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Prodotti & Soluzioni
Con IBM WebSphere ESB,
proiettati nel futuro delle
SOA, con un occhio al passato
li ESB aiutano a massimizzare la flessibilità delle SOA.
I vari componenti che interagiscono in modo finalizzato
all’erogazione dei servizi all’interno delle SOA lo fanno proprio
passando attraverso un ESB e non
collegandosi direttamente l’uno
con l’altro. Quando chi richiede
un servizio si rivolge all’ESB, quest’ultimo si assume il compito di
soddisfarne le richieste inviando
opportuni messaggi, ai fornitori di
servizi in grado di svolgere le operazioni necessarie, rispettando i
livelli di qualità prestabiliti.
Gli ESB facilitano il lavoro dei fornitori e dei fruitori dei servizi
risolvendo le varie incompatibilità
a livello di protocolli, tipologie di
interazione, funzioni dei servizi.
Gli ESB offrono inoltre le funzioni
di monitoring, gestione degli
ambienti operativi e virtualizzazione delle risorse intervenendo
su:
• Provenienze e identità: non è
necessario che le componenti che
concorrono alla creazione dei vari
servizi sappiano da dove vengano
o quali siano gli altri elementi con
i quali interagiscono, salvo riconoscerne le interfacce ed i contenuti da interscambiarsi. Questo
vuol dire, ad esempio, che i fornitori dei servizi possono rimanere
sconosciuti, così come possono
essere sostituiti anche in modo
dinamico.
• Protocolli d’interazione: all’interno dei servizi si possono usare
svariati protocolli di comunicazione e stili d’interazione. Una
richiesta espressa in formato
SOAP e trasferita via HTTP può
essere soddisfatta anche da servi-
G
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zi che operano usando SAOP su
Java Message Service (JMS).
• Interfacce: clienti e fornitori dei
servizi possono usare anche interfacce diverse. Gi ESB sono in
grado di supplire alle eventuali
differenze trasformando le richieste e le risposte in formati comprensibili da parte dei destinatari.
• Qualità nelle interazioni tra i
servizi: i gestori dei sistemi possono dichiarare le loro esigenze in
termini di qualità dei servizi, comprendendovi elementi quali il rilascio delle autorizzazioni per l’esecuzione dei servizi, la cifratura e
la decifratura dei messaggi, l’attivazione di verifiche automatiche
sulle interazioni tra i servizi ed in
base a quali criteri debbono esser
trattate le loro richieste.
Interporre un ESB tra i vari elementi che compongono i servizi
permette di modularne le interazioni attraverso quello che viene
chiamato il mediatior. L’opera di
mediazione viene eseguita sui
messaggi in transito tra richiedenti e fornitori di servizi. Se le
interazioni sono complesse, tali
mediazioni possono essere concatenate in modo sequenziale.
WebSphere ESB e
Integration Developer
Nell’ambito dell’infrastruttura di
IBM per le SOA, le funzioni di ESB
vengono assolte da WebSphere
ESB che è in grado di semplificare l’integrazione End-to-end tra i
servizi usando diversi protocolli e
meccanismi di trasporto quali
SOAP su HTTP, SOAP su JMS o
JMS con adattatori JCA (J2EE
Connector Architect), supportando le funzioni di mediation tra i
più diversi End-point in capo ai
quali si possono effettuare operazioni di trasformazione, registrazione e reindirizzamento dei messaggi.
Le mediation vengono create e
assemblate con altri componenti
in soluzioni SCA, attraverso l’uso
di IBM WebSphere Integration
Developer, prodotto finalizzato
alle attività di sviluppo capace di
sfruttare al meglio le componenti
di mediation inserite all’interno di
WebSphere ESB e fornendo una
consistente serie di adattatori con
i quali si possono coprire gran
parte delle applicazioni presenti
sul mercato.
Messaging,
Web Services e SOA
WebSphere ESB supporta le interazioni End-to-end tra i servizi
operando a tre livelli: connettività
su larga scala, ampia gamma di
modalità di interazione e di controllo della qualità, consistenti
funzioni di mediation. Il prodotto
supporta la connettività tra i vari
punti terminali consentendo di
usare diversi protocolli e API
(Application
Programming
Interfaces), ivi inclusi JMS versione 1.1 implementato nella piattaforma di messaging di WebSphere
e in WebSphere MQ, SOAP su
HTTP Secure (HTTPS) e SOAP su
JMS. Essendo stato sviluppato a
partire da WebSphere Application
Server, WebSphere ESB assicura
totale interoperabilità con gli altri
prodotti
della
famiglia
WebSphere, tra cui WebSphere
MQ e IBM WebSphere Message
Broker.
Con la nuova versione 6.0.2,
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WebSphere ESB offre un notevole
incremento nelle prestazioni per
quanto riguarda la connettività e
supporta i modo nativo i collegamenti con WebSphere MQ
Message Broker che di conseguenza risultano molto più semplice e veloci che nel passato.
WebSphere ESB può anche utilizzare le soluzioni di IBM
WebSphere Adapter per sfruttare
le applicazioni esistenti così come
per catturare gli eventi di
Business che occorrono sul sistema.
Con WebSphere Integration
Developer, è possibile accedere a
quattro Technology Adapter (eMail, FTP [File Transfer Protocol],
Flat File e JDBC [Java Database
Connectivity]) per lo sviluppo ed il
rilascio di nuove soluzioni, così
come ad altri quattro adattatori
JCA per applicazioni ERP quali
SAP, PeopleSoft, Oracle EBusiness e JD Edwards.
Le interfacce Client incluse nel
software WebSphere ESB ne
ampliano ulteriormente la connettività. I Client per i messaggi
C++ e Microsoft.NET permettono
alle applicazioni non-Java di connettersi a WebSphere ESB usando
API simili a quelle per JMS.
Il Client C++ per i Web Services è
simile alle API Java per le RPC
(Remote Procedure Call) XML
(JAX-RPC) e permette agli utenti
di connettersi ai Web Services
collocati
su
WebSphere
Application Server direttamente
dall’interno degli ambienti C++.
Sempre a livello connettività, è
possibile realizzare le conversioni
di base tra i protocolli usati dagli
utenti dei servizi e dai loro fornitori.
Websphere ESB supporta i più
moderni standard dei Web
Services (tra gli altri, WS-Security
e WS-Atomic Transactions), e
un’ampia gamma di meccanismi
di interazione, a partire dalle
forme Request-Reply, per arrivare
al Publish-Subscribe, passando
per quelle Point-to-Point. Il prodotto include anche Universal
Description,
Discovery
and
Integration (UDDI) Versione 3.0
che può essere usato per pubblicare e gestire i Metadati relativi ai
punti terminali dei servizi mettendoli a disposizione delle varie
applicazioni attivabili dai Client.
Gli integratori di applicazioni
possono interagire con UDDI per
localizzare ed accedere alle interfacce degli elementi di loro interesse nel corso dello sviluppo dei
moduli di mediation. WebSphere
ESB supporta anche IBM
WebSphere Service Registry e
Repository. In particolare, le primitive di individuazione dinamica
degli End-point consentono di
individuare le informazioni relative ai servizi e di procedere nella
loro interconnessione senza dover
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intervenire a livello di programmazione o rilascio di nuove componenti.Infine, WebSphere ESB
supporta la mediazione delle
interazioni tra servizi anche oltre
il semplice transcoding dei protocolli svolto dalle funzioni di connettività. Grazie a questo, si possono effettuare le integrazioni a
livello
logico
direttamente
nell’ESB senza dover operare
necessariamente a livello di Endpoint. Le capacità di mediation di
WebSphere ESB comprendono
anche il supporto dei contesti e di
altre condizioni per il routing o la
trasformazione dei messaggi.
Creare e gestire soluzioni
basate su ESB con
Integration Developer
Uno dei modi migliori di apprezzare le capacità di mediazione di
WebSphere ESB è analizzare
come il prodotto consente agli
utenti di creare e gestire le soluzioni basate su di esso. A tal fine,
IBM ha introdotto due ruoli incaricati di creare e gestire le soluzioni basate su ESB:
• Lo sviluppatore di integrazioni
che utilizza gli strumenti e le funzioni dell’ESB per definire i servizi
nel loro insieme e creare la logica
che regola il modo in cui le richieste vengono inoltrate ai servizi.
Chi ricopre questo ruolo deve
comprendere la semantica dei
servizi da integrare e focalizzarsi
sulla creazione con WebSphere
Integration Developer dei relativi
moduli di mediation.
• L’amministratore delle soluzioni
che rende disponibili le nuove
soluzioni SOA rilasciandone tutti i
servizi che le compongono, compresi quelli di mediation che assicurano il corretto svolgimento
delle interazioni tra i vari servizi.
Le persone in questo ruolo sono in
grado di interpretare i profili di
integrazione dei vari processi dell’azienda ed il contesto nel quale
debbono operare. Di conseguenza, talvolta intervengono a livello
di configurazione per meglio
adattare le soluzioni alle esigenze
rilevate attraverso le funzioni di
monitoraggio delle Console di
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gestione di WebSphere ESB e di
WebSphere Application Server.
Lo sviluppatore di integrazioni
utilizza WebSphere Integration
Developer per creare i moduli di
madiazione che specificano gli
End-point da integrare, le modalità con le quali procedere ed i
protocolli di connessione da
impiegare. Le elaborazioni da
svolgere per processare i messaggi lungo il loro percorso vengono
definite sfruttando le primitive di
mediazione messe a disposizione
direttamente dal prodotto.
Lo sviluppatore di integrazioni
personalizza le primitive, per
esempio indicando il nome dei
Database all’interno del quale
svolgere una ricerca o fornendo
un proprio XSL Style Sheet. La
configurazione di queste funzioni
non richiede alcuna programmazione. WebSphere Integration
Developer è progettato per
mascherare la complessità di
WSDL, XML Schema, XPath e
XSLT, per cui, per creare soluzioni
SOA non occorre che gli sviluppatori abbiano alcuna competenza
specifica in questi ambienti.
Se le primitive predefinite non
soddisfano le esigenze, gli sviluppatori ne possono creare di proprie operando direttamente in
Java o sfruttando l’ambiente
visuale messo a loro disposizione.
A tale scopo sono disponibili i
modelli SCA e SDO, delle API specifiche e le apposite funzionalità
di System Programming Interface.
Se l’integrazione segue il paradigma Request-response, tanto in
modalità sincrona quanto asincrona, gli sviluppatori possono
creare un flusso con le risposte
delle mediazioni utilizzando le
stesse capacità di WebSphere
Integration Developer impiegate
in precedenza.
Infine, grazie al Debugger visuale
gli sviluppatori sono in grado di
intervenire nella messa a punto
dei programmi di integrazione
inserendovi Breakpoint, procedendo passo passo o verificando il
contenuto delle diverse variabili
lungo l’interno processo di
mediazione.
Rilasciare e gestire
i moduli di mediazione
I moduli di mediazione vengono
rilasciati utilizzando un apposito
Tool di WebSphere ESB. Dato che
l’amministrazione di WebSphere
ESB viene fatta attraverso la
Console
di
WebSphere
Application Server, i due ambienti risultano gestibili in modo integrato usando sempre lo stesso
tipo di interfaccia. In ogni caso,
gli amministratori di sistema
possono decidere di attivare dei
filtri che limitano le aree di intervento unicamente a quelle rilevanti o connesse al ruolo e alle
responsabilità dei singoli operatori.
I moduli di mediazione condividono varie funzioni con altri prodotti della famiglie WebSphere,
mentre le loro prestazioni possono essere gestite attraverso il
componente
IBM
Tivoli
Performance Monitor posto
all’interno di WebSphere ESB.
Rimanendo sempre nello stesso
ambito, i servizi e le mediazioni
realizzate attraverso connessioni
di Web Services possono esser
monitorate tramite IBM Tivoli
Composite Application Manager
for SOA che è in grado di tracciare i flussi dei messaggi che passano per l’ESB, misurandone i tempi
di risposta ed attivando degli
appositi allarmi nel caso questi
non rispettino i livelli prestabiliti.
Occhio al passato
Una lezione appresa in decine di
anni di esperienza è che fino a
quando funzionano in modo più
o meno decente, le vecchie applicazioni non vengono mai sostituite. Di conseguenza, è importante che gli ESB siano in grado
di eseguire le trasformazioni, il
routing e l’interconnessione tra le
applicazioni esistenti e quelle
nuove.
Per
tale
ragione,
WebSphere ESB è stato dotato di
un gran numero di adapter e di
soluzioni con le quali è possibile
coprire un’ampia gamma di protocolli e standard non solo
proiettati nel futuro ma anche
legati al passato.
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