IL VERDE INTORNO A TE
Interventi formativi per competenze trasversali e disciplinari
PROGETTO SCIENTIFICO
IL VERDE INTORNO A TE
COMPETENZE
RICONOSCE GLI ELEMENTI TIPICI
DI UN AMBIENTE NATURALE
SVILUPPA ATTEGGIAMENTI DI
CURIOSITA E RISPETTO DELLA REALTA’
LEGGERE L’AMBIENTE
MORFOLOGIE STRUTTURE E FUNZIONI
ACQUA CHE SCENDE, ACQUA CHE SALE
LA TERRA
SUOLO, TERRENO, COMPOSIZIONE
ALBERI DAI SEMI, ALBERI DAGLI ALBERI
L’ENERGIA
LA CHIMICA DELL’ALBERO
LA LUCE, LA FOTOSINTESI
Nell’attuare qualsiasi progettazione è bene che il
docente tenga sempre presente ciò:
1.
Bambino come soggetto di conoscenza,
2.
Attivazione delle sue capacità di pensiero
attraverso:

Osservazione, descrizione, individuazione
di somiglianze,

Approfondimenti
Cosa deve fare l’alunno?
Discutere su un oggetto o fenomeno che osserva
direttamente
Riportare informazione che riguardano il fenomeno in
altri contesti
Formulare ipotesi sullo svolgersi dell’evento, oggetto
di sperimentazione.
Riconoscere differenze e uguaglianze di forma,
struttura e funzioni
Raccontare e rappresentare il fenomeno
Individuare le variabili più importanti che regolano il
processo.
In che modo?
Si imposta ogni attività a partire da una effettiva
partecipazione del bambino, che viene coinvolto a fare,
toccare, guardare, parlare. Con cura si prendono
annotazioni o meglio si registra il tutto.
Si attivano e si gestiscono discussioni collettive in
cerchio a partire da oggetti e fenomeni portati in mezzo
al cerchio.
Si richiedono rappresentazioni in diversi codici dei
fenomeni osservati
Si guida progressivamente il confronto tra interpretazioni
personali e scientifiche
Si valorizza nella discussione quello che “non si capisce”
e la capacità di “fare domande”.
PERCORSO DIDATTICO
IL VERDE INTORNO A TE
Evaporazione
Morfologia strutture e funzioni
…
Alberi dai semi, alberi dagli
alberi…
L’acqua che scende, l’acqua che
sale, la capillarità, l’osmosi…
La chimica dell’albero…
La luce, fattore importante per la
crescita, la fotosintesi clorofilliana…
Il suolo, il terreno,
composizione …
Come prima attività si propone un’uscita
per esplorare il giardino della scuola.
Prima dell’escursione si predispone il
percorso, i reperti che intendiamo far
trovare sul campo, il materiale necessario
alle semplici esperienze, come forbici,
lente di ingrandimento, scatole, pinzette,
sacchetti trasparenti, (il cui uso deve
essere
attentamente
vigilato
dall’insegnante), per riporre e conservare i
reperti dopo l’osservazione. . .
Un registratore o schede di osservazione appositamente
create per documentare le risposte dei bambini…(E’
ovvio che le domande saranno fortemente correlate alla
mappa concettuale delle UDA da sostanziare)
Durante la visita, infatti, come introduzione al momento
della “esperienza attiva”si stimola la curiosità dei bambini
con domande del tipo:
Conosci questo fiore?
Quanti colori possiamo riconoscere in lui?
E questo albero è fiorito? In quale stagione siamo?
I suoi fiori sono colorati oppure sono verdi? Noti dei
frutti? Sai dirmi che frutti sono?
A chi apparteneva questo piccolo guscio
abbandonato sul prato?
E le sue foglie? Che forma hanno?
Sono larghe o a forma di ago?
Sono più piccole o più grandi della tua mano da
bambino?
Hanno odore?
E questi cosa sono? (semini di varie piante…)
Questa pianta ha foglie davvero particolari, che
forma hanno?
Raccogliamo altre uguali?
I giovani visitatori toccano, annusano e
analizzano piante, fiori, sassi, inoltre si
intraprende una raccolta di reperti da analizzare
in classe, introducendo la importante questione
della classificazione dei reperti e di una loro
prima divisione in scatole e sacchetti a seconda
della loro natura.
Tornati in classe i bambini
saranno
impegnati
nella
utilizzazione dei reperti raccolti.
Su di un grande tavolo
vengono disposte in grande
quantità fiori, rametti, sassi,
foglie aromatiche e gli altri
reperti raccolti.
I bambini, ancora, toccano,
annusano, osservano le forme,
catalogano
i
materiali
e
scelgono le forme più adatte per
giocare e riprodurre
Rovesciando verso il basso i petali
di un papavero e legandoli a metà
con un filo d’erba si può fare una
bambolina che ha per testa la
capsula del fiore, per capelli gli
stami, per gambe e braccia
segmenti di stelo.
Con le pratoline sfiorite si può fare
una collana. Per ottenere un anello
si toglie la cima del monticello
rimasto al centro del fiore: nel buco
che resta si infila l’estremità dello
stelo e si procede fino alla fine.
La cima di una canna verde presa in primavera ,
vuotata del germoglio interno, può essere suonata
come un piffero soffiandovi dentro.
Con i fiori secchi raccolti si possono formare
mazzetti o composizioni di effetto ornamentale per la
realizzazione di biglietti augurali
Le foglie degli alberi possono essere
riprodotte a grandezza naturale mediante
varie tecniche, le più semplici sono la
fotocopiatura e la stampaggio.
Tali
attività
possono
motivare
l’osservazione delle caratteristiche delle
foglie, il confronto delle forme e la
classificazione, il riconoscimento degli
alberi cui appartengono
Per fotocopiare le fisseremo a un foglio di carta
robusta con sottili strisce di nastro adesivo,
Per ottenere l’impronta della foglia invece,
inchiostramone la pagina inferiore premendola su di
un cuscinetto per timbri, appoggiamola senza
spostarla su di un foglio bianco, copriamo la foglia
con un altro foglio bianco e premiamo con una
bottiglia di vetro sul punto in cui si trova la foglia.
Cosa succede?
Lasciamo descrivere l’esperienza ai bambini …
Altro nodo problematico che emerge dalla discussione
in classe:
Come possiamo classificare le foglie ordinatamente ?
Prendiamo foglie di forma diversa, appoggiamole su di
una superficie in modo che non si spostino facilmente,
sovrapponiamo un foglio bianco e, sfregando con una
matita in corrispondenze di ogni foglia, otteniamo
l’impronta (frottage).
 Ritagliamo le impronte ottenute e confrontiamole,
facciamo poi raggruppamenti secondo i criteri del
raggruppamento ad albero della scheda analitica
CONCLUSIONE


Per collezionare foglie diverse
o loro raffigurazioni occorre
osservarne la forma, il
margine, le nervature e poi
classificarle.
Con le foglie possiamo creare
anche un semplice erbario
SCHEDA ANALITICA
acero
betulla
tiglio
MARGINE LISCIO
LUNGA-STRETTA
A LANCIA
roverella
MARGINE SEGHETTATO
TONDA-LARGA
A NASTRO A CUORE
alloro
PALMATA
LUNGA-STRETTA
A LANCIA
TONDA-LARGA
A NASTRO A CUORE
PALMATA
Altro nodo problematico che può emergere dalla
discussione di gruppo:
Come si presentano i fiori ad una attenta
osservazione?
Quali sono le sue parti ?
Insegniamo ai bambini ad osservare e
riconoscere i fiori più comuni del prato e del
giardino.
E preferibile per un’attività laboratoriale
attrezzare il laboratorio con materiali semplici
che gli alunni conoscono bene quali:
fiori veri, raccolti direttamente nel giardino della
scuola, o portati a scuola in vaso: margherita,
trifoglio,
ranuncolo,
viola…,
lente
di
ingrandimento, tutto l’occorrente per disegnare e
colorare …
Su di un tavolo da laboratorio si dispone il
materiale e si invitano i bambini ad osservare,
toccare, annusare.
In un primo momento li facciamo raggruppare per
colore o per numero di petali … riprendendo
l’attività di classificazione.
I bambini poi, rappresenteranno quanto osservato
In un secondo momento, servendoci di una lente di
ingrandimento, è possibile riconoscere fiori solitari e
raggruppamenti di fiori disposti in modo differente.
Invitiamo i bambini, attraverso il gioco, a descrivere
tali infiorescenze trovando delle analogie, con
domande del tipo:
A chi somiglia?
Molti di loro risponderanno a un bottone, a una
campana, ad un ombrello…. dando sfogo alla loro
fantasia ! (ricordiamoci che è importante prendere
appunti di quanto si verifica nel contesto)
Bene, poi realizziamo insieme ai bambini una tabella di
quanto abbiamo scoperto riguardo alle infiorescenze…
Infiorescenze
A chi somiglia?
E’ come una
gattino…
Esempi di fiori
osservati
Menta
E’ come un
bottone…
E’ come un
grappolo…
Margherita
E’ come una
spiga…
Bocca di leone
E come un
ombrello…
Carota
Calla
In un terzo momento facciamo osservare, più
attentamente, le parti che costituiscono il fiore
guidando la conversazione secondo il seguente
schema :
Ha odore? (facciamo annusare il fiore)
Com’è l’odore?: gradevole, delicato, intenso,
dolce, sgradevole?
(Prendiamo sempre appunti delle risposte dei
bambini se non abbiamo la possibilità di registrare
ciò che avviene nella discussione del gruppo).
Come si attacca il fiore al ramo?
E’ un fiore solitario o si tratta di un’infiorescenza?
Quanti petali ha?
Di che colore è, di che forma?
Come si attaccano i petali al gambo?
Direttamente o sono raccolti da foglioline? (si introduce
il concetto di sepali)
Che cosa c’è al centro del fiore: un bottoncino, una
tazzina, dei fili con un puntino in cima….)
Strappiamo i petali che formano la corolla: sono lisci,
pelosi? Quanti sono?
Facciamo rappresentare al bambino le parti del fiore e
con l’aiuto dell’insegnante (se sono troppo piccoli)
incolliamo delle etichette a lato dell’immagine
riconosciuta)
E adesso si gioca !
Come attività conclusiva si può assegnare ai
bambini il seguente gioco:
Disposti in un bicchiere 5 o 6 fiori diversi, i bambini
collocano davanti ad ogni fiore il cartellino con il suo
nome;
Un bambino descrive uno dei fiori col maggior
numero di particolari possibile, per mettere in grado
il compagno di identificarlo
Altro nodo problematico
Come crescono le piante?
 L’alunno deve comprendere che la crescita di
una pianta dipende dalle particolari condizioni
dell’ambiente in cui essa vive.
1° MOMENTO IN CLASSE.
 Come strategia didattica si può utilizzare, come
sempre il focus group per gruppi di 10-12
alunni per sfruttare le interazioni tra gli allievi al
fine di concordare la dislocazione dei semi e dei
recipienti tenendo conto del terreno, dell’acqua,
calore e luce.

Si fanno domande del tipo:
Come crescono le piante?
Di che cosa ha bisogno una piantina per crescere?
Inizia una discussione sui semi secchi…( forse i semi
raccolti nel giardino della scuola?… Fare in modo di
trovare semi di fagiolo )
Come si sono fatti?
Cosa succederà di loro?
Dove si mettono i semini?
Dove possiamo sistemare la semina?
Che cosa ci aspettiamo da?
Tutte le osservazioni dei bambini vengono registrate o
annotate dal moderatore.
2° momento IN LABORATORIO:




Come luogo strutturato il laboratorio sarà attrezzato
con tutto il materiale necessario all’esperimento.
I campioni come semi (di fagiolo trovati), recipienti
diversi adatti per la semina (portauova) e vari tipi di
terreno umifero, sabbioso, ghiaioso possono essere
portati dagli stessi bambini.
Si procede poi, ad interrare i semi in recipienti nei
punti stabiliti del laboratorio.
Intanto si prepara una tabella dove riportare le
osservazioni che registreremo strada facendo.
Tipi di Senza
terreno acqua
umifero
ghiaioso
sabbioso
Con
acqua
Senza
luce
Con
luce
Senza
calore
Con
calore
Conclusioni
Dalle osservazioni ci accorgiamo, dopo
alcuni giorni, che i semi, soprattutto, di
fagiolo crescono meglio se posti in un
terreno umifero, in presenze di acqua
luce e calore.
La crescita di una piantina è pertanto,
favorita dal tipo di terreno e dalla
presenza o meno di acqua, luce e calore.
Presto dal seme spuntano una o più
radici molto piccole che si dirigono verso
il basso.
Infine compaiono le foglie… Ma che
colore hanno la foglie????
Dall’esperienza del focus group emergerà che
le foglie possono avere colori diversi, varie
tonalità di verde, giallo, arancione… come
testimonia il semplice erbario che gli stessi
alunni hanno creato, ed emergerà che il
colore delle foglie è dovuto alla presenza di
pigmenti…
Per osservare i pigmenti presenti nelle foglie
possiamo realizzare una semplice esperienza
di laboratorio: la cromatografia su carta…
LA CROMATOGRAFIA SU CARTA
La cromatografia è una tecnica molto semplice usata
per separare le sostanze in base ai colori.
Si propone agli alunni la raccolta delle foglie verdi,
(oppure si possono portare da casa foglie di spinaci),
mentre il laboratorio verrà attrezzato con materiali
semplici che gli alunni conoscono bene quali:
Alcool, carta assorbente, un bicchiere rigido, dei
vasetti di vetro e un comune contagogge.
I bambini dovranno sminuzzare accuratamente le
foglioline e sotto la guida dell’insegnante metterle nei
vasetti con l’alcool.
In questo modo si andrà a preparare un liquido che
pian piano si colorerà di verde, mentre le foglie
perderanno colore…
Si inizia la discussione per far emergere le ipotesi
sul fenomeno che i bambini stanno osservando, le
risposte verranno sempre riportate su apposite
schede preparate dal moderatore e certamente
qualcuno dirà che il liquido è di colore verde perché
c’è qualcosa che le foglie stanno perdendo e colora
di “verde” il liquido.
Che cos’è questo “qualcosa”?
E c’è solo questo nelle foglie?
Quando la soluzione è abbastanza colorata di verde, si
prelevano alcune gocce e si fanno cadere sulla carta
assorbente, aspettando tra una goccia e l’altra
che quella precedente sia stata assorbita.
Si aspetta e si osserva bene il foglio!
Cosa è successo?
La carta si è colorata di verde e
questa e la famosa clorofilla ! ! !
E gli altri colori ? Il giallo, il rosso,
l’arancione? Dove sono?
Si continua l’esperimento, questa volta
su di una striscia di carta. Si mette la
striscia di carta in un bicchiere con un
poco di alcol, e questo sale, sale, lungo
la striscia e si trasporta dietro i pigmenti.
Cosa si osserva?
In basso c’è uno strato verde: la clorofilla
Poi uno strato giallo: le xantofille
Poi ancora uno arancione: i carotenoidi
Poi, se siamo fortunati uno rosso:
le antocianine
Abbiamo ottenuto la separazione dei colori!
Ogni bambino dovrà, poi, descrivere e disegnare la
propria cromatografia! Quella circolare e quella sulla
striscia.Quello che si osserverà sarà un disegno dove in
base ai colori si potranno conoscere le varie sostanze
che ci sono nella foglia.
Sono questi i pigmenti che la pianta in autunno,
preparandosi al rigore dell’inverno, assorbendo la
clorofilla, mostra prima di perdere le foglie. Questi
pigmenti sono sempre stati presenti come dimostra
l’esperienza ma non si vedono perché nascosti dalla
clorofilla.
E secondo voi, quella verde, la clorofilla, perché è così
importante per la vita delle piante?
La luce fattore importante per la crescita
Il lavoro dei gruppi può anche terminare, per un certo
esperimento, ma le osservazioni, in classe o nel
laboratorio continuano….
Vi ricordate le piantine della semina?
Bene, tornando in classe si sono trovate tutte le
piante di fave, di fagiolo, di patate piegate verso la
finestra….
Perché accade questo?
Le piante non si muovono come gli animali, tuttavia
compiono anch’esse dei movimenti e rispondono agli
stimoli esterni.
La fotosintesi clorofilliana
Nelle ore di luce le foglie raccolgono l’energia
emanata dal sole e la utilizzano per produrre sostanze
nutritive, in particolare zuccheri come il glugosio.
Una volta elaborate, queste sostanze nutritive
debbono essere trasportate dalle foglie agli organi
dove sono necessarie.
Nel medesimo tempo, l’acqua e gli elementi nutritivi
che le radici hanno assorbito dal suolo debbono
essere trasportate sino ai rami e alle foglie più lontane.
Gli organi fotosintetici nelle
piante sono costituiti dalle
foglie.
La superficie esterna
della foglia è costituita
dall’epidermide, al di sopra
della quale si trova la
cuticola.
La parte inferiore
presenta, invece, delle
aperture: gli stomi!
La parola stoma vuol dire: “
bocca”.
In effetti essi sono delle
aperture attraverso le quali
la pianta respira…
Procuratevi un rametto con
foglie larghe, una bottiglia
di vetro, una busta di
plastica ben asciutta, un
po’ di olio un filo e un
pennarello.
Riempite d’acqua la
bottiglia fino al collo e
versate sull’acqua un po’ di
olio. Sistemate la parte
inferire del rametto
all’interno della bottiglia e
segnate col pennarello il
livello raggiunto dall’acqua.
Coprite infine le foglie del
rametto con la busta di
plastica e fissatela al collo
della bottiglia, legandola
col filo, collocate tutto in
un luogo protetto per 3/4
giorni e poi… Verificate
cosa è successo!
LE PARTI DI UNA PIANTA
Dall’osservazione delle piccole piantine coltivate nel
nostro laboratorio i bambini noteranno che queste hanno
sempre uno stesso corpo formato da:
Foglie attaccate ad un
Fusto ancorato al terreno da un
Apparato radicale.
Ma a cosa serve il fusto ?
E a cosa servono la radici?
Si apre il forum e dopo vari tentativi qualche bambino
dirà che le radici servono a tenere ancorata la piantina al
suolo
E qualcun altro dirà che la piantina beve….
In che modo beve l’acqua dal terreno?
E come arriva fino alle foglie?
Osserviamo allora la funzione delle RADICI
Per osservare la funzione delle radici e il delicato
problema dell’ osmosi possiamo procedere nel
seguente modo:
Occorrono 1 grossa patata
Sale
Acqua distillata
Una vaschetta
Con l’aiuto dell’insegnante si pratica un foro al centro
della patata sbucciata. Una cavità ampia e profonda,
facendo attenzione a non bucarla.
Si invitano i bambini a riempire la cavità con un
cucchiaio di sale e a mettere la patata nella vaschetta
riempita a metà con acqua distillata.
Si lascia tutto fermo per qualche ora, aprendo nel
frattempo, un focus group.
Che cosa succederà?
Cosa ci aspettiamo?
Cosa ne sarà del sale?
Quando tutto è pronto si procede all’osservazione.
I bambini dovranno descrivere e rappresentare quanto si
osserva:
La cavità della patata è piena di acqua e il livello di questa
nella vaschetta è diminuito.
Che cosa si deduce?
L’acqua è entrata nella patata attraversando la sua
parete e in questo modo l’acqua presente nel terreno
passa attraverso le radici per portarsi al fusto.
Ma come continua questo viaggio?
Osserviamo allora I VASI CONDUTTORI
Allestiamo il nostro laboratorio con
Un gambo di sedano, un bicchiere trasparente,
dell’acqua, inchiostro blu.
Lavorando a piccoli gruppi si invitano gli alunni a
riempire i bicchieri con l’acqua, poi a immergervi il
gambo reciso, si aspetta e…..
Che cosa si osserva?
Il gambo ha assunto una lieve colorazione bluastra e dal
punto dal colore si potrà vedere dove l’acqua è arrivata.
Nello stesso tempo si farà notare agli allievi come anche
il livello dell’acqua nel bicchiere è diminuito.
Ma capovolgendolo si noterà ….Tanti puntini colorati…
Che cosa sono?
Dopo vari tentativi qualcuno dirà:
E’ la strada percorsa dall’acqua blu per salire lungo
il fusto !
Bene con delicatezza gli alunni apriranno il gambo
di sedano e separeranno i fili colorati…..
Hanno scoperto i vasi conduttori!
Cosa si deduce?
L’acqua colorata è salita attraverso il fusto che ha
dunque la funzione di trasportare l’acqua e le
sostanze nutritive fino ai punti più lontani dalle
radici.
La composizione del terreno
Nel processo di ricerca sulle esperienze di semina, i
problemi nascono da ogni parte.
Qualcuno incomincia a fare domande sul terreno…
Ma cosa c’è dentro ?
Perché quello sabbioso e diverso da quello del
giardino?
Come è composto il terreno ?
Ecco dunque un ulteriore problema da risolvere,
un’altra questione su cui congetturare, teorizzare,
discutere e poi fare esperienza…
Le diverse sostanze solide, organiche ed organiche,
presenti nel terreno caratterizzano i vari tipi di suolo.
Esistono infatti 4 tipi di suolo:
Sabbioso, argilloso, calcareo e umifero. Ciascuno
presenta delle caratteristiche che influenzano due
importanti proprietà del terreno:
La permeabilità e la composizione.
LA PERMEABILITA’
Occorrente : 4 tipi di suolo; 4 vasetti di vetro; 4 imbuti;
acqua quanto basta, etichette.
Si invitano i bambini a portare a scuola i 4 tipi di terreno, si
individuano dei gruppi di lavoro e si dividono i compiti.
Si scrive sulla etichetta il
contenuto del vasetto, si chiude
il fondo di ciascun imbuto con
un po’ di cotone idrofilo e si
procede a riempirli della stessa
quantità di terreno.
Si appoggia l’imbuto sul
recipiente e si procede a
versare l’acqua .
Cosa si osserva?
I
bambini
fanno
una
graduatoria di permeabilità dei
suoli e noteranno che:
1.
2.
3.
4.
La sabbia ha lasciato passare l’acqua più
velocemente degli altri. Ha un alto grado di
permeabilità.
Il calcare ha lasciato passare una buona quantità
di acqua, ma più lentamente della sabbia. Ha un
discreto grado di permeabilità.
L’humus ha lasciato passare poca acqua e
lentamente. Discreto grado di permeabilità.
L’argilla ha lasciato passare poca acqua e
lentamente. Scarso grado di permeabilità.
Gli alunni, poi, rappresenteranno ciò che hanno
osservato,
LA COMPOSIZIONE
 Per osservare, invece, come è composto un terreno,
prendiamo a campione quello umifero. Attenzione
…devono essere gli alunni a decidere, e se occorre
provare anche con tutti i campioni.
 Si riempie per metà un recipiente trasparente e si versa
poi dell’acqua nel recipiente fino a ricoprirlo quasi
completamente. Si mescola bene il tutto e si lascia
riposare per un po’ di tempo.
 Che cosa si osserva ?
 I bambini noteranno che nel recipiente i vari costituenti
del terreno si sono separati, disponendosi a strati a
seconda della loro pesantezza.
Gli alunni descriveranno partendo dal fondo:
1.
Un primo strato formato di sassolini e ghiaia,
2.
Un secondo strato formato da sabbia,
3.
Uno strato di acqua,
4.
E, infine, in superficie i bambini riconosceranno vari
elementi che galleggiano: rametti, foglie secche,
semini, resti vari e guarda un po’! anche qualche
vermetto… tutto questo è l’humus.
Che cosa avranno dedotto dall’osservazione?
Che nel suolo ci sono sostanze diverse…. viventi e non
viventi , organiche ed inorganiche.
Gli alunni, volendo, potranno rappresentare l’osservazione
anche con Paint.
Come prima attività mediante una conversazione, che
potrebbe, ad esempio, prendere spunto dalla necessità
di riempire gli umidificatori appesi ai termosifoni,
sondiamo le conoscenze che gli alunni possiedono
riguardo all’evaporazione. Prendiamo in considerazione
ciò che avviene quando la mamma mette i panni ad
asciugare, o cosa succede quando scompaiono le
pozzanghere dopo una giornata di pioggia o altri
fenomeni analoghi, mettendo in evidenza che in ogni
caso l’acqua scompare.
Si faranno domande ai bambini tipo:
Che cosa succede all’acqua?
Cosa sta cambiando?
Come si è trasformata?
Aspettare le risposte e segnare su di una scheda o
foglietto tutte le ipotesi anche quelle apparentemente
meno significative
Non dare soluzioni prima di aver sentito il parere dei
bambini
Fare esempi che partano dall’esperienza quotidiana
Si arriva, pertanto, al cuore del problema:
IL PROBLEMA
A COSA E’ DOVUTA LA
SCOMPARSA DELL’ ACQUA ?
Sugli input innescati si raccolgono le
considerazioni spontanee dei bambini e si
registrano le loro ipotesi, con un registratore o con
schede appositamente create per documentare le
risposte degli alunni.
Il gruppo discute, si confronta, l‘insegnante lascia
spazio alla libertà di formulare ipotesi come risposta al
problema, ed accoglie tutte le proposte operative per
la pianificazione dell’esperienza che dovrebbe
dimostrare che:
Il fenomeno dell’evaporazione dell’acqua
avviene per interazione con il calore
Chiediamo allora in che modo è possibile verificare
quanto è stato assunto e guidiamo i bambini nella
seguente …
ESPERIENZA
Mettiamo la stessa quantità di acqua in tre recipienti
uguali aventi un’ampia apertura indicandone con un
segno il livello.
Disponiamo i tre recipienti in condizioni di temperatura
diverse:
1.
All’esterno
2.
All’interno dell’aula
3.
Sopra il radiatore caldo del termosifone
COSA SUCCEDERA’ ?
Altre ipotesi … Altre previsioni che l’insegnante
annoterà...
IPOTESI
1.
Troveremo acqua calda
2.
Troveremo acqua fredda
3.
Troveremo acqua tiepida
4.
Non troveremo più acqua
Dopo alcuni giorni si controlla il livello dell’acqua nei tre
recipienti:
Gli alunni possono constatare che in ogni recipiente la
quantità dell’acqua è diminuita, anche se il fenomeno si
è verificato in misura maggiore nei recipienti disposti
dove il calore era maggiore.
A questo punto si raccolgono i dati su una scheda
raccolta dati che solleciterà le loro considerazioni.
CONCLUSIONE
L’evaporazione dell’acqua è dovuta
all’interazione con il calore.
Maggiore è il calore più rapida è
l’evaporazione.
La V DI GOWIN
1. PROBLEMA
A cosa è dovuta la scomparsa dell’H2O ?
2.
VERSANTE
TEORICO CONCETTUALE
Stati della materia.
I mutamenti che
avvengono in natura
sono dovuti ad una
vicendevole influenza tra
gli oggetti.
Concetto di calore.
Assorbimento e
sottrazione di calore.
Introduzione di concetti:
Vapore acqueo,
evaporazione,
condensazione.
3.
INTERAZIONE
4. PIANO DI LAVORO
Pianificazione
dell’esperimento
Materiale occorrente
Tempi di osservazione
VERSANTE
METODOLOGICO
5. DATI E
OSSERVAZIONI
Il fenomeno
dell’evaporazione
avviene a qualsiasi
temperatura ma
l’acqua del recipiente
sul termosifone
evapora prima degli
altri due.
5. CONCLUSIONI
L’evaporazione dell’acqua è
dovuta all’interazione con il
6.RIFLESSIONE ed
calore.
estensione ad altri
Maggiore è il calore più rapida è contesti
l’evaporazione.
EPILOGO
Mentre nell’esperimento dimostrativo è l’insegnante
che propone una serie di attività perché i bambini
osservino ciò che si vuole far capire, nell’esperimento
esplorativo l’insegnante si lascia guidare e domanda ai
bambini cosa intendono fare, cosa si aspettano, cosa
succederà facendo proprio quello che dicono. Si induce
il bambino a pensare ciascuno a suo modo, sulle cose
che sta facendo. La sforzo di spiegare e di farsi capire
interviene a spezzare il vincolo istituzionale che lega
insegnamento e apprendimento alla ripetizione rituale di
un sapere non saputo.
Condizioni di
temperatura
Esterno
Interno
Radiatore
1
giorno
2
giorno
3
giorno
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Il verde intorno a te