CREAI Il secondo rapporto sulle performance multidimensionali misurate da tutti gli stakeholder
Veneto, Emilia: í1 top è qui
Cam pania e
Calabria in coda - Intanto nel 2015 le Regioni perdono altri 2,7
I
1 progetto del Crea Sanità
dell'Università di Roma
Tor Vergata misura per il
secondo anno le performance
dei Sistemi sanitari regionali
dal punto eli vista degli
stakeholder (utenti, istituzioni,
professionisti sanitari, management e industria medicale) secondo 12 indicatori multidimensionali. Al top delle performance Toscana, Veneto, Trento ed Emilia. Le peggiori risultano Campania e Calabria. La
valutazione può fornire utili indicazioni per migliorare i Ssr.
Intanto le Regioni dovranno sostenere un taglio da 2,7 mld
per il 2015 tra annullamento
dell'extra Fondo sanitario (2
mid) e rinuncia a 500 min di
edilizia sanitaria . Questa l'ipotesi sul piatto a fronte della richiesta Renzi di decurtare 4
mid dai bilanci dei governatori.
A PAG. 2-4
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SA ITA/ L'analisi multidimensionale che misura per gruppi i risultati delle Regioni
La megif salute che fa scuoia
N ella valutazione complessiva Toscana in pole e Campania
a performance dei servizi
sanitari regionali, condotta dal Crea Sanità - Università di Roma Tor Vergata
(Consorzio per la Ricerca economica applicata in Sanità), adotta
un metodo di valutazione multidimensionale, che media le differenti prospettive di cui i diversi
stakeholder del sistema sono portatori. In questo modo, si giunge
alla conclusione che Toscana,
Veneto, Provincia autonoma di
Trento, Emilia Romagna e Piemonte sono nel novero delle
esperienze eccellenti, mentre sono in condizioni "critiche" Sardegna, Molise, Puglia, Calabria e
Campania. Un gruppo numericamente rilevante si posiziona nel
mezzo: fra queste tre (Provincia
autonoma di Bolzano, Sicilia e
Basilicata), sembrano più a rischio, nel senso di essere parzialmente a cavallo del limite di
criticità.
Per giungere a questi risultati,
il metodo di valutazione già precedentemente descritto (si veda
«Il Sole 24-Ore Sanità», pagine
14-15, del 21-27 gennaio 2014)
è stato applicato per il secondo
anno, grazie al competente contributo di un panel qualificato di
rappresentanti delle diverse categorie di stakeholder: utenti, management aziendale, professioni
sanitarie, istituzioni e industria
medicale. Senza tralasciare la
partnership, e il contributo incondizionato, offerto da un gruppo
di aziende del settore sanitario.
Le novità. Rispetto al primo
anno di sperimentazione, sono
stati ampliati il panel e anche il
set di indicatori utilizzati. È stata
dedicata inoltre una particolare
attenzione al confronto tra i risultati delle due annualità per aggiungere robustezza e riproducibilità dei risultati, ma anche per
interpretare l'evoluzione delle
preferenze espresse dai componenti del panel.
In questa seconda annualità, il
panel di esperti ha selezionato
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dodici indicatori (si veda la tabella 1) partendo da un set di 54 e
su questi ha espresso le proprie
preferenze assolute e relative (si
veda la descrizione del metodo).
La prima osservazione è che,
rispetto alla prima edizione, è leggermente aumentato il contributo della dimensione "Sociale" alla performance, raggiungendo il
44% (37,4% nella precedente),
probabilmente a causa della evidente difficoltà che stanno incontrando i cittadini in questo periodo nell'accesso ai servizi dei Ssr.
Ma risulta fortemente aumentato
anche quello della dimensione
"Economico fmanziaria", che ha
raggiunto il 33% a fronte del
20,5% della edizione precedente.
Risulta leggermente aumentato
anche il contributo della dimensione "Esiti" con il 9,4% (8,9%
nella precedente), mentre si riduce di più del 50% il contributo
dell"`Appropriatezza" (13,6%,
a fronte del 33,2% dello scorso
anno).
Una classifica in movimento. In particolare, il contributo
della dimensione "Sociale" è
molto importante per gli "Utenti" (37,9%), e a seguire per le
"Istituzioni" (30,7%) e 1Indu-stria medicale" (27,0%). La dimensione "Economico finanziaria' ha un ruolo importante soprattutto per le "Professioni sanitarie" (47,1%), probabilmente ri sentendo del fatto che queste ultime sono sempre più chiamate a
far quadrare i conti già nelle loro
unità operative, siano esse di servizi (farmacia ecc.), di area clinica, ospedaliere o territoriali, e ovviamente per il "Management
aziendale" (27,6%). La dimensione "Appropriatezza" fornisce un
contributo importante per le categorie "Management aziendale"
(25,5%), "Istituzioni" (25,0%) e
"Industria medicale" (24,8%);
gli "Esiti" pesano in misura minore sulle "Professioni sanitarie"
(19,3%) e gli "Utenti" (18,9%).
Dettaglio Regioni. Posta pari
a 1 la performance ottimale, convenzionalmente definita coree
quella di un'ipotetica Regione capace di registrare i migliori livelli
di performance specifica su tutti
gli indicatori/dimensioni, la valutazione del panel oscilla da un
massimo di 0,83 (Toscana) a un
minimo di 0,21 (Campania). A
cinque Sistemi sanitari regionali
è associata una misura di performance superiore a 0,70 (70% della performance massima teoricamente ottenibile). Nove Ssr (Friuli Venezia Giulia, Valle d'Aosta,
Umbria, Lombardia, Marche, Liguria, Abruzzo, Lazio e Provincia autonoma di Bolzano) registrano un valore superiore a 0,60.
A sette (Sicilia, Basilicata, Sardegna, Molise, Puglia, Calabria e
Campania) è associato un valore
inferiore o circa pari a 0,60 (di
cui le ultime cinque inferiore a
0,5). Per gli "Utenti" i Ssr Emilia
Romagna e Piemonte recuperano una posizione diventando rispettivamente terzo e quarto, restano invece invariate le ultime
tre posizioni di Puglia, Calabria e
Campania.
Per le "Istituzioni", la Toscana conserva la prima posizione,
seguita dal Veneto e dall'Emilia
Romagna, il Ssr emiliano recupera una posizione rispetto alla valutazione complessiva, quello ligure ne recupera cinque diventando sesto. Le ultirne quattro mantengono invariate le loro posizio-
maglia nera
ni rispetto alla valutazione complessiva. Per le "Professioni sanitarie", Veneto e Provincia autonoma di Trento invertono le loro
posizioni diventando rispettivamente terza e seconda; così come Piemonte ed Emilia Romagna che diventano rispettivamente quarta e quinta. Si invertono le
ultime due posizioni di Campania e Calabria (penultima e ultima rispettivamente).
Per l' "Industria medicale"
l'Emilia Romagna recupera una
posizione diventando terza, e i
Ssr calabrese e siciliano ne perdono una diventando rispettivamente ultimo e sest'ultimo. Infine,
per il "Management aziendale"
Veneto e Toscana, Piemonte ed
Emilia Romagna. Campania e
Calabria invertono le loro posizioni rispetto alla valutazione
complessiva. Quindi si conferma
che, sebbene il ranking non si
stravolga, diversi stakeholder attribuiscono alle performance valori diversi; non di meno la classifica che media le varie prospettive ben identifica i gruppi "di merito" delle Regioni, identificando
in particolare quelle che sono evidentemente in una condizione
critica.
Daniela d'Angela
Federico Spandonaro
Crea Sanità - Università
di Roma Tor Vergata
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a Quota percentuale di famiglie senza figli con anziani a carico impoverite a causa di spese
sanitarie out of pocket
e Spesa sanitaria totale pro-capite pesata
o Spesa sanitaria pubblica pro-capite pesata - numeri indice
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a Spesa per ticket in percentuale spesa farmaceutica pubblica
o Quota percentuale adesione agli screening femminili (mammografia 40+ e pap-test 25-34)
a Quota percentuale di ricoveri ospedalieri potenzialmente inappropriati
i e Tasso di copertura vaccinale in età pediatrica (morbillo, rosolia e parotite)
a Tasso di mortalità per tumore del colon, del retto e dell'ano
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