La storia del soldato Va per il mondo il soldatino, fare la guerra è il suo destino: “ Servi la patria, devi obbedire !” da tutti quanti si sentì dire, in un momento è stato arruolato ed ha marciato, da buon soldato. Pesan le armi per chi soldato in fondo al cuore non è mai stato. “Perché colpire? Perché sparare? Non era meglio andare a ballare, giocare a calcio, bere del vino, fare il mestiere del contadino?” Così pensando marcia il soldato in pieno sole, tutto sudato. Per bere l’acqua dalla sorgente basta l’elmetto, semplicemente. Or che per bere è stato usato viene l’elmetto dimenticato. Piange e sospira una bimbetta perché è affondata la sua barchetta “Voglio con l’acqua ancor giocare!” Presto, qualcosa si deve fare ! Si costruiscono, con gli scarponi inaffondabili, due galeoni. Povero cervo, sei azzoppato e l’arto rotto non è curato; e necessaria la fasciatura e lasciar fare alla natura. Le mollettiere sono servite da forti bende per le ferite. “O soldatino fammi giocare, fra le tue braccia voglio saltare!” “Ma...il mio fucile ti può colpire, con il suo ferro ti puoi ferire..” Giace il fucile, dimenticato, in mezzo all’erba del grande prato. Piange una volpe nel laccio stretta: presto prendiamo la baionetta, tagliamo i fili dei bracconieri ! Fugge la volpe pei suoi sentieri e la terribile sua baionetta, giace nel bosco sola soletta. Mangiano il grano in tanti uccelli: passeri, merli, tordi, stornelli e si dispera il contadino: non ha un rimedio pronto e vicino. Con la divisa questo è trovato: fatto un fantoccio si salva il prato Continua il caldo: tutto sudato maglia e panciera si è ormai levato, ora in mutande che deve fare? Su, rinfreschiamoci nel verde mare, tra schizzi e spruzzi tutto pimpante non più soldato: solo un bagnante Su questa storia ormai finita cala la tela: vince la vita che ti costringe l’armi a buttare e solo un uomo infin restare.