ISTITUTO SUPERIORE “GIOVANNI MINZONI” GIUGLIANO IN CAMPANIA C-1-FSE-2009-1642 Lingua e pensiero 2009 La Campania è una regione popolata da tempi remotissimi nella quale è possibile rinvenire le testimonianze di tutti i periodi della storia dell’Europa occidentale. La studio della storia è fondamentale, significa conoscere il passato, tradizioni, usi e costumi di quelli che ci hanno preceduto. Ma lo studio della storia ci aiuta anche a migliorare nella comprensione di ciò che leggiamo, a scrivere meglio, a pensare… Insediamenti protoellenici (XV sec. a C.); civiltà appenninica (X sec. a.C.) • • • • • • • • • • • • • • • • • STATO: ITALIA REGIONE: CAMPANIA PROVINCIA: NAPOLI ALTITUDINE: 104 M s.l.m. SUPERFICIE: 94.19 km² ABITANTI: 115.129 Densità: 1.222,31 ab./km² Frazioni: Amodio, Casacelle, Lago Patria, Licola Mare (o Lido di Licola), Massariola, Masseria Vecchia, Parco Arcucci, Parco della Noce, Parco Mazzola, Parco Verde, Ponte Riccio, Varcaturo. Comuni contigui: Aversa (CE), Casapesenna (CE), Castel Volturno (CE), Lusciano (CE), Melito di Napoli, Mugnano di Napoli, Parete (CE), Pozzuoli Qualiano, Quarto, San Cipriano d'Aversa (CE), Sant'Antimo, Trentola-Ducenta (CE), Villa Literno (CE), Villaricca. CAP: 80014 Pref. telefonico: 081 Codice ISTAT: 063034 Codice catasto: E054 Nome abitanti: giuglianesi Santo patrono: San Giuliano Giorno festivo: 27 gennaio Distanza da Napoli: 14 Km e poi il Mare nostrum… Lo stemma raffigura in posizione centrale una donna gravida, distesa, in atteggiamento di riposo, su un lembo di spiaggia della Campania Felix. La rappresentazione della donna gravida sullo stemma si riferisce alle origini cumane della città: oltre a significare la fertilità del territorio, l’ideogramma è inteso come una evidente allusione a Cuma, poiché il termine “sono incinta” corrisponde al greco “Kumaìno”, che presenta la stessa radice di “Kume”. La donna gravida è raffigurata, inoltre, in atteggiamento di riposo; per gli storici questo è un altro riferimento all’origine o derivazione cumana del sostrato sociale e culturale, poiché si ritiene, tra le varie ipotesi, che la Donna dormiente abbia dato origine al nome di Cuma (dal greco “Koimaomai” = riposare). L’area giuglianese fu occupata nel V-IV secolo a.C. dagli Osci: a riprova di ciò nel corso di scavi archeologici sono venute alla luce tombe del periodo osco-sannita. Il toponimo deriva con molta probabilità dall’antroponimo latino Julius: un’antica tradizione riportata da Francesco Petrarca attribuisce la fondazione della città addirittura a Giulio Cesare. Più realisticamente, lo storico Francesco De Amicis attribuisce il nome Giugliano alla presenza nella zona di una villa di Giulio Cesare, intorno alla quale sarebbe stato costruito il villaggio. Lo storico Tito Livio riporta un’altra tradizione secondo la quale nel 417 a.C. Cuma, antica colonia calcidese della Magna Grecia, sarebbe stata distrutta dagli Osco-Sanniti e gli abitanti sopravvissuti avrebbero trovato rifugio in una località ricca di gigli nella campagna dell’entroterra: al giglio, lilium in latino, si riferirebbe anche il toponimo. I giuglianesi con il passare dei secoli accrebbero di continuo il loro territorio; l’ultimo grande accrescimento del paese risale al 1207, quando molti abitanti di Cuma, distrutta da Goffredo di Montefusco e dal conte Pietro da Lettere, si rifugiarono a Giugliano. Il territorio fu poi diviso in più feudi. Si narra che nel 1435 nel palazzo baronale di Giugliano abbia alloggiato Alfonso d’Aragona, per stringere d’assedio con il suo esercito Aversa, favorevole alla successione al regno di Renato d’Angiò . Nel 1691 Giugliano fu messo all’asta e comprato da Francesco Nicodemo che nominò feudatario Francesco Grillo, marchese di Francavilla. Alla fine del Seicento si presentava come un territorio prevalentemente agricolo. Con la proclamazione della Repubblica napoletana nel 1799, Giugliano non si lasciò coinvolgere dal clima rivoluzionario che aveva pervaso Napoli e molti dei casali limitrofi. Fu addirittura visto il popolo in festa la notte seguente il 13 giugno quando si acclamò nuovamente il re borbonico. Nel 1815, allorché tutti i casali si trasformarono in comuni autonomi, organizzati nei quattro distretti di Napoli, Casoria, Pozzuoli e Castellammare, Giugliano fu nominato capoluogo del circondario omonimo, di cui facevano parte Qualiano e Panicuocolo (l’odierna Villaricca). Nell’Ottocento si registra una notevole crescita demografica. Anche Giugliano ebbe le sue vittime nel corso della prima guerra mondiale; nel 1919 nasceva per iniziativa di alcuni commercianti l’odierno “Mercato Ortofrutticolo”, uno dei più grandi d’Italia, che trovò la sua prima sede nell’attuale piazza Matteotti. Strettamente collegata al Mercato ortofrutticolo è la Sagra delle pesche, che si tenne la prima volta nell’agosto del 1936. La tragedia della seconda guerra mondiale investì anche Giugliano e dopo l’8 settembre 1943 il paese, come tante altre località della Campania, fu investito dalla furia delle rappresaglie naziste. Il 30 settembre 1943 i Tedeschi trucidarono sul sagrato del santuario dell’Annunziata tredici uomini. Le truppe anglo-americane entrarono in Giugliano il 4 ottobre del 1943, liberando la città dall’occupazione tedesca. Si avviarono così i lavori per la ricostruzione degli edifici distrutti; le operazioni del Mercato ortofrutticolo ripresero nell’attuale via A. Palumbo, dove si svolsero fino al 1956. Per la sua posizione geografica e per la minore prossimità a Napoli Giugliano ha avuto uno sviluppo meno accentuato e più lento rispetto ad altri comuni campani. Conserva ancora oggi la fisionomia originaria di zona rurale: l’agricoltura è rimasta fino agli anni sessanta del Novecento la principale fonte di reddito. Tra la seconda metà degli anni sessanta e gli anni settanta con la nascita di un grosso stabilimento industriale (Texas Instrument) comincia il processo di industrializzazione. • Dagli anni ottanta in poi invece sarà il settore terziario ad assorbire la maggior parte della forza lavoro locale. • Negli anni sessanta fu ripristinata con successo la Sagra delle pesche, che negli anni successivi fu ripetuta con modalità e sotto diversi nomi fino al 1974. • Il censimento del 2001 ha messo in evidenza un incremento della popolazione del 40% rispetto al 2001 Alla popolazione ufficialmente censita si aggiunge quella che non avendo regolare permesso di soggiorno sfugge al controllo delle autorità vivendo in clandestinità. Giovani provenienti dall’est europeo, dal continente africano, giunti nel nostro paese per migliorare le loro condizioni di vita, talvolta finiscono vittime della criminalità. Il notevole incremento demografico ha reso necessario il rafforzamento dei servizi e delle infrastrutture. Attualmente si contano sul territorio decine di scuole pubbliche e private, un ospedale, ambulatori, impianti sportivi, biblioteche comunali, un mercato ortofrutticolo con una produzione pregiata di mele (la famosa mela annurca). Giugliano in Campania Anno Laurea Diploma Lic. media Lic. elem Alfabet i Analfabeti Totali Total e 1951 M F 108 16 255 132 648 254 4791 4718 2648 2838 2284 3539 10734 11497 22231 1961 M F 140 31 312 219 1387 566 6266 6643 2946 3198 1509 2577 12560 13234 2579 4 1971 M F 198 51 681 548 2431 1172 2613 5803 5043 6020 1123 1959 15089 15558 3064 7 1981 M F 364 204 1290 1182 5528 3712 7548 8543 3813 4677 600 1390 19143 19708 38851 1991 M F 746 487 4017 4244 9743 7512 7228 9434 3634 4701 581 1123 25949 27501 5345 0 2001 M F 2407 2570 10433 10515 16241 13349 8879 11769 4954 5870 623 1006 43537 45079 88616 PATRIMONIO ARTISTICO Il patrimonio storico-artistico di Giugliano è molto ricco. Le lapidi sepolcrali romane e le tombe osco-sannite, anche se per la maggior parte profanate e distrutte, costituiscono una testimonianza importante della sua storia. Nelle campagne le numerose masserie rimaste sono un documento della vita rurale tra il Seicento e il Settecento. La Chiesa parrocchiale di San Nicola è una delle più antiche: non si hanno però notizie certe sulla sua fondazione. Sul soffitto spicca la figura di San Nicola del 1886, opera del pittore napoletano Vincenzo Galloppi La più antica chiesa è quella di San Giovanni, denominata “a Campo” perché originariamente posta fuori dal centro abitato. Sull’altare maggiore un trittico su legno dipinto in oro del 1419 raffigura l’“Incoronazione della Vergine tra Giovanni Evangelista e San Giovanni Battista”. La Chiesa di Santa Sofia fu costruita tra il 1622 e il 1693 su un corpo di fabbrica precedente. La pianta è a croce latina con tre navate e con grandi cappelle laterali. L’interno colpisce per la sua bellezza barocca. Tra le numerose cappelle, particolare per la sua ricchezza barocca è quella di San Giuliano, che custodisce anche reliquie di altri santi. La Chiesa di Sant’Anna, all’interno della quale nella seconda cappella sono dipinte le Storie della Passione di Cristo del XVI secolo. Tra gli edifici storici sono da ricordare il Palazzo Colonna di Stigliano, con un salone affrescato, e il Palazzo baronale, attualmente Palazzo Palombo. Alla fine del corso Campano, in una grande piazza, sorge la maestosa Collegiata dell’Annunziata, di origini antiche; nel XVIII secolo fu quasi completamente rifatta, nel 1790 fu arricchita la facciata con colonne in stile ionico, nel 1794 fu aggiunto il campanile. L’interno è ricco di tele del XVII e del XVIII secolo: importante una tela raffigurante una scena della “Presentazione al Tempio” di Massimo Stanzione Sulla strada che si biforca per Cuma, nel fondo della famiglia Artiaco, è visibile una tomba a tholos del VII o VI secolo a.C., definita dal Maturi “una tarda sopravvivenza dell’architettura micenea del territorio greco di Cuma”. La tomba, che testimonia la presenza cumana a Giugliano, presenta una struttura piramidale tronca simile a quella dell’Antro della Sibilla a Cuma. Intorno agli anni 1930-1940 numerosi scavi archeologici misero in luce molti reperti che testimoniano la presenza di nobili famiglie romane a Giugliano. Presso l’antico villaggio di Casacella, in località detta Piscinelle per la presenza di tre piscine comunicanti tra loro nel sottosuolo, nel 1921 fu rinvenuta una Necropoli preromana vicina ai resti di mura medioevali • Negli anni trenta del Novecento nella Masseria Canosa fu scoperta un’antica cisterna rettangolare. • Nella Masseria Pandette e nella Masseria Santo Spirito sono stati rilevati dei vetusti corpi di fabbrica: fra l’altro nella prima masseria è visibile un cunicolo percorribile per svariati metri. • Presso il Fondo Settecainati sorge un Edificio fortificatodi epoca medioevale corredato da varie costruzioni di età imperiale. Su un lato del cortile, tramite una scala, si accede a una cisterna di 12 vani comunicanti tra loro. La presenza di altri elementi, come un antico mosaico, fa pensare che l’area fosse occupata da una villa rustica romana. • Scavi Archeologi • Masserie Le feste religiose sono dedicate a San Giuliano, Santo protettore, e alla Madonna. Il culto di San Giuliano risale al 1622, quando una delegazione di giuglianesi tornò dalla visita della tomba del Santo a Sora e portò con sé una reliquia conservata attualmente nella chiesa di Santa Sofia. Nella chiesa dell’ Annunziata si venera invece una statua in legno raffigurante la Madonna della pietà, detta più popolarmente la Madonna della Pace. La scultura risale al XV secolo. Secondo una leggenda la statua pervenne a Giugliano dopo il 1453, quando, esposta in una chiesa di Costantinopoli, gettata in mare dai Turchi, fu salvata dagli angeli che la depositarono sulla spiaggia di Cuma. Qui alcuni buoi, avendola vista tra i cespugli, inchinarono le zampe per devozione: i contadini stupiti la raccolsero e la riportarono in paese. L’episodio dei buoi si tramanda anche in un’antica immagine formata da otto medaglioni, che viene fatta sfilare da tempo immemorabile durante la festa in onore della Vergine della Pace: questa celebrazione inizia la vigilia di Pentecoste e dura una settimana. •GIAN BATTISTA BASILE •FRANCESCO RICCITIELLO •FABIO SEBASTIANO SANTORO GIAN BATTISTA BASILE • • • • • • • • • • Da giovane fu soldato mercenario al servizio della Repubblica della Serenissima, spostandosi tra Venezia e Candia, l'odierna Creta. In questo periodo, l'ambiente della colonia veneta dell'isola gli permise di frequentare una società letteraria, l'Accademia degli Stravaganti. I primi documenti della sua produzione letteraria pervenutici sono del 1604 e sono costituiti da alcune lettere scritte come sorta di prefazione alla Vaiasseide dell'amico e letterato napoletano Giulio Cesare Cortese. L'anno seguente viene messa in musica la sua villanella Smorza crudel amore. Rientrato a Napoli nel 1608, pubblica il suo poemetto Il Pianto della Vergine. Nel 1611 prese servizio alla corte di Luigi Carafa, principe di Stigliano, al quale dedicò un testo teatrale, Le avventurose disavventure e successivamente seguì la sorella Adriana, celebre cantante dell'epoca alla corte di Vincenzo Gonzaga a Mantova entrando a far parte della Accademia degli Oziosi. Curò fra l'altro la prima edizione delle rime di Galeazzo di Tarsia1]. Nella città lombarda fece stampare madrigali dedicati alla sorella, e odi e, nel 1613 le Egloghe amorose e lugubri, seconda edizione riveduta ed ampliata de Il Pianto della Vergine ed il dramma in cinque atti La Venere addolorata. Tornato a Napoli, fu governatore di vari feudi per conto di alcuni signori meridionali. Nel 1618 uscì L'Aretusa, un idillio dedicato al principe Caracciolo di Avellino e l'anno seguente un testo teatrale in cinque atti Il Guerriero amante. Fu il fratello di Adriana, celebre cantante che tenne il primato del canto nella penisola ai tempi in cui si impose la figura della virtuosa. Morì a Napoli, nel 1632.