Divisioni corazzate Italiane nella II G.M. Carri M-14/41 in Africa settentrionale Il primo reparto organico di una certa consistenza, operante con veicoli corazzati, fu il REGGIMENTO CARRI ARMATI costituito il 1° ottobre 1927 a Roma, con un complesso di 180 carri FIAT 3000 A, Il 1 giugno 1936 venne costituita la I brigata motomeccanizzata, cosi composta: 1 Btg carri su 2 cp. L/35 1 Rgt. Bersaglieri 1 Gr, art. motorizzata da 100/17 1 Plotone misto genio Il 15 settembre dello stesso anno venne sciolto il REGGIMENTO CARRI ARMATI e sorsero al suo posto 4 nuovi reggimenti: il I, II, III e IV. Nel luglio 1937 si costituì un quinto reggimento , il XXXI, ed il mese successivo la brigata motomeccanizzata si trasformava in 1 brigata corazzata, seguita nel settembre dalla II costituita ex novo. Queste due brigate, incorporarono rispettivamente il XXXI Rgt, ed il XXXII (quest'ultimo ottenuto dalla trasformazione del II Rgt. Carristi). Il 1 febbraio 1939, nasceva la prima divisione corazzata italiana, l'ARIETE, assorbendo ed ampliando gli organici della II brigata. Queste, in sintesi, sono le origini delle truppe corazzate italiane, Sulle loro gesta molti libri sono stati pubblicati, molti studi ed articoli scritti; mancava però una storia cronologica, unità per unità, che seguisse le vicende divisionali nei vari teatri di operazione, Una piccola storia che potesse evidenziare spostamenti, scontri principali, variazioni di organico, succedutisi negli anni intercorsi tra l'entrata in guerra e la data dell'armistizio Non crediamo che questo nostro breve studio sulle 5 divisioni corazzate, possa ovviare ad una tale lacuna. Ci auguriamo solo che possa fungere da "base" ad una eventuale opera futura più vasta e completa. Data l'estrema complessità dell'argomento trattato e le discordanze rilevate nell'esaminare la bibliografia esistente, riteniamo doverci scusare in anticipo con i nostri Lettori per le possibili inesattezze da noi riportate. Invitiamo tutti a collaborare, segnalandoci rettifiche o precisazioni a quanto scritto. Solo in tal modo avremo la certezza di avere un quadro globale, il più esatto possibile. 131.a Divisione Corazzata CENTAURO La divisione corazzata CENTAURO, sorse il 20 aprile 1939 dalla trasformazione della 1 brigata corazzata, assumendo il seguente organico: - 31° Rgt. Carristi; 1 - Il - 111 - IV Btg. carri L 5° Rgt, Bersaglieri; XXII Btg. motociclisti, XIV Btg. autoPortato, XXIV Btg. autoporlato 131° Rgt. art. corazzata I - II- III Gr. 75127 131° Cp. mista genio - 131° Sez. Sanità 131° Autoreparto 79° Sez. Carabinieri - 80° Sez. Carabinieri, Semoventi da 75/18 Dopo un breve periodo di addestramento, nella provincia di Siena, la divisione fu inviata in Albania, dislocandosi nella zona di Tirana. Dopo aver completato la sua preparazione, nell'estate dei 1940, la CENTAURO venne inviata al comando dei generale Giovanni Magli, nella zona Klisura-Tepeleni-Argirocastro ed, in vista della progettata offensiva contro la Grecia, fu inquadrata nel CdA CIAMURIA, divenuto in seguito 25° CdA. Per le prime operazioni sul suolo greco, la divisione fu suddivisa in due colonne : la principale doveva appoggiare l'azione della FERRARA, mentre la seconda, composta prevalentemente da bersaglieri, al comando del colonnello Solinas, doveva occupare i ponti sul Vojussa, per poi convergere sul Kalibaki, ove si sarebbe riunita con la FERRARA e con il resto della divisione. Dal 2 al 7 novembre, la CENTAURO, si impegnò in una violenta serie di scontri nel tentativo di scardinare le difese greche nella conca di Kalibaki, tentativo però risultato infruttuoso, data la superiorità nemica nel settore. Dopo alcuni giorni di pausa, il 15 novembre, i Greci passarono all'offensiva e per la CENTAURO, rinforzata da unità del Il Rgt. Bersaglieri, iniziò un duro periodo. Il 21 novembre la pressione greca risultò insostenibile e la CENTAURO fu impegnata nel proteggere la ritirata delle divisioni FERRARA e MODENA. Terminato il ripiegamento su Tepeleni, la divisione fu praticamente smembrata: il II gruppo d'artiglieria fu inviato in appoggio alla BARI, operante in Val Desnizza; 2 battaglioni carri ed un gruppo di artiglieria, furono inviati nel settore di Fieri- Il XIV ed il XXIV Btg Bersaglieri (ridotti complessivamente a soli 300 uomini), furono assegnati alla MODENA, mentre altre compagnie carri e batterie di artiglieria, furono sparpagliate qua e là per il fronte aggregate a diverse unità. Fino alla fine di gennaio la divisione continuò a combattere così frammischiata e solo il 4 febbraio, poté essere ritirata dalla prima linea e concentrata nella zona di Dukasi, ove iniziò a riorganizzare le sue file. In questo periodo ricevette, quali rinforzi, il 1 Rgt. Bersaglieri direttamente cedutole dal comando dei III CdA ed il IV Btg - carri M, mentre contemporaneamente il generale Pizzolato sostituì il generale Magli. Verso la fine del mese di febbraio, venne costituito un raggruppamento celere, formato dal comando divisionale, da alcuni reparti carri e da un reggimento di cavalleria di formazione, ottenuto riunendo aliquote dei reggimenti GUIDE, MILANO ed AOSTA. Questo reparto rimase di riserva nel corso della battaglia di quota Monastero, tranne una compagnia carri del IV battaglione che, raggiunta la quota, venne distrutta, non avendo ricevuto rinforzo alcuno. Alla fine di marzo, dopo un breve periodo passato nelle retrovie, la divisione era nuovamente riunita, pronta a rientrare in linea quando, l'atteggiamento minaccioso della Jugoslavia, fece sì che fosse immediatamente trasferita nella zona di Scutari. Qui giunta, fu posta alle dipendenze dei neo costituito XVII C.d.A. L'8 aprile, la Jugoslavia attaccò con forze notevoli e la CENTAURO si trovò impegnata in combattimenti specie contro unità della divisione ZETSKA Dopo una serie di scontri, che culminarono con quelli sanguinosissimi del Proni That e del Proni Banush, la CENTAURO riuscì a sfondare le linee nemiche nella piana di Kopliku ed a penetrare in territorio jugoslavo Il giorno 17 raggiungeva la città di Ragusa e lo stesso giorno si incontrava a Trebinie con le avanguardie della LITTORIO provenienti dal nord. Dopo soli 2 giorni di sosta, la divisione era richiamata in Albania, ma, prima che potesse rientrare in linea, sopraggiunse l'armistizio con la Grecia e la CENTAURO si stanziò ad Argirocastro alle dirette dipendenze della XI Armata. L' 11 maggio, ricevette l'ordine di portarsi a Durazzo e da qui, via mare, iniziò a rimpatriare. Sbarcata a Bari, entro la fine dei mese di maggio, fu fatta affluire nel Veneto e più precisamente nella zona di Pordenone, Qui rimase per lungo tempo, subendo diverse e sostanziali trasformazioni. Le venne innanzi tutto tolto il 1 Rgt. Bersaglieri, mentre la sorte del 31.o Rgt. Carristi fu la seguente: il comando assieme al 1 ed al III Btg. carri L furono inviati in Dalmazia; il Il ed il IV si fusero dando vita al LI Btg. carri M, mentre alla divisione veniva assegnato il XIII Btg. di nuova formazione. Il IV ed il LI furono inviati in A.S. e passarono alle dipendenze della LITTORIO, seguiti, in tempi successivi, dal XIII che sarà assegnato all'ARIETE. Al posto del 31° Rgt. la divisione ebbe temporaneamente il 131° sorto il 1 giugno 1941, riunendo 3 battaglioni carri dotati di prede belliche francesi. Nei mesi che seguirono furono costituiti dal deposito reggimentale 3 nuovi battaglioni carri M, che furono inquadrati nel 31.o Rgt. Carristi, non appena questo rimpatriò dai Balcani, ove aveva lasciato i carri L. Nel mese di marzo del 1942, il comando della divisione fu assunto dal generale Calvi di Bergolo e nel mese di agosto 1a divisione si trasferì in Piemonte alle dipendenze del XXII CdA in attesa del trasferimento su suolo libico. In base alla riorganizzazioni delle divisioni corazzate, in questo periodo, la CENTAURO venne a disporre delle seguenti unità: - 31° Rgt. Carristi; XIV - XV XV Il B tg. carri M 5° Rgt. Bersaglieri; XXI Btg motociclisti, XIV Btg. Autoportato, XXIV Btg. autoportat 131° Rgt. artiglieria corazzatz I e II Gr. 75127, III Gi 105/28, DLIV Gr semovent DLIII Gr. semoventi 31° Btg. Genio 131° Sez. Sanità 131° Sez. Sussistenza Carro leggero L-3 Il trasferimento nello scacchiere africano, segnò per la CENTAURO l'inizio di un lungo periodo di crisi.. Parte delle unità rimasero in patria, sparpagliate lungo tutta la penisola, dal Pi monte alla Sicilia, mentre i reparti che man mano giungevano sul suolo africano, erano invia direttamente al fronte, aggregati ad altre unità; la divisione trovò così formata in gran par da forze eterogenee. Ad esempio, quando al generale Calvi di Bergolo venne ordinato di difendere la linea Breviglieri-Tarhuna-Garian, egli disponeva di un battaglione dei 350.o Rgt. fanteria tedesco, del IV e V Btg. libici, di 2 gruppi cavalleria coloniale oltre a reparti di artiglieri. Come ben si può notare dall'elencazione, erano tutte forze che poco o nulla avevano a che fare con gli organici della CENAURO. I suoi battaglioni carri subirono sorte analoga a quella de altri reparti. Il XV Btg. passò a dipendenze prima della SUPERGA e poi della 50.a Brig, Speciale, mentre gli altri due entrarono a far parte del Raggruppamento CANTALUPPI, che aveva già assorbito i resti dei gruppo tattico ARIETE. Alla fine dicembre l'unità si trasferì nei settore di Gabes, ove incorporò la colonna LEQUIO, comprendente oltre al raggruppamento LODI, un gruppo dell'AOSTA ed aliquote di artiglieria. Seguirono altri rinforzi tra cui i più importanti furono il II ßtg. mortai ed il Raggruppamento artiglieria di piccolo calibro VOLPI. In seguito cedette diverse di queste unità ricevendo, nel contempo, il 132.o Rgt. controcarro, una unità di formazione, ottenuta riunendo i carristi e gli artiglieri appiedati delle divisioni ARIETE, LITTORIO e TRIESTE. Finalmente, agli inizi del 1943, il Raggruppamento CANTALUPPI, che in pratica aveva assorbito tutte le unità divisionali presenti nel settore tunisino, prese il nome di divisione CENTAURO. Il 20 marzo 1943 la divisione, rinforzata da reparti del 7° Rgt Bersaglieri, era schierata a Gafsa e qui subì l'attacco dell'intero II CdA americano. Per 12 giorni la CENTAURO resistette tenacemente alla strapotenza nemica ed il giorno 31, quando giunse di rinforzo nel settore la 21° PzD, la divisione era ormai praticamente annientata. 1 bersaglieri superstiti confluirono nella divisione tedesca MANTEUFFEL, mentre i pochi carri ed i semoventi formarono una nuova unità denominata, dal nome del suo comandante, Raggruppamento PISCICELLI, che combatté per tutto il resto della campagna aggregato alla 10° PzD). Nell'aprile 1943, con l'annientamento delle ultime forze esistenti, la CENTAURO, pur avendo ancora diverse sue unità organiche sul suolo metropolitano, fu ufficialmente sciolta. Prototipo del carro M-11 durante le prove di valutazione su terreno accidentato 132.a Divisione Corazzata ARIETE Sorta, come già detto, il 1 febbraio dei 1939, l'ARIETE 32° Rgt. Carristi, 1 - Il - III Btg. carri L 8° Rgt. Bersaglieri, Il Btg. motociclisti, V Btg. autoportato, XII Btg. autoportato. 132° Rgt. art. corazzata, I - III Gr. 75/27 132° Cp. mista genio - 132.a Sez. Sanità 132° Sez. Sussistenza - 132.o Autoreparto 70° Sez. Carabinieri 672° Sez. Carabinieri assunse il seguente organico: Carro leggero L-6/40 Allo scoppio della Il G.M. la divisione, al comando del generale Ettore Baldassarre, si trovava nei dintorni di Brescia, ove stava svolgendo le sue annuali manovre. Raggiunta dall'ordine di trasferimento, iniziò l'immediata affluenza verso il confine francese. Quì, inquadrata nel CdA corazzato della 6.a Armata, si dislocò nella zona di Fossano ove rimase, con funzioni di riserva operativa, sino al termine della breve campagna, non avendo così occasione di prendere parte ai combattimenti. Passò in seguito alle dipendenze della 4.a Armata, trasferendosi a Savona, sostituendo progressivamente i carri U con quelli M. Rimase in questa località sino ai primi giorni del gennaio 1941, quando fu inviata a Napoli. Da qui destinata ad operare sul fronte africano, l'ARIETE s'imbarcò, diretta verso i porti libici, ove iniziò a sbarcare il 24 gennaio. La divisione impiegò tutto il mese di febbraio per completare la sua affluenza in Libia e per ambientarsi al nuovo teatro operativo. Il 7 marzo l'ARIETE era posta alle dirette dipendenze del .A.M. ed in base agli ordini impartiti dal generale Rommel per la controffensiva, iniziò ad operare nella Sirte. Compito dell'ARIETE, era il proteggere le retrovie delle unità tedesche chiamate a compiere lo sforzo principale, in queste prime Carro leggero L-3 in movimento Semovente da 47/32 su scafo L-6/40 operazioni. Il 7 aprile la divisione, assieme ad unità tedesche, sostenne ad El Mechili la sua prima importante azione bellica contro forti nuclei corazzati britannici. Al termine di questo scontro la divisione, assieme al grosso delle forze motocorazzate dell'armata italotedesca, puntò su Tobruck, iniziandone l'investimento il giorno 15. Per tutto il mese di maggio, sue unità continuarono ad attaccare le opere difensive della piazzaforte, subendo sensibili perdite. Nel contempo, un suo reparto di formazione denominato colonna "M" , composto dal XII Btg Bersaglieri, da un gruppo di artiglieria e da unità minori, si staccò dalla divisione ed operò autonomamente per quasi 4 mesi, Lasciata la divisione, la colonna, al comando del colonnello Montemurro, si spinse sulla direttrice Bardia-Sollum, giungendo sino al passo dell'Halfaya Rientrata a fine maggio nei ranghi divisionali, dopo soli pochi giorni, veniva nuovamente staccata ed inviata a fronteggiare un ritorno offensivo britannico, dopodiché, alla fine di agosto, rientrava definitivamente alla divisione. Questa, intanto, dopo aver ceduto alla PAVIA e ad altre unità del X CdA le sue linee intorno a Tobruck, fu ritirata nella zona di Ain el Gazala per un periodo di riorganizzazione. Il 21 luglio, il generale Baldassarre passò al comando di CdA e fu sostituito al comando dell'ARIETE dal generale Mario Ballotta. Nel mese di settembre, sorgeva il 132° Rgt. Carristi, formato dal comando del 4° Rgt distrutto nelle prime battaglie sul suolo africano e dai battaglioni carri già appartenuti al 32° Quest'ultimo rimaneva, pur se esistente solo sulla carta, negli organici divisionali sino al gennaio 1942 quando rientrò in Italia. Si trattò di un rimpatrio puramente simbolico, in quanto del 32° era rimasto ormai ben poco. Nel novembre 1941, iniziava l'offensiva britannica, il cui piano principale prevedeva l'aggiramento dei fronte, passando per Bir el Gobi. Qui era schierata l'ARIETE che ebbe in tal modo il suo primo grande momento di gloria Per 2 giorni, in questa località, l'ARIETE, sostenne durissimi combattimenti, annientando praticamente la principale massa attaccante e cioè la 22° brigata corazzata inglese. Dopo questo successo, la divisíone si spostò nel settore di Sollum, ove in una serie di scontri subi gravi perdite che imposero il suo ritiro dalla prima linea per essere riorganizzata Questa riorganizzazione avvenne nella località di El Agheila, ove l'ARIETE ricevette i complementi ed i necessari rinforzi di mezzi. Nel quadro della ristrutturazione delle grandi unità corazzate, l'ARIETE, nei primi mesi del 1942, venne ad essere cosi composta: - R E.Co ARIETE, LII Btg. carri M, III Gr. Corazz. NIZZA, Btg Bersaglieri motocorazzati Batterie volanti c.a. e c.c. 132° Rgt. Carristi, VII - VIII - IX Btg. carri M 8° Rgt. Bersaglieri Il Btg motociclisti, V Btg. autoportato XII Btg autoportato 132° Rgt. art, corazzata, I - Il gr. 75/27, 111 Gr. 105/28 DLI gr. semoventi 75/18, DLII Gr semoventi 75/18 132° Btg, misto genio 132 a Cp. artieri, 232.a Cp collegamenti 4° Btg. controcarro GRANATIERI DI SARDEGNA 132° Sez. Sanità 132° Sez, Sussistenza 82° Autogruppo misto 13° e 14.a Squadriglia pilotaggio per zone desertiche. Carro leggero L-6/40 Il 21 gennaio 1942, non ancora completata la ricostruzione, l'ARIETE, ora al comando del generale De Stefanis, sempre inquadrata nel C.A.M., destinato nel mese di marzo a divenire XX CdA, iniziava la controffensiva che in una serie di vittoriosi scontri, la portava sino ad Ain El Gazala Raggiunta questa posizione, l'ARIETE vi rimase sino al 26 maggio per riorganizzare le sue file, Alla fine del mese l'offensiva riprese e l'ARIETE fu nuovamente in prima linea per partecipare alla battaglia di Ain el Gazala. Sotto il nome di battaglia di Ain el Gazala, va tutta una serie di scontri che per quanto riguarda le forze italiane, si possono riassumere nelle battaglie di Bir Hacheim e Roughett el Atasch, Fu specialmente in quest'ultima località che l'ARIETE diede prova del suo valore. Lo scontro si svolse il 27 maggio con avversaria la 3.a brigata indiana, rinforzata da numerose aliquote di artiglieria e schierata su posizioni fortemente protette da sbarramenti di campi minati. Nonostante le sanguinose perdite subite, in particolare quelle del IX battaglione, alla fine della giornata l'ARIETE era riuscita a conquistare le posizioni avversarie facendo un migliaio di prigionieri, fra cui, cattura molto strana in pieno deserto, quella di un ammiraglio di squadra. In questa data, causa le dure perdite subite, il 132,o era formato dai battaglioni VIII e IX e dal X ceduto il 10 aprile dal 133° Rgt Carristi della LITTORIO. Riordinati i reparti, e distribuito l'ingente bottino di automezzi e materiali, l'ARIETE puntò a nord e dopo un breve scontro a Bir el Tamar, si uni alle altre forze corazzate italo-tedesche, ed investì Tobruck, Dopo aver avuto ragione delle difese britanniche, senza un attimo di tregua, la divisione puntò verso l'Egitto e superata Sidi el Barrani, giunse ad El Alamein completamente esausta Durante queste operazioni, colpito da mitragliamento aereo, moriva il generale Baldassarre, comandante del XX CdA. A sostituirlo fu chiamato il generale De Stefanis che lasciò il comando interinale dell'ARIETE al generale Arena, sostituito a sua volta, poco dopo, dal generale Infante. Ad El Alamein, l'ARIETE era giunta con forze tragicamente esigue: una dozzina di carri armati, quasi altrettanti pezzi di artiglieria e circa 600 bersaglieri. Nonostante ciò dovette reagire energicamente ad un attacco inglese che provocò, oltre che un assottigliamento ancora maggiore delle sue già provate fila, un ripiegamento verso le linee tenute dalla PAVIA, Il 6 luglio, la provatissima divisione, dopo aver lasciato i carri ed i cannoni superstiti alla TRIESTE, veniva ritirata dal fronte, ma il giorno 12, con un pugno di bersaglieri e qualche carro, giunto nel frattempo di rinforzo, era nuovamente in prima linea. Rientrata così, ancora una volta, nella mischia, continuò a combattere con forze esigue sino alla metà di agosto, quando fu finalmente ritirata dalle linee per poter essere ricostruita. Il 132°, che causa la penuria di mezzi, era rimasto costituito con i soli battaglioni IX e X, ricevette nel mese di settembre il XIII Btg carri M inviato in A.S. dal deposito del 31° Rgt. Carristi Il 23 ottobre iniziava la seconda battaglia di El Alamein: in questa data, l'ARIETE, costituita con tutte le altre forze moto corazzate italotedesche, la riserva strategica dell'Armata. Praticamente era stata divisa in due gruppi, il più forte dei quali proteggeva le retrovie della BRESCIA, l'altro quelle della FOLGORE. Sfondate le deboli linee tenute dalla fanteria italiana, nel tentativo di porre freno all'avanzata inglese, l'ARIETE fu costretta ad intervenire. li. questo suo intervento, la divisione non potè svolgere la sua azione in maniera omogenea, in quanto dovette operare frazionata per meglio rintuzzare le puntate offensive avversarie. Questi combattimenti raggiunsero l'acme nella giornata del 4 novembre quando l'intera divisione e praticamente l'intero CdA furono annientati. Con i resti dell'ARIETE, della TRIESTE e della LITTORIO, venne formato un gruppo tattico che comprendeva: il comando dell'ARIETE, due battaglioni del 66° Rgt. fanteria, 2 compagnie bersaglieri del 12° Rgt., una dozzina di autoblindo dei gruppi NIZZA e MONFERRATO e pochi pezzi del 132.o e 133° Rgt. artiglieria corazzata. Il raggruppamento, denominato ARIETE, svolse, in cooperazione con la 90.a divisione leggera tedesca, tutte le operazioni di retroguardia a protezione dei resti dell'armata in ritirata. Il 22 novembre l'unità giungeva ad El Agheila ove il giorno 25 era raggiunta dall'ordine di scioglimento. Cessava così di esistere una delle più gloriose divisioni italiane Con i rimanenti carristi appiedati, fu costituito un battaglione inquadrato nel 132° Rgt. artiglieria controcarro della divisione CENTAURO. Questo battaglione per continuare le tradizioni dell'unità, portò il nome di ARIETE, 133.a Divisione Corazzata LITTORIO Questa divisione, almeno inizialmente, ebbe una storia diversa da quelle che l'hanno preceduta. Originariamente avrebbe dovuto essere una divisione di fanteria, formata da uno strano connubio di soldati-coloni ai quali era stato affidato il duplice compito di colonizzare e difendere il nuovo impero appena conquistato. Nell'attesa di imbarcarsi per l'Efiopia, la divisione si addestrò trovando anche il tempo. particolare abbastanza curioso, per fornire una numerosa massa di comparse onde poter girare un famoso film storico dell'epoca. Quando finalmente si imbarcò a Napoli, la sua destinazione non fu Massaua bensì Cadice, Infatti era stata scelta per partecipare con il corpo di spedizione italiano alla guerra di Spagna Al suo rientro in patria, la divisione si dislocò a Parma ed iniziò la sua trasformazione in divisione corazzata. Nel novembre 1939, assorbito il 31° Rgt. Carristi, assunse il seguente organico: 33° Rgt. Carristi, 1 - Il - III IV Btg. carri L 11° Rgt. Bersaglíeri XXI Btg. motociclisti, XXIII Btg. auto portato, XY_XVI Btg. Autoportato 133° Rgt. art. corazzata, 1 –Il III Gr. 75/27 133° Cp. mista genio - 85.a Sez. Carabinieri Come ben si. può notare i servizi erano estremamente deficitari e furono assegnati solo in un secondo tempo. Allo scoppio delle ostilità la divisione, al comando del generale Gervasio Bitossi, era inquadrata nel CdA corazzato della 6.a Armata e si trovava nei dintorni di Parma, ove stava svolgendo un ciclo di esercitazioni. Subito inviata sul fronte occidentale, si stanziò nei pressi di Chatfflon assieme alla TRIESTE, ed inviò nel settore del Moncenisio un suo battaglione, il 1, che fu praticamente l'unica sua unità a prendere parte ai combattimenti. Al termine della breve campagna tutta la divisione faceva rientro ai suoi depositi. Nel gennaio 1941, la LITTORIO lasciava l'Emilia e, posta alle dipendenze dei XV CdA, si trasferiva in Liguria con il comando in un primo tempo a Diano Marina ed in seguito ad Alassio. In questo periodo il IV Btg, carri L venne sciolto ed i suoi mezzi ed effettivi ripartiti fra gli altri 3 battaglioni reggimentali che nel frattempo assumevano la nuova numerazione di XXII, XXIII e XXXII. Rimase schierata sulla Riviera sino al marzo del 1941 quando, apparsa ormai inevitabile la guerra contro la Jugoslavia, la divisione fu posta alle dipendenze della 2° Armata, che le ordinò l'immediato trasferimento sul confine giulio. Inquadrata nel CdA autotrasportato assieme alla PASUBIO ed alla TORINO, la divisione si schierò nella zona Villa Opicina-ElsaneS.Pietro del Carso. Il 10 aprile, scoppiate le ostilità ed accertata la quasi assoluta mancanza di reazione jugoslava all'avanzata delle truppe italiane. iniziava per la LITTORIO una lunga e avventurosa marcia che avrebbe potuto trasformarsi in una catastrofe, ma che si rivelò invece l'unico esempio di "blitzkrieg" italiana. Per meglio comprendere i rischi corsi, basti ricordare che il comando divisionale era privo di carte topografiche delle regioni attraversate e che per avanzare si sfruttarono i cartelli stradali e le poche informazioni fornite dagli abitanti locali. Inoltre. in cAgo dì difficoltà, la LITTORIO non avrebbe potuto ricevere aiuto alcuno; infatti le divisioni di fanteria che aveva alle spalle, avanzavano a piedi e furono ben presto distanziate, mentre la TORINO che era autoportata si fermò a metà strada e prosegui solo in un secondo tempo. Lasciata Sussak, la LITTORIO, raggiunse Karlovac, ove entrò in contatto con le avanguardie tedesche, continuando poi nella sua avanzata puntando su Otocac e Knin. In maniera del tutto avventurosa e sfruttando la rete telefonica civile jugoslava, la divisione riuscì a ricevere un ordine del generale Zingales, comandante del CdA autotrasportato. L'ordine era di puntare decisamente verso sud, non curandosi di lasciare presidi nelle località appena raggiunte. Cosi la LITTORIO riprese la sua marcia, occupando l'importante aeroporto di Mostar, senza quasi incontrare resistenza e proseguendo sino al giorno 17 nell'avanzata, quando le sue avanguardie si incontrarono a Trebinje con unità della CENTAURO. Terminata la campagna, la divisione rimase a Mostar sino al 15 maggio del 1941, poi rimpatriò. Rientrata nei suoi depositi, la LITTORIO, inviò il 33_o Rgt. Carristi con i carri L in Sardegna ed incorporò il neocostituito 131° Rgt. dotato di carri M. Nel dicembre 1941, fu deciso l'impiego della divisione nell'Africa Settentrionale e, per avvicinarsi ai porti d'imbarco, iniziò la sua affluenza verso l'Italia meridionale. L'organico previsto per la divisione, in vista della sua utilizzazione nello scacchiere africano, era il seguente: III Gr. corazzato LANCIERI DINOVARA 133° Rgt. art. corazzata, 1 e Il Gr. 75127, DI-VI Gr. 133° Rgt. Carristi, X - XI - XII Btg. carri M semoventi, DI-V11 Gr. Semoventi 12° Rgt, Bersaglieri, XXI Btg. motociclisti, XXIII Btg. 133° Rgt. Genio autoportato, XXXVI Btg. Autoportato 133° Sez. Sussistenza - 133 a Sez. Sanità 85° Sez. Carabinieri - 133.o Autoreparto 5° e 23° Sq. pilotaggio zone desertiche Secondo le intenzioni iniziali, la divisione, avrebbe dovuto sostituire in linea l'ARIETE abbisognevole di riposo, ma la sorte decise diversamente. Appena sbarcato, il X Btg. fu inviato di rinforzo all'ARIETE, l'XI alla TRIESTE, mentre il XII, che aveva perso tutti i suoi carri nell'affondamento della nave che li trasportava, poté raggiungere la divisione solo alcuni mesi dopo. Il reggimento di artiglieria, rimase in un primo tempo in Italia, e solo in seguito fu parzialmente inviato in Africa Settentrionale, subendo anche perdite durante il trasporto. Con le poche unità disponibili, anche un battaglione bersaglieri era stato perduto allo stesso modo, la LITTORIO al comando del generale Ceriana Mayneri, entrò in linea nella zona di Ain el Gazala. In queste prime operazioni perse la quasi totalità dei carri in dotazione al gruppo LANCI DI NOVARA ed anche l'artiglieria ebbe a soffrire dure perdite tanto che al termine della battaglia, la LITTORIO ricevette rinforzo il 1° Rgt. Art. celere. In sostituzione dei battaglione carri. originari dei 133°, venne a ricevere nei mesi successivi il IV ed il LI battaglione inviati in Africa settentrionale dal 31° Rgt. Carristi. Con questi due battaglioni e con il XII originario, ricostruito con l'invio di complementi nuovi mezzi, la LITTORIO si accinse a prendere parte ai combattimenti intorno al perimetro difensivo di Tobruck. Presa la piazzaforte, la divisione costituì l'avanguardia dell'armata italo-tedesca nell'avanzata sul suolo egiziano. Dopo aver raggiunto Marsa Matrult e Fuka, spinse le sue avanguardie sino ad E] Alamein ove giunse con una trentina di carri e qualche centinaio di bersaglieri. Tra il 3 ed il 4 luglio, sostenne una prima serie di scontri, al termine dei quali fu ritirata dalla prima linea, ma fu costretta a rientrarvi quasi subito per frenare una prima controffensiva neozelandese. Nei mesi che seguirono, nonostante i tentativi fatti, non si potè rinforzarla adeguatamente e la divisìone rimase, come suoi dirsi, l'ombra di sè stessa. All'inizio dell'ultima battaglia di El Alamein, la LITTORIO era divisa tra i 3 RAUM (gruppi misti italo-tedeschi) che difendevano l'estremo nord dei fronte, lungo la fascia costiera. In ripetuti quanto violenti attacchi e contrattacchi nel giro di pochi giorni i tre RAUM furono annientati e con essi ciò che rimaneva della LITTORIO. Dopo la ritirata, la divisione fu ufficialmente sciolta. I pochi superstiti entrarono a far parte dei 132° Rgt. controcarro, formando il battaglione LITTORIO, che tramandò così nella successiva campagna di Tunisia, il nome della divisione. 134° Divisione Corazzata CENTAURO II Nel maggio 1943, venne presa la decisione di radunare i superstiti dei battaglioni M- della M V.S.N, unità speciali, sempre della Milizia, unità della CENTAURO rimaste in Italia e di costituire in tal modo una nuova divisione corazzata denominata "M". Questa unità comprendeva: Raggr. motorizzato LEGIONARIO - Gruppo Montebello Gr. corazzato LEONESSA Gruppo Taglíamento 136° Rgt. artiglieria corazzata (inizialmente solo il gruppo Artiglieria Valle Scrivia) 134° Btg, misto genio Aliquote minori dei servizi. La divisione, posta al comando dei generale Lusana, fu dislocata nei dintorni di Roma. Il 25 luglio, caduto il fascismo, la "M" rappresentò per il nuovo governo un grave problema: il reggimento LEGIONARIO ed il gruppo LEONESSA erano formati da ferventi fascisti, ben equipaggiati e molto legati ai loro istruttori tedeschi. Si fece di tutto per spoliticizzare la divisione: le venne cambiato il nome, divenuto CENTAURO Ila; al posto del generale Lusana, venne chiamato il genero del Re, il generale Calvi di Bergolo, ex comandante della CENTAURO in Tunisia; si allontanarono gli istruttori tedeschi e si inserì negli organici divisionali il 18.o Rgt. Bersaglieri corazzati appena giunto dalla Francia. In seguito le fu pure assegnato il XIX Btg. carri M direttamente cedutole dal Comando Difesa Territoriale di Firenze. Alla data dell'8 settembre, la CENTAURO Ila era stanziata fra Tivoli, Guidonia, Monte Celio e Lunghezza. Il comando della piazzaforte di Roma, continuando ad avere dubbi sulla lealtà della divisione, decise di non utilizzarla Così, ad eccezione del 18.o Rgt Bersaglieri che combatté nella zona di Palestrina e del XIX Btg. carri M che non avendo ancora raggiunto la divisione, si scontrò con i tedeschi nei dintorni di Piombino, la CENTAURO II rimase totalmente inattiva, nonostante le speranze dei tedeschi di vederla schierata al loro fianco. Il 12 settembre giunse l'ordine ufficiale dei suo scioglimento. 135° Divisione Corazzata ARIETE II Il primo nucleo di questa nuova divisione corazzata, sorse nel tardo 1942 quando il reggimento di cavalleria LANCIERI DI VITTORIO EMANUELE II, si trasformò in unità corazzata, con compiti addestrativi. La divisione ARIETE II, si costituì ufficialmente a Ferrara il 1 aprile del 1943 con la trasformazione di parte del comando e delle unità della 2.a divisione CELERE. Il suo organico era il seguente: 35° Btg. semoventi controcarro R.E,Co- LANCIERI DI MONTEBELLO 10° Gr, complementi 10° Rgt. corazzato LANCIERI DI VITTORIO 135° B tg. misto genio EMANUELE Il 135° Sez. Sanità 16° Rgt. motorizzato CAVALLEGGERI DI LUCCA 135° Sez. Sussistenza 135° Rgt. artiglieria corazzata 235° Rgt. artiglieria semovente La divisione iniziò subito un periodo di addestramento, svolto parte nel Friuli e parte nell'Emilia. Questo periodo non era ancora terminato, quando, il 25 luglio 1943, l'unità ricevette l'ordine di affluire immediatamente verso la capitale. Dislocatasi nei pressi del 1 di Bracciano, l'ARIETE Ila comando del generale Raff, Cadorna, fu inquadrata nel C motocorazzato, che aveva compito di difendere Roma un probabile attacco tedesco. Alla data dell'armistizio suoi reparti erano schierati fra la Cassia e la Claudia con capisaldi a Monterosi e Manziana e scontrarono con le truppe tedesche della 1° Panzergrenadier della 2° Fallschirmjagerdivision. Reparti minori combatterono aggregati ad altre unità, in diverse località come alla Magliana; sull'Ardeatina ed in appoggio ai GRANATIERI DI SARDEGNA a Porta S. Paolo Nonostante l'impegno suoi effettivi l'unità, che dal punto di vista operativo non aveva ancora raggiunto livelli soddisfacenti, fu sopraffatta e a seguito degli accordi intercorsi fra le autorità italiane e quelle tedesche, fu ufficialmente sciolta il 12 settembre. Questa divisione, merita cenno particolare per quanto concerne la sua composizione era in pratica una divisione ternaria, disponeva, unico caso italiano, di artiglieria su due reggimenti, ed era infine dotata di materiale decisamente più all'altezza dei tempi. Purtroppo in Italia troppo tardi si era giunti alla conclusione che le nostre divisioni fossero troppo deboli per sostenere l'urto offensivo di analoghe div. anglo-americane. Si cercò di ovviare a questo inconveniente con la creazione di questa divisione di cavalleria corazzata, ma lo si fece quando ormai era troppo tardi. FRANCESCO FATUTTA LUCIANO COVILLI Carri M-11/39 in Africa