66 • inverno 2014 periodico di sopravvivenza gastronomica euro 5,00 diretto da Paolo Massobrio inchiesta: gemelli, polifunzionali, multitasking, le nuove tendenze del mangiar fuori all'italiana - le ricette di Golosaria Milano - sfatiamo i miti dei "falsi alimentari" bbq: il grill che non ti aspetti - il profilo: Mario Calabresi ristoranti, trattorie, negozi e cose buone da tutta Italia ISCRIVITI A PER L’ANNO 2014 Un anno con noi attraverso: La Circolare... ... i nostri libri... ... i nostri eventi... ... e tanto altro ancora! www.clubpapillon.it www.pastificiodefilippis.it IL PASTIFICIO DEFILIPPIS… non solo pastificio Il Pastificio Defilippis, storico laboratorio fondato nel 1872 a Torino, da sempre al numero 39 della centralissima Via Lagrange di Torino, si è messo al passo con i tempi. Senza snaturare la sua funzione primaria di laboratorio per la pasta e di gastronomia è diventato anche ristorante. Nell’arredamento si è cercato di mantenere l’aurea ottocento - novecentesca aggiungendo però l’allure contemporaneo a base di lampade di design, sedute particolari non invadenti ma molto funzionali. Due sono gli spazi dove si possono gustare le specialità della gastronomia o i piatti di un piccolo selezionato menù: entrando si trovano alcuni tavoli proprio accanto all’area della gastronomia oppure si può scegliere la saletta superiore con 30 posti con una splendida vista sulla via pedonale. La cucina del Pastificio Defilippis è tipicamente piemontese, dove certamente la pasta ha un ruolo molto importante. Ma l’offerta comprende anche antipasti, secondi e dolci. Tra le proposte della gastronomia i piatti tipici della tradizione culinaria piemontese, dal vitello tonnato all’insalata russa, dal carpione al tonno di coniglio grigio di Carmagnola sempre con un’attenzione alla selezione delle materie prime. Recentemente è stato aperto, sempre a Torino, un secondo punto vendita per la pasta e i prodotti della gastronomia in Via Tripoli 40. Pastificio D efilippis S . R . L . - V ia L a g ra n g e 3 9 , 1 0 1 2 3 T ori n o ( I TA LY ) - T el . + 3 9 0 1 1 5 4 2 1 3 7 www.pomionline.it Tutto il gusto della grande tradizione Pomì in una nuova passata, preparata con un pomodoro italiano che per natura ha il 50% di licopene in più. La passione nel raccontare qualcosa di veramente buono Marco d'Oggiono Prosciutti via Lazzaretto 29 23848 Oggiono Lecco [email protected] www.marcodoggiono.com t. 0341-576285 Seguici su: Mezzo secolo di Unipol. Una storia scritta guardando al futuro. Il nostro futuro nasce dalla nostra storia. Da quando, cinquant’anni fa, siamo nati, crediamo in un ideale che va al di là degli interessi particolari e ha come orizzonte il bene comune. Ed è guardando a questo orizzonte che ogni giorno, nella concretezza delle nostre azioni, cerchiamo di scrivere il miglior futuro possibile per le persone cui dedichiamo il nostro lavoro. www.unipol.it prima pagina papillon 66 - inverno 2014 Pino Cuttaia cuoco dell’anno di Papillon Il pubblico di Golosaria Siamo reduci, si fa per dire, da un’edizione di Golosaria a Milano che è stata senza parole: 45 mila persone, invitate a conoscere il gusto che abbiamo scoperto e messo sul piedistallo. ma che bello pensare a un altro anno insieme Ma la cosa curiosa di questa edizione è stata la partecipazione di tante start up giovani, che puntualmente abbiamo recensito nelle pagine a seguire, su un numero di Papillon ricco come non mai di novità, da tenere a disposizione in casa, anche per le ricette innovative che abbiamo pubblicato. Questo numero dunque è la cartina di tornasole che l’Italia è un paese ancora inesplorato e vocato all’agricoltura e alla sua trasformazione. E più lo si esplora più si scopre che il cibo può anche far bene, come ci raccontano gli amici del progetto àmati, che ha debuttato proprio a Golosaria e subito è stato ripreso dai media, non solo italiani. Questo numero di Papillon racconta poi come cambiano i locali in Italia, e ad essi è dedicata la riflessione dell’editoriale. Ma cambiano anche i giornali e il modo di comunicare. Per questo l’ospite di Papillon è il direttore del quotidiano La Stampa Mario Calabresi che ci ha concesso un’intervista esclusiva, prima dell’uscita del suo ultimo libro A Occhi Aperti. Con questo numero che saluta il 2014, escono anche i nostri libri: la GuidaCriticaGolosa alla 22^ edizione (una vita), ilGolosario con le sue 1.100 pagine di segnalazioni e il libro per la famiglia Adesso, 365 giorni da vivere con gusto, che ha una copertina bellissima, ed è un invito ad entrare in tutte le case di chi ci legge. Ma arrivano anche le app di fine anno: Il Golosario-Ristoranti, aggiornato in tempo reale, Il Golosario-Negozi (anche su Samsung) e Il Golosario-Ricette con 764 piatti da cucinare. Infine una novità: il sito ufficiale ilgolosario.it, dove ogni giorno troverete una segnalazione, quasi a dimostrare che il fiume di cose buone di questo Paese è inarrestabile. Ed è da conoscere. L’Expo del 2015 è fatto anche per questo. Auguri di buon anno a tutti! Paolo Massobrio 19 papillon 66 - inverno 2014 Papillon® periodico di sopravvivenza gastronomica inverno 2014 n. 66 Reg. Trib. di Alessandria n. 491 Edito da COMUNICA srl per conto di Associazione Club di Papillon Via R. Ardigò, 13/b 15121 Alessandria tel. 0131261670 fax 0131261678 www.clubpapillon.it PAPILLON® è un marchio registrato Foto di copertina “noci e agrumi” - ph © Giuseppe Perrone Direttore Responsabile Paolo Massobrio Hanno collaborato: Silvia Benzi, Francesca Brugna, Raffaella Carraro, Stefano Corrada, Roberto Formica, Alessandra Fulginiti, Marco Gatti, Claudia Gerosa, Gianfranco Lo Cascio, Stefano Lorenzetto, Daniela Meucci, Fabio Molinari, Teo Musso, Andrea Nicola, Raffaella Quartero, Maurizio Pescari, Andrea Radic, Alessandro Ricci, Simone Rosti, Annalisa Tozzi Fontana, Andrea Voltolini. Segreteria di redazione Francesca Montaldi, Alistra Silva Progetto grafico e impaginazione Studio Due srl, Alessandria - www.studio-due.it art director Monica Deevasis e Giuseppe Perrone Fotografie Archivio Club di Papillon, Archivio Studio Due, Alessandro Ricci, Giuseppe Perrone, L’editore resta a disposizione di eventuali aventi diritto per le immagini per le quali non è stato possibile rintracciare i titolari © degli Autori tutti i diritti riservati Stampa Litografia Viscardi, Alessandria 20 indice papillon 66 - inverno 2014 indice 38 23 Quel Paese bellissimo che rotola verso l’Expo di Paolo Massobrio 26 Uscire dalla paura guardando il coraggio del mondo del vino di Marco Gatti 28 Gemelli, polifunzionali, multitasking: le nuove tendenze del mangiar fuori all’italiana di Alessandro Ricci 33 L’importanza di una stretta di mano (anche virtuale) di Fabio Molinari 36 Urban (food) legend intervista al dott. Silvio Spinelli di Fabio Molinari 38 Àmati! Curarsi a tavola non è più un segreto di Fabio Molinari 40 A tavola Trentasei locali provati per voi 84 Le nostre migliori tavole di Paolo Massobrio e Marco Gatti 98 Pizza: Il P greco della pizza 98 21 indice papillon 66 - inverno 2014 indice 144 96 Cose Buone Alla scoperta dell’eccellenza 136 Altri assaggi imperdibili e desiderabili di Paolo Massobrio 140 Le De.Co. dai campi alle miniere di Fabio Molinari 142 Olio: Un anno strano di Maurizio Pescari 144 Se il mondo si ritrova in un timballo di Fabio Molinari 150 Ricette: Le facce (belle) della cucina italiana 160 Il bbq che non ti aspetti di Gianfranco Lo Cascio 166 Quando nasce un Caffè&Caffè 168 Dieci domande a “occhi aperti” al direttore della stampa Mario Calabresi di Paolo Massobrio 172 Letti per voi Recensioni letterarie 182 Piemontesi a Milano di Alessandro Ricci 184 Frizzi e lazzi della carta stampata di Andrea Voltolini 168 22 editoriale papillon 66 - inverno 2014 QUEL PAESE BELLISSIMO di Paolo Massobrio Un dolce a 4 euro, magari 5. Un primo a 6/8 euro, un secondo intorno ai 12 euro. Abbiamo provato ad analizzare i prezzi dei menu dei nuovi locali, solitamente gestiti da giovani, che ci avevano oltremodo colpito per la frequentazione di un pubblico vasto e altrettanto giovane. E il risultato è quello di un nuovo successo che ha una regola: stare sotto i 30 euro possibilmente e sempre col vino a bicchiere. che rotola verso l’expo I nuovi locali avanzano con una leva del marketing che si chiama prezzo e con l’altra che porta il nome di qualità. Certo è curioso notare che la carne, magari, è del medesimo fornitore (Martini di Boves ci è capitato di osservare): sia oggi per il ristorante sotto i 30 euro ma anche per quello dove non ne bastano 50, e che comincia a essere vuoto. È un campanello di allarme signori che dice fondamentalmente una cosa: il ristorante medio che ha avuto successo negli anni Ottanta e Novanta non s’è posto il problema, nella maggior parte dei casi, di come dialogare con le nuove generazioni, cadute per di più dentro a una crisi mai vista. Sedici anni fa, ospiti della famiglia Folonari in Toscana, facemmo un summit di critici gastronomici (io ne ero il moderatore). C’erano Veronelli, Raspelli, Bonilli, Cernilli e tanti altri. E fu allora che mettemmo a tema questo di- scorso del dialogo fra generazioni. La novità che ne scaturì fu che nei ristoranti di qualità si sarebbe potuto ordinare anche un solo piatto. Avveniristico, allora, parlare di vino a bicchiere e di abolizione del coperto e servizio. Un giovane chef, ricordo, si ribellò all’invito di trovare una formula per far entrare le famiglie nei ristoranti di qualità: “I bambini mi spaccano i Riedel”, disse testualmente. Oggi - per la cronaca - non fa più il cuoco in un suo locale, ma vive di consulenze. I ntanto il 2013 ha segnato un ricambio mai visto: tante chiusure di ristoranti, persino il Gener Neuv di Asti, una gloria, ha issato bandiera bianca sotto Natale, ma in questo caso per la fatica dei coniugi Fassi ai quali gli anni incominciano a pesare. Ma chi potrà rilevare un locale così impegnativo? Noi speriamo che qualcuno si faccia avanti, così 23 editoriale Maida Mercuri papillon 66 - inverno 2014 come è accaduto all’Antica Osteria del Ponte di Cassinetta di Lugagnano, al netto della breve esperienza di Fabio Barbaglini. Ce lo auguriamo anche se non è facile puntare decisi sul ristorante gourmet. Se leggete le recensioni a seguire, vedrete tante novità. Che so, il Persè di Milano è un ristorante gourmet, con una cucina da stellati, ma i ragazzi l’hanno presa bassa: un locale piccolo, prezzi contenuti, e poi si vedrà. È un po’ come chi vuole iniziare a suonare la chitarra per andare a fare i concerti. Ecco al mio paese c’era uno che voleva imparare subito a suonare lo strumento coi denti, come Jimmy Hendrix. Ma vi pare? LA RISTORAZIONE MEDIA CHE FU S arà curioso, da questo punto di vista, leggere l’inchiesta che abbiamo realizzato sui nuovi locali, per i quali è stata codificata l’icona del locale gemello. Ossia il ristorante gourmet accanto a una soluzione più easy, più informale. Lo ha fatto Trussardi alla Scala, ma anche la bella Maida Mercuri sui Navigli a Milano. E stanno avendo successo. Certo siamo a Milano, nella città che ha sempre i danè; nel luogo laboratorio di tante cose, della moda come del cibo (Gualtiero Marchesi insegna). E siamo anche nel centro che fra 500 giorni ospiterà l’Expo. Nelle altre città che succede invece? Che il ristorante classico, quello della cosiddetta fascia media (i 50 24 euro), perde terreno. Lo perde perché non si può rinnovare (investire in ristrutturazioni in questo periodo è difficile), lo perde perché non ce la fa a mantenere un livello di prezzo che si rivolge sempre più a una fascia di clientela ristretta, dove peraltro i giovani non ci sono. È un’analisi impietosa? Può darsi, ma è la realtà, sotto gli occhi di tutti: si allarga la forbice e sparisce la fascia di mezzo, contesa fra la nuova trattoria e il ristorante gourmet (lo abbiamo chiamato così per capirci, anche se il nome non ci fa impazzire). LA SPERANZA DELL’EXPO N el frattempo in Italia cosa succede? Lo ha scritto il Censis: i nostri migliori ragazzi vanno all’estero, anche per aprire locali. E non si sa se torneranno. A questo punto si aspetta che succeda qualcosa di positivo. L’uscita dal tunnel la chiama qualcuno, ma anche se si uscisse cosa ci sarà dall’altra parte, oltre alla luce? Praterie fertili o terreni affaticati dall’usura del tempo? Usiamo questa metafora per parlare della capacità di spesa, che è decisamente cambiata e che non sarà più come prima. È certo anche che ognuno di noi conosce almeno una persona che in questo periodo ha perso il lavoro. Moltiplicate e il conto è presto fatto: un Paese in affanno, che tuttavia ha un lume di speranza nell’Expo 2015. editoriale papillon 66 - inverno 2014 Dai ladri di biciclette a quelli di torroni. Tra le notizie più strane del Natale merita quella apparsa in prima pagina sul Corriere della Sera Milano del 18 dicembre. "Furto in casa: rubano focacce e torroni": sotto questo titolo il racconto della disavventura capitata a una anziana signora lombarda che, rientrata in casa, ha scoperto che erano scomparsi panini, focacce e due stecche di torrone (oltre a 120 euro custoditi in un cassetto). E la vicenda ci ricorda il titolo di un giornale, lo scorso anno, dedicato all'incresciosa vicenda di un furto di 5 galline. Titoli di giornale e prime pagine, per intenderci, che non si leggevano da anni, ma che oggi fanno notizia. E qui occorre fare dei distinguo. Noi all’Expo crediamo, fin dalla prima ora. Chi scrive è stato coinvolto, addirittura, nel Comitato Scientifico per la candidatura, oramai cinque anni or sono e ne ha visto le potenzialità. Arriveranno, perché arriveranno, milioni di persone da tutto il mondo: il viaggio in Italia attira, ancor più su un tema come l’alimentazione che dalle nostre parti è un mito. Ma c’è un però. Ed è questo: come ci stiamo organizzando per questo evento che ormai è alle porte? Be’, all’italiana, verrebbe da dire. Si è infatti passati da un disinteresse generalizzato, soprattutto dei pubblici amministratori di ogni ordine e grado, alla rincorsa a fare convegni. Un convegno sull’Expo non lo si nega a nessuno. E se ne fanno anche uno al mese, maga- ri di enti diversi, ma sempre nella stessa città. Parole buttate al vento, dove si sprecano frasi come “le nostre eccellenze non sono seconde a nessuno” e “dobbiamo fare sistema”. Ma poi non si fa nulla, un po’ perché non s’è capito fino in fondo cosa sarà l’Expo, un po’ perché ancora non si conosce la potenzialità del proprio bene comune: il territorio. Così si aspetta che qualcuno proponga, col rischio poi di fare la solita ammucchiata in ordine sparso nel sito espositivo di Rho Pero, mostrando tutto il peggio del nostro folklore, mentre i territori, ambito di ricezione, stanno a guardare, in affanno. Si fanno convegni, ma da tutti si esce senza un regista, ossia un qualcuno che con metodo cerchi di razionalizzare le forze e di fare una proposta. Be’ tutto questo è ridicolo e anche un poco penoso, se ci pensate. Ed è penoso sapere che qualcuno veda l’Expo come un fastidio, ovvero come un’altra iniziativa che invita a fare qualcosa, smuovendoci dallo status quo. Basterebbe invece affidarsi ai giovani, prima che partano per andare all’estero, per capire come vedrebbero loro questa opportunità che c’entra innanzitutto con la comunicazione. M a ci sono anche i meno giovani, professionisti della comunicazione e manager che saprebbero dare un loro contributo, in un Paese che ha costruito enti fieristici come bocciofile e che ora sta pensando solo a come riempire spazi vecchi e superati. Ma l’Expo, ossia una finestra sul mondo, è un’altra cosa. È un esercizio di autocoscienza e un fare, nella direzione dell’esatta vocazione del nostro Paese. Un Paese turistico, alimentare, un Paese stupendo dove i piccoli imprenditori ancora ci portano agli onori del mondo. Vogliamo crederci? Se sì, evitiamo di proporre l’ennesimo vuoto convegno. Abbiamo bisogno di altro. 25 editoriale papillon 66 - inverno 2014 Se il fil rouge di questi anni è stato un mondo disegnato sempre in grigio se non addirittura in nero, il mondo del vino ha raccontato invece tutta un’altra storia. Trascinando nuove generazioni. Questo abbiamo visto e questo raccontiamo. Saluti anche a Fabio Fazio che è venuto a trovarci a Golosaria: un giorno vorremmo andare anche a trovarlo... se i soliti noti ci lasciano la sedia. Da oltre vent’anni raccontiano storie di coraggio! uscire dalla paura GUARDANDO IL CORAGGIO DEL MONDO DEL VINO Il Vinitaly 26 Io non ho paura libro di Davide Perillo, giornalista già firma della nostra GuidaCriticaGolosa e ora direttore del mensile Tracce, racconta la storia di Francesca Pedrazzini. Madre di 3 figli, è scomparsa a soli 38 anni. Drammatico. Eppure la sua vita è stata un vero inno alla speranza. Malattia e morte comprese. Io non ho paura, sono le sue ultime parole. Facendo nostra un po’ della sua forza, non abbiamo paura è l’augurio che ci facciamo all’inizio di questo nuovo anno, mentre televisioni e radio, giornali e rete, fanno a gara a chi riesce a metterla giù più dura. L’economia è al collasso. Il cambiamento è impossibile. Il Paese è al capolinea. Il futuro? Nero. Perché ci sproniamo al coraggio della speranza? Per i mille episodi che, seppur non raccontati dai media – perché il bene si sa, non fa notizia – ci hanno detto, e ci dicono, che possiamo farcela. Che vincere la paura si può. Insieme. Lo dice la forza con cui decine di ristoratori, artigiani e vignaioli, in molti casi under 30, hanno investito sulla qualità, avendola individuata come unica strada per rispondere alla crisi. Sono i campioni del gusto del nostro Paese che siamo orgogliosi di far conoscere con le nostre App e col Golosario, GuidaCriticaGolosa e di Marco Gatti Ascolto del vino. Lo ha detto il calore e l’affetto degli oltre 45mila che si son stretti attorno a noi e ai duecento magnifici produttori a Golosaria (documentando, con il boom di presenze, una stima e facendo risaltare il flop dei tanti eventini nati di recente che, bocciati dal pubblico, rischiano solo di far sprecare risorse preziose in un momento così difficile). Lo dice il successo di Vinitaly e Artigiano in Fiera, manifestazioni che sono vetrine formidabili del made in Italy nel mondo. Lo dice lo stato di salute del nostro vino. La generosa e succulenta cassoeula del Monsignore editoriale papillon 66 - inverno 2014 LO STATO DI SALUTE DEL NOSTRO VINO Gianni Borelli, per tutti il Monsignore Il Vinitaly Limitandoci ai dati che riguardano la presenza dei nostri vini in un Paese importante come gli Stati Uniti, stando ai dati diffusi dall’Italian Wine & Food Institute, le importazioni USA dal nostro Paese sono passate da 1.857.180 ettolitri, per un valore di $896.720.000, dei primi tre trimestri del 2012 ai 1.864.910 ettolitri, per un valore di $954.877.000, dello stesso periodo del 2013. Con l’Italia che continua a mantenere la leadership sia in quantità che in valore. La quota di mercato dei vini importati dal Bel Paese è risultata essere del 26,8% in quantità e del 32,6% in valore, seguita dall’Australia con il 18,4% in quantità e l’11,3% in valore. Ma, lo dicono i tanti incontri in giro per le regioni, in cui con i club di Papillon ci siamo trovati con chi fa vino, cose buone o cucina, riaffermando il valore delle relazioni, come nella serata inaspettata in cui ci siamo trovati a discutere con otto giovani, Moni, Franci, Pia, Ixa, Gianna, Ciccio, Page, Jack, (cito i soprannomi, perché segno di amicizie fatte di affetto e conoscenza, che a quanto pare, non sono impossibili, anche L’Artigiano in Fiera nell’epoca degli sms e dei social network), di che cos’è il gusto, con questi studenti pieni di voglia di vivere e curiosità (alla faccia del luogo comune che vorrebbe i giovani bamboccioni e privi di ideali). Lo dice l’emozione di una sosta all’Altra Isola di Milano, da Gianni Borelli, per tutti il Monsignore che, con la sua cassoeula generosa e succulenta, l’aureo risotto alla milanese, l’opulenta costoletta alla milanese, il corroborante zabajone, sfida gli hamburger. Una specialità a cui, ahinoi, sono state dedicate, anche da chef in un recente passato impegnati in avventure di ben altro valore, numerose insegne di recente apertura (e diciamo che suona come presa in giro la definizione “d’autore”!). Il gusto e i racconti del gusto trapassano tre generazioni diverse, ossia tra chi ha fatto la guerra, chi è cresciuto tra ’68 e anni di piombo, e chi oggi è nel fiore della gioventù (ma il dialogo tra nonni padri e nipoti non sarebbe possibile?). E ultimo, ma non ultimo, lo dice il ritorno alla terra da parte di tanti. Una novità che si declina anche in fenomeni interessanti, come quello dei cosiddetti vini naturali. In sintesi: dobbiamo decidere da che parte stare. L’Italia è come Lampedusa. C’è chi si è arreso, ed è chi vive come chi ha umiliato con getti d’acqua gelida i corpi nudi di migranti inermi. E c’è chi non molla, e dà commovente testimonianza di generosità e capacità di sacrificio, come quegli eroi di tutti i giorni che hanno meritato l’abbraccio riconoscente di Papa Francesco. Correggiamo gli errori. Aiutiamoci a cambiare. Ma non smettiamo di sperare. Tra fornelli, botteghe e cantine, la crisi si fa sentire, ma il mondo del gusto è ancora uno di quelli che ha margini di crescita. Sulla nostra cucina, sui nostri prodotti, sui nostri vini, il mondo ha puntato i riflettori. A noi farne un fiore all’occhiello del nostro Paese. Buon anno! 27 inchiesta di Alessandro Ricci papillon 66 - inverno 2014 GEMELLI, POLIFUNZIONALI, MULTITASKING: le nuove tendenze del mangiar fuori all’italiana Se la regola aurea per un locale di successo era avere un’identità precisa, oggi risultano vincenti i locali che hanno più identità e che differenziano l’offerta nell’arco della giornata. Quest’anno è stato un vero e proprio boom che, in una piazza come Milano, ha portato a una sorta di esagerazione. Ma qui si attende l’Expo del 2015. Chi resisterà? Damini Macelleria & Affini 28 Negli ultimi anni, sempre più frequentemente, sempre con più convinzione, si è assistito alla nascita di locali polifunzionali che, nella stessa struttura, hanno affiancato attività diverse (ristorante più negozio, o ristorante più bar, ad esempio). Al contempo, molti ristoranti “gourmet” hanno aperto a fianco dell’insegna principale un bistrot più informale, più economico, più flessibile nell’offerta. Con grande successo. Sulla GuidaCriticaGolosa li abbiamo definiti “locali gemelli”, creando ad hoc un simbolo per identificarli. liana (antipasto, primo, secondo, dolce) è tramontata a vantaggio di formule meno impegnative e più leggere in termini di calorie e tempo necessario. Nel frattempo, è emerso il modello Eataly, un po’ supermarket, un po’ bottega, coi suoi ristori specializzati e il ristorante gourmet. Dalla Francia abbiamo invece importato il termine “bistronomie”, ovvero un modello frutto di una contaminazione: alta cucina nel piatto e maggiore essenzialità (leggasi anche informalità, flessibilità, economicità) tutto attorno. LOCALI POLIFUNZIONALI DI SUCCESSO C’è la macelleria storica che è diventata anche ristorante; il locale che abbina design e food; il nuovo concept “1/3 drogheria, 1/3 enoteca, 1/3 ristorante”; la gastronomia multitasking che propone asporto ma è anche caffetteria, libreria e ristorante: le vie dei locali polifunzionali sono infinite, o quasi. Come si è arrivati a questa “rivoluzione” I ristoratori italiani hanno dovuto confrontarsi con tre fattori: crisi economica, variate abitudini alimentari, nuovi modelli di ristorazione. Sulla crisi economica c’è poco da aggiungere, se non che ha messo a dura prova il settore ristorativo. Questo mentre i modelli alimentari sono profondamente cambiati: la classica partitura del pasto all’ita- Damini Macelleria & Affini via Cadorna, 31 - ARZIGNANO - VI tel. 0444452914 La famiglia Damini, da quasi 100 anni, conduce questa macelleria di grande qualità. L’attività si è però diversificata con una bottega gastronomica, una raffinata enoteca e un ristorante dove gustare carne, salumi (cominciando dal buonissimo DamBurger) e piatti raffinatissimi. inchiesta papillon 66 - inverno 2014 Ristorante Macelleria Motta Drogheria Plinio Sirani Luigi Zolin via Roma, 14 - SANDRIGO - VI tel. 0444750542 Luigi Zolin, una vita nella sartoria d’alta moda, ha aperto nel 2010 uno spazio dedicato al cibo, attivo da colazione a cena, con vendita dei prodotti utilizzati in cucina. Ristorante Macelleria Motta strada Padana Superiore, 90 BELLINZAGO LOMBARDO - MI tel. 0295784123 La macelleria, che ha festeggiato nel 2013 i 50 anni di vita, è diventata anche un ristorante coronato, ambientato in una corte lombarda (corona radiosa della GuidaCriticaGolosa 2014) con proposte a tutta carne, tra griglia, quinto quarto e lunghe cotture. Fantastico! Drogheria Plinio via Plinio, 6 - MILANO tel. 3938796508 Aperta dalle 8 alle 23, qui si viene per un caffè, per acquistare i prodotti, o per pause pranzo gustose e veloci e cene con menu stagionali. Sirani via Gramsci, 5 - BAGNOLO MELLA - BS tel. 0306821179 Caffetteria, pasticceria, gelateria, pizzeria, ristorante: Sirani è davvero un locale polifunzionale e sembra incredibile che tutto possa essere fatto allo stesso livello di eccellenza. Ma è così. È un locale avanti che paga il pegno d’essere a Bagnolo Mella. A Milano spaccherebbe! Slurp! via Massena, 26 - TORINO tel. 0115625366 Coniuga cibo e design, in un ambiente giovane e di tendenza, con proposte diversificate per tutti i target (menu piemontesi, ladies lunch, brunch domenicali, pizza al tegamino, hamburger). Soho via al Ponte Calvi, 20/r - GENOVA tel. 0108692548 Qui si può acquistare il pesce, scegliendolo dal bancone al centro del locale; prendere un aperitivo nel dehors, o avventurarsi in una cena di pesce nella sala dall’arredamento minimal. Settembrini via Settembrini, 25 - ROMA tel. 063232617 Settembrini è un ristorante, un caffè e una libreria con take away. Una formula di successo che offre anche cocktail, consegne a domicilio, pranzi e cene tematici. Ma molto prima a Roma, esordì Gusto, in piazza Augusto Imperatore, che di fatto ha fatto scuola. Roscioli via dei Giubbonari, 21 - ROMA tel. 066875287 Innanzitutto gastronomia e salumeria, e poi wine bar e trattoria: aperto nel 2002, ha rappresentato uno dei primi casi di locale polifunzionale. Piuttosto angusto, sempre pieno, prepara una delle migliori carbonare della Capitale (e le polpette?). Fud via Santa Filumena, 35 - CATANIA tel. 0957153518 Si definisce “bottega sicula”: qui si trovano hamburger, panini espressi, pizza napoletana e taglieri, ma anche un bell’assortimento di vini e un grande banco gastronomia per gli acquisti take away. TRE CASE HISTORY DI LOCALI GEMELLI Maida Mercuri Rebelot (Milano) La novità del Rebelot, il tapas bar nato a fianco del Pont de Ferr, lo storico locale di Maida Mercuri sui Navigli con ai fornelli il talentuoso Matias Perdomo, ci ha entusiasmato fin dal principio. “Abbiamo aperto lo scorso 24 maggio, con una duplice finalità: proporre un’alternativa gourmet e innovativa a chi vuole fare una sosta prima o dopo il cinema, ma anche offrire un luogo accogliente ai clienti del ristorante, quando quest’ultimo è pieno o occorre attendere il proprio tavolo”. 29 inchiesta papillon 66 - inverno 2014 Maida Mercuri con Matias Perdomo L’idea è quella del tapas bar alla spagnola, aperto fino a tardi (alle due, la cucina fino all’una), con la cucina a vista, un arredamento che mescola elementi antichi e oggetti postindustriali, con tanto legno e mattone. E piccoli piatti (tapas, appunto) di grande qualità, proposti in menu da 3, 5 e 7 assaggi (a 15, 30 e 45 euro). Qualche esempio? Leccia carciofo mandarino e pepe nero, fegato di limousine porcini zucca e topinambur, guanciale di maiale iberico cardo gobbo peperone di Cuneo e acciughe del Cantabrico o costina di agnello iberico ketchup speziato e patate laurette. “Tutti i ragazzi che lavorano qui sono di matrice spagnola, lo chef invece, Mauricio Zillo è brasiliano e prima di stare con noi ha lavorato per tre anni al Pont de Ferr, in Francia e a Dubai. L’idea è quella di offrire una cucina divertente, del mercato, etnica, aperta al mondo, in un ambiente caldo, informale”. Anche la proposta delle bevande è interessante, con tanti vini al bicchiere, birre, e una carta dei cocktail (firmata dal barman Oscar Quagliarini) pensata appositamente per essere abbinata al cibo. “Già, qui si può cenare con un gin tonic. E quel che più mi piace è che spesso succede che alcuni fanno aperitivo al Rebelot, cenano al Pont de Ferr, e poi finiscono la serata nuovamente nel bistrot”. L’interno del ristorante I Caffi 30 Sara Chiriotti Brasserie I Caffi (Acqui Terme - AL) I Caffi sono un’istituzione della cittadina termale. Con lo spostamento nella nuova sede in via Scatilazzi, la famiglia Chiriotti ha diversificato l’offerta, aggiungendo allo storico ristorante una brasserie, aperta quest’anno, con griglia a vista (e una decina di tagli di carne) e possibilità di degustare salumi, formaggi e alcuni piatti classici (con menu quattro portate a 26 euro) e piatti unici. “Volevamo avvicinare una nuova fascia di clientela, più giovane, che difficilmente frequenta i Caffi, per offrirgli un’alternativa di qualità alla pizza o all’aperitivo lungo. E abbiamo centrato l’obiettivo: la brasserie sta funzionando, e alcuni dei nuovi clienti hanno scoperto che il ristorante gourmet non è poi così inavvicinabile, visto che il primo menu degustazione è a 44 euro. Per brasserie e ristorante abbiamo gli stessi fornitori: cambia solo il livello di ricerca e l’utilizzo di tagli più pregiati per i piatti dei Caffi”. Quali sono state le scelte per l’arredo? “Abbiamo optato per i materiali poveri: il ferro, il legno a vista, la tovaglietta all’americana, anche se la posateria, d’argento, la utilizziamo in entrambi i contesti. Se il ristorante è improntato alla classicità elegante, la brasserie è molto più informale”. Claudio Sadler Chic’n Quick (Milano) Se la tendenza-bistrot è esplosa negli ultimi due anni, c’era chi proponeva questa formula diversi anni addietro. Claudio Sadler ad esempio, già nel 1999 apriva in via Monte Bianco il suo “Sadler Wine & Food”. Con il trasferimento sui Navigli, è invece nato il Chic’n Quick, a fianco del ristorante gourmet che porta il suo nome. “L’idea del bistrot mi è venuta molti anni fa, in vacanza a Saint Tropez, inchiesta papillon 66 - inverno 2014 quando ho visto una specie di bistrot con un angolo di rosticceria proporre una cucina molto interessante, affiancata da una carta dei vini accattivante. Quando ci siamo trasferiti nella sede attuale, ho trovato la situazione ideale, perché a fianco del ristorante c’erano dei locali disponibili per il bistrot”. I risultati sono eccellenti. “Lavoriamo molto a mezzogiorno, quando il Sadler è chiuso, con un menu completo di tre portate a 20 euro. Ma anche la sera, col menu alla carta, va bene”. Qual è il segreto per far convivere con successo ristorante e bistrot? “Occorre instaurare una sinergia molto forte tra i due locali: con una gestione oculata si riesce a non sprecare nulla. A partire dagli acquisti, pensati in modo che ci sia convenienza per entrambi i locali: usiamo le prime scelte per il Sadler, mentre i secondi tagli costituiscono la materia prima del bistrot. Poi è importante la gestione del personale: anche se le due cucine e le due brigate sono diverse, alcune lavorazioni, come la pulizia del pesce, ad esempio, sono in comune. E se la brigata del Chic’n Quick non prepara nulla per il Sadler, essendo più sotto stress per via del duplice servizio giornaliero, la brigata del Sadler molto spesso effettua alcune preparazioni per il bistrot. Ad esempio la pasticceria”. Nel successo del bistrot, conta più il contenimento dei prezzi o la proposta informale? “Devo essere sincero, oggi il prezzo è molto importante. Non a caso, i prezzi del bistrot sono pressoché invariati da tre anni. Poter pranzare a 25-30 euro e cenare a 45-50, con la qualità che offriamo, è un motivo d’attrazione molto forte. Ma è vero che anche l’ambiente informale aiuta. Lo riscontro anche io quando devo svolgere delle pubbliche relazioni: al Sadler è più difficile, nel bistrot avvengono più spontaneamente”. Claudio Sadler LE NUOVE TENDENZE DELL’ARREDAMENTO Santo Scibetta, assieme al socio Ettore, è il titolare di Cierreesse, realtà imprenditoriale operativa da oltre 20 anni nel campo della progettazione, realizzazione, arredo e sviluppo di ambienti dedicati al food, alla ristorazione e all’ospitalità. Quali sono le tendenze attuali in fatto di arredamento di locali? “Oggi il cliente vuole essere rassicurato, è alla ricerca di prodotti genuini, delle ricette della nonna. L’arredamento deve seguire questa tendenza, rispettando delle regole precise. Per prima cosa, non occorre inventare nulla, ma rispolverare elementi antichi per riproporli in chiave moderna. Oggi è di successo il concetto di bottega. Nel costruire il locale, dunque, mi piace puntare sulla matericità dei materiali, usati al naturale: il legno grezzo, l’acciaio crudo, il ferro antico. Non serve più il bel locale, inteso come una volta, ma bisogna costruire l’intero progetto attorno al prodotto”. Dori di Monza Come? “Perseguendo l’idea del movimento. Il prodotto non va più esposto, ma occorre portare parte della lavorazione all’interno del locale, integrando il laboratorio allo spazio destinato alla consumazione: questo permette al clienti di vedere la preparazione di una torta, di un cibo, offre l’idea di prodotti sempre freschi, preparati sul momento, quotidianamente”. Dunque le parole chiave sono matericità, naturalità, informalità e movimento. E sui colori, quali suggerimenti dare? “Puntate sui colori naturali: un legno vecchio è un legno vecchio, non va verniciato. E su colori tenui, non eccessivamente accesi: l’idea della genuinità 31 inchiesta papillon 66 - inverno 2014 dell’offerta deve trovare un’eco in un ambiente ispirato a colori naturali”. Un esempio di tutto questo è Moscatelli, la storica vineria di Milano, in corso Giuseppe Garibaldi 93 che ha cambiato volto, divenendo un triplice locale, con l’aggiunta della bottega Moscatelli: qui si mangiano i piatti presi in rosticceria o in panetterie, dove c’era lo storico locale di Moscatelli, ma c’è anche un servizio più accurato al tavolo, nello spazio a fianco. Un successo. Il mondo della ristorazione cambia velocemente anche in Italia e in particolare a Milano. Nel mondo già è così e forse molti ricordano quando nel 2004 portammo al Salone dei Sapori Poilâne, panettiere in Parigi, che aveva creato un’idea di luogo, dove compravi la baguette, ma ti fermavi anche a mangiare quel pane appena sfornato con i salumi. Golosaria da questo punto di vista, negli anni, è stata un laboratorio. Nel 2007 all’hotel Melià creammo la latteria del futuro, che oggi è diventato un modello, che è entrato persino nel catologo di Costa Group che fece quel prototipo. Da qui la nascita delle polenterie, oppure di quei locali dove sul tavolo ti appare la foto del piatto e tu lo ordini con un touch. Ma anche le macellerie, le pasticcerie, le gastronomie sono diventate dei luoghi. Divertente, ad esempio è stata la sosta a Bassano del Grappa, in uno di questi locali, Ottocento Simply Food, che è una grande gastronomia con piatti da asporto: li puoi mangiare comodamente in un locale coi tavoli dove servono anche la pizza e alcuni piatti di pasta fatta sul Poilâne di Parigi 32 La latteria del futuro all’Hotel Melià di Milano momento. E che dire di Al Bibouq, sempre a Milano in via Fauchè, che è nato come un locale di vendita di fiori, pian piano arricchito di bottiglie di vino e di assaggi di alcune specialità. Lo scorso anno avevamo notato la stessa formula a Francoforte: oggi è sulla bocca di tutti. Cosa significa tutto questo? Esattamente ciò che abbiamo anticipato nel nostro editoriale dell’anno: la ristorazione di domani si deve mettere in discussione. Il ristorante classico farà sempre più fatica. Soprattutto se vuol mantenere la formula del passato (sì, è giusto ormai parlare di passato) e i medesimi prezzi. Oggi c’è spazio solo, lo ribadiamo, per il ristorante gourmet e per la trattoria di servizio (che risponde alle esigenze del mezzogiorno e dello svago alla sera). Guardiamo i giovani, sono loro che ci traghetteranno nel futuro. Al Bibouq di Milano inchiesta papillon 66 - inverno 2014 L’IMPORTANZA DI UNA STRETTA DI MANO (ANCHE VIRTUALE) intervista a Massimo Bustreo, psicologo dei consumi, ricercatore all’Università Iulm di Milano di Fabio Molinari Maria Marinoni di Milano Moscatelli di Milano Massimo Bustreo Sei anni fa a Golosaria approdarono le panetterie da ascolto, quei negozi dove si poteva acquistare il pane ma anche sedersi e consumarlo in abbinamento a un bicchiere di vino o a qualche prodotto alimentare di eccellenza. Una tendenza ormai assodata che conta, nella sola Milano, esempi eccellenti quali Maria Marinoni o Moscatelli. Pari successo per le enolibrerie, quei luoghi di cultura unici in cui la lettura e l’acquisto dei libri si coniuga all’assaggio (quanto mai meditato) di una bottiglia di vino. A Torino abbiamo conosciuto Mood, anticipatore di una tendenza che anche recentemente si è affermata con il matrimonio a Milano tra Feltrinelli e Antica Focacceria San Francesco. Il 2013 è stata, però, una vera esplosione di questo tipo di attività e se in Belgio hanno aperto i cocktail bar con lavanderia a gettoni, in Italia - sempre a Milano - ha fatto scalpore lo storico negozio di abbigliamento Ravizza che ha dedicato parte della sua attività alla degustazione, seguendo una tendenza già segnata da iniziative come la vendemmia in via Montenapoleone. Ma altrettanto originale si può dire la proposta di Bibouq che ha accostato i fiori allo spazio enoteca oppure il 28 posti, ristorante che si è fatto vetrina dei mobili costruiti all’interno del carcere di Bollate. Ma l’ibridazione massima delle attività commerciali si è sviluppata con il web. Sul palco di Golosaria sono salite due case history che faranno scuola. Tacatì è nata come start up dall’idea di due giovani: Giulia Valente e Stefano Cravero. Forti di studi economici, con importanti esperienze in tutto il mondo (Cravero ha lavorato in Bangladesh per il premio Nobel Muhammad Yunus), hanno lanciato prima in Piemonte (di dove sono originari) e poi in Lombardia una piattaforma web di e-commerce con l’obiettivo di valorizzare la filiera agricola e artigianale locale. Tutte le attività aderenti al progetto vengono selezionate secondo rigidi criteri, vengono inserite nel sito e l’utente può fare la spesa con la sicurezza di recarsi da un bottegaio “virtuale” amico. Concetto non molto dissimile da quanto proposto dal nuovo grande portale Make Hand Buy de L’Artigiano in Fiera (www.makehandbuy.com). Qui infatti sono gli stessi artigiani (circa 2.000) che, con la loro faccia, raccontano i prodotti che in tutto l’arco dell’anno si possono scegliere da questa vetrina virtuale (nei giorni di Artigiano in Fiera si possono anche “toccare con mano” tra gli stand). L’esempio piace anche agli ambulanti del mercato: a Milano sarà possibile acquistare dai commercianti del mercato di via Fauché anche attraverso un’apposita piattaforma. Perciò chi non ha tempo di andare dal formaggiaio di fiducia potrà contattarlo tramite posta elettronica e farsi recapitare la spesa direttamente a casa. Ma se muta la rete, non mancano proposte anche per cambiare il volto commerciale della città: da mesi a Milano si discute di potenziare gli attuali distretti indirizzandoli verso un’unica tipologia merceologica. Insomma trasformare il tessuto urbano in reparti come un grande centro commerciale all’aperto. Un’idea futuristica che però deriva da altre culture: quella dei mercati o dell’immenso bazar di Istanbul. Abbiamo chiesto al professor Massimo Bustreo cosa dovremmo aspettarci per il (prossimo) futuro. Nell’e-commerce che fine fa il rapporto di fiducia che di solito si instaura tra commerciante e cliente? Non scompare, ma si trasforma. È interessante notare, ad esempio 33 inchiesta nel filmato di presentazione della piattaforma Make Hand Buy, il passaggio chiave dove appare la stretta di mano tra l’artigiano, che fa il lavoro, e l’acquirente finale. Il patto di fiducia, che non può mai mancare, si trasferisce nella cura della “relazione virtuale”. La mera presentazione di dati, in un sito web, non è sufficiente. Da un lato è necessaria la cura del cliente tramite la manutenzione di un luogo virtuale e l’attenzione alla risposta ai commenti e alle richieste degli interlocutori. Dall’altro lato è fondamentale la valutazione dell’attività svolta dai consumatori on line. I consumatori non tanto ricercano ma soprattutto condividono informazioni. Sulla decisione dell’acquisto, il peso dei commenti è pari al 91% a fronte delle informazioni classiche che contano solo per il 14%. Lo share fa la differenza, condividere con altri, commentando. la home page di www.makehandbuy.com I social network come Facebook possono rafforzare i rapporti tra gli interlocutori del rapporto commerciale? Su Facebook le aziende, così come le persone, vanno alla rincorsa di “amici” da contare. Il problema, però, è quante di queste relazioni sono relazioni su cui contare. Un esperimento di marketing lanciato da Burger King ha dimostrato che, offrendo un panino a chi decideva di togliere il “mi piace” dalla pagina Facebook, il calo dei consensi è stato enorme. Tanti hanno scelto di prendere il panino e abbandonare per sempre la pagina del Burger King. In compenso le indagini successive hanno dimostrato che si è moltiplicata la fidelizzazione su chi è rimasto. Ecco la differenza tra relazioni da contare e su cui contare. 34 papillon 66 - inverno 2014 L’impressione che oggi possiamo avere di fronte a una piattaforma on line è simile allo spaesamento che si provava all’inizio dell’era dei supermercati? All’inizio dell’era della grande distribuzione vennero fatti imponenti studi proprio sul ruolo della cassiera: se lei non sorrideva, il cliente non tornava. Il sorriso della cassiera equivale, nel mondo virtuale, a far capire che dietro lo schermo c’è qualcuno che si prende cura di te. Ancor oggi molti chiedono informazioni on line, però poi comprano allo store reale. Per paura di usare la carta di credito, per diffidenza verso i mezzi informatici e perché c’è ancora necessità di una relazione. Per i piccoli negozi può esserci una speranza di sopravvivenza che si lega ai bisogni di rapporto del cliente? Certo. Allo stesso modo quel rapporto può essere usato come punto di forza anche da chi opera on line. Un caso come Tacatì ad esempio mostra come sia essenziale puntare sulla fiducia. A far la spesa per te è il tuo venditore di fiducia, sotto casa. Nel consumatore di oggi non è ancora assimilato il concetto di e-commerce come quello del drone recentemente presentato da Amazon. Il drone non è la renna di Babbo Natale, ma viene percepito come una fredda macchina. In questo senso come si colloca il successo dei negozi multitasking? Il negozio ibrido o multitasking non è tanto il luogo in cui io voglio fare l’acquisto, soprattutto in certi settori, ma la fase dell’”otium” (inteso come cura di sé, della propria persona), l’esperienza, il relax, la ricerca di una emozione particolare. La pausa dal quotidiano o anche dallo shopping. Nel luogo ibrido quasi tutti uniscono il prodotto commerciale al mangiare e al bere: l’idea è quella della ricreazione. È l’idea di nutrimento, più per l’anima che per il fisico. Tra le soluzioni prospettate recentemente per il commercio, c’è anche la creazione di quartieri dedicati a settori merceologici. Quale può essere la reazione di fronte a una soluzione di questo tipo? Non esistendo ancora, nel nostro panorama, soluzioni di questo tipo, è difficile valutarlo. Il rischio sempre presente è quello del “more is less”. Troppa scelta rischia di gettarmi nell’indecisione e bloccarmi nell’acquisto. IL GOLOSARIO 2014 Il Golosario, guida alle cose buone d’Italia, giunge alla quindicesima edizione. In oltre 1.000 pagine il top della produzione artigianale alimentare di qualità: i migliori prodotti, oli, negozi, cantine, ristoranti recensiti da Paolo Massobrio e dal suo staff. Un libro indispensabile per gli amanti del turismo enogastronomico. per informazioni e prenotazioni tel. 0131261670 - [email protected] opinioni urban (food) LEGEND Intervista al dott. Silvio Spinelli di Fabio Molinari Una cattiva alimentazione è molto spesso frutto di fraintendimenti, pratiche sbagliate e scarse conoscenze. Ecco svelati cinque clamorosi “falsi” alimentari dal protagonista del progetto ÀMATI! papillon 66 - inverno 2014 I cibi grassi fanno per forza ingrassare Da decenni i grassi sono demonizzati, colpa di ricerche che avallano questa ipotesi (almeno in apparenza) e di convinzioni empiriche: se voglio eliminare un po’ di grasso dal mio giro vita, devo ridurre i grassi. Per anni ci hanno anche parlato di calorie, quasi l’uomo fosse una stufa. Con questo metro un grammo di grasso contiene circa il doppio delle calorie di un carboidrato. Tutto vero? Solo in parte, almeno per due motivi. Primo: il concetto di caloria è in crisi. Molte variabili intervengono nel determinare le calorie di un cibo una volta che questo è stato introdotto in bocca, dalla masticazione alla digestione gastrica fino alla flora batterica intestinale. Secondo: alcune indagini statistiche, condotte negli USA, mostrano grafici dai quali risulta evidente che negli ultimi decenni al calo dei grassi corrisponde - in maniera inversamente proporzionale - un aumento dell’obesità. A questo punto però sorge spontaneo chiedersi: “Chi sono i colpevoli?” Per ora ma ne parleremo prossimamente - basti sapere che i carboidrati non sono del tutto innocenti. Cioccolato = ciccia e brufoli Per anni del cioccolato si è detto il peggio che si poteva: fa ingrassare, causa acne, carie e così via. Studi recenti derivanti da una maggior conoscenza di questa sostanza e delle molecole in essa presenti contraddicono gran parte di tutto quanto fino ad ora si pensava. Il cioccolato, tra tutti gli alimenti, è quello con la più alta azione antiossidante ovvero è capace di limitare gli effetti e i disturbi dell’invecchiamento. Ad esempio è efficace nel ridurre e ritardare la comparsa di rughe; sempre a causa della sua attività antiossidante, l’assunzione di una piccola parte di cioccolato può essere utile nel ridurre tutti i disturbi a carico dell’apparato cardiovasco- 36 lare, come ipertensione e arteriosclerosi. Quale cioccolato? Va tutto bene? Sicuramente no. Il cioccolato migliore, da questo punto di vista, è il fondente a 80 - 85%. Quanto più alta è questa percentuale, tanto più alta è la concentrazione di cacao e, fatto ancora più importante, tanto più è bassa la presenza di zucchero. È lo zucchero presente nel cioccolato che, assunto in alte quantità, è responsabile di tutti quegli effetti negativi addebitati impropriamente al cioccolato. Carie, obesità, acne, sono tutti effetti legati all’alta dose di zucchero presente nei comuni cioccolatini, in particolare quando mangiati in eccesso. Il broccolo e i suoi fratelli puzzano È proprio necessario che si debba appestare l’ambiente domestico per consumare questi vegetali? Possiamo evitare l’effusione di tali miasmi? La risposta è si. Anzi, si deve. I broccoli fanno parte della famiglia delle crucifere, insieme a cavolfiore, cavolo cappuccio, cavolo verza, cavolo nero, cavolini di Bruxelles, cime di rapa. Tutte queste verdure sono una fonte preziosa di fitocomposti, vitamine, minerali e fibre dall’effetto particolarmente favorevole sulla salute. I composti più importanti sono “polifenoli” e “glucosinolati” che, con la masticazione, liberano sostanze con forte attività antitumorale e depurativa: gli «isotiocianati» e gli «indoli». Poiché queste molecole sono idrosolubili è consigliabile consumarli crudi oppure cotti in poca acqua. La cottura deve essere breve, preferibilmente al vapore per cui si possono stufare o saltare in padella. Ogni qualvolta si allungano i tempi di cottura la maggior parte queste sostanze si diluisce in acqua o passa nell’aria: ecco il cattivo odore. Quindi, se cucinando i broccoli si sente il cattivo odore nell’aria, gran parte dei benefici di queste verdure sono andati persi. opinioni papillon 66 - inverno 2014 L’aglio rallenta la digestione L’aglio, al contrario, è ottimo per l’apparato digerente. Svolge un’azione digestiva e antibatterica a livello intestinale. Riduce i parassiti intestinali, la candida e nello stesso tempo agevola lo sviluppo della flora batterica amica. Inoltre è uno degli antiossidanti più potenti in natura, protegge le cellule del nostro corpo dagli effetti dell’invecchiamento. Ha importanti effetti sul sistema cardiovascolare: rende il sangue più fluido riducendo il rischio di trombosi, abbassa la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo, in particolare quello cattivo (LDL). Una recente ricerca, svolta in Cina e Usa, dimostra che l’aglio, utilizzato regolarmente nella dieta, può avere effetti protettivi nei confronti del cancro. Resta però il problema delle esalazioni, legate al disolfuro di allile che si libera quando il bulbo viene schiacciato. Purtroppo non c’è modo di bloccarlo, ma non mancano suggerimenti: alcuni molto validi, altri meno. A voi la scelta: masticare lungamente foglie di salvia o prezzemolo (la clorofilla contenuta funziona da deodorante naturale, rinfresca l’alito e neutralizza il tipico odore); masticare alcuni chicchi di caffé; assumere una tisana di menta, liquirizia, anice, semi di finocchio; masticare un bastoncino di liquirizia (di quelli legnosi); mangiare lentamente una mela o altra frutta fresca (i polifenoli presenti nella frutta, possono interagire con i composti solforati dell’aglio neutralizzandone l’odore); bere un infuso di scorza di limone in acqua calda; bere una sambuca. Secondo i ricercatori dell’Ohio State University, per eliminare dalla bocca il cattivo odore dell’aglio, il rimedio migliore è bere un bicchiere di latte, preferibilmente intero. Infatti “il latte agisce come un detergente della bocca, e il grasso neutralizza lo zolfo” (Journal of Food Science, 2010). Il peperoncino infiamma Molti credono che il peperoncino abbia un’azione infiammatoria sulle zone con le quali viene a contatto, in particolare sull’apparato digerente, stomaco ed intestino. Di conseguenza viene eliminato completamente da tutte quelle persone che soffrono di gastriti o di un qualsiasi disturbo a carico dell’intestino. Al contrario, tra i vari cibi, il peperoncino è uno dei più potenti antiinfiammatori, e anche un potente antidolorifico. La capsaicina, responsabile proprio di quella sensazione di bruciore che lo caratterizza, è uno stimolante delle funzioni gastriche, utile nelle gastriti e nelle ulcere gastriche ed è un ottimo antifermentativo intestinale. L’azione antidolorifica della capsaicina si sfrutta mettendola in creme utili a ridurre i dolori muscolari e reumatici. Si è scoperto che il peperoncino può anche ridurre la caduta dei capelli, in virtù dell’aumento della circolazione a livello cutaneo. Un maggior afflusso di sangue alla cute del capo, con l’apporto di una ulteriore quantità di ossigeno e nutrienti al bulbo del capello, ne ritarda la caduta. Gli usi del peperoncino sono infiniti, può essere usato in infinite preparazioni culinarie. L’unico limite è rappresentato dalla fantasia di chi lo prepara. Alcune persone sono particolarmente sensibili a questa spezia, per cui non sopportano la sia pur minima quantità. Chi ritiene di far parte di questa schiera di persone potrebbe cominciare con dosi piccolissime per poi aumentare piano piano la quantità. 37 opinioni papillon 66 - inverno 2014 àmati! di Fabio Molinari CURARSI A TAVOLA NON È PIÙ UN SEGRETO Volersi bene a tavola. Un proposito che coinvolge morale, salute, gusto. Tutti elementi che spesso è difficile far stare insieme, soprattutto quando si è al ristorante. Eppure in questo imperativo ÀMATI! è compreso il progetto (concreto, anzi già avviato, con il lancio a Golosaria e sui media nazionali) dell'imprenditore Marzio Nocchi che insieme con la figlia Flaminia e altri amici si è gettato testa e cuore nell'impresa. Nocchi è già titolare di un'azienda, “Functional point”, che in Italia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Sudafrica, propone test diagnostici del tratto gastro-intestinale e le eventuali cure. Dopo questa esperienza si è rivelato cruciale l'incontro con il medico nutrizionista Silvio Spinelli (intervistato in questo e nello scorso numero Papillon). Alla base del progetto infatti vi è l'apertura al gusto nella ristorazione salutistica ovvero niente preconcetti, niente ricette preconfezionate, ma menu studiati sulla base delle esigenze della clientela in un'ottica di qualità e freschezza della materia prima. Poi soprattutto una cucina capace da un lato di non far male e dall'altro di esaltare le proprietà benefiche degli alimenti. Così il medico si è seduto ai fornelli con lo chef, che in questo caso è Angelo Biscotti, docente della Boscolo Etoile Academy. I menu sono stati decisi sulla base dei principali problemi che affliggono apparato gastrointestinale, ma anche reni, cuore e cervello. Senza però precludersi la strada del buono: quindi spazio a vino, olio, ma anche fritti, carne e burro. A patto che si considerino le esigenze dell'ospite, le cotture, gli abbinamenti e la qualità delle materie prime. “Una cucina con l'obiettivo di far star bene - è il pensiero di Nocchi - non può prescindere da una rigida selezione delle materie prime, oltre che da una rigorosa 38 stagionalità”. Il target dei locali sarà soprattutto quello della pausa pranzo, la più difficile dal punto di vista dietetico, perché spesso ha tempi ristretti e obbliga a mangiar male. Ma non è necessariamente così: la rivoluzione ÀMATI! si propone anche questo: coniugare le esigenze di una ristorazione veloce con l'attenzione a un'alimentazione corretta sotto tutti i punti di vista. Cuore del progetto è però l'impegno divulgativo e di educazione alimentare. Al ristorante il cuoco stesso spiegherà ai clienti cosa accade (e perchè), mentre all'esterno è in fase di realizzazione un sito che dovrà comunicare la filosofia del progetto e le iniziative in corso. Ma per l'inizio del 2014 non mancheranno altre sorprese. L’APERIFISH, OVVERO L'APERITIVO DI ÀMATI! Lo chef Angelo Biscotti a Golosaria (foto) ha voluto far assaggiare in anteprima al pubblico la cucina che caratterizzerà i ristoranti ÀMATI. I primi due stanno per aprire a Milano e Londra. “Cuoppo di pesce”: mini conetto di balza formato da stuzzicanti proposte di pesce e ortaggi fritti in olio extravergine d’oliva. Salmone selvaggio affumicato “fait–maison” con insalatina di germogli e ortaggi, emulsione alle opinioni papillon 66 - inverno 2014 bacche di Acai: sashimi di salmone affumicato in casa servito su un'insalatina di ortaggi e germogli al dressing di bacche di Acai. Tonno rosso scottato, sorbetto di clementine, pelle di limone candita: piccole fettine di tonno rosso scottato servite su un sorbetto di succo di clementine aromatizzato alla melissa senza aggiunta di zucchero, eseguito al momento in azoto liquido accompagnato da zeste di buccia di limone candite in uno sciroppo di acqua ed eritritolo. Morro confit su vellutata di ceci neri alla colatura d’alici e spuma all’ “ajo, olio e peperoncino”: morbidissimo filetto di baccalà cotto in olio cottura a bassa temperatura, servito su una vellutata di ceci neri aromatizzata alla colatura d’alici, crucifere semicrude, il tutto sifonato da una spuma verdissima a base di clorofilla all’aglio, olio e peperoncino. Flaminia, Silvio Spinelli e Angelo Biscotti hanno iniziato a sperimentare, e a cercare, su e giù per l'Italia, quello che si potrebbe definire la forza dei cibi, quelli che hanno, per usare le parole di Ildegarda, riconosciuta proprio quest'anno dottore delle Chiesa, una viridità. Mi ha fatto piacere, mercoledì 13 novembre, leggere sulla Stampa, in cronaca nazionale, l'uscita di Àmati!, da un'intervista a Marzio Nocchi di Michele Brambilla. Mi ha fatto piacere aprire Golosaria con questo progetto, che poi vive anche nel nostro libro per la famiglia Adesso, 365 giorni da vivere con gusto, dove Silvio Spinelli ha scritto le sue pillole di salute, sfatando tanti luoghi comuni. Mi ha fatto piacere, poi, vedere il servizio su Canale 5 con Angelo Biscotti e sapere che Identità Golose ci segue e per questo ha chiesto di presentare il progetto Àmati!. Un progetto rivoluzionario, che, conoscendo la tenacia di Marzio, segnerà una svolta nel mondo dell'alimentazione. Era da tanto tempo che aspettavamo un progetto del genere. Un progetto che ha le sue radici nel Medioevo, nei ricettari di Santa Ildegarda Von Bingen, ma in tante altre culture di un'epoca che qualcuno continua a dipingere oscura, mentre era una miniera di conoscenze. Oggi queste conoscenze sono state appiattite: dalla medicina e dalla cultura alimentare. Marzio Nocchi, 39 papillon 66 - inverno 2014 a tavola in questo numero al mangè d’na vira Collobiano (Vercelli) savino Coriano (Rimini) locanda belvedere Courmayeur (Aosta) ciceri’s - nuovo maosi Crema (Cremona) locanda fontanazza La Morra (Cuneo) hostaria la speranza Lesa (Novara) ottocento simply food Bassano del Grappa (Vicenza) la fiaschetteria Besenzone (Piacenza) la palta Borgonovo Val Tidone (Piacenza) romitaggio s. guglielmo Castelbuono (Palermo) relais 23 Castelnuovo Belbo (Asti) la buca Cesenatico (Forlì Cesena) la madia Licata (Agrigento) osteria del pettirosso Luisago (Como) osteria contemporanea lo scalco grasso Mantova trattoria barachì Mapello (Bergamo) ristorante francesca Matera al fresco Milano i simboli corona radiosa faccino radioso faccino contento faccino normale miglior tavola dell’anno commovente 10 e lode lo racconterò agli amici tutto ok faccino storto qualcosa non va ristorante cupido 40 trattoria locale del cuore faccino nero faccino incazzato negativo mai più trattoria di lusso salto di qualità pizzeria qualità/prezzo faccino divertito tanta simpatia faccino sospeso nessuno mi può giudicare vineria resistenza umana agriturismo dormire papillon 66 - inverno 2014 mamai Milano persè Milano l’erba del re Modena dorfhnerhof Montagna (Bolzano) l’abbazia castello di velona Montalcino (Siena) io & loretta Monte San Pietro (Bologna) opificio 313 Novara dolceacqua Olbia lo scudiero Pesaro cenobio Ragusa Ibla manali Roma ilsanlorenzo Roma eataly in campagna San Damiano d’Asti (Asti) lamm mitterwirt San Martino in Passiria (Bolzano) sciatò Serravalle Pistoiese (Pistoia) paredes y cereda Spino d’Adda (Cremona) la pergola Trevenzuolo (Verona) hosteria treville Treville (Alessandria) maxi dell’hotel capo la gala Vico Equense (Napoli) dove 41 iarp mantiene fresco il tuo vino www.iarp.it WW 350 E ©IARP SRL-Società unipersonale è soggetta all’attività di direzione e coordinamento delle EPTA spa - All rights reserved •Technical features may change without prior notice. LxPxH : 580 x 615 x 1470 mm Volume Lordo : 350 lt Volume Netto : 320 lt Temperatura di esercizio : +6° / +14° C WW 130 E LxPxH : 480 x 535 x 835 mm Volume Lordo : 130 lt Volume Netto : 123 lt Temperatura di esercizio : +6° / +14° C via A.Grandi, 43 15033 Casale Monf.to (AL) Italy tel. +39(0)142.436111 fax +39(0)142.781540 [email protected] Scarica subito la guida ilGolosario ristoranti 2014 un’app aggiornata giorno per giorno con 2.300 segnalazioni Non puoi fartela mancare. a tavola papillon 66 - inverno 2014 ottocento simply food BASSANO DEL GRAPPA (Vicenza) CONTRÀ SAN GIORGIO, 2 TEL. 0424503510 www.800simplyfood.com Per raccontare questo locale ci vorrebbe un libro, tanto è complessa e puntigliosa l’attività di Riccardo Antoniolo, che usa i migliori prodotti italiani per sfornare i suoi lievitati. Ma anche la location è molto bella. Ed è uno di quei posti che merita il viaggio. Arriviamo alla sera, dopo essere entrati con l’auto da un cancello che immette in un parco. E dentro c’è questa villa che ospita il ristorante. Un ristorante teatro, verrebbe da dire, molto bello, caldo dove si cena come in un locale d’autore, oppure si gusta una pizza che qui è davvero speciale. Riccardo Antoniolo non lesina sulle farine, sul pomodoro (è quello di Paolo Petrilli di Lucera per intenderci) e sulle acciughe del mar del Cantabrico. Ora, tra gli antipasti (13 euro) ci sono carpacci di mare, ma anche sopressa e finferli in agro, oppure le seppie in nero con purea di patate soffiate e arachidi. Tra i primi (10 euro) spicca un simbolo della cucina vicentina: i bigoli con ragù d’anitra all’antica oppure i tortelli dell’Ottocento con ripieno di culatello, i maccheroncini scampi e porcini. Per i bimbi c’è il pollo impanato e l’hamburger fatto da Antonio, ma anche (secondi euro16) le bracioline di maialino alla senape grezza, tartara di melanzane in verde di basilico, riso rosso al timo e menta e la suprema di faraona in tenerezza con chiodino trifolato e sfilacciata di patate croccanti. Ma l’attrattiva sono i lievitati, che occupano varie pagine del menu. La pasta è soffice come una nuvola, gli ingredienti di farcitura sono speciali. Soffice, fragrante, saporosa quella con la burrata e le acciughe del Cantabrico, ma anche la pizza carciofi e speck, la pizza Gorgonzola broccoli di Bassano e noci, l’ortolana e la rossa. Ineguagliabile sui dolci (7 euro), la nuova millefoglie, che si taglia netta con un coltello, senza sbriciolare, davvero unica. Una sosta che merita. Paolo Massobrio Riposo settimanale: lunedì - Ferie: mai Prezzo: 46 euro - Carte di credito: tutte (tranne AE) Coperti: 90 + 60 - Provato il: 16/10/2013 Vale per: i lievitati e le straordinarie materie prime Punti critici: nessuno, qui c’è tutto, anche il parcheggio comodo 45 l’App ilGolosario Ricette con oltre 800 piatti da cucinare, consigliati dalla maestra di cucina Giovanna Ruo Berchera autrice di Adesso, 365 giorni da vivere con gusto. Se l’acquisti la prima volta, avrai tutti gli aggiornamenti mese dopo mese. a tavola papillon 66 - inverno 2014 la fiaschetteria BESENZONE (Piacenza) LOC. BERSANO, 59/BIS TEL. E FAX 0523830444 www.la-fiaschetteria.it Ci sono dei posti che appena li vedi da fuori capisci che hanno qualcosa da comunicarti. Be’ questa Fiaschetteria di Rigoni Gianni e Dadomo Patrizia (in cucina) è uno di questi. E la Michelin lo declassa. Ma si può? È una casa fatta per voi, elegante, piacevole, piena di ninnoli e con una sala per fumatori attrezzatissima. Posteggiate nel cortile di quella che un tempo era una cascina e accomodatevi ai tavoli tondi ed eleganti. Il patron sprizza simpatia da tutti i pori ed è un appassionato di cose buone. E si vede. La carta dei vini mostra tutto il meglio del Piacentino, ma anche dell’Italia. A questo punto sarebbe da elencare tutto il menu tanto erano buone le cose abbiamo mangiato. Ma in attesa di tornare per assaggiare il resto, vi diciamo quello che per ora abbiamo degustato, con soddisfazione: lo storione marinato pompelmo rosa e pepe Sechuan, le polpette di melanzana (una delle cose più buone del mondo) e millefoglie di verdure e i fiori di zucca al forno ripieni di faraona ricotta e basilico con crema di zucchine e burrata fresca (antipasti a 20 euro). Da provare anche le paste ripiene (15 euro): caramelle con brasato di manzo condite con crema con tartufo bianco, tortelli di stufato di vitello con vellutata di pistacchi e ravioli di melanzane ed erbe aromatiche con salsa di burrata. Per noi, comunque, una radiosa pasta al torchio con ragù di pesce di torrente e un memo- rabile savarin di riso con sugo di porcini secchi polpettine ai tre macinati ricoperto con lingua di manzo salmistrata che ci ha ricordato tanto Peppino Cantarelli. Tra i secondi (20 euro) ecco il filetto di manzo in tegamino al patè di olive nere, ma anche il notevole arrosto di piccione con le frattaglie al ristretto di Alkermes. Tra i pesci: i filetti di triglia gratinati, cous cous di verdure e lo spiedino di frittura di alici ripiene di ricotta e verdure di stagione. Chiudete con i dolci (11 euro): bacio di dama al cucchiaio o zuppa inglese. Uscirete stra-felici! Menu degustazione a 60 euro. Paolo Massobrio Riposo settimanale: lunedì e martedì; sempre a pranzo (tranne festivi) - Ferie: tre settimane ad agosto e dal 24/12 al 5/01 Prezzo: 65 euro - Carte di credito: tutte Coperti: 35 - Provato il: 10/07/2013 Vale per: l’ambiente, l’originalità della cucina, la simpatia del patron Punti critici: nessuno, ma proprio nessuno 47 a tavola papillon 66 - inverno 2014 la palta BORGONOVO VAL TIDONE (Piacenza) LOC. BILEGNO, 67 TEL. 0523862103 - 3453360722 www.lapalta.it - [email protected] Diciamo subito che la nostra sosta in questo locale è stata una delle migliori dell’anno, dove c’è una cuoca straordinaria, Isa Mazzocchi, che vi invitiamo a scoprire. Un sogno. Il ristorante è ambientato in questo locale appartato, che si presenta come una villetta di campagna, con una sala festosa, divisa in vari ambienti e con le vetrate che portano luce. C’è aria di festa, e il servizio professionale vi farà conoscere una straordinaria proposta di vini. Il menu degustazione di 6 portate è a 70 euro; il menu tradizionale di 4 portate a 39 euro. Ora, alla carta, fra gli antipasti (20/23 euro), tra i piatti realizzati con l’uovo, il migliore mai assaggiato rimane il suo: uovo in camicia in pasta croccante su sformato di cipolle e tartufo nero. Ma è da provare anche la terrina di trota alle erbe aromatiche con giardiniera e pesce gatto fritto. Imperdibili, tra i primi (12/14 euro), i tortelli di ricotta e spinaci, i raviolini d’anatra, oppure una versione di pisarei e fasò ghiotta e un po’ liquida rispetto alla tradizione. Da provare anche gli gnocchi di patate al limone con anguilla al prezzemolo o la lasagnetta arrotolata ai porcini con bietoline. Quindi i secondi (22/25 euro): asina scottata ai semi di fieno con tartufo nero e faraona in due cotture con agrodolce di susine e zenzero (fantastica!). Ma c’è anche l’insalata di luccio affumicato Riposo settimanale: lunedì - Ferie: variabili in luglio Prezzo: 68 euro - Carte di credito: tutte Coperti: 40 - Provato il: 14/09/2013 Vale per: la cucina e l’ambiente. Questo è stato uno dei primi tre pranzi dell’anno Punti critici: nemmeno uno 48 e marinato sott’olio con pomodori locali, il medaglione di lingua e il suinetto con puré. Apoteosi sui dolci (10 euro) con millefoglie di cioccolato bianco al Marsala con ciliegie e sorbetto di melissa e semifreddo di susine con pomodoro candito e basilico. Felicità, pura felicità! Paolo Massobrio a tavola papillon 66 - inverno 2014 romitaggio s. guglielmo CASTELBUONO (Palermo) CONTRADA SAN GUGLIELMO TEL. E FAX 0921671323 - CELL. 3394896332 www.romitaggio.it - [email protected] Siamo a Castelbuono, in un posto fantastico. Ovvero un convento con tanto di chiostro, che ogni sera viene apparecchiato per gustare la cucina antica di Beppe Cannizzaro. Bellissima sosta nel paese dove si raccoglie la manna. Arrivi in questa radura, in contrada San Guglielmo dopo essere salito parecchio dal centro del paese. E con sorpresa entri in un vecchio convento ristrutturato, dove la sala capitolare è quella della cucina, che sforna anche pizze. Ci sono i tavoloni di legno, in un ambiente rustico e affascinante. Ma i posti più ambiti sono quelli nel chiostro. Il patron, Salvatore Baggesi, è un dinamico ristoratore, che fa attività di incoming, e organizza escursioni a cavallo sulle Madonie. Poi a tavola, ci si corrobora con gli antipasti (prezzo medio 8 euro): carpaccio di funghi, panelle, crocchette, olive ripiene. Il piatto sontuoso fra i primi (prezzo medio 7,50 euro) è rappresentato dai maccheroni al sugo di castrato e selvaggina, ma anche gli gnocchi al pistacchio e le lasagnette di borragine al burro aromatico e formaggio fuso. La pasta fresca è fatta tutta in casa. Tra i secondi è gettonatissima (prezzo medio 13 euro) la grigliata mista con vitello, maiale, salsiccia, castrato e agnello ma non perdetevi l’agnello al forno, il cosciotto di maialino agli aromi e soprattutto il cinghiale alle castagne. A seconda della stagione qui si trova ogni tipo di selvaggina al sugo. Tra i dolci, la testa di turco, dolce tipico di Castelbuono, cassate di ricotta al forno, torte alla frutta, accompagnati dallo Zibibbo e dai liquorini della casa. Paolo Massobrio Riposo settimanale: mercoledì - Ferie: mai Prezzo: 30 euro - Carte di credito: tutte Coperti: 120 + 80 (chiostro) - Provato il: 12/10/2013 Vale per: il posto romantico e la cucina rara con piatti antichi Punti critici: averlo scoperto solo adesso 49 a tavola papillon 66 - inverno 2014 relais 23 CASTELNUOVO BELBO (Asti) VIA SAN COLOMBANO, 25 TEL. 0141799180 www.relais23.it - [email protected] Attenzione: non c’è due senza tre. A 24 anni scoprimmo Davide Palluda che aveva aperto da sei mesi, a Canale d’Alba, All’Enoteca; tre lustri dopo il fenomeno di Matteo Panfilio, a 21 anni ai fornelli della Locanda dei Narcisi di Pozzolo Formigaro. E oggi un altro ragazzo prodigio, Marco Fortina, che da sei mesi lavora al Relais 23 di Castelnuovo Belbo. Fidatevi, è un grande! Questo relais in mezzo alla campagna è la fascinosa creatura della famiglia Cossetti, storica produttrice di vini. Dal paese, seguite le indicazioni che vi portano in questa tenuta di campagna, con tanto di camere (10), patio e una grande piscina. E poi il ristorante, curato da un personale giovane, in cucina e in sala, molto preparato. I menu variano, da menu tartufi a 120 euro al menu “Un Assaggio del Relais” da 23 a 45 euro. Be’, segnatevi questa meta, non solo per la bellezza, ma per la bravura di questo ragazzo che è stato alla scuola di Ugo Alciati, ma anche di Gennaro Esposito a Vico Equense. Marco Fortina è novarese e nel menu ha messo la “mia versione di paniscia”, ma anche i tortelli di zucca di questa stagione, ottimi. Soave il vitello tonnato; ghiotto, anche se ancora un po’ disordinato, il tuorlo d’uovo fritto con cardi gobbi di Nizza e fonduta (antipasti 12 euro). Fra i primi (13 euro) anche i tajarin tradizionali serviti al brodo di carne e funghi porcini. Spettacolare, e da sola meriterebbe il viaggio, l’anatra al forno, radicchio trevigiano e castagne mielate. Fantastica! E che dire dello scamone pastellato e freschezze dell’orto? (secondi 14 euro) I dolci (9 euro) saranno aerei come il biancomangiare alle mandorle, arance al ginger e carote sciroppate. E poi le pesche amaretti e pastiera in omaggio al maestro Gennaro. In bocca al lupo Marco, farai tanta strada! Paolo Massobrio Riposo settimanale: martedì; chiuso a pranzo in settimana (tranne eventi, ricorrenze, gruppi) - Ferie: gennaio Prezzo: 45 euro - Carte di credito: tutte Coperti: 25 (gruppi e cerimonie max 60) - Provato il: 28/10/2013 Vale per: la mano felice in cucina, la scelta attenta delle materie prime, il luogo bellissimo Punti critici: nessuno. È da provare immediatamente 50 a tavola papillon 66 - inverno 2014 la buca CESENATICO (Forlì - Cesena) CORSO GARIBALDI, 45 TEL. 05471860764 [email protected] www.stefanobartolini.com/la-buca Una sosta fantastica, dal re del gran fritto di pesce, al secolo Stefano Bartolini. Siamo a Cesenatico, sul Porto Canale, in uno dei posti migliori di questo fine d’anno. Una sosta da programmare, imperdibile. Il fritto come si assaggia qui non ha paragoni. Che bello questo locale, di design, curato, minimale ma caldo, immerso nel porto canale peschereccio di Cesenatico, progettato addirittura da Leonardo da Vinci. Preso posto al proprio tavolo, con un servizio gentile e la cucina a vista, non resta che scegliere se affidarsi ad uno dei due menu degustazione (a 55 e 70 euro) oppure se optare per la carta. Nel secondo caso, sappiate che si può scegliere tra una vasta teoria di crudità (anche con la formula degustazione di quattro antipasti in crudità a 46 euro). Il Plateau di crostacei crudi al naturale costa 29 euro. Altrimenti, via (14 euro) con polpo alla plancia con patate schiacciate profumate al rosmarino o sgombro con pomodoro e basilico. Tra i primi (13 euro), ecco i rigatoni al quinto quarto di mare o gli spaghetti alla chitarra gambero rosso crudo bottarga e lime. C’è anche il risotto garusoli e spinaci, e le tagliatelle “TuttoSeppia”. Si prosegue (20 euro) con il fritto di pesci molluschi e crostacei, dove ogni pesce sembra cucinato a sé per rendere al meglio la carne; ma c’è anche il filetto di rombo ratatouille di verdure e mandorle salate, lo scorfano (o soaso) cucinato sulla griglia (7 euro all’etto), o ancora pezzogna (o pagello) brodettato. Per chiudere (7,50 euro), millefoglie con gianduia fragole e rabarbaro o il gelato di crema amaretti e caramello al frutto della passione. Superbo il tutto nocciola crema al gianduia e latte di mandorle amare. Carta dei vini interessante e importante, ricca di annate storiche. Chiedetemi se sono felice. Paolo Massobrio Riposo settimanale: lunedì - Ferie: variabili in novembre Prezzo: 55 euro - Carte di credito: tutte Coperti: 40 + 25 - Provato il: 29/11/2013 Vale per: la cucina di pesce, il fritto in particolare Punti critici: non c’è parcheggio di fronte, siete sul porto canale 51 a tavola papillon 66 - inverno 2014 al mangè d’na vira COLLOBIANO (Vercelli) VIA ROMA, 7 TEL. 0161274201 In un paese del riso, Collobiano, dove nasce il celebre riso di Nori, questa raccolta trattoria, dove non bisogna perdere il tapulone, davvero ben fatto. Se ogni paese avesse una trattoria come questa, l’Italia si accenderebbe come un albero di Natale. La trattoria Al Mangè d’na vira è proprio di fianco alla piazza del piccolo comune di Collobiano e apre le sue porte sulla strada che attraversa il paese. Si entra e sulla destra ci sono le salette con pochi tavoli dove fermarsi a gustare una cucina tipica. Non c’è menu scritto (almeno non ci è stato portato), mentre la carta dei vini è molto raccontata con le schede e le etichette delle aziende locali: una decina che compongono la proposta (una bella misura per una trattoria). Peccato solo che la signora che ci serve vada quasi nel panico alla richiesta di informazioni su una cantina, mentre dall’altra parte si sente un tizio un poco scocciato, forse il cuoco, che dice (e si sente tutto, sia il sottoscritto sia gli altri commensali): “Ma c’è scritto tutto sulla carta dei vini...”(E già: chi sarà mai quel... che vuole parlare di vino con un oste?). A parte questo, la signora elenca (antipasti 7 euro) il piatto di affettati, il vitello tonnato che arriva con un’acciuga adagiata sulla salsa (gradevole nell’insieme, anche se l’acciuga è inutile, meglio il cappero). Di primo (9 euro) qui vanno forte i risotti (con la toma), ma anche le tagliatelle fatte in casa con un ragù e la panissa. Scegliamo questa raccomandandoci porzioni piccole: arriva una panissa monstre che è corretta, ma poco amalgamata e avara di speziature. Eccezionale sarà invece il tapulone con la polenta grezza, davvero ben fatto, che da solo merita il viaggio (secondi 14 euro). Tra i dolci il bonet, ma anche uno zabaione che la signora, erroneamente, chiama Vov (è un marchio registrato il Vov, come la Nutella). Peccato solo che non mi abbiano offerto il vino a bicchiere: andare via con una ricevuta di 54 euro, sapendo di aver speso 22 euro per un Bramaterra lasciato nella bottiglia per 2/3, un po’ secca. E per dirla tutta anche i 2 euro per la bottiglia di acqua filtrata... Speriamo che cambi qualcosa, sarebbe un peccato. Paolo Massobrio Riposo settimanale: domenica sera (salvo prenotazioni) - Ferie: variabili in gennaio Prezzo: 30 euro - Carte di credito: tutte (tranne AE) Coperti: 35 - Provato il: 17/12/2013 Vale per: il locale e il tapulone Punti critici: mancano il vino a bicchiere, il menu e qualche informazione in più 52 a tavola papillon 66 - inverno 2014 savino CORIANO (Rimini) LOCALITÀ CAVALLINO VIA CAVALLINO, 32 - TEL. 0541656206 [email protected] - www.trattoriadasavino.com Siamo nella Montalcino della Romagna, ma nella parte bassa, in una trattoria storica, sempre piena di gente. Spartana ma di sostanza. Da Savino si assaggiano piatti di antica storia, oltreché quelli delle cene a tema. In zona lo conoscono tutti questo locale, che oggi vede al timone uno staff di giovani entusiasti, abituati quasi ogni giorno al tutto esaurito. E questo grazie all’ottimo rapporto qualità prezzo. I vini sono quelli locali, e che vini! Le serate a tema, come quella del venerdì sera è tutto un programma: baccalà servito in vari modi! Pasta fatta in casa secondo tradizione! C’è una grande sala all’ingresso e una più raccolta, ma sempre con tanti tavoli vocianti. Per iniziare, coi salumi locali, ecco una piada bassa e croccante e un piatto di sardoncini fritti accanto al crostino con baccalà mantecato o alle polpettine di baccalà fritto. I primi annoverano alcune rarità come le pappardelle coi fagioli borlotti, ma anche le immancabili tagliatelle al ragù, le lasagne al forno dei giorni di festa; e gli gnocchi alle verdure. E che dire dei passatelli in brodo, della zuppa di seppia con fagioli e degli strozzapreti pasticciati? Come secondo, chiedete il coniglio in porchetta, fantastico, oppure il galletto alla cacciatora, il baccalà in umido, ma anche la trippa da manuale e l’agnello al forno con le patate o la gustosa salsiccia con le olive. Se lo desiderate c’è anche la carne alla brace, mista. Tutto ottimo! Anche i contorni: patate, fagioli all’uccelletto, cavolo verza. Si chiude coi dolci caserecci. Paolo Massobrio Riposo settimanale: a pranzo da martedì a domenica; venerdì e sabato anche a cena - Ferie: variabili in inverno Prezzo: 25 euro - Carte di credito: tutte Coperti: 80 - Provato il: 29/11/2013 Vale per: la verace cucina della zona come non la fa più nessuno Punti critici: i tavoli un po’ affollati 53 a tavola papillon 66 - inverno 2014 locanda belvedere COURMAYEUR (Aosta) LOC. PLANPINCIEUX, 3 TEL. 0165869701 - 3298516990 - FAX 0165897598 [email protected] Amici gourmet in vacanza a Courmayeur “armatevi”! Questa figurata chiamata alle armi, per noi forchetta, coltello e calice (da degustazione... ovvio) è rivolta a tutti gli appassionati che, anche a Courmayeur, vogliono coltivare il loro hobby. Stefano Zonca non è una nuova scoperta. Anzi, nel precedente locale, un po’ fuori mano, forte anche della sua esperienza nell’altissima ristorazione, coccolava i suoi ospiti con piatti del territorio proposti con accurate ma non prevaricanti presentazioni e azzeccati abbinamenti. La filosofia è rimasta intatta anche nell’incantata Planpincieux, a pochi chilometri da Courmayeur dove, in un contesto rustico improntato sulla semplicità, Stefano propone con passione una cucina di alto livello contraddistinta da un innegabile ottimo rapporto qualità/prezzo. L’antipasto prevede tre assaggi: una buona carne lessata accompagnata da verdure in mostarda e chips autunnali; la trota in carpione istantaneo con crêpes di verdure marinate e bottoni di barbabietola e, assolutamente da non perdere, la fonduta di “Champchevrette” (gustoso caprino) con toast di pain brioche. Tra i primi, risotto zucca e zafferano, zuppa di legumi, cavolo nero e verdure autunnali oppure originali tortelli alla piastra ripieni di ricotta serviti su brodo di cime di rapa. Ai secondi, molto bene il sottofiletto alla brace con battuto di lardo, castagne e noisette di verdure. Qualche perplessità sul petto d’anatra con riduzione di vino rosso, spezie e miele, (vuoi per la cottura vuoi per l’assenza di quella marcia in più che caratterizzava gli altri piatti). Dolci uno meglio dell’altro: patè di cioccolato con zuppetta di mirtilli e cassis e sorbetto al latte; gelato al lime con gelato al caramello salato oppure la tarte tatin servita nel barattolo di vetro. Valido menu 100% valdostano con tutti i classici. Interessante menu degustazione a 42 euro. Per quanto riguarda la carta dei vini, originale per organizzazione, si è sulla buona strada. Condividiamo l’ispirazione della ricerca dei migliori vini naturali offerti con ricarichi che invogliano la beva. Andrea Nicola e Alessandra Fulginiti Apertura: venerdì, sabato e domenica in bassa stagione; sempre in alta stagione (dal 26/12 a Pasqua; luglio, agosto e fino al 15/9) - Ferie: variabili in bassa stagione - Prezzo: 54 euro - Carte di credito: tutte (tranne AE e DN) Coperti: 40 - Provato il: 10/10/2013 Vale per: la qualità delle materie prime sapientemente abbinate, l’ottimo rapporto qualità/prezzo, il contesto naturale in cui si trova Punti critici: nessuno 54 a tavola papillon 66 - inverno 2014 ciceri’s - nuovo maosi CREMA (Cremona) LOCALITÀ SAN BERNARDINO - VIA IZANO, 2/A TEL. 0373250821 Non cercatelo sulle guide. Non c’è. Lo troverete solo sull’App della nostra GuidaCriticaGolosa, in continuo aggiornamento, perché è l’ennesima nostra scoperta, che vi offriamo, sapendo di proporvi una sosta da ricordare. Siete in un angolo di campagna quieto e affascinante, dove parte la strada dei sapori della zona. Proprio sulla sinistra, in località San Bernardino, questo locale. A gestirlo i fratelli Ciceri, con Alberto che è chef di assoluto valore, e la sorella Barbara, che si muove con la brava sommelier Victoria in sala. L’ambiente è un incanto. Il ristorante è ospitato all’interno di una villa secolare, e voi gusterete pranzo o cena nella saletta romantica e piena di charme, con i pochi tavoli, apparecchiati in modo elegante. Chi volesse, sappia che qui ci sono anche una sala più ampia per feste o ricorrenze, e un magnifico giardino, ideale per la bella stagione. La cantina è ampia e invitante, e custodisce oltre 200 vini, con bottiglie di meditata selezione, di Italia e resto del mondo, che rivelano passione e competenza dei titolari. Il top tuttavia è la cucina. I coperti sono pochi, e ogni piatto ha il gusto non solo della bravura tecnica, ma della passione che ci mette chi cucina. Ci sono proposte per il mezzogiorno, con menu business a 10 euro. Alla carta, sarà un antipasto che vi dirà che avete fatto una scelta azzeccata a venire qui, il goloso uovo affogato nella purea di zafferano con scaglie di mandorle e scaglie di tartufo bianco. Altrimenti, potrete cominciare con cappesante scottate con bacon croccante e lattuga scottata. Tra i primi, sono molto equilibrati e di soddisfazione i tagliolini con gamberi rossi e crumble di pancetta. Chi ama sapori più decisi, potrà invece scegliere il ghiotto spaghetto Cav. Cocco con alici fresche, pinoli e spinacino novello. Riso? Provate il risotto con ragù di calamaretti. Tra i secondi, due piatti davvero di pregio. L’elegante e ben fatto baccalà accompagnato da purea di broccoletti piccanti e olio alla bottarga. E il guancialino di Patanegra servito con crostino di polenta e castagne arrostite. Il vostro dolce finale sarà con soufflé al cioccolato fondente o con la coppa di tiramisù scomposto con meringa, chantilly e sottobosco. Come avrete intuito, qui non si gioca a fare i fenomeni, ma i piatti hanno sapori e profumi giusti, e ci si alza felici. I Ciceri hanno i numeri per fare strada! Marco Gatti Riposo settimanale: domenica sera e lunedì - Ferie: dal 1° al 15/08 Prezzo: 50 euro - Carte di credito: tutte (tranne AE) Coperti: 35 + 150 (salone banchetti) - Provato il: 04/12/2013 Vale per: ambiente e cucina Punti critici: nessuno 55 a tavola papillon 66 - inverno 2014 locanda fontanazza LA MORRA (Cuneo) STRADA FONTANAZZA, 4 TEL. 017350718 [email protected] www.locandafontanazza.it La località Fontanazza di La Morra è uno spettacolo: a sinistra vedi il paese dai bastioni, a destra tutti i comuni del Barolo, a iniziare da Barolo col suo castello. La Locanda Fontanazza, aperta ad aprile, è la scommessa di una squadra di giovani. Il patron Mattia Martinelli è figlio d’arte: il padre Massimo è quello del Barolo come lo sento io, il cuoco Francesco Musso, 30 anni, è uscito dalla scuola di Cesare d’Albaretto della Torre e di Davide Palluda. La locanda è disposta su due semipiani molto caldi, con la cucina a vista, i tavoli di legno e l’apparecchiatura informale. Si beve bene, ma anche il menu è una sorpresa di originalità a iniziare dai grissini e dal pane fatto in casa (buonissimi). Che buona la crema di ceci con le cime di rapa, ma anche la fonduta di Raschera con i cardi alla piastra, generosi. Imperdibile la patata al sale ripiena con tar- Riposo settimanale: lunedì a pranzo; giovedì - Ferie: dal 7 gennaio al 10 febbraio Prezzo: 28 euro - Carte di credito: tutte (tranne AE) Coperti: 40 - Provato il: 19/04/2013 Vale per: la cucina e la location spettacolare sulla valle del Barolo Punti critici: nessuno. È da visitare al più presto 56 tufo nero (antipasti 6/8 euro). Da applauso l’esecuzione perfetta dei tajarin coi fegatini di coniglio (primi 6/8 euro), mentre la trippa gratinata con pecorino (secondi 10/13 euro) invita al ritorno. C’è anche la carne battuta al coltello, la guancia di vitello brasata al vino e il baccalà al verde con polenta al forno, prima del tortino di mele tiepido e gelato al rosmarino o del semifreddo alle nocciole (dessert 4 euro). Si spende sotto i 30 euro. E non sembra vero. E bevi alla grande, naturalmente, anche a bicchiere. La proposta della nuova osteria avanza. Con successo. Paolo Massobrio a tavola papillon 66 - inverno 2014 hostaria la speranza LESA (Novara) FRAZ. SOLCIO - VIA ALLA CARTIERA, 11 TEL. 032277803 www.hostarialasperanza.com Siamo sul lago Maggiore, sponda piemontese, in un locale fantastico, pieno di ninnoli e di storia. Ma anche luogo di speranza, se pensiamo che Fabrizia, da orfanella è diventata una maestra dell’accoglienza. E con lei un gruppo di brave ragazze, che vi serviranno come dei re. Il locale ha due sale, ma che sale! Era tanto tempo che non entravamo in un posto così bello, solenne, caldo, che ha l’aria di festa, sempre. Alle pareti quadri e fotografie di personaggi celebri come Mike Bongiorno; poi bottiglie di vino superbe, da Soldera a Gaja, e una scelta più oculata, con ottime scelte piemontesi. In sala ci sono queste ragazze con una divisa d’altri tempi, che servono con gentilezza e trasmettono quel rispetto per l’ospite che è davvero di un’altra epoca. La formula del menu prevede l’antico adagio piemontese degli antipastini sfiziosi, prima dei piatti di sostanza, fra primi e secondi. Allora si inizia con il salamino dell’azienda Valsesia di Sillavengo, il fagottino di coppa e robiola d’Alba, la mela dolce con lardo venato e un ottimo cotechino in crosta Altre portate: scamorzina affumicata al miele d’acacia, stracciatella al Castelmagno, salsiccia con castagne di Cuneo, insalatina di galletto nostrano con verza gelo, lenticchie di Castelluccio, cipolline caramellate, formaggetta con melograno e miele d’acacia, taglio di zucca con composta di cachi al brandy. Tra i primi saranno ben fatti i ravioli al brasato, da scegliere in alternativa a qualche risotto (specialità locale quello con cachi e gorgonzola). Superbo il coniglio con le verdure, tra i secondi, oppure la carrellata di bolliti piemontesi. In chiusura, nocciole ricoperte al fondente, vellutata di mandarini e clementine, crema con marrons glacés. Paolo Massobrio Riposo settimanale: mercoledì - Ferie: mai Prezzo: 35/40 euro (con i vini) - Carte di credito: tutte Coperti: 30 - Provato il: 06/12/2013 Vale per: la bellezza, l’accoglienza, la passione Punti critici: gli antipasti sono sempre tanti 57 a tavola papillon 66 - inverno 2014 la madia LICATA (Agrigento) VIA FILIPPO RE CAPRIATA, 24 TEL. 0922771443 [email protected] www.ristorantelamadia.it Eccovi nel miglior locale del Golosario. Siete a Licata, da Pino Cuttaia, il cuoco che ha il grande dono di saper fondere un amore e una passione quasi “filologica” per le tradizioni della Sicilia. Con la moglie Loredana condivide questa sfida incredibile, giocata sulla memoria e sulla semplicità, ma trasformata da una felice creatività. Il suo locale all’esterno non rende ragione di ciò che invece c’è all’interno: percorso un corridoio, si apre una sala da pranzo elegante, come fosse un teatro con le foto dei suoi piatti alle pareti. L’obiettivo di Cuttaia è quello di semplificare ogni piatto per arrivare a una mirabile concentrazione di sapori. Come entrée, ecco allora una focaccia non focaccia, con il cornicione croccante, ma l’interno è una crema con delicato merluzzo affumicato alla pigna. Geniale. Altro piatto superbo e delicato sarà il quadro di alici dove avverti quel concetto di delicatezza che non ti aspetteresti. Ma da lui è imperdibile l’uovo di seppia, che ha un cuore di tentacoli di seppia, macinato di capocollo di maialino nero, prezzemolo, aglio e formaggio Ragusano, dentro un involucro creato col pesce. E che dire del polpo sulla roccia (un piatto straordinario) o dell’arancino di riso con ragù di triglia e finocchietto selvatico. Da svenimento il battutino di gambero rosso, maionese di bottarga di tonno e olio al mandarino (antipasti 24 euro). Tra i primi piatti (25 euro), imperdibile è anche il cannolo di melanzana perlina in pasta croccante. Tra i secondi (27 euro), la spatola “a Riposo settimanale: martedì - Ferie: variabili Prezzo: 95 euro - Carte di credito: tutte Coperti: 25 - Provato il: 09/08/2013 Vale per: la straordinaria creatività e la pulizia dei sapori Punti critici: il parcheggio in alcune giornate 58 beccafico” con caponata croccante, il maialino nero dei Nebrodi leggermente affumicato, e un maestoso piccione con cipollata. Apoteosi sui dolci (12 euro) con: cassata di gelato, cornucopia di cialda di cannolo, torta di mela con gelato di caramello e pinoli. La sua carta dei vini ha ispirazioni anche nei biodinamici. Quando avrete finito, lui vi accompagnerà nel suo negozietto, che porta il nome di Uovo di Seppia, dove la pasta fatta in casa è servita come un gioiello, accanto alle farine del Mulino Marino, alle confetture strepitose di Terre Nere, e altre sfiziosità siciliane e di tutta Italia. Andateci, questa è una delle migliori tavole d’Italia. Paolo Massobrio a tavola papillon 66 - inverno 2014 osteria del pettirosso LUISAGO (Como) PIAZZA MARCONI, 28 TEL. 031881105 Questa nostra scoperta è uno di quegli indirizzi che si passano agli amici. Un locale che vi sveliamo, con l’orgoglio di darvi un ulteriore riferimento in una provincia, quella di Como, che quest’anno, come ha avuto modo di vedere chi segue la nostra GuidaCriticaGolosa, sta dando confortanti segnali di crescita. L’Osteria, che in verità è ristorante di sobria eleganza, vi aspetta nel cuore di Luisago. L’auto non si può lasciare nella piazza di fronte, ma potrete comodamente posteggiarla in via Dante, al parcheggio pubblico a pochi metri dal ristorante. All’interno, belle salette linde, divise l’una dall’altra da archetti con volte in mattoni. Al soffitto travi in legno e alle pareti bottiglie in esposizione. Voi prendete posto ai tavoli, ben distanziati, comodi e apparecchiati con cura. Emanuela, premurosa padrona di casa, vi presenterà menu e carta dei vini, anticipandovi anche qualche proposta del giorno, che suo marito, Rossano, chef, non manca mai di preparare per arricchire ulteriormente la scelta. Mare e terra, a ispirare la cucina. C’è un menu degustazione a 46 euro. Alla carta, potrete cominciare (antipasti 14 euro) con polpo e riso venere arrostiti alle spezie su passata di peperone dolce o in alternativa con la terrina di foie gras marinata al Verduzzo e composta di mela renette. Primi (15 euro)? L’offerta è completa con zuppe, pasta e risotti che, sapientemente, cambiano nei condimenti seguendo la stagionalità delle materie prime. Tra i piatti migliori zuppa di borlotti Lamon al rosmarino e prosciut- to croccante. O linguine al ragù di crostacei, carciofi di Albenga e pinoli tostati. O ancora, risotto mantecato alla zucca, radicchio e taleggio di grotta, specialità che noi abbiamo trovato davvero goloso e ben fatto. Di secondo (18 euro), muovendo tra pesci e carni, non vi deluderanno l’anello di spigola e caponata di verdure al pesto cremoso e la suprema di faraona arrostita con lenticchie di Colfiorito. Anche se se vi piace, sarà scelta di assoluta soddisfazione il rognoncino di vitello trifolato alla senape dijonese servito con spinaci novelli. Tenetevi un po’ di spazio, perché le porzioni sono abbondanti, ma i dessert (8 euro) meritano. Per chiudere avrete la possibilità di gustare la cialda di meringa, panna, marron glacée e sciroppo di vin brulée o il semifreddo al caffè con sambuca e granella di torroncino. La cantina è ben rifornita e c’è buona selezione di vini a bicchiere. A pranzo proposte a 16 o 20 euro. Il conto non toglie il sorriso. Uscirete con tanta voglia di tornare. Marco Gatti Riposo settimanale: domenica sera e lunedì - Ferie: tre settimane ad agosto e una settimana a gennaio Prezzo: 55 euro - Carte di credito: tutte (tranne AE e DN) Coperti: 40 - Provato il: 14/11/2013 Vale per: il cibo e l’ambiente Punti critici: nessuno 59 a tavola papillon 66 - inverno 2014 osteria contemporanea lo scalco grasso MANTOVA VIA TRIESTE, 55 TEL. 3493747958 Vanni Righi e Annalisa Cobelli hanno mosso i primi passi nella cucina dell’Osteria Le Grazie a Curtatone, dove hanno imparato a lavorare grandi materie prime con creatività ed entusiasmo. Da circa due anni hanno trasferito queste qualità, aprendo nel centro storico di Mantova l’Osteria Contemporanea Lo Scalco Grasso dove hanno unito, con stile e moderna semplicità, menu della tradizione del luogo a piatti originali. Il locale è decisamente accogliente e secondo una nouvelle vague ha la cucina a vista per una trentina di coperti. Starete quindi bene, coccolati da Vanni e Annalisa, che hanno avuto una scuola di assoluto valore in quanto ad accoglienza e gusto. Prodotti del territorio scelti con intelligenza e rigorosa selezione: salami, prosciutti, culatello, coppe e lardo di Croce e Delizia di Soragna e il Parmigiano di 4 diverse stagionature accompagnato dalle mostarde fatte in casa sono la “MantoVanità”, un antipasto ricco di sapori. Oppure la “variazione di piovra” servita in tre maniere diverse, che non è male. Come primo piatto ecco i paccheri con sorpresa di baccalà, ma anche i curiosi bigoli con Roquefort, noci e gamberoni; da non perdere le tagliatelle con tartufo e uovo, dove quest’ultimo, cotto a bassa temperatura nel suo guscio, viene aggiunto direttamente nel piatto servito in tavola. Tra i secondi da provare il guancialino di manzo brasato con la zucca, morbido e gustoso, in alternativa a coppa di maiale iberico cotta bassa temperatura su crema di zucca. Al momento del dessert (5 euro) mousse di cioccolato bianco e castagne. Cantina adeguata con buona scel- ta dei vitigni della zona o limitrofi tra cui il Lambrusco Mantovano di Giubertoni. Per i più curiosi, in età barocca, lo “scalco” era il soprintendente alle cucine principesche. Andrea Radic Riposo settimanale: lunedì a pranzo e domenica sera - Ferie: una settimana a gennaio e due settimane ad agosto Prezzo: 25-35 euro - Carte di credito: VISA, MC, BM Coperti: 30 - Provato il: 14/12/2013 Vale per: la cucina curata con utilizzo di ottima materia prima che unisce tradizione e originalità e uno chef disponibile a illustrare il suo lavoro - Punti critici: unica osservazione è sui tavoli che potrebbero offrire qualche spazio in più 60 a tavola papillon 66 - inverno 2014 trattoria barachì MAPELLO (Bergamo) VIA EUROPA, 1 TEL. 035908149 È nostra scoperta davvero interessante, questa trattoria che è autentico paradiso per i carnivori e che vede convivere serenamente tre generazioni, con Ferdinando Limonta, sua mamma Adelina e suo figlio Nicola, a guidare il valido staff che completa la squadra. Diciamolo subito. Vegetariani, astenersi. Qui davvero chi non ama la carne si potrebbe trovare a mal partito. Al contrario, chi a tavola è “leone”, qui avrà soddisfazione senza eguali. Lasciata l’auto nel comodo parcheggio, per raggiungere la vostra meta, entrate e attraversate il bar enoteca, di recente costruzione. Una volta raggiunta la trattoria, all’interno, ad accogliervi due salette piacevolmente trattoriesche, con legno dappertutto a dare un tocco di rustica eleganza, e il magnifico camino, nell’angolo, dove il fuoco crepita allegro, e soprattutto, la brace brilla incandescente, pronta all’appuntamento con i diversi tagli che Ferdinando, con somma maestria, metterà sulla griglia. Le numerose magnum vuote in esposizione raccontano del gusto della convivialità che qui si respira e dicono delle tante serate trascorse in compagnia che qui si svolgono. Le bottiglie ancora tappate che occhieggiano da scaffali e cantinetta frigo, invece, anticipano che il vino è protagonista, e che le etichette esposte son quelle della proposta più quotidiana. La conferma di quanto grande sia la passione dei titolari per Bacco e dintorni, peraltro, vi arriverà dalla carta dei vini, che ampia e ben articolata, fa intuire il lavoro di sele- zione appassionata e competente e lascia intendere quanti siano bianchi rossi e bollicine che riposano in cantina. Non manca la proposta a bicchiere. In tavola? Mentre si aspettano i piatti, dalla cucina arrivano verdure in pinzimonio per ingannare l’attesa. Poi si parte. Per cominciare è di piena soddisfazione il bel tagliere di salumi, tra cui spicca un salame davvero goloso servito su polenta abbrustolita. Quindi è il momento dei primi, con gnocchi o sedanini al sugo, anche se sarà difficile rinunciare al piatto che è una delle bandiere del locale ovvero quei casoncelli che son omaggio ghiotto alla tradizione della bergamasca. Ora però è il momento che vale il viaggio. Scegliete il taglio che volete, con la possibilità di godere della monumentale bistecca fiorentina, di notevole pezzatura, piuttosto che di una bella costata, tagliata, o ancora di un elegante filetto, che potrete avere anche di puledro (buonissimo!). La cottura e il gusto saranno memorabili. Non male i contorni, patate fritte o ghiotti fagioli con le cipolle. Per chiudere, sorbetto o gelato con il Branca Menta, tiramisù o pere cotte con Pedro Ximenez. Il conto sarà un po’ all’insù. Ma se amate la carne, qui sarete felici. Marco Gatti Riposo settimanale: lunedì e martedì - Ferie: agosto e dal 25/12 al 3/01 Prezzo: 60 euro - Carte di credito: tutte (tranne AE) Coperti: 40 - Provato il: 05/12/2013 Vale per: la carne strepitosa Punti critici: il menu a voce 61 a tavola papillon 66 - inverno 2014 ristorante francesca MATERA VIA BRUNO BUOZZI, 9 TEL. 0835310443 www.ristorantefrancescasassi.com [email protected] Siamo nel cuore dei Sassi di Matera (davvero ben tenuti!) e passeggiando per questo paradiso in terra, vi imbatterete nel bel ristorante Francesca. D’estate potrete anche mangiare nei suggestivi tavolini all’esterno, all’interno invece potrete regalarvi l’emozione di una cena nei Sassi. Il locale è di grande impatto estetico, arredato con eleganza, ma senza eccessi. Ma non è solo estetica: alla prova dei fatti c’è molta concretezza con portate di livello. A cominciare dalla serie di antipasti della casa (di tre o cinque assaggi), un viaggio iniziatico nelle materie prime del nostro sud Italia: purea di cicerchie con cardoncelli (una tipologia di funghi che cresce fra Puglia e Basilicata), crespelle farcite, fave, cicorie, ecc. E scoprire che il nostro Stivale quanto a varietà (e bontà) non ha confronti al mondo! A seguire primi piatti ricchi e abbondanti, come da sana tradizione meridionale. Serviti direttamente in padella (lasciata sul tavolo), abbiamo assaggiato due piatti di pasta da sballo: i cavatelli di Monterrone con crema di zucca, salsiccia e peperoni cruschi e la tripola maritata con pomodorino fresco, scamorza affumicata, mollica fritta e peperoni cruschi! Due piatti che rappresentano come niente altro la nostra grande cucina meridionale. Dopo qualche minuto di relax, sorseggiando un calice di vino scelto da una buona (ma mi- gliorabile) carta, ci siamo buttati sul secondo con gli arrostini di filetto di lardo lucano, ma non esagerate perché non dovrete assolutamente perdere la strepitosa cassata Francesca! Tanto buona da farne subito il bis. Il servizio è professionale ma senza essere rigido, anzi a tratti è informale e “scanzonato”. Una bella serata. Simone Rosti Riposo settimanale: domenica sera e mercoledì (mai in dicembre e in estate) - Ferie: variabili in novembre Prezzo: 45 euro - Carte di credito: tutte (tranne AE) Coperti: 70/80 - Provato il: 02/07/2013 Vale per: la tipicità del locale, non solo gastronomica... Punti critici: nel menu ci sono incursioni inutili (acchiappaturisti?) 62 a tavola papillon 66 - inverno 2014 al fresco MILANO VIA SAVONA, 50 TEL. 0249533630 “Luogo di incontro con cucina”. Questa la definizione di “Al fresco”, realtà di recente fondazione, che ha tutte le carte in regola per diventare uno dei punti di riferimento di Milano per golosi e amanti della vita. Di fascino e rilassante l’ambiente, con le sale interne arredate in modo semplice, ma con tocchi di creatività (divertente la presenza di innaffiatoi a rimarcare lo stile piacevolmente country) e dove ci si sente a proprio agio, e uno splendido giardino. L’orologio del campanile della chiesa della Madonna del Rosario lì a due passi segnala lo scorrere del tempo. Voi qui però fermate le lancette, e prendetevela comoda. Affidatevi al personale, attento e puntuale nel servizio, e coordinato dall’ottimo Maurizio, che è bravo sommelier e assicura abbinamenti di rara soddisfazione. E soprattutto lasciatevi conquistare da quello che è il vero fiore all’occhiello del locale: la cucina, grande e golosa. I fornelli sono affidati a uno staff giovane ma di assoluto valore, diretto con bravura da Kokichi Takahashi, chef cresciuto ai fornelli dei sommi Moroni che i soci che han dato vita a questo locale, ovvero Emanuele Bortolotti, con la moglie Donata e Ferdinando Ferdinandi, hanno avuto il merito di “scovare” con l’aiuto dei talentuosi Alessandro Negrini e Fabio Pisani (i due chef fuoriclasse che oggi sono, con Stefania, i condottieri de Il luogo di Aimo e Nadia). Da un menu che sapientemente si articola sulla stagionalità delle materie prime sarete felici con strepitosa zuppetta di funghi cardoncelli e ceci delle Murge in cocotte con cicorietta selvatica e pane di Matera lievitazione naturale croccante, o con pappa al pomodoro con burrata acciughe di Monterosso e mugnoli (verdure pugliese) all’olio extravergine di oliva. Di primo, una leccornia i ravioli con ricotta di bufala burrata e Parmigiano lodigiano oppure in alternativa ghiotti spaghettoni di Gragnano Pastificio dei Campi con pesto di mandorle e pomodorini essiccati al sole e bottarga di muggine. Tra i secondi vi lasceranno a bocca aperta per la bontà le polpette come una volta con carne di razza piemontese patata di montagna e salsa verde e l’elegante scamoscino di vitella di montagna con carote glassate con aceto di lamponi e cime di rapa gratinate. Il dolce arrivederci sarà con un gelato alla vaniglia o al pistacchio di Bronte o con lo straghiotto dessert con cachi di Romagna con biscotti di grano saraceno e zabaglione tiepido. A pranzo si spendono 15 euro. In sintesi, qui troverete cucina e vini da applausi, prezzi di rara moderazione... Questo è indirizzo di cui si sentirà parlare a lungo! Marco Gatti Riposo settimanale: lunedì sera e domenica sera - Ferie: dal 31/12 al 7/01 Prezzo: 40 euro - Carte di credito: tutte Coperti: 80 + 50 (giardino) - Provato il: 03/12/2013 Vale per: ci si sente a casa Punti critici: la scelta di non avere tovaglie 63 a tavola papillon 66 - inverno 2014 mamai MILANO VIA ADIGE, 9 TEL. 0287213909 Nei locali che fino a pochi mesi fa ospitavano Alice (ristorante che, sebbene già segnalato e recensito con tanto di voto sulla Guida dell’Espresso, deve ancora trasferirsi nella nuova sede, a Milano, in piazza XXV aprile, dove quando i lavori saranno ultimati, da febbraio 2014 avvierà la nuova attività) ora c’è Mamai ristorante sul cui futuro di successo ci sentiamo di scommettere. È la creatura di un ingegnere aerospaziale, ora chef, e di un laureato in giurisprudenza e imprenditore, qui direttore di sala. Non vi insospettisca il percorso professionale fino ad ora realizzato dai due titolari. Per la vostra tranquillità, vi diciamo anche che faranno strada. Il motivo? Perché la loro passione per cucina e gusto è smisurata. E perché questo ristorante è luogo dove l’insolito “duo” sta mettendo in gioco conoscenza di tecniche di lavoro ai fornelli e di vini per nulla da poco. Morale, poiché alle loro attività avevano sempre affiancato il piacere di padelle e bottiglie, ora non hanno fatto altro che buttarsi a capofitto in un’avventura che trasforma in realtà il loro sogno. Peraltro, poiché i titolari, ovvero Davide Viviani (chef) e Stefano Sardella (sommelier), prima di partire, sono stati a lungo al fianco delle somme Viviana Varese e Sandra Ciciriello, le titolari di Alice, appunto, voi capite perché qui vivrete un’esperienza molto interessante. Piacevole l’ambiente, di fatto immutato rispetto alla gestione precedente, con colori chiari a dare luce a sale e tavoli. Attento il servizio. In tavola, via con l’omaggio a Viviana Varese (pizza fritta con mozzarella di bufala, bavarese di pomodoro, pomodorini confit, saba di basilico e zeste di limone) o con lingua salmistrata (insalata di lingua con misticanza sottaceti pan di spagna alla cipolla e salsa di yogurt). Poi tra i primi, da provare il sorprendente “Mojito” (spaghettino con brodo di menta, gamberi, zeste di limone e gelatina di rum). In alternativa spaghetti alla chitarra al nero di seppia (con seppie stracciatella di bufala e mortadella croccante). Di secondo, è stragolosa la pluma di maiale iberico e insalata belga (con jamon iberico e salsa di cachi). Dal mare non delude la zuppa di pesce (zuppa di crostacei frutti di mare e pesci misti con datterini peperoncino fresco e alghe). Chiuderete con tortino morbido al cioccolato (con spuma di cioccolata calda e granita di pompelmo) o cannolo cioccolato e pere (sfoglie di cannolo ricotta dolce con cioccolato e pere caramellate). La cantina è di soddisfazione, e le proposte di abbinamento centratissime. Ci son due validi menu degustazione, “Acqua” a 45 euro, e “Terra” a 40, ma anche alla carta i prezzi son di rara moderazione. Cosa vi diciamo? Attenti a quei due! Marco Gatti Riposo settimanale: domenica e lunedì a pranzo - Ferie: due settimane centrali di agosto Prezzo: 50 euro - Carte di credito: tutte Coperti: 50 - Provato il: 14/11/2013 Vale per: i cibi, i vini e il prezzo Punti critici: il parcheggio 64 a tavola papillon 66 - inverno 2014 persè MILANO VIA AGOSTINO BERTANI, 16 TEL. 0239465755 www.persemilano.it Non fai in tempo a chiudere la GuidaCriticaGolosa, che subito ti apre, a Milano vicino all’Arco della Pace, un ristorantino informale, che è già grande, straordinario. È stato concepito da alcuni amici, giovani, e con loro c’è un cuoco che ha avuto esperienze da Alajmo e da altri grandi e un sommelier che è stato da Sadler. Entri e il locale arredato con gusto, semplicità e design moderno ti sembra contenuto. E lo è coi suoi 30 coperti appena. Ti siedi intorno a uno dei tavolini e pensi: l’ennesimo locale di moda a Milano. Macché: la carta dei vini sarà esaltante, a soddisfare ogni esigenza, con etichette anche originali. La cucina, lo diciamo subito, è già radiosa. E lo diciamo per quel piatto di spaghetti tiepidi con le ostriche e dragoncello su passatina di datterini che è stato uno dei migliori assaggi dell’anno. Ma andiamo con ordine (antipasti 12 euro): millefoglie di spigola e foie gras con insalatina e frutto della passione (radiosa); tagliata di cervo con pane fritto, fragoline di bosco e salsa di pistacchio oppure una delicata, buonissima, ricca crema di patate con funghi di stagione e timo. Di primo (13 euro) c’è anche il tortello ripieno di patate e aringhe affumicate su crema di broccoli e il pacchero con ragù di capriolo e acciughe. Tra i secondi (18 euro), maestoso il coniglio alla procidana con carciofi dorati e fritti, oppure l’agnello alla milanese con verdure di stagione al vapore o la composizione di rombo e scampo alla mediterranea su crema di melanzane. Lasciatevi andare coi dolci (9 euro): rivisitazione buffa della cassata siciliana, crostatina al fiore di loto con salsa vaniglia. Siamo stati felicissimi, anche per i prezzi. Paolo Massobrio Riposo settimanale: domenica a pranzo e lunedì - Ferie: 24, 25, 26, 31/12; 01/01; dal 4 al 18/08 Prezzo: 40 euro - Carte di credito: tutte (tranne AE e DN) Coperti: 30 - Provato il: 19/11/2013 Vale per: la cucina d’autore che è stata una sorpresa, i prezzi, i vini. Il servizio gentile Punti critici: i tavolini piccoli, per un locale che è destinato a “spaccare” 65 a tavola papillon 66 - inverno 2014 l’erba del re MODENA VIA CASTEL MARALDO, 45 - TEL. 059218188 www.lerbadelre.it [email protected] L’Erba del Re dello chef Luca Marchini è una della stelle nate intorno al celebratissimo tristellato Massimo Bottura (di cui Marchini è stato allievo). Marchini ha saputo imporsi proponendo una cucina incentrata sul dogma botturiano che incrocia tradizione e innovazione come due facce della stessa medaglia: non esisterebbero una senza l’altra. All’Erba del Re potrete divertirvi parecchio zigzagando fra tortellini, frittata con la pancetta e cipolla, cotoletta alla bolognese di Bianca Modenese e audaci avanguardie, ed è su queste che noi abbiamo puntato la nostra attenzione. L’avvio è stato col botto, prima con il benvenuto dalla cucina con tortino di zucca, composta di mele e aceto balsamico, poi con un antipasto a base di salmone, cioccolato gianduia, spinaci, nocciole tostate, una portata che rifugge da ogni schema prefissato e che rappresenta al meglio l’istinto di innovare (quindi il coraggio) che in questo caso dà origine a un virtuosismo perfetto. Segue un piatto che ci ha colpito per il maniacale gioco di incastri dove tutto è misurato al millimetro: merluzzo nero, maionese di pesce, caramello acidulo e quinoa fritta! Dopo questo inizio trionfale siamo incappati in una portata sbagliata, i ravioli ripieni di formaggio erborinato con spuma di mandorle, gelée ai lamponi, foie gras di anatra, ma purtroppo l’erborinato ha annichilito tutto il resto. Peccato, forse qualcosa in cucina è sfuggito, ricordiamoci però che solo chi sperimenta incorre fisiologicamente in errori i quali sono un peccato veniale per chi li sa usare come “fram- menti” dell’innovazione. Ripresa immediata, a seguire, con la piovra arrostita, curcuma, crema di carote, rapa rossa, dove sembra regnare un’armonia a geometria variabile non solo al palato ma anche visivamente. Superbo, in conclusione, l’emozionale e buonissimo dessert di amaranto soffiato (tipo un cereale finissimo) con mousse al tè nero, gelato al rabarbaro, salsa ai piselli. Carta dei vini di gran livello, servirebbero ore per indagarla con l’attenzione dovuta. Il servizio lo abbiamo trovato professionale, ma forse un po’ troppo asettico, poco passionale…che anche in un locale elegante come questo non guasterebbe. Simone Rosti Riposo settimanale: domenica, lunedì a pranzo - Ferie: fine agosto e dal 1° al 6/01 Prezzo: 75 euro - Carte di credito: tutte Coperti: 30 - Provato il: 26/10/2013 Vale per: chi cerca l’innovazione a partire dalla tradizione Punti critici: servizio un po’ troppo “rigido” 66 a tavola papillon 66 - inverno 2014 dorfhnerhof MONTAGNA (Bolzano) LOCALITÀ CASIGNANO, 5 - TEL. 0471819798 www.dorfnerhof.it [email protected] Fare chilometri e chilometri sulle montagne dell’Alto Adige, godere di panorami mozzafiato, sentire l’aria che diventa pura, contaminata solo dai profumi della natura, entrare in un casolare di montagna e chiederti: ma dov’è la trattoria? Superato il porticato veniamo però accolti con grande cortesia dal giovane chef (bilingue ovviamente) che ci propone un tavolo nella panoramica veranda esterna che dà sulle montagne che il mondo ci invidia. Estasiati da tanta bellezza, apriamo il menu e restiamo colpiti dalle portate che denotano, non solo una piena valorizzazione del territorio (e non potrebbe essere altrimenti), ma anche la fantasia dello chef che si diverte ad arricchire ed elaborare con gusto quanto la natura offre. In apertura abbiamo optato per gli strepitosi salumi del maso a base di salame scuro e speck: inni alla gioia per le nostre papille gustative! Davvero suadente la ricotta avvolta nelle finissime fette di zucchine freschissime, preludio perfetto per la successiva degustazione di formaggi di mucca che lascia il segno per varietà e bontà. A seguire un perfetto e scenico orzotto di rape rosse e l’immancabile ottimo gulasch! Fra gli altri piatti troverete anche il filetto di salmerino affumicato della Val Passiria, i ravioli di pane nero ripieni di fonduta di formaggio su spinaci freschi, gli agnolotti di patate ripieni di cervo con burro ai mirtilli, e così via a seguire la fantasia dello chef. Carta dei vini di livello (che denota competenza) con anche la stupenda mezzina di Arunda (ottimo spumante trentino) che abbiamo scelto per non complicarci troppo il viaggio di rientro. E per finire lo strudel di mele, accompagnato da panna montana di gran qualità con frutta fresca a guarnire il piatto. Complimenti! Per avere avuto il coraggio di fare di in un maso di montagna un vero locale gourmet. Possibilità anche di alloggio per pernottamento. Simone Rosti Riposo settimanale: lunedì - Ferie: tra gennaio e febbraio Prezzo: 35 euro - Carte di credito: VISA e MC Coperti: 60 + 40 (esterno) - Provato il: 23/08 e 20/09/2013 Vale per: il mix fra cibo e contesto Punti critici: non facile da raggiungere 67 a tavola papillon 66 - inverno 2014 l’abbazia - castello di velona MONTALCINO (Siena) LOC. VELONA - CASTELNUOVO DELL’ABATE TEL. 0577835553 - FAX 0577846043 [email protected] - www.ehc.it Non state sognando: quello che si vede scendendo dalla strada che da Montalcino conduce a Castelnuovo dell’Abate, passando di fianco alla bella Abbazia di Sant’Antimo, è un castello vivo, su cui alcuni anni fa aveva messo gli occhi nientemeno che Silvio Berlusconi. Andateci e capirete perché. È il castello di Velona, che è stato ristrutturato in maniera clamorosa: al suo interno 19 camere, tre suites, una Spa attrezzatissima e una teoria di piscine al chiuso e all’aperto. A mezzogiorno si pranza nel locale che dà sul bordo piscina, alla sera nel ristorante Abbazia, col giovane, bravo cuoco Paolo Arnalboldi. La sala è ampia, con tavolini e divani eleganti, apparecchiati informalmente, non ci sono tovaglie, quasi a riflettere la luce che arriva da un panorama mozzafiato che dà sui vigneti di sangiovese e sui monti di fronte. Sogno, suggestione, romanticismo... e gusto, per una Riposo settimanale: mai - Ferie: variabili in dicembre e febbraio Prezzo: 75 euro - Carte di credito: tutte (tranne DN) Coperti: 40 + 20 (dehors) - Provato il: 22/08/2013 Vale per: il posto suggestivo. Uno dei più belli al mondo Punti critici: i prezzi sono impegnativi, ma ne vale la pena 68 meta imperdibile, bella. Nel menu dei nostri assaggi, “per cominciare” c’era tanta Toscana, con la panzanella e la pappa al pomodoro, ma anche i salumi di cinta senese dell’allevamento Urbevetus (antipasti 16 euro). Tra i primi (20 euro) un perfetto risotto “Acquerello” allo zafferano con carpaccio di gambero rosso, ma anche i tipici pici con cinghiale e crema di noci tostate, il succulento spaghetto con pomodoro datterino del Vesuvio, le tagliatelle ai porcini e fonduta di croccola, la zuppa di pane e cipolla con spinacino e tartufo estivo. Via coi secondi (26 euro), col piccione, petti e cosce foie gras e susine, ma anche la guancia di vitello e spuma di patate, l’ottima costata di manzo con zolfini al timo, il baccalà confit e fritto con patate e granita al lemon grass e la rana pescatrice alla carruba con crema di sedano. Tra le delizie (14 euro): parfait al Vin Santo con gelato ai cantucci, e cioccolato che passione. Selezione di vini da veri intenditori. Starete benissimo! Paolo Massobrio a tavola papillon 66 - inverno 2014 io & loretta MONTE SAN PIETRO (Bologna) VIA LAVINO, 4/A - CALDERINO TEL. 0516761969 www.ioeloretta.it Quando si dice la grazia… È ciò che vi si rivelerà entrando in questo locale nei paraggi di Bologna, sulle prime colline dell’Appennino emiliano. La grazia di un locale ovattato, dominato dal bianco, con tanta personalità ma senza alcuna ridondanza, perfettamente illuminato per godere di momenti di intimità, la grazia di un servizio cortese, preparato, misurato, la grazia di una cucina di mare dove di solito abbondano i locali della tradizione. Un’esperienza quindi che merita di essere raccontata e soprattutto raccomandata. Si parte con pani fatti in casa che denotano subito la filosofia del locale: qualità senza compromessi. Qualità che trova la sua massima espressione in un menu di mare arricchito da tante verdure, il tutto di una viva freschezza. Per noi la partenza è d’obbligo: il maestoso piatto di crudità con scampi, mazzancolle, gamberi rossi, ostriche... un piacere durato poco, troppo poco al punto che abbiamo chiesto subito un rinforzo degli strepitosi gamberi rossi. A seguire potrete optare per i primi, caratterizzati da un equilibrio non comune, dove la pasta non è mai eccessivamente “presente” e dove il condimento guida sempre le danze, una per tutte i maccheroni al torchio con pescatrice e carciofi. Chi invece vorrà concedersi alle portate più integraliste avrà di che divertirsi: battuto al branzino con sale affumicato (sic!) e asparagi crudi, insalata di agrumi con astice al vapore, filetto di rombo con purè di broccoli al basilico e asparagi (portentoso), tartara di pagello con puntarelle (elegante). Carta dei vini ben costruita con anche varie mezzine, una scelta poco diffusa che apprezziamo sempre. Nei nostri due recenti passaggi non abbiamo provato i dolci, chiediamo scusa ma sono sempre troppe le tentazioni lungo la strada. Rimedieremo presto! Simone Rosti Riposo settimanale: lunedì - Ferie: agosto Prezzo: 45 euro - Carte di credito: tutte Coperti: 30 - Provato il: 23/06/2013 Vale per: pesce, pesce, pesce! Punti critici: nessuno 69 a tavola papillon 66 - inverno 2014 opificio 313 NOVARA VIA GNIFETTI, 45/A TEL. 03211640587 [email protected] L’Opificio nasce nei locali di un’antica cereria di Novara, in via Gnifetti 45/a. Un luogo di lavoro ora rinnovato per dare vita a uno spazio aperto e luminoso. Dove c’è la miglior cucina della città. Entrando colpisce la cucina a vista, dove giovani cuochi coordinati dai bravissimi Cristian Necchi e Andrea Beretta si danno da fare per servire questo locale gemello. Infatti sulla sinistra c’è uno spazio lounge più informale, mentre sulla destra, passata la bottega dei prodotti Eataly, c’è il ristorante che ogni sera fa il tutto esaurito. Chissà d’estate quando ci sarà il dehors in giardino. L’idea è stata di Fabio Barozzi, che segue la sala, cura la carta dei vini con etichette davvero indovinate e reperisce i prodotti che poi comporranno i piatti del menu. Siete a due passi dal centro storico, con un ampio parcheggio di fronte. Cosa volete di più? Be’ cominciamo col dire che la carne è di Martini di Boves, e quindi via (antipasti 12 euro) con il coniglio grigio, olive taggiasche e spuma di patate e la cruda di vitella e bagna cauda, oppure la piemontese scottata e salsa tonnata. Saranno ghiotti (primi 9 euro) i tajarin alla carbonara, ma che buoni gli gnocchi di patate con fonduta, accanto a zuppa di legumi e agnolottini in brodo. Il momento dei secondi (15 euro) vi farà uscire con un applauso, allorché arriva lo stracotto di vitella morbidissimo e saporoso, ma anche la spalla di agnello e la trippa con borlotto Riposo settimanale: domenica sera e lunedì - Ferie: variabili in agosto Prezzo: 40 euro - Carte di credito: tutte (tranne AE e DN) Coperti: 50 - Provato il: 12/12/2013 Vale per: l’ambiente felice e la cucina perfetta Punti critici: sperate di trovare posto. Per i giovani è gettonatissimo! 70 di Saluggia. Buonissimo anche il filetto di maiale al forno. Al momento dei dolci (5 euro) vorrete assaggiare tutto: la tradizione del tiramisù,“Opi” cioccolato fondente, sacher, panna cotta, Saint Honoré e muffin al torroncino. Noi abbiamo fatto così. E siamo stati felicissimi di averlo fatto. Paolo Massobrio a tavola papillon 66 - inverno 2014 dolceacqua OLBIA VIA GIACOMO PALA, 4 TEL. 07891969084 www.ristorantedolceacqua.com [email protected] Giancarlo Musi? Un gigante. Di stazza, di cuore, di passione, di competenza. Professionista di valore che ha scritto alcune pagine di primaria importanza della storia del gusto italiano, era stato tra i primi a credere in Papillon, costruendo con noi un’amicizia inossidabile. I nostri lettori lo ricorderanno, Golosario alla mano, il “suo Vangelo”, alla guida di locali che sulle nostre guide hanno sempre avuto punteggi top. Un anno fa, coronando il sogno dell’amore della sua vita Paola Sini, sarda, ha lasciato la Lombardia, e si è trasferito qui, in Sardegna, appunto. Inaugurato questo splendido locale, è volato tra gli angeli. Ora il suo cuore vive nel lavoro di Paola, che da grande donna qual è, onora la sua memoria con i suoi grandi piatti. Voi accomodatevi nella sala semplice, ma accogliente, dalle pareti dipinte in colore mattone, come l’esterno dell’edificio che ospita il locale, e sfogliate il menu che spazia tra Liguria e Sardegna. Sarete felici con polpo e patate, razza in agliata, insalatina di seppie e agrumi, pasqualina mignon ai carciofi, culurgiones con bottarga di muggine, straordinarie trenette al pesto con patate e fagiolini, superba fregola cremosa di mare. E poi eccoci con il piatto di sostanza, ovvero il coniglio alla ligure con vermentino e olive taggiasche. A concludere? La seadas e che altro? Un menu a 18 euro vi assicurerà spaghetti alle cozze, seppie in zimino, acqua o un bicchiere di vino, pane e coperto. Parcheggio comodo a due passi. Giancarlo in cielo sorride. Voi sorriderete con i piatti di Paola! Marco Gatti Riposo settimanale: lunedì (mai in estate) - Ferie: mai Prezzo: 30 euro - Carte di credito: tutte Coperti: 50 - Provato il: 09/06/2013 Vale per: la cucina Punti critici: nessuno 71 a tavola papillon 66 - inverno 2014 lo scudiero PESARO VIA BALDASSINI, 2 TEL. 07211651804 www.ristorantescudiero.it Dal dicembre 2012 i giovanissimi e talentuosi Daniele Patti e Matteo Ambrosini (la somma delle età non arriva a cinquanta) conducono questo ristorante molto elegante, ospitato nelle sale ove un tempo avevano sede le scuderie di Palazzo Baldassini (XVI secolo). Si trova a pochi passi dal salotto di Pesaro. E qui, noi siamo stati conquistati dalla freschezza superlativa delle materie prime e da una capacità innovativa di interpretare il mare con pochi eguali. Così, dopo l’entrée di ghiacciolo di Aperol e cedrata Tassoni, le palette coi massimi voti le abbiamo alzate per: il gambero rosso dell’Argentario, scalogno candito e granita di mojito, la pancetta di tonno, salsa senape e chips di patate viola, i ravioli ricotta e spinaci con scampi e peperoni cornetto, la linguina Verrigni cacio e pepe, calamaretti, limone e ginepro, la ricciola in porchetta con melanzane alla mentuccia, la grigliata di pesce del mercato di Ancona. Chiusura da manuale con il “tiramisù...in partenza” e l’”espresso gold”, ovvero cilindro di cioccolato e polvere d’oro farcito di cremoso al caffè espresso, gelato al cappuccino, crumble al cacao, gel al latte e caramello. Avvincente la carta dei vini: una panoramica intelligente dell’Italia, da nord a sud, con una giustissima e degna attenzione per il territorio marchigiano; poi tante bollicine, soprattutto d’Oltralpe, oltre alla presenza di formati magnum proposti a prezzi onestissimi. La grande professionalità nel servizio e un rapporto qualità/prezzo (menu degustazione a 48 e grand gourmet a 78 euro) da encomio sono gli elementi che completano il valore di questa sosta da sogno. Bravi, bravissimi! Saranno (meritatamente) famosi..., voi, però, andateci subito! Parola di Papillon! Roberto Formica Riposo settimanale: lunedì (tranne agosto e dicembre) - Ferie: variabili tra giugno e luglio Prezzo: 50 euro - Carte di credito: tutte Coperti: 80 - Provato il: 23/08/2013 Vale per: il mare freschissimo e interpretato con grande creatività; l’ambiente elegante, galeotto Punti critici: nessuno 72 a tavola papillon 66 - inverno 2014 cenobio RAGUSA IBLA VIALE MARGHERITA, 41 TEL. 0932686750 www.anticoconventoibla.it Attenzione: questo di Ragusa Ibla, ambientato in un vecchio convento francescano con tanto di parco, è uno dei luoghi più belli d’Italia che abbiamo mai visitato. E si mangia molto bene. Il Cenobio di Ragusa Ibla è il nome del ristorante che sta all’interno del complesso Antico Convento, attorniato da un parco e da un orto. Si cena nella sala capitolare di questo ex monastero cappuccino, mentre al piano superiore ci sono le camere ricavate dalle cellette dei frati. In questo luogo si fa anche formazione, con una scuola di cucina attrezzata di tutto punto. Il maître è una nostra vecchia conoscenza, un grande professionista come Enzo Scrofani coadiuvato da Anna Bufardeci, mentre la consulenza della linea gastronomica è curata da Giuseppe Barone che è un’icona della cucina siciliana. Convenienti anche i due menu degustazione a 35 euro (menu della tradizione ritrovata) e 40 euro (menu del mar Mediterraneo) che contemplano millefoglie di melanzana, pomodoro e bufala, pesce salmistrato con noce pesca e basilico, sarde a beccafico. Ma ci sono anche gli spaghetti con bisque di crostacei e gambero rosso, filetto di maialino à la minute con peperoni rossi. Altri piatti dal menu: (antipasti euro 9,50) cubi di manzo in salsa verde e giardiniera, couscous di grano russello con pesce e calamari fritti, (primi piatti euro 12) lasagnetta di cuturro e provola affumicata cavati freschi con ragù di coniglio e poi (secondi piatti euro 15) il sontuoso agnello di “Testadellacqua” fino all’alalunga con cipolla allo zafferano e aromi. Fra i dolci (euro 7) il cannolo del convento o il perfetto al cioccolato, biscotto al peperoncino e frutti rossi, tre consistenze di mandorla. Ogni cliente del Cenobio compie anche un’azione di solidarietà: il ricavato delle attività dell’Antico Convento viene infatti reinvestito in opere sociali. Starete bene! Paolo Massobrio Riposo settimanale: mai - Ferie: mai Prezzo: euro 43,50 - Carte di credito: tutte (tranne DN) Coperti: 80 - Provato il: 20/09/2013 Vale per: la location e anche la cucina d’autore Punti critici: nessuno, andateci al più presto! 73 a tavola papillon 66 - inverno 2014 manali ROMA VIALE AVIGNONE, 108 TEL. 0689927741 www.ristorantemanali.it Un locale dall’atmosfera charmant che spicca per classe ed eleganza situato in una zona poco trafficata e periferica di Roma. Siamo all’Eur e se durante il giorno il ristorante è meta golosa per i lavoratori, la sera regala un contesto curato, riservato e accogliente. Le portate dall’accurata presentazione rivelano il desiderio di innovare, stupire, personalizzare e non dare nulla per scontato. Basti pensare agli allestimenti dei tavoli e al ricco cestino di pane e grissini fatti in casa. Dalla cucina proposte stagionali che si diversificano anche per orari: menu con poche portate a mezzogiorno, più ricco e alla carta a cena. Come entrée si spazia dalla delicata terrina d’anatra su crostino di pane, al buonissimo flan di baccalà mantecato con verza rossa saltata. Primi della tradizione romana con i gustosi maccheroncini all’amatriciana oppure piatti più ricercati con spaghetti ai gamberi, zenzero e crema di topinambur o fettuccine con baccalà e cime di rapa. Intrigante la scelta dei secondi dalla delicata cernia in crosta di pane aromatico con verdure miste al saporito petto di pollo alla griglia con patate al forno al rosmarino. Piatti riusciti e invitanti anche se migliorabili nelle porzioni modeste. Particolarmente apprezzabili e vari i dolci, dove spiccano il soufflè al cioccolato bianco e le torte di pasticceria fatte in casa. Buona la carta dei vini. Annalisa Tozzi Fontana Riposo settimanale: domenica - Ferie: variabili Prezzo: 35 euro - Carte di credito: tutte Coperti: 35 - Provato il: 20/04/2013 Vale per: il locale dall’atmosfera charmant e curata che spicca per classe ed eleganza Punti critici: le porzioni ridotte 74 a tavola papillon 66 - inverno 2014 ilSanLorenzo ROMA VIA DEI CHIAVARI, 4/5 TEL. 066865097 www.ilsanlorenzo.it [email protected] Il San Lorenzo è un elegante ristorante nell’omonima zona di Roma, dove pullulano locali. Ma questo è particolare: per la cucina di pesce, per l’atmosfera ovattata e per le antiche mura che lo accolgono. La prima cosa che colpisce appena entrati è il banco del pesce fresco che anticipa la cucina a vista. Siete nella saletta d’ingresso e già il personale di cucina e quello di sala vi daranno l’idea di una squadra piuttosto fornita di professionisti. Conducono le danze, come da menu, Enrico Pierri ed Elena Lenzini. In sala, Antonio che viene a prendere l’ordinazione dopo aver consultato la carta. Ci sono un paio di menu degustazione, e diverse originali offerte alla carta. Anche la carta dei vini è ricca di cose buone e decisamente esauriente. Dopo un gradevole amuse bouche, il cartoccio di pesce fritto e arancino, tra gli antipasti (25 euro) consigliamo l’antipasto alla Enrico, ovvero una scelta di 4 assaggi dello chef, che per noi sono stati una doppia tartare tonno e merluzzo, ma anche un maestoso carpaccio di gambero rosso (servito con sale Maldon, arancia e germogli di basilico) che davvero vale il viaggio. Tra i caldi, ecco le tagliatelle di seppia al gusto brace con olio, limone, carciofi alla mentuccia e bottarga, semplice ma davvero buono, e i gamberi rossi di Ponza cotti su rami di rosmarino e serviti di erbe amare e crudo di funghi su consommè di guanciale. Geniali. La carta offre poi molti spunti: tra i pri- mi (24 euro), per lo più di pasta, noi abbiamo scelto il tortello di granseola con succo di pomodoro e infusione di basilico, mentre tra i secondi (35 euro) ecco il trancio di spigola locale al sale e pepe con consommè di pomodori infornati e vongole veraci. C’erano anche il baccalà alla brace con succo di carote, ceci neri e cipolla croccante e il tonno locale alle erbe con cipolline in agrodolce, salsa di pomodori verdoni. Infine (dolci 14 euro) babà caldo caramellato con crema amarena e pistacchi, insalata di agrumi di Ganduscio con tartufi caldi al cioccolato, pane e nutella com’era e com’è (com’era una fetta di pane con crema al gianduja e interpretato servito con gelato al pane di Lariano con crema al gianduja), tiramisù scomposto. Ottimo anche il pane di produzione artigianale (panini alle olive itrane, integrali, alle noci uvetta e miele, focaccetta con pomodorino e origano; filone al nero di seppia e datteri). Starete bene. Paolo Massobrio Riposo settimanale: domenica; sabato e lunedì a pranzo - Ferie: 25, 26/12; 1, 2/01; dal 10 al 27/08 Prezzo: 90 euro - Carte di credito: tutte (tranne DN) Coperti: 70 - Provato il: 18/12/2013 Vale per: la cucina di pesce che rispetta le materie prime e le vaIorizza, la location Punti critici: non c’è parcheggio. Si paga comunque tutto, anche la location, ma ne vale la pena 75 a tavola papillon 66 - inverno 2014 Eataly in campagna SAN DAMIANO D’ASTI (Asti) FRAZIONE LAVEZZOLE, 5 TEL. 01411745121 [email protected] Questa recensione l’abbiamo fatta in diretta twittando. Siamo nel nuovo format della galassia di Oscar Farinetti: Eataly in campagna. Una bellissima idea. Che però non ci ha convinto. 76 Intanto un ampio parcheggio. Poi una bella cascina ristrutturata, dove si mangia in cortile ma all’ingresso c’è anche lo spaccio dei prodotti locali e di Eataly che un po’ deludono (soprattutto il fresco) se paragonati agli altri Eataly che abbiamo conosciuto. Su una lavagnetta sono segnati i piatti del giorno: plin burro e salvia, tagliatelle al ragù, insalata di pollo, prosciutto e melone, polpette di vitello, calzone al prosciutto. Solo la sera la pizza, acqua Lurisia e pane a volontà a 1 euro; olio extravergine taggiasco Roi e aceto di Claudio Rosso a disposizione. Ci sediamo in due, nel cortile. Ed è andata così: Sono 25 minuti che sono seduto e ancora non si fa vivo nessuno con la carta. Sigh! Oscar fai qualcosa! Ci sta venendo fame. Colpo di scena: una ragazza ci chiede se vogliamo il menu. Evvai! Ora aspettiamo che qualcuno venga a prender la comanda. Poi che ci porti... ma non è un po’ troppo slow? Ah dimenticavo, io sono un Rossi qualunque, ho prenotato con il cognome di mia moglie... e sono ancora qui. Differenza tra questi due Arneis? Tutti e due buoni dice la ragazza. E nell’insalata c’è il pepero- a tavola papillon 66 - inverno 2014 ne? Non so. Arneis modesto direi e anche molto freddo. Ma ci rifaremo. Qui girano pizze e calzoni, invitanti e belli. Ma le uova? In campagna ci vuole l’uovo no? E il cappone di San Damiano? Tagliatelle al ragù (primi da euro 5 a 8,5) davvero super. Ci siamo. Meno convincente e troppo asciutto il pollo in insalata. Ma perché non mi portate il pane? I tavolini sono piccoli e scomodi: sono già cadute un paio di cose e non ci sta più nulla. Qualcuno ha fatto la spia: i secondi sono arrivati che avevamo ancora gli altri piatti. Ora siamo fast! La tagliata della Granda (euro 13) è grande. La Gradisca (euro 13,50) la sconsiglio: tanto fumo e poco... troppa insalata, banale. Dopo mia richiesta e finito di mangiare mi hanno portato il pane. Wow. Biologico. È finita a pane e acqua. (dolci euro 4) Quello di fianco a me è stato raccomandato, aveva la sedia comoda. Però dopo 20 minuti che ho finito il ragazzo con il cappellino che gira potrebbe sparecchiare no? Più formazione Oscar! Paolo Massobrio Riposo settimanale: mercoledì - Ferie: mai Prezzo: 25 euro - Carte di credito: tutte (tranne AE e DN) Coperti: 130 + dehors estivo - Provato il: 20/07/2013 Vale per: la location Punti critici: il personale di servizio impreparato, l’affollamento, l’approccio distaccato come se fossimo in un fast food 77 a tavola papillon 66 - inverno 2014 lamm mitterwirt SAN MARTINO IN PASSIRIA (Bolzano) VIA DEL VILLAGGIO, 36 TEL. 0473641240 Siamo entrati in questa tipica osteria altoatesina, dalla storia ultracentenaria (si parla del XVII secolo), nel centro storico del suggestivo paese di San Martino alle 20.35 di una sera di settembre… ...purtroppo veniamo informati che la cucina chiude alle 20.30! Nei nostri occhi lo scoramento è stato tale che anche l’inflessibile titolare (di precisione teutonica) alla fine ci ha fatto accomodare, seppure con la raccomandazione di limitare le scelte nella carta solo ad alcune portate. Ma che portate! E tutte a chilometro zero. Innanzitutto una girandola di salumi tirolesi, a cominciare dallo speck, che sprigionano sapori non facili da descrivere e che sono stati spazzolati via un batter di ciglio. Segue una crema al pane nero biologico con cubetti di speck che ci riporta bambini con profumi e sapori ormai dimenticati... ma è solo il preludio per una portata che da sola vale il lungo viaggio per arrivare fin qui. Parliamo dei fantasmagorici (consentiteci l’enfasi) canederli alle barbabietole rosse ripiene con formag- gio biologico della Val Passiria su salsa di porro, una portata dirompente, esplosiva, dai sapori forti, ma che in bocca mantiene un sorprendete equilibrio. Un canederlo dalla consistenza perfetta, reso sublime dal cuore di formaggio e dalla salsa di porro: un vero cocktail ad alto contenuto di succulenza e godimento. Se vorrete concedervi una degustazione di formaggi altoatesini approfittatene, ne troverete una vasta scelta accompagnati da mostarde di qualità. Come secondo la “primordiale” costata di manzo nostrano è davvero gustosa e ben preparata! Gli strudel in conclusione sono fatti al meglio secondo la vera tradizione! Carta dei vini ben calibrata con tante proposte sudtirolesi. Nel complesso un’esperienza che lascia il segno della bontà, anche per un rapporto qualità/prezzo quasi introvabile. Simone Rosti Riposo settimanale: domenica sera e lunedì (solo lunedì in luglio, agosto e settembre) - Ferie: variabili Prezzo: 30 euro - Carte di credito: VISA, BM, MC Coperti: 70 - Provato il: 22/09/2013 Vale per: i canederli Punti critici: occhio agli orari 78 a tavola papillon 66 - inverno 2014 sciatò SERRAVALLE PISTOIESE (Pistoia) VIA GARIBALDI, 49 TEL. 057351301 www.sciato.it - [email protected] Nel cuore dell’affascinante borgo medievale di Serravalle Pistoiese, a pochi chilometri sia da Firenze sia dalla Versilia, a due passi da Montecatini, Sciatò, tavola d’autore con accoglienza. Fermatevi se siete in viaggio: è un locale vicino al casello. La struttura, voluta dal notaiogourmand Marco Regni, è espressione entusiasmante del suo amore per il bello. Intorno l’incanto delle torri dell’antico borgo. Ai piani superiori, le camere, dove fermarsi a riposare. Al piano terra, il ristorante, che grazie all’ottimo staff guidato da Massimo Neri, chef fuoriclasse già noto al popolo dei gourmet per i suoi successi all’Aristò di Pistoia, ad Andrea Pieri, maître di classe e grande professionalità, e a Carlo Steiner, geniale direttore di tutta la struttura, è indirizzo tra i migliori d’Italia. Per voi, nella bella sala, o, nella bella stagione, sulla fantastica terrazza da cui si ammira la Toscana a perdita d’occhio, piatti di grandissima gola. Come la zuppetta di burrata canocchie e lime o la battuta di Fassona caprino al curry (antipasti 12 euro). Formidabile il piatto (primi 11 euro) denominato action-risotto gamberi rossi e peperone arancione o lo gnocco verde cozza gialla. Da provare (secondi 16 euro) l’anatra cotta a bassa temperatura o verdure in tempura. Chiuderete con geniale trifle litchi passion ginger o crème brûlée alla vaniglia caffè ghiacciato. La cantina è un incanto che merita di essere visitata e custodisce una formidabile selezione di champagne, spumanti e grandi vini di tutto il mondo. I prezzi? Sui 50 euro! È un sogno! Paolo Massobrio e Marco Gatti Riposo settimanale: lunedì e martedì; in estate solo lunedì - Ferie: 10 giorni variabili a gennaio Prezzo: 50 euro - Carte di credito: tutte Coperti: 40 + 40 (terrazza estiva) - Provato il: 29/09/2013 Vale per: la posizione, la cucina mai banale, i prezzi contenuti Punti critici: troppo lontano dalla nostra redazione altrimenti ci andremmo più spesso 79 a tavola papillon 66 - inverno 2014 paredes y cereda SPINO D’ADDA (Cremona) VIA ROMA, 4 TEL. 0373980850 www.ristoranteparedesycereda.it È una nostra bella scoperta, questo ristorante di Spino D’Adda, dal nome spagnolo, Paredes y Cereda, ma dal cuore “padano” come pochi altri. È l’ultima creatura (gioiello) di Corrado Invernizzi, figura carismatica già nota ai lettori di Papillon e della nostra GuidaCriticaGolosa, per essere titolare anche dell’ottimo Due Colonne di Albignano. Questa attività ha preso il via dopo un pregevole lavoro di ristrutturazione, che ha riportato all’antico splendore una villa già di proprietà nel Settecento della famiglia spagnola, Paredes y Cereda (ecco spiegato il nome, di origini ispaniche) e ora patrimonio delle Belle Arti. Pieno di fascino l’ambiente, con la sala elegante, i mobili antichi, il suggestivo camino e l’incantevole cantina. Professionale e pieno di passione il servizio, assicurato da Corrado che è “oste” vero e dalla bravissima Elisabetta Belotti. Di soddisfazione la cucina, firmata a quattro mani dagli chef Francesco De Vita e Gregorio Sancilles che, con il tempo siamo sicuri sapranno portare ancora più in alto il livello già notevole dei loro piatti. Il menu si muove tra tradizione lombarda e mare. Per questo potrete cominciare con la proposta di salumi (tra cui avrete modo di apprezzare un salame buono come poche volte vi sarà capitato di assaggiare, d’altra parte non dimenticate che patron Corrado è cresciuto in una famiglia che gestiva salumeria e macelleria, e con salumi e carni ha feeling particolare), con la golosa tartare di manzo (macelleria Cazzamali) con salsa leggera alla senape o con l’antipasto di pesce della casa. Siete in terra padana, e sebbene la versione sia ispirata all’interpretazione data da molti chef che vanno per la maggiore, il risotto allo zafferano è molto ben fatto, e non perde la sua identità seppur abbinato a polvere di liquirizia. Dal mare? Non vi pentirete di aver assaggiato le linguine all’aragostella. Di secondo, ancora terra in primo piano, con la leccorniosa costata prussiana alla griglia, o con la buonissima costoletta di vitello alla milanese cotta nel burro chiarificato, ma spingendovi verso le coste troverete piacevole il gran fritto misto di mare. Per chiudere sfogliatina o rustico ma davvero ben fatto salame di cioccolato. La cantina ha bella selezione di bottiglie, con proposte per tutte le tasche. Qui starete davvero bene! Marco Gatti Riposo settimanale: lunedì sera, martedì - Ferie: una settimana a gennaio e dal 15 al 30/08 Prezzo: 45 euro - Carte di credito: tutte Coperti: 70 + 30 (dehors) - Provato il: 28/11/2013 Vale per: ci si sente a casa Punti critici: qualche difficoltà per il parcheggio, ma ci si arriva comodamente con metro e tram 80 a tavola papillon 66 - inverno 2014 la pergola TREVENZUOLO (Verona) FRAZ. FAGNANO - VIA NAZARIO SAURO, 9/I TEL. 0457350073 [email protected] A gestirla sono Stefano e Ornella Bresciani, che si conobbero all’Università di Padova e rinunciarono a diventare medici perché lui non se la sentiva di chiudere l’attività di famiglia che i genitori ormai anziani non erano più in grado di portare avanti. La nuora ha imparato dalla suocera e i risultati si sentono: vale da solo il viaggio il risotto con lo «stracùl» (la parte superiore della coscia di maiale); inarrivabili i tortellini in brodo dalla sfoglia sottilissima ancora tirata a mano col matterello; di superba tradizione le tagliatelle e le paste fatte in casa. Tenetevi posto per il carrello dei bolliti e degli arrosti, accompagnati dalla pearà (la tipica salsa veronese cucinata per ore con brodo, midollo, pane raffermo grattugiato e pepe nero), dalle mostarde, dal cren, dalla salsa verde, tutto rigorosamente di produzione propria: le carni testimoniano che i fornitori di questa trattoria devono essere paradisiaci. Che dipenda dal fatto che il simpatico proprietario del locale è abbonato da sempre all’«Osservatore Romano», tanto da aver avuto l’onore di una citazione in un editoriale sulla prima pagina del giornale vaticano e di una successiva visita del suo direttore Giovanni Maria Vian? Prenotare sempre: liste d’attesa di almeno un mese per il venerdì e il sabato sera. Prezzi onestissimi in rapporto a una qualità eccelsa ormai introvabile in Italia. Stefano Lorenzetto Riposo settimanale: domenica e lunedì - Ferie: dal 24/12 al 7/1 e dal 15/7 al 20/8 Prezzo: 28 euro - Carte di credito: tutte Coperti: 50 - Provato il: 30/05/2013 Vale per: la cucina della tradizione, ormai quasi introvabile anche in Veneto Punti critici: pochi coperti e prenotazioni a lungo termine nel fine settimana 81 a tavola papillon 66 - inverno 2014 hosteria treville TREVILLE (Alessandria) VIA ROMA, 26/A TEL. 3453215472 [email protected] Il Monferrato che si appresta a ospitare Golosaria ha un locale radioso, una sorpresa, condotta da una vecchia conoscenza di Papillon: il Duetto di Arona. Ma l’esperienza odierna dell’Hosteria Treville segna una sorta di maturità. Ed è radiosa, con Massimo Coppo in cucina e Sandro Pastorino in sala. Appena 22 coperti. Che bella sorpresa arrivare a Treville Monferrato, passando per i paesi con le case in tufo, prima di posteggiare comodamente in via Roma. Al numero 26, da pochi mesi, ha aperto questa bomboniera, con due salette eleganti e una proposta che subito ti dice dell’originalità. Sandro Pastorino, con grande professionalità, porge un menu che offre tre soluzioni di degustazione: Tradizione (36 euro), Terra (38 euro) e Mare (40 euro). Anche la carta dei vini spazia fra il territorio e alcune chicche italiane, mentre alla carta, dopo un’entrée di stecchi di salmone e ceci fritti e una terrina di tre carni con crema di cipolle e gelatina di passito, scegliete senza ombra di dubbio il piatto denominato finanziera e antica tartrà (antipasti a 14 euro), anche se il cuoco si è superato con la crème brûlée di foie d’anatra, gelato di cipolle di Tropea e riduzione del nostro aceto. E che buono il soufflé di baccalà, gamberi scottati alla polvere di carapace, insalata di topinambur e maionese allo zenzero. Tra i primi (13 euro) sarà perfetto il risotto ai topinambur, crema di gorgonzola e tartufo nero, accanto a tagliatelle di farina di castagne, calamari vongole e broccoli, agnolotti d’anatra al foie gras, cardi gobbi e profumo di champagne. Eccezionali la sella di agnello al forno con frutta secca al Marsala, rustico di patate al burro di malga e la coscia d’anatra alla contadina con patate violette. (secondo da 14 a 18 euro). Pesce con dorso d’orata e salmone con calamaro in guazzetto di vongole e champignons. Ai dolci (8 euro), tortino di nocciole, cuore fondente, sorbetto di passito, soufflé di pere Maderna al vino rosso, gelato alla crema, semifreddo meringato al torrone con zabaione caldo e passito. Siamo stati benissimo, siamo felici! Paolo Massobrio Riposo settimanale: martedì, mercoledì a pranzo - Ferie: variabili tra fine agosto e inizio settembre Prezzo: 49 euro - Carte di credito: tutte (tranne DN) Coperti: 22 - Provato il: 09/01/2014 Vale per: l’eleganza, la location e la cucina innovativa Punti critici: nessuno 82 a tavola papillon 66 - inverno 2014 maxi dell’hotel capo la gala VICO EQUENSE (Napoli) VIA LUIGI SERIO, 8 - TEL. 0818015757 www.hotelcapolagala.com [email protected] C’è una stella che brilla a Vico Equense, in un posto da sogno come l’hotel Capo La Gala disseminato su più piani con tanto di Spa all’avanguardia e ogni tipo di comfort per i fortunati ospiti delle 22 camere. E la cucina è superba. Ciò che riuscirà a stupirvi, oltre alla già notevole location, è la cucina del giovane Danilo Di Vuolo, che porta i suoi profumi ai tavoli del locale interno oppure a quelli sulla veranda, ammirando il mare più bello d’Italia. La carta dei vini sarà la massima soddisfazione per gli appassionati. Quindi preparatevi: qui le proposte vanno dai menu degustazione Silver (4 piatti a 85 euro), Gold (6 piatti a 110 euro) Platinum (7 portate a 140 euro). Se invece optate per la carta (media di ogni portata 20 euro), ecco il tonno, caponata di biscotto di Agerola e salsa al basilico, “la nostra caprese di Astice”, il pesce bandiera su infuso dal parmigiano e pepe affumicato, le capesante arrosto, amatriciana a freddo e salsa alle arance. Ovviamente il gran crudo con insalata di frutta e granita al Gin Tonic. Tra i primi, gnocchetto di patate con scampi e melanzane, ma anche le candele con telline e cipollotto, il risotto alla pescatora e poi un piatto sorpresa denominato Torn a Surrient. Ma che buono anche il cannoncino di pasta fresca in guazzetto di tartufi di mare e calamaretti. Imperdibile, tra i secondi, la pezzogna in crosta di melanzane con fiori di zucca farcito alla parmigiana, il sanpietro arro- sto con patate, lupini e pomodori canditi, il bocconcino di dentice cotto nel fieno con patate sotto cenere al limone, il fritto misto aereo. Ci sono anche proposte di carne: agnello, piccione, capocollo di maiale. Trionfo sui dolci: “Il mio caffè”, la Nocciola, Arancio noci e limone, la sfera al caramello con spuma al Bayles e gelato alla mandorle, il cremoso di cioccolato bianco acido con mango e pepe. Sosta radiosissima! Paolo Massobrio Riposo settimanale: lunedì - Ferie: da fine ottobre a Pasqua Prezzo: 85 euro - Carte di credito: tutte Coperti: 60 - Provato il: 18/08/2013 Vale per: la location e la cucina di questo giovane talentuoso chef Punti critici: il posteggio 83 altre visite papillon 66 - inverno 2014 le nostre migliori tavole di Paolo Massobrio e Marco Gatti Ed eccoci a raccontarvi le soste più interessanti di questi ultimi mesi, che ritroverete sull’App il Golosario Ristoranti, ma anche sulla GuidaCriticaGolosa. Di alcuni ne abbiamo parlato su lastampa.it, nella rubrica del venerdì; altri sono stati ripresi questa estate nelle video-pillole, sempre della Stampa che potrete cercare nell’archivio de lastampa.it. Segnatevi allora una doverosa visita, secondo i vostri gusti, in una di queste mete da incanto. Il bollito misto con la pearà. Andate a Verona, in piazza san Zeno, 10 (tel. 0458030765). Andate al ristorante AL CALMIERE di Pietro Battistoni e Morena Zanardelli e ordinate senza problemi questo piatto storico, servito con la loro salsa tipica, la pearà, che è una delle cose più buone del mondo. Ma già che siete qui, bevete anche un Amarone come si deve. Noi lo abbiamo già fatto per voi. Con tanta soddisfazione. Che emozione tornare ad Acqui Terme (Al) all’ANTICA OSTERIA DA BIGAT (via Mazzini, 30/32 - tel. 0144324283) per una perfetta farinata (euro 4,50 a porzione). Ma sono ottimi la trippa in umido e lo stoccafisso all’acquese, i tajarin e fasò, la buseca, la formaggetta di capra stagionata con mostarda piemontese. Gentilezza e simpatia in un ambiente informale e accogliente dove si spendono sui 28 euro. Una bella novità ad Alfiano Natta (Al) è l’agriturismo CREALTO (loc. Cardona - strada Crealto, 6 - tel. 3455686278) con una panoramicissima terrazza sulle vigne, ma anche camere per gli ospiti e un parco naturale per camminare. In sala e in cantina quattro giovani belli come il sole. Nel menu ecco un’insalatina di tonno di coniglio, tortelli di melanzane oppure taglierini alla Barbera con fonduta di toma e stracotto d’asino con polenta croccante, roast beef alle erbette. Si chiude con panna cotta con riduzione alla Barbera. Il menu è fisso con tre antipasti, due primi, un secondo con contorno e un dolce proposti a soli 25 euro. E se volete bere bene, chiedete il Grignolino e poi la loro Barbera affinata in anfora. Speciale. I love SIRANI di Bagnolo Mella (Bs) in via Gramsci, 5 - tel. 0306821179. Anzi Sirani per tutta la vita e per tutte le ore. Questo è un locale con diverse facce: caffetteria, pasticceria, gelateria, pizzeria, ristorante: tutto ben fatto, tutto ai massimi livelli, anzi a livelli avanti. All’interno di una cascina con cortile potrete gustare una pizza che si fa ricordare, focacce (tagliata di tonno e cipolle di Tropea), pizzini (piccole pizze, top aglio olio e peperoncino) e proposte di cucina con zuppa Sirani 84 papillon 66 - inverno 2014 (con scampi al bacon). Ma che dire del Mc Sirani (hamburger con filetto di manzo, pomodoro, cipolle e salse), e l’omelette con culatta affumicata! Piccola sacher e brioche gratinata con crema e gelato di latte all’amarena a chiudere. Sui 25 euro. Vabbè ma io vi volevo raccontare della mia sosta alle 5 del pomeriggio: coi bocconcini da 1 euro di wurstel e crauti e tonno e uova. altre visite alle 24, è bar, boutique del gusto (con in vendita il meglio del nostro Golosario), enoteca (con oltre 1.000 etichette, e tutte di meditata selezione), “trattoria d’autore” a pranzo dove con 20 euro si esce felici, e ristorante a tutta gola a cena. In tavola strepitoso Gran crudo di pesce, ravioli di melanzana con ricotta fresca e salata, dessert fatto in casa. La cantina è top. La famiglia Vissani sbarca a Capri (Na) e lo fa con questo locale (L’ALTRO VISSANI) molto interessante per formula e piatti, a pochi metri dalla celebre piazzetta (via Longano, 3 - tel. 08118990575). Il menu è diviso in sezioni: “Primo fra tutti”, comprendente antipasti e primi; “Se- È una delle novità della nostra GuidaCriticaGolosa. È M1.lle (viale Papa Giovanni XXIII, 18 - tel. 0354220121) di Bergamo, geniale e radiosissimo locale che trovate in quel viale Papa Giovanni XXIII che per anni è stato palcoscenico del sommo Vittorio. Ebbene qui, Giampaolo Stefanetti, con la moglie Paola e le figlie Marina ed Elena hanno dato vita a un locale che è l’espressione somma della nostra filosofia. Aperto 7 giorni su 7, dalle 7 85 altre visite condo a nessuno…” con proposte di mare e terra e “Dolci come pochi…”, preparati dalla storica pasticceria caprese “Da Alberto”. La versatilità dell’offerta è rafforzata anche dalla sezione dedicata al sushi, anche da asporto e alle insalate, mentre il menu degustazione, di tre portate, viene via a 45 euro. Tra i nostri assaggi: cappelletti alla caprese con mozzarella gelato di olive estragone zucchine e straccetti di pesce; l’eccellente risotto con sogliola al Black Velvet; i moscardini alla luciana e pomodorini alla mentuccia; la tagliata di chianina; la tartare di ricciola, la crostata con crema e fragoline. E anche questa volta (grazie Baffo!) siamo stati fra i primi a recensirlo. E infine la bottega dell’Altro Vissani con una trentina di chicche del Golosario. Merita la visita la PIZZERIA DEI SETTE PONTI (via Fratelli Kennedy, 20 - tel. 035954140) di Carobbio degli Angeli (Bg). Qui effettuano una doppia lievitazione che supera le 72 ore e impiegano solo farina biologica di origine controllata per una pizza leggera ed estremamente digeribile. Sono disponibili anche pizze al kamut, al farro, integrali e con lievito naturale. Tra le varianti proposte: pizza ai porri biologici e pomodoro, con finocchi gratinati, con borragine, con puntarelle, con ricotta crudo di Parma e broccoletti, con cacioricotta peperoncino fresco e po- papillon 66 - inverno 2014 modorini... Bravo Alessio Rovetta (nella foto) ci rivediamo presto. È una nostra recente scoperta, premiata a Milano tra le migliori pizzerie dell’anno del Golosario. È a Castel Maggiore, nei pressi di Bologna: BERBERÈ (via Pio La Torre 4/b - tel. 051705715) dal nome di una miscela di spezie, è anche il nome della creazione di Matteo Aloe (chef specializzato nel topping) coadiuvato agli impasti da Massimo Giuliana. La filosofia? Pizza a fermentazione naturale fino a 48 ore, straordinaria attenzione nella scelta della materia prima, creatività nel comporre la farcitura. Con un principio di base: rispettare il più possibile le qualità organolettiche degli ingredienti. Una specialità? La pizza con spalla cotta (della macelleria Zivieri), fiordilatte, carciofi e ricotta allo zafferano. Ma non manca un’ampia offerta di piatti d’autore, dai primi come la pasta di Gragnano con fagioli e cipolla in agrodolce ai dolci come panna cotta allo zafferano, cacao e castagne. A LA FIORAIA (via Mondo, 26 - tel. 0141401106) di Castello di Annone (At) hanno introdotto delle formule che stanno attirando i giovani, come il menu di pesce a 35 euro. Ma che buoni anche il baccalà in tempura su salsa di pomodoro fresco e pane tostè, gli agnolotti gobbi che segnano la De.Co., il tenerone stufato alla Barbera vecchia, che viene proposto in bocconcini ed è il piatto bandiera del locale, che vale il viaggio, prima della selezione di formaggi con le mostarde. E infine i dolci (euro 9): mousse vaniglia pesca e mango, coulis di lampone e sorbetto al kiwi o cioccolata in tazza, gelato al torrone e zeste all’arancia. Un abbraccio a Ornella che, anche senza il suo Mario, continua coi figli l’epopea di questo grande ristorante! 86 papillon 66 - inverno 2014 Un salto in avanti ha segnato LA CAMBUSA (via Ferri, 11 - tel. 0266040975), ristorante di pesce di Cinisello Balsamo (Mi) dei fratelli Michele e Pietro Di Sabato. In un locale moderno e accogliente godetevi all’ingresso lo spettacolo dei pesci freschissimi che fanno bella mostra di sé, pronti a finire in cucina. Tra gli antipasti, ecco i crudi con ostriche, scampi, gamberi rossi di Sanremo, ricci, seppie, tonno e i cotti, con le memorabili fritture, scampi al sale e patate e cozze. A seguire schiaffoni alle cime di rapa o ai moscardini, poi pesci di grossa pezzatura o crostacei alla griglia o alla catalana. Menu degustazione di 4 portate a 50 euro. Ma che grandi! (Il pesce a Milano così fresco e buono è difficile da trovare). Ancora una volta ci ha emozionato, la sosta al CARLO MAGNO (via Campiani, 9 - tel. 0302511107) di Collebeato (Bs). Affascinante e romantica la struttura in cui è ospitato il ristorante. Impeccabile il servizio coordinato con grande professionalità dall’ottimo Fabrizio Bolpani. Golosa, intelligente, attenta alla stagionalità dei prodotti, la cucina di Beppe Maffioli, chef davvero tra i migliori del nostro Paese. In un crescendo di emozioni, sarete felici con strepitoso risotto mantecato alla zucca con gelato al Parmigiano e ragù di spugnole, formidabile sella di coniglio farcita alla altre visite zucca con crema di polenta di grano Marano leggermente prezzemolata e riduzione di vino rosso, gelato alla zucca biscotto amaretto salsa al cioccolato Guanaja. Corona! AL VEDEL (via Vedole, 68 - Colorno - tel. 0521816169). Nei pressi dell’uscita autostradale di Parma, c’è questo locale accogliente dove gustare una cucina del territorio e della tradizione rivisitata con mano creativa e leggera. Non perdetevi per nussuna ragione i tortelli dolci di Colorno, prototipo massimo e ben riuscito di un piatto della tradizione. Ma valide scelte sono anche gli anolini parmigiani in brodo di carne. Di secondo, coscia d’oca cotta in confit caramellata al miele e zucchine al Brandy o punta di vitello ripiena con patate. Si chiude bene con torta Duchessa classica di Parma. Carta dei vini di vera goduria. Spenderete circa 45 euro. Ha compiuto 10 anni il D’O (fraz. San Pietro All’Olmo - via Magenta, 18 - tel. 029362209) di Cornaredo (Mi), creatura di Davide Oldani. Per l’occasione, il 28 ottobre 2013, nelle sale del Mu- 87 altre visite nicipio del paese, si è svolta una festa grandiosa con giornalisti, vip e clienti celebri. Tra i piatti che potrete assaggiare nel suo locale: raviolo di barbabietola e baccalà Gorgonzola soffice e piccante, “bianco e nero, morbido e croccante, dolce e salato: riso”, scarola imbottita lattuga in salsa di alici e pompelmo o bollito misto “alla cornaredese”. Dolci top: spugna Earl Grey rhum banana e noce moscata cremosa o macedonia di “verdefrutta” invernale, chiodi di garofano, cannella e zenzero. Un’esperienza memorabile! A pranzo il mitico menu a 11,50 euro; la sera 4 portate a 32 euro. papillon 66 - inverno 2014 di patate viola con ragù di cascina, pollo marinato alle erbe con puré di patate valsesiane, zabaione coi biscottini che producono nel vicino negozietto “I Biscutin dal Strii”. Una sosta straordinaria, dove trovare anche confetture, gelatine, chutney e sciroppi di Cà di Mori e, naturalmente, il pane di Vulaiga, che c’ha messo lo zampino per valorizzare il suo paese. Che bella questa sosta a Dogliani (Cn) all’OSTERIA BATTAGLINO (piazza Martiri della Libertà, 12 - tel. 0173742089), un locale tutto vetrate dove si può gustare una cucina di terra e di mare da leccarsi i baffi con un’offerta di vini entusiasmante. Dopo coscia di vitella piemontese battuta al coltello e vitello tonnato all’antica, gli gnocchetti di patate d’alta Langa con le triglie di scoglio e i ravioli del plin di ricotta di pecora e parmigiano con la zucca e i funghi porcini trifolati. Di secondo il carré di maialino nero di Cinta Senese gratinato in forno e i calamari scottati in padella, prima di chiudere con bonet e zabaione con biscottino. L’ALBERGO DELLA POSTA (via Roma, 19 tel. 016355914) di Fobello (Vc) è una novità assoluta. E guai a perderla. Offre una cucina radiosa a prezzi felici (30 euro il menu degustazione). In cucina uno chef giovane, Fabio Maiano, che arriva dal Ratanà di Milano. La sala è elegante e riposante, la scelta dei vini da intenditori e i piatti a chilometro super ravvicinato: trota del Mastallone in carpione con le sue uova e bottarga, gnocchetti 88 Si vive una sosta gustosa e divertente a PECCATO DI GOLA (via Secco d’Aragona, 28/30 - tel. 029549278), enoteca con cucina di Inzago (Mi), e nostra scoperta che vede ai fornelli lo chef patron Giampiero Ciceri, per tutti “Gigi”, e Ciro Perasole. La selezione di vini curata da Alice Sironi che troverete in sala, sorprende per competenza, e si segnala per l’eccellente rapporto qualità/prezzo delle etichette scelte. In tavola, di un menu che consente anche ai più giovani di accostarsi al gusto senza timore, per l’intelligenza con cui coniuga qualità e prezzi, più che ragionevoli, potrete gustare polpo con purea casereccia all’olio e salvia, risotto allo zafferano con ossobuco di vitello o papillon 66 - inverno 2014 tagliatella fresca con ragù di carni bianche (radiosa!), cotoletta di vitello alla milanese, semifreddo meringa al pistacchio, o in alternativa per chi vuol fare una sosta meno impegnativa, tagliere di salumi nazionali con formidabile salame nostrano o tagliere di formaggi tra cui spicca un buonissimo Salva cremasco stagionato (e proposto, secondo tradizione con le tighe). Bravi! altre visite È un posto da sogno il nuovo ristorante da MASSIMO CAMIA (via Alba-Barolo, 122 - tel. 017356355 - 3420515132), aperto a inizio settembre 2013 a La Morra (Cn) nei locali delle cantine Damilano. Nella bella sala calda abbiamo gustato l’uovo e porcini, il risotto al Barolo con midollo di vitello, i tajarin e, a seguire, il guanciale al Barolo e purea di patate o il filetto alla Valdostana che ha un cuore di Fontina filante. Da non perdere il tortino di nocciola al cucchiaio con salsa inglese al Moscato, in alternativa ai formaggi al latte crudo della selezione Franco Parola. Una delle migliori tavole dell’anno. La CASA DEL VINO (piazza S. Vincenzo, 1 - tel. 0464486057) di Isera (Tn), in Vallagarina, merita una sosta anche per le otto nuove camere, molto belle e per la cucina sempre più sfiziosa che richiama l’abbinamento coi grandi vini della Vallagarina, Marzemino in primis. Tra i piatti assaggiati, da non perdere, il baccalà fritto con cetrioli al curry, gli gnocchi di fonduta di formaggi trentini, le polpette di manzo al sugo e dolci alle mele. Lo slogan del menu del giorno è “fatto e servito da persone felici”. Non ci sono più dubbi: la miglior pizza di Milano e dintorni, è a Legnano (Mi) alla PIZZERIA MONTEGRIGNA BY TRIC TRAC (via Grigna, 12 - tel. 0331546173). La firma Bruno De Rosa di Tramonti, già “Premio Golosario”. Si può scegliere tra 12 impasti (e c’è il rarissimo impasto tradizionale di Tramonti col finocchietto, ma anche quello con zafferano, con mais Ottofile, alle noci, rustico...) a lievitazione naturale, realizzati con farine antiche. Tra le migliori, l’Eccezionale (E 10), 89 altre visite con fiordilatte, salsiccia senese, uova e Grana e la Scarola (12 euro), con fior di latte, scarola passita, capperi, alici del mar Cantabrico, olive e Grana, L’Antica pizza madre (9 euro), vera meraviglia a base di pomodori San Marzano, alici del Mar Cantabrico, Parmigiano, olive e origano di montagna. Ancora Campania al dolce, con le creazioni del sommo De Riso. Oppure, se non l’hanno finita, la loro eccezionale pastiera. papillon 66 - inverno 2014 te (piatto dell’anno l’hanno definito alcuni), poi il maestoso germano reale in doppia cottura con germogli autunnali, salsa peverada e melograno. E una zuppa inglese dissociata da andare giù di testa. È stato bello esserci! Una bella novità a Milano (via Corsico, 1 - tel. 028392377) è questo 28 POSTI, con gli arredi realizzati dall’Associazione Liveinslums, ONG all’interno del carcere di Bollate, e una brigata di cucina composta da detenuti. Pochi coperti (28 appunto), con proposte gluten free e vegeteriane. Un applauso per il ristorante LA PECA (via Giovannelli, 2 - tel. 0444830214) di Lonigo (Vi) dei fratelli Portinari, che hanno cucinato una cena memorabile per gli ospiti di PizzaUp. E per noi che c’eravamo e per i tanti colleghi si è avuta l’impressione di assistere veramente alla cena dell’anno. Ed ecco sfilare cremoso di baccalà, cavolfiore e friggitelli all’agro, riso mantecato con lieviti “Bellaguardia”: il dolce, salato, acido, amaro e piccan90 papillon 66 - inverno 2014 Tra i nostri assaggi: tortino al radicchio su salsa alle noci e cialda di Parmigiano, risotto alle capesante con crema di corallo, limone, timo e zafferano, verticale di parmigiana terra e mare o trancio di ricciola su peperoni marinati al miele con infuso di zenzero e basilico. Si chiude con panna cotta con coulis di frutta fresca e arance in salsa con ricotta di pecora. Sui 45 euro. È piccolo ed estroso il localino CI PENSO IO in via Paolo Sarpi (tel. 0245470445) a Milano. Un po’ cantina con mescita vini. Un po’ minuscola bottega di cose buone, selezionate attentamente. È anche scuola di cucina, corsi per grandi e bambini. E infine due splendidi tavoloni di legno e uno di marmo, un paio all’esterno nella bella stagione, per spizzicare, degustare e assaggiare. I pasti sono mignon: taglieri di salumi e formaggi, insalate di legumi e di riso Venere. Non mancano alcuni piatti un po’ più elaborati, come caponata di melanzane, ratatouille, tartare di salmone o di tonno, caciucco, farro mantecato alla norma. Il tutto accompagnato da qualche bicchiere di vino dell’Oltrepò, attinto direttamente dalle damigiane poste con orgoglio in bella vista. Come extra? Il giovedì sera vanno in scena dei piccoli concerti di jazz mentre appesi alle pareti, alcuni dipinti, disegnati con vino e aceto. DA GIULIA (piazza Gramsci, 3 - tel. 0236512177) è il miglior ristorante di pesce di Milano e nuova “corona” della GuidaCriticaGolosa. Si assapora una tipica cucina del Sud con la certezza “di mangiare sempre bene”. Si parte con il crudo: scampi crudi olio e limone, tartare di tonno rosso del Mediterraneo, o il sontuoso plateau di frutti altre visite di mare. Si prosegue con pasta con le sarde che vale il viaggio, o il risotto ai gamberi rossi e finocchietto selvatico e poi pesce e crostacei secondo la disponibilità del mercato, alla griglia o al sale. In chiusura cassata, cannolo o strepitoso semifreddo ai pistacchi di Bronte. Questa è vita! Alla GNOCCHERIA IL PASTO GIUSTO (via Cesana, 10 - tel. 022822744) di Milano. Il nome anticipa il piatto forte del locale di Mohammed Aly: gli gnocchi buoni come li mangerete qui, non li troverete da nessuna parte. Li fa alla carbonara, ai quattro formaggi, al nero di seppia, oppure con verza e Bitto, delicati, o con zafferano e speck, o con broccoli, olive nere e salsiccia. Gli gnocchi alla contadina sono invece con salsiccia e cipolla. Tra le altre specialità, tagliere di salumi tipici, gnocco fritto, filetto al Barolo con patate arrostite, fritto di gamberi calamari e julienne di zucchine. A chiudere gnocchi al cioccolato o ai frutti di bosco che vi faranno uscire con tanta voglia di tornare. In corso Como a Milano c’è un locale solido come il LANGHE (tel. 026554279) con sale accoglienti, personale preparato, ottima la carta dei vini. Nella nostra visita abbiamo assaggiato i paté della casa, i salumi delle regioni italiane, i tajarin delle Langhe al brucio, e un perfetto risotto alla milanese servito anche con l’ossobuco (davvero grande). Tra i secondi ecco il Piemonte che arriva con il fritto misto, accanto alla milanesissima costoletta alla milanese e al galletto alla griglia. Si chiude con il bonet delle 91 altre visite Langhe e generici tiramisù, semifreddi e affogati e torte della casa. In meglio! Il nuovo ristorante di Andrea Berton, che porta semplicemente il suo nome, RISTORANTE BERTON (viale della Liberazione, 13 - tel. 0267075801) è una bomboniera fatta di eleganza, comodità e tanto gusto. È al piano terra di uno dei nuovi palazzi nell’area delle ex Varesine, dove sono sorti i grattacieli di Milano. Dopo una settimana dall’apertura, il tutto esaurito ogni sera. Qui lo chef con un suo risotto alla liquirizia, con Carnaroli Acquerello, davvero speciale. In bocca al lupo! papillon 66 - inverno 2014 e pimpinella, il risotto alla milanese con lacrima di midollo alla brace, il petto d’anatra muta all’ibisco e la coscia in doppio servizio: quindi il pesce con astice cucinato dolcemente in casseruola, prugne all’eucalipto, fegato grasso e Punt&Mes. Come dessert zuppa inglese tradizione e influenze dall’Oriente. A pranzo menu a 50 (2 portate) e 60 (3 portate) euro. Menu degustazione a 130 e 150 euro. C’è anche il Café Trussardi per colazioni e lounge bar al piano terra, ma anche un nuovo spazio di fianco al ristorante al piano. Numeri 1 per pranzi più informali. Locale gemello. Una bella sosta a Montalcino (Si), AL LECCIO (Sant’Angelo in Colle - Costa Castellare, 1/3 - tel. 0577844175), piacevole trattoria con annessa vineria, che offre un menu degustazione a 32 euro di stretta attinenza toscana e uno a 38 euro con proposte più creative. Dopo il tipico antipasto toscano con i crostini, i pici fatti a mano al sugo di carne, la panzanella e la pappa al pomodoro (molto buona), e poi la fiorentina, ma anche la tagliata di vitello. Come dolce chiedete la torta del giorno fatta in casa. Sui 45 euro. A Monteprandone (Ap) al CONVENTO DI SAN GIACOMO (via Leopardi, 10 - tel. Dalle finestre del TRUSSARDI ALLA SCALA (piazza della Scala, 5 - tel. 028068821) di Milano il colpo d’occhio sarà emozionante. Ambiente elegante, servizio puntuale e ai fornelli Luigi Taglienti, chef talentuoso che sta stupendo tanti. Ecco quindi, l’orata oro ginger e zafferano, il musetto di vitello cotto a lungo nello Spumante, sgombro, cetriolo e tartufo nero; i tortelli ripieni di baccalà mantecato alla ligure con latte di baccalà 92 papillon 66 - inverno 2014 073562545) con la consulenza del prof. Tommaso Lucchetti e di Ermetina Mira è stata organizzata una cena intitolata “La Cucina dello Spirito” in occasione della festa di San Martino, dove abbiamo degustato la tradizionale pizza bruna, la zuppa di fave secche alla maniera di San Giacomo, le lasagne di Princisgras, l’oca arrostita ai marroni, la zucca con le mandorle, i broccoli con la salsa, la torta al Vincotto e gli Ossi di morto. Tutto l’anno andate da Ermetina. altre visite i tortelli ai mirtilli con ripieno di funghi porcini e brodo tiepido alla cannella; il superbo sottofiletto di bovino alla plancia con millefoglie di patate e finferli e finta salsa barbecue. Tra i piatti di pesce anche le triglie scottate con asparagi, piselli e zuppetta di agrumi. Grandiosi come sempre i dolci: pesche con la sua zuppa, gelatina di passion fruit e gelato alle mandorle o il perfetto cioccolampone. Che festa! ANTONIO FERRARI STORIE DI CIBO E DI VINO è un’enoteca con cucina (60 posti), dove acquistare e consumare, accanto ai tradizionali spunciotti e agli ottimi vini, una particolare selezione di salumi e formaggi, nazionali e internazionali, ma anche paste fresche, fonduta di formaggi, tartare di manzo. Una particolare attenzione è posta ai formaggi prodotti dal patron e diventati addirittura un marchio registrato. Lo trovate a Padova in via Umberto I, 15 (tel. 049666375). A Pollone (Bi) ai fornelli de IL PATIO (via Oremo, 14 - tel. 01561568) c’è Sergio Vineis, il maestro di Pino Cuttaia, cuoco dell’anno del Golosario, qui con il figlio Simone. In questo locale elegante abbiamo assaggiato “La seppia”: mantecata, tagliatella scottata, focaccia al nero e il suo caviale; A Presezzo (Bg) merita la visita il SETTECENTO (via Milano, 3 - tel. 0354517003). È una splendida struttura settecentesca, che è anche elegante hotel con piscina. Dunque un ristorante di grande eleganza e charme, con piatti che spaziano in modo felice tra terra e mare. Tra gli antipasti, le alici a beccafico o la julienne di finocchi con mousse di calamari; tra i primi, il risotto ai finferli e scampi, i casoncelli alla bergamasca burro e salvia con pancetta croccante; tra i secondi, il filetto di cernia al limone e vaniglia su spinacini al sauté e riccioli di rafano o scaloppa di foie gras con ananas caramellato, crema di lamponi e pan brioche tostato. Possibilità di avere piatti unici come Club Sandwich o Cheese Burger con patate. Avanti così! È un piccolo paradiso per gli amanti del turismo ecocompatibile: il LAIDA WEG EXPERIENCE HOTEL (loc. Rima, 3 - tel. 016395041) di Rima 93 altre visite San Giuseppe (Vc) che ospita il pub “Der ormu Sura”, specializzato in whisky, e il ristorante “Ds verloure tol”. Non crederete ai vostri occhi quando sarete arrivati fin qui. La cucina, col giovane Damiano Miano, spazia dai piatti locali a menu gluten free. Tra i nostri assaggi: tartare di salmone selvaggio, risotto al blu di mucca di Castelmagno, fiori di zucca con riduzione di whisky, camoscio al whisky, bavarese al pistacchio con cioccolato bianco su biscottino alla nocciola (menu circa euro 55). Infine, la Spa, un vero inno al benessere e al relax, provvista di sauna, bagno turco, idromassaggio e percorso kneipp. Bello davvero. Anzi clamoroso! papillon 66 - inverno 2014 e nocciole? Perfetta. Si chiude con crème brûlée alla lavanda o cannolo di cioccolato e bavarese di sambuco. Ci sono anche due menu degustazione, il Festival da 78 euro e il Gran Festival da 95. È stata una delle soste più emozionanti dell’anno, quella che abbiamo vissuto al MOMA (piazza Berera, 18 - tel. 0331923473) di Sesto Calende (Va), ristorante elegante, ma dove ci si sente a casa, guidato con passione e grande bravura da due giovani dal grande futuro. Lui, Simone Zambon è chef tra i migliori, la moglie, Annamaria Carminati, è impeccabile regina di sala e assicura servizio impeccabile. Di una cucina di rara eleganza, che non mira a sorprendere, ma va diretta al cuore, gusterete formidabile tartare di manzo Wagyu Kobe e i suoi ingredienti (vi invitiamo a scoprirli, sarà un’emozione!), rigatoni al ragù di coniglio mazzancolle in olio di cottura e salsa di foie gras (vale il viaggio!), maialino berico scalogno fondente ciliegino al forno salsa alle erbette selvatiche, pastiera liquida semifreddo di ricotta di capra canditi di limone pompelmo e pistacchi. C’è una proposta a 15 euro per il pranzo. Nuova sede per il locale di Riccardo Di Giacinto a Roma, ALL’ORO (via del Vantaggio, 14 - tel. 0697996907) che è corona super radiosa. Il piatto dei piatti, simbolo del locale, è il “rocher” di coda alla vaccinara con gelée di sedano. Ma in occasione della nostra ultima visita siamo stati bene con ricotta pomodoro e cipolla, poi tiramisù di baccalà, e ancora un godurioso sushi di fassona piemontese Parmigiano e porcini. Tra i primi, ottimi gli spaghetti cipolla bruciata e patate, ancor di più i cappelletti in brodo asciutto con Parmigiano e zafferano. E che dire dell’anatra patata porcini Che bello andare da Christian Magri a Settimo Milanese (Mi) (via Meriggia, 3 - Villaggio Cavour - tel. 0233599042), in quel locale vacanza, tutto legno, di fronte a un bel laghetto. Che bello andarci per la colazione coi suoi dolci (e i suoi panettoni in questi giorni), oppure sedersi al tavolo e godere di una costoletta alla milanese come dio comanda. La più buona dell’anno. Non 94 papillon 66 - inverno 2014 poteva essere altrimenti, da una corona della nostra GuidaCriticaGolosa. Attenzione! Nelle sale del castello di Solero (Al) c’è l’osteria DUMA C’ANDUMA (via Faà di Bruno, 27 - tel. 0131222994). Un posto accogliente, dove si è affinata una cucina casalinga davvero buona. In cucina Maurizio Giusio, a servirvi Federico Giusio. Qui si viene per gli agnolotti di stufato che sono fatti davvero bene con una pasta sottile il giusto. Ma anche gli antipasti sono eccellenti: il vitello tonnato dalla salsa saporosa, ricca di capperi, come non l’assaggiavamo da tempo, i peperoni arrosto con una salsa delicata a base di acciughe, ottima l’insalata russa. Gli agnolotti vengono poi serviti con diverse varianti: ai tre arrosti, borragine e seirass, Fassone e tartufo, e quelli del plin. Ma ci sono anche gli agnolotti del re (bolliti nella Barbera). Tra i secondi non lasciatevi scappare i salamini di vacca di Mandrogne serviti alla griglia, bolliti o ubriacati nella Barbera. Accanto ottime patate arrosto. Quindi l’arrosto di fassone al ginepro, la tagliata di Fassone con porcini trifolati e il fass-burger da 300 altre visite grammi. Si chiude col mattone con crema di nocciola, caffé e biscotti. Andiamo che andiamo! Poesia, bellezza e gusto. Questa l’esperienza che si vive in una sosta al MOLINO SAN GIUSEPPE (via Borgo Sotto, 4 - tel. 037483060) di Soncino (Cr), locale che siamo orgogliosi di aver scoperto, e oggi indirizzo tra i migliori di tutta la provincia. Ha la corona. L’ambiente è un incanto, grazie alla vista della straordinaria Rocca Sforzesca che se ne sta proprio di fronte, e all’eleganza della sala (siete in un antico mulino millenario). La cantina ha tanti nostri Top Hundred e vanta etichette dall’eccezionale rapporto qualità/prezzo. La cucina? Intelligente e golosa, è mix di rara sapienza tra tradizione e creatività. Per voi “Degustazione Cantarelli”, novità dell’anno e proposta che assicura l’assaggio mono porzione di tutti gli antipasti (oltre a una mezza porzione di un primo della carta, bicchiere di vino, dolce, acqua e caffè, il tutto a 27 euro). In alternativa salame “Cascina Marinoni”, gnocchi al ragù d’anatra e pecorino, pluma di iberico Patanegra, dolci del Mulino. Ciliegina? Un conto di rara moderazione. Imperdibile! Corona straconfermata per il ristorante LA FERMATA (strada Bolla, 2 - tel. 0131617508) di Spinetta Marengo (Al) dove la cucina di Riccardo Aiachini spicca sempre per i suoi piatti legati al territorio, ma anche frutto di guizzi originali frutto delle sue costanti ricerche. Tra gli antipasti, passata di fagioli con cozze pomodoro confit e spuma di ricotta e la ghiotta cipolla di Castellazzo cotta al sale e ripiena. Tra i primi, le lasagne con ragù di Fassone a coltello (nella foto di pagina 92), gli agnolotti alessandrini della tradizione da manuale; tra i secondi, la radiosa quaglia disossata e ripiena con puré di zucca e tartufo nero oppure il filetto di 95 altre visite agnello con puré di patate e verdure. Ai dolci due chicche: pesca, cioccolato e amaretto e morbido al cioccolato con sorbetto di limone. Gran menu degustazione a 70 euro e piccolo a 55. Cambiamenti alla PIAZZA DEI MESTIERI di Torino (via Durandi, 13 - tel. 01119709679) dove, da settembre 2013, in cucina è arrivato Maurizio Camilli, già cuoco del Casa Baladin di Piozzo. Il ristorante, che offre un menu degustazione a 35 euro, propone battuta di Fassona con l’uovo in crosta di pane, tentacolo di polpo con melanzane, hamburger di baccalà, perfetti gli gnocchetti con fonduta di Blu del Moncenisio oppure i plin salta- papillon 66 - inverno 2014 ti con burro ed erbe. Ottima scelta tra i secondi: tagliata di Fassona, guancia di mora romagnola, spalla di agnello con fichi caramellati e seppia in due modi. Starete bene! Bella novità della GuidaCriticaGolosa a Vercelli, con PAOLINO (via San Paolo, 12/14 - tel. 0161214790), un locale con pochi tavoli, aperto solo la sera (la domenica anche a pranzo). Durante la mia visita ho gustato mousse di carne (la consistenza era quella), ovvero la battuta di fassone col tartufo, cotechino ubriaco con ristretto di Barbera, accanto ai bocconcini di cervella fritta e carciofi. Il risotto qui lo fanno con la toma e il tartufo nero, ma - udite udite - in questa stagione c’è anche il minestrone con la trippa che non fa quasi più nessuno, e il tortellone di zucca, mentre i plin sono in brodo di gallina. Il piatto che merita il viaggio è il cosciotto d’oca con la verza, accanto alla coda di manzo in guazzetto rosso e al rognone trifolato. Per i dolci affidatevi al gelato fatto in casa sulla sua torta di mele, oppure al semifreddo al Bicciolano. NEWS NEL MONDO DELLA RISTORAZIONE • IN PIEMONTE • Ha chiuso i battenti a fine 2013 l’HOSTERIA DE’ FERRARI di Frascaro (Al); LOU SARVANOT di Stroppo (Cn) resterà chiuso fino a luglio 2014; il Gener neuv di Asti rimarrà chiuso per qualche mese. • IN LOMBARDIA • Ha cessatò l’attività l’EDELWEISS di Castel d’Ario (Mn); ad aprile 2014 chiuderà lo ZAFFERANO di Manerba del Garda (Bs); CASTELLO MALVEZZI di Brescia ha cambiato gestione, lo chef ora è Alberto Riboldi; anche l’ANTICA OSTERIA AI RANARI di Mantova cambierà gestione nel 2014; cambio della guardia al GIMMY’S RESTAURANT dell’Hotel Arisch di Aprica (So): lo chef Borruso ha lasciato il timone a Thomas Raggi, suo sous chef per sette anni; Carlo Cracco ha lasciato la consulenza a PALAZZO PARIGI di Milano. Il 22 gennaio il grande Gino Sorbillo da Napoli sbarcherà a Milano in largo Corsia dei Servi con la sua pizzeria. • IN LIGURIA • AGRODOLCE di Imperia ha cambiato gestione e chef. 96 La razza Bruna Alpina La Bruna, in passato denominata Bruna Alpina, è una razza bovina originaria della Svizzera dalle spiccate doti di rusticità. In Italia è stata introdotta a partire dal 1850 nel versante sud dell'arco alpino e si è poi diffusa nella Pianura Padana e poi in tutta la penisola e isole. Molto importante fu poi l'importazione negli Stati Uniti che diede origine alla razza derivata Brown Swiss che sostituì anche in Europa la razza Bruna originale svizzera. Si tratta di una razza di taglia superiore a quella svizzera, dalla maggiore attitudine lattifera e minore alla produzione di carne. Negli anni ’70 la razza Bruna originale è quasi completamente scomparsa proprio a causa del massiccio ricorso all’incrocio con tori di provenienza americana. La Bruna Alpina originale vanta però parecchi pregi: è una razza robusta e sobria a duplice attitudine; di ottima adattabilità all’allevamento con vacche nutrici; produce carne di qualità eccellente; ha corporatura robusta ed è molto longeva. Inoltre il latte che produce, oltre a essere buono, ha un alto valore proteico ed è quindi ideale per realizzare ottimi prodotti caseari. Per questo, le Fattorie Fiandino di Villafalletto (Cn) allevano vacche di razza Bruna Alpina per produrre diverse varietà di formaggi, oltre al famoso burro salato. Il Burro 1889 Salato si ricava per centrifuga dal latte, le panne sono lasciate riposare per 72 ore, poi in un’unica lavorazione, si trasformano nei panetti da 100 e 200 g. Si aggiunge fior di sale integrale raccolto a mano delle Saline Culcasi di Trapani in misura inferiore al 2%, unendo idealmente la tradizione siciliana a quella piemontese. Da una ricetta delle donne di casa Fiandino a base di Burro 1889 è nata Ghitina, la crema nutriente e delicata grazie alla quale nonna Margherita (detta Ghitina) aveva mani incredibilmente morbide. La creatività delle Fattorie Fiandino di Villafalletto riconosciuta a livello nazionale Lo slogan “Figlio dei fiori”, riferito al formaggio Gran Kinara, si è imposto nel concorso, promosso da Confindustria e il Sole 24 Ore, “Parola d’impresa” categoria “Bevande e prodotti Alimentari”. Da anni le Fattorie Fiandino hanno avviato la produzione di formaggio con vero caglio vegetale da fiori di Cynara cardunculus, riprendendo le antiche intuizioni di nonno Magno. Proprio per meglio evidenziare questa particolare e rara tipologia di caglio le Fattorie Fiandino hanno coniato lo slogan “Figlio dei fiori” che rimanda a ricordi legati alla natura e al vivere liberi. Su questa frase lo studio grafico Ivan Barra, altra azienda cuneese, ha costruito un’immagine allegra e anticonformista dove una fetta di Gran Kinara assume sembianze umane, con occhiali da sole e foulard annodato in testa, in puro stile “hippie”: un gran successo. per maggiori informazioni it www.fatto riefiandino. pizza papillon 66 - inverno 2014 È 180 il numero per la pizza perfetta: è infatti il peso della pallina di impasto ideale per restare dentro le 600 kcal consigliate dai dietologi. Il responso arriva dalla settima edizione di Pizza Up, il simposio voluto dall'Università della pizza e Molino Quaglia che si è tenuto a Vighizzolo d'Este (Pd) lo scorso novembre. IL P GRECO 1 2 98 della pizza La pizza 180, però, non è solo una questione di peso, ma anzitutto di scelta degli ingredienti. La pizza 180 dovrebbe avere meno carboidrati, zuccheri, sale e grassi e contenere più fibre, sali minerali e vitamine. Per questo è stato proposto un impasto con il 30% in meno di farina di grano tenero (da 150 a 105 g) e più fibre contenute nella farina dai cereali integrali. L'idea è antica e moderna allo stesso tempo. Da un lato le pizze in voga nell'Ottocento - le famose "pizze a libretto" - dovevano avere più o meno lo stesso peso per l'impasto. Dall'altro la pizza 180 è il modo per rimediare ai tanti danni dietetici che si compiono quotidianamente ingurgitando pizze preparate con farine estremamente raffinate e farciture esagerate che spesso devono compensare il non sapore della pasta. Ecco l'idea di un impasto già gustoso, grazie all'uso di farine integrali, ma anche veicolo di nu- trienti grazie all'utilizzo di germinati. I Bricks (mattoncini) di Petraviva sono stati lanciati da Molino Quaglia proprio con questo intento: apportare una personalizzazione alla farina e dall'altro migliorare il profilo nutrizionale. Cereali integrali o singole parti del chicco, naturali o tostati, ma anche semi e legumi, interi o sfarinati che hanno subito una germinazione assistita, studiati proprio per apportare da un lato una personalizzazione alla farina e, dall'altro, un più elevato profilo nutrizionale. Ma non solo: la pizza ideata da Ruggero Ravagnan (foto 1) come emblema della dieta Mediterranea, nell'impasto prevedeva solo farina Petra e germinati, senza l'utilizzo di lieviti aggiunti: il processo di lievitazione infatti è stato innestato dai germinati. La pizza di Ravagnan - presentata a Pizza Up - voleva essere il paradigma della Margherita con una farcitura composta esclusivamente da mozzarella di bufala campana Dop, pomodoro San Marzano e olio Evo a crudo per un totale di 593 kcal, il 30% del fabbisogno giornaliero (foto 2). Ma la stessa strada, di farina e germinati, è stata percosa da altri pizzaioli che hanno lasciato spazio alla fantasia: la focaccia romana (foto 7) di Roberto Ghisolfi, l'hamburger vegetariano (foto 3) di Matteo Bosco, la cipolla borrettana e parmigiano di Beniamino Bilali (foto 4), il frollino (foto 5) di Simone Padoan. Ecco le idee lanciate da Roberto Ghisolfi (foto 6) de Lo Spicchio di Cremona sul palco di Golosaria: pizza papillon 66 - inverno 2014 3 by Roberto Ghisolfi 4 5 LE PROPOSTE CON I GERMINATI Focaccia Romana con coppa, crema di broccoli e provolone. Impasto: Petra 1, Petra 9, acqua, sale, lievito madre, germinato di grano saraceno, farro, olio Evo. Topping: coppa cotta, broccolo al vapore emulsionato con yogurt greco e provolone stagionato. Focaccia di Ale Impasto: idrolisi con Petra 9, Petra1, germinato di crusca, lievito madre, acqua, sale olio Evo. Topping: stracciatella pugliese e mortadella. Pizza Bianca Impasto: Petra 3, biga di lievito madre, germinato di piselli, birra, sale e olio Evo. Topping: crema di fagioli (fagioli secchi lessati con aromi classici e frullati con acqua di cottura), salva cremasco stagionato ed erba cipollina fresca. Pizza Bianca/2 Impasto: Petra 1, lievito madre in purezza di grano saraceno germinato, farina di ceci, acqua, sale, olio Evo. Topping: crema di ceci (ceci lessati con aromi classici e frullati con acqua di cottura) scaglie di baccalà cotto nel latte con cipolla bianca e decorato con cipolla rossa ripassata in padella con acqua, vino bianco e aceto di mele. concetto di pizza contemporanea della scorsa sessione. Intanto perché dimostra che ci può essere una pizza salutare, accessibile a tutti, anche a chi soffre di intolleranze, che è molto buona. Certo, avendo seguito da vicino i lavori, queste pizze hanno avuto bisogno di tanto studio. Ora c'è da capire se entreranno nelle carte delle pizzerie più evolute. In alcuni casi ci sono già. E questo sarà il test per comprendere il gradimento. Saranno pizze che magari costeranno di più delle altre, ma certamente apriranno la strada a una frontiera del pizzaiolo, che, visto da Vighizzolo d'Este, non può mai stare seduto (come ha fatto da anni) sugli allori del successo di un piatto nazionalpopolare. Ma si deve evolvere. Il pizzaiolo è un cuoco, ma lo è non a parole, come taluni sostengono, ma coi fatti. E questi sì che sono fatti importanti. 6 7 La sessione di Pizza Up di quest'anno è stata decisamente stimolante. E supera lo stesso 99 cose buone papillon 66 - inverno 2014 cose buone in questo numero agribirrificio la morosina Abbiategrasso (Milano) gusti saraceni Adrano (Catania) garumba Alassio (Savona) consorzio agricoltori alcamesi - kafisu Alcamo (Trapani) salumificio peveri Alseno (Piacenza) azienda agricola le spiazzette Amandola (Fermo) l.t. pane Anagni (Frosinone) antica tonnara di minghetti e tammaro Bagheria (Palermo) caseificio montoso carlo del clat Bagnolo Piemonte (Cuneo) società agricola pradler Biella apicoltura del sampì Botticino Mattina (Brescia) fraticelli salumi Calcinelli di Saltara (Pesaro Urbino) la mondina Casalbeltrame (Novara) azienda agrituristica bergi Castelbuono (Palermo) bad guy brewery Cava Manara (Pavia) birrificio caligola Ceresole d’Alba (Cuneo) la baitella Cinisello Balsamo (Milano) selezione casillo Corato (Bari) f.lli cecconello Due Carrare (Padova) la pasticceria del ristorante teresa Genova mostarderia bedogna Guastalla (Reggio Emilia) azienda agricola tiberi david Loro Piceno (Macerata) agri bio panificio bisoglio luigina Lu Monferrato (Alessandria) agriturismo ai tre archi Malo (Trento) luciana mosconi Matelica (Macerata) i simboli 100 aceto caffè carne cioccolato commento dell’autore degustazione dolci dormire formaggi frutta gelato liquori e distillati marmellate microbirrifici miele negozi olio pane, farine pasta pesce prodotti tipici locali riso ristoro salumi sfiziosità spumanti verdura vini papillon 66 - inverno 2014 cipriani food 1931 Meolo (Venezia) conti confetteria Milano pasticceria passerini Milano sapori mediterranei Milano sciatt a porter Milano la teiera eclettica Milano azienda agricola annese Monopoli (Bari) innocenti salvatore az. agr. Monteleone Sabino (Rieti) mastri speziali zafferano della brianza Novate Milanese (Milano) dg3 dolciaria Ospedaletto d’Alpinolo (Avellino) konza kiffi Pantelleria (Trapani) arte bianca Parabita (Lecce) birrificio badef Passirano (Brescia) la cascinassa Pavone Canavese (Torino) az. agr. cornablacca Pertica Bassa (Brescia) birrificio del forte Pietrasanta (Lucca) antico forno Quattordio (Alessandria) caffè sicilia Ragusa aquè Ribera (Agrigento) le occare Runco (Ferrara) macelleria belli Torrita di Siena (Siena) v.d.p. di molinari marzia Trevi nel Lazio (Frosinone) muzighin Urbania (Pesaro Urbino) di lab Vercelli società agricola cascina brarola Vercelli golosidea Villa d’Almè (Bergamo) dove 101 cose buone papillon 66 - inverno 2014 le birre del Parco del Ticino AGRIBIRRIFICIO LA MOROSINA ABBIATEGRASSO (Milano) CASCINA MOROSINA TEL. 3409393797 Nel parco del Ticino, Filippo Ghidoni, poco più che ventenne, ha dato forma al suo sogno: produrre una birra con materie prime proprie al 100%. Una sfida che oggi lo ha portato a produrre tre birre apprezzate anche dalla Feltrinelli. L’idea è nata pochi anni fa quando Filippo, ventenne, ereditò dalla nonna il testimone della conduzione di un’azienda agricola nel parco del Ticino, fino allora dedicata alla coltura maidica. Qui però la cultura della birra è secolare: siamo a due passi da Morimondo, la birra d’abbazia è stata per secoli una risorsa di abbazie e contadini. Ecco quindi la rivoluzione a partire dai campi dove orzo e frumento hanno preso il posto del mais, poi la creazione di un maltificio aziendale consortile e la coltivazione, difficile e rara, del luppolo. Proprio su quest’ultimo si gioca una sfida ancor più importante: in collaborazione con l’Universi- tà di Milano è partita la selezione di un luppolo autoctono della valle del Ticino che possa caratterizzare in maniera ancor più netta le birre. A oggi le birre prodotte, non filtrate e non pastorizzate, sono di tre tipologie differenti. C’è la bionda dall’aroma fragrante e fresco con le piacevoli note amaricanti del luppolo che la rendono beverina. La Rossa (buonissima) ha aroma intenso e fruttato, un amaro delicato che esalta anche in bocca i sentori di agrumi e bacche aromatiche. Infine la weizen, fragrante al naso, ma capace di addolcirsi in bocca dove si coglie il gusto morbido con lievi note di miele. Si può degustare anche presso l’agriturismo di famiglia: Corte dei Cistercensi di Morimondo (Corte Dei Cistercensi, 6 - tel. 029465905). condimenti e sfiziosità alle pendici dell’Etna GUSTI SARACENI ADRANO (Catania) VIA PESTALOZZI, 10 - TEL. E FAX 0957691959 - CELL. 3283213381 [email protected] - www.gustisaraceni.com In una zona particolarmente vocata per l’agricoltura, alle pendici dell’Etna, nasce l’azienda Gusti 102 Dalla coltivazione di olive di varietà Nocellara dell’Etna viene estratto con processi meccanici a freddo l’olio extravergine ricco di vitamine E e K, polifenoli e grassi insaturi. Le olive verdi e nere sono trasformate anche in paté e confezionate in pratici sacchetti per essere degu- state in salamoia, alla diavola con peperoncino, alla capricciosa con le verdure, alla paesana con origano, fantasia con peperoncino, aceto e origano. La gamma dei paté annovera anche quello di funghi misti, di capperi, di carciofini, di melanzane, di pomodori e di peperoncini: uno cose buone papillon 66 - inverno 2014 Saraceni per scoprire i profumi e i sapori dei prodotti siciliani. più sfizioso dell’altro. Tra i condimenti dai sapori mediterranei ricordiamo anche il pesto dell’Etna con peperoncino, aglio, olive nere, origano e menta; il pesto siciliano con i capperi e il finocchietto selvatico; il pesto di pistacchio e il pesto mediterraneo con olive, capperi, menta e origano. Il pistacchio è proposto anche sgusciato e tritato, mentre i pomodori sono fatti essiccare e messi sott’olio. Gusti Saraceni realizza anche due creme dolci spalmabili, al caffè e alla nocciola. Eccellenti le olive, superbo il pesto siciliano. Una bella scoperta! il pesto di Alassio Garumba è uno degli agriturismi radiosi della GuidaCriticaGolosa: si trova ad Alassio e produce pesto, olio extravergine e altre sfiziosità. GARUMBA ALASSIO (Savona) STRADA PROVINCIALE CROCETTA - CASO, 75 TEL. 3484490262 www.garumba.eu È stata una delle novità più belle dell’ultima edizione della nostra Guida, e lo abbiamo premiato anche come Artigiano Radioso. Ales- sandro Vota e Lisa Sevesi, titolari di questo agriturismo, aperto nel 2010 nell’entroterra di Alassio, hanno avviato l’attività agricola sei anni fa. Producono, dall’oliveto aziendale, un ottimo olio extravergine da olive Taggiasche e Pignola, delicato, dalle accattivanti note erbacee. Da provare anche il pesto, realizzato senza uso di conservanti e antiossidanti, dal sapore intenso ed equilibrato. Ma non sono da meno anche i paté (di olive, di aglio, di capperi), le zucchine trombetta sott’olio e le marmellate realizzate con la frutta dell’agriturismo (fragole e agrumi). Prodotti che poi si ritrovano sulla tavola di questo agriturismo, che propone una cucina tradizionale genuina e leggera. Passione pura alla tavola di Alessandro e Lisa. Andateli a trovare! 103 cose buone papillon 66 - inverno 2014 la marmellata di melone d’inverno Il purceddu d’Alcamo è un melone tardivo del Trapanese, che si consuma fino a Natale, utilizzato da questo consorzio per una marmellata eccezionale. CONSORZIO AGRICOLTORI ALCAMESI - KAFISU ALCAMO (Trapani) VIA TENENTE CARAVAGLIOS, 67 Le meraviglie della biodiversità italiana sono raccontate da prodotti come questo Purceddu d’Alcamo. Si tratta di un’antica varietà di melone: cucumis velo varietà inodorus (poiché la buccia non sprigiona la fragranza degli altri meloni), conosciuta fin dall’antichità (la cita già Diodoro Siculo nel IV secolo a.C.) e tipica del Trapanese. La sua peculiarità, oltre la forma, che ricorda appunto un maialino (purceddu), e la buccia verde costoluta e rugosa, è la maturazione tardiva: i meloni vengono raccolti in agosto, ancora non completamente maturi, per essere posti in magazzini arieggiati. Addirittura, se sovrapposti a cumuli in recinti chiamati zamme, vengono rivoltati ogni 15 giorni, per evitare la formazione di marciumi, quasi una singolare forma di remuage. Si consumano fino a Natale, quando la concentrazione zuccherina della loro polpa, bianca e succosa, li rende unici. Sono rimasti in pochi a coltivarli. Alcuni di questi si sono riuniti in un consorzio, Kafisu, che produce una confettura al melone d’inverno eccezionale. Da provare anche la variante al melone d’inverno e mango. ma la conoscete la mandola? SALUMIFICIO PEVERI ALSENO (Piacenza) CHIARAVALLE DELLA COLOMBA, 3193/1 TEL. 0523940156 - FAX 0523940763 www.salumificiopevericarlo.com Tra i migliori produttori di salumi della “Food Valley” piacentina c’è il Salumificio Peveri: per la ricerca della qualità, la selezione delle carni più genuine, l’attenzione 104 Nasce all’inizio del ‘900 e sono ormai tre generazioni che la famiglia continua con rinnovato successo l’attività. La vecchia macelleria si è così trasformata in laboratorio artigianale per la produzione di salumi. Le carni sono di suini del circuito Dop Piacenza, salate per la trasformazione entro tre giorni dalla macellazione, nel rispetto dei tempi cose buone papillon 66 - inverno 2014 alla presentazione, la cura certosina dei prodotti. Parola di Davide Oldani che li ha voluti per festeggiare i 10 anni del suo D’O di Cornaredo. dettati dalla tradizione e fatte stagionare al microclima naturale di cantina senza forzature tecnologiche. L’impasto delle carni per i salumi viene preparato con macero di aglio fresco nel Gutturnio, sale marino, estratti da piante aromatiche e spezie integrali. Prodotto tipico di questo salumificio è la Mandola, il salame di prosciutto, “Dedicato ai palati sopraffini!”. Così riportava il vecchio cartoncino manoscritto quando fu presentato questo nobile salame per la prima volta. Circa la dimensione, inizialmente si pensò a un pezzo importante e la prima nata fu da 3.300 kg ma tanto piaceva che presto si pensò a dar vita alla “figlia” da proporre al tagliere. E nacque La Mandola da 700 g e poi la “sorella più piccola” da 450 g. Nella gamma dei prodotti troviamo le principali tipologie di salami tipici del territorio, dallo strolghino al salame piacentino, dal salame gentile al cacciatore, dalla mariola, al felinetto. E poi la pancetta e la coppa, il culatello e la gola, e i salumi da cuocere: dalla mariola, al cotechino, alla rosetta d’inverno. Cari gli amici del Club Papillon di Piacenza, questo salumificio ha segnato il successo dei suoi prodotti a Golosaria. Ma c’erano anche al compleanno del D’O, ovvero i 10 anni del ristorante di Davide Oldani, dove si sono fatti conoscere con la loro coppa dolce e in particolare con la pancetta. Bravissimi! dalla mela rosa di Monte San Martino AZIENDA AGRICOLA LE SPIAZZETTE AMANDOLA (Fermo) CONTRADA TENNACOLA, 2 - TEL. 0736848373 - www.lespiazzette.it In questo numero di Papillon potete leggere - nella pagina dedicata alle denominazioni comunali - il lavoro fatto sulla Mela Rosa di Monte San Martino. E qui la trovate anche trasformata. Questa varietà di mela è il biotipo più diffuso nell’area preappenninica dei monti Sibillini dove vive grazie alle sue caratteristiche peculiari: la rusticità, che le permette di resistere bene a fitopatie e parassiti, e la capacità di durare nel tempo. Di questo frutto, oggi, si possono anche apprezzare le caratteristiche organolettiche, la polpa bianca e croccante, il sapore zuccherino piacevolmente acidulo e il profumo delicato. L’azienda 105 cose buone papillon 66 - inverno 2014 agricola Spiazzette ha puntato proprio su questa varietà locale e sugli altri frutti “dimenticati” per lanciare la sua golosa linea di confettura. La mela rosa, coltivata in azienda, è ingrediente per una eccellente confettura, in purezza oppure insieme a succo d’uva, peperoncino, more selvatiche e prugnolo selvatico (una sorta di susina ricca di vitamina). Altrettanto preziosa la confettura di ciliegie corniole, un frutto antico apprezzato per la consistenza croccante. Una curiosità: il nome dell’azienda, Le Spiazzette, nasce da un’antica leggenda secondo cui le fate Sibille scendevano dai monti per ballare con i giovani del luogo e con i loro movimenti formavano degli “spiazzi” nei campi. Benemerita l’attività di questa azienda che rende viva la mela rosa per tutto l’anno. Sono entusiasta. il pane casereccio e i dolci ciociari L.T. PANE ANAGNI (Frosinone) VIA FOSSO DEL LUPO, 48 - TEL. 3382025160 www.ltpane.it - [email protected] Questo forno artigianale nel cuore del Frusinate impiega le tecniche di una volta, tramandate di generazione in generazione, per realizzare il pane casereccio di qualità tipico della Ciociaria. 106 La lavorazione segue tre fasi principali. La prima prevede l’impasto a mano di acqua, sale, farina tipo 0, lievito madre e lievito di birra in minima percentuale, per circa venti minuti per poi lasciare lievitare per circa due ore. La seconda è la spezzatura, ovvero viene spezzato l’impasto in panetti di circa 1,5 kg, messi poi a riposare in casse di legno per un’altra ora. La fase conclusiva è la cottura, rigorosamente in forno a legna, dove brucia il legno di quercia che dona al pane il suo profumo e il sapore tipico. La famiglia Marini miscelando agli ingredienti base altri prodotti realizza diverse tipologie di pane: pane bianco, scuro, integrale, con farina gialla, gialla con uvetta, gialla con pancetta, noci, olive, tartufo, peperoncino, tartufo, pomodoro e acciughe, pomodoro e basilico, cacio e pepe, fichi secchi uvetta e noci, gocce di cioccolato. Dal forno escono anche pizza e dolci tipici come ciambelle al vino, tozzetti, brutti ma buoni, rose del deserto, amaretti, fagottini e, tra cose buone papillon 66 - inverno 2014 le torte di pasticceria: torta della nonna, torta Biancaneve, torta Pinguino, torta all’ananas, tutte da provare! Grazie di cuore al food scout Vincenzo Ciprani che ci ha fatto conoscere questi pani, che hanno varcato la soglia di Golosaria, con grande soddisfazione. dal mare di Sicilia ANTICA TONNARA DI MINGHETTI E TAMMARO BAGHERIA (Palermo) FRAZ. ASPRA - VIA DEI CIPRESSI, 25 TEL. E FAX 091956315 [email protected] In un’area della Sicilia che, per la sua posizione vicina al mare, nella baia tra Palermo e Capo Zafferano, ha sempre avuto nell’industria ittico-conserviera la sua principale risorsa, sorge l’Antica Tonnara di Minghetti e Tammaro. L’azienda nasce dall’unione di due famiglie, la Minghetti di Aspra e la Tammaro di Favignana. La prima si occupa dal 1950 della lavorazione del tonno seguendo tecniche tradizionali e, ancora oggi, segue tutta la produzione. In questa azienda la specialità è la trasformazione del pescato del Mediterraneo in conserve artigianali. Quindi acciughe, tonno, sgombri, pesce spada e ricciole appena pescati vengono lavorati abilmente da manodopera femminile per diventare vasetti di acciughe in salamoia, acciughe alla cacciatora (con peperoncino e capperi), alici marinate, colatura di alici, acciughe arrotolate con le mandorle, i capperi, il pomodoro fresco e i pistacchi, le tante conserve a base di tonno (come il tonno di tonnara o la ventresca di tonno), i patè, i filetti di sgombro, i tanti sughi per la pasta (al nero di seppia, con pesce spada, con sarde e finocchietto, vongole, sugo allo scoglio...). Tra le specialità che seguono ricette della tradizione ricordiamo la caponata, i filetti di ricciola o di cernia in olio d’oliva, la bottarga di tonno a fette o grattugiata. Queste specialità le trovate sovente nelle migliori boutiques del gusto d’Italia. 107 cose buone papillon 66 - inverno 2014 il buon burro di una volta e la Tuma della Pietra di Luserna CASEIFICIO MONTOSO - CARLO DEL CLAT BAGNOLO PIEMONTE (Cuneo) VIA BIBIANA, 54 - TEL. 0175391585 - FAX 0175392262 www.montoso.com - www.carlodelclat.com Grande successo a Golosaria per i formaggi di Carlo del Clat, che è il marchio più prestigioso del Caseificio Montoso di Bagnolo Piemonte, nato per riportare in vita i sapori del passato della terra piemontese. Il latte è quello di vacche di razza Piemontese delle cascine di Bagnolo Piemonte e dei paesi vicini, allevate all’aria sana di montagna, che favorisce anche una perfetta stagionatura dei formaggi. La lavorazione è eseguita interamente a mano, con grande cura in ogni sua fase. Ne sono protagonisti papà Osvaldo che si occupa in parte della produzione e poi della raccolta latte, mamma Denise del confezionamento, infine Fabrizio che è alla produzione. Tra i prodotti merita in primis il burro, che riporta sulla forma una pratica indicazione dei grammi per dosarlo con facilità (da qui lo slogan “Decidi quanto mangiare buono”). Ha colore giallo paglierino che diventa più scuro in estate, compatto e omogeneo: ha gusto dolce, di latte e panna. E poi i tanti formaggi come il Tomino Montoso, morbido e delicato, il primo sale, lo stracchino con fermenti derivati sempre dal latte della propria raccolta, la toma Latteria del Montoso dalla pasta morbida e grassa, la Toma del Bergé (ovvero la toma più stagionata) e la Tuma dla Pietra, che nasce da un’antica ricetta che ha 90 anni, e così chiamata in quanto viene impiegata la pietra di Luserna per pressare le forme. E poi l’erborinato Rumella, che porta il nome dell’omonimo Monte in quanto le secrezioni del formaggio ricordano il colore della sua cima, una sorta di gorgonzola naturale creato con la pasta della Toma del Bergè. Per gli acquisti c’è anche il sito, dove è possibile sfogliare il catalogo dei prodotti ed effettuare le ordinazioni. Persino Manuelina di Recco è rimasta stregata da questi formaggi tanto da provarli per la sua celebre focaccia al formaggio. Ma che buona anche la Tuma dla Pietra, che utilizza una risorsa locale, e che ha un packaging accattivante. Bravissimi! 108 da tenere con te: ilGolosario LUOGHI E COSE BUONE gratuita Ben 4.000 segnalazioni di negozi che rivendono le cose buone d’Italia. Disponibile su Samsung Apps Ogni giorno consulta il sito www.ilgolosario.it tutti gli aggiornamenti in tempo reale!! cose buone papillon 66 - inverno 2014 le composte e le confetture con il sapore di una volta SOCIETÀ AGRICOLA PRADLER BIELLA VIA P. LOSANA, 9 - TEL. 3358257584 [email protected] - www.pradler.it Un’azienda nata per passione, da un semplice hobby, quello di preparare composte e confetture seguendo le ricette della nonna e impiegando la migliore frutta di stagione coltivata in proprio. Alla base dell’attività di Federica Ogliaro c’è il rispetto per la natura e per le materie prime, quindi solo frutta coltivata nei terreni di proprietà, principalmente di varietà autoctone biellesi e raccolta al giusto grado di maturazione, senza aggiunta di conservanti, addensanti, coloranti e altri additivi chimici. Così le composte e le confetture hanno il colore e il sapore intenso e naturale del frutto maturo. Le composte contengono 30 g di zuccheri su 100 g le confetture extra 45 (il minimo con- sentito per legge) e sono realizzate semplicemente con frutta lavata, tagliata a pezzi e cotta a basse temperature. Le varietà proposte sono pere, pere e zenzero, mele, mele e cannella o zenzero, mele prestige per le composte. Ma entusiasmanti sono le prugne di varietà bargnun, gialle e ramassin, ognuna è una confettura. E poi zucca bianca e zucca e zenzero, pesche gialle, kiwi e fichi. Si possono spalmare sul pane, aggiungere a yogurt, gelati e torte o anche abbinare a formaggi, carne e pesce. Le ho scoperte a Siena, all’Antica Drogheria Manganelli, che fa un panforte mitico. Poi le ho assaggiate per un mese intero, sempre a colazione e a rotazione. E ne sono rimasto assuefatto. Queste confetture, che ben conosce Sergio Vineis del Patio di Pollone, sono la fine del mondo. Grandiose! miele e aceto di miele APICOLTURA DEL SAMPÌ BOTTICINO MATTINA (Brescia) VIA SAMPÌ, 26 - TEL. 3338497537 - www.apicolturasampi.it Il segreto per un miele di alta qualità è nell’ambiente libero da inquinamento e lontano dai traffico. Come per l’oasi naturale dove nasce questo miele da cui si ricavano una serie di straordinari aceti. L’Apicoltura del Sampì ha la sua sede nei pressi di Botticino Mattina, tra i prati a un passo dalle Alpi. Questa natura incontaminata fa da cornice, da 25 anni, al lavoro di Mirella e Lodovico Valente, apicoltori prima per caso e poi per pura passione. Oggi dalle loro arnie ricavano il miele d’acacia, tipico delle zone prealpine, il miele di castagno dal sapore più marcato e persistente, il miele di melata, ricco di sali minerali, il millefiori primaverile e quello estivo, il miele di tiglio, sempre molto aromatico, il miele di rododendro, tipico delle zone alpine e i rari mieli millefiori di alta monta- gna (prodotto tra i 1.200 e i 1.500 metri) e quello di lampone. Da questo lavoro è nato anche l’aceto di miele, un prodotto antico (i primi esemplari risalgono a 5mila anni fa) ottenuto dalla fermentazione 111 cose buone papillon 66 - inverno 2014 naturale alcolica e acetica del miele. Viene proposto in sei tipologie differenti per acidità e zuccheri residui: da quello più delicato, di colore giallo dorato, al forte intensamente ambrato, accanto alla riserva e al Classico di Botticino, tendente a una piacevole nota dolce. Di solito si utilizza per condire le verdure, ma unito all’acqua può diventare anche un ottimo dissetante. i salumi della Marca FRATICELLI SALUMI CALCINELLI DI SALTARA (Pesaro Urbino) VIA FLAMINIA, 189 TEL. 0721895959 - FAX 0721894184 www.fraticellisalumi.it - [email protected] Cinquant’anni di esperienza nella produzione dei salumi, materie prime di eccelsa qualità, una lavorazione antica e artigianale senza conservanti: sono questi i punti fermi dell’attività di Loris Fraticelli. Risale a tre anni or sono l’allevamento dei Suini della Marca: una razza autoctona recuperata grazie all’iniziativa di veterinari e ricercatori della regione Marche, che hanno incrociato tre linee genetiche di cui fa parte la Cinta senese. I suini sono allevati allo stato brado, si nutrono in modo naturale, senza terapie farmacologiche e alimenti Ogm e per un periodo prolungato. Le carni così ottenute possono stagionare e mantenersi a lungo senza impiegare coloranti e conservanti nocivi, ma solo sale, pepe ed erbe aromatiche. La stagionatura viene effettuata a Montemaggiore al Metauro nelle cantine di Villa Tombolina, risalenti al 1600. Il ventaglio di proposte di Loris Fraticelli comprende anche il celebre salame lardellato e senza lardelli, il prosciutto stagionato almeno 18 mesi, e poi lonza, lonzino fino alla pancetta che si scioglie letteralmente in bocca, la goletta e il lardo. Un plus? Fraticelli Salumi si è aggiudicato il 1° Premio di Cremona per il miglior salame in Italia. Questi sono salumi stratosferici. E Loris è davvero un maestro che ha deciso di mettere tutta la conoscenza di una vita in questi prodotti. Dove vive ha anche un agriturismo ambientato in una dimora storica. E qui si trova il suo salame di Fabriano senza conservanti, pieno di sapore, unico. Uno degli assaggi più entusiasmanti di questa fine anno. Cercatelo! 112 cose buone papillon 66 - inverno 2014 il riso dei nobili LA MONDINA CASALBELTRAME (Novara) VIA GAUTIERI, 2 - TEL. 03211826327 [email protected] La produzione del riso in queste terre del Novarese ha inizio in un passato lontano e si è radicata con lo scorrere del tempo, permettendo oggi di raggiungere livelli di qualità sempre più elevati. La storia ha inizio nel XVII secolo quando la nobile famiglia Gautieri lasciò la contea di Nizza per trasferirsi nel Novarese, introducendo nuovi metodi di irrigazione e di coltivazione. Questi furono ripresi dai marchesi Cuttica di Cassine prima e dai baroni Guidobono Cavalchi- ni poi. Forti di questa eredità, oggi sono Luigi e Carlo Guidobono Cavalchini a produrre nell’azienda agricola La Mondina due varietà di riso che vantano apprezzamenti unanimi. Il Riso Buono Carnaroli Gran Riserva viene fatto invecchiare da grezzo per un anno, così aumenta il suo volume originale, creando una minore dispersione di amido e minerali durante la cottura. I chicchi non si attaccano e non scuociono. Il Riso Artemide è ottenuto dall’incrocio tra riso Venere e un riso di tipo Indica: ha chicco allungato di colore nero, aroma intenso e gradevole e contiene molto ferro e silicio dalle proprietà antiossidanti; è indicato con i formaggi, il pesce, con le verdure e i funghi. Ecco una nuova realtà, che sta segnando un altro passo verso la distinzione del riso di qualità. A fine anno hanno inaugurato la “Bottega”, il proprio punto vendita aziendale. marmellate e mieli delle Madonie AZIENDA AGRITURISTICA BERGI CASTELBUONO (Palermo) CONTRADA BERGI - S.S. 286 KM 17,600 TEL. 0921672045 - 0921676877 www.agriturismobergi.com - [email protected] All’interno del Parco delle Madonie, l’antico feudo Bergi è diventato un’azienda agrituristica modello che offre soggiorni in accoglienti alloggi indipendenti e, previa Sono circa ottantamila i metri quadrati dell’azienda tra orti, frutteti e oliveti nel Vallone Saraceno, a cui si è affiancata negli anni anche l’apicoltura. Tutto questo esiste grazie all’impegno della famiglia Sottile che oggi vede impiegati in azienda mamma Anna, papà Pasquale e le figlie Daniela, Laura, Floriana e Antonella. Ora, Castelbuono è un pa- ese che di per sé merita il viaggio, ancor più pensando alla meta in questa vera e propria oasi di verde, costruita pezzo dopo pezzo con un senso di bellezza e eleganza. I vari casali con gli alloggi per l’ospitalità sono disseminati all’interno del podere caratterizzato da un ampio uliveto, che ha un corpo centrale dove 113 cose buone prenotazione, mette a disposizione i propri prodotti ottenuti con criteri biologici certificati. papillon 66 - inverno 2014 si pranza, si fa colazione e dove c’è lo shoow room del prodotti aziendali, da sempre sul Golosario, fra i migliori del genere. I prodotti sono anche acquistabili sul sito www. ledeliziedibergi.com: le marmellate di arance e mandarini, le confetture di fichidindia, fragole, more, pere, pere al peperoncino, tutte senza aggiunta di pectina. Tra le tipologie di miele spiccano l’eucalipto, il rovo, la sulla, il cardo, l’asfodelo e il millefiori. Da una ricetta tradizionale nasce l’Amaro alle erbe Bergi, dall’elevata digeribilità, dovuta alla presenza della manna, prodotto tipico di Castelbuono. Conoscevamo le marmellate, fra le più buone di tutta la Sicilia, tanto da essere sul nostro Golosario fin dagli inizi, ma non ci eravamo spinti fin dentro la loro oasi fantastica, fra le più belle e riposanti che abbia mai visto. La famiglia Sottile ha poi un senso di ospitalità incredibile. A cominciare dalla colazione con le torte fatte in casa e con queste confetture davvero uniche. È uno dei punti di riferimento del turisimo enogastronomico siciliano. Decisamente esemplare. le birre rock BAD GUY BREWERY CAVA MANARA (Pavia) TEL. 3336863445 [email protected] Si definiscono “creatori di birra”. Perché la loro attività nasce proprio con l’intenzione di provare, sperimentare e lanciare sul mercato birre che rispecchino il loro gusto. Sono i Bad Guy, esempi di un nuovo modo di concepire la birra. 114 Il beer firm è un birrificio senza un proprio impianto produttivo che si appoggia su altri per la lavorazione. È una nuova formula, interessante per tutte quelle start up che non hanno la possibilità, almeno all’inizio, di investire in un proprio impianto produttivo. Ma un beer firm non deve rinunciare alla creatività, anzi la ricetta è proprio il suo punto di forza. È così per questi “cattivi ragazzi” che hanno puntato sul mood, l’insieme di anima e gusto, della birra. Oggi hanno nel loro portfolio tre differenti prodotti. Rocket Queen, rivisitazione delle I.P.A. americane ottenuta miscelando luppoli americani, europei e neozelandesi con malto Pilsener: il risultato è una birra beverina e profumata, dal corpo prorompente; Foxy Lady, una California common beer, ispirata dai classici pre-proibizionismo. Ottenuta da una fermentazione con lievito da “bassa” fatto lavorare a temperature da Ale, ha colori ramati, corpo vellutato e note legnose e di frutta secca. Infine Anastasia: una American Pale ale amara e intensa, prodotta con luppoli americani che donano una piacevole nota agrumata. Fa da corollario a questo stile particolare una grafica a fumetto e l’ispirazione per nomi e abbinamento da canzoni di puro rock. cose buone papillon 66 - inverno 2014 le birre dell’antica Roma BIRRIFICIO CALIGOLA CERESOLE D’ALBA (Cuneo) VIA BONISSANI, 71 - TEL. 0172574067 - FAX 0172575714 www.birrificiocaligola.it - [email protected] Questo birrificio si chiama Caligola dal nome del celebre imperatore romano che nominò senatore il suo cavallo, Incitatus. Caligola è il soprannome del titolare, Marco Sola, e Incitatus è il nome della birra speciale prodotta a Ceresole d’Alba. È una birra particolare, dall’importante grado alcolico (10 gradi alc.), dal gusto complesso arricchito dalla presenza di acqua vegetale di agrumi da agricoltura biologica. La Fumicus è una birra bruna affumicata, da degustare insieme a tabacco pregiato e con piatti piccanti. Accanto a queste birre speciali, le sempre disponibili sono la Domus Filius (birra nera da meditazione), la Domus Patris (birra rossa di buon corpo e grado alcolico, dal gusto intenso e note speziate), la Frumentum (birra bianca aromatizzata con spezie orientali e buccia d’arancia, molto fresca) e la Ilia (birra chiara beverina, con profumi floreali e agrumati e dall’amaro morbido). Le due stagionali sono la Castanea, birra rossa autunnale, e la Festum, birra ambrata natalizia. Sono tutte birre artigianali sottoposte a processo di rifermentazione in bottiglia e per questo soggette a una spontanea formazione di fondo, che non risulta dannosa o sgradevole. formaggi di qualità LA BAITELLA CINISELLO BALSAMO (Milano) VIA GARIBALDI, 104 - TEL. E FAX 0266048034 [email protected] L’attività di formaggi nasce nel 1987, già con l’idea ferma della qualità, intesa come bontà, serietà, impegno e passione. Ed è proprio la passione, unita a curiosità, voglia di conoscere, piacere del visitare, che ha portato ad allargare l’azienda Ogni giorno è una scoperta di nuovi produttori, veri artisti dell’arte casearia, che trasformano il latte nelle tante specialità provenienti da tutta Italia. Si tratta soprattutto di realtà casearie piccole e artigianali che lavorano il latte crudo di capra, 115 cose buone che oggi consta di un piccolo negozio e di un magazzino, base logistica della distribuzione. papillon 66 - inverno 2014 pecora, mucca e bufala per ottenere formaggi come il Fatulì della Valcamonica, la Robiola di pecora Frabosana, il Pecorino di Moliterno fino al Provolone del Monaco, oltre a particolarità di pasta fresca per la ristorazione. La Baitella non sono solo formaggi, ma anche salumi e un’ampia gamma di pasta fresca: dalle paste semplici a quelle ripiene di ogni formato e ripieno (in primis i ravioli fatti a mano), dolciumi raffinati provenienti dalla collaborazione con le migliori pasticcerie di Piemonte e Toscana, piatti pronti da ricette tradizionali realizzate con grande attenzione e infine vini. Oltre circa 150 etichette di vino che annoverano, accanto alle etichette blasonate, quelle di produttori minori, ma di indubbio valore. semole d’autore SELEZIONE CASILLO CORATO (Bari) STRADA VICINALE FORCHETTA, 2 - TEL. 0808726673 [email protected] Selezione Casillo è una nuova realtà, un’azienda giovane con una grande storia alle spalle, che nasce dagli oltre 50 anni di esperienza del Gruppo Casillo. 116 Oggi Casillo è leader nella trasformazione e commercializzazione del grano, con linee specializzate per pizzeria, panetteria e pasticceria. Grazie alle innovative tecniche di macinazione e alla giusta miscela di grani attentamente selezionati e di altissima qualità, ottengono farine e semole di elevata e costante qualità adatte alle varie destinazioni d’uso e in grado di assicurare un risultato eccellente in ogni settore. Molto apprezzate sono le “semole d’autore”, semole di grano duro selezionate per pizza e focaccia, dolci, pane e frittura, realizzate in collaborazione con chef, tecnologi ed esperti del settore. Tra le proposte, la semola di grano duro per pizze e focacce, per il pane, per frolle crostate e biscotti, per pan di spagna e torte, per paste lievitate. cose buone papillon 66 - inverno 2014 selezionatori di caci F.LLI CECCONELLO DUE CARRARE (Padova) VIA DELL’ARTIGIANATO, 8/D - TEL. E FAX 0495212665 [email protected] - www.fllicecconello.com I fratelli Cecconello hanno iniziato circa cinque anni fa l’attività di selezione e valorizzazione di formaggi prodotti da piccoli casari di ogni parte d’Italia. E oggi sono una realtà che serve ristoranti importanti, tante boutiques del gusto venete e non solo e che collabora a simposi di panificatori e pizzaioli in collaborazione con Molino Quaglia. La passione per prodotti unici per qualità e sapore e la volontà di farli conoscere a locali e gastronomie che puntano all’eccellenza delle materie prime è la mission di quest’azienda fondata dai due giovani Damiano e Gregory Cecconello. Il loro scopo è di mantenere un contatto quotidiano sia con i clienti sia con i fornitori in modo da avere sempre disponibili prodotti difficilmente reperibili ed evitare sprechi e rimanenze. Hanno scelto di specializzarsi nella selezione dei formaggi freschi, quindi nodini di vaccino, mozzarella di vero latte di bufala barese, burrata di vaccino, ricotte di capra e di bufala. Ma si occupano anche di tome piemontesi, casec, robiole fatte con latte d’alpeggio, strachitunt e caprini sia freschi sia stagionati. Molto interessante è la linea di formaggi freschi pensata appositamente per pizzaioli e panificatori che vogliono realizzare pizze e panini di qualità alla costante ricerca del massimo risul- tato possibile. Hanno anche alcune celle di stagionatura dove portano a compimento la maturazione dei formaggi che richiedono tempo per essere proposti sul mercato. Ne avevo sentito parlare da diverso tempo, ma fino a ieri non li avevo mai incontrati. È capitato a Pizza Up dove hanno mostrato la loro bravura con una sessione di assaggio delle loro scoperte. E da un confronto dialettico ho scoperto che sanno bene dove andare a scoprire le autenticità dei formaggi. Mi hanno conquistato ad esempio con una Fontina di alpeggio che dice quanto sono bravi, ma anche con una teoria di formaggi del Sud e di erborinati. Sono molto bravi e hanno confessato anche una predilezione: Il Golosario. le nostre APP PIACE NTINO 117 cose buone papillon 66 - inverno 2014 Il vero pandolce genovese LA PASTICCERIA DEL RISTORANTE TERESA GENOVA PIAZZA LIDO, 5/ R - TEL. 0106973774 www.ristoranteteresa.com Tina Cosenza, chef del ristorante Teresa di Genova, ha dato vita a una linea di pasticceria che comprende pandolce, frollini e meringhette. Ed a Golosaria è stato subito successo. Tina Cosenza (chef) e la sorella Mariella (in sala) da un paio d’anni hanno dato nuova linfa allo storico ristorante di famiglia, Teresa, che apre le porte nel quartiere di Pegli, a Genova, dove hanno puntato su ricerca e qualità. A sottolineare questo nuovo corso è nata anche una linea di pasticceria, firmata sempre da Tina Cosenza, acquistabile direttamente nel ristorante. A Golosaria, dove si sono presentati per la prima volta, ha riscosso un grande successo il pandolce classico genovese, arricchito, come tradizione vuole, da scorze d’arancia e cedro candito, uvetta e pinoli. Ma sono da provare anche i frollini (ottimi quelli al basilico e agli agrumi) e i Moretti (in diverse varianti: cacao e menta caramellata, cacao e arancia candita, cacao e zenzero caramellato). L’estro di Tina Cosenza però trova il suo culmine nelle ottime Meringhette, tradizionali o aromatizzate al basilico, cocco, liquirizia, anice stellato, arancia, caffè, lime, cannella o menta. i frutti dimenticati e la mostarderia Negli anni Sessanta fu il nonno Antonio a piantare il primo frutteto in questo angolo di pianura compreso tra il Po e la via Emilia. Oggi quest'azienda proprio sugli orti e sulla frutta ha basato il proprio lavoro. Con un pallino: il recupero di varietà antiche e quasi scomparse, che vengono non solo 118 MOSTARDERIA BEDOGNA GUASTALLA (Reggio Emilia) LOC. TAGLIATA - VIA STAFFOLA, 1 - TEL. 0522825424 www.mostarderiabedogna.it Ecco allora Mela Campanina, Mela Ferro, Pera Nobile, Pera Cotogna, Zucca Cappello da Prete. Sono alcune delle varietà antiche che diventeranno gli ingredienti di altrettante mostarde accanto a proposte sfiziose come quella alle amarene. Tra i nostri assaggi la mostarda di pere Decana prodotta con quasi il 70% di frutta e la sola aggiunta di senape e succo di limone bio. La frutta però è anche trasforma- cose buone papillon 66 - inverno 2014 coltivate ma anche lavorate in azienda per diventare gustose confetture, composte, salse e straordinarie mostarde. ta in ottime confetture extra e in composte dove non mancano gli abbinamenti sfiziosi: mele campanine ai mirtilli, mele e caffè, pere e vaniglia bourbon, zucca e nocino. Le salse e i sottoli ripercorrono la tradizione locale: ecco quindi le borrettane in extravergine, ma an- che il cavolfiore in agrodolce, i filini di cipolla in agrodolce e la giardiniera. Tutta da provare la linea dedicata ai balsamici: borrettane grigliate al balsamico, composta di pere e saba, mostarda di cipolla ramata al balsamico, zucca grigliata al vino cotto. il vino cotto stravecchio del piceno AZIENDA AGRICOLA TIBERI DAVID LORO PICENO (Macerata) VIA VIGNALI BAGNERE, 5/A - TEL. 07331870421 - CELL. 3472949426 A 400 metri d’altezza, sulle colline marchigiane tra le province di Macerata e di Fermo, si trovano i vigneti dell’azienda Tiberi David, specializzata nella produzione del vino cotto. Il cuore dell’azienda di Loro Piceno sono i vitigni di verdicchio, malvasia, montepulciano, trebbiano e sangiovese. La maturazione e la raccolta dei grappoli segnano la conclusione del lavoro dei campi e l’inizio del lavoro in cantina, che occupa l’intera famiglia per diversi giorni. Subito dopo la vendemmia, i migliori grappoli vengono portati in cantina per essere pigiati e torchiati a mano per ottenere il mosto, che viene successivamente fatto bollire. L’altra fase determinante per la produzione del vino cotto è l’invecchiamento in botte: alcune botti dell’azienda Tiberi hanno oltre 40 anni! Infatti il vino cotto di quest’azienda marchigiana vanta oltre un secolo di produzione. Sull’etichetta viene riportata la scritta “Vino cotto stravecchio marca occhio di gallo”, perché si diceva che per essere buono il vino cotto deve avere un colore uguale all’occhio del gallo. Si può consumare in abbinamento ai dolci, ma anche in cucina per dare più sapore alle carni o per preparare il sugo dei “vincisgrassi”, oltre che per una golosa crema pasticciera. Per gli acquisti ci si può rivolgere direttamente alla cantina, dove vengono organizzate visite guidate anche al paese e ai suoi musei. vai sul sito ilgolosario.it giorno per giorno tutte le novità 119 cose buone papillon 66 - inverno 2014 l’eccellenza della sopressa AGRITURISMO AI TRE ARCHI MALO (Trento) VIA SORAN, 5/A TEL. E FAX 0445607652 - CELL. 3383452309 [email protected] L’azienda prende il nome dai tre archi di pietra e sasso che caratterizzano la facciata della casa colonica di fine ‘800, ristrutturata con gusto, adibita a ristorazione e trasformazione e vendita di insaccati. La famiglia che gestisce l’azienda risiede qui dall’inizio del ‘900. Coltiva diversi ettari di terreno a vigneto, frutteto, cereali e alleva animali da cortile e circa 700 maiali con un’alimentazione naturale, senza forzature. Le carni suine sono lavorate in azienda in un laboratorio autorizzato CE e trasformate in salame, so- Nel cuore della campagna della Val Leogra, alle pendici delle piccole Dolomiti, l’agriturismo Ai Tre Archi racconta una storia di professione autentica. La specialità è la produzione di insaccati, tra cui una sopressa di raro equilibrio. 120 presse, pancette, prosciutti, salsicce e cotechini. Noi abbiamo gustato con sommo piacere una sopressa di tre tipi di stagionatura di grandissimo equilibrio. L’asciugatura e la stagionatura avvengono nella cantina interrata dell’azienda. Con il controllo di ogni fase del processo si ottiene una carne più fibrosa con una minore carica batterica e si riduce al minimo la presenza di additivi, garantendo così un prodotto finale dal sapore più intenso e autentico. Antonio Pizzolato gestisce anche l’azienda agrituristica dove si assaggiano piatti della tradizione locale abbinati ai suoi vini (molto buono il Merlot). Un indirizzo da non perdere. Mi ha colpito, durante la mia visita a Malo, incontrare la madre di Antonio sull’aia che spellava a mano l’aglio per la sopressa. Un processo antico, che rende la pasta di salame perfettamente amalgamata. Ha debuttato a Golosaria. Ed è stato un successo. cose buone papillon 66 - inverno 2014 una signora pasta! LUCIANA MOSCONI MATELICA (Macerata) LOC. CAVALIERI - TEL. 0737787424 - fax 0737787603 www.lucianamosconi.com I segreti della pasta firmata Luciana Mosconi? Sfoglia lavorata senza pressatura meccanica, impasto doppio e lento, essiccazione oltre le 24 ore per portare in tavola una pasta come fatta in casa. Le materie prime di qualità (grande semola, uova fresche di categoria A) sono impastate come si deve per ottenere una sfoglia porosa e ruvida; la pressatura non è meccanica per evitare stress termici e preservare gusto e fragranza, l’essiccazione a bassa temperatura si protrae per oltre un giorno esaltando la qualità degli ingredienti. Così nasce la pasta all’uovo di Luciana Mosconi che vanta nella gamma ben tredici varietà di nidi all’uovo (caserecce, zigrinate, tagliolini, pappardelle, fettuccine...) accanto ad alcuni particolari formati di pasta corta come campanelle, farfalle rigate, gramigna, maltagliati. L’arte della pasta si completa con la famiglia “Grano Puro” con formati speciali trafilati al bronzo e la pasta all’uovo con farina di farro. Per esaltare il sapore della pasta c’è poi la Passata Casareccia fatta con pomodori freschi coltivati in proprio, lavorati subito dopo la raccolta, per realizzare un sugo perfetto. L’azienda deriva da un piccolo ne- gozio di paese diventato poi laboratorio più grande e infine una moderna azienda che ha mantenuto nel tempo la sua vocazione artigianale. È bellissima la storia di questa azienda di cui tanto si parla e che segna l’ennesimo punto a favore della storia della pasta nell’Italia centrale. Bellissima e buona, a sentire le paste con la loro passata. 121 cose buone papillon 66 - inverno 2014 dalla tradizione dell’harry’s bar CIPRIANI FOOD 1931 MEOLO (Venezia) VIA CAPO D’ARGINE, 45 - TEL. 0421345504 - FAX 0421345503 www.ciprianifood.com Cipriani Food nasce a metà degli anni Ottanta come laboratorio per la produzione di pane, pasta, dolci per i ristoranti Cipriani. Poi viene ampliata la capacità produttiva per la commercializzazione dei prodotti di una gamma sempre più vasta. Il prodotto principe è la pasta: tutta la sfoglia passa attraverso una sfogliatrice appositamente ideata che esegue 60 piegature, come quelle che faceva a mano la nonna di Arrigo e poi viene fatta essiccare 14 ore a temperatura controllata. Per questo la pasta all’uovo Cipriani cuoce in tre minuti, è spessa solo 0,6 millimetri, ha una consistenza soffice e un’alta resa. Accanto alla pasta classica, ci sono quella agli spinaci, al pomodoro, delicata senza tuorlo d’uovo, al kamut e poi la 30% proteica con albume e soia ad alto contenuto proteico senza colesterolo: una novità assoluta che unisce a gusto e consistenza tradizionali le regole dell’alimentazione moderna. Poi i condimenti come le salse rosse e verdi, l’olio e l’aceto, le marmellate e le composte biologiche e infine i dolciumi. Tra questi, i dolci a lievitazione naturale come il panettone tradizionale con ingredienti naturali e senza canditi, la focaccia della tradizione veneta, i pasticcini come i biscotti di riso e le frolle al burro, i torroncini con nocciole Igp e i Ciò, ovvero chicchi di caffè ricoperti di cioccolato. confetti come gioielli CONTI CONFETTERIA MILANO CORSO INDIPENDENZA, 20 - TEL. 3337674809 www.conticonfetteria.it La confetteria Conti produce confetti di altissima qualità con le rinomate mandorle d’Avola intere e pelate unite a tanti ingredienti diversi 122 per dare origine a intriganti varianti. Qualche esempio? Con succo di limone, di arancia, di pesca, di frutti esotici; con copertura di zucchero, cose buone papillon 66 - inverno 2014 di cioccolato bianco o fondente; con l’aggiunta di croccante, cocco, gianduia, caffè, vodka, menta, peperoncino oppure con l’impiego di nocciole e di pistacchi... Inoltre Conti realizza anche splendide pochette porta confetti in diversi materiali, impreziosite da eleganti Nel centro storico di Milano esiste dal 1998 questa confetteria che propone ben 34 originali formule e gusti diversi per dare dolcezza al giorno più bello. nastri di seta o cadì. Interessante anche la proposta del wedding kit con tutto il materiale per il confezionamento in proprio e la giusta dose di confetti personalizzabili per ogni matrimonio. Un plus? La confetteria Conti si avvale anche della certificazione Kosher. Dopo averli assaggiati, questi confetti sono decisamente da considerare al di là di una cerimonia. Buonissimi. passerini, la tradizione della pasticceria diventa modernità. E a Milano arriva Biasetto PASTICCERIA PASSERINI MILANO VIA SPADARI - ANG. VIA CANTÙ - TEL. 028693614 www.facebook.com/AnticaPasticceriaPasserini Nuovo look, arte e nuove proposte per la storica caffetteria di via Spadari che, dopo quasi un secolo di vita, ha rinnovato l’aspetto senza rinunciare La “nuova” Pasticceria Passerini si è evoluta, vien da dire, e lo ha fatto seguendo il dinamismo dei tempi e le esigenze di una clientela che cambia a seconda degli orari e dei giorni. A colazione, dunque, propone brioches fresche dolci e salate, panini al latte, muffin, macedonie di frutta, yogurt fresco e plumcake, da accompagnare ai caffè tradizionali, orzo, ginseng, decaffeinato marchiati Illy. Grazie alla sua posizione centrale, in pausa pranzo è frequentata da businessmen che possono scegliere, accanto ai tradizionali panini, due proposte di primi e secondi sia caldi che fred- 123 cose buone all’esclusività dei prodotti e all’eleganza. L’inaugurazione è stata a settembre, con i fratelli Biasetto di Padova. papillon 66 - inverno 2014 di. Per una golosa merenda ecco la pasticceria secca (alle mandorle o nocciole) o fresca (direttamente dalla Pasticceria Biasetto da Padova) con pasticcini alla frutta, bignè, marrons glacés, macarons, babà, cannoli siciliani altro ancora. All’ora dell’aperitivo la scelta di Passerini non è per il canonico happy hour, ma vengono serviti cocktail alcolici e non, Champagne e Prosecco, accompagnati da tartine e freschissime ostriche. La scelta delle torte spazia dalla celebre Setteveli con cui Luigi Biasetto ha vinto la Coppa del Mondo di Pasticceria nel 1997, alla tradizionale millefoglie, la sacher, la tarte au citron meringuée (con meringa al limone), la linzer, le torte gelato e i semifreddi (anche in monoporzione). Ottimo anche il panettone, disponibile tutto l’anno; mentre i gelati artigianali annoverano ben 25 gusti della tradizione. Che ventata di freschezza questa pasticceria, col suo soppalco dove degustare tranquillamente i magnifici prodotti di uno dei più grandi pasticcieri d’Italia, che porta il nome di Biasetto. Una novità senza eguali che merita una visita curiosa. Noi abbiamo assaggiato tutto, e la voglia di tornare e di ritornare si è fatta sentire. la mozzarella di bufala più buona di Milano, è qui! SAPORI MEDITERRANEI MILANO VIA RIPAMONTI, 187 - TEL. 0255231682 Siamo in via Ripamonti a Milano, in un luogo confortevole e accogliente, con l’esposizione dei prodotti e un soppalco dove è possibile 124 A inaugurarlo, pochi mesi fa, due giovani, Rosario e Teresa, che da qui hanno voluto cominciare una nuova esperienza di vita. Per farlo hanno scelto di ripartire dalle loro radici: la Campania. La loro mozzarella di bufala è eccezionale: arriva ogni giorno da un caseificio di cose buone papillon 66 - inverno 2014 Montecorvino Rovella, che è anche il paese del pane. Ma oltre alla mozzarella che è una grande attrattiva, qui trovate anche la pasta di Gragnano, i pomodorini tradizionali e biologici, l’olio extravergine d’oliva e i vini tipici del Vesuvio. E poi specialità dolci come babà, sfogliate, pastiere di grano e prodotti d’eccellenza amalfitani come Limoncello, marmellate e liquori. Completano l’offerta salami, salsicce, prosciutti, formaggi vari e prodotti sott’olio. ritagliarsi una pausa all’insegna del gusto con i prodotti che si possono acquistare in negozio. Mi ha colpito la selezione dei prodotti di Rosario: non ne conoscevo uno, erano tutti di piccoli produttori campani ed erano tutti eccezionali. Nei giorni a seguire ho provato poi a comparare la sua mozzarella di bufala con altre. Ed ha vinto sempre la sua. Un selezionatore da conoscere. In via Ripamonti 187 (c’è anche il parcheggio). sciatt ma non solo SCIATT A PORTER MILANO VIALE MONTE GRAPPA, 18 - TEL. 0263470524 www.sciattaporter.com Emma Marveggio è donna intelligente e di carattere. Nata a Sondrio, sin da ragazza ha sognato in grande. Dopo un percorso di successo nel mondo della finanza, ha deciso di dedicarsi alla sua passione, il gusto. Lo ha fatto secondo il suo temperamento. Sognando in grande. Ne è nato Sciatt a porter. Locale moderno, intelligente, che risponde all’esigenza sentita dai più di mangiare senza stare a tavola delle ore, ma senza rinunciare al gusto e spendendo il giusto. Lo ha fatto valorizzando in modo moderno le sue origini valtellinesi. Morale. A Milano non c’era e ora c’è, un luogo in cui, come dice l’insegna, se vorrete potrete avere una bella porzione di Sciatt, ma “a porter,” ovvero serviti in cartoccio in modo da poterli gustare in piedi o andando a passeggio, piuttosto che salumi, pizzoccheri, formaggi o bisciola, insomma, il meglio della tradizione valtellinese, da gustare ai tavoli del grazioso locale dove grande video e arredi parlano solo della magnifica Valtellina. Naturalmente non man- cano i migliori vini, Sforzato in testa, da consumare anche a bicchiere. Un gran posto di cui si sentirà parlare! 125 cose buone papillon 66 - inverno 2014 il tempo del tè LA TEIERA ECLETTICA MILANO VIA MELZO, 30 - TEL. 0229419101 www.teieraeclettica.it - [email protected] Un pubblico numeroso ha accolto Barbara Sighieri alle degustazioni di tè presentate a Golosaria. Un grande successo confermato anche da quello riscontrato presso la sede nel capoluogo lombardo, dove a settembre ha inaugurato un nuovo spazio con sala da tè. La passione e la competenza di Barbara per il tè e tutto il suo mondo si avverte non appena varcata la soglia del suo negozio, dove si trovano tè verdi, neri, bianchi, oolong, pu-ehr, rooibos e infusi provenienti dalle regioni più vocate del mondo. I tè sono forniti da Mariage Freres di Parigi, importatori dal 1854. In più, per accompagnare la bevanda, vengono proposti biscotti e torte, gelatine al tè e ai petali di fiori, marmellate, mieli, creme da spalmare e cioccolatini al tè. Infatti il tè può essere impiegato come ingrediente in tante ricette dolci e salate per dare ai piatti aromi e sapori particolari. Per regali preziosi si possono scegliere anche bollitori, filtri, colini, teiere, tazze, mug, tisaniere, servizi e libri che raccontano il tè... Inoltre il negozio dI Barbara, rivende a Milano tutta la linea delle farine Petra del Molino Quaglia di Vighizzolo d’Este. Che bello stare con Barbara: nel suo negozio oppure in uno dei tanti momenti che l’ha vista protagonista con Papillon in questi anni. È bello perché con lei si scopre davvero un mondo, fatto di sensazioni, di gusti e di conoscenza di altre culture. le sfiziosità all’olio pugliese AZIENDA AGRICOLA ANNESE MONOPOLI (Bari) CONTRADA MACCHIA DI CASA, 355 TEL. 3284080184 www.aziendaagricolaannese.com Che buone le cicerchie in olio extravergine, solo con sale e aglio, senza conservanti, pronte da scaldare e da gustare! E la conoscete la ’ngrapiata? 126 La storia dell’azienda Annese inizia nel 1978 quando Onofrio Annese costruisce il primo frantoio con macina in pietra di granito. Dapprima l’olio viene consumato solo da amici e parenti, poi nel 1982 vengono confezionate le prime bottiglie con il marchio Annese. L’apprezzamento e il successo sono tali che nel 1994 la famiglia decide di dotarsi di un impianto continuo in una nuova sede e di ampliare la gamma dei cose buone papillon 66 - inverno 2014 prodotti: non solo olio extravergine d’oliva, ma conserve, marmellate e specialità tipiche pugliesi. Ottimi i sottoli con ortaggi sbollentati in acqua e aceto bianco, sistemati in vasetti con l’olio, poi pastorizzati; da provare i prodotti tipici pugliesi come il patè di cime di rapa, le fave fritte, la ‘ngrapiata (purè di fave e cicorie), la cipollata, la ricotta forte; i legumi sia secchi sia pronti, senza ammollo. Da spalmare su crostini e bruschette o insaporire la carne ci sono i patè: di olive, di peperoni, di lampascioni, di melanzane, di funghi cardoncelli, di zucchine... tutti acquistabili anche online. l’olio extravergine della sabina INNOCENTI SALVATORE AZ. AGR. MONTELEONE SABINO (Rieti) LOC. CERQUETA - TEL. 3480417625 - www.bioinnocenti.it L’Azienda agricola Innocenti Salvatore è a carattere familiare. Dal 1981 pratica agricoltura biologica. Cercate l’olio Dop Sabina. In provincia di Rieti, tra le colline di Poggio Moiano e Monteleone Sabino, ha sede questa azienda familiare, avviata da Salvatore Innocenti, oggi in mano alla moglie e ai figli. All’interno della tenuta, dove si pratica agricoltura biologica dal 1981, si trova un querceto secolare e un oliveto risalente ai primi del ‘900. Il prodotto di punta è proprio l’olio extravergine biologico Dop Sabina, ottenuto dalla spremitura a freddo (entro 24 ore dalla raccolta) di olive di varietà Leccino (in prevalenza), Carboncella, Frantoio e Moraiolo: fruttato e leggero, si caratterizza per bassissima acidità, note vegetali equilibrate e per una delicata nota finale ammandorlata. Tra gli altri prodotti sono da provare le olive da pasto condite (verdi e nere); le creme di ortaggi (tra cui melanzane, carciofi, broccoli, zucca e noci, olive nere, olive verdi e limone, verdure piccanti); le verdure sott’olio (melanzane, carciofi, zucchine, pomodori secchi, giardiniera, contorno misto) e le marmellate (albicocca, ciliegia, amarena, limone, arancia, pesca, prugna, mandarino). Zafferano under 30 MASTRI SPEZIALI - ZAFFERANO DELLA BRIANZA NOVATE MILANESE (Milano) VIA MORANDI, 9 - TEL. 3338346178 www.mastrispeziali.com Ha scelto di debuttare a Golosaria questa nuova azienda agricola frutto della passione di quattro giovani ragazzi under 30. Ed è stato un successo, raccontato anche dal TG2 Si sono conosciuti frequentando la facoltà di Agraria di Milano. Ivan Lalli, Andrea Muscarà, Paolo De Benedetti e Matteo Bartolini (i primi due leva 1986, i secondi 1989) hanno deciso di intraprendere assieme un’avventura agricola coltivando zafferano in Brianza (a Novate Milanese). Così hanno piantato 50.000 bulbi, dai quali quest’anno hanno ottenuto il primo raccolto, presentato a Golosaria in confezioni da 0,2 grammi. Il risultato è ottimo, dai sentori floreali e fruttati intensi, in linea col miglior prodotto italiano. Ma la sperimentazione va avanti e in futuro ricercheranno, attraverso un diverso grado di essiccazione, una maggiore tostatura 127 cose buone papillon 66 - inverno 2014 del prodotto, per conferirgli ulteriori note aromatiche. Per utilizzare integralmente la pianta dello zafferano, i Mastri Speziali stanno anche lavorando all’utilizzo del polline per aromatizzare il miele, mentre ai ristoratori della zona propongono la fornitura di petali freschi, ovviamente quando sono disponibili i fiori: il modo migliore per caratterizzare un bel piatto nel segno della stagionalità e del chilometro ravvicinato. La nuova agricoltura, in Italia, può rinascere ovunque. E quando rinasce dalla motivazione dei giovani ha uno sprint in più. Come hanno dimostrato i prodotti di questi ragazzi, apprezzati oltre ogni aspettativa. dolci tipici dell’irpinia DG3 DOLCIARIA OSPEDALETTO D’ALPINOLO (Avellino) VIA CAMPOMARINO, 8 - TEL. 0825691194 - FAX 0825691907 www.dg3dolciaria.it La produzione dolciaria per i Di Gennaro è un’arte di famiglia, iniziata con il cav. Nicola e proseguita con il figlio Sabino e i nipoti Caroline, Nicola e Adriano che si sono tramandati le tradizionali ricette del torrone, del croccante, dei biscotti, della lavorazione delle castagne e delle nocciole. 128 Da piccolo laboratorio domestico, nel tempo, questa è diventata una realtà molto grande presente sui mercati nazionali e internazionali con i marchi “Di Gennaro” e “Montevergine”. Alcuni prodotti sono realizzati tutto l’anno come i croccanti (proposti in stecche, praline in sacchetto, torte), il cioccolato in tavolette e in blocchi, i dragées, gli ovetti di cioccolato. In autunno i must sono i marrons glacés, gli Hirpini (delizie alle mandorle ricoperte di fondente), i Cilentani (fichi ricoperti di fondente) e le Riberine (scorzette d’arancia ricoperte di fondente). A Natale trionfano i torroni proposti in tanti formati; a Pasqua le uova di cioccolato al latte e fondenti in eleganti confezioni e gli ovetti di cioccolato al latte, al latte con le nocciole, al latte con cereali. Per gli acquisti si può contattare direttamente l’azienda. cose buone papillon 66 - inverno 2014 i sapori di Pantelleria KONZA KIFFI PANTELLERIA (Trapani) VIA L. PALAZZOLO TEL. 0923912050 - 3805041175 [email protected] Konza Kiffi è un’espressione araba che significa “condimento per il gusto” e infatti questa azienda è nata per far conoscere e valorizzare i prodotti tipici di Pantelleria, tutti ricchi di sapore. A cominciare dai capperi. Nei fertili terreni vulcanici dell’isola, su cui splende sempre il sole, hanno trovato il loro habitat ideale il cappero e la vite, i cui frutti vengono trasformati dalla Konza Kiffi in prodotti artigianali eccellenti. Quindi capperi al sale marino, cucunci sott’olio (i frutti del cappero, dalla polpa rosacea e dal sapore più delicato del cappero), patè di capperi ottenuto con capperi tritati, spezie e olio extravergine d’oliva e proposto anche con l’aggiunta di mandorle, olive, pomodori secchi, acciughe e peperoncino. L’uva di zibibbo viene fatta essiccare al sole con foglie di alloro o trasformata in vino passito. Ha profumo intenso l’origano che nasce in quest’isola, sui terrazzamenti a secco, che è in grado di donare a pietanze di carne o di pesce, alla pizza e alle insalate un sapore che non ha eguali. Per ordinare queste specialità basta mandare una mail o telefonare in azienda. pasticciotti dolci e salati ARTE BIANCA PARABITA (Lecce) VIA DON STURZO, 3 - TEL. 0833595833 www.artebianca.le.it Antonio Campeggio è uno dei migliori pasticcieri d’Italia per il Golosario e l’unico salentino tra i 50 facenti parte dell’AMPI (Accademia Maestri Pasticcieri Italiani). La sua storia è fatta di passione, talento, tanta voglia Il Salento, patria di innumerevoli tradizioni, ha ispirato molti dei prodotti di Arte Bianca, il laboratorio di pasticceria che Antonio Campeggio gestisce a Parabita, dotato anche di angolo bar. Ma la scorsa estate ha inaugurato un nuovo locale a Gallipoli, Il Pasticciottino, che sta andando fortissimo, ed è un lounge bar dove l’aperitivo si gusta con i pasticciotti salati in diverse varianti. Prevedete un viaggio 129 cose buone di migliorarsi e mettersi in gioco. A cominciare da un prodotto cardine del Salento: il pasticciotto. papillon 66 - inverno 2014 anche per assaggiare la torta alle olive, straordinaria ma soprattutto i pasticciotti, dolcetti simbolo del Salento, costituiti da un guscio di pasta frolla farcito di crema pasticcera e cotto in forno: qui ne trovate tante varianti. E poi una vasta gamma di torte, dalla caprese alla millefoglie, alla maringata, alla Salentina con mandorle, confettura di fichi e mandorle e mirto. Belli per gli occhi e squisiti per il palato i pasticcini mignon di tante forme e sapori. Siamo stati a trovarlo in tre riprese, nei suoi due locali. Tre soste per assaggiare tutta la gamma dei suoi dolci (ma anche del salato), che lo annoverano davvero fra i migliori pasticcieri d’Italia. E per raggiungere questo traguardo, ha un metodo ben preciso: il confronto con i migliori, a iniziare da mostri sacri della pasticceria come Iginio Massari. Innumerevoli i suoi viaggi al Nord, per imparare, confrontarsi e poi codificare l’eleganza della pasticceria salentina. Un grande! dieci tipologie di birra BIRRIFICIO BADEF PASSIRANO (Brescia) VIA F.LLI ROSSELLI, 5/A TEL. 030657392 Nella terra di grandi metodo classico, gli amici Giordano e Sergio hanno deciso di puntare su altre bollicine: quelle della birra. Oggi il loro BAdeF (acronimo di Birrificio Artigianale della Franciacorta) è una realtà da 10 tipologie differenti di birra, da acquistare anche on line. 130 Come accade spesso nel mondo della birra, la passione di due homebrewer si è trasformata in attività lavorativa. Il birrificio è stato avviato ufficialmente il 20 settembre 2011 con la birra chiamata semplicemente Klara. Inizialmente dovevano essere solo 5 mentre nell’arco di due anni sono già salite a 10 le tipologie prodotte, affiancate anche dalle stagionali. C’è una blanche, Bianca, in stile belga ad alta fermentazione, dal gusto acidulo, speziato e agrumato; Petra, una chiara doppio malto stile Helles-Bock, a bassa fermentazione, dal gusto intenso e persistente. Scarlatta è una rossa doppio malto stile Bock, prodotta con una com- cose buone papillon 66 - inverno 2014 binazione di malti tedeschi con un gusto piacevolmente caramellato; Klara, la prima prodotta, è una bionda stile Pils dal gusto abboccato e il finale leggermente amarognolo caratterizzato da piacevoli note erbacee e floreali; D’ora è una birra stile Munchen, a bassa fermentazione, dal gusto amabile e leggermente erbaceo; PentAle è una doppio malto ai 5 cereali, prodotta con cereali non maltati e malti chiari, ha un gusto complesso e sentori speziati e agrumati; Nira, di stile Dry Stout, è una scura ad alta fermentazione prodotta con malti tostati, dal gusto intenso, tendente al caffè. Da provare anche le birre speciali: la Forever al farro, la weizen Gheba e la Munich dunkel Arlisa. Formaggi di capra, salumi e la prima agripasticceria d’Italia I giovani fratelli Adda, Roberto e Morena, da tre anni producono nel Canavese ottimi formaggi di capra e salumi tradizionali come il salampatata. LA CASCINASSA PAVONE CANAVESE (Torino) CASCINE VERNA, 2/1 - TEL. 3403757305 - www.lacascinassa.it Con piacere raccontiamo di un’altra azienda in mano a dei giovanissimi. I fratelli Adda, Roberto (26 anni) e Morena (23 anni) dopo essersi diplomati all’Istituto Tecnico Agrario di Aosta hanno maturato esperienze in Francia e Canada, dove hanno imparato soprattutto l’arte della caseificazione di formaggi caprini. Tornati a casa, dove i genitori già erano titolari di un’azienda agricola, hanno aperto questa azienda agricola, che alleva oltre 200 bovini (destinati al consumo di carne), suini e 30 capre di razza camosciata alpina. Nascono così, tra marzo e novembre, formaggi di capra come tomini freschi, ricotta, stracchino, salignun, ma anche le bignole alle erbette e spezie. Nei mesi restanti la produzione si concentra sui salumi, tra cui coppa, lardo, pancetta, mocetta e il tradizionalissimo salampatata, nel cui impasto è presente una parte di patate lesse. L’azienda, oltre a essere fattoria didattica, è diventata anche la prima agripasticceria d’Italia: produce biscotti e torte (la pasticcera è Francesca Molon, moglie di Roberto) con farina, latte, uova e frutta secca di produzione propria. Questa azienda, come altre che raccontiamo su questo ricco numero di Papillon, è l’esempio di un’inesauribile dinamicità che vive nelle cascine della campagna italiana. 131 cose buone papillon 66 - inverno 2014 i formaggi delle bionde dell’Adamello AZ. AGR. CORNABLACCA PERTICA BASSA (Brescia) FRAZ. FORNO D’ONO - TEL. 3317775786 www.cornablacca.it Davanti, come uno sfondo, le pareti del monte Corna Blacca, mentre accanto scorre il torrente Degnone. È l’ambiente ideale per l’allevamento di Bionde dell’Adamello: per capirlo basta assaggiare uno di questi eccellenti formaggi. Arrivarci non sarà facile, per questo non abbiamo indicato un indirizzo preciso. Bisogna però uscire da Forno d’Oro per proseguire in direzione Ono Degno e proseguendo sullo sterrato al tornante sarà facile notare questa stalla che ospita capre di razza Bionda dell’Adamello (facilmente riconoscibili per le possenti corna e il colore del manto), razza autoctona della Valcamonica, a rischio scomparsa fino a pochi anni fa. La loro alimentazione è completamente naturale: con foraggi prodotti in azienda in inverno o nei pascoli in estate. L’erba profumata di montagna e l’aria pura sono gli ingredienti fondamentali per un latte di alta qualità. Questo viene lavorato a crudo e caseificato in due tipologie differenti così da avere dei formaggi che da freschi sono morbidi e dolci; lasciati stagionare diventano più intensi e pungenti. Accanto a questi caprini anche robiole e forme di maggior grandezza destinati a una stagionatura più lunga. Eccellente per i suoi profumi e il gusto delicato la ricotta prodotta con cadenza bisettimanale. In estate organizzano anche le “Giornate al pascolo” durante le quali i visitatori possono provare l’emozione di accompagnare il gregge al pascolo. Il birrificio dalla doppia anima Personalità ed equilibrio sono le due doti che rendono molto interessanti le birre di questo birrificio toscano, in costante crescita. 132 BIRRIFICIO DEL FORTE PIETRASANTA (Lucca) produzione: VIA DELLA BRECCIA VIOLETTA, 5/A punto vendita: VIA PIETRA DEL CARDOSO, 1 TEL. 0584793384 - www.birrificiodelforte.it Francesco Mancini e Carlo Franceschini, nel 2011, hanno dato vita a questo birrificio cercando di coniugare un duplice amore: quello di Francesco per le birre di stile belga, quello di Carlo per lo stile inglese. Il risultato? Ottimo. Le cinque birre prodotte si contraddistinguono per spiccata personalità e un equilibrio raro a trovarsi. Oltre la Meridiano 0, ambrata di stampo inglese, e La Mancina, belgian strong ale chia- cose buone papillon 66 - inverno 2014 ra, è eccellente la Gassa d’Amante, piacevolissima blond ale belga molto beverina, dalle note fruttate e floreali, leggermente speziata (pepe bianco) e dal finale erbaceo regalato dalla tecnica del dry hop- ping. Anche le birre più strutturate mantengono equilibrio e armonia davvero invidiabili: la Regina del mare è una belgian Ale bruna potente e piacevolissima, persistente, quasi dolce all’inizio poi piacevolmente amaricante nel finale, con note floreali e fruttate (agrumate). Notevole anche la 2 Cilindri, porter morbida che si contraddistingue per una tostatura molto equilibrata che regala note di cacao e caffè, senza spingere all’eccesso la componente amaricante. Alla produzione classica si aggiungono infine due stagionali: la Fior di Noppolo, prodotta con luppolo fresco prodotto in loco e la Cintura d’Orione, winter ale natalizia ispirata alle tradizionali birre di Natale belghe. il pane “come una volta” ANTICO FORNO QUATTORDIO (Alessandria) VIA PADANA EST, 3 - TEL. 0131773683 È un piccolo forno a conduzione familiare dove i giovani Alex Gado e Simona Scanu usano come ingrediente principale la passione per l’arte bianca. Assolutamente da provare è il loro pane “come una volta” realizzato con lievito naturale e farina biologica macinata a pietra del Mulino Marino tipo 2, che si conserva fragrante a lungo. E poi le lingue burattine, i grissini burattini e integrali fatti con farine biologiche macinate a pietra del Mulino Marino. Non meno interessante la produzione di biscotti e pasticceria dolce sempre con farine biologiche macinate a pietra. Mio zio Vigino aveva un forno nel paese vicino, Masio, e di notte dormiva sulla sdraio per seguire la lievitazione del pane. E che pane: le micche grosse, piene di profumo che si conservavano per più giorni. Anche mio cugino Carlo aveva un forno ternario, che accendeva solo il venerdì, nella frazione Abazia di Masio. E lì venivano le signore a fare il pane per tutta la settimana. Be’, sapere che Alex e Simona, a Quattordio, hanno ripreso quella tradizione mi ha quasi commosso. Ho poi assaggiato il loro pane e i loro biscotti ed ho ritrovato quel passato che ogni tanto ritorna, come un ciclo dentro al quale le cose buone non si perdono mai. Grazie! 133 cose buone papillon 66 - inverno 2014 il locale del dolce a ragusa, ideale per la pausa pranzo CAFFÈ SICILIA RAGUSA VIALE SICILIA, 12 - TEL. 0932682160 www.caffesicilia.info Ragusa è una città dalle due anime, con il centro moderno da un lato e la bellissima e antica Ibla sempre sullo sfondo, con i suoi palazzi nobiliari e le sue case dell’aristocrazia siciliana. Nel viale Sicilia, fin dal 1962, apre le porte il locale della famiglia Tasca, che subito diventa un ritrovo della “meglio gioventù” ragusana grazie a una pasticceria di alto livello. Ma non solo: fin dal 1964 viene inaugurata la sala ricevimenti (tra le prime dell’isola) che proietta già i Tasca verso l’attività di banqueting e catering. Oggi il locale, guidato da Maurizio Tasca, è sinonimo di pasticceria fresca d’autore a cominciare dai profiterole, che coniugano la panna fresca e il cioccolato. Ampia e ben assortita anche la teoria di torte: alla frutta (al limone e al mandarino ad esempio), al pistacchio, mimosa, savoia, alle mandorle, cioccolato e pere, ricotta e miele. La biscotteria secca comprende alcuni grandi classici della tradizione siciliana: mucatoli, mpanatighi, croccanti alle mandorle e al pistacchio, torrone mentre per la prima colazione saranno un must i maestosi cannoli siciliani. A tutte le ore della giornata sarà poi un piacere la pasticceria salata, dalle focacce, alle pizzette, alle sfoglie fino agli arancini speciali (come quello allo spada e pistacchi, ad esempio). I fumatori hanno a disposizione una sala dedicata. Mi sono sentito a casa in questo caffè che ha tutto dell’eleganza e dell’accoglienza siciliana. Il buffet con le sue sfiziosità a mezzogiorno è offerto ad appena 5 euro. Ed è di qualità, così come i vini selezionati, i cannoli e gli arancini. Ha vinto il premio Golosario quest’anno e quando Maurizio insieme con la moglie Agata sono venuti a Milano, hanno trovato tantissimi amici che li conoscevano. Che bella soddisfazione! arance e olio raffinatissimi AQUÈ RIBERA (Agrigento) VIA V. BELLINI, 35 - TEL. 3335363735 - [email protected] A Ribera, nella verde valle del fiume Verdura, dal 1976 la famiglia Aquè si dedica alla 134 Siamo proprio nel cuore dell’arancia Dop di Ribera dove Mimmo Aquè, pur avendo una laurea e un impiego all’assessorato all’agricoltura, ha deciso di proseguire la strada del padre e dello suocero e rimanere legato alla sua terra, valorizzando quelli che sono i suoi frutti più preziosi. Le arance coltivate in questo territorio incontaminato sono di varietà Brasiliano, senza semi e molto suc- cose buone papillon 66 - inverno 2014 coltivazione delle piante di arancio e di ulivo usando tecniche antichissime tramandate di generazione in generazione. cose; quindi Washington Navel dal sapore equilibrato e Vaniglia Apireno, dal bassissimo grado di acidità, indicate per chi soffre di problemi gastrici. A completare la gamma degli agrumi, si trovano poi i limoni, i pompelmi e i dolcissimi mandarini. Oltre a essere venduti freschi, questi frutti vengono trasformati in marmellate profumatissime. Dalla coltivazione di olive di cultivar Nocellara del Belice e Biancolilla gli Aquè ricavano un nobile olio extravergine che si fregia della Dop Val di Mazara, che è più piccante e corposo nella prima varietà e più dolce e leggero nella seconda. Tra gli altri prodotti dell’azienda ci sono anche le creme di pistacchio, di nocciola e di mandorla e i pesti di pistacchio e di finocchio selvatico: semplicemente deliziosi! Non so se è Ribera la madre di tante bontà, oppure un continuo confronto fra i produttori di questo paese. Sta di fatto che Aquè è stata una novità esaltante, sia per le marmellate, sia per le creme buonissime che hanno tutto il sapore della Sicilia del gusto. l’antico caviale ferrarese LE OCCARE RUNCO (Ferrara) VIA QUARTIERE, 156 TEL. E FAX 0532329100 - CELL. 3485633162 C’è un filo unico che unisce la Venezia del Cinquecento alla New York degli anni Settanta, avendo sempre al centro Ferrara. E si tratta di un filo di perle preziose, quanto lo è un caviale, un tempo considerato migliore di quello russo e oggi, finalmente, restituito al palato dei più raffinati intenditori. Tutto ciò grazie al sogno di Cristina Maresi che nel suo agriturismo Le Occare di Runco, pochi chilometri dalla città degli Estensi, ha dato nuova vita a questo prodotto antico. La particolarità di questo caviale è la sua lavorazione: è cotto nel forno (che qui, a le Occare, è un antico forno ristrutturato dove si prepara anche una straordinaria “coppietta”). Una lavorazione che fa perdere al prodotto eccessiva sapidità e lo rende adatto a svariati accostamenti. “La ricetta - racconta Cristina - è di Cristoforo di Messisburgo, cuoco alla corte del duca Alfonso I d’Este, e citata nel libro Libro novo nel qual si insegna a far d’ogni sorte di vivanda pubblicato per la prima volta a Venezia nel 1557, pochi anni dopo la scomparsa del cuoco”. I segreti per la sua produzione si tramandano fino agli anni Trenta quando questo caviale cotto si poteva trovare dalla Nuta, al secolo Benvenuta Ascoli, che riforniva di 135 cose buone papillon 66 - inverno 2014 prelibatezze tutto il ghetto ebraico. Proprio a causa della persecuzione razziale Benvenuta scompare da Ferrara negli anni Quaranta. Con lei rischia di sparire anche la ricetta, nonostante la sua attività fosse stata rilevata da un garzone. Anche perché, dalla metà del Novecento, iniziano a scomparire gli storioni dal Po e con loro i segreti della cottura. Solo negli anni Settanta il Notaio Brighenti, noto gourmet cittadino, riesce a recuperare nella comunità ebraica newyorkese la ricetta della Nuta, che riproduce però solo per gli amici. Alla morte del Notaio resta l’unica depositaria della ricetta la cuoca di casa, Giuseppina, che ne ha fatto dono all’amica Cristina Maresi. Così è iniziata la ricerca dell’animale giusto, individuato nell’allevamento degli storioni del Sile di Santa Cristina, poi le tante prove fino ad arrivare - dopo cinque anni - a questo caviale unico nel suo genere. Curiosità: il caviale e l’epopea della pesca dello storione nel Po sono protagonisti anche del romanzo di Michele Marziani, La signora del caviale, che ha ispirato Cristina. Un altro anello di una storia lunga cinque secoli. salumi di cinta e di cinghiale MACELLERIA BELLI TORRITA DI SIENA (Siena) VIA PASSEGGIO GARIBALDI, 55 TEL. 0577685095 - FAX 0577684256 www.macelleriabelli.it - [email protected] Dalla fine degli anni ‘60 la macelleria Belli opera a Torrita proponendo prodotti di altissima qualità di selezione tutta Toscana. 136 La macelleria comprende un salumificio e un prosciuttificio annessi allo spazio vendita dove provare anche una serie di preparazioni “pronte” quali hamburgher di Cinta, spiedini, arrosti. Dal 2008 la Macelleria Belli è entrata a far parte della filiera corta di Castelmuzio, filiera che mette direttamente in contatto alcuni produttori locali con il consumatore finale, senza intermediari. Si possono quindi trovare oli, vini, for- maggi, dolci, marmellate, sottoli, pasta e legumi, tutti provenienti da piccole aziende agricole locali. Ma gli assi della macelleria Belli sono prosciutto, capocollo, salame, sopressata, buristo, finocchiona, salsiccia di Cinta e di cinghiale, oltre a tanti altri prodotti sempre ricavati dalla Cinta senese, dal suino tradizionale e da vitelli locali e di chianina. Un vero tempio del gusto, dove sentire profumi e consistenze altrove dimenticate. cose buone papillon 66 - inverno 2014 formaggi di capra per passione La storia di Marzia Molinari incomincia quando era consigliere comunale nel suo Comune: Trevi nel Lazio. In seguito a un incontro con il Parco Regionale dei Monti Simbruini sul rilancio e lo sviluppo del territorio, decise di fare qualcosa in prima persona e non soltanto promuovere l’iniziativa. V.D.P. DI MOLINARI MARZIA TREVI NEL LAZIO (Frosinone) VIA BORGO MADONNA, SNC TEL. 3478400771 - 3394399510 Era il 17 Luglio 2009. Dopo una riunione familiare la decisione: allevare capre. Pur essendo erede di una tradizione familiare nel settore zootecnico, Marzia non aveva esperienza diretta, avendo scelto, dopo la maturità, di trasferirsi nella Capitale per seguire altre strade professionali. Dopo l’apertura della partita iva, la visita a un’azienda caprina di Brescia e l’acquisto di una ventina di capi di razza Saanen. Da allora è iniziato un percorso che ha condotto Marzia oggi a possedere 72 capi per seguire personalmente la trasformazione del latte nel caseificio aziendale. È lei ad accudire ogni fase della trasformazione: dalla mungitura alla pulizia del caseificio e della stalla, all’approvigionamento delle materie prime e dei foraggi. La produzione annovera formaggi freschi, semistagionati, stagionati, a pasta molle, speziati e ricotta, tutti venduti nel punto vendita adiacente al caseificio e nei supermercati e ristoranti limitrofi e capitolini. del vino di visciole e della confettura MUZIGHIN URBANIA (Pesaro Urbino) VIA ORSAIOLA, 58 TEL. 3472202085 - FAX 0544528235 www.muzighin.com - [email protected] Dalla fermentazione delle ciliegie visciole con lo zucchero si ottiene uno dei prodotti più tipici del Montefeltro: il vino di visciole, di colore rosso rubino carico, con profumo molto intenso, sapore dolce e caldo, ideale in abbinamento a dolci secchi, cioccolato o gelato alla panna. Il vino di visciole è il prodotto principe dell’azienda Casella Muzighin ubicata in una delle più belle zone del territorio del comune di Urbania, denominata Orsaiola. Qui Oberdan Pizzoni coltiva la vite (ciliegiolo, sangiovese e aleatico) e le piante da frutto, che poi trasforma in prodotti che hanno il sapore della storia e delle tradizioni di questi luoghi. Le visciole sono impiegate anche per produrre la confettura (con e senza zucchero) e i vasetti di visciole al sole, preparate ponendo i frutti con lo zucchero in vasi di vetro, lasciati poi al sole per circa 40 giorni finché lo zucchero non si è sciolto, senza fermentazione. Dalle visciole fermentate, la rinomata distilleria di Vittorio Capovilla di Rosà (Vi) ricava un’acquavite complessa ed elegante di 41°. Interessanti anche le tre tipologie di 137 cose buone papillon 66 - inverno 2014 confetture: di albicocche, di piccole susine selvatiche e di susine Regina Claudia, con sola frutta e poco zucchero di canna biologico. Dall’uva aleatico l’azienda ottiene un vino passito preparato lasciando i grappoli appesi per cinque mesi ad appassire, gli acini vengono poi scelti uno a uno, torchiati, sottoposti a una leggera macerazione sulle bucce e occorrono 4 anni prima che il vino sia pronto per essere messo in commercio. Ricordiamo infine “Profumo di Rose”, il vino di pronta beva, profumato e persistente, da abbinare con le carni. Il primo assaggio che ho fatto è stato della confettura di albicocche, che è sempre la più difficile. Ed era tanto che non ne trovavo un campione così: concentrato, gustoso, pieno. Poi ho assaggiato tutto, scoprendo un puntiglioso appassionato della trasformazione dei prodotti della sua terra che arrivano fino alla sublimazione. Spettacolare. la pasta è di riso DI LAB VERCELLI VIA VITTORIO VENETO, 3 TEL. 0161214887 - www.di-lab.it Non chiamatela gastronomia, sarebbe fuorviante; non è neppure una pasticceria, anche se i dolci sono tanti e buonissimi. È semplicemente Di Lab, un negozio innovativo, e buonissimo. Insomma è Di Lab, ovvero un negozio in centro a Vercelli che ha aperto le porte in città a fine ottobre 2013 come una ventata di freschezza. Lo hanno voluto Elena e Carlotta, rispettivamente mogli di Nicola e Giuseppe Viazzo, da sempre nel mondo del riso. La loro azienda, la Viazzo, lavora svariate tonnellate di riso l’anno e da poco ha lanciato il “Riso di pasta”, una gamma coi formati classici che ha il vantaggio d’essere senza glutine. Ma senza glutine sono tutti i prodotti di questo negozio, con tanto di scuola di cucina al piano superiore, dove Davide Oldani ha festeggiato i suoi 10 anni del D’O cucinando la vellutata “colada” di castagne, rafano e riso di pasta. Ma ogni giorno, con soli 5 euro funziona un take away con riso di pasta cacio e pepe, alla carbonara, al ragù, oppure cannelloni... fino al risotto naturalmente (di seirass e zucca). Ci sono anche carni e verdure e una linea di finger food su prenotazione. E poi i dolci: muffin, crostate, macarons, bavaresi, bignè, cheese cake, e ancora pizze e focacce. Tutto gluten free. E tutto questo a Vercelli, dove è nato un fantastico locale innovativo. Un atto d’amore alla propria città, che farà presto storia: merita il viaggio! 138 cose buone papillon 66 - inverno 2014 riso di qualità superiore, legumi e farine SOCIETÀ AGRICOLA CASCINA BRAROLA VERCELLI FRAZ. BRAROLA - VIA MORTARA, 1 - TEL. 0161317174 - FAX 0161216960 [email protected] - www.cascinabrarola.it La Cascina Brarola, nell’omonima frazione a pochi chilometri da Vercelli, dove già nel XVIII secolo i monaci cistercensi coltivavano risi pregiati, oggi ha una linea di prodotti che comprende riso tradizionale, riso integrale, farina e semola di riso, biscotti di riso, zuppe con legumi e cereali. È la famiglia Gasparotto a coltivare da oltre 50 anni il riso grezzo e a trasformarlo, da una decina d’anni, in risi pregiati come Carnaroli, Baldo, Sant’Andrea, Vialone Nano. Dal 2004 l’azienda ha aderito al progetto della Camera di Commercio di Vercelli, “Riso di qualità certificato”, ricevendo nel 2005 la certificazione di Riso di Qualità Superiore, coltivato seguendo normative rigorose che garantiscono un riso che ha la genuinità e la bontà di altri tempi. Interessanti le produzioni di riso integrale Venere, Ermes, Baldo e l’originale riso rosa semintegrale ostigliato dalla buona tenuta in cottura. L’azienda realizza anche i “Pronti”, raffinati risotti pronti all’uso, le zuppe, i legumi, le polente, le farine di riso e di mais e un assortimento di prodotti a base di riso come gallette, pasta, grissini, mousse, biscotti, crostate. Noi siamo rimasti conquistati dalla zuppa casereccia con riso integrale, farro, orzo perlato e lenticchie rosse. i prodotti del golosario GOLOSIDEA VILLA D’ALMÈ (Bergamo) VIA MAZZINI, 75 - TEL. 035637344 www.golosidea.it In questo punto vendita tante specialità alimentari di qualità, sia preparate nel laboratorio, sia selezionate da aziende artigianali di tutta Italia. Una famiglia, i Pesenti Bolò, che ha il lavoro nel sangue. La mamma e il figlio Stefano mandano avanti la trattoria a Gerosa, l’altro figlio Paolo è a condurre un forno dove produce splendido pane e la figlia Pamela, con la sorella Petronilla, è qui, a condurre Golosidea, splendida bottega del gusto nel cuore di Villa d’Almè, 139 cose buone papillon 66 - inverno 2014 dove dall’alba a notte, domenica compresa, troverete il meglio del Golosario, a partire da una selezione di formaggi di assoluto valore, vini tra cui spiccano molti dei nostri Top Hundred, oltre a una serie di piatti pronti (fantastiche le crespelle!), torte salate o altre creazioni pensate per chi voglia fare una pausa pranzo nel segno del gusto o portare a casa cose già preparate ma di assoluta qualità. Chicca: il pane e le pizze, ma soprattutto i panettoni (e a Pasqua le colombe), veri gioielli che Pamela non vede l’ora di portare a Golosaria l’anno prossimo! segnalazione dell’ultima ora il pane con lievito madre AGRI BIO PANIFICIO BISOGLIO LUIGINA LU MONFERRATO (Alessandria) VIA MAMELI, 58 - TEL. 3335241597 - www.agribiopanificiobisoglio.com A Lu Monferrato, nel cuore del paese, ha aperto questo biopanificio. Un nome che cela un processo lungo che, a partire dal campo, arriva al pane sfornato solo nei fine settimana. Ideatrice di questo progetto è Luigina Bisoglio, nata da una famiglia di agricoltori e panificatrice per passione per circa un decennio. Poi, da pochi mesi, la svolta, con l’apertura di un laboratorio in cui è collocato anche un piccolo mulino di pietra austriaco. E qui ogni settimana viene macinato il frumento, che parte dall’azienda bio, materia prima con cui prepara il pane con l’utilizzo di un lievito madre, rinfrescato quotidianamente. Ma non solo: sono disponibili anche la farina di mais ottofile (sempre macinato a pietra), la farina di frumento per pane e pasta da fare a casa, i tajarin realizzati da La Casa dei Tajarin ad Alba. E poi la gamma dei prodotti freschi come la focaccia dolce e salata, il pane dolce con noci, uvetta, semi di lino e di girasole, ideale anche per una colazione corroborante, oltre naturalmente al pane: in pochi formati, di dimensioni medio grandi. Dal profumo inconfondibile di lievito, è capace di durare più giorni. Unico avvertimento: meglio prenotarlo, perché Luigina - che segue con perizia ogni fase della lavorazione - ne produce appena un quintale la settimana. Questo negozietto nel centro di Lu è una perla che ha molti significati. Intanto che la passione può sfociare in un’attività solo se cerca la qualità, che è anche elemento di distinzione e motivo per cui merita fare un viaggio fino a Lu. Poi questo negozietto è in rapporto con gli amici della Commedia della Pentola, che utilizzano i loro prodotti, ma che insieme promuovono anche il paese. Quando siamo stati a trovare Luigina e suo figlio Luca Mazzoglio, mentre lavorava con la farina tratta da pannocchie di grano nero, mi ha colpito leggere nel loro volto la soddisfazione. La piena soddisfazione di chi sa che, in questo modo, sta disegnando un futuro. Grazie Luigina e Luca. 140 cose buone papillon 66 - inverno 2014 eccellenze dal Friuli: PERCORSI SENSORIALI A GOLOSARIA Tra le tante eccellenze assaggiate a Golosaria merita un approfondimento il percorso proposto dalla Tenuta Stella di Dolegna del Collio (Go), in collaborazione con l'azienda Jolanda De Colò. Ed ecco di seguito gli abbinamenti che hanno ammaliato il pubblico. Tanni 2010, Cuvée Metodo Classico Brut, 24 mesi sui lieviti, degorgiato agli inizi del 2013 è stato abbinato al Prosciutto crudo di Mangalica, maiale autoctono, allevato allo stato semi-brado con un'alimentazione basata in particolare di ghiande, favette e mele. È un animale piccolo (al massimo 120 kg) con una buona percentuale di grasso che ben si accosta alla freschezza del Tanni. Ma non solo: nel deposito di grasso abbondano i grassi monoinsaturi (acido oleico) che agiscono in positivo sul colesterolo Hdl (quello considerato “buono”). Malvasia 2011 (clone di Malvasia Istriana) affinata prima in acciaio e poi 18 mesi in bottiglia - Speck d'Oca ottenuto da carni di animali liberi e alimentati solo con prodotti naturali. Il petto che se ne ricava subisce, dopo la salatura, una lenta, gentile, affumicatura a freddo con legna di faggio e bacche di ginepro. Ne risulta un prodotto ben speziato, ma equilibrato, esaltato dalle note aromatiche della Malvasia. Nel festival di Golosaria, ho provato anch'io questi due abbinamenti che mi hanno provocato da un lato il piacere, dall'altro la nostalgia per quel Friuli che può darti una cosa sua, come questi salumi e questi vini unici. Sono stato grato ad Angelo che ha voluto portarci a Milano un angolo di questa regione fantastica che non finiremo mai di raccontare. 141 altri assaggi papillon 66 - inverno 2014 altri assaggi imperdibili e desiderabili A inizio settembre bella sosta a Gazzo Padovano (Pd), alla gelateria Golosi di Natura (via Vittorio Emanuele, 22 - tel. 0499426264) a provare i gelati di Antonio Mezzalira, giovane maestro gelatiere e allievo della famiglia Alajmo, che si è aggiudicato l’Oscar mondiale della gelateria con il suo gelato al Prosecco Col Vetoraz alla Mostra Internazionale del gelato artigianale di Longarone nel 2008, mentre nel 2013 ha vinto al Firenze Gelato Festival. L’impiego esclusivo di prodotti naturali e di qualità, la ricerca del perfetto connubio di sapori e la sperimentazione mirata alla produzione di gusti sempre nuovi hanno portato alla nascita dei semifreddi, sorbetti alla frutta e gelati alle creme sempre innovativi. Particolare attenzione anche alle intolleranze alimentari. Interessante anche la proposta di gelati gastronomici per la ristorazione. Un mito del nostro Golosario. di Paolo Massobrio fresca di stagione. Ha vinto il premio Golosario di quest’anno. Meritatissimo! Memorabile anche la visita del Caseificio Pennar sugli altipiani di Asiago (Vi). È un via-vai di persone che vengono qui per comprare l’Asiago, il formaggio di queste terre, rivenduto anche sottovuoto e già porzionato (via Pennar, 313 - tel. 0424462374) a diverse stagionature. Una visita raccomandabile. Un’altra gelateria che mi è rimasta impressa è Gelatando (via Innocente Stella, 1 - tel. 3385002445) di Arsiero (Vi), sugli altipiani di Asiago. Una bella gelateria, con tavolini all’aperto. E qui, in particolare, mi ha colpito il gelato con fichi e cachi, direttamente dal frutteto di famiglia. Marina Xausa dimostra grande attenzione per le materie prime: per le creme, panna e latte fresco di alta qualità, e per i gelati alla frutta, solo frutta 142 papillon 66 - inverno 2014 Tra gli assaggi più incredibili di questa fine d’anno, io dico la memorabile crema di nocciole che nasce a Lequio Berria (Cn), in Alta Langa a 700 metri d’altitudine. Qui l’Azienda Agricola Papa dei Boschi (via Pianravero, 13 - tel. 0173522019), da tre generazioni, coltiva la Tonda Gentile e Josè Noè segue ben 40 ettari di noccioleti. Ma segue anche ogni fase della lavorazione: dalla raccolta a fine agosto all’essiccazione naturale. Dalla pasta di nocciole Josè ha creato la crema gianduia spalmabile: il segreto sta tutto in quelle Nocciole Piemonte Igp al 55% (che è una percentuale altissima). Poi zucchero, latte e cacao in polvere, vaniglia bourbon e nessun grasso aggiunto. Gli unici grassi sono quelli della nocciola stessa. È una crema soave e ricca al gusto, dall’intenso aroma di nocciola, dove il cacao non prevale in nessun modo, anzi esalta decisamente il piacere infinito della Tonda più buona del mondo. Rispetto a tutte le creme di nocciola assaggiate fino ad ora, questa è unica. altri assaggi bovini e suini allo stato semi-brado. L’ambiente dell’agriturismo è rustico e familiare, ma molto ordinato e sognante. Assaggerete i salumi perfetti prodotti in casa, la carne cruda battuta al coltello, i peperoni con la bagna cauda, i ravioli al plin fatti in casa e le tagliatelle ai funghi. E naturalmente la carne alla brace, prima della robiola di Roccaverano, del bunet e della torta di nocciole. Ad Alessandria continua il successo del pizz’ino, un brevetto di Giuseppe Giordano del Piedigrotta 2 (via Mondovì, 16/18 - tel. 0131262085) che prevede una cottura speciale della pizza che è una via di mezzo tra la cottura classica e quella al tegamino: solo che la corona del tegame in alluminio, senza il fondo, fa prendere il meglio delle due cotture. Ed è realizzata in forno a legna. Nasce così questa pizza originale, dove il bordo quasi non esiste: è tutta ma mangiare. In località San Desiderio di Monastero Bormida (At), merita la visita l’impresa della famiglia Merlo: 12 figli, tutti in azienda col papà Francesco e la mamma Mariarosa (agriturismo tel. 014488126 - punto vendita a Monastero Bormida tel. 014488251). E fra i collaboratori anche Gaucho e Asadores argentini, perché qui si fa l’asado. E qui c’è la più bella bottega agricola di Campagna Amica d’Italia, ricca di tantissime cose buone; c’è l’azienda agrituristica con quattro casette di legno, per gli appassionati di trekking nei boschi, escursioni in mountain bike, ma anche equitazione col maneggio che ha cavalli di razza argentina. E poi Appena prima di Golosaria a Milano è stata memorabile visita alla Bottega di Francesco sul lungomare di Porto San Giorgio (Fm) (via Cavallotti, 97 - tel. 0734675826). Guardando tra gli scaffali spiccavano tanti prodotti del Golosario, 143 altri assaggi selezionati con estrema perizia tra i più significativi prodotti del Fermano (come il ciauscolo) e di tutta Italia, da Francesco Pasculli. Quindi le chicche dell’arte salumiera (il prosciutto crudo è tagliato a mano) e casearia; le paste (quella di Aldo, ma anche Martelli), gli oli extravergine, le confetture, le uova biologiche, i mieli, i vini locali. Un grande professionista, un vero appassionato, destinatario del premio Golosario 2013. Bella sosta a Novara, nella straordinaria e radiosa salumeria Moroni (via Avogadro, 1/b - tel. 0321611050). Si trova nel centro storico, non lontano dalla “nostra” trattoria Due Ladroni, ma ci si arriva bene con l’auto, da posteggiare nei pressi. E ne avrete ben donde, perché la loro gallina ripiena è una specialità senza pari, così come gli gnocchi alla fonduta. Poi sbizzarritevi tra salumi e formaggi, fra i migliori prodotti del Golosario 144 papillon 66 - inverno 2014 e alcune chicche scovate appositamente dai due giovani titolari. E poi ancora vini. Proprio le cose che piacciono a noi! È una pasta prodotta in vari formati, dalle tagliatelle ai tajarin (da 36 uova per chilo di farina), ma anche gnocchi e ravioli, da Marco Giacosa di Pasta d’Autore (corso Europa, 29 - tel. 0173284313) di Alba (Cn), che offre i suoi prodotti anche con un accattivante packaging. Ideale nel periodo dei tartufi, merita la scoperta. Il Prosciuttificio Picaron, nato nel 1990 per produrre prosciutti crudi di qualità, è oggi una realtà che comprende due stabilimenti a San Daniele del Friuli (Ud) e altri due nella zona di Parma. I severi controlli sono seguiti direttamente dal titolare, signor Bassi, proprio come vuole la tradizione: con un ago d’osso di cavallo. Per degustare o acquistare (disossato, intero, papillon 66 - inverno 2014 a metà, in tranci oppure affettato al momento) l’ottimo prosciutto crudo San Daniele è stato aperto un bar dove è possibile acquistare il prosciutto San Daniele e assaporare diverse tipologie di patti freddi, fra i quali gli affettati misti, formaggi e mostarde, insalate e sottoli. Segnaliamo la cremapic bio realizzata dai Magnifici del Mezzogiorno (via degli Sclavi, 11 - tel. 09855303) di Santa Maria del Cedro (Cs) seguendo la più antica tradizione calabrese, con peperoncino proveniente da coltivazioni biologiche del Sud Italia. È un jolly in cucina, ideale per preparare le bruschette, il sugo per la pasta o insaporire qualsiasi piatto. Il latte fresco è il principale ingrediente delle fettine Inalpi, che da pochi mesi vantano un nuovo packaging. Ideali da gustare sfuse come spuntino, per arricchire un panino caldo o freddo e per dare sapore a un piatto. Da provare anche quelle all’emmental e quelle light con un ridotto altri assaggi apporto di grassi, senza perdere sapore. La specificità di questi prodotti è l’origine: solo latte piemontese, a chilometro zero, dunque, per creare i prodotti classici di pronti uso: dal burro, appunto, alle fettine di latte (non chiamatele sottilette). Memorabile la fonduta cucinata da Giampiero Vivalda irrorata da un buon tartufo d’Alba. A Fobello (Vc), oltre al miglior pane che possiate immaginare, quello realizzato da Eugenio Pol, da un anno c’è Cà di Mori (via Rizzetti, 22 - tel. 3401202759) ed è un laboratorio di confetture, gelatine, chutney, sciroppi e conserve di verdura creato da sua moglie Federica e dall’amica Katia. Lavorano nella più antica casa di Fobello e tutti questi prodotti si trovano a Varallo Sesia al raviolificio Bertoli, oppure in paese, dove due signore, contagiate da Valuiga hanno aperto un negozietto dove propongono dei dolcetti iresistibili: I Biscutin dal Strii (tel. 3387181616). Comprate gli omonimi biscottini. Attenti a quel gelatiere: giovanissimo è già bravo. Lui si trova a Volpedo (Al), il paese delle mitiche pesche carnose e la sua gelateria Il Gusto della Vita (via Pelizza, 10 - tel. 01311826109), fa gelati alla crema davvero speciali oltre al gelato alla pesca di Volpedo e altri gusti. Da andare a trovare. Nuovo punto vendita in Alessandria per la Gelateria Soban, nome di una famiglia di sommi gelatieri veneti, che apre a Valenza, ma anche in via San Lorenzo, 99 (tel. 0131445255) ad Alessadria ed ora qui, sulla circonvallazione interna, in corso Borsalino, 36 (3343464246). 145 de.co. Frutta e verdura spariscono dai ristoranti? Sì, a meno che non abbiano “nome e cognome”. Secondo una recente indagine del Censis i prodotti percepiti come più sicuri sono proprio quelli acquistati direttamente dal produttore. “Educazione e prossimità - ha scritto Carlo Petrini su Repubblica del 2 dicembre - sono la chiave per una spesa intelligente”. Ma se la chiave per la spesa è la sicurezza, nei menu a emergere sono i valori di gusto e cultura veicolati da prodotti di prossimità. Perfetto esempio di questa concezione sono le Denominazioni Comunali, parte di un mondo sempre più in fermento, da sud a nord. Ecco le nostre ultime scoperte. 146 papillon 66 - inverno 2014 le De.Co. di Fabio Molinari DAI CAMPI ALLE MINIERE IL SALE DEL PARCO DELLE MADONIE Le De.Co. raccontano storie. Che a volte precedono anche l’arrivo degli uomini sulla Terra. Così accade in Sicilia dove nel comune di Petralia Soprana l’Associazione Sotto Sale si sta impegnando per la valorizzazione di uno straordinario prodotto locale: il sale. ll sale di Petralia e delle Madonie nasce 12 milioni di anni fa a seguito dell’evaporazione dell’antico mare Tetide. Attualmente questo è uno dei giacimenti più ricchi d’Europa: un’enorme lente di sale racchiusa nel cuore di una montagna che si eleva fino a 1.100 metri sul livello del mare, per una estensione di 2 km² ed uno spessore che raggiunge il valore di 250 m. L’eccezionale purezza del sale e la collocazione fuori dall’area dove si trovano gli altri giacimenti siciliani, fa pensare che quello di Petralia sia un giacimento di origine secondaria. Si tratterebbe, cioè, di depositi salini preesistenti che le vicende geologiche dell’isola hanno disciolto, spostato e ricristallizzato fuori dalla prima formazione. Un processo millenario che ha reso questo sale unico. La miniera è sita alle porte della frazione Raffo nel comune di Petralia Soprana, all’interno del Parco naturale delle Madonie. Spettacolare da un punto di vista naturalistico e geologico, è anche luogo d’arte. Al suo interno è stato creato il MACSS, il primo museo di arte contemporanea completamente immerso nelle profondità della terra. Nel periodo di agosto viene anche organizzata la Sagra del Sale ormai arrivata alla XXIII edizione, in cui sono previste visite alla più grande miniera di salgemma del vecchio continente, con oltre 40 chilometri di gallerie che attraversano il sottosuolo. LA MELA ROSA DI MONTE SAN MARTINO I Monti Azzurri sono un angolo bellissimo di Appennino posto a nord del Maceratese, dove il territorio si scopre attraverso i percorsi dedicati al trekking o, ancora, con lunghe passeggiate a cavallo. Già celebre per i suoi vini, questo territorio è anche particolarmente vocato alla coltivazione di mele. L’esempio migliore viene dalla mela rosa, nei suoi tanti biotipi locali. Già diffusa ai tempi dei Medici, deve il suo successo alla rusticità, che si è tradotta in una buona resistenza alle malattie, e al buon sapore che si unisce alla capacità di resistere nel tempo. Caratteristiche che la rendevano perfetta come coltivazione nelle case contadine dove veniva conservata a lungo nei tradizionali “frut- papillon 66 - inverno 2014 tai” (all’aperto nei pagliai e nei fienili o, addirittura, riposta in cesti posizionati sulle biforcazioni dei rami degli alberi). Centro di produzione principale della mela rosa è da sempre l’antico borgo di Monte San Martino. E proprio qui è stata proclamata in novembre la denominazione comunale sulla mela rosa locale chiamata “saporosa del Crivelli”, a evocare la straordinaria rappresentazione de “i pomi” raffigurati su tavole di legno collocate nella chiesa di San Ruffino. Ispiratrice di molti pittori (al punto da poter essere identificata come mela del Rinascimento), è stata per lungo tempo sul punto di scomparire per erosione genetica. Oggi - dopo anni di ricerca dell’ASSAM (ente regionale delle Marche) e un’opera di messa a dimora di oltre 6.000 piante da parte della Comunità Montana Monti Azzurri - è di nuovo parte del patrimonio (e del paesaggio) locale. A COAZZOLO SI CELEBRA LA COUGNÀ In Piemonte la vendemmia è il momento centrale dell’anno, con i suoi riti, i gesti millenari che si ripe- tono e i piatti saporosi. Ma il mosto che diventerà vino è anche un ingrediente della cucina autunnale. Ricetta straordinaria, frutto della sapienza contadina e di un gusto agrodolce che sa di antico: è la cougnà. La sua preparazione è lunga e capace di raccontare un’epoca in cui, accanto al camino acceso, si faceva cuocere a bassa temperatura e per molte ore il mosto. A questo si aggiunge poco a poco la frutta, fresca e secca, continuando a cuocere fino quando il mosto non si sarà concentrato armonizzandosi con gli altri ingredienti. Coazzolo è un piccolo borgo che apre alle Langhe. Queste sono le colline di Pavese, della Luna e i falò, della vendemmia che è rito ancestrale. E qui anche la cougnà è un mito. Che viene celebrata in una gara tra le famiglie che si svolge ogni anno, dove i campioni di cougnà vengono degustati - rigorosamente alla cieca - da una giuria di esperti. Una ricetta univoca non può esistere. La cougnà è un prodotto contadino, fatto molto spesso con de.co. quello che c’era. Il prototipo perfetto deve essere dolce (naturalmente, perché gli zuccheri aggiunti sono assolutamente vietati) ma non stucchevole, capace di mantenere la nota fresca del vino che si deve armonizzare con quella dei formaggi. La consistenza allo stesso modo deve essere fluida ma con la croccantezza della nocciola che si fa sentire. Quest’anno a trionfare è stata la cougnà di Beatrice Stella del Castello di Coazzolo. Gli ingredienti: mosto di uva moscato (l’uva più diffusa in loco), mele cotogne, pere Madernassa, fichi e nocciole Tonda Gentile, oltre a 17 ore di cottura sulla vecchia stufa a legna. Il resto della ricetta è segreto (e maestria) che si perde tra vigne e castello. Proseguono i nostri incontri in giro per l’Italia sull’onda delle denominazioni comunali. Questa primavera è stata la volta della provincia di Vicenza, dove addirittura c’è una confraternita di ristoratori che utilizza soltanto prodotti De.Co. Così è diventato De.Co. il baccalà a Sandrigo, ma anche l’Asparago bianco di una frazione di Bassano del Grappa, mentre è in corso l’idea di rivalutare, attraverso la trasformazione, una ciliegia gloriosa e molto fragile, quasi in via d’estinzione per questo, come la Marosticana che fa parte delle circa 20 varietà dell’Igp che riguarda la ciliegia di Marostica. E proprio Vicenza, dove c’è questo fermento intorno alle De.Co. è stato il terreno dell’ennesima nuova polemica, innescata da un intervento dell’ex ministro per le Politiche Agricole Paolo De Castro durante un convegno promosso dal Consorzio del formaggio Asiago. Il suo tono sprezzante verso le De.Co. ci ha dunque costretti a tornare sull’argomento sui giornali (in particolare su Italia Oggi) e a riaprire un dibattito. Che purtroppo non avviene mai de visu, in maniera seria, giacché il signor De Castro a questo si è sempre sottratto, preferendo solo i luoghi dove si è certi di ricevere facili applausi. Un’ottima rappresentazione della politica odierna, insomma, dove il popolo, se c’è, non esiste e non ha pensiero. O almeno non lo deve avere. Come un appiattimento, come un’omologazione, come certe denominazioni protette che di fatto hanno impoverito una tradizione, nel nome di una difesa... che poi uno stuolo di coltivatori diretti al Brennero, puntualmente, ogni anno sbugiarda. E allora? Non è meglio tornare al controllo di prossimità, al sindaco, alla comunità? E se non proprio tornare, non è meglio far sì che tutto, del nostro patrimonio genetico, esista? Onorevole De Castro, suvvia, batta un colpo (ma non il solito sulla spalla, quando ci incontriamo) e scenda giù dalla Casta. 147 olio papillon 66 - inverno 2014 Tempi duri per i troppo buoni… Per fare un bilancio attendibile della campagna olearia 2013 dovremo aspettare un po’, perché alla fine pare tutto tornato alla normalità. A girare per i frantoi da una parte all’altra dell’Italia, la domanda più frequente è: “Ma quanto ti ha reso?”. Come una volta, quando era la quantità a dettar legge in un mare d’olio dalla qualità relativa e soggettiva. Oggi, anche gli olivicoltori più attenti, quelli che hanno abbandonato le consuetudini per dare spazio a una gestione consapevole dell’uliveto e dell’estrazione dell’olio, alla fine, sono tornati al quesito d’un tempo: la resa in olio dalle olive, perché i costi di gestione sono alti, il bilancio deve quadrare e se ci si mette anche il tempo… Un anno strano di Maurizio Pescari Tutto a causa di una stagione strana. Tanto strana da tornare normale. A fare bene il calcolo, per una volta uva e oliva hanno dovuto fare i conti con la normalità; con la natura che ha dimostrato ancora una volta che nel suo essere di ‘logica’ ce n’è poca. Ci si orienta a una graduale e inevitabile tropicalizzazione del clima? Ecco una primavera inondata di pioggia. Hai programmato di avviare la raccolta dell’uva a metà agosto e dell’oliva a inizio ottobre? Ecco che la stagione sconvolge l’agenda. danno mai nulla per scontato, che non usano il calendario per i trattamenti, che vanno in campo a misurare la situazione, in mezzo agli ulivi o ai vigneti, tutti i giorni. Se nella viticoltura lo sconquasso a oggi non ha trovato rimedi, con peronospora e grandine a falcidiare i vigneti e la fillossera tornata a mostrare le unghie, nell’olivicoltura non è andata meglio. Nell’oliveto, all’acqua e al caldo s’è aggiunta la mosca olearia (Dacus Olae), con un fardello di problemi. Stiamo tirando le somme di un anno nel corso del quale la natura ha ripreso il sopravvento e che pare abbia portato risultati solo a coloro che non Le piogge che hanno toccato la penisola sino all’inizio dell’estate meteorologica, seguite da un forte caldo, hanno sconvolto i tempi delle diverse fasi 148 olio papillon 66 - inverno 2014 vegetative dell’ulivo: prima la fioritura, poi l’allegagione e infine, nel momento cruciale, la maturazione, sia fenolica che del frutto. Morale della favola assoluta incertezza mista a sorpresa nel vedere e valutare l’esito finale, condizionato da olive cariche d’acqua, con conseguenti rese in olio bassissime: nel centro nord raramente hanno superato il 12%; in Puglia il 14-15%, risultato appena accettabile; in Calabria poco sopra il 15%; in Sicilia il 12% nella parte orientale e il 15% nell’occidentale. Alla resa dei conti, chi sa ben gestire campo e frantoio ha comunque salvato la stagione con esiti brillanti. Ecco i primi assaggi della stagione... Liguria Azienda Agricola Pria Grossa di Domenico Ruffino via del Borriolo, 9 - Varigotti (SV) tel. 019698044 - 3484521161 Pria Grossa, monovarietale da Sarvegu. Limpido, brillante, verde. Profumo delicato, di erba tagliata. In bocca non è dolce, è amaro, piccante, il gusto sembra non finire mai. Trentino Agraria Riva del Garda Società cooperativa loc. San Nazzaro, 4 - Riva del Garda (TN) tel. 0464552133 - [email protected] Solo Casaliva nell’extravergine biologico “46° Parallelo”. Colore verde, limpido. Al naso è erbaceo, netto il frutto. In bocca è elegante, con una delicata nota piccante. Toscana Azienda Agricola La Ranocchiaia via Faltignano, 39/41 - Chiesanuova San Casciano in Val di Pesa (FI) tel. 3356496648 - fax 055821171 [email protected] Monovarietale da Frantoio. Di colore verde intenso, brillante. All’olfatto oliva verde, in bocca mandorla fresca e carciofo, con amaro e piccante vivi. Umbria Azienda Agricola Decimi via Prigionieri, 19 Passaggio di Bettona (PG) tel. e fax 075 987304 cell. 347 4429046 [email protected] Il monovarietale da Moraiolo è sontuoso. Nel colore verde intenso, nel profumo di cuore di carciofo, nel carattere robusto ed elegante di amaro e piccante. Calabria Azienda Agricola Maria Eleonora Acton borgo di Cannavà - Rizziconi (RC) tel. e fax 096659211 - cell. 3396869458 Il monovarietale da Carolea è di colore giallo con riflessi verdi. Olfatto netto di erbe di campo e pomodoro. Gusto elegante ed equilibrato con note di frutto e mela acerba. 149 piatto Expo papillon 66 - inverno 2014 L’Expo 2015 sarà l’occasione per il mondo intero di confrontarsi intorno a un tema cruciale per le scelte economiche e produttive: l’alimentazione. A Milano convoglieranno milioni di visitatori con differenti abitudini e regole alimentari, dettati anche da diversi credo religiosi. Da qui è nata l’idea, nuova e antica allo stesso tempo, di un piatto che possa essere gustato da tutti o almeno adattabile, con modifiche non rilevanti, alle esigenze alimentari di ognuno. di Fabio Molinari SE IL MONDO SI RITROVA in un timballo Un’idea nuova, perché abbiamo chiesto ai ristoratori milanesi di ideare, in occasione di Golosaria, un piatto che rispecchiasse questa idea di “universalità”. Punto di partenza, nella costruzione di questo piatto, è stata l’attenzione al rispetto dei culti: ecco perché abbiamo chiesto di togliere il maiale, ma anche evitare la commistione tra carne e latticini suggerendo di escludere i condimenti di origine animale. Il piatto per Expo suggerito, dove150 va anche racchiudere gli alimenti che nel mondo sono più diffusi. Ecco allora che nella ricetta proposta ha trovato posto il pollame che risulta a oggi la seconda tipologia di carne più prodotta nel mondo secondo la Fao, ma è soprattutto una carne presente nelle case di tutto il mondo per la facilità di allevamento. Altro elemento fondamentale, i cereali, in particolare il riso e il frumento, i più diffusi per l’alimentazione umana (nel 2010 il primo è stato prodotto in 672 milioni di tonnellate e il secondo in 651) accanto al mais, parte fondamentale nell’alimentazione del bestiame. Terzo elemento le verdure che avranno un ruolo sempre più cruciale nell’alimentazione, come già è stato in passato. Accanto a insalate e zucchine, anche tanti legumi, fonte preziosa di proteine a basso costo. Ma l’idea di un piatto universale è nello stesso tempo antica. Il localismo, in alimentazione, è un concetto moderno, non più vecchio di tre secoli. L’uomo medioevale sognava mercati dove fossero disponibili derrate di ogni dove: per la sua ricchezza il mercato di Parigi era celebre in tutto l’Occidente, mentre in Italia Milano e Bologna godevano già di buona nomea. La cucina era concepita come un insieme armonico di prodotti di varia provenienza, a prescindere da distanze e stagioni. Nel Rinascimento il sogno di un uomo universale, l’uomo vitruviano di Da Vinci, si rifletteva in una cucina altrettanto universale. Ricette da tutti perfettamente riconoscibili si possono trovare nei banchetti delle principali corti europee: ne è un esempio il biancomangiare che nelle sue decine di varianti era proposto in tutto il mondo allora conosciuto. Da tutte queste suggestioni è nata l’idea di un piatto per Expo, da un lato capace di esaltare la storia del territorio che ospiterà questa manifestazione, dall’altro di aprirsi al piatto Expo papillon 66 - inverno 2014 mondo. La proposta presentata per Golosaria dalla scuola di cucina Ifse di Piobesi (Torino) è stato il timballo del mondo: un timballo di riso e caponata di verdure brasate su vellutata di red kidney beans e spiedino di pollo marinato al pepe di Sichuan (nella foto). Ma tante anche le suggestione provenienti dai ristoratori di Milano e provincia. Ecco di seguito alcune delle ricette diventate “piatto per Expo”. Ristorante da Palmiro Ucellini Ucellacci in un campo fiorito Ingredienti (per 4 persone) - 320 g di riso - 2 carote - 2 zucchine medie - mezza cipolla - 1 gamba di sedano - 100 g di piselli - 10 fili di erba cipollina - ciuffetto di prezzemolo - 4 quaglie - 2 piccioni - brodo vegetale q.b. - 4 cucchiai di formaggio grattugiato - 10 cc di vino bianco - 5 riccioli di burro Procedimento Tritare le verdure tenendone a parte per il decoro, carote e zucchine a forma di rosellina. Rosolare il riso con burro e cipollina, bagnarlo con il vino bianco e aggiungere le verdure tritate e cuocere con il brodo e terminarlo con burro e parmigiano. Pulire e cuocere le quaglie o i piccioni arrosto. Impiattare il risotto al centro del piatto, il volatile e le verdure ricavate precedentemente per il decoro e i piselli lessati. A crudo prezzemolo cipolline e punte di rosmarino, per creare il prato. “Il pasto giusto” Gnoccheria Couscous al marsala in salsa di arance con tempura di ostriche e patate Ingredienti per il couscous (per 6 persone) - 300 g di semola di grano duro - 250 ml d’acqua naturale in bottiglia - 1 lt di Marsala - 100 ml d’olio extravergine d’oliva - 1/2 stecca di cannella - 4 o 5 chiodi di garofano - 50 g di noci pelate - 40 g di uvetta - mezza cipolla bianca - sale e pepe q.b. Preparazione Porre in una ciotola la semola di grano duro e intiepidire a parte 250 ml d’acqua con 250 ml di Marsala. Schizzare la semola con le mani bagnate, prenderne una piccola quantità e ripassarla tra le mani come per creare delle minuscole sfere. Ripetere il passaggio fino alla sua completa trasformazione. Condire il couscous a crudo con olio extravergine d’oliva, sale e pepe. Porre sul fuoco una pentola con il Marsala restante (750 ml), portare a ebollizione a fuoco lento e aggiungere la mezza stecca di cannella e i chiodi di garofano. Appoggiare sulla pentola un setaccio (non deve essere a contatto con il Marsala) e metterci il couscous, coprendolo con un canovaccio in modo che possa cuocere a vapore per un’ora circa. Nel frattempo in una casseruola capiente tagliare la cipolla e farla soffriggere con un cucchiaio di olio extravergine d’oliva, aggiungere il couscous, facendolo tostare per 10 minuti, e il Marsala rimasto nella pentola, mescolare energicamen- 151 piatto Expo papillon 66 - inverno 2014 te per qualche minuto, spegnere il fuoco e coprirlo con il coperchio per 2 ore. Al termine sgranarlo passandolo al setaccio con maglia grande e aggiungere l’uvetta e le noci. Ingredienti per il condimento (per 6 persone) - 6 ostriche giganti fresche - 750 g di arance da spremere - 400 g di patate - 100 g di burro - 250 ml di olio di girasole per frittura - 100 g di farina 00 - 2 tuorli d’uovo - 250 ml di acqua gassata ghiacciata - 1 ciuffetto di prezzemolo fresco - olio extravergine d’oliva - sale e pepe qb Preparazione Aprire le ostriche, sciacquarle sotto l’acqua corrente, asciugarle in un canovaccio, passarle nella pastella (preparata precedentemente sbattendo i tuorli d’uovo con l’acqua gassata ghiacciata e con un pizzico di sale) e friggerle nell’olio bollente. Sbucciare le patate, lavarle sotto l’acqua corrente, tagliarle a julienne, passarle nella pastella e friggerle nell’olio bollente. Spremere le arance e cuocere il succo con il burro per renderlo cremoso. Infine lavare ed asciugare il prezzemolo, frullarlo nel mixer con olio extravergine d’oliva. Comporre il piatto mettendo il couscous sopra la crema di arance e completando sopra con le patate a julienne e le ostriche fritte nappate con la crema di prezzemolo. Ristorante charlie1983 Explosione di gusto: baldo, mondeghili di gorgonzola, gocce di verza Ingredienti - riso baldo 152 - purea di verza all’olio extravergine d’oliva - mondeghili di gorgonzola naturale - biscotto di grana padano - brodo vegetale - cipolle rosse - formaggio grana grattugiato Procedimento Procedere come per un normale risotto alla parmigiana a base di cipolla rossa e olio extravergine d’oliva, mantecare con formaggio grana, quindi impiattare a specchio il risotto, disporre delle gocce in senso disordinato la purea di verze, ottenuta in cottura di brodo vegetale e fatta montare a frullatore con olio d’oliva extravergine, sbriciolare il biscotto di Grana Padano ottenuto impastando formaggio grana, farina di noci, olio extravergine d’oliva e farina di grano tenero, cotto poi a 180°C a forno ventilato, preparare dei piccoli mondeghili di gorgonzola naturale e disporli sul piatto alternando gocce, biscotto e mondeghili. Ristorante da Giulia Milano Un risotto per l’ EXPO Risotto Carnaroli al profumo e ai sapori del sottobosco Ingredienti (per 4 persone) - 320 g di riso Carnaroli - 50 g di burro affiorato della Valtellina - 30 g Parmigiano Padano - 2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva - 2 funghi porcini di media grandezza piatto Expo papillon 66 - inverno 2014 - 50 g di mandorla tostata - 60 g di frutti di bosco misti - 6 g di liquirizia in polvere - rosmarino, timo, sale, pepe rosa, pepe nero, cannella qb - 1 bustina di zafferano - 1/2 bicchierino Whisky Torbato Procedimento In una casseruola tostare il riso con dell’olio extravergine d’oliva, dopo sfumarlo con mezzo bicchierino di whisky Torbato e portare a cottura (15 minuti circa) aggiungendo poco alla volta del brodo vegetale leggero (carota sedano cipolla), dopo aggiungere le mandorle precedentemente tostate e tritare al coltello i frutti di bosco e lo zafferano e i funghi porcini con un trito di timo, rosmarino. Cuocere ancora per un minuto, togliere dal fuoco, mantecare con burro parmigiano e una ventina di bacche di pepe rosa, spolverare il risotto con polvere di liquirizia e cannella. Osteria del Riccio Cupola di Venere con verdure grigliate e bocconcini di filetto di coniglio con emulsione al basilico - brodo vegetale (sedano, carota, cipolla, patata) - 1 bicchiere vino bianco secco - 100 g di basilico fresco Procedimento Cuocere il riso in acqua bollente e salata. Nel frattempo grigliare le verdure, condirle con olio evo, aglio, sale e tenerle al caldo. In una padella mettere l’olio evo e l’aglio schiacciato e fare scaldare a fuoco vivo. Una volta che l’aglio avrà preso la giusta colorazione (dorato) toglierlo e mettere in pentola i filetti di coniglio, farli rosolare, salarli e sfumarli con il vino bianco. Procedere la cottura bagnando il coniglio con il brodo vegetale (precedentemente preparato) cercando di non farlo asciugare e seccare troppo e portare a cottura (quando la carne è tenera). Per l’emulsione al basilico: mondare il basilico fresco, tritarlo finemente, salare aggiungere l’olio evo e tenere da parte. Scolare il riso, aggiungere le verdure grigliate (togliendo l’aglio) e mischiare (eventualmente correggere di sale e aggiungere un pochino d’olio se troppo asciutto). Disporre il riso al centro del piatto di portata, tagliare a cubetti il filetto di coniglio e disporlo ai lati decorando con l’emulsione al basilico. La Cantina di Manuela Riso al salto all’olio evo con scrigno di pollo e peperoni Ingredienti (per 4 persone) - 400 g riso nero Venere - 3 zucchine - 2 peperoni - 1 melanzane - 2 cipolle bianche - 4 filetti di coniglio - 3 aglio - olio extra vergine d’oliva - sale q.b. Ingredienti (per 4 persone) Per il riso - 240 g di riso Carnaroli - 150 g di olio evo - 1 scalogno - 10 g di rosmarino - 10 g di zenzero - 1,5 l di brodo vegetale Per lo scrigno - 2 petti di pollo (4 metà) medi non giganti, circa 400 g di pollo 153 piatto Expo papillon 66 - inverno 2014 - 1 peperone giallo (130 g) - 1 peperone rosso (130 g) - mezza cipolla bianca (40 g) - 0 g di pomodoro secco - 10 g di coriandolo fresco - olio evo sale e pepe q.b. Per l’olio al coriandolo - 20 g di coriandolo fresco - 40 g di olio evo Procedimento Privare i peperoni della pelle esterna. Tagliare la cipolla a spicchi piccoli e farla appassire in una padella con un goccio di olio, aggiungere i peperoni tagliati a cubetti, il pomodoro secco e par cuocere per 5/6 min. devono risultare asciutti ma croccanti. Togliere dal fuoco e regolare di sale e pepe, prendere una parte dei peperoni, circa un terzo e tritarli finemente con un coltello, e poi metterli insieme a quelli a cubetti. Prendere i petti di pollo e privarli della pelle che conserveremo integra per farla croccantizzare. Prendere il petto del pollo e farlo a fettine sottili, posizionarle su un tagliere foderato con della pellicola, coprire le fettine di pollo con dell’altra pellicola trasparente e batterle leggermente con un batticarne. Prendere degli stampini di alluminio usa e getta, ungerli con dell’olio e foderarli accuratamente con le 154 fettine di pollo,facendo attenzione a non sovrapporle in maniera eccessiva, ma lasciando una parte delle fettine esterne allo stampino che serviranno per chiudere lo scrigno. Posizionare all’interno dello scrigno la farcia di peperoni e chiudere lo scrigno con il pollo. Mettere il riso in una casseruola e farlo tostare con un goccio di olio evo, aggiungere lo scalogno tritato finemente, far tostare ancora qualche minuto e bagnare con il brodo bollente. Continuare la cottura del riso per 16 minuti circa, aggiustando di gusto con il sale. Togliere dal fuoco ben tirato, mantecare con olio evo, rosmarino fresco tritato e zenzero grattugiato, aggiustare di sale e pepe. Foderare una placca da forno con della pellicola trasparente, versare il riso ben caldo, coprire con ulteriore pellicola e stendere il riso a uno spessore di un centimetro, togliere lo strato di pellicola superiore e far raffreddare in frigorifero. Prendere la pelle del pollo e posizionarla ben stesa su una padella fredda precedentemente unta con dell’olio, mettere sopra al pollo un foglio di carta da forno, posizionare sopra al foglio un peso per non far arricciare la pelle del pollo. Accendere il fornello a fiamma moderata e lasciar croccantizzare controllando di tanto in tanto. Coppare il riso ormai freddo dando la forma più desiderata, croccantizzarlo in una padella con dell’olio come un normale risotto al salto. Cuocere gli scrigni in forno a 200°C per 2/3 min. Finire il piatto posizionando alla base il riso al salto, poi sopra lo schigno di pollo e infine la cialda di pelle di pollo. Decorare con gocce di olio evo frullato con del coriandolo fresco. Non è più tempo di convegni per l’Expo, ma di iniziative. A Casale Monferrato, ad esempio, ne hanno svolti due nel giro di un mese, per dirsi che è il momento di fare sistema, che le potenzialità del piatto Expo papillon 66 - inverno 2014 territorio sono grandi, fino a giungere alla mitica frase “non abbiamo nulla da invidiare a nessuno”. Bene, però poi bisogna iniziare a farlo questo sistema, perché il tempo che manca, appena 500 giorni, non lascia spazio alle chiacchiere. Chi fa il regista? Chi mette intorno a un tavolo i soggetti per ragionare? Quali forze del territorio si mettono in gioco. Già... ma chi risponde a queste domande? IFSE, dove la cucina italiana parla al mondo I.F.S.E.Italian Food Style Education (www.ifse-world.com) è un’Associazione nata nel 2006 per salvaguardare e promuovere la cultura dell’alimentazione e il Made in Italy. Ospitata all’interno del seicentesco castello di Piobesi (To), è oggi un centro internazionale di ricerca e studio del prodotto alimentare, della sua trasformazione e commercializzazione. Per mezzo di corsi di formazione, convegni, congressi, prodotti editoriali, in collaborazione con altri enti pubblici e privati, è impegnata nella formazione di chef e appassionati che arrivano qui da tutto il mondo. Ecco le indicazione di Ifse per i ristoratori che vogliono cimentarsi nella realizzazione del Timballo del mondo: 1) preparare i timballi e cuocerli 2) preparare la vellutata con i Red Kidney Beans 3) mettere a marinare il pollo con il pepe Al momento dell’impiattamento: 1) scaldare il timballo e la vellutata 2) scottare in padella lo spiedino 3) vellutata a specchio sul piatto, posizionare il timballo di riso e sistemare lo spiedino, giro d’olio crudo 155 ricette le facce (belle) DELLA CUCINA ITALIANA papillon 66 - inverno 2014 INGREDIENTI PREZIOSI di Massimo Mentasti gelatina di doppio brodo di fassone, biscotto di frolla salata, crema al burro affumicata, caviale Preparare un brodo di fassone il giorno precedente, far raffreddare e sgrassare. Il giorno successivo mettere in una pentola il brodo del giorno prima e aggiungere ancora carne macinata, fondo di verdura con alcuni albumi d’uovo e far bollire per un giorno intero; far raffreddare, sgrassare e usare in questo caso con agar agar per creare una gelatina. Ingredienti per il biscotto di frolla salata: - 500 gr di farina 00 - 300 gr di burro - 300 gr di grana padano - 2 albumi - 1 uovo Identità, creatività, gusto, benessere, tracciabilità e community. Con questi temi abbiamo presentato sul palcoscenico di Golosaria un sunto del volto che più ci piace della cucina italiana e che troverete raccolto qui sotto con una selezione delle ricette presentate. C'è la creatività di Massimo Mentasti (alla Gallina di Monterotondo di Gavi) che gioca con le consistenze e con i tempi o quella di Andrea Alfieri che gioca con accostamenti e temperatura, ma c'è anche la tradizione raccontata da Cesare Carbone (Manuelina di Recco) e Monica Bianchessi (Alice TV), il gioco di profumi tra terra e mare di Alessandro Dentone (La Baia del Silenzio di Sestri Levante), l'omaggio a un territorio di Enrico Bartolini (Devero Hotel di Cavenago), la rivisitazione dei grandi classici di Lorenzo Santi e Maria Teresa Biotti fino alla rivoluzione salutistica in cucina che vi abbiamo raccontato nelle pagine precedenti con le suggestioni di Angelo Biscotti (Àmati!) e i consigli del professor Silvio Spinelli. Questo, c'è da crederci, sarà il futuro prossimo della cucina italiana. 156 per la crema al burro affumicato: - 250 gr di zucchero - 5 gr di acqua - 140 gr di tuorlo d’uovo - 500 gr di burro affumicato Procedimento Impastare il grana con il burro, aggiungere gli albumi e le uova e infine la farina; far riposare l’impasto e stendere uno strato sottile su un foglio di carta da forno e cospargerlo di fiocchi di sale; cuocere in forno a 160°C per 13\15 minuti. Preparare il burro affumicato con dei trucioli di faggio bruciati e la quantità di burro metà del peso totale appoggiato in una ciotola immersa in ghiaccio e far prendere il fumo in abbattitore di temperatura; nel frattempo mettere sul fuoco l’acqua e lo zucchero e portare a 121°C e versare a filo sui tuorli d’uovo nella planetaria e far montare fino a che il composto non raffreddi e aggiungere il burro, sia ricette papillon 66 - inverno 2014 quello affumicato sia quello normale, a fiocchi, fino a ottenere una crema ben montata. Presentazione Prendere i dischi di frolla salata e spalmarli con la crema al burro affumicato, prendere la gelatina di brodo e sminuzzarla in piccoli pezzi e appoggiarla sopra il burro e finire con un cucchiaino di caviale italiano Siberian&Osetra Caviar Pisani Dossi. PIOVE IN VIGNA di Massimo Mentasti Ingredienti per la gelatina d’acqua Lauretana gassata: - 1 l d'acqua gassata - 1,6 gr di agar agar per il crumble: - 180 gr di farina 00 - 120 gr di burro - 120 gr di zucchero di canna per le foglie di vite allo zucchero: - foglie di vite - 1 l d'acqua - 1 kg di zucchero per le mandorle e nocciole caramellate: - 300 gr di nocciole piemonte - 300 gr di mandorle grezze - 350 gr di zucchero - 100 gr d'acqua per l'uva passa al Vermouth: - vermouth rosso - uva passa - sifone e ricariche soda - fior di sale Procedimento Far bollire 1\4 di acqua gassata e aggiungere l’agar agar e mettere il tutto nella restante acqua, colare nel piatto di servizio a specchio, cospargere con alcuni granelli di fior di sale e mettere in frigo per 10 minuti. Nel frattempo preparare il crumble lavorando il burro con lo zucchero e infine aggiungere la farina, mettere in una teglia rivestita di carta da forno e cuocere a 150°C fino a colorazione ottimale. Con lo zucchero e l’acqua preparare uno sciroppo e far bollire per qualche minuto le foglie di vite, appoggiarle su un foglio di carta forno e far asciugare all’aria. Mettere in una pentola l’acqua e lo zucchero e far imbrunire, aggiungere le nocciole e le mandorle e caramellarle, toglierle dal fuoco e tagliarle a piccoli pezzi. Mettere in un sifone l’uva passa e il vermouth e caricare con bombolette di soda. Presentazione Sulla gelatina di acqua gasata ricreare i filari della vigna con il crumble, le nocciole e mandorle tostate, le foglie di vite e l’uva gassata. TARTARE DI MANZO CELTICO CON CAVIALE ITALIANO, GELATINA DI TÈ E LIQUIRIZIA E CREMA DI CAVOLFIORI di Andrea Alfieri Ingredienti per 4 persone: - 300 gr di carpaccio celtico Marco d'Oggiono - 1 mazzetto di erba cipollina - 20 gr di olio evo - 40 gr di caviale Siberian&Osetra Pisani Dossi - 100 gr di tè verde pronto - 1 stecca di liquirizia grezza - 5 gr di agar agar - 200 gr di cavolfiore bollito - q.b sale pepe olio evo - germogli di crescione - croccante di pane Procedimento Bollire il tè con la stecca di liquirizia e lasciarla in infusione per un'ora, filtrare aggiungere l'agar agar e far bollire ancora, poi versare uno strato sottile su di una placca e far raffreddare. Frullare in blender il cavolfiore con pepe sale olio e tenere da parte. 157 ricette papillon 66 - inverno 2014 Battere al coltello il manzo aggiungere un filo d'olio e la cipollina. Presentazione Mettere sul fondo del piatto la crema di cavolfiore e con l'aiuto di un cucchiaio creare una virgola, stampare la tartare e adagiare sopra una piccola quenelle di caviale. Coprire tutto con un velo di gelatina e decorare con germogli di crescione e croccante di pane. TRANCETTO DI STORIONE AFFUMICATO, CIPOLLE ALL'AGRETTO DI LAMPONI, RAVANELLI E GIN di Andrea Alfieri Ingredienti per 4 persone: - 400 gr di storione affumicato - 1 cipolla rossa di Tropea - 100 gr di aceto di lamponi - 4 rapanelli - 50 gr di zucchero - olio evo del Garda - gin - polvere di panettone Procedimento Pelare le cipolle e tagliare a spicchi, farli glassare in padella con un filo di olio, lo zucchero e l'aceto di lamponi. Saltare con dell'olio anche i rapanelli e tenere da parte. Far perdere l'alcool bruciando il gin, farlo raffreddare e fare un’emulsione con gin e olio. Tagliare a trancetti lo storione. Presentazione Mettere un po' di polvere di panettone nel piatto, adagiare lo storione con a fianco la cipolla e il rapanello, condire con il gin e decorare con foglie di rapanello. FUNGHI RIPIENI DI RISO PROFUMATI AL TIMO SU CREMA DI ZUCCA di Alessandro Dentone Ingredienti - 600 gr di funghi porcini medio piccoli 158 - 200 gr di riso vialone nano - 50 gr grana padano grattugiato - 100 gr di burro - 1 spicchio di zucca mantovana - 2 mestoli di brodo vegetale - olio evo - timo - 2 scalogni - sale e pepe Procedimento Far cuocere il riso in acqua bollente e salata, scolarlo molto al dente, poi far soffriggere in padella lo scalogno tritato, i gambi dei funghi tagliati a pezzetti, il timo sfogliato e aggiungere il riso. Aggiustare di sale e pepe e mantecare con burro e Grana Padano. Nel frattempo far cuocere le cappelle dei funghi (leggermente scavate) al vapore per circa 10 minuti. Prendere le cappelle e farcirle con il riso, metterle in teglia e ungerle leggermente, infornare per 7/8 minuti a 180°C. A parte far cuocere la zucca tagliata a cubettoni con dello scalogno e dell’abbondante brodo vegetale, salare e pepare e una volta cotto il tutto, montare con dell’olio d’oliva extravergine, tutto al minipimer fino a ottenere una crema. Presentazione Mettere in fondina la crema, adagiare il fungo ripieno e gocciolare dappertutto di olio extravergine ligure. DAL 12 AL 30 PASSANDO PER IL 18 di Massimo Mentasti Ingredienti per la spuma: - 300 ml di latte - 150 gr di grana padano 12 mesi - 1 e 1\2 di colla pesce per la crema all’uovo e Grana Padano 18 mesi: - 150 gr di latte - 100 gr di grana padano 18 mesi - uova - gelespessa ricette papillon 66 - inverno 2014 Cooking Chef è il sistema completo per la preparazione e la cottura dei cibi. Con lui tutto diventa facile: cuoce ogni ricetta trasformandola in pura gioia per il palato e mescola perfino i cibi in cottura! Tutti i modelli della gamma hanno dotazioni straordinarie. E, oltre alla dotazione, è possibile acquistare le attrezzature optional della serie Major di Kenwood Chef per tritare, sminuzzare, centrifugare, fare tanti tipi di pasta, grattugiare, frullare, affettare... Risotti, polenta, ragù, minestre, salse, secondi piatti di carne e di pesce, creme e dolci, cotture a vapore. per il brodo di Grana Padano 30 mesi: - gr 300 di grana padano 30 mesi - 1 l d'acqua CONCHIGLIONI AL RAGÙ IN SALSA DI GRANA PADANO 30 MESI di Massimo Mentasti Procedimento Per la spuma: Far bollire il latte leggermente salato, aggiungere il Grana Padano grattugiato e la colla di pesce, far sciogliere filtrare e mettere in un sifone far riposare in frigo. Ingredienti - 28 conchiglioni - 500 gr di fassone piemontese macinato - 2 carote - 3 coste di sedano - 1 cipolla - 1 cipollotto - 350 gr di passata di pomodorini di Corbara - 150 gr di latte - 1\4 di noce moscata - 4 grani di pepe di Sarawak - 1\2 scalogno - 3 gr di gelespessa - 8 gr di burro - 50 gr di panna - 100 gr di grana padano 30 mesi - 100 gr di salsa di pomodoro - 1 bicchiere di Gavi - olio evo - olio al peperoncino - sale - pepe - germogli di pisello Procedimento Per il ragù di fassone: In un rondò mettere 1 carota, 2 Per la crema: Far bollire il latte, quando bolle aggiungere il Grana Padano e far sciogliere, legare con le uova e portare a consistenza con la gelespessa. Tagliare a pezzi il Grana Padano, metterlo in una busta sottovuoto con l’acqua chiudere e cuocere a 60°C per circa 6\7 ore. Presentazione In una coppa posizionare sul fondo la crema al’uovo di Grana Padano, un uovo di quaglia intero e dei crostini di pane saltati al burro chiarificato, completare con la schiuma fredda di Grana Padano 12 mesi e a parte in una tazza da caffè servire il brodo da degustare per ultimo. 159 ricette papillon 66 - inverno 2014 gambi di sedano e la cipolla tagliate a bronuise, con un filo di olio evo e rosolare; in una padella spadellare la carne a fuoco vivo con sale e pepe, far scolare dal grasso e aggiungere al fondo di verdura, deglassare con un bicchiere di Gavi, far evaporare e aggiungere la passata di pomodorini di Corbara, portare a bollore e mettere il tutto in una placca alta coperta con un foglio di carta da forno e una teglia e cuocere in forno a 100°C per 8\10 ore. Per la salsa al Grana Padano 30 mesi: Mettere a bollire il latte con la panna, la noce moscata, il pepe in grani e lo scalogno, quando bolle togliere dal fuoco e filtrare, mettere il latte caldo nel blender, aggiungere il Grana Padano 30 mesi poco per volta e il burro, frullare e aggiustare di sale e pepe, legare il tutto con la gelespessa. Per le verdure: tagliare la carota, la costa di sedano e il cipollotto a cubi regolari di circa 1\2 cm e sbollentarli in acqua. Presentazione Cuocere i conchiglioni per 8 minuti in acqua bollente e salata, toglierli e riempirli con un cucchiaino di salsa al Grana Padano 30 mesi, un cucchiaino di verdure leggermente spadellate un cucchiaino di ragù, appoggiarli su una teglia e cospargerli di Grana Padano 30 mesi e mettere per 6 minuti in salamandra; nel frattempo scaldare la salsa di pomodoro e montarla con il frullatore con l'olio al peperoncino, mettere un cucchiaio al centro del piatto e con il dorso del cucchiaio dare un colpo secco alla salsa in modo che si cosparga nel piatto, con la salsa al Grana Padano 30 mesi avanzata mettere delle gocce nel piatto e finire con le verdure spadellate condite con sale e pepe. Togliere i conchiglioni dalla 160 salamandra e appoggiarli nel piatto e finire con germogli di pisello. NON DIRE AL CONTADINO QUANTO È BUONO IL GRANA CON LE PERE di Massimo Mentasti Ingredienti per la frolla al Grana Padano 12 mesi: - 500 gr farina 00 - burro 300 gr - 300 gr grana padano 12 mesi - 2 albumi - 1 uovo per il gelato al miele: - 1 l di latte - 120 gr di zucchero - 10 gr di destrosio - 330 gr di panna - 70 gr di albume in polvere - 160 gr di tuorlo - 65 gr di latte condensato - 5 gr di neutro - 300 gr di miele Per le pere in osmosi di evo di Taggiasche: - pere William - olio evo di taggiasche Procedimento Impastare il Grana Padano con il burro, aggiungere gli albumi e le uova e infine la farina; far riposare l’impasto e stendere uno strato sottile su un foglio di carta da forno e cuocere in forno a 160°C per 13\15 minuti. Portare il latte a 37°C con la panna, aggiungere il miele, lo zucchero, il destrosio, l’albume in polvere, il neutro e sciogliere il tutto. Alla fine aggiungere il latte condensato e i tuorli. Filtrare e mettere nei recipienti del pagojet e ammattere. Tagliare le pere in fette sottili con la mandolina e coprirle con l’olio in una insalatiera e mettere il tutto nella macchina del sottovuoto effettuando 5\6 cicli fino a che le pere non diventino trasparenti. ricette papillon 66 - inverno 2014 Presentazione Preparare il gelato, togliere le pere dall’olio e asciugarle con carta assorbente, disporre sul piatto il biscotto di frolla al Grana Padano, il gelato al miele, le fette sottili di pera e cospargere con del Grana Padano grattugiato 12 mesi. INSALATA DI MARE AL VAPORE CON CRUDITÈ DI VERDURE DI STAGIONE di Moreno Cardone Ingredienti per 4 persone - 2 sgombri - 4 gamberi - 8 cozze - 8 cannolicchi - 4 scampi - 4 totani - zenzero e verdura di stagione a piacere - sale dolce di Cervia - olio extravergine di oliva - pepe Preparazione Sfilettare gli sgombri e poi farli rosolare, per due minuti, in una padella insieme all'olio. Cuocere separatamente al vapore i gamberi, gli scampi e i totani per circa 5 minuti. In una pentola far bollire l'acqua e poi far cuocere in immersione cozze e cannolicchi. Quando i frutti di mare si saranno aperti, scolarli. Preparare il piatto mettendo sulla base il filetto di sgombro e due fettine di zenzero, poi aggiungere gli altri ingredienti partendo dai crostacei, intervallati da fettine sottili di verdure di stagione. Appoggiare per ultimo il totano e i frutti di mare sui lati. Grattugiare un pochino di zenzero, un pizzico di sale e un giro di pepe a mulinello e infine un'abbondante colatura di olio extravergine. RAVIOLI D’OCA MODERNI di Enrico Bartolini Ingredienti per 4 persone: Per la pasta: - 250 gr di farina 00 - 180 gr di tuorlo d’uovo fresco - 20 gr di olio extravergine d’oliva - 1 gr di sale Per il ripieno: - 200 gr di senapone - 200 gr di borragine - 100 gr di rosole - aglio - olio - peperoncino Per il fondo d’oca: - 1 kg di carcasse d’oca - 1 carota - 2 scalogni - timo, aglio, ginepro, cioccolato 90% - 1 petto d’oca - rosmarino, timo, aglio, olio, ginepro - burro - 6 noci macadamia - 100 ml succo di melograno - 1/2 mela verde pelata - 1 gr gelatina vegetale Procedimento: Preparare la pasta: amalgamare tutti gli ingredienti, lavorandoli fino a ottenere una pasta compatta. Riservare in frigorifero. Preparare il ripieno: Cuocere per 4/5 minuti in acqua bollente e salata le erbe precedentemente mondate e lavate. Raffreddarle in acqua e ghiaccio, strizzarle per bene e saltarle con olio aglio e peperoncino. Salare e pepare a piacere. Tritare finemente al coltello e riservare in una poche. Preparare i ravioli: Stendere la pasta sottilmente e farcirli con il ripieno d’erbe. Preparare il fondo d’oca: Tagliare in piccole parti le carcasse già private da eventuali residui sanguinolenti e rosolarle con poco olio, quindi aggiungere burro, carote, scalogno e aromi tagliati finemente. Deglassare con poco vino 161 ricette papillon 66 - inverno 2014 rosso quindi coprire con ghiaccio e lasciar sobbollire per 2 ore circa. Filtrare con un panno, quindi ridurre e portare a densità desiderata. Preparare la salsa di melograno: Frullare il succo di melograno con la mela, passare al colino quindi addensare con la gelatina. Preparare il petto d’oca: Cuocere dalla parte della pelle il petto per alcuni minuti e finire la cottura in forno adagio. - 1 piccola cipolla bianca - 500 g di polpa di pomodoro Pomì - 50 ml di vino bianco - 1 pezzo di pecorino romano - 1 ciuffetto di basilico Procedimento Scaldare una casseruola con l’olio, aggiungere il guanciale tagliato a listarelle e farlo rosolare ben croccante, scolarlo dal grasso e conservarlo a parte, nella stessa padella aggiungere la cipolla tagliata a cu- Assemblaggio Sbollentare in abbondante acqua salata i ravioli, saltarli con poco burro e rosmarino quindi disporli nel piatto alternando in modo armonico ravioli e trancetti di petto d’oca ben glassati con il suo fondo. Finire con la salsa di melograno e la noce di Macadamia grattugiata. BUCATINI ALL'AMATRICIANA di Monica Bianchessi Ingredienti per 4 persone - 350 g di bucatini - olio extravergine d'oliva qb - 1 piccolo peperoncino - 80 g di guanciale in un’unica fetta Braun, marchio tedesco di alta qualità, è leader e pioniere nella produzione di piccoli elettrodomestici. La storia di successo di Braun può essere riassunta in poche parole: innovazioni che cambiano la vita, duratura tecnologia tedesca e design pioneristico. Il prodotto simbolo di Braun è il “Minipimer”, dal 2010 anche Cordless, che permette di preparare i cibi ovunque grazie alla totale assenza di fili. Oggi Braun presenta la nuova serie di Minipimer MQ7, i primi sul mercato con l’esclusiva tecnologia Smart Speed. Una rivoluzione nel mondo dei mixer a immersione: infatti con i nuovi frullatori ad immersione Braun, grazie all’esclusiva funzione “Smart Speed”, basterà un semplice gesto per scegliere infinite velocità e lavorare qualsiasi ingrediente. 162 ricette papillon 66 - inverno 2014 betti, il peperoncino tagliato a listarelle, farli soffriggere leggermente, bagnare con il vino bianco, aggiungere il pomodoro, cuocere per 8/10 minuti. Regolare di gusto. Cuocere i bucatini per 10 minuti in una pentola con acqua bollente salata, scolarli e versarli nella salsa amatriciana, amalgamarli. Toglierli dal fuoco, mantecarli aggiungendo il basilico tagliato a listarelle, olio a crudo e pecorino romano grattugiato. Fare riposare i bucatini per un minuto prima di servirli. POLPETTI PICCANTI ALL'ARANCIA di Monica Bianchessi Ingredienti per 4 persone - 1 kg di polpetti - 1 confezione di polpa fine di pomodoro Pomì - 1 cipolla piccola - 2 spicchi d'aglio - scorza di mezza arancia non trattata - 1 peperoncino piccante - 1 manciata di prezzemolo tritato - 1 foglia di alloro - 2 coste di sedano - olio extravergine d'oliva qb - sale e pepe - crostini di pane Procedimento Con l'aiuto di un mixer da cucina frullare la cipolla con l'aglio e il peperoncino. Lavare i polpetti e tagliare a metà quelli più piccoli e in 3-4 pezzi quelli più grossi. In una cassuola riunire a freddo i polpetti con la polpa di pomodoro e il trito frullato. Unire l'alloro, un pizzico di sale e pepe, coprire con un coperchio e portare a ebollizione. Al momento del bollore calcolare 25 minuti. Tagliare a striscioline la scorza dell'arancia e il sedano tagliato a cubetti. Dopo 25 minuti aggiungere metà di tutto nella casseruola, mescolare e fare addensare il fondo di cottura mescolando. Presentarli cosparsi con l'arancia, il sedano e il prezzemolo rimasti e crostini di pane sfregati con l'aglio. RISOTTO AL POMODORO MANTECATO ALL’OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA CON BURRATA PESTO AL PREZZEMOLO di Monica Bianchessi Ingredienti per 4 persone - 400 g di riso Carnaroli - 150 g di Pomì L+ - brodo bollente qb - 1 burrata - 1 mazzetto di prezzemolo - olio extravergine di oliva qb - sale qb - grana padano grattugiato qb Procedimento In una casseruola fare tostare il riso per bene poi cominciare a bagnare con acqua bollente e salata. Unire Pomì L+ e portare a cottura aggiungendo man mano il brodo bollente. Una volta che il riso è cotto al dente, toglierlo dal fuoco e mantecare con dell’olio extravergine di oliva e il Grana Padano grattugiato. Distribuire fiocchi di burrata a temperatura ambiente, poco pesto al prezzemolo e servire. 163 I.P. Le ricette di casa Ponti La famiglia Ponti coltiva da cinque generazioni la cultura del gusto. Rigorosa selezione delle materie prime e rispetto della tradizione: da più di 145 anni offre prodotti di alta qualità che conquistano le tavole di tutto il mondo. Per salutare il nuovo anno ecco il menu a base di pesce e secondo la stagionalità consigliato in questo numero. Battuto di gamberi marinati all’Aceto di Mele Ponti e insalatine novelle INGREDIENTI PER 4 PERSONE • 16 gamberoni sgusciati • 20 ml di Aceto di Mele Ponti • insalatine novelle • olio di oliva extravergine • sale • pepe PREPARAZIONE Sistemare ogni porzione di gamberi (4 pezzi) tra due fogli di pellicola trasparente e appiattirli con l’aiuto di un batticarne. Disporre il battuto sul piatto, condire con sale, pepe e l’Aceto di Mele Ponti. Guarnire con le insalatine novelle e un filo di olio extravergine di oliva. lasagnette al nero di seppia con ragù di polpo e mousse di carciofi e pistacchi Ingredienti per 2 persone per la pasta all’uovo al nero di seppia: • 100 g di farina 00 • 1 uovo • 1 bustina di nero di seppia per il ragù di polpo: • 200 g di polpo bollito e tagliato a dadini • 6/7 pomodorini pachino • olio evo • sale q.b. • peperoncino • 1 cucchiaino di DolceAgro • prezzemolo tritato per la mousse di carciofi e pistacchi: • 80 g di Carcioghiotto • 30 g di ricotta fresca • una decina di pistacchi per decorare: • 1 pomodorino, un cuoricino di parmigiano reggiano ed uno stelo di erba cipollina PREPARAZIONE Versate la farina a fontana su una spianatoia, rompetevi l’uovo al centro e iniziate a sbatterlo con una forchetta, finché avrà raggiunto una certa cremosità, quindi aggiungete il nero di seppia. Impastate con le mani per una pasta liscia e compatta, avvolgetela in un foglio di pellicola trasparente e riponetela in frigo per un’ora circa. Per il ragù di polpo Fate bollire il polpo e lasciatelo raffreddare nella sua acqua di cottura. Scolatelo e tagliatelo a piccoli pezzi. Con i pomodorini realizzate una brunoise e non appena i pomodorini avranno iniziato a scomporsi aggiungete il polpo e fate saltare per una decina di minuti. Prima di togliere la padella dal fuoco sfumate con il DolceAgro e spolverizzate di prezzemolo fresco tritato. Per la mousse di carciofi Frullate insieme i Carcioghiotto, la ricotta e i pistacchi. Se il composto risultasse troppo denso, ammorbiditelo mescolandovi poca acqua di cottura delle lasagnette. Estraete la pasta fresca dal frigo e stendetela con l’ausilio della macchinetta fino ad ottenere una sfoglia sottile. Ricavatene 6 rettangoli di medie dimensioni (3 a porzione) da cuocere per 5 minuti circa. Poi stendetele ad asciugare. Composizione della lasagna spalmate un po’ di mousse ai carciofi sul fondo del piatto e ricopritela con la prima sfoglia. Ricoprite il lato superiore della sfoglia con un cucchiaio di ragù di polpo e richiudetelo con la seconda sfoglia. Procedete così, alternando farciture di ragù di polpo e di mousse ai carciofi. Decorate con cuoricini di parmigiano reggiano, steli di erba cipollina e pomodorini pachino. Cartoccio di branzino con castagne e prosciutto crudo all’Aceto Balsamico di Modena I.G.P. Ponti Lessare le castagne e poi privarle della buccia. Comporre nel cartoccio i due filetti di branzino intercalandoli con il prosciutto crudo e con le castagne. Condire con sale e pepe e con l’Aceto Balsamico di Modena I.G.P. Ponti. Chiudere il cartoccio e cuocere in forno molto caldo per pochi minuti. Ananas e arancia con zucchero di canna e Glassa Gastronomica all’”Aceto Balsamico di Modena I.G.P.” Ponti INGREDIENTI PER 4 PERSONE • Glassa Gastronomica all’“Aceto Balsamico di Modena I.G.P.” Ponti • 160 g di ananas pulito • 4 arance • 70 g di zucchero di canna • menta fresca INGREDIENTI PER 4 PERSONE • 4 branzini da 380 g l’uno • 200 g di castagne • 80 g di prosciutto crudo • sale • pepe • Aceto Balsamico di Modena I.G.P. Ponti PREPARAZIONE Pulire e sfilettare il branzino cercando di mantenere i filetti più integri possibile. Saltare velocemente i filetti di branzino in padella per qualche minuto fino a che risultino di colore ambrato. PREPARAZIONE Pelate le arance con un pelapatate e tagliate a julienne la buccia. Fate sbollentare i filettini sottili così ricavati in acqua e zucchero. Ricavate poi degli spicchi dalle arance senza però la pellicina bianca. Preparate un po’ di succo di arancia. Tagliate poi a fettine molto sottili l’ananas. Componete l’insalata di frutta in una fondina. Spolverate con lo zucchero di canna, unite qualche cucchiaio di succo d’arancia e guarnite con la julienne di arancia e la menta fresca. Infine decorate con la Glassa Gastronomica all’ “Aceto Balsamico di Modena I.G.P.” Ponti. speciale bbq La nuova frontiera del BBQ e del griller gourmet: a Golosaria, in collaborazione con le attrezzature barbecue Weber e gli esperti di BBQ4All, si è imparato non solo come preparare un hamburger perfetto, ma come utilizzare a 360° la griglia per aperigrill, primi piatti, piatti a base di pesce, fino alla pizza e alle verdure o la sorpresa di un dolce. di Gianfranco Lo Cascio il bbq che non ti aspetti Elementi capaci di rimettere in discussione le tecniche di cottura consolidate: nuovi sapori, nuove consistenze, assolutamente inaspettate e memorabili. E con questa seconda clamorosa uscita a Golosaria, si consolida il rapporto di collaborazione con questa realtà, che sta facendo proseliti in tutta Italia. Nel 2014 si apriranno altre nuove, entusiasmanti collaborazioni. Seguiteci! 166 papillon 66 - inverno 2014 speciale bbq papillon 66 - inverno 2014 MEZZE MANICHE NEL COCCIO CON CAVOLFIORE, PINOLI E UVETTA AL RHUM GRATINATE AL PARMIGIANO 30 MESI Tempo di preparazione: 50 minuti Tempo di cottura: 12 + 5 minuti Metodo di cottura: indiretta Difficoltà: facile Tipo: primo piatto Costo: economico Ingredienti per 4 persone - 300 g di mezze maniche - 500 g di cavolfiore verde romano - qb sale e pepe - 20 g di pinoli - 20 g di uva sultanina - 5 cl di rhum bianco - 1 cl di aceto di vino bianco - 10 cl di olio extravergine d’oliva - petali di Parmigiano Reggiano stagionato 30 mesi - tegamini in terracotta monoporzione Preparazione 1. Preriscaldare il grill alla massima temperatura per circa 10 minuti. Mettere a bagno l’uvetta nel rhum, tostare i pinoli a secco in padella. 2. Cuocere i ciuffi di cavolfiore in abbondante acqua salata fino a quando i gambi iniziano a diventare teneri. 3. Buttare le mezze maniche nel tegame con il cavolfiore in cottura e cuocere insieme pasta e cavolfiore. Scolare pasta e cavolfiore usando lo scolapasta e lasciando la pasta al dente. 4. In un recipiente condire la pasta e cavolfiore con i pinoli, l’uvetta, un generoso giro di olio extravergine e un cucchiaino di aceto di vino bianco. Mescolare uniformemente facendo attenzione a non rompere la pasta. 5. Porre la pasta condita nei tegamini in terracotta, precedentemente unti con dell’olio extravergine. 6. Aggiungere i petali di parmigiano 30 mesi sulla superficie. 7. Gratinare sul grill a calore elevato fino a quando il formaggio non sarà completamente sciolto e inizieranno a vedersi alcuni punti più scuri. A quel punto, il coccio avrà una saporita crosta croccante e alcuni spot della pasta a contatto con il coccio assumeranno una consistenza croccante grazie all’alta temperatura. 167 speciale bbq COTECHINO AFFUMICATO, PUREA DI PATATE AL CHIPOTLE E LENTICCHIE IN DUE CONSISTENZE Tempo di preparazione: 40 minuti Tempo di cottura: 30 minuti Metodo di cottura: indiretta Difficoltà: facile Tipo: carne di maiale Costo: economico Ingredienti per 4 persone - 1 cotechino artigianale da circa 700 g - 500 g di lenticchie giganti - qb pepe - 200 g di patate - 5 g di peperocino in scaglie (consigliato chipotle) - 5 cl di succo di limone - 5 cl di olio extravergine d’oliva - olio di semi di arachidi per frittura - 200 g chips di ciliegio per affumicatura Preparazione 1. Preparare la ciminiera con 70 bricchetti di carbone WEBER. Versarli nel Kettle per la cottura indiretta distribuendoli nei lati. Attendere finché un leggero strato di cenere non avrà ricoperto i bricchetti superiori. papillon 66 - inverno 2014 2. Porre il cotechino in cottura indiretta ad una temperatura di circa 165°C per 30 o 40 minuti affumicando con le chips di ciliegio per i primi 20 minuti. 3. Nel frattempo lessare le patate in acqua salata e leggermente acidulata con il succo di limone. Passarle al setaccio per ottenere una purea, aggiustare di sale e condire con un filo di olio extravergine di oliva. 4. Cuocere le lenticchie in acqua salata per circa venti minuti. Quando hanno una consistenza ancora croccante, toglierne circa la metà con una schiumarola e metterle ad asciugare su della carta da cucina. Continuare a cuocere la restante parte di lenticchie fino a cottura completa. 5. Friggere in abbondante olio di arachidi le lenticchie semicotte per circa 6 minuti. Passarle al mixer e poi al setaccio fino ad ottenere una crema liscia e vellutata. 6. Condire la crema di lenticchie con olio extravergine, pepe e aggiustare di sale. 7. Quando il cotechino è cotto (75°C al cuore se usate il termometro) tagliarlo a fette e impiattare tre fette di cotechino, tre quenelle di purea di patate, due cucchiai di crema di lenticchie e due cucchiai di lenticchie fritte croccanti. 8. Terminare con qualche scaglia di peperoncino sopra le patate e, a piacere, un filo d’olio extravergine. burger è sempre più cibo fuori moda! L'ham che ro Alt ncese moda Burger alla ricerca della società fra et. A dimostrarlo una urm o sul go van e ti tro na si ssio che pa per ap la ristoranti cui l'80% dei 110 mi sono e dit ven le ni an e du i Gira Conseil secondo menu. E negli ultim in e nd merpre di com e lo rch se suolo france la società di rice mento burger, spiega i di seg Il lion mi %. 65 40 l a de circ n ute (co cresci r guadagnato ave ad o nic l'u re to Olt . sta è oce orazione vel cato Npd Group, calo generale della rist un r di rge nte bu fro il a to i), tut on rat consumazi za è stato sop gi) atti, a fare la differen Og inf lia e, (Ita en r. cat i rge nd bu a gra tem alle da a nno aperto locali alla mo restaurant: a Parigi ha 168 speciale bbq papillon 66 - inverno 2014 STRUDEL DI MELE E PASTA PHILLO ALLA GRIGLIA CON VANIGLIA, LIME E CEDRO CANDITO Tempo di preparazione: 20 minuti Tempo di cottura: 15 minuti Metodo di cottura: diretta + padella Weber Difficoltà: facile Tipo: dessert Costo: economico Ingredienti per 4 persone - 1 conf. di pasta phillo - 300 g di mele Granny Smith - qb sale e pepe bianco - 30 g di pinoli - 30 g di uva sultanina - 5 cl di rhum bianco - 1 bacca di vaniglia - 1 cucchiaino di cannella in polvere - 30 g di cedro candito - 50 g di burro - 30 g di zucchero di canna grezzo Preparazione 1. Preriscaldare il grill con i bruciatori al minimo. 2. Fondere il burro al microonde. 3. Sovrapporre 5 strati di pasta pillo, spennellando il burro fuso tra uno strato e l’altro. 4. Con un coppapasta tagliare gli strati sovrapposti di pasta phillo e ricavare dei dischetti da 5 o 6 cm di diametro, appoggiare su della carta forno, coprire con pellicola e lasciare in frigo fino al momento dell’uso. 170 5. Sbucciare e tagliare le mele a cubetti, saltare nella padella Weber, poggiata direttamente sulla griglia, insieme ad una noce di burro, lo zucchero di canna, la scorza di lime, i pinoli, l’uvetta precedentemente tenuta a bagno nel rhum e i semi raschiati dal baccello di vaniglia. Aggiungere un pizzico, letteralmente un pizzico, di sale e una grattata di pepe bianco. Lasciare cuocere fino a quando le mele cominciano a perdere un po’ di liquidi e si forma uno sciroppo brillante sul fondo della padella. A quel punto, togliere dal fuoco e aggiungere il cedro candito e la cannella. Tenete in caldo. 6. Spennellare i dischi di pasta pillo con il burro fuso, grigliare da entrambi i lati a calore moderato fino a quando non si gonfiano leggermente diventando croccanti. Accertatevi che siano ben visibili le righe di cauterizzazione della griglia. 7. Grigliate tutti i dischi considerando che avrete bisogno di tre dischetti croccanti di pasta phillo per ogni porzione. 8. Impiattare il dessert alternando un disco di pasta phillo grigliata ad un cucchiaio di mele spadellate. Sinceratevi che sia tutto ben caldo. 9. Finite con una spolverata di zucchero a velo e decorate il piatto con cedro, pinoli, uvetta o un mix fra i tre. 10. Servitelo ben caldo. QUANDO NASCE UN CAFFÈ&CAFFÈ A un mese dall'apertura siamo andati a scoprire i segreti del nuovo locale Caffè&Caffè di Como (è il terzo nella città!) firmato in collaborazione con Milani. Una gestione efficace, la qualità a tutti i costi e un servizio innovativo di distribuzione del caffè. Ecco la carta d'identità di un successo: NOME DATA E LUOGO DI NASCITA Caffè&Caffè by Milani 28 ottobre 2013 a Como in via MIlano, 31 STATO CIVILE Fratello degli altri Caffè&Caffè by Milani, con cui condivide lo stile architettonico, il design e soprattutto alcune innovative soluzioni nel proporre il caffè. PROFESSIONE Caffetteria ovvero un locale dov'è possibile GUSTARE PARTICOLARI MISCELE DI CAFFè E MONORIGINE RICERCATE, PROPOSTE NELLA TRADIZIONALE VERSIONE DELL’ESPRESSO OPPURE FILTRATE ALL’AMERICANA. CAFFÈ MONORIGINE PREFERITI Brasile Gourmet Itamogi, Jamaica Blue Mountain, Guatemala Antigua, Ethiopia Sidamo, Galapagos San Cristobal, Kenia AA Top, Yemen Moka Sanani, Puerto Rico Yauco Selecto, Hawaii Kona, Salvador Marago, Colombia Medellin e India Mysore. CAFFÈ SPECIALI PREFERITI BRASILIANO: CAFFè ESPRESSO, SCAGLIE DI CIOCCOLATO E CANNELLA. KILIMANGIARO: CAFFè ESPRESSO, CIOCCOLATA BIANCA. NUTELLINO: CAFFè ESPRESSO, NUTELLA, SCHIUMA DI LATTE, CEREALI. BIANCANEVE: caffè espresso, cioccolata bianca, latte, noce moscata. ALTRE PASSIONI IL CIOCCOLATO, IL MIELE, LE CONSERVE ED IN PARTICOLARE LA PASTICCERIA FRESCA E SECCA PRODOTTA DALLA PASTICCERIA AIDA DI COMO. PROGETTI FUTURI Corsi di degustazione. i clienti chiedono sempre di più la differenza tra un caffè e l'altro. L'interesse sta crescendo. CURIOSITà Tra i tanti caffè in grani, c'è anche un raro caffè INDONESIANO CHE VIENE APPOSITAMENTE TOSTATO SU ORDINAZIONE DEL CLIENTE. l’intervista papillon 66 - inverno 2014 dieci domande a “occhi aperti” AL DIRETTORE DE LA STAMPA MARIO CALABRESI di Paolo Massobrio Mario Calabresi è il direttore del quotidiano La Stampa. Lo è dal 2009 ma, al di là di questa carica che un inviato che ha seguito l’ascesa di Obama sente talvolta come una gabbia, lui è una persona semplice, un eterno ragazzo che del giornalista ha la prima delle qualità: la curiosità. 174 Il suo primo libro, Spingendo la notte più in là, ha fatto breccia in tanti cuori, con commozione. Soprattutto in chi, della mia generazione, ha vissuto a Milano quel caos di violenza degli anni Settanta, mentre lui era ancora un bambino, orfano di quel Luigi Calabresi, commissario di polizia che venne assassinato sotto casa. Il suo primo libro racconta dunque la storia di questo bambino che cresce, dentro alla solidità della sua famiglia, con una giovane mamma coraggiosa e affettuosa (solare, mi vien da dire dopo averla conosciuta) e dove la nonna materna ha avuto un ruolo importante. Ed è stata un legante con il Piemonte. L’ultimo libro, A Occhi Aperti, è invece scritto in silenzio, andando a intervistare i migliori fotografi del mondo, per sapere, da cronista di razza quale è, cosa c’è dietro alle foto che hanno raccontato la storia. Con Calabresi, che è il direttore del giornale su cui da oltre vent’anni scrivo, ci siamo incontrati svariate volte. E m’ha sorpreso (non m’era mai successo col direttore di un giornale), quando lui ha voluto venire con me, una delle prime volte che ci siamo visti, in una cantina del Roero, per scoprire il mio mondo, fatto di vino, certo, ma anche di persone e di un’umanità da raccontare. Quest’anno siamo stati a visitare un Mulino, a Mondovì, con la medesima curiosità di incontrare, di conoscere, fuori dalla scrivania della sua redazione. E durante ogni viaggio tante chiacchierate, a tutto tondo. Questo autunno, un giorno che passavo per la redazione, gli ho chiesto di poterlo intervistare per il mio periodico. E lui non ha esitato un attimo. Mi ha ricevuto dopo una settimana, alle 17, nella redazione avveniristica della Stampa e siamo stati insieme un’ora. A parlare, ma anche a sfogliare i libri con le fotografie che avrebbero illustrato il suo A occhi Aperti, in uscita sotto Natale. Terminato l’incontro, anziché andare a provare l’ennesimo ristorante, mi sono fiondato nel mio ufficio ad Alessandria per mettere giù quegli appunti, che ora vi mostro, orgoglioso dell’amicizia con una persona fra le più care che abbia incontrato. l’intervista papillon 66 - inverno 2014 Sai Mario, una delle cose che mi ha colpito, nei tuoi libri, ma talvolta anche nei tuoi racconti è che c’era tanta nonna... C’è tanta nonna perché lei era una persona a cui piaceva raccontare e a me piaceva ascoltarla. È mancata nel 2009, io ero direttore alla Stampa da un mese. Lei aveva 94 anni, io 39: abbiamo avuto molto tempo per parlare e lei aveva molto a cuore la tradizione, per cui si parlava spesso anche a tavola. Ti faccio un esempio, quando ero negli Stati Uniti e sapevo di venire in Italia, la avvisavo prima, per prendere appuntamento. E lo facevo perché sapevo che lei voleva preparare qualcosa e allora mi diceva: “Oh finalmente mangiamo la finanziera!”. Questo perché quel piatto non lo faceva più e diceva che c’era sempre meno gente disposta ad apprezzarla. Mi ricordo i suoi piatti della domenica: i peperoni in bagna caoda, il suo primo era il risotto, poi il brasato al Barolo (faceva marinare la carne con le verdure e il vino un giorno prima). Poi faceva il vitello tonnato e le pesche ripiene con gli amaretti, le pesche di Canale. E per lei esistevano solo due vini: l’Arneis e il Grignolino. Che sono i due vini che ami anche tu, oggi.... Il punto era quel legame col Roero, la sua famiglia era originaria di Montà e i suoi producevano vino. Tanto che un mio trisavolo, all’inizio del Novecento, produceva già un Arneis secco, che vinse una menzione a Parigi nel 1907. Insomma mia nonna aveva un rapporto fortissimo con la tradizione. Straordinarie erano le cipolle ripiene che faceva sua madre. E fu il piatto col quale conquistò suo padre. Carlo Tessa era di Giaveno, divenuto poi capofficina alla Fiat; la madre di mia nonna era Marietta Cavadore e aiutava i genitori in una bottiglieria che faceva anche da mangiare. Siamo nel 1910. Ora, quando il bisnonno iniziò a fare la corte a mia nonna, lei non ne voleva sapere, perché lo considerava troppo giovane. Poi dopo qualche anno, quando la bottiglieria riaprì in un altro posto, lui si presentò con due baffoni, e quando gli toccò ordinare, mia nonna gli disse che c’erano le cipolle ripiene. Al che gli altri commensali protestarono e dissero: “Ma perché non ha detto anche a noi che c’erano le cipolle ripiene?”. E lei disse. “C’è n’è una sola porzione ed è per questo signore”. E lì scoppiò la scintilla. Per te, che hai vissuto in America come è stato il boom del cibo di altissima qualità, o meglio l’impatto di questa nuova tendenza che ci riporta al mangiare sano? È stato diverso averlo poi visto arrivare anche in Italia? Sì per me è diverso, e la cosa mi colpì in un’altra maniera. Voi avete visto scoppiare questo interesse in Italia, mentre io ho visto l’esplosione in America. Ho visto là il successo di Slow Food o della moda 175 l’intervista papillon 66 - inverno 2014 di mangiare local. Tre cose, all’inizio del 2000 erano di tendenza in America: Organic, Local e Stagional. Io lì ho visto la crescita dei farmers’ market, e quando un’estate a Los Angeles sono entrato da Walmart nel colosso della distribuzione mondiale, sono rimasto colpito dai banchi di cibi con la scritta Local, e altri con la scritta Organic. A quel punto mi sono detto: se Walmart ha capito che è un valore il pomodoro locale allora sta cambiando la mentalità. E si cominciava a parlare di salute ed economia, quindi a fare i conti dei trasporti e dei costi, per cui era più conveniente il prodotto locale. Si parlava di risparmio e di redistribizione. Nel 1989 Carlin Petrini andò a Parigi a presentare il manifesto di Arcigola. Se avesse fatto la cosa vent’anni dopo sarebbe dovuto andare in America? Secondo me sì. In America colgono le tendenze e sono capaci di declinarle su larga scala, rendendole sostenibili. Io credo che Londra e New York siano due piazze dove questo accade. Parigi non più. A te cosa colpisce di un vino? Intanto non mi interessa mai l’eti- chetta, intesa come attrattiva. Mi interessa che un vino sia bevibile. Anche a me, forse per famiglia, piacciono molto Arneis e Grignolino, oppure un Nebbiolo, ma nelle sue forme semplici. Una cosa che non mi piace del vino è la standardizzazione, l’abuso della barrique: ti sembra di bere vini tutti uguali, in California, Australia o Italia. A me piacciono i vini che hanno un’identità, riconoscibili. Parlando di cibo, come orienti la tua scelta al ristorante? Qui sono cambiato, invece. Un tempo cercavo un’esperienza, che fosse originale, ricca; ora cerco dei sapori chiari e delle scelte nette. Ad esempio a me piacciono i menu senza troppi piatti in carta. Se uno ha poche cose sono contento, vuol dire che si concentra su poche cose che sa fare bene. E poi non mi piacciono i piatti troppo pasticciati, oppure quelle formule con tanti assaggini, che vanno bene in casi eccezionali. Ho in mente il Celler de Can Roca a Girona. Ma non può essere sempre così. Meglio la tradizione pura oppure reinventata ma con intelligenza. Come mangia il direttore di un giornale? Da quando sono direttore sono aumentato di 10 chili. Ma non perché mangi di più, ma perché mangio in modo irregolare. A me capita, per lavoro, di essere troppe volte al ristorante, ma non è come quando scegli tu di andare al ristorante. Riesci a condividere i momenti a tavola con i tuoi cari, la tua famiglia? Per il lavoro che faccio non ho la fortuna di mangiare spesso a casa. Da questo punto di vista io ero più fortunato delle mie figlie. Io ad esempio non sopporto di andare in giro il sabato o la domenica perché so che loro sono a casa. E quando 176 papillon 66 - inverno 2014 l’intervista vado a letto anche tardissimo, mi sveglio sempre al mattino per fare colazione con le mie figlie. sta è proprio la pagina da mettere oggi sui giornali, anche se non ce l’hanno più o non l’hanno mai avuta. La Stampa è rimasto pressoché l’unico giornale a conservare la mitica pagina agricola della domenica. Vent’anni fa c’era sul Corriere della Sera, sul Giornale, poi sono state modificATe in pagine di enogastronomia. Perché La Stampa resiste? Io penso che i temi del cibo e della filiera agricola siano centrali e fondamentali del nostro tempo. Que- In questi ultimi tempi il cibo è al centro di moltissimi programmi televisivi, e non solo. Per molti si tratta di una tendenza negativa, tu che ne pensi? Negativo? Forse. Certo se fai zapping in tv vedi un eccesso di padelle, però poi capisci che quello del cibo da vedere è un modo per sfuggire alle ansie, per distrarsi. Io una sera ho visto per caso Masterchef, per dirti, e mi sono divertito. Quindi tutta questa negatività io non la vedo. A proposito del tuo ultimo libro, A Occhi Aperti, come è nata l’idea di raccontare il giornalismo attraverso grandi foto e grandi fotografi? A me sarebbe piaciuto scrivere un saggio sul senso del giornalismo. Poi ho pensato che non se lo sarebbe filato nessuno. Però sono anche appassionato di fotografia e a quel punto mi è venuto in mente che sarebbe stato interessante raccontare gli scatti che hanno segnato i cambiamenti nella storia. Ci sono certi scatti che diventano notizia e storia. Ma per farli bisogna esserci, andare nei posti, aspettare, avere pazienza. Ecco, i grandi fotografi cosa sono: sono dei giornalisti perché ci sono foto che hanno colto l’essenza di un’epoca più di tante parole. Così sono partito un po’ in giro per il mondo per incontrare i 10 più grandi fotografi del nostro tempo e a loro ho chiesto di raccontare cosa c’era dietro un certo scatto che ha fatto storia, ma anche il metodo, che gli ha permesso di incontrare la storia. Guarda questa foto sull’immigrazione (Lewis Hine, ndr). Loro sono all’inizio di un fenomeno che oggi è diffuso, oppure questo libro di Paul Fusco sulla morte di Kennedy. Oggi cosa tiene accese le stelle? L’idea che il futuro è una cosa che non è mai scritta ma è da scrivere. E nonostante tutte le difficoltà sono responsabile di scrivere un pezzo di futuro. Tra lo scommettere sul positivo o il negativo, la prima scommessa significa dare forza alle proprie speranze e idee. Provare a mettersi in gioco. Tu mi hai fatto la domanda usando il titolo di un mio libro, ma io ti potrei rispondere col titolo del mio primo libro Spingendo la notte più in là: c’è la notte, ci sono situazioni drammatiche, ma succede anche che inizia una nuova stagione. Questa è la speranza. 177 letti per voi papillon 66 - inverno 2014 Fish for friends Questo libro, prima di essere un libro di ricette, è il racconto di un’amicizia. Quella di uno chef ligure, Alessandro Dentone (è stato ospite a Golosaria e troverete una sua ricetta sfogliando le pagine) e dei bambini di una casa famiglia di Chiavari, Casa PimPam. Qui c’era bisogno di una grande veranda: così l’idea di organizzare una serie di cene. Una serata dopo l’altra è nata l’idea di scrivere un libro rigorosamente dedicato al pesce. Alessandro infatti è un vero e proprio alfiere della cultura del pesce, per tradizione familiare e per il suo lavoro. Insieme ad altri amici, all’Acquario di Genova che ha voluto coinvolgerli nel progetto dedicato al “pesce ritrovato”, è nata questa raccolta di 31 ricette. Trenta sono firmate da Alessandro in parte con il pesce più povero ed autore Alessandro Dentone casa editrice FishClub e amici della casa famiglia Casa PimPam anno 2013 numero pagine 97 prezzo euro 12,00 economico, in parte con quello più facile da reperire. In tavola ci saranno così pesce lama, sugarello, barracuda, ma anche totani, orate, branzini e acciughe. La trentunesima ricetta è una sorpresa voluta da Luca Cassol, il Capitan Ventosa di Striscia la notizia. I consigli in cucina sono anche corredati dalle spiegazioni sulle varietà ittiche del biologo marino Simone Bava e dalle fotografie di Chiara Saitta. Da gennaio il libro sarà disponibile nei supermercati della catena Basko e on line dal sito di Fish Club. di pane in pane LA BUONA TRADIZIONE Nessun alimento è tanto essenziale e, allo stesso tempo, ammantato di valori simbolici, religiosi e laici come il pane. Lo racconta lo storia dell’uomo. E lo racconta questo libro - strenna, che Paolo Massobrio ha curato per il gruppo Banco Popolare. Attraverso i testi di Augusto Gentilli, Fabio Molinari e Alessandro Ricci, il libro indaga dapprima la storia del pane, strettamente connaturata all’evoluzione dei costumi e della società, per poi concedere ampio spazio all’analisi dei cereali, alle tecniche e segreti di panificazione e ai suoi strumenti. Ne nasce un lungo racconto, scan178 a cura di Paolo Massobrio foto di Lido Vannucchi casa editrice Sagep Editori anno 2013 numero pagine 320 dito dalle belle foto di Lido Vannucchi, che si allarga poi in una panoramica sui pani (e prodotti analoghi, come pizza, grissini e “pani dolci”) tipici dell’Italia, concentrandosi specialmente su otto regioni: Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Sicilia. Completano il libro le ricette a base di pane di 32 cuochi famosi, un agi- letti per voi papillon 66 - inverno 2014 le glossario e due curiosi approfondimenti sui panificatori che hanno fatto la storia e sui proverbi e modi di dire popolari legati al pane. Canobbio il re della torta di nocciole Questo libro racconta la storia di un personaggio, vecchia conoscenza del nostro Golosario, Giuseppe Canobbio il pasticciere, titolare de La Corte di Canobbio di Cortemilia (Cn), che trasforma la mitica nocciola Tonda Gentile delle Langhe in baci di dama, brutti e buoni, biscotti, ma soprattutto in un’insuperabile torta di nocciole. Consapevole di essere riuscito a valorizzare con il suo lavoro un territorio e un’eccellenza agricola e produttiva, Giuseppe Canobbio, il pasticciere contadino, si fa fotografare dal bravissimo Bruno Murialdo, senza falsa modestia, con la sue torte e la corona in testa, tra i noccioleti o mentre lavora circondato dalla moglie Ester e le tre figlie o scortato da uno stuolo di giovani e volenterosi collabora- autore autori vari casa editrice Sorì Edizioni anno 2013 numero pagine 125 tori. Insieme ai ritratti fotografici, le testimonianze di numerosi amici giornalisti ed esperti fra cui Paolo Massobrio, Carlo Petrini e Clara Ippolito e poi i ritratti più lunghi di Bruno Gambarotta, Luciano Bertello, Gianni Farinetti, Giovanni Tesio e tanti professionisti della penna che celebrano con le loro parole il successo di questo “re buono”, che ha saputo rimboccarsi le maniche e credere fino in fondo al proprio lavoro e alla bontà di un prodotto e del proprio territorio di appartenenza. Storie di cucina, curiosità nella galassia cucinaria L’autore Mario Conte, che ama definirsi pittore e giornalista geusologo, ovvero che tratta il gusto, sfodera in questo breve testo arguzia, ironia e soprattutto grande cultura storica ed etimologica sul cibo e la cucina. Ogni capitolo è una breve e divertente dissertazione: dall’ipotesi di archeologia cucinaria sull’origine della bagna cauda, alla strana storia del carpione ai fraintendimenti etimologici del vitel autore Mario Conte casa editrice Nerosubianco edizioni anno 2013 numero pagine 55 prezzo euro 9,00 tonné. Concordando con Savarin sul fatto che… “Solo l’uomo di spirito sa mangiare” il nostro autore ci convince di quanto sia importan- 179 letti per voi papillon 66 - inverno 2014 te coltivare la cultura del cibo e ci impartisce in questo libro piccole lezioni di cultura sul cibo (dall’etimologia alla letteratura, dalla storia alla scienza) che hanno il gran- de pregio di non annoiare mai, ma anzi stuzzicare in tutti i sensi l’appetito del lettore, facendogli venire la curiosità di assaggiare piatti autentici abbinati a letture storiche e classiche. Un libro imperdibile! L’agricoltura cambia faccia alla tua vita. Viaggio tra i sapori di Lombardia. È stata presentata in anteprima sul palco di Golosaria a Milano questa doppia pubblicazione promossa dalla Regione Lombardia e inserita all’interno di un progetto che vuole valorizzare l’agricoltura lombarda, un comparto produttivo di cui spesso si ignorano la modernità e capacità di innovazione tecnologica. Il saggio-romanzo “L’agricoltura cambia faccia alla tua vita” è formato da parti narrative affidate alla penna della scrittrice Federica Cozzani e alcuni esempi di aziende operanti sul territorio descritte da Paolo Massobrio. Il tutto arricchito dalle belle immagini del fotografo Carlo Silva. Incontrati, attraverso questi racconti e approfondimenti, i protagonisti autori Federica Cozzani, Paolo Massobrio e autori vari progetto grafico ed editing Studio Chiesa anno 2012 numero pagine 125 + 103 dell’agricoltura lombarda, non resta che sedersi a tavola per fare letteralmente un “Viaggio tra i sapori della Lombardia”. Quest’ultimo testo è infatti un ricettario, che attraverso le 12 strade dei Vini e del Gusto di Lombardia, conduce il lettore alla riscoperta dei piatti tipici del territorio: dal pollo alla Gonzaga di Mantova ai marubini di Cremona ai tre brodi, dai missoltini comaschi alla torta Paradiso di Pavia. Cantiamo Piacenza PAROLE, MUSICA E IMMAGINI DA PORTARE NEL CUORE E NEL MONDO Questo simpatico cofanetto multimediale, realizzato dalle Associazioni Airbag e Kastaproject, in collaborazione con Concorto Cinematica è il primo passo di un ambizioso progetto che vorrebbe 180 autori autori vari casa editrice GL Editore Piacenza anno 2013 numero pagine 59 prezzo euro 15,00 letti per voi papillon 66 - inverno 2014 far ricordare il territorio piacentino ai piacentini emigrati nel mondo, farlo conoscere alle loro famiglie e in generale promuovere il territorio della Primogenita nel mondo e, con il ricavato della vendita soprattutto, creare nuove opportunità di lavoro giovanile sul territorio. Una piccola opera multimediale che racconta le avventure dei piacentini emigrati, attraverso un libretto che contiene un racconto “Burtlëina mon amour” tradotto anche in francese, inglese e spagnolo; alcune ricette tipiche della tradizione: anolini, tortelli e pisarei e una presentazione dei vini e prodotti tipici del territorio. È allegato un cd musicale con una canzone originale “Noi”, sempre sul tema dell’emigrazione eseguita da una super band (oltre 100 musicisti) riunitasi per l’occasione, con una versione cantata e una recitata. Inoltre non poteva mancare il dvd con un videoclip che ci mostra i volti di tutti i musicisti, anche nella versione big choir, e un cortometraggio pieno di belle immagini piacentine che racconta la storia di migranti che tornano a casa. A chiudere questo gradevole lavoro, concepito con spirito giovane e aperto e riunendo professionalità diverse della comunicazione, una mappa-poster che illustra con un disegno le migrazioni dalla provincia di Piacenza verso l’estero. Per acquistare il cofanetto e contribuire a questo sogno giovane, potete consultare il sito: www.piacenzamusicpride.com Nel nome di Marco Il nuovo romanzo dello scrittore e giornalista Michele Marziani è pubblicato nella Collana Battiti della casa editrice Ediciclo e si apre con il ricordo dei successi di Marco Pantani, il ciclista deceduto dieci anni fa, per overdose di stupefacenti, dopo essere caduto in disgrazia per questioni di doping, ed entrato nella leggenda dei grandi ciclisti “scalatori”. A intrecciare la sua vita, con la grande ascesa e il repentino declino di Pantani “il Pirata”, c’è anche il protagonista di questo romanzo, don Fausto, un prete che sceglie di abbandonare l’abito talare per sposare Sandra, la donna che ama. Da questo matrimonio nasce un autore Michele Marziani casa editrice Ediciclo anno 2013 numero pagine 205 prezzo euro 14,50 bambino, Marco, affetto da sindrome di Down, e Fausto non riesce ad accettare la malattia e diversità del figlio, che interpreta come una punizione divina, al punto di arrivare ad abbandonare la famiglia. Fausto reincontrerà Sandra e Marco a Rimini nel 2004, proprio il giorno della morte di Pantani e, molto colpito dalla notizia, troverà la forza per dare una nuova risposta alle sue domande... 181 letti per voi papillon 66 - inverno 2014 Vignaioli e vini d’Italia GUIDA A 200 PRODUTTORI D’ECCELLENZA Luciano Ferraro, giornalista enogastronomico del Corriere dalla Sera, e Luca Gardini, premiato nel 2010 come Miglior Sommelier del Mondo, ci accompagnano in un viaggio emozionale tra i volti e le storie di 200 vignaioli del nostro Paese, accomunati dalla passione per il vino e dall’eccellenza raggiunta da ognuno di loro. Non è una classifica e nemmeno appaiono i voti. Diversi tra loro per filosofie aziendali, numeri e approccio produttivo, sono lì a raccontare anche un pezzo di storia dell’Italia. Mai banale o scontata, e sempre autori Luciano Ferraro e Luca Gardini casa editrice RCS Media Group anno 2013 numero pagine 243 prezzo euro 12,90 + prezzo del quotidiano Corriere della Sera (non è vendibile separatamente) ricca di una forte identità personale e con il proprio territorio. Ogni scheda contiene una piccola biografia, un commento sul vino top e una serie di informazioni utili anche alla visita dell’azienda. Dolce e Salato Una editor, un giovane e creativo chef e un noto fotografo hanno unito la loro arte e competenza per realizzare un interessante ricettario che parte dall’utilizzo di quattro paste basi (frolla, brisée, sfoglia e choux) e si sviluppa nelle loro numerose declinazioni dolci e salate. Sono ricette facili e veloci, tutte realizzabili nella propria cucina domestica senza l’ausilio di strumenti particolari. Ad aiutare chi si vuole cimentare, ecco le tecniche base di lavorazione, i tempi di cottura e di conservazione della pasta, i suggerimenti per i condi- seguici su autori Marina Cristina Ferrari, Sebastiano Molani e Paolo Caporossi casa editrice De Agostini anno 2013 numero pagine 200 prezzo euro 18,00 menti. Le raffinate immagini del prodotto finito rappresentano uno stimolo ulteriore per indossare il grembiule e impegnarsi nella creazione di piatti come le tartellette alla zucca, le barchette al salmone e formaggio di capra, i cestini di sfoglia con paté di fegato e frutti rossi, la apple tart... www.clubpapillon.it 182 letti per voi papillon 66 - inverno 2014 La coppia perfetta il gnocco si sposa con È il nuovo libro curato dalla Confraternita del Gnocco d’oro, l’associazione nata nel 2008 che ha l’obiettivo di tutelare e promuovere la tradizione del famoso Gnocco fritto di Modena e che è arrivata nel 2013 a stilare, a due anni di distanza dalla precedente, una nuova classifica che premia i ristoranti e bar di Modena e provincia dove si assaggiano i migliori gnocchi fritti. In occasione delle nuova classifica ecco dunque questo accattivante volume curato dal giornalista enogastronomico Luca Bonacina, con le foto di Alessandro Boscolo Agostini. Troverete in questo autore Luca Bonacini casa editrice Editore Artestampa anno 2013 numero pagine 190 prezzo euro 25,00 ricettario atipico 40 abbinamenti da gourmet, dieci variazioni sul tema “gnocco” inventate da alcuni dei più celebri chef italiani nel mondo (come Massimo Bottura, Davide Scabin, Bruno Barbieri…) oltre a una ricca rassegna di abbinamenti creati sposando il gnocco ai migliori prodotti del territorio, con esiti sempre convincenti e mai scontati. La cucina piemontese TRUCCHI, SEGRETI E GUSTOSE MEMORIE DELLE RICETTE DELLA TRADIZIONE Laura Brezzi Caponetti, torinese di nascita e monferrina di adozione, grande appassionata di cucina ha dato alle stampe questo libro che aveva scritto verso la metà degli anni’70 ricco di “trucchi, segreti e gustose memorie delle ricette della tradizione... nato dallo spunto delle chiacchiere che si fanno a tavola... E dallo scambio di ricette che ne consegue.” Da qui un testo di agevole lettura, ovvero undici chiacchierate intorno alla tavola puntualmente contestualizzate: Una sera d’inverno a tavola con tanti amici; Con gente dallo stomaco di ferro, gente a cui piace tutto; Accaldata, assetata, nell’estate assolata; Mentre la pioggia d’autunno picchia ai vetri della sala ecc.. Il testo di ciascuna chiacchierata, animato dai disegni originali del padre dell’autrice, ruota intorno a autore Laura Brezzi Caponetti casa editrice Priuli & Verlucca anno 2013 numero pagine 162 prezzo euro 9,90 tre grandi piatti della cucina piemontese (solitamente un primo, un secondo e un dolce) e fa per ciascuno una dotta e gustosa disquisizione su storia, aneddoti, materie prime e ricette, mettendo anche a confronto le opinioni contrapposte di grandi esperti gastronomi dall’Artusi a Carnacina e Veronelli, con tante citazioni e una ricostruzione scrupolosa delle fonti, che certamente dimostra le vaste conoscenze bibliografiche dell’autrice. Dagli agnolotti al gran bollito, dalla minestra di riso e castagne al fritto misto, dai baci 183 letti per voi papillon 66 - inverno 2014 di dama al bonet e alle pesche ripiene... un libro indicato per chi ama i grandi classici della cucina piemontese e vuole essere in grado di parlarne in tavola con competenza. La cucina dello spirito STORIA, SEGRETI, RICETTE DELLA MENSA MONASTICA DAL PICENO ALLE MARCHE Storia, segreti, ricette della mensa monastica dal Piceno alle Marche... così recita il sottotitolo di questo saggio storico, breve ma denso di contenuti, pubblicato a cura dell’Associazione “I Sapori del Piceno” con il contributo della Camera di Commercio di Ascoli Piceno. L’Associazione, nata nel 2005, si è proposta in questi anni la valorizzazione turistica e culturale del territorio piceno, promuovendo la figura storica di San Giacomo della Marca (sacerdote, grande predicatore, pacificatore e fondatore di confraternite nel 1400) e riproponendo storia e segreti della antiche mense monastiche attraverso diversi eventi, dai convegni alle degustazioni guidate, dalle cene a tema ai laboratori e corsi di cucina. Il testo si apre con una serie di saggi storici che ricostruiscono il quadro simbolico-culturale, ma anche pratico, del cibo servito nei con- a cura di Tommaso Lucchetti casa editrice il lavoro editoriale anno 2010 numero pagine 119 prezzo euro 15,00 venti a frati e suore dalle origini del monachesimo a oggi, affrontando temi come il peccato di gola e la giusta misura, la pratica del digiuno ecc... Prosegue quindi con una storia e antologia di ricette monastiche tratte spesso da appunti manoscritti di monasteri. Questa trattazione vi farà scoprire che, oltre le regole rigide e di privazione, esisteva anche nei conventi più ricchi una raffinata cucina delle feste cui la nostra cultura gastronomica e conviviale è debitrice di grandi golosità, dalle confetture dolci e marmellate alla pasticceria, dalla preparazione della birra a quella dei liquori. Fuga dalla città COME CONDIRE UN CONVIVIO CON L’OLIO E VIVERE FELICI Fabrizia Cusani, architetto, ex editore e docente di urbanistica all’Università La Sapienza di Roma, e Giampaolo Sodano, ex direttore di Rai Due e deputato, raccontano in questo libro la loro fuga dalle rispettive e sicuramente fortunate vite di città per dedicarsi alla vita di olvicoltori e frantoiani nell’azienda 184 autori Fabrizia Cusani, Giampaolo Sodano casa editrice LT Editore anno 2010 numero pagine 347 prezzo euro 16,00 agricola l’Olivaia, da loro fondata. letti per voi papillon 66 - inverno 2014 La riscoperta di un tempo segnato dalle stagioni, di legami di amicizia autentica al di là della competizione caratterizzano la nuova vita dei due autori che sottolineano: “Senza rimpianti e senza acrimonie, ci si può lasciare alle spalle una vita di impegni e di successi, di piaceri e di dolori, e di ritmi vorticosi. Anche di ambizioni. Per prendere nelle mani le redini della propria vita, per prendersi il proprio tempo e per raccontare il dolce sapore dell’amicizia in un convivio che si snoda leggero e profondo attorno ad una tavola’’. Ed è, spiegano, ‘’un format replicabile per chiunque abbia voglia di regalarsi un pezzo di vita nuova.” Come coltivare gli olivi, fare l’olio e organizzare un convivio per gustarlo e vivere felici sono i temi di questo testo, fondamentalmente diviso in quattro sezioni che si sviluppano con stili diversi dalla prosa tradizionale allo stile diaristico, dalla sceneggiatura al ricettario. Libero olio in libero stato Rilegato nella sua alternativa copertina di grezzo cartone si legge in un fiato questo piccolo e provocatorio pamphlet di Luigi Caricato, scrittore e giornalista “oleologo”, noto a Papillon per la sua collaborazione al nostro libro Adesso, 365 giorni da vivere con gusto, strenuo difensore dell’olio d’oliva e del mondo agricolo che ci sta dietro, ideatore del progetto Olio Officina. Nelle sue 53 pagine apprendiamo la presentazione di un prodotto della terra: l’olio “da” oliva straordinariamente semplice nella sua modalità di produzione, quanto prezioso, buono e salutare, da sempre considerato un prodotti di grande valore e di cui l’Italia, con le sue 538 cultivar, è produttore d’eccellenza. Questo straordinario alimento, che è stato per secoli riservato a pochi eletti, è diventato progressivamente, grazie alle innovazioni nel campo dell’agricoltura e della spremitura, un prodotto ancora migliore dal punto di vista qualitativo e accessibile a tutti. Da queste ottimistiche premesse parte però la denuncia di Caricato, per la forte speculazione e svalutazione di cui la produzione olivicola autore Luigi Caricato casa editrice Zona Franca - Casa Editrice di Cartone anno 2013 numero pagine 53 prezzo euro 15,00 italiana è stata vittima negli ultimi anni. Non è tanto l’agguerrita competizione spagnola a mettere a rischio la filiera produttiva, quanto la debolezza e la corruzione di una classe politica, che ha messo il naso in questo sano settore del Paese, con la solita logica dei contributi a pioggia erogati ai clienti e ai meno meritevoli, un’assurda burocratizzazione che mette in difficoltà i produttori più piccoli e i più liberi e indipendenti e un’incompetenza e incapacità di guidare invece il lavoro degli agricoltori con una seria strategia di mercato e produttiva. A chiudere questo libro tutto teso allo scopo di far riflettere cittadini e consumatori sulla qualità dell’olio d’oliva e sul suo valore per il nostro territorio e il giusto prezzo la provocazione dell’autore “Libero olio in libero stato” e il “Manifesto per il risorgimento dell’olio italiano” riproposto dall’autore stesso. 185 letti per voi papillon 66 - inverno 2014 L’arte di utilizzare gli avanzi E RISPARMIARE CON GUSTO Il giornalista Aldo Santini fa una bella presentazione a questo classico della gastronomia, che l’editore Franco Muzzio ha voluto ripubblicare. Il testo è una riedizione integrale del ricettario pubblicato per la prima volta nel 1916 dall’ormai 71enne Olindo Guerrini, poeta e scrittore italiano, grande appassionato di gastronomia, amico e allievo di Pellegrino Artusi, da cui tanto differiva per il carattere sanguigno e lo spirito irriverente, che ben sapeva interpretare il sentire del popolo romagnolo. In questo ricettario, l’autore si occupa di avanzi di tutti i tipi, che intitolano i vari capitoli: pane, polenta, minestre, manzo, vitello, maiale, pollame, ortaggi, legumi, frutti, uova. Per ciascuna categoria propone una grande varietà di soluzioni di autore Olindo Guerrini casa editrice Orme/Tarka anno 2013 numero pagine 346 prezzo euro 16,50 recupero, basti pensare alle 100 ricette per recuperare il lesso, di grande fantasia e ancora attuali (alla francese, alla spagnola, alla marinara, in salsa piccante, alla diplomatica...). Insomma un ricettario ricco di spunti e idee per chi ama sperimentare in cucina, senza bisogno di ricette troppo dettagliate; per chi ama gustare piatti ricchi e di sostanza, preparati con materie prime fresche o con il pretesto degli avanzi; ma anche in fondo per chi pensa che sprecare il cibo sia una delitto. Street food all’italiana IL CIBO DI STRADA DA LECCARSI LE DITA La “coppia fondente del food writing italiano”, come vengono definiti i coniugi Padovani, ci accompagna in questo viaggio lungo lo Stivale per raccontarci la storia di tanti cibi di strada, fatti di pochi ingredienti poveri, come acqua e farina, che per secoli hanno nutrito il popolo e che tuttora sono fonte di lavoro per persone che ogni mattina aprono botteghe e chioschi per regalarci il piacere di un cibo a buon mercato, semplice, ma nutriente e preparato sul momento: ed è così che si fanno continuatori di una tradizione secolare. Il libro, gradevole alla lettura e corredato di scatti fotografici per documentare il viaggio, si apre con una presentazione storica sul cibo di 186 autori Clara e Gigi Padovani casa editrice Giunti anno 2013 numero pagine 191 prezzo euro 14,90 strada in Italia. Prosegue facendoci incontrare gli autori di questi cibi in una quarantina di interviste che ritraggono con simpatia l’infornatore di farinate dei caruggi di Genova, le trippaie di piazza Dalmazia a Firenze, i mitici autori delle piadine di Cesena, i pizzaioli di Napoli, fino ai professionisti dei Pani ca’ meusa a Palermo. Dopo un breve capitolo in cui i grandi chef danno la loro interpretazione del cibo di strada, inizia un vero e letti per voi papillon 66 - inverno 2014 proprio ricettario, oltre 50 ricette autentiche, sufficientemente dettagliate per potersi preparare in casa un tipico street food regionale dai wurstel e crauti con brezel trentini agli arrosticini abruzzesi fino ai cannoli alla siciliana. Le preparazioni, divise in ordine di ingrediente principali: cereali, carne, pesce, verdure, legumi e formaggi e infine dolci, si adattano a tanti momenti della giornata dal pasto veloce alla merenda sfiziosa, e sono una bella occasione per conoscere un volto nuovo della cucina regionale italiana. Sommelier... ma non troppo Loro, gli autori, sono Fede & Tinto, al secolo Federico Quaranta e Nicola Prudente, gli ideatori e conduttori della fortunata trasmissione radiofonica Decanter su RadioRai2. Proprio da questi microfoni hanno lanciato il primo corso per sommelier radiofonico. Da queste lezioni, tra il serio e lo scanzonato, ma comunque estremamente efficaci, è nata l’idea di questo libro: un corso per imparare in soli 7 giorni a diventare sommelier (o quasi). Realizzato in collaborazione con AIS, il libro è in realtà un simpatico manuale, colorato, divertente e comunque ricco di nozioni, per imparare ad apprezzare cosa c’è nel bicchiere. Si comincia con i principi base della degustazione, per poi proseguire con le autori Fede e Tinto casa editrice Rai Eri anno 2013 numero pagine 234 prezzo euro 16,00 tipologie di vino e la descrizione delle regioni enoiche italiane. Alla tecnica dell’abbinamento è dedicato ampio spazio prima dei test di apprendimento e a una parte interattiva. Già, perché questo è un libro da leggere, toccare, annusare, assaggiare (con alcune sorprese che non vi sveliamo). Curiosità: il manuale è anche “verde” perché realizzato con carta CRUSH di FAVINI, un’innovativa gamma di carte ecologiche prodotte con scarti di lavorazioni agro-industriali. I NOSTRI LIBRI... 187 l’angolo di teo di Alessandro Ricci È stato il titolo di una bellissima cena svolta “Fuori Golosaria” al Da Noi In: la cucina di uno chef piemontese, Fulvio Siccardi, ha incontrato le birre Baladin di Teo Musso. E abbiamo scoperto che... Piemontesi a Milano 188 papillon 66 - inverno 2014 “Milano l’ho riscoperta in questi ultimi mesi. E nella città ho trovato una sensazione rara di questi tempi: una grande voglia di fare, di rimboccarsi le maniche”. “Milano mi ha accolto bene, e in pochi mesi ho raggiunto risultati che non avrei mai sperato”. Il primo a parlare è Teo Musso, il secondo Fulvio Siccardi, al termine di una cena entusiasmante, dove i sapori piemontesi hanno giocato di contrappunto con le birre Baladin in una serie di abbinamenti azzeccati. Fulvio Siccardi è, da circa un anno, lo chef del ristorante Da Noi In, luogo di grande suggestione all’interno dell’hotel Magna Pars. Ma anche Baladin è sbarcato da pochissimo nella città meneghina, con Baladin Milano, inaugurato in via Solferino lo scorso 13 settembre. Qui la cu- cina è aperta dalle 12 e fino alle 2 del mattino no-stop, tutti i giorni. Da bere, ovviamente, birre Baladin, con 7 spine e 2 pompe. Aprendo a Milano, hai voluto cambiare qualcosa nell’impostazione del tuo locale rispetto a quelli di altre città? Esteticamente non ho voluto dare un’impronta milanese al locale, ma ho preferito mantenere le nostre idee. Diciamo che il locale è molto “baladinizzato”, ovvero rispecchia il nostro stile, con attenzione al riutilizzo, al recupero, alle atmosfere un po’ retro e un po’ chic da anni Venti-Trenta. Come gli altri locali Baladin, vuole semplicemente essere una gastrobirreria: un luogo dove bere birre artigianali accom- l’angolo di teo papillon 66 - inverno 2014 pagnate da proposte di qualità in un ambiente curato. E dal punto di vista gastronomico? Come per le altre città, senza stravolgere nulla, ci lasciamo contaminare dalla tradizione del luogo che ci ospita. Qui, ad esempio, abbiamo ideato l’ossburger, burger di ossobuco con salsa a base di midollo e crema di zafferano. E a rotazione, fuori menu, si trovano piatti tradizionali come la cassoeula. A differenza degli Open Baladin, però, meno birre di altri birrifici. È una necessità, perché ci mancano 80 mq di retrobottega per una scelta del genere. Ma la nostra idea di fare squadra non cambia: anche a Milano ogni primo martedì del mese avremo un incontro con un birraio diverso, e nel prossimo Open Baladin che apriremo a Torino avremo nuovamente tante spine di birrifici amici. Ci puoi dare qualche altra anticipazione su quest’ultimo, ambizioso, progetto open baladin a torino? L’Open Baladin Torino sorgerà nella struttura creata per ospitare la delegazione canadese durante i giochi olimpici invernali del 2006. Una struttura imponente a vetri situata in Piazzale Valdo Fusi in pieno centro. Il nostro obiettivo è di creare un luogo di cultura birraria dedicato a tutto il mondo artigianale italiano. Ci saranno 40 spine e 100 etichette di birre italiane in bottiglia. E poi tanti eventi birrari per gli appassionati del nord d’Italia. 189 I nostri territori ilGolosario PIACENTINO Scopri come vivere il Piacentino: le sue bellezze artistiche e il suo immenso patrimonio enogastronomico. Una guida aggiornata giorno per giorno attraverso un notiziario online e tante nuove segnalazioni. Disponibile su Samsung Apps curiosità papillon 66 - inverno 2014 di Andrea Voltolini frizzi e lazzi della carta stampata Curiosità, stranezze, “gastro bufale”, aleatorie verità scientifiche, cibi “alternativi”, improbabili scoop a nove colonne... Sul tema agroalimentare, la carta stampata pare propinarci “tutto e il contrario di tutto”, per poi smentire (spesso) anche se stessa. Ecco il resoconto fedele di mesi di notizie enogastronomiche (e non solo) apparse sui principali quotidiani e periodici nazionali e riprese ogni dì dalla “Notizia del Giorno” di Paolo Massobrio. (pubblicata sul sito www.clubpapillon.it) ANIMALI REALI Beati gli animali di Windsor (soprattutto i cani). Il nuovo libro di un biografo di corte racconta le manie della Regina, in particolare la passione per i suoi cani corgies, cresciuti a filetto cucinato da un apposito chef e servito da un cameriere. (Repubblica, 16/09/13) MAMME VS CUCINA “Mai più mamme ai fornelli”, almeno negli spot televisivi. Un articolo su Repubblica di oggi rilancia la polemica del presidente della Camera Laura Boldrini che ha condannato i troppi stereotipi televisivi sul ruolo della donna, che secondo buona parte dei pubblicitari sono lo specchio della società. E se gli psicologi interpretano questa immagine con il nostro bisogno di affetto, i sociologi dei consumi mettono in guardia: superare i luoghi comuni premia nelle vendite (sarà, ma questa battaglia esasperata sul sessismo ha tanto l’aria di toccare il problema in superficie. Molto più serio il femminismo degli Anni Settanta dei diktat ridicoli che sono arrivati persino ad attaccare gli ovetti rosa e azzurri della Ferrero). (25/09/13) DIETA PRIMITIVA Tra i manager della Silicon Valley va forte la dieta dei primitivi, ovvero carni e verdure crude, bacche e radici. Una moda che qualcuno ha già trasformato in un business milionario. (Il Giornale, 02/10/13) NAPOLI VS VENETO Napoli si prende la sua rivincita sul Veneto: il Cnr della città campana accusa la polenta di far male. Una ricerca pubblicata dal professor Defez mette in correlazione il tumore all’esofago con la presenza di una particolare tossina, la fumonisine. Il problema, segnalano però gli studi, si presenta solo in una alimentazione quasi esclusivamente basata su questo alimento (però a quel punto, ricorda anche Carlo Cambi in un pungente pezzo su Libero, il problema principale sarebbe la pellagra). (11/10/13) CENA IN SILENZIO Cenare in assoluto silenzio: è la sfida che Eat, ristorante di Brooklyn, propone una volta al mese ai suoi clienti, per tornare a scoprire il piacere di assaporare il cibo. Chi rompe il silenzio viene punito: oltre a essergli tolto il piatto, trascorre il resto della cena su un panca fuori dal locale, nel bel mezzo del caos newyorchese. (Avvenire, 15/10/13) ORTORESSIA Si fa sempre più largo l’ortoressia del biologico, ovvero l’ossessione di chi sulla tavola non vuole vedere altro all’infuori dei cibi certificati o, comunque, ritenuti “naturali”. Lo scrive oggi su Repubblica il professor Del Toma che ricorda come, dal punto di vista nutrizionale, non ci siano in realtà differenze tra questi alimenti e quelli non bio (e allora da che punto di vista sono le differenze? ndr) (15/10/13) BOTTIGLIE MILIONARIE Servono 195mila dollari per portarsi a casa una Balthazar (12 litri) di Chateau Margaux 2009. La bottiglia - tra i pezzi più cari del mondo - non sarà battuta all’asta, ma all’aeroporto di Dubai. (E se poi non la lasciano imbarcare?) (Wine News, 15/10/13) 191 curiosità papillon 66 - inverno 2014 SEMAFORO SULL’ETICHETTA L’Inghilterra lancia il semaforo sulle etichette dei prodotti alimentari e fa arrabbiare mezza Europa. Sui prodotti in vendita nei market inglesi infatti è stato applicato un apposito bollino che segnala, in base al contenuto di grassi, zuccheri e sali, i cibi che si possono mangiare più o meno frequentemente in una settimana. Un sistema che tuttavia boccia, ad esempio, i grandi formaggi italiani, dal Parmigiano alla mozzarella, e promuove alcune bibite gassate (più salutari anche del latte, a leggere l’etichetta). E secondo diversi nutrizionisti questo diventa un sistema inefficace perché considera l’alimento in sé senza preoccuparsi di una dieta equilibrata. (La Stampa, 21/10/13) LEGGENDE A TAVOLA Non è vero che gli spinaci contengano tanto ferro: l’errore nasce da una virgola messa al posto sbagliato (ovvero a indicare 35 milligrammi invece di 3,5) in un testo di fine Ottocento. L’errore, poi amplificato da fortunati cartoni come Braccio di Ferro, si è perpetrato fino a noi. Sul Corriere della Sera sono passate in rassegna alcune leggende metropolitane in fatto di dieta, che coinvolgono dai cereali al latte. (21/10/13) PESCE COL TRUCCO C’è un trucco usato per rinfrescare il pesce di qualche giorno: il cafados. Si tratta di un additivo chimico abbastanza semplice che oltretutto non lascia tracce nelle analisi. Non è pericoloso per la salute, tuttavia, nascondendo il reale aspetto del pesce, potrebbe servire per far arrivare in tavola prodotti avariati aumentando così il pericolo di sindrome sgombroide. La Procura di Torino - scrivono La Stampa e Repubblica - ha aperto un’indagine, su un prodotto facilmente reperibile on line. 192 @ In tema pesce, fa scalpore negli Usa il secondo ritrovamento, in meno di una settimana, di un “oarfish” un gigantesco pesce degli abissi, di oltre quattro metri, dalla forma di serpente. Rinvenuto su una spiaggia californiana, ha fatto dividere gli esperti sulle cause della morte: inquinamento degli abissi o cambiamento improvviso dell’habitat? (22/10/13) INCUBO DEGLI HOTEL Ben 35 alberghi truffati in sette mesi (da dicembre 2012 a luglio 2013) passando 110 notti consecutive nelle varie strutture senza mai pagare. Alla fine si è costituito alla Polizia Maurizio Perrone, ex fresatore che dopo aver perso il lavoro e la casa, pernottava e poi fuggiva in tutto il Nord Italia. Ma sabato mattina non ce l’ha più fatta e ha confessato. (La Stampa, 24/10/13) PIÙ CUOCHI MENO OPERAI In Italia a breve ci saranno due cuochi per ogni operaio, secondo i dati dell’ultima indagine Coldiretti. Quest’anno si sono iscritti alle prime classi degli istituti professionali per le produzioni industriali, la manutenzione e l’assistenza tecnica appena 21.521 giovani, pari a meno della metà di quelli che hanno optato per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera, che sono stati 46.636, mentre sono salite a 13.378 quelle agli Istituti professionali e tecnici di agraria. Ma sono gli stessi cuochi a scoraggiare le aspirazioni: Simone Rugiati su Qn ricorda quanto sia duro il mestiere del cuoco. E aggiunge: “Non bisogna farsi abbindolare dalla fama e dai soldi facili dei cuochi della tv”. Ma anche Vissani, intervistato su Qn, è pessimista: “Sono solo mode, devono piantarla”. (28/10/13) CALICE AL BACIO Il calice di vino “costa” un bacio. Ogni mercoledì di novembre e dicembre nella Vineria di piazza San curiosità papillon 66 - inverno 2014 Carlo a Milano sarà possibile pagare il primo bicchiere di vino con un bacio al proprio commensale. L’idea si ispira a una analoga iniziativa lanciata dal caffè Metro St. James, a Sydney. (12/11/13) FRUTTA BRUTTA MA SAPORITA “Nessuno è perfetto” È lo slogan scelto dalla catena tedesca di supermercati Edeka, che ha deciso di vendere la frutta non più bella, ma più saporita. Si tratta di una novità assoluta in Germania, in cui solitamente frutta e ortaggi nei banchi dei supermercati appaiono perfetti ma si rivelano poi insapori. (Italia Oggi, 13/11/13) PAPA CHEF Il Papa chef. Su Qn le passioni culinarie di Papa Francesco che cucina una paella favolosa e ha voluto inserire nel menu il dulce de leche. (19/11/13) DERBY La debacle del Milan si accompagna al declino del ristorante Giannino, per anni ritrovo rossonero di calciatori e di successi, ora in mano alle banche a garanzia dei debiti contratti dal proprietario Lorenzo Tonetti. Al contrario, il successo dell’Inter si accompagna alla crescita del suo ritrovo, il ristorante El Gaucho. (20/11/13) CARO PANETTONE Il panettone più prezioso del mondo è stato creato da un pasticciere di Carmagnola su ordinazione di un magnate russo, che ha voluto il dolce ricoperto di oro e diamanti. Il prezzo? Ottantamila euro. (Repubblica, 25/11/13) VINO FAI DA TE Dagli Stati Uniti arriva l’apparecchio per farsi il vino in casa. Si chiama WinePod e assomiglia a uno shaker di circa 1,2 metri. Basta inserire le uve e dopo qualche mese è possibile raccogliere l’equivalente di 48 bottiglie di vino. Il WinePod costa circa 4.500 dollari ma probabilmente non arriverà mai sul mercato europeo. Il suo inventore, l’americano Greg Snell, ha deciso di puntare tutto sul mercato cinese. Anche se per molti analisti la crescita di una cultura vitivinicola in Cina potrebbe essere un ostacolo non indifferente. (Italia Oggi, 27/11/13) VAL D’ORCIA VS MCDO’ È polemica tra il sindaco di San Quirico d’Orcia e McDonald’s per l’utilizzo del tipico paesaggio di questo territorio nella pubblicità del McItaly a base di chianina. Il primo cittadino ha inviato una lettera di diffida ricordando che per l’utilizzo della celebre immagine con i cipressi è necessario chiedere prima l’autorizzazione al comune e soprattutto indicare dove è stata presa l’immagine. (Huffington Post, 27/11/13) TRAMEZZINO DIMENTICATO Il tramezzino è il grande dimenticato delle classifiche gastronomiche; dopo la riabilitazione culinaria di hamburger, panini e sandwich, cala il silenzio sul tramezzino, diffuso a Roma ma quasi del tutto scomparso a Milano. (La Stampa. it, 02/12/13) LE CONSEGNE DAL CIELO Le consegne del futuro arriveranno dal cielo, tramite drone. La prospettiva futuristica potrebbe essere realtà già tra una decina d’anni. A sostenerlo Amazon che si prepara a questa rivoluzione dopo l’ok della Federal Aviation. E dal cielo, tra meno di un decennio, potrebbe essere consegnata anche la pizza, mentre il drone si occupa già di vendemmia di pinot nero in Borgogna. (Qn, 03/12/13) LA BOLLA DELLA COTOLETTA Il prezioso Capitolo della basilica di 193 curiosità papillon 66 - inverno 2014 Sant’Ambrogio a Milano riapre le porte ai visitatori e tra i suoi tesori spunta la “bolla della cotoletta”. Grazie all’apertura al pubblico (in visite guidate), dell’antica biblioteca sarà possibile ammirare il documento, datato 1148, che secondo gli studiosi dovrebbe rappresentare la prima testimonianza scritta del piatto simbolo di Milano. Qui infatti è citato il “lumbolos cum panicio” che doveva essere offerto dai canonici ai monaci in occasione della festa di San Satiro ogni 17 settembre. Tra gli altri documenti notevoli del fondo costituito da 55 codici e 1200 pergamene dal IX al XVII secolo, anche il codice boemo del 1340 con la vita di Agnese o ancora il messale dell’incoronazione di Gian Galeazzo Visconti del 1395. (il Giornale Milano, 04/12/13) PEPERONCINO ANTICRIMINE Il peperoncino contro i malviventi. Da gennaio le forze dell’ordine potranno sperimentare lo spray urticante che provoca immediatamente bruciore, tosse e lacrimazione. (Corriere della Sera, 04/12/13) L’ASPIRANTE OBESO Voleva ingrassare per andare in televisione e ora lotta per la sopravvivenza. Il Corriere della Sera racconta la storia di Barry Austin che ingurgitava 29mila calorie al giorno (10 volte il suo reale fabbisogno) per diventare l’uomo più grasso di Gran Bretagna, ma arrivato alla soglia dei 400 chili la sua salute si è irrimediabilmente compromessa e ora, che pesa 286 chili, lancia appelli ai ragazzi: “Non seguite il mio esempio”. (09/12/13) CIOCCOLATA BIANCA RAZZISTA In Germania, la Ferrero è stata costretta a ritirare la pubblicità dei cioccolatini “Ferrero Kusschen” per le numerose accuse di razzismo giunte dai social network. La 194 pubblicità incriminata, che vede in risalto il motto “La Germania sceglie il bianco” (riferito ai cioccolatini al latte) e a seguire la folla urlante che inneggia “Sì, il bianco può!” (sulla falsariga del Yes we can di Obama), è stata addirittura paragonata agli slogan nazisti di teutonica memoria. (Il Giornale, 19/12/13) FOOD GUARDONI L’ira dei grandi chef contro i clienti che fotografano i piatti e li pubblicano sui social network. Una sorta di violazione dei diritti artistici che ha sollevato già molte polemiche da parte dei food blogger e da semplici clienti che amano fotografare i piatti consumati. Attenzione, quindi, agli occhi attenti di chef e personale di sala, pronti a redarguirvi in caso di flash. (Il Giornale, 18/09/2013) 007 DEL PROSECCO Il Consorzio di Tutela del Prosecco ha lanciato una nuova figura professionale, già balzato agli onori di cronaca sui principali quotidiani di tutto il mondo: una sorta di agente segreto che gira in incognito per locali, bar, ristoranti, e contrasta truffe e irregolarità a danno della Doc in oggetto. L’uomo, ventottenne, che si fa fotografare solo di spalle per non rivelare l’identità, è dotato di un regolare tesserino del Ministero con il quale può segnalare infrazioni fino a 20 mila euro di multa. (La Stampa, 19/12/13) LA MICHELIN SCIVOLA SUL... CAMBIO Gli uomini della guida rossa hanno toppato. Nell’edizione 2014, appare infatti la scheda, con particolari dettagliati su arredamento e lista dei piatti, del ristorante Il Cambio. Il piccolo particolare è che il locale attualmente è ancora un cantiere e aprirà solo l’anno prossimo. (La Repubblica, 19/12/13) 14 SABATO 8 e DOMENICA 9 MARZO 20 TRA I CASTELLI DEL MONFERRATO location principale Castello di Casale Monferrato golosaria.it I nostri territori ilGolosario MONFERRATO Scopri come vivere il Monferrato, il territorio più castellato d’Italia: le sue bellezze artistiche e il suo immenso patrimonio enogastronomico. Una guida aggiornata giorno per giorno attraverso un notiziario online e tante nuove segnalazioni. L’applicazione, suddivisa tra le province di Alessandria e Asti, è organizzata in quattro zone in cui si potranno effettuare ricerche relative a: dove mangiare, dove dormire, cosa vedere, cantine, dove acquistare. CLAMOROSA CONVENZIONE PER I SOCI 2014 sui prodotti De’Longhi - Kenwood - Braun - Ariete Per la campagna associativa in corso per l’anno 2014 è in arrivo una eccezionale convenzione con i prodotti dei brand De’Longhi - Kenwood - Braun - Ariete (durata: da settembre 2013 a luglio 2014) Il socio del club di Papillon avrà l’opportunità di accedere al sito www.delonghigroup.com/store e, registrandosi, avrà l’opportunità di ottenere la Official Shopping Card che garantisce il 15% di sconto su tutti gli acquisti effettuati presso il De’Longhi Group Official Store di via Borgogna 8 - Milano (MM San Babila). Inoltre, previa presentazione della tessera Papillon e dell’Official Shopping Card alla cassa del De’Longhi Group Official Store il socio potrà usufruire del 25% di sconto totale sull’acquisto di prodotti De’Longhi - Kenwood - Braun - Ariete. La Venaria Reale Regalità e piacere di vivere La magnificenza della Residenza barocca e dei Giardini all’infinito. Lo spettacolo delle mostre. Il gusto e il relax delle incantevoli caffetterie. Le feste regali. L’ESPERIENZA DI PAPILLON A PORTATA DI TOUCH IL GOLOSARIO RISTORANTI 2014 Una guida per iPhone e iPad dedicata ai migliori locali dove mangiare in tutta Italia e Costa Azzurra: 2.500 segnalazioni. IL GOLOSARIO LUOGHI E COSE BUONE L’app realizzata per iPhone, iPad e Samsung, comprende oltre 4.000 negozi che rivendono le cose buone d’Italia. Disponibile su Samsung Apps IL GOLOSARIO RICETTE Un’app per iPhone e iPad con le ricette tratte dalle edizioni di Adesso degli anni 2008, 2009, 2010, 2011, 2012 e 2013. IL GOLOSARIO MONFERRATO Una guida per iPhone e iPad, con oltre 1.300 segnalazioni tra ristoranti, trattorie, agriturismi, negozi, produttori, strutture ricettive, monumenti da vedere e un notiziario degli eventi imperdibili delle province di Alessandria e Asti. IL GOLOSARIO PIACENTINO Un’app per iPhone, iPad e Samsung con tutte le tappe imperdibili della provincia di Piacenza. Disponibile su Samsung Apps