CITY LANDSCAPE 1
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In questa pagina:
Falcone Flyover, un percorso elevato passa attraverso gli edifici storici tra la West 25th e la West
27th, guardando verso nord
(© Iwan Baan, 2011)
HIGH LINE 2
Progetto di James Corner Field Operation. Testo di Valerio Morabito
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A distanza di quattro anni, torniamo a
parlare di High Line, in occasione
dell’apertura del secondo tratto appena
ultimato, ma lo facciamo attraverso il
racconto introspettivo di un visitatore
eccellente. Percorrere questa
realizzazione, serve a dar un nuovo
senso della parala Paesaggio: un
significato all’interno del quale la
memoria coincide con il presente,
il desiderio con la sua realizzazione.
Il tempo che all’interno dell’High Line
diventa “lento”, sembra qui coincidere
con il ritmo della natura. Ancora una
volta James Corner riordina e
ricompone, con fare inciso e lieve,
questo spazio di città che vuole essere
paesaggio.
Returning to the High Line after a four
year absence, we visit the park in the
very special and thoughtful company of
landscape architect James Corner to
see the recently opened second section.
Walking along the High Line gives new
meaning to the word “landscape” in a
site where the past and the present
coincide; one of the aims of the High
Line is to make time slow down,
adapting to nature’s rhythms.
The project is at once incisive and
atmospheric as Corner deftly
rearranges and recasts
the urban space as urban
landscape.
A lato:
veduta panoramica dalla West
21th Street guardando la 10th
Avenue verso il fiume Hudson (©
Iwan Baan, 2011).
Sotto, a sinistra:
la Gansewoort Slow Stair, la scalinata posta all’angolo di Gansewoort Street e la Washington
Street, guardando verso nord.
Sotto, a destra:
il percorso in decking con le sedute tra la West 14th Street e la
West 15th Street.
Progettista James Corner
Field Operations
Architetto paesaggista e
designer. Laureato alla
Manchester Metropolitan
University of England e
alla University of
Pennsylvania.
Fondatore e direttore del James Corner Field Operations,
Società di Architettura del Paesaggio e Urban Design di
New York City. Professore e Direttore della University of
Pannsylvania, Scholl of Design. I suoi lavori hanno ottenuto
numerosi riconoscimenti tra cui lo Smithsonians CooperHewitt National Design Award (2010), The New York City
Arts - Award for Excellence in Design (2005) Academy
Award in Architecture Tra le realizzazioni recenti l’High
Line, New York City.
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In questa pagina:
la piattaforma che corre sopra la
30th Street in cui il piano di calpestio in calcestruzzo è stato sostituito
da una griglia in acciaio (© Friends
of the High Line, 2011).
Nella pagina accanto in alto,
a destra:
il Chelsea Thicket, una zona densamente ricca di alberi e arbusti tra la
20th West Street e la 22th West
Street, guardando verso nord (©
Iwan Baan, 2011).
Al centro, a destra:
Falcone Flyover, vista aerea in notturna a 26th West Street, verso sud
(© Iwan Baan, 2011).
Sotto:
Falcone Flyover, i palazzi si affaciano su questa parte di High Line,
guardando verso la 25th West
Street, verso sud (© Iwan Baan,
2011).
La parola “Paesaggio” associata a un aggettivo specifica un’appartenenza ma, utilizzata da sola, rivela invece un’idea di bellezza che sembra appartenerci come condizione umana. Ogni
volta che visito l’High Line tento di scoprire, osservando episodi
o dettagli del progetto, come si potrebbe definire la parola “Paesaggio” in questa infrastruttura verde; penso di legarla alla prospettiva inattesa che accoglie i visitatori e che permette loro di
osservare la città di New York da un punto di vista del tutto insolito; cerco di accostarla ai materiali comuni come il cemento,
il vetro e l’acciaio sviluppati secondo regole innovative ma familiari; penso alla vegetazione e al ciclo delle stagioni che
moltiplica i colori sancendo un’appartenenza ecologica ed estetica al luogo, sapientemente utilizzata in
scambi reciproci con la pavimentazione che
sembra essere audace. Ma tutto questo non
mi sembra sufficiente per legare la parola “Paesaggio” all’High Line, così
penso a James Corner e alla sua
straordinaria capacità di regolare lo spazio intorno a
lui, sia esso di progetto, di discussione
o conferenza.
Ma non
basta. Poi
mi viene in
mente il concetto di “paesaggio
lento”, di “democratizzazione” dello spazio, di appartenenza ai
luoghi che si manifesta con
una geometria materializzata
per successione, per addizione,
per regolarità e sorpresa.
Allora penso alla memoria del presente
come costruzione di un desiderio che si
realizza, la natura che entra in questa città
in una forma che, per certi tratti del tutto naturalmente, propone un fermo immagine del ritmo caotico della città che intorno pulsa in una dimensione “altra”che sembra appartenere a chi visita
questa realizzazione. Se lo
spazio geometrico di architettura costruisce le
sue regole se-
condo
successioni
e sorprese, le
persone compongono lo spazio per appartenenza e per emozione. Introducono all’interno di
questo contesto un movimento
strutturato da una trama affollata, densa, irrazionale e razionale di relazioni:
non esiste questo spazio senza le persone
(forse semplicemente non è auspicabile). La
loro appartenenza alla High Line è così forte perché sembra che la memoria coincida con il presente, il presente è memoria di esperienze che sono parte di noi come idee innate, esistono in noi e attribuiscono agli spazi valori speciali, unici.
Penso, dunque, che il “Paesaggio” nella sua interpretazione più completa, appartenga a questo luogo perché le
persone costruiscono un mondo particolare, ideale e democratico, inclusivo e non esclusivo, ponendo le condizioni per renderlo un sito di paesaggio in cui le intenzioni coincidono con i desideri.
Il progetto della seconda parte dell’High Line
La seconda parte dell’High Line è sostanzialmente diversa
dalla prima, poiché passa attraverso una serie di edifici che
creano uno spazio più stretto e intimo. Sembra quasi possibile toccare la città e possederla nella sua intimità. La pavimentazione che si alza sulla vegetazione è realizzata con
una griglia di metallo e lascia intravedere il piano sottostante. Se nella prima parte era fondamentale camminare sulla
struttura dell’High Line, in questa seconda sembra di poterla
sorvolare (la leggerezza del Cavaliere del secchio - breve
racconto di Kafka citato anche da Calvino nelle sue Lezioni
Americane - che vola sul mondo con il suo secchio per il carbone); la pesantezza del corpo si riduce notevolmente per
controllare e misurare questo luogo ancora una volta in condizioni inusuali. E proprio lungo questa parte, una serie di
spazi si dividono dal percorso principale creando speciali
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ambienti d’intimità, luoghi di riflessione dove potere “uscire”
dall’High Line, estraniarsi per osservarla dall’esterno. In fondo, un piano inclinato di prato che fa da contrappunto a una
gradinata in legno, appoggiata su di una parete in vecchi
mattoni, memoria della città di New York, propone uno spazio davvero speciale, una sosta leggera per godersi un’oasi
privilegiata o un punto panoramico verso la densa città o
semplicemente la sosta di un osservatore che segue lo spettacolo continuo nei flussi di persone, che si concedono per
essere memorie, appartenenze e relazioni.
Autore Valerio Morabito È Adjunct Professor presso la
PennDesign University of Philadelphia e Ricercatore
presso l’Università Mediterranea degli Studi di Reggio
Calabria in Landscape Architecture. Ha svolto attività
didattica in Marocco e partecipato a numerose
conferenze in Europa, negli Stati Uniti e in Africa. Alcune
sue pubblicazioni sono presenti in riviste internazionali e,
in questo momento, sta per pubblicare in Italia il libro
Pensando di Paesaggio, una collezione di traduzioni di alcune lezioni del
Professore Emerito J.D.Hunt. Svolge attività professionale realizzando
progetti e partecipando a concorsi nazionali e internazionali.
SCHEDA TECNICA
Progetto High Line - Parte 2
Luogo da West 20th Street a West 30th Street e tra la 10th e l’11th Avenues a
New York City
Progettisti del paesaggio James Corner Field Operations
Collaboratori Diller Scofidio + Renfro e Piet Oudolf
Cronologia design, 2004-2006; apertura primo tratto, 2009; apertura
secondo tratto 2011; sezione 3 in fase di realizzazione la cui apertura è
prevista nel 2014
Dati dimensionali 10 blocchi
Azienda esecutrice Friends of the High Line, City of New York
Materiali
PAVIMENTAZIONI lastre in calcestruzzo
ILLUMINAZIONE elementi illuminanti disegnati dall’Observatoire International
incluse piccole luci posizionate sotto il corrimano ed elementi luminosi in aree
che ospitano la vegetazione
MATERIALE VEGETALE Alberi e arbusti Aesculus parviflora, Amelanchier laeviss, Betula populifolia “Whitespire”, Carpinus betulus “Fastigiata”, Cercis canadensis, Cercis canadensis “Pauline Lily”, Chaenomeles speciosa “Toyo Nishiki”,
Chimonanthus praecox, Chionanthus retusus, Chionanthus virginicus, Clethra alnifolia, Cornus sanguinea “Midwinter Fire”, Cornus x “Rutban”, Corylopsis spicata, Cotinus coggygria “Pink Champagne”, Cotinus obovatus, Fothergilla
gardenii, Hamamelis x intermedia “Jelena”, Ilex opaca “Dan Fenton”, Ilex opaca
“Jersey Night”, Ilex verticillata “Jim Dandy”, Ilex verticillata “Red Sprite”, Juniperus
virginiana “Corcorcor”, Magnolia macrophylla, Magnolia macrophylla var.
ashei, Magnolia tripetala, Magnolia virginiana var. australis “Green Shadow”,
Mahonia x media “Winter Sun”, Nyssa sylvatica, Nyssa sylvatica “Wildfire”,
Philadelphus “Natchez”, Rhododendron atlanticum, Rhododendron viscosum,
Rhus aromatica “Gro-Low”, Rhus copallinum, Rosa “Sally Holmes”, Rosa moyesii
“Geranium”, Rosa glauca, Rosa virginiana, Rosa x odorata “Mutabilis”, Salix
chaenomeloides, Salix gracilistyla “Melanostachys”, Sambucus nigra “Eva”, Sarcococca hookeriana var. humilis, Sassafras albdium, Styrax japonicus “Emerald
Pagoda”, Syringa laciniata, Syringa oblata “Cheyenne”, Viburnum lentago, Viburnum prunifolium, Viburnum x bodnantense “Dawn”, Vitex agnus-castus “Abbeville Blue” Perenni Achillea filipendulina “Parker’s Variety,” Actaea rubra,
Adiantum pedatum, Amorpha canescens, Amsonia hubrichtii, Amsonia tabernaemontana var. saliciflia, Anaphalis margaritacea, Asarum canadense, Asclepias
tuberosa, Aster laevis “Bluebird”, Aster linarifolius, Aster macrophyllus “Twilight”,
Aster oolentangiensis, Aster patens, Astrantia major “Roma”, Baptisia alba, Brunnera macrophylla “Jack Frost”, Calamintha nepeta ssp. nepeta, Ceratostigma
plumbaginoides, Coreopsis “Full Moon”, Coreopsis tripteris, Corydalis cava,
Corydalis solida, Dalea purpurea, Echinacea pallida “Hula Dancer”, Echinacea
purpurea “Fatal Attraction”, Echinacea purpurea “Magnus”, Echinacea purpurea
“Virgin”, Epimedium grandiflorum “Lilafee”, Epimedium x perralchicum “Fröhnleiten”, Geranium macrorrhizum “Spessart”, Geranium soboliferum, Geranium x
oxonianum “Claridge Druce”, Geum triflorum, Helianthus angustifolius, Helianthus
salicifolius, Helleborus argutifolius, Heuchera villosa “Autumn Bride”, Heuchera
“Brownies”, Heuchera “Amethyst Mist”, Knautia macedonica, Lathyrus vernus,
Liatris scariosa var. novaae-angliae, Limonium platyphyllum, Liriope muscari “Densiflora”, Monarda bradburiana, Nepeta racemosa “Walker’s Low”, Nepeta sibirica, Ophiopogon japonicus “Nana”, Pachysandra procumbens, Penstemon
digitalis “Husker Red”, Phlox stolonifera “Blue Ridge”, Polygonatum biflorum, Polystichum arostichoides, Polystichum polyblepharum, Pycnanthemum incanum, Rudbeckia missouriensis, Salvia azurea, Sedum “Matrona”, Sedum “Red Cauli”,
Smilicina racemosa, Solidago speciosa, Tellima grandiflora, Tiarella wherryi
Piante grasse Bouteloua curtipendula, Bouteloua gracilis, Briza media, Calamagrostis brachytricha, Calamagrostis x acutiflora “Karl Foerster”, Carex bromoides, Carex laxiculmis “Hobb”, Carex pensylvanica, Deschampsia
cespitosa “Goldtau”, Festuca amethystina “Superba”, Festuca mairei, Hakonechloa macra, Molinia caerulea “Moorflamme”, Panicum virgatum “Heiliger
Hain”, Panicum virgatum “Rehbraun”, Schizachryium scoparium “Prairie Blues”,
Sesleria autumnalis, Sporobolus heterolepis, Stipa tenuissima
Bulbi Allium christophii, Allium siculum ssp. dioscoridis, Allium carinatum ssp.
pulchellum, Allium moly, Allium nigrum, Anemone blanda “White Splendor”,
Anemone nemorosa, Crocus chrysanthus “Ard Schenk”, Crocus tommassinianus
“Ruby Giant”, Eranthis hyemalis, Eremurus himalaicus, Erythronium “Pagoda”,
Galanthus nivalis, Muscari neglectum, Narcissus poeticus, Ornithogalum nutans, Puschkinia scilloides var. libanotica, Scilla siberica, Tulipa sylvestris, Tulipa
humilis, Tulipa tarda, Tulipa saxatilis
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In questa pagina, in alto a sinistra:
la Radial Bench, una lunga e sinuosa seduta di legno che percorre l’intero isolato tra la 28th
West Street e la 29th West Street,
guardando verso sud (© Iwan
Baan, 2011).
In alto a destra: punto di incontro
tra la 23th West Street e la 22th in
cui il prato e le sedute sono i protagonisti (© Iwan Baan, 2011).
A lato: parte dell’High Line con i
fiori di campo verso la 29th West
Street (© Iwan Baan, 2011); vista
verso la 20th West Street.
Sotto, a sinistra: un percorso tortuoso passa tra gli edifici vecchi e
nuovi a West Chelsea tra la 24th
West Street e la 25th (© Iwan
Baan, 2011).
Sotto, a destra: 23rd Street Lawn,
all’estremitaà settentrionale dell’High Line “sboccia” un prato da
4.900 mq (© Iwan Baan, 2011).
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26th Street, in cui un telatio in acciaio forma delle cornici con vista
sulla città (© Barry Munger, 2011).
Il Rainbow City di AOL, un’installazione di arte ambientale e interattiva di FriendsWithYou (© Friends
of High Line, 2011).
Vista sulla 26th West Street (© Iwan
Baan, 2011).
NEW YORK
On the High Line
The word Landscape used with an adjective defines its meaning; instead if we use
it by itself, it would revile its own idea (desire)of beauty, which seams a human condition. Each time I visit the High Line I try to discover the idea (desire) of beauty connected with the word Landscape, looking at elements or details of the project; I think
I have to associate it with the unexpected perspective which involves the visitors when
they observe the City of New York from a different (desire) point of view; I think about
materials such as concrete, glass and steel, which are designed with an innovative
and familiar (beauty)rules; I observe the vegetation and the cycle of the seasons
which increases colors ratifying an ecological relationship with the site: the vegetation, used skifully in reciprocal benefits with the paving, seems to be audacious. But
all these thoughts seem to be insufficient for linking the word Landscape with the High
Line, therefore I think about James Corner and his extraordinary capacity to rule the
space around him both for a space in an project, both in a discussion or lecture. But
it is not sufficient.
Then I remind me about the concept of slow mobility, about the democratization of
the site, the belonging of the places which explains itself using a geometry composed
by a sequence of addictions put together by regularity and surprise.
Then I think it is possible to create a memory of the present as a construction of the
idea (desire) of beauty which seems to be inside of the visitors' mind who visit this
space. If the geometric space has its rules in a succession of surprises, people are
able to design the space by belonging (idea) and by emotion (Beauty). They introduce into this space a particular moving made by relationship of crowded web:
dense, irrational and rational. Maybe it is not possible to think this site without people, or simply it is not desirable. Their relationship with this site is strong and powerful because it seems memory corresponds to present, present is the memory of many
experiences which are part of our life, they exist inside us and give to the spaces
special values: unique. Therefore I think Landscape, with its own idea of Beauty, is
part of this place because people built a particular way, ideal and democratic -inclusive and not exclusive- creating the conditions to produce a place of landscape
where the intentions coincide with the desires.
On the second part of the High Line
The second part of the High Line is substantially different from the first part, it passes
through a different typology of buildings, old and new, which create a kind of intimate space, where it seems possible to touch the city in a way to posses it in its
deep. The path over the vegetation is made by a metal grid from which it is possible to see down. If in the first part of the High Line it was necessary to walk on the
old structure, along this second part it seems to be possible for us, to overfly it (such
as we can read in Kafka’s short story “the Knight of the Bucket”, where a poor man,
who sells coal, is able to fly with an incredible lightness with his bucket, story used
by Calvino in his American Memos titled “Lightness”); the heavy of the body is significantly reduced and, for this reason, it is possible to control the space with unusually conditions. Along this part a series of spaces are divided from the main path by
creating spaces of intimacy,
places of reflection where
La Washington Grassland tra la
12th Street e la 13th.
we can “go out” from the
High Line and observe it
from the outside. An inclined
plane design a special
place where it is possible to
stop and a wooden steps,
leaning on an old brick
wall, memory of the old City
of New York, allows us to
stop and read or watch the
spectacle of the uninterrupted passage of people
flows. Flows that are allowed to be memories, affiliations and relationships.
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