C.I.D.I.Ge.M. Centro Interdipartimentale Disturbi Identita’ di Genere Molinette FISS settimana del benessere sessuale IDENTITA’ SESSUALI Miti, realtà e diversità a confronto Dott.ssa M. Molo Dott.ssa C.Crespi Dott.ssa V.Mineccia Sessualità E’ energia che motiva a trovare amore e contatto, a sentire calore e intimità E’ espressa nel modo in cui sentiamo, ci muoviamo, tocchiamo e siamo toccati Riguarda l’essere sensuale oltre che sessuale Influenza la salute fisica e mentale Non si riduce a coito, orgasmo, vita erotica, che possono essere parti della nostra sessualità ma ugualmente possono non esserlo Definizione di Salute sessuale secondo l’O.M.S. Integrazione degli aspetti somatici, emotivi, intellettuali e sociali dell’essere sessuato, in modo che arricchiscano positivamente e sviluppino personalità, comunicazione e amore. Salute sessuale diritto umano basilare Necessità di promuoverla mediante: Educazione sessuale positiva verso il sesso, che assicuri libertà da paura, vergogna, false credenze e fattori psicologici negativi Educazione per gli operatori della salute mirata al superamento di omofobia, bifobia, transfobia e sessismo Miglior accesso alla terapia della salute sessuale Nell’Ottocento si sviluppa un interesse scientifico per la sessualità. Freud, il padre della psicanalisi, ma anche figura importante per la sessuologia, pose la libido, l’energia sessuale, quale elemento cardine del funzionamento umano. La sessualità è presa in considerazione in molte sue opere, basta ricordare i Tre saggi sulla teoria sessuale. La strada era aperta, i suoi allievi avrebbero continuato a svilupparne le idee. Tra essi merita un posto speciale Reich, che vide nella repressione sessuale un modo per assicurare la sottomissione dei popoli. In seguito Lowen sviluppò un modello terapeutico finalizzato al superamento dei blocchi emozionali e al raggiungimento dell’orgasmo. In queste concezioni olistiche la persona umana è considerata nel suo insieme di mente e corpo e la sessualità ne è considerata un elemento intrinseco Verso la metà del secolo scorso si iniziò a studiare lo sviluppo del genere nei bambini, in parte nel tentativo di determinare le origini dell'omosessualità e venne avviato il "Gender Identity Research Project" I concetti di identità sessuale /identità di genere sono considerati elementi fondanti dell’identità di sé Identità di Sé E’ un concetto intuitivo, caratterizzato dalla consapevolezza di un sé distinto dall’ambiente e persiste costante nel tempo, nonostante il continuo divenire L’identità di sé si sviluppa in sinergia con la mente, le emozioni e i sentimenti E’ collegata alla memoria Identità sessuale E’ la sensazione interna, profonda e irreversibile, di appartenere al genere maschile o femminile (io sono un maschio/io sono una femmina), il sentimento di appartenenza ad un genere e l’orientamento sessuale Verso i due anni i bambini prendono coscienza delle differenze fra maschi e femmine nella voce, nell’abbigliamento, nella pettinatura, si forma il nucleo centrale dell’identità di genere e può avvenire la scoperta della differenza genitale. Allora nell’identità personale si sviluppa un nuovo aspetto, quello di appartenenza ad un sesso. Le credenze collegate sono relativamente permanenti dopo che il bambino raggiunge i 4 o 5 anni di età Identità di Genere Il rapporto bambino-genitore, la percezione dei genitali esterni, la forza biologica derivante dagli aspetti biologici del sesso (cromosomi, gonadi, ormoni, strutture riproduttive accessorie interne e genitali esterni), l’osservazione della realtà e le esperienze, formano nel cervello gli schemi mentali interni su cosa significa essere maschio o femmina. Configurano modelli di comportamento che possono essere confermati o eliminati in funzione dell‘approvazione/disapprovazione dalla società. Le predisposizioni interne vengono plasmate mediante l’educazione e la socializzazione: i fattori esterni esercitano una forza che imprime una forma al genere rendendolo plasmabile e malleabile L’identità di genere è in stretta relazione con i ruoli di genere, quei modi di essere e di apparire, quegli schemi specifici di atteggiamenti e comportamenti che la maggior parte delle società assegna ad ogni sesso. La conformità va a rinforzare l’identità di genere. La difficoltà o l’incapacità di conformarsi ai ruoli di genere può indebolirla. L’identità di genere si basa fondamentalmente sul riconoscimento e sull’accettazione della propria realtà corporea e delle funzioni fisiologiche che ne derivano Identità sessuale femminile Contempla l’orgoglio e la soddisfazione di essere donna, il rispetto reciproco con l’uomo, in una condizione di assoluta parità e riconoscimento delle diversità, l’autonomia sessuale, la possibilità di soddisfare le proprie istanze di seduzione e di piacere senza essere criticata, sfruttata o sottoposta a violenza fisica, la condivisione e l’impegno comune nella scelta di maternità, l’accettazione di una modalità femminile nello svolgere il proprio ruolo Identità sessuale femminile A lungo la donna è stata considerata solo madre, (funzione riproduttiva), non veniva considerato il suo piacere sessuale (funzione edonica), rivendicato dal femminismo. I contraccettivi ormonali le hanno permesso di gestire in modo autonomo l’esperienza sessuale, scegliendo se e quando affrontare una gravidanza. Considerandosi sullo stesso piano dell’uomo, la donna ha potuto sviluppare un atteggiamento di autodeterminazione e sono caduti i concetti di verginità fino al matrimonio, di ruolo femminile solo ricettivo e l’essere sessualmente attive un atteggiamento tipico della prostituzione (autonomia sessuale femminile). Formazione dell’Identità Sessuale Sesso cromosomico: xx / xy (embrione indifferenziato fino alla 6°-12° settimana di gravidanza) Sesso gonadico: ovaie / testicoli (la secrezione di testosterone trasforma i genitali in senso maschile) Formazione genitali esterni Strutturazione cervello Periodo perinatale (dal II al IV mese) Riconoscimento di sé (1 anno e mezzo) 3 anni (socialità) Pubertà (attivazione) Vengono individuate alcune condizioni problematiche: la mancanza di fiducia nella propria femminilità/ mascolinità crea la fragilizzazione nasce ambivalenza quando vi è confusione sul fatto di essere veramente femmina/maschio ambiguità se negli altri c’è il dubbio se si è di fronte a femmina/maschio compare l’inversione quando c’è disarmonia fra mente e corpo, quasi una distorsione percettiva. La causa di queste anomalie nell’identità sessuale è il mancato apprendimento o l’apprendimento non corretto della funzione eccitatoria sessuale, innata. Occorre erotizzare I propri organi genitali Le anomalie dell’identità di genere, pur essendo note sin dalla antichità, furono descritte per la prima volta da Friederich nel XIX secolo. Pur essendo chiamate in modo diverso: Metamorphosis sexualis paranoia, Die Transvestiten, Inversione sesso-estetica e Eonismo, Psychopathia Transsexualis, Transessualismo, Disturbo dell’Identità di Genere, Transgenderismo ed attualmente Disforia di Genere, si tratta sempre di una disarmonia fra quanto una persona sente di essere e il suo corpo Esiste una minoranza di persone che vive una disarmonia completa tra gli aspetti biologici (SESSO) e l’identità di genere (GENERE) con la costante e drammatica consapevolezza di appartenere al genere opposto Queste persone presentano un quadro di normalità dal punto di vista cromosomico, ormonale e somatico. L’ATIPICITA’ DEL GENERE NELLA MITOLOGIA E NELLA STORIA Nella mitologia greca e romana: il Dio Dioniso fu allevato come ragazza e spesso impersonificò delle ragzze Ovidio nelle Metamorfosi racconta la storia di due «atipicità di genere»: l’indovino Tiresia e Ifi Mito greco delle Amazzoni Giochi di travesimento dell’ imperatore Caligola Nel mondo greco e romano l’abitudine di travestirsi nei panni Del sesso opposto era usata per molte cerimonie e rituali (Es: gli uomini si vestivano da donne per venerare Eva) L’ATIPICITA’ DEL GENERE NELLA NELLA STORIA Abate Francoise de Choisy (1644-1724) notabile francese che si presentò all’incoronazione del Papa con un fastosissimo abito da donna e continuò ad indossare abiti femminili per tutta la sua permanenza in Italia. Nelle sue memorie «..Io penso sinceramente di essere una donna» Edward Hyde (1702-1708), Governatore di NYC e del New Jersey. Indossò sempre abiti Femminili. L’ATIPICITA’ DEL GENERE NELLA MITOLOGIA E NELLA STORIA La regina Cristina/Conte Donha di Svezia (1629-1689) Abdicò al trono svedese ed adottò immediatamente e definitivamente aspetto ed atteggiamenti maschili. Charles Auguste, cavaliere d’Eon de Beaumont (1727-1810) Visse 49aa da uomo e 37 da donna L’ATIPICITA’ DEL GENERE NELLA RELIGIONE La legge ebraica contiene dei regolamenti per le persone di non chiara definizione di genere (pone dei comportamenti Nella categoria maschile, femminile o «altro») Nel mondo musulmano un famoso commentatore del Corano – Al-Bukhari vissuto nel IX secolo, dedica un’intera sessione agli uomini che vogliono assomigliare al donne e viceversa. Leggi suntuarie, nel Medioevo che disciplinavano le regole in merito all’abbigliamento La storia di Giovanna d’Arco dimostra come all’interno di una struttura ecclesiastica fossero già poco tollerati i comportamenti «diversi» rispetto al genere L’ATIPICITA’ DEL GENERE NELL’ANTROPOLOGIA Molte ricerche sottolineano come in alcuni contesti gli individui possano ricoprire ruoli ed identità di genere diversi rispetto al loro sesso biologico dimostrando come le categorie maschile e femminile non cosituiscano concetti universali validi in assoluto. Alcune tribù africane: donne marito con i privilegi ed i poteri degli uomini; Maori della Nuova Zelanda, sciamani del Vietnam, Zulu del Sud Africa e Bantu dell’Angola: sciamani e sacerdoti manifestano Comportamenti varianti rispetto al genere L’ATIPICITA’ DEL GENERE NELL’ANTROPOLOGIA Riconoscimento del TERZO GENERE Hijira in India e i Berdache in Nord America L’ATIPICITA’ DEL GENERE NELL’ANTROPOLOGIA Hijira conosciute in India come la casta del terzo genere; ermafrodita, eunuco o «essere sacro ed erotico Maschile e femminile e si riferisce a uomini intersessuati per nascita o castrati. Non sono considerate donne perché non hanno genitali femminili. Il loro potere si fonda sull’identificazione con la Dea Madre, alla quale gli indiani si devono sottomettere per ottenere salvezza e successo L’ATIPICITA’ DEL GENERE NELL’ANTROPOLOGIA Berdache in Nord America: maschi e femmine I tratti caratterizzanti sono: - La specializzzione produttiva (artigianato e lavori domestici per i maschi; caccia e ruoli di leadership per le femmine); - Mandato soprannaturale - Variazione di genere - Comportamento sessuale variabile Nella maggior parte dei casi i bambini crescendo si riconoscono nel loro sesso biologico e sviluppano la loro identità di genere in modo coerente ad esso apprendendo nei vari contesti sociali i comportamenti e gli atteggiamenti adeguati per esprimere ed affermare il loro ruolo di genere con gli altri. Per bambini ed adolescenti: ORGANIZZAZIONE ATIPICA DEL GENERE (D. Di Ceglie, 2003) Incongruenza tra sesso biologico ed identità di genere che si manifesta con una definizione anomala che un soggetto ha di se stesso, delle relazioni con i pari e della scelta dei giochi “I bambini, i ragazzini diversi sollevano degli interrogativi sulla natura della normalità o della salute” Alla maggior parte di loro viene chiesto di conformarsi e raramente vengono compresi in modo adeguato Hanno delle convinzioni uniche e peculiari su se stessi e si distinguono per la loro stranezza e per essere al di là della comune capacità di comprensione. E’ una condizione che mette alla prova la capacità di tolleranza in quelli che li circondano Le esperienze dei minori sono diverse da quelle osservate negli adulti perchè nei minori è implicato un processo di sviluppo (fisico, psicologico e sessuale). C'è una grande fluidità nell'esito. Soltanto una piccola parte evolve verso una ‘diversa identità’. La maggior parte dei bambini interessati da queste esperienze svilupppa, da adulto, un orientamento omossessuale senza variazioni dell'identità e altri un orientamento eterosessuale senza variazioni dell'identità Comportamenti tipici dei bambini o delle bambine in contesti scolastici/sociali • Preferenza per giochi tipici dell’altro sesso; • Scelta di compagni di giochi dell’altro sesso; • Nella scelta dei giochi principio del piacere non conformità sociale; • Frequenti giochi di “travestimento” con strofinacci od asciugamani come gonne o come velo per simulare i capelli lunghi; • Emulazione dei compagni/compagne dell’altro sesso; • Nei giochi di ruolo scelgono di assumere il ruolo di genere dell’altro sesso; • Aspettative “magiche” di trasformazione del loro corpo; Cosa accade ad adolescenti con DG? • Sviluppo dei caratteri sessuali secondari ed impatto soggettivo e relazionale; • Nell’infanzia c’è una sorta di aspettativa “magica” che crescendo il corpo si possa trasformare, nell’adolescenza c’è la presa di coscienza della realtà. • Il problema non è soltanto la discriminazione esterna ma è ciò che questi/e ragazzini/ e sentono dentro di sé: la discrepanza tra la percezione interna di sé e la realtà del proprio corpo. • Il modo in cui gli altri reagiscono a questo disagio o all’ambiguità che loro esprimono può influire su come il soggetto elaborerà la sua “diversità”. • Diversità di accettazione tra maschi e femmine: le ragazze definite “maschiacci” sono più accettate; i maschi sono più fragili. Comportamenti tipici degli adolescenti a scuola • Adottare un abbigliamento ed un atteggiamento tipico dell’altro sesso; • Trascorrere il tempo libero con compagni dell’altro sesso; • Emarginazione, discriminazione o bullismo da parte del gruppo di pari dello stesso sesso (biologico); • Isolamento; • Frequenti assenze e altissimo rischio di abbandono scolastico; • Possibile richiesta di frequentare i bagni dell’altro sesso; • Evitamento dell’ora di educazione fisica: timore degli spogliatoi; La Disforia di Genere in età adolescenziale/adulta In alcuni casi “proseguimento” della Disforia in età evolutiva Adolescenza periodo critico Percorso medico: terapia ormonale e interventi chirurgici di riattribuzione di sesso Orientamento sessuale eterosessuale e omosessuale Negli adulti: 1 maschio su 30000 1 femmina su 100000 Nei minori: APA (2000) 5 maschi:1femmina Di Ceglie (2002) 2 maschi:1 femmina (al di sotto dei 12 anni) Zucker et al.(2003) 6 maschi:1 femmina MtF Maggiore stigmatizzazione e discriminazione sociale Maggiore prevalenza? Maggiore visibilità sociale Buona riuscita chirurgica Maggior difficoltà a “passare per donne” Maggiore psicopatologia FtM Minore stigmatizzazione e discriminazione sociale Minore prevalenza? Minore visibilità sociale Limiti delle tecniche chirurgiche “ricostruttive” Facilità a “passare per uomini” Migliore adattamento sociale e psicologico Comportamenti che possono suscitare pregiudizi, imbarazzo e irritazione Investimento sul corpo: luogo della mancanza; Atteggiamenti percepiti come inadeguati (es: manierismi, marcature ed esagerazioni) Abbigliamento/trucco: strumento per sottolineare la propria identità di genere Modalità “atipica” di presentazione Atteggiamenti manierati, marcature ed esagerazioni: come segno di fragilità del senso di appartenenza al genere femminile o maschile NON fragilità della percezione di sé come uomo o donna (camminata, tono della voce…) Gestione aspetti pratici Bagni, spogliatoi etc.. : ciò che per noi è automatico per le persone T* è una lenta conquista. Entrare in un bagno femminile oppure cambiarsi in uno spogliatoio maschile significa autorizzarsi ad appartenere ad una certa categoria (non è solo SENTIRSI donna o uomo ma ESSERLO) Negazione di alcuni diritti: matrimonio religioso; cambio del nome vincolato all’intervento chirurgico La relazione con persone T* Aspettativa del rifiuto collegata direttamente alla Disforia di Genere: spostare l’attenzione dagli altri a se stessi/e Il contesto negativo influenza la salute mentale delle persone T*: MINORITY STRESS NUOVE IDENTITA’ E VULNERABILITA’ Contesto scolastico Contesto medico-sanitario Sicurezza personale NUOVE IDENTITA’ E VULNERABILITA’ Grande inquietudine perché non si conosce la reazione dell’altro di fronte allo “svelamento” dell’identità anagrafica Lo sguardo dell’altro che giudica e “pietrifica” La mia identità di genere è determinata (soprattutto) dallo sguardo dell’altro Bullismo omofobico/transfobico • Riguarda tutti gli atti di prepotenza ed abuso che si fondano sull’orientamento sex e sull’identità di genere rivolti a persone percepite come omosessuali o atipiche rispetto al ruolo di genere; • I maschi sono più fragili perché il ruolo di genere maschile è definito in modo più puntuale e le sue variazioni sono più sanzionate dalla società. • I bersagli possibili sono: adolescenti che apertamente si definiscono transgender o che hanno raccontato a terzi di sé, adolescenti che SEMBRANO appartenere all’altro sesso, adolescenti con fratelli, sorelle o genitori transgender, talvolta anceh adolescenti che hanno idee od opinioni favorevoli alla tutela dei diritti delle persone trans. Bullismo omofobico/transfobico • Il bullismo transfobico ha delle caratteristiche diverse rispetto ad altre forme di bullismo (es per il peso o per la timidezza): gli adolescenti vittime di bullismo transfobico hanno una percezione più negativa dell’ambiente scolastico, più alti livelli di ansia e depressione ed una maggior esperienza di aggressioni verbali e fisiche; • Si basa su dei pregiudizi di natura sessuale, estremamente diffusi nella nostra società ed in letteratura è riportato come un insegnante intervenga più facilmente se la vittima è una persona disabile o in sovrappeso piuttosto che un adolescente omosessuale o transgender (“stai esagerando.. È solo uno scherzo” ) Bullismo omofobico/transfobico • Chiedere aiuto significa portare l’attenzione sulla propria identità di genere, sul prorpio aspetto e sulla propria diversità (vera o presunta) con conseguenti possibili vissuti di ansia, vergogna e disistima; • Spesso manca l’appoggio dei pari: se difendo una ragazza obesa e io non sono obesa sono protetta. Se difendo un adolscente con sviluppo atipico rischio di passare (come minimo) per omosessuale. • La connotazione sessuale: essendo un bullismo legato alla sessualità sono più probabili umiliazioni fisiche a sfondo sessuale (es: toccare le parti intime, obbligare la persoan a spogliarsi..) oltre alle manifestazioni classiche di bullismo (rovinare materiale scolastico, scitte sui muri, messaggi sui social network, insulti e denigrazioni) Conseguenze del bullismo omofobico/transfobico • Gli effetti sono sempre e comunque negativi sia che il sogg abbia o non abbia svilippo atipico • Senso di allerta e di preoccupazione nel frequentare la scuola, inclusi incubi e pensieri intrusivi, nervosismo o improvvisi scoppi di ira • Minaccia per la propria incolumità personale e fisica • Diminuzione del rendimento scolastico • Assenteismo • Abbandono scolastico • Maggior rischio di condotte antisociali in età adulta per gli aggressori “Non solo ogni regola presenta 25 marzo 2011 delle eccezioni, ma la vita è . Il transessualismo e le variazioni feconda soltanto quando si dell'identità di genere accetti l'inevitabilità del conflitto” CENTRO DI FORMAZIONE ASLto5 C.G. Jung