IL NUMERO 279 1-16_IL NUMERO 181 2/11 04/03/15 22:46 Pagina 2 AUTOFFICINA CARBONIA + chilometri - salati Via Roma P.zza Matteotti del Sulcis Iglesiente CARBONIA Anno XX - N° 278 di Diana Donatello InstallazIone ImpIantI Gpl a paRtIRe Da € 800 loc. sirai - Carbonia - tel. 0781 1986387 Cell. 329 4338541 - mail: [email protected] Quindicinale di Informazione Politica, Economica e Sociale 28 Febbraio 2015 Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 del 7/11/95 • Direttore Responsabile: Giampaolo Cirronis • Distribuzione gratuita Le comunità di Carloforte e La Maddalena non condividono il progetto regionale che prevede la privatizzazione del servizio «La Saremar deve restare pubblica» Il timore diffuso è che la privatizzazione possa far lievitare le tariffe e peggiorare i livelli occupativi e la qualità del servizio. C arloforte e La Maddalena sono contrarie alla privatizzazione della Saremar. Per ribadire questa loro forte determinazione, hanno organizzato due manifestazioni che hanno registrato un’ampia partecipazione di lavoratori, studenti, commercianti e tanti cittadini, tutti fortemente preoccupati per il futuro dei dipendenti e, soprattutto, per la qualità del servizio. L’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana, ha scelto la strada del confronto con le due comunità interessate e il 12 e 13 febbraio ha spiegato, a La Maddalena e Carloforte, che il giorno dopo la sentenza del Tribunale Civile di Cagliari che impone il concordato preventivo liquidatorio per la società marittima regionale, la Giunta Pigliaru si è posta due priorità: garantire la continuità del servizio e salvaguardare i 181 posti di lavoro dei dipendenti Saremar attraverso forme di incentivazione all’assorbimento. Nonostante le rassicurazioni dell’assessore Deiana, il timore diffuso a Carloforte e La Maddalena è che la privatizzazione possa far lievitare le tariffe e peggiorare sia i livelli occupativi sia la qualità del servizio, fondamentale per la mobilità delle due comunità, già fortemente penalizzate da una doppia insularità rispetto al resto della Sardegna. Il passaggio di Saremar ai privati potrebbe riproporre gli stessi problemi creati dalla privatizzazione della Tirrenia, con conseguenze probabilmente ancora più drammatiche, perché centinaia di residenti di Carloforte e La Maddalena utilizzano il servizio tutti i giorni per recarsi a scuola o sui luoghi di lavoro. Giampaolo Cirronis ALL’INTERNO Quale sanità per il Sulcis Iglesiente? Il Piano Sulcis può finalmente decollare Eusebio Baghino, uomo e politico d’altri tempi Pagina 2 Pagina 3 Pagina 5 Spazio redazionale del comune di Carbonia Andrea Zorzi, dai trionfi del volley al teatro Cagliari, la strada per la salvezza si complica Pagine 6-7 Pagina 10 Pagina 11 IL NUMERO 279 2-11_IL NUMERO 181 2/11 04/03/15 23:05 Pagina 1 2 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015 Il 26 gennaio il ministero della Salute ha riconosciuto le proprietà terapeutiche dell’acqua minerale denominata Coquaddus Centro termale, ora Deriu chiede l’Intesa I Asl 7, Maria Fannì Pittau e Silvio Maggetti Lo strumento consentirebbe di superare i rigidi vincoli posti dal PPR, in alternativa ci sarebbe l’accordo di programma. l ministero della Salute ha riconosciuto le proprietà terapeutiche dell’acqua minerale denominata Coquaddus che sgorga da due pozzi nell’ambito dell’omonimo permesso di ricerca sito nel comune di Sant’Antioco per la balneofangoterapia nel trattamento delle malattie artroreumatiche e per la balneoterapia nella cura delle malattie dermatologiche e delle patologie vascolari periferiche. L’importante risultato è stato reso noto da Ninetto Deriu, l’imprenditore che ha proposto la realizzazione di un centro termale nell’isola di Sant’Antioco per lo sfruttamento di queste acque, nel corso di una conferenza stampa convocata nella sala riunioni dello stabilimento Port.Al., ex Ila, di Portovesme. La società titolare - si legge nel decreto del ministero della Salute, pena la revoca dello stesso, è tenuta a far pervenire al ministero della Salute - direzione generale della prevenzione sanitaria, al termine dei primi due anni di attività, una sperimentazione clinica controllata, rigorosamente disegnata, eseguita secondo protocolli specifici, atta a valutare l’efficacia clinica del trattamento nelle indicazioni proposte. La relazione clinica sarà sottoposta alle valutazioni del Consiglio Superiore di Sanità perché verifichi se sussistono le condizioni per il mantenimento del riconoscimento. «Il decreto ministeriale - ha spiegato Ninetto Deriu in una breve nota stampa presentata ai giornalisti, ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali e del movimento artigiani e commercianti incontrati anche prima della conferenza stampa - è fondamentale per la realizzazione dell’iniziativa imprenditoriale, visto che sgombera il campo dai dubbi sulle effettive proprietà terapeutiche dell’acqua termale di Coquaddus. A questo punto, la realizzazione della struttura, che comporterà un investimento di 20 milioni di euro, è legata al rilascio delle concessioni urbanistiche.» Il complesso, che nei piani progettuali prevede l’impiego di 120 dipendenti fissi e un indotto stimato in altri 180 occupati, sarebbe il primo centro termale costiero della Sardegna ed uno dei pochissimi in Italia. «Ora ci attendiamo che la Regione acceleri l’iter autorizzativo per il rilascio della concessione urbanistica», ha detto Ninetto Deriu che è anche amministratore unico della Reno srl. Gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione del progetto, considerato che oggi i terreni interessati sono classificati come agricoli, sono legati ad una deroga, attraverso un’intesa, per superare i vincoli rigidissimi posti dal Piano Paesaggistico Regionale. Lo strumento dell’Intesa (già utilizzato in altre aree della Sardegna) è stato proposto alla Giunta regionale ma, al di là della disponibilità di massima di alcuni assessori regionali (l’assessore dell’Urbanistica ed Enti locali, Cristiano Erriu, si è dichiarato disponibile ad esaminare il progetto e la richiesta d’intesa nel corso del convegno svoltosi il 17 apri- del presidente Pigliaru - ha detto Roberto Puddu, segretario della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente - perché il territorio non può lasciarsi sfuggire un’opportunità occupazionale e di sviluppo di questo genere. Siamo favorevoli alla realizzazione di questo progetto e non solo, posso dire che, per rilanciare questo territorio, auspichiamo che i progetti come questo, nel territorio, siano almeno una trentina.» Ninetto Deriu ha spiegato che non esiste la possibilità di una speculazione edilizia, paventata da alcuni, con un’eventuale successiva modifica della destinazione d’uso, perché c’è l’impegno assunto davanti ad un notaio sulla destinazione definitiva e nuovi direttori amministrativo e sanitario I l direttore generale Antonio Onnis, ha nominato con delibere nn. 160/C e 161/C del 2 febbraio 2015, i nuovi direttori amministrativo e sanitario della Asl 7 di Carbonia: sono rispettivamente Maria Fannì Pittau e Silvio Maggetti. Maria Fannì Pittau, 52 anni, nata a San Gavino Monreale e residente a Sardara, è laureata in giurisprudenza con diploma di specializzazione biennale in professioni legali. Dal 1 settembre 2008 è dirigente amministrativo della Asl n° 6 di Sanluri e dal 20 maggio 2006 al 31 agosto 2008 è stata direttore amministrativo della Usl n° 5 di Oristano. Ha alle spalle anche esperienze professionali alla Asl n° 7 di Carbonia, dove è stata collaboratore amministrativo coordinato- Antonio Onnis. re VIII qualifica funzionale dal 2 marzo 1998 al 31 ottobre 1998 e dirigente amministrativo dal 1 novembre 1998 al 31 dicembre 2000. Silvio Maggetti, 62 anni, nato a Genova e residente a Cagliari, è laureato in medicina e chirurgia. Dal 1° dicembre 2009 è dirigente medico responsabile dell’Unità Operativa NP/A della Asl n° 7 di Carbonia. Dal 1° ottobre 2005 al 20 agosto 2008 è stato direttore sanitario della Asl n° 5 di Oristano e dal 21 agosto 2008 al 30 novembre 2009 direttore sanitario della Asl n° 4 di Lanusei. Tra gli altri incarichi, dal gennaio 2002 al dicembre 2005, ha ricoperto quello di giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni di Cagliari, nominato dal Consiglio Superiore della Magistratura il 14 novembre 2001. Maria Fannì Pittau e Silvio Maggetti hanno preso possesso dei nuovi incarichi nella giornata di mercoledì 4 febbraio 2015. Resta acceso il confronto su presente e futuro della sanità La conferenza stampa tenuta dall’imprenditore Ninetto Deriu a Portovesme. le dello scorso anno alla Grande Miniera di Serbariu ed ha poi partecipato ad un sopralluogo nel sito interessato, con il sindaco di Sant’Antioco, Mario Corongiu, il coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e l’imprenditore), non c’è stato finora alcun pronunciamento ufficiale da parte del presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru. Nel corso della conferenza stampa, Ninetto Deriu ha spiegato che, su sollecitazione del governatore Pigliaru, i tecnici hanno arretrato l’area di insediamento delle strutture da 150 a 300 metri dal mare, ma di non poter andare oltre per la conformazione del terreno, perché oltre questa distanza si perderebbe la vista a mare e quindi le potenzialità di accoglimento della proposta da parte dell’utenza. Nonostante questa modifica, ad oggi il presidente Pigliaru non si è pronunciato. «Attendiamo il pronunciamento non solo per 99 anni, come ipotizzato in un primo momento, delle strutture ad attività di centro termale e ancora che non si tratta di un progetto destinato esclusivamente ad un’utenza dalle elevate disponibilità economiche, perché il centro termale potrà essere frequentato anche da coloro che non sceglieranno di risiedere nelle strutture alberghiere del complesso, per scelta o per minori disponibilità economiche e potranno raggiungere lo stesso con mezzi propri o con i mezzi di trasporto messi a disposizione dall’organizzazione che effettuerà il servizio di bus navetta da Sant’Antioco. Roberto Puddu ha concluso sottolineando che il progetto ha partecipato al concorso internazionale 99 ideas del Piano Sulcis, classificandosi nelle prime dieci posizioni ed è inserito nell’ordine del giorno di un incontro già convocato dalla Giunta regionale che dovrebbe svolgersi a breve. L’assemblea civica si è riunita per valutare la proposta Sul progetto Biofuel parere favorevole del Consiglio comunale di Portoscuso I Antonio Onnis ha completato la terna della direzionale generale l Consiglio comunale di Portoscuso ha espresso un parere di massima favorevole sul progetto Biofuel. Lo ha fatto con delibera approvata a maggioranza il 2 febbraio. Con la delibera, il Consiglio comunale ha dato mandato al sindaco Giorgio Alimonda e alla Giunta, getto e la valutazione di impatto ambientale, oltre le implicazioni socio-economiche con il coinvolgimento dei disoccupati e delle imprese locali, per esprimere un compiuto parere di merito a tale iniziativa non appena verrà presentato agli uffici del Comune il progetto tecnico relativo». Il municipio di Portoscuso. Un canneto nelle campagne di Giba. «di continuare ad impegnarsi per tale importante iniziativa di sviluppo, im-pegnandosi a divulgare alla cittadinanza tutte le informazioni in nostro possesso». «Si riserva - prosegue la delibera - di valutare attentamente il pro- Sull’andamento del dibattito in Consiglio comunale, è intervenuto il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci che in una nota ha affermato che «il referendum cittadino proposto dall’opposizione consiliare di Portoscuso sulla realizza- zione di un impianto di Biofuel nell’area industriale di Portovesme è la scelta più logica, l’unica strada percorribile per stabilire se realmente i cittadini di Portoscuso desiderano l’insediamento di questa nuova attività. Pur nel pieno rispetto dell’ordine del giorno votato dalla maggioranza, con il quale si apre la strada alla discussione sull’opera, occorre sottolineare che senza il coinvolgimento democratico della popolazione si corre il rischio di fare spazio a una decisione calata dall’alto». Quale sanità per il Sulcis Iglesiente? A poche settimane dall’insediamento del nuovo commissario straordinario Antonio Onnis e dalla successiva nomina degli altri due componenti della terna dirigenziale, resta acceso il dibattito su presente e futuro della sanità nel Sulcis Iglesiente. Sul tema del piano di riorganizzazione dell’offerta sanitaria nel territorio del Sulcis Iglesiente, il nuovo commissario straordinario ha incontrato la commissione Sanità del comune di Carbonia, nel corso del quale è stata illustrata la bozza del progetto di revisione organizzativa dell’Azienda, non solo del settore ospedaliero ma anche delle cure primarie e della prevenzione, in relazione a quanto previsto dalla legge 23 del 2014 e dalla delibera di Giunta regionale n° 1 del 2014 che assegna gli obiettivi ai commissari straordinari. «Al fine di fugare tutti i dubbi su ipotetici scenari di smantellamento della sanità del territorio e inutili allarmismi di tipo campanilistico si legge in una nota congiunta commissione Sanità - commissario straordinario - è stato precisato che il piano di riorganizzazione complessiva dell’Azienda sanitaria prevede la realizzazione e il miglioramento complessivo della qualità offerta in tutti i servizi degli stabilimenti dell’ospedale unico di Carbonia e Iglesias. Tale valorizzazione avverrà attraverso la creazione di centri di riferimento e di eccellenza per patologie ed aree di intervento, in linea con gli standards richiesti dalla normativa regionale e nazionale.» è stato anche ribadito l’impegno della Direzione per la risoluzione dell’annoso problema delle “fasce” del personale del comparto. «La riunione - si legge ancora nella nota congiunta - rappresenta un altro tassello che si articola nel percorso di condivisione e collaborazione avviato nelle ultime settimane con tutti i portatori di interessi della Sanità del territorio.» Dopo qualche giorno, sul tema è intervenuto il sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo. «è fondamentale capire come sia necessario organizzare in modo razionale ed equo la distribuzione dei servizi nei presidi di Iglesias e Carbonia: non è pensabile continuare a concepirli come due strutture funzionalmente avulse l’una dall’altra. Chiunque affermi il contrario, sta andando contro il buon senso e, soprattutto, il diritto dei cittadini a ricevere un’assistenza moderna e sicura. Detto questo, da sindaco di Iglesias, vorrei condividere alcune preoccupazioni manifestate da molti citta- dini, non solo di Iglesias, alla luce degli eventi succedutisi negli anni scorsi. Ricordo che nella prospettiva della suddetta riorganizzazione furono già fatte alcune scelte importanti quali la localizzazione del Dipartimento di emergenza presso l’ospedale Sirai di Carbonia, compresa la Cardiologia con l’UTIC ed il servizio di emodinamica. La situazione di Iglesias, trasferiti i reparti del Crobu al Santa Barbara, invece è stata legata ad un imponente piano di ampliamento ed ammodernamento del CTO. è storia risaputa, che i lavori iniziati nel 2003, furono interrotti prestissimo per l’insorgere di vari contenziosi, risolti solo due anni orsono. Questo ha determinato un congestionamento del Santa Barbara che ha portato a dover limitare le prestazioni potenzialmente erogabili dagli operatori e alla riduzione degli standard alberghieri. La conseguenza inevitabile è stata la migrazione verso le cliniche private convenzionate di Cagliari a causa delle lunghe attese. La trasformazione del CTO in un vero e proprio policlinico moderno è ormai a pochi mesi dalla conclusione. Esso è stato concepito come polo materno-infantile, polo chirurgico di elezione con un pronto soccorso moderno ed una terapia intensiva. Le sue sale operatorie modernissime ed i suoi reparti sono stati concepiti con una ben precisa destinazione d’uso. Questo ha creato aspettative nei cittadini e negli operatori. Il mancato completamento o lo stravolgimento di tale destinazione preoccupa quindi fortemente la Città, che non vuole rivedere un film già visto. Auspico pertanto da parte dell’azienda - ha concluso il sindaco dio Iglesias - scelte non affrettate, condivise, che non siano legate a situazioni contingenti, tengano conto di criteri di complementarietà e di equilibrio, in attesa di un ospedale unico, che pur nelle più rosee previsioni sarà a medio-lungo termine.» Nel dibattito si è inserito anche Daniele Reginali, segretario provinciale del Partito Democratico. «La discussione di queste settimane sulla questione sanitaria del Sulcis Iglesiente merita un’attenta e accurata riflessione libera da dietrologie e preconcetti. Lo scenario che ci riguarda è ben distante da quello che ha caratterizzato il Sulcis Iglesiente degli ultimi cinquant’anni. è mutato il panorama lavorativo, le esigenze degli abitanti e anche il mondo sanitario. Questo non significa che tutto vada demolito o distrutto, semplicemente devono essere rivisti alcuni aspetti in un’ottica più generale e territoriale e non individuale. Proprio partendo da questo aspetto che diventa principio, si deve provare a rivedere l’intero sistema sanitario fatto di servizi alle persone e non altro. Attualmente sono in corso una serie di opere finalizzate a trasformare le attuali strutture ospedaliere di Iglesias in futuri centri d’eccellenza, non a caso sono state ultimate 4 sale operatorie, una endoscopica e una ginecologica. Allo stesso tempo si susseguono le voci e le prese di posizione su chiusure di reparti, trasferimenti e ipotetiche serrate generali. Siamo convinti che la riorganizzazione del sistema sanitario dell’intero Sulcis Iglesiente sia necessaria, e siamo altrettanto convinti che qualsiasi decisione che riguardi trasferimento, soppressione o rimodulazione dei servizi, debba avvenire dopo una discussione e concertazione con le comunità locali. Le decisioni che saranno assunte dovranno partire da un principio: si devono garantire servizi ai pazienti e non aggravare le loro difficoltà. Quindi sarà necessario e inevitabile avviare una fase di discussione propedeutica proprio all’elaborazione di un programma di riorganizzazione. Siamo convinti sia necessario ridurre gli sprechi e destinare quelle risorse al servizio che deve essere il migliore possibile. In questo contesto non potrà certo esserci spazio per polemiche di campanile che davanti alla necessità di garantire adeguati servizi sanitari a chi ha problemi di salute si trasformano in inutili e irrispettose perdite di tempo.» Alcune migliaia di persone sono scese in piazza la scorsa settimana a Iglesias, per difendere gli ospedali cittadini e per contrastare l’accorpamento dei reparti di ostetricia e chirurgia al Sirai di Carbonia, inserito nel piano di riorganizzazione deciso dalla Asl 7. Il corteo, con tanti giovani, grazie anche a condizioni meteo favorevoli, si è sviluppato ordinatamente per le strade del centro con bandiere e striscioni. Alla manifestazione, con i rappresentanti di numerose associazioni ed esponenti locali di diverse forze politiche, hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo, il parlamentare di Unidos Mauro Pili, il consigliere regionale dell’UDC Gianluigi Rubiu, il leader locale dei Riformatori sardi Roberto Frongia. Il segnale inviato alla nuova dirigenza della Asl 7 è stato indubbiamente forte, ora sarà interessante verificare come verrà accolto. IL NUMERO 279 3-10_IL NUMERO 181 3/10 05/03/15 09:52 Pagina 2 Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015 3 La Provincia del Sulcis Iglesiente Il Cipe ha sbloccato 127,7 milioni di euro già assegnati nel 2012, risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione Il Piano Sulcis può finalmente decollare Le risorse sono destinate ad interventi per la viabilità, il sistema portuale e l’attuazione del bando di idee curato da Invitalia. I l Cipe ha approvato in via definitiva il Piano per il Sulcis-Regione Sardegna, cui vengono destinati complessivamente 127,7 milioni di euro, già assegnati in via programmatica con la delibera CIPE n. 93/2012, a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) 2007-2013. Di questi, 72 milioni di euro sono destinati a infrastrutture puntualmente individuate, mentre 55,7 milioni di euro sono destinati a incentivi, ricerca, opere per la valorizzazione dei luoghi e dotazioni per le competenze, e assistenza tecnica. «Con la delibera CIPE che rende utilizzabili oltre 127 milioni di euro - dice il deputato di Iglesias -, il Piano Sulcis entra in una nuova fase attuativa. Dopo la fiscalità di vantaggio, a favore di circa 4.500 piccole e piccolissime imprese, si sbloccano gli interventi per la viabilità ed il sistema portuale e si potrà far partire il bando, curato da Invitalia, per lo sviluppo delle 99 Idee che avranno la forza finanziaria e di mercato di trasformarsi in progetti industriali. Ora, in Sardegna - conclude Francesco Sanna -, occorre che tutti i soggetti attuatori agiscano con ve- cordo sul rilancio del territorio siglato nel novembre del 2012 a Carbonia. Adesso occorre lavorare a testa bassa, senza tentennamenti: le risorse sono nella disponibilità delle istituzioni competenti, non ci sono più scuse e ogni giorno di ritardo non verrà tollerato. Giunta regionale e Commissario per l’attuazione del Piano non possono sbagliare una virgola, soprattutto alla luce del fatto che un anno per impegnare le risorse significa che l’obiettivo è vicino. Non facciamocelo sfuggire di mano.» «In merito, invece, a 41 milioni di euro sbloccati dal Cipe per istmo e Tore Cherchi, coordinatore del Piano Sulcis. L’istmo e il ponte di Sant’Antioco prima della definitiva demolizione dell’ex Sardamag. «Si tratta di una risposta importante per il nostro territorio, propedeutica a una ripresa dell’economia nel Sulcis Iglesiente - ha commentato Emanuele Cani deputato del Partito Democratico -, l’atto compiuto non può che certificare l’impegno e l’attenzione che il Pd ed il Governo stanno portando avanti per il Sulcis Iglesiente.» Anche il deputato del Partito Democratico Francesco Sanna commenta l’approvazione della delibera con la quale il Cipe ha dato il via libera a 127 milioni del Piano Sulcis. locità e precisione.» «Lo sblocco dei fondi per il Piano Sulcis deliberato dal Cipe è un’ottima notizia - ha commentato Ignazio Locci - consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna -, ma forse è il caso che Giunta regionale, commissario per il Piano Sulcis e quanti hanno già stappato lo spumante, rimandino i festeggiamenti all’apertura dei cantieri. Siamo semplicemente di fronte a un primo passo, compiuto peraltro in deprecabile ritardo, considerata la tabella di marcia che era stata prefissata al momento dell’ac- ponte di Sant’Antioco - ha aggiunto Locci -, sarebbe il caso di fare chiarezza su quale progetto si intende cantierare per il collegamento tra l’isola e la terra madre. Perché se non si esce dalle secche del dibattito “tunnel sottomarino versus nuovo ponte”, c’è da aspettarsi tempi biblici, benché le risorse siano ormai disponibili. Va inoltre fatta chiarezza su quegli aspetti che ancora imbrigliano buona parte dei progetti del Piano, così come testimoniato dalla relazione stilata dal commissario Salvatore Cherchi a fine gennaio scorso.» I lavoratori ex Alcoa hanno chiesto un incontro al governatore «Il Governo decida in tempi brevi» I lavoratori ex Alcoa rilanciano la mobilitazione per rivendicare un’accelerazione dei tempi per il passaggio di proprietà dello stabilimento di Portovesme dall’Alcoa alla Glencore, la multinazionale che ha manifestato apertamente il suo interesse ed attende risposte dal Governo sulle bonifiche e sulle tariffe energetiche. La scorsa settimana si sono riuniti in assemblea nella sala conferenze della Grande miniera di Serbariu (le assemblee in precedenza si erano svolte sempre nella sala riunioni dello stabilimento di Portovesme) ed hanno deciso una manifestazione per martedì 3 marzo. Un centinaio di operai sono partiti dallo stabilimento di Portovesme e, arrivati in viale Trento, davanti al Palazzo della Regione, hanno organizzato un presidio. L’auspicato incontro con il presidente della Regione, purtroppo, non c’è stato, per altri impegni del governatore. I laoratori, comunque, hanno chiesto un incontro per i prossimi giorni, al suo capo di gabinetto, Filippo Spanu che ha rassicurato ancora una volta i lavoratori, che erano stati informati sullo stato della vertenza in un incontro tenutosi la scorsa settimana, sul massimo impegno del presidente Pigliaru nel condurre la trattativa, ed ha garantito loro un tempestivo aggiornamento delle informazioni a seguito dell’incontro fra il presidente ed il sottosegretario del- Claudio De Vincenti. le Attività produttive, Claudio De Vincenti, che si terrà nei prossimi giorni. Sulla manifestazione dei lavoratori ex Alcoa, è intervenuto Emanuele Cani, deputato del Partito Democratico. «Manifestiamo il nostro pieno sostegno ai lavoratori, diretti e degli appalti, dello stabilimento Alcoa di Portovesme che hanno manifestato a Cagliari - ha detto Cani -. Pur rimanendo fiduciosi per la strada intrapresa per affrontare una vertenza delicata e complicata ribadiamo la necessità di accelerare gli interventi relativi alla risoluzione dell’intero problema. In questa fase, manifestando attenzione e fiducia per la strada aperta anche dal Governo nell’affrontare la situazione - ha concluso il deputato del PD - ribadiamo il pieno sostegno ai lavoratori.» Anche il segretario provinciale del PD, Daniele Reginali, ha diffuso una nota sulla manifestazione dei lavoratori ex Alcoa a Cagliari. «Ai lavoratori dell’Alcoa e degli appalti che hanno manifestato a Cagliari - ha detto Reginali - va tutto il sostegno e il supporto del Partito Democratico della Provincia di Carbonia Iglesias che ha deciso di promuovere per le prossime settimane una giornata di studio, confronto e approfondimento sul tema industriale.» Fa discutere l’iniziativa di artigiani e commercianti di Teulada “Teulada dà il benvenuto ai militari” è un’iniziativa che ha fatto discutere quella messa in atto da un gruppo di artigiani e commercianti di Teulada con la sistemazione di uno striscione davanti all’ingresso della base militare di Sa Portedda, che riporta la scritta “Teulada dà il benvenuto ai militari”. L’iniziativa è arrivata in una fase particolarmente delicata del confronto tra oppositori e sostenitori della presenza militare in Sardegna e, nello specifico, nel territorio del comune di Teulada. Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru e il sottosegretario di Stato della Difesa, Domenico Rossi, hanno firmato recentemente l’accordo per l’avvio del tavolo di confronto istituzionale tra regione Sardegna e ministero della Difesa, sulle servitù militari e, fra l’altro, hanno concordato che sussistono tutte le condizioni per l’avvio di un tavolo di confronto istituzionale volto a valutare, in coerenza con le linee programmatiche del ministro della Difesa e con le risoluzioni parlamentari e consiliari, la percorribilità dell’avvio del processo di graduale dismissione di parte dei poligoni e l’individuazione di misure di riequilibrio e di armonizzazione, in termini di riduzione quantitativa e qualitativa dell’incidenza delle attività militari. Un per- manio militare e delle aree soggette a Servitù militari e le connesse occupazioni temporanee, alla tutela ambientale e della salute nei poligoni, alla riconversione delle attività svolte nei poligoni, all’impatto della presenza militare sulle Lo striscione sistemato davanti all’ingresso della base militare di Sa Portedda. corso da avviare con tempi certi e modalità definite. Con riferimento alle esigenze di armonizzazione e mitigazione, quelle più evidenti sono riconducibili alla riduzione dell’estensione dei poligoni, del De- prospettive di sviluppo dei territori, al riavvio dei processi di dismissione dei beni militari in applicazione dell’articolo 14 dello Statuto sardo, a partire dagli accordi del 2006 e 2007. Nuova iniziativa dei comuni contrari al sistema unico integrato è nato “Gasi”, il comitato anti-Abbanoa N uova tappa nella battaglia dei comuni che si oppongono ad Abbanoa e rivendicano il diritto alla gestione autonoma del servizio idrico. Il 24 febbraio, a Cagliari, gli amministratori dei 30 comuni interessati alla vertenza, hanno costituito il Gasi (Gestioni autonome servizio idrico). Obiettivi del comitato sono la legge regionale approvata dal Consiglio regionale che istituisce l’ente di governo dell’ambito unico territoriale sardo e l’approvazione di una nuova legge che accrediti le gestioni dirette da parte dei singoli comuni o di associazioni di comuni. «La legge nazionale - ha spiegato Giovanni Ruggeri, consulente del Gasi - consente qualche deroga ma la legge regionale nega qualsiasi apertura. Le altre Regioni, eccezion fatta per la Puglia, hanno fatto scelte diverse. Noi pensiamo a un con- sorzio di comuni che non vogliono stare sotto Abbanoa.» Fra gli amministratori più battaglieri, promotori da anni delle inizia- «Gestiamo autonomamente l’acqua - ha detto Ferdinando Pellegrini - senza chiedere niente alla Regione. La gestione unica di Abbanoa fa Ferdinando Pellegrini e Angelo Deidda. tive contro Abbanoa, ci sono Angelo Deidda, primo cittadino di Domusnovas, e Ferdinando Pellegrini, sindaco di Fluminimaggiore. salire le tariffe e i costi per gli allacci. Per questo ci impegneremo in una battaglia su tutti i fronti, pronti, eventualmente, a fare ricorso al Tar.» IL NUMERO 279 4-9_IL NUMERO 181 3/10 05/03/15 09:23 Pagina 1 4 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015 L’impetuoso sviluppo dell’industria mineraria sarda dell’800, dovuto ad un editto del 30/06/1840, creò una nuova attività imprenditoriale I Galanzieri, “i lavoratori del mare” di Carloforte Questi professionisti venivano imbarcati su bilancelle della marineria carlofortina, flotta di piccole imbarcazioni a remi o a vela latina. Salvatorico Serra. di Salvatorico Serra Nell’esigua produzione letteraria del primo decennio degli anni 2000, legata alla storia mineraria della Sardegna, compare una disputa interpretativa, del tutto singolare, sul chi siano stati i cosiddetti galanzieri nella storia mineraria dell’isola. La vulgata popolare, che ha coinvolto e coinvolge i ceti medi e perfino alcuni intellettuali della città d’Iglesias, assegna, acriticamente, questa figura professionale ai “lavoratori del mare” di Carloforte imbarcati su bilancelle appartenenti alla marineria carlofortina, flotta di piccole imbarcazioni e remi o a vela latina che faceva capo alla borghesia della popolazione della seconda più grande isola della Sardegna: San Pietro, ubicata nella costa sud-occidentale dell’isola, impegnata, specie nel periodo estivo, anche al trasferimento di minerali prodotti nelle miniere sparse lungo la costa dell’isola madre, infida e frastagliata, verso Carloforte, nella quale attendevano grossi piroscafi che prendevano la via verso i più importanti porti e fonderie dell’Italia settentrionale e d’Europa. Questa nuova attività imprenditoriale era figlia dell’impetuoso sviluppo dell’industria mineraria sarda dell’‘800, dovuto ad un editto del 30 giugno del 1840, col quale era sancito che la proprietà del suolo doveva essere considerata disgiunta da quella del sottosuolo. Questa “invenzione” di una nuova proprietà, provocò una delle più straordinarie importanti “corse all’oro” che mai si siano verificate nella storia d’Europa, e non solo. Sassari) e la Società di “Seddas is Moddizzis” (miniera sarda ubicata nel comune d’Iglesias e il cui titolare era un altro sardo: Giorgio Asproni J.). Sempre in questa zona, a Monteponi, ed in queste miniere si sono esperimentate le più grandi scoperte della scienza e della tecnica dalla Rivoluzione Industriale ai nostri giorni. Dalla pila di Volta alla luce ad arco ed elettrica (Symens), alla polvere da sparo, alla dinamite (Nobel) nei lavori minerari, al cemento armato (Nervi), ai forni di fusione (Ferraris), agli impianti metallurgici per ottenere piombo e zinco allo stato metallico con processi fusori ed elettrolitici (Cambi). Macchine operatrici a vapore, macchine elettriche, crivelli, setacci, pompe e giranti di straordinarie proporzioni. Nella sua storia mineraria l’Iglesiente, ed il suo capoluogo Iglesias, è stato interessato da diverse ondate migratorie provenienti sia dall’interno dell’isola (Logudoro, Barbagie, Sarrabus, in particolare) che dalla penisola italica (Veneto, Toscana, Sicilia) e perfino da Paesi europei (Francia, Germania e Belgio) che andavano a comporre la scorie pisane della zona. Il 20 novembre1859 è emanata la nuova legge mineraria (una semplice riforma dell’editto del 1840) che disgiunge la proprietà del suolo da quella del sottosuolo. Per sostenere in maniera efficace l’applicazione di quella legge di riforma, lo Stato si dota di una struttura di vigilanza e di controllo dotata di funzionari minerari di grande professionalità. Quella struttura è chiamata: Regio Corpo delle Miniere. Istituito subito dopo l’annessione della Lombardia al Regno di Sardegna, come branca del Corpo del Genio Civile, gli sono affidati i compiti sia di natura tecnica sia amministrativa: ai primi provvedono gli ingegneri ed i periti mentre ai secondi i funzionari amministrativi dei ruoli del Corpo e dell’Amministrazione centrale del ministero dell’Industria, cui appartiene la Direzione Generale delle Miniere. La produzione nel 1859 salirà ancora ad oltre 7.500 tonnellate di galena e nel 1960 ben 12 miniere ne produrranno complessivamente 9.165 tonnellate, mentre i lavoratori occupati saliranno a 3.169 unità contro le landi nella sua opera citata, 759 tonnellate di blenda (ZnS) che nessuno voleva. Un minerale che nei decenni successivi contribuirà in misura significativa allo sviluppo delle coltivazioni minerarie nell’Isola. Tra il 1850 ed il 1899 furono prodotte dalle miniere sarde circa 20 milioni di tonnellate di grezzi contenenti 840 tonnellate d’argento, 730.000 di piombo e 950.000 di zinco quello trattato e destinato alle fonderie della penisola, era trasportato per mezzo di carri a trazione animale (buoi in particolare) fin nei luoghi d’imbarco più vicini: Fontanamare, prima e Porto Vesme, poi, con grande dispendio di mezzi e d’energie. Il trasporto che segnò una svolta nel campo delle comunicazioni e nei trasporti fu quello effettuato mediate vagoni scorrenti su binario e su treno. I trasporti in miniera: dalle origini alla fine del ‘900. Il trasporto su rotaia e su gomma Trasporti a braccia, a coffe, a carriole. Nei trasporti effettuati nelle miniere antiche e fino ai primi decenni del ‘900, venivano utilizzati ceste o paioli in rame o ferro attraverso il sistema del passamano le cui distanze tra gli operai non superavano il metro e cinquanta centimetri. Le ceste o coffe avevano capacità di c. 7 o 8 litri, pari a 12-15 chilogrammi di materiale. I paioli in rame o in ferro avevano una capacità di 10-15 litri ed un peso Introdotto in miniera fin dai primi decenni dell’800, il trasporto su rotaia ha rappresentato il mezzo più economico e più sicuro in tutta la storia. Il binario, composto di due rotaie di particolare forma (fungo, anima e piatto) aveva peso, grossezza, altezza e grandezza proporzionata al peso dei vagoni impiegati ed alla velocità di marcia. Per il lavori comuni efferati all’interno ed all’esterno della miniera, erano impiegate rotaie di 65 millimetri d’altezza con piatto o suola larga 65 millimetri e con peso di 6,75 chilogrammi per peso lineare. Per costrui- Il trasporto via mare dopo lunghi percorsi su strada e su rotaia a trazione animale e su ferrovia La Sardegna mineraria dell’800 Antiche dinastie di banchieri ed imprenditori francesi, belgi, inglesi ed italiani, nella seconda metà dell’800, hanno dato vita, in questa zona sud-occidentale dell’isola di Sardegna, ad una delle più grandi ed affascinanti avventure minerarie e metallurgiche d’Europa per l’estrazione del minerale di piombo ed argento ed alla formazione di una classe di maestranze specializzate, che non ha precedenti nella storia d’Italia per vastità e qualità ed è qui che si sono intrecciati gli interessi della finanza internazionale e nazionale del tempo con “i Nicolay, i De Fernex, i Ceriana, i Rebaudengo, i Donegani, i De Rothschild, i Brassey, Bernardino Nogara e la Banca d’Italia, la Banca Commerciale, la Bastogi”. In quest’antica parte del Sigerro, dopo Ugolino dei conti di Donoratico, si sono cimentate le più antiche e le più grandi Società minerarie europee dalla Rivoluzione Industriale ai nostri giorni. Dalla “Vieille Montagne” (belga), presente a San Benedetto, Sa Duchessa, Monte Agruxau. Masua, Acquaresi, Montecani, Porto Flavia, Canalgrande, alla “Pertusola” (inglese, prima, e francese, poi), passata successivamente sotto il controllo azionario della “Pennaroya”, del Gruppo dei potenti banchieri De Rothscild, con le miniere di San Giovanni, Gennemari-Ingurtosu, Su Zurfuru ed Arenas alla Societé Anonime des Mines de Plomb-Argentifère e per arrivare alla Societè Anonime des Mines de Malfidano (francese), con Buggerru e Planu-Sartu. Menzione particolare merita la straordinaria “Società Anonima di Monteponi”, Regia miniera presso Iglesias, che ha operato a Monteponi (Iglesias), dal 1850 nelle Miniere di Monteponi, Campo Pisano, San Giorgio fino al 1971 e successivamente assorbita dalla SOGERSA SpA, poi SAMIM, SIM, SMI, IGEA fino ai nostri giorni ed alla “Società Anonima di Montevecchio” (anch’essa del Regno di Sardegna, il cui titolare era il sardo Giovanni Antonio Sanna, di trasporto dei materiali ed il traino dei vagoni erano: argani di traino per vagoni, argani per manovrare benne raschianti (scraper), nastri trasportatori (di gomma o d’acciaio) trasportatori a cassette. Le macchine di caricamento più usate sono state le pale meccaniche la prima delle quali, al mondo, fu costruita e brevettata dalla Montevecchio negli anni ’40 e ceduta alla Atlas Copto. Gli operai addetti alla manutenzione dei binari erano chiamati stradini. Le difficoltà di trasporto si accentuarono notevolmente nel momento in cui le miniere erano attivate in luoghi distanti dai luoghi di trattamento primario e secondario o quando quantità ingenti di minerale o metallo doveva essere convogliato nei porti per essere spedito ai compratori o inviato alle fonderie italiane o straniere. Così a Monteponi negli anni ’60 dell’800 quando questo problema coinvolse e condizionò realmente la intrapresa industriale e lo sviluppo futuro coinvolgendo tutti i soggetti economici presenti nel territorio che dovevano lottare allo spasimo in un territorio privo di qualsiasi infrastruttura: nessuna strada degna di questo nome ma, nel migliore dei casi, modestissimi tratturi pieni di buche e senza nessuna manutenzione, nessun approvvigionamento d’acqua potabile, nessuna diga, nessuna ferrovia. Nulla di nulla. Il carico del minerale a Porto Flavia. manodopera addetta ai lavori minerari sia in sottosuolo che in superficie, arricchendo il territorio di esperienze culturali e professionali. Nel solo 1851, con l’apertura delle miniere di Gibbas, Perd’Arba, Perdi Atti, nel Sarrabus e quella di Rosas nell’Iglesiente (a Narcao) e la messa in marcia della prima laveria semimeccanica a Fontana Coperta, lungo il Rio San Giorgio, lungo la Statale 126, che si affiancano alle miniere di Montevecchio e Monteponi, vennero prodotte 1.200 tonnellate di galena con l’impiego di seicento minatori, per la maggior parte continentali. Dal 1852 al 1870 le produzioni aumentano vertiginosamente e con essa il numero degli addetti. Il 1852 è l’anno dell’innovazione tecnologica nelle miniere sarde. Le gallerie furono provviste di binari in ferro da 65 centimetri di scartamento e nei pozzi, furono introdotti i primi argani a mano. La produzione di galena salì a 1.600 tonnellate. L’anno successivo furono aperte le miniere di lignite di Terras de Collu e Bacu Abis e nel 1854 furono concesse le miniere di Correboi, Tertenia (per il rame) e Perda Niedda ( per ferro). Nel 1855 Marco Calvo, genovese, ottiene la Concessione di Gennamari (sulla costa centro-occidentale della Sardegna), sulla quale aveva investito 100.000 lire del tempo (c. 150.000 € di oggi) cedendola alla Société Civile des Mines, francese, mentre l’anno successivo vengono concesse le miniere di Palmari e Masua. In quell’anno le produzioni salirono a 2.000 tonnellate di galena. La Miniera di San Giorgio fu concessa nel 1857 e nel 1858 la produzione di galena salì a 6.300 tonnellate mentre l’occupazione salì a 1.400 operai. è di quell’anno la costruzione di una fonderia a Domusnovas, da parte di Enrico Serpieri, per la rifusione delle 236 delle restanti regioni d’Italia. Dei 3.169 minatori occupati nell’Isola a quella data, ben 1.445 (il 45,60 %) sono maestranze sarde. Di questi, 593 (il 41,04 %) sono minatori od armatori e 539 manovali (il 37,30 %) a cui si aggiungeranno 511 donne e fanciulli, addetti alle cernite dei rifusi ed al loro arricchimento (concentrazione) con crivelli a mano. Nel 1862, a Masua, a causa del fatto che i minerali piombiferi ad alto tenore in piombo, oramai in esaurimento, diventavano sempre più frammisti a zinco e venivano respinti dai fonditori d’oltremare, la Società di Montesanto, concessionaria di quelle miniere, iniziò la costruzione di una propria fonderia ed un’attività frenetica pervase tutto il settore. A Monteponi, nel 1863, per volere dell’allora presidente Baudi di Vesme, fu dato inizio allo scavo di un pozzo centralizzato profondo 211 metri che fu dedicato al Re Vittorio Emanuele II mentre lungo la strada GonnesaPortoscuso, la ditta Henfrey e Franel, costruì una laveria meccanica d’avanguardia, per quei tempi, per il trattamento dei minerali poveri di Monteponi ma la scoperta più importante del secolo fu quella dell’ingegnere belga Eyquem che, nel 1864-65, scoperse nei giacimenti sardi i minerali ossidati di zinco. La scoperta provocò una vera e propria corsa all’oro e le ricerche si espansero in tutte le concessioni minerarie dell’isola facendo affluire ingenti capitali dalla Francia, dal Belgio e dall’Inghilterra. L’occupazione salì vertiginosamente. A Montevecchio l’occupazione raggiunse i millecento operai; mille a Monteponi, quattrocentotrenta a Masua e quattrocento a San Giovanni. Nel 1865 la produzione annuale di calamine raggiunse le 92.000 tonnellate mentre all’Argentiera, nella Nurra, furono accantonate, scrive G. Ro- corrispondente di 18-25 chilogrammi. Con questo metodo si poteva trasportare in un’ora e su una distanza di 15 metri, da 8 a 12 tonnellate di materiale, impiegando 8-10 uomini. Il trasporto della “vena” dalle fosse alle piazze di lavatura ed alle fonderie, tra il XIII ed il XVII secolo era assicurata dai molentarii (padroncini; proprietari di asini - in sardo molenti -) e di carratori (proprietari-conduttori di carri a trazione animale) ed era regolamentato da disposizioni di legge severissime per prevenire i furti e doveva seguire misure anti-inquinamento dovendosi trasportare in sacche integre affinché il materiale non si spargesse per le vie, proibendone il trasporto in Villa di Chiesa per quel materiale che dovesse essere trasportato per il lavaggio in Canadonica. Tutte le operazioni di pesatura, analisi del contenuto in metallo (saggiatura) e misurazione avveniva secondo precise disposizioni di legge. Altro tipo di trasporto era quello che avveniva con carriole. Questo strumento di lavoro era impiegato, anche in tempi recenti, per distanze non superiori ai 25-30 metri ed erano impiegate in modo particolare all’inizio dei lavori sia all’interno sia all’esterno della miniera quando ancora non era stato possibile collegare un binario con vagone (questa invenzione avverrà successivamente). La carriola standard aveva un peso di circa 25 chilogrammi ed una capacità di 50 litri, corrispondente ad un peso variante dai 70 agli 80 chilogrammi, e doveva essere caricata con una pala. La cassa era molto vicino alla ruota e stanghe erano lunghe e robuste. Un operaio poteva trasportare in una giornata lavorativa d’otto ore e ad una distanza di 50 metri, dai 5 ai 6 metri cubi di materiale scavato. Il materiale estratto dalle miniere a cielo aperto lontane dai luoghi di trattamento o re il binario, le rotaie erano fissate su traverse d’acciaio o di legno esattamente parallele tra loro sulle quali scorrevano appositi vagoni composti di una cassa, da un telaio e da due assali con ruote. I vagoni potevano avere una cassa di forma rettangolare, fissata rigidamente al telaio ed erano impiegati in numero variante da 5 a 10 vagoni, trainati da cavalli o da muli o da locomotive. In assenza di quei mezzi di locomozione il vagone era trasportato a braccia dall’uomo che provvedeva anche a caricarlo e scaricarlo in appositi fornelli o spazi destinati allo scopo. Altro tipo di vagone era quello a barca e potevano trasportare dai 700 ai 1400 chilogrammi di materiale ciascuno (dai 500 agli 800 litri). Nelle miniere con produzione oraria e giornaliera notevole, il trasporto dei vagoni nelle gallerie di livello era effettuato con locomotori, che potevano essere elettrici o a nafta. Quelli elettrici erano alimentati mediate accumulatori o linee elettriche fissate alla corona della galleria mentre quelli a nafta, tutti su gomma, nonostante più solidi producevano dei gas di combustione che inquinavano l’aria. I nuovi sistemi di perforazione e movimentazione dei minerali (sgombro, carico e trasporto) in sottosuolo con i Jumbo, Toro Ara D 400 e 500 e Dumpers, nonostante siano alimentati a nafta, sono dotati di un sistema di trattamento dei gas di scarico efficientissimo. Questi ultimi, infatti, non sono dispersi all’esterno del mezzo, ma sono fatti gorgogliare in apposito contenitore contenente del liquido, evitando, così gravi pregiudizi alla salute degli operatori. Nei cantieri di coltivazione il carico ed il trasporto del materiale poteva essere fatto a mezzo di macchine speciali azionate da motori elettrici o ad aria compressa. Altre macchine più comuni per il Una vera e propria emergenza si presentò a Monteponi, quando sopravvenne la necessità di dover convogliare nel porto più vicino oltre 2.000 tonnellate mensili tra galena e calamina ed effettuare giornalmente il trasporto di altra qualità di minerale alle laverie e quello delle calamine crude ai forni di calcinazione. Gli imbarchi avvenivano sulle spiagge di Fontanamare e di Portoscuso attrezzate sommariamente con barche a vela che trasferivano il minerale su grossi velieri e bastimenti ancorati nel porto di Carloforte. A fronte di questa emergenza la decisione fu immediata. Ai primi di novembre del 1850 la Società di Monteponi cominciò il tracciato di una strada fino a Fontanamare, sulla quale il 9 dicembre poterono transitare regolarmente i pesanti carri trainati da buoi. Ma il traffico giornaliero lungo la strada Monteponi-Gonnesa-Portoscuso e la diramazione per Fontanamare era diventato un vero calvario specie durante la stagione invernale quando le piogge ed il fango la rendevano impraticabile alle centinaia di pesantissimi carri trainati sia da buoi sia da cavalli e muli. Al problema logistico si sommava quello della scarsità dei mezzi di trasporto specialmente durante i periodi della semina e della raccolta. Per superare questa seconda emergenza la Monteponi (direttore Pellegrini) ordinava alla fabbrica Diatto di Torino dei carrettoni capaci di trasportare due tonnellate di minerale ciascuno allestendo nella zona di Villamarini una scuderia per 130 muli e decine di buoi con grandi problemi per l’approvvigionamento del foraggio ed altri problemi legati al personale che vi era addetto. I muli erano acquistati tra i più robusti presenti sul mercato. Questi problemi indussero la Società ad organizzare un servizio ferroviario indipendente, ad esclusivo servizio della Miniera, che arrivasse fino ai punti di imbarco. Il punto prescelto fu quello dell’insenatura delle Cannelle, nella marina di Portoscuso, e fu progettato un primo troncoferroviario Gonnesa-Portoscuso. Allo scopo fu assunto uno specialista in materia ferroviaria, tal Eynard, ingegnere, che diede avvio ad un progetto esecutivo da lui elaborato in base alle esigenze aziendali che si concluse nella primavera del 1871 con l’inaugurazione della tratta programmata che fu percorsa da tre locomotive costruite in Inghilterra dalla Canada Works. (1) continua IL NUMERO 279 5-8_IL NUMERO 181 3/10 05/03/15 08:44 Pagina 2 5 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015 Il 13 febbraio è morto tragicamente in un incidente stradale verificatosi in località Portixeddu, all’ingresso di Maladroxia Eusebio Baghino, uomo e politico d’altri tempi Nella sua lunghissima esperienza politica, è stato consigliere regionale per 25 anni consecutivi e per ben cinque volte assessore. L ’ex sindaco di Sant’Antioco Eusebio Baghino, 80 anni, è morto tragicamente lo scorso 13 febbraio in un incidente stradale verificatosi in località Portixeddu, all’ingresso della località di Maladroxia, dove aveva stabilito da diversi anni la sua residenza. Viaggiava su uno scooter in direzione di Sant’Antioco, poco dopo le 9.00 del mattino, quando è stato travolto da una Lande Rover e scaraventato sull’asfalto. L’impatto è stato tremendo ed Eusebio Baghino è morto praticamente sul colpo, quando sono arrivati i volontari del 118, non c’era più niente da fare. Sul posto sono intervenuti anche i vigili urbani di Sant’Antioco che hanno effettuato i rilievi di rito per la ricostruzione della dinamica dell’accaduto. Eusebio Baghino era nato a Sant’Antioco l’11 aprile 1934. Laureato in Agraria all’Università di Sassari, ha iniziato ancora giovane l’attività politica nelle file della Democrazia Cristiana, nella quale è divenuto presto uno dei leader a livello regionale, uomo di spicco della componente “Andreottiana”. Giulio Andreotti all’inizio degli anni ‘90 lo nominò consigliere speciale del Governo per i problemi della Sardegna (il 19 maggio 2007, quand’era sindaco di Sant’Antioco, riuscì a convincerlo, con grande orgoglio, a visitare Sant’Antioco e Portovesme). è stato consigliere regionale per cinque legislature consecutive, dal 1969 al 1994, quando, dopo la scomparsa della DC, travolta da “Tangentopoli” (nella quale non è mai stato coinvolto), non si è ricandidato. è stato per tre volte assessore regionale dei Trasporti, dal gennaio 1977 all’ottobre 1978 nella Giunta Soddu, dall’ottobre 1979 al settembre 1980 nella Giunta Ghinami e dal luglio 1982 al giugno 1984 nella Giunta Rojch. Dal dicembre 1978 al giugno 1979 è stato assessore alla Difesa dell’Ambiente nell’ultima Giunta Soddu e, infine, ha ricoperto l’incarico di assessore dei Lavori pubblici, fino al novembre 1992, nella Giunta Cabras. Quando era già in pensione da diversi anni, nel 2002 ha accettato di guidare una lista civica alle elezioni per il rinnovo del Consiglio comu- Tra loro, tanti dei protagonisti della vita politica regionale degli ultimi decenni, con i quali Eusebio Baghino ha condiviso una lunga esperienza nella Democrazia Cristiana o si è confrontato da alleato o avversario politico. E ancora sindaci e amici di diversi comuni del territorio e tanti concittadini. La sua tragica scomparsa lascia Eusebio Baghino il giorno dell’insediamento da sindaco di Sant’Antioco. nale di Sant’Antioco ed il 27 maggio è stato eletto sindaco. Conclusa la consiliatura, non si è ricandidato. I funerali sono stati celebrati il 14 febbraio nella chiesa di Nostra Signora di Bonaria, all’ingresso del paese, rivelatasi insufficiente ad accogliere tutte le persone che non sono volute mancare per dargli l’ultimo saluto. un grande vuoto nel mondo politico dell’Isola di Sant’Antioco, del Sulcis Iglesiente e della Sardegna intera, perché al di là delle differenti posizioni, è innegabile che Eusebio Baghino sia stato uno dei principali protagonisti di oltre mezzo secolo di storia politica della Sardegna. Giampaolo Cirronis Il comune di Carbonia continua ad opporsi ai diversi progetti “NO” alle pale eoliche a Monte Sirai I l comune di Carbonia continua ad opporsi all’installazione di pale eoliche nelle vicinanze del Parco Archeologico di Monte Sirai e del Nuraghe Sirai. Nel corso della Conferenza dei Servizi, convocata presso l’assessorato regionale dell’Ambiente lo scorso 29 gennaio 2015 dal servizio sostenibilità ambientale, valutazione impatti e sistemi informativi ambientali (SAVI), l’Amministrazione comunale, rappresentata dall’assessore dell’Urbanistica Mauro Esu e dall’assessore dell’Ambiente Franco Manca, ha confermato il suo parere negativo alla proposta dell’installazione di aerogeneratori in località “Su Campu sa Domu”. Dopo la precedente bocciatura da parte del SAVI, avvenuta alcuni mesi fa, il TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) ha riaperto la procedura. L’Amministrazione comunale di Carbonia, in attesa della sentenza prevista per ottobre, ha con- fermato in sede regionale la sua netta contrarietà all’installazione di pale eoliche nelle zone in prossimità Servizi, al fine di sostenere l’improcedibilità del progetto. Nel Sulcis, dal mese di novem- Le pale eoliche proposte con il progetto Auras. delle aree archeologiche. Il Comune integrerà ulteriormente la documentazione presso la Conferenza dei bre 2011, è in esercizio il grande parco eolico realizzato a Portovesme da Enel Green Power. La Giunta Gariazzo ha approvato l’atteso progetto esecutivo Iglesias, decolla il Centro intermodale L a Giunta comunale di Iglesias ha approvato il progetto esecutivo del Centro Intermodale elaborato dal raggruppamento temporaneo di imprese rappresentato dalla Tecnolav Engineering. L’elaborato progettuale ha superato la fase di validazione dopo aver recepito tutte le richieste di modifica presentate dagli altri soggetti coinvolti nella realizzazione dell’importante opera infrastrutturale: Rete Ferroviaria Italiana (R.F.I.), Azienda Regionale Sarda Trasporti (A.R.S.T.), Agenzia Regionale Edilizia Abitativa (A.R.E.A) e Assessorato dei Trasporti della Regione Sardegna. Il prossimo passo sarà la pubblicazione della procedura di gara per la realizzazione dei lavori. Per poter appaltare i lavori è necessario che il Comune abbia la piena Il Centro direzionale di Iglesias. disponibilità delle aree. All’atto dell’insediamento della Giunta Gariazzo, questa fase era attuata solo in parte. L’impegno maggiore dell’asses- sorato ai Lavori pubblici, in questo ultimo anno, è stato quello per poter ottenere la cessione, a prezzo simbolico e in comodato, di tutte le superfici non comunali. Operazione conclusa nei mesi scorsi. «L’opera - commenta il sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo - rappresenta un obiettivo ad alta valenza strategica per lo sviluppo della città e del territorio. Stiamo facendo tutto il possibile per portarla a conclusione nonostante le innumerevoli difficoltà, soprattutto burocratiche, che giornalmente incontriamo lungo il percorso. Quanto prima sarà bandita la gara d’appalto.» Il ricordo di Lucia Pittau, vice sindaco della sua Giunta «Ho conosciuto un gigante!» N on mi conosceva, non lo conoscevo personalmente, qualcuno aveva fatto il mio noLucia Pittau. me. Mi ha telefonato assiduamente, tutte le sere per due mesi. Poi l’incontro personale nella sua amata Maladroxia… in cui volevo dirgli “non mi candiderò”. Non lo feci. I suoi modi mi indussero ad accettare. Mi disse che anche Lui, dopo tanti anni, si proponeva alla guida del nostro paese in difficoltà. Accettai, vincemmo le elezioni comunali del 2002. Capii chi era l’on. Baghino ai comizi in campagna elettorale e durante il “porta a porta”. Io ero una sconosciuta e decine e decine di famiglie mi spalancavano la porta: a lui grati, affezionati, riconoscenti. Cominciò l’avventura. Uomo forte e decisionista. Ma tutt’altro che autoritario, talvolta troppo democratico. Capace di ascoltare, capace di chiedere scusa, affettuoso, chiassoso ma anche silenzioso e riflessivo. Diverso sì, di una mentalità propria, stravagante e originale, capace di perdonare l’imperdonabile; gli attacchi esagerati non lo scalfivano, me ne stupivo. Mi diede mille consigli e fiducia, anche nei momenti di sua assenza sapevo che ci sarebbe stato. Amavo ascoltare i suoi racconti di “storia vissuta”, storia di Sardegna, d’Italia e d’Europa e quando ascoltavo quei racconti pensavo anche io d’esser stata fortunata ad incontrarlo e capivo molte più cose di quanto avessi visto o letto in giovane età. Talvolta sembrava un marziano, così diverso e “superiore” allo stesso Chi era Eusebio? Cosa rappresentava? Un soldato nuragico? Sacerdote o guerriero? Con quello scudo, come a protezione di tutti da qualcosa proveniente dal cielo o dalla L’intervento all’inaugurazione del Museo intitolato a Ferruccio Barreca. tempo lo sembrava per umiltà e generosità. Finita l’avventura amministrativa è rimasto un rapporto di amicizia che terrò per sempre. terra? Ho conosciuto un gigante, il gigante di S’Ega Marteddu. Ci mancherà… sicuro. Lucia Pittau Ottavia Salidu si è spenta serenamente il 20 febbraio, a 105 anni Sant’Antioco ha perso la sua nonnina S ant’Antioco ha perso la sua nonnina. Aveva 105 anni. Ottavia Salidu se n’è andata in silenzio venerdì 20 febbraio, nella sua casa di piazza Parrocchia. Nata il 12 ottobre 1909, era la più longeva nonnina di Sant’Antioco e del Sulcis. Il 22 febbraio, alle 11,45, si sono svolti i funerali, partendo dalla Basilica. A ricordarla sarà tutta la città che si è unita al dolore dei suoi tre figli, dei sei nipoti e dei due pronipoti, nonché di parenti e conoscenti. Nonna Ottavia viveva da sola, assistita da una badante. Nonostante da anni fosse costretta a vivere in carrozzella, non aveva perso il suo spirito gioioso, la sua arguzia e i ricordi di una vita che divideva con i tanti ospiti che, passando in piazza Parrocchia, non mancavano mai di entrare in casa per salutarla. Per oltre un secolo è stata testimone e memoria storica dei tanti avvenimenti succedutesi in città. Ricor- dava con facilità le poesie imparate a scuola che ha iniziato a frequentare nel periodo della grande guerra. vita col marito Nicolino, che l’ha lasciata vedova trent’anni fa e i viaggi fatti dopo l’ultima guerra a Torino, Ottavia Salidu il giorno del suo 105°compleanno (12 ottobre 2014). Le passeggiate nella campagna del padre, appena fuori città, per innaffiare l’orto e raccogliere la frutta. La Roma e due volte in Algeria, dove si è recata a trovare il figlio emigrato. Tito Siddi Iniziativa dell’associazione Amici della miniera di Carbonia Grande festa per i 100 anni di Giovannino Longu L ’associazione Amici della miniera ha organizzato i festeggiamenti per il compimento dei cento anni dei minatori in pensione Giovannino Longu e Severino Scotto. Il 14 febbraio, nei locali dell’associazione sportiva di Medadeddu, è stato festeggiato Giovannino Longu. Il 19 febbraio, alle ore 17.00, nei locali adiacenti la chiesa di Barbusi, in via Santa Maria delle Grazie, verrà festeggiato Severino Scotto. Il 2 febbraio, l’associazione Amici della miniera, ha festeggiato i 100 anni del minatore in pensione Efisio Caria, di Bacu Abis. Foto ricordo del 100° compleanno di Giovannino Longu. IL NUMERO 279 6-7_IL NUMERO 181 3/10 04/03/15 23:08 Pagina 1 6 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015 Spazio redazionale a cura del Comune di Carbonia Le Linee guida del Bilancio 2015 del Comune di Carbonia L ’Amministrazione del Comune di Carbonia presenta le Linee guida del Bilancio di previsione per l’anno 2015, che dovrà essere approvato dal Consiglio comunale. La situazione Carbonia si trova, ancora una volta, a dover fare i conti con ulteriori tagli, che si sommano a quelli precedenti, rendendo sempre più complesso predisporre il Bilancio. Questo si traduce, per il Comune di Carbonia, in un taglio sulle spese correnti per il 2015, da parte dello Stato, di circa 1.379.000 euro. Complessivamente l’entità dei tagli (sempre sulle spese correnti) nell’ultimo quinquennio, è di quasi sei milioni di euro. aumento di tasse o imposte, mentre le tariffe di alcuni importanti servizi a richiesta individuale, come ad esempio l’Asilo nido o il servizio Mensa scolastica, vengono ridotte del 10%. Questo vuol dire che chi usufruisce di tali servizi potrà beneficare di un risparmio concreto. Non è un caso che le tariffe diminuiscano in un settore fon- parziale, che potranno ridurre ulteriormente la tassazione a carico dei cittadini che hanno sempre pagato. È in corso, inoltre, un’importante vertenza con la Regione Sardegna per arrivare alla Tariffa Unica dei costi per lo smaltimento dei rifiuti. Se si realizzasse questa soluzione, per la quale sono arrivati i primi segnali positivi, Le scelte In questa difficile situazione, l’Amministrazione comunale è stata chiamata ad individuare obiettivi e principi da seguire e a fare delle scelte. Su questo punto non ci sono stati dubbi o perplessità: mettere al primo posto i cittadini, le loro esigenze, i loro bisogni. Tutto questo attraverso uno sguardo di prospettiva, capace di andare oltre l’immediato, e individuando percorsi per la Carbonia di oggi e di domani. Le strade e le scelte per far fronte ai nuovi tagli di risorse imposti dal Governo potevano essere diverse: si sarebbe potuto agire sulla leva fiscale, vale a dire si sarebbero potute aumentare le tasse o le imposte per ottenere maggiori entrate per le casse comunali; questa ipotesi non è stata presa in considerazione, poiché si sono voluti difendere gli interessi dei cittadini che già sopportano, purtroppo, un rilevante peso fiscale. Un’altra soluzione poteva essere trovata nella riduzione dei servizi essenziali, cioè eliminare alcuni tra i tanti servizi offerti ai cittadini, frutto di una politica pluridecennale che ha sempre investito nella qualità della vita degli abitanti di Carbonia. Anche questa ipotesi è stata scartata: la Amministrazione comunale ha sempre rifiutato questo tipo di soluzione, che molti altri Comuni si trovano costretti ad attuare. L’Amministrazione del Comune di Carbonia ha scelto, invece, di percorrere un’altra strada: l’intensificazione della lotta all’evasione fiscale che potrebbe permettere di recuperare il mancato gettito dell’Imu per circa 1.400.000 euro. Risparmio per i cittadini Grazie a questa scelta e nonostante le difficoltà, il Bilancio di previsione 2015 del Comune di Carbonia non prevede alcun Il Municipio. damentale come quello dell’istruzione e della formazione degli adulti di domani. Questa scelta è frutto della volontà politica di investire sui giovani e sulla loro formazione culturale, professionale e civica. Un altro importante risparmio concreto di cui i cittadini potranno beneficiare deriva dalla riduzione delle tariffe Tari. Grazie al nuovo piano economico del ser- si avrebbe un ulteriore e importante risparmio che inciderebbe in maniera considerevole sull’abbattimento delle tariffe. Da subito, questa vertenza ha visto il Comune di Carbonia in prima fila nel confronto con la Regione. L’impegno del nostro Comune proseguirà sino al raggiungimento di un risultato positivo. Attraverso il nuovo servizio di raccolta e gestione dei rifiuti, al cittadino offerti dall’Amministrazione: partendo dai Servizi Sociali che complessivamente valgano oltre 8 milioni di euro (di cui circa 2 milioni di fondi comunali), ovvero circa un terzo del Bilancio comunale complessivo, che si attesta intorno ai 30 milioni di euro. In una situazione socio-economica come quella attuale i servizi per i meno abbienti rappresentano uno degli elementi caratterizzanti le scelte di questa Amministrazione che, anche per il 2015, conferma gli interventi per offrire opportunità occupazionali ai cittadini in situazione di disagio. Nel solo 2014, il Comune ha offerto circa 150 opportunità di lavoro che, seppur a tempo parziale e per una durata di circa 6 mesi, hanno dato una risposta alle necessita di tante persone in difficoltà. Il Bilancio comunale, così come da diversi anni a questa parte, si orienta sempre più verso i Servizi alla Persona. Nel Settore Sociale, anche per il 2015, resteranno attivi, infatti, tutti i servizi che si sono caratterizzati per un buon funzionamento e che fanno del Comune di Carbonia un esempio, almeno in campo regionale, per l’attenzione alle esigenze sociali dei cittadini. Parliamo, ad esempio, della Ludoteca comunale (che ogni anno organizza diversi laboratori rivolti ai più giovani ed è gestita in ambito sovracomunale tramite PLUS), la Colonia estiva per i ragazzi, l’assistenza in strutture o l’assistenza alle persone in difficoltà, i servizi per gli anziani, la Sala Prove musicali (sempre in ambito PLUS) e tanti altri servizi. l’istituto Sebastiano Satta di via della Vittoria - 1.500.000 euro); gli interventi per la rete idrica (2.000.000 di euro) e per la pineta di Rosmarino (250.000 euro); per l’installazione di videocamere di sorveglianza in Città (il Comune di Carbonia si è aggiudicato di recente un bando); gli interventi nell’area della Grande Miniera di Serbariu (300.000 sto, pari a 200.000 euro, per il cofinanziamento dei Bandi Ras e per altri piccoli interventi. Le Entrate Sotto il profilo tributario, per quel che concerne le entrate proprie del Comune, il quadro è così riassumibile: sul versante ICI, per gli arretrati dell’anno 2010, si Il Museo della Grande Miniera di Serbariu. euro per l’illuminazione a cui si aggiunge la nascita del Camper service). Al fine di avere maggiori risorse da destinare agli investimenti pubblici in Città, per contribuire alla ripresa dell’economia locale, l’Amministrazione comunale ha anche rinegoziato i mutui accesi, in precedenza, dal Comune di Carbonia. Premettendo che questa Amministrazione non ha mai acce- presume di incassare 300.000 euro; dagli arretrati IMU si presume di incassare 1.400.000 euro, mentre per il gettito 2015 si incasseranno 2.200.000 euro; con l’addizionale Irpef: 1.850.000 euro; con la Tasi: 1.700.000 euro; dal Fondo di solidarietà statale 795.000 euro (mentre sino a qualche anno si poteva contare su una cifra superiore ai sei milioni di euro); dal Fondo Unico Regionale si otterranno 5.400.000 euro. Investimenti Un altro asse portante della proposta di Bilancio riguarda gli investimenti. Grazie all’alleggerimento del Patto di Stabilità, il 2015 vedrà la realizzazione di diversi interventi, in particolare sugli impianti di illuminazione, rete idrica, strade e marciapiedi. L’impianto di trattamento dei rifiuti di Sa Terredda. vizio di gestione dei rifiuti, i cittadini potranno avere un risparmio di almeno il 10-15%. Il risparmio è dovuto principalmente al rinnovo del servizio di raccolta e gestione rifiuti che sta per partire e prevede diverse migliorie e razionalizzazioni. A questi risparmi l’Amministrazione conta di sommare gli effetti positivi della riduzione del prezzo a base d’asta della gara per l’affidamento del servizio e della lotta all’evasione fiscale totale e che ha accolto diversi suggerimenti presentati dai cittadini nel corso delle diverse assemblee pubbliche convocate dall’Amministrazione, il Comune raggiungerà due importanti risultati: il miglioramento del servizio e la riduzione delle tariffe. Mantenere i servizi Un ulteriore elemento positivo della bozza del Bilancio è il mantenimento di tutti i servizi In questo contesto, da ultimo, la Regione ha finanziato due nuovi progetti presentati dall’Amministrazione comunale: uno relativo all’impianto di illuminazione pubblica finalizzato al risparmio energetico (1.300.000 euro), il secondo per la riqualificazione di Piazza Ciusa (400.000 euro). Questi due interventi, immediatamente cantierabili, si dovranno concludere e rendicontare entro il 30 settembre 2015. La serie di progetti in programma, per cui si dispone già dei fondi, è molto più vasta: gli interventi per le strade e i marciapiedi cittadini (700.000 euro nel 2015 e 800.000 euro nel 2016); negli edifici scolastici della Città (come ad esempio nel- I lavori in corso nello stabile dell’Istituto Comprensivo Satta di via della Vittoria. so nuovi mutui, si è proceduto alla rinegoziazione di quelli “aperti” allungandone le scadenze. Questa operazione ha portato a una riduzione dell’incidenza sul Bilancio delle somme da accantonare per il pagamento degli stessi mutui. Il risparmio così ottenuto sarà destinato, appunto per l’anno 2015, alla realizzazione di cantieri: 700.000, euro per strade e marciapiedi, 90.000 euro per le palestre di Cortoghiana e Bacu Abis, il re- In conclusione, nella consapevolezza della difficoltà economica di questo preciso momento storico, possiamo dire che la situazione complessiva è rimasta solida ma non è ancora prospera. Anche per questo il Comune di Carbonia è impegnato, su vari fronti, ad esempio con la Regione Sardegna, a trovare nuove soluzioni per far fronte alla crisi e dare nuovo impulso alla ripresa economica. Continua l’impegno del Comune di Carbonia contro la chiusura dell’Ufficio Postale di Cortoghiana I l 22 febbraio 2015, nel corso di un’affollata assemblea, il Sindaco Giuseppe Casti ha informato i cittadini di Cortoghiana sull’esito dell’incontro con Poste Italiane, chiesto dall’Amministrazione comunale per discutere del futuro dell’Ufficio dell’importante frazione. Durante l’incontro avvenuto venerdì 20 febbraio, a Cagliari, il Sindaco ha presentato tutti i problemi che deriverebbero dalla chiusura dell’Ufficio Postale di Cortoghiana. Cortoghiana ha una popolazione superiore a quella di molti Comuni della Sardegna (2.478 abitanti al Censimento del 2011) e la chiusura del suo Ufficio Postale darebbe origine ad un disservizio inaccettabile. La chiusura dello Sportello, Cortoghiana - Piazza Venezia. che per questione logistiche serve anche buona parte degli abitanti di Nuraxi Figus, obbligherebbe i cittadini a recarsi presso gli uffici postali di Carbonia o Bacu Abis, con gravi danni per tutti gli utenti, in particolare per i più anziani. Per tutte queste ragioni il Sindaco ha confermato l’assoluta contrarietà alla decisione di chiudere lo Sportello. La Rappresentante delle Poste Italiane ha chiesto tempo per potersi relazionare con gli uffici Centrali. L’Amministrazione del Comune di Carbonia ribadisce la totale opposizione alla chiusura dell’Ufficio Postale di Cortoghiana o al suo ridimensionamento. L’Ufficio - propone il Sindaco Giuseppe Casti - andrebbe invece potenziato. IL NUMERO 279 6-7_IL NUMERO 181 3/10 04/03/15 23:08 Pagina 2 7 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015 Spazio redazionale a cura del Comune di Carbonia 1.700.000 euro per illuminazione pubblica e Piazza Ciusa L a Giunta del Comune di Carbonia ha approvato due importanti progetti, per i lavori di sistemazione di Piazza Ciusa e degli impianti di illuminazione pubblica, per un valore complessivo di 1 milione e 700.000 euro. I due progetti, rientranti nelle opere di immediata cantierabilità, sono stati approvati e hanno ottenuto il finanziamento da parte della Regione Sardegna, a valere sui fondi Comunitari POR FESR 2007-2013. I lavori dovranno essere conclusi entro il 30 settembre 2015. L’intervento di riqualificazione di Piazza Ciusa, del valore complessivo di 400.000 euro, ha l’obiettivo e la finalità di: favorire la rinascita di un Centro Commerciale Naturale come punto di riferimento per uno sviluppo delle attività socioeconomiche nel rispetto, valorizzazione e recupero del patrimonio esistente; aumentare il livello di sicurezza per i pedoni con l’eliminazione delle barriere architettoniche; dare un contributo al completamento della riqualificazione del sistema delle piazze di Carbonia, valorizzando il patrimonio architettonico della Città. I lavori consistono nella creazione di un “salotto urbano”, capace di accogliere cittadini e clienti degli esercizi commerciali, attraverso l’ampliamento dei nuovi spazi pedonali, ad oggi sostanzialmente delimitati dai portici. La definizione di nuovi spazi pedonali sarà ottenuta riducendo l’ampia sede stradale, in corrispondenza del grande spazio vuoto di piazza Ciusa. I nuovi spazi saranno pavimentati con lastre di granito grigio, sia nell’area sotto i portici, sia negli spazi vicini, dove saranno collocate le panchine, i pali luminosi, gli alberi e ulteriori elementi di arredo urbano. I lavori prevedono l’abbattimento delle barriere architettoniche, grazie alla geometria dei nuovi spazi pavimentati e grazie all’inserimento di alcuni accessi che daranno la possibilità di raggiungere più facilmente gli spazi dei portici. È previsto, inoltre, l’inserimento di “maniglioni” corrimano (particolarmente indicati per gli anziani, i bambini e tuzione, con tecnologia LED di varia potenza, di oltre 1.500 corpi illuminanti (oggi dotati di lampade ai vapori di sodio ad alta pressione). Con questo intervento di riqualificazione si provvederà a sostituire un ulteriore 25% dell’impianto di illuminazione cittadino, costituito da un totale di 6.219 centri luminosi. I nuovi corpi illuminanti avranno un consumo energetico ridotto del 45-50% rispetto a quelli precedenti, permettendo quindi un risparmio consistente. «Con i lavori di Piazza Ciusa, da una parte si vuole prose- Il Mercato Civico e Piazza Ciusa. i cittadini con problemi di mobilità), per favorire l’accesso ai portici attraverso le scale. La riqualificazione tecnologica e l’efficientamento energetico di parte dell’impianto di illuminazione pubblica del Comune di Carbonia - del valore complessivo di 1.300.000 euro - ridurrà i consumi energetici e le emissioni, attraverso l’utilizzo di nuove soluzioni tecnologiche. Il progetto, che è la prosecuzione di un intervento già in corso da diversi anni, prevede la sosti- guire nel progetto di riqualificazione architettonica di Carbonia, rendendo gli spazi pubblici sempre più a misura di cittadino, dall’altra si vuole contribuire alla ripresa dell’attività commerciale del Centro che, negli ultimi anni, affronta grosse difficoltà - spiega l’Amministrazione -. L’intervento sull’illuminazione porterà un’importante riduzione dell’impatto ambientale e un risparmio che potrà essere destinato ad altri interventi per la Città.» Bando per la gestione degli impianti sportivi I l Comune di Carbonia ha pubblicato il Bando di gara con procedura aperta per la concessione della gestione degli impianti sportivi comunali senza rilevanza economica di Is Gannaus e Cortoghiana. È possibile scaricare il Bando dal sito www.comune.carbonia. ci.it (sezione Bandi di Gara Concessione di Beni). Le domande di partecipazione devono essere presentate all’Ufficio Protocollo del Comune di Carbonia, in Piazza Roma 1, tramite raccomandata A/R, corriere autorizzato, posta celere o consegna a mano, entro e non oltre le ore 12.00 del 27 aprile 2015. Ulteriori informazioni possono essere richieste presso l’Ufficio Pubblica Istruzione in via Mazzini 68. Tel. 0781.663858. Bando assegnazione 60 alloggi a canone convenzionato L ’Amministrazione del Comune di Carbonia informa che è stato pubblicato il Bando per l’assegnazione di 60 alloggi a canone convenzionato, di proprietà di A.R.E.A. (Ex Iacp), situati in via Ogliastra. Il Bando riguarda: • 20 alloggi di tipologia “bifamiliare” in locazione permanente; • 20 alloggi di tipologia “bifamiliare” in locazione per almeno 8 anni con proprietà differita; • 20 alloggi tipologia “bifamiliare” in locazione a termine per almeno 15 anni. Dei 60, 16 alloggi (della tipologia in affitto per almeno 8 anni con proprietà differita) sono in via di ultimazione, mentre gli altri 44 sono in fase di costruzione. Le domande devono essere presentate entro le ore 12.00 del 16 marzo 2015: - a mano all’Ufficio Protocollo Generale del Comune di Carbonia in Piazza Roma; - spedite con raccomandata A/R (in tal caso farà fede il timbro dell’ufficio postale) al seguente indirizzo: Comune di Carbonia - Ufficio Patrimonio, Politiche per la Casa, Piazza Roma 1, 09013 Carbonia. I moduli possono essere ritirati presso: la Portineria del Comune di Carbonia (Uscieri, piano terra Palazzo Comunale); le sedi delle ex Circoscrizioni di Cortoghiana e Bacu Abis; la sede di AREA, distretto di Carbonia, via Angioy 2; scaricati dal sito internet www. comune.carbonia.ci.it (sezione Bandi e Concorsi - Altri Bandi). Per ulteriori informazioni, l’Ufficio Politiche per la Casa, al primo piano del Palazzo Comunale potrà essere contattato dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 12.00. Telefono: 0781.694232 - 0781.694247. I bandi per i terreni comunali Bando per terreni area “Sa Perda Bianca - Carbonia 2” Sono stati riaperti i termini per la vendita dei lotti edificabili situati nell’area “Sa Perda Bianca - Carbonia 2”. La priorità sarà data alla categoria dei “singoli cittadini”, seguirà la categoria delle “Imprese di costruzione e loro consorzi”. Le domande devono essere presentate entro le ore 12.00 del 27 marzo 2015. I lotti hanno una superficie che va da un minimo di 237 sino ad un massimo di 421,52 mq e un costo di 61,08 euro a mq (più 20,21 euro a metro cubo per le opere di urbanizzazione primaria). La tipologia delle costruzioni prevista è quella bifamiliare. Sarà data priorità di scelta, nell’assegnazione, ai partecipanti al precedente bando pubblicato in data 5 marzo 2014. Bando per terreni Piano di Zona Cortoghiana Nuova scadenza per partecipare al Bando Pubblico che permette l’acquisto di terreni edificabili (sublotti 50B e 50C) disponibili nel Piano di Zona “Ampliamento Cortoghiana” destinati ai cittadini che intendono realizzare direttamente gli interventi di costruzione dell’abitazione per il proprio nucleo familiare. Le domande devono essere presentate entro le ore 13.00 del 27 marzo 2015. I terreni, che consentono la realizzazione di alloggi a schiera, hanno il costo di 9.167,40 euro, comprese le urbanizzazioni primarie. Ciascun terreno è grande 180 metri quadri. Bando terreni via Brigata Sassari - via Balilla - via Sguotti L’Amministrazione del Co- mune di Carbonia informa che sono stati riaperti i termini per presentare le domande di partecipazione al Bando per l’acquisto di terreni edificabili situati nell’area compresa tra via Brigata Sassari, via Balilla e via Sguotti. Le domande dovranno essere presentate entro le ore 12.00 del 30 marzo 2015. I dieci lotti, che hanno una superficie di 440 mq (8 lotti) e 320 mq (2 lotti), hanno un costo di 96,15 euro a mq (più 33,07 prese le urbanizzazioni primarie. Ciascun terreno è grande 156 metri quadri. Come Consegnare le domande Per ciascuno dei 4 bandi le domande dovranno essere indirizzate al Comune di Carbonia - Ufficio Patrimonio, Piazza Roma n. 1 - 09013 Carbonia e consegnate all’Ufficio Protocollo Generale del Comune di Carbonia (palazzo Comunale, Front Office) o inviate tra- La planimetria del Piano di zona “Sa Perda Bianca”. euro a metro cubo per le opere di urbanizzazione primaria). Bando terreni Piano di Zona Santa Caterina Sino alle ore 13.00 del 30 marzo 2015 è possibile presentare la domanda di partecipazione al Bando per l’acquisto di terreni edificabili (sublotto 1D) disponibile nell’ambito del Piano di Zona “Santa Caterina”. Possono partecipare i “singoli cittadini” che intendono realizzare direttamente gli interventi di costruzione dell’abitazione per il proprio nucleo familiare. I terreni, che consentono la realizzazione di alloggi a schiera, costano 18.112,28 euro, com- mite raccomandata A/R. In caso di spedizione tramite raccomandata A/R farà fede il timbro postale. I bandi e i moduli di domanda potranno essere ritirati presso la portineria del Comune o scaricati dal sito internet del Comune di Carbonia, all’indirizzo www.comune.carbonia.ci.it, nella sezione Bandi e Concorsi - Altri Bandi. Informazioni Ufficio Patrimonio dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 12.00; il martedì pomeriggio dalle ore 16.00 alle ore 17.00. Telefono: 0781/694281694232-694237. La Mostra “Camera Obscura” sarà visitabile fino al 20/05 L a Mostra “Camera Obscura”, della scultrice Anna Saba, inaugurata lo scorso 20 febbraio, sarà visitabile sino al 20 maggio 2015 presso il PAS Museo Paleontologico E.A. Martel del Comune di Carbonia, nella Grande Miniera di Serbariu. Alcune volte nelle mostre dei diversi Musei, anche quelli più grandi e famosi, nelle descrizioni degli oggetti esposti, compaiono termini scientifici che aprono le porte a numerosi dubbi. La Camera Obscura realizzata da Anna Saba nel Museo Paleontologico cerca di elimina- re queste incertezze, facendo scoprire al visitatore, attraverso reperti reali e quattro “falso similitudini” da lei create, come si possa indagare con gli occhi della fantasia ed essere capaci di distinguere il vero dal falso. Le opere, concepite e realizzate da Anna Saba, riproducono resti che si possono immaginare in un Museo e sono segni che nascono dai reperti di una esposizione, in questo caso di un museo paleontologico, luogo della memoria per eccellenza. I visitatori, seguendo le “orme di Darwin”, saranno accompagnati e guidati lungo tutto il percorso espositivo. All’interno del Museo è stata allestita anche la rappresentazione di una vera e propria camera oscura, che permetterà, a grandi e piccoli, attraverso fori applicati ad una parete, di osservare il laboratorio di Darwin e di fare un affascinante “viaggio” all’interno del suo mondo. La Mostra è visitabile tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Il Comune di Carbonia invita i cittadini e le scuole a visitare la mostra. Telefono: 0781.662199 - Email: [email protected] - guide @pasmartel.it - Direzione: dire [email protected] è stato selezionato il progetto grafico per la “Panchina libro” dell’Istituto scolastico Deledda - Pascoli di via Balilla È stato scelto il progetto grafico-pittorico che arricchirà la “panchina - libro”, installata nella sede di via Balilla dell’Istituto comprensivo Deledda - Pascoli. Questa iniziativa rientra nel progetto-concorso ideato dalla SO.MI.CA: “Il libro dei sogni - il futuro che vorrei”. Il progetto consiste nella installazione di una panchina a forma di libro, resa originale grazie al progetto grafico che sarà realizzato dagli stessi studenti che lo hanno ideato. La “panchina - opera d’arte” rappresenta un libro aperto che raccoglierà, su “due pagine”, i sogni dei giovani sul proprio futuro. Per raggiungere questo obiettivo gli alunni della scuola sono stati impegnati nell’ideazione del progetto grafico. Dopo una prima preselezione, la La panchina libro. Commissione esaminatrice ha scelto tra i tre lavori presentati dalle classi tenendo conto dell’originalità, dei contenuti artistici e dell’attinenza alla tematica del progetto. La “panchina - libro” sarà presentata a completamento dei lavori. Attraverso questo progetto, che sarà proposto anche ad altri Istituti scolastici, si è voluto mettere insieme i sogni e le capacità artistiche dei giovani, aiutandoli a riflettere su quello che vorranno dalla vita di domani e sul come impegnarsi per realizzarlo. Il Sindaco e l’Amministratore Delegato della SO.MI. CA. ringraziano gli studenti, gli insegnanti e la Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo Deledda - Pascoli, per aver accolto il progetto con grande entusiasmo e impegno. IL NUMERO 279 4-9_IL NUMERO 181 3/10 05/03/15 09:23 Pagina 2 Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015 9 La Provincia del Sulcis Iglesiente Lo scorso 17 gennaio, con la festa di sant’Antonio Abate, il Carnevale dell’anno 2015 è entrato in piena attività L’antica leggenda dei maiali minatori Carbonia è forse l’unica città sarda a non avere alcuna maschera la cui origine si possa far risalire ad una tradizione popolare antica. I l 17 di gennaio, con la festa di sant’Antonio Abate, o come si dice in numerosi luoghi della Sardegna, di sant’ Antonio de su fogu, il carnevale dell’anno 2015 è entrato in piena attività. Sant’Antonio de su fogu perché la leggenda narra che il santo monaco, abbia donato all’uomo, che ancora non ne aveva il dominio, il fuoco, rubandolo alle braci infernali, approfittando del trambusto provocato dal maialino che era entrato nell’inferno, sfuggendo alle mani del suo protettore. Ecco spiegata la presenza del porcellino, che compare nell’iconografia tra le braccia del Santo, il quale tra le sue numerose incombenze avrebbe anche quella di protettore degli animali. Ogni paese, anche in Sardegna, ha per il carnevale, una maschera tipica, spesso anche uguale o simile a quella di altre comunità, la cui origine si perde, per usare una frase fatta ed abusata, nella notte dei tempi. Ecco allora che Mamoiada ha le sue maschere antichissime dal terrificante aspetto, i Mamuthones, Ottana ha i boes dalle lunghe corna, i merdules e sa filonzana, terribile parca nostrana che con un taglio netto delle sue forbici da tosatore, spezza il filo della vita, a Orotelli i Turpos, sa maschera a lenzolu di Aidomaggiore, e così di seguito con l’esercito di Maimones, Urtzus, Bardianos, Majaias, Bundus o gli inquietanti Colonganos, fino a re Jorgi, re Giorgio, il fantoccio che viene bruciato nell’ultimo giorno della festa come simbolo di morte e rinascita della natura in primavera, stagione annunciata e propiziata dalla fine del carnevale. Carbonia è, forse, l’unica città della Sardegna a non avere alcuna maschera la cui origine si possa far risalire ad una tradizione popolare antica, di quelle che i nonni tramandano ai loro nipoti e che hanno ricevuta in eredità dai loro antenati, attraversando gli anni e le generazioni. è questa una condizione ovvia, dato che la nostra è, come direbbero gli inglesi che di tradizioni se ne intendono, una new town, una città nuova, contando appena 76 anni e qualche mese, un’età considerevole per un essere umano ma, ritenuta poco più che neonata, per la vita di una città. Iglesias, di anni, ne conta almeno 758, per non parlare dalle più antiche Porto Torres, Alghero, Sassari e Cagliari o della vicina Sant’Antioco, che gli anni li conta a millenni, potendo vantare, nientedimeno che lontanissime origini fenicie, centinaia di anni prima dell’era cristiana. Ma giovani o vecchie che siano le città, prima o poi danno vita alle loro particolari tradizioni. Ecco allora che si è cercata una maschera, che in qualche modo fosse ancorata a qualche aspetto specifico e caratterizzante della città e dei suoi abitanti. Qual è, ci si è chiesti, l’elemento più significativo della città, che le ha addirittura dato il nome? Il Carbone, è ovvio, è stata la naturale risposta. Poi, per creare un qualcosa che potesse essere una maschera, le si è aggiunto, artificiosamente, un animale cornuto non legato ad alcun fatto, episodio o ricordo che, in qualche modo, lo giustificasse. è nato così Crabò, una sorta di chimera, un capro tutto nero, di aspetto vagamente diabolico. Ora, tutto è lecito in carnevale, ma mi domando, non sarebbe meglio legare questa nascita ad un episodio, ad un fatto accaduto o a un personaggio realmente esistito? Avanzo, dunque, un invito ai vecchi minatori, a coloro che parteciparono alla fondazione della città a far emergere dai propri ricordi qualche fatto o personaggio che potrebbe ispirare la maschera di Carbonia. Poiché però, chi predica deve almeno un poco razzolare, comincio io ad offrire un primo contributo in questa ricerca. Ecco un episodio, accaduto nei pri- Pastori, contadini e reduci erano stati assunti in gran numero e, chi poteva, si ingegnava con lavoretti extra ad arrotondare il magro salario. Chi coltivava un orticello, chi integrava il cibo acquistato al mercato o allo spaccio, con verdure colte nei campi, o chi, come Pietro, allevava un piccolo branco di porci che, con il permesso della società, faceva pascolare e ingrassare nei terreni della Carbosarda, tra tralicci metallici dei pozzi minerari e mucchi di sterile. Il luogo preferito, da Pietro, per il pascolo dei maiali, era una porzione di terreno, oggi compresa tra i supermercati Lidl ed Eurospin. Era quella, una zona il cui sottosuolo era tutto un intrico di gallerie per la coltivazione mineraria e, alcune di queste (gallerie), si trovavano molto vicine alla superficie, tanto vicine che la volta di una di esse, indebolita da recenti pioggie, cedette d’un tratto, coinvolgendo nel crollo il branco di porci di Pietro, momentaneamente incustodito perché, il proprietario era La maschera Crabò. La maschera dei mamuthones. mi anni del dopoguerra: mi è stato raccontato da un vecchio minatore di Carbonia, il cui nome, come chiesto da lui, per ora non svelerò. Erano quelli gli anni immediatamente successivi alla fine della seconda guerra mondiale e l’Italia tutta era cosparsa di macerie e distruzioni, e non solamente materiali. Il nostro territorio, che aveva attraversato quella tragedia pressoché indenne dagli orrori di un’occupazione militare e dalla guerra civile, era comunque economicamente in condizioni di grande povertà. Fortunatamente la ricostruzione del Paese richiedeva l’utilizzo di ogni risorsa disponibile, quindi anche il carbone del Sulcis, pur non essendo di ottima qualità, doveva essere estratto e utilizzato per produrre calore ed energia. Le miniere erano dunque aperte e la produzione incrementata. Un lavoro in miniera era ambito e relativamente facile da ottenere, anche se gli stipendi erano modesti e aggrediti dalla svalutazione che, inevitabilmente era sopraggiunta a seguito della sconfitta. al lavoro. Sprofondarono dunque gli animali nel sottosuolo, insieme alla terra del crollo, per cui, non potendo più risalire alla superficie, cominciarono a vagare placidamente nelle gallerie. Fino a che, giunta ormai l’ora vicina alla fine del turno, si imbatterono in un gruppo di minatori che si avviavano verso la gabbia per la risalita. Supponiamo che lo stupore degli operai vedendosi davanti, nella luce fioca delle lanterne il branco grufolante, fosse maggiore di quello dei maiali che volevano continuare la loro esplorazione sotterranea. Certamente si sa, che superati i primi momenti di sorpresa cominciarono le risate e i commenti salaci, mentre già si scatenava l’inseguimento ai corpulenti visitatori. Ma aundi seus, anti pigau a trabballai finzas is proccus? Labai, labai commenti d’anta a pagai? A figumorisca? Custa mi da deppu arregordai, ci funti puru is proccus minadoris. Ecco come nacque la leggenda dei maiali minatori. Giuseppe Mura Le spiagge sarde si confermano tra le più belle d’Italia Tripadvisor premia il mare sardo «L a Sardegna conferma lo straordinario risultato del 2014: è l’ulteriore testimonianza dell’appeal delle spiagge sarde, certificata dal giudizio dei viaggiatori, cui speriamo si ispirino le scelte di potenziali nuovi turisti». è questo il commento dell’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio, Francesco Morandi, alla notizia che conferma l’isola, con 5 spiagge nella top 10 italiana, la regione più premiata al Tripadvisor travelers’ choice beaches awards 2015. «L’eccellenza ambientale e naturalistica, e in particolare la bellezza delle coste preservata grazie alla tutela e alla valorizzazione da parte delle amministrazioni e delle comunità locali, è uno dei tratti distintivi della Sardegna, nonché una delle dimensioni qualificanti della vision strategica della Regione, ossia l’Isola della qualità della vita - aggiunge l’assessore - la campagna promozionale della Regione su settimanali e mensili rafforzerà questo risultato.» Le 5 spiagge isolane nella clas- (nona) e Capriccioli ad Arzachena (decima). I vincitori dei Travelers’ Choice Beaches Awards sono stati decretati La Pelosa di Stintino. sifica nazionale sono La Pelosa a Stintino (terza), Cala Mariolu a Baunei (quarta), Porto Giunco a Villasimius (ottava), La Cinta a San Teodoro sulla base della qualità e quantità delle recensioni e del giudizio attribuito alle spiagge dai viaggiatori su Trip Advisor negli ultimi 12 mesi. Al teatro Electra la presentazione di un libro e uno spettacolo 8 marzo, a Iglesias due iniziative culturali Q uest’anno, in occasione della Festa della Donna, il Teatro Electra ospiterà due iniziative culturali e di spettacolo organizzate dall’Associazione “Io non ho paura” e dall’Ente Concerti “Città di Iglesias”. L’8 marzo è il giorno in cui ricorre la Giornata Internazionale della Donna per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed econo- lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni finché, l’8 marzo, il proprietario Mr. Johnson bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire dallo stabilimento. Ci fu un incendio doloso e le 129 operaie prigioniere all’interno dello stabilimento morirono arse dalle fiamme. Da allora, l’8 marzo è stata proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne. Programma della serata: ore 17.00 - “8 marzo: Non c’è niente da festeggiare”. Presentazione del libro di Angelica Piras “Regina delle ombre in Asulu Bisendi”. Concluderà il Coro di Iglesias. A cura dell’Associazione “Io non ho paura”. ore 18.30 - “Non solo 8 marzo”. Con Nadia Pische, Valeria Lilith Finazzi, De Rita, Susanna Moujie Montis, Maria Paola Loi, Piera Bua miche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui le donne sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. La data si riferisce ad un avvenimento che ha avuto luogo a New York, quando 129 operaie dell’industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a La commemorazione delle vittime è stata accolta nel mondo come la giornata simbolo del riscatto femminile. L’iniziativa di celebrare la giornata internazionale della donna fu presa per la prima volta nel 1910 da Clara Zetkin a Copenaghen durante la Conferenza internazionale delle donne socialiste. Artemisia, Manola Cirronis, Loriana Pitzalis, Anthea Atelier Nené Sorgia, Ilaria Fanni, Petula Farina, Maria Fracesca Pilloni, Alessia Tudino. Direttore artistico: Gianluca Erriu. Presenta: Nadia Pische. Service: Gennarta Servizi. A cura dell’Ente Concerti “Città di Iglesias”. Modesto Melis ritorna tra i banchi della scuola primaria Reportage di vita vissuta in un lager L a realtà tremenda dei lager nazisti, il più grande “omicidio di massa” di sempre, una tragedia senza precedenti che non dovrà ripetersi mai più. Tanti numeri a descriverla, numeri freddi che sembrano essere inferiori a quelli reali, numeri incompleti che hanno distrutto intere famiglie e riempito pagine di storia. Cifre che hanno lasciato senza fiato la IV b della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Satta di Carbonia, ma scriviamoli questi numeri... per meglio capire quante vite umane sono state sacrificate per opera della “macchina della morte” messa in moto dalla Germania nazista... ⁃ 6 milioni di ebrei morti nei lager e negli omicidi di massa; ⁃300.000 zingari Rom e Sinti morti nei campi di concentramento, anche se numerose ricerche, portate avanti nel tempo, riportano cifre che potrebbero contare fino a 800.000 vittime; ⁃ 300.000 esseri umani affetti da disabilità mentale o fisica, “eliminati” perché improduttivi; ⁃ 100.000 oppositori politici del regime nazista uccisi; ⁃ 25.000 omosessuali; ⁃ 5.000 testimoni di Geova. Numeri tragicamente approssimativi... perché alle vittime dell’Olocausto, vanno aggiunti i tanti milioni di persone che persero la vita in rappresaglie o stragi. Il 12 febbraio scorso, proprio «per ricordare le tantissime persone... uomini, donne e bambini, che non sono potuti ritornare a casa e che sono stati privati della loro libertà», Modesto Melis, un deportato che è stato prigioniero nel campo di concentramento di Mauthausen, ha incontrato gli alunni della IV b che hanno ascoltato rapiti l’esperienza vissuta e che hanno fatto innumerevoli domande, attente e precise, tant’è che nei loro quaderni si legge: Signor Modesto ci dava risposte a volte belle, a volte brutte ma sempre con il sorriso... grazie a signor Modesto abbiamo capito meglio il passato... ha visto uccidere molte persone senza motivo... ci facevano mettere i morti nelle carriole e poi dovevamo portarli nei forni a bruciare... e poi ha dovuto uccidere delle persone perché doveva scegliere tra la sua vita e la loro... anche la diret- grazie a signor Modesto ora sappiamo che sono accadute cose che neanche potevamo immaginare... la risposta più brutta è stata quando ci ha detto che i bambini erano improduttivi e per questo venivano lanciati o fucilati... Certo non è stato facile parlare di un argomento così “crudo”, a momenti il silenzio che seguiva certe risposte era carico di commozione, ma trice lo ha ascoltato meravigliata come noi... e quando signor Modesto parlava, nessuno di noi fiatava, ascoltavamo tutti... ci ha raccontato che il cibo era pochissimo e per mangiare si dovevano costruire i cucchiai, che ogni giorno gli venivano portati via... i bagni erano una fossa enorme, con una tavola appoggiata, dove le persone si sedevano per fare, davanti a tutti, i loro bisogni e c’era una grande puzza... quando è rientrato a casa era talmente magro che come lo ha visto la sua mamma è svenuta... “le pillole di storia” di signor Modesto hanno sicuramente “seminato” tra i bambini accenni di riflessioni per crescere, in vista di un futuro segnato e formato da adulti migliori, sensibili ai bisogni di tutti, attenti al rispetto del singolo e della sua diversità intesa come un valore aggiunto. Grazie Signor Modesto... grazie di cuore... Maestra Nadia e gli alunni della IV b della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Satta di Carbonia IL NUMERO 279 5-8_IL NUMERO 181 3/10 05/03/15 08:44 Pagina 1 8 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015 è stato presentato la scorsa settimana il 15° rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna redatto dall’Arpas Cresce la cultura della raccolta differenziata La Sardegna si attesta quasi 9 punti sopra la media nazionale e molto al di sopra delle medie delle regioni del Sud e del Centro. L a Sardegna, con il 51% di raccolta differenziata, è all’8° posto tra le regioni italiane più virtuose. L’eccellente risultato è emerso nel corso della presentazione del 15° rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna, redatto dalla Sezione regionale del Catasto dei rifiuti dell’Arpas, con la collaborazione degli Osservatori Provinciali dei rifiuti e dell’assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione, fatta dall’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano. La Sardegna si attesta quasi 9 punti sopra la media nazionale e molto al di sopra della medie delle regioni del Sud (28,9%) e del Centro (36,3%), su livelli comparabili con alcune regioni del Nord Italia, come Emilia Romagna (53%) e Lombardia (53,3%), ma ancora distante dal risultato del Veneto e del Trentino Alto Adige (entrambe al 64,6%). «Siamo più che soddisfatti di questi dati, che dimostrano che gli indi- rizzi che stiamo seguendo sono buoni e le politiche regionali efficaci» ha affermato l’assessore della Difesa dell’Ambiente annunciando l’avvio dei lavori, in tempi brevi, per l’aggiornamento del Piano e per redigere un disegno di legge sui rifiuti. «Rileviamo con soddisfazione che diminuisce la produzione di rifiuti, ma esiste una grande disparità tra i comuni, nella raccolta di differenziata, che oscilla tra il 75% e il 20%. Per raggiungere l’obiettivo del 65 per cento - ha aggiunto l’assessore - deve migliorare la raccolta nei grossi centri e dei comuni costieri. È nostra intenzione continuare nell’educazione e sensibilizzazione per migliorare la raccolta, recuperare materiali come il legno e accelerare per la realizzazione degli ecocentri già finanziati.» Il rapporto, relativamente al 2013, evidenzia un calo del quantitativo totale dei rifiuti raccolti sul territorio regionale e in particolare una diminuzione dei rifiuti a smaltimento. Lieve incremento del livello della raccolta differenziata, che raggiunge il 50,9%, e lieve aumento, dopo l’inversione di tendenza del 2012, del totale dei rifiuti differenziati raccolti, grazie anche all’avvio a regime di raccolte ad alta efficienza in alcuni comuni di impatto rilevante. L’aggiunta di una nuova linea di compostaggio in esercizio, e la messa a regime delle linee attivate nel 2012, ha consentito il pressoché totale recupero della frazione organica da raccolta differenziata. Si rileva una consistente diminuzione della quantità dei rifiuti mandati direttamente a discarica senza pretrattamento. Accelerare il passaggio verso il 65% della raccolta differenziata e completare la dotazione impiantistica di recupero di energia e materia sono oggi gli obiettivi delle politiche regionali di pianificazione e di incentivo, anche in vista del raggiungimento dei target di recupero effettivo per il 2020 e di riduzione dei rifiuti biodegradabili in discarica per il 2018. Il commissario Federico Testa ha inaugurato la prima sede sarda L’Enea trova casa al Centro Ricerche Sotacarbo I l commissario Enea, Federico Testa, ha inaugurato la prima sede in Sardegna dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. L’Enea, che può contare su 9 centri di ricerca nel territorio nazionale e oltre 2.700 è anche socio al 50%, assieme alla Regione Sardegna, della Sotacarbo. E proprio nell’ex miniera di Serbariu a Carbonia, che ospita il Centro ricerche Sotacarbo (5.500 mq di superficie coperta, due impianti di gassificazione), Enea ha aperto la sua prima sede nell’Isola. «Studi e ricerca - ha detto Testa - saranno sempre più importanti ma il destino dei centri di ricerca pubblici dipenderà dalla capacità di far capire perché serviamo.» Il professor Testa, dopo aver sottolineato il grande apprezzamento per le attività svolte dai tecnici Enea e Sotacarbo nei primi mesi di attività del Polo tecnologico per l’Energia Pulita, avviato lo scorso agosto, ha ribadito l’importanza per la ricerca finanziata con i soldi pubblici di far capire a istituzioni e collettività, che studi e tecnologie sono utili per il territorio, per le persone, per migliorare le condizioni di vita complessive. In tema di efficienza energetica, la necessità di armonizzare gli obiettivi regionali con quelli nazionali e europei, è uno dei compiti che Sotacarbo sta portando avanti su precisa indicazione della Regione Sardegna. «L’apertura di questi uffici nel nostro Centro - ha commentato il presidente Sotacarbo, Mario Porcu -, contribuirà a consolidare e intensificare i legami anche tra Enea e Regione, per coordinare al meglio i tanti progetti comuni». «Oltre alle tante attività che hanno accomunato Enea e Sotacarbo in passato, è sostanziale dimostrarsi in grado di cogliere le sfide del futuro - ha ribadito il professor Federico Testa -. È necessario far passare il messaggio che non cambiare caldaie vecchie di sessant’anni nelle scuole, in nome della spending review, non garantisce un risparmio né in termini finanziari né in termini ambientali: la sostituzione con un sistema moderno verrebbe ammortizzata in cinque anni, e il beneficio sarebbe immediato, anche dal punto di vista ambientale.» Il movimento partite iva lancia una battaglia contro la burocrazia Nel Sulcis in 2 anni sono “morte” 1.250 imprese I l Movimento Partite Iva Sulcis Iglesiente, scende in campo contro la burocrazia e avvia un censimento per conoscere lo stato di attuazione di tutti i progetti fermi a causa della lentezza amministrativa. «Non possiamo permetterci di ostacolare neanche il più piccolo investimento. Abbiamo urgente necessità di liberare le poche risorse disponibili, dei privati pronti ad investire, soprattutto per riavviare il settore edile dove è possibile riscontrare le più profonda situazione di crisi», afferma Paolo Bullegas, presidente del movimento. I dati economici del territorio, ed in particolare quelli riguardanti le partite iva, sono disastrosi: oltre 1.250 imprese hanno cessato l’attività negli ultimi 2 anni; nel solo 2014 sono state contate oltre 1.100 imprese inattive, soggette a procedure concorsuali o in liquidazione. E le stime sulle prospettive economiche sul 2015 sono tutt’altro che rassicuranti per le imprese che tentano di resistere. L’idea dell’indagine conoscitiva è maturata in seguito alla presa di posizione del Movimento sulla sollecita valutazione del progetto di fat- tibilità per la realizzazione di una stazione termale nella località di Coquaddus, nel comune di Sant’Antioco. «Dopo il nostro intervento - spiegano Corrado Di Bartolo e Elio Cancedda, vice presidenti del Movimento - siamo stati contattati da altri investitori che, oltre ad esprimerci apprezzamento per il nostro Paolo Bullegas. contributo, hanno manifestato il proprio disappunto nei confronti della burocrazia che sta bloccando i loro progetti di sviluppo, importantissimi per la crescita economica del territorio. Questo ci ha indotto a predisporre un’indagine conoscitiva per quantificare tutti i progetti in essere, misurarne le potenzialità economiche, ma soprattutto per avviare un confronto costruttivo con gli enti preposti. Chi ha presentato un qualsiasi progetto, e che ritiene che questo sia fermato dalla burocrazia, e invitato a farsi avanti telefonando al n. 3488035805, oppure inviando una mail all’indirizzo mail info@movi mentopartiteiva.it». L’iniziativa vuole sollecitare un processo virtuoso di efficace azione amministrativa degli enti e ricercare eventuali responsabilità dei ritardi, così da favorire ogni singolo investimento, anche il più modesto. Il Movimento, intanto, ha incontrato gli esponenti di Sulki ’n Progress, l’associazione fondata da cinque lavoratori Alcoa, che scommettono sulla realizzazione di un parco tematico nell’isola di Sant’Antioco. Un investimento che ha l’ambizione di realizzare un polo turistico capace di coniugare le risorse ambientali e paesaggistiche con lo studio della storia millenaria della Sardegna. Il progetto che prevede un villaggio turistico ispirato al Nuragico, segue la sua strada con la soddisfazione dei suoi ideatori, che stanno tallonando il complicato iter autorizzativo. La Provincia del Sulcis Iglesiente Quindicinale di informazione politica, economica e sociale Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 del 7/11/95 N° di iscrizione al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione): 9294 Direttore Responsabile: Giampaolo Cirronis Loc. Medadeddu, 121 - Carbonia - Tel. e Fax 0781 670155 - Cell. 333 9698533 www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com [email protected] - [email protected] - [email protected] Pubblicità: 328 1457305 - 349 7114191 - 333 9698533 Stampa: Cooperativa Tipografica Editoriale - Loc. Sa Stoia - Z.I. Iglesias - Tel. 0781 21086 La zona naturalistica del Basso Sulcis è conosciuta dall’antichità Porto Botte, un patrimonio che merita di essere valorizzato P orto Botte, interessantissima zona naturalistica conosciuta già dall’antichità, ha tutte le potenzialità per potersi trasformare in un centro turistico di discreta attrazione. La spiaggia di Porto Botte, lunga 5 km, è caratterizzata per una parte dalla sabbia bianca a granuli grossi formata dalla frantumazione delle conchiglie largamente presenti in essa, da una parte ricoperta dalle poseidonie e un’altra ancora dove troviamo dune di sabbia finissima abitate da boscaglie di ginepri coccoloni. La prima parte nella stagione estiva è molto frequentata dai bagnanti che possono godere di servizi quali il chiosco che si prende cura anche della pulizia della spiaggia, i bagni e il salvataggio (torretta con bagnini). L’acqua è limpida e turchese le prime ore della mattina e va un po’ ad intorbidirsi con l’entrata delle correnti generate dalla presenza severa del maestrale che colpisce spesso la zona; questo, purtroppo, è motivo di scarso apprezzamento da parte dei bagnanti più giovani che preferiscono spiagge se vogliamo più in “voga” ma meta principale di altri che da varie parti d’Europa popolano la spiaggia e che proprio grazie al vento possono praticare il kite-surf, amatissimo sport che sta prendendo sempre più piede. Porto Botte fa parte di tre stagni della zona sud-occidentale dell’isola, gli altri due sono lo stagno di Mulargia e di Baiocco; Porto Botte e Mulargia si affacciano sul vasto golfo di Palmas e sull’isola di Sant’Antioco dalle quali saline sono separate dal sistema deltizio del rio Palmas; i tre bacini fungono da vasche evaporanti per le saline di Sant’Antioco. Il paesaggio vegetale di Porto Botte è costituito da una vasta varietà di piante, di cui troviamo prevalentemente il salicornium, specie alofile diffusa vista l’elevata concentrazione salina delle acque; troviamo poi la Tamarix Dalmatica, tamerici di importanza fitogeografica in quanto localizzata in poche zone della Sardegna, il lentisco e ancora vaste praterie alofili e vasti pascoli inondati mediterranei, steppe salate mediterranee, praterie di posidonie; un habitat tale che ha permesso la presenza e la riproduzione di varie specie animali come una grande colonia di fenicotteri rosa, il falco di palude, l’airone rosso, il pollo sultano, il barbagianni, il martin pescatore, la civetta, il gabbiano reale, l’allodola, il pettirosso, te in strutture ricettive, come la vecchia costruzione del lido sulla spiaggia, un tempo molto ambita come punto di incontro per serate danzanti ed altro. Porto Botte. la raganella tirrenica, il geco verrucoso, il biacco e tantissime altre specie. Inoltre, tra gli stagni si è formata una lunghissima stradina che è percorribile sia a piedi che in bici attraverso la quale si può ammirare questo stupendo scenario variegato di tante specie animali e vegetali. Porto Botte, purtroppo, come tante altre risorse di cui dispone il no- Abbiamo una ricchezza immensa, e perché allora non prendercene cura ed utilizzarla anche per produrre una economia fondata prevalentemente sul turismo? Ci sono regioni in Italia (senza espatriare) dove riescono a valorizzare perfino le pietre. Cosa stiamo aspettando? Forse ognuno di noi dovrebbe fare la sua parte per cercare di incentivare Lo spettacolo dei fenicotteri rosa negli stagni di Porto Botte. stro territorio, è stata abbandonata al degrado e alla mancanza di una tutela adeguata, varie costruzioni decadenti e che producono solo inquinamento potrebbero essere trasforma- un cambiamento profondo nella ormai radicata cultura di noncuranza di ciò che ci circonda e che ci caratterizza un pò tutti. Roberta Leone Nuova iniziativa dell’associazione culturale Sardinian Events A Portoscuso la suggestiva processione dei Magi N el freddo pomeriggio del 6 gennaio a Portoscuso, ad opera dell’Associazione Culturale “Sardinian Events”, si è snodata tra le vie del paese la prima edizione della “Carovana dei Magi”, il corteo storico in costumi orientali, che ha portato calore e sorrisi tra la gente accorsa aegli angoli delle strade ad assaporare la magica atmosfera, che solo le feste natalizie sono in grado di regalare. Mentre a piedi venivano portati dai popolani doni d’ogni dire, i Magi sontuosamente vestiti su splendidi esemplari di cavalli, un piccolo asinello dava da fare alla popolana che cercava di “domarlo” mentre, insieme agli altri figuranti, raggiungeva “Sa Caletta”. Una volta sul posto, la commozione è stata grande e gli applausi calorosi quando è stata rievocata l’adorazione del bambinello, che per l’occasione è stato impersonato dal dolcissimo Fabio Sanna, di pochi mesi. In attesa dei Magi, il pomeriggio è stato animato dagli “Amici della Bussola” di Sant’Antioco che hanno fatto divertire i tanti bambini presenti con giochi, canti e balli. scuso, motivi di aggregazione e promuovere iniziative volte a mettere in luce la cultura e le tradizioni locali, L’adorazione del bambinello, uno dei momenti più suggestivi della cerimonia. L’augurio del consiglio direttivo di “Sardinian Events” è quello di creare anche in futuro, con la collaborazione col comune di Porto- che da sempre insegnano un ritorno ad un modo di vivere fatto di semplicità. Nadia Pische IL NUMERO 279 3-10_IL NUMERO 181 3/10 05/03/15 09:52 Pagina 1 10 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015 Il 17 febbraio 1992, con l’arresto dell’ingegner Mario Chiesa, sorpreso con una tangente di 7 milioni, prendeva il via l’inchiesta Dopo 23 anni, il teatro civile apre il sipario su Tangentopoli Una chiacchierata con Fabrizio Coniglio, attore e regista teatrale, dallo spettacolo “Suicidi?” a “Mani Pulite”, fino al presente. E ra il 1992 quando ebbe inizio, in Italia, quella che Indro Montanelli definì una “rivoluzione pacifica della società civile”, Cinzia Crobu. Mani Pulite o Tangentopoli, che dir si voglia. Sono trascorsi ventitré anni, durante i quali, il Paese è andato avanti, mettendo delle pezze ad una veste sgualcita e, spesso, insabbiando verità. Ancora oggi, risultano presunti tre suicidi eccellenti di quel periodo: Sergio Castellari, direttore generale degli affari economici del ministero delle Partecipazioni Statali e consulente dell’Eni, Gabriele Cagliari, presidente dell’Eni e Raul Gardini, capo indiscusso della Montedison e maggior azionista dell’Eni.“Tre suicidi eccellenti” è anche il titolo del libro, scritto da Mario Almerighi, presidente del Tribunale di Civitavecchia, dal quale ha preso vita lo spettacolo “Suicidi?”. Non a caso ho usato l’espressione prendere vita: quando un libro, o una pièce teatrale ti fanno venir voglia di domandarti perché (perché le scene dei suicidi sono state alterate? Perché Castellari, Cagliari e Gardini si uccidono proprio il giorno in cui dovrebbero incontrare i magistrati? Perché hanno tutti e tre un forte legame con l’Eni, Ente Nazionale Idrocarburi?) e tu lo fai, ti rendi conto di essere vivo. Subito dopo subentra, però, il senso di inadeguatezza del cittadino onesto, nel sentire una verità che la magistratura non ha saputo (o forse non ha potuto) ricostruire, in quanto estremamente scomoda. Il testo mette in luce (sicuramente non buona) una classe dirigente e politica che ha smarrito il senso dello Stato, che - semmai lo abbia fatto - non sa più mettersi a servizio degli italiani, intimorita dal perdere i propri privilegi ed il potere, mentre lo Stato continua ad indebitarsi. Ho raggiunto Fabrizio Coniglio, attore ed autore del testo dello spettacolo, ed insieme abbiamo ripercorso la nascita di “Suicidi?” (due attori, Bebo Storti e Fabrizio Coniglio, hanno prestato corpo, voce, intensità - ma anche ironia - ad una carrellata di personaggi, cogliendone accenti, movenze e peculiarità con bravura non comune. Sono in scena uomini, donne, medici, maggiordomo, mogli, figli e - su tutti - un cadavere a ricordarci che la giustizia è una pianta dalle radici amare, ma dai frutti dolcissimi, quando si riesce ad assaggiarli. La regia è a quattro mani - Storti e Coniglio - per uno spettacolo che, dopo aver riscosso un ottimo successo in Sardegna, qualche tempo fa, questi giorni è in scena a Roma, dove ho potuto rivederlo e scegliere di parlarne nel numero di questo mese, per una volta sottraendo spazio agli spettacoli inseriti nel calendario del Teatro Centrale). Nell’incontro con Fabrizio Coniglio (noto anche per ruoli importanti in fiction Rai e Mediaset, oltre che sul grande schermo) è stata analizzata anche la natura di altri spettacoli da lui scritti ed interpretati e l’esigenza di un teatro che scuota l’opinione pubblica, mettendo in luce delle vicende del passato recente, attraverso le quali capire l’Italia di oggi. Nulla di ciò che viene rappresentato nello spettacolo è inventato ma è tratto da documenti, dichiarazioni e perizie ufficiali, raccolte da Almerighi: su questi tre morti aleggia il fantasma del processo italiano? «Almerighi dice ciò riferendosi al rapporto che la giustizia ha con la politica e con la corruzione e, di conseguenza, ai problemi della pena. Io, personalmente, nello spettacolo tendo a non dare una risposta, ma so per certo che raccontare la vicenda di Cagliari, Castellari, Gardini e ciò che accadde in quegli anni sia utile per capire la situazione di oggi: paradossalmente l’impunità e gli intoccabili vi sono ancora. Ho 38 anni, nel 1992 frequentavo ancora il liceo, ma ricordo che si respirava un’aria nuova. Era un momento di grande trasformazione, c’erano state anche le morti di Falcone e Borsellino ed in qualche modo la magistratura era diventata un punto di riferimento, sembrava che, in seguito al suo operato, il Paese potesse cambiare.» In seguito a questi “suicidi” la magistratura finì sotto accusa e Bettino Craxi segretario del PSI, si scagliò contro essa (e contro la stampa) denunciando la creazione di un “clima infame”. Oggi - dopo 23 anni - qualcuno muove, sempre ed ancora, la medesima accusa. Non trova? «Purtroppo è così, quotidianamente. All’inizio, quando “beccarono” l’ingegner Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio membro del PSI milanese, mentre intascava l’ennesima tangente (- ah sì il mariuolo n.d.r. - ) Craxi disse che si trattava di un caso isolato, lo definì esattamente “mariuolo”, bravissima! All’inizio, dunque, Craxi era un garantista, era dalla parte della magistratura e continuava a sostenere che quell’episodio fosse arginabile; una volta incriminato Chiesa lo avrebbe escluso dal PSI e sarebbe andato avanti per la propria strada ma - nel momento in doversi guardare bene dentro. In questi anni di crisi, devo dire che le operazioni come la nostra, che faranno 40 date (e sono tante, mi creda), costando meno tendono ad occupare degli spazi che prima non erano disponibili: quando ci sono meno soldi da spendere, inevitabilmente, si deve ricorrere ad una scelta più democratica, dettata dal rapporto qualità-prezzo.» I suoi spettacoli non vogliono fornire risposte, ma stimolare la curiosità e, forse, anche l’indignazione, di fronte ad avvenimenti ancora oggi coperti da mistero. è così, oltre che in “Suicidi?” in “Obbligo di velo” ed “In viaggio con Nicola Calipari”. Ce li può raccontare? «Riuscire a far porre domande alla gente è una bella cosa ed, anche in “In viaggio con Nicola Calipari”, cer- Fabrizio Coniglio e Bebo Storti in “Suicidi?”. cui Chiesa si sentì isolato - denunciò tutte le reti interne al partito ed ecco, in quel momento, che la magistratura diventò cattiva. Il resto è storia nota, di cui sono appassionato e, rivedendo le interviste al pool di Mani Pulite, ci si rende conto che si trattava di un sistema generale, un uso comune trasversale, a partire dal finanziamento illecito ai partiti, giungendo a bustarelle “personali”. Continuo a trovare similitudini col presente e passando da Termini cominci a vedere i nuovi socialisti, nei manifesti di propaganda.» Il sistema uccide chi all’improvviso diventa inaffidabile? «Eh sì, è questa la grande domanda che si pone Almerighi e che noi abbiamo riportato in scena. Se tre suicidi avvengono il giorno precedente a quello in cui queste persone avrebbero dovuto incontrare i magistrati, c’è qualcosa di preoccupante. Ebbene, credo che la risposta sia tristemente affermativa.» Citando il testo dello spettacolo: oggi, in Italia, c’è ancora chi ha fatto dello Stato il proprio giardino privato? «A quanto pare sì, e credo che la situazione sia decisamente peggiorata. Onestamente, parlo in maniera neutrale, credo sia peggiorato il rapporto etico con la corruzione. Non è stato fatto un passo in avanti, ecco, ma questa non vuol essere demagogia o qualunquismo. Il problema, ripeto, è proprio etico e penso che oggi la ricostruzione possa essere fatta solamente a partire dal microcosmo: ovvero la famiglia, la scuola, il teatro, che diventano veramente delle piccole isole in cui ci si può proteggere. Inoltre sono stufo di sentire da persone che conosco frasi del tipo: “Devo fare quella cosa, ma magari è meglio fare prima la telefonata così mi presento, o mi faccio presentare”; in Italia c’è l’abitudine di alzare il telefono e di agire per interposta persona. Secondo me è sbagliato. Fortunatamente non tutti agiamo in questo modo e il nostro paese, alle volte, dimostra delle aperture; è strano, sembra contraddittorio, ma bisogna un po’ smetterla di parlare di un sistema per forza chiuso e, quando non si vuole aprire, bisogna pensarlo aperto.» In tutto ciò, qual è il ruolo del teatro civile? «Il teatro civile si occupa del potere, di ciò che è il cancro del potere, no? Questo è quello che a me interessa, magari non lo farò a vita, ma non posso esimermi dal farlo finché ci saranno dei temi che mi interessano, continuando ad essere più neutrale possibile, senza un colore e facendo parlare sempre i fatti. Spesso il teatro accusa il potere, ma un certo teatro ne è vittima: interi calendari e stagioni sono stati dettati, e lo sono ancora oggi, dal potere e quel teatro è il primo a co di infondere dei dubbi. Siamo nel mezzo di un finto processo, ma tutto è tratto da documenti autentici; vengono poste delle domande a Giuliana Sgrena, al militare che ha sparato e all’autista che guidava e, così, lo spettatore può confrontare le varie versioni e porsi degli interrogativi, valutando le incongruenze (ci riferiamo alla vicenda del rapimento della giornalista Sgrena, rapita il 4 febbraio 2005 dall’Organizzazione della Jihad islamica mentre si trovava a Baghdad per realizzare una serie di reportage per Il Manifesto e liberata il 4 marzo, in circostanze drammatiche che portarono al suo ferimento e all’uccisione di Nicola Calipari, uno degli agenti dei servizi di sicurezza italiani che la stavano portando in salvo) “Obbligo di velo”, nasce dalla conoscenza con Giuliana Sgrena dopo l’uscita del suo libro “Il prezzo del velo”, dove il velo viene visto come simbolo dell’oppressione della donna nel mondo islamico e come strumento di una vera e propria guerra contro le donne. Giuliana desiderava che dal suo lavoro nascesse uno spettacolo e, dopo aver letto il libro - a dire il vero non molto teatrale - ho cercato di documentarmi anche da altre fonti, creando qualcosa che potesse essere rappresentato. Ho immaginato che due persone, un manager milanese ed una donna islamica velata, rimanessero bloccati in ascensore, facendo scaturire un dialogo, una conoscenza.» Tornando a “Suicidi?”, è accurata la scelta delle musiche: “Sogna ragazzo sogna” di Roberto Vecchioni chiude lo spettacolo, per bocca del più giovane, interpretato da lei, stanco di dover giocare per trovare la verità… «Sì, una scelta accurata e condivisa. Le canzoni di Ramazzotti, che Bebo in scena demolisce, sono proprio del ’93; poi si può ascoltare “Se perdo te” cantata da Patty Pravo, “Vedrai, vedrai” di Tenco, “What is love” di Haddaway, scelta da me e alla quale Bebo ha risposto con il coro del Supramonte, per far capire meglio che la Sardegna non è unicamente Costa Smeralda, in riferimento all’interrogatorio del maggiordomo sardo di Castellari. Nel finale, “Sogna ragazzo sogna” di Vecchioni. Sue le parole della poesia che leggiamo in scena: «E ti diranno parole rosse come il sangue, nere come la notte; ma non è vero, ragazzo, che la ragione sta sempre col più forte». Non posso che risponderle con Tenco, ringraziandola per la disponibilità: «Vedrai, vedrai… vedrai che cambierà, non so dirti come e quando ma un bel giorno cambierà». Tangram “Suicidi?”, diretto e interpretato da Bebo Storti e Fabrizio Coniglio/adattamento teatrale tratto dal libro di Mario Almerighi “Tre suicidi eccellenti”. Cinzia Crobu Viaggio nello sport attraverso la vita di un grande campione Andrea Zorzi: dai trionfi del volley al teatro Q ualche anno fa, agli esordi, lo spettacolo “La leggenda del pallavolista volante” incontrò una cer-ta resistenza. In molti, soprattutto appartenenti alla stampa di settore, si chiesero cosa ci facesse il pallavolista Andrea Zorzi sul palcoscenico. Lui dichiarò di avere grandissimo rispetto per il teatro, e di essere convinto che esso debba mantenere la sua caratteristica: «Non è la televisione, non è il cabaret, non è il cinema». Diversi autori e attori hanno utilizzato storie sportive, ad esempio “Pantani” o “Maratona di New York”, perché hanno forte presa e sono un archetipo della narrazione. Non è facilissimo però unire il piano della cronaca a quello narrativo, «A me il fatto che il regista Nicola Zavaglia - che sapeva pochissimo di pallavolo - abbia tirato fuori le sue emozioni e le abbia riportate in un modo cui mi riconosco moltissimo, ha dato grande soddisfazione». Con questo spettacolo la Compagnia toscana Teatri d’Imbarco, conferma il suo impegno sul fronte del teatro popolare di ricerca: «Un teatro che, grazie ad una indagine drammaturgica sempre in divenire e ad un dialogo sempre aperto con il suo pubblico, sia capace di coniugare memoria storica e poesia, riflessione civile ed emozione, pensiero e gioco scenico. Attraverso la biografia di un campione che ha segnato la nostra storia dello sport, al di là degli imperativi tecnici, economici, economici e mediatici, con l’idea che nella vita, come nella pallavolo, senza una squadra non si possa arrivare da nessuna parte». Fatte queste doverose premesse, riprenderei proprio dall’emozione del pubblico, partecipe e divertito in sala e dalla biografia di un uomo, campione in campo e nella vita. Sul palcoscenico vi sono panche bianche, basse, aste e uno sfondo di luce blu avvolgente. L’attrice Beatrice Visibelli, grintosa come suo solito, irrompe sulla scena e introduce la figura del campione, inizialmente in penombra, per poi accompagnarlo per tutta la durata dello spettacolo. Fin dall’ingresso “Zorro”, il pennellone oltre i 2,05 metri, si mostra genuino e naturale: pregi, difetti, debolezze, vittorie si alternano nel racconto come nei suoi primi 50 anni di vita. Si parte dall’incontro di papà Albino e mamma Diana, il primo reduce da duri anni di immigrazione australiana per poi divenire autista, e la seconda infermiera nelle cliniche psichiatriche “lager” post legge “Basaglia”. Andrea nasce a Noale (Venezia) il 29 luglio del 1965 da genitori toresellani e trascorre un’infanzia bucolica in casa di amici di famiglia, i Volpati, dopo che tutto il parentado se la diede a gambe e si rifiutò di dare una mano ai neo genitori. Seguono anni di colazione col salame, davanti alla stufa catalitica, corse in corriera verso la scuola, servizio da chierichetto alla messa (esilarante l’episodio del furto dal cestino delle offerte), per giungere agli anni del ginnasio: giovane campagnolo tra i figli della borghesia padovana. Timidezza, acne, impaccio con le donne, amore per i genitori e, finalmente, scoperta della pallavolo. I risultati iniziali, a dire il vero, Andrea Zorzi e Beatrice Visibelli. non sono incoraggianti: errori madornali, bagher inappropriati e tanti rossori, positivo indice di vergogna e voglia di migliorarsi. Andrea cresce sportivamente a Padova, prima di farsi conoscere a Parma ed esordisce in Nazionale nel 1986 a Bormio in una partita fortunata, in cui gli azzurri rimandarono a casa la Grecia con un 3 a 0: da quel giorno veste la maglia azzurra numero 11 per ben 325 volte, risultando determinante in molte delle vittorie ottenute dall’Italia (allenata da Julio Velasco) nel suo eccezionale ciclo d’oro. Sul palcoscenico Andrea ripercorre la sua carriera che annovera una serie di successi impressionante. La commozione più forte arriva nel raccontare l’incontro e l’unione con sua moglie Giulia Staccioli, ginnasta conosciuta nell’88 alle Olimpiadi di Seul, e conquistata con una “freddissima” barzelletta; tra alti e bassi, separazioni e ritorni, oggi i due vantano un matrimonio sano, un figlio amato e diverse collaborazioni in ambito lavorativo. Zorzi (carriera parallela da DJ radiofonico ed oggi, da commentatore sportivo e giornalista) dopo aver centrato il Grande Slam con la Maxicono Parma nella stagione 1989/1990 (Scudetto, Coppa delle Coppe, Mondiale per club, Coppa Italia e Supercoppa Europea) passa a Milano, la città che diventa per lui una sorta di seconda patria. Sarà poi la volta di Treviso e, infine, Macerata. Più nel dettaglio, la sua carriera si è sviluppata così: dal 1982 al 1984 ha giocato a Padova (Americanino e Thermomec), a Parma (dal 1985 al 1990 con Santal e Maxicono), a Milano (dal 1990 al 1994 con Mediolanum, Misura e Milan), a Treviso e Macerata (Sisley Treviso dal 1994 al 1996 e Lube Macerata dal 1996 al 1998), oltre alla Nazionale, la più forte che l’Italia di pallavolo maschile abbia mai avuto. Nel 1989, guidato da Julio Velasco (poi da Bebeto e Anastasi), Zorzi scende in campo con altri leggendari giocatori: Luca Cantagalli, Andrea Lucchetta, Paolo Tofoli, Lorenzo Bernardi, Andrea Gardini, Pasquale Gravina, Andrea Giani, Samuele Papi, ecc., per dare vita ad un ciclo di successi assolutamente eccezionale; la squadra sarà ribattezzata “generazione di fenomeni”, con l’unico grande rimpianto, della delusione olimpica di Atlanta del 1996. Il pubblico applaude, con trasporto, il simpatico Andrea Zorzi, pallavolista due volte campione del mondo e tre volte campione europeo, e lo ringrazia a gran voce per aver raccontato la sua vita con tanta umanità, mettendo in luce l’onestà in campo, il gioco sano e pulito, le debolezze, la correttezza. Un applauso speciale va a Vigor “Bovo” Bovolenta, venuto a mancare il 24 marzo 2012 in seguito ad un malore avvenuto durante la partita fra la sua squadra, Volley Forlì, e la Lube per il campionato di B2. Luci colorate e buona musica per lo spettacolo, inserito nel cartellone CeDAC, nell’ambito del XXXV Circuito Teatrale Regionale Sardo; Compagnia Teatri d’Imbarco, di Nicola Zavagli e Andrea Zorzi, con Zorzi e Beatrice Visibelli, movimenti coreografici Giulia Staccioli, scene Nicolò Ghio, costumi Cristian Garbo, regia Nicola Zavagli. Prossimo appuntamento al Centrale: 29 marzo, ore 20.45 con Alice di Matteo Tarasco; in scena Romina Mondello. C.C. Premiati i vincitori del Premio Letterario Città di Portoscuso A Margherita Pellegrini il premio Su Marchesu S i è svolta nella sala consiliare del comune di Portoscuso, la cerimonia di premiazione del Premio Letterario Città di Portoscuso “Su Marchesu”. Sono stati premiati i primi tre classificati e sono stati consegnati gli attestati di partecipazione ai presenti fra coloro che hanno aderito al concorso. La vincitrice è risultata Margherita Pellegrini, autrice di “Coraggio”, alla quale è andato un premio di 500 euro lordi; il secondo premio è andato ad un’autrice di Roma, Maria Cannavacciuolo, che riceverà 300 euro lordi; al terzo posto Cristina Contini, che ha ricevuto un premio di 200 euro lordi. L’Amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco Giorgio Alimonda e dalla delegata alla Cultura Orietta Mura, ha ringraziato tutti coloro che hanno permesso la buona riuscita dell’evento culturale e in particolar modo i componenti della com- missione valutatrice delle opere poetiche, composta dal dottor Silvestro Biggio; il maestro Renzo Sanna; la pro- Un ringraziamento, inoltre, è stato rivolto al presidente dell’Associazione II e III Età di Portoscuso, Nino Il sindaco Giorgio Alimonda premia Margherita Pellegrini. fessoressa Valentini Zini; l’editore Giampaolo Cirronis; il dottor Daniele Pinna e la dottoressa Maria Luisa Lai. Lugas, ex sindaco del paese, per la preziosa collaborazione ed il supporto offerto. IL NUMERO 279 2-11_IL NUMERO 181 2/11 04/03/15 23:05 Pagina 2 11 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015 CANALE 40 IN ONDA IL FUTURO Tel. 0781 672155 [email protected] La sconfitta interna con il Verona ha acuito le difficoltà della squadra di Gianfranco Zola, contestata dai suoi tifosi Cagliari, la strada per la salvezza si complica La società ha confermato la fiducia al tecnico di Oliena che resta convinto di riuscire a mantenere la squadra in serie A. A nche il Verona è passato al Sant’Elia e il Cagliari ha gettato così al vento un’altra favorevole occasione per aggiustare una classifica sempre più precaria e dalla Curva Nord è scattata la contestazione dei tifosi nei confronti dei giocatori, del tecnico Zola e del presidente Giulini. è questa la fotografia della prima domenica di marzo, una giornata da dimenticare. Il Cagliari di Gianfranco Zola in questo periodo non è decisamente fortunato. Ancora priva di Sau, il suo attaccante più bravo e prolifico, la squadra rossoblù ha iniziato la partita con il piglio giusto, sfiorando il goal del vantaggio con l’attivissimo Donsah, ma alla prima ripartenza degli scaligeri, una “dormita” difensiva collettiva ha regalato il goal all’intramontabile Luca Toni, dopo soli 9 minuti. E, come se non bastasse il goal da rimontare, al 13’ Zola ha perso il suo uomo migliore a centrocampo, il diciottenne Donsah, vittima di un infortunio e sostituito da Joao Pedro. La squadra ha mostrato grande generosità ma poche idee e, soprattutto, scarsa efficacia nella tre quarti avversaria e ancora meno precisione nelle conclusioni. E così, chiuso il primo tempo sotto di un goal, alla ripresa del gioco Zola ha inserito Farias al posto di Gonzalez e la manovra offen- siva ha guadagnato in vivacità ma all’11’ un’altra distrazione difensiva ha regalato al Verona il secondo goal che, di fatto, ha chiuso la partita. Mandorlini al 10’ ha inserito Juan Gómez al posto di Jankovic e al nuovo entrato sono bastati pochi secondi per andare di punizione dal limite dell’area, beffando Benussi e riaccendendo una debole speranza nei cinque minuti di recupero, decisamente pochi per tutto il tempo perso dal portiere e dai difensori veneti, con una condotta di gara ostruzionistica. Alla fine, sul Sant’E- fatto segnare il 70% di possesso palla, ha concluso a rete 21 volte contro le 5 del Verona, ha battuto 10 calci d’angolo contro 1 solo del Verona. Il risultato finale, purtroppo, è amarissimo per i rossoblù che, solo grazie al ko interno dell’Atalanta, piegata possibilità e, soprattutto, più lucida, sia in fase difensiva sia negli ultimi 20 metri. I cori dei tifosi («andate a lavorare») non sono piaciuti a Gianfranco Zola, la cui panchina sembra vacillare. Il tecnico a fine partita ha escluso sabato prossimo a Genova, con la Sampdoria di Siniša Mihajlović, contro la quale non ci saranno Daniele Conti e Joao Pedro, squalificati, e Donsah, infortunato. E dopo Genova, ci saranno l’Empoli in casa (quanto sembra lontano il clamoroso 4 a 0 del- Gianfranco Zola. Albin Ekdal. Paul Josè M’Poku. Nicola Murru. Samuele Longo con Rafa Marquez. a segno su assist di Hallfredsson, tra l’incredulità di Zola e dei tifosi. A quel punto, il Cagliari ha attaccato con continuità ma ha creato poche vere occasioni, fino al 90’, quando Daniele Conti ha sfruttato un calcio lia è calato il gelo dei fischi e dei cori contro i giocatori rossoblù, sconfitti dalla paura ancor prima che dagli avversari. I numeri la dicono lunga sull’andamento dell’incontro. Il Cagliari ha in rimonta dalla Sampdoria per 2 a 1, restano a 3 punti dalla salvezza. Il traguardo, tutto sommato, è ancora abbastanza vicino, ma per sperare concretamente nel traguardo finale, serve una squadra più convinta nelle proprie la possibilità di interrompere l’esperienza con le dimissioni e la società gli ha rinnovato la fiducia ma è chiaro che a decidere il destino della squadra e del tecnico, nelle prossime settimane, saranno i risultati, già dalla partita di l’andata!), il Milan al “Giuseppe Meazza” e la Lazio al Sant’Elia. Bisogna reagire subito, perché diversamente, al termine di questo ciclo di partite, la situazione potrebbe precipitare. Giampaolo Cirronis Cantina Santadi Via Su Pranu, 12 - Santadi - Tel. 0781 950127-953007 - Tel. e Fax 0781 950012 Il campionato di Promozione sta entrando nella fase decisiva La Monteponi può ancora sognare I l Carbonia ha fermato la Monteponi sul pari (2 a 2), l’Atletico Narcao non è andato al di là del pari (1 a 1) nel confronto casalingo con l’Arbus ma ha compiuto ugualmente un altro passo avanti verso la salvezza. La settima giornata di ritorno del girone A del campionato di Promozione regionale ha offerto tante emozioni alle squadre sulcitane e alla fine l’unica delusa è la Monteponi che vede allontanarsi nuovamente la Kosmoto Monastir e la Ferrini, impostesi senza problemi, rispettivamente sul campo del Gira- rossoblù, allora guidata da Vittorio Corsini, per 5 a 1. L’inizio, con l’immediato goal del vantaggio iglesiente di Sanna già al 1’, ha portato qualcuno a pensare ad una replica della sfida del 2 novembre, ma la squadra di Maurizio Ollargiu ci ha messo poco a convincere tutti che sarebbe stata tutta un’altra musica. I biancoblù, infatti, hanno reagito con grande determinazione e poco prima della mezz’ora (29’) hanno riportato il risultato in parità, con un calcio di rigore trasformato da Marco Foddi. E dieci minuti più tardi, ancora Mar- Serramanna, travolto sotto 7 goal dall’Orrolese e terz’ultimo con 16 punti. Una vittoria porterebbe il Carbonia a +8 e resterebbe in piedi la sfida con l’Atletico Narcao ed eventualmente Guspini e Pula, oggi distanti 4 punti, per evitare la quart’ultima posizione che porta al play out salvezza con la terz’ultima (le ultime due retrocedono direttamente in Prima categoria). Il Carbonia è specializzato in pareggi (ben 12 in 22 giornate) segna poco (18 reti, solo Serramanna e San Vito hanno fatto peggio) ma subi- G. Sanna (Monteponi). Foto F. Murru. Marco Foddi (Carbonia). Augusto Medda (Atletico Narcao). sole ( 4 a 0) e in casa contro la temibile Frassinetti Elmas (2 a 0) ed ora lontane 7 e 6 punti. La Monteponi ha il miglior rendimento casalingo dell’intero campionato (8 vittorie e 3 pareggi) ma in trasferta soffre troppo (solo 4 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte); continua ad avere il miglior attacco (49 reti) ma subisce troppo (ben 33 reti, 1,5 di media a partita, solo cinque squadre hanno fatto peggio). Il derby del Monteponi ha proposto un confronto profondamente diverso rispetto a quello dell’andata, vinto a mani basse dalla squadra co Foddi con un secondo calcio di rigore, li ha portati addirittura in vantaggio. La reazione della squadra di Maurizio Erbì non s’è fatta attendere. Il secondo tempo è stato quasi interamente di marca rossoblù ma la Monteponi non è riuscita ad andare oltre il pari, raggiunto subito da Marci (3’). Il finale ha visto il Carbonia difendersi con orgoglio e grande attenzione difensiva ed il risultato non è più cambiato. I biancoblù salgono a quota 21 punti, al quint’ultimo posto e sono attesi ora da una sfida salvezza casalinga quasi decisiva, contro il sce anche poco (27 reti, ben 9 squadre hanno fatto peggio). L’Atletico Narcao, contro l’Arbus, non è riuscito a centrare un’altra vittoria casalinga, ma ha confermato di essere ritornato in piena salute. Una partita sostanzialmente equilibrata è stata decisa nel finale, quando gli ospiti sono riusciti a portarsi in vantaggio al 35’ con Tronci e sono stati raggiunti nel breve volgere di 3 minuti da un goal di Ibba. Con il punto conquistato, l’Atletico Narcao si conferma al quart’ultimo posto, a due punti dal Carbonia e a 6 dalla coppia Guspini-Pula. LATINIA Vino dolce da vendemmia tardiva di uve Nasco dei vigneti ad alberello - antica vigna “Latina” del Basso Sulcis della Sardegna. Vino mediterraneo, caldo, solare che, servito a 10°-12° C, esalta il dessert e partecipa a tutti i momenti di incontro e di festa. Ha ricevuto il “Premio speciale” “miglior vino dolce dell’anno” 2002 e i 3 bicchieri del “Gambero Rosso” Miglior vino da dessert al Vinexpò 2001 di Bordeaux. IL NUMERO 279 1-16_IL NUMERO 181 2/11 04/03/15 22:45 Pagina 1 12 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015 MACELLERIA Rosticceria - Polleria da Fabrizio Esclusivamente carni sarde Carni rosse e bianche - Prodotti pronto cuoci Piatti pronti (arrosti) su prenotazione Consegne a domicilio in tutto il Sulcis Aperto 7 giorni su 7 (la domenica solo al mattino) Via Bellini, 14 - Carbonia - Tel. 0781 1884515