I MASSETTI NEGLI IMPIANTI RADIANTI A PAVIMENTO B2B s.r.l. Via della Cantina - 54020 GROPPOLI (MS) Tel. 0187.851008 - Fax uff. comm. 0187.850542 - Fax uff. tecnico 0187.851970 E-mail uff. comm.: [email protected] - E-mail uff. tecnico: [email protected] - www.eurothex.it I MASSETTI NEGLI IMPIANTI RADIANTI A PAVIMENTO Introduzione Scopo del presente è quello di provare a fare un poco di chiarezza su un settore che non riguarda direttamente l’installatore di un impianto radiante a pavimento, ma che può determinare la buona resa del medesimo. Prima di approfondire il discorso inerente i sistemi radianti è opportuno effettuare alcune precisazioni. Il dimensionamento di un impianto a pannelli radianti, è fondamentale per realizzare un sistema che non comporti rischi di sottodimensionamento o di sovratemperature a pavimento. I componenti d’impianto Roth Italia sono realizzati per soddisfare quanto richiesto dal dimensionamento secondo la norma UNI EN 1264. Il dimensionamento offre la possibilità di adattare ogni singolo circuito, alle esigenze del locale in esame. La Norma UNI EN 1264, impone come dato primario di progetto l’eliminazione dei problemi fisiologici derivanti da sovratemperature a filo pavimento, contenendole entro i 28÷29°C, confermando unitamente che pur mantenendo la temperatura di alimentazione, entro certi limiti, si ottiene egualmente un comfort di regime, senza eguali. Il contenimento della temperatura di alimentazione, consente anche di ridurre l’inerzia termica dell’impianto. Considerata la superficie radiante, se ne deduce una irrilevante temperatura di alimentazione. Pertanto l’impianto a pannelli è abbinabile a fonti di calore create a mezzo di pannelli solari, recupero calore, pompe di calore, caldaie a condensazione e teleriscaldamento. La bassa temperatura viene sempre gestita con opportune regolazioni e circuiti idraulici, che dovranno anch’essi essere valutati e dimensionati. 1. Considerazioni tecniche sui massetti e la loro composizione La sabbia Dosando il quantitativo di sabbia non dimentichiamo che allo stato umido si avrà un aumento di volume considerevole sotto l’influenza delle forze capillari (provocando aumenti di ritiro). Maggiore è il quantitativo di sabbia maggiori saranno i ritiri e le deformazioni spontanee. Attenzione al dosaggio di sabbia nei getti con pompa. Utilizzando meno sabbia si avrà un maggior affioramento d’acqua in superficie, le cui conseguenze potranno essere contenute nella stagionatura, ma si avranno minori deformazioni spontanee della massa. Il contenuto d’impurità terrose deve essere frequentemente tenuto sotto controllo dall’impianto perchè in un pavimento ciò comporta alterazioni superficiali. In getti importanti è opportuno prelevare dei campioni di sabbia dall’impianto, perchè a calcestruzzo indurito sarà difficile dimostrare la presenza di impurità. La ghiaia L’aggregato grosso deve provenire da rocce inerti, che non reagiscano con il cemento, inalterabili all’acqua, all’aria, al gelo. Non devono essere utilizzati calcari teneri, feldspati e scisti. Gli aggregati non devono essere porosi per più del 10% del loro volume. Aggregati 2 I MASSETTI NEGLI IMPIANTI RADIANTI A PAVIMENTO calcarei duri sono tollerati, ma determinano un ritiro più elevato proprio perchè porosi. Alcuni aggregati possono contenere particolari varietà di silice che reagisce con gli alcali che si liberano dal cemento o che provengono da altre fonti. In presenza di umidità potrebbe verificarsi una reazione espansiva che porta alla fessurazione ed al successivo distacco a forma di cratere che poi con il transito di carrelli innesta lo sgretolamento a zone dello strato superficiale. Il fenomeno si può verificare specialmente se i pavimenti sono sottoposti a frequenti lavaggi. L’aggregato massimo Lo spessore della pavimentazione determina il diametro massimo dell’aggregato su cui realizzare la composizione granulometrica. In Italia è normalmente utilizzata una pezzatura passante al vaglio di 25-30 mm, in quanto non tutti gli impianti di vagliatura industriale sono provvisti per selezionare aggregati maggiori al 25-30 mm ed anche perchè un diametro maggiore aggraverebbe la fatica dei posatori con conseguente riduzione della produzione giornaliera della squadra, determinante per la quotazione. Il 25-30 mm è un diametro ritenuto idoneo per spessori fino a 15 cm, ma viene normalmente utilizzato in maniera non corretta, per spessori maggiori. L’acqua d’impasto L’acqua come composizione chimica non viene mai considerata, ma per una pavimentazione è importante che l’acqua utilizzata per gli impasti non sia inquinata da scarichi industriali. Sarebbe dunque opportuno informarsi se l’impianto ricicla l’acqua di lavaggio delle autobetoniere. Molti impianti infatti producono oltre al normale calcestruzzo, impasti particolari con additivi e calce. I tamburi delle autobetoniere vengono si lavati prima di essere utilizzati per il calcestruzzo tradizionale, ma l’acqua con cui vengono lavati, viene rimessa in circolo utilizzandola nel calcestruzzo. Questa acqua contenente sostanze chimiche, seppur aggiunta ad altra acqua priva di impurità, può compromettere seriamente i tempi di presa. Esistono impianti che producono e trasportano malte bastarde a base di calce. Riutilizzando l’acqua di lavaggio, si avranno problemi di falsa presa con fessurazioni da ritiro in eccesso. Accertarsi dunque prima di approvvigionarsi della provenienza dell’acqua utilizzata dall’impianto. L’acqua non deve contenere materie organiche o materiale in sospensione, in quanto l’acqua tendendo ad affiorare in superficie (fenomeno di bleeding) favorirebbe il distacco a chiazze dello strato di usura. A pavimento indurito sarà pressoché impossibile dimostrare che il danno dipende dalle impurità presenti nell’acqua. 3 I MASSETTI NEGLI IMPIANTI RADIANTI A PAVIMENTO Il cemento Il riconoscimento di un elevato numero di costituenti ed il dettaglio delle loro definizioni ha aumentato il numero dei cementi i quali vengono raggruppati in cinque tipi: 1. Tipo 1 Cemento Portland 2. Tipo 2 Cemento Portland Composito (alla loppa, alla pozzolana, alle ceneri volanti, allo scisto calcinato, al calcare) 3. Tipo 3 Cemento d’alto forno 4. Tipo 4 Cemento pozzolanico 5. Tipo 5 Cemento composito Grazie alle nuove norme veniamo a conoscenza che si producono diverse miscele di cementi di cui si ignorano, per mancanza di dati, le conseguenze sui pavimenti in calcestruzzo. Il cemento come resistenza e composizione chimica deve essere idoneo per le prestazioni richieste alla pavimentazione. Il cemento è il collante per eccellenza dell’edilizia. Economico, pratico nell’utilizzo, ma imprevedibile nel comportamento una volta impastato con altri elementi, non solo per le variabili intrinseche, ma anche per la variabilità della situazione climatica ambientale. La pasta cementizia (matrice) è la parte più debole del calcestruzzo, ed è appunto nella matrice che si formano le fessure, attenzione quindi all’evaporazione rapida dell’acqua dell’impasto. 2. La lavorabilità Realizzare un pavimento significa posare in opera a quota piano finito la massa di calcestruzzo per scorrimento del materiale su se stesso avvalendosi di rastrelli. La difficoltà di posa è quindi maggiore quanto più elevato sarà l’attrito interno e la coesione dell’impasto. La riduzione dell’attrito e della coesione dell’impasto rende più lavorabile la massa. La lavorabilità può essere raggiunta aggiungendo acqua (errore) o particolari additivi superfluidificanti. Dal punto di vista tecnico l’impiego di additivi non modifica la qualità del calcestruzzo in quanto non interferisce sulle resistenze meccaniche del cemento. La lavorabilità viene misurata con il cono di Abrams ed i centimetri di abbassamento (slump) esprimono la plasticità dell’impasto. Il rapporto acqua – cemento Il contenuto d’acqua diviso il contenuto di cemento per ogni metrocubo d’impasto determina il valore A/C che secondo una teoria universalmente accettata è in stretta relazione con le resistenze meccaniche dell’impasto. Il rapporto A/C non è da confondere con la lavorabilità che si può migliorare mantenendo inalterato il rapporto A/C aggiungendo additivi superfluidificanti. Per un impianto è relativamente facile dosare esattamente l’acqua ed il cemento, utilizzando contalitri e bilance di precisione. Non è però altrettanto facile conservare la precisione iniziale nel momento in cui gli aggregati vengono miscelati. Il grado di umidità degli aggregati e sopratutto nella sabbia è infatti incostante. Esistono strumenti per la determinazione percentuale dell’umidità, ma il loro impiego non ha per il momento risolto il problema. Se consideriamo che in un metrocubo di calcestruzzo la quantità media di aggregati da dosare è circa 2000 4 I MASSETTI NEGLI IMPIANTI RADIANTI A PAVIMENTO Kg, dei quali almeno il 60% è costituito da frazioni granulometriche 0-12 mm, che come è noto, trattengono acqua in maggior misura, possiamo immediatamente verificare come una variazione d’umidità negli aggregati comporti alterazioni impossibili da trascurare. Dal rapporto acqua- cemento si possono valutare e prevedere: 1) Tempi d’indurimento. 2) Ritiri. 3) Resistenze meccaniche. 4) Resistenza all’usura. 5) Tempi di stagionatura. Nella tabella seguente evidenziamo il rapporto acqua-cemento e tempi di stagionatura RAPPORTO ACQUA CEMENTO E STAGIONATURA Rapporto A/C Giorni Stagionatura 0.40 3 0.45 7 0.50 14 0.55 28 0.60 180 Il rapporto ideale A/C risulta 0.55 con 28 giorni di stagionatura. La lavorabilità e gli additivi Normalmente per una pavimentazione viene addottata la classe di consistenza S4. Per ottenere tale grado di lavorabilità si deve ricorrere agli additivi superfluidificanti, additivi che riducono momentaneamente la coesione dell’impasto, mantenendo inalterati i valori delle resistenze. Sono definiti fluidificanti gli additivi che, aggiunti ad un impasto cementizio, a pari rapporto A/C ne aumentano la fluidità, oppure a pari consistenza consentono di ridurre l’acqua d’impasto. Un superfluidificante è una sostanza chimica che aggiunta al calcestruzzo produce una lavorabilità elevata. I principali prodotti chimici sui quali si basa la maggior parte dei superfluidificanti sono dei polimeri solforati di sintesi, tra i quali i più impegnati sono il naftalensulforato condensato con formaldeide e la trimetilmelammina solforata condensata con formaldeide. L’azione degli additivi è regolamentata dalle norme UNI. In pratica con un basso rapporto A/C si può ottenere una lavorabilità S4 aggiungendo nel giusto quantitativo un superfluidificante. Diventa cioè possibile rendere l’impasto molto fluido e quindi facile da posare in opera senza ricorrere all’aggiunta di ulteriore acqua, che comporterebbe un peggioramento delle qualità meccaniche del pavimento. Gli additivi acceleranti di presa aumentano la velocità d’idratazione del cemento nel periodo di presa. Accelerando i tempi di presa si possono ovviare inconvenienti dovuti alle basse temperature ed è per questo che vengono impropriamente chiamati antigelo. L’impiego di questi prodotti contribuisce ad abbassare il punto di congelamento del calcestruzzo e ad accelerare l’idratazione del cemento semplicemente incrementando lo sviluppo delle resistenze 5 I MASSETTI NEGLI IMPIANTI RADIANTI A PAVIMENTO meccaniche iniziali. Recenti studi hanno evidenziato l’importanza di conferire ai calcestruzzi per pavimenti elevate resistenze meccaniche iniziali, con qualsiasi temperatura e clima, per meglio opporre resistenze alle tensioni da ritiro in fase plastica. Gli svantaggi degli acceleranti di presa a base di cloruro di calcio, possono innescare un eventuale incremento dei ritiri ed un eventuale decolorazione. Non tutti gli aggregati sono compatibili con il cloruro di calcio ed un eventuale eccesso nel dosaggio, può portare ad una segregazione degli inerti con conseguente esagerato affioramento d’acqua e conseguente colorazione più chiara. Gli additivi ritardanti di presa conservano la lavorabilità più a lungo e normalmente vengono impiegati qualora il tragitto tra impianto e cantiere superi i tempi di presa del cemento. Utilizzare un ritardante di presa significa avere un calcestruzzo le cui resistenze iniziali sono nettamente inferiori e quindi i tempi di stagionatura dovranno essere aumentati così come le precauzioni per prevenire i fenomeni da ritiro devono essere più che mai adottate. Gli additivi disaeranti riguardano le pavimentazioni riscaldate servono per togliere il maggior quantitativo d’aria dal getto in modo che l’impiantistica sottostante abbia il maggior rendimento possibile. L’aggiunta ideale dell’additivo dovrebbe avvenire in cantiere pochi minuti prima dello scarico, in quanto il periodo di attività degli additivi è breve nel tempo. Anche per questo motivo non si dovrebbe mai inserire additivo nel cemento all’impianto di betonaggio. La funzione degli additivi è quella di lubrificare l’impasto con il minor quantitativo d’acqua possibile e per il tempo sufficiente a terminare la posa in opera. Esaurita la sua funzione si distacca dai granuli e forma cristalli fibrosi. La reazione tra acqua e cemento prosegue indisturbata con il risultato di aver posato in opera facilmente un impasto che oltre tutto sarà affidabile per il suo basso rapporto A/C. 3. Il massetto Chiamato anche caldana è un elemento costruttivo, generalmente di spessore da 1a 8 cm, realizzato con malte confezionate con leganti cementizi o a base di anidrite; a seconda che venga posato in aderenza ad un sottofondo portante, su uno strato di desolidarizzazione o su uno strato di isolamento termico o acustico, viene denominato rispettivamente aderente, desolidarizzato o galleggiante. Può essere utilizzato direttamente come superficie di calpestio o essere rivestito con pavimenti di tutti i tipi (ceramica, materiale lapideo, resilienti, legno, ecc.). Il massetto deve garantire la posa, nei tempi desiderati, del tipo di rivestimento previsto e assicurare la durabilità dell’opera nelle diverse condizioni di esercizio (all’interno o all’esterno; in pavimentazioni ad uso civile, commerciale o industriale; ecc.). Esso deve quindi garantire, insieme agli altri elementi e strati funzionali che costituiscono il supporto, la funzionalità del sistema di pavimentazione e collaborare allo svolgimento delle funzioni progettate. Indipendentemente dal tipo di rivestimento che deve ricevere, per essere idoneo alla posa di un pavimento, il massetto si deve presentare planare, liscio, pulito, privo di fessurazioni, compatto, stagionato, dimensionalmente stabile e meccanicamente resistente. Inoltre, l’umidità residua deve essere conforme ai valori previsti per la posa dei pavimenti sensibili all’umidità e omogenea in tutto lo spessore. Per i massetti a base cementizia si considerano accettabili valori di umidità inferiori al 2% nel caso in cui si debba posare un pavimento in legno, del 2,5-3% nel caso in cui si debba posare pvc, gomma o linoleum. La durabilità di una pavimentazione è dunque influenzata dalla qualità 6 I MASSETTI NEGLI IMPIANTI RADIANTI A PAVIMENTO della caldana, ma spesso progettisti ed imprese trascurano alcune regole fondamentali per la preparazione ottimale dei del massetto indurito dipendono da quelle del prodotto utilizzato per il confezionamento, nonché dalle modalità di preparazione e di applicazione dell’impasto. La scelta del prodotto da utilizzare deve prendere in considerazione, oltre al prezzo di acquisto, la destinazione d’uso, le condizioni del cantiere (all’interno o all’esterno, spessore da realizzare ecc.), il tipo di pavimento da posare ed il tempo di attesa per la posa. In genere in cantiere si hanno a disposizione tempi abbastanza lunghi, ma non sufficienti a permettere al posatore di rispettare il tempo minimo richiesto per la stagionatura dei massetti cementizi tradizionali: 7-10 giorni per centimetro di spessore a temperatura di circa 20°C. Spesso viene quindi eseguita la posa di piastrelle in ceramica solo qualche giorno dopo la realizzazione del sottofondo. Il rischio è che possibili fessurazioni della caldana, causate dall’inevitabile ritiro igrometrico della malta, lesionino anche la pavimentazione. Massetti autolivellanti I massetti liquidi autolivellanti, sono del tipo a base di anidride od a base cementizia, premiscelati a secco. I produttori di pavimenti autolivellanti a base di anidride, impiegano differenti anidridi e additivi come pure differenti procedimenti di fabbricazione. Le caratteristiche meccaniche garantite dai costruttori risultano essere ottime. I massetti a base di calcestruzzo possono essere esposti a temperature durevoli di 60°C, per alcuni tipi di autolivellanti si tende a limitare la temperatura di mandata 50°C. In ogni caso si consiglia sempre di rispettare e leggere attentamente le specifiche tecniche proposte dai produttori. Quando possibile far eseguire la posa ad aziende specializzate in modo da ottenere una garanzia a 360° sulla fornitura e corretta posa in opera. Data la particolarità del prodotto non in tutti i casi lo si può adottare. I massetti autolivellanti liquidi, possono normalmente essere creati con minore spessore. La norma SIA 251 stabilisce gli spessori minimi a seconda del carico mobile ammesso (> 2 kN/m oppure > 2 4 kN/m ) e secondo le diverse proprietà dei materiali per categoria di carico. Per massetti autolivellanti, vengono prescritti spessori di esecuzione di 30 - 50 mm. La copertura minima dei tubi è di 25 mm. E’ consigliabile frazionare il massetto in corrispondenza di aperture nelle pareti o di eventuali sporgenze, inserendo un setto separatore nel massetto durante la messa in opera o provvedendo a sezionare il massetto stesso ad indurimento avvenuto. La massima superficie realizzabile senza frazionamento è analoga ai massetti tradizionali a base di sabbia e cemento, quindi circa 40 metri quadri. Il posizionamento di una rete elettrosaldata all’interno del massetto, interrompendo la stessa all’altezza dei giunti di dilatazione, non comporta un aumento delle prestazioni strutturali del medesimo,ma solamente un miglioramento delle prestazioni in fase di ritiro. E’ necessario mantenere il posizionamento dei giunti di dilatazione come da progetto almeno in corrispondenza delle soglie delle porte. In ogni modo bisogna seguire attentamente le prescrizioni date dall’azienda produttrice del liquido autolivellante. Esistono a titolo di esempio aziende specializzate nel settore che forniscono e garantiscono la posa di massetti a base anidritico ad elevate prestazioni termiche specifiche per impianti radianti a pavimento senza utilizzare giunti di dilatazione e taglio termico sino a 400 mq. 7 I MASSETTI NEGLI IMPIANTI RADIANTI A PAVIMENTO Precauzioni di posa Particolare attenzione và riservata alla posa dell’isolante ed in particolare è da evitare che il massetto liquido possa penetrare tra il pannello isolante ed il solaio, come anche tra la parete perimetrale ed il pannello stesso. Nel caso di sistemi con pannello liscio, si dovrà stendere una barriera PE sopra l’isolante, per evitare che il prodotto possa, per capillarità, penetrare tra un pannello ed un’altro. Questa “rogna” viene evitata utilizzando pannelli studiati appositamente per la posa degli impianti radianti a pavimento. I pannelli piani Eurothex della serie Rotafloor, Klimaboden e Easy Roll, sono tutti dotati di barriera protettiva in PE, non solo, ma la peculiarità del prodotto è quella di avere i bordi autoincollanti sul semiperimetro, tale soluzione consente di avere un perfetto accoppiamento dei pannelli eliminando la formazione di ponti termici ed acustici. La fascia perimetrale o zoccolo di bordatura è dotata di una pellicola in PA 66 che deve essere sollevata e riportata sopra il pannello postato perfettamente in aderenza alla fascia stessa. La pellicola in PA 66 ha la funzione di evitare la filtrazione dei getto sotto il pannello stesso. Il massetto, volano termico dell’impianto, svolge un ruolo fondamentale nella determinazione della resa dell’impianto in oggetto. Se viene realizzato in maniera tradizionale deve essere di almeno 40-45 mm di spessore misurato dall’estremità superiore del tubo in polietilene, comunque mai inferiore a 30-35 mm, per avere una resistenza alla compressione di almeno 1,3 kN/mq. Per eventuali carichi notevoli (capannoni industriali), i valori di resistenza dovranno essere superiori, aumentando lo spessore del massetto, inserendo reti metalliche o fibre. E’ necessario in queste situazioni ricorrere ad un professionista che effettui una verifica strutturale adeguata Se non si aumenta lo spessore del massetto, si possono utilizzare inerti con granulometria di diametro inferiore, aumentando la dose di cemento nell’impasto, creando però un ritiro maggiore del pavimento (in fase di essiccazione) con rischi di crepe, fessurazioni, frantumazioni. Per una facile ed agevole posa in opera del massetto, il calcestruzzo deve avere una buona fluidità, che si può ottenere con l’aggiunta di un prodotto fluidificante, con dosi come da etichetta sulle taniche. L’additivo STANDARD EUROTHEX, da inserire nell’impasto, consente di diminuire la percentuale di acqua necessaria all’impasto e di conseguenza anche le bolle di aria derivanti, aumentando la fluidità, le caratteristiche tecniche e meccaniche. E’ di fondamentale importanza la granulometria degli aggregati, in quanto questi possono determinare un calcestruzzo friabile. Una granulometria ottimale consente un impasto compatto ad alta resistenza e conducibilità termica. La compattezza che si deve raggiungere può essere realizzata con inerti di ottima qualità, lavati e miscelati. Un metro cubo di calcestruzzo deve avere la seguente composizione: - una parte di cemento R325 o R425 - cinque parti di inerte - acqua per l’ottenimento di un impasto secco L’inerte è composto da: 40% ghiaia 4÷8 mm. 60% sabbia 0,2÷2 mm. Additivo STANDARD EUROTHEX per massetti cementizi 3,9 litri/m3 di impasto, fino ad un 8 I MASSETTI NEGLI IMPIANTI RADIANTI A PAVIMENTO massimo di 4÷5 litri per metro cubo di impasto. Il diametro dell’inerte sarà di 1/4÷1/5 dello spessore del massetto (teoria di Fuller / Bolomey). Il raggiungimento delle caratteristiche ottimali del massetto, implica il perseguimento della procedura di cui sopra. Per ottenere un massetto con ottime caratteristiche meccaniche e di trasmissione, compattezza, elasticità, resistenza, omogeneità nella ricopertura della tubazione, si prevede l’aggiunta dell’additivo fluidificante, quale parte integrante dell’impianto di riscaldamento a pavimento, conforme alle Norme ASIM C-494/80 ed alle Norme UNI 8145. L’uso dell’additivo comporta un riduzione di acqua fino al 60%, ciò permette la riduzione di presenza di porosità dovute all’evaporazione dell’acqua stessa e l’aumento della sua densità nonché conducibilità termica. E’ garantito l’aumento della lavorabilità e scorrevolezza. 4. Presupposti Presupposti e e preparazione 4. preparazionedel delmassetto massetto Per la la preparazione preparazione del tutte le aperture tipotipo porte, Per del massetto, massetto, sisideve deveaver avercura curadidichiudere chiudere tutte le aperture porte, finestre, per evitare che il calcestruzzo si secchi troppo velocemente, con pericolo di finestre, per evitare che il calcestruzzo si secchi troppo velocemente, con pericolo di fessurazioni, fessurazioni, crepe, ritiri eccessivi; lo si dovrebbe coprire con un foglio di nylon per evitare crepe, ritiri eccessivi; lo si dovrebbe coprire con un foglio di nylon per evitare esposizioni alle esposizioni alle correnti d’aria che provocherebbero un essiccamento non regolare, questo correnti d’aria che provocherebbero un essiccamento non regolare, questo per i primi 3÷5 per i primi 3÷5 giorni. L’ambiente dovrebbe essere almeno 5°C. giorni. L’ambiente essere almeno 5°C. Dopo 7÷10 giornidovrebbe si può procedere all’accensione dell’impianto eseguendo i ciclo di accensione/stagionatura così come richiesto dalla norma UNI EN 1264, alimentandolo ad una temperatura compresa tra 20÷45°C e mantenendo poi la temperatura di progetto per 3÷4 giorni. Solo quando sarà passato un periodo non inferiore a 25÷28 giorni, a 9 condizione che l’umidità relativa del massetto sia nei limiti, si potrà proseguire con la posa della pavimentazione. I MASSETTI NEGLI IMPIANTI RADIANTI A PAVIMENTO Dopo 7÷10 giorni si può procedere all’accensione dell’impianto eseguendo i ciclo di accensione/ stagionatura così come richiesto dalla norma UNI EN 1264, alimentandolo ad una temperatura compresa tra 20÷45°C e mantenendo poi la temperatura di progetto per 3÷4 giorni. Solo quando sarà passato un periodo non inferiore a 25÷28 giorni, a condizione che l’umidità relativa del massetto sia nei limiti, si potrà proseguire con la posa della pavimentazione. In un massetto per riscaldamento a pavimento è importante la presenza di giunti di dilatazione e dei giunti tecnici, questi da predisporre a livello di tutte le soglie, in tutti i locali a forma di “L” o a collo di bottiglia, nei locali con certe dimensioni dove l’isolante perimetrale non basta ad assorbire le dilatazioni del pavimento. Le dilatazioni si riperquotono ovviamente anche sulla pavimentazione, creando seri problemi se non presi in considerazione; di seguito un esempio di dilatazioni termiche lineari in mm/m°C relative a diverse tipologie di pavimentazione: Tabella dilatazioni termiche Finitura Cotto Ceramica Legno Stagionato Massetto normale Massetto additivato (mm/m°C) 0,005 0,008 0,55 0,016 0,012 Esempio: un massetto con additivo STANDARD ROTH (α = 0,012), con una lunghezza pari a 5,0 m, con una variazione di temperatura (Δt) di 20°C, avrà una dilatazione termica totale K di: k = α x L x Δt K=. 0,012 mm/m°C x 5.000 mm x 20°C = 1,2 mm. I giunti di dilatazione verranno previsti per tutte le superfici con ampiezza superiore a 40÷50 metri quadrati, avendo una proporzione tra le lunghezze dei vari lati di 1 : 2. I giunti di dilatazione non possono attraversare un circuito, bensì solo tubazioni di raccordo/ collegamento tra varie chiocciole o su linee di collegamento. Gli stessi si protrarranno fino alla pavimentazione compresa (piastrella) e saranno riempiti con materiali elastici; praticamente, si deve creare una separazione dei vari elementi di costruzione, per tutta la loro sezione trasversale, ricopertura compresa. 10 40÷50 metri quadrati, avendo una proporzione tra le lunghezze dei vari lati di 1 : 2. I giunti di dilatazione non possono attraversare un circuito, bensì solo tubazioni di raccordo/collegamento tra varie chiocciole o su linee di collegamento. Gli stessi si I MASSETTI NEGLI IMPIANTI RADIANTI A PAVIMENTO protrarranno fino alla pavimentazione compresa (piastrella) e saranno riempiti con materiali elastici; praticamente, si deve creare una separazione dei vari elementi di costruzione, per tutta la loro sezione trasversale, ricopertura compresa. 5.5.Giunti Giuntidi didilatazione dilatazione I I giunti vanno creati creatisopra sopra i giunti di separazione delle strutture, pari lunghezza e giunti vanno i giunti di separazione delle strutture, con paricon lunghezza e larghezza; larghezza; il tratto in oggetto non può essere attraversato dalle tubazioni del il tratto in oggetto non può essere attraversato dalle tubazioni del riscaldamento, nel caso in cui riscaldamento, nel caso cui i giunti si intersecano condelletubo tubazioni, la libertà di i giunti si intersecano con leintubazioni, la libertà di scorrimento deve essere assicurata scorrimento del tubo deve essere assicurata a mezzo di misure particolari tipo guaine che a mezzo di misure particolari tipo guaine che avranno una lunghezza di almeno 30 cm. con avranno una lunghezza di almeno 30 cm. con diametro di 25 mm. diametro di 25 mm. La deve avere avere una una superficie superficie non La porzione porzione compresa compresa entro entro ii giunti giunti di di dilatazione dilatazione deve non maggiore maggiore a a 40 40 mq, mq, secondo secondoquanto quanto imposto impostodalle dalleNorme NormeDIN DIN18560. 18560. Normalmente deldel posizionamento di questi giunti,giunti, viene eseguita da chi hada eseguito Normalmente lalastipula stipula posizionamento di questi viene eseguita chi hai eseguito i calcoli della struttura. infatti questa fase verranno imposti sia i giuntiche di calcoli statici della statici struttura. infatti in questa faseinverranno imposti sia i giunti di dilatazione dilatazione quelli tecnici.che quelli tecnici. Questi ultimi, ultimi, creati creati con consemplice semplicetaglio tagliodidicazzuola cazzuola a profondità circa dello spessore Questi a profondità di di circa 1/31/3 dello spessore del del massetto a malta fresca. Lo scopo della presenza di questi tagli è quello di assorbire le massetto a malta fresca. Lo scopo della presenza di questi tagli è quello di assorbire le contrazioni eedilatazioni dilatazionidel delpavimento pavimentoa livello a livello locale e del incontrollabile. L’ampiezza contrazioni locale e del tipotipo incontrollabile. L’ampiezza delle delle aree a taglio di cazzuola non devono superare i 20÷25 mq., partendo sempre a aree a taglio di cazzuola non devono superare i 20÷25 mq., partendo sempre a 90° rispetto90° la rispetto la parete di partenza e se possibile da spigoli di pareti portanti. parete di partenza e se possibile da spigoli di pareti portanti. Sarà cura cura del del pavimentista, pavimentista, in in funzione funzione del del tipo se tali tali tagli tagli Sarà tipo di di pavimentazione, pavimentazione, considerare considerare se tecnici dovranno essere riportati fino in superficie o solo fin sotto la piastrella, tecnici dovranno essere riportati fino in superficie o solo fin sotto la piastrella, contrariamente contrariamente ai giunti di dilatazione che in vece sono evidenti sopra la pavimentazione. ai giunti di dilatazione che in vece sono evidenti sopra la pavimentazione. elastico oo di di dilatazione dilatazioneGiunto Giuntotecnico tecnico Giunto elastico Ciascuno dei metodi di posa precedentemente descritti, sia a malta che a colla, richiede, 11 in fase di esecuzione, l’osservanza dei giunti. Quando si parla di “giunti” nel campo della posa occorre fare la seguente distinzione: I MASSETTI NEGLI IMPIANTI RADIANTI A PAVIMENTO Ciascuno dei metodi di posa precedentemente descritti, sia a malta che a colla, richiede, in fase di esecuzione, l’osservanza dei giunti. Quando si parla di “giunti” nel campo della posa occorre fare la seguente distinzione: - “giunti di posa”, sono le zone di giunzione tra le piastrelle e sono in genere meglio conosciuti con il termine “fuga”; - “giunti di deformazione o di dilatazione”, costituiscono le interruzioni del sistema pavimento, realizzate per consentire le dilatazioni e le contrazioni dei materiali, nonché lo scorrimento relativo dei vari strati che compongono l’elemento costruttivo. Giunti di dilatazione I giunti di deformazione o di dilatazione hanno la funzione di interrompere la continuità della superficie rivestita per consentire e compensare le variazioni dimensionali e le deformazioni che interessano il sistema multistrato costituito dalle piastrelle, dal legante e dal sottofondo. Tali giunti devono sempre interessare sia lo strato di allettamento che le piastrelle. Questi giunti possono essere suddivisi in: - Giunti di costruzione: vengono realizzati quando la costruzione si sviluppa per bande o pannelli, o nei punti in cui si interrompe il getto per fine lavoro. - Giunti strutturali: corrispondono alle interruzioni nella continuità della struttura portante. Separano generalmente diversi tipi di elementi portanti in quanto caratterizzati da tensioni e ritiri differenti o frazionano superfici continue di un unico tipo portante, assorbendone gli assestamenti e le dilatazioni. Questi giunti devono essere rispettati in fase di posa, ripresi e continuati fino alla sommità del lavoro di posa, per lunghezza e per larghezza. - Giunti di desolidarizzazione e Giunti periferici: hanno la funzione di desolidarizzare il rivestimento dagli elementi fissi della struttura portante quali colonne, pareti, zoccoli, di permettere i movimenti differenziali delle diverse strutture in tutti i sensi e di impedire i ponti termici ed acustici. - Giunti di frazionamento o di ritiro o di controllo: interessano lo strato di allettamento o massetto ed il rivestimento ceramico. Vanno eseguiti in presenza di grandi superfici, frazionandole in aree minori. I giunti hanno la funzione di assorbire le variazioni dimensionali e le deformazioni di origine meccanica o termo-igrometrica delle piastrelle o degli strati sottostanti, per contrastare il verificarsi di tensioni pericolose. Indicazioni generali sulla localizzazione e sulla larghezza dei giunti di dilatazione: La sigillatura dei giunti di dilatazione Durante le operazioni di posa, in corrispondenza dei giunti di deformazione non si devono impiegare nè malte nè collanti. La deformabilità si ottiene interponendo listelli o strisce di materiale morbido non deteriorabile, come ad esempio polistirolo o poliuretano espanso, per lo spessore dello strato di allettamento, mentre nello strato delle piastrelle, il giunto va riempito con un apposito sigillante elastico che deve aderire perfettamente al bordo delle piastrelle stesse. Al momento della sigillatura le pareti interne del giunto devono essere perfettamente pulite ed asciutte. Infine lo spessore della sigillatura non deve essere eccessivo e non deve essere solidale con lo strato di allettamento. Il materiale comprimibile deve occupare solo parzialmente 12 I MASSETTI NEGLI IMPIANTI RADIANTI A PAVIMENTO la parte inferiore del giunto per consentire l’espansione del sigillante quando il giunto sotto sollecitazione tende a restringersi. Nella pratica i giunti periferici o perimetrali vengono realizzati semplicemente lasciando uno spazio vuoto di circa 5 mm. lungo la linea di contatto tra le diverse superfici. Tale spazio viene poi nascosto dai battiscopa, dai controtelai degli infissi e dallo stesso rivestimento delle superfici adiacenti. I giunti di posa o fughe, cioè gli spazi lasciati fra una piastrella e l’altra, possono essere realizzati in due modi: - con il “giunto stretto” o “giunto unito” , le piastrelle vengono accostate l’una all’altra senza discontinuità, in modo da formare una superficie quasi monolitica, molto apprezzata dal gusto italiano, che però crea spesso non piccoli problemi di sollevamento degli elementi ceramici, compromettendo il lavoro di posa. Risulta più rapida e quindi più economica della posa a giunto aperto. Attualmente nella maggior parte dei codici di pratica dei diversi paesi questo tipo di posa è ormai sconsigliato o addirittura non ammesso. - con il “giunto aperto”, fra le piastrelle viene lasciato uno spazio in funzione delle dimensioni e del tipo di materiale da posare e dell’effetto estetico che si vuole ottenere. Si consiglia di posare a “giunto aperto” in quanto i giunti di posa assolvono un’importante funzione: servono ad assorbire le deformazioni ed i movimenti differenziali dell’intero sistema installato ed a compensare le tolleranze dimensionali delle piastrelle. Consente inoltre di controllare meglio il riempimento delle fughe. Indicazioni di massima dell’ampiezza delle fughe in base al formato delle piastrelle: Formato piastrellle Fino a 10x10 cm Fino a 20x20 cm Oltre 20x20 cm Ampiezza delle fughe (mm) 2-3 3-5 5-10 Per la sigillatura dei giunti di posa esistono in commercio diversi materiali, da utilizzare una volta che l’adesivo si sia indurito o essiccato. Sono disponibili anche stucchi colorati coordinabili con le piastrelle. La stesura degli stucchi si effettua con un’apposita spatola di gomma, in modo da ottenere un riempimento omogeneo e regolare dei giunti. La prima pulizia si deve effettuare quando lo stucco è diventato opaco, mediante una spugna umida, adeguatamente lavata in acqua pulita. La pulizia a fondo va eseguita con prodotti compatibili con le caratteristiche sia della fuga che della piastrella 6. Maturazione o Stagionatura La maturazione è uno dei requisiti più importanti per un massetto cementizio ed è da verificare prima della posa, in quanto da essa dipende la stabilità delle sue dimensioni (come precedentemente osservato, un massetto non adeguatamente maturato è destinato a subire fenomeni di ritiro). É pertanto fondamentale rispettare i tempi di maturazione: in genere si considera necessaria 13 I MASSETTI NEGLI IMPIANTI RADIANTI A PAVIMENTO una settimana per centimetro di spessore in buona stagione o almeno 28 giorni e comunque deve esserci indicativamente un’umidità residua (l’umidità di equilibrio fra quella dell’aria e quella dei prodotti cementizi) < 3% per i massetti cementizi e < 0,5 % per quelli in anidrite. In commercio sono tuttavia reperibili dei collanti che consentono di effettuare l’installazione prima dei 28 gg. Nei massetti cementizi il ritiro è più veloce nelle prime settimane provocando un accorciamento del massetto di 1 mm/metro lineare circa. Esistono però oggi in commercio anche dei preparati che consentono la realizzazione di “massetti rapidi”. Si tratta di miscele predosate, da preparare direttamente in cantiere prima dell’applicazione, mescolandole con acqua nelle proporzioni indicate dal produttore. Se non si rispettano i tempi di maturazione si creano delle tensioni che se superano la resistenza dei singoli strati portano al sollevamento delle piastrelle. Queste tensioni aumentano dato che le piastrelle, in particolare se porose, tendono a dilatarsi per assorbimento d’acqua (umidità e lavaggi). Per ovviare a questo inconveniente è opportuno predisporre giunti perimetrali e di frazionamento e per evitare il crearsi di eccessive tensioni il massetto può essere svincolato dalla struttura portante. Si ottiene cosi’ il massetto “desolidarizzato” separato dal solaio tramite un foglio di polietilene che impedisce inoltre che l’eventuale umidità residua del solaio risalga attraverso il massetto. I massetti “desolidarizzati o “galleggianti”, proprio perché viene a mancare l’adesione con il supporto, sono liberi di subire le deformazioni causate dal loro ritiro.Il massetto può subire quindi: 1. Deformazioni concave: interessano il massetto prima della posa delle piastrelle. Il massetto subisce un’essiccazione superficiale molto rapida che comporta un ritiro più veloce della parte superiore. Ne consegue che il massetto si alza ai lati, sotto i quali si verranno a creare dei vuoti che, se sottoposti a carichi, si rompono con conseguente fessurazione e/o distacco delle piastrelle eventualmente già posate. 2. Deformazioni convesse: interessano il massetto dopo la posa delle piastrelle La tendenza a ritirarsi del massetto è ostacolata dalle piastrelle che semmai tendono a dilatarsi. L’inarcamento crea fessurazioni fra le piastrelle che se ben incollate non si staccano. Sottoposto a carichi il massetto tende a rompersi al centro. Con un pavimento desolidarizzato questo fenomeno si nota bene: il massetto si abbassa ai lati e tende a crepare al centro, mentre il battiscopa rimane distanziato e sembra sollevarsi. 14 I MASSETTI NEGLI IMPIANTI RADIANTI A PAVIMENTO Una suddivisione della superficie del betoncino per mezzo dei così detti giunti finti è indispensabile Una suddivisione della superficie del(0,5 betoncino per mezzo così detti riscontrata giunti finti nel è per captare gli effetti inevitabili di ritiro. - 1,0 mm./m.). Infatti dei la contrazione indispensabile captare glidell’acqua, effetti inevitabili di ritiro. (0,5 - 1,0 mm./m.). la calcestruzzo perper evaporazione crea un ritiro del materiale stesso. Si deveInfatti prestare Una suddivisione della nel superficie del betoncino per mezzodell’acqua, dei così detti giunti fintidel è contrazione riscontrata calcestruzzo per evaporazione crea un ritiro particolare attenzione alle deformazioni possibili durante il tempo di essiccazione. A causa della indispensabile per Si captare gli effetti particolare inevitabili diattenzione ritiro. (0,5alle - 1,0 mm./m.). Infatti la materiale stesso. deve prestare deformazioni possibili elevata deumidificazione in superficie, il massetto tende ad arcuarsi (fare le orecchie). Possibili contrazione riscontrata nel calcestruzzo evaporazione dell’acqua, crea un ritiro delil durante il tempo di essiccazione. A causaper della elevata deumidificazione in superficie, contromisure sono: umidificare oppure coprire con teli la superficie del massetto appena gettato materiale tende stesso.adSiarcuarsi deve prestare particolarePossibili attenzione alle deformazioni possibili massetto (fare le orecchie). contromisure sono: umidificare (creazione del microclima di essicazione). durante il tempo di essiccazione. A causa della elevata deumidificazione in superficie, oppure coprire con teli la superficie del massetto appena gettato (creazione del microclimail Una volta tende che il massetto si è completamente essiccato, l’arcuamento regredirà così come le massetto di essicazione). ad arcuarsi (fare le orecchie). Possibili contromisure sono: umidificare eventuali deformazioni. Questo comportamento delappena massetto deve essere assolutamente oppure coprire teli la superficie del massetto gettato (creazione del microclima Una volta che ilcon massetto si è completamente essiccato, l'arcuamento regredirà così tenuto come inessicazione). considerazione. Se esso non viene considerato, verranno provocati danni allodeve stesso. essere Il primo di le eventuali deformazioni. Questo comportamento del massetto danno tipico il battiscopa / Se zoccolino posato presto.così Per questa Una volta chesiilpresenta massetto è completamente essiccato, l'arcuamento regredirà come assolutamente tenuto quando in siconsiderazione. esso viene non viene troppo considerato, verranno ragione, l’arcuamento naturale verso l’alto del betoncino viene impedito e questo porta al suo le eventuali comportamento del massetto essere provocati dannideformazioni. allo stesso. IlQuesto primo danno tipico si presenta quando ildeve battiscopa / spezzettamento (sprofondamento). Quando causato dalla contrazione siverso ritira, assolutamente considerazione. Se esso non viene considerato, verranno zoccolino viene tenuto posato introppo presto. Per l’arcuamento questa ragione, l'arcuamento naturale il betoncino spezzato viene premuto nell’isolamento. così causato danno durevole. provocati allo stesso. Il impedito primo danno tipico Viene si porta presenta il battiscopa / l'alto del danni betoncino viene e questo al quando suoun spezzettamento zoccolino presto. Per ragione, l'arcuamento naturale verso Il secondoviene dannoposato tipico sitroppo presenta quando i questa rivestimenti duri, cotto, piastrelle ecc., vengono (sprofondamento). Quando l'arcuamento causato dalla contrazione si ritira, il betoncino l'alto betoncino viene impedito eViene questo suo spezzettamento incollatidel troppo presto oppure vengono posati nella malta fresca. al In un questo caso solamenteIlil spezzato viene premuto nell'isolamento. così porta causato danno durevole. (sprofondamento). l'arcuamento dalladuri, contrazione siIl ritira, il dei betoncino secondo tipico presenta quando icausato rivestimenti cotto, piastrelle ecc., vengono betoncinodanno si ritira e Quando si si verificano delle resistenze e relative deformazioni. quadro danni è spezzato viene premuto nell'isolamento. Viene così causato un danno durevole. incollati presto oppurenella vengono malta fresca. In equesto caso solamente simile a troppo quello rappresentato figuraposati 5-3. Ilnella danno è irreversibile di dimensione diversaIla danno tipicoe sisi presenta i rivestimenti duri, cotto, piastrelle ecc., vengono ilsecondo betoncino si ritira verificanoquando delle resistenze e relative deformazioni. Il quadro dei incollati troppo presto oppure vengono posati nella malta fresca. In questo caso solamente danni è simile a quello rappresentato nella figura 5-3. Il danno è irreversibile e di il betoncino si ritira e si verificano delle resistenze e relative deformazioni. Il quadro dei danni è simile a quello rappresentato nella figura 5-3. Il danno è irreversibile e di 15 I MASSETTI NEGLI IMPIANTI RADIANTI A PAVIMENTO seconda della qualità della malta o della colla usata. Il terzo danno tipico si presenta quando la posadimensione del battiscopa /zoccolino avviene troppo presto quando il betoncino ha raggiunto, diversa a seconda della qualità dellae malta o della colla usata. Il terzo danno tipico naturale si presenta posa del battiscopa /zoccolino avviene troppo presto e quando per effetto del quando ritiro, il la suo inarcamento massimo. Quando il betoncino si porterà il betoncino raggiunto, per effetto naturale del ritiro, il suo inarcamento massimo. alla posizione finale,hacioè dopo il regredire dell’inarcamento, si intravedrà una fessura tra il Quando il betoncino si porterà alla posizione finale, cioè dopo il regredire dell'inarcamento, pavimento e lo zoccolino / battiscopa. si intravedrà una fessura tra il pavimento e lo zoccolino / battiscopa. Inarcamento e Sprofondamento: Le contrazioni Inarcamento e Sprofondamento: Le contrazioni Riduzione del processo di ritiro Il processo di ritiro del puòprocesso essere ridotto: Riduzione di ritiro - impiegando inerti o aggregati caratterizzati Il processo di ritiro può essere ridotto: da una composizione granulometrica mista, in o aggregati caratterizzati dacolmare una composizione granulometrica in modo- impiegando da ridurre alinerti minimo i vuoti fra i granuli da con il cemento, riducendo mista, di modo da ridurre al minimo i vuoti fra i granuli da colmare con il cemento, riducendo di conseguenza i ritiri; riducendo il rapporto cemento/inerti ai livelli consentiti in funzione delle conseguenza i ritiri; riducendo caratteristiche meccaniche richieste; il rapporto cemento/inerti ai livelli consentiti in funzione delle caratteristiche meccaniche richieste; - riducendo il rapporto acqua/cemento. Si possono utilizzare dei fluidificanti che consentono la riducendo il rapporto acqua/cemento. Si possono utilizzare dei fluidificanti che lavorabilità con meno acqua; consentono la lavorabilità con meno acqua; - curando la stagionatura tenendo umido il massetto nei primi giorni o stendendogli sopra un la stagionatura tenendo umidotroppo il massetto nei primi giorni o stendendogli sopra foglio- curando di polietilene perché l’acqua non evapori in fretta; un foglio di polietilene perché l’acqua non evapori troppo fretta; - compattando accuratamente lo strato di allettamento in modo dainfar uscire l’aria per riempire compattando accuratamente lo strato di allettamento in modo da far uscire l’aria per i vuoti tra i grani della malta e proteggendolo dal calore per evitare il ritiro superficiale; riempire i vuoti tra i grani della malta e proteggendolo dal calore per evitare il ritiro - creando dei giunti in modo da ottenere una fessurazione preordinata e non disordinata, in superficiale; quanto gli accorciamenti partono dai giunti. Questi vanno eseguiti mentre si stende la malta - creando dei giunti in modo da ottenere una fessurazione preordinata e non disordinata, o al massimo 48 ore successive, altrimenti il ritiro Questi sarebbevanno già iniziato. in quantonelle gli accorciamenti partono dai giunti. eseguiti mentre si stende la malta o al massimo nelle 48 ore successive, altrimenti il ritiro sarebbe già iniziato. Compattezza Livellamento Fessurazione La compattezza è un altro requisito fondamentale affinché un massetto sia considerato idoneo Compattezza Livellamento Fessurazione per ricevere un rivestimento ceramico. La compattezza è un altro requisito fondamentale affinché un massetto sia considerato Una prova empirica per verificarla consisteceramico. nell’ incidere il massetto con un chiodo: non si idoneo per ricevere un rivestimento devonoUna formare profondi o eccessivaconsiste polverosità. danon si provagraffi empirica per verificarla nell’Qualora incidereil ilsottofondo massetto sia concomposto un chiodo: anidrite, una volta tolta la polvere, sfregando con la mano, non deve sfarinare lasciando devono formare graffi profondi o eccessiva polverosità. Qualora il sottofondo sia composto tracce di E’ necessario il sottofondo il più possibile liscio e planare, senzasfarinare avvallamenti dadetriti. anidrite, una voltache tolta la polvere,sia sfregando con la mano, non deve lasciando tracce di detriti. E’ necessario che il sottofondo sia il più possibile liscio e planare, o protuberanze, altrimenti le sue irregolarità si potrebbero intravedere nel rivestimento finale edsenza o protuberanze, sue irregolarità si potrebbero intravedere nel essere avvallamenti oltre che antiestetiche pericolosealtrimenti per chi lelecalpesta. rivestimento finale ed essere oltre che antiestetiche pericolose chi leinvece calpesta. Questo in particolare è fondamentale per la posa con collanti. Qualora siper scelga la posa Questo in particolare per la posa con collanti. Qualoralasimalta scelga invece la con malta cementizia risulta è piùfondamentale semplice rendere regolare il fondo, in quanto stessa posa con malta cementizia risulta più semplice rendere regolare il fondo, in quanto la può compensare eventuali disparità. malta compensare eventualièdisparità. Nel caso ci sistessa trovi inpuò presenza di fessurazioni necessario distinguere tra fessurazioni solo Nel caso ci si trovi in presenza di fessurazioni è necessario distinguere tra fessurazioni solo superficiali, che derivano dal normale ritiro dell’impasto cementizio e vere e proprie crepe, causate da un ritiro non omogeneo. Mentre nel primo caso si possono trascurare, nel secondo è opportuno intervenire, a massetto maturo, allargandole a V per poi riempirle con sostanze idonee. La presenza di questo fenomeno è comunque indice di un 16 malfunzionamento per cui è buona regola risalire alla causa, per poter procedere nel migliore dei modi alla sua risoluzione. I MASSETTI NEGLI IMPIANTI RADIANTI A PAVIMENTO superficiali, che derivano dal normale ritiro dell’impasto cementizio e vere e proprie crepe, causate da un ritiro non omogeneo. Mentre nel primo caso si possono trascurare, nel secondo è opportuno intervenire, a massetto maturo, allargandole a V per poi riempirle con sostanze idonee. La presenza di questo fenomeno è comunque indice di un malfunzionamento per cui è buona regola risalire alla causa, per poter procedere nel migliore dei modi alla sua risoluzione. 7. Tipologie delle strutture di supporto dei pavimenti Massetto riscaldante Struttura in calcestruzzo A) Struttura in calcestruzzo di getto (Solaio) Per struttura in calcestruzzo di getto si intende il solaio in cemento armato o in struttura mista laterocementizia (composta da travetti di calcestruzzo cementizio armato con interposti blocchi di laterizio, ricoperti da una cappa di calcestruzzo) o ancora in elementi prefabbricati, realizzata con un getto di calcestruzzo e con un piano che può essere utilizzato direttamente per la posa della pavimentazione. B) Massetto in calcestruzzo incorporato Si tratta di un massetto in calcestruzzo il cui spessore, solitamente inferiore a 35 mm, non ne consente la desolidarizzazione dalla struttura portante ed in alcuni casi costituisce la finitura del piano di posa di una struttura in calcestruzzo di getto, con la funzione di livellarne e ridurne le irregolarità di superficie. C)Massetto in calcestruzzo desolidarizzato o massetto galleggiante Si tratta di un massetto in calcestruzzo il cui spessore minimo di 40 mm che consente la desolidarizzazione dalla struttura portante, mediante l’utilizzo di uno strato separatore orizzontale (ad. esempio un foglio di polietilene) e di uno strato comprimibile lungo il perimetro delle pareti emergenti (ad. Esempio polistirolo espanso). Questi accorgimenti consentono di eliminare o almeno di ridurre l’influenza dei movimenti strutturali sul pavimento. I massetti devono essere realizzati con spessore e composizione uniformi e non possono incorporare impianti. Un supporto desolidarizzato, una volta raggiunta la necessaria maturazione (1 settimana per ogni cm. di spessore in buona stagione), ridurrà notevolmente il rischio di distacco delle pavimentazioni. Per massetto galleggiante si intende un massetto in calcestruzzo desolidarizzato poggiante su uno strato coibente con una consistenza in diretta relazione al carico previsto, tenuto conto della comprimibilità dello strato coibente sottostante e non della portata del pannello come comunemente si sente dire, in quanto un pannello in polistirolo o materiale similare non porta nulla, mentre appartiene ad una ben precisa classe EPS,XPS,EPST, la quale identifica un dato fondamentale di resistenza alla compressione Si tratta generalmente di un massetto in calcestruzzo galleggiante, poggiante su di uno strato coibente, che viene riscaldato da una sorgente di calore incorporata o sottostante. La sovrapposizione di strati di materiali diversi può dare luogo a fenomeni di scorrimento 17 I MASSETTI NEGLI IMPIANTI RADIANTI A PAVIMENTO relativo determinati dal loro differente comportamento dilatometrico, dal modulo di elasticità specifico e dai movimenti di ritiro irreversibili che subisce il massetto. Questi agenti tendono a disattivare le condizioni di adesione fra i vari strati ed in particolare all’adesione fra piastrella e massetto, in quanto è su tale piano che si verificano preferenzialmente i distacchi. I materiali subiscono fenomeni di dilatazione o ritiro in funzione dell’aumento o della diminuzione della loro temperatura. Le tensioni che si possono creare fra i diversi strati sono tanto più pericolose, ai fini della compromissione del lavoro di posa, quanto maggiore è il disaccordo dilatometrico e quanto più velocemente si verificano i fenomeni di escursione termica. Anche le variazioni di umidità influiscono sulle variazioni dimensionali dei materiali provocandone il ritiro in situazioni di essiccamento e la dilatazione nel caso in cui vengano bagnati. L’ampiezza dei movimenti conseguenti è legata alla capacità di assorbimento dei diversi materiali. Tutti i composti a base di leganti idraulici quali malte, calcestruzzo ed altri conglomerati cementizi di ritiro che iniziano momento momento della presa epresentano continuanodeia movimenti lungo con irreversibili il progressivo indurimento, pural riducendo con ilpresa tempo la loro importanza. Questo fenomenoindurimento, ha un’intensità variabile quanto della e continuano a lungo con il progressivo pur molto riducendo con ilintempo la su diimportanza. esso agiscono unfenomeno gran numero di fattori ed è quindi difficile a priori loro Questo ha un’intensità molto variabile in quanto su diconoscerne esso agisconoil valore. Generalmente esso aumenta con il rapporto cemento/inerti e con l’aumento del un gran numero di fattori ed è quindi difficile a priori conoscerne il valore. Generalmente esso rapporto acqua/cemento. Esso è inoltre influenzato dalla distribuzione granulometrica degli aumenta con il rapporto cemento/inerti e con l’aumento del rapporto acqua/cemento. Esso è inerti. Occorre inoltre che ilgranulometrica ritiro si può protrarre a lungo nel tempo. La posa che del inoltre influenzato dallaricordare distribuzione degli inerti. Occorre inoltre ricordare materiale effettuata su di un massetto non sufficientemente maturo compromette quasi il ritiro si può protrarre a lungo nel tempo. La posa del materiale effettuata su di un massetto sempre il risultato finale. Il modulo di elasticità un materiale è un importante indicatore non sufficientemente maturo compromette quasidi sempre il risultato finale. Il modulo di del suo comportamento in condizioni di carichi applicati. I materiali caratterizzati dai valori elasticità di un materiale è un importante indicatore del suo comportamento in condizioni di più bassi del modulo di elasticità, a parità di dimensioni, subiscono più facilmente carichi applicati. I materiali caratterizzati dai valori più bassi del modulo di elasticità, a parità di deformazioni per effetto delle sollecitazioni causate da vibrazioni o carichi gravosi. In fase dimensioni, subiscono più facilmente deformazioni per effetto delle sollecitazioni causate da di progettazione è importante tenere conto di questo aspetto in quanto le piastrelle sono vibrazioni o carichi gravosi. In fase di progettazione è importante tenere conto di questo aspetto estremamente rigide e praticamente indeformabili. in quanto le piastrelle sono estremamente rigide e praticamente indeformabili. 8. II Massetti Massetti per per impianti impianti radianti la UNI UNI EN EN 1264-4 1264-4 8. radianti secondo secondo la Tipi di di strati strati di di supporto supporto Tipi Tra gli strati riscaldanti, distinguonoi seguenti i seguenti (vedere 12641:1997, 3.11): Tra gli strati riscaldanti, sisidistinguono tipitipi (vedere ENEN 12641:1997, 3.11): -- tipo tipo A Impianti con tubi annegati nello strato di supporto; A - Impianti con tubi annegati nello strato di supporto; - tipo B - Impianto con tubi sotto lo strato di supporto; - tipo B - Impianto con tubi sotto lo strato di supporto; - tipo C - Impianti annegati in uno strato livellante, in cui lo strato aderisce ad un doppio - tipo C - Impianti annegati in uno strato livellante, in cui lo strato aderisce ad un doppio strato strato di separazione. di Loseparazione. spessore dello strato livellante deve essere di almeno 20 mm maggiore del diametro Lo spessore dello strato livellante deveaderente essere di deve almeno 20 mm degli degli elementi riscaldanti. Lo strato avere unomaggiore spessoredel di diametro non meno 45 elementi riscaldanti. Lo strato aderente deve avere uno spessore di non meno 45 mm. mm. Lo dello strato è calcolato sulla base dellabase norma pertinente, prende inche considerazione Lospessore spessore dello strato è calcolato sulla della norma che pertinente, prende in considerazione la capacità di carico e la classe di resistenza alla flessione. Fino a quando non è disponibile una norma europea, dovrebbero essere utilizzate le norme nazionali. Lo spessore nominale sopra i tubi di riscaldamento (altezza di copertura) deve essere, per ragioni costruttive, almeno tre volte maggiore della dimensione massima dei granelli del materiale aggregato e comunque di almeno1830 mm. Per lo strato di supporto in asfalto, questo spessore sale ad almeno 15 mm. I MASSETTI NEGLI IMPIANTI RADIANTI A PAVIMENTO la capacità di carico e la classe di resistenza alla flessione. Fino a quando non è disponibile una norma europea, dovrebbero essere utilizzate le norme nazionali. Lo spessore nominale sopra i tubi di riscaldamento (altezza di copertura) deve essere, per ragioni costruttive, almeno tre volte maggiore della dimensione massima dei granelli del materiale aggregato e comunque di almeno 30 mm. Per lo strato di supporto in asfalto, questo spessore sale ad almeno 15 mm. Per strati di tipo A, il cui spessore è minore di 0,1 m, occorre aggiungere il diametro esterno del tubo allo spessore calcolato. La temperatura massima circostante gli elementi riscaldanti nello strato di supporto non deve essere maggiore di 55 °C. Per strati di supporto diversi dal cemento, questo valore può essere ridotto, ad esempio a 45 °C per strati di supporto di asfalto e alla temperatura massima dichiarata dal produttore di strati di supporto anidro. Strato livellante Quando si utilizzano strutture di riscaldamento a pavimento di tipo C , lo strato livellante deve consistere di uno strato di supporto di cemento presentante una resistenza alla compressione di 20 N/mm2 dopo 28 giorni. Gli strati di supporto anidro e di cemento utilizzati come strati livellanti devono essere idonei all’impiego previsto e condizionati al fine di rispondere ai requisiti del rivestimento per pavimentazioni. Data la copertura minima degli elementi riscaldanti, lo strato livellante di tipo C ha la tendenza a formare delle cricche a causa dell’effetto di restringimento. Tuttavia, generalmente, questo non compromette la loro efficienza. Tutte le florescenze devono essere rimosse. Giunti Per gli strati di supporto riscaldanti idonei all’applicazione di rivestimenti in pietra o ceramica, le superfici dei giunti non devono essere maggiori di 40 m2 con una lunghezza massima di 8 m. Nel caso di ambienti rettangolari, le superfici dei giunti possono superare queste dimensioni, con un rapporto massimo in lunghezza di 2 a 1. Se negli strati di supporto riscaldanti vengono posti giunti a contrazione indotta, questi devono essere tagliati a una profondità non maggiore di un terzo dello spessore dello strato, tenendo in considerazione l’ubicazione dei tubi in un impianto di tipo A e devono essere sigillati dopo l’avviamento del riscaldamento. L’installatore dell’impianto di riscaldamento deve essere fornito di una piantina indicante la posizione dei giunti, inclusa nelle specifiche. Nel caso di strati di supporto riscaldanti di tipo A e C, i giunti sottoposti a sollecitazione e i giunti perimetrali devono soltanto essere attraversati da tubi di connessione e solo ad un livello. In questo caso, i tubi di connessione devono essere ricoperti da un tubo flessibile di isolamento della lunghezza di circa 0,3 m. Nota Per quanto possibile, la posa dei giunti di assestamento dovrebbe cominciare dagli angoli, per esempio sugli intonaci e sui caminetti aperti, vale a dire in punti dove si è verificata l’espansione o il restringimento della superficie dello strato di supporto. Negli stipiti e nelle soglie delle porte vengono installati giunti di contrazione o di assestamento. 19 EUROTHEX Ing. Christian Gelardi Responsabile Tecnico Via della Cantina – 54020 Groppoli (MS) Tel: 0187851008 Fax: 0187851970 e-mail: [email protected] associato