Progetto scrittura creativa Concorso per gli studenti Scuola media “Da Vinci – Colombo” Perugia Concorso scrittura creativa Come imparare a scrivere e nello stesso tempo a ricordare e a riflettere. Questo è stato il tema del progetto “Scrittura creativa” della scuola media “Da Vinci – Colombo” di Perugia, che si è concluso con un concorso, del quale riportiamo alcuni risultati. A chi va il primo premio? Alla Scuola Media “Da Vinci – Colombo”, Perugia!!! Come si vive alla “Da Vinci – Colombo” Diario di scuola Perugia, 21 marzo 2007 - Oggi la 1° ora avevamo inglese. Nella lezione, stranamente, sono intervenuto più volte e la professoressa, stupita, aveva chiesto se avevo preso la ovomaltina per colazione. Io risposi di no, ma dissi che avevo preso il latte con il miele … è meglio della pappa reale! La 2° ora avevamo ginnastica e abbiamo fatto un torneino di palla a volo; la 3° ora abbiamo avuto epica e ci ha ridato i compiti nel quale ho preteso tra S e B. La 4° e 5° ora abbiamo avuto geografia … uffa non mi ha interrogato! Come si vive alla “Da Vinci – Colombo” Diario di scuola III ora epica. Entrò la professoressa; lei disse che ci doveva ridare le verifiche che avevamo fatto. Facemmo epica e dopo ci ridette le verifiche. Io non volevo che ci ridiano le verifiche quando vidi quel brutto voto chiusi la verifica e la misi dentro il libro di grammatica. La classifica 1° premio autobiografia Monia El Assl, La mia autobiografia (I B Olmo) 1° premio diario Annarita Gigli, Una sera d’estate: diario di un amore (III A Elce) 1° premio racconto Lorenzo Borzuola, Epica battaglia (II E Ferro di Cavallo) Motivazioni Monia El Assl, nell’elaborato La mia autobiografia, ha dimostrato di saper svolgere il tema proposto in maniera personale, completa e in una forma linguistica sciolta e corretta. Annarita Gigli, con Una sera d’estate: diario di un amore, ha descritto in forma semplice, chiara e corretta, i sentimenti di una adolescente. Lorenzo Borzuola, in Epica battaglia, ha costruito un testo interessante, avvincente, movimentato da buoni dialoghi. Segnalazioni speciali I A Elce La mia autobiobiografia, Nermine Ramadani Una meravigliosa cucciolata (diario), Marta Mariani La mia autobiografia, Emanuele Pieroni II A Elce La mia autobiografia, Filippo Blancato La mia autobiografia, Agnese Calducci III A Elce Una sera d’estate: diario di un amore, Annarita Gigli Bianco nero, Costanza Neve Diario di guerra, Matteo Mariotti Segnalazioni speciali I B Elce La mia autobiografia, Alice Ruggiero La mia autobiografia, Monica Ferrante II B Elce Giallo alla “Da Vinci – Colombo”, Eleonora Bigontina La mia autobiografia, Giulia Sparamide La mia autobiografia, Nicola Cerami III B Elce Gli stivali si ribellano, Letizia Fiorucci Un’eredità speciale, Lucrezia Tortoioli Segnalazioni speciali I C Elce Paura bianca, Maria Giulia Gagliardini La mia autobiografia, Beatrice Angeloni II C Elce La mia autobiografia, Eni Moxa La mia autobiografia, Gabriele Bonucci III C Elce Il volto della paura, Gabriele Pierini Ascolta il tuo cuore, Melissa, Bianca Polenzani Segnalazioni speciali II A Montegrillo La verità nascosta, Claudia Ventanni III A Montegrillo La mia autobiografia, Martina Cecchini Io e il mio dolore, Francesca Bertinelli Cara amica … (epistolario), Giulia Bevilacqua Segnalazioni speciali I D Ferro di cavallo La mia autobiografia, Martinez Malave Kimberly II D Ferro di cavallo Avventure al campeggio stregato, Riccardo Garaldini Tutto è possibile!, Elena Pompili Sogno infranto, Greta Giuliacci Segnalazioni speciali I E Ferro di cavallo La mia autobiografia, Silvia Cavagnoli La mia autobiografia, Letizia Esposito II E Ferro di cavallo Epica battaglia, Lorenzo Borzuola Segnalazioni speciali II A Olmo È possibile cambiare il mondo, Elena Stenico Tra sogno e realtà, Valentina Giglioni Diario di Lilly, Veronica Cecchetti I B Olmo La mia autobiografia, Monia El Assl La mia autobiografia, Gloria Malà La mia autobiografia, Eleonora Gariazzo Segnalazioni speciali II B Olmo Il dolore di una vita, Ylenia Brizi III B Olmo Kuro, Giulia Zangarelli MERCI: ITALIA – THAILANDIA, Francesco Brizioli La mia autobiografia: le frasi celebri Ogni lavoro presentato al concorso offre aspetti di originalità, così come una e irripetibile è la persona che lo ha composto. Abbiamo comunque voluto fare una piccola “antologia” delle frasi più curiose e simpatiche che gli alunni hanno scritto. Il mio nome Il mio nome è Emanuele. Ci sono dei nomi che al loro possessore non piacciono, come a me non sarebbe piaciuto Abramo, una delle alternative di Emanuele, perché è un nome che ormai in Italia non si usa più ed ha il sapore di “vecchio”. Crescevo come …. …. una quercia che si alza lentamente. …. un funghetto, veloce e rapido dopo una lunga e leggera pioggia di primavera. Somiglio a un piccolo granello di sabbia che insieme agli altri granelli cresce felice e pian piano con il vento se ne va per trovarsi un posto diverso. Crescevo come una pianta, piano piano, e con il passare del tempo sono diventato piuttosto alto. Crescevo come … In questa mia crescita assomiglio al vento in tempesta anche perché quando sono agitato mia mamma mi dice che sembro un uragano. Crescevo come un piccolo fiore che si culla fra l’erba. Cresco come un palazzo costruito dai muratori che decidono di fare qualche anno di pausa e poi ripartire da capo. Crescevo come … Crescevo come l’alba, cioè lentamente e dolcemente. Crescevo come una torta in un forno che lievitava sempre più. A quell’età crescevo come una fila di macchine in autostrada Crescevo come … Crescevo come un albero che piano piano formava le radici che erano le conoscenze: camminare, parlare, osservare, commentare, scrivere, essere educata … Crescevo come un fulmine! Crescevo molto velocemente, tutti me lo dicevano. In questa mia crescita somiglio a una tartaruga, che rimane piccolina, ma diventa ogni giorno più matura e saggia. Crescevo come …. Crescevo come un sogno realizzato in un mare di felicità, perché si era realizzato il sogno dei miei genitori di avere un figlio ed ero molto felice nella mia famiglia. Crescevo come un battito di ciglia, cioè molto velocemente, ed ero una bambina molto fortunata, ma non perché avevo molti giochi, ma perché ero al centro dell’attenzione e tutti quanti, specialmente mio nonno, mi facevano sentire importanti. La mia scuola L’unica cosa che mi manca delle elementari, oltre ai compagni e alle maestre, sono i colori: l’aula tutta colorata grazie ai cartelloni attaccati a tutte le pareti, i lavori appesi, le piantine all’interno dell’aula e tutto ciò che c’era nella mia vecchia scuola, ma, a parte questo, la scuola media mi piace. Come sono … Somiglio a un piccolo granello di sabbia che insieme agli altri granelli cresce felice e pian piano con il vento se ne va per trovarsi un posto diverso. Io non ho dei genitori molto alti: perché allora sono cresciuta velocemente ed ero veramente alta? Se ripenso ….. Se ripenso agli anni in cui ero piccola, prima di andare alla scuola elementare, ricordo che una volta sono caduta dal fasciatoio perché la mamma mi aveva lasciata cinque secondi da sola. In quella occasione dimostrai di essere molto spericolata, ma nello stesso tempo timida Mi ricordo anche quando le bambine più grandi di me litigavano per tenermi in braccio e quando giocavamo a mamma e figlia nella casetta che avevamo nell’aula”. La scuola media … è una bella scuola, anche se tutti ne parlano male Ricordo che … Un giorno ero andata davanti alla finestra e lo specchio rifletteva la mia immagine e pensando che fosse un altro bambino corsi verso il vetro andandoci a sbattere. Ricordo che mangiavo la carta dei giornali Non ero una bambina molto socievole, anzi mi escludevo da tutti e da tutto e parlavo a malapena con i miei genitori. Ricordo che … Quando i maschi si stancavano di acchiappare gridavano: ‘Acchiappano le femmine!’”. Altro gioco preferito era “I collilunghi”. Mi ricordo quando mettevo il guinzaglio al gatto, era divertente! “Giocavamo sempre insieme a “lupacci”, un gioco in cui i maschi “prendevano” le femmine”. Mi ricordo un giocattolo dei miei primi anni di vita: un cavallo. Mi piaceva molto, pensavo che fosse vero e immaginavo di cavalcarlo per distese selvagge. Avevo dei jeans e delle scarpe che si illuminavano quando camminavo. Ricordo che … Stavo sempre con i maschi perché i giochi delle bambine mi annoiavano; non smettevano mai di divertirsi a fare le signore, mentre io preferivo giochi “d’azione” come nascondino o chiapparella. Alle elementari … come un leoncino che va a esplorare il luogo dove abita mi sono sentita io, curiosa anche se un po’ titubante. Ricordo che non dormivo mai e non ho fatto dormire la mia mamma per ben tre anni. Ricordo che …. Se ripenso agli anni in cui ero proprio piccola prima di andare alla scuola elementare ricordo che abitavamo a casa di nonna dove c’era un freddo tremendo, e che stavamo tutti appiccicati al camino come delle farfalline attorno ad una lanterna: mamma mi vestiva “a cipolla” con tre magliette, due golf e dei pantaloni pesanti. Durante la mia infanzia ho sempre fatto impazzire la mamma, ma c’era una cosa di me che le piaceva, di quando ero piccola, spesso avevo il boccone in bocca …. Mi viene in mente Mi viene in mente un’immagine di me, quando è nata mia sorella Marta; sono entrata nella camera con mio padre che mi teneva in braccio, ho visto mia sorella con i capelli dritti, che prendeva il latte. Mi viene in mente un’immagine di me come un bambino che, tranne quando dormiva, non si calmava mai, ma al volte mi facevo anche male; infatti, una volta, per correre sono inciampato su una bilancia e mi sono fatto una ferita sulla fronte. Ero talmente piccola e insicura di tutto, che nel mondo vedevo soltanto tanta bellezza e spensieratezza. Mi viene in mente … Mi viene in mente un’immagine di me di quando stavo con le mie amiche: andavamo dentro la casina dell’asilo e giocavamo a vendere la frutta e fare le mamme. Facevamo finta di essere già adulte, mamme che lavorano … Se ripenso agli anni in cui ero piccolo, prima di andare alla scuola elementare, ricordo che non parlavo con nessuno, e dalla finestra guardavo sempre la scuola elementare davanti a me perché cercavo di immaginare come poteva essere all’interno e che presto sarei dovuto andarci e questo mi spaventava molto. Se ripenso … Se ripenso agli anni in cui ero piccolo … non pensavo a niente, soltanto a giocare, dormire e vedere la televisione, e se facevi qualcosa di sbagliato non ti dicevano niente perché eri troppo piccolo per capire cosa era successo e potevi andare tutti i giorni al parco a trovare gli amici perché non avevi troppi impegni .. A quei tempi ero molto piccolo e leggero e mia mamma mi metteva una coperta di lana per non sentire freddo. Mi prendeva in collo accompagnandomi in macchina per portarmi a casa della nonna. Se ripenso … Quando mi sdraio sul letto mi riviene in mente come ero fatto da piccolo: con due occhi verdi, i capelli a baschetto color nocciola ed ero di normale altezza. Se ripenso agli anni in cui ero piccolo … ricordo che la giornata si divideva in: divertimento, divertimento e ancora divertimento. Ho incontrato un caro amico, un tipo intraprendente che proveniva da un altro asilo. Qualche volta ho paura … Qualche volta ho paura di accorgermi di non avere scritto sul diario tutti i compiti. Non vorrei mai smettere nelle conoscenze. Qualche volta ho paura dei compiti in classe perché, anche se studio, non so se sono preparato. Poi ho anche paura di perdere tutti gli anici perché sono un rompiscatole e, senza di loro, non saprei cosa fare. Qualche volta ho paura di non essere all’altezza della situazione e di trovarmi nel posto sbagliato al momento sbagliato C’è una foto … C’è una foto dei miei primi anni di vita che mi ritrae seduta col cappello dei bersaglieri di papà. C’è una foto dei miei primi anni che mi ritrae in un lettone insieme a mia sorella che mi teneva in braccio. C’è una foto dei miei primi anni di vita che mi ritrae quando avevo tre anni. Mi vedo in primo piano e dietro, un po’ offuscata, un’immensa spiaggia con un mare azzurro che sembra speciale, solo per me … C’è una foto dei miei primi anni di vita, che mi ritrae in una recita di scuola … io cercavo di mettermi sempre dietro a quei bambini più alti di me e ci riuscivo anche molto bene. C’è una foto … C’è una foto dei miei primi anni di vita che mi ritrae in braccio a mia madre, Eravamo su un marciapiede al mare. Questo si intravede appena e la sabbia della spiaggia è soffice come le nuvole. Eravamo fuori da un delfinario, eravamo uscite perché io avevo paura dei delfini. Avevo un cappello giallo e una canottiera arancione … Figure familiari …. Mamma fa la maestra d’asilo nido, però con noi non ci sta quasi mai e la sera viene a letto tardi per creare le idee cioè le cose che si inventa. I capelli della nonna diventavano più bianchi, non vecchiaia, ma di furia. Ricordo che annaffiavamo insieme (con la nonna) in giardino le sue piante e i suoi fiori e ricordo come fosse ieri che io, un giorno, vedendola mangiare una caramella alla menta, gliene chiesi una e lei mi disse che non mi sarebbe piaciuta, ma io la volli lo stesso. Figure familiari Io la preferivo (la nonna) perché, essendo tedesca, non usava gli articoli correttamente, per esempio diceva – Li spilli – e io morivo sempre dalle risate, infatti è molto simpatica. Il suo lavoro era molto bello, faceva la traduttrice e allo stesso tempo una “barba finta”, cioè una spia. Ha settant’anni e non ha nessuna malattia grave. Quando ero dalla nonna Lillina e mi svegliavo dal sonnellino, non volevo mai mangiare perché non c’erano i miei genitori, però una volta mio zio Francesco, che è il gemello del mio papà, riuscì a farmi mangiare facendomi credere di essere papà. I fratelli Mio fratello Ernest all’inizio mi dondolava sul letto per addormentarmi, poi, dopo avere aspettato che io chiudessi gli occhi, piano piano, si allontanava convinto che io già dormissi ma io ricominciavo subito a piangere, così era costretto a ridondolarmi. Se ripenso … ricordo che guardavo sempre mio fratello che tutti i giorni faceva i compiti. Io non vedevo l’ora di diventare un po’ più grande per andare alla scuola elementare. Cosa desidero Oziare! Questa sì che sarebbe la mia felicità! Immagino il mio sposo alto, bello, muscoloso e con molti soldi, con in tasca una professione di dottore o di avvocato. I miei due figli si chiameranno Tommy e Bonny, dovranno tenere una disciplina corretta e andare bene a scuola. Io mi sento attirato a fare il veterinario perché amo gli animali e anche perché voglio aiutare gli animali in difficoltà. Il mio futuro ….. A voler giocare con i miei anni futuri mi diverto a vedermi a 20 anni nel mondo della pizza. Il mio sogno, fin da quando ero ragazzo, è quello di consegnare le pizze a domicilio. Così imparerò tutte le strade e i vicoli della mia città. Sento di voler essere come sono. Vorrei solo diventare una bravissima pattinatrice. Il mio futuro … A voler giocare con i miei anni futuri mi diverto a vedermi a 70 anni nel 2060 quando sarò una vecchietta, che al posto degli occhiali avrò due fondi di bottiglia. Io non so in futuro come vorrei diventare, ma devo cominciare a pensarci. Se guardo il mondo e me stesso … Se guardo il mondo di oggi e ciò che mi sta intorno mi viene da dire che il mondo è grande rispetto alle persone. Crescendo si cambia aspetto, ma anche il carattere e con loro per me cambia anche qualcos’altro, crescere è un’opportunità da non perdere per cambiare un po’. Se guardo il mondo e ciò che mi sta attorno mi viene da dire che questo è un mondo dove abbiamo molti esseri viventi e dove l’uomo produce parecchi danni. Racconti da leggere La verità nascosta Il dolore di una vita Una notte da brivido I cani avvelenati Andrew il tuffatore Kuro L’oggetto misterioso E’ possibile cambiare il mondo? Racconti da leggere …. Brutto sogno …. Cara amica … Il ragionier Polli Ascolta il tuo cuore, Melissa L’amicizia tra i banchi di scuola Tra sogno e realtà Io e il mio dolore In 2 giorni MERCI: ITALIA - THAILANDIA Racconti da leggere … Il volto della paura In una mattina di marzo Un’eredità speciale L’Ora L’eroe della terra The Kingsdom of the fire La villa stregata Alice e il giardino dei misteri Racconti da leggere Il sogno di Mattia Il terrore di Hallowen Oltre il portale Una lotta per la vita Un viaggio fantastico La minaccia di X2 Un giorno movimentato Tutto è possibile !!! Racconti da leggere La prova I quattro cavalieri F.B.I.!! … Sicuro?! Solo per dei dolci …. Tramite chat …. La consegna Maria e il mare Uno strano servizio Epica battaglia Lei, dei quattro elementi Racconti da leggere I falsi usurai Tommy Amore tradito Una meravigliosa cucciolata Una sera d’estate: diario di un amore Viaggio nel passato Avventure di draghi Un astuto piano Avventure al campeggio stregato Giallo alla “Da Vinci Colombo” Racconti da leggere …. Solo trecento chili di tritolo Sicuri che sia solo una pietra? Nascita di un’amicizia Il dono del dipinto Bianco nero Epica battaglia Un’eredità speciale Gli stivali si ribellano Sogno infranto Perché il mare è salato Sfogliando i testi: tra fantasia e realtà Mike, allora, prese la pietra e urlò a più non posso il suo sogno e in un attimo tutto diventò nero ed apparvero due persone: all’inizio non si capiva bene chi fossero, ma poi Mike li riconobbe: erano i suoi genitori: la madre aveva sempre lunghi capelli biondi e occhi azzurri ed il padre aveva sempre quell’aria un po’ burlona che lo faceva sempre ridere. Mike quanto piangeva! Sfogliando i testi: ansia di genitori Dopo la scomparsa dei due ragazzi, i genitori (Catia, Francesca, Filippo, padre di Lorenzo, e Antonio, il padre di Teresa, non chiusero occhio per tutta la notte, pensando continuamente ai loro figli, a tutto quello che avevano fatto per loro e con loro, a ciò che la loro nascita aveva significato, quanto a lungo li avevano desiderati. Quella fu una lunga notte, tormentata dal pensiero di perdere i loro “bambini”, anche se in fondo al loro cuore rifiutavano quell’idea. Sfogliando i testi: istantanee di genitori Mio padre è un po’ “brontolone”, ma spesso mi dà buoni consigli per battere le mie avversarie. È molto più severo della mamma, pretende molto da me, comunque so che dietro la maschera di ferro che indossa, si nasconde una persona, ma soprattutto un padre, affettuoso e simpatico, che cerca sempre la cosa giusta per me. Mio padre, la prima volta che mi ha guardato ha provato come un tuffo al cuore, mentre mia madre ha provato una gioia immensa ed ha avuto la sensazione di avermi avuta sempre vicina a lei, come se fossimo state una persona sola. Sfogliando i testi: Diario di guerra … D – Day 1-5 giugno 1944 Aldbourne, Inghilterra Seduto su delle casse di munizioni c’era il soldato Ronald McReary … un ragazzino … appena diciotto anni aveva … ad un certo punto il tenente Cobbs ci disse che avevamo mezz’ora per prepararci … il lancio si faceva quella notte! George mi strinse la mano e corse alla sua unità. Sfogliando i testi: conflitto generazionale Il comandante era un uomo alto, possente, e piuttosto autoritario con tutti tranne che con la figlia Marianna a cui era molto affezionato e alla quale voleva molto bene. Ella era molto testarda e non ascoltava mai consigli del padre. Sfogliando i testi: la vita di una ragazza Mi piace tantissimo giocare come attaccante, sprigionare la mia forza su una palla, perché non saprei dove farlo in alternativa. Mio padre è morto quando avevo sei anni; ecco perché ho iniziato a giocare a pallavolo, uno sport dove posso lasciare andare tutte le preoccupazioni della vita e dedicarmi a qualcosa di concreto … E molte altre cose ancora …. Per raccontare tutto ci vorrebbero volumi e volumi … infatti sono stati presentati al concorso 150 elaborati.