Il Genere Echinomastus B&R
in coltivazione
echinomastus.succulentstreasures.com
Foto in habitat di P. Breslin
F
Echinomastus Britton & Rose
Echinocactus erectocentrus Coulter (1896)
Piante dai molti nomi
Nel 1986 il genere Echinomastus è stato inserito dal Hunt e Taylor in
un concetto ampio di Sclerocactus insieme con altre piante che per
molti anni sono state chiamate con nomi diversi (Ancistrocactus e
Glandulicactus). L’ approccio di Hunt non viene seguito da molti autori
(Raun 1987, Anderson 2001, Powell & Weedin 2004) e alcuni recenti
studi basati sulle sequenze del DNA hanno dato risultati interlocutori,
dimostrando che esistono affinità (con particolare riferimento a
Echinomastus Johnsonii) ma non certezze.
In questo lavoro ho preferito trattare Echinomastus B&R come genere a
se, mantenendo i nomi con cui molti di noi appassionati sono abituati a
chiamare queste splendide piante, in attesa che ulteriori studi possano
farci capire qualcosa di più.
Storia dei Nomi:
Echinocactus Coulter 1896
Echinomastus B&R 1922
Neolloydia, Benson 1982
Echinocactus, Weniger 1984
Sclerocactus, Hunt & Taylor 1986
Echinomastus, Bravo&Hollis 1991
Echinomastus, Anderson 2001
Sclerocactus, Hunt 2006
Foto in habitat di P. Breslin
Echinomastus Britton & Rose
Sono distribuite nel sud ovest degli Stati Uniti, da Nevada e Utah fino al Messico centrale, San Louis
Potosì
E. Johnsonii Baxter 1935
(+ 'lutescens‘)
E. erectocentrus v. erectocentrus
B&R 1922 (+ 'acunensis‘)
E. Intertextus v. intertextus B&R
1922 E. intertextus v. dasyacanthus
Bakeberg 1961
E. Warnockii G&F 1975 (+ 'pallidus‘
+ ‘kakui’)
E. mariposensis Hester 1945
E. unguispinus v. unguispinus B&R
1922 (+ 'laui', +'mapimiensis')
E. unguispinus v. durangensis Bravo
1980
Echinomastus Britton & Rose
Echinomastus Johnsonii, AZ
Caratteristiche principali
Sono piante solitarie, piccole, globose o clilindriche con coste disposte a
spirale e caratterizzate da tubercoli prominenti, spine fitte, radiali più o
meno appressate, che oscurano interamente il fusto. Fiori apicali, frutti
deiscenti longitudinalmente o alla base.
Vivono in condizioni estreme, per aridità e temperature, in luoghi dove
sopravvivono poche altre piante. Alcune in zone con precipitazioni
invernali o comunque scarse in estate
Echinomastus Johnsonii
' lutescens', AZ
Foto di piante in natura realizzate da Peter Breslin
Echinomastus Britton & Rose
Hanno la fama di essere difficili in coltivazione e in effetti lo sono. Sembrano essere “difficili” anche in natura, in alcune
zone il rapporto fra le piante vive e le piante morte che si incontrano è di 1:1. Anche da morte, per lungo tempo, le piante
rimangono protette dalla loro armatura ….
pianta morta, AZ
pianta morta alla base di opuntia, AZ
' Un po' come "il cavaliere inesistente" ............. un' armatura vuota‘.
Dante: forum cactus&co 23/1/2008
Foto di piante in natura realizzate da Peter Breslin
Echinomastus Britton & Rose
Coltivazione
In coltivazione queste piante riescono
a sopportare temperature molto basse
e richiedono poca acqua.
Utilizzando vasi molto piccoli, terriccio
minerale e ben drenato si riesce a
ternerle in vita per alcuni anni.
In queste condizioni le piante
rimangono piccole e crescono
lentamente ma costantemente. Le
piante nella figura sono per la maggior
parte coltivate da seme, le più
“vecchie” hanno 9/10 anni.
Molti coltivatori suggeriscono, per la
semina, la scarificazione. Questo non
mi sembra necessario anche se a
volte la percentuale di germinazione è
piuttosto bassa.
Altri esperti (Roberts 2007)
suggeriscono l’ uso di acidificanti per
le bagnature.
Foto di gruppo Primavera, Aprile 2006
Echinomastus Britton & Rose
La distribuzione delle specie settentrionali
Echinomastus Johnsonii Baxter
1935
Echinomastus Johnsonii 'lutescens'
Echinomastus erectocentrus B&R
1922
Echinomastus erectocentrus
'acunensis'
Echinomastus Johnsonii Baxter 1935
Caratteristiche principali
Piante variabili sia nel colore del fiore
che in quello delle spine. Vivono nel
deserto del Mojave e sul margine
superiore del deserto di Sonora, fra I 500
e 1400 metri di altitudine.
Abitano le colline pietrose e pendii
rocciosi, su suolo di tipo calcareo e su
depositi alluvionali.
Le piante con fiore rosa tendono ad
occupare la zona più a nord ma sono
state raccolte anche più a sud, ben oltre
l’ areale di distribuzione indicato nella
letteratura. I due taxon sono in genere
distinti e non si hanno notizie di
popolazioni miste o di esemplari con
caratteristiche intermedie.
Le piante della Death Valley hanno fiori
di colori rosa chiaro, leggermente diversi
da quelli del tipo della specie.
Lutescens
johnsonii
E. Johnsonii è stato scoperto da J. E. Johnson vicino a St George nel
sud dello Utah nel 1870. La forma con fiore giallo è stata segnalata per
la prima volta da W. T. Marshall. come pianta in coltivazione in Arizona
nel 1950.
Echinomastus johnsonii Baxter 1935
Le piante di E. Johnsonii sono molto simili nell'aspetto ad E.
erectocentrus da cui vengono rimpiazzate all’ estremità sudest dell’areale di distribuzione.
Occupano zone aperte e, nonostante le loro dimensioni
relativamente piccole, sono visibili anche a una distanza di
alcune decine di metri.
A sinistra foto di pianta in natura, sotto a sinistra dettaglio del
fiore della forma tipica, sempre in habitat (AZ).
Sotto a destra il fiore giallo della forma 'lutescens‘ (foto di
Peter Breslin).
Echinomastus johnsonii Baxter 1935
Coltivazione
Non sono facili da coltivare, e si trovano in vendita molto
raramente.
A sinistra semine di circa 2 anni, le uniche piante che ho
avuto, sono tutte morte.
Sotto, una piantina di una semina salvata attraverso
innesto (collezione e foto: Dante Santori)
Secondo Roberts 2007, queste piante possono
sopportare temperature molto basse, richiedono
vasi piccoli, substrato ben drenato, bagnature
leggere e molto diradate.
Echinomastus johnsonii Baxter 1935
Nel 2008 abbiamo trovato disponibilità di
semi presso un fornitore europeo, a
sinistra E. johnsonii 'lutescens'
A destra E. johnsonii, la forma tipica,
mah, speriamo bene!
Echinomastus erectocentrus B&R 1922
Caratteristiche principali
Sono piante variabili sia nel colore del fiore che in quello
delle spine. Le piante che corrispondono al tipo della
specie vivono nel deserto fra I 900 e i 1300 metri di
altitudine, principalmente in zone erbose su suolo calcareo
e depositi alluvionali. Hanno spine rossastre con punte
marroni e fiore di colore biancastro, in alcuni casi rosa e
lavanda.
Secondo Benson, durante l’estate le piante sono difficili da
trovare perché rimangono nascoste fra l’erba, mentre i loro
fusti cilindrici e spinosi sono ben visibili durante la stagione
secca.
Le piante della forma ‘acunensis’ sono state scoperte sui
pendii collinari della valle di Acuna, hanno spine più grandi
e meno numerose del tipo della specie e anche il fiore è
più grande,di colore rosa intenso. Vivono in zone più
basse (fra I 400 e I 600 metri), raramente in zone erbose e
più spesso in ambiente tipicamente desertico, su suolo
granitico, confondendosi fra i frammenti di roccia, sulle
colline dei deserti del Colorado e dell’ Arizona.
La fioritura avviene a inizio primavera, stimolata dalle
pioggie invernali che cadono a Gennaio e Febbraio, a cui
segue un lungo periodo secco, che dura fino a Luglio,
quando iniziano le pioggie estive (Peter Breslin,
comunicazione personale).
erectocentrus
acunensis
Le piante tipiche hanno un aspetto molto simile
a quello di un E. Johnsonii, con spine più dritte
e fusto più piccolo. A destra una pianta vecchia
in habitat (AZ), foto di Peter Breslin.
Echinomastus erectocentrus B&R 1922
Coltivazione
Anche queste piante si trovano raramente in vendita e non sono
facili da coltivare. A sinistra in alto e in basso E. erectocentrus
'acunensis' apice e fiore.
Ho acquistato questa pianta nel 1996, viene tenuta nel vaso più
piccolo possibile e in terriccio completamente minerale.
Le poche bagnature avvengono in primavera e in autunno. Il
primi fiori sono comparsi ad Aprile 2006.
A destra il fiore bianco della specie tipo (foto e pianta dalla
collezione di Dante Santori).
Echinomastus erectocentrus B&R 1922
Da piccole, quando non sono ancora comparse le spine centrali, hanno un aspetto molto simile a quello di Echinomastus
Intertextus v. intertextus. A destra pianta dalla collezione di Dante Santori, a sinistra pianta fotografata in habitat da Peter
Breslin
Echinomastus erectocentrus B&R 1922
Semine del 2008 qualcosa è venuto, anche qui speriamo.....
Echinomastus Britton &Rose 1922
Le specie dell’ Arizona, New Mexico, Texas, Chihuahua e Coahuila
Echinomastus intertextus v. intertextus
B&R 1922
Echinomastus intertextus v. dasyacanthus
Backeberg 1961
Echinomastus warnockii G&F 1975
('pallidus‘, ‘kakui’)
Echinomastus mariposensis Hester 1945
Echinomastus intertextus B&R 1922
Caratteristiche principali
Echinomastus intertextus comprende due varietà
con caratteristiche simili, ma fortemente
caratterizzate nelle loro forme tipiche. Alcuni
autori le considerano specie diverse mentre altri
non riconoscono alla forma dasyacanthus
neanche il rango di varietà.
La v. intertextus si distingue per le caratteristiche
spine fitte e appressate che le conferiscono un
aspetto liscio e consentono di maneggiare le
piante senza particolari precauzioni. Sono piante
di montagna, che occupano la parte meridionale
dell’areale di distribuzione, fra i 1200 e i 2000
metri, prevalentemente su pendii erbosi e
praterie, su suolo igneo e raramente calcareo.
La v. dasyacanthus ha un aspetto più simile a
quello di E. warnockii, con spine più lunghe e
rivolte verso l’esterno. Queste piante occupano la
parte settentrionale dell’areale, a quote più
basse, fra i 900 e i 1500 metri, principalmente in
zone desertiche, raramente su pendii erbosi, su
substrato igneo e raramente calcareo.
Nel tempo sono state segnalate numerose
popolazioni con caratteristiche intermedie e ad
altitudini intermedie, nel New Mexico e nella
Contea di El Paso. Probabilmente un effetto dei
cambiamenti climatici che stanno spostando
sempre più verso nord e verso l’ alto la fascia di
desertificazione.
v. dasyachantus
v. intertextus
Queste piante sono state descritte per la prima volta da Engleman nel 1856
come Ecninocactus intertextus v. intertextus ed Echinocactus intertextus v.
dasyachantus.
Echinomastus intertextus var. intertextus B&R 1922
Un caso interessante, emerso da studi sul campo relativamente
recenti, è stato riportato da Raun (1997) e riguarda alcune popolazioni
meridionali di E. intertextus che occorrono nel nord-est della Contea
di Brewster, nel Texas, al livello di altitudine più basso conosciuto per
questa specie.
Queste popolazioni, che furono identificate da Benson (1982) come
Neolloydia intertexta v. dasyacantha, vengono considerate da Raun
come ibridi di E. intertextus v. intertextus ed E. warnockii, sulla base
del colore dello stigma e delle lunghezza delle spine.
Nella stessa popolazione sono presenti piante con stigma rosso, rosa,
giallo e verde; mentre le spine sono più lunghe di quelle della v.
intertextus e meno lunghe di quelle di E. warnockii.
pianta da seme, di 5 anni con
caratteristiche spine appressate
(Aprile 2004)
E. Warnockii all’ inizio della fioritura
(Aprile 2006)
pianta di 8 anni, con spine centrali
rivolte all' esterno, all’ inizio della
fioritura (Aprile 2006)
Echinomastus intertextus var. intertextus B&R 1922
Coltivazione
In coltivazione queste piante sono piuttosto delicate soprattutto se vengono bagnate nei periodi più caldi dell’ anno, in cui sembrano
rallentare e andare a riposo. La crescita riprende verso fine Agosto, quando la notte comincia a rinfrescare.
Le semine crescono bene, i semi sono in genere disponibili e la percentuale di germinazione è più alta rispetto a quella che ho
sperimentato per le altre specie. Le piantine crescono abbastanza velocemente e raggiungono una discreta dimensione già verso il
secondo anno dalla semina.
Il momento più critico si presenta verso i 3/4 anni, all’ inizio della transizione verso la forma adulta, quando le piante diventano
improvvisamente più sensibili all’ umidità e alle bagnature.
Molte piante, presentano spine con caratteristiche intermedie fra le due varietà intertextus e dasyacanthus
pianta di 8
anni, sono
presenti
piccole spine
centrali rivolte
all' esterno, il
fiore si fa
largo a fatica
fra le spine
apicali.
Aprile 2006
pianta di 8
anni da seme
con
caratteristiche
spine
appressate, in
fiore.
Aprile 2006
Echinomastus intertextus var. intertextus B&R 1922
La fioritura inizia verso la fine del mese di Marzo, quando le
piante sono ancora asciutte, e si protrae durante il mese di
Aprile.
Le piante cresciute da seme cominciano a fiorire verso i 6/7
anni. Il frutto matura rapidamente, in circa 2 mesi. Sotto pianta
di circa 8 anni alla seconda fioritura (Aprile 2006). A destra il
frutto quasi maturo a Maggio 2006
Nel suo lavoro Roberts mette un accento sulla necessità
di rispettare il riposo estivo (da Aprile a Luglio) e
acidificare l’ acqua, per creare condizioni simili a quelle
che occorrono in natura.
Naturalmente viene suggerito l’ uso di terriccio ben
drenato e di vasi piccoli, in modo che le radici si aciughino
rapidamente dopo le bagnature.
Echinomastus intertextus var. dasyacanthus Backeberg 1961
In coltivazione la v. dasyacanthus presenta caratteristiche molto simili alla forma tipica. La sua preferenza per ambienti di tipo
desertico la rende forse ancora più sensibile all’ umidità. La crescita delle plantule nei primi anni è più pronunciata rispetto alla v.
intertextus, piante della stessa età sono in genere più grandi ed è più rapida la transizione verso la forma adulta, con la formazione di
coste e la crescita delle spine centrali.
....... una piantina di circa 6 anni, alla prima fioritura nel 2004. Il
fiore si fa strada a fatica fra le spine e non si apre
completamente.
la stessa pianta due anni dopo comincia a fiorie ad
aprile 2006. Le coste cominciano a disporsi a spirale, l'
aspetto delle spine è assai diverso dalla forma tipica
della varietà intertextus
Echinomastus intertextus var. dasyacanthus Backeberg 1961
La fioritura è in genere abbondante con molti fiori presenti
contemporaneamente che si aprono per diversi giorni di seguito e si
protrae fino ai primi di Maggio.
Lo stigma, nella maggior parte dei casi, è di colore rosa chiaro.
In queste foto viene rappresentata una pianta con la forma caratteristica
della v. dasyacanthus, con spine centrali pronunciate, centrali e radiali
rivolte verso l’esterno.
Tutte le foto risalgono a Maggio 2006
Echinomastus intertextus var. dasyacanthus Backeberg 1961
A destra: piantine seminate a
primavera 2006 e fotografate a
Novembre 2007, hanno poco meno di
2 anni.
Sotto: una pianta di pochi mesi
lasciata all'aperto in inverno è
sopravvissuta al freddo e all' acqua
Gennaio 2008
Echinomastus intertextus var. dasyacanthus Backeberg 1961
Sotto: piantine seminate nel 1998 tutte in fiore all' età
di 8 anni ad Aprile 2006. Da sinistra le prime due E.
intertextus v. dasyacanthus, E. warnockii, E.
intertextus v. intertextus
Sopra: piantine seminate a Settembre del
2000 e fotografate a Novembre 2007, hanno
poco più di 6 anni, ancora niente fiori
Echinomastus warnockii G&F 1975
Caratteristiche principali
Echinomastus warnockii è una pianta
solitaria che vive nel deserto, ampiamente
diffusa fra le pietre, sulle colline calcaree, su
depositi alluvionali e raramente su terreni
gessosi nelle Contee di Presidio e Brewster,
(TX).
Alcune popolazioni si trovano verso NordOvest, nelle Contee Jeff Davis, Culberson e
Hudspet (TX) a basse altitudini, fra i 500 e i
900 metri, con rare occorrenze oltre i mille
metri. Alcuni esemplari sono stati individuati
nel deserto del Chihuahua a 1350 metri, su
altopiani gessosi.
Altri esemplari, che si sono spinti fino ad
altitudini più elevate, nella contea di
Brewster, mostrano caratteristiche
intermedie con Echinomastus intertextus,
con spine più corte e appressate e lobi dello
stigma di colore rosa e rosso invece che
verde o giallo.
Questa specie non sembra invece
ibridizzare con Echinomastus mariposensis,
specie con cui condivide gran parte
dell’areale di distribuzione.
Le piante sono abbondantemente diffuse
nel Big Bend ed il loro aspetto in natura le
rende facilmente individuabili. I vecchi
esemplari possono accestire ed essere
facilmente confusi con E. intertextus.
Echinomastus warnockii è stato descritto per la prima volta da L. Benson nel
1969 con il nome Neolloydia warnockii ed è stato ricollocato in Echinomastus
da Glass&Foster nel 1975
Echinomastus warnockii G&F 1975
Coltivazione
Si differenziano dal complesso di E. intertextus per le spine più
lunghe e meno fitte che non oscurano il fusto e per il colore verde
giallastro dei lobi dello stigma.
In coltivazione è la pianta che fiorisce per prima, producendo molti
fiori già verso metà marzo, quando è ancora aciutta dopo il lungo
riposo invernale. Come tutti gli Echinomastus richiede esposizione in
pieno sole, un terriccio ben drenato e vasi piuttosto piccoli.
Il frutto matura in circa 2 mesi dall’ impollinazione.
Dettaglio dei fiori Aprile 2006
Pianta con fiore fotografata ad Aprile 2007
Echinomastus warnockii G&F 1975
Dall’ unica pianta in coltivazione (a destra) sono riuscito a
produrre dei semi che hanno generato alcune piantine,
probabilmente per effetto di ibridazione con Echinomastus
intertextus.
Nella foto sotto le piantine fotografate quando avevano
circa un anno di età
Pianta con fiori fotografata ad Aprile 2006
Echinomastus mariposensis Hester 1945
Caratteristiche principali
Echinomastus mariposensis è una pianta
solitaria del Texas, diffusa nelle Contee di
Brewster e Presidio che vive nel deserto in zone
brulle e selvagge su suolo roccioso di origine
calcarea. E’ diffuso ad altitudini medio basse,
fra i 700 e i 1300 metri, principalmente su
altipiani ma anche sui pendii e sulle cime dei
monti.
Pur avendo una distribuzione ristretta ad un
habitat specifico ed essendo stata a lungo
considerata una pianta rara in natura (Weniger
1988), studi recenti (Raun 1997, Powel&weedin
2004) hanno evidenziato che E. mariposensis
occorre abbondantemente nell’areale di
distribuzione.
Probabilmente le considerazioni di Weniger
sono dovute al fatto che la specie è
praticamente estinta nella località tipo perché
oggetto di prelievi massicci a scopo
commerciale, inoltre la località tipo occorre ai
margini occidentali dell’areale di distribuzione.
Nuove popolazioni, più numerose e formate da
piante più grandi e robuste, sono state
individuate nel Messico, nel Chihuahua e a
Cuatro Cinegas, altre nel Texas, nella contea di
Brewster e in altre zone; fortunatamente su
aree protette e poco accessibili.
Il nome della specie deriva da quello di una miniera (Mariposa
Mine) situata vicino a Terlingua, vicino al luogo dove le piante
sono state scoperta da Hester nel 1945.
Echinomastus mariposensis Hester 1945
Coltivazione
E. mariposensis è una pianta che rimane molto piccola, caratterizzata da spine centrali grigio bluastre, che contrastano con le spine
radiali bianche piuttosto fitte, che oscurano quasi interamente il fusto.
Queste piante sono poco presenti nelle collezioni a causa della loro scarsa disponibilità e delle difficoltà che si incontrano nella
coltivazione.
La pianta nella figura in basso a sinistra, fotografata a Marzo 2008, ha oltre 15 anni e un buon aspetto, ma non ha mai accennato a
fiorire. Viene tenuta in vaso piccolo e terriccio minerale.
In basso a destra, la splendida fioritura (foto di una pianta dalla collezione di Giuseppe Ruini)
Spine apicali, Febbraio 2008
Pianta con fiori
Echinomastus mariposensis Hester 1945
Delle mie esperienze nella semina posso dire che E. mariposensis è una
delle specie con percentuale di germinazione più bassa e le piantine
sono molto delicate, fra le più difficili da tenere in vita.
Da piccole non sembrano gradire posizioni molto soleggiate e crescono
meglio se tenute in posizioni leggermente ombreggiate.
A destra una piantina di circa 1 anno l’ unica da 10 semi, poi è morta.
Sotto a sinistra una plantula dalla collezione di Dante Santori, dopo
alcuni anni è ancora molto piccola.
Sotto a destra una bella sorpresa, un mariposensis si è infiltrato in una
semina di unguispinus: grazie alla mia sbadataggine una piantina si è
salvata!!!
Echinomastus mariposensis Hester 1945
Semine del 2008 a sinistra le piante avevano circa 1 mese, a destra quasi un anno, alcune sono morte.....
Echinomastus unguispinus Britton & Rose 1922
Caratteristiche principali
E’ un vero peccato che questa specie Messicana non sia
possibile trovare nella letteratura informazioni paragonabili
per quantità e qualità a quelle disponibili per le specie
diffuse negli USA. Alcune notizie si trovano nel secondo
volume sulle cactacee Messicane di Bravo-Hollis e
Mejorada del 1991 altre in un articolo di Glass e Foster sul
giornale Americano (1975).
E. unguispinus è una specie variabile nella forma delle
spine e nel colore del fiore, di cui vengono riconosciute due
varietà (unguispinus ed E. unguispinus v. durangensis
Bravo 1980). Alle altre forme (mapimiensis, laui) non viene
in riconosciuto il rango di varietà. Queste piante sono
diffuse negli stati di Chihuahua, Coahuila, Durango,
Zacatecas e San Luis Potosì e i pochi numeri di campo
con informazioni sulle altitudini delle località riportano
valori fra i 1300 e i 2100 metri, non sono invece disponibili
informazioni sul tipo di suolo e sulle associazioni floristiche
caratteristiche della specie.
Coltivazione
In coltivazione queste piante presentano esigenze simili
alle altre specie, in particolare nella loro capacità di
sopportare temperature basse in inverno e nella loro
avversione all’ umidità.
Diversamente dalle altre specie, non ho ancora avuto fiori
della varietà unguispinus, nonostante alcune delle piante
siano piuttosto vecchie e disponga di un certo numero di
esemplari. I risultati ottenuti finora mi stanno convincendo
a sperimentare tecniche diverse che nella pratica di altri
coltivatori sembrano dare risultati migliori, in particolare ad
evitare una sospensione completa delle bagnature nel
periodo estivo.
unguispinus
mapimiensis
durangensis
laui
Echinomastus unguispinus Britton & Rose 1922
E. unguispinus v. durangensis si è rivelato di crescita più rapida e ha
cominciato a fiorire in modo abbondante già verso i 6 anni. Di questa varietà
sono riuscito ad avere frutti che hanno dato luogo a numerose nuove piantine.
Come per le altre specie queste piante si trovano di rado in vendita e nelle
collezioni.
I semi sono in genere disponibili e non ho notato particolari problemi di
germinazione. Le plantule crescono bene e quelle della varietà unguispinus
mostrano le caratteristiche spine uncinate già nel secondo/terzo anno di età.
Le foto in questa pagina e nelle successiva illustrano le diverse forme in
coltivazione.
Pianta di oltre 10 anni
semine di 5/6 anni
Pianta di oltre 7 anni
Echinomastus unguispinus var. unguispinus B&R 1922
La forma laui della v. unguispinus, descritta da Frank
& Zecker nel 1978, presenta spine centrali più
robuste ed è la forma più meridionale della specie.
Sotto pianta di circa 8 anni da seme, a sx dettaglio
delle spine apicali, (foto e pianta dalla collezione di
Dante Santori)
Echinomastus unguispinus var. unguispinus B&R 1922
a sinistra dettaglio delle spine apicali con fiori (foto e
pianta dalla collezione di Dante Santori)
Sotto pianta in fiore, (foto e collezione di Mauro Menotti)
Echinomastus unguispinus var. durangensis Bravo 1980
a sinistra E. unguisinus v. durangensis, pianta con
fiori.
Sotto la forma mapimiensis descritta da Backeberg
nel 1973, scoperta nella regione di Mapimì e
successivamente raccolta anche vicino a Cuatro
Cinegas (foto e pianta dalla collezione di Dante
Santori).
Echinomastus unguispinus var. durangensis Bravo 1980
dettaglio del fiore, da sx in alto, via
via che il fiore matura cambia la
colorazione dei petali
Echinomastus unguispinus B&R 1922
sotto: dettaglio del frutto aperto con semi, a dx semine di v. durangensis e v. unguispinus
Echinomastus Britton & Rose
Riferimenti
–
Anderson, E. F. 2001. The Cactus Family. Timber Press, Portland
–
Benson Lyman 1982. The cacti of the United States and Canada. Stanford University press
–
Bravo-Hollis H., Sanchez Mejorada H. 1991. Las Cactaceas De Mexico, vol II and III, UNAM. Mexico
–
Hunt David 2006. The new cactus lexicon
–
Innes C., Glass C. 1992 Enciclopedia delle Cactaceae. Zanichelli, Bologna
–
Lodi G. 1979. Le mie Piante Grasse. Edagricole, Bologna
–
Powell A. M. & Weedin J. 2004. Cacti of the trans-pecos & adiacent areas, Texas Tech. University Press
–
Preston-Mafham R&K, 1991. Cacti The Illustrated Dictionary. Blandford, London
–
Weniger D. 1988. Cacti of Texas and Neighboring States. University of Texas, Austin
–
G. G. Raun sul Cactus and succulents Journal (US) Vol 69 1997, “echinomastus in the trans- pecos region of texas”
–
E. Roberts ha prodotto una serie di articoli sul giornale americano dal titolo “Home Grown: Cactus Tips from a master Grower”.
Quello sul vol. 79 del 2007 ha il titolo “Gymnocactus and Echinomastus”
–
C. Glass and R. Foster 1975. The Genus Echinomastus in the Chihuahuan Desert. Cact. Succ. J. (US) 47: 218-223
Echinomastus Britton & Rose
Marzo 2009
Echinomastus Britton & Rose
Echinomastus Britton & Rose
Echinomastus Britton & Rose
Echinomastus Britton & Rose
Echinomastus Britton & Rose
28 Marzo 2009
Bruno Magnani
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