++ 699_COPERTINA 26-05-2009 2:02 Pagina 1 INGEGNERI ARCHITETTI COSTRUTTORI 699 inarcos mensile di tecnica e informazione dell’associazione ingegneri e architetti e del collegio costruttori della provincia di bologna notiziario del collegio regionale ingegneri e architetti dell’emilia-romagna notiziario della federazione degli ordini degli ingegneri della regione emilia-romagna © 2009 - Cosa nasconde un pavimento che sta per cedere? 699 INGEGNERI ARCHITETTI COSTRUTTORI 1876 ANNO LXIV - MAGGIO 2009 (4) Spedizione in A.P. - 45% - Art. 2 Comma 20/b - Legge 662/96 - Fil. Bologna - € 3,30 BOLOGNA - STRADA MAGGIORE, 13 I vespai possono col tempo provocare cedimenti nelle abitazioni. Il sistema Leca e Uretek Cavity Filling è la soluzione veloce e definitiva per riempire il vuoto e mettere in tensione la pavimentazione soprastante,mantenendo la funzione isolante dell’intercapedine. Le proprietà dell’argilla espansa Leca® e della resina espandente Uretek Geoplus® garantiscono un intervento che offre molteplici vantaggi: non è invasivo, è semplice e non servono scavi, non produce vibra- ■ pag 345 ■ pag 355 ■ pag 396 L’archiviazione a lungo termine dei dati digitali Edificio ad uso uffici della sede nazionale dell’A.N.T. Istituto delle Scienze Oncologiche della Solidarietà e del Volontariato Primi passi verso le “linee guida” per la certificazione energetica degli edifici zioni dannose, non appesantisce il terreno, è applicabile in aree di difficile accesso ed ha costi e tempi sensibilmente ridotti rispetto agli altri sistemi. www.uretek.it maggio 2009 Uretek è disponibile non solo a fornire tutte le informazioni sul sistema, le sue modalità operative, e i casi risolti, ma anche per una valutazione gratuita sui costi dell’intervento. ■ Prova con Carico Idrostatico di Tegoli Precompressi a Sezione Alare MAURIZIO LENZI, SARA MARTINI, PAOLA CAMPANA ■ L’archiviazione a lungo termine dei dati digitali ALBERTO ROSOTTI ■ Edificio ad uso uffici della sede nazionale dell’A.N.T. - Istituto delle Scienze Oncologiche della Solidarietà e del Volontariato ALESSIO ZANICHELLI † ■ Un nuovo ponte per l’area archeologica di Marzabotto GIORDANO MEDICI ■ Dall’Università ■ Dall’Istituto di Istruzione Professionale Edile ■ Efficienza energetica e certificazione ■ NOTIZIARI: Associazione Ingegneri e Architetti della Provincia di Bologna - Ordine Ingegneri della Provincia di Bologna - Ancebologna - Asso ■ RUBRICHE: Corsi&Convegni - Letto per voi Porotherm Bio-Plan. 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Bologna - € 3,30 BOLOGNA - STRADA MAGGIORE, 13 699 organo di informazione di: Associazione Ingegneri e Architetti di Bologna - Associazione Ingegneri e Architetti di Ferrara - Associazione Ingegneri e Architetti di Modena - Associazione Ingegneri e Architetti di Ravenna - Ordine degli Ingegneri di Bologna - Ordine degli Ingegneri di PesaroUrbino - Collegio degli Ingegneri e Architetti di Cesena e Comprensorio - Collegio Regionale degli Ingegneri e Architetti Emilia-Romagna - Collegio Costruttori di Bologna - Federazione degli Ordini degli Ingegneri dell’Emilia-Romagna - Asso: Ingegneri, Architetti Liberi Professionisti in Europa rivista mensile edita dalla Associazione Ingegneri ed Architetti della Provincia di Bologna (proprietaria). Distribuita gratuitamente agli associati Spedizione in A.P. - 45% Art. 2 Comma 20/b Legge 662/96 - Fil. Bologna Chiuso in tipografia il 25/05/2009 ARTICOLI ■ Prova con Carico Idrostatico di Tegoli Precompressi a Sezione Alare MAURIZIO LENZI, SARA MARTINI, PAOLA CAMPANA ______________________________________ 335 ■ L’archiviazione a lungo termine dei dati digitali ALBERTO ROSOTTI ________________________________________________________________ 345 ■ Edificio ad uso uffici della sede nazionale dell’A.N.T. - Istituto delle Scienze Oncologiche della Solidarietà e del Volontariato ALESSIO ZANICHELLI † ____________________________________________________________ 355 ■ Un nuovo ponte per l’area archeologica di Marzabotto GIORDANO MEDICI________________________________________________________________ 373 DIRETTORE RESPONSABILE ALESSANDRO COCCHI Direttore Amministrativo: Rocco Iascone Comitato di Redazione: Barbara Bartoli, Antonio Bonora, Armando Brath, Alessandro Cocchi, Raffaele Dalle Donne, Alessandro Damilano, Pier Paolo Diotallevi, Raffaele Frattarolo, Nicoletta Gandolfi, Giovanni Gasparini, Pierluigi Gradari, Rocco Iascone, Giuseppe Lazzari, Stefano Manservisi, Alessandro Marata, Luigi Amedeo Melegari, Felice Monaco, Roberto Patitucci, Carmine Preziosi, Alberto Rosotti, Umberto Rossini, Adolfo Scagnolari, Giovanni Semprini, Alessandro Specchio, Mauro Toschi Direzione, Redazione e Amministrazione: Bologna - Strada Maggiore, 13 - 40125 Bologna Tel. 051.231815 - Fax 051.261819 E-mail: [email protected] Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 3131 in data 29-4-65. 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Per sottoporre articoli da pubblicare sulla rivista consultare le “norme” presenti sul sito www.assiabo.it D A L L’ U N I V E R S I T À ■ Progetto di riqualificazione architettonica e funzionale della ex chiesa di S. Maria degli Angeli a Pesaro CARLO ALBERTO CONSANI ______________________________________________________________ 387 D A L L’ I S T I T U T O D I I S T R U Z I O N E P R O F E S S I O N A L E E D I L E ■ Convegno annuale CPTO di Bologna e provincia: “Sicurezza sul lavoro in edilizia a Bologna e provincia: dati e riflessioni sul 2008” CECILIA ALESSANDRINI __________________________________________________________________ 395 EFFICIENZA ENERGETICA E CERTIFICAZIONE ■ Primi passi verso le “linee guida” per la certificazione energetica degli edifici EMANUELE PIFFERI, SONIA SUBAZZOLI E DARIO VANNINI ________________________________________ 396 NOTIZIARI ■ Associazione Ingegneri e Architetti della Provincia di Bologna ________________________ 421 ■ Ordine Ingegneri della Provincia di Bologna__________________________________________ 422 ■ Ancebologna ______________________________________________________________________ 425 ■ Asso ______________________________________________________________________________ 429 RUBRICHE ■ Corsi&Convegni ____________________________________________________________________ 433 ■ Letto per voi ______________________________________________________________________ 437 La pubblicazione degli articoli non significa riconoscimento ed approvazione da parte della Direzione, delle opinioni o delle teorie espresse dagli Autori. Si accettano memorie o deduzioni anche in contrasto con quanto già pubblicato, salvo il diritto di replica da parte degli interessati. È vietata la riproduzione, anche parziale, degli scritti senza citarne la fonte. LA COPERTINA DEL MESE In copertina: Nuovo Auditorium ACI di Vallelunga (Roma) IL FUTURO DELL’ESPERIENZA Fondata a Ravenna il 5 Gennaio 1951, su iniziativa di 27 operai edili, l’Associazione Cooperativa Muratori & Affini Ravenna (A.C.M.A.R.) rappresenta oggi, grazie ad una politica da sempre orientata al cliente, al miglioramento continuo dei processi organizzativi ed allo sviluppo di competenze in ambito tecnologico e produttivo, una delle principali e più affidabili imprese generali di costruzione operante sul territorio regionale e nazionale. I progressivi investimenti tecnologici e produttivi, le partecipazioni e le acquisizioni societarie, favorite dai risultati positivi via via conseguiti, collocano poi A.C.M.A.R., a capo di un Gruppo di imprese operanti in settori specializzati, quali lavori ferroviari e marittimi e il packaging industriale, che affiancano il Core business delle costruzioni e l’attività immobiliare autopromossa. Capacità tecniche, articolazione delle competenze ed elevata affidabilità, attestate dalle certificazioni UNI EN ISO 9001, UNI ENI ISO 14001 oltre che dalla Qualificazione SOA in numerose categorie generali e speciali. associazione cooperativa muratori e affini ravenna Via G. Rossi, 5 - 48100 Ravenna c.p. n. 389 - e-mail: [email protected] Tel. 0544,244411 - Fax 0544.32022-34376 - P.IVA e C.F. 00070280391 SDBADV.it Tecnocupole Pancaldi indirizza attenzione e risorse alla progettazione, alla ricerca e allo sviluppo dei prodotti. Cura l’installazione ed il collaudo dei sistemi di copertura e si occupa della manutenzione dei dispositivi antincendio, fino ad offrire ai propri clienti la gestione “chiavi in mano” della copertura. tecnocupole pancaldi copriamo ogni esigenza Tecnocupole Pancaldi risolve ogni esigenza relativa alle coperture industriali grazie ad una vasta gamma di prodotti studiati per l’illuminazione zenitale, la ventilazione e l’evacuazione di fumo e calore. Punto di forza dell’azienda è la particolare attenzione rivolta alle problematiche legate all’isolamento termico, al risparmio energetico e alla produzione di energia tramite fonti rinnovabili, come ad esempio l’applicazione dei pannelli fotovoltaici. 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Con questa modalità di carico sono state riprodotte le sollecitazioni di progetto indotte dai carichi accidentali e dal sisma. Le operazioni di cantiere si sono rilevate estremamente agevoli e veloci, senza dover richiedere attrezzature e strumentazioni particolarmente sofisticate per l’applicazione dei carichi e per la misura delle frecce. La memoria illustra le risultanze di un test effettuato applicando un carico idrostatico su un tegolo di copertura precompresso a sezione alare. Si riporta il confronto tra valori teorici e sperimentali dello stato tensionale e deformativo e si analizza l’influenza degli effetti termici. SUMMARY In the paper the results of a test made applying an hydrostatic load to a prestressed double wings roof beam are presented. The comparison between the theoretical and the actual values of the stress and of the displacement fields is illustrated and the influence of the thermal effects is analyzed. DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA La tipologia del tegolo oggetto di prova costituisce l’elemento strutturale principale e ricorrente della copertura di un capannone industriale che copre complessivamente una superficie di circa 5600 m con una maglia strutturale dei pilastri di 27.5 m x 10 m e un’altezza al sottotrave di 11.5 m. I tegoli sono orditi secondo la luce maggiore della maglia e sono disposti ad interasse di 5.00 m. L’orditura secondaria è invece costituita da elementi leggeri grecati con sagoma arcuata, in parte opachi ed in parte traslucidi, che chiudono la luce di 2.50 m che rimane libera tra due tegoli contigui. Questi sono a loro volta sostenuti da travi portanti precompresse con sezione ad I, disposte nella direzione ortogonale. Ogni tegolo ha una lunghezza di 27.25 m, presenta una sezione trasversale a forma di V alta 1.20 m e larga 2.50 m. L’altezza interna è invece di 93 cm mentre la distanza netta tra le due anime, inclinate di 45°, varia da un minimo di 16 cm alla base ove si connettono al bulbo inferiore ad un massimo di 213 cm in sommità. La sezione è precompressa con pretensione applicata in stabili- 1 2 mento mediante trefoli da 0.6”. Le caratteristiche geometriche e meccaniche salienti dei tegoli sono raccolte in Tab. I. La geometria di riferimento della sezione trasversale è riportata in fig. 1 mentre la configurazione di prova è illustrata in fig. 2 con il tegolo a terra appoggiato ai due lati sulle fondazioni della struttura. inarcos 335 In apertura: Fig.1 - Sezione trasversale del tegolo di prova e livelli di riempimento monitorati In queste pagine: Fig. 2 - Tegolo di prova a terra appoggiato alle estremità sulle fondazioni della struttura. Fig. 3 - Curva di capacità volumetrica della sezione interna del regolo di copertura Fig. 4 - Riempimento iniziale del tegolo con acqua prelevata da autobotte Fig. 5 - Fase intermedia della prova di carico Fig. 6 - Configurazione di collaudo a pieno carico Fig. 7 - Configurazione di carico e punti di misura delle deformazioni 2 Tab. I - Parametri geometrici e meccanici del tegolo Parametro Simbolo Valore 2725 Lunghezza del tegolo Lt Distanza tra gli appoggi L 2705 Larghezza massima B 250 Larghezza interna Bo 213 Altezza totale H 120.3 Altezza netta interna h 93.7 Quota Baricentro yG 62.4 Area della sezione A 3227 Mod. Resis. d'estradosso Ws 75088 69204 Mod. Resis. d'intradosso Wi Momento Statico Sx 51960 Momento di inerzia Jx 4319400 Classe del Calcestruzzo C 55 Modulo Elastico E 40000 Modulo Tangenziale G 17500 Coeff. dilatazione termica a 1.1 10-5 u.m. cm cm cm cm cm cm cm cm2 cm3 cm3 cm3 cm4 MPa MPa Mpa °C-1 3 MODALITÀ DI PROVA La prova, si è detto, è stata effettuata direttamente nel sito di montaggio riempiendo con acqua l’interno della trave ancora a terra previa la chiusura delle estremità con tavole di legno contrastate da ponteggi in tubolare e la posa di un telo impermeabile continuo. La prova con il tegolo montato in opera è stata invece esclusa per l’entità dei carichi da applicare, che anche frazionati in 336 inarcos più punti risultavano dell’ordine di 60 KN ogni L/4. Pur essendo questa configurazione di carico facilmente realizzabile utilizzando come contrasto ad esempio autocarri zavorrati, essa era tale da indurre sollecitazioni trasversali nei tegoli maggiori di quelle di progetto anche unendo le ali tramite tiranti nei punti di carico. Per motivi logistici è stata poi scartata anche la modalità usuale di prova a terra che vede l’impiego di fasci di barre d’armature disposti all’interno della trave e sulle ali, prova più facilmente eseguibile negli stabilimenti di prefabbricazione per motivi di reperibilità e di movimentazione dei fasci. Questa modalità operativa inoltre si rivela più consona ed esaustiva qualora si voglia evidenziare con la prova la gerarchia a rottura tra la resistenza alle sollecitazioni trasversali e la resistenza alle sollecitazioni longitudinali (Iori e al. [3], Gambi e al. [4]). Si é quindi optato per il riempimento con acqua del tegolo da testare applicando su di esso un carico affine a quello uniforme di progetto indotto dalla neve e dal sisma verticale. L’unica variazione è stata quella conseguente alla monta indotta dalla precompressione, che con il battente massimo d’acqua si è ridotta a soli 3 cm. In termini di carico applicato peraltro la variazione associata a questa modesta differenza di battente idraulico non risulta altrettanto trascurabile essendo di circa 0.7 KN/m tra gli appoggi e la mezzeria in conseguenza della forma, aperta in sommità, della sezione trasversale. Tale circostanza ben si evince osservando la curva di capacità volumetrica della sezione interna del tegolo riportata in fig. 3 e costruita per stimare il carico corrispondente alle varie altezze del battente d’acqua. Le fig. 4-5-6 illustrano a loro volta in sequenza l’operazione di riempimento, la configurazione di carico con 15000 litri e quella a pieno carico corrispondente a 82 cm di battente d’acqua in mezzeria ed 85 cm agli appoggi. Il riempimento è stato effettuato mediante autobotte, rendendo così estremamente rapide le ope- 7 4 Tab. II - Resoconto della prova: carichi applicati, frecce e temperature Battente Idrostatico in mezzeria [cm] 0 30 40 50 60 70 73 73 82 82 82 60 40 0 5 Carico [KN/m] 0.00 1.38 2.24 3.30 4.56 6.02 6.50 6.50 8.04 8.04 8.04 4.56 2.24 0.00 F1 [cm] 0.00 0.10 0.30 0.60 1.03 1.50 1.68 1.73 2.15 2.25 2.13 1.28 0.58 0.02 F2 [cm] 0.00 0.20 0.55 0.90 1.45 2.15 2.35 2.40 2.95 3.10 2.95 1.85 0.85 0.05 F3 [cm] 0.00 0.10 0.30 0.60 1.08 1.50 1.73 1.73 2.15 2.25 2.13 1.32 0.58 0.02 T aria [°C] 15.0 15.0 15.5 15.5 16.0 16.0 16.5 16.5 17.0 17.5 19.0 19.0 19.0 18.5 T acqua [°C] 11.0 11.0 11.5 11.5 12.0 12.0 12.5 12.5 13.0 13.5 14.5 14.5 14.5 14.0 Ora [h] 10.00 10.10 10.20 10.30 10.45 11.00 11.05 11.20 11.45 12.30 14.45 15.15 15.30 16.00 RISULTATI DELLA PROVA DI CARICO I diagrammi delle frecce misurate nel corso della prova depurate degli abbassamenti agli appoggi sono riportati in fig. 8 ed in fig. 9 in funzione rispettivamente del carico applicato e dell’altezza del battente d’acqua. Entrambi i diagrammi presentano una variazione di pendenza ai bassi livelli di carico, indice di un’apparente maggiore rigidezza conseguente alla controfreccia di natura termica che si somma algebricamente all’abbassamento dovuto al carico idrostatico. La freccia massima esibita dal tegolo testato nella configurazione a pieno carico è stata pari a: 6 razioni di carico. L’approntamento del collaudo ha richiesto una sola giornata di preparazione. Il rilievo delle frecce è stato effettuato mediante livello laser e stadia con precisione delle misure dell’ordine del 1/2 millimetro a fronte di valori massimi attesi delle frecce dell’ordine di diversi centimetri. E’ stata inoltre effettuata la misura degli abbassamenti mediante regoli millimetrati solidarizzati ad un ala della trave che, muovendosi con essa rispetto a riferimenti fissi disposti su cavalletti in legno vincolati a terra, hanno consentito una rapida lettura ed il controllo delle frecce dei punti monitorati (v. Tab II), posizionati ogni L/4 (Fig. 7). a fronte di un valore teorico: valutato nello schema statico di prova di trave in semplice appoggio (fig. 10) e di vincoli orizzontali scorrevoli, realizzati in sito con l’interposizione tra tegolo e fondazione di un assito in legno e di pani di polistirolo. Nella stima della freccia teorica sono stati utilizzati i parametri geometrici della sezione omogeneizzata (J=4319400 cm4; n=6) ed è stato assunto un modulo ela- inarcos 337 Fig. 8 - Diagramma carico – frecce sperimentali (ciclo di carico e scarico) Fig. 9 - Diagramma battente d’acqua – frecce sperimentali (fase di carico). Fig. 10 - Configurazione deformata per carico idrostatico 8 Tab. III - Frecce teoriche e sperimentali nella configurazione di collaudo. Valori in cm 1/4 L 1/2 L 3/4 L Frecce App. Sx App. Dx 0.0 0.0 Teoriche 2.28 3.22 2.28 2.15 Sperimentali 0.0 3.10 2.20 0.0 Tab. IV - Sollecitazioni di progetto e di collaudo Momenti Momenti Configurazione Longitudinali Trasversali [KNm] [KNm/m] 785 Progetto 2.75 Collaudo 2.05 757 Neve + sisma verticale (q=8.58 KN/m) Carico idrostatico (qmax= 8.76 ; qmin=8.04 KN/m) è oscillata da 15 a 19°C. Le escursioni termiche sono state quindi modeste ma con conseguenze apprezzabili sugli abbassamenti negli step di carico intermedi, ossia con la sezione interna parzialmente riempita. Nella configurazione finale, con riempimento completo della sezione, il differenziale termico non non produce movimenti verticali significativi, come nel seguito illustrato. 9 10 stico dell’ordine di 40000 MPa, da intendersi come valore di back analysis per carichi di breve durata in linea con le indicazioni fornite delle Istruzioni CNR 10025 e plausibile per un calcestruzzo di classe di resistenza nominale C55 e di classe effettiva anche superiore. Il confronto con i valori degli abbassamenti misurati nelle sezioni ad L/4 conferma a sua volta la sostanziale corrispondenza con le frecce teoriche. Allo scarico il recupero della deformazione è stato completo con residuo immediato inferiore al millimetro. Il ciclo di isteresi è contenuto ed il comportamento del tegolo precompresso é elastico. Il riepilogo dei valori delle frecce, dei momenti longitudinali e dei momenti trasversali, dedotti con lo schema semplificato di Fig. 11, è riportato in Tab. III e IV. Nel corso della prova é stata misurata anche la temperatura dell’acqua, che ha indotto un raffreddamento delle parti a contatto con essa, e dell’aria esterna. La temperatura dell’acqua è variata nel corso della prova da 11 a 14.5 ° C mentre la temperatura dell’aria esterna 338 Sollecitazione di collaudo MLong = qminL2/8 + q L2/24 Mtrasv Qb/3+Sh/3 = h2/3 inarcos INFLUENZA DELLE VARIAZIONI TERMICHE Le modalità di prova con carico idrostatico utilizzate nel caso di studio impongono di non liquidare come inessenziale, senza un’analisi critica, l’influenza delle variazioni termiche conseguenti alla diversa temperatura dell’aria esterna e dell’acqua di riempimento. Questo gradiente termico può indurre infatti modifiche non marginali nelle frecce durante gli step di carico intermedi, specie in prove condotte nella stagione estiva. Per meglio chiarire questo aspetto si prende in esame una distribuzione di temperatura variabile lungo la linea media della sezione in parete sottile con legge: che esprime in un dato istante la differenza tra la temperatura T(s) agente nel punto corrente di ascissa curvilinea s misurata lungo la direttrice del profilo e la temperatura esterna Te. Questo campo termico istantaneo può essere scomposto in componenti lineari, che inducono movimenti rigi- 11 12 Fig. 11 - Sollecitazioni trasversali – modello semplificato Fig. 12 - Distribuzione delle temperature lungo la linea media di della sezione trasversale, ed in componenti autocompensate che generano invece ingobbimenti della sezione, sia a basso che rapido smorzamento. Gli ingobbimenti a basso smorzamento (proporzionali al primo ordine nei profili aperti all’area settoriale della sezione) sono associati a rotazioni torsionali e bimomenti che coinvolgono l’intero sviluppo longitudinale, mentre quelle a rapido smorzamento inducono deformazioni localizzate alle estremità che non si propagano nel corpo della trave. Le componenti termiche così individuate risultano definite, per una distribuzione generica di temperatura ed escludendo le componenti a rapido smorzamento che non interessano ai fini della ricerca dei movimenti, dalle relazioni seguenti (Froli [5], Lenzi e Campana [6]): Nel caso in esame di sezione e distribuzione delle temperature simmetriche rispetto all’asse verticale baricentrico, il gradiente lineare efficace DTy e quello settoriale autocompensato DTω a basso smorzamento risultano entrambi nulli. La temperatura media efficace Tm produce invece dilatazioni uniformi lungo l’asse longitudinale che vanno a sommarsi a quelle indotte dalla escursione della temperatura media rispetto al valore di inizio prova. L’unica componente che genera una variazione di freccia verticale è quella associata al gradiente termico lineare efficace DTx che induce rotazioni rispetto all’asse orizzontale baricentrico. Per individuare l’entità di tale gradiente nonché i parametri che governano la risposta strutturale si può ipotizzare in via semplificata che per un dato livello di riempimento l’escursione termica sia costante per le fibre poste sotto il battente idraulico e nulla per le fibre poste sopra tale quota. Si prende in esame quindi la seguente distribuzione di temperatura: che definisce per un dato livello idrostatico il campo termico di riferimento lungo la linea media. Tale ipotesi si può ritenere plausibile tenuto conto che la già significativa conducibilità termica del calcestruzzo (λc ≅ 1.5 Kcal/h/m/°C) risulta incrementata nel caso in esame dalla presenza dei trefoli e dell’armatura lenta concentrati nel bulbo inferiore, che via via si raffredda al crescere del livello di riempimento. Considerando poi valori medi ed usuali per i coefficienti d’adduzione termica dell’acqua (αw=500 Kcal/h/m2/°C) e dell’aria (αe=10 Kcal/m2/h/°C) si può mostrare che la temperatura delle pareti coincide sostanzialmente in tutto il loro sottile spessore (sp=10÷12 cm) con quella dell’acqua di riempimento con esse a contatto. Indicata allora con: la variazione termica ambientale, la temperatura del tegolo si può considerare ridotta, a seguito del riempimento, del medesimo scarto termico ∆T in tutti punti della sezione sotto battente (fig.12). Il gradiente lineare efficace DTx assume in tali ipotesi l’espressione seguente: nella quale Sx,w è il momento statico rispetto al baricentro della sezione delle area (bagnata) Aw soggetta ad escursione termica. La freccia ad essa conseguente si desume poi utilizzando ad esempio il Principio dei Lavori virtuali nella forma: inarcos 339 Fig. 13 - Controfreccia indotta dal raffreddamento parziale sino a quota baricentrica Fig. 14 - Influenza del gradiente termico 13 la procedura indicata è stata applicata nel collaudo di un tegolo precompresso di copertura riempito al suo interno con acqua in modo da simulare le condizioni di carico di progetto. Le modalità esecutive si sono rilevate estremamente semplici e rapide ed i risultati della prova realistici ed esaustivi, nonché forieri di spunti di riflessione riguardo gli aspetti termici, suggerendo la possibilità di replicare questo protocollo anche in ambiti similari. 14 ottenendo l’equazione esplicita: che fornisce il movimento verticale ricercato. Il risultato ottenuto mostra come la freccia termica dipenda direttamente dal momento statico di tale area della parte di sezione soggetta all’escursione di temperatura e come pertanto nel caso di studio si annulli sia ovviamente in assenza d’acqua ma anche nella configurazione di riempimento completo sino all’estradosso. La freccia termica è invece massima quando è massimo il momento statico di tale area, ossia quando il livello dell’acqua coincide con la quota del baricentro della sezione trasversale. In questa configurazione viene indotta dal gradiente termico con i dati del caso in esame una controfreccia specifica fterm/∆T di 1.1 mm/C°, valore confermato dal modello agli elementi finiti che restituisce per la prova di carico la deformata termica riportata in fig. 13. Il comportamento descritto in precedenza trova puntuale conferma sia qualitativa che quantitativa nel confronto riportato in fig. 14 tra le frecce sperimentali e quelle teoriche indotte dal solo carico idrostatico, computate utilizzando i parametri di rigidezza di back-analysis ed aggiornando ad ogni step di carico la progressiva riduzione della monta iniziale. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Nella nota è stata illustrata una procedura di prova idonea nell’ambito dei carichi di esercizio per testare travi a parete sottile aventi sezione di forma alare. Nel caso specifico 340 inarcos RINGRAZIAMENTI Gli Autori desiderano ringraziare sentitamente l’Ing. Ivan Missiroli per i suoi preziosi suggerimenti e lo Staff Tecnico della MANINI Prefabbricati per la fattiva collaborazione. Si ringraziano inoltre il Sig. Angelo Rosignoli, il Geom. Stefano Bagnoli e l’Ing. Giancarlo Olivucci dell’ACMAR per l’efficiente organizzazione della prova. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI [1] Pozzati, P. Teoria e Tecnica delle Strutture, Vol. 2**, Cap. 11, Ed. UTET, Torino , 1987. [2] CNR 10025/98, Istruzioni per il progetto, l’esecuzione ed il controllo delle strutture prefabbricate in calcestruzzo, Parte III, Cap. 5: Elementi speciali per coperture, Roma, 1998. [3] Belletti B., Bernardi, P., Iori, I., Studio del comportamento meccanico di tegoli di copertura soggetti a sollecitazioni longitudinali e trasversali, Atti del 16° Convegno CTE, Parma, 2006. [4] Gambi, A., Mambelli, L., Diotiallevi, P., Analisi numerica e sperimentale di tegoli di copertura in conglomerato armato precompresso, Atti del 17° Convegno CTE, Roma, 2008. [5] Froli, M., La risposta termica delle strutture interagenti con il clima, Cap. II, pp. 51-82, Ed. Plus, Pisa University Press, Pisa, 2006. [6] Lenzi, M., Campana, P., Effetti dell’irraggiamento solare non uniforme in strutture cilindriche, L’Industria Italiana del Cemento, nr. 840, pp.200-209, AITEC, Roma, Marzo 2008. ■ ISORAIN: manti impermeabili e traspiranti o freni vapore, sostituti ecologici dei sistemi di impermeabilizzazione tradizionali per tetti a falda inclinata DBSTOP: masse elastomeriche elastiche e fonoimpedenti di elevata densità; impiegabili in diverse applicazioni, rappresentano una valida alternativa alle lastre di piombo ALFASTOP: pannelli con spiccate caratteristiche fonoassorbenti con impiego a vista o protetti da strutture forate o da inserire all’interno di pareti divisorie INSULGIPS: pannelli accoppiati derivanti dall’assemblaggio di lastre di cartongesso a diversi tipi di materiali isolanti con molteplici possibilità applicative Tecnoacustica ti offre le migliori soluzioni di termoacustica, anche personalizzate, realizzate nel completo rispetto dell’ambiente. Grazie ad un laboratorio interno di ricerca e sviluppo, costantemente impegnato nello studio di nuovi materiali, Tecnoacustica propone prodotti all’avanguardia, altamente performanti, anche a brevetto esclusivo. Tecnoacustica s.r.l. Viale del Lavoro 18/S - 37069 Villafranca di Verona (VR) Tel. +39 045 9698418 - Fax +39 045 9698419 www.tecnoacustica.net - [email protected] 2VBMJU¹SJTQFUUPQFSMm"NCJFOUF*OOPWB[JPOFBTFSWJ[JPEFMMmVPNPÚTDIFSDmÁ 7FUSP *TPMBNFOUP ÚTDIFS';1(ÁMBOPWJU¹BTTPMVUBDIFOPOSJDIJFEFEJFTFHVJSFTVMMB MBTUSBVOGPSPQBTTBOUF*MQSJNPBODPSBOUFBTPUUPTRVBESPBEBUUP BODIFQFSMBTUSFJOWFUSPQBSUJDPMBSNFOUFTPUUJMJFGSBHJMJ6OPHHFUUPEJ NNEJEJNFOTJPOFDPMMPDBCJMFBTPMJNNEBMCPSEPEFMMFMBTUSF DPOVOBSJEV[JPOFEJNFOTJPOBMFQFSDFQJUBEFM4WJMVQQBUPTJB QFSWFUSPNPOPMJUJDPDIFQFSWFUSPSJOGPS[BUPEJTJDVSF[[B-4( USPWB BQQMJDB[JPOFBODIFTVWFUSJUSBTMVDJEJTNBMUBUJFTFSJHSBGBUJ ÚTDIFSQSPQPOFVOBHBNNBDPNQMFUBQFSJMÚTTBHHJPEJQBOOFMMJ JTPMBOUJBQQMJDBCJMJTVEJìFSFOUJUJQPMPHJFEJNVSBUVSBÚTDIFS 5IFSNBYÁJMQSJNPTJTUFNBEJÚTTBHHJPUFSNJDBNFOUFJTPMBUPQFS DBSJDIJEJTUBO[JBUJDIFFMJNJOBJMQPOUFUFSNJDP*MDPOPJTPMBOUFJO OZMPOFSJOGPS[BUPJOÚCSBEJWFUSPJOUFSSPNQFJMÛVTTPUFSNJDPOFMMB CBSSBÚMFUUBUBHBSBOUFOEPDBMPSFFNBTTJNBTJDVSF[[B 'BDDJBUF7FOUJMBUF 3JOGPS[P4USVUUVSBMF *TJTUFNJÚTDIFSTPOPJMSJTVMUBUPEFMMBSJDFSDBEJTPMV[JPOJTFNQSF QJÒTPÚTUJDBUFQFSJMÚTTBHHJPEJSJWFTUJNFOUJEJTQFTTPSFSJEPUUP 5FTUBUJQFSWFSJÚDBSOFMBSFTJTUFO[BBTPMMFDJUB[JPOJTJTNJDIF DPOTFOUPOPBMQSPHFUUJTUBVOBMJCFSU¹QSPHFUUVBMFTFO[BDPOÚOJF JOQJFOBTJDVSF[[B (MJ'31TJJNQJFHBOPOFMSJQSJTUJOPFBEFHVBNFOUPTUBUJDPEJUVUUFMF UJQPMPHJFEJTUSVUUVSFDPNFWBMJEBBMUFSOBUJWBBJNFUPEJUSBEJ[JPOBMJ* WBOUBHHJTPOPNPMUFQMJDJTFNQMJDJU¹FWFMPDJU¹EJQPTBTFO[BBVTJMJPEJ QBSUJDPMBSJBUUSF[[BUVSFJOUFNQJCSFWJFTFO[BJOUFSSPNQFSFMmFTFSDJ[JPEFMMB TUSVUUVSBEVSBCJMJU¹DPNQMFUBSFWFSTJCJMJU¹JNQPSUBOUFOFMDBTPEJJOUFSWFOUJ UFNQPSBOFJTVFEJÚDJEJJOUFSFTTFTUPSJDPDPTUJSJEPUUJ 'PUPWPMUBJDPF4PMBSF5FSNJDP 4UBìBHHJPEFHMJ*NQJBOUJ ÚTDIFS4PMBSqÚYÁBEBUUPQFSJOTUBMMB[JPOJTVDPQFSUVSFBGBMEBTV TVQFSÚDJQJBOFFBODIFOFMDBTPEJTPMV[JPOJQFSTPOBMJ[[BUF6O TJTUFNBEJNPOUBHHJPQSFBTTFNCMBUPDIFQFSNFUUFEJFìFUUVBSF MmJOTUBMMB[JPOFDPOQPDIFTFNQMJDJPQFSB[JPOJ¡DFSUJÚDBUPSPCVTUP FBí EBCJMFOFMUFNQPHSB[JFBJTVPJDPNQPOFOUJJOBMMVNJOJPF JOPY"JEPOFJBODIFQFSDBSJDIJQFTBOUJ ÚTDIFSQSPQPOFVOTJTUFNBDPNQMFUPQFSMmJNQJBOUJTUJDBJOEVTUSJBMF DPOVOBMJOFBEJQSPEPUUJQFSJMÚTTBHHJPEJJNQJBOUJUFSNPJESBVMJDJFE FMFUUSJDJÚTDIFS4B.POUFDTJDPNQPOFEJVOBTFSJFEJFMFNFOUJEJ FMFWBUBRVBMJU¹WFSTBUJMJGBDJMJEBVUJMJ[[BSFFUVUUJDPNQBUJCJMJUSBMPSP DIFPUUJNJ[[BOPJUFNQJEJBQQMJDB[JPOFQFSFìFUUVBSFJONPEPWFMPDF FSB[JPOBMFJMNPOUBHHJPDPOOPUFWPMFSJTQBSNJPEJUFNQPFGBUJDB *QTVNOJTDJQTVTUJOJTOPTFUDPNNZOVNJQTVTUPPEUBUJPOTFDUFNBHOBGFVGFVHVFEJQJT OVMQVUQBU1BUJPEJUMVN[[SJUBMJUXJTJN[[SJUMBPSQFSPTOVNFTFENBHOJCIFTUPEPMVQUBUFU 'JTDIFS*UBMJB4SM JVSFFBBDJEVOUBVHVFSBU 1BEPWB 9FSPTUPEPDPNNPEJHOBGBDDVN[[SJUEPFSBURVBUOJBUBMJRVBNJQFMJQTVTUPDPOFYFTUSVE XXXÚTDIFSJUBMJBJU UJFNPMPSFN[[SJVTDJQJTJFSJMFVJFVHJBUJPOTFOJNWPMPSUJOHFUVNEPMPSTFOUOVNTBOVUMPSF TFSDMJ!ÚTDIFSJUBMJBJU QP OU a r d a u q s o t t fa o m a i b Ab Calcestruzzi Preconfezionati S.p.A. Sede legale-amministrativa Via Romitino, 9 • 40055 Castenaso (BO) Tel. 051.788056 • Fax 051.788317 www.livabeton.it - e-mail: [email protected] Conglomerati bituminosi Calcestruzzi preconfezionati Costruzioni stradali Movimenti di terra Noleggi macchine per l’edilizia e lavori stradali Forniture di sabbie e di ghiaie Sede legale-amministrativa Via Romitino, 9 • 40055 Castenaso (BO) Tel. 051.6051034 - 051.788338 • Fax 051.789395 e-mail: [email protected] L’archiviazione a lungo termine dei dati digitali Alberto Rosotti Ingegnere elettronico – Pesaro Se aprissimo un vecchio libro, diciamo di 100 anni fa, saremo probabilmente in grado di leggerlo senza troppi problemi, ma con un nastro di backup di soli 10 o 20 anni avremo grandi difficoltà. Anche se il nastro fosse in buone condizioni, dovremmo disporre dell’hardware necessario per leggerlo, ed essendo l’hardware uno strumento elettromeccanico, difficilmente sarà in buone condizioni. Inutile cercare di acquistarlo nuovo, perché nel frattempo sarà andato fuori produzione. In ogni caso, per tentare di recuperare i dati è necessario sia sapere in quale formato è scritto il nastro, sia possedere un’applicazione che possa leggerlo. Purtroppo col passare del tempo le cose non potranno che peggiorare, perché la velocità con la quale galoppa l’obsolescenza dei sistemi informatici non fa che aumentare. D’altronde l’informatica è una scienza piuttosto giovane: il primo elaboratore elettronico nacque a metà del secolo scorso e salvava i dati su schede perforate; leggere oggi una di quelle schede richiede strumenti che si trovano nei musei. PER QUANTO TEMPO DOBBIAMO CONSERVARE I DATI? Forse non tutti riflettono su questa domanda e probabilmente la maggior parte delle persone non si preoccupa di conservare i dati oltre l’orizzonte temporale della propria vita lavorativa. Sarebbe meglio ripensarci. Nel 2007, la SNIA (Storage Networking Industry Association, http://www.snia.org) ha effettuato un’indagine contattando centinaia di organizzazioni in paesi di tutto il mondo. E’ emerso che l’80% di esse ha informazioni da conservare per oltre 50 anni ed il 68% deve conservare i dati per più di 100 anni. Si tratta principalmente di posta elettronica, registrazioni clienti, dati delle applicazioni di business e database. Esistono poi istituzioni soggette a vincoli di legge, come gli enti sanitari, obbligati a conservare le cartelle cliniche per un tempo che può variare tra i 30 e gli 120 anni, a seconda dei paesi e della tipologia del dato. Scaduto tale termine sarebbe comunque un peccato buttare tutto al macero, perché verrebbe perso un pezzo della nostra storia ed una fonte statistica di enorme valore. LE SFIDE DELL’ARCHIVIAZIONE A LUNGO TERMINE Accade spesso che il tempo per il quale dobbiamo conservare le informazioni supera la durata media dei sistemi di storage (hardware a nastro o disco) e delle applicazioni software che le hanno prodotte, a causa della rapidità con cui si susseguono le innovazioni tecnologiche. Inoltre i supporti fisici si degradano e possono divenire illeggibili durante l’uso o prima del termine previsto di archiviazione. Per ovviare a tale problema molti laboratori di ricerca sono impegnati nel realizzare dispositivi di storage a lunghissimo termine ed alta densità (vedere riquadro “Una memoria che non arrugginisce”), ma la risposta attuale al problema si chiama migrazione dei dati, sia fisica che logica. La migrazione fisica consiste nello spostamento delle informazioni da un sistema di storage fisico ad un altro (per esempio da un nastro vecchio ad uno nuovo) o da un formato di supporto fisico ad un altro (per esempio da un nastro ad un disco) per mantenerne la leggibilità, l’accessibilità e l’inte- SOMMARIO Questo articolo illustra le sfide poste dall’archiviazione digitale a lungo termine, parlando di alcune delle migliori procedure oggi disponibili sul mercato ed affronta il tema dell’archiviazione dei documenti a norma di legge. SUMMARY This article illustrates the defiance shout from long term digital storage. It indicates some of the best procedures nowadays available in the market and faces the subject of storage documents according to the law. inarcos 345 1 - L’Electronic Numerical Integrator and Computer (ENIAC), prodotto da un consorzio tra il governo degli Stati Uniti e l’University of Pennsylvania. Era costituito da 18.000 tubi a vuoto, 70.000 resistori e 5 milioni di giunzioni: un ammasso d’ingranaggi che consumava 160 kilowatts elettrici. 1 UNA MEMORIA CHE NON ARRUGGINISCE I ricercatori del laboratorio di Los Alamos (http://www.lanl.gov), negli Stati Uniti, hanno sviluppato una tecnologia di memorizzazione chiamata HD-ROM (Hight Density Read Only Memory), di sola lettura ad alta densità. Questa tecnologia utilizza un raggio ionico per incidere su aghi di acciaio inossidabile o iridio sia bit che lettere, e perfino la grafica. La densità con la quale sono scritti i bit è circa 180 volte maggiore di quella di un comune CD-ROM. I bit sono separati uno dall’altro da soli 560 atomi. In termini pratici, un solo ago della lunghezza di un pollice, circa 2,54 cm, può archiviare 4 collane di enciclopedie. Ma la cosa che più interessa è il tempo di archiviazione: i dati possono rimanere in memoria per più di 5000 anni senza subire alterazioni, anche in presenza di campi elettromagnetici. Inoltre gli aghi resistono alle alte temperature, alle alluvioni ed a molti comuni agenti chimici a differenza degli hard disk o dei nastri. grità. La migrazione fisica evita il deterioramento o l’obsolescenza del supporto e del sistema di storage, non necessita di interventi economicamente e tecnicamente impegnativi ed ha il vantaggio di migrare il sistema verso una tecnologia più performante, in termini di personale, energia e spazio di archiviazione. La migrazione logica consiste nella trasformazione delle informazioni da un formato logico ad un altro, come il passaggio da una versione vecchia di un’applicazione ad una nuova, per preservarne la leggibilità, o il passaggio da un formato proprietario di dati ad uno open source, meglio ancora se definito standard da enti normatori internazionali. Per esempio, un particolare formato di file chiamato PDF, acronimo di Portable Document Format, è stato scelto come standard per l’archiviazione a lungo termine, potendo incapsulare al suo interno tutto ciò che serve per visualizzare un documento, anche su sistemi HW e SW molto eterogenei. Diversamente, la maggior parte degli editor di testo, per aprire un documento richiedono che nel computer sia installato il set di font con il quale il documento è stato creato, evento non sempre garantito quando si passa da un sistema operativo ad un altro, o da un computer ad un altro. Sarà infatti capitato a tutti di ricevere una mail 346 inarcos scritta in cinese o cirillico e non poterla aprire perché non si possiedono i caratteri adeguati, oppure semplicemente non poter aprire un file perché non si possiede il programma necessario al quale “associarlo”. Le motivazioni che spronano quindi ad effettuare la migrazione logica comprendono il cambio dei formati e delle applicazioni, generando solitamente costi ben più sostenuti rispetto a quelli relativi alla migrazione fisica. I FRENI INIBITORI Sia la migrazione fisica che quella logica hanno alcuni fattori in comune che tendono a frenarle: la complessità, la quantità d’informazioni da trattare e la mancanza di tempo. Inoltre una regola fondamentale dell’informatica recita così: “Se un sistema funziona, non toccarlo!”. In altri termini, è bene evitare di spendere soldi per allungare la vita ad un sistema storage, con il rischio di guastarlo, o peggio affrontare una migrazione potenzialmente pericolosa ed insidiosa se non si è obbligati. Alcuni responsabili dei sistemi d’archiviazione si limitano quindi a verificare a scadenze prefissate che lo storage a lungo termine funzioni, posticipando il problema a chi li seguirà. Inoltre il costo della migrazione logica e fisica potrebbe essere eccessivo rispetto alle necessità di conservazione ed i ritorni economici non arrivare mai, oppure solo in caso di calamità, sotto forma di costi evitati, quindi difficilmente quantificabili. Forse per questi motivi solo il 30% dei partecipanti al sondaggio della SNIA sopra accennato ha affermato di eseguire la migrazione dei dati: il restante 70%, una volta archiviati non li tocca più. Sono quindi attesi da tutti nuovi approcci e soluzioni per soddisfare i requisiti legali, normativi, aziendali, economici e di scalabilità per la conservazione a lungo termine. LE SOLUZIONI DISPONIBILI E’ prevedibile che i limiti presenti nei sistemi di storage e nelle applicazioni oggi utilizzate dureranno ancora a lungo. Attualmente, la maniera migliore di superarli consi- 3A 2 2 - Il computer ENIAC su un chip. Un gruppo di studenti di un’università americana ha realizzato “ENIAC on a Chip”, sotto la supervisione del prof. J. Van der Spiegel, in occasione del 50esimo anniversario della nascita di Eniac. Gli studenti hanno integrato l’intero “ENIAC” su un rettangolo di silicio di 7.44 per 5.29 millimetri usando tecnologia CMOS a 0.5 micrometri. 3 A - una scheda perforata usata dal computer UNIVAC, un successore di ENIAC. Ogni scheda poteva contenere una decina di byte circa. 3 B - Le schede perforate venivano spesso realizzate di colore diverso, per meglio classificarle. Per memorizzare un programma potevano essere necessarie centinaia di schede. 3B ste nell’implementare processi di gestione del ciclo di vita delle applicazioni e dei dati, in modo da affrontare la gestione in maniera efficace. Le best practice di gestione includono: • stretta collaborazione fra le parti interessate (informatica, legale, commerciale, sicurezza) per ottenere una visione olistica e non lasciare nulla al caso; • la precisa identificazione e quantificazione delle informazioni da archiviare (cioè un inventario delle informazioni); • la classificazione delle informazioni, in modo che le necessità ed i tempi di conservazione possano essere determinate; • l’identificazione dei requisiti per la conservazione, la protezione e la sicurezza, la disponibilità e l’integrità; • l’implementazione dei servizi per soddisfare i requisiti; • la misurazione dei risultati ottenuti per puntare al miglioramento (nell’ottica della tanto blasonata qualità totale). Le procedure di migrazione devono includere: • l’impostazione dei periodi di conservazione; • la gestione dell’eliminazione dei dati scaduti (esistono corsi e normative sullo “scarto” dei documenti, sopratutto cartacei, la cui conservazione è molto onerosa, sopratutto per le Pubbliche Amministrazioni); • la classificazione delle informazioni in macro categorie comuni; • il controllo del numero delle copie dei dati e la loro verifica periodica; • l’utilizzo di piattaforme di storage basate su formati di dati e protocolli standard. Inoltre è bene che la politica di conservazione dei dati si ponga precisi obiettivi commerciali, legali e di ottemperanza alla normativa ed includa una descrizione delle procedure alle quali dovrà aderire ciascun repository, comprendendo sia la migrazione fisica che quella logica. L’obiettivo di miglioramento per la migrazione fisica consiste nel passaggio da una migrazione a termine fisso, solitamente 3 - 5 anni, ad una migrazione secondo necessità. I sistemi federati, basati su standard, consolidati e virtua- MIGRAZIONE, EMULAZIONE ED INCAPSULAMENTO Ci sono attualmente tre metodi per proteggere i dati quando l’hardware o il software utilizzato deve essere sostituito per l’obsolescenza: la migrazione, l’emulazione e l’incapsulamento. A. Migrazione significa copiare i file da un sistema di storage ad un altro. La migrazione è il metodo più semplice, conveniente ed ampiamente utilizzato per conservare i dati digitali anche se ha alcuni svantaggi: 1. La migrazione ripetuta comporta il rischio di perdere o corrompere i dati; 2. è difficile prevedere la frequenza con cui sarà necessaria la migrazione; 3. la migrazione dei dati digitali può sollevare problematiche inerenti l’interoperabilità e la catena di custodia, data la natura proprietaria di alcuni software e hardware. B. L’emulazione richiede l’uso di un software che imita, o emula, il comportamento di un computer obsoleto. Questo approccio evita la necessità della continua conversione delle registrazioni digitali, ma è necessario creare emulatori per ciascuna configurazione hardware/software, il che rende l’emulazione più dispendiosa della migrazione. Oggi l’emulazione sta tornando in auge grazie all’uso delle macchine virtuali, ed alla possibilità di consolidare più ambienti eterogenei su un unico server. C. L’incapsulamento raggruppa un oggetto digitale con tutte le altre entità associate necessarie per fornire l’accesso a tale oggetto. Nell’incapsulamento, le strutture fisiche o logiche incapsulate, dette “contenitori” o “wrapper”, forniscono informazioni sulle relazioni tra tutti i dati e le componenti delle applicazioni software. L’incapsulamento mira a superare le problematiche legate ai formati obsoleti di file comprendendo dettagli su come interpretare le informazioni originali. L’incapsulamento pare oggi la via maestra da seguire, anche se risulta giovane, tecnicamente complessa e foriera di grandi risorse in termini di spazio disco. Finché l’incapsulamento non sarà una tecnica matura, si consiglia di utilizzare storage aperto standards-based che supporti interfacce aperte e la virtualizzazione per l’emulazione. Ciò permette di ottenere oggi la flessibilità che in futuro consentirà di fare la scelta giusta - verso la migrazione, l’emulazione o l’incapsulamento - proteggendo nel contempo dall’obsolescenza ed evitando l’imprigionamento di un solo fornitore. inarcos 347 5 4 - Un moderno sistema di storage, capace di memorizzare circa 20 TeraByte, cioè 20 x 1012 Byte. 5 - Un lettore di smart card con relativa scheda per la firma digitale, distribuita delle Camere di Commercio Italiane. chiviazione a lungo termine risulta economicamente costosa e tecnicamente complessa, anche se sono disponibili tecnologie specifiche: per questi motivi l’attua prevalentemente chi vi è costretto per legge, oltre a pochi virtuosi, mentre i restanti devono accettare il rischio di perdere i dati. GLI STANDARD PER L’ARCHIVIAZIONE 4 lizzati possono aiutare a minimizzare le interruzioni, la complessità e la manodopera inerenti la migrazione. E’ importante ricordare che quando si effettua la migrazione logica, spesso è richiesta la conservazione dell’autenticità dei documenti, ovvero la prova che i dati sono quelli originari, analogamente a ciò che accade quando si produce una copia conforme di un documento cartaceo. Ancora una volta sarebbe opportuno eseguire la migrazione solo in caso di necessità, prendendo in considerazione le diverse possibilità che la tecnologia offre per conservare i dati: trasformali in un formato digitale standard (eXtensible Markup Language, PDF, ecc.), archiviare una copia stampata o utilizzare microfilm. Dispositivi hardware importanti per la migrazione fisica sono i WORM (Write Once Read More), ed altrettanto importanti per la migrazione logica sono le smart card per la firma digitale: l’insieme di questi due dispositivi permette di ottemperare a diverse disposizioni di legge per la conservazione a norma dei documenti, in molti paesi, anche in Italia. Per quanto finora visto, possiamo affermare che l’ar348 inarcos Come abbiamo detto, uno dei maggiori problemi dell’archiviazione a lungo termine è dovuto all’uso di applicazioni e formati di dati proprietari1 che legano l’utente ad una specifica soluzione proposta da un venditore, ovviamente non concessa in open source. I problemi possono essere affrontati utilizzando formati standard, che recano facilitazioni alla migrazione fisica mediante l’utilizzo di hardware comuni e processi di gestione uniformi per il ciclo di vita dei dati, in contrapposizione ai device storage proprietari. Più complesso è il problema degli standard per l’archiviazione logica. Questa si presenta oggi molto specifica e legata alle applicazioni ed al formato dei dati, il che rende più difficile l’automazione dei processi di migrazione. Per esempio, la “conservazione a norma” richiede più del semplice mantenere i dati leggibili e interpretabili: richiede una conservazione a lungo termine non solo dei dati ma anche dei metadati, cioè delle informazioni aggiuntive che rendono manifesta l’identità dei soggetti, la provenienza ed il contesto, nonché meccanismi che garantiscano la loro integrità, autenticità e paternità, vedi riquadro 2 Migrazione, Emulazione ed Incapsulamento. Chiariamo questo aspetto con un esem- 1 Con il termine “proprietario” si indica quel software che ha restrizioni sull’utilizzo, sulla modifica, riproduzione o distribuzione. Queste restrizioni vengono ottenute tramite mezzi tecnici e/o legali, solitamente per scopi commerciali. Mezzi tecnici: viene reso pubblico solo il codice oggetto, trattenendo il codice sorgente. In questi casi la modifica del software risulta molto difficile, ottenibile solo grazie a disassemblatori e ad elevate capacità informatiche. Mezzi legali: licenze, copyright e brevetti. 6 - Valvole termoioniche, elementi caratterizzanti i computer della prima generazione. 7 - Transistor. Dal 1949, l’invenzione del transistor cambiò profondamente l’evoluzione del computer. Il transistor sostituì l’ingombrante tubo a vuoto nei televisori, nelle radio e nei computer, diminuendone le dimensioni, i consumi elettrici ed il prezzo, ed aumentando l’affidabilità. 6 7 pio: se oggi archiviamo un file di testo generato con l’applicazione W, per poter utilizzarlo tra cento anni avremo bisogno ancora del programma W, a meno che esso non incapsuli nel file salvato tutte le informazioni che ci serviranno per leggerlo, tra le quali anche il programma stesso, i font, le cornici, le immagini ed altro. L’incapsulamento dei dati realizza un contenitore logico “mirato alla conservazione” comprendente il contenuto e i relativi metadati di conservazione; essa porta al concetto di “autonomia”, poiché un contenitore conserva i dati delle informazioni, i relativi metadati, le informazioni di riferimento, i controlli di integrità ed autenticità, i controlli di accesso ed i log. Tale contenuto rende il contenitore portatile e indipendente dallo storage fisico. Inoltre l’incapsulamento consente al contenitore di essere gestito indipendentemente dall’applicazione, secondo i requisiti stabiliti dall’utente per le informazioni. L’obiettivo dell’incapsulamento è eliminare la necessità di frequenti migrazioni logiche, in modo che le organizzazioni possano continuare ad accedere ai dati e a utilizzarli secondo necessità nell’arco di lunghi periodi di tempo, senza il sovraccarico di lavoro e la complessità portata dall’aggiornare regolarmente i dati per adeguarli ai cambiamenti delle applicazioni. I PRIMI PASSI VERSO L’ARCHIVIAZIONE E’ importante non sottostimare la complessità legata l’archiviazione a lungo termine e muoversi con anticipo, per evitare di trovarsi in situazioni di crisi con terabyte di dati che richiedono una migrazione fisica e logica. Il primo passo della migrazione consiste nella classificazione dei dati per comprenderli meglio e supportare la gestione del ciclo di vita. Il passo successivo è la ricerca delle soluzioni, sia hardware che software, in grado di soddisfare politiche di archiviazione e semplificare il processo di migrazione fisica. Da ultimo si devono analizzare ed adottare gli standard aperti per implementare le politiche viste nei paragrafi precedenti: gli standard aperti evitano di rimanere imprigionati in una tecnologia proprietaria. Facendo questi passi ci si mette nella condizione sia di poter lavorare con gli standard d’archiviazione odierni, sia con quelli che arriveranno nei prossimi anni. L’ARCHIVIAZIONE DEI DOCUMENTI A NORMA DI LEGGE Come è noto, il quadro normativo che ha preso forma in Italia dal 2000, rende possibile la conservazione dei documenti su supporto informatico anziché cartaceo con lo stesso valore ai fini civilistici e fiscali. Il D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445 Art. 6, comma 1, afferma che “Le pubbliche amministrazioni ed i privati hanno facoltà di sostituire, a tutti gli effetti, i documenti dei propri archivi, le scritture contabili, la corrispondenza e gli altri atti di cui per legge o regolamento è prescritta la conservazione, con la loro riproduzione su supporto fotografico, su supporto ottico, o con altro mezzo idoneo a garantire la conformità dei documenti agli originali”. Il medesimo DPR pone però una serie d’obblighi precisi, sia tecnici che organizzativi ed applicativi, per la creazione degli archivi sostitutivi, per il loro mantenimento nel tempo e per l’esibizione in caso di richiesta delle autorità. Sono oggi disponibili sul mercato soluzioni (ed anche società di servizi) che estraggono i documenti cartacei e digitali archiviati nei sistemi, li firmano digitalmente con marcatura temporale e li organizzano in archivi sostitutivi a norma di legge. I requisiti di legge sono in Italia costituiti dalle regole tecniche del CNIPA - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione ed anche da una serie di regole del Ministero dell’Economia ai fini fiscali. La conservazione ottica sostitutiva dei documenti, fiscali e non, consente alle imprese grandi vantaggi, come l’eliminazione degli ingombranti archivi cartacei e il recupero di costi e di spazi. Infatti, i documenti nati digitali o trasformati via scanner da cartacei a digitali possono essere archiviati e conservati, con valore civilistico e fiscale, su dischi ottici, Compact Disk o Digitale Versatile Disk: se si pensa ad esempio che le fatture devono essere conservate per dieci anni, qualche decina di CD o DVD può sostituire migliaia di fogli di carta. ■ inarcos 349 Riduzione dei consumi del 30%? Il segreto sta nell’inerzia termica E la ricerca lo dimostra* Il confronto in termini di prestazioni energetiche e condizioni di benessere abitativo tra due edifici identici – uno bioclimatico in muratura pesante l’altro con pareti e solai leggeri – ha dimostrato che, pur con identici valori di trasmittanza termica, il fabbisogno energetico per il riscaldamento dell’edificio in muratura pesante è inferiore del 30%. E questo grazie all’inerzia termica delle pareti pesanti, come quelle in blocchi Alveolater® e Alveolater®Bio Stabila, che sono dotate non solo di elevate qualità isolanti, ma anche di una massa che accumula e rilascia il calore in maniera complessa, smorzando i picchi della temperatura esterna e differendoli nel tempo. L’inerzia termica, dimostra la ricerca, esalta le prestazioni energetiche delle pareti tanto in inverno quanto e soprattutto d’estate, creando le migliori condizioni di benessere abitativo con una drastica riduzione dei consumi energetici, sia per il riscaldamento che per il raffrescamento. i Soddisfa nno a l’ r e p ri valo 2e0i de1cre0ti d 5 192/200 6 311/200 Blocchi Alveolater®Stabila 38. Scheda di valutazione termoigrometrica interno esterno Parete in blocchi Alveolater® Stabila 38(1) • spessore complessivo cm 41,5 Trasmittanza U(2) 0,33 W/m2K Peso parete 415 kg/m2 Potere fonoisolante 54 dB Resistenza al fuoco R.E.I.min. 180 1,5 38 41,5 2 (1) Posti in opera con malta termica e intonaco isolante. (2) Valore determinato sulla base della norma Uni En 1745:2005. Alla verifica di Glaser la parete non forma condensa. Consigli e soluzioni per la progettazione Laterpoint - Isola Vicentina (Vi) - Via Capiterlina 141 tel. 0444 599011 - fax 0444 599040 - [email protected] - www.gruppostabila.it Gruppo Stabila - Isola Vicentina (Vi) - Via Capiterlina 141 • Stabilimenti: Capiterlina Isola Vicentina (Vi) - Atesina/Zaf Ronco all’Adige (Vr) - Sel Modena - Fornace di Dosson Dosson di Casier (Tv) Ricerca Analisi delle prestazioni termiche dell'involucro in laterizio valutate in regime dinamico nel sistema edificio in un contesto climatico mediterraneo patrocinata dal Consorzio Alveolater® e dal Dipartimento di architettura e pianificazione territoriale dell'Università di Bologna. La ricerca ha confrontato le prestazioni energetiche e le condizioni di benessere abitativo di un edificio in muratura “pesante” realizzato secondo criteri bioclimatici e di uno “leggero”. L'analisi dei fabbisogni energetici per riscaldamento è stata condotta mediante simulazione in regime dinamico (Energy plus) e con l'ausilio di tre strumenti informatici operanti in regime stazionario (Casaclima, Edilclima, EcoDomus). Il progetto dell’edificio è dello Studio Ricerca & Progetto, Mingozzi, Galassi e Associati in Bologna. Edificio ad uso uffici della sede nazionale dell’A.N.T. Istituto delle Scienze Oncologiche della Solidarietà e del Volontariato Alessio Zanichelli Ingegnere libero professionista A) L’ARCHITETTURA a.1) Premessa L’edificio sede nazionale dell’A.N.T. (Associazione Nazionale Tumori) è stato realizzato su di un’area, che doveva rispondere ad una serie di caratteristiche, dalla possibilità di realizzare una certa superficie, ai grandi parcheggi e, non ultima, quella economica, essendo l’Associazione una ONLUS che si basa unicamente sulle elargizioni e sul volontariato. Sull’area esisteva un’attività di corriere per trasporto merci, con edifici costituiti da un ampio capannone con piano d’imposta rialzato rispetto alla quota del piazza- le per permettere l’agevole movimentazione dai pianali dei camion, con annessa palazzina ad uffici. A termini di P. R. G. l’ubicazione e la distribuzione planimetrica nel contesto dell’area medesima ha dovuto ricalcare l’impronta delle costruzioni in essere. L’area di cui trattasi è inserita in un intorno urbano privo di una precisa connotazione architettonica, con edifici al contorno costituiti da una miscellanea di strutture industriali e di edifici residenziali degli anni cinquanta: in buona sostanza un contesto di prima periferia povero e privo di identità. Lo spunto progettuale è stato quindi quello di pensare un edificio che si distinguesse dal contesto esistente per forma e materiali. SOMMARIO SUMMARY Il progetto illustra la realizzazione della sede principale della Fondazione A.N.T. Onlus, creata oltre 30 anni fa dal Prof. Pannuti, Ente che dedica la sua opera all’assistenza domiciliare gratuita dei malati di tumore in fase terminale. La costruzione, aveva molteplici obbiettivi: la creazione di una sede idonea ad ospitare la totalità dei dipendenti prima dislocati in varie sedi, la razionalizzazione delle attività operative e la funzione di contenitore per manifestazione benefiche, conferenze ed altre attività legate alla Fondazione. Per far ciò si è riqualificata un'area, inizialmente occupata da un ditta di autotrasporti, in una zona periferica ma non molto lontano dalla tangenziale. L'idea iniziale è stata quella di pensare ad un edificio che anche esternamente, mediante l’uso di colori e forme diverse, caratterizzasse le diverse attività: da qui i tre blocchi, uniti tra di loro, ma diversificati per impostazione architettonica, cromatismo ed uso di materiali. Poco il risalto estetico: molti gli accorgimenti volti al risparmio energetico, alla durata dei materiali ed alla flessibilità dei percorsi. The plan illustrate the carryng out of the main seat of Fondazione A.N.T. Onlus, create 30 years ago by Prof. Pannuti, body which devote its work to the free house assistance for tumour terminally ill patient . The building, had numerous objective: the creation of a fit seat to house the whole body of employess before stationed in several seats, rationalization of operating activity and role of container for beneficent manifestation, lectures and other activity tied with Fondazione. To do this you requalify an area, at first occupied in haulage contractor company, in a peripheral zone not so far from bypass. The beginning idea it was to think to a building that also from the outside, through used of different color and form, characterized different activities: from here three blocks, united among their, but diversifyed for architectural plan out, chromaticism and material use. Not much aesthetics prominente: lots of expedient directed to energy saving, length of time of building materials, and to the run flexibility. inarcos 355 1 a.2) Esterno La costruzione è costituita da tre corpi architettonicamente distinti ma fusi in un unico elemento (foto 1). Guardando di fronte, il corpo di sinistra é caratterizzato dalla semplicità delle forme e dall’assenza di bucature, anche perché destinato a sala auditorium 2 356 inarcos 3 4 e conferenze (foto 2-3) ; il corpo centrale, di due piani fuori terra come il precedente, è costituito da un elemento cilindrico sporgente con copertura ad andamento obliquo completamente vetrata che si inserisce tra due vetrate strutturali per poi collegarsi con il corpo di destra (foto 5). Questo elemento che si sviluppa in altezza su tre livelli, ha un anda- mento perpendicolare rispetto agli altri, ed é contraddistinto da forme semplici e lineari, per volumetria, disposizione e forma delle bucature e per cromatismo (foto 1). Il linguaggio formale minimalista si esprime con la regolarità della trama delle finestre e l’assialità del percorso principale di accesso attraverso l’emergenza del corpo centrale cilindrico, con copertura totalmente a vetro tagliata in obliquo (foto 4-7), che contiene anche l’elemento di distribuzione verticale principale (foto 6-7). La voluta caratterizzazione dell’edificio, per i motivi più sopra accennati, si evidenzia anche con la scelta dei materiali utilizzati nelle facciate in cui prevalgono, nei toni di bianco e di grigio i blocchi in cemento splittato, bugnato e rigato (foto 8), le facciate continue strutturali in vetro e gli infissi esterni in alluminio colorato. L’area esterna è adibita a parcheggio, a percorsi pedonali ed a zone a verde, ed è caratterizzata dalla transitabilità carrabile perimetrale sia per consentire la manovra e l’accesso agli eventuali mezzi di soccorso, sia ai mezzi di trasporto per il carico e lo scarico delle merci da allogare nell’interrato, servito anche da piattaforma elevatrice esterna. a.3) Caratteri distributivi interni La distribuzione interna è stata realizzata con specifica attenzione agli usi particolari cui il complesso è destinato. Il corpo di sinistra, a doppia altezza, è adibito a sala conferenze con la possibilità della polivalenza ed é dotato, in uno spazio aggettante al primo piano, di una zona regia con cabine di traduzione in simultanea ed apparecchiature per la videoconferenza (foto 9). Il contenitore centrale, per le sua peculiarità architetto- inarcos 357 5 niche è riservato alle attività più rappresentative e contiene al piano terra, la hall, l’accesso alla sala conferenze ed alla scalinata che porta al primo piano, illuminata dalla luce zenitale del cilindro con chiusura vetrata nella sommità (foto 4 e 7), oltre alla zona di attesa per il pubblico. agli uffici di rappresentanza ed alle aule multiuso. Al primo piano è ubicata la sala del Consiglio Direttivo, oltre ad aule, uffici ed archivi Nel corpo di destra, al quale si accede anche da un proprio ingresso, e che si sviluppa su tre livelli si trovano gli uffici, molti dei quali ad “open space”, destinati a varie attività Nel piano interrato due blocchi distinti: uno spazio autonomo adibito a luogo votivo (foto 10) accessibile sia dall’interno con scale e con elevatore sia direttamente dall’esterno e l’altro a magazzini, archivi e locali tecnologici collegati anche all’esterno con montacarichi. A servizio dei percorsi distributivi oltre alle scale interne ed esterne ed al montacarichi di cui sopra due elevatori oleodinamici. a.4) Materiali La scelta dei materiali interni è stata impostata, senza trascurare il fattore estetico, sulla sobrietà, la resistenza all’uso e la facilità di pulizia e manutenzione. Voluta la continuità cromatica che collega ed amalgama le tonalità di bianco-grigio delle facciate ed il grigio della pavimentazione dei percorsi pedonali esterni con la tonalità di grigio molto chiara per i pavimenti interni del corpo centrale realizzati in grès fine porcellanato. Lo stesso materiale è stato usato anche per tutti i pavimenti del corpo di destra per il quale sono state scelte sempre tonalità chiare ma differenziate per distinguere diverse destinazioni d’uso. Egualmente diversificati dal punto di vista cromatico sia i percorsi orizzontali e verticali sia i servizi per consentire anche visivamente una più facile individuazione dei luoghi e dei percorsi. 6 358 inarcos Nelle pagine precedenti: 1 - Ingresso e fronte principale. 2 - Sala auditorium: esterno. Particolare attacco vetrata. 3 - Sala auditorium: esterno. Vista con cilindro. 4 - Vista frontale della scala principale. 5 - Corpo cilindrico: vista frontale. 6 - Copertura vetrata del corpo cilindrico. In questa pagina: 7 - Scala principale. 8 - Muratura della facciata: particolare. B) GLI IMPIANTI Stanti alcune peculiarità dei medesimi vale la pena accennare all’impiantistica b.1) Impianto elettrico ed impianti affini L’impianto base prende origine da una fornitura in Media Tensione a 150 KV con passaggio in Bassa Tensione a 400V mediante cabina privata di trasformazione. b.1.1) Illuminazione Tutti i corpi illuminanti hanno caratteristiche conformi a quanto richiesto dalle vigenti norme UNI 10380. Nei locali con posti di lavoro videoterminale, le ottiche sono del tipo antiriflesso con luminanza ridotta, mentre in alcuni locali particolari, come le aule e le sale riunioni, sono previsti sistemi di illuminazione a “luce morbida” con la possibilità di variazione dell’intensità luminosa per garantire il massimo confort visivo in funzione dell’attività svolta. E’ inoltre stato installato un sistema centralizzato per la gestione ed il controllo dell’illuminazione di emergenza, con integrazione delle lampade deputate direttamente nei corpi illuminanti degli ambienti, mentre la sala conferenze è stata dotata di un master di gestione luci per ottenere i migliori risultati in ogni situazione in accordo con la multifunzionalità della sala stessa. In esterno oltre ad un’illuminazione di gala, sono stati adottati corpi illuminanti con ottica “cut off” per la limitazione della dispersione del flusso luminoso verso l’alto, in accordo con la vigente normativa. Oltre agli impianti di normale utilizzo ne sono stati realizzati alcuni con caratteristiche particolari come 7 8 inarcos 359 Prospetto principale Prospetto posteriore Prospetto laterale lato Aula Conferenze Prospetto laterale lato corpo ad uffici l’impianto di sicurezza progettato in modo da integrare in un unico impianto centralizzato la rivelazione fumi, la segnalazione delle chiamate d’emergenza dai bagni handicap e la gestione delle serrande tagliafuoco e l’impianto antintrusione, completamente autonomo che riunisce in sé numerose unità di rilevamento presenza ed allo stesso tempo unità di segnalazione e controllo periferiche 360 inarcos b.1.2) Impianto TV esterno a circuito chiuso. Costituito da otto telecamere digitali interfacciate ad un sistema di gestione computerizzato che ne permette il controllo sia in loco sia a distanza tramite un collegamento telematico, con capacità di memorizzazione, elaborazione e gestione delle immagini e possibilità di registrazioni simultanee in playback. 9 - Interno Sala Conferenze. 10 - Luogo votivo. 9 b.1.3) Impianto trasmissione dati e telefonico. Impianto ricezione canali televisivi e satellitari I primi due impianti sono riuniti in un’unica rete strutturata che consente di avere prese distribuite in tutto l’edificio utilizzabili sia come prese telefoniche sia come prese dati interconnesse alla rete Local Area Network di edificio. Sono identificabili 94 postazioni di lavoro ognuna attrezzata con quattro prese (TP e/o TD). Per quanto attiene la ricezione dei canali televisivi terrestri e dei canali digitali satellitari il sistema è in grado di portare nelle aree deputate il segnale dei normali canali. b.1.4) Impianti multimediali. 10 Le varie unità sono dotate di punti canalizzazione per la ricezione e/o la trasmissione di segnali audiovideo inseriti in un sistema centralizzato gestito da una sala regia. Oltre alla sala conferenze principale ogni aula o sala riunioni è predisposta per l’installazione di tutte le apparecchiature multimediali necessarie per la presentazione e/o lo studio di progetti e relazioni. Sono stati installati un impianto di traduzione simultanea, un sistema di video conferenza a più parti sia all’interno sia all’esterno dell’edificio ed un sistema di telecamere e videoproiettori in grado di registrare e trasmettere il segnale audio/video nelle zone previste da tale copertura all’interno dell’edificio. B.2) Impianti meccanici b.1.5) Impianto diffusione sonora b.2.2) Centrale frigorifera. Un impianto di diffusione sonora con diffusori acustici e sistemi microfonici dotati di filtraggio automatico dei disturbi è installato nel luogo votivo ed in tutte le sale riunioni. A funzionamento stagionale é organizzata su di un’unica unità in grado di parzializzare l’energia fornita in funzione del carico richiesto dagli impianti, con obbiettivo primario il contenimento dei consumi energetici ed b.2.1) Centrale termica. A funzionamento annuale, organizzata considerando la potenzialità complessiva occorrente su di un unico generatore di calore in ghisa termica con focolare a pressione atmosferica per funzionamento a gas metano. In funzione delle utenze da servire, si è scelto un generatore idoneo al funzionamento a bassa temperatura permettendo così l’ottimizzazione dei consumi abbinandolo ad un bruciatore atmosferico a premiscelazione in modo da ridurre gli ossidi di azoto derivanti dalla combustione del metano: ciò allo scopo di permettere valori di basso impatto ambientale e quindi con minimo inquinamento atmosferico. inarcos 361 Pianta piano interrato Pianta piano terra il minimo inquinamento ambientale. L’utilizzo di un refrigeratore d’acqua raffreddato ad acqua, invece che ad aria come di norma, permette un minor costo di realizzazione iniziale ed un successivo risparmio gestionale in termine di consumi energetici. 362 inarcos Con particolare attenzione all’ambiente si è poi ritenuto opportuno adottare un refrigeratore, che in luogo dei tradizionali gas dannosi per l’ozono, utilizza un gas compatibile con l’ambiente fornendo nel contempo un buon rendimento energetico. Loc.Tec. L.Tecnico Pianta primo piano Copertura Copertura Pianta secondo piano b.2.3) Impianto di riscaldamento I locali interessati da questa tipologia impiantistica sono i servizi igienici, i depositi e gli archivi al piano interrato nei quali si è realizzato un impianto di riscal- damento ad acqua calda utilizzando, come unità terminale ambiente, dei radiatori statici ad elementi componibili in acciaio. La regolazione della temperatura ambiente è governata da un sistema automatico che controlla la temperatura del fluido scaldante in funzio- inarcos 363 11 - Coperto: sommità cilindro e percorsi impianti. 11 ne di un’opportuna compensazione climatica con l’ambiente esterno. Ogni corpo scaldante è dotato di operatore termostatico che eviterà il surriscaldamento dei locali in condizioni di apporti energetici gratuiti. b.2.4) Impianto di raffrescamento Uffici, atrio, disimpegni e corridoi sono dotati, tenuto conto della loro valida aerazione naturale, di un riscaldamento invernale e di un raffrescamento estivo con impianto a ventilconvettori. Le unità terminali ambiente sono in grado di sopperire ai fabbisogni di calore, positivi o negativi, in funzione del periodo stagionale, dovute alle dispersioni/rientrate del fabbricato ed ai carichi interni (persone, luci, macchine ecc). Ogni ventilconvettore è dotato di un proprio sistema di regolazione automatico della temperatura ambiente, che verrà mantenuta nei valori impostati con la dovuta tolleranza. b.2.5) Impianto di condizionamento Nel luogo votivo, nelle aule, nella sala conferenze ed in quella del Consiglio Direttivo, locali ove si prevede un affollamento significativo, sono stati realizzati impianti di riscaldamento del tipo acqua-aria che prevedono l’utilizzo di unità di trattamento aria, con il compito di neutralizzare sia il carico sensibile fornito dalle dispersioni e/o rientrate di calore a seconda del periodo stagionale, dal carico ambiente fornito dall’illuminazione artificiale, dalle persone, dalle apparecchiature presenti e dall’aria di ventilazione, sia il carico latente fornito dalle persone e dall’aria di ventilazione. Il funzionamento è di tipo stagionale e quindi con funzione scaldante durante la stagione invernale e raffreddante durante il periodo estivo. La regolazione della temperatura ambiente per ogni singolo locale è realizza con un sistema automatico di 364 inarcos regolazione, tarato ai valori precedentemente richiamati, che andrà ad agire sulla quantità di fluido scaldante o raffreddante che attraverserà la batteria di scambio termico aria-acqua. Ogni singolo ambiente è dotato anche di una unità di trattamento aria che preleva aria esterna per la ventilazione ed aria ambiente di ricircolo, parte della quale viene espulsa all’esterno. Questa miscela viene filtrata per il trattamento delle polveri, riscaldata ed umidificata, raffreddata e deumidificata e quindi inviata in ambiente. In considerazione delle immissione di aria esterna, affinché l’umidità in ambiente, durante il periodo invernale non possa scendere al di sotto del 40% di umidità relativa, si è realizzato un sistema di umidificazione con iniezione di vapore, prodotto localmente con apposita apparecchiatura a resistenze elettriche, mentre durante il periodo estivo, per mantenere il valore dell’umidità ambiente inferiore al 50% di umidità relativa la deumidificazione avviene attraverso lo scambiatore di raffreddamento. Il controllo dell’umidità e della temperatura ambiente è affidato ad un apposito sensore sonda di umidità e temperatura, installato direttamente nell’ambiente. L’aria ambiente, di riscontro a quella immessa per la ventilazione, è espulsa in parte per sovrapressione per evitare infiltrazioni di aria dall’esterno, mentre la restante quantità viene convogliata, attraverso griglie e condotti all’Unità Trattamento Aria. , dove viene in parte espulsa ed in parte ricircolata. b.2.6) Impianto di distribuzione acqua L’acqua fredda potabile, prima di essere distribuita alle utenze, subisce un trattamento di filtrazione meccanica per l’eliminazione dei corpi solidi eventualmente presenti, una riduzione della pressione di erogazione, per mantenere il valore della stessa inferiore a 5,0 bar. ed un trattamento di addolcimento sino a raggiungere una durezza temporanea di 15°F, per limitare la formazione di depositi calcarei e conseguentemente mantenere elevato lo scambio termico degli apparecchi. Successivamente la sola acqua addolcita viene condizionata con un prodotto chimico specifico per la protezione dalla corrosione della rete distributiva e degli apparecchi d’uso. La produzione di acqua calda sanitaria avviene con sistema centralizzato, tramite un produttore ad accumulo, con riscaldamento ad acqua calda, in grado di soddisfare l’alimentazione delle utenze ad una temperatura di erogazione di +48° C. Per tutti i circuiti e le utenze, per le quali è ipotizzabile un’eventuale possibilità di contaminazione, sono adottati dei disconnettori a zona di pressione ridotta. Proseguendo nella filosofia ecologica di tutti gli impianti, per le utenze di acqua non potabile, quindi quelle a carattere tecnologico, è prevista la copertura del fabbisogno utilizzando acqua piovana, mediante raccolta in apposita voluminosa cisterna e sistema di ripompaggio. b.2.7) Produzione fluidi caldi ed acqua refrigerata La produzione di fluido caldo per uso riscaldamento e per uso sanitario è realizzata con sistema centralizzato dotato di un generatore di calore a gas metano, ad elevato rendimento. Per la produzione di acqua refrigerata a servizio dell’impianto di raffreddamento e di condizionamento, è prevista l’utilizzazione di un refrigeratore di tipo monoblocco con raffreddamento del condensatore ad acqua. Le macchine ubicate all’esterno sono tutte carenate con pannelli fonoassorbenti (foto 11) e dotate di silenziatori acustici in modo da non inquinare l’ambiente e quindi facendo sì che il rumore indotto risulti inferiore ai limiti imposti dal D. P. C. M. 01/03/1991. HANNO CONTRIBUITO ALLA REALIZZAZIONE DELL’OPERA: Progetto architettonico Ing. Alessio Zanichelli Collaboratore Arch. Uber Stagni Progetto delle strutture Ing. Angelo De Cocinis Progetto degli impianti meccanici p.i. Carlo Savorani Progetto degli impianti elettrici p. i. Mauro Raimondi Direzione dei lavori Ing. Alessio Zanichelli Collaboratore Arch. Luca Zanichelli Coordinatore della sicurezza Ing. Alessio Zanichelli b.2.8) Impianto antincendio. L’impianto fisso per la protezione antincendio è realizzato con NASPI UNI 25 per la protezione delle aree ad uffici, da manichette UNI 45 per la protezione del deposito e degli archivi al piano interrato e da idranti soprassuolo per la protezione del fabbricato dall’esterno. CONCLUSIONI Occorre sottolineare che il fatto estetico o altri fattori che avrebbero potuto caratterizzare maggiormente il design della costruzione sono passati in seconda linea per privilegiare la praticità, la peculiarità delle finiture interne, il fattore economico e la scelta della tipologia degli impianti basata sui criteri del minimo inquinamento ambientale e del risparmio energetico. ■ inarcos 365 Un nuovo ponte per l’area archeologica di Marzabotto Giordano Medici Ingegnere - Direttore Tecnico di Produzione Vibro-Bloc S.p.A. Su commissione della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, la Vibro-Bloc S.p.A. ha provveduto ai lavori di ristrutturazione del ponte dell’area archeologica di Marzabotto realizzato nel 1982. In particolare la Vibro-Bloc S.p.A. si è occupata della rimozione e demolizione della struttura preesistente e della successiva progettazione e realizzazione del nuovo ponte. All’incarico dei lavori, lo studio tecnico della Vibro- bloc ha provveduto allo sviluppo del progetto esecutivo, analizzando i dettagli tecnici più critici sulla base dei risultati ottenuti dall’analisi del degrado del ponte esistente. Da questa analisi è emerso il grande potenziale che il legno lamellare racchiude quale materiale da costruzione: infatti tali caratteristiche hanno consentito al ponte di mantenersi in esercizio per 25 anni, nonostante la mancata manutenzione ordina- 1 inarcos 373 In apertura: 1. Il nuovo ponte per l’area archeologica di Marzabotto In questa pagina: 2. Visualizzazioni delle sollecitazioni di taglio e momento 3. Progetto esecutivo: sezione trasversale 4. Predisposizione del nastro butilico ai telai di irrigidimento in acciaio 2 4 3 374 SOMMARIO SUMMARY L’articolo descrive la realizzazione del nuovo ponte in legno lamellare presente all’interno dell’area archeologica di Marzabotto. La progettazione e la realizzazione sono stati affidati alla Vibro-Bloc S.p.A., la quale ha concentrato la propria attenzione nel ricercare e adottare tutti quegli accorgimenti tali da non ripetere gli errori che hanno portato alla messa in fuori uso del precedente ponte realizzato all’inizio degli anni ottanta. This paper describes the construction of the new glulam bridge inside the archeological area of Marzabotto (BO). Vibro-Bloc S.p.a. was charged with the design and the construction of this new structure. The focus point for designers during project and construction stages was to analyze and avoid all the structural mistakes that led the previous structure to a quick decay. inarcos 5. Particolare appoggio travetto sul telaio in acciaio: da notare il nastro butilico posto in corrispondenza della sede di appoggio 6. Particolare appoggio con neoprene e staffa in acciaio in corrispondenza dei plinti in c.a. 7. Fissaggio dei telai in acciaio ai plinti in c.a. 8. Fissaggio dei telai di irrigidimento in acciaio alle travi in legno 7 5 8 6 ria (non essendo stato redatto uno specifico manuale di manutenzione) e l’assenza di quegli accorgimenti progettuali e tecnologici volti a conseguire una maggiore durabilità dell’opera. Il progetto strutturale del nuovo ponte è stato sviluppato mediante l’ausilio di una modellazione al computer dell’intera struttura, rispettando le indi- cazioni riportate nell’ultima versione dell’Eurocodice 5: la UNI EN 1995:2004. È stato analizzato anche lo stato di degrado dei plinti esistenti, al fine di individuare i necessari interventi di adeguamento da adottare. Da un punto di vista progettuale la committenza ha richiesto di avere un ponte analogo a quello preesistente con l’unica variante di innalzare il parapetto ad una altezza di 150 cm: questo allo scopo di evitare ai fruitori del ponte (per la maggior parte bambini) di traguardare visivamente la sottostante pubblica via, andando a realizzare in questo modo un dissuasore ad un eventuale lancio di oggetti. Sono stati quindi studiati e progettati tutti i princi- inarcos 375 9. Vista dei telai di irrigidimento in acciaio fissati alle travi in legno 10. Vista del travetto in legno lamellare con la sovrastante scossalina posta sopra il listello distanziatore 11. Particolare della scossalina posata a protezione delle travi principali 12. Particolare degli interspazi liberi lasciati tra i tavoloni in larice del piano di calpestio 9 (essendo la presenza di acqua ad essere l’elemento scatenante di ogni forma di degrado nel legno). I principali accorgimenti riguardano: – la protezione di tutte le ferramente mediante il trattamento di zincatura a caldo; – la posa di nastro butilico in corrispondenza di tutte le interfacce legno-acciaio, al fine di evitare zone di formazione di condense o accumuli di umidità; – l’impiego di specie legnose maggiormente dure- 11 10 pali dettagli della struttura, con particolare attenzione ai collegamenti legno-acciaio e legno-legno, cercando di adottare tutti quegli accorgimenti tali da proteggere la struttura, preservandola dal degrado: per fare questo questo l’attenzione principale è quella di eliminare tutte le zone di ristagno dell’acqua 376 inarcos 12 13. Vista del piano di calpestio del ponte finiti i lavori in stabilimento 14. Particolare della realizzazione dei tappi di chiusura in corrispondenza dei fissaggi dei telai in acciaio 15. Vista dei fissaggi dei telai in acciaio conclusi i lavori in stabilimento 16. Particolare delle insegne attaccate alle travi principali: logo museo etrusco. 15 13 16 14 voli, quale è il larice, per gli elementi maggiormente esposti come i tavoloni che formano il piano di calpestio e i listoni che costituiscono il parapetto al disopra delle travi principali; – la posa dei tavoloni di larice distanziati di circa 5 mm al fine di evitare zone di ristagno dell’acqua. (non era possibile aumentare eccessivamente tale distanza in quanto bisognava proteggere la sede stradale sottostante dalla possibile caduta accidentale di oggetti); – la posa di bandinelle metalliche al di sopra delle travi principali e dei travetti secondari, anche in corrispondenza delle testate delle travi, al fine di facilitare l’allontanamento dell’acqua piovana e il ristagno dell’acqua e proteggere zone particolarmente delicate come appunto le teste delle travi in cui è accentuato l’assorbimento e la perdita di acqua in conseguenza dei cicli climatici stagionali. Particolare importante riguarda la inarcos 377 17. Operazioni di carico sui mezzi di trasporto 18. Arrivo del trasporto eccezionale in cantiere 19-20-21. Alcuni momenti del sollevamento e posizionamenti della campata centrale del ponte 17 19 18 posa delle bandinelle al disopra di listelli in legno per consentire la ventilazione delle zone tra bandinella e trave ed evitare in questo modo pericoli di condense; – l’impiego di tappi il legno a protezione dei fissaggi dei telai in acciaio alla trave principale e il posizionamento dei montanti a sostegno dei listoni del parapetto di fianco alla trave principale, in modo tale da non andare a compromettere la continuità della protezione superiore della trave data dalla bandinella metallica e, al contempo, proteggere i punti di fissaggio (che nel ponte demolito si erano rivelati punti particolarmente delicati in cui avevano avuto origine processi di degrado del materiale); – la particolare lavorazione del profilo dei montanti di sostegno del parapetto che facilita lo smaltimento dell’acqua piovana – lo studio attento della zona di accesso al ponte in cui si ha la delicata situazione di vicinanza con il terreno: rispetto alla situazione precedente, in cui la rampa di accesso al ponte era realizzata direttamente con il terreno stesso, è stato deciso di realizzare una rampa in legno, sostituibile, che ha consentito di allontanare il terreno dall’appoggio delle travi stesse. 378 inarcos 20 21 Terminate le operazioni di assemblaggio in stabilimento si è provveduto alla preparazione del cantiere e all’organizzazione del trasporto delle tre parti del ponte. È da sottolineare l’importanza e la delicatezza di questa fase, in quanto la lunghezza della 22. Vista del ponte dalla strada al termine del montaggio del parapetto 23. Vista dell’attacco a terra del ponte terminate le operazioni di sollevamento 24. Vista dell’appoggio del ponte sul plinto in c.a. 25. Particolare del corrimano predisposto al fine di evitare che sia possibile sedersi e/o salire sopra le travi in legno lamellare 22 23 25 24 campata centrale del ponte di 16 m ha comportato l’impiego di mezzi idonei per il trasporto eccezionale. Inoltre è stato necessario considerare la particolare importanza della strada statale “Porrettana” su cui passa il ponte: non era infatti possibile chiudere completamente il traffico stradale, questo ha complicato le operazioni di montaggio, dovendo con- inarcos 379 26-27-28. Alcune immagini del ponte il giorno dell'inaugurazione 26 Impresa esecutrice: Vibro-Bloc S.p.A., via Padulle 388, 41055 Montese (Mo) - 059-970027 – [email protected] Progetto strutturale: Vibro-Bloc S.p.A. Ing. Francesco Lauriola Progetto esecutivo: Vibro-Bloc S.p.A. Marco Lolli Direttore tecnico di cantiere: Vibro-Bloc S.p.A. Claudio Leoni Responsabile Logistica: Vibro-Bloc S.p.A. Vincenzo Vannucci Programma e piano di manutenzione: Vibro-Bloc S.p.A. Ing. Giordano Medici 27 Committente: Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna Dott. Luigi Malnati Responsabile del procedimento: Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna Dott.ssa Paola Desantis Progetto generale:Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna Arch. Andrea Sardo Coordinatore della sicurezza: Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna Arch. Gabriella Goretti 28 centrare le operazioni di movimento gru nel minor tempo possibile. È importante sottolineare come le scelte fatte dai tecnici della Vibro-Bloc S.p.A. hanno consentito di concentrare il più possibile la durata dei lavori, limitandoli a solo 15 giorni, consentendo l’impiego della gru per soli 2 giorni. Infine per non far ripetere ai gestori del museo l’errore di una mancata regolare manutenzione del ponte, la Vibro-bloc, attraverso il proprio ufficio tecnico, ha sviluppato il programma di uso e manuten380 inarcos Direzione dei lavori: Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna Arch. Gabriella Goretti Importo dei lavori: € 63.200,00 Durata dei lavori: 15 giorni zione in cui sono riportate le principali caratteristiche del ponte e le principali operazioni di manutenzione e di controllo da eseguire, organizzate per successivi step temporali. ■ dall’UNIVERSITÀ Carlo Alberto Consani Titolo della tesi Progetto di riqualificazione architettonica e funzionale della ex chiesa di S. Maria degli Angeli a Pesaro Relatore: Prof. Ing. Riccardo Gulli Università degli Studi di Bologna Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in Ingegneria Edile/Architettura Data di Laurea: 21/10/2008 Voto di Laurea: 92/110 Un’ampia area nel centro storico di Pesaro, inutilizzata in seguito alla chiusura delle carceri minorili avvenuta negli anni ’90, ultima funzione ospitata dal grande convento che qui da secoli risiede, è stata riqualificata con l’attenzione della Provincia di Pesaro e Urbino e del Comune di Pesaro i quali, divisa tale area in 3 comparti nello specifico piano particolareggiato, hanno proposto a concorso di idee due di questi: uno da destinarsi a residenze e terziario, l’altro, oggetto della presente tesi, a “spazi per giovani”. Come viene raccontato da Luciano Baffioni Venturi nel suo "I monaci bianchi a Pesaro", S. Maria degli Angeli sorse nel 1574 sul luogo dove già esisteva la trecentesca Chiesa di Santa Maria in Porto o Santa Maria Vecchia, costruita nei pressi dell’antico porto medievale, allora situato alla foce del fiume Foglia, che nel 1300 scorreva ancora dentro il centro storico attuale. Giovanni del fu Sapirolo o Samperolo, “vir providas et discretus”, “uomo previdente e accorto”, nel testamento pubblicato il 4 ottobre 1360 negli Annales Camaldulenses, volle edificare una chiesa ed un monastero sui suoi terreni, dove già sorgevano alcune case, nel luogo detto Padule, cioè “palude”, così chiamato perché il terreno si allagava facilmente, trovandosi sotto il livello del mare (in questo luogo è oggi Piazzale I° Maggio). Alcuni monaci avellaniti decisero allora di avvalersi dei diritti sull’area dell’antica chiesa di Santa Maria Vecchia per costruirvi una nuova chiesa ed un ampio e comodo monastero. L’undici dicembre 1570, mentre era priore 1 dell’ordine camaldolese Giovanbattista Barba, furono gettate le fondamenta della nuova Chiesa di Santa Maria Nuova o degli Angeli dal duca Guidubaldo II, del quale Giovanbattista era caro amico. Dopo una serie di lunghi preparativi i Padri Camaldolesi solo nel giugno del 1574, a quasi quattro anni dalla posa delle prime pietre, iniziarono la costruzione della nuova chiesa che dedicarono a Santa Maria degli Angeli (o Angioli), il tutto su progetto dell’architetto pesarese Girolamo Arduini. Nel 1587 i lavori della chiesa non erano ancora terminati e sappiamo che il padre generale dei Camaldolesi Filippo Santoni, il 25 aprile 1587, rispondeva da Ravenna alle rimostranze del duca Francesco Maria II rassicurandolo essere sua intenzione portare il nuovo edificio a compimento con la massima sollecitudine. I monaci attribuirono all’impresa di costruzioni la colpa di avere ritardato i lavori e di aver chiesto più del dovuto. Fu quindi celebrato un processo contro i muratori incaricati dei lavori. Nel processo Del Monte afferma, tra l’altro, che la chiesa aveva un soffitto di legno e sottostante volta di “stuora di canne”, che i muratori avevano così disposto perché se avessero altrimenti costruito in mattoni essa sarebbe crollata. I muri erano poi di otto teste di mattoni, il doppio di quelli delle contemporanee stalle ducali, che erano di quattro teste, ma ciò si doveva al fondo acquitrinoso dove si era costruita la chiesa e che non permetteva un muro più sottile. Finalmente la cappella fu ultimata nel 1595. inarcos 387 3 2 Francesi che avevano occupato la città, passando Pesaro alla repubblica Cisalpina, ordinarono la chiusura progressiva della maggior parte dei conventi e la confisca dei loro beni. Anche i “Monaci Bianchi” dovettero lasciare Pesaro, come tutti gli altri religiosi. Con la caduta di Napoleone ed il congresso di Vienna, poiché il convento di S.Maria degli Angeli non era stato venduto, i monaci tornarono in possesso dei loro luoghi. Nel 1814, quindi, essi rientrarono nell’antico convento. I Monaci officiarono Santa Maria degli Angioli fino al settembre 1860, quando, dopo avere annesse le Marche e l’Umbria, lo Stato Sabaudo decise la soppressione dei beni eccle- 4 Nel 1646 i Camaldolesi stabilirono ufficialmente di spostare il locus tirocinii, vale a dire il noviziato, da Fonte Avellana a S. Maria degli Angeli. Nel secolo XVIII questa chiesa, come tante altre a Pesaro, subì modifiche e adattamenti secondo il gusto dell’epoca. L’intervento più importante fu quello terminato nel 1774 dall’architetto pontificio faentino Giuseppe Pistocchi (1744-1814). La facciata della Chiesa realizzata dal Pistocchi, come appare nel disegno allegato alla pianta di Pesaro (1790) di Giovanni Stefani (Pianta, Elevazione e diverse fabbriche della Città di Pesaro), era d’impianto classico neopalladiano, con un grande timpano sostenuto da due lesene e la scritta “REGINAE ANGELORUM”. Nel febbraio 1797, dopo la pace di Tolentino tra Napoleone e Pio VI, i 388 inarcos 5 6 7 siastici e lo scioglimento delle comunità religiose nelle Marche. Veniva ordinata la demanializzazione dei loro beni presso la cosiddetta Cassa Ecclesiastica dello Stato e la devoluzione immediata di questi a Comuni e Province. Il geometra Giovanni Bertuccioli redasse l’11 febbraio 1862 una perizia sullo stato e sul valore del fabbricato in cui si legge: “Il fabbricato con l’annessa chiesa e caseggiato è costruito nella maggior parte di materiale cotto e trovasi in buono stato. (…) Descrizione del tempio. Vasto tempio ridotto attualmente in uno stato da dover ricorrere a riparazioni per devastazioni procurate dalle già truppe pontificie che ivi stanziavano. (…) si giudica che l’affitto annuo perpetuo possa ritrarsi di £ 650 (molto basso anche per l’epoca, n.d.r.). Firma in calce: Giovanni Bertuccioli geometra”. Trasformata in bagno penale, dopo il terremoto del 15 agosto 1916 l’ex chiesa fu suddivisa in tre piani adibiti ad ospitare le sezioni di detenzione e l’infermeria, mentre il convento fu destinato ad uffici e laboratori. Attorno alla metà degli anni Trenta, anche in seguito ai danni del terremoto del 30 ottobre 1930, il Genio Civile di Pesaro effettuò ulteriori lavori di riparazione e trasformazione, che ne eliminarono anche le ultime velleità architettoniche. All’interno della chiesa furono demoliti i tre piani e vennero realizzate le celle su un braccio centrale lungo l’asse della navata. Il complesso di S. Maria degli Angeli fu destinato nel 1947 a Carcere Minorile o Riformatorio Giudiziario, più noto ai pesaresi come “discolato”, che ospitò ragazzi dai 14 ai 21 anni di età. Con la progressiva abolizione del carcere per i minorenni, a partire dal 1988, pur essendo considerata una delle migliori “prigioni scuola”, dotata di aule, laboratori (falegnameria, ceramica, meccanica, tipografia), impianti sportivi, cinema, anche il “discolato” di Pesaro non fece eccezione ed iniziò le sue procedure per la chiusura definitiva. Nell’ottobre del 2000, la Provincia di Pesaro e Urbino, esercitando il diritto di prelazione che spetta agli enti locali, acquistò il complesso immobiliare dell’ex carcere dall’ufficio territoriale del ministero delle Finanze. Fu redatto un piano particolareggiato in cui, a proposito della chiesa, fu prescritto il solo vincolo della muratura perimetrale, permettendone il completo svuotamento e ricostruzione. Capita allora a proposito Ungers quando, nel suo “Architettura come tema”, spiegando il tema “dell’incorporazione” o della “bambola nella bambola”, afferma che esso “descrive un fenomeno che gioca un ruolo anche in altri campi, per esempio in psicologia, e che in nessun modo si limita all’architettura”. “In inverno gli involucri proteggono lo spazio abitabile dal freddo ed in estate da un eccessivo calore”, continua Ungers. La relazione allegata al piano particolareggiato illustra le nuove destinazioni dell’area del convento: “Il progetto del piano particolareggiato prevede (l’intervento, n.d.r.) di ristrutturazione, riferito all’edificio di inizio secolo delle ex celle, che insiste sul sedime dell’antica chiesa di Santa Maria degli Angeli, destinato a spazi per giovani di intervento pubblico dell’ente comunale e provinciale”. Il 14 giugno 2007 esce il bando del concorso di idee cui parteciperanno 69 soggetti, compresi lo scrivente con il gruppo di lavoro coordinato dal Prof. Ing. Riccardo Gulli quale capogruppo. Il tema stimolante della progettazione di “spazi per giovani di intervento pubblico” ha interessato la prima parte dello sviluppo del presente lavoro, insieme all’analisi dell’intervento da un punto di vista architettonico e tipologico. Subito si è posto il problema di dover offrire ai ragazzi dei motivi per cui frequentare un tal luogo, la cui realizzazione altrimenti, essendo consci dell’impietosità dei loro giudizi, sarebbe diventato un sicuro fallimento. A mio giudizio, occorreva prevedere nel sito delle funzioni, tramite le quali i giovani avrebbero preso contatto col luogo, che poi avrebbe potuto proporre loro nuove esperienze, guidate dallo staff che Comune e Provincia avrebbero assegnato alla cura del Centro di Aggregazione. Particolarmente interessante per i nostri scopi è quanto si può leggere nel dossier di R.Conte "I centri di servizio: il centro di aggregazione per adolescenti": “Il Centro di Aggregazione generalmente è strutturato in modo da essere polivalente rispetto agli interessi degli adolescenti ed alle funzioni che vocazionalmente si trova a svolgere. (Esso si può dividere in, n.d.r.): • Lo spazio fisico. Di massima gli spazi/funzione che il C.A. presenta sono di quattro tipi e possono essere varia- inarcos 389 8 9 13 mente sviluppati a seconda della filosofia d’impianto e dei criteri di gestione. – Uno spazio per l’accoglienza; – Uno spazio generalmente elastico e trasformabile destinato alle attività di gruppo o dei gruppi; – Uno spazio elettivo, generalmente più rigido, destinato a laboratorio per attività manuali occasionali (manutenzioni semplici) o anche corsuali; – Uno spazio per servizi. • Lo spazio affettivo (...). • Lo spazio sociale. “ Un’altra fonte di informazione interessante per comprendere meglio l’oggetto dell’intervento in questione è la relazione di Mario Pollo, docente di animazione alla facoltà 390 inarcos salesiana di Roma e alla facoltà di scienze della formazione della Lumsa di Roma, ad un convegno tenutosi nel 2002 a Porto Sant’Elpidio: “Personalmente credo che, ad esempio, un Centro di aggregazione giovanile insieme ad altre istituzioni educative, debba consentire da un lato di ri-territorializzare i giovani inserendoli nella storia locale e, dall’altro lato, aprirli ad una progettualità verso il futuro. (…) purtroppo in molte realtà (ma anche nelle Marche ce ne sono alcuni) ci sono dei Centri di aggregazione giovanile che sono di fatto dei duplicati del “bar sport” (…) E’ chiaro che questi Centri di aggregazione giovanile non svolgono alcun tipo di funzione educativa e, di fatto, diventano dei non-luoghi, 10 perché in questi spazi si perdono i legami con la storia, la tradizione e la memoria culturale locale. I non-luoghi sono, infatti, quegli spazi umanizzati che non offrono né identità, né si inseriscono in una storia, né tanto meno si inseriscono in un sistema relazionale. (..) La terza caratteristica importante, sempre al fine di farne un luogo, è che il Centro di aggregazione giovanile dovrebbe essere uno spazio in cui il giovane riceve memoria e viene stimolato a sognare il futuro.” Tenuto conto, quindi, di quanto più sopra espresso, si è deciso di inserire nella nuova struttura queste funzioni: – funzioni per piccolo ristoro; – emeroteca, ancora vicino all’ingresso, per cercare di invitare i giovani alla lettura ed all’informazione; – saletta internet; – punto d’ascolto, magari un po’ “nascosto”, in modo tale da permettere di usufruire di questo servizio anche a chi voglia mantenere l’anonimato: un tale servizio in un luogo come questo dovrebbe diventare un riferimento obbligato per i problemi dei ragazzi; – ludoteca; – sale per attività particolari (proiezioni, prove musicali, prove teatrali, polivalente); – laboratorio fotografico e per attività manuali: si sottolinea la necessità, come proposta ai ragazzi, del laboratorio per attività manuali in una città storicamente molto importante nella ceramica e che, come noto, ha sempre più problemi nel portare avanti questa tradizione; – sala studio: una sala insonorizzata 11 per poter studiare tranquillamente è un qualcosa che assolutamente manca in città, dove gli altri spazi dedicati allo studio, forse a parte la Biblioteca Oliveriana, risultano insopportabilmente rumorosi; – sala riunioni: Pesaro è una città fervida di associazioni di ogni tipo, che spesso fanno fatica a trovare spazi in cui riunirsi; – foresteria: l’uso foresteria, per incentivare la mobilità giovanile europea quanto per aiutare i servizi sociali nelle loro esigenze, appare assolutamente prioritario. E’ chiaro che trattandosi spesso di minori o comunque di ragazzi in condizioni particolari, occorrerà far sì che l’ambiente sia particolarmente accogliente; – centro per l’impiego: questa è l’unica funzione che andava esplicitamente inserita secondo il bando di concorso, per una superficie di 800 mq (tutte le altre funzioni dovevano coprire complessivamente 1500 mq). Consultando gli altri centri per l’impiego sparsi per l’Italia, appare che esso abbia fondamentalmente bisogno di spazi ampi per postazioni ufficio, preferibilmente divisi fra una parte accessibile al pubblico ed una no. La stessa Amministrazione Pubblica non valuta granchè la condizione in cui versa oggi l’ex Chiesa di S.Maria degli Angeli. C’è però la volontà di darle una nuova forma, una nuova vita, conservandone la testimonianza storica. E’ la circolare Fiorelli (D. Min. P.I. 21/7/1882) che ci viene in aiuto per indirizzarci nell’intervento: “Lo studio dei restauri si farà mercè di un esame storico ed artistico del monumento, che metta in grado di stabili- 12 re quanto debba essere conservato nell’interesse della storia e dell’arte (..) L’esame storico e artistico dovrà essere fatto (..) distinguendo quanto ha vera importanza per la storia o per l’arte e deve essere rispettato, da quanto non ha tanta importanza e può essere variato o soppresso (..); e confrontandone lo stato normale con l’attuale, si mettano in evidenza le differenze e i danni sofferti, cioè le corrosioni, le demolizioni, le aggiunzioni, le ricostruzioni, le variazioni di stabilità che hanno alterato l’economia del monumento” La limitata estensione del polo urbano della città di Pesaro (si pensi che il 44,96 % della popolazione vive nei quartieri del centro storico e limitrofi, circoscrizione 1 e 2, che invece occupano solo il 5,98 % del territorio) rende possibile una stretta vicinanza spaziale fra diversi poli d’interesse della città. Se l’ex convento dovrà avere come interlocutori privilegiati la fascia giovanile della popolazione, esso potrà basarsi anche su questi collegamenti: – la Biblioteca San Giovanni di Pesaro, recuperata anch’essa da un ex convento, inaugurata il 22 giugno 2002, è diventata, nonostante qualche problematica, un polo culturale della città soprattutto per i bambini, gli adolescenti ed i ragazzi universitari; essa dista in linea d’aria solo 430 metri dal nostro centro; – piazza del Popolo, il “cuore” della città, seppur con alcuni problemi di frequentazione da parte della popolazione, su cui insiste il Municipio, la Prefettura, la sede centrale delle Poste, ed alla quale è vicinissima la Questura, è a solo 360 metri; – il parcheggio multipiano più nuovo e capiente della città, “Il Curvone”, è quasi dirimpettaio all’area di interesse e dista in linea d’aria 130 metri; – gli stabilimenti balneari, sicuramente graditi dai giovani in estate, sono a 410 metri; – la stazione ferroviaria e stazione delle corriere, infine, dista solo 850 metri. Si vede quindi come la posizione dell’intervento sia decisamente fortunata e strategica. Il collegamento orizzontale, su tutti i livelli eccetto l’ultimo, che ha struttura diversa da quelli sottostanti, si può considerare “spezzato” in due: il blocco nord-est ha accesso diretto all’atrio o vano scale, per cui il collegamento appare immediato; il blocco sud-ovest, invece, a parte l’ultimo livello, dedicato esclusivamente al centro per l’impiego, e pensato come open space da adattare alle esigenze della provincia, ha un collegamento orizzontale esclusivamente tramite la passerella compresa fra la muratura portante e la doppia pelle in vetro strutturale. Per quanto riguarda l’atrio, si vuole rimarcare la volontà di renderlo realmente collegato con tutto l’edificio, sia grazie ai collegamenti già citati, sia anche alle ampie aperture previste sui vari solai, sia ancora alla scelta, architettonica e strutturale, di poggiare i solai su travi alveolari che permettono così una continuità visiva. Inoltre, quando è stato possibile, i divisori delle stanze affacciate sull’atrio sono ancora stati risolti con l’utilizzo di vetro strutturale. Tutto ciò, unito alla leggerezza caratteristica delle travi alveolari, intende fornire inarcos 391 Nelle pagine precedenti: 1. Tavola acquerellata del perito agrimensore Giovanni Crescentini, rappresentante l'intera proprietà dei monaci nel 1792 (cm 100 X 120). 2. Vista dell'ex chiesa da via Barignani. 3. Pianta di progetto della zona del Piano Particolareggiato. 4. Demolizione delle celle e dei tre piani, costruiti dopo il terremoto del 1916, in seguito all'altro terremoto del 1930. 5. Prospetto principale su via Bertozzini e vista dal chiostro, ora destinato a centro per l'impiego. 6. Sezione trasversale con collegamento sfalsato fra i primi piani dell'ex chiesa e del chiostro. 7. Sezione longitudinale dell'ex chiesa con gli accessi alle passerelle. 14 una reale unità a tutto l’edificio. Le pareti di spina che racchiudono l’atrio presentano anche una caratteristica prevalente lungo tutta la verticalità dell’edificio: quella lato mare è in vetro strutturale, trasparente, isolata acusticamente, per permettere l’esplicazione delle funzioni preposte con però garanzia di privatezza; quella lato centro storico, viceversa, è in muratura, fatto che rende più semplice l’organizzazione della parte sud-ovest dell’edificio e la sua distribuzione funzionale, senza intaccarne i propositi architettonici. 392 inarcos 8. Vista del collegamento al primo piano fra l'ex chiesa ed il chiostro. 9. Vista aerea. 10. Vista aerea. 11. Vista dai giardini di Piazzale I Maggio. 12. Vista dell'atrio dalla saletta internet attraverso la parete in vetro: si noti la soluzione adottata con le travi alveolari. 13. Vista attuale del chiostro e della facciata laterale dell'ex chiesa (sulla sinistra). In questa pagina 14. Vista dell'interno dell'ex chiesa con il braccio delle celle costruito sul suo asse. La foresteria, come già accennato, diventa uno strumento utilissimo per i servizi sociali della città. Il suo inserimento all’interno di una struttura pensata e progettata per i ragazzi dovrebbe contribuire notevolmente nell’aiutare a superare i problemi che si possono verificare in determinate situazioni. Essa si presenta come un normale appartamento, con la zona giorno sulla passerella, compatibile quindi ad avere estranei che la percorrano, e la zona notte ed i servizi sul chiostro. Questo è possibile anche perché a questo livello si è superata l’altezza massima del chiostro nella parte adiacente all’ex chiesa (essa è di 9.90 m mentre il piano di calpestio cui facciamo riferimento è 10.20 m) e c’è così la possibilità per la foresteria di avere illuminazione naturale in tutte le sue parti, tranne che nell’angolo ovest che sarà naturalmente dedicato a ripostiglio: infatti esso è adiacente alla copertura a capanna del braccio del chiostro su via Luca della Robbia. Punto principale del sistema costruttivo ipotizzato è la possente muratura portante perimetrale dell’ex chiesa. La muratura ha infatti uno spessore di 154 cm e corrisponde ad otto teste di mattoni. Appurato quindi come dato di fatto tale muratura, si è voluto evitare di realizzare una maglia di pilastri che avrebbero diminuito grandemente le possibilità distributive. Vista la grande luce, però, occorreva una soluzione alternativa alle canoniche realizzazioni. Sono state prese in considerazioni più soluzioni, ma si è deciso, come già accennato, per quella che univa le caratteristiche struttu- rali necessarie per la sicurezza dell’edificio con quella esteticamente più gradevole: una trave alveolare in acciaio. E’ stata dunque prevista una trave HEB 500-750 . Su tali travi, quindi, sono stati appoggiati i nuovi solai, con lamiera grecata e rete elettrosaldata oppure in laterocemento, a seconda delle caratteristiche cercate per l’adempimento delle funzioni preposte dal progetto architettonico. Unica eccezione a questa impostazione è stato il giardino pensile all’ultimo livello. Il carico di un solo solaio non richiedeva più l’impiego di una trave alveolare. Poiché detto giardino pensile richiedeva un solaio nettamente più spesso di quelli utilizzati nel resto della struttura, solo in questo caso si è deciso di abbandonare la soluzione adottata con la trave alveolare convertendola invece in una più bassa HEA 200 che avrebbe così garantito l’abitabilità degli ambienti sottostanti. A proposito del giardino pensile, esso è stato pensato con uno strato superiore di 21 cm di terriccio seminato ad erba; per proteggere da acqua e piante il solaio strutturale, realizzato in laterocemento 20+4 cm, viene disposto uno strato di ghiaia drenante su una membrana antiradice di tessuto non tessuto e sopra un’altra membrana impermeabilizzante. A loro volta, queste insistono su un massetto in sabbia e cemento allo scopo di fornire la pendenza neccessaria per lo scolo delle acque, sulla barriera al vapore ed infine su pannelli isolanti in polistirene espanso. ■ @ @ @@@@ @ @ @@ @ @ @@ @ @ @@ @ @ @@ @ @ @@ @ @ @@ @ @ @@ @ @ @@ PerCorsi AREA COSTRUZIONI MURATORE CAPOCANTIERE DECORATORE TECNICA DELL’AFFRESCO IL RESTAURO DELLE FINITURE E DEGLI ELEMENTI DECORATIVI ITALIANO TECNICO PER STRANIERI ADDETTO DI CANTIERE PER MIGRANTI GRUISTA OPERATORE MACCHINE MOVIMENTO TERRA istituto professionale edile AREA PROGETTAZIONE E GESTIONE ATTESTAZIONI SOA AGGIORNAMENTO IN DIRITTO URBANISTICO USO PROGRAMMI SPECIALISTICI PER CONTABILITA’ COSTRUZIONI IN MURATURA CON RIFERIMENTI ALLA SISMICA PROGETTO DI STRUTTURE IN C.A. CON IL METODO AGLI STATI LIMITE LA PROGRAMMAZIONE LAVORI GESTIONE DELLA COMMESSA EDILE TIROCINIO PER ASSISTENTE TECNICO EDILE IIPLE Istituto per l’Istruzione Professionale dei Lavoratori Edili di Bologna e provincia Sede di Bologna Via del Gomito 7, 40127 Bologna Tel. +39 051327605 Fax +39 051326668 e-mail: [email protected] Tel. 051/327605 Sede di Imola Via Calamelli 19, 40026 Imola (Bo) Tel. e Fax: +39 0542641756 e-mail: [email protected] CPTO Edilizia Bologna Comitato Paritetico Territoriale Operativo per la prevenzione infortuni, l’igiene e l’ambiente di lavoro in edilizia di Bologna e provincia IIPLE è un ente con Sistema Qualità Certificato UNI EN ISO 9001/2000 CPTO Edilizia Bologna www.edili.com AREA INFORMATICA AUTOCAD DI BASE E AVANZATO ISTRUZIONI AUTOCAD UTILIZZO DELL’INFORMATICA PER LA REDAZIONE DEL POS PRIMUS CONTABILITA’ LA PROGRAMMAZIONE LAVORI CON MS PROJECT AREA SICUREZZA SICUREZZA E SALUTE PER DIPENDENTI RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA RESPONSABILE SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE COORDINATORE PER LA PROGETTAZIONE E/O ESECUZIONE LAVORI ADDETTO ALLA PREVENZIONE INCENDI ED EVACUAZIONE ADDETTO AL PRONTO SOCCORSO ADDETTO ATTIVITA’ DI RIMOZIONE, BONIFICA E SMALTIMENTO AMIANTO RISCHIO CADUTE DALL’ALTO E UTILIZZO SISTEMI ANTICADUTA CORSO PER MONTATORI DI PONTEGGI MONTAGGIO, SMONTAGGIO ED USO DEI TRABATTELLI AREA APPRENDISTATO TECNICO DI CANTIERE EDILE TECNICO CONTABILE CARPENTIERE OPERATORE EDILE ALLE STRUTTURE E ALLE INFRASTRUTTURE OPERATORE AMMINISTRATIVO SEGRETARIALE FORMAZIONE PER TUTOR AZIENDALE AREA AMBIENTE&ENERGIA FONTI RINNOVABILI ED EFFICIENZA ENERGETICA I SISTEMI A CAPPOTTO dall’ISTITUTO DI ISTRUZIONE PROFESSIONALE EDILE Cecilia Alessandrini Convegno annuale CPTO di Bologna e provincia: “Sicurezza sul lavoro in edilizia a Bologna e provincia: dati e riflessioni sul 2008” L’8 Maggio 2009, presso l’Aula Magna dell’Istituto Professionale Edile di Bologna e provincia, si è svolto il convegno annuale curato dal CPTO di Bologna su infortuni e andamento dell’edilizia nel 2008 in provincia di Bologna. Il convegno si è svolto a pochi giorni dal 28 aprile, giornata mondiale per la salute e la sicurezza, indetta dal 2003 dalla Organizzazione internazionale del lavoro (OIL). In tale data le organizzazioni mondiali dei lavoratori commemorano i feriti e i morti sul lavoro. L’ente ONU ha richiamato l’attenzione sulle condizioni di salute e sicurezza e sulle malattie professionali, sottolineando che ‘il diritto a un lavoro sicuro è soprattutto un diritto umano inalienabile’. L’OIL avverte che l’attuale crisi globale potrebbe portare a un peggioramento degli standard di salute e sicurezza, e ricorda che nel mondo ogni 15 secondi si registrano 160 infortuni e un morto sul lavoro, a causa di un incidente o di una malattia professionale. Per sensibilizzare a questa tematica, in preparazione al Convegno annuale sulla sicurezza del CPTO, ci siamo impegnati nei mesi precedenti nell’organizzazione, in collaborazione con AMNIL nazionale e con INAIL regionale, di una mostra fotografica tenutasi nel mese di Aprile presso l’Urban Center del Comune di Bologna al terzo piano della Biblioteca Sala Borsa. La mostra ha riscosso molto successo ed è stata visitata da un buon numero di persone di cui circa 300 ragazzi appartenenti a classi di diversi istituti scolastici secondari di primo e secondo grado. Il convegno annuale del CPTO ha visto, come ogni anno, la partecipazione di tutti gli enti che si occupano di sicurezza sul lavoro e delle parti sociali che compongono IIPLE ed è stato presieduto dal Presidente, Ing. Antonio Mazza, e dalla Vicepresidente Nadia Tolomelli. Le varie relazioni, che si sono susseguite, hanno analizzato, da diversi punti di vista, la situazione riguardante gli infortuni nel settore edile da sempre uno dei più esposti a questa problematica. Tutti i dati, raccolti dal CPTO di Bologna e dagli altri enti che si occupano del problema della sicurezza sul lavoro sul territorio, hanno rilevato un calo negli infortuni nel settore edile. Questa tendenza positiva non deve però indurre ad abbassare la guardia ma piuttosto a fare tesoro delle esperienze positive e delle buone pratiche che hanno dimostrato di essere effica- ci nell’affrontare questo problema. A tale proposito una delle relazioni del convegno è stata dedicata ai risultati ottenuti, in termini di prevenzione e sicurezza sul lavoro, all’interno dei cantieri di realizzazione delle grandi opere, in particolare nei cantieri della T.A.V., a dieci anni dal loro avvio. Questa esperienza dimostra come sia fondamentale, per poter avere dei risultati positivi, affrontare il problema della sicurezza sul lavoro in edilizia creando un’ottica di lavoro in “rete” tra tutti coloro che sono coinvolti nel processo produttivo Gli atti completi del convegno sono già scaricabili gratuitamente dal sito www.cpto.it all’indirizzo http://www.cpto.it/ATTIDELCONVEGNO2009.htm. Sul sito del CPTO sono presenti anche altri interessanti materiali di informazione e formazione rivolti ai lavoratori italiani e stranieri. Sempre dal sito www.cpto.it è possibile scaricare le puntate della trasmissione televisiva “Edilizia Sicura” interamente dedicata alla sicurezza sul lavoro in edilizia e la sua corrispondente versione radiofonica. Inoltre su questo sito si possono trovare tutte le informazioni utili sui materiali disponibili presso la sede del CPTO e sulle importanti attività formative come, ad esempio, la campagna di formazione alle 8 ore di sicurezza di base obbligatorie per i lavoratori del settore. Per maggiori informazioni sulle attività del CPTO contattare il dott. Antonio Ghibellini all’indirizzo [email protected] o telefonare al numero verde 800.49.12.14 presso la segreteria di IIPLE. inarcos 395 EFFICIENZA ENERGETICA e certificazione Cosimo Marinosci Primi passi verso le “linee guida” per la certificazione energetica degli edifici rubrica a cura di Emanuele Pifferi, Sonia Subazzoli e Dario Vannini Commenti sul nuovo DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA RECANTE ATTUAZIONE DELL’ARTICOLO 4, COMMA 1, LETTERA A) E B), DEL DECRETO LEGISLATIVO 19 AGOSTO 2005, N. 192, E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI, CONCERNENTE ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 2002/91/CE SUL RENDIMENTO ENERGETICO IN EDILIZIA 1. PREMESSA Il 6 marzo 2009 nel corso della riunione del Consiglio dei Ministri n. 40 è stato approvato il regolamento per la definizione dei criteri generali, della metodologia di calcolo, dei requisiti di base relativi alla prestazione energetica negli edifici ed impianti termici per la climatizzazione invernale e la preparazione dell’acqua calda per usi igienici sanitari. Le disposizioni danno attuazione alle norme di recepimento della direttiva comunitaria in materia di efficienza energetica. Tale regolamento ad oggi (aprile 2009) non risulta in vigore in quanto manca la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Prima di entrare nel dettaglio della trattazione, si cercherà di effettuare una panoramica generale in relazione al contesto legislativo vigente in materia. 2. ANALISI DEL QUADRO NORMATIVO NAZIONALE Attualmente in materia energetica è in vigore il decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192 “Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico in edilizia” che ha lo scopo di ridurre e contenere i consumi energetici connessi all’uso dell’edificio (riscaldamento, produzione acqua calda sanitaria, climatizzazione estiva, illuminazione artificiale, etc.). Il D.Lgs 192/2005 rimandava a decreti attuativi la definizione dei criteri generali, delle metodologie di calcolo e dei requisiti minimi per gli scopi suddetti, l’emanazione dei 396 inarcos quali era prevista entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto. Inoltre, entro 180 giorni era prevista l’emanazione delle “Linee Guida Nazionali per la Certificazione Energetica” sotto forma di Decreto Interministeriale. Naturalmente, come spesso accade, i termini suddetti non sono stati rispettati e nel frattempo sono state corretti e precisati alcuni articoli del decreto 192/2005 con ulteriori aggiornamenti (D.Lgs n. 311/2006) e stabilito il metodo di calcolo (UNI/TS 11300 parte 1 e parte 2) nonché l’obbligo di certificazione del software (D.Lgs 115/2008). Il 6 marzo 2009 il Consiglio dei Ministri approva lo schema di uno dei decreti previsti dal D.Lgs 192/2005 e più precisamente il D.P.R. “ATTUAZIONE DELL’ARTICOLO 4, COMMA 1, LETTERA A) E B), DEL DECRETO LEGISLATIVO 19 AGOSTO 2005, N. 192, E 2002/91/CE SUL RENDIMENTO ENERGETICO IN EDILIZIA”. Per completare l’iter previsto dal decreto 192/2005, che in questa trattazione lo denomineremo semplicemente “decreto legislativo”, a tale “DPR” è auspicabile che nel breve periodo vengano approvati almeno altri 2 provvedimenti: quello relativo all’accreditamento dei certificatori, previsto dall’art. 4 comma 1, lettera c) e l’altro recante “Le linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici, previsto dall’art. 6 comma 9). Da una attenta analisi del documento, il DPR si presenta come una riformulazione con alcune aggiunte e correzioni dell’allegato I del decreto legislativo. 3. AMBITO DI INTERVENTO E FINALITÀ Il DPR definisce i criteri generali, le metodologie di calcolo e i requisiti minimi per la prestazione energetica degli edifici e degli impianti termici per la climatizzazione invernale e per la preparazione dell’acqua calda sanitaria. La climatizzazione estiva e l’illuminazione artificiale degli edifici del terziario saranno oggetto di successivi provvedimenti legislativi. 4. DEFINIZIONI Oltre a quelle contenute nell’articolo 2, comma 1 e 2, del decreto legislativo, nel DPR si specificano anche le seguenti definizioni: – “Sistemi filtranti”: pellicole polimeriche autoadesive applicabili sui vetri in grado di modificare le caratteristiche principali delle superficie vetrate; – “Trasmittanza termica periodica”, Y (W/m K): parametro che mette in relazione le variazioni di flusso termico interno di una parete con le variazioni di temperatura esterne in precise condizioni al contorno come meglio specificate nella UNI EN ISO 13786:2008; – “Coperture a verde”, cioè le coperture continue dotate di un sistema che utilizza specie vegetali formanti un sistema strutturale prevedendo la riduzione degli effetti oscillatori della temperatura estiva all’interno degli ambienti. IE 2 5. METODOLOGIE DI CALCOLO DELLA PRESTAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI E DEGLI IMPIANTI Il metodo di calcolo da utilizzare è quello riportato nelle UNI/TS 11300-1 e UNI/TS 11300-2: – UNI/TS 11300-1:2008 – Prestazioni energetiche degli edifici – Determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale. – UNI/TS 11300-2:2008 – Prestazioni energetiche degli edifici – Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria. Si fa presente che a breve (probabilmente settembre 2009) verrà pubblicata anche la UNI/TS 11300-3 - Prestazioni energetiche degli edifici – Determinazione dell’ ener- Tabella 1 - Limiti dell’indice Ep (climatizzazione estiva) in funzione delle zone climatiche. e,invol gia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva. 6. CRITERI GENERALI E REQUISITI DELLE PRESTAZIONI ENERGETICHE DEGLI EDIFICI E DEGLI IMPIANTI 6.1. Climatizzazione invernale Per tutte le categorie degli edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso dell’articolo 3 del DPR 26 agosto 1993, n. 412, nel caso di nuova costruzione e di ristrutturazione di edifici esistenti, si procede in sede progettuale alla determinazione dell’indice di prestazione energetica invernale EPi e alla verifica che lo stesso risulti inferiore ai valori limite riportati nella tabella di cui al punto 1 dell’allegato C del decreto legislativo. 6.2. Climatizzazione estiva Nel caso di edifici di nuova costruzione e di ristrutturazione di edifici esistenti, si procede alla determinazione della prestazione energetica per il raffrescamento estivo dell’involucro edilizio Ep definito come il rapporto tra il fabbisogno di energia termica (utile) per il raffrescamento estivo secondo la UNI/TS 11300-1 e la superficie utile (per edifici residenziali) o il volume (per gli altri edifici). L’indice Ep deve essere inferiore agli indici riportati nella tabella1. Si fa presente che nel DPR non vi è più l’indicazione del limite di trasmittanza termica per le strutture opache e trasparenti nel caso di edifici di nuova costruzione che invece era riportato nell’allegato I del decreto legislativo. Inoltre tale limite era maggiorato del 30% rispetto a quelli riportati in tabella dell’allegato C del decreto legislativo. Parallelamente tale omissione si evince anche nell’“Atto di indirizzo e coordinamento sui requisiti di rendimento energetico e sulle procedure di certificazione energetica degli edifici” e,invol e,invol del 4 marzo 2008 della regione EmiliaRomagna come anche evidenziato in [3]. Il limite di trasmittanza termica per l’involucro per i nuovi edifici sembrerebbe non fondamentale per la riduzione dei consumi energetici a meno di eccedere nello sfruttamento delle fonti rinnovabili per sopperire alla minore coibentazione. Senza entrare nel merito si può affermare che la verifica dell’indice di prestazione energetica EPi per la climatizzazione invernale potrebbe essere rispettata sia riducendo le dispersioni termiche attraverso l’involucro (maggiore coibentazione termica) sia eccedendo nell’uso di risorse energetiche rinnovabili. I limiti per l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione estiva, Ep sono stati classificati solo in base alle zone climatiche e non anche in funzione del rapporto di forma dell’edificio S/V (rapporto tra la superficie che delimita verso l’esterno il volume riscaldato lordo) come nel caso invernale. Non è una strada percorribile quella di trascurare gli effetti termici oscillatori che si instaurano nel periodo estivo e comunque l’approccio risulterebbe troppo semplicistico nel caso in cui si utilizzasse anche il rapporto di forma come parametro aggiuntivo considerata la complessità dei fenomeni. Come modello di esempio si riporta un edificio a torre formato da piani tutti uguali i cui oggetti sono un appartamento al piano terra confrontato con quello dell’ultimo piano con copertura orizzontale. I due appartamenti pur avendo lo stesso rapporto di forma S/V presentano comportamenti termici, soprattutto nella stagione estiva, completamente diversi. L’appartamento al piano terra presenta il pavimento a contatto con il terreno avente una temperatura pressoché costante e più bassa rispetto a quella dell’aria interna. L’appartamento all’ultimo piano invee,invol ce ha il tetto con superficie esterna diretta verso la volta celeste che potrebbe avere temperature piuttosto elevate durante il giorno. Infine si sottolinea che l’indice Ep per la stagione estiva si determina a partire dal fabbisogno di energia termica utile (edificio), mentre l’indice EPi per la stagione invernale si determina a partire dal fabbisogno di energia termica primaria (edificio+impianto). Considerato che l’utilizzo di diversi metodi in contemporanea comporta spesso dubbi interpretativi, sarebbe stato forse più lineare definire esclusivamente un solo un indice EP unico per l’involucro (edificio) e 2 indici di prestazione energetica EPi (edificio+impianto per climatizzazione invernale) e Epe (edificio+impianto per la climatizzazione estiva). e,invol invol 6.3. Trasmittanza delle chiusure apribili e assimilabili Per quanto riguarda i limiti di trasmittanza termica per i componenti finestrati, nei casi di ristrutturazione o manutenzione straordinaria, vengono mantenute tutte le disposizioni presenti nell’allegato I del decreto legislativo, aggiungendo nell’articolo 4, comma 3 del DPR le “porte” come elementi soggetti a verifica. Precisazione fondamentale considerato che per le porte opache, prima di questo DPR, non era chiara l’indicazione di quale fosse il limite di trasmittanza da applicare, come evidenziato anche da [3]. 6.4. Generatori a biomasse combustibili Si considerano impianti alimentati da fonte rinnovabile quelli riguardanti la climatizzazione invernale dotati di generatore di calore alimentati a biomasse combustibili con requisiti precisati meglio nel DPR. Viene anche specificato che l’installazione di questi impianti comporta il rispet- inarcos 397 Tabella 2 - Nuovi limiti per le prestazioni termiche “estive” dell’involucro edilizio. to dei limiti di trasmittanza termica per l’involucro dei relativi edifici. Quindi sembrerebbe che un edificio di nuova costruzione in cui si prevede l’installazione di un impianto di climatizzazione invernale dotato di generatore di calore a biomasse combustibili (fonte rinnovabile) dovrebbe presentare un involucro avente maggiore prestazione termica rispetto allo stesso edificio di nuova costruzione con un impianto diverso che utilizza una fonte energetica non rinnovabile. 6.5. Edifici pubblici Per gli edifici pubblici o ad uso pubblico sia di nuova costruzione che di ristrutturazione è prevista una riduzione dei limiti (indici EP e trasmittanza termiche) del 10% e un diverso valore limite per il rendimento globale medio stagionale. 6.6. Prestazioni termiche estive dell’involucro edilizio Il DPR pone l’attenzione sull’utilizzo di un nuovo parametro: la “Trasmittanza termica periodica”, Y , al quale bisogna fare riferimento in relazione al comportamento dinamico dei componenti edilizi opachi nel periodo estivo. In considerazione del fatto che all’origine la massa superficiale era stata definita come unico parametro caratterizzante l’inerzia termica delle strutture, alcune regioni, compresa l’Emilia-Romagna, sono intervenute con provvedimenti legislativi diretti ad introdurre ulteriori parametri come il “fattore di decremento” e lo “sfasamento termico”. I parametri testé citati derivano dalla stessa radice dalla quale si ricava la “trasmittanza termica periodica” e pertanto quest’ultima potrebbe rappresentare i parametri precedenti. Secondo la UNI EN ISO 13786:2008 la trasmittanza termica periodica rappresenta il rapporto tra la variazione di flusso termiIE 398 inarcos co interno e la variazione della temperatura esterna quando la temperatura interna è costante. In altre parole essa rappresenta la capacità della struttura edilizia di frenare gli effetti termici esterni dovuti all’oscillazione di temperatura in determinate condizioni al contorno. In relazione all’articolo 9 dell’allegato I, nel presente DPR vengono fatte ulteriori specificazioni. In primo luogo vengono trattate separatamente le strutture verticali da quelle orizzontali o inclinate, vedi tabella 2. In tal senso per quelle verticali,che non sono comprese nel quadrante nord-ovest/nord/ nord-est, è previsto una massa superficiale superiore ai 230 kg/m o in alternativa una trasmittanza termica periodica inferiore a 0,12 W/m K. Invece per quelle orizzontali o inclinate il valore massimo di trasmittanza termica periodica è di 0,20 W/m K. L’introduzione del limite di trasmittanza termica periodica sicuramente facilita l’uso anche di quelle strutture che, pur presentando una massa superficiale inferiore ai 230 kg/m , presentano comportamenti dinamici abbastanza simili o del tutto “equivalenti” con strutture aventi una massa maggiore. L’inerzia termica dei componenti edilizi, così come caratterizzata dal metodo riportato dalla UNI EN ISO 13786:2008, dipende non solo dal “peso” delle strutture, cioè dalla massa superficiale, ma anche dalla resistenza termica delle stesse e quindi dal grado di isolamento termico. La trasmittanza termica periodica mette in relazione questi due importanti aspetti. Non è chiaramente identificabile la motivazione in base alla quale le strutture orizzontali e inclinate presentano un limite di trasmittanza termica periodica diverso e addirittura più alto rispetto a quello delle pareti verticali (0,12 W/m K ‡ 0,20 W/m K). Si sottolinea che le strutture orizzontali (e 2 2 2 2 2 2 inclinate) presentano un fattore di vista con la volta celeste doppio rispetto alle pareti verticali e quindi con una maggiore captazione dell’energia solare. Inoltre le strutture orizzontali devono rispettare solo il limite della trasmittanza termica periodica e non in alternativa quello di massa (230 kg/m ) e questo dovrebbe risolvere la criticità legato all’utilizzo delle strutture di copertura lignea “leggere”, ma di converso con forti spessori di isolamento termico. 2 6.7. Sistemi schermanti esterni Per le superfici finestrate, oltre ad essere rimasta inalterata l’obbligatorietà della presenza di sistemi schermanti e filtranti esterni sia per i casi di nuova costruzione che in quelli di ristrutturazione, viene data la possibilità di fare ricorso a superfici vetrate con fattore solare minore o al massimo uguale a 0,5, nel caso in cui l’utilizzo dei sistemi prima citati sia particolarmente oneroso lato economico. 6.8. Obbligatorietà delle fonti rinnovabili Viene rimarcata l’obbligatorietà della produzione di energia termica ed elettrica attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili (che comprende anche energia alternativa a quella solare). Si sancisce che con un successivo provvedimento, i sistemi di produzione di energia verranno messi in relazione sia rispetto alle dimensioni degli edifici che alla loro destinazione d’uso. E’ evidente che un monolocale situato in centro cittadino non dovrebbe avere gli stessi obblighi di produzione di energia termica ed elettrica di una lussuosa villa in aperta campagna. 6.9. Regole per gli impianti condominiali In tutti gli edifici esistenti con un numero di unità abitative superiore a 4 e in ogni caso per potenze nominali del generatore di calore dell’impianto centralizzato maggiore o uguale a 100 kW, appartenenti alla categorie E1 e E2, non possono essere realizzati interventi finalizzati alla trasformazione da impianti termici centralizzati ad impianti con generazione di calore separata per singola unità abitativa. Nel caso di ristrutturazione dell’impianto termico o di installazione di nuovo impianto, devono essere realizzati interventi per permettere, ove tecnicamente possibile, la contabilizzazione e la termoregolazione del calore per singola unità abitativa. 6.10. Ruolo delle Regioni Il DPR trova applicazione per tutte quelle regioni che, ad oggi, non hanno adottato dei provvedimenti in recepimento di quanto stabilito dalla direttiva 2002/91/ CE. Sulle regioni che invece hanno già recepito quanto stabilito dalla direttiva, incombe l’onere di adottare misure atte a favorire un graduale ravvicinamento dei propri provvedimenti a quelle contenuti nei decreti attuativi. 6.11. Software commerciali Il DPR sancisce inoltre che i risultati ottenuti attraverso l’uso di software commerciali non devono discostarsi di un 5% rispetto ai risultati ottenuti da un foglio di calcolo (strumento nazionale) in preparazione dal CTI (Comitato Termotecnico Italiano). Il ricorso al foglio di calcolo dovrebbe semplicemente orientare l’utente verso il risultato finale, ma non sostituirlo. Si pone l’attenzione su un dato curioso emerso in occasione di convegni e congressi sul tema energetico degli edifici e precisamente sul confronto tra normative e metodi di calcolo posti a confronto. Analizzando le varie casistiche è emerso che l’utilizzo di diversi software ha portato il risultato finale oltre il limite di tolleranza del 5% sancito dal DPR. La disomogeneità dei risultati potrebbe essere imputabile ad un diverso approccio dei dati di imput, ad una diversa interpretazione delle varie normative oppure anche a un diverso modo di presentare i risultati finali, nonché alla complessa metodologia di calcolo. Purtroppo però anche per i metodi che utilizzano calcoli non proprio “complessi” (come per esempio per la verifica igro-termica dei componenti opachi) l’uso di alcuni software ha portato ad avere dei risultati molto diversi tra loro come riportato in [4]. 7. CONCLUSIONI Concludendo si può affermare che il DPR ricalca in maniera sostanziale i medesimi articoli riportati nell’allegato I del decreto legislativo 192/2005 introducendo alcuni correttivi in relazione alle prestazioni termiche estive degli edifici. In tale direzione sono stati introdotti nuovi indici quali la “trasmittanza termica periodica, Y ” e “l’indice di fabbisogno energetico per il raffrescamento estivo, Ep ”. Attraverso la trasmittanza termica periodica sono stati ampliati, non in maniera esauriente, gli aspetti legati all’inerzia termica dell’involucro opaco edilizio, mentre con l’indice di fabbisogno energetico per il raffrescamento estivo si sono gettate le basi per un nuovo approccio di valutazione energetica degli edifici nel periodo estivo, anche se in maniera non organica e poco pragmatica. È da sottolineare invece un approccio interessante nei confronti di tutti gli aspetti energetici legati agli edifici pubblici nonché agli impianti centralizzati condominiali in coerenza con gli obbiettivi prefissati sul contenimento dei consumi energetici previsti dalla direttiva europea. Si nota infine che rimangono fuori dalla trattazione numerosi punti, come ad esempio il rinvio delle modalità applicatiIE e,invol ve dell’utilizzo di fonti rinnovabili a successivi provvedimenti ad oggi non esistenti e che invece potevano essere oggetto di trattazione nel medesimo documento e che comportano in questo modo alcune lacune metodologiche. 8. BIBLIOGRAFIA [1] Decreto del Presidente della Repubblica recante attuazione dell’articolo 4, comma 1, lettera a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e successive modificazioni, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia. [2] Decreto legislativo 29 dicembre 2006, n. 311 - Disposizioni correttive ed integrative al Decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/ CE, relativa al rendimento energetico nell’edilizia. [3] G. SEMPRINI - La nuova normativa della regione Emilia-Romagna a confronto con i criteri nazionali e regionali – Certificazione energetica: normative e modelli di calcolo per il sistema edificio-impianto posti a confronto - Convegno Aicarr - Bologna 2008. [4] G. SEMPRINI, C. MARINOSCI, L. BARBARESI, S. FALCIONI – Valutazioni delle prestazioni igrotermiche dei componenti edilizi secondo la UNI EN ISO 13788:2003: analisi e confronti – Certificazione energetica: normative e modelli di calcolo per il sistema edificio-impianto posti a confronto - Convegno Aicarr - Bologna 2008. DITE LA VOSTRA! Per approfondimenti, dubbi o interventi riguardanti le tematiche di questa rubrica contattateci all’indirizzo [email protected], oppure direttamente dal sito www.assiabo.it, nella sezione SPECIALE CERTIFICAZIONE ENERGETICA: gli interventi più interessanti saranno pubblicati nella sezione “Il caffè energetico”. inarcos 399 LE AZIENDE INFORMANO BIENNALE “BARBARA CAPPOCHIN”: FISCHER SOSTIENE IL PREMIO AL MIGLIOR DETTAGLIO ARCHITETTONICO E COSTRUTTIVO Dopo il successo ottenuto nella precedente edizione, fischer torna con entusiasmo a fianco del Premio “Barbara Cappochin”, apprezzata manifestazione internazionale L’iniziativa si inserisce all’interno della Biennale Internazionale di Architettura “Barbara Cappochin” quale riconoscimento speciale per la valorizzazione del dettaglio tecnico come parte integrante dell’intera costruzione architetZaha Hadid tonica Nell’ambito del Premio Internazionale di Architettura “Barbara Cappochin”, che nella scorsa edizione ha visto una partecipazione elevata e qualificata di progettisti provenienti da ogni parte del mondo, fischer sostiene anche quest’anno il Premio “Al miglior Dettaglio architettonico e costruttivo”. L’obiettivo del Premio Barbara Cappochin, che si inserisce all’interno dell’omonima Biennale, è di promuovere la Qualità nell’architettura, in linea con l’impegno quotidiano dell’Azienda. Soprattutto in un contesto come quello attuale, dove gli aspetti congiunturali obbligano ad una riflessione profonda, è importante guardare all’insieme dell’opera: estetica, funzionalità, economicità, efficienza energetica. Andando oltre l’apparenza, il dettaglio di una costruzione viene sempre più considerato come una parte essenziale e fondamentale dell’intera opera costruttiva: oggetto di analisi attenta, ricerca e design, che si tramuta in un vantaggio competitivo; elemento discreto e al contempo innovativo con Progetto vincitore ed. '07 Premio Cappochin 400 inarcos IL SIGILLO DELLA CITTÀ AL PROF. KLAUS FISCHER Il Sindaco Zanonato sabato 25 aprile scorso ha conferito il sigillo in argento della città al Prof. Klaus Fischer, titolare e CEO del Gruppo Internazionale fischer. L’alto riconoscimento è stato conferito per l’impegno più che ventennale di fischer per la promozione e la valorizzazione della cultura affianco all’Amministrazione cittadina. Rappresenta la più alta onorificenza che il Sindaco possa concedere in segno di apprezzamento e stima per le autorità in visita a Padova o ai cittadini padovani che si sono particolarmente distinti. La cerimonia con oltre duecento ospiti si è tenuta nel contesto del centro culturale S. Gaetano, storico palazzo di recente restauro. Tutti hanno potuto visitare la mostra “Il futuro di Galileo”, che si tiene in questi giorni per i 400 anni dall’impiego del cannocchiale nel 1.609 per lo studio degli astri ad opera dello scienziato. Il genio di Galileo e la sua ricerca tecnica, basati sulla qualità: elementi che il Sindaco ha riconosciuto come propri di fischer. Oltre i sistemi di fissaggio. una profonda percezione del progetto e sempre all’insegna della qualità. Così fischer lavora ogni giorno al fianco dei professionisti del mondo delle costruzioni: attenta ai reali bisogni. E il dettaglio è concepito come sintesi di soluzioni tecnologiche ed economiche unite a valori di estetica, funzionalità e sostenibilità. Un premio di € 6.000,00 verrà assegnato al miglior dettaglio/particolare costruttivo delle opere in gara assieme ad una scultura di Pino Castagna. Menzioni d’onore saranno invece attribuite ad altre realizzazioni meritevoli a discrezione della Giuria. Nello specifico, si andrà a valutare la capacità di realizzazione di elementi innovativi, di eccellenza funzionale congiunta all’estetica. E per quanto attiene la funzionalità valgono principalmente i criteri di “qualità e sicurezza”, quali l’affidabilità, la robustezza e la durata nel tempo di vita dell’opera, oltre all’ergonomia e la facilità di manutenzione. Il focus è relativo a specifiche della qualità del dettaglio nell’adozione di tecnologie e tecniche di ancoraggio o interconnessione, strutturale e non, nelle seguenti aree: 1. efficienza energetica e comfort abitativo; 2. dettaglio architettonico; 3. mobilità e connettività; 4. sicurezza in ambito strutturale. Per tutti i dettagli: www.fischeritalia.it/premioaldettaglio FISCHER. SCEGLIERE LA SICUREZZA SENZA COMPROMESSI Singoli monumenti e gruppi di edifici situati in ambienti urbani e rurali rappresentano un patrimonio culturale architettonico di grande importanza storica e dalle notevoli implicanze economiche. Un valore aggiuntivo per le nostre città, di cui rappresentano di solito le parti più vitali. Purtroppo gli edifici storici sono spesso conservati in cattivo stato, deteriorati a causa degli effetti del tempo e dei cambiamenti ambientali. A questo si aggiunga che sono costruiti con materiali e con sistemi solitamente inadeguati a resistere alle sollecitazioni provocate dai terremoti. Il comportamento sismico inadeguato delle strutture vecchie è infatti causa della maggior parte dei danni agli edifici e del tasso di mortalità durante gli ultimi terremoti in Europa. E in Italia, all’alba di un ennesimo disastro, il più grave della storia recente del nostro paese, la sicurezza degli edifici, pubblici e privati che siano, oggi più che mai, è una necessità stringente per politica e impresa che devono insieme concretizzare la loro professionalità a vantaggio del bene collettivo. Nonostante la tipicità del territorio italiano, mappa geologica alla mano, quasi totalmente soggetto agli eventi sismici solo in occasione di episodi tragici qualcosa si smuove a livello normativo. Risale infatti al lontano 2003 l’ordinanza a seguito del disastro della scuola di San Giuliano che riprendeva concetti antisismici. Oggi nulla di tutto questo è entrato in vigore. Non buco normativo, piuttosto grave mancanza applicativa. Importante in questo senso - spiega l’Ing. Enrico Di Donato, responsabile della divisione collegamento e rinforzo strutturale in fischer Italia,- la collaborazione pluriennale di fischer con l’Eucentre. Una Fondazione senza scopo di lucro fondata dal Dipartimento della Protezione Civile, dall’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, dall’ Università degli Studi di Pavia e dall’ Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia, con il fine di promuovere, sostenere e curare la formazione e la ricerca nel campo della riduzione del rischio sismico. Qui vengono testate le soluzioni fischer e la loro applicazione tanto che ad esempio l’ECMX fischer è stato impiegato per realizzare la massa di riscontro della tavola vibrante del laboratorio dell’Eucentre. Forte della ricerca e dell’esperienza a livello mondiale maturate con 60 anni di attività nelle costruzioni, fischer offre soluzioni e servizi specifici per il nostro Paese. Per il rinforzo strutturale fischer ha perfezionato una gamma completa di soluzioni che comprende oltre ai sistemi costituiti da ancoranti chimici certificati e barre ad alte prestazioni, anche materiali com- positi. Nello specifico i FRP – materiali rinforzati a matrice polimerica - si prestano per recuperi di edifici esistenti o storici sia in calcestruzzo che in muratura dove, ottimamente, non aggiungono peso allo schema statico originale e dove, se non serve, non sconvolgono le rigidezze dell’edificio. Erroneamente vengono additate come soluzioni costose. Una valutazione complessiva dell’intervento che non tenga conto solo del costo materiali ma anche di variabili quali, in una prima fase, tempo, trasporto, manodopera, mezzi e in un secondo tempo manutenzione e durabilità, evidenzia come, nel confronto con i metodi tradizionali, che prevedono l’utilizzo di elementi in acciaio, le fibre siano molto più vantaggiose di quanto non si pensi. E in alcuni casi, come ad esempio nella cerchiatura dei pilastri, sono addirittura convenienti. Il vero ostacolo all’impiego di queste soluzioni innovative deriva, come spesso avviene nel mondo delle costruzioni, dalla poco conoscenza sia progettuale che applicativa. Ecco perché fischer assiste i professionisti sin dal dimensionamento e punta all’aggiornamento con corsi di formazione nei suoi due centri fischerà di Padova e Caserta. Altra importante novità editoriale a supporto delle soluzioni FRS è il “Manuale dei materiali compositi. Progettazione, applicazione e verifica”. Unico nel suo genere prevede oltre ad una prima parte completa dedicata agli aspetti della tecnologia, delle fasi applicative, dei diversi prodotti, una seconda parte in cui, seguendo le più recenti linee guida del CNR per il dimensionamento, viene sviluppato il calcolo dalla determinazione delle caratteristiche dei materiali sino alla scelta della soluzione. Già molto apprezzato questo volume è unico per completezza e chiarezza. Lo si può acquistare on line sul sito www.fischeritalia.it. Per avere una visione completa delle soluzioni fischer FRP è possibile richiedere gratuitamente al numero verde 800 844078 il catalogo, arricchito di case history raccolte per evidenziare problemi, soluzioni e vantaggi specifici. Una pratica guida alla scelta più giusta. fischer Italia Srl Corso Stati Uniti 25, 35127 Padova [email protected] www.fischeritalia.it Numero Verde 800844078 inarcos 401 LE AZIENDE INFORMANO IL COLORE NEL CALCESTRUZZO La pigmentazione del calcestruzzo: tecnica e arte Tecnica e arte: due cose che sembrerebbero eliminarsi a vicenda, apparentemente incompatibili. Ciò nonostante, colorare il calcestruzzo era, e sarà sempre non soltanto una questione tecnica, ma anche di gusto individuale, e quest’ultimo fa di ogni produttore di calcestruzzo un artigiano abile. Colorare il calcestruzzo è già un’arte apprezzata. L’uso dei colori negli ambienti personali è antico quanto l’umanità. Tutto cominciò con la vernice per dipingere i grigi e monotoni muri in cemento, o ai tempi dei cavernicoli per coprire grigi muri di pietra. In questo modo gli ambienti diventavano più accoglienti e più belli, almeno per un certo periodo, perché la vernice come rivestimento superficiale non rimane sempre stabile, specie quando si tratta di muri esterni. La vernice si scrosta e il risultato finale nella maggior parte dei casi è peggio del grigio del cemento. Quindi una persona evidentemente molto intelligente ha avuto l’idea di colorare tutto il cemento e non solo la superficie. Se dovesse scrostarsi o rovinarsi per effetto del clima sotto rimarebbe comunque colorato, in questo modo la struttura in calcestruzzo avrebbe avuto sempre una superficie colorata e uniforme. Sfortunatamente questo tizio non conosceva ancora l’influenza negativa dell’efflorescenza sull’uniformità della superficie. Le prime vernici sono state “prodotte” a mano, miscelando acqua e pigmenti naturali e creando una pasta che non solo colorava i muri, ma anche il pittore e tutto ciò che veniva in contatto con esso. Non era molto facile da usare! Queste paste si potevano soltanto utilizzare per interni, non erano stabili esposte agli elementi e la pioggia le portava via immediatamente. Un ulteriore progresso fu fatto aggiungendo dagli agenti leganti, con l’utilizzo di solventi come ingrediente base. Senza dimenticare poi l’invenzione del pan- 402 inarcos nello e del rullo, che risolse il problema dell’ultilizzo delle dita per l’applicazione. La successiva e logica invenzione fu quella del colore a spruzzo e delle pistole, che nacque dal fatto che gli imbianchini vollero ridurre il lavoro e contemporaneamente aumentare i prezzi dicendo: “Immaginate il costo!” Questo sviluppo fu notevole, ma non ci porta a ciò che qui ci interessa: la colorazione dell’impasto nel calcestruzzo. Quindi l’idea fu quella di tornare alle radici. Questo significava di dover utilizzare pigmenti in polvere puri e naturali e successivamente quelli preparati sinteticamente. Il calcestruzzo contiene già acqua, quindi non è necessario preparare prima un impasto. Una soluzione semplice, ma con qualche grande svantaggio: aumento rischio di grumi di pigmento nel calcestruzzo dovuti a proprietà di dispersione non ottimizzabili, molto materiale residuo nella confezione, la contaminazione da polveri agli operai, all’area di lavoro e ai dintorni causata della movimentazione manuale. Alcuni di questi svantaggi potevano essere evitati con la creazione di polveri rivestite o preparazioni in polvere (contenenti additivi dispersivi). Tuttavia lo svantaggio più grande rimaneva la creazione di polvere contaminante. In ogni caso, le polveri vengono ancora utilizzate e per alcune applicazioni rimangono una buona soluzione. Oggigiorno gli “slurries” di pigmento non sono soltanto paste fatte di acqua e pigmento, ma sono preparazioni di pigmento a base di acqua altamente sviluppate con stabilizzatori contro la sedimentazione, agenti di dispersione, agenti anti-congelamento, agenti anti-fouling e altri ingredienti, che offrono anche la possibilità di creare tonalità di colore più belle di quanto si possa ottenere con le polveri. E, davvero, il maneggiamento è facile e pulito ed è disponibile un dosaggio preciso e automatico. I problemi in questo caso sono la sedimentazione durante l’immagazzinamento. La soluzione ideale quindi dovrebbe essere un pigmento con le proprietà di maneggiamento è facile e pulito ed è disponibile un dosaggio preciso e automatico. I problemi in questo caso sono la sedimentazione durante l’immagazzinamento. La soluzione ideale quindi dovrebbe essere un pigmento con le proprietà di manegevolezza di uno slurry, ma dovrebbe essere solido in modo tale da evitare il trasporto di acqua e i problemi di congelamento. Dovrebbe avere ottime proprietà di colorazione e dovrebbe disperdersi facilmente nella miscela di calcestruzzo. E ci sono davvero delle soluzioni per raggiungere questi miglioramenti. Una delle prime e anche una delle migliori è stata lo sviluppo del pigmento granulato. All’inizio della colorazione del calcestruzzo è necessario decidere quale tipo di applicazione sarà la migliore per il sito ed il prodotto. Ci sono alcuni requisiti base da rispettare nella colorazione del calcestruzzo con i granuli: • il pigmento dovrebbe essere unito agli aggregati prima dell’aggiunta del cemento; • i granuli necessitano di una piccola quantità di acqua per una buona dispersione. Normalmente l'umidità degli aggregati è sufficiente, ma se l’umidità è troppo bassa (per esempio durante l’estate) una parte dell’acqua totale dovrebbe essere aggiunta come pre-acqua; • aggregati, pigmenti e infine la pre-acqua dovrebbero essere miscelati per almeno 30 secondi; • va aggiunto il cemento, e il tempo di miscela non dovrebbe essere inferiore ai 60 secondi; • l’acqua, oppure il resto dell’acqua, vengono aggiunti e il tempo di miscelazione finale (umido) per omogeneizzare tutto l’impasto dovrebbe essere di circa altri 60 secondi. Seguendo queste indicazioni approssimative si otterrà un prodotto in calcestruzzo dal colore brillante, omogeneo e riproducibile. Ci sono dei problemi già presenti se si intende fare il calcestruzzo. Sembra così semplice: miscelare gli aggreganti (con o senza pigmento) con acqua e cemento, compattarlo e lasciarlo riposare e asciugare. Il processo stesso contiene già molte possibilità di finire con un pessimo risultato, per esempio una distribuzione di misura delle particelle degli aggregati errata, errata proporzione tra acqua e cemento, errata proporzione tra cemento e aggregati, compattamento insufficiente, insufficiente omogeneizzazione dei componenti, ecc. Anche con l’ottimizzazione del processo, degli ingredienti e delle ricette, rimane un problema importante: l’efflorescenza. L’efflorescenza si verifica direttamente dopo la produzione (efflorescenza primaria) oppure dopo l’esposizione agli agenti atmosferici ( efflorescenza secondaria). Il risultato in entrambi i casi è lo stesso: il calcestruzzo grigio mostra una superficie non omogenea con macchie bianche più o meno estese. Il calcestruzzo colorato dà un effetto simile con il problema aggiuntivo che il colore del prodotto finale non solo viene colpito dall’efflorescenza, ma potrebbe anche cambiare tonalità! Qual è il processo che genera l’efflorescenza e come può essere evitato o perlomeno ridotto al minimo? L’efflorescenza è un fenomeno naturale non prevenibile, che si manifesta in determinate condizioni ambientali ed in genere scompare naturalmente con la pioggia e con l’uso della pavimentazione. Può essere rimossa utilizzando dei prodotti specifici che possono condizionare l’aspetto finale della pavimentazione e la colorazione. Ai sensi delle normative Europee EN 1338 e 1339 non costituiscono difetto del prodotto. Come si riconosce Questo fenomeno è facilmente identificabile in quanto si manifesta attraverso una macchia di colore bianco (dovuto alla presenza di sali solidi normalmente esistenti nella materia prima) sulla superficie del massello, che lo rende esteticamente imperfetto. Le cause Sin dalle prime fasi di idratazione del cemento, c’è la presenza di idrossido di calcio: si ha così la formazione di depositi bianchi a seguito dell’evaporazione dell’acqua di trasporto. Successivamente, mediante reazione chimica con anidride carbonica presente nell’aria avviene la precipitazione del carbonato di calcio insolubile, sotto forma di efflorescenze bianche, di vario spessore, che compromettono l’aspetto estetico dei manufatti. Il motivo per cui può presentarsi l’efflorescenza, si racchiude nell’impossibilità di eliminare due componenti necessari, l’acqua e i sali. La realizzazione di masselli avviene infatti attraverso l’impiego di: cemento, sabbia, inerti e gli additivi chimici che portano direttamente con se le sostanze già citate e di conseguenza la possibilità che si presenti il fenomeno. L’evento è molto suscettibile alle condizioni climatiche: la presenza di vento, pioggia e umidità, favorisce notevolmente l’efflorescenze. In conclusione Si deve ricordare che l’efflorescenza è poco apprezzabile solo per quanto riguarda l’estetica dell’elemento in calcestruzzo che è stato colpito dal fenomeno e non è invece assolutamente causa di modifiche per quanto riguarda la statica e la resistenza del massello. Un ulteriore aiuto – oltre alla possibilità che hanno i produttori di cls durante la preparazione, la manutenzione e l’immagazzinamento – arriva dai produttori di additivi e pigmenti. Sono disponibili molti diversi prodotti nell’ambito degli additivi per il calcestruzzo e, più recentemente, anche dei pigmenti “addittivati”, ma dobbiamo sempre tenere a mente che gli additivi o i pigmenti antiefflorescenza non esistono, esistono solo prodotti che la riducono. L’efflorescenza è inevitabile ma riducibile! Via Desman, 4 35010 San Giorgio delle Pertiche (PD) Ph. +39 049 5747139 fax +39 049 5747938 www.micpav.it - [email protected] inarcos 403 LE AZIENDE INFORMANO TECNOCUPOLE PANCALDI CONTRIBUISCE A GARANTIRE LA SICUREZZA ANTINCENDIO NELLA NUOVA SEDE UNICA DEL COMUNE DI BOLOGNA. Tecnocupole Pancaldi - azienda leader nella produzione e commercializzazione di lucernari ed evacuatori di fumo e calore – è stata scelta dall’Azienda CESI, incaricata della Direzione Tecnica del progetto, per la fornitura ed installazione di evacuatori di fumo e calore nelle sommità dei vani scala, nelle corti interne e all’interno dell’asilo nido, della nuova Sede Unica del Comune di Bologna. L’opera, che riunisce tutti gli uffici comunali, distribuiti precedentemente in 21 zone diverse della città e che accoglie più di mille dipendenti, è stata concepita secondo i moderni standard costruttivi per assicurare il più elevato risparmio energetico. Il complesso si estende su una superficie totale di oltre 40.000 mq ed è composto da tre edifici costituiti da sette, dieci e undici piani, più un parcheggio multilivello da 900 posti auto. Il progetto fa parte di un programma di sviluppo urbanistico più ampio, per la città di Bologna, che comprende la realizzazione di nuove residenze, la creazione di una rete infrastrutturale e la nuova stazione della TAV. La Sede Unica del Comune costituisce un nuovo polo d’attrazione per il quartiere popolare della Bolognina, di origine ottocentesca, ubicato accanto al centro storico e alla stazione Centrale. Quest’area, di forma rettangolare, ha rappresentato un’ottima occasione per collegare la zona nord alla zona sud di Bologna. I tre blocchi, costruiti in acciaio e vetro, ospitano gli uffici comunali, attività commerciali, servizi per l’infanzia, servizi postali, ristoranti, impianti sportivi e spazi aperti di pubblica utilità. I palazzi sono collegati tra loro da un’unica grande copertura, basata su travi continue in appoggio e completata da una distesa di tubi in acciaio zincato, al fine di assolvere la funzione di brise soleil, di protezione degli impianti, di supporto per il montaggio dei pannelli fotovoltaici, conferendo contestualmente uniformità architettonica al complesso. Tecnocupole Pancaldi ha contribuito nella realizzazione di questa importante opera, con la fornitura, di evacuatori di fumo e calore Free Smoke che, grazie alla loro efficienza e funzionalità, rappresentano la garanzia di una corretta applicazione delle norme vigenti in materia di antincendio. 404 inarcos integra armoniosamente con il design delle strutture architettoniche circostanti. Il dispositivo di apertura è composto da un cilindro pneumatico a tre sfili a funzionamento misto gas CO /OLIO fulcrato tra due staffe parallele, bombola contenente gas CO fialetta vetrosa termofusibile e valvola termica. Un ulteriore cilindro chiavistello con scrocco (inserito all’interno del gruppo valvola termica), posto in serie all’alimentazione di quello principale, ha la funzione di bloccare il sistema nello stato di chiusura in condizioni di non emergenza. In condizione di evacuazione, il sistema utilizza due blocchi meccanici posti sui lati normali al lato delle cerniere atti a garantire la stabilità di apertura. Tutti i tubi preposti all’alimentazione del cilindro sono in teflon protetto da doppia calza in acciaio inox. Il Geom. Daniele Spada della CESI - Impresa generale di costruzioni che opera sull’intero territorio nazionale - dichiara: “Questo progetto, maestoso e architettonicamente rilevante, ha un impatto positivo sulla città. Gli edifici, classificati in “classe A”, rappresentano la manifestazione concreta della volontà di sviluppare un’edilizia volta alla salvaguardia delle risorse energetiche.” Laura Pancaldi, Amministratore di Tecnocupole Pancaldi, dichiara: ”La collaborazione, nella realizzazione di un’opera di tale importanza per il territorio, con Aziende che, come la nostra, sono nate all’ombra della Torre degli Asinelli, rappresenta per noi un motivo di grande orgoglio”. Tecnocupole Pancaldi è specializzata nella termoformatura di policarbonato e metacrilato per la produzione di sistemi di illuminazione zenitale abbinati a sistemi di evacuazione di fumo e calore. L’Azienda, con sede a Castel San Pietro Terme in provincia di Bologna, opera dal 1958 come partner qualificato delle più importanti imprese di costruzione e prefabbricazione nel settore dell’edilizia industriale e civile sia in Italia sia all’estero. 2 2, Gli evacuatori di fumo e calore Free Smoke prodotti da Tecnocupole Pancaldi sono marcati CE, il loro brevetto nasce in conformità alle direttive della norma UNI 9494 e vengono successivamente testati in conformità alla più recente UNI-EN 12101-2. Free Smoke consente, in caso di incendio, di liberare la zona dai fumi facilitando l’uscita delle persone e le operazioni dei soccorritori. Inoltre, l’evacuazione dei gas, delle sostanze tossiche e corrosive date dalla combustione, riduce i danni anche alle componenti strutturali, agli arredi e ai materiali, contenendo sensibilmente le perdite economiche. L’evacuatore di fumo e calore, oltre a garantire massimi livelli di sicurezza, si Via Cà Bianca, 700 - 40024 Castel San Pietro Terme (BO) Tel. 051.6954911 - Fax 051.6954929 web: www.tecnocupole.com - mail: [email protected] inarcos 405 LE AZIENDE INFORMANO NUOVA SEDE CENTRALE DI WIENERBERGER S.P.A. Progetto e DL: ARKLAB – Arch. Maurizio Masi - Imola Progetto strutturale: Ing. Fabrizio Dalla Casa – Imola Impresa costruttrice: C.E.C.I. – Imola Produttore: Wienerberger S.p.A L’ingresso di Wienerberger in Italia è iniziato nel 1995 con l’acquisizione della fornace la Feltrina in provincia di Belluno. Da quel momento ha continuato ad espandersi, acquisendo prima la Laterizi Brunori di Mordano in provincia di Bologna, poi la SILT Nord di Terni. Con l’aquisizione della Ril Laterizi di Gattinara (VC) gli stabilimenti di Wienerberger in Italia salgono a quattro: Mordano in provincia di Bologna sede centrale, Villabruna di Feltre (BL), Terni e Gattinara (VC). Con l’espansione di Wienerberger in Italia si concretizzava la necessità di una nuova sede rappresentativa a basso consumo energetico presso lo stabilimento di Mordano. L’analisi del sito e la morfologia dell’attività, ha ispirato il carattere formale dell’edificio, riproposto nello sviluppo del fabbricato: gli ambienti di lavoro sono costituiti da volumi in mattoni faccia a vista indipendenti, di varie dimensioni e distribuite in maniera libera lungo l’asse longitudinale. Internamente i collegamenti tra gli uffici sono realizzati con una passerella metallica, staccata su tutti e tre i livelli sia strutturalmente che formalmente dai blocchi in laterizio. Lo spazio distributivo tra gli uffici si articola tra i vari blocchi, con vetrate continue inclinate sul fronte di ingresso e si evidenzia sviluppandosi in altezza con una copertura inclinata in acciaio. L’edificio risulta quindi non solo formalmente rappresentativo, ma soprattutto esteticamente, grazie alla scelta dei mattoni faccia a vista serie TERCA della Wienerberger per la finitura del paramento esterno. I mattoni a mano TERCA sono infatti prodotti ancora oggi secondo l’antica tradizione artigianale, ovvero prelevando il pane di argilla dal cumulo e disponendolo a pressione all’interno di uno stampo preventivamente spolverato di sabbia; eliminandone poi le eccedenze, lo stampo viene capovolto per 406 inarcos farne uscire il mattone crudo, apparentemente rugoso, irregolare e con bordi spesso ineguali; in più grazie alla miscelazione di argille diverse ed a varie modalità di cottura, i mattoni possiedono affascinanti sfumature di colore. Per contenere efficacemente il consumo energetico dell’edificio, oltre all’installazione di impianti tecnologici, come quello fotovoltaico, per quanto riguarda il muro interno dell’involucro esterno è stata adottata la soluzione più innovativa e maggiormente performante: i blocchi ad incastro Porotherm Bio-Plan. Questi elementi in laterizio sono microporizzati con farina di legno e hanno facce di allettamento (superiori e inferiori) “rettificate”, e cioè perfettamente planari e parallele, il che consente di porli in opera con giunti di malta orizzontali molto sottili: solo 1 mm di spessore contro i circa 10 necessari per i normali blocchi. In questo modo si riducono drasticamente i ponti termici dei normali giunti, incrementando l’isolamento termico complessivo della parete. I metodi di applicazione della malta speciale, la perfetta planarità dei blocchi e il giunto verticale a incastro rendono la posa estremamente semplice e rapida. La riduzione dei tempi di posa è veramente straordinaria: la resa oraria, verificata nel corso di rilevazioni in cantiere (e riscontrata anche in laboratorio nella confezione dei muri di prova), arriva infatti sino a 0,80 m /h di muratura per persona, oltre il 50 per cento in meno rispetto a quella delle normali murature eseguite con blocchi e malta tradizionali. La planarità ad alta precisione delle facce di appoggio dei blocchi e la malta speciale consentono di realizzare giunti orizzontali molto sottili: solo 1 mm di spessore contro i circa 10 necessari per i blocchi comuni con malta normale. In più gli elementi Porotherm Bio-Plan sono a incastro, e quindi privi dei giunti verticali. Il consumo di malta si riduce così del 90 per cento, non ci sono sfridi e il cantiere risulta più pulito e sicuro. Inoltre, non dovendosi più preparare malta con sistemi tradizionali, c’è un minore impegno di gru e betoniera e un più basso consumo di acqua ed energia elettrica. I blocchi Porotherm Bio-Plan sono laterizi a elevata biocompatibilità in quanto prodotti unicamente con impasti di argille naturali e farina di legno totalmente priva di 3 inarcos 407 additivi chimici. La farina di legno viene addizionata all’impasto di argilla cruda nelle fasi iniziali della lavorazione per garantire un’uniforme miscelazione. Durante la cottura la farina di legno subisce il processo di combustione totale che lascia all’interno del laterizio cotto un’infinità di microcavità vuote contenenti solo aria. Le murature in blocchi microporizzati Porotherm Bio-Plan sono dotate di una cospicua massa frontale, che accumula e rilascia il calore in maniera molto complessa, non solo smorzando i picchi della temperatura esterna, ma differendoli nel tempo. Inoltre le microcavità presenti nei blocchi conferiscono al laterizio una capacità di traspirazione quasi doppia rispetto ai laterizi tradizionali; questa maggiore traspirabilità consente alle pareti di “respirare”, di favorire cioè il rapido smaltimento del vapore che si produce all’interno delle abitazioni, impedendo il sorgere di fenomeni di condensa interstiziale che, oltre a peggiorare gli standard abitativi, rendono necessari costosi interventi di manutenzione. La linea di blocchi Porotherm Bio-Plan permette di ottenere ottime prestazioni termiche in termini di riscaldamento invernale e raffrescamento estivo, garantendo un notevole comfort abitativo con un sensibile risparmio energetico per 365 giorni l’anno. Wienerberger S.p.A. Via Ringhiera 1 - frazione Bubano 40027 Mordano (Bo) tel. 054256811 fax 054251143 e-mail: [email protected] web: www.wienerberger.it 408 inarcos LE AZIENDE INFORMANO INGEGNERIA E AMBIENTE: I 25 ANNI DI ATTIVITÀ DI AIRIS SRL AIRIS nasce nel 1984 nel settore dell’ingegneria ambientale, in particolare nel campo degli Studi di Impatto Ambientale e della Progettazione ambientalmente consapevole. Oggi AIRIS diversifica le sue attività anche in servizi rivolti alla pianificazione territoriale e urbanistica, nonché alla progettazione ambientale e nel monitoraggio dello stato dell’ambiente, e dell’impatto ambientale conseguente alla attuazione di azioni e di opere. L’approccio operativo seguito si basa sostanzialmente sulla interdisciplinarietà delle conoscenze e delle tecniche, sull’utilizzazione di potenti strumenti informatici di modellistica degli effetti ambientali e di specifiche attrezzature per il loro monitoraggio. Questo consente di proporre soluzioni integrate con il miglior rapporto tra efficacia dell’opera e compatibilità con l’ambiente, per i diversi operatori: amministrazioni pubbliche, progettisti, privati, ecc. nei rispettivi campi applicativi. In 25 anni di attività AIRIS ha seguito circa 4.000 commesse, di cui 500 Studi di Impatto e Compatibilità Ambientale su più componenti studiate in forma integrata, 1.500 Studi Acustici anche finalizzati alla progettazione delle misure di mitigazione, Piani Strutturali relativi a 11 comuni, 25 Piani di Classificazione Acustica, oltre a molti Studi del Traffico, Studi Paesaggistici e del Verde, nonché una numerosissima serie di rilevazioni strumentali. PIANIFICAZIONE ECOLOGICA – Piani strutturali comunali – Stato dell’ambiente e piani di azione ambientali – Zonizzazioni e piani di risanamento acustico e della qualità dell’aria – Piani urbani del traffico e studi della mobilità – Piani energetici comunali – Piani di parchi e piani del verde – Piani della rete ecologica e del sistema rurale – Programmi integrati di recupero e riqualificazione urbana La complessità dello sviluppo e la necessità di renderlo sempre più sostenibile, impone di coniugare problematiche ambientali ed esigenze sociali sempre più articolate e spesso contrastanti. In questo senso AIRIS, nei Piani urbanistici e nelle pianificazioni settoriali (piani di azione ambientale, del traffico, di zonizzazione acustica,...), segue un approccio tecnico-scientifico sempre più specialistico (GIS e modellistica ambientale) e interdisciplinare, che consenta di guidare efficacemente le scelte delle amministrazioni, potendo disporre di una approfondita conoscenza del territorio e della corretta definizione degli specifici limiti e condizioni alle azioni di piano. Questo approccio, organizzato secondo procedure sempre più partecipate e aperte ai cittadini, ha l’obiettivo di innescare e garantire, nei processi di pianificazione di sistemi territoriali complessi, il perseguimento di obiettivi di sostenibilità territoriale e ambientale. STUDI AMBIENTALI – Studi di impatto ambientale – Valutazione Ambientale Strategica – Studi acustici e valutazioni previsionali dei requisiti acustici passivi – Studi della qualità dell’aria – Analisi del sito per la certificazione energetica e assistenza alla progettazione – Valutazioni di incidenza e vegetazionali – Studi paesaggistici e del sistema rurale – Studi geologici e idraulici Le analisi e gli studi ambientali vengono strutturati sul principio dell’azione preventiva, in base al quale la migliore politica ambientale consiste nel prevenire gli effetti negativi legati alla realizzazione dei progetti anziché combatterne successivamente gli effetti. La struttura della procedura viene concepita per dare informazioni sulle conseguenze ambientali di un’azione, prima che la decisione venga adottata, per cui si definisce nella sua evoluzione come uno strumento che cerca di introdurre a monte della progettazione un nuovo approccio di indirizzo del processo decisionale negli ambienti imprenditoriali e dell’amministrazione del territorio, nonché come una procedura che possa guidare il processo stesso in maniera partecipata con la popolazione dei territori interessati. Sotto questa categoria ricadono tutte le attività inerenti le procedure previste dalla normativa nazionale e regionale, quali: VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), VAS (Valutazione ambientale Strategica); VINCA (Valutazione di incidenza); Screening ambientale. Altre tipologie di studio ambientali sono inarcos 409 MONITORAGGI STRUMENTALI PROGETTAZIONE SOSTENIBILE STUDI AMBIENTALI PIANIFICAZIONE ECOLOGICA ALCUNI ESEMPI 410 riferiti a Studi di fattibilità ambientale, analisi del sito finalizzati alla progettazione bioclimatica, studi acustici e della qualità dell’aria, valutazioni previsionali dei requisiti acustici passivi, studi e relazioni per l’autorizzazione paesaggistica. PROGETTAZIONE SOSTENIBILE – progetti edilizi – progetti stradali – percorsi e piste ciclabili – progetti del verde – progetti di mitigazioni ambientali Il progetto di ogni tipologia di opera, secondo l’approccio della sostenibilità, deve essere studiato in maniera da adottare soluzioni che consentano elevati livelli prestazionali dell’intervento stesso. In questo senso la progettazione e l’assistenza progettuale, fornita da AIRIS, si rivolgono a quegli operatori che hanno l’esigenza di realizzare interventi non solo nel rispetto della legge, ma soprattutto caratterizzati da una elevata qualità tecnica e ambientale complessiva. Le principali problematiche affrontate sono riferibili alle soluzioni per il risparmio energetico, l’inquinamento “indoor”, il rispetto dei requisiti acustici ed elettromagnetici, la protezione dagli inquinanti ambientali coniugata alla qualità complessiva dell’intervento, l’inserimento paesaggistico, l’accessibilità, ecc.... MONITORAGGI STRUMENTALI – Traffico – Rumore – Aria – Elettromagnetismo – Vegetazione – Suolo, sottosuolo e acque In questo campo AIRIS può disporre di strumentazione avanzata e personale estremamente qualificato. Le indagini strumentali possono riguardare differenti tematiche ambientale e sono condotte con l’obiettivo di verificarne la conformità dei parametri rilevati con la normativa di riferimento o anche, con lo scopo di predisporre gli input di calcolo per valutare, tramite modellistica previsionale, progetti e nuove trasformazioni urbanistiche e territoriali. In tema di acustica AIRIS conta tra i suoi soci e collaboratori 7 tecnici acustici competenti abilitati ai sensi della L.447/95. AIRIS dispone di un Laboratorio mobile, attrezzato per rilievi ambientali e inoltre di: – 4 stazioni di monitoraggio del rumore semi-permanente (fonometri integratori e calibratori di classe 1). Si tratta in particolare di 4·fonometri integratori bicanale mod. 2260 (Brüel & Kjær) – Software per elaborazione e analisi dei dati acquisiti Evaluator ver. 4.1 (Brüel & Kjær). – Stazione meteorologica wireless Davis vantage Pro 2 – Strumentazione per verifica dei requisiti acustici passivi (Dodecaedro, Macchina Calpestio, ecc.) – N. 26 rilevatori ed analizzatori di traffico HI-STAR NC-97 S/N. Rilevatore di velocità – Stazione di monitoraggio per i campi elettromagnetici – Modellistica di simulazione ambientale: LIMA - Modello matematico per la valutazione previsionale del clima acustico. TREFIC e ARIA Impact, Modelli di simulazione delle emissioni e delle concentrazioni di inquinanti atmosferici. DIMULA modello per il calcolo della dispersione dell’inquinamento atmosferico. CALINE modello per il calcolo della dispersione dell’inquinamento atmosferico. VISUM Modello di macrosimulazione dei flussi di traffico. VISSIM Modello di microsimulazione dinamica dei flussi di traffico. aaSIDRA Modello di microsimulazione statica dei flussi di traffico. Autoturn 4.1 Modello per la simulazione delle manovre veicolari. SteMa 1.3 Studio e Mappatura dei campi elettromagnetici generati da elettrodotti - Euronia S.r.l. NFA2K 2.0 modello di simulazione per lo studio della propagazione e la previsione dei livelli di campo elettromagnetico SERVIZI E PROGETTI PER L’AMBIENTE STUDI DI IMPATTO AMBIENTALE Tel. + 39 (0)51 266 075 - +39 (0)51 6561801 Fax +39 (0)51 266 401 Via San Gervasio, 1 - 40124 - Bologna –ITALY www.airis.it e-mail: [email protected] inarcos 411 LE AZIENDE INFORMANO VERONI: LINEE VITA SU MISURA Una soluzione studiata direttamente in cantiere per risolvere in maniera definitiva il problema della sicurezza degli operatori: una linea vita ad hoc per ogni tipologia di copertura, esistente o in fase di costruzione, che si adatta ad ogni esigenza. Obiettivo. La sostituzione di un manto di copertura di un magazzino edile costruito negli anni ’60 ha comportato diversi problemi per la salvaguardia degli operatori. L’intervento prevedeva in particolare la sostituzione delle lastre in fibrocemento con lastre grecate in alluminio poste su listelli di spessore pari a 5 cm. Problema. La complessità e varietà delle tipologie di strutture di copertura, infatti, non sempre permette di applicare direttamente gli elementi standard di linee vita. La struttura infatti, realizzata con capriate ad arco a due cerniere con arco in calcestruzzo e catena in acciaio poste ad interasse di circa 1,2 metri e collegate superiormente da tavelloni in laterizio con getto di completamento, non permetteva l’uso degli ancoraggi tradizionali per la sicurezza in cantiere. La committenza ha perciò deciso di affidarsi alla Veroni che opera da più di trent’anni nel campo della sicurezza offrendo prodotti specifici per ogni esigenza che i clienti stessi manifestano. Veroni, in quanto produttrice in proprio dei componenti di carpenteria metallica, è in grado di realizzare qualsiasi elemento di completamento che permetta di adattare i componenti standard della linea vita ai più svariati tipi di copertura. Soluzione. L’azienda ha perciò realizzato una linea vita sul colmo di una copertura ad arco, il tutto sormontato da guaina impermeabilizzante: data la fragilità della copertura, gli elementi della linea vita, torrette standard di altezza 250 mm, non potevano essere ancorati alle capriate sia per la impossibilità di creare una coppia resistente sia per la ridotta resistenza torsionale delle stesse. Tantomeno si poteva operare ancorando ai tavelloni elementi non resistenti e di per sé fragili. Per rendere compatibili le sollecitazioni della linea vita con gli elementi strutturali della copertura si è studiato un telaio di supporto torrette a bypass, per trasformare i momenti in ridotti sforzi di trazione/compressione e taglio, trasferibili con tasselli alle modeste sezioni delle capriate stesse. L’ancoraggio è stato realizzato con tasselli chimici date le ridotte dimensioni delle capriate. L’intervento è stato realizzato operando solo dall’estradosso della copertura, senza elementi in evidenza all’estradosso; successivamente è stato riportato il manto di copertura nuovo che per lo spessore dei listelli, uguale a quello del telaio, ha sovramontato, coprendolo, il telaio adattatore progettato e verificato dai tecnici della Veroni. 412 inarcos Prodotti. L’intera gamma di produzione Veroni dedicata alle linee vita e torrette di sicurezza è conforme alla norma europea UNI EN 795 e propone diversi tipi di torrette di sostegno di altezza 500 e 250 mm, correlate da accessori per il sistema: funi, radance, grilli, morsetti, e ancora contropiastre, elementi antipendolo, piastre per il fissaggio a parete, kit di fissaggio per legno e quant’altro occorre per poter progettare e realizzare un linea vita per la sicurezza anticaduta. Le torrette di sicurezza per tetti rappresentano un sistema di protezione permanente che consente il lavoro in sicurezza di più operatori, fino a tre su ciascun ancoraggio e uno per ogni campata. Il sistema garantisce la massima libertà di movimento, con un ampio raggio operativo: il cordino dell’imbracatura dell’operatore può infatti scorrere lungo la fune di acciaio consentendogli di spostarsi liberamente lungo tutta la copertura, oppure può essere semplicemente fissato ad una torretta di ancoraggio nel caso di movimento limitato. I vantaggi principali del sistema anticaduta ‘linea vita’ sono dati dal fatto che, essendo una tipologia di protezione permanente, permette di essere installata e di rimanere a disposizione dell’operatore in maniera continuativa e duratura, eliminando la condizione di montare ponteggi ogni qual volta sia necessario fare manutenzione: dal montaggio di un’antenna TV alla riparazione di gronde, o per manutenzioni ordinarie e straordinarie alla copertura. In caso di caduta dell’operatore la linea vita Veroni non va sostituita. La fornitura di materiali Veroni viene sempre accompagnata da manuale d’utilizzo per l’installazione: vengono indicati nello specifico i carichi trasferiti alla struttura, le caratteristiche costruttive degli ancoraggi, le modalità di fissaggio, manutenzione e movimentazione del sistema. Sempre più attenzione viene dedicata alla formazione e agli aggiornamenti: la Veroni organizza infatti corsi che analizzano le normative europee vigenti estrapolandone gli aspetti più significativi e trasmettendoli di pari passo alle varie applicazioni in cantiere. VERONI S.r.l. Via P. Nenni, 6 - 42048 RUBIERA (RE) Tel. +39.0522.621215 – Fax +39.0522.621216 e-mail: [email protected] web: www.veroniedilizia.com inarcos 413 LE AZIENDE INFORMANO Banca SARA Private, che distribuisce prodotti di oltre 20 società di investimento attraverso la pianificazione finanziaria suggerisce ai titolari del “CONTO CORRENTE INARCOS BOLOGNA” riservato esclusivamente agli Ingegneri e agli Architetti della provincia di Bologna di investire nel 2009 nel seguente PORTAFOGLIO 40% COMPARTO MONETARIO 1. Fondo INVESCO Euro Reserve 2. Fondo GENERALI Euro Liquidity 30% 30% COMPARTO RISERVA INVESTIMENTO Fondo CARMIGNAC Patrimoine COMPARTO Fondo JP MORGAN Highbridge Nel 2008, i clienti di Banca SARA Private che hanno condiviso questa soluzione, investendo € 100.000, hanno ottenuto i seguenti risultati: IMPORTO INVESTITO € € € € 20.000 20.000 30.000 30.000 FONDO Invesco Euro Reserve Generali Euro Liquidity Carmignac Patrimoine JP Morgan Highbridge RENDIMENTO 2008 3,9% 3,7% -0,6% 12,3% CONTROVALORE € € € € 20.780 20.740 29.820 33.690 RENDIMENTO AL 31/12/2008 5,03% € 105.030 Il presente messaggio ha scopi puramente informativi, pertanto non costituisce un’offerta o una sollecitazione di vendita. La performance passata non è indicativa di pari rendimenti in futuro. Prima dell’adesione leggere il prospetto informativo. Contattateci anche, come di consueto, attraverso l’indirizzo e-mail a Voi dedicato: [email protected] 418 inarcos Associazione Ingegneri e Architetti della Provincia di Bologna www.assiabo.it notiziari CONVEGNO DEL 2 APRILE 2009 NTC con D.M. 14/01/08 e applicazioni pratiche Il consueto appuntamento di primavera, nato dalla collaborazione pluriennale tra STS srl (Software Tecnico Scientifico) e ASSIABO (Associazione Ingegneri e Architetti della Provincia di Bologna), anche in questa occasione ha visto il pieno di presenze. Si sono contati circa un centinaio di professionisti tra ingegneri e architetti presenti ed interessati agli argomenti proposti. L’ingegner Franca Biagini ha sottolineato nel suo saluto a nome dell’associazione ASSIABO, l’importanza di incontri del genere, che rendono edotti i partecipanti, non solo su un mero piano teorico, dei nuovi sviluppi normativi e tecnologici, ma soprattutto, che siano in grado di legare la teoria alle disponibilità tecnologiche reali. L’ingegner Angelo Biondi, consulente della STS srl, ha relazionato sulle novità introdotte dal DM di cui sopra, sia riguardo alle modifiche introdotte dalla nuova zonazione sia a quelle relative alle verifiche degli elementi strutturali, non mancando di eseguire confronti tra le varie stesure della stessa norma e tra le norme precedenti. Inoltre, il collega Ing. Biondi (autore di testi di argomentazione tecnica quali “Strutture in cemento armato: dalle tensioni ammissibili agli Eurocodici passando per gli stati limite” – “Progettazione antisismica degli edifici – Normativa sismica a confronto” – “Calcolo di strutture in muratura – Dal metodo POR alle norme tecniche per le costruzioni”) ha puntato, criticandola, l’attenzione sulla ennesima proroga che allontana a giugno 2010 l’utilizzo univoco del NTC 2008, avvenuta con il consueto decreto “mille proroghe” approvato nel recente Febbraio 2009. Alla luce degli eventi sismici accaduti in Abruzzo il 6 aprile, le parole sulle proroghe e sui ritardi acquistano il peso di un macigno sulla nostra politica, che in ben sei anni (da un altro tragico evento sismico - Molise 2002 – quando venne promulgata in gran fretta l’Ordinanza 3274) non è riuscita a attualizzare la legislazione tecnica per le costruzioni. Nonostante viviamo nel decennio statisticamente più prolifico di sempre di progressi tecnologici, le normative che riguardano le strutture portanti degli edifici e le infrastrutture sono rimaste ancorate a metodi di calcolo obsoleti e scientificamente non più esaustivi, di cui già negli anni settanta si erano valutati i limiti. La relazione dell’ing. Biondi è a disposizione sul sito www.angelobiondi.com. In conclusione della mattinata l’ing. Marco Rainiero, anch’egli consulente STS e responsabile della sede STS di Bologna, ha effettuato un dimostrazione pratica con il software CDS Win sul modo in cui risolvere il calcolo di un edificio in cemento armato ponendo soprattutto l’attenzione sull’inserimento dei dati sismici della nuova zonazione e sulla sequenza delle operazioni da effettuare scegliendo di progettare utilizzando il DM 14.01.08 . L’incontro si è concluso con esempi di modellazione strutturale, alcuni dei quali proposti dagli utenti e dai neofiti del software di calcolo CDS Win. Un sentito ringraziamento va doverosamente portato ad ASSIABO che ha permesso e pubblicizzato l’incontro. inarcos 421 www.ord-ing-bo.it notiziari ORDINE INGEGNERI DELLA PROVINCIA DELL’AQUILA COMUNICATO STAMPA Ieri, 15.04.2009 alle ore 16:00, si è tenuta un’assemblea straordinaria degli Ingegneri della Provincia dell’Aquila a cui hanno partecipato circa 400 iscritti. Si è rispettato un minuto di raccoglimento per ricordare la vittime del terremoto tra cui ci sono stati due colleghi Piervincenzo Gioia e Giuliana Tamburro. Sulla base dei dati reperiti, così come disponibili, caratterizzanti il sisma del 06.04.2009 tutti hanno rilevato che lo stesso è stato di un’eccezionalità tale che va ben oltre le prescrizioni normative per il calcolo strutturale delle costruzioni in zona sismica di seconda categoria in cui ricade la città di L’Aquila, le frazioni e Comuni limitrofi. Pur nel rispetto del dolore e restando sul campo per condividere con tutti i cittadini le difficoltà attuali, va ribadito che la diffusa cultura sismica degli Ingegneri della Provincia dell’Aquila ha fatto si che fosse scongiurata la catastrofe totale, consentendo a gran parte della cittadinanza di aver salva la propria vita ed i propri beni. I primi dati dimostrano che la stragrande maggioranza delle strutture portanti hanno risposto ben oltre le prescrizioni di legge al sisma, pertanto l’Ordina stigmatizza e rifiuta ogni strumentalizzazione sulle capacità professionali dei propri iscritti che pur tante vite hanno contribuito a salvare e ribadisce altresì che l’evento è stato di caratteristiche superiori a quanto ipotizzabile in fase di progetto conformemente alla normativa sismica di riferimento e ad ogni esperienza nel settore. L’Ordine ribadisce la propria disponibilità a 422 inarcos qualunque forma di collaborazione attingendo alla professionalità e competenza dei propri iscritti, evidenziando nel contempo l’urgenza delle azioni concrete da intraprendere in presenza del succedersi in modo continuo degli eventi sismici. L’Aquila, 16 aprile 2009 Il Presidente (Dott. Ing. Paolo De Santis) *** Il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia dell’Aquila ha aperto un conto corrente di solidarietà per l’emergenza sisma presso la Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila – Agenzia n. 3 – Viale Aldo Moro, 67100 L’Aquila – codice IBAN IT58N0604003606000000155912. L’Aquila, 16 aprile 2009 Il Presidente (Dott. Ing. Paolo De Santis) –.– .–.–.–.–.– … SOLIDARIETA’ PER I TERREMOTATI DELL’ABRUZZO … SOLIDARIETA’ PER I TERREMOTATI DELL’ABRUZZO (UOMINI E DONNE CHE HANNO PERSO CASA E VITE UMANE … INGEGNERI ED ARCHITETTI CHE PERDERANNO LA LORO RISPETTABILITA’ PROFESSIONALE): UN’OCCASIONE PERSA PER TACERE Neanche il silenzio delle macerie e del dolore è riuscito a fare tacere i “soloni” del sapere scientifico, che hanno fatto a gara per spalancare le fauci e gridare le loro “non verità ignoranti”, che hanno fatto rabbrividire di stupore pure me….. piccola (non d’età, ma di scienza) ingegnere generico. Esprimo, mesta, la mia solidarietà umana agli abitanti delle zone terremota- te; grido, a gran voce, la mia solidarietà ai colleghi ingegneri e architetti che hanno lavorato nelle zone terremotate. Sono nata all’Università di Catania con il professore di scienza delle costruzioni che alla prima affollata lezione dell’anno accademico 1976-1977, ci fece sapere che le metodologie di calcolo strutturale che andavamo a studiare, erano nate considerando coefficienti di sicurezza tali che c’era la possibilità che una costruzione su un milione crollasse: ci dovevamo solo porre il problema di dover eventualmente e disgraziatamente spiegare al magistrato inquirente, che era proprio la costruzione da noi progettata, ad essere quella “milionesima” costruzione….. Ero prossima alla laurea di ingegneria civile, quando nel 1980 attraversai in macchina l’Irpinia, in rientro da Roma a Catania, in un paesaggio spettralmente innevato e semidistrutto dal terremoto. Ero appena laureata, quando nel 1981, giovane ed orgogliosa ingegnere, iniziavo il mio percorso professionale con un corso di formazione a Roma per l’applicazione della nuova normativa antisismica, nata dalle macerie di quel terremoto e dalla volontà di “prevenzione”. Fui affascinata da quella scienza che tentava di sfidare i terremoti, che raccoglieva esperienze e ricerche, che ci spiegava le masse, le inerzie, la duttilità; ma fui molto colpita da una storia il cui racconto ci fu regalato da un docente: un uomo che era scampato bambino, miracolosamente, al terremoto del 1908, era cresciuto con l’angoscia delle macerie che gli crollavano addosso e con il desiderio di costruire per se’ e per i propri figli un’abitazione “sicura”; in età adulta riuscì ad esaudire questo desiderio commissionando ad un tecnico (non importa se architetto o ingegnere) una casa unifamiliare da edificare per omicidi colposi plurimi, o quant’altro di peggio. Continuando con questa falsa informazione non so come andrà a finire, ... ma so come inizierà di nuovo: colleghi posti alla gogna costretti per anni a dimostrare la loro estraneità; costose quanto inutili perizie in edifici costruiti prima dell’entrata in vigore delle normative antisismiche, ulteriori leggi restrittive, volte quasi esclusivamente a fare della nostra professione di ingegneri e architetti, un campo minato, gettandoci addosso tutte le responsabilità ... fino al prossimo terremoto. AVEVO UN SOGNO ... FARE L’INGEGNERE! Giusi Cannata Presidente Nazionale A.I.D.I.A. Associazione Italiana Donne Ingegneri ed Architetti www.aidia-italia.org COMUNE DI BARICELLA ORARI UFFICI COMUNALI Si comunica che a partire dal 16/03/2009 gli uffici del II° settore sono aperti al pubblico nei giorni: Segreteria ufficio tecnico: martedì dalle ore 9,00 alle ore 12,00; giovedì dalle ore 9,00 alle ore 12,00; sabato dalle ore 9,00 alle ore 12,00. Servizio edilizia privata: martedì su appuntamento; giovedì su appuntamento; sabato ricevimento libero (no tecnici) dalle ore 9,00 alle ore 12,00. Servizio attività produttive-commercio: martedì su appuntamento; giovedì su appuntamento; sabato ricevimento libero dalle ore 9,00 alle ore 12,00. Per maggiori informazioni e per fissare gli appuntamenti telefonare al numero 051.6622413 (Segreteria Ufficio Tecnico). NOMOS APPALTI Servizio di Consulenza agli Enti Locali Roma, 16 aprile 2009 Circolare n. 72/2009 Ai sigg.ri Presidenti Confservizi Marche e Puglia, a tutti gli associati, al sig. Presidente Consiglio Nazionale degli Ingegneri e a tutti gli altri enti, aziende e società Loro sedi A) Nuovo schema di regolamento attuativo del codice dei contratti pubblici. B) schema di decreto correttivo del t.u. in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. C) incentivi alla progettazione interna – deliberazione corte dei conti, sez. Lombardia, 24 febbraio 2009, n. 40 A) NUOVO SCHEMA DI REGOLAMENTO ATTUATIVO DEL CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI Dopo un lungo periodo di impasse, è ripreso l’iter di approvazione del Regolamento generale in materia di contratti pubblici, ex art. 5 d.lgs. 163/06 e s.m.i.. Lo schema di Regolamento, già approvato dal Consiglio dei Ministri nel dicembre 2007 (cfr. ns. circ. 09/08), è stato rivisitato alla luce delle osservazioni formulate in merito dalla Corte dei conti e, dopo l’esame da parte dei Ministeri competenti e dalla Conferenza per le Autonomie Locali, è stato trasmesso al Consiglio di Stato per il parere obbligatorio di rito. Intenzione del Governo è quella di licenziare il provvedimento entro la prossima estate, per rendere applicabile il nuovo Regolamento entro fine 2009 (l’art. 253 del d.lgs. 163/06 prevede, come noto, che il regolamento entra in vigore decorsi 180 gg. dalla sua pubblicazione nella G.U.R.I.). notiziari con criteri antisismici; con l’avvento del terremoto dell’Irpinia, questa casa “sicura” riportò gravissimi danni e, anche se non causò la morte dei sui abitanti, risultò inagibile, diversamente da altri edifici limitrofi, che invece erano risultati illesi malgrado non fossero stati edificati con strutture antisismiche. Il nostro docente ci proiettò le incredibili diapositive che mostravano l’edificio antisismico fortemente danneggiato, accanto a vari altri edifici quasi non toccati dal sisma ... In conclusione, prima di farci immergere nei numeri e nelle formule matematiche, il nostro bravo docente ci volle spiegare che le forze naturali del sisma sono trattate in forma matematica, ma non possono essere sempre completamente fermate da una struttura antisismica, se non c’è anche il supporto di un’architettura, di un’economia e di una cultura antisismica. Rabbrividisco, e sono umanamente vicina ai miei colleghi ingegneri e architetti, che saranno indagati per aver preso parte alla ristrutturazione dell’ospedale di ..., piuttosto che alla costruzione dell’edificio di ... come progettisti, o direttori dei lavori, o collaudatori, o costruttori; sono solidale con loro e sono convinta già da ora della loro probabile innocenza, della loro professionalità che nulla ha potuto, perché nulla e nessuno probabilmente avrebbe potuto, contro le forze di quell terremoto ... e nulla potrà con i “giustizieri” che già si pavoneggiano davanti alle telecamere. Dobbiamo dire chiaramente che la ristrutturazione di quegli edifici, è cosa ben diversa dall’adeguamento antisismico degli edifici stessi; che il direttore dei lavori coordina e dirige il progredire di una costruzione con controlli a campione dettati dalle norme vigenti; che un collaudo (strutturale) è fatto in cantiere, ma anche con il controllo di certificazioni di laboratorio e di fabbrica fatte su prelievi a campione; che i costruttori non sono tutti “brutti e cattivi” ma spesso invece mantengono procedure di lavoro efficaci e corrette; che solo da pochi anni ci siamo resi conto che il conglomerato cementizio armato ha una vita più limitata di quello che credevano potesse avere. Non ci facciamo confondere da chi, per mestiere, non sa o non vuole dirci tutta la verità, e cavalca la tigre dell’angoscia post-tragedia, per puntare ignobilmente il dito verso i soliti ingegneri e architetti, spesso anche immaginati corrotti dale imprese costruttrici e corruttori di pubblici amministratori. Per risolvere i problemi non si può e non si deve sempre trovare un colpevole materiale, un capro espiatorio sul quale neutralizzare la rabbia e asciugare le lacrime, non si devono necessariamente muovere accuse infamanti ed ingiuste B) SCHEMA DI DECRETO CORRETTIVO DEL T.U. IN MATERIA DI SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO In data 27 marzo u.s., il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto legislativo correttivo del T.U. (d.lgs. 81/08) in tema di sicurezza. Il provvedimento correttivo è ora al vaglio delle parti sociali e dovrà tornare al Consiglio dei Ministri prima del varo definitivo e della relativa pubblicazione nella G.U.R.I.. Tra le novità più significative si segnalano, in particolare: – l’esonero dall’esigenza del piano di coordinamento e sicurezza per i cantieri al di sotto della soglia presunta di 200 uomini/giorno, oppure ove siano previsti rischi particolari; – la riduzione delle sanzioni a carico delle imprese, a partire da quelle relative al documento di valutazione del rischio; – nell’ipotesi di esonero dalla redazione del PSC, l’eliminazione dell’obbligo di nomina del coordinatore per la progettazione, mentre il fascicolo di cantiere va redatto dal coordinatore in fase di esecuzione; – le inadempienze gravi da parte dei datori di lavori sono punite con l’arresto da tre a sei mesi e un’ammenda da 2.500,00 a 6.400,00 € (oggi, da 3.000,00 a 12.000,00 €); – la riduzione delle sanzioni per le inadempienze minori, con l’arresto da due a quattro mesi e l’ammenda da 1.000,00 a 4.800,00 €; – il progettista deve prevedere, in accordo con il coordinatore per la progettazione, la pianificazione dell’esecuzione in condizioni di sicurezza dei lavori, stimando la loro durata e l’articolazione delle varie fasi; – in relazione al DUVRI, viene chiarito che per stabilire la “data certa” è sufficiente inarcos 423 notiziari all’uopo la presa visione del Responsabile del servizio di prevenzione e del R.L.S. (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza); – le nuove imprese sono tenute ad effettuare la valutazione rischi, elaborando il documento entro 90 gg. dall’inizio attività. C) INCENTIVI ALLA PROGETTAZIONE INTERNA – DELIBERAZIONE CORTE DEI CONTI, SEZ. LOMBARDIA, 24 FEBBRAIO 2009, N. 40. Prosegue il contrasto insorto da alcuni mesi tra i tecnici dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni, da un lato, ed il Governo, dall’altro, causa il taglio del 75% agli incentivi per i progettisti interni alle PP.AA., previsto dalla manovra economica dell’estate 2008. In tale contesto, si inserisce anche la diversa indicazione fornita dalla Corte dei Conti, rispetto alla Ragioneria dello Stato, in merito alla corretta decorrenza della riduzione dell’incentivo. Come è noto, dal 22 agosto 2008, data di entrata in vigore della legge 133 (di conversione del d.l. 112), proseguendo nell’azione di contenimento della spesa pubblica, il Governo ha previsto ulteriori misure di riduzione, tra le quali, le disposizioni contenute all’art. 61. Il comma 8 del suddetto articolo recita infatti che: “A decorrere dal 1° gennaio 2009, la percentuale prevista dall'articolo 92, comma 5, del Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e' destinata nella misura dello 0,5 per cento alle finalità di cui alla medesima disposizione e, nella misura dell'1,5 per cento, e' versata ad apposito capitolo dell'entrata del bilancio dello Stato”. Il Legislatore è, così, di fatto, intervenuto riducendo l’incentivo del 2% (previsto ex art. 18 legge 109/94 e s.m.i. – trasfuso poi nell’art. 92, comma 5, del d.lgs. 163/06), da corrispondere alle figure tecniche che concorrono alla realizzazione delle OO.PP. e, in particolare, al Responsabile Unico del Procedimento; ai Progettisti per la redazione del preliminare, definitivo, esecutivo; al Coordinatore della sicurezza in fase di progettazione; al Coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione; al Direttore dei lavori; al Collaudatore; ai Collaboratori dell’Ufficio. Con d.l. 162/08, convertito in legge 201/08 (cfr. Circ. n. 61/09), il Parlamento ha dapprima disposto l’abrogazione del suddetto comma 8, con contestuale ripristino dell’incentivo nella misura del 2%, disponendo altresì che l’incentivo corrisposto al singolo dipendente dal dirigente preposto alla struttura competente non può superare il rispettivo trattamento economico annuo lordo e, successivamente, ha riproposto il taglio all’incentivo medesimo con il d.l. 185/08, convertito in legge n. 2/09 (cfr. Circ. n. 64/09). Attualmente, quindi, il limite dello 0,50% dell’incentivo è pienamente efficace, anche se in sede di approvazione di alcuni disegni di legge al Senato sono in discussione emendamenti che mirano ad elevare ancora una volta al 2% l’incentivo, alla luce del parere relativo al “Patto di stabilità interno”. Altro profilo di particolare interesse è rappresentato, come precisato, dalla questione della retroattività della disposizione che ha introdotto la detta riduzione. La Corte dei Conti – sezione Lombardia – è intervenuta sulla problematica con un parere richiesto da un Comune e, in siffatto contesto, ha affermato che la riduzione del 75% non può essere retroattiva e non si applica quindi a tutte le attività svolte antecedentemente al primo gennaio 2009, anche se pagate dopo la fatidica data. Esattamente il contrario di quanto ha sostenuto, invece, la Ragioneria dello Sta- Cinque ingegneri Stagni (tutti familiari o parenti: da sin. Angiola Maria, Giovanni, Luigi, Ernesto e Marco). Sullo sfondo il ritratto di un antenato: l’ing. Giovanni Martinetti. 424 inarcos to. Nella circolare n. 36, emessa il 23 dicembre 2008, l’ente di controllo che sovrintende alla spesa pubblica ha fornito infatti un’interpretazione estensiva del comma 8 dell’art. 61, sostenendo in particolare che: “La riduzione del compenso incentivante, operante a partire dal 1° gennaio 2009, si ritiene debba trovare applicazione a tutti i compensi comunque erogati a decorrere dalla predetta data e non solo ai lavori avviati dopo l’entrata in vigore della nuova disciplina. Di conseguenza, la riduzione va applicata con riferimento a tutta l’attività progettuale non ancora remunerata a tale data”. In pratica, tutto ciò che viene fatturato nel 2009, anche se si riferisce a progettazioni e assistenza svolte nel 2008 cade sotto la mannaia del taglio che ha ridotto la misura dell’incentivo dal 2 allo 0,5% dell’importo dell’opera. Secondo la Corte dei Conti questa interpretazione non può essere condivisa, per vari motivi. Con la delibera n. 40/09 l’Organismo di controllo ha chiarito che il principio di irretroattività costituisce regola generale dell’ordinamento giuridico, fatta salva espressa previsione di legge derogatoria, e non può essere introdotta in sede di esercizio del potere regolamentare, che è fonte normativa gerarchicamente subordinata. Secondo, inoltre, un orientamento giurisprudenziale consolidato vanno, comunque, preservati: a) le posizioni soggettive dei terzi; b) la preesistenza dei presupposti di fatto e di diritto richiesti per l’emanazione dell’atto fin dalla data alla quale si vogliono far risalire gli effetti; c) i fatti già avvenuti in epoca anteriore (cfr. Cons. Stato, Sez. IV, 30 marzo 1998, n. 502). Ne consegue che, in assenza di disposizioni a carattere retroattivo, un’interpretazione nel senso prospettato dalla Ragioneria dello Stato inciderebbe su un diritto soggettivo del dipendente, che ha maturato, legittimamente, il diritto al pagamento dei corrispettivi previsti dalla norma, al momento in cui le prestazioni sono state svolte. Dunque, i compensi erogati a decorrere dal 1° gennaio 2009, ma relativi ad attività realizzate prima di tale data, vanno assoggettati alla previgente disciplina. In buona sostanza, la riduzione va considerata come un’economia di spesa che deve scattare fin dall’inizio nel quadro economico dell’opera. In ogni caso, il versamento alle Casse dello Stato non può giammai riferirsi agli enti territoriali, che iscriverebbero sul proprio bilancio le somme così risparmiate. Avv. Francesco Lilli (responsabile del servizio) Collegio Costruttori Edili ed Imprenditori Affini notiziari Elenco delle circolari indirizzate da ANCEBOLOGNA – Collegio Costruttori Edili dal 1° al 30 aprile 2009 alle imprese associate Circ. num. Prot. Data 213/2009 627 01/04/2009 214/2009 215/2009 630 632 01/04/2009 01/04/2009 216/2009 636 02/04/2009 217/2009 637 02/04/2009 218/2009 638 02/04/2009 219/2009 220/2009 639 642 02/04/2009 03/04/2009 221/2009 643 03/04/2009 222/2009 650 06/04/2009 223/2009 655 06/04/2009 224/2009 656 07/04/2009 225/2009 662 08/04/2009 226/2009 663 08/04/2009 Oggetto Imposta di bollo - Applicazione in caso d’uso per gli elaborati progettuali allegati al permesso di costruire. Elenco circolari diramate nel mese di marzo 2009. Elenco aggiornato dei tecnici competenti in acustica ambientale. Disponibilità di figure professionali da parte dell’Agenzia per il lavoro “OBIETTIVO LAVORO S.P.A.” per l’inserimento lavorativo nel settore delle costruzioni edili. Disponibilità di figure professionali da parte dell’Agenzia per il lavoro “OPENJOB S.P.A.” per l’inserimento lavorativo nel settore delle costruzioni edili. Presentazione operazioni promozionali riservate ai clienti denominate “OPENFIDO” e “CREDITO SICURO”. Documento di approfondimento sul tema “Rivalutazione volontaria dei beni dei beni immobili. Articolo 15, commi da 16 a 23, del Decreto Legge 29 novembre 2008, n. 185 e articolo 5 del Decreto Legge 10 febbraio 2009, n. 5. Circolari 13 marzo 2009 n. 8/E e 19 marzo 2009 n. 11/E dell’Agenzia delle Entrate”. Software di compilazione “Bonus famiglia”. Chiusura anticipata degli Uffici Venerdì 10 aprile 2009 ore 12.30 in occasione delle Festività Pasquali. Prestazioni alberghiere e somministrazione di alimenti e bevande. Regime fiscale. Chiarimenti. ICI – Aggiornamento dei coefficienti per determinare il valore dei fabbricati strumentali – D.M. 23 marzo 2009. Comune di Bologna: provvedimento per la prevenzione ed il controllo delle malattie trasmesse da insetti vettori ed in particolare dalla zanzara tigre (Aedes Albopictus). Periodo 1 Aprile - 31 Ottobre 2009. Previsioni di interesse per cantieri, terreni, aree incolte o dismesse, aree aperte, abitazioni. Obblighi. Sanzioni. Piano Rilancio dell’Edilizia – Intesa Stato-Regioni – D.L. “Semplificazione disciplina dell’urbanistica e dell’edilizia” e D.d.L. “Testo unico principi in materia di edilizia e paesaggio” in corso di approvazione. Disponibilità di figure professionali da parte dell’Agenzia per il Lavoro “METIS SPA” per l’inserimento lavorativo nel settore delle costruzioni edili. Proposta per la trasmissione telematica delle dichiarazioni fiscali. Autore Servizio CP/df Tributario CP/aa CP/aa A.G. - Segr. - Amm. Tecnico CP/vc Lavoro CP/vc Lavoro LP/aa Tributario CP/vc CP/vc Tributario A.G. - Segr. - Amm. CP/vc Tributario CP/vc Tributario CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/df Tecnico CP/df Lavoro CP/aa Tributario inarcos 425 notiziari 426 227/2009 664 8/04/2009 228/2009 665 08/04/2009 229/2009 667 09/04/2009 230/2009 668 09/04/2009 231/2009 670 09/04/2009 232/2009 671 09/04/2009 233/2009 675 10/04/2009 234/2009 676 10/04/2009 235/2009 236/2009 677 680 10/04/2009 10/04/2009 237/2009 685 14/04/2009 238/2009 686 14/04/2009 239/2009 240/2009 687 688 14/04/2009 14/04/2009 241/2009 693 15/04/2009 242/2009 694 15/04/2009 243/2009 697 15/04/2009 244/2009 699 15/04/2009 245/2009 702 15/04/2009 246/2009 247/2009 704 705 16/04/2009 17/04/2009 248/2009 710 21/04/2009 249/2009 713 21/04/2009 250/2009 714 21/04/2009 inarcos Piano Strutturale Comunale (PSC) in forma associata dei 10 Comuni del Nuovo Circondario Imolese. Nostre osservazioni e contributi al Quadro Conoscitivo, ValSAT e Documento Preliminare per la formazione del PSC associato. Comune di Castel Maggiore (BO): adozione del Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE). Scadenza presentazione Osservazioni: 30 maggio 2009. Referenti tecnici Hera per i costruttori e loro progettisti. Nuovi recapiti telefonici. IVA: cessione di materiali per l’edilizia. Variazione in diminuzione. Chiarimenti ministeriali. Imposte indirette: trasferimento di aree comprese in piani comunali per insediamenti produttivi. Chiarimenti ministeriali. Trasferimenti di immobili in piani urbanistici particolareggiati. Pronunce giurisprudenziali. Sintesi normativa vigente e previgente per trasferimenti agevolati 1%. Intesa Istituzionale tra Comune di Bologna e Agenzia del Demanio per ex aree militari. Presentazione 16 aprile 2009 ore 16.30, Cappella Farnese - Palazzo D’Accursio, Piazza Maggiore n. 6 (BO). Seminari di aggiornamento gratuiti organizzati da I.I.P.L.E. nelle sedi di Bologna e Imola. Modello UNICO 2009 Società di Capitali. Procedura DURC. Ministero del Lavoro. Circolari n. 34 del 15 dicembre 2008 e n. 10 del 1 aprile 2009. Autocertificazione dell’inesistenza di provvedimenti amministrativi o giurisdizionali per violazioni di norme sulla sicurezza sul lavoro e di orario di lavoro. Scadenza: 30 aprile 2009. Incontro Unindustria Bologna sul tema “Dichiarazione IRAP e Bonus R&S (co. 280 Finanziaria 2007)”, Giovedì 16 aprile 2009, ore 913, sede Unindustria Bologna, Via S. Domenico n. 4 – Bologna. Rilevazione trimestrale dei tassi effettivi globali medi ai fini dell’applicazione della legge sull’usura (Legge 108/1996). Applicazione 01.04.2009 al 30.06.2009. Festività del mese di aprile. Accordo Nazionale 18 marzo 2009 - Patentino per operatori di macchine complesse. Clausola di gradimento in tema di divieto di subappalto alle imprese partecipanti alla medesima procedura. Orientamento ANAS su intervento ANCE. Nuovo Modello IVA TR: richiesta di rimborso o utilizzo in compensazione del credito IVA trimestrale. Prossima scadenza: 30 aprile 2009. Documento di approfondimento. Credito di imposta per i progetti di investimento in attività di ricerca e sviluppo. Approvazione del nuovo formulario per la prenotazione del credito. Data di avvio della presentazione ore 10,00 di mercoledì 22 aprile 2009. Stati Generali delle Costruzioni – Roma 22 aprile 2009 ore 10,00 – 14,00, Palazzo dei Congressi (Piazza J.F. Kennedy, 1). Invito a partecipare. Denuncia annuale dei rifiuti (M.U.D.) e diritto annuale per l’Albo Gestori Ambientali - scadenze del 30 aprile 2009. Convenzione per la compilazione del M.U.D. 2008. Scadenze fiscali maggio 2009. Rinvio STATI GENERALI DELLE COSTRUZIONI Nuova data: 14 maggio 2009. Comune di Sant’Agata Bolognese ed ACER Bologna: avviso di asta per l’alienazione di alloggi e pertinenze di proprietà comunale ubicati nel Comune in Via Terragli Levante nn. 5 e 18, ed in Via della Repubblica nn. 9, 10, 11, 12, 14, 16, 22, 24 e 26. Relative basi d’asta e scadenze. D.L. 5/2009 - cd. “Decreto incentivi”: pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge di conversione. Comune di Monghidoro (BO): avviso di asta pubblica per l’alienazione della proprietà inerente un terreno parzialmente edificabile sito in località Ca’ del Costa. Prezzo a base d’asta. 65.544,00 euro. Scadenza presentazione offerte: ore 12,00 del 5 maggio 2009. CP/aa Tecnico CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa Tecnico CP/aa Tributario CP/aa Tributario CP/aa Tributario CP/aa Tecnico CP/df A.G. - Segr. - Amm. CP/vc LD/ld Tributario Lavoro CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa Tributario LD/df CP/df Lavoro Lavoro CP/df Tecnico LP/aa Tributario LP/aa Tributario CP/vc A.G. - Segr. - Amm. LD/ld Tecnico CP/df CP/df-vc Tributario A.G. - Segr. - Amm. CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa Tributario CP/aa A.G. - Segr. - Amm. 719 721 21/04/2009 21/04/2009 253/2009 726 21/04/2009 254/2009 727 21/04/2009 255/2009 256/2009 729 733 21/04/2009 21/04/2009 257/2009 734 21/04/2009 258/2009 735 22/04/2009 259/2009 736 22/04/2009 260/2009 739 22/04/2009 261/2009 740 22/04/2009 262/2009 263/2009 741 742 22/04/2009 22/04/2009 264/2009 749 24/04/2009 265/2009 753 24/04/2009 266/2009 754 24/04/2009 267/2009 756 24/04/2009 268/2009 757 24/04/2009 269/2009 758 24/04/2009 270/2009 760 27/04/2009 271/2009 762 27/04/2009 272/2009 765 27/04/2009 273/2009 767 27/04/2009 Coefficiente per la rivalutazione del TFR - marzo 2009. Nelle gare di appalti pubblici il DURC ha validità mensile: tale validità decorre dalla data di rilascio dello stesso DURC e non da quella in cui è stata accertata la regolarità dei versamenti. Comune di Baricella (BO): proroga dei termini per la presentazione di osservazioni al Piano Strutturale Comunale (PSC), alla Valutazione di Sostenibilità Ambientale (VAS) ed al Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) all’8 maggio 2009. Compensazione contributo SSN sui premi di assicurazione Polizze Responsabilità Civile: veicoli trasporto merci di massa complessiva a pieno carico non inferiore ad 11,5 tonnellate. Benefici fiscali sul gasolio per autotrazione per l’anno 2008. Savigno (BO): avviso d’asta pubblica per la vendita di due lotti di terreno edificabili di proprietà comunale ubicati in Comune di Savigno (BO), Via Forese. Scadenza presentazione delle offerte: ore 12 del 21 maggio 2009. Seminario Sace, Abi e Simest: i nuovi strumenti per l’internazionalizzazione – Roma, 29 aprile 2009. Approvato il Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) e le schede tecniche di dettaglio Comune di Bologna. Entrata in vigore prevista per il 20 maggio 2009. Segnalazione n. IV/2009 elenco indicativo dei bandi di gara disponibile sul sito internet di ANCEBOLOGNA Collegio Costruttori Edili, www.ancebologna.it. Approvato il Regolamento Comunale del Verde Pubblico e Privato del Comune di Bologna. Entrata in vigore prevista per il 3 giugno 2009. Missione di filiera Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) nel Golfo Persico. Rinvio missione nei giorni 23-26 maggio 2009. Adesioni entro il 27 aprile 2009. Cessione di cubature. Imposte dirette ed indirette. Legittimità di clausole che riservano il sopralluogo a particolari ruoli e funzioni nell’ambito dell’impresa. Parere n. 33/2009 dell’Autorità Vigilanza sui Contratti Pubblici. Convenzione ANCEBOLOGNA - Gruppo24ORE riservato alle imprese associate. Anno 2009. Comune di Ozzano dell’Emilia (BO): approvazione del Piano Strutturale Comunale (PSC) e del Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE). Convegno annuale CPTO IIPLE sul tema: “Sicurezza sul lavoro in edilizia a Bologna e provincia: dati e riflessioni sul 2008”. Venerdì 8 maggio 2009, Aula Magna dell’Istituto Edile di Bologna, Via del Gomito n. 7, Bologna, ore 9-13, ampio parcheggio interno. Provincia di Bologna: approvazione variante al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) denominato Piano Operativo degli Insediamenti Commerciali (POIC) ai sensi dell’art. 27, comma 9, della Legge Regionale 20/2000. Entrata in vigore: 22 aprile 2009. Seconda gara provinciale del muratore. Iscrizione delle squadre entro le ore 12 del 5 maggio 2009. Procedura DURC. Autocertificazione dell’inesistenza di provvedimenti amministrativi o giurisdizionali per violazioni di norme sulla sicurezza sul lavoro e di orario di lavoro. Scadenza: 30 aprile 2009. FAQ del Ministero del Lavoro. Pubblicato il Regolamento sull’obbligo del contrassegno SIAE. Materiali promozionali di impresa. Parere n. 32/2009 dell’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici. Legittima esclusione del concorrente che corregge la polizza fideiussoria e lo schema tipo senza controfirma del garante. Appalti pubblici. Avvalimento. Irrilevante il rapporto giuridico esistente tra l’impresa che utilizza l’avvalimento e quella che mette a disposizione i requisiti. Invariato rispetto allo scorso anno il contributo da corrisponderle nel 2009 all’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori Servizi e Forniture. LD/df LD/df Lavoro Tecnico CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa Tributario CP/aa CP/aa Tributario A.G. - Segr. - Amm. CP/df A.G. - Segr. - Amm. CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa Tecnico CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa CP/aa Tributario Tecnico CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa A.G. - Segr. - Amm. LD/ld Lavoro CP/vc Tributario CP/aa Tecnico CP/aa Tecnico CP/aa Tecnico inarcos notiziari 251/2009 252/2009 427 notiziari 274/2009 768 28/04/2009 275/2009 771 28/04/2009 276/2009 781 28/04/2009 277/2009 784 29/04/2009 278/2009 785 29/04/2009 279/2009 786 29/04/2009 280/2009 787 29/04/2009 281/2009 788 29/04/2009 282/2009 790 29/04/2009 283/2009 797 30/04/2009 284/2009 798 30/04/2009 285/2009 805 30/04/2009 Equo canone e disciplina delle locazioni. Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati relativo al mese di marzo 2009. IRAP: deducibilità forfetaria del 10% ai fini delle imposte sui redditi. Rivalutazione dei beni immobili di impresa. Nuovi chiarimenti ministeriali. C.M. n. 11/E/2009. Legge n. 33/09, di conversione del D.L. 5/09 (c.d. “Decreto incentivi”): novità in materia di trasporti. Approvata la riorganizzazione dei Consorzi di Bonifica della Regione Emilia Romagna. Bando per la concessione di contributi agli enti locali per la realizzazione di programmi di qualificazione energetica. Erogazione diretta del TFR a carico del Fondo di Tesoreria – Istruzioni operative dell’INPS. CIGS ai sensi dell’art. 3 della Legge n. 223/1991, per accordo di ristrutturazione dei debiti, di cui all’art. 182-bis del regio decreto n. 267/1942 – Precisazioni ministeriali. Gruppo Filippo Fochi S.p.A. in amministrazione straordinaria: avviso di vendita all’asta di un complesso immobiliare sito nel Comune di Bologna, Via Paolo Nanni Costa n. 30. Prezzo a base d’asta: euro 14.252.100,00. Scadenza presentazione offerte: ore 16 del 12.06.2009. Bonus famiglia, bonus incapienti e incrementi di produttività. Risoluzione 115/E 28 aprile 2009, nuovi codici tributo. Legge Regionale 24/2001 e Decreto Legge 159/2007: procedure per la gestione del Programma di manutenzione di alloggi di edilizia residenziale pubblica “Nessun alloggio pubblico sfitto”. Indagine rapida sull’andamento del settore delle costruzioni nel 2008 (consuntivo) e previsioni per il 2009 ed il 2010. CP/vc Tecnico CP/aa Tributario CP/aa Tributario CP/aa Tecnico CP/aa Tecnico CP/aa Tecnico LD/df Lavoro LD/df Lavoro CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/vc Tributario CP/aa Tecnico CP/aa A.G. - Segr. - Amm. L’aggiornamento in tempo reale degli oggetti delle circolari indirizzate da ANCEBOLOGNA - Collegio Costruttori Edili alle imprese associate è consultabile sul sito internet: www.ancebologna.it. PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI G.U. DEL OGGETTO 74 30.03.2009 75 31.03.2009 75 31.03.2009 79 04.04.2009 80 06.04.2009 MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI DECRETO 20 MARZO 2009 Modifiche al decreto 11 novembre 2008, recante: “Disposizioni per l’installazione a posteriori di specchi sui veicoli commerciali pesanti”. MINISTERO DELL’ECONOMICA E DELLE FINANZE DECRETO 23 MARZO 2009 Aggiornamento dei coefficienti per la determinazione del valore dei fabbricati di cui all’articolo 5, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, agli effetti dell’imposta comunale sugli immobili (ICI) dovuta per l’anno 2009. MINISTERO DELL’ECONOMICA E DELLE FINANZE DECRETO 26 MARZO 2009 Rilevazione dei tassi effettivi globali medi. Periodo rilevazione: 1° ottobre – 31 dicembre 2008. DECRETO LEGISLATIVO 16 MARZO 2009, N. 30 Attuazione della direttiva 2006/118/CE, relativa alla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento. DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 23 FEBBRAIO 2009, N. 31 Regolamento di disciplina del contrassegno da apporre sui supporti, ai sensi dell’articolo 181-bis della legge 22 aprile 1941, n. 633. LEGGE 9 APRILE 2009, N. 33 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, recante misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi. Testo del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, coordinato con la legge di conversione 9 aprile 2009, n. 33, recante misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi, nonché disposizioni in materia di produzione lattiera e rateizzazione del debito nel settore lattiero-caseario. ERRATA-CORRIGE Comunicato relativo al testo del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, coordinato con la legge di conversione 9 aprile 2009, n. 33, recante: “Misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi, nonché disposizioni in materia di produzione lattiera e rateizzazione del debito nel settore lattiero-caseario.”. (Testo coordinato pubblicato nel supplemento ordinario n. 49/L alla Gazzetta Ufficiale – serie generale – n. 85 dell’11 aprile 2009). AUTORITA’ PER LA VIGILANZA SUI CONTRATTI PUBBLICI DI LAVORI, SERVIZI E FORNITURE - DELIBERAZIONE 1 MARZO 2009 Soggetti tenuti al versamento del contributo a favore dell’Autorità e relative modalità, in attuazione dell’articolo 1, commi 65 e 67, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, per l’anno 2009. ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA: Indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativo al mese di marzo 2009, che si pubblicano ai sensi dell’art. 81 della legge 27 luglio 1978, n. 392 (Disciplina delle locazioni di immobili urbani), ed ai sensi dell’art. 54 della legge del 27 dicembre 1997, n. 449 (Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica). CONFERENZA UNIFICATA - PROVVEDIMENTO 1 APRILE 2009 Intesa, ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, tra Stato, regioni e gli enti locali, sull’atto concernente misure per il rilancio dell’economia attraverso l’attività edilizia. (Repertorio atti n. 21/CU del 1 aprile 2009). S.O. N. 49/L 11.04.2009 428 87 15.04.2009 90 18.04.2009 96 27.04.2009 98 29.04.2009 inarcos CRONACA DAL TERREMOTO Le prime ore della colonna mobile della Protezione Civile della Regione Emilia Romagna, impegnata in un esemplare intervento di soccorso alla popolazione dell’Abruzzo. Sono quasi le ore 8 del 6 aprile 2009, apparentemente un lunedì come tanti, solo reso un poco più gradevole dalla consapevolezza di trovarci nella settimana che precede la Pasqua: coraggio, ancora qualche giorno di lavoro e poi un po’ di meritato riposo. Mentre mi faccio la barba accendo la radio. Una notizia apre il GR1: terremoto in Abruzzo. Le prime frammentarie notizie già fanno presupporre danni estesi e perdite di vite umane, purtroppo in numero copioso. Accelero le abluzioni mattutine, informo mia moglie della tragica notizia e inizio a predisporre la cancellazione di tutti gli impegni professionali fissati nella settimana. Questo evento riguarda anche me direttamente, in quanto presidente di ProIng, associazione di volontariato di protezione civile degli ingegneri liberi professionisti, nata nel 1996 per volontà di 35 soci fondatori, convenzionata con la protezione civile regionale, iscritta negli elenchi del volontariato e già operativa dopo i sismi del 1997 (Umbria Marche), 2002 (Molise), 2003 (Bolognese). I compiti che i soci di Pro-Ing hanno svolto in passato durante simili calamità, e che pensano di svolgere anche questa volta, vanno dal supporto alla costruzione del campo di soccorso alla popolazione, al controllo dell’adeguatezza degli impianti tecnologici nelle tendopoli, alle verifiche di stabilità degli edifici, funzione fondamentale per consentire ai cittadini impauriti e preoccupati di rientrare in sicurezza nelle abitazioni che non hanno subito danni. In particolare per quest’ultima funzione, i soci Pro-Ing, in maggioranza inge- gneri strutturisti e/o con lunga esperienza di progettazione, hanno, oltre a corsi di autosicurezza, primo soccorso, comportamento in caso di calamità, seguito corsi specifici da noi stessi gestiti per la corretta compilazione, nell’ultima versione AEDES 06/2008, delle “Schede di 1° livello di rilevamento del danno, pronto intervento e agibilità per edifici ordinari nell’emergenza post-sismica”. Inoltre, dall’ultima esercitazione di protezione civile dell’autunno 2008 nel Ravennate, Pro-Ing fa parte del cosiddetto “gruppo di valutazione”, un nucleo ristretto di esperti che ha il compito di giungere per primo sul luogo dell’evento calamitoso, per predisporre il successivo invio dei soccorsi nella misura e nei modi che si stabiliscono di volta in volta per la loro migliore efficacia ed efficienza. L’attesa non è lunga: alle 9 e 30 un dipendente dell’Agenzia regionale di protezione civile mi invita a raggiungerlo al più presto per importanti comunicazioni. Prima delle 10 sono nella sala operativa in viale Silvani, dove arrivano in continuazione informazioni dal Dipartimento e dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Il terremoto ha colpito duro: al culmine di uno sciame sismico iniziato nel gennaio e che già angustiava la popolazione, alle ore 3 32’ 39” una scossa di magnitudo 5,8 della scala Richter, con epicentro a circa 8,8 km di profondità nell’Aquilano ha gettato giù dal letto un’intera provincia, provocando, secondo i primi comunicati, danni immensi e almeno una cinquantina di morti. La freddezza dei numeri scuote comunque profondamente chi, come me dal 1976, ha già vissuto altri momenti simili: percepisco sul cuore, per antica memoria e sensibilità personale, il peso dell’angoscia, dello smarrimento sempre uguali che so prendere la gente, incredula nel constatare come alle prime luci del giorno certezze, beni, affetti, siano stati notiziari www.assoinar.it Didascalie: 1 - Veduta aerea del campo. 2 - Una chiesa di Villa Sant’Angelo, esempio della devastazione subita dal paese. 3 - Il centro abitato di Tussillo, a 1 km da Villa Sant’Angelo, con estesi danni. 4 - L’ingresso al campo: alla sinistra la parte dedicata all’assistenza sanitaria, al centro il piazzale, alla destra il container segreteria. Notare l’accesso separato per mezzi e pedoni. 5 - Porzione del parcheggio riservato ai soccorritori, capienza per oltre ottanta mezzi. 6 - Ai bordi del parcheggio, decentrata rispetto alla tendopoli, la zona riservata al servizio veterinario, nel cui retro sono posti i recinti per gli animali. 7 - Sulla strada, in corrispondenza delle cucine, si sta realizzando la piazzola per i bidoni dei rifiuti. Tutta la porzione di strada prospiciente il campo e il parcheggio viene mantenuta sgombra da mezzi per agevolare i lavori. In lontananza si vedono le auto dei privati. 8 - L’asta centrale dei servizi: in primo piano la centrale elettrica, bagni e docce, la centrale tecnologica, altri bagni e docce. Notare ghiaia e camminatoi. 9 - I lavori di allaccio degli scarichi alle fognature hanno richiesto materiale, mezzi e uomini capaci. Il tubo D60 è stato trovato alle ore 17 del Sabato Santo e subito montato! 10 - I due primi container sono stati ceduti al sindaco del Comune di Villa Sant’Angelo, Pierluigi Biondi, per riorganizzarvi l’amministrazione comunale, essendo il municipio inagibile. In secondo piano il gigantesco tendone mensa. 11 - Nel tendone mensa viene officiata la messa per cittadini e volontari, in quanto anche il parroco Don Luigi Marcocci non ha più né chiese, né sacrestia. Queste funzioni resteranno memorabili nel ricordo di chi vi partecipa, perché la non sacralità del luogo porta a una maggiore concentrazione sulle parole che vengono pronunciate. 12 - Il tessuto sociale lentamente si riannoda fra le tende: si fanno nuove amicizie, in una atmosfera di ritrovata solidarietà. 13 - I fiori della speranza: CORAGGIO ABRUZZO, ce la farai. cancellati in un attimo e che mai più il suo mondo sarà o ritornerà come prima. Il terremoto crea una barriera temporale, una boa nella memoria, un confine per i ricordi, separa nettamente come un bisturi affilato il prima dal dopo, come ogni evento memorabile e condiviso. Ora dobbiamo agire, come abbiamo imparato a fare in tante esercitazioni, riservando ad altri momenti l’abbandono ai sentimenti e ai ricordi. Vengono definiti compiti e responsabilità, e mentre presumibilmente si attende che il Dipartimento indichi all’Agenzia regionale dove dobbiamo andare, ognuno si ritaglia il tempo per organizzare la propria partenza. Ritorno a casa e inizio a raccogliere sistematicamente quello che mi serve, sintesi di necessità ed esperienza: per primi sacco a pelo, coltellino multiuso (memore di improbabili tentativi di sbuccia- 1 2 inarcos 429 notiziari re una mela con il coltello di plastica usa e getta distribuito alla mensa), i tappi per le orecchie per smorzare i tanti rumori notturni del campo e delle tende: quelli da cantiere andranno benissimo. Poi la trousse per l’igiene personale e l’abbigliamento, da curare particolarmente: farà freddo? Meglio prevedere ogni evenienza, quindi maglioni, camicie a maniche lunghe, magliette, stivali, scarpe da ginnastica e da cantiere, elmetto, giacca a vento e gilet pesante multitasche completi di logo ProIng e di scritta “Ingegnere” disegnata a lettere cubitali sulle spalle, completo di cerata impermeabile. Quindi il supporto tecnologico: notebook con pacchetto Office, Autocad 2008 e Mapsource, videoproiettore, macchina fotografica digitale, una coppia di radio ricetrasmittenti, navigatore satellitare con mappe aggiornate più l’atlante stradale del centro Italia, lo zaino predisposto da anni (uno dei cinque a disposizione dei soci Pro-Ing) contenente strumenti di misura antichi e moderni, più tutto quello che può servire in queste circostanze per saggiare, documentare, definire, riprodurre, memorizzare, ecc. In tutto un bel po’ di cose, acquistate negli anni con i finanziamenti concessi a Pro-Ing dall’Agenzia regio- 3 4 5 430 inarcos nale. Dopo avere controllato il tutto e organizzato il cospicuo bagaglio sono pronto: ritorno in Agenzia. Nell’attesa che arrivino tutti gli altri, prendo possesso del fuoristrada Defender 90 che mi è stato assegnato, vi carico il mio materiale, controllo poi il serbatoio e vedo che è quasi in riserva: infine constato da subito che il mio metro e ottantacinque mal si adatta alle dimensioni del posto guida e quindi prevedo che non sarà un viaggio comodo. Alle 15.30 partiamo in direzione di via Agucchi, sede del magazzino regionale di protezione civile, dal quale dobbiamo prelevare altri mezzi e materiali e dove abbiamo appuntamento con una colonna di soccorritori sanitari dell’ANPAS (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze). Finalmente pochi minuti prima delle 17 partiamo in colonna, con fari anabbaglianti e lampeggianti blu accesi, alla volta della tangenziale, intasata di traffico. Avanziamo faticosamente per i primi chilometri, usando anche la corsia d’emergenza (siamo o non siamo soccorritori?). Imboccata la A 14 a San Lazzaro, il traffico va a singhiozzo fino quasi a Imola, poi finalmente diventa fluido. La colonna dei mezzi di soccorso, costituita da sette veicoli che si tengono in contatto mediante telefoni cellulari (privati), avanza a 100 chilometri all’ora e si ferma nell’area di servizio di Bevano Ovest perché ormai il mio Defender è agli sgoccioli del carburante. La sosta, causa affollamento del distributore, costa una ventina di minuti, durante i quali abbiamo visto sfilare davanti a noi colonne di mezzi di soccorso con targhe di tutto il Nord Italia (Torino, Bolzano, Trieste, Verona quelli che ricordo). Altra sosta all’area di servizio di Montefeltro Ovest, dopo un’altra cinquantina di chilometri, per esigenze di rifornimento di altri. Colgo l’occasione per acquistare due piadine e una bottiglia di acqua minerale: saranno l’unica compagnia per il mio stomaco fino alle ore quattordici e trenta del giorno successivo. Ripresa la marcia, mentre le ombre della sera si allungano su di noi, ci ritroviamo in un traffico che, più si avanza, più vede aumentare il numero dei mezzi di soccorso, riconoscibili per una lunga scia di luci blu, senza quasi soluzione di continuità. Dopo Giulianova, aiutato dal navigatore, sono il solo a imboccare la A 24 per l’Aquila: gli altri della mia colonna, forse ingannati da fallaci indicazioni, proseguono in direzione di Pescara. L’autostrada inizia lentamente a salire fra una cortina di monti, i cui profili si indovinano nel buio della notte, bagnata da una pioggia leggera, ma incessante. Mi ritrovo a viaggiare solo con i miei pensieri, la mente volta all’emergenza che incontrerò, con l’unica compagnia del navigatore e della radio, sintonizzata a turno sui canali nazionali, alla costante ricerca di informazioni, attento a 6 7 8 9 ogni cartello. Il telefonino mi informa che la nostra destinazione è stata spostata da San Demetrio ne’ Vestini a Villa Sant’Angelo, a una quindicina di chilometri dal centro de l’Aquila e la radio mi ragguaglia che la A 24 è aperta solo fino ad Assergi, causa danni ad alcuni cavalcavia. Uscito sulla viabilità ordinaria, percorro nel buio solcato dalla sola luce dei fari che si riflettono sull’asfalto bagnato la strada che porta a Paganica, paese che la radio ha fatto uscire da un dignitoso anonimato, purtroppo per il numero dei morti. Alla sua periferia vedo i primi effetti del terremoto: smottamenti dagli scoscesi versanti che sovrastano la strada. Meglio stare verso il centro della carreggiata, come ho imparato a fare e come a mia volta insegno negli incontri di forma- 10 11 13 zione. Poi, all’incrocio di strade nel centro di Paganica ecco i segni nefasti del terremoto: crolli, lesioni, gente avvolta da coperte, falò improvvisati, macchine con i vetri resi opachi dalla condensa del fiato di interi nuclei famigliari che in esse cercano rifugio, intimità, riposo. Sono le 22 e 30, le strade sono intasate di mezzi di soccorso che corrono in tutte le direzioni, ognuno attento alle esigenze di priorità degli altri. Avanti, devo andare avanti. La strada ora passa nell’epicentro del terremoto: vedo cartelli stradali di paesi oggi dolenti protagonisti della cronaca e cerco passando, con la coda dell’occhio, di indovinare i crolli, i danni, le lesioni. Un ultimo cartello: “Villa Sant’Angelo 2 km”. Ad un incrocio chiedo informazioni a un forestale: “ Il campo della Regione torri faro i tre sacchi che contengono il materiale per ogni tenda, uno per la paleria e due per i teli, vengono trasportati da piccoli, ma efficienti mezzi a quattro ruote motrici e affidati a squadre di cinque o sei uomini in prossimità della piazzola in cui andrà installata. Una squadra addestrata è in grado di montare una tenda in tre quarti d’ora. Sei squadre lavorano contemporaneamente, cercando di non rubarsi la poca luce una con l’altra. Lentamente giunge l’alba e con essa finalmente riusciamo a farci un idea di dove siamo. Ci troviamo in una larga piana a poca distanza dal torrente Aterno al fondo di una lunga valle circondata da monti alti anche oltre milleduecento metri, mentre in secondo piano, verso Nord, fanno capolino le cime innevate del Gran Sasso. Siamo a duecento metri dal paese, di cui intravediamo il centro crollato in grande parte, la chiesa, a cento metri dall’ingresso del campo, ha l’abside collassata a terra e mostra l’interno devastato. Diciassette sono i morti che Villa Sant’Angelo, comune di neppure cinquecento anime, ha sacrificato in questa tragedia. Raccontano che i cani da ricerca dei primi soccorritori sentivano la presenza delle persone sepolte, ma non vi era modo di intervenire per mancanza di mezzi. Terribile. Terribile. Alla luce del sole che finalmente riscalda terremotati e soccorritori, continua febbrile l’opera di costruzione del campo. Verso le otto, per chi lo vuole, viene offerto un poco di caffè caldo, per alleviare la fatica e rialzare lo spirito. Mentre si prosegue alacremente nel montaggio delle tende, altre squadre provvedono al trasporto dei gruppi elettrogeni (due semirimorchi da venti piedi), di bagni e docce, della centrale tecnologica, dotata di fossa Imhoff in grado di depurare le acque e di scaricare in pressione e a grande distanza i reflui, della centrale elettrica. Una ventina di volontari sono impegnati prima nel posizionamento del container cucina e poi nella laboriosa costruzione del tendone mensa, una struttura illuminata e riscaldata, dotata di pavimento, di dodici metri per trenta, con capienza di oltre 400 posti a sedere. Intanto i settanta volontari dell’ANPAS montano le strutture di un Posto Medico Avanzato, l’ambulatorio e il posto di pronto soccorso, con oltre una decina di ambulanze. Verso mezzogiorno termina il montaggio delle tende: adesso altre squadre di specialisti devono fissarle a terra, collegarle all’impianto elettrico, dotarle di illuminazione e riscaldamento, riempirle ognuna con otto brande con i relativi materassi, cuscini, lenzuola e coperte. Questa operazione, moltiplicata per quarantotto, porterà via tutto il pomeriggio e alcune tende non potranno essere né illuminate, né notiziari 12 Emilia-Romagna”? Mi fanno cenno di girare a sinistra, tanto a destra, oltre la curva, tutte le case del paese sono crollate e non si potrebbe comunque passare. Dopo una trentina di metri una strettoia fra due muri induce a una curva secca: i nostri bilici con i container da dieci e venti piedi non riusciranno a passare qui, bisognerà inventarsi qualcosa. Dopo cinquecento metri vedo quattro potenti luci allineate lungo il ciglio di una strada: sono gli alpini dell’ANA della sezione Emiliano-Romagnola, i primi ad essere arrivati. Non hanno atteso gli ordini dall’alto, sono partiti seguendo il loro istinto, generosità ed esperienza, e sono stati indirizzati qui via radio. Hanno illuminato il sito che gli è stato indicato dalle autorità locali per l’allestimento del campo con luci alimentate da due gruppi elettrogeni e sono in attesa che arrivi il grosso della colonna, con il materiale. Parcheggio e scendo: sono le ventitre. Riconosco volti noti, amici di tante esercitazioni. Diego, con cui mi sono incontrato in altre occasioni per questioni relative all’impiantistica, ha preso in mano la situazione e alla luce fioca della plafoniera della sua auto sta iniziando a disegnare lo schema del campo. Ci accorgiamo che il sito che è stato indicato per il campo è lavorato e seminato a grano: concordiamo che ci pianteremmo fino al collo nella terra smossa. Ruotando le luci sul ciglio opposto della strada facciamo illuminare una vasta piana e scopriamo che una superficie irregolare con lati di circa cento metri è disponibile e non lavorata di recente: c’è anche l’accesso dalla strada. Non è il massimo, ma in mancanza di altre indicazioni si decide che questo sarà il sito del campo. Vediamo intorno a noi i fuochi accesi dagli abitanti che non hanno luogo dove rifugiarsi: bisogna fare presto. Lo schema del campo è presto fatto: un corridoi centrale per i bagni, le docce e i servizi necessari, sul lato più lontano dalla strada sei file con otto tende ciascuna. Nella parte prospiciente la strada a fianco dell’accesso, da un lato la zona per il soccorso sanitario e le tende per i volontari, dall’altro segreteria del campo, reparto trasmissioni (via satellite), cucina e mensa. Questo in linea di massima, poi si vedrà. Alla luce di una piccola torcia, facendomi aiutare da alcuni alpini, con una cordella da 50 metri misuriamo il sito e picchettiamo la posizione delle tende. Intanto è arrivato il resto della colonna, che deve fermare i bilici in uno spiazzo duecento metri prima della strettoia: saranno costretti a trasbordare tutto su autocarri più piccoli, che possano superarla, con perdite di tempo e ulteriore dispendio di mezzi ed energie. Sono le tre e mezza di martedì 7 aprile, sono passate 24 ore dalla scossa e si iniziano a montare le tende. Alla luce delle inarcos 431 notiziari 432 riscaldate, per carenza di forniture. Colorite imprecazioni vengono rivolte ai responsabili di tali mancanze, imputabili al Dipartimento o chi per lui. Verso le dodici e trenta la cucina è in grado di fornire il primo pasto caldo alla popolazione, cui i volontari cedono doverosamente il passo. Consumo il mio piatto di minestra alle quattordici e trenta, appoggiato al cofano di un Defender: mai ristorante mi è apparso più accogliente, mai pastasciutta mi è sembrata migliore, mai acqua più dissetante. Riprendo poi il compito di coordinamento dei lavori, cercando di dare la giusta priorità alle cento cose da fare, di trovare uomini, materiali, risorse. Nel tardo pomeriggio, a fianco dell’ingresso, il container segreteria inizia a ricevere le richieste di alloggio dalla popolazione. I primi gruppi famigliari si avvicinano timidamente e avanzano le loro richieste, poi la fila si allunga: provengono non solo da Villa Sant’Angelo, ma anche da altri centri della vallata, dai quali hanno visto sorgere dal niente il nostro campo. Le tende vengono riempite al limite della capienza e in alcuni casi anche oltre, per non dividere famiglie numerose. Non è possibile garantire una tenda per famiglia, perché troppe sono le richieste. Anche il parroco, che chiedeva una tenda tutta per sé, dovrà adattarsi a dividere lo spazio con altri. Ecumenicamente. I volontari non si sono riposati un attimo, nessuno ha dormito la notte precedente e nel pomeriggio la stanchezza inizia ad affiorare. Lucio, attento capo campo, uomo di grande esperienza nel guidare altri uomini in situazioni di stress e fatica (una vita nell’esercito come istruttore di un corpo specialistico di grande fama) controlla e frena gli eccessi, ferma chi giunto al limite rischia di diventare pericoloso per sé e per gli altri. Fra i volontari vige la comprensione più totale, perché tutti siamo stanchi, perché tutti siamo qui per aiutare e l’eccesso verbale di uno è solo il sintomo del raggiunto limite della spossatezza e dell’esaurimento fisico. Un poco alla volta le tessere fondamentali del campo prendono forma e occupano il posto prefissato. La corrente elettrica viene fornita dai due gruppi elettrogeni, l’acqua dai serbatoi mobili, il gas per la cucina dalle bombole di GPL. Alle diciannove le tende sono pronte ad accogliere finalmente al coperto le famiglie che hanno trascorso già due notti all’aperto o in macchina: il campo fa il pieno. La cucina è pronta e sfamerà, dalle diciannove e trenta alle ventitre, novecento persone nel turno serale, quasi il doppio del previsto, tutte fatte accomodare a turno nel tendone mensa, finito e perfettamente funzionante. I bagni necessitano ancora di qual- inarcos che intervento, ma in linea di massima possono andare. Ancora una volta, ma meglio di tutte le altre, il miracolo si compie: oltre cinquecento persone fra ospiti e volontari messi in condizione di stare al caldo e al coperto, rifocillati con un buon pasto in meno di venti ore. Bravi volontari, dal primo all’ultimo. Potranno dire tutti con orgoglio di aver avuto il privilegio e l’onore di aver partecipato ad un’opera di soccorso magistrale, in cui tutti i Diego, i Lucio e i cento altri che non cito, hanno fatto il proprio dovere e oltre, stringendo i denti e superando fatica e ostacoli, montando e rendendo efficiente un campo in un tempo brevissimo. E la qualità del lavoro svolto è testimoniato dai servizi delle numerose troupe televisive e degli ancora più numerosi giornalisti che hanno fatto visita al campo: Sky, la TV francese e quella tedesca, le tre reti RAI, con ben due dirette, i commenti anche a microfoni spenti di aperto elogio, ma soprattutto le parole semplici e sentite dei terremotati, unico metro con cui realmente si confrontano i volontari. Non vorrei viceversa citare i vari politici che hanno fatto passerella. Dimenticavo: alle 19 e 47’ una scossa di magnitudo 5,3 ci ha ricordato che il terremoto, come il postino, suona sempre due volte. Paura nella popolazione, altri danni (crolla quello che non era crollato il giorno prima), ma per fortuna nessuno si fa male. Infine, dopo le venti, assicurate le funzioni fondamentali per la popolazione, un’ultima fatica attende i volontari: il montaggio delle tende pneumatiche per il proprio alloggio. Alle ventidue tutto è pronto e i primi assonnati volontari occupano i posti disponibili. Ceno alle ventitre e poi subito a letto, infilato nel sacco a pelo e con due coperte di rinforzo, indosso i tappi per le orecchie e … buona notte! (Ma, come mi capita sempre in queste circostanze, per lo stress e la fatica, il riposo sarà di poche ore). Dal mercoledì e nei giorni successivi si è completato e affinato quanto impostato il primo giorno. Ecco parte dei lavori svolti. Raddoppio della segreteria, di cui la più piccola viene ceduta al sindaco per ripristinarvi gli uffici comunali resi inagibili; montaggio di ulteriori quattro tende, per un totale di cinquantadue; scavo di due fosse biologiche a dispersione (da usare in caso di necessità), di novanta metri cubi per i bagni e di trentasei metri cubi per la cucina, quest’ultima dotata di pozzetto sgrassatore; collegamento alla rete fognaria degli scarichi dei bagni con una tubazione lunga oltre duecentocinquanta metri; allaccio per fornitura di acqua potabile all’acquedotto pubblico prima con un tubo da mezzo pollice (insufficiente), poi da un pollice e mezzo (tubazione lunga 500 m); elettrodotto da 400 m per alimentare la centrale elettrica del campo con fornitura prima di 70 kW, poi di 300 kW; realizzazione di un distesa rullata e vibrata di ghiaia nei piazzali e nei percorsi fra le tende e i servizi e sotto le tende, previo utilizzo di stuoie di tessuto non tessuto; installazione di grelle in plastica nei percorsi pedonali; realizzazione di un fossato di protezione al campo, con pendenze misurate e calibrate, integrato da un reticolo di canalette e da un sistema di pompe aspiranti e di idrovore; realizzazione di un parcheggio per oltre ottanta mezzi; realizzazione dello spazio operativo per il servizio veterinario, con recinti, acqua potabile, torre faro; realizzazione di un piazzale su cui installare poi un tendone ludoteca/cinema e dei container in cui riavviare piccole attività commerciali locali; realizzazione con getto in cls e rete elettrosaldata di una piazzola per i bidoni dei rifiuti, previa riparazione del compattatore comunale, danneggiato dal crollo di un muro; montaggio del portale di ingresso al campo; ombreggiatura dei container per le derrate alimentari, con ondulina e rete per frutteti; applicazione del sistema HACCP alla cucina (linee guida riprese poi dal Dipartimento per le cucine di tutti gli altri 177 campi); rilievo del campo con strumentazione GPS, stazione totale e livello laser e redazione della mappa con autocad; ecc., ecc. Sono rientrato stanco, ma orgoglioso e soddisfatto, dopo nove giorni fra cui una Pasqua memorabile (ringrazio la sensibilità di mia moglie che non ha posto limiti alla mia permanenza al campo), avvicendato dal collega Ing. Camillo Sansone di Modena. La mia parte l’ho fatta, ora attendo che i colleghi di Pro-Ing, organizzati dal consiglio direttivo che nel frattempo non si è risparmiato in iniziative (vedi incontri di formazione sulle schede AEDES del 08/04 e 22/04 Bologna, del 29/04 a Modena, per altre iniziative consultate il sito www.proing.org), vengano chiamati per le verifiche di agibilità. Sono oltre duecento i soci, da tutta la regione, motivati, addestrati, assicurati, pronti a partire per dare ancora una volta un contributo professionale alla gestione del dopo emergenza, colleghi e amici le cui capacità sono testimoniate da un encomio ufficiale del Dipartimento per l’intervento del 2002 in Molise. In un momento in cui le libere professioni non godono del favore della stampa, e nella specifica circostanza del terremoto la nostra meno di altre, questi duecento volontari sono viceversa una dimostrazione palese del senso etico che pervade chi affronta la professione di ingegnere con onestà intellettuale. Meditate gente, meditate, ma soprattutto, fate meditare. Giancarlo Rivelli, ingegnere CORSI E CONVEGNI rubriche EIRE Si svolgerà dal 9 al12 giugno prossimi la quinta edizione di EIRE, l’evento internazionale dedicato al real estate italiano e dell’area mediterranea. La fiera tratterà i temi di maggiore attualità: il ruolo della finanza nel real estate; lo sviluppo delle città; il retail; l’eco-Sostenibilità e il social housing. EIRE è un evento che offre la possibilità di confrontarsi e lavorare in un ambiente confortevole e business oriented con tutti i principali protagonisti internazionali del settore, svolgendo in quattro giorni di fiera un lavoro altrimenti molto più dispendioso in tempo e risorse. La fiera vuole porsi come la nuova fiera di riferimento per il settore del retail e dell’industria dei centri commerciali. Un luogo di confronto sulle opportunità di sviluppo e di commercializzazione di nuove aree sul suolo italiano e, per gli operatori italiani, di apertura verso l’estero. Uno spazio espositivo e di comunicazione dedicato interamente alle amministrazioni locali italiane di media e piccola dimensione per promuoversi, far conoscere al mercato le proprie opportunità e incontrare nuovi partner per sviluppare e rendere operativi i propri progetti. www.italiarealestate.it *** OUTDOOR DESIGN Milano, luglio 2009 POLl.design Consorzio del Politecnico di Milano organizza il corso di Alta Formazione in “Outdoor Experience Design” per progettare e arredare gli spazi esterni privati e pubblici. Il corso si terrà a Milano dal 6 al 24 luglio 2009 e costituisce una specializzazione professionale molto attuale per designer e architetti, volta a formare una figura professionale nuova rivolta a un settore dove il design riveste un ruolo di determinante importanza. Per informazioni: www.outdoorexperiencedesign.it. *** KLIMAENERGY 24-26 settembre 2009, Fiera di Bolzano Fiera specializzata delle energie rinnovabili per usi commerciali, che si rivolge ad aziende ed enti pubblici intenzionati a ridurre le spese energetiche con azioni ecosostenibili. Settori: fotovoltaico, solare termico, Solar cooling, biomassa, biogas, geotermia, eolico, idroelettrico, cogenerazione, idrogeno e celle a combustibile. www.fierabolzano.it/klimaenergy2009 *** KLIMAENERGY 20-22 ottobre 2009, Veronafiere III Expo Business Forum Internazionale Termotecnica Energia Ambiente. La manifestazione abbina una importante area espositiva ad una forte componente di aggiornamento professionale, grazie alla realizzazione di un fitto programma di convegni e workshop. www.expocrea.com *** Corso di qualificazione “PROVE NON DISTRUTTIVE PER LA DIAGNOSTICA DELLE STRUTTURE IN CALCESTRUZZO” METODI, PROCEDURE, NORMATIVE Con certificazione di Livello 2 CICPND Bologna, 3-6 novembre e 16-19 novembre 2009 Giornata di studio “PROVE SU PALI DI FONDAZIONE” Bologna, 20 novembre 2009 I recenti casi di crolli verificatisi in edifici scolastici hanno messo in evidenza come il problema della sicurezza strutturale dei fabbricati esistenti sul territorio nazionale sia stato spesso posto in secondo piano rispetto ad altri requisiti. Questa considerazione può essere estesa ad una vasta gamma di edifici, pubblici e privati, la cui affidabilità è carente non solo nei confronti di sollecitazioni eccezionali come quelle sismiche, ma anche rispetto alle normali condizioni di esercizio, a causa di difetti di progettazione o di esecuzione, delle proprietà spesso scadenti dei materiali e del loro degrado. Molte amministrazioni si stanno muovendo per mettere in sicurezza scuole e altri edifici pubblici, e le normative tecniche più recenti hanno finalmente affrontato apertamente il campo degli edifici esistenti. Ciò ha posto in evidenza la necessità di mettere in atto procedure diagnostiche per valutare in modo affidabile inarcos 433 MATERIACUSTICA S.R.L. Società spin-off dell’Università degli Studi di Ferrara Polo Scientifico Tecnologico, Via Saragat,1 - 44100 Ferrara, Italia Tel:+39-0532-974862 Fax: 974870 Corso di formazione avanzato ASSORBIMENTO ACUSTICO rubriche Teoria, tecniche di misura e di simulazione, materiali 9-10 Luglio 2009 Ferrara, Facoltà di Ingegneria – Polo Scientifico Tecnologico Con il patrocinio della Scuola di Acustica dell’Università di Ferrara – Visita al Laboratorio di Acustica Venerdì 10 Luglio Ore 9:00 - 13:00 – Modelli teorici per la previsione delle proprietà acustiche dei materiali porosi (esempi di applicazione di modelli tramite software) – Tecniche di misura delle proprietà fisiche e meccaniche dei materiali porosi utilizzate dai modelli teorici – Tecniche di inversione dei modelli teorici per la determinazione dei parametri fisici Ore 14:00 – 16:00 – Cenni sulle applicazioni delle proprietà acustiche dei materiali in codici numerici di simulazione acustica (FEM, BEM, SEA, raytracing) – Esercitazioni pratiche per l’applicazione di modelli teorici Docenti: Francesco Pompoli e Paolo Bonfiglio Professore a Contratto e Assegnista di Ricerca presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Ferrara. Iscrizione e modalità di pagamento: Il costo del corso è di 600,00 euro + IVA. Per ulteriori informazioni sui programmi, costi e modalità di iscrizione visitate il sito www.materiacustica.it Finalità del corso: Il corso si rivolge a dottorandi di ricerca, ricercatori, consulenti con esperienza in acustica che intendano approfondire al massimo livello le loro conoscenze nel settore delle proprietà acustiche dei materiali fonoassorbenti. Al fine di conseguire capacità progettuali in questo campo è necessario affrontare la teoria della propagazione del suono in mezzi dissipativi e all’interfaccia aria-materiale. Verranno inoltre illustrate e discusse tutte le tecniche di misura, anche innovative, sviluppate per la determinazione delle proprietà fisiche e acustiche dei materiali, i modelli teorici in grado di determinare il comportamento acustico dei materiali, le diverse tipologie di materiali fonoassorbenti disponibili sul mercato. L’ultima parte del corso sarà dedicata ad esperienze di laboratorio con esempi di caratterizzazione fisica e acustica di materiali e all’applicazione di modelli di previsione su PC. Programma: Giovedì 9 Luglio Ore 9:30: registrazione Ore 10:00-13:00 – Introduzione – Richiami della propagazione delle onde piane con formulazione complessa – Propagazione del suono nei materiali dissipativi – Propagazione del suono con interfaccia aria-materiale Ore 14:00-18:00 – Modalità di assorbimento del suono, tipologie di materiali sul mercato – Tecniche di misura delle proprietà acustiche dei materiali – Sistemi risonanti e sistemi misti la situazione attuale degli edifici, anche in relazione ai livelli di conoscenza definiti dalle norme, ma ha anche portato alla ribalta l’esigenza di figure professionali in grado di affrontare questa problematica con adeguate competenze. 434 inarcos Questo corso, organizzato dall’AIPnD in collaborazione con il Dipartimento DISTART dell’ Università di Bologna, ha la finalità di formare una figura professionale ad elevata specializzazione, in grado di proporsi sul mercato come esperto nella valutazione degli edifici esistenti attraverso l’esecuzione di campagne diagnostiche e la valutazione critica dei relativi risultati. Il programma del corso prevede tre moduli: – modulo di base: argomenti di base, *** SUL PALCOSCENICO DI FIERA DI ROMA PROVE GENERALI PER EXPOEDILIZIA E SITE, GLI EVENTI PROFESSIONALI PIÙ ATTESI DELL’ANNO Alla Nuova Fiera di Roma sono già cominciati i lavori per l’edizione 2009 di Expoedilizia - Fiera professionale per l’edilizia e l’architettura, e SITE Salone dell’impiantistica termoidraulica ed elettrica, che andranno in scena, anche per quest’anno in contemporanea, dal 12 al 15 novembre 2009. Organizzate da ROS, società partecipata da Fiera di Roma e da Senaf, le manifestazioni si rivolgono in particolare agli operatori del centro e sud Italia che le considerano ormai un appuntamento irrinunciabile perché in grado di favorire l’incontro tra i diversi operatori, sia del comparto edile che dell’impiantistica tecnica, nell’ottica di costruire nuove sinergie di business e favorire lo sviluppo complessivo del settore. Una scelta, quella di organizzare in contemporanea le due Fiere, che si è rivelata vincente come confermano anche i risultati dell’edizione 2008 che si è chiusa all’insegna dei grandi numeri con oltre 800 aziende in esposizione, 10 padiglioni e 70mila metri quadri di spazio espositivo. Non solo. Con l’edizione 2008 le due Fiere hanno raggiunto anche un altro importante risultato: riuscire a raccogliere nello stesso evento circa 45mila visitatori qualificati, il 45% in più rispetto all’anno precedente. E con “queste carte” il 2009 non può che essere all’insegna dell’ulteriore consolidamento di un successo che è parte del dna delle due manifestazioni: dall’indagine condotta su un campione di oltre mille visitatori presenti alla scorsa edizione infatti, ben il 91 % si è dichiarato soddisfatto della manifestazione e la quasi totalità (94%) ha affermato di voler ripetere la visita anche per la prossima edizione. Oltre alla crescita del numero dei visitatori e alla loro soddisfazione, c’è anche la percentuale di gradimento (87%) della presentazione “in filiera” delle tecnologie, dei prodotti e degli impianti dedicati all’edilizia e al comfort, segno tangibile del la validità del progetto Expoedilizia-SITE. Un progetto costruito sulle necessità sempre più incalzanti del visitatore di informarsi risparmiando tempo e denaro, e sull’esigenza di acquisire continuamente maggiori conoscenze sui sistemi e i prodotti che direttamente o indirettamente compongono le moderne costruzioni. Una rassegna di ampio respiro ma “a dimensione di visitatore”, che si ripresenta con la veste inaugurata nella precedente edizione con le sue 14 aree tematiche. Inviare a: Senaf - Via di Corticella 181/3 - 40128 Bologna - T. +39 051 325511 F. +39 051 5880078 - [email protected] www.senaf.it *** GREENERGY EXPO Milano, novembre 2009 Greenergy Expo è il nuovo evento dedicato alle energie rinnovabili che, dal 25 al 28 novembre 2009, metterà in mostra a Fieramiliano le tecnologie già pienamente disponibili e prodotti competitivi. Si terrà in contemporanea con EnerSolar+ , l’evento focalizzato su solare fotovoltaico e termico. Il nuovo evento presenterà le energie rinnovabili nelle loro applicazioni più immediatamente realizzabili e si rivolgerà anche all’utente finale. La manifestazione è divisa in diversi saloni: Biogas (salone internazionale dell’industria del biogas); Enerlegno (salone internazionale dell’energia del legno); Hydro Energy (salone internazionale dell’energia micro e mini idroelettrica); Europellets (salone internazionale dell’industria del pellet, tecnologie e produzione di calore); Cogenexpo (salone internazionale della cogenerazione etrigenerazione); Geothermia (salone internazionale dell’energia geotermica e delle pompe di calore); Energy Market (salone internazionale del mercato libero dell’ energia). Per questo motivo, la manifestazione proseguirà fino a sabato. Fino al 27 novembre 2009 si svolgerà anche HTE-HiTech. Expo, la rassegna dedicata al mondo della scienza, della ricerca e delle tecnologie più avanzate. www.zeroemission.eu rubriche conoscenza dei materiali strutturali, normativa sulla valutazione degli edifici esistenti, procedure per la diagnostica, prove non distruttive, metodi di elaborazione; – modulo sul metodo sclerometrico: basi fisiche, strumentazione, procedure, normativa, trattamento dei dati sperimentali; – modulo sul metodo degli ultrasuoni: basi fisiche, propagazione delle onde, generazione e propagazione degli ultrasuoni, parametri caratteristici, apparecchiature e trasduttori, procedure, normativa, trattamento dei dati sperimentali per la stima della resistenza e l’analisi dei difetti. Una parte consistente del corso si svolge presso il LaRM, Laboratorio Resistenza Materiali dell’Università di Bologna, dove i partecipanti possono operare personalmente sotto la guida di operatori certificati di Livello 3. Le diverse parti del corso si concludono con test di autovalutazione e relativa discussione. I docenti provengono sia dal mondo universitario, sia dall’industria e hanno un’esperienza pluriennale nel settore. L’attestato di frequenza costituisce titolo di addestramento per chi desidera conseguire la certificazione di Livello 2 da parte del CICPND, organismo di certificazione accreditato dal SINCERT. A completamento del corso si svolgerà una giornata di studio dedicata ad un tema sul quale è molto sentita l’esigenza di una adeguata formazione: quello delle prove non distruttive sui pali di fondazione. Diversi esperti del settore verranno chiamati a presentare e discutere criticamente le diverse metodologie oggi disponibili, con presentazione di casi applicativi. Per informazioni rivolgersi a: Sig.ra Maria Teresa Bazzani, AIPnD Brescia Tel. 030 3739173 - Fax 0303739176 [email protected] *** MOSTRA CONVEGNO EXPOCOMFORT MILANO giugno 2009 Proseguono i lavori per MCE, Mostra Convegno Expocomfort 2010, la manifestazione dedicata al settore dell’impiantistica civile ed industriale in programma dal 23 al 27 marzo 2010 in Fiera Milano Quartiere Rho. Innovazione e efficienza energetica saranno i driver del percorso che guiderà verso la manifestazione e che declinerà in maniera nuova l’impegno che da cinque edizioni caratterizza Next Energy, il Salone nel Salone, dedicato proprio ai inarcos 435 rubriche temi dell’efficienza e del risparmio energetico. La prima tappa è prevista per metà giugno, con un grande convegno presso il Politecnico di Milano per fare il punto su aspetti normativi e legali, nuovi incentivi e opportunità economiche legate al tema della certificazione energetica, con case history e approfondimenti su tecnologie impiantistiche per i nuovi edifici e per la valorizzazione dell’esistente. Partner d’eccellenza per il nuovo progetto Next Energy sarà il Politecnico di Milano, Dipartimento BEST, cui è affidata anche la Presidenza del Comitato Scientifico che valuterà, nel corso dell’anno, i prodotti più innovativi in termini di produzione e progettazione che entreranno a far parte del “Percorso Efficienza & Innovazione”. “Con il Percorso - spiega Massimiliano Pierini, direttore della manifestazione - l’innovazione nell’efficienza sarà valorizzata in modo diffuso e trasversale in tutti i settori della manifestazione, mentre le iniziative web a supporto dell’iniziativa, garantiranno alle aziende del Percorso, una visibilità che, da giugno, li accompagnerà fino a tutto il 2010”. *** CORSI DI FORMAZIONE AEM Fondazione AEM organizza presso la struttura di casa dell’energia corsi casaelima per progettisti ed imprese attraverso i quali si potranno acquisire gli elementi e le tecniche necessarie alla progettazione e realizzazione di edifici ad elevata efficienza energetica. Coordinatore del corso: Arch. Olivia Carone, Albo Consulenti Esperti CASA CLIMA di Bolzano CORSI DI FORMAZIONE 2009 – CORSO AVANZATO CASA CLiMA PER PROGETTISTI Nei giorni 10-11 giugno a Bolzano, Nei giorni 23-24-25 giugno a Milano; – CORSO BASE CASA CLiMA PER ARTIGIANI E IMPRESE Nei giorni 10-11-12 giugno; – CORSO SOFTWARE XCLiMA il 06 maggio si svolgerà il corso per l’apprendimento dell’uso del software per il calcolo Casaclima; – CORSO CASA CLIMA PER EDIFICI PASSIVI. In preparazione il programma di un corso per edifici passivi e la corret- 436 inarcos ta verifica degli stessi (test blowerdoor) – INCONTRI TECNlCl PER I PROFESSIONISTI. Sono previsti alcuni master brevi della durata di 8 ore di tecnologia delle costruzioni e di tecnologia impiantistica per edifici ad alta efficienza energetica. Alcuni corsi comprendono visite in cantiere e presso impianti di particolare rilevanza tecnica. I corsi sono riconosciuti dall’Agenzia CasaClima, provincia Autonoma di Bolzano e verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Per iscrizioni e informazioni: Arch. Olivia Carone Sportello Ufeco c/o Casa dell’Energia Fondazione AEM 3, piazza Po, Milano Tel. 02.77203961 Cell. 333. 3680785 Mail: [email protected] Mail: [email protected] *** Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente Giornata di Alta Formazione OPPORTUNITA’ ECONOMICHE DELLA COGENERAZIONE NELLA CLIMATIZZAZIONE La cogenerazione, ovvero la generazione combinata in un unico processo di energia elettrica e termica, è una tecnologia che può consentire elevati risparmi di energia primaria e, quindi, riduzione di emissioni di CO in atmosfera. Affinché si possa effettivamente trarre vantaggio dalla cogenerazione è però necessario analizzare e risolvere problematiche di tipo tecnico, ambientale, economico e legislativo. Il corso, che rappresenta un approfondimento delle tematiche trattate nel corso CTI “Produzione efficiente dell’energia: la cogenerazione distribuita”, ha l’obiettivo di mettere a disposizione del personale tecnico, avente ruoli e competenze in materia di energia, alcuni degli elementi tecnico-economici chiave sia per poter valutare la sostenibilità energetico-economica di un sistema cogenerativo sia per ottimizzarne la gestione. Per informazioni di dettaglio: ing. Fabio Saletti Comitato Termotecnico Italiano Via Scarlatti, 29 - 20124 Milano 2 tel: 022662651 - cell: 3345779327 [email protected] www.formazione.cti2000.it *** IN/ARCH - ANCE PREMI NAZIONALI DI ARCHITETTURA Sono stati assegnati i Premi Nazionali di Architettura IN/ARCH-ANCE giunti alla III edizione. I lavori della giuria, presieduta dall’artista Arnaldo Pomodoro, si sono conclusi con l’assegnazione del Premio alla Carriera all’architetto Renzo Piano. Oltre il Premio alla Carriera, la Giuria ha premiato opere di architettura realizzate in Italia negli ultimi 5 anni, assegnando il riconoscimento ai tre soggetti che ne hanno consentito la realizzazione: committente, progettista e impresa. Il premio nazionale per un intervento di nuova costruzione è stato assegnato all’ampliamento della biblioteca Pio IX della Pontificia Università Lateranense a Roma, progettata dallo studio King Roselli Architetti. Il premio nazionale per un intervento di riqualificazione edilizia è andato al recupero dell’edificio Ico delle ex industrie Olivetti a Ivrea progettato da Dante Benini & Partners, studio Giacopelli architetti e Diaspro. L’edificio ha già ottenuto il Real Estate Award 2008 nella sezione “miglior progetto di ristrutturazione” e si è aggiudicato il XVII concorso internazionale “Sistema d’autore” Metra, lo scorso gennaio. I premi per le opere progettate da giovani progettisti italiani sono stati assegnati a: Domus Malles, edificio residenziale a Bolzano progettato dallo studio Metrogramma, a due case a Orsara di Puglia, progettate dall’architetto Raimondo Guidacci e al complesso residenziale a Imola progettato dallo studio Cristofani & Lelli Architetti. Infine il premio nazionale “Bruno Zevi” per la diffusione della cultura architettonica, destinato ad una testata giornalistica, è andato al Corriere della Sera quale esempio qualificato di promozione e diffusione, presso un pubblico vasto, della produzione di architettura contemporanea di qualità in Italia e di temi delle trasformazioni del territorio. LETTO PER VOI rubriche Biocombustibili: sulla loro crescita pareri e valutazioni sono contrastanti Dott. Ing. Giovanni Manzini La corsa alla produzione di biocarburanti, generata dalla ricerca di alternative al petrolio, sta influenzando il mercato mondiale di alcuni prodotti essenziali per la catena alimentare umana, principalmente i cereali e gli olii vegetali. A tal proposito, si sottolinea che, anche quando questi beni non entrano direttamente nella nostra dieta, lo fanno indirettamente, poiché sono essenziali per la produzione di mangimi per gli animali. Per conseguenza, dall’aumento del costo dell’alimentazione animale, deriva necessariamente un incremento del prezzo della carne che finirà sulle nostre tavole. Il problema è relativamente semplice: molti coltivatori preferiscono destinare i loro terreni a coltivazioni in grado di produrre l’etanolo* o il biodiesel**, in seguito ai forti sussidi pubblici garantiti da molti Governi, Istituiti per promuovere tali iniziative e far fronte alla crescente domanda di biocarburanti. Tuttavia, così facendo, sottraggono le loro produzioni al settore alimentare, in cui la domanda di quegli stessi beni è pure in forte crescita. Gran parte del mondo in via di sviluppo richiede più proteine e calorie, segno inequivocabile di un’espansione economica che migliora il tenore di vita: ad esempio un abitante della Repubblica Popolare Cinese consumava 20 kg di carne all’anno nel 1985, mentre nel 2007 il consumo pro-capite nel Paese ha superato i 50 kg. Secondo molti esperti, però, le preoccupazioni riguardanti la potenziale competizione tra usi alimentari e energetici di molte produzioni agricole sono sostanzialmente infondate e la crescita dei prezzi dei beni alimentari che è avvenuta durante l’ultimo biennio è dovuta soltanto a un balzo inatteso della domanda alimentare che si è scontrato con una produzione carente, le scorte insufficienti e alcuni eventi climatici sfavorevoli, oltre che a fenomeni speculativi. Un’analisi che secondo altri esperti presenta dei lati deboli, infatti i picchi dei prezzi di cereali e olii vegetali nel 2007, si sono verificati in una fase di produzione record di questi beni. Per quanto riguarda i cereali, ad esempio, la produzione del 2007 si è attestata su circa 1,7 miliardi di tonnellate, un livello mai raggiunto nella storia. Record analoghi sono stati toccati dalla soia e dall’olio di palma. Eppure ciò non è stato sufficiente, e le scorte di cereali sono calate di oltre 50 Mt, indice della pressione fortissima esercitata da una domanda in grande crescita. Solo negli USA 30 Mt di mais in più, rispetto al 2006, sono state dedicate alla produzione di biocarburanti, alle quali si aggiungono altri 10 Mt spostate su quel tipo di produzione in altre parti del mondo. Anche molti olii vegetali hanno subito la stessa sorte. In Occidente la cosa passa quasi sotto silenzio, ma non va dimenticato che l’olio di palma e di soia è essenziale nella dieta di centinaia di milioni di persone in Asia e in Africa, poiché primario nella cucina in quelle parti del mondo. È pure vero, però, che i rincari di cereali e olii vegetali, nonché di molti altri beni alimentari, sono stati causati inarcos 437 rubriche anche da forti fenomeni speculativi, simili a quelli che si stanno osservando nel settore petrolifero. Ed è anche vero che le capacità produttive di beni agricoli di intere aree del mondo, a partire dalla Cina continentale, sono sottosfruttate e basate su tecnologie e metodologie obsolete. Nel frattempo, secondo la FAO (Food and Agriculture Organization, organismo dell’ONU varie rivolte scatenate dall’aumento del prezzo degli olii vegetali sono già esplose in Guinea, Mauritania, Messico, Marocco, Senegal, Uzbekistan e Yemen. Dato ancor più preoccupante se si pensa che la produzione di biocarburanti si trova ancora ad uno stadio iniziale, destinato a svilupparsi drasticamente nei prossimi anni. Uno sviluppo che potrebbe sottrarre enormi porzioni di territorio alle produzioni agricole, poiché sono necessarie grandi quantità di cereali e olii vegetali per ottenere modeste quantità di biocarburanti. A tutto ciò si aggiungono le ambiguità che ancora circondano l’effettiva resa energetica ed ambientale dei biocombustibili. A questo proposito, si ricorda che un recente numero dell’autorevole rivista “Science” ha riportato i risultati di alcuni studi compiuti da due Università statunitensi, secondo i quali i gas serra prodotti dall’etanolo potrebbero generare un tasso di surriscaldamento globale due volte superiore a quello prodotto da benzina e gasolio. E, in tema ambientale, molti altri ancora sono i problemi che rimangono aperti, quali, principalmente, l’enorme consumo di acqua (la cui disponibilità potrebbe rappresentare un fattore critico del nostro secolo), l’impoverimento dei suoli e l’uso massiccio di fertilizzanti richiesti dalla coltivazione. * Sostituto della benzina, che si può ottenere da canna da zucchero, mais, barbabietola. ** Sostituito del gasolio, che si ottiene da olii vegetali quali l’olio di palma, soia, calza. ■ Energia e idrogeno: siamo già nel futuro Alberto Pieri e Marieke Reijalt L’idrogeno è un vettore d’energia con molte facce. Poiché è possibile produrlo da diverse fonti primarie, quali ad esempio metano, eolico, carbone, nucleare..., potrebbe diventare il fattore aggregante delle differentI risorse destinate a formare il nostro futuro “energymix”. Purtroppo tale vettore non pare sia ancora conosciuto adeguatamente da chi ha responsabilità decisionali. Tecnici, politici, amministratori si lasciano impressionare da preconcetti, informazioni di parte, condizionamenti. Per molti le tecnologie dell’idrogeno sono costose, le sue applicazioni su larga scala sono lontane nel tempo. Per altri tale vettore è destinato a contribuire in modo rilevante per ridurre le problematiche energetiche e ambientali. Nel frattempo, ci sono istituzioni, imprese e centri di ricerca impegnati concretamente sia per impieghi nella mobilità che nello stazionario. Secondo le dichiarazioni di grandi gruppi automobilistici le prime produzioni di piccole serie di veicoli arriveranno sul mercato già nel 2010: lo hanno detto Daimler al Motor Show di Francoforte nel settembre 2007; General Motors a Los Angeles in novembre; Ford a 438 inarcos Detroit nel gennaio 2008; a settembre 2007 il veicolo FCVH di Toyota ha coperto i 560 km tra Tokyo e Osaka con meno di un pieno; anche Honda si mostra positiva e annuncia per l’estate 2008 la commercializzazione della FCX Clarity. All’Intelec di Roma dell’ottobre 2007 sono state presentate celle a combustibile stazionarie per le telecomunicazioni competitive con le batterie tradizionali. Dunque siamo all’inizio dell’economia dell’idrogeno? Le esperienze in atto sembrano confermarlo. Le celle a combustibile, cioè i sistemi che producono elettricità e calore tramite reazione tra idrogeno e ossigeno, sono i più efficienti e silenziosi sistemi ad emissioni zero (solo acqua). Importanti progetti europei di ricerca e sviluppo degli ultimi cinque anni incoraggiano le aspettative per l’uso dell’idrogeno, che si caratterizza come energia sostenibile; è capace di contribuire alla riduzione delle emissioni; è sempre più evidente la fattibilità tecnologica ed economica. A partire dal 2003 la Commissione europea, coinvolgendo l’industria e i centri di ricerca, ha intensificato gli sforzi di collaborazione e avviato un’apposita Piattaforma tecnologica al fine di accelerare la commercializzazione delle applicazioni dell’idrogeno. E’ dell’ottobre 2007 la presentazione dell’Iniziativa tecnologica comune europea (Jti, Joint technology initiative) per le celle a combustibile e l’idrogeno, da finanziare anche con le risorse del 7° Programma quadro ricerca (Pq) 2007-13. A fine maggio 2008 il Parlamento e il Consiglio competitività dell’Unione europea hanno approvato la proposta della Commissione e stanziato i fondi per la Jti. Oggi i contesti legislativo, finanziario e industriale appaiono positivi. Dall’evidenziazione delle carenze dell’attuale normativa internazionale è scaturita una intensificazione del lavoro del Global technical regulation e dell’Iso; un apposIto gruppo di studio sta completando la regolamentazione mancante. L’Unione europea ha presentato a ottobre 2007 la proposta di Regolamento per l’omologazione dei veicoli alimentati a idrogeno. L’approvazione da parte del Parlamento e del Consiglio comunitari potrebbe avvenire prima della fine del 2008 o all’inizio del 2009. Il Ministero dell’interno italiano ha pubblicato il Decreto 31 agosto 2006, Gazzetta ufficiale N. 213 del 13 settembre 2006, per l’approvazione della regola tecnica di prevenzione Incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio degli impianti di distribuzione dì idrogeno per autotrazione. Purtroppo il decreto limita la pressione a 200 bar, quando la tecnologia per stoccare l’idrogeno arriva già con sistemi affidabili e sicuri a 700 bar nelle stazioni di servizio aperte al pubblico a Francoforte e a Mantova. Ad Amburgo gli autobus di linea svolgono servizio regolare per il pubblico, e transitano anche sotto le gallerie; in Italia si sta facendo il possibile per superare le lungaggini delle autorizzazioni. Comunque le Fiat Panda del progetto ZeroRegio circolano a Mantova; Vem è riuscita a far omologare il veicolo da lavoro (utility vehicle) progettato nell’ambito del progetto comunitario HyChain. Questa iniziativa si appresta a mettere sul mercato anche autobus, cargobike, motocicli, bici e sedie a rotelle. Pure lo stazionario muove i suoi passi. Nella primavera del 2007 la Fast, Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche, ha ottenuto il nulla osta per installare L’Eni promette altre 12 stazioni entro due anni. Il citato progetto Miscela della regione Lombardia prevede l’apertura di due infrastrutture di servizio integrate ad Assago e Monza. Il 6 dicembre 2007 la società Vimpe ha aperto a Spirano una stazione a metano; ha già l’autorizzazione per erogare la miscela con l’idrogeno. Da tempo è attivo il sito di Bicocca di Zincar, azienda controllata dal Comune di Milano. Ora tutto è pronto per aprire nell’autunno 2008 il primo distributore a idrogeno nel centro urbano realizzato con la tecnologia del Gruppo Sol. Passando ai veicoli, oltre alle auto a fuel cell di ZeroRegio, la Fiat ha presentato al salone di Francoforte del settembre 2007 la Panda Aria, a miscela idrogeno metano. La società Zincar utilizza due Multipla e due Doblò a combustione interna alimentate a idrogeno. Sui campi di gara delle Olimpiadi di Pechino gireranno 31 veicoli ecologici, denominati Smile, di Faam Group di Monterubbiano. Due funzioneranno con l’idrogeno. Sul fronte dello sviluppo delle celle a combustibile per uso stazionario ci sono interessanti movimenti societari. La Svizzera Ht Ceramix, che ha sviluppato la cella a ossido solido chiamata HtBox, è stata acquisita nel maggio 2007 da Sofc Power, azienda creata da Eurocooling- Turbocooling Group di Trento. Si rafforza così il collegamento con l’Istituto federale svizzero di tecnologia e l’Università di Trento e si localizza in Italia sia la ricerca che la produzione. E’ la stessa strategia adottata dal gruppo Saati, azienda multinazionale impegnata nella serigrafìa e con un forte impegno nell’innovazione per i materiali e nelle membrane per le celle a combustibile. Il 18 dicembre 2007 Ansaldo Fuel Cells ha inaugurato la cella a combustibile da 500 kWa carbonati fusi alimentata a gasolio, realizzata per il Centro ricerche Marmora di Gebze-Kokaeli, vicino a Istanbul in Turchia. Le potenzialità di tale tecnologia sono evidenti: produzione di elettricità sulle navi o in località non raggiunte dalla rete del gas. Gli impegni annunciati da Enel a marzo 2007 sono accattivanti, anche se le vicende relative all’area possono ridurre le speranze di effettiva realizzazione o comunque ritardarne i tempi; riguardano l’avvio di un impianto da 12 MW alimentato a idrogeno per produrre elettricità a Porto Marghera; si prevede di rifornire pure degli autobus a miscela. Il vettore idrogeno può giocare un ruolo importante nello sviluppo delle tecnologie per la cattura della CO nella fase pre-combustione, almeno secondo quanto recita la “Roadmap’ per l’Italia presentata dal progetto Hyways e relativa all’Enel. Ma non solo grandi aziende! Ici caldaie sviluppa celle a combustibile Pem per la cogenerazione; Claind e Ilt Technology dominano il mercato degli elettrolizzatori. Certo i critici hanno facile gioco nel sostenere che si tratta di piccoli numeri. E’ vero, ma è chiaro che non si deve attendere il 2050 per vedere l’economia dell’idrogeno. Non bisogna dimenticare che le infrastrutture basate sulle energie convenzionali hanno impiegato più di un secolo per affermarsi (è del 1883 la prima centrale elettrica europea, la seconda al mondo, progettata da Giuseppe Colombo, il fondatore nel 1897 della Fast). Oggi, però, l’innovazione tecnologica è estremamente più veloce; si riescono ad ottenere in pochi anni risultati che nel passato richiedevano decenni. ■ rubriche nell’atrio del Centro congressi una cella a combustibile con una potenza di 2,5 k W per finalità dimostrative e formative. Ci sono voluti quasi 3 anni per ottenere il permesso; ma il processo è stato utile anche per i tecnici dei Vigili del fuoco per acquisire conoscenza e fare esperienza, accettando di intervenire su una tecnologia innovativa in un luogo problematico: cella alimentata da idrogeno in bombole, nel centro di Milano, in una sede aperta al pubblico e con situazioni di criticità. La strada è così aperta per ulteriori applicazioni che ci si augura siano numerose e di qualità. Sono più di cinque anni che lo sviluppo tecnologico atteso per l’idrogeno e le sue tecnologie sta attirando crescenti risorse. Gli Stati Uniti e il Giappone mettono a disposizione più ai 200 milioni di dollari l’anno. La Germania ha stanziato 500 mln di euro per il decennio solo per il trasporto. Il 6° Pq ha erogato complessivamente 245 milioni di euro; l’ultima proposta per il Jti ipotizza di mettere assieme fondi per 1,4 miliardi di euro, grazie anche alle disponibilità degli Stati membri e delle regioni. Per il periodo 2007-13 la Commissione propone di investire 470 milioni ai euro; ne attende almeno altrettanti dall’industria. General Motors ha investito più di 1 miliardo di dollari per sviluppare auto a idrogeno. Ma la parte del leone tocca a Toyota e Honda; quest’ultima intende proporre un programma di leasing per tali veicoli già nel 2008. Secondo l’Osservatorio per il mercato delle celle a combustibile e l’idrogeno dell’Università Bocconi e il gruppo di lavoro sui finanziamenti ai H2It, l’Associazione italiana idrogeno e celle a combustibile, i livelli di cooperazione industriale evidenziano con chiarezza la crescita del mercato. La finanziaria 2008 stanzia 10 milioni di euro per la Piattaforma nazionale idrogeno. Può essere il motore per creare sinergie e formulare un piano d’azione per una strategia comune. Questo è in linea con quanto promesso dal ministro Bersani il 13 dicembre 2007: la pubblicazione di un bando nell’ambito di Industria 2015 per un progetto di rilievo, capace di aggregare e valorizzare competenze, professionalità, applicazioni di successo. Pure alcune regioni dimostrano attenzione allo sviluppo dell’infrastruttura per il settore. Sta entrando nel vivo il progetto Miscela metano-idrogeno per l’autotrazione della Lombardia. Il vicino Piemonte è impegnato nel sostegno ad iniziative che contribuiscano a creare un contesto industriale importante con il laboratorio HysyLab e anche con le piccole e medie aziende; c’è molta attenzione verso la formazione. Le due regioni hanno firmato il 20 marzo 2007 il Protocollo d’intesa per la realizzazione di un accordo strategico per l’idrogeno e le tecnologie correlate. Sul piano industriale, l’Italia si muove purtroppo in modo scoordinato e dispersivo. Al contrario sarebbe necessario disporre di un forte impegno nazionale e poter far affidamento su un sistema integrato dalla produzione alla distribuzione alle applicazioni dell’idrogeno per creare più sinergie e catene di valore a livello locale coinvolgendo tutti gli attori. Ci sono comunque fatti importanti. Nel settembre 2007 Eni Sapio e Fiat hanno inaugurato l’area multifuel di Mantova prevista dal progetto europeo Zero Regio. La prima realtà multifuel era stata aperta nel 2006 vicino a Livorno. 2 inarcos 439 © 2009 - Cosa nasconde un pavimento che sta per cedere? I vespai possono col tempo provocare cedimenti nelle abitazioni. Il sistema Leca e Uretek Cavity Filling è la soluzione veloce e definitiva per riempire il vuoto e mettere in tensione la pavimentazione soprastante,mantenendo la funzione isolante dell’intercapedine. Le proprietà dell’argilla espansa Leca® e della resina espandente Uretek Geoplus® garantiscono un intervento che offre molteplici vantaggi: non è invasivo, è semplice e non servono scavi, non produce vibra- zioni dannose, non appesantisce il terreno, è applicabile in aree di difficile accesso ed ha costi e tempi sensibilmente ridotti rispetto agli altri sistemi. Uretek è disponibile non solo a fornire tutte le informazioni sul sistema, le sue modalità operative, e i casi risolti, ma anche per una valutazione gratuita sui costi dell’intervento. www.uretek.it