CHI È UNA DONNA? Il SESSO costituisce un corredo genetico, un insieme di caratteri biologici, fisici e anatomici che producono un binomio maschio / femmina, il GENERE rappresenta una costruzione culturale, la rappresentazione, definizione e incentivazione di comportamenti che rivestono il corredo biologico e danno vita allo stato di uomo / donna Sesso e genere non costituiscono due dimensioni contrapposte ma interdipendenti: sui caratteri biologici si innesca il processo di produzione delle identità di genere. Il genere viene creato quotidianamente attraverso una serie di interazioni che tendono a definire le differenze tra uomini e donne. È proprio a livello sociale che è necessario testimoniare continuamente la propria appartenenza di genere attraverso il comportamento, il linguaggio, il ruolo sociale. Il genere è un carattere appreso e non innato. Maschi e femmine si nasce, uomini e donne si diventa. Il rapporto tra sesso e genere varia a seconda delle aree geografiche, dei periodi storici, delle culture di appartenenza. Maschilità e femminilità sono quindi concetti relativi. ATTIVITÀ Dividetevi in gruppi misti e compilate i seguenti cartelloni con: − aggettivi con cui descrivereste le femmine e quelli che usereste per descrivere i maschi ** Possiamo anche leggere la definizione di donna dal Dizionario della lingua italiana di Sabatini Coletti: http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/D/donna.shtml Rispondete alle seguenti domande: − Che cosa faccio quando sono triste/arrabbiato? − Quando mi viene da piangere se sono in pubblico o con gli amici mi trattengo o mi lascio andare? − Che cosa voglio fare da grande? A quale università vorrei iscrivermi? − Sono contenta/o di essere nata/o femmina/maschio: perché? Non sono contenta/o di essere nata/o femmina/maschio: perché? LA DONNA PER LE RELIGIONI: L’ORIENTE In questo periodo la donna ha rinnovato il suo ruolo tradizionale di figlia, moglie e madre ma non ha ancora elaborato nuovi modelli del tutto validi e sostitutivi. Soprattutto negli ultimi decenni la donna ha trovato uno spazio maggiore all’interno delle grandi tradizioni religiose che sono contenitori culturali imprescindibili per la formazione del ruolo femminile. Il monachesimo orientale è stato alternativa rispetto al matrimonio forzato e vedove, sterili, nubili, che anche oggi vivono ai margini della società da sempre nei monasteri hanno trovato rifugi. Per quanto riguarda il Taoismo, le figure femminili sono da sempre presenti sia dall’inizio. Le pratiche sciamaniche cinesi dove le donne erano presenti e prevalenti sono probabilmente confluite nel taoismo. Ciò spiega come le donne siano da sempre presenti. Figura Regina Madre d’Occidente, Suan Mu descritta come sciamana e divinità taoista ha lascito molti testi taoisti del canone. Nei primi sermoni di Buddha si racconta che la regina zia del Buddha e madre adottiva del Buddha, Gotami, manifestato il desiderio di prendere i voti monastici, voleva vivere come monaco itinerante dell’origine. Buddha esita; Gotami, comprendendo l’imbarazzo di andare contro tradizione induista che considerava donna inferiore spiritualmente, decide con 500 donne di abbandonare la reggia, si rasa, si mette l’abito di monaco e raggiunge nel bosco Buddha la sua comunità. Un praticante anziano vede questa massa di donne e perora la loro causa. Convoca l’assemblea dei praticanti anziani: tutti ritengono prematura l’entrata delle donne nel sanga perché la cultura del tempo è impreparata. La donna resta in casa, è un bene di scambio tra clan, e fonte di lavoro. L’uscita delle donne dalla famiglia è più scandalosa dell’uscita da casta. In Cina il buddhismo ha avuto uno sviluppo differente: dando più spazio al laicato, senza uscita dalla famiglia, le donne si sono raccolte in gruppi solidali, stando in casa e solo occasionalmente andando in piccole comunità. ATTIVITÀ In un tantra si legge: “Siano sempre adorate le donne. Le donne sono il paradiso, le donne sono la verità, le donne sono il supremo fuoco della trasformazione, le donne sono il Buddha, le donne sono il Sanga, le donne sono la perfezione della sapienza”. Prova a cercare sul web preghiere, inni, canti che parlino di donne e provengano da altre tradizioni religiose. LA DONNA PER LE RELIGIONI: L’ISLAM Nell’Islam la donna ha pari responsabilità dell’uomo. Le regole generali della religione islamica sono comuni a uomini e donne essendo indirizzate alla creatura umana, senza distinzioni. I genitori hanno il dovere di garantire il diritto allo studio ai figli. Ai tempi del profeta infatti le donne frequentavano con gli uomini le assemblee nelle quali il profeta insegnava. Aisha, moglie del profeta Maometto, ha trasmesso circa 1010 detti del profeta. Le discriminazioni a cui vanno incontro le donne musulmane non derivano dall’Islam, ma dalle usanze di alcuni dei paesi cosiddetti islamici. Anche nella vita pubblica le donne hanno da sempre avuto il diritto a svolgere un’attività: ai tempi del profeta già partecipavano all’elezione del governo. Il velo nell’Islam rappresenta un modo di esprimere la propria vocazione religiosa attraverso l’abito, dunque non ha la funzione di segregare o di nascondere, ma di distinguere, fornendo a chi lo indossa una protezione in virtù dell’evidente consacrazione a Dio della propria persona, richiamando credenti o meno a un riguardo e a un controllo per non offendere oltre alla persona anche la sacralità che rappresenta, come dovrebbe essere per ogni religioso e simbolo religioso di qualsiasi religione si tratti. Nella tradizione islamica è prescrizione obbligatoria il velarsi nei momenti rituali e quando si accede ai luoghi sacri. È Allah, Iddio, che nel sacro Corano, esprime un'indicazione per le donne della comunità del Profeta Muhammad: «O Profeta! Di' alle tue spose e alle tue figlie e alle donne dei credenti che si ricoprano dei loro mantelli; questo sarà più atto a distinguerle dalle altre, e a che non vengano offese». (sura XXXIII, versetto 59). ATTIVITÀ Esistono differenti tipi di velo. Quali? Secondo il diritto islamico la donna ha il diritto di lasciare al marito il compito di provvedere economicamente al mantenimento della famiglia; tuttavia questo è un diritto e non un dovere e le donne musulmane possono contribuire al sostentamento materiale del nucleo familiare attraverso il lavoro. In generale, la donna ha l’importantissimo compito di crescere ed educare i figli. L’uomo e la donna hanno un ruolo complementare. Altre attività che la donna musulmana non è obbligata a svolgere sono: la leva militare, la difesa della patria in caso di guerra e la preghiera del venerdì. Queste attività sono considerate troppo pesanti per la natura della donna e un ostacolo alla ben più importante attività di educazione delle nuove generazioni. Anche se il divorzio “è tra le cose permesse quella più detestata da Dio”, la donna ha il potere di ottenere il divorzio dal marito. Hijab, burqa, niqab, chador.... Dal foulard di vari colori e grandezze che copre i capelli e lascia scoperto il volto, al velo che lascia scoperti solo gli occhi, alla copertura totale: cerca sul web diverse immagini attribuendo i nomi giusti ai diversi tipi di velo. Donne nella Bibbia Nella Bibbia al realizzarsi del piano della salvezza partecipano alcune donne, diventate famose per il loro ruolo nei testi sacri. Vi sono donne che concepiscono, anche grazie all’intervento divino, figli che sono destinati a una missione particolare, come Sara, moglie di Abramo, Rebecca, moglie di Isacco, Rachele, moglie di Giacobbe, Anna, madre di Samuele, Maria madre di Gesù. Altre donne hanno un ruolo attivo, da vere protagoniste: è il caso di Debora e Giuditta. Tre libri dell’At portano il nome di una donna: Ester, Rut e Giuditta. Dai Vangeli risulta la sequela femminile ed è anche attestata la grande libertà con la quale Gesù si rapportava con il mondo femminile, anche con quello ritenuto ufficialmente impuro, dimostrando il suo disinteresse per le regole circa la purità. La tradizione evangelica, fatta da uomini, non ci ha lasciato molti altri indizi sulle donne che seguivano Gesù ma le donne seguiranno Gesù sino all’ultimo, non fuggendo come faranno quasi tutti i discepoli maschi, ma assistendo alla sua sepoltura, per essere poi, pur non comprendendo, le prime testimoni del Cristo risorto. Possiamo farci una prima idea di numerose di queste donne qui: http://www.donnecristianenelweb.it/Donne%20della%20Bibbia.htm Nelle società antiche contemporanee alle origini del cristianesimo la donna era madre e moglie: donna di casa. Il cristianesimo ha inserito le donne a pieno titolo nella storia della salvezza, nonostante la cultura patriarcale dominante. Grazie al cristianesimo, le donne hanno conquistato la loro indipendenza simbolica. Il cristianesimo ha offerto alle donne la possibilità di riscattarsi nelle forme di vita religiose e nelle esperienze mistiche. Molte donne hanno infatti saputo trovare grazie alla via di Cristo, una possibilità di realizzazione religiosa e spirituale. Nei Vangeli vi sono dei punti di rottura con la tradizione patriarcale dovuti all’emancipazione femminile sostenuta da Gesù. Per esempio, nel caso della donna che da 12 anni soffriva di emorragia uterina, e per questo motivo era considerata impura ed era emarginata (Mt 9,20-22; Mc 5,25-34). Sfidando il tabù dell’impurità, Gesù si fa toccare da lei il mantello, sente che le forze gli vengono meno, ma decide di guarirla. La chiama “figlia” e le dice di andare in pace. Donne o STREGHE? Nelle varie regioni d’Italia il sostantivo varia molto a seconda della zona. Possiamo perciò trovare: Masca o Maggia (Piemonte), Stria o Bàsura (Liguria), Borde (Toscana), Strìa, Maggia (Lombardia, Emilia, Trentino, Friuli-Venezia Giulia), Cogas, Stria, Brùscias o Maghiargia (Sardegna), Strìa, Striga, Strigo (Veneto), Janara (Sannio e Irpinia), Mavara (Sicilia), Magara (Calabria e Basilicata), Masciàre o Chivàrze (Taranto e provincia), Macàra (Salento), Stiara (Grecia Salentina), Strollca (Umbria). Con il termine caccia alle streghe si indica la ricerca e la persecuzione di donne sospettate di compiere sortilegi, malefici, fatture, legamenti, o di intrattenere rapporti con forze oscure edinfernali dalle quali ricevere i poteri per danneggiare l'uomo, specialmente nella virilità, o nello sciogliere o legare amori. Le "cacce alle streghe" si concentrarono soprattutto tra la fine del 1400 e la prima metà del 1600 e conobbero due ondate: una dal 1480 al 1520 e l'altra dal 1560 al 1650. Le supposte streghe (e a volte anche i loro figli, soprattutto se femmine), appartenevano per lo più alle classi popolari ed erano spesso vedove, prostitute, levatrici ed erbarie, capaci di preparare decotti e infusi a base di piante che spesso sostituivano medicine e medici, anche a causa di una maggiore economicità del prodotto. Molte "streghe" vennero torturate e bruciate vive, con le motivazioni ufficiali più varie, ma spesso in base a delazioni anonime mosse anche da futili ragioni (perché giovani, perché vecchie, soprattutto perché donne) e in molti casi, perché sotto tortura, in cambio della riduzione dei tormenti, facessero il nome di persone possibilmente benestanti, ree di complicità, in modo da poter istruire il processo successivo, considerato fortemente remunerativo, dato che il condannato subiva anche la confisca dei beni. I due ultimi episodi di streghe arse vive avvennero uno nella Svizzera protestante nel 1782 e l'altro nella Polonia cattolica nel 1793. ATTIVITÀ Prova a fare una piccola indagine nel territorio di provenienza della tua famiglia: esiste un modo di nominare le donne ritenute streghe? da che cosa deriva? esistono ancora “le streghe”? Senza dubbio, modello femminile importante nella costruzione del pensiero cristiano sulla donna è quello di Maria, madre di Gesù di Nazaret: vergine e sposa di Giuseppe, concepì per opera dello Spirito Santo. Il suo titolo più onorifico è Madre di Dio. Maria madre di Gesù Maria è Madre di Dio Immacolata, in quanto concepita senza la macchia del peccato, Assunta in cielo anche con il corpo, Madre della Chiesa, Madre di misericordia, rifugio dei peccatori. In classe guardate il film: “IO SONO CON TE” di Guido Chiesa, 2010 La storia di una ragazza vissuta nella Galilea di duemila anni fa: Maria di Nazareth. Grazie a lei, con la nascita del figlio Gesù, si inaugura un nuovo corso nella storia dell'uomo. Le domande sollevate sono più che mai all'ordine del giorno e riguardano il nascere, il crescere, l'educare i figli, il ruolo della donna nella società, il senso della parola amore, in una prospettiva squisitamente femminile. Maria è la donna capace di seguire il proprio istinto, esaltato dalla condizione di madre, in un sano equilibrio con la razionalità, anche a costo di sottrarsi alla legge e alla società, come farà poi il figlio. In questo, secondo gli autori, sta la sua modernità. Nel proprio percorso, Maria è sostenuta dalla presenza discreta di Giuseppe, il patriarca “che si fa da parte” o, come vuole l'etimologia del suo nome, “aggiunge”, rinunciando al primato maschile.