Docente: Cinagli Patrizia
Scuola Primaria “Europa”
1° Circolo di Rosignano Solvay
CLASSE SECONDA A
Situazione di partenza
Nasce l’idea di un progetto:
“Utopie elementari e di confine”
Il progetto si può attuare
Il progetto coinvolge quattro classi seconde di Scuola primaria di tre
diverse regioni italiane: partendo da nord, la Scuola primaria Clarina
di Trento, la scuola primaria Europa di Rosignano S. e la scuola
primaria Aniello di Mazara Del vallo
Esso prevede lo svolgimento di attività in tre diversi luoghi (Trentino,
Toscana, Sicilia), a testimonianza della volontà di costruire
un’esperienza basata sul confronto e sullo sconfinamento, concepita
per stimolare ogni gruppo coinvolto ad uscire dalla centratura su se
stesso: ciò vale tanto per i bambini coinvolti, quanto per gli insegnanti
e il formatore esterno Dott. Luca Mori
L’ obiettivo del Progetto:
comunicare per:
 Conoscere gli altri
 Ascoltare gli altri
 Porsi in relazione con gli altri
 Confrontarsi con gli altri
 Interagire con gli altri
 “Scambiare” con gli altri
 Manifestare sentimenti ed emozioni agli altri
 Condividere esperienze, emozioni, idee, problemi,
desideri e le proprie UTOPIE con gli altri
ALLORA……
 E’ necessario partire dalla dimensione pragmatica del
linguaggio e dai bisogni “urgenti” di comunicare
 I percorsi linguistici della professoressa Piscitelli
hanno permesso di raggiungere l’ obiettivo.
Perché?
Le risposte
 Perché essi sono stati affrontati in maniera flessibile e
aperta, ma nella loro compiutezza e nel rispetto della
loro specificità, rispettando le fasi di lavoro e le azioni
didattiche.
 Perché si sono ben prestati ad essere scorporati ed
inseriti in altre attività curricolari, quindi hanno risposto a
nuovi bisogni.
 Perché il lavoro prevede l’accompagnamento dei gruppi
in uno “spazio di scoperta” effettivo, con metodologie
attive, incentrate sull’esperienza, sulla cooperazione tra
pari ,con posizione di scaffolding da parte dell’adulto.
 Perché si stimolano i bambini “al fare
Si comincia con il terzo itinerario della
Messaggeria:
La posta misteriosa
perché ad ogni gruppo si chiede di elaborare documenti per gli altri: i
documenti potranno contenere messaggi e domande relative ai temi
affrontati, rivolte agli altri gruppi (il tutto espresso con fotografie,
disegni, testi, oggetti costruiti artigianalmente e altri “doni”).
La narrazione e il ricordo
Un messaggio della maestra dentro La
Messaggeria
 La lettera è stata letta, discussa, condivisa e analizzata. I
bambini sono pervenuti ad una prima conoscenza della sua
struttura: data,formula di apertura, corpo, formula di
chiusura
 Ogni bambino scrive un messaggio alla maestra con la
risposta ed alcune loro richieste rispettando la struttura
della lettera
Rosignano, 25 settembre 2014
Carissima maestra Patrizia
Mi piacciono le tue idee per farci diventare più bravi.
Vorrei ridere e scherzare con tutti , imparare cose nuove e andare di più in giardino.
Un bacio con affetto
Giulio
 Lettura di tutti i messaggi dei bimbi e negoziazione per
decidere come organizzare l’anno scolastico
Arrivo di una lettera misteriosa
 Ieri mattina abbiamo avuto una SORPRESA. Nella
cassetta della posta c’era una lettera per noi.
 Chi ci ha scritto? Perché ha scritto questa lettera?
 La risposta di un bambino; “E’ un caso da risolvere.”
 I bambini erano molto eccitati e la lettura della lettera
li ha stupiti, ma per loro era importante scoprire chi
era L’amica delle fiabe e perché ci aveva scritto. Dopo
la discussione ecco le loro ipotesi, basate su due indizi,
(termine usato da due bambini immediatamente
accolto da tutti). Il telefonino e la firma sono indizi per
scoprire chi potrebbe essere l’amica delle fiabe.
Apertura all’immaginario
 Apriamo il nostro immaginario: Come sarà l’amica
delle fiabe?
 Queste sono due paroline magiche che ci possono
aiutare ad immaginarla.
 Le paroline sono E’- HA. Ogni bambino ha trascritto
sul proprio quaderno com’è e cosa ha l’amica delle
fiabe, ma sempre dopo aver discusso e negoziato
l’intervento di ognuno.
Amica delle fiabe c’è posta per te
 Ora anche io scrivo all’Amica delle fiabe come ho risolto un mio
problema
 E’ arrivata l’ultima lettera dell’amica delle fiabe dove svela la sua vera
identità e dove richiede ai bimbi di inviare ai suoi alunni alcuni
elementi del loro territorio di Rosignano ,infine spiega che “L’amica
delle fiabe” è un suo soprannome perché le piacciono tanto le fiabe.
 Con le idee di tutti viene disegnata la maestra Antonella su di un
cartellone
 Vengono inviate schede di osservazione degli alberi del giardino della
scuola secondo il percorso del laboratorio scientifico del prof.
Fiorentini e da una ricerca nel loro territorio vicino alla scuola una
buona parte di elementi appartenenti ad esso
Un esempio di risoluzione del
problema!
Rosignano S. 3 novembre 2014
Cara amica delle fiabe.
Ti voglio raccontare un problema che ho avuto con mio fratello Iacopo. Lui è più grande di me di tre anni e
mi brontola alcune volte .L’altra domenica ero andato da nonna. Avevo paura di Dodi il cane di mio nonno.
Iacopo ovviamente ha visto bene di farmi passare la paura di Dodi. Abbiamo litigato e discusso bene bene e
alla fine abbiamo deciso che tutti abbiamo paura di qualcosa e così abbiamo fatto la pace.
Un bacio e a presto
Giulio
Quanti doni!
 I bambini della seconda di Trento inviano alcuni
prodotti del loro territorio, molti elementi del loro
paesaggio e un piccolo libro con le schede di
osservazione degli alberi del giardino della loro scuola
 Apertura all’immaginario: i bambini con gli elementi
ricevuti costruiscono un albero immaginario
 Il punto interrogativo e il punto esclamativo: la loro
personificazione e descrizione (dall’ultima lettera di
Antonella… ”Non credevo ai miei occhi!” e “Conoscete
qualche fiaba?”
I doni da Trento
Apertura all’immaginario
La maestra Antonella
immaginata e…reale
L’albero di…Trento
Il punto interrogativo è diventato…
Il punto
interrogativo è
diventato un
atletico perché
quando corre
lascia alcune
impronte che
diventano un
punto
interrogativo
Il punto esclamativo è
diventato…
Il punto
esclamativo è
diventato un
surfista che
ascolta la musica
perché la musica
è fantastica e
bellissima , ti fa
muovere e ti dà le
emozioni
Si continua con
il terzo itinerario dei Dialoghi Autentici :
i dialoghi nelle fiabe
I bambini hanno espresso il desiderio di scrivere una
fiaba alla maestra Antonella la quale ha svelato ai
bimbi che l’amica delle fiabe è un suo soprannome
perché le piacciono tanto le fiabe. Questo itinerario
può rispondere al loro bisogno,ma è necessario
fermarsi alla quarta fase e non affrontare il dialogo in
quanto tale, in virtù del fatto che i percorsi linguistici
di M. Piscitelli sono stati affrontati nel rispetto delle
fasi di lavoro e delle proprie specificità.
Che cosa è per te una fiaba?
 E’ un racconto che comincia sempre con c’era una volta (Emmanuel)
 E’ una storia di fantasia con i personaggi buoni ma anche cattivi e c’è







sempre il protagonista (Sabrina, Abbeygale, Gaia)
E’ una storia che si può raccontare ai bimbi (Anthony)
E’ un racconto quasi tutto d’amore(Ruben)
E’ una storia dove ci sono persone importanti come le regine e i re
(Lorenzo)
E’ una storia che finisce sempre bene(Niccolò)
E’ un racconto di fantasia pieno di cose belle (Xhaferr)
Sono storie che si raccontano la notte prima di dormire (Italo)
E’ una storia che si narra (Gemma)
La scelta della fiaba
 Cappuccetto Rosso dei fratelli Grimm
 Il pre-ascolto con la classe de reve
 La comprensione globale
 La narrazione a puntate
 Gli interventi dei bambini (l’intervento più interessante è
stato: Certo anche se è piccina è coraggiosa)
 La visualizzazione
 La ricostruzione collettiva della fiaba con le immagini e
relative didascalie
 La ricerca : Morgana ha detto: mi torna tutto perché te
quando leggi è come se noi entriamo nella fiaba
La ricostruzione collettiva della fiaba di Cappuccetto Rosso con immagini
e didascalie
La narrazione personalizzata e gli “ingredienti” della
fiaba
 Noi raccontiamo Cappuccetto Rosso a babbo e mamma sul
divano come compito delle vacanze
 La finestra di riflessione:la struttura della fiaba e del testo
narrativo scoperta e poi contestualizzata nei testi
d’appoggio (fiabe e non solo)
 La rielaborazione: la struttura della fiaba e cambiamento
del finale
 SI FERMA L’ITINERARIO IN QUANTO ESSO ORA
PREVEDE LA RICERCA, LA DISCUSSIONE E LA
COSTRUZIONE DEI DIALOGHI NELLA FIABA
Si continua ancora con il
primo
itinerario dei dialoghi
Autentici:
I dialoghi in famiglia
Il vostro compito nelle
vacanze natalizie sarà
un lavoro segreto:
dovrete spiare come
parlano i grandi e
scrivere le loro parole
su un taccuino
Abbiamo stabilito due
regole: non
scriveremo le
parolacce e i segreti di
famiglia
Ognuno di noi ha
pensato a un
nascondiglio segreto
Il compito che vi ho assegnato vi è
riuscito senza problemi? E se sì, quali?
 Ero sotto il tavolo e sbattevo sempre la testa (Italo)
 Mamma diceva le cose veloce e dovevo saltare le parole





(Niccolò)
Non ce la facevo a scrivere tanto veloce (Vittorio)
Io avevo paura di essere visto e dimenticavo le parole che
avevano detto(Xhaferr)
Avevo paura di essere visto da mia sorella che lo diceva a
mamma (Lorenzo)
Mamma e nonna parlavano troppo veloce e dovevo saltare
le parole(Abbey)
Mamma si è accorta di qualcosa(Anthony)
Che cosa è per te un dialogo?
 È un librino che ci scrivi cose di ogni emozione (Morgana)
 È quando si scrivono cose importanti di lavoro(Niccolò)
 È un libretto che ci scrivi le cose che hai da fare (Gaia)
 È una cosa per scrivere i segreti(Eva)
 È una specie di messaggio che ci scrivi e poi lo mandi
(Ruben)
 È quando le persone parlano (Abbey)
 …..allora quello che abbiamo catturato sono DIALOGHI
Negoziazione dei significati, condivisione delle regole,
discussione collettiva, fissazione delle
conoscenze,manipolazione del testo
 Lettura del materiale linguistico dei bimbi, correzione
insieme,ricostruzione della situazione comunicativa
attraverso le 5 domande del detective fatte dai bambini
agli altri bambini,scoperta della punteggiatura
adeguata alla lingua scritta, smontaggio dei testi
prodotti in immagini e didascalie, il “verbale” della
classe
 Rielaborazione dei testi con cambiamento del finale,
scelta motivata dell’incipit, disegno dei personaggi con
il loro dialogo nei ballons, dal testo ricerca delle 5
domande del detective , dal dialogo al narrato, dai
fumetti alla storia e tanti testi d’appoggio
La casa della
famiglia Punti
L’immaginario
grammaticale:
attraverso attività
varie su testi di
appoggio i
bambini disegnano
la casa della
famiglia Punti e
con le idee e i
“pezzi” di tutti
scrivono una storia
collettiva sulla
famiglia Punti
La storia della famiglia Punti con le idee di tutti
C’era una volta una famiglia che viveva in una grande e spaziosa casa su due piani, con
quattro camere,una grande cucina, il soggiorno e due bagni:uno sotto e uno sopra. Per
salire al piano di sopra c’era una scala a forma di zeta. La casa era riscaldata da una
stufa al piano di sotto con la canna fumaria a vista e un camino di sopra. C’era Punto
Esclamativo, il babbo. Di lavoro faceva il poliziotto, di sport faceva il surf e due volte
al mese faceva il dj. I suoi capelli castani erano con il ciuffo che gli copriva un occhio.
C’era Punto Interrogativo, la mamma. Di lavoro faceva la maestra e due volte al mese
faceva la cantante e la ballerina ai concerti. Era bionda con una lunga coda e le labbra
grosse. Le piacevano molto i gioielli e faceva sempre le domande come tutte le mamme.
C’era Punto, il figlio maggiore. Aveva una facciona rotonda e i capelli rasati. Faceva
l’università per diventare medico e per guadagnare qualcosa faceva il fattorino del
latte. A carnevale si travestiva da sceriffo. Era un po’ dispettoso e monello come un
diavoletto .C’erano le gemelline Virgolette, avevano tre anni e facevano la materna.
Erano magre e perfettamente uguali. Dormivano insieme e facevano tutte le cose nello
stesso momento. C’erano i gemellini Due Punti, erano cicciottelli e con la faccia tonda.
Erano chiacchieroni come nei dialoghi. Avevano cinque anni e andavano alla materna con
le gemelline.Si volevano tutti bene, qualche volta litigavano, ma tutti uniti formavano
una grande famiglia.
Si continua ricordando Cappuccetto Rosso.
Forse si scrive la fiaba per maestra Antonella e i
bimbi di Trento
 Ri-lettura della fiaba di Cappuccetto Rosso alla ricerca dei





dialoghi
Lettura delle fiabe di Munari: Cappuccetto Verde, Cappuccetto
Giallo e Cappuccetto Blu, alla ricerca dei dialoghi
Ricerca degli” ingredienti “di tutte e quattro le fiabe attraverso
continui scambi di opinioni fra i bimbi (durata della fase molto
breve, perché molti bambini conoscevano bene questi
ingredienti)
Fissazione delle conoscenze
La finestra di riflessione:”le paroline innamorate dei nomi e i
loro cugini” dentro il dialogo fra il lupo e Cappuccetto Rosso
La contestualizzazione:gli articoli determinativi e
indeterminativi
La manipolazione del testo
 Alla scoperta della funzione del verbo con il gioco del “cosa




succederebbe se Cappuccetto Rosso..”
I bambini cambiano le azioni di Cappuccetto Rosso e nasce una
nuova fiaba, nuovi personaggi con altri caratteri e nuovo lieto
fine
Cappuccetto Rosso diventa Cappuccetto Arcobaleno, il lupo
diventa la volpe e il cacciatore diventa un serpente, mentre la
mamma scompare. Cambia anche il tempo: l’autunno diventa
l’estate,il bosco diventa un bosco molto particolare, mentre la
nonna non cambia.
Si scrive con le idee di tutti la fiaba , si va alla biblioteca Le Creste
per costruire un libro per scriverci la nostra fiaba con tanti
disegni e tanti dialoghi.
Questo libro dal titolo Cappuccetto Arcobaleno, sarà il nostro
ultimo regalo per la maestra Antonella e per i suoi bimbi di
Trento che glielo porterà maestra Patrizia e maestra Amalia
Cappuccetto
Arcobaleno
In biblioteca in
classe de reve
immaginiamo
Cappuccetto
Arcobaleno.
Poi ci
raccontiamo
quello che
abbiamo visto e
al lavoro per
scrivere il nostro
libro!
Come ti sentivi?
Ero tranquilla,
felice,concentrato,
curioso,
impaurita, stupita,
incuriosita,
rilassata,serena,
Ero felice e
sconvolta, cioè che
non ci credevo a
quello che vedevo.
Si costruisce il libro con le immagini, i fatti e
i dialoghi nei ballons
Libro finito! Ecco la copertina
Le pagine del libro
Gli autori
La nostra fiaba
Cappuccetto
Arcobaleno
Cappuccetto Arcobaleno
C’era una volta una bambina che si chiamava Cappuccetto Arcobaleno perché la nonna
le aveva regalato un cappello con i colori dell’arcobaleno. Questo cappello era magico
perché la faceva volare e salire sull’arcobaleno.
Un giorno Cappuccetto decide di andare a trovare la nonna che aveva il mal di gola.
Siccome
è
caramelle
estate
mette
colorate
di
nella
tutti
i
borsa-frigo:
gusti
e
ghiaccioli,
una
fetta
di
granite
e
gelati
cocomero
alla
fresco.
frutta,
Poi
sale
sull’arcobaleno che la porterà dalla nonna.
Ad un tratto sente il sibilo del suo saggio amico Serpente Del Bosco che le dice:”Non
scendere dall’arcobaleno perché in giro c’è la volpe gelosa del tuo cappello magico e te
lo
può
rubare!”Cappuccetto
non
ascolta
il
consiglio
del
suo
amico
serpente,
scende
dall’arcobaleno e prende il sentiero.
All’improvviso
Cappuccetto
con
bella
la
sua
coda
cappello?”Cappuccetto
sull’arcobaleno.”
Ma
la
incontra
che
le
la
la
volpe
risponde:”No,
volpe
veloce
furba,
saluta:”Ciao
le
ruba
perché
il
birichina,
astuta
Cappuccetto,
sennò
cappello.
non
“Aiuto,
e
mi
affascinante
presti
posso
aiuto,
la
il
più
volpe
tuo
salire
mi
ha
rubato il cappello!”Si dispera Cappuccetto Arcobaleno.
La volpe così riesce a salire sull’arcobaleno e arrivare dalla nonna.”Ciao nonna sono la
tua nipotina, posso entrare?” La nonna risponde:”Ma certo, entra, la porta è aperta.”
Ma
la
volpe
chiave.
Poi
con
si
un
balzo
mette
i
afferra
bigodini
la
della
nonna
nonna
e
e
la
rinchiude
aspetta
nella
cassapanca
Cappuccetto
che
chiusa
arriva
e
a
le
chiede:”Nonna che muso lungo che hai…” Per annusarti meglio nipotina mia.” E di nuovo
Cappuccetto:”Che sguardo furbo che hai…”. Perchè ti voglio rubare i colori!”
Mentre la volpe mette Cappuccetto nella cassapanca, arriva il Serpente Del Bosco che
dà un morsetto al collo della volpe che si addormenta.
Così Cappuccetto Arcobaleno libera la nonna, si riprende il cappello e fanno tutti e tre
una bella merenda insieme.
Si finisce con il secondo itinerario dei dialoghi
autentici:
I dialoghi al mercato
Cosa dobbiamo fare?
Esplorare come è il mercato di Rosignano e ….
Catturare i dialoghi :
 Osservare i clienti e i
venditori e le bancarelle al
mercato
 Ascoltare chi parla
 Scrivere quello che dicono
Quindi organizziamoci
 Facciamo un giro panoramico
del mercato per vedere come
è fatto
 Dividiamoci in tre gruppi
 Un gruppo ha deciso di
andare al banco dei fiori, uno
al banco dei salumi e
formaggi e uno al banco della
frutta e verdura
Prima di leggere il materiale linguistico dei bimbi e
ricostruire la situazione comunicativa, discutiamo…..
Le domande della maestra
Perché siamo andati al
mercato?
Era come ve lo
aspettavate?
Avete avuto difficoltà a
scrivere i dialoghi?
Le nostre risposte
Siamo andati a piedi al mercato con le nostre maestre, era proprio
come ci si aspettava, anche se si pensava che ci fossero più
persone. Si doveva catturare i dialoghi fra i clienti e i venditori,
osservare bene cosa facevano e come erano e osservare con gli
occhi del detective le bancarelle.
Parlavano troppo veloce e si doveva saltare alcune parole
Cambiava troppe volte il cliente
Il venditore si spostava sempre
Due clienti parlavano insieme
Il cliente parlava con due venditori
…ma leggiamo quello che si è scritto tutti, si corregge e se si capisce
abbastanza bene, si fa come i dialoghi in famiglia e non ci si
ritorna perché tanto fanno allo stesso modo e poi ci si può
trovare più gente e c’è più confusione.
Rielaborazione individuale e a piccoli gruppi,scoperta e
contestualizzazione degli aggettivi qualificativi e del verbo,
scoperta e ricerca di sinonimi ,contrari,nomi composti e derivati,
descrizione di venditori, clienti e banchi, stesura dei verbali
riassuntivi e tanti testi di appoggio
Il Bartolotti
Il Ricciolotti
La maestra è andata a Mazara Del Vallo a portare i nostri doni
per le classi seconde e a fare tante foto al mercato del pesce.
Abbiamo deciso di donare ai nostri compagni di Sicilia come
immaginiamo un mercato speciale:
IL MERCATO DELLA FANTASIA
Così abbiamo scritto e disegnato da soli come immaginiamo
- il venditore di amore
- il venditore di amicizia
- -il venditore di affetto
- -la venditrice di felicità
- -il venditore di allegria
- il venditore di baci
La venditrice di felicità di una bambina
La venditrice di felicità
In un’isola lontana lontana da qui, chissà se esiste davvero, ogni venerdì sotto a tutte
le palme che formano un bosco, in fondo c’è il Mercato della Fantasia.
I banchi di questo mercato sono belli e speciali, però i venditori sono più che speciali,
anzi specialissimi. Il banco di Felicina, la venditrice di felicità, è il più bello e il più
felice. Felicina vende solo sacchetti di felicità, in ogni saccetto c’è attaccato un fiocco
colorato. Felicina è di statura media, la sua corporatura è snella, ha dei grandi occhioni
marroni e i capelli color miele. Quasi sempre usa uno strumento di ferro per farsi i
capelli ondulati che da miele diventano biondo luccicante al sole. Indossa sempre una
gonnella e un cerchietto nei capelli. E’ simpatica, felice, disponibile e allegra. Per
attirare i clienti alza le mani in alto e grida con tutta la sua voce:”Siete tristi, allora
venite, vendo felicità! Cioè un’emozione a solo un euro. Avete capito bene, a quattro
euro vendo la bellezza di quattro tipi di felicità, cioè un’emozione a solo un euro!” Così
ogni venerdì davanti al suo banco formato da otto assi di legno sorretti da due
cavalletti e con sopra un tendone a strisce verdi, ci sono tantissimi clienti. Perché
poter vendere la felicità a poco prezzo non è cosa da poco.
La maestra è
tornata da Mazara
VERBALE
-Abbiamo visto le foto di
Mazara
-Abbiamo letto e
commentato le tante
piastrelle di ceramica dove ci
sono scritti i pensieri dei
bambini
-Abbiamo visto i disegni dei
nostri compagni del
mercato del pesce
raccontato dai loro genitori
-La maestra ci ha letto le
parole raccontate dai
genitori
Ogni vicolo della casba è decorato con lavori in ceramica fatti da
bambini e artisti
E questo è proprio
importante !
Questo è proprio bello !
Siamo tutti d’accordo, non
discutiamo
Maestra, ma chi è un mafioso?
La maestra risponde: E’una
persona che va FUORI delle regole
Allora abbiamo fatto bene a
mandargli le storie del
mercato della Fantasia
E’ proprio vero!
g
Un importante ceramista ha rappresentato le parole e le idee
dei bambini mazaresi
Una scalinata e una piazzetta della casba con la
ceramica
“Abbiamo scoperto che con i racconti di chi ha visto
prima di noi si capisce come era. La maestra li ha
chiamati “testimonianze”
Il pesce arrivava sulla piazzetta dove c’è l’ansa. Quest’ansa dove il fiume
Mazaro ancora di più placa la sua corrente e il mare non entra, questo
luogo si chiama La Marina. Il pesce arrivava qui sulla piazzetta della
Marina dove le cassette del pescato venivano stese in ordine sul
lastricato di pietra liscia. Tutto intorno si sentiva un odore pungente:
profumato o nauseante di alghe e interiora che nei vicoli vicini si spandeva
e si allargava. Gamberi bianchi, rosa e rossi che si mettevano nel
cartoccio. Tonno rosso e pescespada. Ma la regina del mercato era la
triglia:colorata quella di scoglio, più bianca e con i baffi quella di sabbia. E
il cannulicchiu che si mangia a Natale con il cavolfiore. Ora a terra il
pescato quasi non si ferma e il pesce quasi non è possibile vederlo.
Dalla visita al mercato di Mazara della maestra
con i nostri compagni di Mazara e le loro maestre
LAVORIAMO INSIEME
“Ora a terra il pescato quasi non si ferma e il pesce quasi non è possibile
vederlo”Infatti i pescherecci arrivano sempre Alla Marina, ma le cassette
del pescato vanno direttamente al mercato di fronte alla Marina, oppure
vanno dentro i camion frigorifero per raggiungere altri mercati o negozi.
Il mercato ittico di Mazara è tutto fatto di vetrate perché così i clienti
vedono da fuori i pesci in vendita. I venditori da dentro vedono i clienti
arrivare, i pescherecci che entrano nella Marina e il fiume Mazaro. Il
tetto sembra una pagoda. Le cassette con il pescato, alcune di plastica,
altre di legno,sono stese sui banchi di laminato di plastica. Non c’è la
bilancia digitale, ma una stadera con due ciotole di acciaio. Ci sono triglie,
gamberi, alici, sarde, polpi, calamari, code di rospo e il gattuccio o
cannulicchiu. Non c’è il pescespada e il tonno rosso. Si sente l’odore di
finocchietto selvatico e di pesce fresco.
Un peschereccio, l’ansa del Mazaro, la Marina e il
mercato
L’interno del mercato
Il cartellone con i disegni dei bambini di Mazara del
mercato di ieri e quello con le foto del mercato di oggi
E il lavoro continua
I bambini propongono alla maestra le attività che
vorrebbero fare…
- Far parlare con i fumetti i venditori toscani e quelli
siciliani, descriverli e scrivere una storia
-Costruire una storia con i fumetti facendo parlare i
bambini toscani, trentini e siciliani
Intanto, partendo dal dialogo in italiano e in dialetto
siciliano fra venditore del pesce e cliente, stiamo
scrivendo insieme la ricetta del cannulicchiu con il
cavolfiore
Il viaggio che i bambini di Rosignano hanno compiuto dal
Trentino e che li ha condotti in Sicilia è terminato.
Nei laboratori di filosofia condotti dal Dottor Luca Mori, in
veste anche di messaggero dei loro doni, sorretti dai loro
scambi e confronti, tutti i bambini coinvolti nel Progetto hanno
inventato le loro UTOPIE come luogo immaginato dove poter
vivere bene insieme.
A fine anno è previsto che tutti gli alunni conoscano le Utopie
dei loro compagni “lontani”.
Di seguito il link del percorso dei laboratori di filosofia
http://www.giocodelle100utopie.it/utopie-elementari-e-di-confine
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Il dialogo come spazio aperto