomodoro, si sono conclusi con l’assegnazione del Premio alla Carriera
all’architetto Renzo Piano. Oltre il
Premio alla Carriera, la Giuria ha premiato opere di architettura realizzate
in Italia negli ultimi 5 anni, assegnando il riconoscimento ai tre soggetti
che ne hanno consentito la realizzazione: committente, progettista e
impresa. Il premio nazionale per un
intervento di nuova costruzione è
stato assegnato all’ampliamento della
biblioteca Pio IX della Pontificia Università Lateranense a Roma, progettata dallo studio King Roselli Architetti.
Il premio nazionale per un intervento
di riqualificazione edilizia è andato al
recupero dell’edificio Ico delle ex industrie Olivetti a Ivrea progettato da
Dante Benini & Partners, studio Giacopelli architetti e Diaspro. L’edificio
ha già ottenuto il Real Estate Award
2008 nella sezione “miglior progetto
di ristrutturazione” e si è aggiudicato
il XVII concorso internazionale “Sistema d’autore” Metra, lo scorso gennaio. I premi per le opere progettate
da giovani progettisti italiani sono
stati assegnati a: Domus Malles, edificio residenziale a Bolzano progettato
dallo studio Metrogramma, a due case
a Orsara di Puglia, progettate dall’architetto Raimondo Guidacci e al complesso residenziale a Imola progettato
dallo studio Cristofani & Lelli Architetti. Infine il premio nazionale
“Bruno Zevi” per la diffusione della
cultura architettonica, destinato ad
una testata giornalistica, è andato al
Corriere della Sera quale esempio
qualificato di promozione e diffusione, presso un pubblico vasto, della
produzione di architettura contemporanea di qualità in Italia e di temi delle
trasformazioni del territorio.
LETTO PER VOI
rubriche
Biocombustibili: sulla loro crescita
pareri e valutazioni sono contrastanti
Dott. Ing. Giovanni Manzini
La corsa alla produzione di biocarburanti, generata dalla
ricerca di alternative al petrolio, sta influenzando il mercato mondiale di alcuni prodotti essenziali per la catena
alimentare umana, principalmente i cereali e gli olii
vegetali.
A tal proposito, si sottolinea che, anche quando questi
beni non entrano direttamente nella nostra dieta, lo
fanno indirettamente, poiché sono essenziali per la produzione di mangimi per gli animali. Per conseguenza,
dall’aumento del costo dell’alimentazione animale, deriva necessariamente un incremento del prezzo della
carne che finirà sulle nostre tavole.
Il problema è relativamente semplice: molti coltivatori
preferiscono destinare i loro terreni a coltivazioni in
grado di produrre l’etanolo* o il biodiesel**, in seguito
ai forti sussidi pubblici garantiti da molti Governi,
Istituiti per promuovere tali iniziative e far fronte alla
crescente domanda di biocarburanti.
Tuttavia, così facendo, sottraggono le loro produzioni al
settore alimentare, in cui la domanda di quegli stessi
beni è pure in forte crescita.
Gran parte del mondo in via di sviluppo richiede più proteine e calorie, segno inequivocabile di un’espansione
economica che migliora il tenore di vita: ad esempio un
abitante della Repubblica Popolare Cinese consumava 20
kg di carne all’anno nel 1985, mentre nel 2007 il consumo pro-capite nel Paese ha superato i 50 kg.
Secondo molti esperti, però, le preoccupazioni riguardanti la potenziale competizione tra usi alimentari e
energetici di molte produzioni agricole sono sostanzialmente infondate e la crescita dei prezzi dei beni alimentari che è avvenuta durante l’ultimo biennio è dovuta
soltanto a un balzo inatteso della domanda alimentare
che si è scontrato con una produzione carente, le scorte
insufficienti e alcuni eventi climatici sfavorevoli, oltre
che a fenomeni speculativi.
Un’analisi che secondo altri esperti presenta dei lati
deboli, infatti i picchi dei prezzi di cereali e olii vegetali
nel 2007, si sono verificati in una fase di produzione
record di questi beni.
Per quanto riguarda i cereali, ad esempio, la produzione
del 2007 si è attestata su circa 1,7 miliardi di tonnellate,
un livello mai raggiunto nella storia. Record analoghi
sono stati toccati dalla soia e dall’olio di palma. Eppure
ciò non è stato sufficiente, e le scorte di cereali sono calate di oltre 50 Mt, indice della pressione fortissima esercitata da una domanda in grande crescita.
Solo negli USA 30 Mt di mais in più, rispetto al 2006, sono
state dedicate alla produzione di biocarburanti, alle
quali si aggiungono altri 10 Mt spostate su quel tipo di
produzione in altre parti del mondo.
Anche molti olii vegetali hanno subito la stessa sorte. In
Occidente la cosa passa quasi sotto silenzio, ma non va
dimenticato che l’olio di palma e di soia è essenziale
nella dieta di centinaia di milioni di persone in Asia e in
Africa, poiché primario nella cucina in quelle parti del
mondo.
È pure vero, però, che i rincari di cereali e olii vegetali,
nonché di molti altri beni alimentari, sono stati causati
inarcos 437
rubriche
anche da forti fenomeni speculativi, simili a quelli che si
stanno osservando nel settore petrolifero.
Ed è anche vero che le capacità produttive di beni agricoli di intere aree del mondo, a partire dalla Cina continentale, sono sottosfruttate e basate su tecnologie e
metodologie obsolete.
Nel frattempo, secondo la FAO (Food and Agriculture
Organization, organismo dell’ONU varie rivolte scatenate dall’aumento del prezzo degli olii vegetali sono già
esplose in Guinea, Mauritania, Messico, Marocco, Senegal, Uzbekistan e Yemen.
Dato ancor più preoccupante se si pensa che la produzione di biocarburanti si trova ancora ad uno stadio iniziale, destinato a svilupparsi drasticamente nei prossimi
anni.
Uno sviluppo che potrebbe sottrarre enormi porzioni di
territorio alle produzioni agricole, poiché sono necessarie grandi quantità di cereali e olii vegetali per ottenere
modeste quantità di biocarburanti.
A tutto ciò si aggiungono le ambiguità che ancora circondano l’effettiva resa energetica ed ambientale dei
biocombustibili.
A questo proposito, si ricorda che un recente numero
dell’autorevole rivista “Science” ha riportato i risultati di
alcuni studi compiuti da due Università statunitensi,
secondo i quali i gas serra prodotti dall’etanolo potrebbero generare un tasso di surriscaldamento globale due
volte superiore a quello prodotto da benzina e gasolio.
E, in tema ambientale, molti altri ancora sono i problemi
che rimangono aperti, quali, principalmente, l’enorme
consumo di acqua (la cui disponibilità potrebbe rappresentare un fattore critico del nostro secolo), l’impoverimento dei suoli e l’uso massiccio di fertilizzanti richiesti
dalla coltivazione.
* Sostituto della benzina, che si può ottenere da canna da zucchero, mais, barbabietola.
** Sostituito del gasolio, che si ottiene da olii vegetali quali l’olio di palma, soia, calza.
■
Energia e idrogeno:
siamo già nel futuro
Alberto Pieri e Marieke Reijalt
L’idrogeno è un vettore d’energia con molte facce.
Poiché è possibile produrlo da diverse fonti primarie,
quali ad esempio metano, eolico, carbone, nucleare...,
potrebbe diventare il fattore aggregante delle differentI
risorse destinate a formare il nostro futuro “energymix”.
Purtroppo tale vettore non pare sia ancora conosciuto
adeguatamente da chi ha responsabilità decisionali.
Tecnici, politici, amministratori si lasciano impressionare
da preconcetti, informazioni di parte, condizionamenti.
Per molti le tecnologie dell’idrogeno sono costose, le sue
applicazioni su larga scala sono lontane nel tempo. Per
altri tale vettore è destinato a contribuire in modo rilevante per ridurre le problematiche energetiche e ambientali.
Nel frattempo, ci sono istituzioni, imprese e centri di
ricerca impegnati concretamente sia per impieghi nella
mobilità che nello stazionario.
Secondo le dichiarazioni di grandi gruppi automobilistici le prime produzioni di piccole serie di veicoli arriveranno sul mercato già nel 2010: lo hanno detto Daimler
al Motor Show di Francoforte nel settembre 2007;
General Motors a Los Angeles in novembre; Ford a
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Detroit nel gennaio 2008; a settembre 2007 il veicolo
FCVH di Toyota ha coperto i 560 km tra Tokyo e Osaka
con meno di un pieno; anche Honda si mostra positiva e
annuncia per l’estate 2008 la commercializzazione della
FCX Clarity.
All’Intelec di Roma dell’ottobre 2007 sono state presentate celle a combustibile stazionarie per le telecomunicazioni competitive con le batterie tradizionali. Dunque
siamo all’inizio dell’economia dell’idrogeno? Le esperienze in atto sembrano confermarlo.
Le celle a combustibile, cioè i sistemi che producono elettricità e calore tramite reazione tra idrogeno e ossigeno,
sono i più efficienti e silenziosi sistemi ad emissioni zero
(solo acqua).
Importanti progetti europei di ricerca e sviluppo degli
ultimi cinque anni incoraggiano le aspettative per l’uso
dell’idrogeno, che si caratterizza come energia sostenibile; è capace di contribuire alla riduzione delle emissioni; è sempre più evidente la fattibilità tecnologica ed
economica.
A partire dal 2003 la Commissione europea, coinvolgendo l’industria e i centri di ricerca, ha intensificato gli sforzi di collaborazione e avviato un’apposita Piattaforma
tecnologica al fine di accelerare la commercializzazione
delle applicazioni dell’idrogeno.
E’ dell’ottobre 2007 la presentazione dell’Iniziativa tecnologica comune europea (Jti, Joint technology initiative) per le celle a combustibile e l’idrogeno, da finanziare anche con le risorse del 7° Programma quadro ricerca
(Pq) 2007-13.
A fine maggio 2008 il Parlamento e il Consiglio competitività dell’Unione europea hanno approvato la proposta
della Commissione e stanziato i fondi per la Jti.
Oggi i contesti legislativo, finanziario e industriale appaiono positivi. Dall’evidenziazione delle carenze dell’attuale normativa internazionale è scaturita una intensificazione del lavoro del Global technical regulation e
dell’Iso; un apposIto gruppo di studio sta completando la
regolamentazione mancante.
L’Unione europea ha presentato a ottobre 2007 la proposta di Regolamento per l’omologazione dei veicoli alimentati a idrogeno.
L’approvazione da parte del Parlamento e del Consiglio
comunitari potrebbe avvenire prima della fine del 2008
o all’inizio del 2009.
Il Ministero dell’interno italiano ha pubblicato il Decreto
31 agosto 2006, Gazzetta ufficiale N. 213 del 13 settembre 2006, per l’approvazione della regola tecnica di prevenzione Incendi per la progettazione, costruzione ed
esercizio degli impianti di distribuzione dì idrogeno per
autotrazione.
Purtroppo il decreto limita la pressione a 200 bar, quando la tecnologia per stoccare l’idrogeno arriva già con
sistemi affidabili e sicuri a 700 bar nelle stazioni di servizio aperte al pubblico a Francoforte e a Mantova.
Ad Amburgo gli autobus di linea svolgono servizio regolare per il pubblico, e transitano anche sotto le gallerie;
in Italia si sta facendo il possibile per superare le lungaggini delle autorizzazioni.
Comunque le Fiat Panda del progetto ZeroRegio circolano a Mantova; Vem è riuscita a far omologare il veicolo
da lavoro (utility vehicle) progettato nell’ambito del progetto comunitario HyChain. Questa iniziativa si appresta
a mettere sul mercato anche autobus, cargobike, motocicli, bici e sedie a rotelle.
Pure lo stazionario muove i suoi passi. Nella primavera
del 2007 la Fast, Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche, ha ottenuto il nulla osta per installare
L’Eni promette altre 12 stazioni entro due anni. Il citato
progetto Miscela della regione Lombardia prevede l’apertura di due infrastrutture di servizio integrate ad
Assago e Monza.
Il 6 dicembre 2007 la società Vimpe ha aperto a Spirano
una stazione a metano; ha già l’autorizzazione per erogare la miscela con l’idrogeno. Da tempo è attivo il sito
di Bicocca di Zincar, azienda controllata dal Comune di
Milano.
Ora tutto è pronto per aprire nell’autunno 2008 il primo
distributore a idrogeno nel centro urbano realizzato con
la tecnologia del Gruppo Sol.
Passando ai veicoli, oltre alle auto a fuel cell di
ZeroRegio, la Fiat ha presentato al salone di Francoforte
del settembre 2007 la Panda Aria, a miscela idrogeno
metano.
La società Zincar utilizza due Multipla e due Doblò a
combustione interna alimentate a idrogeno.
Sui campi di gara delle Olimpiadi di Pechino gireranno
31 veicoli ecologici, denominati Smile, di Faam Group di
Monterubbiano. Due funzioneranno con l’idrogeno. Sul
fronte dello sviluppo delle celle a combustibile per uso
stazionario ci sono interessanti movimenti societari. La
Svizzera Ht Ceramix, che ha sviluppato la cella a ossido
solido chiamata HtBox, è stata acquisita nel maggio 2007
da Sofc Power, azienda creata da Eurocooling- Turbocooling Group di Trento. Si rafforza così il collegamento
con l’Istituto federale svizzero di tecnologia e l’Università di Trento e si localizza in Italia sia la ricerca che la
produzione.
E’ la stessa strategia adottata dal gruppo Saati, azienda
multinazionale impegnata nella serigrafìa e con un forte
impegno nell’innovazione per i materiali e nelle membrane per le celle a combustibile.
Il 18 dicembre 2007 Ansaldo Fuel Cells ha inaugurato la
cella a combustibile da 500 kWa carbonati fusi alimentata a gasolio, realizzata per il Centro ricerche Marmora di
Gebze-Kokaeli, vicino a Istanbul in Turchia. Le potenzialità di tale tecnologia sono evidenti: produzione di elettricità sulle navi o in località non raggiunte dalla rete del
gas.
Gli impegni annunciati da Enel a marzo 2007 sono accattivanti, anche se le vicende relative all’area possono
ridurre le speranze di effettiva realizzazione o comunque ritardarne i tempi; riguardano l’avvio di un impianto da 12 MW alimentato a idrogeno per produrre elettricità a Porto Marghera; si prevede di rifornire pure
degli autobus a miscela.
Il vettore idrogeno può giocare un ruolo importante
nello sviluppo delle tecnologie per la cattura della CO
nella fase pre-combustione, almeno secondo quanto
recita la “Roadmap’ per l’Italia presentata dal progetto
Hyways e relativa all’Enel. Ma non solo grandi aziende!
Ici caldaie sviluppa celle a combustibile Pem per la cogenerazione; Claind e Ilt Technology dominano il mercato
degli elettrolizzatori. Certo i critici hanno facile gioco
nel sostenere che si tratta di piccoli numeri. E’ vero, ma
è chiaro che non si deve attendere il 2050 per vedere l’economia dell’idrogeno.
Non bisogna dimenticare che le infrastrutture basate
sulle energie convenzionali hanno impiegato più di un
secolo per affermarsi (è del 1883 la prima centrale elettrica europea, la seconda al mondo, progettata da Giuseppe Colombo, il fondatore nel 1897 della Fast). Oggi,
però, l’innovazione tecnologica è estremamente più
veloce; si riescono ad ottenere in pochi anni risultati che
nel passato richiedevano decenni.
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rubriche
nell’atrio del Centro congressi una cella a combustibile
con una potenza di 2,5 k W per finalità dimostrative e
formative.
Ci sono voluti quasi 3 anni per ottenere il permesso; ma
il processo è stato utile anche per i tecnici dei Vigili del
fuoco per acquisire conoscenza e fare esperienza, accettando di intervenire su una tecnologia innovativa in un
luogo problematico: cella alimentata da idrogeno in
bombole, nel centro di Milano, in una sede aperta al
pubblico e con situazioni di criticità. La strada è così
aperta per ulteriori applicazioni che ci si augura siano
numerose e di qualità.
Sono più di cinque anni che lo sviluppo tecnologico atteso per l’idrogeno e le sue tecnologie sta attirando crescenti risorse. Gli Stati Uniti e il Giappone mettono a disposizione più ai 200 milioni di dollari l’anno. La Germania ha stanziato 500 mln di euro per il decennio solo
per il trasporto.
Il 6° Pq ha erogato complessivamente 245 milioni di
euro; l’ultima proposta per il Jti ipotizza di mettere
assieme fondi per 1,4 miliardi di euro, grazie anche alle
disponibilità degli Stati membri e delle regioni.
Per il periodo 2007-13 la Commissione propone di investire 470 milioni ai euro; ne attende almeno altrettanti
dall’industria.
General Motors ha investito più di 1 miliardo di dollari
per sviluppare auto a idrogeno.
Ma la parte del leone tocca a Toyota e Honda; quest’ultima intende proporre un programma di leasing per tali
veicoli già nel 2008.
Secondo l’Osservatorio per il mercato delle celle a combustibile e l’idrogeno dell’Università Bocconi e il gruppo
di lavoro sui finanziamenti ai H2It, l’Associazione italiana idrogeno e celle a combustibile, i livelli di cooperazione industriale evidenziano con chiarezza la crescita
del mercato.
La finanziaria 2008 stanzia 10 milioni di euro per la Piattaforma nazionale idrogeno. Può essere il motore per
creare sinergie e formulare un piano d’azione per una
strategia comune.
Questo è in linea con quanto promesso dal ministro
Bersani il 13 dicembre 2007: la pubblicazione di un
bando nell’ambito di Industria 2015 per un progetto di
rilievo, capace di aggregare e valorizzare competenze,
professionalità, applicazioni di successo.
Pure alcune regioni dimostrano attenzione allo sviluppo
dell’infrastruttura per il settore. Sta entrando nel vivo il
progetto Miscela metano-idrogeno per l’autotrazione
della Lombardia.
Il vicino Piemonte è impegnato nel sostegno ad iniziative che contribuiscano a creare un contesto industriale
importante con il laboratorio HysyLab e anche con le piccole e medie aziende; c’è molta attenzione verso la formazione. Le due regioni hanno firmato il 20 marzo 2007
il Protocollo d’intesa per la realizzazione di un accordo
strategico per l’idrogeno e le tecnologie correlate.
Sul piano industriale, l’Italia si muove purtroppo in
modo scoordinato e dispersivo. Al contrario sarebbe
necessario disporre di un forte impegno nazionale e
poter far affidamento su un sistema integrato dalla produzione alla distribuzione alle applicazioni dell’idrogeno per creare più sinergie e catene di valore a livello
locale coinvolgendo tutti gli attori.
Ci sono comunque fatti importanti. Nel settembre 2007
Eni Sapio e Fiat hanno inaugurato l’area multifuel di
Mantova prevista dal progetto europeo Zero Regio. La
prima realtà multifuel era stata aperta nel 2006 vicino a
Livorno.
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