L’ApostoLo Paolo storia della vita attraverso testi e immagini Aveva studiato tanto, ma, come tutti, per mantenersi lavorava: tesseva la tela che serviva per es. per le tende dei nomadi. Era originario di Tarso, nell’attuale Turchia. La sua famiglia era ebraica, ma Saulo-Paolo aveva ereditato un importante diritto: era cittadino romano. Saulo-Paolo da adulto è un “fariseo”, cioè appartiene al gruppo dei più fedeli osservanti della Legge ebraica, Saulo-Paolo da giovane aveva studiato a Tarso e anche alla scuola del Tempio di Gerusalemme, seguendo le lezioni dei più grandi rabbini dell’epoca. Vocabolario: FARISEO Significa “separato”; indica gli ebrei che desiderano essere totalmente fedeli al Decalogo e a tutte le altre leggi religiose grandi e piccole. Questo aspetto sarebbe in sé positivo (tanto che la gente stimava i farisei per la loro conoscenza della Legge religiosa, e li ammirava per il loro impegno a viverla con fedeltà) in realtà però era diventato negativo perché i farisei: - si consideravano gli unici giusti disprezzando gli altri e formando un gruppo appunto separato - erano talmente presi dal rispetto delle leggi, pur le più piccole, che avevano perso di vista l’obiettivo fondamentale verso cui ogni comandamento tende: l’amore verso Dio e verso il prossimo (questa è la critica che più volte Gesù fa loro). Questa definizione aiuta a capire quanto sia grande il cambiamento di mentalità che Saulo-Paolo farà in seguito, quando diventerà cristiano. Se infatti prima pensava che la salvezza - dovesse essere ‘guadagnata’ con l’osservanza scrupolosa di ogni comandamento - riguardasse prima di tutto gli ebrei poi da cristiano annuncerà invece - che Dio offre la salvezza a tutti - che per Dio non c’è alcuna differenza tra essere nati ebrei o pagani, maschi o femmine, schiavi o liberi. Questo modo di pensare farà fatica ad essere accettato da alcuni cristiani molto legati all’ebraismo e provocherà accese discussioni nella Chiesa. Iniziamo la storia di Saulo-Paolo poco tempo dopo la vita di Gesù. Siamo a Gerusalemme, gli Apostoli hanno iniziato a predicare che Gesù è morto e risorto e molte persone sono diventate cristiane, lasciando la loro religione di origine, l’ebraismo. Saulo-Paolo non ne è per niente contento: lui è un ebreo e non accetta che altri dicano cose diverse dalla religione in cui crede e per la quale si impegna tanto. Stefano è uno dei primi diaconi, cioè le persone che aiutano gli Apostoli nella predicazione del Vangelo e nelle opere di carità. La sua azione ha dato fastidio agli ebrei, che lo accusano di aver tradito la loro religione. Saulo-Paolo è a Gerusalemme in un momento importante: i sacerdoti hanno fatto arrestare Stefano, un cristiano, e lo hanno portato al tribunale religioso, il sinedrio, per farlo condannare a morte. Saulo-Paolo probabilmente è il giovane che custodisce i mantelli delle persone che lapidano Stefano e quindi ascolta anche le parole di perdono di Stefano, simili a quelle di Gesù in croce. Ma a Saulo-Paolo questa uccisione non basta. Va dai sommi sacerdoti e si fa dare delle lettere per poter andare anche in altre città a cercare i cristiani, per catturarli e portarli a Gerusalemme per essere giudicati e condannati. E in questo momento accade il fatto che gli cambia la vita; un fatto tanto importante che Saulo-Paolo stesso lo racconta più volte nelle sue lettere e che è riportato anche dagli Atti degli Apostoli, scritti dall’evangelista Luca. Mentre era in viaggio verso Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti!». Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno. Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Ecco alcune raffigurazioni di questo momento, chiamato: Conversione di San Paolo Qual è Paolo? Cosa gli succede? Da cosa si capisce che Gesù gli sta parlando? Osserva le mani degli altri 2 personaggi: cosa sembra stiano dicendo o pensando? La strada arriva alle porte di una città: qual è? Qual è Paolo? Si vede o si capisce da dove proviene la luce che lo ha abbagliato? Osserva le braccia e il viso di Paolo: come sono e secondo te perché? Cosa fa l’altro personaggio? Sembra si accorga di quello che succede nel cuore e nella mente di Paolo? Ecco 2 opere moderne che vogliono far riflettere sullo sconvolgimento di Paolo in quel momento. Osserva in entrambe le mani: cosa esprimono? Osserva gli occhi: come sono e perché? Cosa altro noti? E che emozioni o pensieri suscitano queste due pitture? Un’opera moderna semplice, ma molto simbolica. Ci sono solo due elementi: cosa o chi sono? In che posizione è Paolo? Cosa fa con le mani? La luce che lo acceca ha una forma strana: sembra… E il ‘braccio’ più lungo va verso Paolo, come ad indicare… Anche il numero dei ‘bracci’ non è a caso: sono…., numero che simboleggia la resurrezione, infatti Colui che gli parla è Gesù risorto. Nella chiesa di San Paolo di Ravone c’è quest’opera: cosa vedi? Quest’opera è in San Paolo Maggiore. Come vedi gli artisti spesso ripetono gli stessi elementi Ma torniamo al racconto degli Atti: Così, guidandolo per mano lo condussero a Damasco, dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda. A Damasco c’era un discepolo di nome Anania. Il Signore in una visione gli disse: «Su, va’ sulla strada chiamata Diritta, e cerca nella casa di Giuda, Saulo di Tarso». Rispose Anania: «Signore, riguardo a lui ho udito da molti tutto il male che ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme. Inoltre ha l’autorizzazione dai sommi sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome…». Insomma Anania non è molto convinto di andare da Saulo – e con delle ottime ragioni! – però poi: …entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello mio, mi ha mandato a te il Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale venivi, perché tu riacquisti la vista e sia colmo di Spirito Santo». E improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista; fu subito battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono. Mosaico antico a Palermo: chi sono i personaggi? Da cosa si capisce che Dio approva e benedice? Sono però raffigurati degli elementi della liturgia del battesimo che in realtà sono successivi all’epoca di Paolo: 1) c’è un battistero (Paolo comunque è immerso, secondo l’uso più antico), in un edificio a parte, separato dalla chiesa. 2) c’è un chierichetto con l’abito ………. e con in mano la ……….. Vocabolario: IMPORRE LE MANI Era l’antichissimo gesto con cui il capofamiglia ebreo dava l’eredità: era un gesto che indicava il passaggio di autorità e di beni dal padre al figlio primogenito. È poi diventato un gesto di benedizione prima ebraico e poi cristiano: indica quindi il passaggio di un dono invisibile. Nella liturgia cristiana cattolica è un gesto ripetuto in diversi sacramenti: il sacerdote lo fa per es. a Messa sul pane e sul vino; nel momento della confessione e sull’acqua per i battesimi; il Vescovo lo fa nella cresima per trasmettere lo Spirito Santo. Per i credenti attraverso questo gesto le cose o le persone ricevono dei doni e sono trasformate. Rimase alcuni giorni a Damasco, e subito nelle sinagoghe proclamava Gesù Figlio di Dio. E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: «Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocano questo nome ed era venuto qua precisamente per condurli in catene dai sommi sacerdoti?». Trascorsero così parecchi giorni e i Giudei fecero un complotto per ucciderlo; ma i loro piani vennero a conoscenza di Saulo. Essi facevano la guardia anche alle porte della città di giorno e di notte per sopprimerlo; ma i suoi discepoli di notte lo presero e lo fecero discendere dalle mura, calandolo in una cesta. Paolo fatica ad essere accolto dai cristiani e i Giudei lo vogliono uccidere: da persecutore diventa perseguitato! È l’inizio di una vita molto avventurosa che Paolo descrive nelle sue lettere: • viaggi lunghi e faticosi (oltre che pericolosi) per annunciare il Vangelo • spesso rifiuto da parte degli ebrei (se non pochi) e invece accoglienza da parte di altri popoli, ma a volte la sua fatica produce risultati molto scarsi (per es. ad Atene) • a volte fughe precipitose per non essere catturato • a volte arresti e processi, con periodi in carcere e più volte la condanna per es. a essere flagellato Venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi con i discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo ancora che fosse un discepolo. Allora Barnaba lo prese con sé, lo presentò agli apostoli e raccontò loro come andando a Damasco aveva visto il Signore e come aveva predicato con coraggio. Così egli poté stare con loro e andava e veniva a Gerusalemme, parlando apertamente nel nome del Signore Gesù e parlava e discuteva con gli Ebrei di lingua greca; ma questi tentarono di ucciderlo. Venutolo però a sapere i fratelli, lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso. Da notare con chi parla Paolo: con “gli ebrei di lingua greca”, cioè con coloro che erano nati lontano dalla Palestina, ma seguivano la religione ebraica Intanto che a Paolo succedono queste cose, i cristiani che erano scappati da Gerusalemme al tempo della persecuzione di Stefano erano arrivati in altre città fuori dalla Palestina e un gruppo di loro, ad Antiochia, avevano cominciato ad annunciare Gesù. La novità era che non ne parlavano solo ai Giudei, ma anche ai “Greci”, cioè a persone di altri popoli, di diversa cultura e religione. E molti diventarono cristiani. La notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, la quale mandò Barnaba ad Antiochia. Quando questi giunse e vide la grazia del Signore, si rallegrò e esortava tutti a perseverare nel Signore. Barnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo e trovatolo lo condusse ad Antiochia. Rimasero insieme un anno intero in quella comunità e istruirono molta gente; ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani. VOCABOLARIO Cristiani = i seguaci di Cristo Il gruppo dei discepoli di Gesù pian piano si definisce: la gente capisce che i cristiani non sono uno dei tanti gruppi interni all’ebraismo, ma qualcosa di diverso. In realtà questa distinzione diventerà chiara (per loro stesi e per i romani – che comandavano nel vasto impero di cui faceva parte anche la Palestina) solo dopo molto tempo. Barnaba e il suo aiutante Paolo diventano personaggi molto importanti per quella prima comunità di cristiani in cui c’erano molti non ebrei. Sono inviati a Gerusalemme, dagli Apostoli, per portare aiuto ai cristiani in un periodo di carestia, poi tornano ad Antiochia con un altro personaggio, Giovanni, detto anche Marco, che seguirà per un certo periodo Paolo, poi diventerà il segretario dell’Apostolo Pietro e scriverà il Vangelo. Ad Antiochia: Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono. È l’inizio della parte della vita di Paolo dedicata alla missione. VOCABOLARIO Paolo si definisce nelle sue lettere “apostolo” “Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio…” ma non apparteneva al gruppo dei 12 scelti da Gesù. Apostolo significa “inviato”, “missionario”. Paolo è chiamato “Apostolo delle genti”. Le “genti” o i “gentili” (parola che non ha nulla a che fare con la gentilezza) indicano tutti gli altri popoli oltre quello ebraico.