mercoledì 28 gennaio 2015 RASSEGNA STAMPA CATASTO Riforma del catasto a saldo zero Italia Oggi pag. 46 del 28/01/2015 Uno scippo alle professioni tecniche Italia Oggi pag. 46 del 28/01/2015 PREVIDENZA Gestione separata, scatta l’aumento Avvenire pag. 3 del 28/01/2015 PARTITE IVA Minimi, danno e beffa Italia Oggi pag. 42 del 28/01/2015 46 Mercoledì 28 Gennaio 2015 EN TI LOCALI E STATO Il viceministro dell’economia Casero: sette giorni per decidere tempi e contenuti dei dlgs Riforma del catasto a saldo zero Scontro sul valore della clausola di invarianza di gettito tutela del soggetto proprietario-contribuente è necessario ttuare la delega fiscale che l’invarianza di gettito sia in tempi certi e rispet- vista come dato effettivo che, tando i contenuti della comune per comune, il goverlegge 23/2014. Soprat- no è periodicamente chiamato tutto, per quanto riguarda la a dimostrare». La necessità di riforma del catasto che non un continuo confronto è stata dovrà portare ad un innalza- poi sottolineato anche dal premento della pressione fiscale. sidente della sesta commissioAdottare una linea di lavoro ne di palazzo Madama, Mauro comune per concretizzare il Maria Marino (Pd), che ha percorso dei dlgs che dovran- ricordato come «sia necessario no affrontare nodi come quello che prima della stesura dei dlgs le Commissiodel ruling internani siano consultate zionale e della dianche e soprattutsciplina legata alle to alla luce delle imprese operanti numerose audiziosul web. Questa la ni sul tema che si linea tracciata, ieri, sono svolte». Sulla dal viceministro stessa lunghezza dell’economia e d’onda, poi, anche delle finanze Luigi il presidenti delCasero nel corso la Confedilizia, delle audizioni che Corrado Sforza si sono svolte presFogliani, secondo so le Commissioni cui «è impensabile finanze di camera Luigi Casero che il concetto di e senato al termine delle quali, il numero due di via invarianza sia considerato a venti settembre ha fissato per livello nazionale come, invece, la settimana prossima «la data vorrebbe l’Agenzia delle entraentro la quale dovremo deci- te» e dal presidente di Agefis, dere in che modo proseguire il Mirco Mion: «Deve essere percorso sia livello governativo, assolutamente messo nero su bianco che la clausia a livello parlasola contenuta mentare». Decisionella legge delega ne chiesta anche debba essere intedal capogruppo sa a livello locale. della maggioranza Se così non fosse, in Commissione fiinfatti, i rischi per nanze alla Camealcuni enti sarebra Marco Causi bero enormi». A (Pd) secondo cui, preoccupare, però, comunque, sarebnon è solo l’aspetto be preferibile oplegato all’invariantare per la proroga za di gettito. Tra le della scadenza del Corrado Sforza 27 marzo, e dal criticità a cui goverFogliani presidente della no e amministrasesta commissiozione finanziaria ne Daniele Capezzone (Fi), sono chiamati a dare risposta, preoccupato del fatto che possa anche il ruolo che saranno chiaessere compressa la possibilità mati a svolgere comuni e prodelle Commissioni e di esami- fessionisti del settore, geometri nare adeguatamente gli schemi e periti in primis, per quanto di dlgs. Al di là del fattore tem- riguarda i sopralluoghi presso po, però, resta la necessità che gli immobili da censire. L’ini dlgs siano quanti più possibile tenzione delle Entrate, infatti, attinenti al contenuto della leg- sarebbe quella di attribuire ge delega. Ed ecco, quindi, che il questo compito ai comuni. «Se contenuto del secondo dlgs re- i comuni saranno chiamati a lativo alla riforma del catasto, partecipare direttamente alle calendarizzato per il Consiglio operazioni di rilevamento dati», dei ministri del 20 febbraio ha evidenziato Sforza Fogliani, prossimo, si configura come «i contribuenti dovranno avere terreno di scontro. Tra i nodi da nelle Commissioni censuarie lo sciogliere, infatti, la clausola in stesso numero di componenti base alla quale la riforma del dei comuni ed anche dello stato. catasto dovrà garantire l’inva- Tecnici gli uni e tecnici gli altri rianza di gettito. Clausola che, al pari interessati e controinda parte dell’amministrazione teressati al prelievo. Ma non finanziaria viene intesa come di si può concepire che una parportata nazionale e che, invece, te in causa, o addirittura due sia gli autori della disposizione parti in causa, sopravanzino all’interno delle Commissioni la rappresentanza dell’altra finanze, sia le associazioni di parte, quella dei contribuenti». categoria, Confedilizia e Geo- Posizione condivisa anche da metri fiscalisti in primis, riten- Mion, secondo cui «è necessagono debba essere valutata a rio che prima di completare il livello locale. «I decreti devono lavoro ai testi sia instaurato un attuare i principi contenuti vero tavolo tecnico nel corso del nella delega», ha sottolineato quale sia chiarito quale ruolo Capezzone, «e uno tra quelli sono chiamati a svolgere i propiù chiari è che ai fini della fessionisti». DI BEATRICE MIGLIORINI A Quotidiano Data Pagina Codice abbonamento: 065005 Foglio 28-01-2015 46 1 Periti Industriali Quotidiano Data Pagina Codice abbonamento: 065005 Foglio 28-01-2015 3 1 Casse previdenziali 42 Mercoledì 28 Gennaio 2015 I M P O S T E E TA S S E L’annuncio delle modifiche è un boomerang per gli inizi attività ENTRATE Minimi, danno e beffa Direzioni regionali, si cambia Il cambio regole penalizza adesioni 2015 DI ANDREA BONGI N uovo regime forfetario: rischioso cambiare le regole del gioco a partita già iniziata. Se si decide di ampliare le modalità e i criteri di accesso, come sembra logico dedurre dalle recenti dichiarazioni degli esponenti dell’esecutivo, si penalizzeranno tutti coloro che nel frattempo hanno dovuto scegliere il regime ordinario non avendo i requisiti per l’ingresso nel nuovo forfait. Il correttivo al regime introdotto dalla legge di stabilità per il 2015 (legge n. 19/2014) che, secondo quanto annunciato dal sottosegretario all’economia Luigi Casero (si veda ItaliaOggi del 23.01.2015), verrà elaborato usufruendo della delega fiscale, finirà dunque per agevolare le nuove attività che verranno avviate nei mesi successivi ma avrà il sapore della vera e propria beffa per tutti coloro che sono già in attività al 1° gennaio 2015 o che avranno aperto la partita Iva nei primi giorni del 2015. Oltre a queste inevitabili e ineludibili conseguenze la scelta di apportare modifiche in corso d’opera al nuovo regime forfetario potrebbe avere anche altri spiacevoli effetti. È possibile infatti che nell’attesa di capire quali saranno esattamente le modifiche che l’esecutivo intende apportare al regime a imposta sostitutiva del 15%, tutti coloro che hanno deciso di aprire una partita Iva, salvo esigenze contingenti, decideranno di rinviare l’inizio della loro attività evitando l’impasse che si è nel frattempo creata. Il solo annuncio di modifiche è di per sé segnale di incertezza che si riflette, inevitabilmente, sull’economia reale causando effetti facilmente prevedibili. Dal 1° gennaio 2015 il panorama fiscale per i piccoli imprenditori, artisti e professionisti, prevede solo due regimi alternativi: l’ordinario e il forfetario. La sostanziale e immediata differenza fra i due regimi è rappresentata, senza ombra di dubbio, dal non assoggettamento a Iva delle attività esercitate in regime forfetario. L’Iva, come è noto, pur essendo un tributo a liquidazione periodica impatta immediatamente sull’attività del contribuente, già al momento stesso dell’emissione del documento fiscale che certifica le prestazioni effettuate, per cui risulta praticamente impossibile modificare le regole Iva in corso d’anno. Anche ai fini delle imposte dirette l’ingresso nel regime forfetario o in quello ordinario già dal 1° gennaio scorso potrebbe rivelarsi irreversibile, almeno per il periodo d’imposta 2015. I nuovi forfetario non sono infatti né sostituti d’imposta, nel senso che non applicano le ritenute di acconto ai loro committenti, né sono sostituiti, nel senso che non subiscono a loro volta la ritenuta di acconto sulle prestazioni effettuate. Come si può facilmente intuire da questi due semplici esempi chi dal 1° gennaio 2015 è entrato, suo malgrado nel regime ordinario, non potrà rientrare, salvo casi particolari, nel regime forfetario allargato frutto delle annunciate modifiche che il governo intende apportare. Per comprendere meglio il senso di questo ragionamento formuliamo un semplice esempio. Supponiamo che un libero professionista in attività nel 2014 abbia conseguito in tale periodo d’imposta compensi per euro 20.000. Poiché l’asticella posta all’ingresso del nuovo forfait per i lavoratori autonomi è posta a livello di 15.000 euro il nostro libero professionista dal 1° gennaio 2015 è naturalmente in regime ordinario. Ciò significa che sulle fatture emesse da tale data applicherà l’Iva al 22% e subirà la ritenuta d’acconto del 20%. Supponiamo che una delle modifiche che verranno introdotte dall’esecutivo sia proprio l’innalzamento del limite dei compensi per le attività professionali dagli attuali 15.000 euro, uno dei problemi principali del nuovo regime forfetario, a 30.000 euro. Anche se una tale modifica dovesse entrare in vigore entro fine febbraio, per il nostro libero professionista potrebbe essere troppo tardi. Risulterebbe infatti impossibile o comunque assolutamente difficoltoso, procedere alla correzione dei documenti fiscali già emessi retrocedendo l’Iva riscossa dai clienti e le ritenute d’acconto subite. L’unico effetto che tale novità normativa potrebbe avere sul libero professionista del nostro esempio potrebbe essere quello di consentirgli l’accesso al regime a forfait dal periodo d’imposta 2016. Il semplice caso pratico sopra descritto dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, come in materia di regimi contabili e fiscali non sia opportuno introdurre modifiche in corso d’opera. L’INTERVENTO Semplificazione fiscale, garbuglio inestricabile La presunta semplificazione fiscale sembra nascondere la realtà di ingorghi fiscali che stanno portando il paese a un crocevia pericoloso. Ecco alcuni esempi. - La vicenda legata alla proroga last minute dell’Imu sui terreni montani rappresenta l’ultimo, paradigmatico capitolo di come la fiscalità locale abbia ormai consolidato un’incertezza normativa che rende il costo dell’adempimento (in termini di tempo consumato per leggere norme, delibere, regolamenti, interpretazioni e proroghe) superiore all’onere collegato all’obbligazione tributaria medesima, lasciando comunque un’ineliminabile alea di incertezza. - Il recente decreto sulle semplificazioni fiscali ha introdotto una nuova modalità di trasmissione delle dichiarazioni d’intento che, partendo dall’obiettivo di eliminare una dichiarazione riepilogativa periodica, ha nei fatti introdotto un capillare obbligo di invio all’Agenzia delle entrate di ogni singola dichiarazione trasmessa ai propri fornitori, aggiungendovi anche l’obbligo di trasmettere a questi ultimi la ricevuta telematica che proprio dai fornitori dovrà essere controllata, con un rilevante onere a carico dei contribuenti. - L’introduzione del modello 730 precompilato si scontra con l’attuale incompletezza dei dati disponibi- li, tanto che la stessa Agenzia delle entrate ha calcolato che nove volte su dieci il modello consegnato ai contribuenti sarà incompleto; dall’altro, commercialisti e consulenti del lavoro dovranno fornire all’Agenzia delle entrate entro il 9 marzo la Cu (certificazione unica). A oggi mancano ancora i programmi di software necessari per procedere alla compilazione e all’invio telematico della Cu; inoltre, qualora il 730 precompilato venga presentato tramite Caf o professionisti, gli stessi debbono apporvi il visto di conformità, essendo poi responsabili direttamente per imposte, sanzioni e interessi in caso di violazioni connesse con la dichiarazione. Ciò ha tra l’altro comportato l’innalzamento delle coperture assicurative per rischio professionale derivanti da visto di conformità fino a 3.000.000 di euro, imponendo ulteriori oneri alle categorie professionali. - La legge di stabilità 2015 prevede un nuovo regime forfetario che, a pochi giorni dall’entrata in vigore, viene già universalmente riconosciuto come bisognoso di modifiche. In questa paradossale situazione, i commercialisti sono chiamati a consigliare e prestare assistenza ai propri clienti sulla base di una disposizione già in vigore, ma che verrà cambiata a breve e le cui modifiche sembrano oggi difficilmente prevedibili. Vi è poi l’ampliamento delle operazioni in reverse-charge dal pun- to di vista Iva che hanno un ambito applicativo tutt’altro che chiaro. Un discorso analogo riguarda l’applicazione dello split payment per l’Iva nella pubblica amministrazione. È evidente come tale situazione sia diventata insostenibile, infatti: le auspicate (e ancora attese) semplificazioni si sono rivelate fino ad ora aggravi operativi a carico di contribuenti o professionisti; non sono state rimosse alcune cause ostative a una effettiva semplificazione che dovrebbero passare per un riordino normativo della fiscalità locale, per una delimitazione dell’incertezza interpretativa (nuove fattispecie di reverse-charge), per un’ordinata e graduale introduzione temporale delle modifiche (regime forfetario); si rischia un pericoloso «crocevia» tra presunte semplificazioni e un vero e proprio ingorgo fiscale. Al riguardo si possono elencare almeno 13 importanti scadenze tributarie da qui a fine aprile, senza contare gli adempimenti di carattere civilistico (predisposizione bilanci e iter di approvazione). Paradossalmente, le semplificazioni annunciate sembrano generare, sul campo, la pratica impossibilità di adempiere in modo sereno agli adempimenti tributari. Alessandro Solidoro, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano DI GIOVANNI GALLI Risiko regionale all’Agenzia delle entrate. La cartina delle direzioni regionali ha subito un radicale restyling secondo quanto informa l’Agenzia delle entrate in una nota diffusa ieri. Dal 1° febbraio prossimo l’Agenzia sarà interessata da una serie di avvicendamenti di vertice. Per il comitato di gestione che ieri ha ratificato le nomine si tratta di valorizzare le professionalità interne. Si parte con la Puglia dove arriva dal Veneto Giovanni Achille Sanzò, mentre Gianni De Luca reggente della regione Puglia va in pensione. La staffetta con Sanzò in Veneto la fa Pierluigi Merletti, che ricopriva il ruolo di direttore regionale dell’Emilia Romagna. La casella Emilia Romagna sarà occupata da Antimo Di Geronimo che arriva dalla Calabria. In Calabria sarà sostituito da Pasquale Stellacci al primo incarico di vertice. Mentre alla direzione regionale Toscana arriva PierPaolo Verna in sostituzione di Giovanna Alessio che attualmente ricopriva l’incarico ad interim. Per Giovanna Alessio nomina alla direzione regionale della Lombardia nel ruolo di direttore aggiunto dove affiancherà Eduardo Ursilli fino al primo giugno quando Ursilli andrà in pensione e la Alessio diventerà la sola reggente della direzione regionale più importante di Italia. Marco Orsini, già in Piemonte, passerà da aggiunto sia in Piemonte sia in Lombardia. Carla Belfiore, aggiunta in Lazio scatta avanti di una casella e diventa direttore regionale del Lazio. Michele Garruba al suo battesimo agli incarichi di vertice diventa direttore regionale aggiunto del Lazio. Una conferma arriva poi per Gianni Guerrierim nell’incarico di direttore centrale dell’Osservatorio del mercato immobiliare e servizi estimativi. Infine Emiliana Bandettini è confermata nell’incarico di direttore centrale aggiunto dell’accertamento già ricoperto in sostituzione di Pier Paolo Verna.