TITOLO Industrie creative e culturali nei fondi strutturali: il caso delle Film commission LUOGO E DATA 13 Marzo 2013 Unioncamere del Veneto, Bruxelles AUTORI Federico Crivelli, Giorgio De Bin, Antonia Mattiello, Matteo Miraval, Questo documento nasce da una riflessione stimolata da Venezia Opportunità riguardo l’utilità di introdurre finanziamenti adeguati per le attività produttive del settore creativo e culturale (tra cui il cinema), all’interno della prossima programmazione dei fondi strutturali regionali. Nel seguente documento saranno toccate le seguenti tematiche: • • • LE LINEE STRATEGICHE DELL’UNIONE EUROPEA SULLE INDUSTRIE CREATIVE E CULTURALI NEI FONDI A GESTIONE DIRETTA E NEI FONDI STRUTTURALI; ESEMPI EUROPEI DI SUCCESSO; RACCOMANDAZIONI. LE LINEE STRATEGICHE DELL’UNIONE EUROPEA SULLE INDUSTRIE CREATIVE E CULTURALI NEI FONDI A GESTIONE DIRETTA E NEI FONDI STRUTTURALI Le linee strategiche europee si possono evincere sia dalle modifiche che stanno subendo i fondi a gestione diretta in tema di cultura, sia dalle modifiche dei fondi strutturali. I fondi a gestione diretta: Creative Europe Il programma a gestione diretta su questa tematica per la prossima programmazione è Europa Creativa. Esso, basandosi sull’esperienza ventennale e sui risultati ottenuti dai programmi Media e Cultura, mira a creare nuovi percorsi di sviluppo economico con il fine di promuovere la diversità culturale e linguistica rafforzando la competitività dei SCC (Settori Culturali e Creativi). Valutando le diverse opportunità in materia di tecnologia e innovazione, Europa Creativa si propone di valorizzare il patrimonio artistico e culturale e di stimolare la creatività industriale e lo sviluppo sociale. Si calcola che, rispetto allo scorso periodo finanziario 2007-2013, il budget proposto supererà del 34% i finanziamenti attuali. In Europa, i settori culturali e creativi rappresentano il 4,5% del PIL europeo, occupando circa il 3,8% della forza lavoro nell’UE (corrispondente a 8,5 milioni di persone). In quest’ottica il sostegno ai SCC, potrà essere determinante per la creazione di nuove opportunità oltre al superamento di alcune questioni critiche quali la frammentazione di mercato e la difficoltà d’accesso ai finanziamenti, in un contesto di condivisione di strategie operative e buone pratiche. I fondi strutturali Le politiche dell'UE vanno nella direzione di una visione ampia della cultura come strumento che contribuisce al recupero urbano, all'attrattiva, all'imprenditorialità, all'innovazione, all'occupazione e alla sostenibilità. In diversi documenti programmatici il valore della cultura è reinterpretato in questa direzione: • La cultura è considerata uno strumento per la promozione del dialogo interculturale, della creatività e delle relazioni internazionali (Agenda per la cultura, 2007); • si propone un più ampio approccio all'innovazione, che comprenda investimenti nel design e nelle industrie creative (Unione dell'innovazione, 2010); • la cultura è identificata quale elemento di attrattiva nelle città e nelle regioni e le industrie creative sono considerate il migliore strumento per creare un legame tra la creatività e l'innovazione (Il contributo delle regioni alla crescita intelligente, 2010). Tale cambiamento risulta tuttavia ancora in itinere, segnatamente per quanto concerne la dotazione di bilancio per gli investimenti inerenti alla cultura. Il documento: “Utilizzo dei fondi strutturali per progetti culturali”1 elaborato da KEA su richiesta della Direzione Generale delle Politiche Interne ritiene che: “La cultura non è (semplicemente), un settore, ma una risorsa, come lo è ambiente. È quindi possibile "attingervi" accuratamente al fine di raggiungere diversi obiettivi strategici: • miglioramento della coesione sociale; • incremento delle conoscenze; • tutela e promozione del patrimonio; • sviluppo dell'economia locale.” Esso poi ribadisce che i fondi strutturali europei si sono dimostrati essenziali per l'avvio di politiche e progetti a favore della creatività riportando che senza i finanziamenti regionali dell'UE non sarebbero esistiti il programma strategico Creative Estonia; il Quartier de la création a Nantes; il rilancio del quartiere Temple Bar a Dublino o ancora il Prototype Fund per la creazione di videogiochi a Dundee. Nantes Métropole ha speso il 18% della sua dotazione finanziaria relativa a FESR (circa 54 milioni di EUR), per progetti inerenti alla riqualificazione e all'attrattiva urbana, compresa la realizzazione di strutture culturali. Anche Berlino ha stanziato 50 milioni di EUR per la cultura e le industrie creative. Si tratta di importi rilevanti, soprattutto se paragonati al bilancio complessivo del programma europeo per la cultura, pari a 400 milioni di EUR. Inoltre, è stato proprio grazie a programmi come URBACT o INTERREG, di cui tutte le città in esame hanno beneficiato, che è stato possibile attuare lo scambio di esperienze e l'apprendimento. L'assenza di riferimenti alla cultura nel quadro della politica di coesione dell'UE o nei successivi PO rappresenta un ostacolo cruciale alla promozione di investimenti culturali. Altri fattori, quali i requisiti per il cofinanziamento, le procedure amministrative, le condizioni di avanzamento o la mancanza di trasparenza, sono inoltre percepiti come ostacoli all'accesso ai Fondi Strutturali per i progetti inerenti alla cultura. Si conclude che: “Le proposte concernenti la politica di coesione per il periodo 2014-2020 devono ancora riconoscere il pieno potenziale della cultura e il suo ruolo nel sostenere lo sviluppo economico e l'inclusione sociale. L'impostazione dei progetti di regolamento della CE presenta un unico riferimento alla tutela, alla promozione e allo sviluppo del patrimonio culturale nel quadro dell'obiettivo tematico 6, ovvero "tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse" (regolamento FESR). Nel documento di accompagnamento "Elementi di un quadro strategico comune" si ravvisa tuttavia un importante tentativo di creare un legame fra la cultura e l'innovazione, la competitività, la sostenibilità e l'istruzione. Tale legame, il quale dovrebbe figurare sia nel QSC che, in particolare, nei regolamenti giuridicamente vincolanti, non dovrebbe essere messo in discussione dalle istituzioni dell'UE.” L’iter dei fondi strutturali: lo stato dell’arte, l’accordo tra le parti (2-3). Di seguito l’iter dei fondi strutturali: 1 L’attivazione dell’iter di approvazione ha inizio con la presentazione delle linee strategiche complessive, presentate alla Commissione tramite il Quadro comunitario di sostegno (QSC - DOCUP e QSN (bibl.30)). Ad esso sono allegati i Programmi operativi (PO), le indicazioni delle misure con le tematiche trasversali chiamate Assi. Tali documenti, sono valutati entro tre mesi; 2 Il QSC, in fase di approvazione, può essere accettato o rigettato o sottoposto a forme di integrazione; 3 Ottenuto il nulla osta (caso positivo-v. sopra), la procedura prevede il perfezionamento dei Piani Operativi (PO). Nel caso italiano (Ob.1 fase 2000-2006), i PO riguardavano sette Regioni del Mezzogiorno (POR), e sette Programmi sovraregionali (PON). Il QSC e i PO vengono sottoposti ad una valutazione intermedia sia ad opera di un Valutatore indipendente, sia dall’Autorità di Gestione (AdG). I rapporti valutativi intermedi (2003), sono volti, da un lato, alla verifica degli obiettivi stabiliti nel 1999, dall’altro al recepimento di ulteriori quote dei finanziamenti (v. riserva premio di efficacia ed efficienza pari al 10%). Nell’ipotesi di non assolvimento di quanto preventivato e/o dei tempi stabiliti dalla regola dell’N+2 (bibl.31), i finanziamenti sono bloccati temporaneamente o definitivamente, con il rischio di dover restituire quanto percepito; 4 I PON gestiti dai Ministeri e i POR dalle Regioni, seguono i percorsi dettati dalla programmazione stabilita dal QSC e dal Programma di sviluppo del Mezzogiorno (PSM), approvato; 5 La fase terminale consiste in una valutazione cosiddetta ex-post, la quale deve essere, anch’essa, sottoposta ad approvazione. Se tale fase viene superata positivamente, almeno per gli aspetti contabili, i fondi si intendono concessi definitivamente. In caso contrario, si deve integrare quanto fatto o non fatto, pena l’obbligo di restituire in parte o totalmente quanto percepito sino a quel momento (v. Regola dell’N+2-Glossario). Per il ciclo 2007-2013 si è tenuti a realizzare infine dei rapporti strategici in merito ai risultati raggiunti nei vari paesi dai fondi strutturali. La motivazione che spinge alla descrizione di questo iter è la volontà di stimolare negli attori in gioco l’attenzione nell’inserire le tematiche del settore delle industrie creative e culturali nelle contrattazioni in atto. Queste contrattazioni, sebbene siano ancora ad un piano nazionale e comunitario, necessitano infatti già di essere “instradate” per poter, al termine dell’iter burocratico, permettere di inserire le tematiche delle industrie creative e culturali all’interno del programma dei fondi strutturali. CASI DI SUCCESSO EUROPEI DI INVESTIMENTO IN CREATIVITA’ Stato Regno Unito Nome Country Creativity Periodo 2000-2006 Budget Risultati 165 000 € (49% FSE) • • • • Ungheria Paesi Bassi Francia Irlanda Creazione di 560 posti di lavoro; +19% crescita occupazionale; +29% turnover nel settore creativo; +34% aumento del valore aggiunto nel settore. Keja – equal opportunities in the media 2005-2007 1,3 mln € (75% EU) • • • • Formazione di 40 persone; 13 persone occupate; 250000€ di ricavo annuo; 70000€ di tasse pagate. Kunstwerk – artwork 2004-2007 1.031.893€ (50% FSE) • Formazione professionale per il settore audiovisivo. Creative industries development in Nantes – ECCE Network 2006-2008 1,3 mln € (50% FESR) • Creazioni di reti tra imprese del settore; Creazione di cluster culturali. Artslink 2006-2008 391.428 € (75% FESR – strumento finanziario Peace 2) • • • Creazione di contatti; Iniziative scolastiche transfrontaliere tra Irlanda e Irlanda del Nord. Tabella 1. Fonte: Elaborazione dell’autore su dati Commissione Europea. Study on the Contribution of Culture to Local and Regional Development - Evidence from the Structural Funds. Sett. ’10. In aggiunta a questi casi, nello studio sopracitato: Use of structural funds for cultural projects, emergono inoltre i seguenti casi di successo in cui la cultura è stata integrata nelle politiche pubbliche al fine di: • sviluppare l'imprenditorialità creativa e i talenti creativi (Centro per le industrie creative di Tartu); • stimolare l'innovazione e nuovi modelli economici (programma per lo sviluppo delle industrie creative in Finlandia); • incoraggiare gli effetti di ricaduta della creatività legata alla cultura su altri settori (TIC, produzione manifatturiera, turismo ecc.; progetto Kunstgreb sugli interventi artistici in Danimarca, progetto BUDA Fabric presso Kortrijk – Be); • rivitalizzare i quartieri cittadini e l'immagine delle città (quartiere Klarendal ad Arnhem - NL). Raccomandazioni che emergono da questo documento sono: Raccomandazione Nella pratica Rafforzare il principio di partenariato partecipazione degli operatori culturali la Inserire in un patto territoriale disposizioni particolareggiate che prevedano l’inclusione degli attori culturali nella preparazione, nell’attuazione, nel monitoraggio e nella valutazione dei programmi operativi. Prevedere stanziamenti destinati alla cultura nei programmi operativi a livello nazionale e regionale Inserire una se prioritario o interventi chiave di investimento nell’ambito della cultura nei programmi operativi nazionali e regionali Prevedere stanziamenti destinati alle ICC nelle strategie di specializzazione intelligente Gli Stati membri e le regioni dovrebbero inserire le ICC nelle RIS3, tenendo conto della Guida alle strategie per la specializzazione intelligente (2012) e, come altresì suggerito dalla suddetta guida, censire le risorse regionali delle ICC, coinvolgere tutti i soggetti culturali, politici e amministrativi, nel processo decisionale e adottare un approccio strategico e inclusivo agli investimenti e all’uso delle risorse finanziarie in tale settore Istituire strumenti finanziari settori culturale e creativo i Inserire nei programmi operativi azioni che promuovano l’istituzione di strumenti finanziari innovativi per le ICC Destinare una percentuale del bilancio dei Fondi strutturali a favore di interventi di rafforzamento delle capacità Destinare una quota del bilancio dei contratti di partenariato e dei programmi operativi per l’avvio di azioni concrete di formazione e sostegno a favore del settore culturale al fine di agevolare l’accesso ai FS. È inoltre opportuno organizzare interventi di rafforzamento delle capacità destinati ai funzionari e alle autorità di gestione preposti alle politiche culturali in ciascuna regione Inserire negli interventi di rafforzamento delle capacità una formazione sul monitoraggio, sulla valutazione e sugli indicatori Assegnare un bilancio ad apposite sessioni formative che trattino problematiche relative al monitoraggio e alla valutazione nell’ambito della cultura nonché le industrie creative/i professionisti creativi innovativi e per Tabella 2. Fonte: KEA European Affairs: Studio commissionato dalla Direzione Generale delle Politiche Interne dell’Unione, Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione – cultura e istruzione, “Utilizzo dei Fondi strutturali per progetti culturali. Luglio ’12. In seguito all’analisi dei dati qui riportati, emergono alcune evidenze che ci appare utile sottolineare: 1. Il ritorno in termini occupazionali ed economici generati dall’allocazione di risorse in favore di progetti imprenditoriali di impronta culturale, risultano possedere un effetto moltiplicatore rispetto allo stanziamento iniziale; 2. Il previsto incremento del ≈ 34% per il nuovo periodo di programmazione finanziaria (rispetto al piano 2007-2013), da risalto al riconoscimento che le Istituzioni Europee, ed in particolare la Commissione conferiscono a tali progetti culturali quali vettori di crescita, specie in un periodo di crisi; 3. L’elevata varietà delle iniziative e dei progetti a carattere imprenditoriale su cui è possibile allocare le risorse europee rende obbligatorio interpretare il settore delle industrie creative e culturali come risorsa economica superando, una volta per tutte, la vecchia concezione di Cultura quale frutto di azioni mecenatiche. Eseguito da: Federico Crivelli; Giorgio De Bin; Antonia Mattiello; Matteo Miraval UNIONCAMERE DEL VENETO Delegazione di Bruxelles Av. de Tervueren 67 - B - 1040 Bruxelles Tel. +32 2 5510490 Fax +32 2 5510499 e-mail: [email protected]