Con gli occhi di Ana
Analisi delle problematiche di genere presenti
nel film “Le donne vere hanno le curve”
D. De Salvo – Università di Messina
LE RAPPRESENTAZIONI DI GENERE
NEI PERSONAGGI INTORNO
AD ANA
Datrice di
lavoro
Madre
Ragazzo
Sorella
Insegnante
Padre
Nonno
Ana e la madre
CONFLITTO DI GENERE
dovuto alla interiorizzazione, da parte della
madre, di una cultura maschilista, secondo cui la
donna può essere solo moglie e madre,
occupandosi, tutt’al più, di professioni artigianali
(sarta) in cui la competenza può essere
tramandata da madre in figlia, senza bisogno di
una “cultura”
Ana e il ragazzo
RAPPORTO DI COMPLICITA’ E OCCASIONE DI
EMANCIPAZIONE
Attraverso il rapporto con il ragazzo, Ana si libera del
pregiudizio secondo cui una donna vale solo se
aderisce a modelli di bellezza dettati dalla società.
Inoltre, rivendica il suo diritto di fare esperienze di
coppia, per crescere e conoscersi meglio, contro la
mentalità maschilista che la vorrebbe legata alla
persona a cui “dona” la sua verginità, unico valore di
una donna, secondo la madre
Ana e la sorella
RAPPORTO DI CONFLITTO
perché la sorella interiorizza l’idea che una donna
non può ambire a migliorare il proprio status
lavorativo e sociale.
La mancanza di fiducia nelle proprie capacità la
porta a non essere assertiva (nei confronti della
famiglia, della datrice di lavoro, delle dipendenti)
e ad incarnare un modello di donna debole e non
vincente
Ana e il nonno
RAPPORTO DI COMPLICITA’
Il nonno ha fiducia nelle capacità di Ana e la sostiene nelle sue
esperienze.
Non ha tuttavia abbastanza forza da contrapporsi alla mentalità
maschilista incarnata dalla madre di Ana.
Il suo aiuto consiste nello starle sempre vicino e nel rafforzarla nel suo
senso di autostima, aiutandola a non farsi condizionare da pregiudizi
di genere
Ana e l’insegnante
RAPPORTO DI
COMPRENSIONE
L’insegnante comprende le potenzialità e i bisogni di Ana.
Utilizza tutti i suoi mezzi a disposizione per far cambiare mentalità alla
famiglia, non ci riesce ma raggiunge comunque l’obiettivo più importante:
rendere Ana determinata e sicura di sé nel compiere le proprie scelte, libera
da condizionamenti e pregiudizi di genere
Ana e il padre
RAPPORTO DI AFFETTO E
MEDIAZIONE
Il padre ama Ana così com’è, ha fiducia in lei e
crede nelle sue potenzialità.
Cerca di mediare tra lei e la moglie, cercando di
farla uscire da una mentalità che vede la donna
fissa in un ruolo di sottomissione.
Però è una persona debole, che non sa opporsi
alla forza della tradizione, ma che comunque
non ostacola la determinazione di Ana
Ana e la datrice di lavoro
RAPPORTO DI CONFLITTO
Ana non accetta l’idea di lavoro come sfruttamento, solo
perché è una ragazza che ha bisogno di lavorare.
La stessa determinazione che adotta per lasciare il suo
lavoro, secondario rispetto alle sue ambizioni, la userà per
affrontare in modo assertivo la datrice di lavoro della sorella,
facendosi “paladina” di tutte le battaglie contro le forme di
sfruttamento sul lavoro nei confronti delle
donne…paradossalmente anche lo sfruttamento in sartoria!
Alcune piste di riflessione da sviluppare in classe
• Rapporto tra conflitti di genere e sesso (è strano come i conflitti che Ana ha
non siano tanto con gli uomini di casa, quanto con le donne di casa)
• Rapporto tra genere e contesto (sicuramente la situazione che vive Ana è
anche determinata dalla particolare situazione ambientale in cui vive,un
sobborgo minoritario, che cerca di mantenere le proprie tradizioni,
all’interno di una grande città)
• Rapporto tra i pregiudizi presenti nel film e quelli riscontrati nella propria
esperienza
• Se fossi io il/la regista… come avrei fatto il film o cosa cambierei
• Cosa è cambiato in me dopo aver visto il film
Perché i ragazzi e le ragazze riflettano sul sé e
sul rapporto col proprio genere, il film offre
un ventaglio di tematiche:
1. LA CURA, intesa come cura di sé a livello estetico
e cura di sé a livello interiore (Ana dimostra di
avere cura di sé nel senso dei propri bisogni interiori
di realizzazione, e non si sottomette agli stereotipi di
cura esteriore che invece vuole imporle la madre:
ragazza magra, con un bel portamento… Del resto,
nel momento in cui si trasferisce all’università,
anche il suo modo di rappresentarsi fuori cambia:
cammina più sicura, determinata, con un proprio
stile di abbigliamento…)
E i nostri ragazzi e le nostre ragazze come vivono il
rapporto con la cura di sè? Rispondono a bisogni
interiori o a dettami esterni?
LA SFERA DELL’AFFETTIVITA’
• Come vivono i nostri ragazzi e le nostre ragazze la
sfera dei sentimenti?
• Hanno paura di manifestarli, indossano delle
maschere?
• Cambia il loro modo di esprimerli in base al loro
genere, in quanto ragazzi o in quanto ragazze?
• Li utilizzano come Ana in modo strumentale,
come occasione di emancipazione?
• A chi rivolgono i loro sentimenti d’amore?
IL LAVORO
• Ana ha un’idea molto precisa del lavoro femminile: non
deve essere vissuto come sfruttamento né tanto meno come
un optional per una donna, il cui unico obiettivo dovrebbe
essere, secondo lo stereotipo più diffuso, prendersi cura
della famiglia. Rappresenta invece una forma di
realizzazione.
• Come la pensano i nostri ragazzi e le nostre ragazze?
• A cosa sarebbero disposti a rinunciare per perseguire la
propria carriera?
• Come pensano di poter conciliare lavoro fuori e dentro
casa?
• Ritengono che esistano lavori maschili e lavori femminili?
L’ORIENTAMENTO
• Nel film il professore svolge un importante ruolo di
orientamento per Ana.
• Per i nostri ragazzi e ragazze i docenti sono figure di
riferimento?
• Ritrovano nella scuola un orientamento che li aiuta a
proiettarsi nel futuro, nei ruoli che vorrebbero svolgere
da uomini e donne adulte?
• Voi docenti vi sentite investiti di questo ruolo di
orientamento, che è anche orientamento di genere, al di
là del vostro ruolo di facilitatori della conoscenza?
• Nella vostra pratica didattica, mettete un’intenzione a
smontare stereotipi di genere, spesso trasmessi dalla
famiglia, che bloccherebbero od ostacolerebbero
propensioni e potenzialità dei vostri allievi e delle vostre
allieve?
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