L’ENERGIA MUSCOLARE
E I TRASPORTI
CAMPUS MATTEO
3°A
LA MACCHINA UOMO
• La macchina operatrice è l’insieme dei segmenti ossei,
articolati tra loro, che compongono lo scheletro. Il
busto può fare grossi sforzi e piccoli spostamenti; gli
arti inferiori possono spostare tutto il corpo sia
sull’asse verticale sia su quello orizzontale; gli arti
superiori possono spostarsi in tutte le direzioni, anche
velocemente.
• Il motore è costituito dai muscoli, distribuiti in tutto
il corpo. La fonte d’energia sono le sostanze chimiche
che l’uomo introduce nell’organismo con
l’alimentazione.
• Il centro di controllo è unico (il cervello) e
seleziona i movimenti con impulsi nervosi che sono di
natura elettrica.
... NELLA STORIA
Le prime fonti di energia che l’uomo ha
utilizzato erano la forza muscolare, propria e
degli animali e dal fuoco. Il fabbisogno
energetico dell’uomo primitivo era circoscritto
alla necessità di sopravvivere. Quando le
popolazioni iniziarono ad occupare stabilmente
quelle aree dove si poteva produrre cibo più
efficacemente per il loro sostentamento
nacquero i primi villaggi nei quali si iniziò a
lavorare il legno e a costruire i primi utensili
per la coltivazione, i primi aratri con il vomere
di pietra.
In questa fase, la fonte di energia prevalente,
oltre al fuoco, era costituita dall’energia
muscolare, soprattutto degli animali dedicati
alla trazione e al movimento di macine e mole.
La forza umana ha svolto la maggior parte dei
lavori fino al 1800 circa: nel mondo antico
esistevano squadre di schiavi per i lavori più
pesanti; nel medioevo, quando il 90% della
popolazione viveva in campagna, tutti i lavori
agricoli erano svolti dall’uomo.
Il cavallo fu usato nel mondo antico solo
quando occorreva l velocità, nel medioevo il
suo impegno si estese alla trazione di carri e
carrozze, delle macchine agricole, ecc. Nel
mondo antico, i lavori più pesanti erano svolti
dagli schiavi (Assiri, Greci, Romani) riuniti in
squadra sotto il comando di un severo
guardiano: gli schiavi fornivano una
considerevole forza motrice da applicare ad
un solo oggetto, ad esempio:
• Per muovere le pesanti navi a remi.
• Per trascinare gli enormi massi per la
costruzione degli edifici monumentali.
• Per scavare e prosciugare le miniere.
Nel medioevo esisteva la semi-schiavitù dei
servi della gleba, che lavoravano nei campi e
nelle miniere per il loro feudatario. Al termine
di questo periodo esistevano ancora le
“galere” della repubblica di Venezia, pesanti
navi con tre ordini di remi.
Ma almeno altre due fonti di energia,
apparvero e divennero di primaria importanza
in quelle epoche: il vento e il moto dei corsi
d’acqua. Le prime imbarcazioni a vela risalgono
infatti al 3200 a.C., mentre nella stessa epoca
gli egizi presero a sfruttare il moto delle
acque per muovere le prime macine. Fino al
basso medioevo, comunque, il ricorso al moto
delle acque e al vento era circoscritto a
specifiche funzioni, mentre l’energia
muscolare, costituiva sempre la gran parte
dell’energia disponibile ed utilizzata. Le prime
innovazioni di carattere tecnologico, che
permisero all’uomo di poter sfruttare meno
l’energia muscolare, risalgono al decimo secolo
dopo Cristo, con l’introduzione di nuovi sistemi
di bardatura degli animali da tiro e la
costruzione dei primi mulini a vento in Europa.
Nel primo caso, si tratta di un’innovazione
capace di migliorare l’efficienza di una fonte
di energia (quella muscolare degli animale);
nel secondo, di un innovazione capace di
sfruttare anche sulla terra ferma una fonte di
energia altrimenti riservata soltanto al
trasporto via mare.
IL CAVALLO
Il cavallo può essere
paragonato ad una
macchina capace della
sola operazione di
trazione. Lungo un
percorso rettilineo può
trainare un carro, un
aratro, o altre macchine
agricole, con un
percorso circolare può
azionare
le macine del mulino, una pompa per l’acqua o
altre macchine agricole fisse. La sua forza
muscolare, distribuita sulle zampe, sviluppa
una potenza di traino tante volte superiore a
quella dell’uomo.
MEZZI DI TRASPORTO VIA
TERRA
Caratteristico dei
Romani è l’uso venuto
dall’Oriente di farsi
portare in una lettiga o
in una portantina; nella
prima si stava a giacere,
nell’altra seduti. Erano
portate da schiavi
robusti, di numero
variabile, da due a otto,
scelti della stessa
statura e livrea.
Come mezzo di viaggio era comodo ma lento;
perciò se ne faceva uso soprattutto in città,
essendo l’unico mezzo di trasporto consentito
dalla legge, che impediva il transito dei carri
nelle ore del giorno. Di veicoli a due ruote vi
erano tre specie: veicoli da sport o da parta:
il carrus a due ruote che si usava nelle gare
del circo e nei trionfi; veicoli per il trasporto
delle merci: il plaustrum, a due ruote ma
solido, che, ancora in uso nelle campagne
sarde, invece che ruote con raggi aveva dei
dischi tutti di un pezzo ed era tirato da buoi,
muli o asini; veicoli da viaggio: ve ne erano a
due e a quattro ruote. A due ruote il cisium,
un calessino veloce e leggero per chi voleva
andare svelto e non aveva bagagli; il
carpentium, elegante e comodo carro di antico
tipo italico. A quattro ruote la reda, il carro
di uso oiù comune per il trasporto di persone o
di bagagli; il petorritum di origine gallica; il
pilentum e la carruca.
Nel medioevo l’utilizzo di
mezzi di trasporto via
terra era molto difficile
perchè le strade erano
andate in malora e soprattutto i viaggi con i carri o
a dorso di mulo erano lenti e molto costosi e quindi
si preferiva viaggiare via
mare.
TRASPORTI MARITTIMI
Per il commercio a lunga distanza restavano i
trasporti per via fluviale o per mare. Per
navigazioni lunghe i marinai dovevano sperare
di avere venti favorevoli che li spingessero: in
età antica le navi, tuttavia, potevano contare,
oltre che sulle vele, anche su una propulsione a
remi: anzi manovrate a remi, le navi toccavano
le punte massime di velocità e
maneggevolezza. Naturalmente si parla di navi
antiche e da guerra, non mercantili.
BIBLIOGRAFIA
http://www.delfo.forli-cesena.it
http://www.retescuola14-15.it
http://www.regioneemiliaromagna.it
http://www.istitutomagistralepz.it
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presentazione1 - ludus litterarius