La sanità che offriamo
La sanità che vorremmo
06 marzo 2010
I.R.C.C.S. Fondazione Salvatore Maugeri
Cav. Giuseppe Tallarico
Coordinatore di Cittadinanzattiva Assemblea Territoriale di Pavia - ONLUS
1
E’ l’ultima realtà Movimento Federativo Democratico che nel
1980 ha dato vita al Tribunale per i Diritti del Malato e per
merito del quale ha acquisito una grande visibilità in tutta Italia
a seguito delle battaglie sostenute e vinte per:
• Tutelare i diritti
• Promuovere la partecipazione civica
che trova il suo fondamento nell’art. 118 della Costituzione (IV
comma), che recita:
"Stato, regioni, province, città metropolitane, comuni
favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e
associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale,
sulla base del principio della sussidiarietà".
2
fin dalla sua nascita, anno 2000,
opera su tutto il territorio italiano, con le sue reti:
Procuratori dei Cittadini, Tribunale per i Diritti del Malato,
Giustizia per i Diritti, Scuola di Cittadinanza,
Coordinamento Nazionale Malati Cronici,
e in Europa, attraverso la sua fondazione di cui è
Presidente Giovanni Moro, figlio del grande statista
assassinato dalle Brigate Rosse, coadiuvato da Teresa
Petrangolini - Segretario Generale,
per poter prevenire, limitare o rimuovere posizioni di
sofferenza, di soggezione, di sudditanza, situazioni di
disagio e di discriminazioni, pericolo per le libertà
personali.
3
Rete PIT Salute
Il Progetto Integrato di Tutela è un servizio di
informazione, assistenza e consulenza in tema di salute
e prende l’avvio nel 1996 grazie alla Commissione
Europea – DG SanCo.
1. attività di ascolto/prima risposta (front-line)
2. attività di back-office, in database appositamente
studiato, sulla base
di
opportune
categorie
classificatorie
3. attività medico-legale volta a verificare la reale
esistenza di elementi di responsabilità
4. redazione annuale del rapporto Pit Salute
4
Dati del XII Rapporto Pit Salute 2008
Cittadini al primo posto – Per una sanità più umana ed accessibile
5
Radiografia dell’errore
Anche la Lombardia, come altre regioni del nord, registra la malpractice
al primo posto (19%). Le liste d’attesa sono al secondo (8 %) e, al terzo,
si assesta la medicina d’urgenza (emergenza e pronto soccorso).
Per ciò che concerne i dati sulla malpractice, c’è da considerare che è
stato l’anno in cui è scoppiato il caso della Clinica Santa Rita, per cui le
richieste di assistenza su questa voce sono aumentate di molto.
Al quarto ed al quinto posto viene riportato il malessere dei cittadini
dovuto alla carenza di informazioni e comportamenti non adeguati
(freddezza nei modi, mancanza di garbo) da parte di medici, infermieri,
operatori sanitari e amministrativi (6,5%).
Dato rilevante è il 3,6% relativo alla mobilità sanitaria (ovvero di cittadini
di altre regioni che si spostano in Lombardia per le cure).
6
Radiografia dell’errore
Cosa?
Errore durante lo svolgimento di interventi chirurgici – Errata diagnosi
– Errata terapia – Errore durante la fase riabilitativa
Dove?
Ricovero – Pronto Soccorso – Ambulatorio – Domicilio
Le principali aree specialistiche
Ortopedia - Oncologia - Ginecologia e ostetricia - Chirurgia generale
Oculistica - Pronto soccorso - Odontoiatria - Chirurgia estetica
Altri fattori segnalati con l’errore
Problemi di consenso informato - Accesso documentazione clinica
Infezioni e complicanze - Violazione della privacy - Lesioni da
decubito - Altro
7
Dati Pit Salute Pavia 2009
Nel 2009 abbiamo ricevuto 275 telefonate per
informazioni, così suddivise:
22%
78%
Informazioni sul funzionamento delle strutture sanitarie
Informazioni sui propri diritti
8
Dati PIT Salute - TDM Pavia 2009
Su 58 segnalazioni di malpractice:
13%
4%
21%
3%
59%
Non si ravvisano elementi di responsabilità
Pratiche avviate
Pratiche abbandonate per mancanza dei presupposti necessari
Pratiche risolte positivamente
Pratiche in attesa di parere ML
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Le principali aree/Pavia 2009
Principali segnalazioni
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
10
Comportamenti
Oltre alle segnalazioni specifiche sul comportamento
non corretto degli operatori sanitari, si evidenzia
come anche una parte delle segnalazioni su presunti
errori, in realtà, sono proteste relative ad un
comportamento non corretto.
Il dato ricorre in tutte le aree specialistiche
indipendentemente dalle strutture e dalle prestazioni
erogate.
Alla luce delle 1.200 segnalazioni giunte a
Cittadinanzattiva-TDM nel 2008, emerge sempre con
più forza che:
la sicurezza in sanità è sempre più legata
ai comportamenti degli operatori sanitari
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Consenso informato
La firma per la raccolta del consenso informato non è una liberatoria,
ma una modalità per instaurare un corretto rapporto medicopaziente. Il consenso deve possedere le seguenti caratteristiche:
1. Deve essere esplicitamente manifestato dal malato al sanitario
mediante un comportamento che riveli in maniera inequivocabile il
proposito di sottoporsi all’intervento e/o cura
2. Può essere revocato anche poco prima che l’intervento inizi
L’informazione fornita deve comunque essere la più completa possibile,
il medico deve fornire una chiara rappresentazione delle modalità e
dei rischi, nonché di tutti gli eventuali interventi e/o terapie
alternative
Il medico di famiglia deve essere coinvolto sempre nell’informazione e
partecipare attivamente alla stessa con il suo supporto certificativo
Il principale requisito è sempre
comunicare bene !!
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Le risposte che riceviamo sia noi, sia gli utenti
… delle Aziende sanitarie sono spesso redatte in
linguaggio strettamente tecnico ed impersonale tale da
giustificare, da un lato, che il conflitto assuma i caratteri
di contenzioso giudiziario, mentre dall’altro non
incoraggiano certo gli utenti a segnalare i problemi.
… ma quando le stesse risposte sono redatte in un
linguaggio “di prossimità”, riducono il contenzioso e
soprattutto incoraggiano gli utenti a segnalare i
problemi.
La gente va incoraggiata a segnalare e la
segnalazione deve essere considerata una risorsa
dalla sede istituzionale.
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STRUMENTI DI TUTELA Carta della qualità in chirurgia
Al pari delle istituzione, delle Aziende, degli operatori sanitari, delle
assicurazioni, il cittadino è un portatore di interesse che deve collaborare
all’interno del sistema.
E’ dal cittadino attivo che si individuano i bisogni, è grazie alle sue
segnalazioni e/o alle semplici richieste di informazioni che si decide di
elaborare documenti utili a ridurre il rischio.
“Carta della qualità in chirurgia”
http://www.cittadinanzattiva.it/files/carta_della_qualita_in_chirurgia.pdf
Trattasi di una Carta in più per la sicurezza e la qualità dei servizi sanitari:
dall’accoglienza nei reparti, al consenso informato; dalla sicurezza in
ospedale fino alle dimissioni. In tutte queste fasi la Carta della qualità in
chirurgia definisce un elenco di impegni che i reparti ospedalieri si assumono
nei confronti del paziente per assicurare un servizio migliore nel rispetto del
diritto del cittadino malato all’informazione, alla sicurezza, all’appropriatezza
delle cure e all’innovazione.
Questi impegni sono riassumibili in 7 principi:
1. Accoglienza; 2. Informazioni; 3. Organizzazione; 4. Consenso informato; 5.
Sicurezza e igiene; 6. Innovazione; 7. Dimissioni
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Strumenti di tutela: Audit civico/1
L'Audit civico, promossa dalle organizzazioni civiche, consiste in un'analisi critica
e sistematica dell'azione attuata nelle aziende sanitarie e si configura come uno
indispensabile strumento a disposizione dei cittadini per promuovere la
valutazione della qualità delle prestazioni delle aziende sanitarie locali e
ospedaliere.
Nasce nel 2000 per iniziativa di Cittadinanzattiva sulla base dell'esperienza della
Rete Tribunale per i Diritti del Malato.
Il primo ciclo sperimentale è stato avviato nel 2001 con lo scopo di definire e
testare sul campo, il quadro teorico e metodologico realizzato con la
collaborazione di 12 aziende sanitarie.
Dal 2004 in poi, in base a specifiche convenzioni con le Agenzie Sanitarie e gli
Assessorati alla Salute delle Regioni, sono stati avviati alcuni cicli regionali,
ovvero programmi regionali di applicazione sistematica della metodologia.
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Strumenti di tutela: Audit civico/2
Infine, nel 2007 è stato siglato un programma nazionale di
collaborazione con il Ministero del Lavoro, della Salute e delle
Politiche Sociali - Settore Salute (Dipartimento della
Prevenzione e della Comunicazione e Dipartimento della
Qualità) - con la finalità di favorire l'insediamento dell'Audit
civico nel Sistema sanitario nazionale.
I principali temi della valutazione realizzata con l'Audit civico:
1. l'orientamento al cittadino nell'organizzazione e nella gestione
dei servizi
2. la priorità data alla prevenzione dei rischi, alla riduzione del
dolore e al sostegno dei malati cronici ed oncologici
3. Il coinvolgimento dei cittadini nella valutazione delle politiche
aziendali
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We have a dream: Trasformare
gli ospedali italiani in veri
OSPEDALI
Dove, il cittadino ammalato, si
sente veramente al primo
posto per la tutela della salute
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Ora, affrontando il tema che l’IPASVI ci ha assegnato e per
questo invitati a partecipare a questo evento, che ringraziamo
per essersi ricordata di noi e del nostro operare l’ascolto dei
bisogni dei cittadini ammalati presso la nostra sede sita al
piano terra nel Poliambulatorio IRCCS San Matteo di Pavia,
incominciamo la nostra analisi riportando quanto è già stato
messo in evidenza nel XII rapporto Pit-salute del 2008:
Un sistema sanitario troppo frammentato. L’Italia appare divisa in
pezzi: passando da una regione all’altra, da un’Azienda
sanitaria all’altra, fino al singolo Distretto, cambia l’accesso ai
servizi, ai farmaci, ai presidi, alle terapie innovative, il regime
delle prenotazioni delle visite e del pagamento dei ticket.
Anche per tutto questo i cittadini italiani e non, migrano da una
regione all’altra alla continua ricerca della soddisfazione dei
propri bisogni sanitari.
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Un sistema poco accessibile che esclude i cittadini che hanno
bisogno di servizi non previsti dai LEA - Livelli Essenziali di
Assistenza.
A causa dei lunghi tempi d’attesa, impedisce l’accesso a chi ne
avrebbe diritto, inoltre offre prestazioni non sufficienti rispetto ai
reali bisogni ( ..pensiamo alla riabilitazione, assistenza
domiciliare, all’assistenza residenziale e alle disabilità )
Un sistema squilibrato che non ha ancora trovato il giusto
equilibrio tra ospedale e servizi territoriali: lo dimostrano le
segnalazioni sulla medicina generale, l’assistenza domiciliare,
il Pronto Soccorso che resta comunque la porta principale
d’accesso al servizi sanitari dell’ospedale.
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Un sistema che non riesce a governare i comportamenti degli operatori
perché c’è poca comunicazione tra i professionisti che si incontrano
nei percorsi terapeutici, comportamenti arroganti ed atteggiamenti
omissivi, superficialità, scarsa disponibilità all’ascolto del bisogno.
Tutti atteggiamenti che non soltanto meritano censure morali ma che
rappresentano vere e proprie forme di rischio per i malati.
Un sistema che non riesce a governare completamente i rischi per i
malati. L’area dei sospetti errori di diagnosi e terapia resta comunque
la principale motivazione per la quale i cittadini si rivolgono ai Pitsalute nazionale e i Tribunali per i Diritti del Malato territoriali.
Un sistema che non riesce a proteggere i soggetti deboli, come ad
esempio i disabili, i malati fragili, i malati terminali, tanto che il Santo
Padre Benedetto XVI ha sentito la necessità di ribadirlo in occasione
della “Giornata nazionale del malato” rivolgendosi “agli operatori
sanitari del mondo intero”, ed esprimendo “spirituale vicinanza ed
affetto agli ammalati specie quelli colpiti da mali gravi e dolorosi”
chiedendo per loro “politiche in grado di garantire le condizioni
necessarie per affrontare in maniera dignitosa le malattie inguaribili e
la morte”
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Al quadro sopra delineato, si aggiunga l’incapacità del sistema
sociosanitario di considerare la complessità sociale della salute degli
immigrati, che anche a parità di condizioni economiche e sociali con
gli italiani, spesso subiscono trattamenti discriminatori sul piano
dell’assistenza. Tali difficoltà dipendono soprattutto dalla mancanza di
una “offerta attiva” da parte degli stessi servizi sanitari, mirata proprio
alle persone più a rischio.
In
particolare proprio il diritto alla salute, benché principio
costituzionalmente garantito a tutti, fatica ad affermarsi nei confronti
dei cittadini immigrati non solo con riferimento alla possibilità di
accesso ai servizi sanitari medesimi, ma anche e soprattutto per le
difficoltà di interpretare in termini culturali il disagio psicosociale di cui
spesso l’immigrato soffre.
La salute è infatti il risultato di una serie di fattori di vario tipo: genetici,
personali, sociali, culturali, ambientali.
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Alla luce di tutto ciò si ribadisce il concetto già espresso tante volte, ma
non sempre recepito adeguatamente che:
“I cittadini devono essere messi al primo posto se vogliamo
realizzare una sanità più umana ed accessibile”
Emerge con forza una sanità diversa di regione in regione con una
minore umanizzazione delle cure e un aumento silenzioso dei costi a
carico dei cittadini, che spesso non si sentono presi in
considerazione, ascoltati con attenzione, con l’effetto di sentirsi
abbandonati e lasciati a loro stessi. Se questo da una parte dà
impulso all’attivismo civico, con l’aumento della consapevolezza dei
propri diritti e la nascita di numerose realtà associative, dall’altra
espone al rischio dell’aumento dei conflitti e alla crescente
diminuzione di fiducia nelle figure professionali.
L’esigenza di maggior interesse ed attenzione nei confronti dei pazienti è
sentita al primo posto da 10 su 19 regioni che hanno contribuito alla
stesura del rapporto Pit-salute. Per Trentino Alto Adige, Emilia
Romagna e Toscana rappresenta la seconda voce; la terza invece per
Friuli Venezia Giulia, Puglia e Basilicata, al quarto posto in Lombardia,
Veneto, Abruzzo e Marche.
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È per tutto questo che quest’anno poniamo l’accento in particolare
sulla scarsa umanizzazione delle cure, le difficoltà nel rapporto
tra medico e paziente, la poca attenzione alla cura della
persona e al rispetto della dignità dell’ammalato.
Questo fenomeno assume dimensioni rilevanti quando affronta il
tema dei sospetti errori nella pratica medica ed assistenziale,
che pur confermandosi come prima voce nelle segnalazioni
che ci giungono dai cittadini, sono frutto di un pessimo
rapporto tra cittadini e personale sanitario e di una cattiva
comunicazione. Crediamo che questo debba rappresentare un
campanello di allarme per tutti e che sia necessario intervenire
a livello nazionale, regionale e locale, per affermare una vera
cultura della prevenzione dei rischi, anche attraverso
l’istituzione di un Fondo Nazionale per indennizzare i cittadini
che hanno subito un danno che non sia riconducibile a
nessun’altra responsabilità.
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Anche il tema della estrema frammentazione e disomogeneità del
nostro sistema sanitario richiede degli interventi immediati, a
partire da una vera riforma dei Livelli Essenziali di Assistenza
che rappresentano il “portafoglio” di garanzia, minimo, di
prestazioni e cure da garantire al cittadino ammalato che è in
troppi casi svilito da una politica troppo attenta ai costi e
poco ai controlli ed alla effettiva tutela della salute e alla
efficienza del sistema sanitario.
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Conclusioni / 1
È ora basilare ricostruire la fiducia tra operatori sanitari e
pazienti per evitare conflitti inutili.
Una parte della categoria medica afferma di essere costretta
ad attuare una medicina difensiva, ossia più esami, farmaci e
ricoveri e meno operazioni a rischio, per non andare incontro
alle denunce dei cittadini.
Dai nostri dati risulta però che chi arriva a denunciare il medico
è una parte davvero esigua, e chi lo denuncia lo fa, in un caso
su due, soprattutto perché è mancata una buona
comunicazione o perché si è sentito abbandonato.
Per questo crediamo che alcuni strumenti potrebbero
migliorare questo rapporto, dando sia ai medici sia ai cittadini
un “quadro generale entro il quale muoversi per garantire
una migliore consapevolezza, nell’aiutarsi a vicenda”.
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Conclusioni / 2
In conclusione, e termino il mio intervento è necessario
garantire la partecipazione dei cittadini, attraverso l’ascolto
delle questioni che riguardano la loro salute ed il relativo
sistema di riferimento rappresenta il modo migliore per
aumentare il livello di soddisfazione e ridurre il contenzioso.
I due elementi soddisfazione e contenzioso sono infatti
inversamente proporzionali.
L’ultimo elemento che merita di essere considerato è che una
corretta comunicazione genera il superamento dell’asimmetria
informativa e di conseguenza pone il paziente in una
posizione di pari dignità rispetto a quella degli operatori sanitari,
tale da “sentirsi a proprio agio” nel chiedere tutte le informazioni
che riterrà più opportune ed essere così nella condizione di
recepire con piena consapevolezza quanto gli verrà dato in
termini di attenzione, informazione e considerazione.
26
Grazie per l’attenzione
Cav. Giuseppe Tallarico
Coordinatore di Cittadinanzattiva – Assemblea territoriale di Pavia - ONLUS
Tel. 347.58.63.614
e-mail [email protected]
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Tallarico - Collegio IPASVI Pavia