METODOLOGIE DI CONDUZIONE
DEL GRUPPO
Tipologia del gruppo





Storia del gruppo: i membri si conoscono tra di loro o vengono
messi insieme per il gruppo ( GRUPPO CREATO ?)
Entrare e uscire : i membri devono unirsi al gruppo e lasciarlo
in momenti precisi ( GRUPPO CHIUSO) oppure c’è la
possibilità di entrare e uscire in qualsiasi momento (GRUPPO
APERTO)
Mescolanza: i membri del gruppo condividono lo stesso
problema hanno o no caratteristiche simili
(OMOGENEITA’/ETEROGENEITA’)
Leadership: progettato, condotto e concluso da professionisti,
( CONDOTTO DA OPERATORI)
Durata: limitato nel tempo o senza una definizione precisa





Frequenza degli incontri : ogni settimana/ogni due settimane
Dimensioni : numero dei membri ( GRANDE/PICCOLO )
Focus: il focus del gruppo è , il gruppo per sé stesso
( RIVOLTO ALL’INTERNO) o rivolto al compito
Scelta : LIBERA o ai membri non viene imposto di partecipare
al gruppo ma c’è una specie di vincolo psicologico (LIBERA/
OBBLIGATA )
Formato : esiste un programma ( FISSO )
Spazio : statico, tendente all’ordine (CONCENTRATO), non
definito, spazio di libero movimento
LA RIUNIONE



Le riunioni sono uno specifico strumento del
lavoro di gruppo
Richiedono contemporaneamente
un’attenzione sia a livello dei contenuti che a
quello delle relazioni
Sollecitano una integrazione tra ruoli e
funzioni differenti.
L e funzioni del conduttore
Qualunque sia lo stile di conduzione adottato
dal conduttore, questi svolge funzioni
specifiche
 funzione socio-psicologica orientata al buon
funzionamento del gruppo ;
 funzione cognitiva relativa allo sviluppo del
compito .
La funzione socio-psicologica




stabilire e mantenere un clima proficuo di
discussione, intervenendo per impedire forzature ai
danni di chicchesia, rasserenando l'ambiente,
propiziando un tono positivo nella discussione;
mantenere il sistema di comunicazione funzionante,
sbloccando eventuali occlusioni affettive
fornire al gruppo un modello di comportamento
efficace;
alimentare nel gruppo una buona opinione di se
stesso, ma senza arrivare al compiacimento
narcisistico del proprio lavoro,
La funzione cognitiva




presentare l'argomento delle riunioni,
stimolare l'apporto dei membri, animandola,
variandola, suggerendo nuove aperture;
orientare la discussione nella direzione più idonea,
mantenendo viva nei partecipanti la consapevolezza
degli scopi del dibattito, evitando possibili scogli e
mettendo in evidenza punti eventualmente trascurati;
elaborare i contributi dei partecipanti, effettuando
ricapitolazioni e sintetizzandoli alla fine in una
conclusione organica e di carattere collettivo.
Il conduttore come facilitatore
Per facilitare la comunicazione nelle relazioni di
gruppo è importante promuovere un clima di
 Rispetto
 Accettazione incondizionata dell'altro, come
persona distinta da noi
 Empatia, come identificazione con lo stato
d'animo dell'altro
ASCOLTO ATTIVO

L' "ascolto attivo" (D. Francescato, A. Putton,
1986) propone un metodo che cerca di
mettere tra parentesi ogni pregiudiziale
critica al dialogo con l'altro, partendo da due
presupposti:
1. La critica - anche quella cosiddetta "costruttiva" parte dai valori di chi la enuncia, valori che non
necessariamente sono congruenti con il sistema di
vita dell'interlocutore: criticare significa affermare la
nostra superiore competenza rispetto all'altro e
pretendere che egli si adegui al nostro
insegnamento. In certi casi la critica è utile quando si
tratta di competenze tecniche - come si costruisce
un muro, come si fa un'operazione chirurgica,.. -, ma
è inutile, e spesso controproducente quando si tratta
di aiutare l'altro ad avere fiducia in se stesso.
2. La critica provoca sempre nell'interlocutore
reazioni difensive che lo distraggono
dall'ascolto di sé e di conseguenza
inibiscono la sua creatività e la sua capacità
di apprendere e di assumere iniziative. Chi
viene criticato, teme di sbagliare ancora, si
agita ansiosamente e alla fine è facile che
ripeta proprio il comportamento per cui è
stato ripreso.
Atteggiamenti da evitare


Fornire consigli: chi dà consigli afferma, più o
meno: "Non ho fiducia nella tua capacità di risolvere
un problema: ti insegno io come si fa, ascolta me
che ho maggior esperienza".
Interpretare: l'interpretazione pone chi la
esercita in un atteggiamento di superiorità; di solito,
se ci si azzecca, l'altro si sente smascherato e
mortificato, mentre, se non si interpreta
correttamente, l'altro si sente invaso e aggredito
gratuitamente; in ambedue i casi non si promuove
certo l'accoglienza e l'autostima dell'altro.


Moraleggiare: quando si enunciano principi, si
introduce una variabile valoriale che riguarda il
vissuto di chi parla piuttosto che la comprensione
dell'interlocutore
Dare ordini o addirittura minacciare , ma anche
adulare, per accattivarsi l'altro, o viceversa umiliarlo,
per costringerlo a vedersi nella sua incapacità e
perché si affidi a chi sta affermando il proprio
predominio.
I
Facilitare / Rispettare


Facilitare non significa semplificare o evitare
i problemi, ma aiutare ad affrontare le
difficoltà, incoraggiando ciascuno a cogliere il
proprio spazio di libero movimento per
attivare le risorse interne e sollecitare quelle
esterne.
Rispettare non significa subire ed essere
permissivi, ma promuovere situazioni di
mutuo riconoscimento e rispetto



Lo spazio di libero movimento va offerto e garantito
a tutti e perciò va governato dal facilitatore.
Se vogliamo aiutare qualcuno, è importante
segnalargli eventuali difficoltà, in modo che le senta
non come minacce all’Io, ma come dati di realtà, che
possono essere superati.
Rispetto ed empatia si basano su un'accettazione
interiore, non solo intellettuale, e sono confermati da
una comunicazione non verbale congruente
Alcuni aspetti comuni a molte
esperienze di lavoro con i gruppi nel
servizio sociale
Obiettivi:
 Trasmettere informazioni
 Promuovere uno spazio in cui tutti si
sentano a autorizzati a esprimersi, porre
domande e condividere problemi
Obiettivi specifici


Si organizza un'esperienza perché il gruppo diventi
per ciascuno dei partecipanti uno spazio di libero
movimento, in cui sentirsi rispettato, accettato e
compreso per potersi esprimere liberamente nel
rispetto della libera espressione altrui.
Tramite il confronto di esperienze culturali,
interpersonali ed emotive, si promuove la
socializzazione in un clima di tolleranza, che
accoglie la pluralità dei punti di vista



Si rinforza l'autostima di ciascuno.
Si raccolgono informazioni sulle conoscenze
o sulle esperienze dei singoli rispetto al tema
proposto ed eventualmente le si integra
Si aiuta il gruppo a diventare un sostegno
alla rete sociale in cui i partecipanti vivono.




Al fine di facilitare un buon esito dell’incontro
è importante agire su più fronti:
prima
durante
dopo
la riunione
La preparazione della riunione


E’ importante riflettere sulla finalità della
riunione, così da poter individuare le
modalità e le risorse più coerenti con lo
scopo.
In particolare, per i gruppi di
informazione/preparazione all’adozione può
essere utile tenere presenti alcuni punti


il tempo da dedicare alla riunione deve
essere sufficiente perché vi sia uno scambio
effettivo;
il tempo all’interno della riunione deve essere
suddiviso in modo equilibrato fra introduzione
e spazio per il dibattito. Va inoltre previsto un
tempo per la conclusione;
i conduttori devono organizzare
preliminarmente gli elementi essenziali
dell’informazione che vogliono trasferire
(scaletta), alcune domande stimolo per
attivare il successivo confronto, qualche
strategia per superare eventuali momenti di
difficoltà (ad esempio imbarazzo iniziale),
MA……


La preparazione non deve essere una
gabbia, non deve costituire una indicazione
rigida, un programma da portare avanti a tutti
i costi. Si devono accogliere i feedback e
agire con flessibilità, governando l’incertezza
con la chiarezza dell’obiettivo


il luogo in cui si svolge la riunione deve
essere tranquillo e il lay-out dovrà facilitare la
comunicazione e gli scambi tra i partecipanti
i supporti tecnici (lucidi, materiale cartaceo,
filmati) devono facilitare la comprensione del
messaggio: va ricordato che un eccessivo
bombardamento di informazione e materiali
può essere disfunzionale.
La gestione della riunione

Non esiste un modo univoco e universale di
svolgimento della riunione: si tratta di
studiare e poi governare una modalità più
coerente possibile con le finalità e gli obiettivi
dichiarati dell'incontro.
ARTICOLAZIONE DEL TEMPO
IMPOSTAZIONE

Definizione precisa e circoscritta dell'obiettivo di
lavoro;

Introduzione al tema (secondo la scaletta che il
conduttore della riunione si è preparato).
PRESENTAZIONE DEL TEMA

Presentare, aiutandosi con lucidi o altri strumenti
(filmati, letture di brani, articoli, esercitazioni) il
tema e i contenuti della riunione.
CONCLUSIONE
E' il punto di arrivo della riunione e può
riguardare:
 chiarimento di posizioni;
 sintesi teorica concettuale;
 ipotesi di lavoro.
GESTIONE DELLE DOMANDE A VALENZA
PREVALENTEMENTE TECNICA
Domande di approfondimento reale:
 si risponde in modo preciso ed accurato,
cercando di non sminuire il significato con
la generalizzazione;
 si richiede al gruppo di rispondere se poco
chiara, se richiesta di opinione o centrata sui
valori.
Domande anticipatorie:
 nel caso di domande che anticipano il programma
scriverle alla lavagna e rispondere al momento
opportuno, offrire un prima risposta e rimandarle per
una trattazione più ampia.
Domande a catena:
 raccoglierle insieme in un discorso logico e
rispondere.
Domande a risposta sconosciuta:
 rimandarle al gruppo;
 rifiutare se al di fuori dell'obiettivo;
 rinviarle esplicitamente per documentarsi
meglio.
Domande fuori obiettivo:
 in caso di domande astratte, personali, ecc.
rifiutare esplicitandone il motivo.
Il follow-on della riunione

E' importante in chiusura e a valle della
riunione verificare il suo andamento e gli
effetti prodotti al fine di poterne monitorare
nel tempo l'efficacia ed aumentare la
competenza di ciascuno riguardo alla
gestione dei momenti collettivi.



stendere un report della riunione
chiedere a ciascuno dei partecipanti il grado di utilità
e soddisfazione percepita, nonchè suggerimenti di
miglioramento ed automiglioramento in vista di
incontri e riunioni successive.
autovalutazione del proprio comportamento
operativo e dell'andamento della riunione attraverso
una check-list per migliorare nel tempo la propria
performance ed il proprio stile di guida.
Un esempio: il Tempo del cerchio
Metodologia
 Due conduttori: il facilitatore e l'osservatore
che devono accordarsi sulle specifiche
funzioni all’interno del gruppo
L'osservatore


prende appunti su ciascun intervento
al segnale del facilitatore, formula una
restituzione, in cui cerca di evidenziare gli
elementi comuni di ciò che è stato espresso
nei vari interventi, evitando per quanto
possibile commenti e interpretazioni.
Si punta sugli elementi comuni per procedere
poi:
 condividendo le impressioni
 approfondendo le tematiche emerse
 integrando le conoscenze che appaiano
incomplete
Il facilitatore


cura che nel cerchio ci sia contatto visivo di tutti con
tutti
descrive il Tempo del cerchio : "Vi proporrò un
argomento su cui ognuno di voi è invitato a fare un
intervento; mentre uno parla, gli altri sono invitati a
stare in silenzio senza commentare o porre
domande, finché non abbiamo finito. Dopo che il
collega avrà proposto una sua restituzione, potremo
poi discuterne insieme. E' tutto chiaro? siete
d'accordo?"



propone chiaramente e concisamente un tema su
cui ciascuno possa sentirsi coinvolto
segue con lo sguardo tutti i partecipanti e si sofferma
su chi sta parlando; frena eventuali interventi non
coerenti con le istruzioni; eventualmente formula
qualche incoraggiamento generico al gruppo
segnala all’osservatore la fine del Tempo del cerchio,
quando tutti sono intervenuti, o quando è ormai
chiaro che nessuno vuole più parlare
TRACCIA PER LA VALUTAZIONE
DI UNA RIUNIONE DI GRUPPO




CLIMA DEL GRUPPO ( es. teso, noia,
impegno…)
LEADERSHIP (come è distritbuita? Aiuta il
gruppo verso i suoi scopi?)
PERCEZIONE OBIETTIVI (tutti hanno chiaro
gli scopi?)
REALISMO ( c’è congruenza tra obiettivi e
mezzi?)





EMARGINATI (chi sono? da chi?)
GREGARI (chi? di chi?)
SOTTOGRUPPI ( quanti? di quanti membri
contro chi o pro il gruppo?)
COMPETITIVITA’ (verso chi? con quali
effetti?)
AGGRESSIVITA’ (da chi? verso chi? per che
cosa?)




SOLIDARIETA’ ( da chi? verso chi?)
LIVELLO DI AFFETTIVITA’ (c’è amicizia?
quanta? tra chi?)
COMUNICAZIONI (si parla molto o poco?
chiaramente o no?)
AUTORGANIZZAZIONE ( si decide in fretta?
si sa realizzare ciò che si decide?)



AUTORGANIZZAZIONE (si decide in fretta?
si sa realizzare ciò che si decide?)
CREATIVITA’ ( ci sono idee nuove? da chi?)
RAPPORTO CON IL CONDUTTORE
( dipendenza, indipendenza, competizione,
opposizione…)
Scarica

Servizio sociale conduzione di gruppo e riunione