I Flussi in Entrata nei Mercati del Lavoro Umbri: un’Analisi di Cluster Cristiano Perugini e Marcello Signorelli Dipartimento di Economia, Università di Perugia Abstract Nella prima parte di questo lavoro si esaminano brevemente alcuni aspetti teorici relativi ai mercati locali del lavoro e si discutono le unità di osservazione più coerenti con le impostazioni adottate, individuandole nei Sistemi locali del Lavoro Istat. Nella parte empirica, si utilizzano i dati dell’archivio dei Centri per l’Impiego dell’Umbria, rielaborati e riclassificati per SLL, per realizzare un’analisi dei livelli di differenziazione dei MLL umbri. A questo fine sono utilizzati i dati relativi agli avviamenti al lavoro per le principali tipologie contrattuali, classi di età, livelli di istruzione e settore di attività economica. Nell’ultima parte, utilizzando tecniche di statistica multivariata, si presenta un’analisi di cluster e si individuano alcune implicazioni di policy. JEL classification: R23, J40 Keywords: mercati locali del lavoro, avviamenti al lavoro, tipologie contrattuali 1. Introduzione Una parte degli studi sul mercato del lavoro si è concentrata, pur con diversi approcci, su quelle dimensioni e caratteristiche locali e territoriali ritenute cruciali per gli interventi di policy volti ad influire sul suo funzionamento e sulla sua performance (Gambarotto – Maggioni, 2003). Questo orientamento corrisponde in alcuni casi a quello, più generale, che rinviene nelle caratteristiche distintive dei luoghi (Bellandi, 2003) alcuni fattori di natura economica, sociale ed istituzionale, centrali per la comprensione degli elevati livelli di varietà e differenziazione della realtà socio-economica (Becattini 1979, 1987). In questo lavoro, dopo aver brevemente descritto le basi teoriche di partenza e gli strumenti coerenti con esse che si intendono utilizzare (par. 2), si presenta un’analisi delle caratteristiche dei mercati locali del lavoro (MLL) dell’Umbria. L’utilizzazione su base locale dei dati dell’archivio dei Centri per l’Impiego (CPI) (par. 3) relativi agli avviamenti al lavoro consente diversi approfondimenti di studio. In questo contributo sono considerate, in particolare, le caratteristiche contrattuali degli avviamenti, anche in relazioni ad attributi fondamentali dell’offerta di lavoro, quali età e grado di istruzione (par. 4). L’analisi è ulteriormente approfondita nella sezione cinque utilizzando tecniche di statistica multivariata che consentono efficaci sintesi della notevole mole di informazioni disponibile. Il paragrafo sei riassume alcune delle indicazioni emerse dalla ricerca e propone brevemente alcune implicazioni per l’intervento pubblico. 2. I mercati locali del lavoro: approccio di studio, strumenti ed articolazione per l’Umbria Un mercato locale del lavoro può essere definito, considerando la sua dimensione spaziale, un’area territoriale all’interno della quale la domanda e l’offerta di lavoro si incontrano in misura significativa. Cioè in cui larga parte delle persone che vi abitano stabilmente, e desiderano avere un lavoro, riescono anche a trovarvi una collocazione; ed in cui i datori di lavoro che vi sono localizzati riescono a reclutare la maggior parte della forza lavoro necessaria ai propri processi produttivi. L’attributo locale non va però inteso soltanto in senso strettamente geografico, in termini di distanza; secondo questa impostazione potrebbe infatti essere considerato “locale” ogni ambito con estensione limitata a qualche soglia dimensionale1. Locale deve essere invece inteso come riferito ad un luogo socio-economico, ovvero, come suggerisce Bellandi (2003, p. 136), ad un ambito di “condivisione e accumulazione di esperienze quotidiane ed esperimenti sociali per gruppi umani residenti. […] Con termine sistemico, si parlerà di sistemi locali”. Da questo punto di vista, anche logicamente il luogo precede l’identificazione del mercato del lavoro che, proprio perché associato a quel luogo, diventa “locale”. I luoghi ed i mercati del lavoro loro associati, più o meno contigui territorialmente, mostrano caratteri di interazione o sovrapposizione più o meno marcati (residenti che offrono il loro lavoro al di fuori dell’area in cui lavora la gran parte degli altri residenti; oppure datori di lavoro che attingono manodopera in aree diverse da quella da cui attinge la gran parte delle altre imprese locali). Allo stesso tempo, un mercato locale del lavoro, in senso generale, può essere osservato a partire dai diversi “segmenti” che lo compongono e che, a loro volta, possono dimostrare diversi gradi di interdipendenza. Ed i diversi segmenti possono a loro volta evidenziare gradi diversi di apertura verso l’esterno, dalla parte della domanda e da quella dell’offerta. In ogni caso, proprio perché associato ad un luogo, la dimensione locale del mercato del lavoro incorpora le regole di funzionamento e le caratteristiche della società locale; cioè è in grado di dare significatività e contenere le peculiarità territoriali della “merce” scambiata, il lavoro, (valori, etica, desideri di mobilità sociale, etc.) che derivano dall’appartenenza dell’uomo (che offre i propri servizi lavorativi) e dell’impresa (che li domanda), ad una dimensione sociale ed economica collocata in un determinato ambito sociale, culturale, economico. In altri termini, questa prospettiva di osservazione, concependo gli agenti economici come parti di un sistema socio-economico locale, il cui funzionamento è legato al combinarsi delle forze di mercato con i meccanismi istituzionali (North, 1994) decisi dalla società locale (Bagnasco, 1988), si ripercuote (in positivo) sull’osservazione del mercato del lavoro, in quanto luogo economico in cui si concretizzano direttamente, in termini di meccanismi di funzionamento e di performance, larga parte degli attributi e delle peculiarità delle parti in causa. Si pensi all’importanza della densità e dello spessore delle reti di relazioni ai fini dell’efficienza del mercato2; al ruolo che la società circostante ricopre nello strutturare l’atteggiamento 1 Una discussione di alcuni degli approcci utilizzati nello studio dei mercati locali del lavoro è disponibile in Perugini – Pieroni (2003). 2 Cioè alla “dotazione” di capitale sociale di ogni attore sociale, nel senso di Trigilia (2002): “l’insieme delle relazioni di cui un soggetto individuale (per esempio un imprenditore o un lavoratore) o un soggetto collettivo (privato o pubblico) dispone in un determinato momento. […] Attraverso il capitale di relazioni si rendono disponibili risorse individuale verso il lavoro o nel condizionare i comportamenti lavorativi in vista di aspettative future (Becattini, 2000); a come la società locale struttura meccanismi di sanzionamento per chi, imprese o lavoratori, metta in campo atteggiamenti in contrasto con l’architettura istituzionale esistente (Solow, 1994); alla varietà delle possibili declinazioni della percezione dell’equità delle posizioni lavorative (Solow, 1994) e a quanto questa dipenda da dimensioni storiche, culturali, sociali che contraddistinguono luoghi diversi; alla straordinaria diversificazione della distribuzione di nuclei di conoscenza tacita, cioè della quota d capitale umano non (o difficilmente) trasferibile (Becattini – Rullani, 1993), che può rappresentare il cuore del vantaggio competitivo di un’industria, e che spesso ha una dimensione fortemente locale (si consideri il caso delle produzioni agroalimentari tipiche e più in generale dei prodotti manifatturieri con una forte connotazione territoriale). Il riconoscimento dell’articolazione dello spazio in mercati locali del lavoro, nel senso sopra specificato, è stato tentato in Italia (a livello nazionale) per la prima volta a partire dai dati censuari Istat 1981 (Istat-Irpet, 1989) e successivamente replicato con riferimento al 1991 (Istat, 1997), concretizzandosi in una mappatura del territorio nazionale in unità regionali funzionali denominate Sistemi Locali del Lavoro (SLL)3. Il Sistema Locale del Lavoro (Istat, 1997) può essere considerato un’attendibile rappresentazione empirica del concetto di sistema (società) locale. A sua volta definibile come “l’area entro la quale una certa popolazione, al tempo stesso, vive le proprie esperienze di lavoro e intreccia le relazioni più stabili” (Musotti-Polinori, 2001, p. 220). Si tratta, cioè, di un ambiente fisico che contiene in misura significativa le relazioni economiche e sociali (quindi anche culturali, politiche, etc.) del gruppo umano che vi è insediato. Il SLL, ovvero il luogo dove “la maggior parte della popolazione residente può trovare lavoro (o cambiare lavoro) senza cambiare il luogo di residenza, e dove i datori di lavoro reclutano la maggior parte dei lavoratori, generando così un complesso reticolo di spostamenti quotidiani casa-lavoro” (Istat, 1997), fornisce la migliore approssimazione del sistema locale. In sostanza il SLL denota un territorio (composto da due o più unità amministrative comunali), all’interno del quale esiste una dotazione di strutture produttive e servizi tale da offrire opportunità di lavoro e residenza (e quindi contenere una significativa quota delle relazioni umane fra le sedi di lavoro e quelle di riproduzione sociale) alla popolazione insediata (Istat, 1997). Come noto, la regionalizzazione del territorio italiano in SLL è effettuata utilizzando i dati rilevati attraverso il quesito sulla pendolarità del censimento decennale della popolazione Istat, in cui viene richiesto di indicare il luogo di lavoro o di studio, il tempo di viaggio ed il mezzo di trasporto utilizzato. La scelta di utilizzare gli spostamenti per motivi di lavoro per determinare i confini socio-economici dei sistemi locali deriva dalla particolare natura dell’attività lavorativa, che rappresenta la “fondamentale attività umana attraverso la quale si realizza l’organizzazione dello spazio quotidiano di una persona, più in generale di una comunità umana” (Istat, 1997, p.103). Si tratta infatti di un ambito della vita delle persone che struttura la configurazione territoriale di una società locale, dal momento che condiziona significativamente anche altre relazioni mercantili, ricreative, sociali, etc. Il SLL è quindi adatto allo studio dei mercati locali del lavoro, non solo perché è determinato utilizzando gli spostamenti casa lavoro per determinarne i confini, ma in quanto rappresenta la migliore approssimazione disponibile dell’articolazione sociale ed economica di un dato spazio (in questo caso l’Italia), in luoghi. Il concetto base utilizzato per determinare la mappatura in SLL del territorio italiano (l’ultima disponibile è riferita ai dati censuari del 1991), è l’autocontenimento, cioè la capacità di una certa area di contenere al proprio interno una massa relazionale significativa (approssimata appunto dagli spostamenti casa-lavoro), definita sia sul lato della domanda che dell’offerta di lavoro. Nel primo caso esso corrisponde cognitive, come le informazioni, o normative, come la fiducia, che permettono agli attori di realizzare obiettivi che non sarebbero altrimenti raggiungibili. Spostandosi dal livello individuale a quello aggregato, si potrà poi dire che un determinato contesto territoriale risulta più o meno ricco di capitale sociale a seconda che i soggetti individuali o collettivi che vi risiedono sono coinvolti in reti di relazioni più o meno diffuse”. L’importanza delle reti di relazioni, formali o informali è stata ampiamente studiata nella letteratura sul mercato del lavoro. Per una stima relativamente recente dell’importanza delle relazioni informali nell’accesso al lavoro in Italia si veda, ad esempio, Sestito (1995). Uno studio di matrice sociologica che ha rivestito notevole importanza anche perché costituisce una delle basi del filone di ricerca e studio della Social Network Analysis (Scott, 1991), è quello di Granovetter (1974). In questo studio l’autore mostrava l’importanza, nell’accedere alle informazioni sul mercato del lavoro ed a posizioni lavorative, delle relazioni interpersonali, ed in particolare di quelle deboli (cioè non derivati da legami stabili e ripetuti, ad esempio con parenti o amici, ma con semplici conoscenti e su base occasionale), sintetizzata nell’espressione “the strenght of weak ties”. 3 Precedentemente, con riferimento al 1971, la facoltà di elaborazione dei dati necessari era stata lasciata alle singole Regioni. Tra queste la Toscana (attraverso l’IRPET, Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana) aveva proceduto all’identificazione dei mercati locali del lavoro del territorio regionale. al rapporto tra popolazione residente occupata che si sposta quotidianamente all’interno del SLL (spostamenti interni) e popolazione giornalmente occupata all’interno SLL (posti di lavoro, o domanda di lavoro); nel secondo caso dal rapporto tra popolazione residente occupata che si sposta quotidianamente all’interno del SLL (spostamenti interni) e popolazione residente occupata che si sposta dentro o fuori il sistema locale (occupati residenti o offerta di lavoro). L’Istat stabilisce un valore di autocontenimento soglia del 50% al di sotto del quale non può parlarsi di approssimazione di un sistema locale; ed un livello del 75% come appropriato per il riconoscimento di un sistema locale. Il SLL non è quindi un sistema chiuso (Antonelli, et al. 1998), ma anche significativamente aperto verso l’esterno, da cui attiva e attrae e a cui cede risorse economiche, sociali, cognitive. Il sistema locale del lavoro è quindi per costruzione “il luogo in cui domanda e offerta di lavoro si incontrano” ossia “dove la popolazione lavora e abita, cioè trascorre la maggior parte della propria vita quotidiana” (Istat, 1997, p.104). Il SLL approssima quindi un mercato locale del lavoro, più o meno segmentato al suo interno, ma non è solo questo; è infatti un luogo di forte interazione sociale ed economica, che ne disegna i confini, non in termini fisici ma spazio-temporali. In altri termini (Istat, 1989, p.37), i SLL identificano “aree funzionali in grado di riflettere, in maniera accurata e significativa, mercati locali del lavoro”4. L’area di studio di interesse di questo lavoro (regione Umbria), sulla base dei dati censuari 1991, risulta articolata in sedici SLL intermente ricadenti nello spazio amministrativo regionale. Di questi, tredici appartengono alla provincia di Perugia e tre (Terni, Orvieto e Fabro) a quella di Terni. Di questi, gli ultimi due ricadono interamente dentro lo spazio provinciale, mentre il primo comprende un comune extraregionale (Configni)5, amministrativamente appartenente alla provincia di Rieti. Altri comuni della provincia di Terni appartengono invece a SLL con località centrale6 al di fuori dello spazio provinciale. In particolare il comune di San Venanzo appartiene al sistema locale di Marsciano, nella provincia di Perugia7. I comuni di Attigliano, Giove e Penna in Teverina sono invece parte del SLL di Orte, ed Otricoli del SLL di Civita Castellana. Nella provincia di Perugia, sono invece i comuni di Citerna e Sangiustino ad appartenere al SLL toscano di Sansepolcro; Lisciano Niccone al SLL di Cortona e Città della Pieve al SLL di Chiusi. Il fatto che questa mappatura discenda dall’elaborazione dei dati sul quesito sulla pendolarità del censimento 1991, non deve indurre a valutarla necessariamente come sorpassata da un punto di vista temporale. Proprio il fenomeno sottostante l’identificazione dei sistemi locali del lavoro è infatti tale da conferire carattere di relativa stabilità all’unità territoriale individuata, anche se si è in presenza di una ripartizione soggetta a variazioni intertemporali. Anzi, se questo aspetto può porre qualche problema dal punto di vista delle analisi su base storica8, fornisce però una formidabile novità negli studi dei fenomeni socioeconomici, nel momento in cui si può disporre di una unità di analisi che varia al variare (cioè tiene conto del mutare) della realtà socio-economica sottostante. Rispetto al 1981, in Italia sono stati identificati, nel 1991, 171 Sistemi Locali del Lavoro in meno (da 955 a 784). Nella provincia di Perugia, si è invece registrato un aumento dei SLL dettato dalla scissione in due sistemi locali del lavoro (Norcia e Cascia) dell’Alta Valnerina, prima contenuta in un unico SLL (Cascia). Più rilevanti, e significative le evoluzioni che hanno interessato l’area ternana. Secondo i dati di inizio anni ottanta, essa appariva infatti articolata in quattro sistemi locali del lavoro (Amelia, Terni, Orvieto, Fabro). Al 1991 si registra la scomparsa del SLL di Amelia, i cui comuni componenti confluiscono in parte nel SLL di Terni (Amelia e Lugnano in Teverina), ed 4 Nella regionalizzazione riferita ai dati censuari del 1981 era utilizzata, per una questione di diffusione e condivisione più elevata, direttamente la locuzione mercati locali del lavoro, pur con la specificazione che sarebbe stata preferibile quella, più ampia, di sistemi locali del lavoro. Questo avrebbe consentito, tra l’altro, “di prendere le dovute distanze dall’applicazione, implicita o inconsapevole, al lavoro di uno schema, quello del mercato, concepito per le merci in senso proprio, ricorrendo la scomoda circostanza per cui, come è stato fatto notare, «si ha qui a che fare con una strana merce che ha un’opinione di sé, che può essere diversa da quella degli altri» (Becattini, 1979)” (Istat-Irpet, 1989, p.15). 5 Al 2001 questo comune conta 705 residenti (contro i 752 di dieci anni prima). 6 La località centrale, che dà il nome al SLL è individuata nel comune del SLL verso cui si dirige per motivi di lavoro il maggior numero di persone provenienti da tutte le località comunali italiane (Istat 1997). Di solito la località centrale coincide con il comune di dimensioni più rilevanti. 7 La provincia di Perugia risulta articolata in 13 SLL con località centrale nello spazio amministrativo della provincia (Città di Castello, Umbertide, Gubbio, Gualdo Tadino, Perugia, Castiglion del Lago, Assisi, Foligno, Marsciano, Todi, Spoleto, Norcia e Cascia). 8 Brusco e Paba (1998) affrontano il problema per tracciare una storia dei distretti industriali in Italia. Nel caso dell’Umbria Musotti-Perugini-Benni (2000) e Musotti Perugini (2002) utilizzano i SLL per ricostruire l’evoluzione demografica e delle strutture agricole rispettivamente dell’Alta Valle del Tevere e della provincia di Perugia. in parte in quello di Orvieto (Alviano, Guardea, Montecchio)9. Segno di una più turbolenta evoluzione dell’area ternana, rispetto al perugino, in termini di organizzazione ed articolazione dei fatti economici e sociali. Ai fini di questo studio sono considerati i sedici sistemi locali del lavoro interamente ricadenti nello spazio regionale. I dati riferiti all’Umbria come aggregato comprendono invece anche i comuni appartenenti a SLL extraregionali. Il caso di studio è particolarmente adatto a rappresentare l’utilità di un approccio di studio al mercato del lavoro di natura territoriale. L’Umbria amministrativa, infatti, come è stato giustamente ricordato (Grohmann 1989) assume carattere di regione-non regione, cioè di una costruzione politico-amministrativa più dominato da spinte centrifughe che centripete e che quindi tendono a valorizzare collegamenti ed integrazione con le regioni confinanti, fino ad assumerne i connotati anche paesaggistici caratteristici (si pensi, a titolo di esempio, al versante toscano dell’Umbria, dove, non a caso, una notevole porzione di comuni ricade in SLL con località centrale in Toscana). Ma, anche al suo interno, appare istruttiva la straordinaria eterogeneità di traiettorie di sviluppo locale. La rurale alta Valnerina (Norcia e Cascia), da una parte, tutta proiettata a valorizzare il potenziale economico delle amenities ambientali e culturali di cui è dotata; l’alta valle del Tevere (Città di Castello ed Umbertide), dall’altra, frontiera del modello dell’industrializzazione leggera, che non manca di mostrare assetti organizzativi di tipo distrettuale; la media valle del Tevere, ancora, a sua volta ri-articolata in diverse componenti territoriali (quella rurale di Todi, quella inesorabilmente attratta dal capoluogo Perugia, un sotto-sistema produttivo rilavante, Deruta; ed un’area di piccola e media impresa con assetto organizzativo significativamente sistemico, Marsciano); e poi i territori dell’area del Trasimeno, dell’Orvietano, quelli della Valle Umbra (Assisi e Foligno) e così via (il Ternano, l’Eugubino, l’area Gualdese), ognuno con le sue caratteristiche e con il suo sentiero di crescita distinto, come distinti sono caratteri locali da cui diparte. 3. L’utilizzo dei dati dei CPI per lo studio dei MLL del lavoro10 I dati utilizzati in questo lavoro appartengono agli archivi dei Centri per l’Impiego dell’Umbria (Perugia, Terni, Città di Castello, Foligno, Orvieto). Sebbene le potenzialità informative che i microdati offrono siano molto ampie, il loro utilizzo ad un livello territoriale molto disaggregato è piuttosto limitato e si arresta al livello dei confini amministrativi dei CPI (Gambuzza – Rasera, 1997 e 1998; Corò – Occari, 1995; Bruni – Ceccarelli, 1995; Sereni, 2002 e 2003), peraltro in alcuni casi in grado di riflettere adeguatamente l’articolazione dello spazio in MLL.11. D’altra parte, l’archivio Netlabor12 fornisce direttamente dati a livello di CPI o di livelli amministrativi sovraordinati (provincia, regione), mentre ulteriori approfondimenti territoriali esigono l’utilizzo della banca dati iniziale, con un notevole aggravio dei costi e dei tempi di elaborazione. Questa procedura è stata realizzata ai fini di questo lavoro, ove i microdati dei CPI dell’Umbria relativi al 2001 sono stati elaborati a livello comunale e poi aggregati per nei SLL Istat. In particolare, seguendo le indicazioni di un’ampia letteratura (Nosvelli, 1999; Bruni – Ceccarelli, 1995; Antonelli et al., 1998) che suggerisce molte cautele sull’utilizzo dei dati CPI, è stata utilizzata solo la componente (gli 9 Altra informazione rilevante che può essere tratta dalla regionalizzazione riferita al 1981 è relativa all’articolazione per l’Umbria delle Regioni funzionali del lavoro (aggregazione di più SLL sulla base degli spostamenti giornalieri per motivi di lavoro occorrenti fra di essi). La regione funzionale di Terni comprendeva oltre ai quattro SLL ternani, quelli di Cascia e Spoleto, oltre che di Orte e Magliano Sabina nel Lazio. Elemento non trascurabile e denso di implicazioni quando si tende ad esempio a proporre il dualismo dell’economia umbra (Perugia e Terni) in termini di spazi provinciali. 10 Questa sezione di descrizione dell’archivio dati utilizzato si rifà ampiamente a quanto già evidenziato in (Perugini – Pieroni, 2003). 11 Le circoscrizioni per l’Impiego sono state istituite tenendo in considerazione l’articolazione del SLL. Per una descrizione delle modalità di determinazione dei confini dei CPI da parte del Ministero del Lavoro si veda Corò ed Occari (1995). Nel caso del Veneto, Corò ed Occari (1995) e Gambuzza e Rasera (1997 e 1998) giudicano le 41 circoscrizioni, pur con qualche approssimazione, un livello adeguato per la rappresentazione della dimensione locale dei mercati del lavoro. Altrettanto non può essere affermato nel caso dell’Umbria, ove la ripartizione in cinque CPI non rappresenta adeguatamente la complessità socio-economica (e quindi a livello di MLL), di cui rendono invece un’idea più precisa i sedici SLL Istat. 12 Netlabor è un software del Ministero del lavoro che utilizzano gli uffici periferici per la gestione delle informazioni raccolte presso i CPI. Per una discussione critica delle caratteristiche del software, delle informazioni contenute nel database e dei loro limiti, si veda Bassi – Gambuzza – Rasera (2002). avviamenti al lavoro) che appare la più robusta e ricca di informazioni. Essa infatti rappresenta il dato di flusso di tutti gli avviamenti al lavoro dipendente (eccetto quelli effettuati dalla PA per pubblico concorso) e, grazie agli obblighi di comunicazione imposti alle imprese, gode di una elevata affidabilità e tempestività di aggiornamento, che la rende un’affidabile rappresentazione della domanda di lavoro (dipendente) di flusso delle imprese dell’ambito territoriale assunto come riferimento (Bruni – Ceccarelli, 1995) 13. Il dato riguarda gli avviamenti al lavoro, ossia i contratti di ingresso al lavoro; questo implica che in un dato intervallo temporale, più flussi di entrata possono riguardare lo stesso lavoratore (nel caso di un soggetto avviato, uscito dall’occupazione per qualche ragione e avviato di nuovo presso la medesima o altra impresa). Per l’elaborazione dei dati dell’archivio dei cinque CPI sugli avviamenti sono state seguite le modalità operative descritte da Bruni e Sereni (2002) e Carmignani e Schiattarella (2003), cui si rimanda per gli aspetti più particolari. In sintesi, sono stati dapprima riuniti i dati degli avviamenti in un unico archivio, cui sono successivamente stati collegati quelli contenenti rilevanti caratteristiche dei lavoratori attraverso il codice fiscale, e delle imprese attraverso la sua partita IVA o il CF dell’imprenditore. E’ così possibile disporre di un archivio unico che contiene informazioni sul tipo di avviamento, sul lavoratore e sull’impresa (localizzazione e codice di attività (Ateco 91)). Da questo file unico sono state escluse quelle registrazioni che, pur figurando tra gli avviamenti, non configuravano un reale ingresso nell’occupazione (Bruni – Sereni, 2002): passaggi diretti tra aziende diverse; trasferimento da altra sede della stessa ditta; incorporazione della ditta o acquisizione di ramo di attività; rientri da militare o sospensione, trasformazioni, modifiche, proroghe di rapporti di lavoro; variazione della ragione sociale dell’azienda o trasformazione artigiano/non artigiano. Dopo aver risolto alcune problematiche del database finale, inevitabili considerando la natura amministrativa dei dati, attraverso le indicazioni di Bruni e Sereni (2002), si è giunti alla definizione di un dataset relativo al 2001 composto da oltre 102.500 avviamenti con indicazione: della data di avviamento; della tipologia del rapporto di lavoro14; della qualifica (classificazione Istat 4 digit); del comune di localizzazione dell’azienda (livello comunale) e del settore di appartenenza (5 digit dell’Ateco 91). Oltre ad un ricco set di caratteristiche del lavoratore avviato: residenza (comune), sesso, età, stato civile, titolo di studio, cittadinanza, classe di iscrizione15. Ai fini di questo lavoro, si è concentrata l’attenzione sulle caratteristiche contrattuali degli avviamenti, incrociando queste informazioni con l’età e l’istruzione dei lavoratori. 4. Differenze Contrattuali e Settoriali nei Flussi in Entrata Prima di analizzare alcune caratteristiche dei flussi in entrata nei mercati locali del lavoro (MLL) umbri, si presentano i dati sintetici relativi alla performance occupazionale utilizzando i due indicatori fondamentali: il tasso di disoccupazione (TdD) e il tasso di occupazione (TdO). I tassi di disoccupazione dei MLL umbri vanno da un minimo di 4,9% (Assisi) ad un massimo di 5,7% (Terni). Il livello risulta relativamente basso ed anche la variazione risulta contenuta. Una maggiore differenziazione si ha considerando il tasso di occupazione: dal massimo del MLL di Perugia (62,6%) al minimo del MLL di Terni (56,3%). Si ricorda che il principale “obiettivo di Lisbona”16 prevede il raggiungimento di un tasso di occupazione pari al 70% entro il 2010. La distanza da tale obiettivo è ancora considerevole per la gran parte dei MLL umbri. 13 Non altrettanto si può invece dire riguardo all’affidabilità di altre categorie di dati (cessazioni ed iscrizioni). Nel primo caso il non sanzionamento del ritardo di comunicazione della cessazione del rapporto da parte delle imprese, specie con riferimento al settore agricolo (Sereni, 2002), rende sottostimato il deflusso di uscita dal lavoro. Nel caso degli iscritti esistono invece probabili effetti sia di sovra che di sottostima dello stock di offerta di lavoro in eccesso sul mercato del lavoro per una serie di motivi. In primo luogo possono iscriversi alle liste anche persone occupate ma in cerca di nuova occupazione. D’atra parte, i vantaggi dell’iscrizione stimolano ad effettuarla o mantenerla anche se non si appartiene affettivamente alla forza lavoro (Bruni – Ceccarelli, 1995; Nosvelli, 1999; Gambuzza – Rasera, 2002). Infine, le liste contengono categorie di persone occupate, anche se solo su base stagionale e a tempo parziale ed i militari di leva (Sestito, 1990) e non tutte la persone disoccupate o in cerca di prima occupazione si iscrivono ai CPI per ottenere una collocazione lavorativa. 14 Sono distinti i contratti di apprendistato, di formazione lavoro, altri contratti a tempo determinato, ed i contratti a tempo indeterminato. Delle ultime tre categorie è poi specificato se si tratti di impegni full o part-time. 15 Le modalità possibili sono: Disoccupato con esperienza, Disoccupato senza esperienza, Pensionato, Occupato in cerca di altra occupazione, Occupato part-time con meno di 20 ore settimanali, Occupato a tempo determinato con contratti di durata inferiore a quattro mesi. 16 Tale obiettivo è stato definito nel Consiglio di Lisbona del 2000 nell’ambito della strategia europea per l’occupazione. Tab. 1 - Tassi (%) di disoccupazione e tassi di occupazione per MLL (2001) Tasso di disoccupazione Tasso di occupazione Assisi 4,9 Perugia 62,6 Perugia 5,2 Assisi 62,5 Fabro 5,2 Umbertide 62,0 Umbertide 5,2 Castiglion del Lago 60,7 Marsciano 5,2 Gualdo Tadino 60,6 Norcia 5,2 Norcia 60,5 Gualdo Tadino 5,2 Cascia 60,3 Castiglion del Lago 5,3 Città di Castello 60,1 Cascia 5,3 Fabro 60,0 Orvieto 5,3 Marsciano 59,9 Foligno 5,3 Gubbio 59,8 Todi 5,4 Todi 59,6 Spoleto 5,4 Orvieto 59,4 Gubbio 5,5 Foligno 58,6 Città di Castello 5,5 Spoleto 58,6 Terni 5,7 Terni 56,3 Fonte: nostre elaborazioni su dati dei Centri per l’impiego e dati Istat Note: Tasso di disoccupazione = n° disoccupati x 100 / forza lavoro; dove la forza lavoro è data dalla somma di occupati e disoccupati. Tasso di occupazione = n° occupati x 100 / popolazione in età lavorativa (15-64). Le caratteristiche dei flussi in entrata nei mercati locali del lavoro umbri saranno analizzate considerando le differenze di tipologie contrattuali, di genere, per classi di età, per livelli di formazione e per settore economico. La comparabilità dei dati fra i vari MLL è ottenuta rapportando il dato relativo agli avviamenti con la popolazione in età lavorativa (dai 15 ai 64 anni). Considerando il tasso di avviamento totale (TAT) si notano rilevanti differenze fra i MLL. Il dato più elevato è relativo al MLL di Gubbio (oltre 31%), seguito da Città di Castello (24%), mentre livelli inferiori alla metà risultano per Norcia e Fabro (circa il 12%). Fra i MLL con elevata intensità di avviamenti si inseriscono Orvieto, Todi, Foligno e Perugia (fra il 18% e il 20%), mentre Gualdo Tadino e Terni si collocano nella parte bassa della graduatoria (con circa il 13-14%). I rimanenti sei MLL si caratterizzano per un tasso di avviamento totale compreso fra il 15% e il 18% (Tabella 2). Per quanto riguarda la distinzione di genere, si rilevano alcune differenziazioni quantitative fra gli avviamenti di maschi e femmine nei diversi MLL. Una prima notazione riguarda il MLL di Gubbio caratterizzato dal massimo tasso di avviamento per entrambe le componenti e, inoltre, per la peculiarità di presentare un TA femminile (oltre il 16%) superiore a quello maschile (14,6%). Città di Castello risulta al secondo posto della graduatoria con un TA maschile del 13,6% e un TA femminile del 10,6%. Per quanto riguarda il TA maschile, i MLL di Todi, Orvieto, Foligno, Marsciano e Umbertide presentano tassi fra il 10% e il 12,5%, mente gli altri MLL presentano TA inferiori al 10% fino al minimo di Fabro (7,5%). Con riferimento ai TA femminili, i MLL di Terni, Norcia e Fabro si caratterizzano per tassi molto bassi (dal 4 al 5%), mentre tutti gli altri MLL, escludendo Gubbio e Città di Castello, presentano dei TA femminili fra il 5 e il 10%. Tab. 2 - Tassi (%) di avviamento totali (su popolazione 15-64) per genere Totale Maschi Gubbio 31,40 Gubbio 14,61 Città di Castello 24,23 Città di Castello 13,61 Orvieto 19,52 Todi 12,49 Todi 19,42 Orvieto 11,65 Foligno 18,71 Foligno 11,50 Perugia 18,23 Marsciano 10,50 UMBRIA 17,35 Umbertide 10,03 Castiglion del Lago 17,35 Perugia 9,98 Assisi 17,15 UMBRIA 9,95 Marsciano 16,99 Assisi 9,83 Femmine Gubbio Città di Castello Castiglion del Lago Cascia Perugia Orvieto Spoleto UMBRIA Assisi Foligno 16,79 10,62 9,27 8,38 8,25 7,87 7,48 7,40 7,31 7,21 Umbertide 16,45 Gualdo Tadino 8,84 Todi Cascia 15,93 Spoleto 8,27 Marsciano Spoleto 15,75 Terni 8,08 Umbertide Gualdo Tadino 14,20 Castiglion del Lago 8,08 Gualdo Tadino Terni 13,00 Norcia 7,88 Terni Norcia 11,94 Cascia 7,56 Fabro Fabro 11,92 Fabro 7,53 Norcia Fonte: nostre elaborazioni su dati dei Centri per l’impiego e dati Istat Note: Tasso di avviamento = n° avviamenti x 100 / popolazione in età lavorativa (15-64). 6,93 6,48 6,42 5,36 4,91 4,39 4,06 Particolarmente interessante risulta la distinzione degli avviamenti per le principali tipologie contrattuali. Risulta dominante il peso degli avviamenti a tempo determinato rispetto agli ingressi tramite contratti a tempo indeterminato17, ma si rilevano considerevoli differenziazioni fra i MLL umbri. Il TA a tempo indeterminato risulta il più elevato nel MLL di Assisi (7,46%), mentre risulta estremamente basso per Marsciano e Fabro (2,6-2,7%). I MLL di Cascia, Norcia, Foligno, Spoleto e Gualdo Tadino presentano TA a tempo indeterminato fra il 5 e il 6%, contro livelli fra il 4 e il 5% di Perugia e Umbertide e, infine, valori fra il 3 e il 4% degli altri MLL (Castiglion del Lago, Città di Castello, Gubbio, Todi, Orvieto e Terni). Fra le tipologie contrattuali a tempo determinato, risultano relativamente poco utilizzate quelle con espliciti contenuti formativi (contratti di formazione lavoro e apprendistato). I CFL e l’apprendistato presentano dei TA massimi nei MLL di Assisi e Umbertide (3%) e minimo a Fabro (1%). Tab. 3 - Tassi di avviamento (su popolazione 15-64) per tipologie contrattuali Tempo indeterminato CFL e Apprendistato Altri Tempo determinato Assisi 7,46 Assisi 3,00 Gubbio 25,77 Cascia 5,91 Umbertide 3,00 Città di Castello 17,94 Norcia 5,40 Foligno 2,63 Orvieto 14,20 Foligno 5,32 Spoleto 2,49 Todi 13,71 Spoleto 5,32 Città di Castello 2,40 Marsciano 12,73 Gualdo Tadino 5,15 Terni 2,31 Castiglion del Lago 11,43 Perugia 4,98 Umbria 2,22 Perugia 11,23 Umbria 4,47 Todi 2,11 Foligno 10,77 Umbertide 4,12 Perugia 2,02 Umbria 10,66 Castiglion del Lago 3,98 Castiglion del Lago 1,94 Umbertide 9,33 Città di Castello 3,89 Norcia 1,88 Cascia 8,71 Gubbio 3,77 Gualdo Tadino 1,87 Fabro 8,19 Todi 3,59 Gubbio 1,86 Spoleto 7,94 Orvieto 3,58 Orvieto 1,74 Terni 7,30 Terni 3,39 Marsciano 1,64 Gualdo Tadino 7,19 Fabro 2,72 Cascia 1,31 Assisi 6,68 Marsciano 2,62 Fabro 1,00 Norcia 4,66 Fonte: nostre elaborazioni su dati dei Centri per l’impiego e dati Istat Note: Tasso di avviamento = n° avviamenti x 100 / popolazione in età lavorativa (15-64). Molto più marcate risultano le differenziazioni nell’incidenza delle altre tipologie contrattutali a tempo determinato18. Gubbio presenta nettamente il TA più elevato (oltre il 25%) contro il livello minimo inferiore al 5% di Norcia. Città di Castello (TA del 17,9%) segue Gubbio e precede altri MLL con un TA fra il 12 e il 15% (Orvieto, Todi e Marsciano). Nella parte bassa della graduatoria risultano i MLL di Spoleto, Terni, Gualdo Tadino e Assisi con TA fra il 6 e l’8%. Tutti gli altri rimanenti MLL presentano TA fra l’8 e il 12%. La distinzione per classi di età e per tipologia contrattuale consente di evidenziare ulteriori differenziazioni fra i MLL considerati. I TA a tempo determinato risultano generalmente più elevati per i “giovani” con meno di 30 anni rispetto alle altre classi di età. Considerando gli avviamenti a tempo determinato per i giovani di età inferiore ai 30 anni, l’elevato dato di Gubbio (oltre il 155 per 1000) si 17 Si ricordi anche che in corso d’anno una stessa persona può essere avviata anche più di una volta, soprattutto tramite contratti a tempo determinato. 18 Rientrano su tali tipologie contrattuali tutti i contratti a termine in genere, eclusi CFL e apprendistato. distingue significativamente dagli altri, con il MLL di Norcia che presenta il TA più basso (37,5 per mille). Per la classe di età fra i 30 e i 50 anni, Gubbio e Città di Castello presentano i valori più elevati (oltre il 90 per mille), mentre Fabro e Norcia si collocano ai livelli minimi (meno del 30 per mille). Nella classe di età oltre i 50 anni i TA a tempo determinato sono più elevati nei MLL di Todi (40,8), Marsciano (35,9) e Orvieto (33,2), mentre tassi inferiori a 10 si hanno nei MLL di Gualdo Tadino, Assisi, Terni, Cascia e Norcia (2,6 per mille). I tassi di avviamento con contratti a tempo indeterminato sono distinti in full-time e part-time. I TA full-time e part-time risultano moderatamente più elevati nella classe di età da 30 a 50 anni rispetto alle alla classe più “giovane”. Nella classe di età oltre i 50 anni i TA risultano molto bassi, soprattutto per il part-time. Considerando il tempo indeterminato full-time, Assisi risulta al primo posto per tutte le classi di età. Nella classe di età inferiore ai 30 anni al 22,9 per mille di Assisi si contrappongono TA inferiori al 10 per mille per Città di Castello (9,7), Fabro, Terni, Orvieto e Marsciano (7,8). Nella classe di età da 30 a 50 anni, Assisi (35,4) è seguito da Cascia (30,4), mentre i livelli più bassi (fra 11 e 15) si hanno nei MLL di Terni, Gubbio, Marsciano e Fabro. La classe di età oltre i 50 anni presenta TA nettamente inferiori, con Assisi, Gualdo Tadino e Foligno che presentano livelli oltre il 5 per mille. I tassi di avviamento a tempo indeterminato e part-time si distribuiscono similmente nella prima e seconda classe di età, mentre risultano estremamente bassi nella terza. Nella classe con meno di 30 anni, il TA a tempo indeterminato part-time risulta più elevato nel MLL di Perugia (4,6 per mille) e minimo a Todi (1,6) e Marsciano (1,1). Con riferimento alla classe da 30 a 50 anni, valori di TA superiori 5 sono presenti nei MLL di Spoleto, Foligno, Assisi, Città di Castello, Perugia e Gubbio, mentre i valori minori (inferiori a 4) si hanno nei MLL di Umbertide, Marsciano, Todi e, soprattutto, Fabro (1,5). Nella classe di età oltre 50 anni i TA risultano superiori a 1 solo per Assisi, Spoleto, Città di Castello, Cascia, Foligno e Perugia. Consideriamo ora le tipologie contrattuali degli avviamenti per caratteristiche formative del lavoratore (obbligo, formazione secondaria superiore, laurea e post-laurea). Per quanto riguarda i contratti a tempo determinato, i TA più elevati si hanno per lavoratori con al massimo un livello di istruzione pari all’obbligo di legge. Per tali lavoratori il TA più elevato si ha nel MLL di Gubbio (142 per mille), seguito da Città di Castello (108), Marsciano (91,8) e Todi (87,9). Il TA minimo si ha per Terni (39,4 per mille). Considerando i lavoratori avviati con formazione secondaria superiore, Il TA a tempo determinato nettamente più elevato si ha per Gubbio (100,9 per mille) e il minimo si ha nel MLL di Norcia (13,4). Anche per gli avviamenti a tempo determinato che hanno interessato i laureati si rilevano differenziazioni considerevoli, pur con livelli dei TA decisamente inferiori. Al massimo di Gubbio (8,2) si contrappone il minimo di Fabro (0,8). Per quanto riguarda i TA a tempo indeterminato full-time si conferma il primato di Assisi per i lavoratori con al massimo l’obbligo di legge (40,8 per mille) e con formazione secondaria superiore (13,7), mentre Perugia (2,2) è al primo posto per i lavoratori con laurea. Per i lavoratori con il solo obbligo scolastico, Assisi è seguita da Cascia (37,7), Norcia (27) e Spoleto (22,7). Marsciano (5,1) e Fabro (4,1) presentano i TA più bassi per i lavoratori con formazione secondaria superiore, mentre Assisi è seguito da Spoleto (12,2) per i livelli più alti. Considerando gli avviamenti dei laureati, il TA a tempo indeterminato e full-time si ha nel MLL di Perugia (2,2), mentre Cascia presenta un TA vicino a zero. I TA a tempo indeterminato part-time assumono valori molto bassi, soprattutto per i lavoratori con laurea. Per i lavoratori con il solo obbligo scolastico, i TA più elevati si hanno a Cascia (7) e Assisi (6,4), mentre i più bassi si hanno per i MLL di Umbertide (2,5), Todi, Marsciano e Fabro (1,4). Considerando i lavoratori con formazione secondaria superiore, i TA più bassi si hanno per Todi (1,6), Marsciano e Cascia (0,4), mentre i TA più elevati risultano a Spoleto (4), Perugia (3,8), Città di Castello (3,7) e Foligno (3,5). Particolarmente interessante risulta la distinzione degli avviamenti per settore economico dell’impresa, che offre delle indicazioni interessanti, utili anche ai fini dell’interpretazione dei risultati. Come già rilevato da altri recenti sudi (Sereni, 2001, 2002), alcuni territori (le aree di fondovalle) vedono una forte incidenza degli avviamenti nel settore primario, come risultato di un’attività agricola ancora vitale e che soprattutto è organizzata intorno alcune colture specifiche (tabacco, olivo, vite). Per il settore “agricoltura, pesca ed estrazione di minerali” il TA totale più elevato si ha, infatti, nel MLL di Todi, Orvieto, Marsciano e Città di Castello, mentre livelli estremamente bassi si hanno nei MLL di Gualdo Tadino, Terni e Gubbio. Altrettanto importante e rilevante è la mappa dei MLL più manifatturieri della regione, che coincide ampiamente con quella dei sistemi locali di PMI con caratteristiche distrettuali identificati dell’Istat (MAP, 2002). I MLL di Città di Castello e Umbertide presentano i TA totali più elevati con livelli fra il 65 e il 67 per mille, contro un TA minimo a Cascia del 4,5 per mille. Nella parte alta della graduatoria si collocano i MLL di Castiglion del Lago, Marsciano, Gualdo Tadino e Assisi. Nelle “costruzioni” i TA più elevati si hanno nei MLL di Foligno, Norcia e Gualdo Tadino, contro livelli estremamente bassi di Fabro e Marsciano. Nel settore “commercio all’ingrosso e dettaglio, ecc.” i TA più elevati si hanno nei MLL di Castiglion del Lago, Foligno, Perugia, Assisi, contro il minimo di Umbertide. Per quanto riguarda il settore “alberghi e ristoranti” il TA risulta estremamente elevato per il MLL di Gubbio. Seguono a notevole distanza i MLL di Cascia, Foligno e Perugia. I TA minimi si hanno nei MLL di Umbertide, Terni e, sopratutto, Marsciano. Nel settore “trasporti, magazzinaggio e comunicazioni” il MLL di Spoleto presenta il TA più elevato contro i livelli molto bassi di Umbertide, Castiglion del Lago e Fabro. Nelle “attività immobiliari, noleggio, informatica, ecc.” TA rilevanti si hanno nei MLL di Perugia e Città di Castello, contro il minimo di Fabro. Per quanto riguarda il settore “servizi pubblici” il massimo TA si ha per il MLL di Spoleto, seguito dai MLL di Perugia, Umbertide, Terni e Gubbio. I TA minimi si hanno nei MLL di Marsciano, Fabro, Todi e Foligno. Nel settore degli “altri servizi” i TA maggiori si hanno nei MLL di Norcia, Umbertide e Fabro, contro il minimo di Città di Castello. Accanto all’agricoltura quindi, l’attività manifatturiera (nelle aree distrettuali) ed i servizi alberghi e ristorativi risultano, a seconda dei territori, le componenti più importanti per la domanda di lavoro. Inoltre, risulta confermata una maggiore concentrazione delle attività del terziario avanzato (l’attività immobiliare, informatica, ricerca ecc.) nelle aree più urbane di Perugia, Terni e Spoleto. Cast. Lago C. di Castello Fabro Foligno Gualdo Tadino Gubbio Marsciano Norcia Orvieto Perugia Spoleto Terni Todi Umbertide Totale Umbria 10,7 32,3 84,3 44,3 37,0 9,2 8,1 87,3 12,1 90,2 12,7 26,3 8,4 109,6 36,2 29,1 4,5 55,7 66,7 16,0 29,1 44,9 22,2 49,3 18,8 15,2 30,1 23,0 35,3 29,7 65,2 34,7 0,0 0,3 0,0 0,0 0,2 0,0 0,1 0,4 0,0 0,0 0,2 0,0 0,2 0,2 0,1 0,1 Assisi Cascia Tab. 4 – Tassi (per 1000) di avviamento (su popolazione 15-64) per settori Agricoltura, Silv. Pesca, 17,0 Estrazione minerali Attività 41,9 manifatturiera En. elettrica, gas e 0,0 acqua calda Costruzioni 19,2 18,1 10,6 15,1 9,6 35,5 28,9 14,9 7,6 32,2 15,2 15,5 17,5 11,6 11,6 19,0 16,9 Commercio, ripar. auto, 15,2 moto e beni personali 12,7 32,8 12,2 7,7 19,0 8,2 9,3 7,1 6,4 6,4 18,2 12,2 11,9 9,3 5,8 13,9 Alberghi e Ristoranti 95,3 17,1 10,8 17,1 43,8 30,7 214,6 2,4 29,8 25,0 36,8 20,5 7,0 10,4 7,8 31,2 2,1 1,1 6,9 0,8 2,4 2,8 7,0 3,3 4,0 3,3 6,1 10,3 5,8 5,8 1,7 5,1 0,0 0,6 0,8 0,0 0,7 0,1 0,5 0,0 0,0 1,4 0,9 1,7 1,0 0,8 0,0 0,8 2,1 3,1 24,8 0,4 7,9 2,9 4,8 4,9 2,1 3,5 29,3 9,6 15,7 5,8 2,9 14,9 26,4 Trasp., Magazzinaggio., 5,9 Comunicazioni Intermediazione 0,8 monetaria e finanziaria Attività Immobiliari, 11,8 Informatica, Ricerca Beni e servizi P.A. 13,6 13,6 12,4 19,9 7,3 9,2 12,3 29,1 3,9 13,8 19,3 22,0 35,2 29,0 7,5 24,7 20,1 Altri servizi 1,0 2,1 0,7 0,5 5,6 1,8 2,0 2,1 4,1 7,9 2,7 2,6 2,6 1,2 3,7 5,7 1,2 Totale 152,7 161,0 166,5 242,0 108,8 186,4 142,1 312,6 170,2 126,8 182,1 174,5 158,9 127,0 194,4 169,0 168,0 Fonte: nostra elaborazione Vista la notevole incidenza degli avviamenti a tempo determinato, si ritiene interessante considerare le differenziazioni fra i MLL con riferimento ai TA a tempo determinato distinti per settori economici. Nel settore “agricoltura, pesca ed estrazione di minerali” i TA a tempo determinato più elevati si hanno nel MLL di Todi (107,7), Orvieto, Marsciano e Città di Castello, rispetto a livelli molto bassi di Gubbio (6,9), Gualdo Tadino, Terni e Cascia (8,2). Con riferimento al settore “attività manifatturiere” i MLL di Città di Castello (54), Umbertide (49), Castiglion del Lago (46) e Marsciano (40,6) presentano i TA a tempo determinato più elevati, contro il minimo di Cascia (1,2). Nelle “costruzioni” i MLL di Foligno (14) e Norcia (13) presentano i TA più elevati contro livelli inferiori a 6 dei MLL di Marsciano (3,8), Fabro, Todi, Castiglion del Lago, Terni e Gubbio (5,8). Nel settore “commercio all’ingrosso, al dettaglio, ecc.” il TA più elevato si ha nel MLL di Castiglion del Lago (25), seguito da Foligno (13) e Perugia (12), mentre nel settore “alberghi e ristoranti” il TA a tempo determinato nettamente più elevato si ha per Gubbio (209). Nel settore relativo a “attività immobiliari, noleggio, informatica, ecc.” si hanno significativi TA nei MLL di Perugia (22) e Città di Castello (21). Nel settore dei “servizi pubblici” si hanno TA a tempo determinato più elevati nei MLL di Spoleto (29), Gubbio (25) e Terni (22,9). Questa parte del lavoro ha evidenziato l’esistenza di notevoli differenziazioni nei flussi in entrata nel mercato del lavoro (i) in base alla tipologia contrattuale, (ii) a seconda delle classi di età considerate, (iii) per livello di formazione degli avviati e (iv) per settore di attività economica dell’impresa che effettua gli avviamenti al lavoro. E’ evidente che queste diversità costituiscono un elemento conoscitivo importante per delineare le caratteristiche dei mercati locali del lavoro e dei sistemi locali al fine di contribuire alla definizione di sempre più efficaci politiche per l’occupazione e lo sviluppo dei diversi territori della regione Umbria. 5. Similarità e Diversificazione dei MLL Umbri. un Tentativo di Sintesi Attraverso Analisi di Scaling Multidimensionale e Analisi dei Gruppi L’analisi descrittiva dei paragrafi precedenti offre un quadro informativo complesso ed articolato della mappa dei MLL dell’Umbria. In questo paragrafo, attraverso l’utilizzo di alcuni strumenti di statistica multivariata, si cercherà di sintetizzare alcune informazioni rilevanti e di individuare e discutere i caratteri di similarità e differenziazione tra le unità indagate. Per fare questo è necessario tentare di sintetizzare le molte (anche rispetto al numero delle osservazioni) informazioni disponibili. Dal momento che si è deciso di non utilizzare i dati settoriali ai fini di questa analisi sintetica, le informazioni disponibili possono essere raggruppati in tre classi, corrispondenti ad altrettante matrici (il cui numero di righe è fisso e pari a 17, di cui 16 SLL e l’aggregato Umbria): avviamenti per tipologie contrattuali, avviamenti per macro-tipologie contrattuali e fasce di età, avviamenti per macrotipologie contrattuali e livelli di istruzione. Al fine di ridurre il cospicuo numero delle variabili è stata innanzitutto condotta un’analisi di correlazione interna alle tre matrici, scartando (coefficienti di correlazioni maggiori di 0,80) di volta in volta la variabile che appariva dal punto di vista informativo, la meno rilevante. Così le 39 variabili della prima matrice, relativa alle diverse forme contrattuali utilizzate negli avviamenti, sono state ridotte a 14. Anche dalle 27 variabili di ognuna delle altre due matrici (relative all’incrocio delle forme contrattuali con le classi di età ed i livelli di istruzione) si è passato a 14 variabili per ciascuna. Una nuova analisi di correlazione tra gli indicatori (42) delle tre matrici ridotte ha permesso un’ulteriore sintesi delle informazioni in 25 variabili. Le dimensioni del database (17 x 25), in cui il numero delle osservazioni risulta inferiore a quello delle variabili disponibili, ha suggerito l’utilizzo della tecnica statistica multivariata del Multi Dimensional Scaling (MDS) al fine di individuare le dimensioni rilevanti, utili in una fase successiva per individuare possbili profili significativi dei MLL umbri attraverso l’analisi dei gruppi. Il MDS consente infatti, dopo la trasformazione della matrice iniziale in una di prossimità (17 x 17), di determinare una configurazione rappresentabile geometricamente delle unità di analisi attraverso un numero limitato di dimensioni fondamentali. La successiva analisi di cluster, che permette di raggruppare le n osservazioni in un numero m (< n) di gruppi non noti a priori, ha poi la funzione di evidenziare i diversi gradi di similarità tra le unità osservate (Fabbris, 1997, pp. 234). La soluzione di MDS (MDS ordinale con procedura Alscal SPSS) soddisfacente, in quanto compatibile con la numerosità delle osservazioni (n = 17) e con adeguati valori degli indici di bontà della soluzione (S-stress di Kruskal), appare quella che restituisce quattro dimensioni19, riportate nella tabella 5. Tab.5 - Dimensioni fondamentali rilevate dal MDS Dimensioni MLL Assisi Cascia Castiglion del Lago Città di Castello Fabro Foligno Gualdo Tadino Gubbio Marsciano Norcia 19 1 2,01 2,13 0,29 -1,57 0,40 -0,53 0,81 -3,27 -0,21 1,85 2 2,30 1,17 -0,44 0,87 -2,76 0,73 0,05 0,87 -1,65 -0,72 3 0,08 -1,14 0,16 0,55 0,6 0,98 -0,87 -0,75 -1,04 0,95 4 0,14 -0,64 -0,55 -1,38 -0,83 0,73 0,36 0,97 -0,12 0,91 Secondo le indicazioni di Fabbris (p. 230), la soluzione è di qualità apprezzabile se q, che è il numero delle dimensioni, è minore o uguale a (n – 1)/4, con n = numero delle osservazioni. Essendo n = 17, q = 4 è una dimensionalità di qualità accettabile. L’indice S-Stress è pari a 0,05075, cioè restituisce un adattamento ritenuto buono (Fabbris, p.231). Orvieto Perugia Spoleto Terni Todi Umbertide Umbria Fonte: nostre elaborazioni -0,34 -0,59 0,44 0,05 -0,65 -0,63 -0,20 -0,56 0,74 0,95 -1,08 -0,55 0,03 0,07 -0,87 0,88 0,45 0,91 -0,97 -0,15 0,23 0,50 0,20 -0,27 0,42 0,29 -0,92 0,19 Prima di procedere all’applicazione dell’analisi dei gruppi, anche al fine di facilitarne l’interpretazione, è il caso di soffermarsi a riflettere sul possibile significato attribuibile alle dimensioni risultanti dal MDS. A questo fine, i valori delle variabili sono state confrontati (correlazioni significative) con quelli delle variabili originarie. La prima dimensione appare fortemente e significativamente correlata in negativo al tasso di avviamento generale (è quindi innanzitutto un indicatore della numerosità di avviamenti rispetto alla popolazione in età lavorativa). E’ legato in positivo invece all’incidenza di contratti a tempo indeterminato in generale e a quelli full-time in particolare. Se non si registrano correlazioni significative con la presenza di contratti part-time, l’opzione tempo indeterminato full-time si distribuisce con coerenza sia su tutte le classi di età che per i livelli di scolarizzazione più bassi (obbligo scolastico). Altrettanto coerente è la correlazione negativa che si registra verso le forme di contratto a termine, sia in generale che full time; rispetto a tutte le classi di età ed i livelli di istruzione. Non sono invece significative le relazioni gli indicatori di contratti a termine part-time o con esplicite finalità formative (CFL e apprendistato). Si tratta quindi, sinteticamente, di un indicatore di “bassa vivacità del mercato del lavoro ma elevata stabilità delle posizioni lavorative fulltime (rispetto all’istruzione solo per i livelli più bassi)”. I SLL che mostrano le performance migliori (Tab. 6) su questa dimensione risultano Norcia, Cascia, Assisi, Gualdo Tadino, Spoleto. All’estremo opposto, Gubbio, Città di Castello, Umbertide, Perugia. La dimensione due si caratterizza per una forte incidenza di tutte le forme di contratto a tempo indeterminato, senza invece correlazioni (positive e negative) con il tempo determinato. Questa volta, però, le correlazioni sono positive e significative anche per le componenti part-time, oltre che trasversali per tutte le classi di età e per tutti i livelli di istruzione, con correlazioni più deboli per i livelli più alti (laurea e post). Solo per i livelli più elevati e nell’opzione part-time, la correlazione tra dimensione e avviamenti non risulta significativa. Inoltre, la dimensione incorpora fortemente la presenza di contratti di apprendistato, e quindi ordina i contesti con più alto impiego di questa opzione contrattuale ad esplicita finalità formativa. Si tratta quindi di un indicatore di “elevata stabilità delle posizioni lavorative part-time e full-time, con opportunità elevate nelle seconde anche per livelli d’istruzione elevati, ed elevata progettualità delle imprese sui lavoratori”. I MLL che mostrano i valori più elevati dell’indicatore sintetico sono ancora Assisi e Cascia, insieme a Spoleto, Gubbio e Città di Castello, Perugia. I livelli più bassi sono invece associati a Fabro, Marsciano, Terni, Norcia. Il grafico che mostra la dispersione dei MLL secondo queste due dimensioni evidenzia quindi, ad esempio nel primo quadrante, un’area di più forte stabilità delle posizioni lavorative nelle due accezioni ora specificate. La terza dimensione si caratterizza per una serie di correlazioni positive con alcune particolari forme di part-time (legato a CFL, agli altri contratti a tempo determinato, tempo indeterminato per livelli intermedi di istruzione, e per le classi di lavoratori più giovani). Si caratterizza inoltre in positivo per un’elevata presenza di opportunità lavorative stabili (full-time, tempo indeterminato) per i lavoratori più scolarizzati, e per minori opportunità dello stesso tipo per lavoratori anziani (oltre 50 anni). Appare quindi un indicatore capace di ordinare MLL che offrono le “migliori opportunità d’ingresso per lavoratori giovani, attraverso forme flessibili”. In effetti, appaiono nelle posizioni più elevate della graduatoria della dimensione i territori più urbano-terziari della regione (Foligno, Perugia, Terni); nella parte bassa Cascia, Marsciano, Orvieto, Gualdo Tadino. La dimensione quattro, infine, si associa di nuovo a significativa incidenza di part-time in alcuni contratti (CFL maschile) e alcune tipologie di offerta di lavoro (tempo indeterminato per over 50 e laureati ed oltre); mentre è correlata negativamente al part-time femminile della classe di età maggiore. Configura quindi un indicatore di mercati del lavoro con “elevate probabilità di part-time, con premio di stabilità (tempo indeterminato) per lavoratori maturi e scolarizzati”. Risultano con i livelli più alti di questa dimensione i MLL di Foligno, Gubbio, Norcia; ai livelli inferiori Città di Castello, Umbertide, Castiglion del Lago e Cascia. La descrizione delle graduatorie rispetto alle quattro dimensioni, mostra con chiarezza la presenza di alcuni MLL che si distinguono (Gubbio, Fabro, Norcia, Città di Castello) in una o più dimensioni da tutto il resto, che appare sebbene abbastanza diversificato, più compatto. L’analisi dei gruppi, effettuata utilizzando le quattro dimensioni dell’analisi MDS, è funzionale ad un’ulteriore sintesi delle informazioni, questa volta in termini di somiglianza tra le unità d’osservazione. In questo senso, essa dovrebbe confermare e comporre le informazioni (vicinanza-distanza) contenute in forma grafica nei grafici precedenti. Attraverso l’applicazione del metodo gerarchico di Ward, ma testando la stabilità dei risultati attraverso un’altra cluster analisys con il metodo non gerarchico delle K-means (Perugini, Signorelli, 2003), si ottiene una ripartizione soddisfacente delle 17 osservazioni in otto gruppi, anche se la loro numerosità appare elevata rispetto alle osservazioni e il dendrogramma suggerirebbe anche la possibilità di accettare una loro articolazione in quattro gruppi. Questa soluzione appare però poco adatta ad evidenziare le differenze esistenti, raggruppando casi anche con notevoli differenze20. Ai fini della caratterizzazione dei gruppi, si osservi la tabella sottostante (6), in cui sono riportate, per ciascuna dimensione MDS, gli scarti delle medie di ciascun gruppo dalla media dei 16 MLL. Al fine di favorire la visualizzazione degli scarti, i dati numerici sono stati tradotti in simboli. In particolare, considerando che la media generale dei fattori è zero, uno scarto positivo o negativo di 0,5 è stato segnalato con una casella vuota, a significare assenza di differenza significative dalla media. Per scarti maggiori 0,50 è stato aggiunto un segno + o un segno – per ogni 0,50 in più di differenza (in positivo o in negativo). Tab. 6 - Caratterizzazione dei gruppi (scarti della media di gruppo dalla media dei MLL) Dimensioni Cluster MLL 1 2 3 1 Assisi, Cascia 2 Castiglion del Lago, Terni, Umbertide 3 4 Città di Castello Fabro 5 Perugia, Foligno, Spoleto 6 Gualdo Tadino, Marsciano, Orvieto, Todi 7 Gubbio 8 Norcia Fonte: nostre elaborazioni ++++ +++ 4 - --- -----+++ + ----- + + -- + + - + + + + Come era già in parte emerso dalla descrizione precedente, quattro MLL (Norcia, Città di Castello, Fabro e Gubbio) appaiono distinguersi significativamente dal resto delle osservazioni, per ragioni diverse. Questo implica che l’analisi dei gruppi riesce in realtà a delineare solo quattro profili di MLL umbri; negli altri casi si tratta infatti di singoli contesti che identificano peculiarità non riscontrabili altrove. Utilizzano il significato delle quattro dimensioni precedentemente individuate, si può affermare che il primo gruppo (Assisi e Cascia), pur associando territori molto diversi tra di loro da un punto di vista socioeconomico, si caratterizza, oltre che per una vivacità (numero di avviamenti su popolazione in età lavorativa) molto minore della media, per livelli di stabilità delle posizioni lavorative full-time molto significative; cui si aggiunge, come carattere distintivo, una relativa scarsità di opportunità per le fasce di lavoratori più giovani e relativa abbondanza di opportunità per i lavoratori anziani (oltre 50 anni). Il gruppo puntiforme di Norcia (n. 8) condivide il basso livello di vivacità del mercato del lavoro e la efficace presenza di posizioni stabili (t.indeterminato), ma non anche quella delle opzioni contrattuali a tempo parziale, né la forte presenza di contratti ad elevato contenuto formativo. D’altra parte, non senza una certa sorpresa, appaiono invece più forti le opportunità di ingresso per i giovani, sia in termini di opportunità che di stabilità delle posizioni, siano pure parziali. Segno abbastanza evidente di come il percorso di sviluppo locale intrapreso dal territorio e fondato sulla valorizzazione delle risorse locali a fini turistici sembri finalmente riuscire ad attrarre, o almeno trattenere, parte di quelle risorse umane giovani che invece defluivano copiosamente in passato. Il MLL di Città di Castello (cluster 3) evidenzia una forte vivacità in termini di numero di contratti stipulati con corrispondente stabilità dei contratti solo nelle opzioni part-time. A questo si affianca un ruolo 20 In particolare la soluzione a quattro gruppi equivale ad unire i gruppi 4, 8 e 6; 2 e 5, ed a mantenere il gruppo puntiforme 7 ed il gruppo 1 (Assisi e Cascia). Questa informazione fornisce una prima idea dei rapporti di somiglianza tra gli otto gruppi. piuttosto importante della formazione on the job (apprendistato e CFL). Importante appare anche la diffusione delle forme di contratto a termine, probabilmente indotta anche dalla forte incidenza egli avviamenti nel settore agricolo, largamente legati a questa forma di flessibilità. Garantisce inoltre migliori opportunità d’ingresso ai giovani e ai più scolarizzati, pur non premiando queste categorie in termini di stabilità del posto di lavoro. Il terzo gruppo puntiforme (Gubbio, cluster 7) si caratterizza anch’esso per un elevatissimo tasso di avviamenti ed un’altrettanto evidente bassa presenza delle opzioni contrattuali stabili, cui si associano però elevate probabilità di ingresso al lavoro legate al part-time. Anche in questo caso fortissima è la diffusione del tempo determinato, stavolta senza l’influenza di un settore agricolo affatto decisivo in termini di avviamenti al lavoro. Sempre in questo ambito il MLL si caratterizza per offrire le migliori opportunità ai lavoratori con livelli di istruzione medi ed alti. L’ultimo gruppo con un solo MLL (Fabro, cluster 4) differisce dalla media per una considerevole distanza dal valore medio della seconda dimensione (“elevata stabilità delle posizioni lavorative part-time e full-time, con opportunità elevate nelle seconde anche per livelli d’istruzione elevati, ed elevata progettualità delle imprese sui lavoratori”) e per valori rispettivamente sopra e sotto la media per opportunità d’ingresso per lavoratori giovani attraverso forme flessibili e probabilità di part-time. In altre parole, si tratta di un MLL che offre scarse opportunità di posizioni a tempo indeterminato per tutte le categorie d’offerta (specie le più scolarizzate) e che si distingue per presenza rilevante di forme flessibili di ingresso al lavoro per i giovani. Anche in questo caso l’influenza del settore agricolo, che appare largamente dominante in termini di avviamenti e non affiancato da atri settori (come è il manifatturiero a Città di Castello) sembra giocare un ruolo di rilievo. Oltre al gruppo uno, altri tre cluster appaiono invece tracciare profili più condivisi di MLL. Tra questi il numero cinque raggruppa tre realtà urbane (Perugia, Foligno, Spoleto) significative della regione, con livelli medi dei tassi di avviamento e medio alti di presenza di contratti a tempo indeterminato part-time e full-time. Il profilo sintetico si distingue dal resto garantendo nel complesso più elevate probabilità di ingresso, anche se in forme flessibili (tempo determinato), alla forza lavoro più giovane e con livelli di istruzione medio-alti. Da un punto di vista settoriale a questi tre MLL corrispondono contesti molto terziarizzati, e con tassi di avviamento sia nell’industria manifatturiera che in agricoltura sotto la media regionale. La specializzazione degli avviamenti in alcuni tipi di servizi (commercio, alberghi e ristoranti, attività immobiliari informatica, ricerca, etc.) in cui è forte l’incidenza del tempo determinato ma che garantiscono anche spazi professionali ai giovani anche scolarizzati contribuiscono a tracciare il profilo di questi tre MLL. Il cluster 6 riunisce invece tre SLL contigui territorialmente (Todi, Orvieto, Marsciano) e il MLL di Gualdo Tadino, e si caratterizza per tratti prevalentemente opposti al profilo precedente. Mostra infatti scarti significativi negativi per le dimensioni che incorporano alta stabilità delle posizioni lavorative e ampie opportunità di lavoro per l’offerta di lavoro più giovane e istruita. L’alta incidenza di contratti a tempo determinato, almeno per i territori della Media Valle del Tevere (Todi, Orvieto e Marsciano) sono da associare alle altissime incidenze del settore agricolo. Struttura settoriale che condiziona in maniera rilevante anche le opportunità per le persone meglio istruite, mentre premia i livelli più bassi e le fasce di età mature ed anziane. Gualdo Tadino è invece un MLL largamente manifatturiero e legato all’industria delle costruzioni, settori che a livello locale non corrispondono ad elevati tassi di avviamento a tempo determinato. In effetti questo MLL si distanzia (relativamente) dagli altri tre proprio per un’attenuazione dei caratteri di flessibilità (incidenza t. determinato) degli avviamenti al lavoro. Infine, il gruppo due raccoglie realtà molto diversificate anche da un punto di vista socio-economico (condividono una comune vocazione manifatturiera ma con storie molto diverse tra loro) e, come testimonia la scarsa distanza rispetto ai valori medi, si configura come un gruppo grigio residuale che evidenzia distanze contenute rispetto alle variabili considerate. In generale, si rileva quindi una forte differenziazione delle caratteristiche dei MLL dell’Umbria, che corrisponde alla grande varietà dei percorsi di sviluppo locale che caratterizzano i vari territori della regione. Questa situazione attribuisce ulteriore centralità all’intervento pubblico che riesce a riconoscere tali diversità, e quindi alle cosiddette politiche attive per il lavoro. 6. Considerazioni finali L’analisi empirica realizzata considera i flussi in entrata nei mercati locali del lavoro umbri. Ciò è dovuto alla scelta di analizzare esclusivamente gli avviamenti al lavoro registrati nell’archivio dei CPI in quanto questa categoria di dati rappresenta ad oggi quella di maggiore affidabilità nonché costituisce un’importante misura della domanda di lavoro di flusso espressa dai diversi territori. Diversamente da altri lavori, al fine di garantire un adeguato riconoscimento delle diversità socio-economiche locali, i dati sono stati riclassificati sulla base dei SLL Istat. Dalle analisi empiriche risulta un dominio degli avviamenti al lavoro tramite contratti a tempo determinato nella gran parte dei mercati locali del lavoro. Questa evidenza è solo in parte attribuibile alla possibilità che uno stesso soggetto possa essere avviato più volte nell’anno considerato. Tale situazione è particolarmente presente in quei MLL in cui il settore agricolo continua ad avere un ruolo rilevante. Pertanto la struttura settoriale degli avviamenti, anche in considerazione delle importanti diversità di specializzazione produttiva dei SLL, è un elemento importante che necessita di ulteriori approfondimenti. Altro elemento che emerge dall’analisi è la diffusa bassa incidenza dei contratti di formazione lavoro ed apprendistato all’interno della categoria degli avviamenti a tempo determinato. Al di là di questi tratti che riguardano la gran parte dei MLL, emerge con chiarezza una forte differenziazione delle caratteristiche della domanda di lavoro di flusso dei diversi territori, coerente con l’elevata diversità socio-economica che li caratterizza. I risultati dell’analisi hanno implicazioni sulle politiche del lavoro, sulle politiche di sviluppo e sui livelli “ottimali” di implementazione. Per quanto riguarda le prime occorre considerare che le politiche attive del lavoro sono oggi di competenza dei livelli regionali e provinciali. Rispetto alle seconde, pur permanendo la competenza a diversi livelli istituzionali, il ruolo degli attori locali è andato rafforzandosi, a partire dagli anni 90, per effetto della cosiddetta Nuova Programmazione Economica (NPE). Per quanto concerne la regione Umbria, è in corso di attuazione il Patto per lo Sviluppo, strutturato in tavoli di concertazione volti a definire sia le politiche attive del lavoro che quelle di sviluppo regionale. Ferma restando l’importanza degli strumenti legislativi regionali, i Centri per l’Impiego sono i soggetti che svolgono cruciali funzioni nell’implementazione delle politiche attive del lavoro. Tenendo conto anche dei vincoli di bilancio pubblico, i cinque centri per l’impiego istituiti in Umbria (tre nella provincia di Perugia e due in quella di Terni) e le loro articolazioni territoriali possono apparire sostanzialmente adeguate in termini di costi-benefici, purché, soprattutto con riferimento alla provincia di Perugia, le rilevanti diversità esistenti nei MLL siano tenute nella dovuta considerazione. In questo senso, l’istituzione degli Sportelli per il Lavoro può costituire un utile rafforzamento della capacità di cogliere le diversità locali. Anche se il numero di strutture previste (19 di cui 18 nella provincia di Perugia) appare forse sovradimensionato rispetto all’articolazione dei mercati locali del lavoro della provincia di Perugia (in cui risultano 13 SLL). Con riferimento al dominio degli avviamenti a tempo determinato, occorrerebbe in primo luogo verificare la quota di contratti che costituiscono forme di passaggio verso posizioni a tempo indeterminato e la parte che invece persiste in condizioni di precarietà. In ogni caso, costituisce un obiettivo rilevante delle politiche attive del lavoro incentivare ed accelerare la transizione verso forme di lavoro stabili. Con riferimento ai contratti di lavoro stagionali, particolarmente presenti nel settore agricolo, appare desiderabile che almeno parte di tali contratti siano trasformati in contratti a tempo indeterminato nella tipologia del parttime verticale che prevede, appunto, che l’attività lavorativa (full-time) possa essere limitata ad alcuni periodi dell’anno. Rispetto alla bassa incidenza degli avviamenti tramite contratti a contenuto formativo (CFL e apprendistato) appare auspicabile, anche a livello regionale, un intervento ancora più incisivo nel favorire una maggiore diffusione dei contratti di apprendistato e di inserimento, tenendo conto delle modificazioni normative introdotte e degli spazi d’intervento attribuiti alle regioni. La marcata differenziazione e specializzazione a livello settoriale dei vari contesti territoriali spinge verso l’attuazione di politiche di sviluppo regionali capaci di riconoscere e valorizzare la diversità dei sentieri di sviluppo locale. In tal senso, una maggiore integrazione fra le politiche di sviluppo e le politiche attive del lavoro costituisce un passaggio cruciale per coniugare la necessità di sostenere adeguati (e sostenibili) livelli di sviluppo e migliori performance occupazionali (sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo). Appendice: figure e tabelle Figura 1. Articolazione per sistemi locali del lavoro dell’Umbria (1991) Fonte: elaborazioni cartografiche su dati Istat (1997) Tab. A1 - Tassi (per 1000) di avviamento a tempo determinato (su pop. 15-64) per classi di età meno di 30 da 30 a 50 oltre 50 Gubbio 155,88 Gubbio 97,96 Todi 40,81 Città di Castello 86,29 Città di Castello 92,74 Marsciano 35,92 Orvieto 74,88 Marsciano 61,36 Orvieto 33,25 Castiglion del Lago 70,52 Todi 61,20 Città di Castello 24,34 Perugia 68,69 Perugia 53,60 Foligno 23,53 Foligno 68,44 Orvieto 51,26 Gubbio 22,41 Totale Umbria 65,43 Cascia 48,87 Fabro 17,26 Umbertide 60,95 Castiglion del Lago 48,28 Umbertide 15,08 Assisi 56,63 Totale Umbria 48,24 Totale Umbria 14,98 Todi 56,25 Umbertide 47,24 Castiglion del Lago 14,72 Terni 55,17 Foligno 41,91 Spoleto 12,32 Spoleto 51,39 Spoleto 40,11 Perugia 10,15 Marsciano 46,46 Gualdo Tadino 35,60 Gualdo Tadino 9,66 Cascia 46,41 Terni 34,09 Assisi 9,64 Fabro 46,16 Assisi 30,53 Terni 6,66 Gualdo Tadino 45,26 Fabro 28,49 Cascia 4,93 Norcia 37,52 Norcia 25,30 Norcia 2,58 Fonte: nostre elaborazioni su dati dei Centri per l’impiego e dati Istat Note: Tasso di avviamento = n° avviamenti x 100 / popolazione in età lavorativa (15-64). Tab. A2 - Tassi (per 1000) di avviamento a tempo indeterminato full-time (su popol. 15-64) per classi di età meno di 30 da 30 a 50 oltre 50 Assisi 22,92 Assisi 35,44 Assisi 5,76 Norcia 18,59 Cascia 30,39 Gualdo Tadino 5,63 Spoleto 16,99 Gualdo Tadino 22,80 Foligno 5,26 Cascia 16,43 Foligno 22,30 Cascia 4,52 Foligno 15,41 Spoleto 22,09 Norcia 3,79 Perugia 15,33 Norcia 22,03 Umbertide 3,53 Gualdo Tadino 15,18 Perugia 20,18 Gubbio 3,51 Totale Umbria 13,19 Umbertide 19,17 Totale Umbria 3,27 Umbertide 11,63 Totale Umbria 19,14 Spoleto 3,12 Todi 11,60 Castiglion del Lago 18,45 Orvieto 3,08 Gubbio 11,13 Todi 16,94 Castiglion del Lago 3,01 Castiglion del Lago 10,01 Città di Castello 15,87 Perugia 2,89 Città di Castello 9,72 Orvieto 15,53 Città di Castello 2,58 Fabro 9,57 Terni 14,83 Todi 2,57 Terni 9,39 Gubbio 14,03 Terni 2,53 Orvieto 8,86 Marsciano 12,97 Fabro 1,87 Marsciano 7,84 Fabro 11,85 Marsciano 1,14 Fonte: nostre elaborazioni su dati dei Centri per l’impiego e dati Istat Note: Tasso di avviamento = n° avviamenti x 100 / popolazione in età lavorativa (15-64). Tab. A3 - Tassi (per 1000) di avviamento a tempo indeterminato part-time (su popol. 15-64) per classi di età meno di 30 da 30 a 50 oltre 50 Perugia 4,57 Spoleto 5,89 Assisi 1,67 Norcia 3,96 Foligno 5,84 Spoleto 1,62 Spoleto 3,48 Assisi 5,82 Città di Castello 1,29 Città di Castello 3,46 Città di Castello 5,81 Cascia 1,23 Foligno 3,35 Perugia 5,77 Foligno 1,07 Orvieto 3,25 Gubbio 5,47 Perugia 1,03 Totale Umbria 3,22 Norcia 4,99 Gubbio 0,94 Assisi 2,99 Totale Umbria 4,94 Totale Umbria 0,91 Castiglion del Lago 2,81 Castiglion del Lago 4,84 Orvieto 0,90 Gubbio 2,57 Gualdo Tadino 4,80 Norcia 0,69 Umbertide 2,57 Terni 4,25 Gualdo Tadino 0,66 Cascia 2,46 Orvieto 4,11 Castiglion del Lago 0,65 Gualdo Tadino 2,43 Cascia 4,11 Todi 0,58 Terni 2,33 Umbertide 3,77 Umbertide 0,56 Fabro 2,08 Marsciano 2,78 Terni 0,52 Todi 1,65 Todi 2,57 Fabro 0,42 Marsciano 1,14 Fabro 1,46 Marsciano 0,29 Fonte: nostre elaborazioni su dati dei Centri per l’impiego e dati Istat Note: Tasso di avviamento = n° avviamenti x 100 / popolazione in età lavorativa (15-64). Tab. A4 - Tassi (per 1000) di avviamento a tempo determinato (su popol. 15-64) per formazione max obbligo form.secondaria superiore laurea e post Gubbio 141,19 Gubbio 100,95 Gubbio 8,28 Città di Castello 108,01 Orvieto 51,31 Perugia 6,54 Marsciano 91,85 Città di Castello 49,18 Spoleto 5,46 Todi 87,98 Perugia 45,89 Cascia 5,34 Orvieto 74,88 Castiglion del Lago 42,98 Città di Castello 5,28 Umbertide 72,18 Foligno 42,09 Terni 5,23 Castiglion del Lago 67,25 Totale Umbria 41,87 Totale Umbria 4,60 Totale Umbria 62,65 Terni 40,24 Orvieto 3,42 Perugia 61,50 Spoleto 38,75 Foligno 3,41 Foligno 60,47 Cascia 31,62 Todi 3,01 Cascia 57,91 Assisi 29,95 Castiglion del Lago 2,22 Assisi 55,84 Todi 29,89 Assisi 2,11 Spoleto 50,21 Umbertide 29,67 Umbertide 2,09 Fabro 49,70 Marsciano 27,22 Marsciano 1,85 Norcia 45,26 Fabro 25,78 Norcia 1,55 Gualdo Tadino 43,22 Gualdo Tadino 25,06 Gualdo Tadino 1,27 Terni 39,42 Norcia 13,42 Fabro 0,83 Fonte: nostre elaborazioni su dati dei Centri per l’impiego e dati Istat Note: Tasso di avviamento = n° avviamenti x 100 / popolazione in età lavorativa (15-64). Tab. A5 - Tassi (per 1000) di avviamento a tempo indeterminato full-time (su popol. 15-64) per formazione max obbligo form.secondaria superiore laurea e post Assisi 40,88 Assisi 13,70 Perugia 2,27 Cascia 37,78 Spoleto 12,28 Spoleto 1,76 Norcia 27,02 Cascia 9,86 Assisi 1,65 Spoleto 22,73 Perugia 9,75 Totale Umbria 1,43 Todi 17,62 Gubbio 9,54 Gubbio 1,31 Gualdo Tadino 17,55 Foligno 8,45 Terni 1,28 Totale Umbria 16,94 Totale Umbria 8,29 Foligno 1,15 Perugia 16,89 Castiglion del Lago 7,65 Umbertide 1,12 Umbertide 16,76 Todi 7,47 Castiglion del Lago 1,11 Castiglion del Lago 16,35 Umbertide 7,06 Todi 1,07 Foligno 14,84 Gualdo Tadino 7,01 Gualdo Tadino 0,99 Orvieto 14,25 Orvieto 6,55 Orvieto 0,86 Gubbio 12,96 Città di Castello 6,30 Città di Castello 0,80 Città di Castello 12,65 Terni 6,05 Norcia 0,69 Marsciano 12,47 Norcia 6,02 Marsciano 0,43 Fabro 12,27 Marsciano 5,13 Fabro 0,21 Terni 12,19 Fabro 4,16 Cascia 0,00 Fonte: nostre elaborazioni su dati dei Centri per l’impiego e dati Istat Note: Tasso di avviamento = n° avviamenti x 100 / popolazione in età lavorativa (15-64). Tab. A6 - Tassi (per 1000) di avviamento a tempo indeterminato part-time (su popol. 15-64) per formazione max obbligo form.secondaria superiore laurea e post Cascia 6,98 Spoleto 4,09 Gubbio 0,80 Assisi 6,42 Perugia 3,80 Perugia 0,70 Norcia 5,68 Città di Castello 3,72 Umbertide 0,48 Spoleto 5,57 Foligno 3,56 Orvieto 0,47 Città di Castello 5,17 Gubbio 3,18 Gualdo Tadino 0,44 Perugia 4,81 Totale Umbria 3,18 Totale Umbria 0,44 Castiglion del Lago 4,38 Orvieto 3,17 Foligno 0,43 Gubbio 4,16 Norcia 3,10 Città di Castello 0,38 Totale Umbria 4,13 Terni 3,06 Spoleto 0,32 Foligno 3,88 Assisi 2,91 Terni 0,30 Orvieto 3,85 Umbertide 2,89 Todi 0,29 Gualdo Tadino 3,53 Castiglion del Lago 2,55 Marsciano 0,29 Terni 3,23 Gualdo Tadino 2,54 Assisi 0,22 Umbertide 2,57 Fabro 2,29 Castiglion del Lago 0,20 Todi 2,33 Todi 1,60 Norcia 0,17 Marsciano 1,92 Marsciano 1,57 Cascia 0,00 Fabro 1,46 Cascia 0,41 Fabro 0,00 Fonte: nostre elaborazioni su dati dei Centri per l’impiego e dati Istat Note: Tasso di avviamento = n° avviamenti x 100 / popolazione in età lavorativa (15-64). Tab. A7 - Tassi (per 1000) di avviamento totali (su popol. 15-64) per settore economico A+B+C D E Todi 109,63 Città di Castello 66,69 Marsciano Orvieto 90,20 Umbertide 65,20 Castiglione del Lago Marsciano 87,29 Castiglione del Lago 55,67 Foligno Città di Castello 84,31 Marsciano 49,31 Perugia Fabro 44,29 Gualdo Tadino 44,93 Terni Foligno 36,98 Assisi 41,89 Todi Umbertide 36,17 Terni 35,25 Totale Umbria Castiglione del Lago 32,32 Totale Umbria 34,72 Gubbio Totale Umbria 29,08 Perugia 30,12 Umbertide Spoleto 26,29 Todi 29,65 Orvieto Assisi 16,99 Foligno 29,06 Assisi Perugia 12,73 Spoleto 23,02 Cascia Norcia 12,05 Gubbio 22,22 Città di Castello Cascia 10,68 Norcia 18,76 Fabro Gualdo Tadino 9,22 Fabro 16,01 Gualdo Tadino Terni 8,40 Orvieto 15,19 Norcia Gubbio 8,05 Cascia 4,52 Spoleto Fonte: nostre elaborazioni su dati dei Centri per l’impiego e dati Istat Note: Tasso di avviamento = n° avviamenti x 100 / popolazione in età lavorativa (15-64). Legenda: A+B+C = Agricoltura, pesca, estrazione di minerali; D = Attività manifatturiere; E = Produzione di energia elettrica, di gas, di vapore e acqua calda; 0,36 0,26 0,23 0,18 0,15 0,15 0,13 0,09 0,08 0,04 0,03 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Tab. A8 - Tassi (per 1000) di avviamento totali (su popol. 15-64) per settore economico F G H Foligno 35,47 Castiglione del Lago 32,77 Gubbio 214,63 Norcia 32,18 Foligno 18,97 Cascia 95,28 Gualdo Tadino 28,92 Perugia 18,20 Foligno 43,76 Assisi 19,19 Assisi 15,18 Perugia 36,84 Umbertide 19,01 Totale Umbria 13,89 Totale Umbria 31,17 Cascia 18,07 Cascia 12,73 Gualdo Tadino 30,74 Spoleto 17,49 Spoleto 12,21 Norcia 29,77 Totale Umbria 16,92 Città di Castello 12,19 Assisi 26,41 Perugia 15,52 Terni 11,87 Orvieto 25,03 Orvieto 15,19 Gubbio 9,31 Spoleto 20,47 Città di Castello 15,08 Todi 9,27 Castiglione del Lago 17,07 Gubbio 14,88 Gualdo Tadino 8,22 Fabro 17,05 Terni 11,58 Fabro 7,69 Città di Castello 10,82 Todi 11,55 Marsciano 7,13 Todi 10,39 Castiglione del Lago 10,60 Orvieto 6,38 Umbertide 7,78 Fabro 9,57 Norcia 6,37 Terni 7,03 Marsciano 7,55 Umbertide 5,77 Marsciano 2,35 Fonte: nostre elaborazioni su dati dei Centri per l’impiego e dati Istat Note: Tasso di avviamento = n° avviamenti x 100 / popolazione in età lavorativa (15-64). Legenda: F = Costruzioni; G = Commercio ingrosso e dettaglio, riparazione di auto, moto e beni pe....; H = Alberghi e ristorante; Tab. A9 - Tassi (per 1000) di avviamento totali (su popol. 15-64) per settore economico I J K Spoleto 10,27 Spoleto 1,72 Perugia 29,33 Gubbio 6,97 Orvieto 1,41 Città di Castello 24,84 Città di Castello 6,87 Terni 1,03 Terni 15,73 Perugia 6,05 Perugia 0,85 Totale Umbria 14,88 Assisi 5,85 Todi 0,83 Assisi 11,78 Terni 5,84 Totale Umbria 0,81 Spoleto 9,59 Todi 5,82 Città di Castello 0,80 Foligno 7,91 Totale Umbria 5,14 Assisi 0,80 Todi 5,82 Norcia 3,96 Foligno 0,68 Marsciano 4,92 Orvieto 3,29 Castiglione del Lago 0,59 Gubbio 4,82 Marsciano 3,28 Gubbio 0,51 Orvieto 3,47 Gualdo Tadino 2,81 Gualdo Tadino 0,11 Castiglione del Lago 3,14 Foligno 2,41 Cascia 0,00 Gualdo Tadino 2,93 Cascia 2,05 Fabro 0,00 Umbertide 2,89 Umbertide 1,68 Marsciano 0,00 Norcia 2,07 Castiglione del Lago 1,05 Norcia 0,00 Cascia 2,05 Fabro 0,83 Umbertide 0,00 Fabro 0,42 Fonte: nostre elaborazioni su dati dei Centri per l’impiego e dati Istat Note: Tasso di avviamento = n° avviamenti x 100 / popolazione in età lavorativa (15-64). Legenda: I = Trasposti, magazzinaggio e comunicazioni; J = Intermediazione monetaria e finanziaria; K = Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, profess. ed imp......; Tab. A10 - Tassi (per 1000) di avviamento totali (su popol. 15-64) per settore economico L+M+N+O P+Q TOTALE Spoleto 35,23 Norcia 7,92 Gubbio 312,64 Gubbio 29,10 Umbertide 5,69 Città di Castello 242,00 Terni 29,00 Fabro 5,61 Todi 194,36 Umbertide 24,70 Marsciano 4,06 Foligno 186,42 Perugia 22,04 Todi 3,74 Orvieto 182,11 Totale Umbria 20,12 Orvieto 2,65 Perugia 174,46 Città di Castello 19,94 Perugia 2,60 Marsciano 170,17 Orvieto 19,26 Spoleto 2,59 Umbertide 168,98 Norcia 13,77 Gubbio 2,06 Totale Umbria 168,02 Assisi 13,59 Cascia 2,05 Castiglione del Lago 166,48 Cascia 13,55 Gualdo Tadino 1,99 Cascia 160,99 Castiglione del Lago 12,36 Foligno 1,75 Spoleto 158,88 Gualdo Tadino 12,25 Totale Umbria 1,16 Assisi 152,66 Foligno 9,19 Terni 1,15 Gualdo Tadino 142,12 Todi 7,52 Assisi 0,96 Terni 127,02 Fabro 7,28 Castiglione del Lago 0,65 Norcia 126,83 Marsciano 3,92 Città di Castello 0,46 Fabro 108,75 Fonte: nostre elaborazioni su dati dei Centri per l’impiego e dati Istat Note: Tasso di avviamento = n° avviamenti x 100 / popolazione in età lavorativa (15-64). Legenda: L+M+N+O = Servizi pubblici (P.A.); P+Q = Altri servizi. Tab. A11 - Tassi (per 1000) di avviamento a tempo determinato (su popol. 15-64) per settore economico A+B+C D E Todi 107,74 Città di Castello 54,12 Marsciano 0,36 Orvieto 87,12 Umbertide 49,24 Perugia 0,18 Marsciano 85,44 Castiglione del Lago 45,99 Foligno 0,16 Città di Castello 82,75 Marsciano 40,62 Todi 0,10 Fabro 43,25 Gualdo Tadino 33,06 Totale Umbria 0,10 Foligno 35,78 Assisi 27,95 Umbertide 0,08 Umbertide 34,81 Terni 27,63 Terni 0,07 Castiglione del Lago 30,61 Totale Umbria 25,25 Castiglione del Lago 0,07 Totale Umbria 27,95 Perugia 21,77 Gubbio 0,05 Spoleto 25,18 Todi 20,48 Orvieto 0,04 Assisi 15,62 Foligno 17,80 Assisi 0,03 Perugia 11,81 Gubbio 13,80 Cascia 0,00 Norcia 10,15 Spoleto 12,89 Città di Castello 0,00 Cascia 8,21 Fabro 11,02 Fabro 0,00 Terni 8,00 Orvieto 10,14 Gualdo Tadino 0,00 Gualdo Tadino 7,89 Norcia 9,29 Norcia 0,00 Gubbio 6,97 Cascia 1,23 Spoleto 0,00 Fonte: nostre elaborazioni su dati dei Centri per l’impiego e dati Istat Note: Tasso di avviamento = n° avviamenti x 100 / popolazione in età lavorativa (15-64). Legenda: A+B+C = Agricoltura, pesca, estrazione di minerali; D = Attività manifatturiere; E = Produzione di energia elettrica, di gas, di vapore e acqua calda; Tab. A12 - Tassi (per 1000) di avviamento a tempo determinato (su popol. 15-64) per settore economico F G H Foligno 14,31 Castiglione del Lago 25,05 Gubbio 209,96 Norcia 13,08 Foligno 13,24 Cascia 62,01 Gualdo Tadino 8,17 Perugia 11,93 Foligno 40,02 Assisi 8,04 Città di Castello 9,65 Perugia 32,18 Umbertide 8,02 Totale Umbria 9,26 Gualdo Tadino 26,88 Orvieto 7,96 Terni 8,49 Totale Umbria 26,78 Città di Castello 7,52 Cascia 8,21 Orvieto 20,84 Totale Umbria 7,40 Assisi 8,07 Norcia 18,24 Perugia 6,97 Spoleto 7,33 Assisi 14,85 Spoleto 6,57 Gubbio 6,27 Fabro 14,56 Cascia 6,16 Todi 5,19 Spoleto 13,54 Gubbio 5,85 Fabro 4,99 Castiglione del Lago 12,95 Terni 5,68 Gualdo Tadino 4,64 Città di Castello 8,17 Castiglione del Lago 5,43 Marsciano 4,42 Todi 7,72 Todi 4,66 Norcia 3,96 Umbertide 5,77 Fabro 4,37 Orvieto 3,85 Terni 4,71 Marsciano 3,85 Umbertide 3,13 Marsciano 1,78 Fonte: nostre elaborazioni su dati dei Centri per l’impiego e dati Istat Note: Tasso di avviamento = n° avviamenti x 100 / popolazione in età lavorativa (15-64). Legenda: F = Costruzioni; G = Commercio ingrosso e dettaglio, riparazione di auto, moto e beni pe....; H = Alberghi e ristorante; Tab. A13 - Tassi (per 1000) di avviamento a tempo determinato (su popol. 15-64) per settore economico I J K Città di Castello 5,01 Orvieto 1,28 Perugia 22,11 Perugia 4,14 Spoleto 1,08 Città di Castello 21,04 Gubbio 3,98 Terni 0,59 Terni 13,13 Spoleto 3,91 Todi 0,58 Totale Umbria 10,44 Terni 3,09 Totale Umbria 0,47 Spoleto 4,45 Totale Umbria 2,83 Assisi 0,47 Foligno 4,05 Orvieto 2,18 Città di Castello 0,46 Marsciano 2,21 Todi 2,09 Perugia 0,46 Assisi 1,92 Assisi 1,98 Castiglione del Lago 0,39 Orvieto 1,84 Norcia 1,89 Gubbio 0,23 Gubbio 1,82 Marsciano 1,71 Foligno 0,21 Castiglione del Lago 1,70 Cascia 1,64 Gualdo Tadino 0,11 Todi 1,31 Foligno 1,19 Cascia 0,00 Umbertide 1,28 Gualdo Tadino 0,88 Fabro 0,00 Gualdo Tadino 0,99 Umbertide 0,80 Marsciano 0,00 Cascia 0,82 Castiglione del Lago 0,26 Norcia 0,00 Norcia 0,52 Fabro 0,00 Umbertide 0,00 Fabro 0,21 Fonte: nostre elaborazioni su dati dei Centri per l’impiego e dati Istat Note: Tasso di avviamento = n° avviamenti x 100 / popolazione in età lavorativa (15-64). Legenda: I = Trasposti, magazzinaggio e comunicazioni; J = Intermediazione monetaria e finanziaria; K = Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, profess. ed imp......; Tab. A14 - Tassi (per 1000) di avviamento a tempo determinato (su popol. 15-64) per settore economico L+M+N+O P+Q TOTALE Spoleto 29,02 Foligno 0,62 Gubbio 274,09 Gubbio 25,17 Perugia 0,28 Città di Castello 203,07 Terni 22,95 Assisi 0,16 Todi 155,93 Umbertide 19,65 Totale Umbria 0,16 Orvieto 150,66 Perugia 16,78 Todi 0,15 Marsciano 141,59 Totale Umbria 15,45 Marsciano 0,07 Foligno 133,35 Orvieto 15,40 Terni 0,05 Castiglione del Lago 129,13 Città di Castello 14,36 Spoleto 0,04 Perugia 128,61 Cascia 11,91 Cascia 0,00 Totale Umbria 126,07 Assisi 10,38 Castiglione del Lago 0,00 Umbertide 122,78 Norcia 8,26 Città di Castello 0,00 Spoleto 104,00 Gualdo Tadino 7,40 Fabro 0,00 Cascia 100,21 Fabro 7,07 Gualdo Tadino 0,00 Terni 94,39 Castiglione del Lago 6,67 Gubbio 0,00 Gualdo Tadino 90,02 Foligno 5,96 Norcia 0,00 Assisi 89,47 Todi 5,92 Orvieto 0,00 Fabro 85,46 Marsciano 1,14 Umbertide 0,00 Norcia 65,39 Fonte: nostre elaborazioni su dati dei Centri per l’impiego e dati Istat Note: Tasso di avviamento = n° avviamenti x 100 / popolazione in età lavorativa (15-64). Legenda: L+M+N+O = Servizi pubblici (P.A.); P+Q = Altri servizi. Figura 2 – Grafici di dispersione delle dimensioni fondamentali del MDS Fonte: nostre elaborazioni Tab. A15 - Avviati per settori (quote %) (Media 2000-2002) Attività Agricoltura, Silvicoltura e pesca Assisi Cascia Cast. Lago Città Castello Fabro Foligno Gualdo Tadino Gubbio 8,63 5,80 15,12 34,89 37,63 18,67 4,01 2,23 Marsciano Norcia Orvieto 51,96 7,49 51,11 Perugia Spoleto Terni Todi Umbertide 7,55 19,28 7,10 54,10 21,17 Estrazioni di minerali 0,22 0,00 0,00 0,05 0,00 0,05 0,36 0,05 0,00 0,53 0,52 0,04 0,08 0,01 0,05 0,17 Attività manifatturiera Produzioni di en. elettrica, gas e acqua calda Costruzioni 32,25 3,18 30,92 29,60 15,26 14,44 35,97 8,21 27,90 10,56 9,42 18,91 13,77 26,42 16,36 41,93 0,01 0,00 0,14 0,00 0,00 0,10 0,10 0,00 0,02 0,00 0,00 0,10 0,00 0,25 0,09 0,17 11,28 14,85 8,07 5,51 11,09 20,27 24,94 5,12 5,67 29,37 7,78 8,39 11,79 9,12 8,59 11,59 10,50 5,81 23,24 4,89 6,17 9,72 5,47 2,74 4,44 6,73 3,56 10,48 6,21 9,64 3,81 4,30 Alberghi e Ristoranti Trasporti, Magazzinaggio e Comunicazioni Intermediazione monetaria e finanziaria Attività Imm., Informatica, Ricerca e Imprend. Beni e servizi P.A. 18,28 58,31 11,07 4,58 16,05 20,93 15,67 67,69 1,51 28,24 10,95 19,00 11,46 5,42 4,70 4,52 2,91 2,05 0,52 2,83 0,76 1,98 1,73 2,26 1,45 1,75 2,66 4,30 6,30 4,28 2,95 1,06 0,36 0,23 0,40 0,32 0,00 0,41 0,05 0,06 0,10 0,16 0,54 0,46 0,60 0,60 0,28 0,05 6,24 1,14 2,28 8,11 1,23 6,97 2,88 1,12 2,52 1,47 2,13 15,42 6,75 14,28 3,05 1,62 8,83 7,52 7,72 9,00 6,60 5,65 7,53 9,85 2,28 9,15 9,70 14,13 22,21 21,44 4,02 10,10 Altri servizi 0,48 1,11 0,52 0,24 5,20 0,81 1,27 0,65 2,15 4,56 1,63 1,20 1,56 1,45 2,00 3,32 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 Commercio, ripar. auto, moto e beni personali Fonte: nostra elaborazione 25 Riferimenti bibliografici Anastasia B., Bragato S. Gambuzza M. Rasera M. (1996): “La varietà dei flussi verso i lavori. Un’analisi di microarea utilizzando le potenzialità a fini conoscitivi dei dati amministrativi del Ministero del lavoro”, in Agenzia per l’Impiego del Veneto (a cura di): Il mercato del lavoro nel Veneto. 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