Docente: Cinagli Patrizia Scuola Primaria “Europa” 1° Circolo di Rosignano Solvay CLASSE SECONDA A Situazione di partenza Nasce l’idea di un progetto: “Utopie elementari e di confine” Il progetto si può attuare Il progetto coinvolge quattro classi seconde di Scuola primaria di tre diverse regioni italiane: partendo da nord, la Scuola primaria Clarina di Trento, la scuola primaria Europa di Rosignano S. e la scuola primaria Aniello di Mazara Del vallo Esso prevede lo svolgimento di attività in tre diversi luoghi (Trentino, Toscana, Sicilia), a testimonianza della volontà di costruire un’esperienza basata sul confronto e sullo sconfinamento, concepita per stimolare ogni gruppo coinvolto ad uscire dalla centratura su se stesso: ciò vale tanto per i bambini coinvolti, quanto per gli insegnanti e il formatore esterno Dott. Luca Mori L’ obiettivo del Progetto: comunicare per: Conoscere gli altri Ascoltare gli altri Porsi in relazione con gli altri Confrontarsi con gli altri Interagire con gli altri “Scambiare” con gli altri Manifestare sentimenti ed emozioni agli altri Condividere esperienze, emozioni, idee, problemi, desideri e le proprie UTOPIE con gli altri ALLORA…… E’ necessario partire dalla dimensione pragmatica del linguaggio e dai bisogni “urgenti” di comunicare I percorsi linguistici della professoressa Piscitelli hanno permesso di raggiungere l’ obiettivo. Perché? Le risposte Perché essi sono stati affrontati in maniera flessibile e aperta, ma nella loro compiutezza e nel rispetto della loro specificità, rispettando le fasi di lavoro e le azioni didattiche. Perché si sono ben prestati ad essere scorporati ed inseriti in altre attività curricolari, quindi hanno risposto a nuovi bisogni. Perché il lavoro prevede l’accompagnamento dei gruppi in uno “spazio di scoperta” effettivo, con metodologie attive, incentrate sull’esperienza, sulla cooperazione tra pari ,con posizione di scaffolding da parte dell’adulto. Perché si stimolano i bambini “al fare Si comincia con il terzo itinerario della Messaggeria: La posta misteriosa perché ad ogni gruppo si chiede di elaborare documenti per gli altri: i documenti potranno contenere messaggi e domande relative ai temi affrontati, rivolte agli altri gruppi (il tutto espresso con fotografie, disegni, testi, oggetti costruiti artigianalmente e altri “doni”). La narrazione e il ricordo Un messaggio della maestra dentro La Messaggeria La lettera è stata letta, discussa, condivisa e analizzata. I bambini sono pervenuti ad una prima conoscenza della sua struttura: data,formula di apertura, corpo, formula di chiusura Ogni bambino scrive un messaggio alla maestra con la risposta ed alcune loro richieste rispettando la struttura della lettera Rosignano, 25 settembre 2014 Carissima maestra Patrizia Mi piacciono le tue idee per farci diventare più bravi. Vorrei ridere e scherzare con tutti , imparare cose nuove e andare di più in giardino. Un bacio con affetto Giulio Lettura di tutti i messaggi dei bimbi e negoziazione per decidere come organizzare l’anno scolastico Arrivo di una lettera misteriosa Ieri mattina abbiamo avuto una SORPRESA. Nella cassetta della posta c’era una lettera per noi. Chi ci ha scritto? Perché ha scritto questa lettera? La risposta di un bambino; “E’ un caso da risolvere.” I bambini erano molto eccitati e la lettura della lettera li ha stupiti, ma per loro era importante scoprire chi era L’amica delle fiabe e perché ci aveva scritto. Dopo la discussione ecco le loro ipotesi, basate su due indizi, (termine usato da due bambini immediatamente accolto da tutti). Il telefonino e la firma sono indizi per scoprire chi potrebbe essere l’amica delle fiabe. Apertura all’immaginario Apriamo il nostro immaginario: Come sarà l’amica delle fiabe? Queste sono due paroline magiche che ci possono aiutare ad immaginarla. Le paroline sono E’- HA. Ogni bambino ha trascritto sul proprio quaderno com’è e cosa ha l’amica delle fiabe, ma sempre dopo aver discusso e negoziato l’intervento di ognuno. Amica delle fiabe c’è posta per te Ora anche io scrivo all’Amica delle fiabe come ho risolto un mio problema E’ arrivata l’ultima lettera dell’amica delle fiabe dove svela la sua vera identità e dove richiede ai bimbi di inviare ai suoi alunni alcuni elementi del loro territorio di Rosignano ,infine spiega che “L’amica delle fiabe” è un suo soprannome perché le piacciono tanto le fiabe. Con le idee di tutti viene disegnata la maestra Antonella su di un cartellone Vengono inviate schede di osservazione degli alberi del giardino della scuola secondo il percorso del laboratorio scientifico del prof. Fiorentini e da una ricerca nel loro territorio vicino alla scuola una buona parte di elementi appartenenti ad esso Un esempio di risoluzione del problema! Rosignano S. 3 novembre 2014 Cara amica delle fiabe. Ti voglio raccontare un problema che ho avuto con mio fratello Iacopo. Lui è più grande di me di tre anni e mi brontola alcune volte .L’altra domenica ero andato da nonna. Avevo paura di Dodi il cane di mio nonno. Iacopo ovviamente ha visto bene di farmi passare la paura di Dodi. Abbiamo litigato e discusso bene bene e alla fine abbiamo deciso che tutti abbiamo paura di qualcosa e così abbiamo fatto la pace. Un bacio e a presto Giulio Quanti doni! I bambini della seconda di Trento inviano alcuni prodotti del loro territorio, molti elementi del loro paesaggio e un piccolo libro con le schede di osservazione degli alberi del giardino della loro scuola Apertura all’immaginario: i bambini con gli elementi ricevuti costruiscono un albero immaginario Il punto interrogativo e il punto esclamativo: la loro personificazione e descrizione (dall’ultima lettera di Antonella… ”Non credevo ai miei occhi!” e “Conoscete qualche fiaba?” I doni da Trento Apertura all’immaginario La maestra Antonella immaginata e…reale L’albero di…Trento Il punto interrogativo è diventato… Il punto interrogativo è diventato un atletico perché quando corre lascia alcune impronte che diventano un punto interrogativo Il punto esclamativo è diventato… Il punto esclamativo è diventato un surfista che ascolta la musica perché la musica è fantastica e bellissima , ti fa muovere e ti dà le emozioni Si continua con il terzo itinerario dei Dialoghi Autentici : i dialoghi nelle fiabe I bambini hanno espresso il desiderio di scrivere una fiaba alla maestra Antonella la quale ha svelato ai bimbi che l’amica delle fiabe è un suo soprannome perché le piacciono tanto le fiabe. Questo itinerario può rispondere al loro bisogno,ma è necessario fermarsi alla quarta fase e non affrontare il dialogo in quanto tale, in virtù del fatto che i percorsi linguistici di M. Piscitelli sono stati affrontati nel rispetto delle fasi di lavoro e delle proprie specificità. Che cosa è per te una fiaba? E’ un racconto che comincia sempre con c’era una volta (Emmanuel) E’ una storia di fantasia con i personaggi buoni ma anche cattivi e c’è sempre il protagonista (Sabrina, Abbeygale, Gaia) E’ una storia che si può raccontare ai bimbi (Anthony) E’ un racconto quasi tutto d’amore(Ruben) E’ una storia dove ci sono persone importanti come le regine e i re (Lorenzo) E’ una storia che finisce sempre bene(Niccolò) E’ un racconto di fantasia pieno di cose belle (Xhaferr) Sono storie che si raccontano la notte prima di dormire (Italo) E’ una storia che si narra (Gemma) La scelta della fiaba Cappuccetto Rosso dei fratelli Grimm Il pre-ascolto con la classe de reve La comprensione globale La narrazione a puntate Gli interventi dei bambini (l’intervento più interessante è stato: Certo anche se è piccina è coraggiosa) La visualizzazione La ricostruzione collettiva della fiaba con le immagini e relative didascalie La ricerca : Morgana ha detto: mi torna tutto perché te quando leggi è come se noi entriamo nella fiaba La ricostruzione collettiva della fiaba di Cappuccetto Rosso con immagini e didascalie La narrazione personalizzata e gli “ingredienti” della fiaba Noi raccontiamo Cappuccetto Rosso a babbo e mamma sul divano come compito delle vacanze La finestra di riflessione:la struttura della fiaba e del testo narrativo scoperta e poi contestualizzata nei testi d’appoggio (fiabe e non solo) La rielaborazione: la struttura della fiaba e cambiamento del finale SI FERMA L’ITINERARIO IN QUANTO ESSO ORA PREVEDE LA RICERCA, LA DISCUSSIONE E LA COSTRUZIONE DEI DIALOGHI NELLA FIABA Si continua ancora con il primo itinerario dei dialoghi Autentici: I dialoghi in famiglia Il vostro compito nelle vacanze natalizie sarà un lavoro segreto: dovrete spiare come parlano i grandi e scrivere le loro parole su un taccuino Abbiamo stabilito due regole: non scriveremo le parolacce e i segreti di famiglia Ognuno di noi ha pensato a un nascondiglio segreto Il compito che vi ho assegnato vi è riuscito senza problemi? E se sì, quali? Ero sotto il tavolo e sbattevo sempre la testa (Italo) Mamma diceva le cose veloce e dovevo saltare le parole (Niccolò) Non ce la facevo a scrivere tanto veloce (Vittorio) Io avevo paura di essere visto e dimenticavo le parole che avevano detto(Xhaferr) Avevo paura di essere visto da mia sorella che lo diceva a mamma (Lorenzo) Mamma e nonna parlavano troppo veloce e dovevo saltare le parole(Abbey) Mamma si è accorta di qualcosa(Anthony) Che cosa è per te un dialogo? È un librino che ci scrivi cose di ogni emozione (Morgana) È quando si scrivono cose importanti di lavoro(Niccolò) È un libretto che ci scrivi le cose che hai da fare (Gaia) È una cosa per scrivere i segreti(Eva) È una specie di messaggio che ci scrivi e poi lo mandi (Ruben) È quando le persone parlano (Abbey) …..allora quello che abbiamo catturato sono DIALOGHI Negoziazione dei significati, condivisione delle regole, discussione collettiva, fissazione delle conoscenze,manipolazione del testo Lettura del materiale linguistico dei bimbi, correzione insieme,ricostruzione della situazione comunicativa attraverso le 5 domande del detective fatte dai bambini agli altri bambini,scoperta della punteggiatura adeguata alla lingua scritta, smontaggio dei testi prodotti in immagini e didascalie, il “verbale” della classe Rielaborazione dei testi con cambiamento del finale, scelta motivata dell’incipit, disegno dei personaggi con il loro dialogo nei ballons, dal testo ricerca delle 5 domande del detective , dal dialogo al narrato, dai fumetti alla storia e tanti testi d’appoggio La casa della famiglia Punti L’immaginario grammaticale: attraverso attività varie su testi di appoggio i bambini disegnano la casa della famiglia Punti e con le idee e i “pezzi” di tutti scrivono una storia collettiva sulla famiglia Punti La storia della famiglia Punti con le idee di tutti C’era una volta una famiglia che viveva in una grande e spaziosa casa su due piani, con quattro camere,una grande cucina, il soggiorno e due bagni:uno sotto e uno sopra. Per salire al piano di sopra c’era una scala a forma di zeta. La casa era riscaldata da una stufa al piano di sotto con la canna fumaria a vista e un camino di sopra. C’era Punto Esclamativo, il babbo. Di lavoro faceva il poliziotto, di sport faceva il surf e due volte al mese faceva il dj. I suoi capelli castani erano con il ciuffo che gli copriva un occhio. C’era Punto Interrogativo, la mamma. Di lavoro faceva la maestra e due volte al mese faceva la cantante e la ballerina ai concerti. Era bionda con una lunga coda e le labbra grosse. Le piacevano molto i gioielli e faceva sempre le domande come tutte le mamme. C’era Punto, il figlio maggiore. Aveva una facciona rotonda e i capelli rasati. Faceva l’università per diventare medico e per guadagnare qualcosa faceva il fattorino del latte. A carnevale si travestiva da sceriffo. Era un po’ dispettoso e monello come un diavoletto .C’erano le gemelline Virgolette, avevano tre anni e facevano la materna. Erano magre e perfettamente uguali. Dormivano insieme e facevano tutte le cose nello stesso momento. C’erano i gemellini Due Punti, erano cicciottelli e con la faccia tonda. Erano chiacchieroni come nei dialoghi. Avevano cinque anni e andavano alla materna con le gemelline.Si volevano tutti bene, qualche volta litigavano, ma tutti uniti formavano una grande famiglia. Si continua ricordando Cappuccetto Rosso. Forse si scrive la fiaba per maestra Antonella e i bimbi di Trento Ri-lettura della fiaba di Cappuccetto Rosso alla ricerca dei dialoghi Lettura delle fiabe di Munari: Cappuccetto Verde, Cappuccetto Giallo e Cappuccetto Blu, alla ricerca dei dialoghi Ricerca degli” ingredienti “di tutte e quattro le fiabe attraverso continui scambi di opinioni fra i bimbi (durata della fase molto breve, perché molti bambini conoscevano bene questi ingredienti) Fissazione delle conoscenze La finestra di riflessione:”le paroline innamorate dei nomi e i loro cugini” dentro il dialogo fra il lupo e Cappuccetto Rosso La contestualizzazione:gli articoli determinativi e indeterminativi La manipolazione del testo Alla scoperta della funzione del verbo con il gioco del “cosa succederebbe se Cappuccetto Rosso..” I bambini cambiano le azioni di Cappuccetto Rosso e nasce una nuova fiaba, nuovi personaggi con altri caratteri e nuovo lieto fine Cappuccetto Rosso diventa Cappuccetto Arcobaleno, il lupo diventa la volpe e il cacciatore diventa un serpente, mentre la mamma scompare. Cambia anche il tempo: l’autunno diventa l’estate,il bosco diventa un bosco molto particolare, mentre la nonna non cambia. Si scrive con le idee di tutti la fiaba , si va alla biblioteca Le Creste per costruire un libro per scriverci la nostra fiaba con tanti disegni e tanti dialoghi. Questo libro dal titolo Cappuccetto Arcobaleno, sarà il nostro ultimo regalo per la maestra Antonella e per i suoi bimbi di Trento che glielo porterà maestra Patrizia e maestra Amalia Cappuccetto Arcobaleno In biblioteca in classe de reve immaginiamo Cappuccetto Arcobaleno. Poi ci raccontiamo quello che abbiamo visto e al lavoro per scrivere il nostro libro! Come ti sentivi? Ero tranquilla, felice,concentrato, curioso, impaurita, stupita, incuriosita, rilassata,serena, Ero felice e sconvolta, cioè che non ci credevo a quello che vedevo. Si costruisce il libro con le immagini, i fatti e i dialoghi nei ballons Libro finito! Ecco la copertina Le pagine del libro Gli autori La nostra fiaba Cappuccetto Arcobaleno Cappuccetto Arcobaleno C’era una volta una bambina che si chiamava Cappuccetto Arcobaleno perché la nonna le aveva regalato un cappello con i colori dell’arcobaleno. Questo cappello era magico perché la faceva volare e salire sull’arcobaleno. Un giorno Cappuccetto decide di andare a trovare la nonna che aveva il mal di gola. Siccome è caramelle estate mette colorate di nella tutti i borsa-frigo: gusti e ghiaccioli, una fetta di granite e gelati cocomero alla fresco. frutta, Poi sale sull’arcobaleno che la porterà dalla nonna. Ad un tratto sente il sibilo del suo saggio amico Serpente Del Bosco che le dice:”Non scendere dall’arcobaleno perché in giro c’è la volpe gelosa del tuo cappello magico e te lo può rubare!”Cappuccetto non ascolta il consiglio del suo amico serpente, scende dall’arcobaleno e prende il sentiero. All’improvviso Cappuccetto con bella la sua coda cappello?”Cappuccetto sull’arcobaleno.” Ma la incontra che le la la volpe risponde:”No, volpe veloce furba, saluta:”Ciao le ruba perché il birichina, astuta Cappuccetto, sennò cappello. non “Aiuto, e mi affascinante presti posso aiuto, la il più volpe tuo salire mi ha rubato il cappello!”Si dispera Cappuccetto Arcobaleno. La volpe così riesce a salire sull’arcobaleno e arrivare dalla nonna.”Ciao nonna sono la tua nipotina, posso entrare?” La nonna risponde:”Ma certo, entra, la porta è aperta.” Ma la volpe chiave. Poi con si un balzo mette i afferra bigodini la della nonna nonna e e la rinchiude aspetta nella cassapanca Cappuccetto che chiusa arriva e a le chiede:”Nonna che muso lungo che hai…” Per annusarti meglio nipotina mia.” E di nuovo Cappuccetto:”Che sguardo furbo che hai…”. Perchè ti voglio rubare i colori!” Mentre la volpe mette Cappuccetto nella cassapanca, arriva il Serpente Del Bosco che dà un morsetto al collo della volpe che si addormenta. Così Cappuccetto Arcobaleno libera la nonna, si riprende il cappello e fanno tutti e tre una bella merenda insieme. Si finisce con il secondo itinerario dei dialoghi autentici: I dialoghi al mercato Cosa dobbiamo fare? Esplorare come è il mercato di Rosignano e …. Catturare i dialoghi : Osservare i clienti e i venditori e le bancarelle al mercato Ascoltare chi parla Scrivere quello che dicono Quindi organizziamoci Facciamo un giro panoramico del mercato per vedere come è fatto Dividiamoci in tre gruppi Un gruppo ha deciso di andare al banco dei fiori, uno al banco dei salumi e formaggi e uno al banco della frutta e verdura Prima di leggere il materiale linguistico dei bimbi e ricostruire la situazione comunicativa, discutiamo….. Le domande della maestra Perché siamo andati al mercato? Era come ve lo aspettavate? Avete avuto difficoltà a scrivere i dialoghi? Le nostre risposte Siamo andati a piedi al mercato con le nostre maestre, era proprio come ci si aspettava, anche se si pensava che ci fossero più persone. Si doveva catturare i dialoghi fra i clienti e i venditori, osservare bene cosa facevano e come erano e osservare con gli occhi del detective le bancarelle. Parlavano troppo veloce e si doveva saltare alcune parole Cambiava troppe volte il cliente Il venditore si spostava sempre Due clienti parlavano insieme Il cliente parlava con due venditori …ma leggiamo quello che si è scritto tutti, si corregge e se si capisce abbastanza bene, si fa come i dialoghi in famiglia e non ci si ritorna perché tanto fanno allo stesso modo e poi ci si può trovare più gente e c’è più confusione. Rielaborazione individuale e a piccoli gruppi,scoperta e contestualizzazione degli aggettivi qualificativi e del verbo, scoperta e ricerca di sinonimi ,contrari,nomi composti e derivati, descrizione di venditori, clienti e banchi, stesura dei verbali riassuntivi e tanti testi di appoggio Il Bartolotti Il Ricciolotti La maestra è andata a Mazara Del Vallo a portare i nostri doni per le classi seconde e a fare tante foto al mercato del pesce. Abbiamo deciso di donare ai nostri compagni di Sicilia come immaginiamo un mercato speciale: IL MERCATO DELLA FANTASIA Così abbiamo scritto e disegnato da soli come immaginiamo - il venditore di amore - il venditore di amicizia - -il venditore di affetto - -la venditrice di felicità - -il venditore di allegria - il venditore di baci La venditrice di felicità di una bambina La venditrice di felicità In un’isola lontana lontana da qui, chissà se esiste davvero, ogni venerdì sotto a tutte le palme che formano un bosco, in fondo c’è il Mercato della Fantasia. I banchi di questo mercato sono belli e speciali, però i venditori sono più che speciali, anzi specialissimi. Il banco di Felicina, la venditrice di felicità, è il più bello e il più felice. Felicina vende solo sacchetti di felicità, in ogni saccetto c’è attaccato un fiocco colorato. Felicina è di statura media, la sua corporatura è snella, ha dei grandi occhioni marroni e i capelli color miele. Quasi sempre usa uno strumento di ferro per farsi i capelli ondulati che da miele diventano biondo luccicante al sole. Indossa sempre una gonnella e un cerchietto nei capelli. E’ simpatica, felice, disponibile e allegra. Per attirare i clienti alza le mani in alto e grida con tutta la sua voce:”Siete tristi, allora venite, vendo felicità! Cioè un’emozione a solo un euro. Avete capito bene, a quattro euro vendo la bellezza di quattro tipi di felicità, cioè un’emozione a solo un euro!” Così ogni venerdì davanti al suo banco formato da otto assi di legno sorretti da due cavalletti e con sopra un tendone a strisce verdi, ci sono tantissimi clienti. Perché poter vendere la felicità a poco prezzo non è cosa da poco. La maestra è tornata da Mazara VERBALE -Abbiamo visto le foto di Mazara -Abbiamo letto e commentato le tante piastrelle di ceramica dove ci sono scritti i pensieri dei bambini -Abbiamo visto i disegni dei nostri compagni del mercato del pesce raccontato dai loro genitori -La maestra ci ha letto le parole raccontate dai genitori Ogni vicolo della casba è decorato con lavori in ceramica fatti da bambini e artisti E questo è proprio importante ! Questo è proprio bello ! Siamo tutti d’accordo, non discutiamo Maestra, ma chi è un mafioso? La maestra risponde: E’una persona che va FUORI delle regole Allora abbiamo fatto bene a mandargli le storie del mercato della Fantasia E’ proprio vero! g Un importante ceramista ha rappresentato le parole e le idee dei bambini mazaresi Una scalinata e una piazzetta della casba con la ceramica “Abbiamo scoperto che con i racconti di chi ha visto prima di noi si capisce come era. La maestra li ha chiamati “testimonianze” Il pesce arrivava sulla piazzetta dove c’è l’ansa. Quest’ansa dove il fiume Mazaro ancora di più placa la sua corrente e il mare non entra, questo luogo si chiama La Marina. Il pesce arrivava qui sulla piazzetta della Marina dove le cassette del pescato venivano stese in ordine sul lastricato di pietra liscia. Tutto intorno si sentiva un odore pungente: profumato o nauseante di alghe e interiora che nei vicoli vicini si spandeva e si allargava. Gamberi bianchi, rosa e rossi che si mettevano nel cartoccio. Tonno rosso e pescespada. Ma la regina del mercato era la triglia:colorata quella di scoglio, più bianca e con i baffi quella di sabbia. E il cannulicchiu che si mangia a Natale con il cavolfiore. Ora a terra il pescato quasi non si ferma e il pesce quasi non è possibile vederlo. Dalla visita al mercato di Mazara della maestra con i nostri compagni di Mazara e le loro maestre LAVORIAMO INSIEME “Ora a terra il pescato quasi non si ferma e il pesce quasi non è possibile vederlo”Infatti i pescherecci arrivano sempre Alla Marina, ma le cassette del pescato vanno direttamente al mercato di fronte alla Marina, oppure vanno dentro i camion frigorifero per raggiungere altri mercati o negozi. Il mercato ittico di Mazara è tutto fatto di vetrate perché così i clienti vedono da fuori i pesci in vendita. I venditori da dentro vedono i clienti arrivare, i pescherecci che entrano nella Marina e il fiume Mazaro. Il tetto sembra una pagoda. Le cassette con il pescato, alcune di plastica, altre di legno,sono stese sui banchi di laminato di plastica. Non c’è la bilancia digitale, ma una stadera con due ciotole di acciaio. Ci sono triglie, gamberi, alici, sarde, polpi, calamari, code di rospo e il gattuccio o cannulicchiu. Non c’è il pescespada e il tonno rosso. Si sente l’odore di finocchietto selvatico e di pesce fresco. Un peschereccio, l’ansa del Mazaro, la Marina e il mercato L’interno del mercato Il cartellone con i disegni dei bambini di Mazara del mercato di ieri e quello con le foto del mercato di oggi E il lavoro continua I bambini propongono alla maestra le attività che vorrebbero fare… - Far parlare con i fumetti i venditori toscani e quelli siciliani, descriverli e scrivere una storia -Costruire una storia con i fumetti facendo parlare i bambini toscani, trentini e siciliani Intanto, partendo dal dialogo in italiano e in dialetto siciliano fra venditore del pesce e cliente, stiamo scrivendo insieme la ricetta del cannulicchiu con il cavolfiore Il viaggio che i bambini di Rosignano hanno compiuto dal Trentino e che li ha condotti in Sicilia è terminato. Nei laboratori di filosofia condotti dal Dottor Luca Mori, in veste anche di messaggero dei loro doni, sorretti dai loro scambi e confronti, tutti i bambini coinvolti nel Progetto hanno inventato le loro UTOPIE come luogo immaginato dove poter vivere bene insieme. A fine anno è previsto che tutti gli alunni conoscano le Utopie dei loro compagni “lontani”. Di seguito il link del percorso dei laboratori di filosofia http://www.giocodelle100utopie.it/utopie-elementari-e-di-confine